ENERGEO MAGAZINE Anno V Settembre - Ottobre 2012

Page 1

Anno V - settembre/ottobre 2012 - Prezzo di copertina 5,50 euro

Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (settembre/ottobre 2012) - N. 4 - Abbonamento 6 numeri 30 euro.

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

UNESCO, una nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio

Al nastro di partenza il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini, un’amicizia fondata su ideali comuni


Campioni di sostenibilità L’Abruzzo ha vinto l’edizione 2011 del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuose Superficie regionale: 10,794 Km 65,1% area montana 34,9% area collinare

4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara 305 Comuni 1.500.000 abitanti Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale: Parchi nazionali: “Gran Sasso e Monti della Laga“, “Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”; Parco Regionale: “Sirente Velino“. Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di flora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio. E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.

www.regione.abruzzo.it


Anno V - settembre/ottobre 2012

Il mondo cambia, Energeo si rinnova

E

avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli. Il nostro periodico è stato scelto dall’ITKI UNESCO e da tutti i partners che hanno determinato il successo del recente evento di Firenze, concluso con la declamazione della “Dichiarazione UNESCO sul Paesaggio 2012”, per divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe di avvicinamento della nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio. L’iniziativa è stata sostenuta da un poderoso gruppo di lavoro, costituito da organismi internazionali intergovernativi, associazioni nazionali non governative, università e amministratori locali, che hanno messo in atto una mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio. Un progetto che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo. Energeo è stato scelto come partners privilegiato, insieme alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, attraverso il Premio, per la divulgazione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles, S.A.R. Carlo d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale. Nel compito di ripensare con gli altri partners un nuovo modello di sviluppo che includa cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da considerare come una priorità di un’azione di governo del territorio, ci affianca autorevolmente il Tg2. Il modello di sviluppo che abbiamo alle spalle è stato estremamente intensivo nell’uso delle risorse, nel consumo scellerato di suolo. Siamo convinti che, in questo momento storico, sia necessario che gli uomini tornino a essere abitanti del loro territorio, riprendano in mano la questione ecologica della loro sopravvivenza, poiché l’identità è energia costruttiva per la crescita della coscienza del luogo e per l’affermazione di modelli di sviluppo fondati sulle peculiarità socioculturali, sulla cura e la valorizzazione delle risorse locali, territoriali, ambientali, produttive e sostenibili e su reti di scambio complementari fra entità locali. Solo così il cittadino si sentirà parte di una comunità e quindi avrà verso di essa un comportamento sobrio, responsabile e consapevole. È necessario un nuovo paradigma, che mostri l’indispensabilità di un mutamento epocale sul piano reale: culturale, sociale ed economico. Costruendo delle identità comunitarie tese al bene comune e alla ciclicità della natura, si può costruire un sistema che funzioni e che dia un futuro ai nostri figli.

EDITORIALE

nergeo Magazine segna un’altra tappa importante nel percorso editoriale avviato cinque anni fa. Non è un’occasione celebrativa, come spesso accade, ma un momento di ripensamento del giornale, alla luce dell’attualità riguardante le politiche territoriali e ambientali dell’UNESCO che, tra l’altro, attraverso l’ITKI, ha promosso la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali. Negli anni scorsi abbiamo seguito passo dopo passo l’evolversi dell’iniziativa europea Covenant of Mayors. Allora come ora il territorio, quale realtà composita di un valore collettivo, ha rappresentato il filo conduttore del nostro progetto editoriale. Abbiamo sempre aderito alla nostra mission con puntualità, entusiasmo, passione, tanto da ideare un Premio legato a questo progetto dell’UE. L’idea era quella di dare un riconoscimeno ai Primi Cittadini virtuosi che avevano aderito al Patto dei Sindaci, adottando un documento che impegna le autorità locali e regionali a raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020. Un modo per lanciare un’iniziativa a carattere internazionale coinvolgendo anche i Comuni e le città europee. Oggi questa visione del Premio dedicato a Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, ideato dal nostro giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si avvale dell’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato, con il sostegno del Distretto delle Energie Rinnovabili, è apparsa leggermente superata, per un rallentamento dell’iniziativa della Commissione Europea. Non è diminuito, invece, l’interesse del nostro giornale verso il territorio, col quale il legame è sempre più stretto. “Il paesaggio è la rappresentazione materiale e visibile della Patria” (Benedetto Croce). “La Repubblica (...) tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (Cost., articolo 9). Basterebbero queste due citazioni per illustrare lo spessore degli argomenti di cui ci occupiamo. In questa nuova avventura nostri alleati sono: Res Tipica, l’Associazione delle Città di Identità Tipiche, l’UNPLI che raggruppa le oltre seimila Pro Loco d’Italia, l’ITKI UNESCO e lo stesso UNESCO. Energeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno

EDITORIALE

Il territorio nel cuore

T. R. Senatore Giovanni Spadolini.

2

Val Venegia - Trentino “Dolomiti Patrimonio Umanità”.

3


Anno V - settembre/ottobre 2012

Redazione: Pierpaolo Bo edipress@hotmail.com Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85

IL SOMMARIO

Progetti speciali e Pubblicità: Promedia Srl marketing@energeomagazine.com

6 9 10 11 12 13

LA MEDAGLIA SPADOLINI Spadolini, pioniere della tutela dei beni culturali e ambientali Incontro ravvicinato tra il Premio, la Covenant of Mayors e l’UNESCO Un Premio per dare speranza e fiducia al Paese Il Tema del Convegno La Medaglia Spadolini per esaltare il valore della solidarietà Le categorie previste nel bando

14 15 16 18 19 19 20 21 22 22 24 25 27 28 30 32 36

ATTUALITÀ Alla ricerca del paesaggio perduto Dichiarazione UNESCO, uno strumento solenne e formale Dichiarazione di Firenze sul paesaggio, 21 settembre 2012 Il paesaggio, una relazione tra le genti e l’ambiente La nuova visione del paesaggio: dal monumento alle genti Un approccio dinamico, evolutivo, adattativo e multiculturale Perpetuazione dei paesaggi attraverso le conoscenze tradizionali Perdita del paesaggio e collasso degli ecosistemi Minacce, rischi e disastri Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale UNESCO, Francesco Bandarin, l’uomo delle grandi sfide Un veneziano ai vertici dell’UNESCO Dopo tre giorni di fuoco, alla fine tutti d’accordo, ma quanta fatica In prima linea a favore del territorio Una convenzione internazionale sulla gestione sostenibile del paesaggio Mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio Salvaguardia dei paesaggi italiani, vera risorsa nazionale

38 39 42 44 46 47

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale TKWB - Traditional Knowledge World Bank Una giornata particolare Convenzione UNESCO per il Paesaggio, il grande contributo del Principe di Galles Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini, un’amicizia fondata su ideali comuni Il principe dell’ambiente al servizio di sua maestà la terra

48 52 54

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO In rete per non dimenticare Insieme per salvare il paesaggio Una factory di idee innovative

Si ringrazia per il prezioso contributo Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra

4

Segreteria di Redazione: Lucrezia Locatelli Progetto Grafico: Spider S.a.s. Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro Consulente tematiche e sviluppo azioni: • Dichiarazione UNESCO sul Paesaggio • Sistemi di Scienze locali, Tecniche e Conoscenze Tradizionali • Banca Mondiale Conoscenze Tradizionali (Banca del sapere) - TKWB • Pietro Laureano, Presidente dell’Itki International Traditional Knowledge Institute UNESCO. Comitato Scientifico: • Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini. • Prof. Giovanni Puglisi Presidente CNI UNESCO e Magnifico Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. • Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne, Lussemburgo. • Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Alberto Chini, Associazione Culturale Padre Chini. • Carlo Francini, coordinatore scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO. • Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti. • Fabrizio Montepara, Presidente Res Tipica ANCI. • Domenico Nicoletti, Docente Università degli Studi Scienze Ambientali di Salerno. • Biagio Longo, manager nel settore energetico, affermato esperto di comunicazione nel settore ambientale. • Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino. • Dipak Pant, Professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza. • Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food. • Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena. Collaboratori: Michaela Barilari, Miriam Bruni-Ipogea, Denise Cainelli, Marina Ciceri-Ipogea, Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè, Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele Maniscalco, Stefano Masini, Maria Mazzei, Adriano Pessina, Marco Pontoni, Federica Rolle, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana, Alessandra Santini, Chiara Simonetti.

Fotografie: Gerry Annone; Ambrosio Edilizia; Cavagna – Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento; Associazione Culturale Padre Chini; Coldiretti‐ Ambiente e Consumi; Commissione Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa); Comune di Pollica; Comune di Transacqua; Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: Comunicazione e Territorio; Federutility; Foto Germogli; Massimo Gherardini; Alessandra Ciullo; ITKI UNESCO‐Ipogea, Tonino di Marco; Relazioni Esterne La Casa Verde CO2; Lubos Hazucha‐ Auditorium Al Duomo; Antonio Siani; Ufficio Stampa Regione Abruzzo; Ufficio Stampa Regione Campania;Ufficio Stampa Regione Piemonte; Archivio Slow Food; Archivio Fondazione Spadolini Nuova Antologia; Agf Bernardinatti,Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento (Archivio); Ufficio stampa Ministero dell’Interno; Ufficio Stampa Provincia di Modena; Alessandro Zedda Provincia del Medio Campidano. Pubblicità Regione Abruzzo: fotografie di Bruno D’Amicis, Roberto Mazzagatti, Osvaldo Locasciulli. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine. Tutela della Privacy: Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96. Prezzo di copertina: Euro 5,50 Abbonamento a 6 numeri Euro 30,00 Diffusione on line: www.regione.abruzzo.it www.comunitrentini.it www.distrettoenergierinnovabili.it www.ecoandthecity.it www.energeomagazine.com www.edipress.net www.ipogea.org/ www.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione) Direzione, Redazione, Abbonamenti: Edipress Communications Sas Corso Re Umberto, 82 - 10128 Torino (+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90 334.120.71.85 - www.edipress.net abbonamenti@energeomagazine.com Uffici di Corrispondenza: • Distretto Energie Rinnovabili Via Bellini, 58 - Firenze Tel. (+39)055.36.81.23 - Fax (+39)055.321.70.26 • Trento - Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139 • ITKI UNESCO Ipogea (Centro ONU) Via Roma 595 - 50012 Bagno a Ripoli (Firenze) • Osservatorio Europeo del Paesaggio Arco latino - Certosa di San Lorenzo 84034 Padula (Patrimonio UNESCO) (+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14

IL SOMMARIO

Direttore responsabile: Taty Rosa energeodirettore@hotmail.com

Stampa: Società Tipografica Ianni Srl Strada Circonvallazione, 180 - Santena Tel. (+39)011.949.25.80 Registrazione Tribunale di Torino N° 4282 del 18-12-1990 Copyright Energeo Magazine Edipress Communications Sas Periodico bimestrale Poste Italiane Spa Spedizione Postale Dl 353/2003 (conv. in L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, CB/ Torino Anno V - N° 4 – Settembre/Ottobre 2012 Il periodico Energeo Magazine è iscritto nel Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) - N° iscrizione 17843

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.

5


Il Premio Eco and the City rende omaggio alla figura umana e politica dello statista fiorentino

Spadolini,

LA MEDAGLIA SPADOLINI

pioniere della tutela dei beni culturali e ambientali

6

Il progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, giunto alla seconda edizione, approda a Trento per la Cerimonia Ufficiale di Premiazione (10 novembre 2012), con l’obiettivo di raggiungere nuovi traguardi, dimostrando di saper aggregare, catalizzare, dialogare, informare, fare rete. Moltissime le candidature.

U

n anno fa (12 novembre 2011) il debutto a Firenze per la prima edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini. Oggi il progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, giunto alla seconda edizione, approda a Trento per la Cerimonia Ufficiale di Premiazione (10 novembre 2012). Nuovi traguardi e la stessa capacità di aggregare, catalizzare, dialogare, informare, fare rete. Una semplice ricetta che ha creato un successo senza precedenti con un notevole numero di candidature (circa 3000, duemila Comuni coinvolti, imprese virtuose, osservatori del Paesaggio, Consorzi di Comuni, acquedotti, ecomusei, Pro Loco), costruendo una rete di relazioni anche internazionali, grazie alla sinergia con l’UNESCO. L’iniziativa ha dimostrato di essere un autentico volano per sostenere sul territorio progetti e iniziative in difesa dell’ambiente, la salvaguardia del paesaggio e la tutela dei beni culturali. Il Premio Eco and the City, che promuove e valorizza l’eredità culturale di Giovanni Spadolini a diciotto anni dalla

Medaglia Spadolini 2011

morte, permetterà ancora una volta di confrontarsi sul futuro del nostro Paese, almeno dal punto di vista della sostenibilità ambientale, rappresentando un momento di condivisione, conoscitivo, di riflessione e propositivo. Il grande consenso ottenuto, ha spinto la Fondazione Spadolini, a sostenere, attraverso il Premio, che ha dato un forte segnale di maturità, un importante ruolo di raccordo in Italia, con le Regioni, le Province, i Comuni e le associazioni territoriali (Res Tipica ANCI, UNPLI che raggruppa tutte le Pro loco d’Italia, gli Osservatori del Paesaggio e altri sistemi di aggregazione locali), a sostegno delle iniziative dei governi nazionali e locali per la protezione del paesaggio, come si evince nell’importantissimo documento contenente le linee guida per una nuova Convenzione UNESCO, diffusa in tutto il mondo dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Un percorso che porterà il gruppo di lavoro, in tempi brevi, direttamente a confronto con i massimi esperti internazionali di problematiche territoriali. Il ruolo operativo è veramente importante, almeno dal punto di vista organizzativo per mettere in moto la procedura Nazioni Unite che dovrà stabilire una nuova Convenzione internazionale sul paesaggio, dopo aver esaminato e discusso le sfide attuali. Una sfida accettata dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia che ha già svolto, nei mesi scorsi, un ruolo strategico di coordinamento di iniziative locali, come la Rete delle Reti Angelo Vassallo e la sottoscrizione di una Patto per la Bellezza e il Paesaggio, attività propedeutiche e di sostegno alle iniziative dell’UNESCO. Ecco a cosa serve il Premio, non è soltanto un evento celebrativo, anche se il focus di questa edizione è dedicato al 40°Anniversario della World Heritage List, ma propositivo e di riflessione sull’impossibilità di proteggere il Patrimonio separatamente dall’ambiente e ignorando i saperi e le pratiche che lo hanno generato. Il paesaggio è stato definito proprio come quella stretta relazione tra umanità e ambiente che ogni civiltà e comunità stabilisce realizzando il proprio universo sociale e produttivo. La seconda sezione, che ha avuto un’impennata

di adesioni, evidenzia proprio questa esigenza: abbiamo bisogno di paesaggio come abbiamo bisogno di acqua, di aria, di suolo, di foreste ed energia. Si tratta di beni comuni ampiamente esaminati nelle nove sezioni del bando. Come tutte le altre risorse non sono sostanze ma cicli. Andiamo alla ricerca di esempi virtuosi come quelli che sono stati proposti dai territori che hanno avuto la capacità di realizzare idee e progetti di efficientamento energetico, ma anche di affrontare i temi della biodiversità, sistema dei Parchi, sviluppo sostenibile, conoscenze tradizionali, per ritrovare le identità territoriali nel nostro Paese, mettendo in primo luogo il sapere delle genti. E per ristabilire la relazione tra natura e cultura che si sedimenta e percepisce nel paesaggio e nel territorio, concretizzando un Patto tra umanità e luoghi mantenuto tramite l’identità e la comunità. Esaminando le proposte si evidenzia come i bandi siano stati compilati da persone attente e motivate, con la presentazione di tanti appunti, molte idee, suggeri-

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Anno V - settembre/ottobre 2012

7


Anno V - settembre/ottobre 2012

8

menti efficaci, azioni concrete. “Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini - dice il professor Augusto Marinelli, presidente della Commissione Giudicatrice - è diventato, in qualche modo, la voce dei territori ma anche la leva per fare meglio, per aiutarli al confronto”. Vedremo chi risulterà ai primi posti di questa speciale classifica che premierà, per ogni categoria, con la Medaglia Spadolini, importante riconoscimento conferito, per quanto riguarda i sindaci, ai progetti volti all’adozione di politiche territoriali integrate e sostenibili al fine di ridurre le emissioni di gas serra attraverso le energie rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica e programmi sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia (sezione 1). Le altre sezioni riguardano la valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, le istituzioni, le associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa dell’ambiente e del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli, che rappresentano uno strumento importante di promozione della cultura locale, e le imprese virtuose e innovative. Sono scesi così in campo, in maniera massiccia, Enti locali, Comuni, Associazioni di Comuni, Comunità montane, Consorzi di municipalità e Associazioni Comuni d’identità, Organizzazioni

Incontro ravvicinato

tra il Premio, la Covenant of Mayors e l’UNESCO Avviata una proposta di collaborazione con l’iniziativa della Commissione Europea.

L

Un’antica amicizia unisce Giovanni Puglisi e Augusto Marinelli, entrambi Accademici di lungo corso.

locali, Consorzi agricoli, aziende vitivinicole e private che si sono distinte nell’ambito della propria attività, dando la chiara percezione di aver acquisito una stessa identità nazionale dal punto di vista della promozione della sostenibilità ambientale ed energetica e dei progetti regionali sugli interventi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La Medaglia sarà anche conferita “simbolicamente“ a tutti i candidati che hanno compilato nelle varie voci il bando, portando in questo progetto la propria testimonianza di una maniera sostenibile di vivere, per tutti. In tanti, tutti i candidati e il movimento che si è creato attorno al Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, vorrebbero dire semplicemente grazie al compianto statista fiorentino, appassionato studioso di storia del Risorgimento, per aver dato inizio a un percorso innovativo per la politica italiana e per essere stato il precursore di un confronto concreto sui grandi temi del nostro tempo. Da allora l’educazione ambientale è divenuta uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini nei confronti di questi problemi, coinvolgendoli direttamente nelle politiche di governo del territorio.

’ idea era quella di premiare i sindaci virtuosi che avevano aderito al Patto dei Sindaci, adottando un documento che impegna le autorità locali e regionali a raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissione di CO2 entro il 2020: un modo per lanciare un’iniziativa a carattere internazionale coinvolgendo anche i Comuni e le città europee. Tant’è che la Regione Abruzzo si aggiudicò questa categoria speciale con il progetto: una Regione per il Patto dei Sindaci. Oggi questa visione del Premio è apparsa leggermente superata, vuoi perché l’iniziativa della Commissione Europea ha rallentato, almeno in Italia, la sua corsa iniziale, vuoi per le evidenti difficoltà in cui i Comuni si trovano ad operare, evidenziate nel quadro riepilogativo sullo

Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini, al Simposio UNESCO mondiale sul Paesaggio che si è svolto a Firenze.

stato di attuazione del Patto dei sindaci nel nostro Paese. Rimane di grande attualità l’ipotesi di avviare una sinergia tra le due iniziative che sono sovrapponibili e perfettamente allineate. Gli uffici della Covenant of Mayors hanno ricevuto, nel luglio scorso, una proposta operativa di collaborazione dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in questa fase attentamente esaminata. Bruxelles, infatti, sta valutando le varie fasi della possibile sinergia per dare valore aggiunto alla Covenant of Mayors, sviluppando ulteriormente l’interesse a livello locale (i Comuni cercano di difendere la propria identità) con il progetto ambizioso dell’UNESCO che vuole inventariare, salvaguardare e far conoscere l’uso innovativo (anche sostenibile) delle conoscenze tradizionali ed avviare una nuova linea

di tutela del patrimonio paesaggistico, come indica la Dichiarazione UNESCO di Firenze sul paesaggio 2012. Lo stesso Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato, di recente che “occorre considerare il paesaggio come una infrastruttura e le spese per la sua manutenzione libere dai vincoli del Patto di stabilità”. Contro i pericoli e i danni provocati dal rischio idrogeologico e sismico i Comuni dovranno essere autorizzati a spendere le risorse esistenti in deroga al Patto di stabilità. Il Ministro che già sta lavorando per avere via libera da Bruxelles, si è impegnato a chiederlo all’UE, mentre sta per presentare il Piano nazionale da 20 mld per la manutenzione e la messa in sicurezza dei territorio dai rischi idrogeologici e sismici, 1,2 miliardi di euro l’anno per 20 anni.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Il Percorso del Premio

9


Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha dimostrato di avere una prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo. Lo ha fatto notare il Presidente della Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO, professor Giovanni Puglisi, il quale, mettendo in risalto l’alleanza tra le due prestigiosi istituzioni, ha auspicato una proficua collaborazione anche per il futuro

Un Premio

LA MEDAGLIA SPADOLINI

per dare speranza e fiducia al Paese I finalisti inseriti nella cinquina delle nominations verranno da tutta la penisola per partecipare all’evento conclusivo della Cerimonia Ufficiale di conferimento della Medaglia Spadolini. Alla vigilia è previsto il convegno: Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini per il dialogo e per l’Europa. Le figure dei due grandi statisti saranno ricordate a Trento in maniera solenne.

L

a Sala è quella delle grandi occasioni, dove convergono i più prestigiosi eventi istituzionali. Gli invitati, appartenenti a realtà virtuose, giungeranno a Trento con ogni mezzo, provenienti da tutt’Italia. Verranno da lontano per partecipare all’evento conclusivo della Cerimonia Ufficiale di conferimento della Medaglia Spadolini, secondo un programma fitto e articolato che alla vigilia avrà come appendice il convegno: Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini per il dialogo e per l’Europa, coordinato da Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore. Com’è stato per la prima edizione che ha visto tantissimi ospiti provenire dai luoghi più lontani della penisola. Saranno i personaggi e interpreti di quella che si preannuncia una giornata veramente speciale che si svolgerà tra gli affreschi di Sala Depero, il luogo di rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento, trasformata dall’artista Fortunato Depero in “opera d’arte totale” tra il 1953 e il 1956. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha dimostrato di avere una prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo. Lo ha fatto notare il Presidente della Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO, professor Giovanni Puglisi, il quale, mettendo in risalto l’alleanza tra le due prestigiosi istituzioni, ha auspicato una proficua collaborazione anche per il futuro. Il focus del Premio, infatti, è dedicato al 40° Anniversario della World Heritage List. Quello che stato definito il Premio alla speranza e alla fiducia nelle istituzioni, ha dimostrato una grande capacità di tessere relazioni, sia con le principali istituzioni, sia con le organizzazioni di Comuni operanti sul territorio, senza trascurare i media e le televisioni che hanno dato man forte per far conoscere questa esclusiva iniziativa. Il Tg2 ha voluto mettere la sua matrice di testata vicina alle tematiche di difesa del territorio: è media partner ufficiale. È stato affidato a due alfieri della testata giornalistica di Rai Due la conduzione della Cerimonia Ufficiale: Bruno Gambacorta, inviato e ideatore della famosa rubrica Eat-Parade e Cecilia Cappelli, considerata la giornalista che “accarezza” le notizie, tale è il garbo che ci mette nel “confezionare” i servizi messi regolarmente in onda nelle edizioni di maggior ascolto. È stato invitato anche il timoniere della gloriosa testata: il direttore Marcello Masi. Una Cerimonia così avrà una madrina d’eccezione, un nome e un volto tanto caro non soltanto ai Trentini: Maria Romana De Gasperi. Dal vicino Veneto è attesa anche l’olimpionica Sara Simeoni, madrina della prima edizione del Premio.

Bruno Gambacorta, ideatore della Rubrica Tg2 “Eat Parade”.

10

Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che ha molto apprezzato l’iniziativa, ha promesso al professor Cosimo Ceccuti di essere presente a Trento, salvo impegni istituzionali inderogabili. E poi, l’Assessore Mauro Di Dalmazio, in rappresentanza della Regione Abruzzo (Medaglia Spadolini 2011) consegnerà il testimone al nuovo vincitore. Ci saranno alcuni notissimi rappresentati dei media e della comunicazione, ai quali verrà conferita una Medaglia Spadolini Speciale (i nomi sono ancora top secret). La spazio per il dibattito, utilizzato mentre la Commissione Giudicatrice effettua i lavori di selezione delle candidature finaliste, avrà per tema: “Paesaggi e territori, tante idee in movimento”. Sarà condotto dal giornalista scientifico del Corriere della Sera Paolo Virtuani. Sigle, saluti ufficiali e accompagnamenti musicali, accompagneranno la Cerimonia mentre crescerà l’attesa per i vincitori. Al mattino ancora un’iniziativa: gli ospiti potranno recarsi in Val di Non per conoscere il luoghi dove è nato Padre Eusebio Chini, al quale è stata dedicata una sezione del Premio. Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini, gongola per questo evento esclusivo, fortemente voluto, insieme alla Provincia Autonoma a Trento, giunto alla fase conclusiva. Il tutto sotto il segno di Giovanni Spadolini e di Alcide De Gasperi che saranno ricordati a Trento in maniera solenne.

Il tema del convegno “Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini. Per il dialogo e per l’Europa”: è il tema del convegno promosso a Trento il 9 novembre - nell’ambito del Premio Eco and the city Giovanni Spadolini - dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e della Fondazione Alcide De Gasperi, in collaborazione con la provincia di Trento ed il Consorzio dei Comuni trentini. I due statisti, operanti per ragioni anagrafiche in periodi diversi della vita politica italiana ed europea, ebbero un idem sentire caratterizzato dalla volontà del dialogo e dalla fede assoluta nell’unione europea, quale superamento degli egoismi nazionali, garanzia di pace, di sviluppo, di emancipazione e di progresso. Moderato da Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, il convegno verrà aperto dalla figlia dello statista trentino, Maria Romana, con una personale testimonianza

Cecilia Cappelli, giornalista del Tg2.

dell’affetto per la terra di origine, “De Gasperi e le sue montagne”. Seguiranno le relazioni di studiosi specialisti quali Piero Craveri, “I rapporti fra cattolici e laici nel secondo dopoguerra”, Pierluigi Ballini , “L’Europeismo di Alcide De Gasperi”, Cosimo Ceccuti, “L’Europeismo di Giovanni Spadolini”. Maria Garbari, docente di storia, “De Gasperi: il ricordo della Grande Guerra e l’aspirazione alla pace”. L’attualità dei due statisti, nella loro vocazione europeista, è richiamata dalle due citazioni riportate nel programma: “L’idea dell’unità europea ha ritrovato i suoi credenti e se un Risorgimento si avrà nel secolo XX non sarà soltanto italiano, o francese, o tedesco,ma soprattutto europeo” (Giovanni Spadolini). “Non vi parlerò dell’Italia, ma dell’Europa e non dell’Europa di ieri e di oggi, ma dell’Europa di domani, di quell’Europa che vogliamo ideare, preparare e costruire. Continuando sulla strada intrapresa, noi dobbiamo perseguire il fine dell’integrazione in direzioni molteplici. Ed occorre provvedere all’integrazione delle politiche economiche, finanziarie ed alla cooperazione politica internazionale” (Alcide De Gasperi). T. R.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Anno V - settembre/ottobre 2012

Sala Depero, il luogo di rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento.

11


Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha accolto l’invito a presenziare alla Cerimonia ufficiale di conferimento dell’ambito riconoscimento

La Medaglia Spadolini

LA MEDAGLIA SPADOLINI

per esaltare il valore della solidarietà Per iniziativa della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, i sindaci del “cratere” della dell’Emilia, e delle province di Rovigo e Mantova, riceveranno la Medaglia Spadolini, il prossimo dieci novembre. “La fase della ricostruzione già avviata - dice l’Assessore all’Ambiente della Provincia Modena Stefano Vaccari - deve diventare una grande occasione per ripensare il rapporto con il territorio ferito. Vogliamo proporci come una best practice sulla ricostruzione post emergenza in chiave di sostenibilità, in linea con gli obiettivi del Premio”.

Stefano Vaccari, Assessore all’Ambiente della Provincia di Modena

12

A

Il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e il Presidente dell’ANCI Graziano Delrio.

lla vigilia della seconda edizione del Premio Eco and the City, la Fondazione voluta dal grande statista fiorentino, ufficializza la consegna della Medaglia Spadolini (fuori concorso) ai paesi dell’Emilia colpiti dal sisma. Il riconoscimento va ai Comuni con i Sindaci in testa, le comunità locali e la loro composta capacità di reazione e di autorganizzazione, protagonisti assoluti di questi primi cinque mesi. Si fa portavoce l’Assessore della Provincia di Modena Stefano Vaccari e, con una certa emozione, ricorda: “Già lo scorso anno abbiamo partecipato al Premio, confermando l’adesione anche per questa edizione ma con parametri diversi, purtroppo”. Lo spirito è rimasto quello di allora, quando la Provincia di Modena ha avuto un ruolo guida per i sindaci del territorio che per primi hanno creduto nel programma ambizioso dell’Ente ai primi posti nelle scelte sostenibili. I programmi erano orientati per coniugare le esigenze di crescita e sviluppo sostenibile, con gli ulteriori traguardi relativi alla pianificazione, programmazione, progettazione secondo le migliori pratiche possibile sull’energia. Il sisma ha arrecato danni a 18 Comuni: 200mila abitanti coinvolti, 24mila edifici danneggiati, 3200 imprese coinvolte in settori di eccellenza come il biomedicale, la meccanica e l’automotive, l’agroalimentare, 23mila lavoratori coinvolti da percorsi di trattamento integrativo, 12600 persone sfollate accolte in 48 campi e alberghi, 30mila richiedenti l’autonoma sistemazione, 3 ospedali e 8 case protette evacuate, 92 scuole e 84 impianti sportivi inagibili come 10 municipi, chiese campanili a perdita d’occhio non ci sono più, 1700 persone bisognose di assistenza sono state trasferite in altre strutture delle province vicine e della Regione, danni per 10 milioni di euro ai sistemi di regimazione delle acque superficiali. Un intero sistema istituzionale, economico e sociale messo a dura prova e ancora impegnato a gestire la fuoriuscita dall’emergenza accanto alla ricostruzione. “A partire da questi numeri ed elementi la fase della ricostruzione già avviata - dice l’Assessore Vaccari - deve diventare una grande occasione per ripensare il rapporto con il territorio ferito. Vogliamo proporci come una best practice sulla ricostruzione post emergenza in chiave di sostenibilità, in linea con gli obiettivi del Premio. La stessa Mr.s Margareta Wahlströml, Rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU per la riduzione del rischio di disastri, che ci ha fatto visita nel mese di giugno, dopo la visita a imprese e comuni si è congratulata con tutto il sistema territoriale per la capacità espressa nel costruire pratiche di gestione e risposta ai rischi anche in partnership col privato, economico e sociale. Possiamo diventare una best practice solo se acceleriamo e se proponiamo

scelte che ci avvicinano all’Europa della sostenibilità ambientale ed economica, per scongiurare anche il rischio di aumento della povertà in quel territorio”. Ed aggiunge: Ci sono scelte, competenze, saperi, idee e azioni già in campo, da far dialogare e mettere in rete, ovviamente a partire dal ruolo fondamentale delle comunità locali, con le loro istituzioni, i sindaci, i cittadini, le imprese, le associazioni, i lavoratori, il terzo settore, ma con l’attenzione e lo sguardo oltre i confini comunali ad un territorio più ampio. L’uso e la tutela del paesaggio e delle risorse del territorio, lo stop al consumo di suolo, come strumenti di conservazione e trasmissione della storia e cultura del territorio”. Spiega: “Da noi la richiesta al Governo, al Parlamento perché definiscano un piano nazionale e pluriennale per la messa in sicurezza e per la tutela del territorio e paesaggio, per investire risorse ingenti nella prevenzione dai rischi di varia natura”. E conclude: “Il conferimento della Medaglia Spadolini ai nostri Comuni sarà anche un’occasione per dire grazie alla Provincia Autonoma di Trento che eccelle anche nel modo di coniugare la parola solidarietà”. In effetti il Corpo Permanente dei Vigili del fuoco della Provincia autonoma di Trento è accorso in aiuto della popolazione dell’Emilia, colpite dal terremoto, (come aveva fatto in Abruzzo e in occasione di altri disastri) fin dalle ore immediatamente successive alla prima scossa sismica avvenuta il 20 maggio di quest’anno. Nei primi giorni l’attività venne finalizzata all’allestimento del campo di accoglienza, denominato “campo Trento”, a San Felice sul Panaro, gestito dalla Protezione Civile. Per il protrarsi dello sciame sismico la task force della Protezione Civile del Trentino mise in opera l’ampliamento e la manutenzione del campo Trento. Successivamente avviò, su richiesta del sindaco di San Felice sul Panaro, i sopralluoghi dei tecnici per valutare l’agibilità degli edifici e per stimare l’entità dei danni generati dall’evento sismico, concordando un programma di interventi di puntellamento di edifici privati e pubblici che si affacciano sulle vie principali della zona rossa di San Felice sul Panaro. Molte altre azioni di solidarietà sono stati effettuate per iniziativa della popolazione trentina che ha fatto realizzare un edificio scolastico nel comune modenese. E poi un lungo elenco di realizzazioni come l’operazione Parmigiano che ha impegnato gli appartenenti ai Corpi volontari dei Vigili del fuoco nel recupero di migliaia di forme di formaggio dai magazzini del Consorzio del Parmigiano Reggiano. È in cantiere la ricostruzione della Chiesa di Concordia sul Secchia che appartiene alla Diocesi di Carpi, con l’oratorio attiguo e il campo di calcio, dove sono stati avviati interventi urgenti di cerchiatura della cella campanaria e riparazione

delle lesioni murarie del campanile della Chiesa di San Paolo. Tanto per continuare a vivere in queste terre esaltando il “valore della solidarietà”. Non va dimenticato che, l’UNESCO, che del Premio è un partner d’eccellenza, nella recente declamazione della Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio, ha indicato le linee guida per una nuova Convenzione con una risposta adattiva e partecipata ai rischi e alle catastrofi. Il prossimo 10 novembre i Sindaci del “cratere” della Provincia di Modena sono attesi a Trento, dove verranno insigniti della Medaglia Spadolini. Su indicazione dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), il riconoscimento sarà conferito anche ai Comuni limitrofi all’epicentro, interessati da numerose scosse di terremoto, delle province di Rovigo e di Mantova. Il Ministro degli Interni Annamaria Cancellieri, avendo compreso l’alto valore simbolico del riconoscimento, ha accolto l’invito, formulato dai promotori, a presenziare alla Cerimonia Ufficiale di conferimento dell’ambito Premio, le cui motivazioni e l’ispirazione sono legate al ricordo di Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali in Italia, del suo impegno culturale, politico, civile in una dimensione italiana ed europea.

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Anno V - settembre/ottobre 2012

LE CATEGORIE PREVISTE NEL BANDO Categoria 1

Categoria 4

• Amministrazioni locali responsabili di politiche territoriali integrate e sostenibili

• Settore privato ed imprese virtuose e innovative

• Progetti di valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali

• Focus del Premio (40° Anniversario World Heritage List dell’UNESCO) • Padre Eusebio Chini, il religioso trentino pioniere della cultura della sostenibilità,

Categoria 2

Categoria 3

• Progetti di riqualificazione dei territori agricoli

Inoltre cinque Sezioni Speciali:

rivolta alle Associazioni di identità tipiche, Conoscenze Tradizionali e ai Saperi Antichi • Gestione Forestale Sostenibile • Gestione sostenibile degli acquedotti (Federutility) • Comuni che fanno parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino In vincitori della passa edizione del Premio.

13


Anno V - settembre/ottobre 2012

ATTUALITÀ

del paesaggio perduto Il convegno UNESCO di Firenze si è concluso con quella che è stata definita, in accordo con gli oltre trenta esperti internazionali intervenuti, “The Florentine Declaration on Landscape”, ovvero un documento volto a promuovere la salvaguardia dei paesaggi, quale elemento integrato di uno sviluppo sostenibile, rendendo possibile la condivisione di informazioni e la disponibilità delle competenze. In questo modo si vuole preparare la strada alla redazione di una Convenzione Internazionale sul Paesaggio che, nel rispetto delle diversità culturali dei vari paesi, sappia integrare e rinforzare azioni condivise per il paesaggio.

I

l paesaggio e patrimonio immateriale sono intimamente legati, in quanto sono i saperi, le conoscenze, le abilità delle popolazioni che hanno dato e danno forma al paesaggio. E conseguentemente nel paesaggio, come in un palinsesto in continua evoluzione, possiamo leggere le tracce di quei racconti e di quelle memorie, possiamo scorgere i segni e le rappresentazioni che costituiscono il fondamento dell’appartenenza a un luogo. Se n’è parlato al Convegno internazionale UNESCO dal titolo“The International Protection of Landscapes”, svoltosi dal 19-21 settembre a Firenze in occasione del 40° anniversario della prima Convenzione Mondiale del Patrimonio. Il convegno, organizzato dall’International Traditional Knowledge Institute (ITKI) UNESCO, ha posto l’accento su quella che Pietro Laureano (Presidente dell’ITKI e consulente UNESCO) ha definito una “nuova visione del paesaggio” che sposta finalmente l’ottica “dai monumenti alle persone”. La cornice entro cui si sono svolte le giornate di studio è, infatti, quella dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi quarant’anni il concetto di “cultural heritage”, a partire proprio dalla Convenzione UNESCO sulla Protezione del patrimonio culturale e naturale del 1972 che celebra quest’anno il quarantesimo anniversario. Altro punto nodale evidenziato nel corso delle giornate di studio, è la necessità di superare la mancanza di integrazione tra le varie convenzioni e i diversi strumenti giuridici (anche in ambito UNESCO), relativi alla salvaguardia del paesaggio. Spesso siamo, infatti, in presenza di strumenti che concentrano il concetto di tutela su un singolo aspetto (ecosistemico, storico culturale, ecc…), tralasciando la complessità e la multidimensionalità del paesaggio. Il convegno si è quindi concluso con quella che è stata definita, in accordo con tutti i presenti, “The Florentine Declaration on Landscape”, ovvero un documento volto a promuovere la salvaguardia dei paesaggi, quale elemento integrato di uno sviluppo sostenibile, rendendo possibile la condivisione di informazioni e la disponibilità delle competenze, attraverso collaborazioni efficaci. In questo modo si vuole preparare la strada alla redazione di una Convenzione Internazionale sul Paesaggio che, nel rispetto delle diversità culturali dei vari paesi, sappia integrare e rinforzare azioni condivise per il paesaggio. Nel tempo, infatti è apparsa con sempre maggiore evidenza, l’impossibilità di proteggere i “patrimoni culturali” separatamente dall’ambiente in cui si trovano, ignorando i saperi e le pratiche che li hanno generati, trascurando così i profondi legami esistenti tra “natura” e “cultura”.

Pietro Laureano, Presidente ITKI UNESCO illustra il progetto ai tantissimi ospiti nell’Anfiteatro Andrzej Tomaszewski.

14

Dichiarazioni UNESCO, uno strumento solenne e formale Lo standard-setting, cioè la fissazione di norme e principi, costituisce una delle più importanti funzioni costituzionali dell’UNESCO e comprende tre tipi di documenti: • Convenzioni • Dichiarazioni • Raccomandazioni • le Dichiarazioni adottate dalla Conferenza Generale UNESCO, sono uno strumento solenne e formale, adatto per rare occasioni in cui sono enunciati principi di grande importanza.

ATTUALITÀ

Alla ricerca

Come è stato evidenziato in molti degli interventi degli oltre trenta esperti internazionali convenuti a Firenze, sono le culture, le conoscenze, le tradizioni, i gesti simbolici che danno forma al mondo che viviamo: siamo quindi trasformati dal paesaggio che trasformiamo. Questo aspetto era già stato evidenziato nel 2003 nella Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (nel 2013 ricorre il decennale) che ha messo in rilievo come “il patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in funzione del loro ambiente, della loro interazione con la natura e la loro storia, e dà loro un senso d’identità e di continuità, promovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”. Energeo affiancherà l’ITKI UNESCO in questo grande viaggio della conoscenza e della ricerca per promuovere la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali di cui si è fatto portavoce Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra con uno stimolante video messaggio.

Caratteristiche coltivazioni in altura con il sistema a terrazzo.

15


• le Raccomandazioni Strumenti adottati dalla Conferenza Generale che riguardano particolari questioni sulle quali si invitano gli Stati Membri ad adottare, nei loro rispettivi territori, le misure legislative necessarie, o altre misure che possono essere richieste in conformità con la prassi costituzionale di ogni Stato. Spesso, nell’uso comune, le Raccomandazioni vengono denominate anche “Dichiarazioni”. • Dichiarazioni universali UNESCO in ordine cronologico a partire dalle più recenti - Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani, 19 ottobre 2005. - Dichiarazione concernente la distruzione intenzionale del patrimonio culturale, 17 ottobre 2003 - Dichiarazione Internazionale sui dati genetici umani, 16 ottobre 2003 - Carta sulla conservazione del patrimonio digitale, 15 ottobre 2003 - Dichiarazione Universale sulla diversità culturale, 2 novembre 2001

- Dichiarazione Universale sul Genoma Umano e i Diritti Umani, 1997 - Dichiarazione sulla responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future, 1997 - Dichiarazione dei principi sulla tolleranza, 1995 - Dichiarazione Internazionale sull’educazione per tutti e quadro d’azione per rispondere ai bisogni formativi di base, 1990 - Carta Internazionale sull’Educazionefisica e lo sport, 1978 - Dichiarazione sulla razza e i pregiudizi razziali, 1978 - Dichiarazione sui principi fondamentali concernenti il contributo dei mass media per rafforzare la pace e la comprensione internazionale, per la promozione dei diritti umani e contro il razzismo, l’apartheid e l’incitamento alla guerra, 1978 - Dichiarazione di principi guida per l’utilizzazione delle trasmissioni satellitari per la libera circolazione delle informazioni, la diffusione di una maggiore istruzione e scambi culturali, 1972 - Dichiarazione sui principi della cooperazione culturale internazionale, 1966

Dichiarazione di Firenze sul paesaggio, 21 settembre 2012 Dichiarazione finale del Convegno internazionale UNESCO sul tema “La protezione internazionale dei paesaggi” tenutosi a Firenze il 19-21 settembre 2012 in occasione del 40° anniversario della Convenzione del Patrimonio Mondiale

I

partecipanti al convegno, incluso oltre 30 esperti di ogni paese e i rappresentanti delle Agenzie delle Nazioni Unite (UNESCO, FAO, UNCCD, UNEP) organismi internazionali intergovernativi, centri e associazioni (ICCROM, EUI, UNU, ICOMOS, IFLA, ICQHS, ITKI, IPSI, EHP), insieme con organizzazioni nazionali e non governative, università e amministratori locali:

Le colline dell’Emilia Romagna.

16

• ringraziando gli organizzatori per aver convocato un convegno

sulla protezione internazionale dei paesaggi e, in particolare, Sua Altezza Reale, il Principe di Galles per suo stimolante video messaggio; • avendo esaminato e discusso le sfide attuali; • esprimendo la loro profonda preoccupazione per il degrado del paesaggio in tutto il mondo a causa della rapida urbanizzazione, l’industrializzazione e l’intensificazione dei processi agricoli e altri rischi e minacce causati dal cambiamento globale; • riconoscendo il paesaggio come espressione del rapporto tra le genti e l’ambiente che, nel tempo, ha creato e tuttora crea condizioni di vita armoniose e benessere; • constatando l’importanza del paesaggio come uno strumento educativo per promuovere la conoscenza e la consapevolezza della diversità culturale, l’identità e la responsabilità; • considerando che il paesaggio è un bene comune e che il diritto al paesaggio è una necessità umana; • consapevoli che non è possibile proteggere i paesaggi ignorando le conoscenze locali e tradizionali che li hanno generati la cui perdita distrugge un patrimonio di knowhow utilizzabile per soluzioni appropriate e innovative; • considerando che le risoluzioni internazionali riconoscono intrinseci aspetti del paesaggio, come la gestione adattativa e un approccio olistico tra elementi sociali, economici ed estetici, come possibili risposte alle sfide globali; • tenendo conto della richiesta delle comunità locali e dei rappresentanti amministrativi di preservare il paesaggio per migliori condizioni di vita basate sulla condivisione globale delle opportunità e comuni obiettivi; • ricordando la Dichiarazione di Rio +20 “il Futuro che vogliamo” e la

revisione in corso degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio; • prendendo atto delle numerose iniziative rivolte alla gestione del paesaggio a livello internazionale, nazionale e locale nel contesto dello sviluppo sostenibile all’interno del sistema delle Nazioni Unite; • affermando l’importanza della salvaguardia e il miglioramento dei paesaggi per: - la qualità della vita quotidiana e l’identità culturale e per il miglioramento del benessere; - riconoscere il valore delle conoscenze e delle pratiche t radizionali come base per armonici programmi tecnologici e innovativi; - incoraggiare il rispetto dei luoghi e processi decisionali che salvaguardano le comunità e i luoghi; - promuovere opportunità di lavoro, la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e la resilienza delle comunità; - promuovere lo sviluppo sostenibile sociale ed economico, estendendo i confini spaziali e le frontiere concettuali del paesaggio; - incoraggiare programmi di partecipazione e dal basso verso l’alto insieme a interventi basati sulla conoscenza locale; - rinforzare le comunità e le istituzioni locali nei processi decisionali; - promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle comunità di garantire il loro sostentamento, preservare le loro risorse, la loro identità e le credenze; - rispondere in modo adattivo e partecipato ai rischi e alle catastrofi; - combattere la desertificazione, il degrado dei suoli e la siccità, la preservazione della diversità biologica e mitigare gli effetti del cambiamento climatico; - salvaguardare, la diversità e il patrimonio materiale e immateriale; - garantire la continuità da parte degli ecosistemi nella fornitura di servizi alle comunità; • richiedono alle agenzie intergovernative e i segretariati responsabili per i programmi delle Nazioni Unite, le convenzioni internazionali e le organizzazioni non governative di: - rafforzare la consapevolezza globale sulla necessità di salvaguardare e migliorare i paesaggi come elemento integrante dei processi di sviluppo sostenibile; - condividere le informazioni e rendere disponibili le competenze; - stabilire partenariati efficaci; • richiedono a questi organismi insieme ai Centri UNESCO e cattedre concernenti, di creare un Gruppo di Lavoro per favorire il coordinamento tra gli strumenti internazionali e programmi esistenti per promuovere politiche internazionali, nazionali e locali mirate al coordinamento della salvaguardia e il miglioramento dei paesaggi; • richiedono sostegno a iniziative immediate dei governi nazionali e locali per la protezione dei paesaggi comprendendo programmi di consapevolezza ed educativi e l’utilizzazione delle conoscenze tradizionali; • richiedono la realizzazione di un Forum internazionale nel 2013 per la salvaguardia dei paesaggi come strumento di sviluppo sostenibile, allo scopo di avanzare proposte per la riflessione sull’Agenda Internazionale per lo Sviluppo post-2015 e l’avvio del processo di creazione di rilevanti meccanismi internazionali.

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Anno V - settembre/ottobre 2012

17


Anno V - settembre/ottobre 2012

I governi nazionali e locali dovranno sostenere le iniziative per la protezione del paesaggio

Il paesaggio,

una relazione tra le genti e l’ambiente Pietro Laureano, architetto, esperto dell’UNESCO per le zone aride, ideatore dell’ITKI UNESCO e organizzatore del Convegno internazionale UNESCO dal titolo“The International Protection of Landscapes”, nonché membro del Comitato Scientifico di Energeo, ci aiuta a capire quali saranno le nuove tappe di questa nuova avventura destinata a cambiare la storia della definizione del paesaggio e della sua tutela, attraverso una nuova Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite.

I

l concetto di patrimonio culturale è una categoria in continua evoluzione storica, soggetta alla revisione costante nel tempo. In quarant’anni dalla convenzione del World Heritage, l’UNESCO ha compiuto una continua riflessione concettuale e una quantità enorme di esperienze che hanno coinvolto scienziati ed esperti di tutto il mondo. Dal considerare il patrimonio come un’opera d’arte indipendente dal suo contesto, un risultato originale di ingegno individuale, si è passati alla visione del monumento come un risultato architettonico corale. Ancora nel XIX secolo i monumenti erano isolati distruggendo l’ambiente circostante: si demolivano le mura della città e si lasciavano solo le porte, si aprivano i punti di vista intorno a chiese, palazzi nobiliari distruggendo la trama delle case popolari che erano intorno. E’ ormai accettato da tutti che un monumento fa parte di un tessuto edilizio e che senza di esso è mutilato. Così siamo giunti a considerare le città storiche nella loro interezza e, in seguito, ad estendere il nostro interesse per il territorio nel suo complesso fino al concetto di paesaggio. La conoscenza e le risorse naturali sono intrinsecamente collegate in un continuo processo storico di costruzione dell’ambiente. La natura, infatti, diventa una risorsa grazie alla conoscenza. Noi stessi siamo parte della natura, e accumulando e trasmettendo la conoscenza modelliamo la natura

e formiamo noi stessi, realizzando quel patrimonio condiviso di identità collettiva che chiamiamo comunità. In questo processo si costruisce il paesaggio che è al tempo stesso causa e conseguenza della realizzazione delle società umane. Queste rappresentano e affermano se stesse attraverso la sua percezione, la sua interpretazione e il suo valore. Così, nel paesaggio, ambiente e cultura formano un tutto inscindibile. A causa della varietà delle culture, non è possibile dare una definizione fissa e univoca del paesaggio. Possiamo definirlo solo come una relazione: l’interazione operativa (culturale, sociale e produttiva) tra i popoli e loro ambienti. Questa relazione si esprime in forme diverse, nella varietà di culture e ambienti. Fino a quando persiste, gli ecosistemi sono salvaguardati.

La nuova visione del paesaggio: dal monumento alle genti La tabella mostra l’evoluzione della Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO verso la nuova visione del paesaggio:

Convenzione del Patrimonio dell’Umanità

La nuova visione del paesaggio

• Universalismo

• Multiculturalismo and diversità

• Definizione fissa

• Definizione adattata localmente ed evolutiva

• Separazione tra natura e cultura

• Integrazione tra natura e cultura

• Lista di eccellenza

• Tutti i paesaggi

• Valore eccezionale

• Vita di ogni giorno

• Tangibilità

• Tangibilità ad intangibilità

• Staticità

• Dinamismo

• Monumento

• Ecosistema

• Approccio museografico

• Approccio sociale, evolutivo e produttivo

• Conservazione

• Prevenzione, gestione e preservazione attraverso il cambiamento

• Autenticità

• Perpetuazione della conoscenza attraverso le Conoscenza Tradizionali

• Patrimonio I mille volti del paesaggio.

18

• Beni comuni e genti

Un approccio dinamico, evolutivo, adattativo e multiculturale Il paesaggio introduce nel dibattito sul patrimonio il tema del multiculturalismo e della diversità, i concetti di evoluzione e di cambiamento e nella strategia di conservazione il concetto di gestione. La Terra tutta è in continua metamorfosi: i fiumi incessantemente scolpiscono i pendii, incidono gli alvei e riempiono le pianure. Le montagne, a loro volta continuano a emergere, offrendo nuovi strati, prima sepolti, alle forze di erosione. L’azione umana dirige, favorisce o ostacola queste tendenze. Diffonde o distrugge specie vegetali e animali, contribuisce alla creazione di humus o promuove la desertificazione. Ma ogni azione, ogni creazione è soggetta al processo fisico di entropia ed esiste in uno stato di fragile e dinamico equilibrio. Anche i monumenti, le loro strutture e materiali, sono sottoposti a sollecitazioni dinamiche: si espandono e si contraggono con i cambiamenti di temperatura, assorbono ed espellono l’umidità, cambiano con il respiro dei venti, l’alternarsi del giorno e della notte e il variare delle stagioni. Ma è con il paesaggio, per la sua condizione di continua trasformazione stagionale,

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Nella vigna, ieri e oggi.

19


sperato e protetto i loro ecosistemi. La creazione e la perpetuazione del paesaggio nella sua dinamica evolutiva è realizzata grazie alla complessità millenaria di conoscenze e tecniche che denominiamo sapere tradizionale. Fino alla rivoluzione industriale, la modifica dell’ambiente avviene attraverso conoscenza e tecniche che sono il risultato di una lunga esperienza collettiva. Questa conoscenza è prodotta da persone e trasmessa alle persone da parte di attori riconoscibili e competenti. È sistemica (intersettoriale e olistica), sperimentale (empirica e pratica), tramandata di generazione in generazione e ha un valore culturale. Questo tipo di conoscenza promuove la diversità, valorizza e riproduce le risorse locali. Ogni tecnica non è un espediente per risolvere un singolo problema, ma è un elaborato sistema, spesso multifunzionale, basato sulla un’attenta gestione delle risorse locali. Fa parte di un approccio integrato (società, cultura ed economia), che è strettamente legato a un’idea e una percezione del mondo che si materializza nel proprio paesaggio e che diventa un microcosmo concreto frutto di una cosmo visione. Pertanto, la tecnica tradizionale è parte integrante di un insieme di collegamenti e relazioni fortemente integrati e sorretti da un sistema simbolico e di significati. Le conoscenze tradizionali sono prodotte e trasmesse all’interno di una struttura culturale socialmente condivisa: costituiscono il sistema della scienza e della conoscenza storica locale. Concepire le conoscenze tradizionali come più di un semplice insieme di tecniche significa considerarle nel quadro delle condizioni ambientali, produttive e culturali della società. Queste mantengono un rapporto con la natura per mezzo di una serie di modi di utilizzare le risorse che rappresentano la loro dimensione tecnologica e sono parte integrante del sistema culturale. Grazie a queste conoscenze, le popolazioni sono in grado di ottenere un numero crescente di risorse senza esaurirle. I vantaggi aumentano, garantendo così migliori condizioni di vita che possono portare a ulteriori modifiche positive. Le comunità che vivono in armonia con le risorse possono durare per periodi di tempo molto lunghi.

sociale e produttiva, che le necessità del cambiamento permeano con più forza le tematiche e le strategie del patrimonio culturale. I popoli hanno avuto a che fare con l’imprevedibilità dell’ambiente e la variabilità del clima fin dagli albori del genere umano. Queste condizioni hanno forgiato conoscenze localmente adattate in grado di rispondere alle avversità con tecniche appropriate per la raccolta e la distribuzione dell’acqua, la protezione del suolo, il riciclaggio e l’uso ottimale dell’energia. In passato le condizioni di penuria e la variabilità climatica hanno imposto una profonda conoscenza nella gestione delle risorse e l’invenzione di tecnologie a basso costo e processi che non erano distruttivi. In climi e ambienti diversi, culture incredibilmente tenaci sono state in grado di utilizzare i materiali disponibili a livello locale e le risorse rinnovabili. Hanno usato l’energia solare e gli altri processi della natura: isolamento termico per la protezione dal freddo e dal caldo; idrodinamica per la raccolta e la distribuzione dell’acqua, la conoscenza biologica per la creazione di humus e di terreno coltivabile. Sono riuscite a controllare la forza dei venti, ad usare la legge di gravità e a sfruttare i minimi fattori di umidità per innescare processi interattivi autocatalitici per amplificare fenomeni positivi. In questo modo sono creati i paesaggi.

Perdita del paesaggio e collasso degli ecosistemi Modernizzazione spinta, tecnologia invasiva, iper-produttività e industrializzazione dell’agricoltura determinano la crisi del modello tradizionale. A causa della povertà, perdita di identità e migrazioni, culture tradizionali stanno scomparendo con il loro secolare patrimonio di conoscenze adeguate. La rottura della relazione umanità-natura, determina la scomparsa dei miti, delle narrazioni e della conoscenza dei luoghi. L’idea di paesaggio scompare, insieme con la comunità che la ha generata, e l’ecosistema collassa. Oggi per la prima volta nella storia del pianeta, i cambiamenti climatici si verificano a causa dell’azione umana e in presenza di fattori che rendono il riscaldamento globale, con la creazione di condizioni meteorologiche estreme, un agente della catastrofe. Crisi ambientali su larga scala, causate da eventi meteorologici estremi e dall’innalzamento del livello dei mari, avranno un impatto enorme

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Anno V - settembre/ottobre 2012

Perpetuazione dei paesaggi attraverso le conoscenze tradizionali Le società che hanno promosso l’armonia con l’ambiente attraverso una concezione simbolica, narrativa e giuridica del paesaggio hanno pro-

20

Tuareg degli Hoggar grandi nomadi del Sahara, Algeria.

Terrazzamenti Cinque Terre - Manarola Riomaggiore.

21


Anno V - settembre/ottobre 2012

ATTUALITÀ

Minacce, rischi e disastri

22

Piogge torrenziali, trombe d’aria, inondazioni improvvise, frane, dissesti idrogeologici e crisi idriche sono stati a lungo annunciati da tutti gli esperti e dalle Nazioni Unite. L’aumento progressivo della temperatura media del pianeta a causa dell’effetto serra, dovuto alle emissioni di combustibili fossili di epoca industriale, è un dato di fatto ormai stabilito e comprovato da studi regionali. Quando la temperatura sale, aumenta l’energia in circolazione, l’evaporazione, e il movimento di masse d’aria che possono portare a violente tempeste con forti piogge e inondazioni lampo in inverno e siccità e ondate di calore estremo in estate. Questi eventi sono innestati su una situazione di degrado del suolo, abbandono dell’agricoltura tradizionale, occupazione dello spazio e creazione di grandi infrastrutture che rendono l’ambiente non più in grado di controbilanciare i fenomeni

Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale Non si può risolvere la crisi globale, che è economica, climatica e ambientale, applicando i metodi che l’hanno provocata: tecnocrazia, spreco di risorse,

approccio indifferenziato per tutti i paesi, soluzioni top-down. Per affrontare la crisi globale, è necessario un nuovo paradigma e studiosi, ricercatori, organismi internazionali, operatori locali e associazioni hanno elaborato varie strategie: lo sviluppo sostenibile, la green economy, una terza rivoluzione industriale sulla base di fonti di energia alternative, emissioni zero, km zero; la slow-economy, decrescita, design per la povertà, teorie di gestione armonica degli ecosistemi. Sono tutte proposizioni di grande attualità. In ogni caso ciò che va tenuto presente è che lo sforzo per il cambiamento deve coinvolgere, in primo luogo la conoscenza, e che le risposte non devono essere univoche e uguali a livello internazionale, ma devono essere adattate ciascuna ai luoghi specifici e da questi avere origine grazie al patrimonio materiale e immateriale della diversità culturale e delle situazioni locali. I cambiamenti climatici, il collasso degli ecosistemi, i cataclismi, la fine della civiltà sono condizioni che l’umanità ha dovuto affrontare numerose volte. La sopravvivenza è stata assicurata dalla conservazione del sistema di conoscenze tradizionali. Questo racchiude la saggezza dei luoghi e delle comunità, le antiche conoscenze dell’umanità, lo strato più profondo su cui la scienza moderna e la cultura si sono sviluppate, le soluzioni locali che hanno permesso la creazione e la gestione dei paesaggi sulla intera superficie del pianeta. Esso permette lo sviluppo di soluzioni con un basso utilizzo di energia e di risorse che sono in grado di adattarsi alla variabilità ambientale e di reagire alle emergenze e catastrofi in modo flessibile e multifunzionale. Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico, la conoscenza

tradizionale (vedi servizio a pag. 38) mostra come interagire con l’ambiente migliorando la sue risorse senza esaurirle. Essa utilizza qualità e tecniche, diffuse su scala territoriale, che hanno origine dall’impiego di materiali e oggetti della vita quotidiana. Si compone di elementi fragili che sono soggetti all’attacco delle trasformazioni di oggi. Costituisce un valore apparentemente marginale nel pensiero dominante ma è ancora il mezzo di sussistenza per due terzi dell’umanità e una riserva ingegnosa di soluzioni e dispositivi per la produzione di energia, risorse, riciclaggio per tenere sotto controllo il microclima e per la gestione del suolo. “Documento introduttivo di Pietro Laureano per il convegno The Internazional Protection of Landscapes”.

ATTUALITÀ

sulle aree extra-urbane e urbane già rese esauste da un consumo ipertrofico di risorse. La produzione si basa sulla concentrazione della popolazione in pianura e nelle zone costiere, con l’abbandono delle aree collinari e montane. I sistemi di montagna, non più protetti dalla interazione umana, hanno perso la loro capacità di assorbire acqua e di mitigare il clima. Frane, dilavamento e inondazioni sono sempre più frequenti, con effetti particolarmente gravi sulle pianure e le coste, dove i corsi d’acqua sono stati cementati, contribuendo (insieme con l’urbanizzazione), al consumo di suolo. Non è consentito attribuire la responsabilità di questi eventi a fenomeni meteorologici imprevedibili.

meteorologici e, quindi, esporlo al disastro. È chiaro che la situazione è dovuta alla cementificazione dei letti dei fiumi, alla costruzione in zone alluvionali, all’esodo dalle zone di montagna, all’abbandono delle tecniche tradizionali di gestione dei boschi e di conservazione del suolo, alla creazione di grandi dighe e all’emigrazione delle comunità. La crisi globale è determinata dal modello di sviluppo che distrugge l’ambiente e le competenze necessarie per la gestione e determina il cambiamento climatico e il collasso degli ecosistemi. Jean Paul Trichet, Presidente uscente della Banca centrale europea, ha ammesso che la crisi non è finanziaria ma sistemica. La crescita economica è basata sulla rivendicazione della modernità che le risorse naturali possono essere sfruttate come se fossero inesauribili. In tutto il mondo, negli ultimi anni, l’equilibrio tra le risorse ambientali disponibili fino alla fine dell’anno e delle risorse consumate è già andato in deficit nel mese di settembre (Global Footprint Network). In altre parole, tutte le risorse che la terra mette a disposizione per un anno sono state consumate in soli nove mesi. Nei restanti tre mesi, quindi, si attinge a capitale ambientale non rinnovabile e si crea un deficit che non può essere ripagato: una insolvibilità verso la natura. La crisi economica è la prova del fallimento di un sistema che è in debito con l’intero pianeta.

Martha C. Fajardo, ex-presidente IFLA.

Jean-Louis Luxen, Euromed Heritage Programme.

23


Anno V - settembre/ottobre 2012

UNESCO, Francesco Bandarin,

l’uomo delle grandi sfide

ATTUALITÀ

È l’unico italiano, noto per la sua competenza ed esperienza internazionale, entrato a far parte del team del direttore generale dell’UNESCO, Irina Bokova. Il responsabile della Cultura UNESCO a Firenze è apparso molto determinato a portare a conclusione l’ultimo suo progetto: una nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio.

Il vice Direttore Generale UNESCO Francesco Bandarin.

24

S

ono venuti da tutto il mondo per ascoltarlo e per lanciare insieme la sfida. Il direttore UNESCO Francesco Bandarin, nella sua relazione conclusiva al Convegno di Firenze ha detto che questo è stato un passo chiave nella strategia di protezione del paesaggio. “Ora si comincia a fare sul serio” - ha dichiarato ai rappresentanti dell’IFLA che più premevano per una dichiarazione ufficiale in favore di una nuova Convenzione. Desireè Martinez, Presidente dell’Organizzazione non Governativa, che ha nella mission come priorità l’uso di alta tecnologia, computer, banche dati per la gestione, l’intensificazione del programma per lo sviluppo del Terzo Mondo, l’istruzione e la formazione, la conservazione e la conservazione, controllo bibliografico, soltanto allora si è rasserenata. Grazie al coinvolgimento dell’UNESCO è stato tracciato un percorso preciso richiedendo la messa in atto di meccanismi formali previsti nel sistema delle Nazioni Unite. Innanzitutto la dichiarazione di Firenze a cui deve fare seguito la costituzione del Gruppo di Lavoro e nel 2013 la convocazione di un Forum Internazionale. Qui cominceremo a contare gli Stati che aderiscono e verificare le possibilità concrete di un’azione coordinata. Le Comunità le istituzioni, gli Organismi, gli Osservatori e le associazioni interessate al paesaggio hanno un ruolo fondamentale nel partecipare ai lavori messi in atto e promuoverne le azioni per realizzare una Convenzione che sia partecipata e l’espressione di interessi che partano dall’identità delle popolazioni e inneschino un processo dal basso verso l’alto. Come è chiaramente emerso nel convegno e indicato nella Dichiarazione non ci occupiamo di paesaggio per motivi estetici ma poiché il mantenimento di questo rapporto identitario tra i popoli e l’ambiente è una garanzia per affrontare le sfide globali, fronteggiare i rischi e le catastrofi, operare per la sicurezza alimentare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Oltre agli Amministratori e agli esperti hanno partecipato al convegno i rappresentanti delle Agenzie delle Nazioni Unite UNESCO, FAO, UNCCD, UNEP e numerosi organismi internazionali e inter- governativi insieme a centri e associazioni come ICCROM, EUI, UNU, ICOMOS, IFLA, ICQHS, ITKI, IPSI, EHP. Altre Agenzie si vanno aggiungendo a seguito delle azioni intraprese come l’UICN la CBD e ICCUN. I prossimi passi sono una riunione alla FAO che potrebbe prendere in mano il processo di creazione di un piattaforma inter agenzie per la creazione del

Gruppo di Lavoro e la convocazione del Forum Mondiale sul Paesaggio. Non è stato facile nemmeno per il direttore Francesco Bandarin mettere a regime l’apparato che dovrà affrontare la nuova sfida. Eppure era cominciata male la sua trasferta a Firenze. Un violento temporale ha costretto l’aereo di linea su cui viaggiava, proveniente da Parigi, ad atterrare all’aeroporto internazionale Galileo Galilei di Pisa, poi una corsa fino a via dei Cerretani, in pieno centro del capoluogo Toscano, giungendo in tempo all’Auditorium al Duomo, prima del termine della Cerimonia Ufficiale. Con passo deciso è salito sul palco ed ha salutato in pubblico plaudente, senza mostrare particolare stanchezza, prima della full immersion dei lavori che sono proseguiti per tre giorni, tra riunioni, dibattiti, interviste. Un sorriso per tutti, tanti si sono fatti fotografare insieme, come dei buoni amici, in particolare gli ospiti stranieri, sempre con un sorriso. Ma chi è Francesco Bandarin?

Un veneziano ai vertici dell’UNESCO Veneziano, ha 60 anni. Dal 15 novembre del 2009 fa parte del team del direttore generale dell’UNESCO, Irina Bokova, con l’incarico di vice direttore generale alla Cultura. Il professor Bandarin per mestiere protegge i luoghi più belli del pianeta e tutela il paesaggio e l’ambiente e, all’occorrenza non esita a bacchettare i sindaci, come ha fatto con Luigi De Magistris, lamentando lo stato deplorevole in cui versa il centro storico di Napoli. Spesso ha fatto sentire la sua voce, contro gli enormi cartelli pubblicitari che deturpano i monumenti italiani, così come ha detto “basta” alle imbarcazioni di grandi dimensioni che percorrono la laguna di Venezia (sua città natale e Patrimonio dell’Umanità). Si è espresso anche contro il degrado dei monumenti che, in molte zone del Sud Europa, appare sempre più grave ed ha ripetutamente denunciato il gravissimo stato di abbandono di Pompei. È apparso molto determinato, insieme agli archeologi libici, a scovare il tesoro di Bengasi. Nei mesi scorsi Francesco Bandarin ha lanciato un appello, per non ripetere in Emilia l’esperienza dell’ Abruzzo, indicando il cambio di rotta dell’UNESCO, con una risposta adattiva e partecipata ai rischi e alle catastrofi. L’UNESCO, infatti, ha proposto, attraverso l’International traditional knowledge institute (Itki), il “Patto per le popolazioni colpite dal sisma”. Un protocollo che punta a dare “una risposta rapida, di qualità e partecipata all’emergenza”, individuando “modalità” innovative di tutela del territorio “cosi” da “dare nel mondo un’immagine un po’ diversa di un Paese che mostra non pochi problemi”. L’obiettivo è evitare, ad esempio, che la ricostruzione porti ad un eccessivo consumo di territorio o vi introduca tipologie architettoniche estranee, privilegiando il recupero dell’esistente e salvaguardando gli assetti urbani. Bandarin non è nuovo a cariche di alto livello: aveva già ricoperto l’incarico di Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 2000.

ATTUALITÀ

Il professore veneziano dal novembre 2009 è ai vertici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Il professor Bandarin, che per mestiere protegge i luoghi più belli del pianeta e tutela il paesaggio e l’ambiente, intervistato dall’inviato della TGR Walter Daviddi.

25


26

Aveva appena portato a compimento l’esperienza molto impegnativa di responsabile dell’Ufficio Progetti Speciali per l’Agenzia per il Giubileo, concluso con un grandissimo successo. In precedenza aveva lavorato per istituzioni pubbliche e private nel campo del patrimonio edilizio, della conservazione del patrimonio culturale, del patrimonio ambientale e degli eventi culturali, così come nel campo del design urbano e architettonico nei paesi in via di sviluppo. A Venezia ha compiuto la sua carriera studentesca e universitaria: studente del Foscarini e poi laureato in Architettura allo Iuav, ha ottenuto un secondo diploma a Berkley in Pianificazione Urbanistica e si è occupato per anni di urbanistica nei Paesi del Terzo Mondo, di cui è profondo conoscitore e per i quali ha studiato soluzioni urbanistiche nei centri storici e nelle periferie lavorando con la Cooperazione italiana in molti paesi dell’Africa, dall’Angola, all’Algeria, al Mozambico. Docente allo Iuav, attualmente in aspettativa, Bandarin ha svolto nella sua carriera importanti consulenze; tra queste, per il Consorzio Venezia Nuova. Vive da cinque anni a Parigi nel quartiere Saint-Thomas d’Aquin, ma ha casa a Venezia, città che ama profondamente, dove torna in ogni possibile occasione. In qualità di Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale, Bandarin ha favorito lo sviluppo di un vasta rete di collaborazioni tra pubblico e privato per la conservazione del Patrimonio Mondiale, nonché lo sviluppo di centri di categoria II a livello regionale, in ogni parte del mondo. Il prossimo Centro UNESCO (Categoria II) toccherà a Firenze?

Dopo tre giorni

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

di fuoco, alla fine tutti d’accordo, ma quanta fatica

IN UN MONDO CHE CAMBIA, LA NUOVA SFIDA DI ENERGEO Energeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ideato dal nostro giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si avvale dell’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli. Energeo è stato scelto dall’ITKI UNESCO per divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe di avvicinamento della nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio e della diffusione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles, S.A.R. Carlo d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale. Due progetti che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo.

Un motivo in più per abbonarti. Quanto basta per guardare lontano. Tutti insieme

La riunione che avrebbe dovuto svolgersi lontana da occhi indiscreti.

A dieci anni dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio intangibile, complessa per la sua dimensione e per i problemi legati alla sua protezione, qualcosa con la recente Dichiarazione UNESCO di Firenze sul Paesaggio potrebbe cambiare ad esclusivo vantaggio del territorio. Lo sanno bene anche i sindaci virtuosi.

30 Indicando chiaramente nome e indirizzo del versante, nonché la causale del versamento. L’abbonamento decorre dal ricevimento del pagamento. I numeri arretrati (8 Euro a fascicolo, 36 Euro ad annata, spese di spedizione comprese) sono acquistabili se disponibili con le stesse modalità di pagamento. I reclami per numeri non ricevuti vanno inoltrati ad Edipress Communications entro e non oltre 2 mesi dalla data di uscita del fascicolo non pervenuto.

Energeo Magazine: un giornale dalla parte del territorio

Corso Re Umberto, 82 - 10128 Torino Tel. (+39) 011.588.34.28 - mobile 335.60.60.490 - 334.12.07.185 edipress@hotmail.com - www.edipress.net

C

i hanno riflettuto a lungo, hanno valutato, soppesato, senza concedersi pause neanche di fronte al ricco Tradizional Lunch di prodotti tipici del Trentino. Per non perdere ulteriore tempo gli esperti internazionali chiamati a svolgere il compito di stilare la “Dichiarazione finale del Convegno Internazionale UNESCO” sul tema: “La protezione internazionale dei paesaggi”, una pausa se la sono presa comunque, ma a una condizione: non si sarebbe perso tempo per la discussione anche di fronte ad un pranzo frugale. C’è stato un piccolo “fuori programma” puntualmente registrato da Energeo. Tra il vociare dei numerosi ospiti, è stata imbandita per iniziativa del volenteroso maitre, in fretta e furia, una tavola improvvisata dietro un paravento sistemato in un angolo della sala ristoro dell’Auditorium, dove si sono accomodati i commensali che si sono accontentati soltanto di piccoli assaggi e di una sorsata di vino rosso, lontano da occhi indiscreti. I volti erano comunque tesi. Lo sguardo stanco. Erano passati soltanto due giorni dall’inizio dei lavori, ma bisognava fare in fretta, restavano solo 24 ore, termine ultimo per declamare la “Dichiarazione UNESCO di Firenze sul Paesaggio”. Altrimenti si sarebbe paventato un possibile rinvio con lo sconforto di tanti venuti da molto lontano, con una fumata nera definitiva. Come in un conclave il padrone di casa Pietro Laureano avverte il disagio di un piccolo gruppo di delegati, alla fine riesce a convincere anche l’autorevole esponente dell’UNESCO Francesco Bandarin che aveva manifestato in tarda

mattinata qualche dubbio, creando ulteriore suspense. Alla fine Bandarin ha scelto: “andiamo avanti…!!” Un sollievo per Laureano, che, riflettendo dopo quell’esperienza collegiale molto faticosa ha detto: “non ci sono dubbi, i tempi per esprimere questi concetti, assolutamente nuovi, sono maturi. Possiamo procedere...”. L’emozione non è mancata al momento della declamazione del documento UNESCO, che dovrà aprire un nuovo percorso verso una nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio. L’uditorio, ha calorosamente manifestato fiducia nei delegati internazionali, ci sono stati lunghi applausi e si sono udite entusiastiche ovazioni : “Bravi!”

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Anno V - settembre/ottobre 2012

L.L.

27


Un protagonista del nostro tempo

In prima

linea a favore del territorio

ATTUALITÀ

Beatrice Gentili di Politecnica, chairperson della Sezione: Towards enhanced landscape management ad protection At Nazional level.

Pietro Laureano, confrontandosi con i vertici del mondo che promuovono le Convenzioni Universali, vede concretizzarsi una sua idea e riceve consensi da più parti, lettere di congratulazioni, suggerimenti, sostegno. Ora ha ottenuto anche il sostegno del primogenito della Regina Elisabetta, Principe Carlo, per promuovere la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali. La sfida riguarda una nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio.

I

l sistema delle Nazioni Unite, che si configura intorno al nucleo centrale costituito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), è articolato in una decina d’istituzioni intergovernative, ognuna delle quali si dedica ad un settore determinato dell’economia, della società e della cultura. Ma, forse meglio ancora che nel loro fine, è nella loro maniera di raggiungere questo fine che si afferra meglio come tali istituzioni armonizzino con il senso dell’evoluzione generale della nostra civiltà. Esse effettivamente si propongono di considerare i problemi di cui si occupano da un punto di vista universale e cercano di dare le soluzioni precise che essi richiedono, tenendo conto dell’organizzazione dell’ umanità nel suo insieme. L’UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura - è una di queste istituzioni specializzate. La sua creazione è avvenuta il 4 novembre 1946, a Parigi, dopo che una ventina di Stati avevano accettato l’Atto costitutivo, redatto un anno prima a Londra, durante una conferenza organizzata per invito dei Governi della Gran Bretagna e della Francia, cui avevano partecipato i rappresentanti di 44 Paesi. Sembra semplice ma i promotori della Dichiarazione internazionale sul Paesaggio di Firenze che fa da preludio alla nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio, dovranno interagire con quasi tutte le istituzioni intergovernative per raggiungere l’ambizioso obiettivo. Nella fase attuale non si può capire se sarà l’UNESCO a fare da apripista. Ci chiarisce le idee Pietro Laureano, il professionista che, organizzando l’evento di Firenze, lo scorso settembre, ha fornito un’autentica dimostrazione di capacità di tessere relazioni. “Non sarà proprio una passeggiata, ma con l’impegno di tutti ce la faremo. Abbiamo sotto gli occhi le recenti esperienze che hanno fatto i promotori della Convezione contro la desertificazione e della Convenzione sulla Diversità Biologiche” - confida Pietro Laureano, profondamente soddisfatto per questo suo progetto che l’ha portato a confrontarsi con i vertici del mondo che promuovono le Convenzioni Universali, ricevendo consensi da più parti, lettere di congratulazioni, suggerimenti, sostegno. Nel 1952, vennero avviate queste complicate procedure dall’ONU, la prima sul diritto d’autore firmata a Ginevra il 6 settembre, l’ultima che riguarda la qualità concernente l’alta specializzazione in Europa, declamata a Lisbona l’11 aprile del 1997. Le più note sono quelle che riguardano la lotta alla desertificazione, la tutela della diversità biologica (o biodiversità), la Convenzione delle Alpi, la convenzione di salvaguardia del patrimonio immateriale (emessa a Parigi nel 2003).

Il vicesindaco di Firenze Dario Nardella insieme a Hoshino Tsuji, Life Beyond Tourism.

28

Tutte mirano, attraverso i protocolli attuativi che comprendono principi, norme, azioni, alla conservazione degli ecosistemi, ed allo sviluppo sostenibile nel suo complesso. Sono state adottate quelle sui diritti dell’uomo e sui Diritti Umani e sui servizi agli studenti disabili, ed altre ancora. In totale sono trenta, una ogni due anni. La sede negoziale dove la Comunità internazionale elabora le nuove politiche di sviluppo è l’ONU (Assemblea Generale, ECOSOC /Commissione per lo Sviluppo Sostenibile). L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel settembre 2000 ha approvato gli otto Obiettivi del Millennio, probabilmente il più grande impegno collettivo mai sottoscritto dalla comunità internazionale a perseguire una serie ben definita e verificabile di scopi in un tempo preciso. Tra questi figura in modo preminente la sostenibilità ambientale, che comprende a sua volta l’integrazione dei principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi di governo dei vari Paesi e l’inversione del trend attuale di depauperamento delle risorse. Ci saranno tra gli obiettivi anche i contenuti della Dichiarazione

di Firenze? Lo vedremo. Pietro Laureano è appena ritornato da una missione, sempre per conto dell’UNESCO, nel regno del Bahrain, snocciola dati e progetti, sapendo di avere un’agenda già ricca di appuntamenti, già fissati anche per il 2013. È un uomo del sud Pietro Laureano, nato a Tricarico, nelle nobili terre della Lucania, abitata da un antico popolo Italico che gestiva gli scambi tra le colonie della Magna Grecia. Si deve a lui se i Sassi di Matera, il Parco del Cilento e del Vallo di Diano con i Siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula sono stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità. Ed è stato anche tra i promotori della iscrizione della Dieta mediterranea, nata a Pioppi, frazione di Pollica nel Cilento, dagli studi del Dott. Ancel Keys isc nella lista del patrimonio immateriale. È autore del progetto UNESCO per la campagna di salvaguardia di Shibam e del progetto di restauro dell’oasi di Ighzer in Algeria. Architetto urbanista, ha insegnato presso le Facoltà di Architettura di Firenze, Algeri e Bari. È consulente UNESCO esperto delle zone aride, della civiltà islamica e degli ecosistemi in pericolo. Svolge la sua attività nell’ambito dell’analisi, della pianificazione e della progettazione urbanistica con specifico riferimento alle problematiche relative all’organizzazione e gestione del territorio e al restauro architettonico per il recupero dei beni culturali e ambientali. In particolare le sue ricerche e l’impegno professionale hanno riguardato la lettura di sistemi territoriali in Italia e all’estero per la proposizione di strategie di valorizzazione e amministrazione urbanistica volte alla salvaguardia di insediamenti storici, archeologici e ambiti territoriali da assumere nel patrimonio culturale dell’umanità. Con i suoi studi nelle oasi del deserto, condotti durante l’attività pluriennale di architetto urbanista nel Sahara e di insegnamento presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Algeri, ha dimostrato come queste non siano eventi spontanei e casuali, ma il risultato di un’ingegnosa organizzazione dello spazio e delle risorse idriche. Se guardiamo ancora il curriculum, potremmo dilungarci per ore. È certo che Pietro Laureano gode della stima e dell’amicizia del vice direttore generale UNESCO Francesco Bandarin e che conosce tutti i meccanismi per portare avanti questi impegni, utilizzando contatti con gli organismi internazionali ben collaudati. Insomma, siamo in buone mani.

ATTUALITÀ

Anno V - settembre/ottobre 2012

Pietro Laureano insieme al vice Direttore generale UNESCO Francesco Bandarin, Sra Elizabeth Nobrega de Araujo Tsakiroglou e Michael Carrington, rispettivamente Presidente e Direttore Generale della The Maria Nobrega Foundation, progetto sostenuto dal Principe di Galles.

29


Anno V - settembre/ottobre 2012

La sua attività lo ha portato ad acquisire esperienza delle problematiche urbane e spaziali dei paesi del bacino mediterraneo (Africa sahariana e Sahel compresi) e del Medioriente. Di sicuro è il tassello decisivo di questa operazione promossa dall’UNESCO in occasione del 40° Anniversario della Worl Heritage List. È riuscito a coinvolgere anche il primogenito della Regina Elisabetta come ambasciatore della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, un’autentica dimostrazione di capacità di tessere relazioni importanti. Rapporti che probabilmente, come ammette Pietro Laureano, sono “serviti da palestra” per un incarico che oggi si presenta particolarmente gravoso. Ma non demorde. Ci accompagna verso l’uscita della sua casa di Bagno a Ripoli, un magnifico affaccio su Firenze: “devo pensare anche a raccogliere le olive, le piante sono ben cariche, pronte per essere portate al frantoio”. Una coincidenza! Anche questa antica attività sarà compresa tra le Conoscenze Tradizionali della Banca Mondiale. E’ un primo sogno che si è avverato. Gli impegni non mancano. Entro l’anno si dovrà mettere in moto il gruppo di lavoro permanente come passo successivo alla Dichiarazione di Firenze. L. L.

convenzione

Una internazionale sulla gestione sostenibile del paesaggio Per uno strumento internazionale di tutela del paesaggio, una reale opportunità risiede nel capitalizzare gli investimenti fatti in trattati ambientali con similari finalità, ed innestarsi in meccanismi già creati e rodati quale protocollo di attuazione di specifiche misure. Ciò permetterebbe di snellire i tempi ed aumentare la sua efficacia rispetto ai costi. Ne sono esempio le concertazioni in corso sulla convenzione sui suoli - altrettanto legittima, importante ed urgente - che intravedono la possibilità in creare un protocollo operativo nell’ambito della Convenzione sulla Desertificazione e la Siccità.

U

n trattato internazionale richiede investimenti notevoli, in termini di tempi e di costi. La costituzione di una convenzione sotto l’egida delle Nazioni Unite infatti comporta: una decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; un negoziato internazionale per la preparazione di un testo preliminare del trattato, condotta da un comitato internazionale preposto; l’adozione del testo del trattato da parte del comitato; la ratificazione del trattato da parte di un numero minimo di Paesi, per la sua entrata in vigore; la costituzione di una struttura (segretariato) per organizzare i lavori propedeutici alla riunione degli organi direttivi; e di strutture e servizi, incluso un adeguato bilancio, necessari a garantirne la funzionalità. Una volta entrata in vigore, una convenzione richiede: la convocazione periodica degli organi direttivi, al fine di verificarne la corretta attuazione; la costituzione di strumenti operativi, sia a livello nazionale (programmi nazionali per la difesa del patrimonio paesaggistico) sia a livello internazionale (protocolli di attuazione); la disponibilità di risorse e strumenti finanziari per garantire l’esecuzione delle misure e degli interventi a livello nazionale, regionale e globale (fondi fiduciari a livello globale, regionale e nazionale); la predisposizione di strumenti di monitoraggio e controllo. Prendendo in esame il caso di un trattato globale ambientale di medie dimensioni - la Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione ed agli effetti della siccità (UNCCD) - si potrà facilmente constatare quali investimenti siano stati necessari, in termini di costi e di tempi, per costituire e assicurare la corretta attuazione di questo strumento. La degradazione dei suoli era stata percepita come problema ambientale e socioeconomico mondiale sin dal 1975. Dal momento della decisione dell’Assemblea Generale (1992), sono occorsi due anni per l’adozione di un trattato (1994) ed altrettanti per la sua entrata in vigore (1996). Gli organi direttivi si sono riuniti a partire dal 1997, e solo nel 2008 è stata adottata una strategia di azione (box 1).

Massimo Candelori in un convegno internazionale.

30

Secondo il corrente bilancio, la struttura della UNCCD genera costi ricorrenti di quasi 25 milioni di Euro all’anno tra bilancio regolare, bilancio straordinario e riunioni degli organi statutari. Convocare una Conferenza delle Parti della UNCCD, ad esempio, costa approssimativamente 4,5 milioni di Euro. Difficile poter fare una analisi costi/efficacia dei maggiori trattati internazionali ambientali. Tali strumenti - indipendentemente dalla nobiltà della causa che difendono quale la salvaguardia del patrimonio culturale, ambientale e sociale vedono la loro utilità quando il problema che affrontano può essere risolto unicamente tramite un’azione concertata a livello internazionale. E vedono espressa la loro efficacia solo quando gli strumenti operativi che li appoggiano sono sufficientemente agili. Come bilanciare la necessità di agire a livello concertato su temi globali, con i costi ed i tempi necessari a costutuire gli strumenti e mettere in partatica adeguate strategie globali? L’attuale crisi finanziaria delle maggiori economie mondiali potrà mettere a tacere la lecita richiesta di attenzione e di azione delle comunità locali che maggiormente sentono il bisogno di strumenti di tutela sovranazionali? In altri termini, la scarsa disponibiltà di capitali potrà far passare in seconda priorità la conservazione, la tutela e la gestione sostenibile di beni comuni quali il paesaggio? Per uno strumento internazionale di tutela del paesaggio, una reale opportunità risiede nel capitalizzare gli investimenti fatti in trattati ambientali con similari finalità, ed innestarsi in meccanismi già creati e rodati quale protocollo di attuazione di specifiche misure. Ciò permetterebbe di snellire i tempi ed aumentare la sua efficacia rispetto ai costi. Ne sono esempio le concertazioni in corso sulla convenzione sui suoli altrettanto legittima, importante ed urgente - che intravedono la possi-

bilità in creare un protocollo operativo nell’ambito della Convenzione sulla Desertificazione e la Siccità.

I tempi La prima Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla desertificazione (UNCOD) si è riunita a Nairobi nel 1975 ed ha lanciato un piano di azione che - in quindici anni di attività - non ha fornito i risultati sperati. In seguito alle raccomandazioni della Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED), meglio nota come il Summit di Rio (1992), l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite prese decisione di intraprendere un negoziato internazionale per la stesura di una convenzione sulla lotta alla desertificazione. Il comitato intergovernativo che è stato in tal modo costituito, si è riunito dieci volte dal 1993 al 1997, per la predisposizione e la negoziazione di un testo base e dei suoi annessi regionali; nell’autunno del 1994, a Parigi, è stato adottato il testo finale delle convenzione, ed è stato quindi aperto al processo di ratifica. Secondo il diritto internazionale, infatti, un trattato multilaterale deve essere ratificato da un numero minimo di paesi membri delle Nazioni Unite prima di entrare in vigore; per la Convenzione di lotta alla Desertificazione, ciò è avvenuto nel dicembre 1996, ovvero quattro anni dopo la decisione dell’Assemblea Generale. Da quel momento in poi, sono iniziate le riunioni degli organi direttivi della convenzione - dapprima annuali e successivamente biannuali. Il principale organo direttivo, la Conferenza delle Parti si è riunita per la prima volta a Roma nell’autunno del 1997; si è quindi riunita undici volte dal momento dell’entrata in vigore della Convenzione. Nel 2001 è stato costituito un organo sussidiario per il monitoraggio dell’impatto della convenzione, che ha registrato una correzione del suo mandato nel 2001. Solo nel 2003 è stato consentito l’accesso dei paesi colpiti alle risorse finanziarie del Fondo per l’Ambiente Globale (GEF), che sino a quel momento non aveva fornito l’appoggio necessario per avviare le adegate politiche di protezione del territorio e la mesa in opera dei piani nazionali di lotta al degrado dei suoli. Nel 2008 è stata varata una strategia globale decennale (2008-2018).

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

APPROFONDIMENTO

I costi Il bilancio preventivo della UNCCD per il biennio in corso (2012-2013), include costi per un totale di 48,8 milioni di Euro tra bilancio regolare (personale della struttura operativa), straordinario (attività della struttura operativa) e le riunioni degli organi statutari della Convenzione. Riunire una Conferenza delle Parti della UNCCD costa approssimativamente 4,5 milioni di Euro di servizi e strutture, ad i quali vanno aggiunti i costi dei partecipanti (viaggio, trasporto ed alloggio). I costi di gestione del trattato vengono suddivisi tra i paesi che lo hanno ratificato (195 per la UNCCD) in ragione di quote corrispondenti alla loro capacità di contribuzione. Correntemene, il Governo italiano versa il circa il 5% del bilancio ordinario e fornisce un contributo volontario suppletivo. L’italia è paese membro di numerosi trattati internazionali in materia ambientale, molti dei quali in ambito europeo o mediterraneo ed una decina di portata globale - tra i quali le tre convenzioni post-Rio: cambi climatici, biodiversità e desertificazione. *Massimo Candelori

Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD).

31


Anno V - settembre/ottobre 2012

Un gruppo di lavoro favorirà il coordinamento tra gli strumenti internazionali e i programmi esistenti

Mobilitazione

internazionale in difesa del paesaggio Un poderoso gruppo di lavoro, costituito da organismi internazionali intergovernativi, associazioni nazionali e non governative, università e amministratori locali, affiancheranno l’UNESCO e l’ITKI nella sfida per la salvezza del pianeta. Vogliono avere un ruolo di primo piano nella difesa del territorio e del paesaggio e nelle scelte future indicate nella recente Dichiarazione UNESCO di Firenze.

Drissa Kanambaye, Network Water Anthropology for Local Development.

32

G

li organizzatori del Convegno di Firenze hanno aperto una serie di finestre di dialogo con organismi internazionali intergovernativi, associazioni nazionali e non governative, università e amministratori locali. Tutti insieme vogliono procedere nella stessa direzione, fornendo tanti tasselli ed un aiuto determinante, che dovrà provenire innanzitutto dal basso, per riprendere un cammino per la costruzione del proprio ambiente e del proprio paesaggio, nell’armonia e nel benessere. Insieme vogliono giocare un ruolo determinante nelle scelte future indicate nella “Dichiarazione UNESCO di Firenze sul Paesaggio”. Vediamo nei dettagli chi sono e cosa fanno gli “alleati” di UNESCO e ITKI. La Fao è una sigla nota. Il direttore José Graziano da Silva ha inviato nel capoluogo toscano Parvin Koohafkan, director Landa and Water Division, per sottolineare l’importanza del Globally Important Agricultural Heritage Systems, per l’utilizzo di cibi tradizionali, al fine di migliorare e sottoscrivere impegni maggiori da parte delle Nazioni Unite e nuovi investimenti nella nutrizione. “Questo fornisce un’opportunità molto importante per promuovere la piccola agricoltura e la produzione locale, in linea con la difesa del paesaggio agricolo

Il professor Francesco Bandarin conversa, in una pausa, con due ospiti.

Il Rettore dell’Università Iuav di Venezia, Amerigo Restucci con Pietro Laureano e un ospite del Convegno.

e del territorio. Promuovere l’educazione alimentare e nutrizionale è una sfida nei paesi in via di sviluppo e sviluppati” - ha affermato Parvin Koohafkan. Precisando che “mentre circa 900 milioni di persone sono sottonutrite in tutto il mondo, 2 miliardi in più soffre di qualche forma di malnutrizione”. Il direttore del Land and Water Division ha ribadito “l’impegno della FAO a lavorare con i suoi partner delle Nazioni Unite e in particolare con l’UNESCO in linea con le nuove indicazioni sul paesaggio, nella lotta contro la fame e la malnutrizione”. “Quando si lavora insieme i risultati possono essere eccellenti” - ha concluso. La FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mobiliteranno il prossimo novembre 2013 tutte le risorse necessarie per migliorare la nutrizione e la promozione di un sistema globale multisettoriale a vantaggio dell’educazione nutrizionale chiave per combattere la fame e la malnutrizione. Massimo Candelori, advisor Segretary UNCCD (Convention to combat desertification dell’Onu), ha sottolineano “la vulnerabilità del nostro mondo interconnesso ad un pericolo

naturale che è destinato ad aumentare in futuro. In una parola la desertificazione”. Manco a dirlo la causa è “il cambiamento climatico che dovrebbe aumentare la frequenza, l’intensità e la durata dei periodi di siccità, con impatti su molti settori, in particolare su prodotti alimentari, acqua ed energia”. “Abbiamo bisogno di passare da un approccio frammentario, crisidriven, e di sviluppare politiche nazionali integrate basate sul rischio siccità”. “Occorrono soluzioni a lungo termine, - ha avvertito Massimo Candelori integrate nei piani di sviluppo nazionali politiche efficaci per mitigare gli effetti della siccità, della desertificazione e il degrado dei suoli. Per prevenire i problemi, i governi dovrebbero avere delle politiche di lotta contro i cambiamenti climatici che per essere efficaci dovrebbero essere coordinate. Oggi la gestione della crisi volta per volta non è più attuale. Fa bene l’UNESCO a riunire in un’unica Dichiarazione la difesa del territorio e del paesaggio”. Una finestra di dialogo è stata aperta anche con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP - United Nations Development Programme), la più importante fonte multilaterale di sussidi per lo sviluppo umano sostenibile. Il Programma che coordina la maggior parte dell’assistenza tecnica del sistema delle Nazioni Unite, ha il compito di approvare programmi nazionali di sviluppo presentati da singoli stati, di stanziare i relativi fondi e di sovrintendere all’esecuzione dei progetti. Iniziative che compongono i programmi, esecuzioni che di solito sono affidate alle agenzie specializzate, progetti realizzati in collaborazione con organizzazioni non governative, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale e soddisfare le necessità dei settori più poveri della popolazione. L’UNDP è l’organismo che ha ideato l’approccio più sistematico nel definire lo sviluppo umano, dopo che nel 1988 l’Onu aveva proposto l’avvio di un approccio globale e totale allo sviluppo, che desse la priorità all’individuo. Dal 1990 produce una serie di documenti sul tema dello sviluppo umano, scegliendo ogni anno di focalizzare il rapporto su un argomento specifico. Insomma si tratta di un alleato prezioso che potrà contribuire a porre le premesse per la creazione di un percorso condiviso da tanti partners smessi insieme una sola volta. E non è poco. Viste le proposte degli organismi

ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Incontro nella bouvette dell’Auditorium.

33


Pierpaolo Bo

ATTUALITÀ

internazionali intergovernativi, esaminiamo il ruolo operativo delle associazioni nazionali e non governative, aprendo una finestra di dialogo con le più note, a cominciare dal ruolo strategico di ICCROM. Stefano De Caro, direttore generale del Centro intergovernativo, con un appassionato intervento, ha spiegato come nel 1956, venne creata la struttura per migliorare i metodi di restauro. ICCROM è un’organizzazione intergovernativa (IGO) dedicata alla conservazione del patrimoni culturale. ICOMOS (International Council on Monuments and Sites), rappresentato a Firenze dalla Presidente Monica Luengo, venne fondato nel 1965 come risultato della Carta di Venezia del 1964. Si tratta di un’organizzazione internazionale non governativa che ha principalmente lo scopo di promuovere la teoria, la metodologia e le tecnologie applicate alla conservazione, alla protezione e alla valorizzazione dei monumenti e dei siti di interesse culturale. Ne fanno parte oltre 7000 membri, provenienti da diversi paesi ed esperti di diverse discipline: architetti, storici, archeologi, storici dell’arte, geografi, antropologi, ingegneri e urbanisti. Referente dell’UNESCO, gioca un ruolo importantissimo nell’ambito della conservazione e del restauro dei monumenti. Tra gli obiettivi principali vi sono quelli di raccogliere tutte le informazioni e le tecniche di conservazione e restauro; di incoraggiare l’adozione di Convenzioni internazionali; di riunire professionisti altamente qualificati al servizio dell’organizzazione; collaborare, infine, a livello nazionale e internazionale alla creazione di Centri di amministrazione specializzata nella Conservazione. Per il raggiungimento di questi obiettivi, l’ICOMOS, attraverso l’istituzione di Comitati nazionali, cerca di

diffondere i contenuti della Carta di Venezia. Anche l’IFLA è una ONG, come pure si appresta ad essere l’ITKI che abbiamo imparato a conoscere. La Presidente Desirée Martinez ha coordinato una sessione pomeridiana, sul tema “New challenges and International experiences” con interventi dello stesso Laureano, Martha G, Fajardo, Akane Minohara, Jean Louis Luxex. Presenti nell’Auditorium nel pieno centro di Firenze anche i rappresentanti dell’Università delle Nazioni Unite (UNU), tra volti noti e meno noti, esperti internazionali, studenti e studiosi, gente comune e architetti, curiosi. Tantissimi, nella sala sempre gremita, che alla fine, dopo il ciclo di incontri, dopo la dichiarazione, sono rimasti a lungo ad applaudire, aspettando ancora una replica, un discorso, un suggerimento. La sfida ora si sposta sul territorio, per comprendere e capire cosa accadrà al nostro pianeta.

Stefano De Caro, Direttore Generale ICCROM, Maurizio Di Stefano, Presidente ICOMOS Italia Francesco Caruso, ex-Ambasciatore d’Italia presso l’UNESCO, attuale Direttore Generale del Forum Universale delle Culture (Napoli, 2013), Luigi Petti, ICOMOS Italia, Paolo Del Bianco, Presidente Fondazione Romualdo Del Bianco - Life Beyond Tourism e Franco Sottani, Presidente Salone del Restauro, Firenze, in una pausa dei lavori.

34

LA MEDAGLIA SPADOLINI

Anno V - settembre/ottobre 2012


Anno V - settembre/ottobre 2012

Salvaguardia dei paesaggi

ATTUALITÀ

italiani, vera risorsa nazionale Il Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano e Coordinatore della Rete degli Osservatori del Paesaggio del Piemonte ci aiuta a capire come, dove, perché nel nostro Paese sono stati costituiti gli Osservatori del Paesaggio. Essi sono espressione locale della società civile e pertanto luoghi privilegiati per favorire un incontro tra esperienze e sensibilità diverse in tema di paesaggio e favorire sintesi culturali e progettuali avanzate.

L

’Osservatorio è il luogo dell’incontro tra il sapere esperto e il sapere diffuso di chi vive; e può portare all’attenzione delle comunità gli strumenti necessari per dare un volto culturale alle proprie terre. Eppure gli osservatori di paesaggio non sono ancora molto diffusi in Italia, così come non lo è la Convenzione Europea del Paesaggio che li istituisce. Una contraddizione evidente, qual è il Suo punto di vista? “La Convenzione Europea del Paesaggio (CEP) prevede espressamente che vengano avviate “procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche”. Si è infatti pienamente compreso come il paesaggio rappresenti un bene culturale, ma anche un bisogno sociale, costituendo un preciso elemento identificativo per chi vi abita. La pianificazione del territorio deve sempre più chiaramente prestare una costante e continua attenzione al paesaggio, valorizzando gli elementi di singolarità, di identità e di equilibrio e prevenendo nel contempo le trasformazioni in quanto fonte di squilibrio e dissonanza. Però queste politiche non possono avere carattere solamente difensivo, bensì devono richiedere una forte tensione progettuale per rimuovere le ragioni strutturali del degrado e perseguire nuovi e lungimiranti equilibri tra le diverse esigenze economicosociali e le specificità dei caratteri ambientali. Gli Osservatori del Paesaggio, quali realtà “bottom-up”, cioè espressione locale della società civile, sono indubbiamente un luogo privilegiato per favorire un incontro tra esperienze e sensibilità diverse in tema di paesaggio e favorire sintesi culturali e progettuali avanzate. Rispetto ad una sempre più pressante esigenza di “qualità del paesaggio”, l’Italia si sta gradualmente attrezzando per una nuova e più efficace partecipazione della popolazione alla gestione territoriale. Ad oltre dieci anni dalla sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio molta strada deve essere ancora percorsa, ma merita tuttavia sottolineare un fervore culturale sulle tematiche del paesaggio, solo pochi anni addietro impensabile. Anche la realtà degli Osservatori del Paesaggio, sia pur ancora sporadica nel contesto italiano, ha peraltro visto di recente un fiorire di nuove esperienze dal Piemonte, alla Campania, alla Liguria e di

Marco Devecchi, Presidente della Rete degli Osservatori del Piemonte.

36

recente al Veneto. Occorre quindi proseguire nella semina culturale che la CEP auspica per poter vedere a breve frutti insperati in termini di innovativa salvaguardia e valorizzazione dei paesaggi italiani, vera risorsa del nostro Paese”. Com’è organizzata la Rete piemontese? “I sette Osservatori del Paesaggio del Piemonte, rappresentati dall’Osservatorio Biellese - Beni culturali e Paesaggio, Osservatorio del Paesaggio Alessandrino, - Osservatorio del Paesaggio dell’Ecomuseo dell’anfiteatro morenico di Ivrea, Osservatorio del Paesaggio dei Parchi del Po e della collina torinese, Osservatorio per la tutela attiva del paesaggio di Langhe e Roero, Osservatorio del paesaggio del Monferrato casalese e Osservatorio del paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano sono nati nella prospettiva di azione delineata dalla Convenzione Europea del Paesaggio (CEP). Essi agiscono infatti in materia di sensibilizzazione sulle tematiche della conoscenza, salvaguardia e valorizzazione del paesaggio. Hanno inoltre il preciso e comune obiettivo di diffondere la CEP e la sua effettiva attuazione. Essendo l’impegno per la CEP il denominatore comune i sette Osservatori piemontesi hanno ritenuto di sottoscrivere un Protocollo di Intenti il 2 luglio 2009 a Villadeati (AL) per la della Costituzione della Rete Piemontese. La Rete in questi primi anni costituzione, grazie alle attività dei singoli Osservatori ha portato avanti attività di organizzazione a seminari, workshop e incontri di studio su tematiche specifiche inerenti il paesaggio, senza trascurare la formazione per funzionari e tecnici delle Pubbliche Amministrazioni. La Rete Piemontese organizza, inoltre, visite guidate di vario genere per la conoscenza diretta dei propri paesaggi e realizza progetti di sensibilizzazione

di vario tipo, rivolti a scuole e al pubblico in generale. Sviluppiamo anche progetti destinati a favorire l’integrazione tra conoscenze locali e saperi esperti, attraverso iniziative editoriali”.

Nel nostro paese si realizzano progetti e programmi che sostengono iniziative di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio. La recente Dichiarazione UNESCO di Firenze allarga ulteriormente la forbice sulla definizione del paesaggio. Qual è il suo punto di vista? L’UNESCO ha anticipato i tempi? “Sì, la recente Dichiarazione finale del Convegno internazionale UNESCO sul tema “La protezione internazionale dei paesaggi” ha giustamente aperto una seria riflessione su molti aspetti che coinvolgono direttamente la qualità del paesaggio. Mi pare particolarmente interessante evidenziare l’enfasi riservata soprattutto al riconoscimento del “valore delle conoscenze e delle pratiche tradizionali come base per armonici programmi di sviluppo tecnologico e innovativo”. La gestione lungimirante soprattutto dei paesaggi agrari di interesse bioculturale non potrà fare a meno di una conoscenza attenta delle pratiche agronomiche tradizionali, così come della componente botanica “cultivarietale” tipica di ogni realtà territoriale. In questa prospettiva l’UNESCO sta effettivamente tracciando una via nuova quanto mai proficua da percorrere nel campo della ricerca e delle azioni concrete di salvaguardia, anche attraverso l’apprezzata e riconosciuta attività dell’International Traditional Knowledge Institute”. Siete pronti a questo cambiamento? Adesso vi tocca “osservare” in un altro modo? “Ritengo che gli Osservatori del Paesaggio per il loro radicamento in specifiche realtà territoriali possano più e meglio di altre strutture ed organizzazioni cogliere realmente le peculiarità del patrimonio paesaggistico delle comunità locali, facendo emergere sentimenti più forti ed autentici di appartenenza e conseguentemente azioni concrete ed efficaci di salvaguardia attiva e valorizzazione lungimirante”.

ATTUALITÀ

“Gli Osservatori del Paesaggio, per il loro radicamento in specifiche realtà territoriali possono meglio di altre strutture ed organizzazioni cogliere realmente le peculiarità del patrimonio paesaggistico delle comunità locali, facendo emergere sentimenti di appartenenza e conseguentemente azioni concrete ed efficaci di salvaguardia attiva e valorizzazione lungimirante”

Quali sono le vostre prospettive future di azione? “Indubbiamente sulla base del proficuo lavoro di coordinamento sin qui realizzato in ambito piemontese, appare utile valutare un’estensione della collaborazione al resto delle esperienze italiane per far fronte in modo più vantaggioso alle tante e stimolanti sfide che il tema del paesaggio pone. Tra le realtà attive fuori del Piemonte, merita ricordare presso la Certosa di San Lorenzo in Padula, l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, in Liguria l’Osservatorio del Paesaggio della Riviera dei Fiori (OSPARF) e in Veneto l’Osservatorio del Paesaggio del Canale di Brenta e l’Osservatorio del Paesaggio dell’Alta Marca Trevigiana. Nel 2013, un momento importante di confronto sugli Osservatori del paesaggio, esteso all’intero contesto europeo, si terrà a Firenze presso la Villa medicea di Careggi nell’ambito delle attività della rete UNISCAPE (Rete delle Università europee operanti per l’attuazione del campo della ricerca e della didattica della Convenzione europea del Paesaggio)”. T. R.

37


Anno V - settembre/ottobre 2012

Il principio di funzionamento dei sistemi tradizionali si basa su una forte coesione tra la società, la cultura e l’economia

Conoscenze Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico, la conoscenza tradizionale mostra come interagire con l’ambiente migliorando la sue risorse senza esaurirle. Essa utilizza qualità e tecniche, diffuse su scala territoriale, che hanno origine dall’impiego di materiali e oggetti della vita quotidiana.

N

on si può risolvere la crisi globale, che è economica, climatica e ambientale, applicando i metodi che l’hanno provocata: tecnocrazia, spreco di risorse, approccio indifferenziato per tutti i paesi, soluzioni top down. Per affrontare la crisi globale, è necessario un nuovo paradigma e studiosi, ricercatori, organismi internazionali, operatori locali e associazioni hanno elaborato varie strategie: lo sviluppo sostenibile, la green economy, una terza rivoluzione industriale sulla base di fonti di energia alternative, emissioni zero, km zero; la slow economy, decrescita, design per la povertà, teorie di gestione armonica degli ecosistemi. Sono tutte proposizioni di grande attualità. In ogni caso ciò che va tenuto presente è che lo sforzo per il cambiamento deve coinvolgere, in primo luogo, la conoscenza, e che le risposte non devono essere univoche e uguali a livello internazionale ma devono essere adattate ciascuna ai luoghi specifici e da questi avere origine grazie al patrimonio materiale e immateriale della diversità culturale e delle situazioni locali. I cambiamenti climatici, il collasso degli ecosistemi, i cataclismi, la fine della civiltà sono condizioni che l’umanità ha dovuto affrontare numerose volte. La sopravvivenza è stata assicurata dalla conservazione del sistema di conoscenze tradizionali. Questo racchiude la saggezza dei luoghi e delle comunità, le antiche conoscenze dell’umanità, lo strato più profondo su cui la scienza moderna e la cultura si sono sviluppate, le soluzioni locali che hanno permesso la creazione e la gestione dei paesaggi sulla intera superficie del pianeta. Esso permette lo sviluppo di soluzioni con un basso utilizzo di energia e di risorse che sono in grado di adattarsi alla variabilità ambientale e di reagire alle emergenze e catastrofi in modo flessibile e multifunzionale. Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico, la conoscenza tradizionale mostra come interagire con l’ambiente migliorando la sue risorse senza esaurirle. Essa utilizza qualità e tecniche, diffuse su scala territoriale, che hanno origine dall’impiego di materiali e oggetti della vita quotidiana. Si compone di elementi fragili che sono soggetti all’attacco delle trasformazioni di oggi. Costituisce un valore apparentemente marginale nel pensiero dominante ma è ancora il mezzo di sussistenza per due terzi dell’umanità e una riserva ingegnosa di soluzioni e dispositivi per la produzione di energia, risorse, riciclaggio per tenere sotto controllo il microclima e per la gestione del suolo. P. L.

Il vino, nella storia e nella memoria.

38

TKWB - Traditional Knowledge World Bank TKWB (Traditional Knowledge World Bank) è la banca mondiale delle Conoscenze Tradizionali elaborata da IPOGEA per l’UNESCO. La validità delle Conoscenze Tradizionali e l’uso di pratiche da esse derivate è affermata ormai da diversi anni a vari livelli. Oltre all’UNESCO, molteplici organismi internazionali ne hanno affermato l’importanza in studi e documenti - organismi quali l’UNCCD, l’ILO, l’OECD, la FAO, l’UNEP, la World Bank e la NATO. Nel 2005 Pietro Laureano (IPOGEA) ha presentato il progetto di TKWB a Nairobi alla Conferenza delle Parti, VII Sessione, della Convenzione sulla lotta alla Desertificazione delle Nazioni Unite (UNCCD). TKWB è basata sul web (www.tkwb.org), è di libero accesso a tutti e fornisce le informazioni relative all’inventario e diffusione delle conoscenze tradizionali nel mondo. TKWB è un archivio dati ma anche una vera banca del sapere: raccoglie e protegge le conoscenze storiche e promuove e certifica le pratiche innovative basate sull’uso contemporaneo della tradizione. Costituita attraverso la metodologia SITTI, identifica le tecniche tradizionali con

icone di facile riconoscimento, visivamente localizzate nelle aree di appartenenza tramite la georeferenziazione su Google Earth. Attraverso una piattaforma informatica di tipo wiki, TKWB si alimenta continuamente di nuove informazioni grazie al contributo degli utenti stessi. Questo sistema “TKWB wiki-like” e il sistema “TKWB on Google Earth”, sono due modalità diverse per accedere alle stesse informazioni, e si può passare facilmente da un sistema all’altro, in ogni momento, secondo il tipo di ricerca che si vuole effettuare (ricerca tematica o ricerca secondo zone geografiche). Il metodo di inventario delle tecniche

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

tradizionali per affrontare la crisi globale

39


TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

Anno V - settembre/ottobre 2012

40

è denominato SITTI, Sistema Iconografico delle Tecniche Tradizionali e Innovative. Questo sistema è stato elaborato da IPOGEA per rendere più facile l’identificazione delle tecniche e il loro uso. Le icone sono raggruppate in 7 categorie: A) Silvicoltura, allevamento e caccia; B) Agricoltura, C) Acqua; D) Suolo e ambiente; E) Energia; F) Architettura; G) Pratiche sociali, arte e spiritualità. Ogni icona SITTI rappresenta una tecnica tradizionale. Alle icone vengono associate schede di approfondimento, compilate secondo un medesimo formato che ne permette la comparazione e la informatizzazione. Queste schede si possono visualizzare sia all’interno del sistema “TKWB wiki-like” sia cliccando sulle icone georeferenziate su Google Earth. Esistono quattro tipi di schede di approfondimento per ogni tecnica. ll primo tipo “definition of the technique”, fornisce una descrizione generale della tecnica, avvalendosi di testo, immagini e schemi. La scheda di tipo 2 “local application of the technique” fornisce la descrizione della variante locale di una tecnica in un determinato luogo. La scheda di tipo 3, “success stories”, descrive un progetto di successo in cui è stata utilizzata o

Raccoglitore di lumache in Sardegna. Sotto: l’intervento dell’architetto Miriam Bruni, Ipogea.

restaurata una tecnica tradizionale. La scheda di tipo 4, “innovative technologies and solutions”, illustra una soluzione innovativa che reinterpreta i principi di una tecnica tradizionale alla luce delle nuove tecnologie. In questa scheda è fondamentale il link all’azienda produttrice della soluzione innovativa. In questo modo TKWB e le imprese produttrici si incontrano con la domanda di pratiche e prodotti appropriati per la gestione dei paesaggi, delle aree urbane e per la richiesta privata. La pubblicazione di un prodotto su TKWB, adeguatamente vagliato da un gruppo di esperti, diventa un marchio di garanzia. TKWB si configura sia come sistema esperto capace di contenere, comunicare e elaborare conoscenze che come strumento finalizzato allo studio di paesaggi ed ecosistemi complessi, poiché permette di comprenderne l’evoluzione storica e di realizzare scenari previsionali alla base dei processi di pianificazione. Miriam Bruni

Conoscenze moderne

Conoscenze tradizionali

• Soluzione specifica

• Multifunzionalità

• Efficacia immediata

• Funzionale nel lungo periodo

• Specializzazione

• Olismo

• Poteri dominanti

• Autonomia

• Separazione

• Integrazione

• Risorse esterne

• Risorse interne

• Conflitto

• Simbiosi

• Monocultura

• Sintesi e complessità

• Uniformità

• Diversità

• Rigidità

• Flessibilità

• Manutenzione esterna

• Autoregolazione e a intensità

e necessità di capitali

di lavoro

• Internazionalizzazione

• Contestualizzazione

• Alto costo

• Risparmio

• Tecnicismo e razionalismo

• Simbolismo e significato

• Dipendenza

• Autopoiesi


Lord Michael Carrington, direttore generale della “The Maria Nobrega Foundation” interviene al simposio UNESCO di Firenze illustrando il ruolo strategico della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali”

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

Una giornata particolare Sul terrazzo di Casa Nobrega, in Transilvania, il Principe Carlo d’Inghilterra è stato immortalato dal fotografo di Energeo insieme all’esperto dell’UNESCO Pietro Laureano, Presidente ITKI, Elizabeth Tsakiroglou, Michael Carrington, Katherine and Dan Dimancescu rispettivamente Presidente, Direttore Generale e sostenitori della “The Maria Nobrega Foundation”. Una giornata storica, in cui sono state messe le basi per la costituzione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali.

L

e case di Archita, nel cuore del Transilvania Tarnava Mare, in Romania, sono tutte lì con i muri a secco sporgenti, allineate lungo le strade di campagna, circondate da colline e foreste e casolari sparsi. Il piccolo villaggio, pittoresco e incontaminato, restaurato con tecniche antiche, continua a mostrare la sua inconfondibile caratteristica architettonica d’insediamento sassone sviluppatosi attorno alla chiesa fortificata, come si addiceva ad un posto di frontiera in una terra di frontiera, comunque magico. Qui verrà istituito il Centro Rumeno per le Conoscenze tradizionali o sistemi di scienze locali. Questo paesaggio di eccezionale biodiversità, creato dagli agricoltori nel corso di centinaia di anni, può solo essere conservato grazie alla continua gestione tradizionale dei contadini oggi. Gli agricoltori, le comunità locali, le università, le altre ONG e del governo a tutti i livelli, provano a risolvere l’insieme dei problemi che minacciano la sopravvivenza di questo paesaggio straordinario e delle piccole comunità agricole che vivono al suo interno. Il salvataggio di questa zona è di grande importanza non solo per se stessa - le specie e gli habitat, il sistema agricolo in armonia con loro, e le condizioni di vita delle piccole comunità agricole che vivono lì - ma anche per quello che possiamo imparare da esso circa salvataggio o il ripristino

Colazione di lavoro nel villaggio restaurato con tecniche tradizionali: ospite Carlo d’Inghilterra.

42

Il Principe di Galles, nel 2004, è intervenuto al Salone del Gusto di Torino e Terra Madre, la rete che riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare e vogliono difendere l’agricoltura, la pesca e l’allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità del cibo.

aree simili in Europa. Casa Nobrega, sobria e al tempo stesso austera, sede della Fondazione Maria Nobrega, domina le altre abitazioni, raccolte una accanto all’altra. Il 16 maggio di quest’anno poteva essere un giorno come l’altro. Invece era un giorno speciale. I contadini dalle facce grosse, gli occhi azzurri e i capelli biondi non si sono allarmati per quell’inconsueto via vai. Erano intenti al lavoro della terra. In quel luogo magico, nella quiete del borgo, era atteso Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra. Il Principe contadino, dopo una rapida visita al

villaggio, restaurato con tecniche tradizionali, accompagnato dall’esperto dell’UNESCO Pietro Laureano, Presidente ITKI, da Elizabeth Tsakiroglou, Michael Carrington, Katherine and Dan Dimancescu rispettivamente Presidente, Direttore Generale e sostenitori della “The Maria Nobrega Foundation”, ha presenziato ai lavori per mettere le basi alla Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali (Traditional Knowledge World Bank - TKWB). Gli ospiti di Casa Nobrega non si sono concessi nemmeno una pausa per il lunch: i lavori sono proseguiti attorno ad una tavola imban-

dita con prodotti locali, coperta da una rigorosa tovaglia bianca, all’ombra del terrazzo della casa che si affaccia sul pianoro, una splendida veranda con vista sui boschi, lontani da occhi indiscreti. Il fotografo di Energeo era presente, ben mimetizzato, per immortalare le varie fasi dell’incontro: le foto sono state pubblicate sullo scorso numero del Magazine. Sorpreso, ma non irritato, Lord Michael Carrington, nel corso del simposio UNESCO di Firenze, è salito sul palco. Senza perdere la compostezza e l’aplomp squisitamente inglese, ha mostrato il periodico “ficcanaso”che ha svelato l’enigma di questa “giornata particolare”. Energeo, infatti, ha seguito da vicino le varie tappe della nuova iniziativa dell’ITKI UNESCO. Il suo commento: “Ma come hanno fatto i reporters di Energeo a scattare queste foto? Eravamo a casa mia? Magnifico scoop. Li perdono!”. La grande avventura della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali” era appena cominciata. Pierpaolo Bo

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

Anno V - settembre/ottobre 2012

Lord Michael Carrington, direttore generale della “The Maria Nobrega Foundation” mostra il periodico Energeo magazine che ha fatto lo scoop della visita del Principe Carlo d’Inghilterra a casa Nobrega in Romania.

43


Anno V - settembre/ottobre 2012

Convenzione UNESCO

per il Paesaggio, il grande contributo del Principe di Galles

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

La Convenzione del Patrimonio mondiale dell’UNESCO è cresciuta da un focus iniziale sulla protezione dei monumenti ad un programma molto più ampio che comprende importanti centri storici ed aree di rilievo ambientale. “Personalmente - dice Carlo d’Inghilterra - trovo estremamente incoraggiante che la Convenzione riconosce la necessità di tutelare i paesaggi, non solo a causa della loro intrinseca importanza culturale, ma anche per la capacità di queste aree di sostenere le conoscenze e pratiche tradizionali, di cui mi pare avremo bisogno così disperatamente, ma una volta che tali pratiche si perdono, come ho detto, non sono facilmente recuperabili, e la capacità delle comunità rurali di esercitare la loro funzione vitale come guardiane dei nostri paesaggi, sia passati che futuri, è compromessa”.

44

S

ignore e Signori, devo innanzi tutto ringraziarvi per avermi dato l’opportunità di parlare in occasione del quarantesimo anniversario della Convenzione del Patrimonio Mondiale UNESCO. Sono dispiaciuto di non potere essere con voi in persona, poiché gli argomenti di cui si parlerà nel corso dei prossimi giorni mi stanno a cuore da tempo. Da molti anni ho cercato di evidenziare il pericolo per i nostri paesaggi più preziosi e fragili, se le pratiche tradizionali scompaiono. Può bastare anche una sola una generazione affinché le competenze di conoscenza tramandate da una generazione all’altra possano essere perse per sempre, è per questo che sono felice dell’ambizioso progetto di creare una Banca Mondiale delle Conoscenze, the Traditional Knowledge World Bank, poiché questa idea riconosce proprio quanto sia importante un approccio basto su le pratiche e le conoscenze tradizionali. Stranamente, ho trovato molto difficile, ricordo che sia stato circa venticinque anni fa, suscitare l’interesse proprio in questo tipo di iniziativa, ma in quei giorni nessuno sembrava comprendere ciò che stavo

cercando di fare. Qualsiasi menzione della parola “tradizionale” tende a essere interpretata come antiquata, sorpassata e irrilevante. Le conoscenze e pratiche tradizionali, tuttavia tramandano alle nuove generazioni comprensioni vitali e abilità effettive, che sono stati provate e testate per secoli. Il sapere tradizionale è quindi molto lungimirante, si potrebbe anche definirlo visionario. Si tratta di una sorta di politica di assicurazione a lungo termine. Ecco perché credo che la conoscenza tradizionale sia di grande importanza critica e perché la sua perdita sarebbe un disastro. In un mondo dove il capitale naturale della terra, cose come l’acqua, il suolo e la biodiversità, per non citare il nostro patrimonio culturale, sono sotto minaccia costante ed esponenziale per l’ignoranza generale della ricchezza esistente di risorse naturali e di conoscenze tradizionali e del loro esaurimento fisico, una conferenza come questa non può che accrescere la nostra comprensione e l’apprezzamento del nostro patrimonio internazionale e la sua importanza. Ora, Signore e Signori, siete tutti senza dubbio a conoscenza di come l’enfasi posta della Convenzione del

Patrimonio mondiale dell’UNESCO si sia modificata dal suo inizio quarant’anni fa. E’ cresciuta da un focus iniziale sulla protezione dei monumenti ad un programma molto più ampio che comprende centri storici di importanza ed aree di rilievo ambientale. Personalmente, trovo estremamente incoraggiante che la Convenzione riconosce la necessità di tutelare i paesaggi, non solo a causa della loro intrinseca importanza culturale, ma anche per la capacità di queste aree di sostenere le conoscenze e pratiche tradizionali, di cui mi pare avremo bisogno così disperatamente, ma una volta che tali pratiche si perdono, come ho detto, non sono facilmente recuperabili, e la capacità delle comunità rurali di esercitare la loro funzione vitale come guardiane dei nostri paesaggi, sia passati che futuri, è compromessa. Credo che l’innovazione tecnica possa beneficiare enormemente da una migliore consapevolezza delle conoscenze tradizionali. Trovo ancora una volta che questi approcci e tecniche collaudate e verificate hanno tanto da insegnarci, e possono essere adattate usando i progressi tecnici di oggi e fare la differenza reale

rispetto al nostro modo di affrontare le cose. In molti campi possono contribuire enormemente a metodi sostenibili e rispettosi dell’ambiente. In altre parole, possono contribuire a creare una miscela del meglio del vecchio e il meglio del nuovo. E‘ per questa ragione che sono lieto di ascoltare le proposte e i passi già effettuati per creare the Traditional Knowledge World Bank, la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, un sistema “wiki” su internet che sarà uno strumento interattivo per i partecipanti. La prima fase può davvero essere vista come una sorta di censimento internazionale della conoscenza, un impegno massiccio a cui posso offrire il mio convinto sostegno. Il motivo per cui sono stato a lungo un sostenitore degli ecosistemi vitali della terra e la diversità del patrimonio umano è perché sono di immenso valore economico, sopra ogni altra cosa. Essi offrono la possibilità di generare una grande occasione di reddito nel futuro, soprattutto per coloro che dipendono da redditi agricoli. Questi potrebbero vedere sostanziali incrementi di valore, ma ciò sarà possibile solo, e possibile nel lungo termine, se riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra i ritorni economici e la conservazione dei sistemi sociali sostenibili ed ecologici. Per me questa è una delle preoccupazioni più urgenti per i nostri leaders internazionali, soprattutto nel clima economico incerto di oggi. Al momento, troppo spesso, succede che gran parte dei progressi di oggi causino la rottura degli ecosistemi e in alcuni casi il loro avvicinarsi al collasso, e quando questo avviene, molti paesaggi sono distrutti. Le convenzioni e direttive internazionali, come quelle elaborate dall’UNESCO e dal Consiglio d’Europa, sono assolutamente cruciali. Convincere tutti ad aderirvi è purtroppo spesso problematico. Ci sono molte ragioni per questo, ma una delle più

Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra nel video-messaggio inviato alla conferenza UNESCO di Firenze.

importanti è una generale mancanza di comprensione dell’importanza di ciò che è in gioco. Credo che il ruolo chiave della Traditional Knowledge World Bank sarà quello di incoraggiare questa comprensione e rendere la società consapevole dell’impatto a lungo termine di queste disastrose politiche di sfruttamento del nostro capitale naturale e forse portare a una battuta d’arresto. Per farlo, dobbiamo invocare il sostegno attivo del pubblico e il settore privato più in generale, e questo inizia con una visione comune e una mobilitazione locale, cose che possono essere indotte con l’educazione. Ci sono molte iniziative che potrebbero essere lanciate per aiutare a preservare il paesaggio, cose come i piani agro-ambientali, i programmi di gestione delle risorse idriche, la promozione turistica, le reti di vendita dei prodotti, la legislazione per salvaguardare e proteggere l’ambiente, l’istruzione e la innovazione tecnica, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo già: le abitudini tradizionali delle comunità che si sono tramandate per generazioni hanno garantito un equilibrio tra l’umanità e la natura. Ma questi equilibri stanno cambiando sempre più velocemente per gli aumenti della popolazione e l’inarrestabile domanda di crescita e di sviluppo economico. La Romania, un paese al quale m’interesso da tempo, è un ottimo esempio di un luogo dove c’è una grande opportunità per sviluppare un approccio sostenibile supportato da controlli efficaci. In realtà, potrebbe diventare un esempio di eccellenza nella gestione delle risorse naturali. Mi incoraggia molto sapere che ci sono piani per stabilire al più presto il Centro Rumeno per le Conoscenze Locali e Tradizionali. Signore e Signori, le presentazioni e le discussioni a cui tutti voi parteciperete nel corso dei prossimi due giorni coprirà una moltitudine di argomenti che fanno parte del programma mondiale UNESCO. Io posso solo auspicare che possiate avere successo nel vostro lavoro. Sono sicuro che darete un contributo essenziale agli sforzi di tutto il mondo nel salvaguardare il capitale naturale della terra, e non posso sottolineare abbastanza che nulla potrebbe essere più importante per il benessere futuro dei nostri figli e nipoti.

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

Un video- messaggio è stato inviato ai relatori di fama mondiale intervenuti alla Conferenza di Firenze

Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra (lingua originale inglese, traduzione Pietro Laureano)

45


Anno V - settembre/ottobre 2012

Fra lo statista fiorentino e l’erede al trono inglese si sviluppò negli anni ottanta un rapporto basato sui molti interessi culturali condivisi: dall’arte alla storia, dalla letteratura alla sensibilità ambientale

Carlo d’Inghilterra

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

U

46

Nondimeno Spadolini, seduto accanto a Carlo, parlò di arte, di storia, di letteratura. Rimase colpito dalle profonde conoscenze e dalla vastità degli interessi culturali del Principe, sincera e autentica vocazione. I due personaggi, al di là della differenza di età, erano fatti davvero per intendersi. Tant’è che la sera stessa Spadolini mi annunciò con soddisfazione ed orgoglio il desiderio espresso dal Principe di visitare la “casa dei libri” di Pian dei Giullari, in occasione di una prossima visita a Firenze. Purtroppo le drammatiche vicende seguite a quei momenti felici e spensierati non consentirono di realizzare quel progetto, così gradito al Professore, che avrebbe accolto nella “casa dei libri” tanti capi di Stato e di governo, nonché l’Imperatore di Giappone: ma non Carlo. Chissà se il Premio Spadolini Eco and City ed il Patto per la nuova Costituente del Paesaggio consentiranno all’erede al trono d’Inghilterra di recarsi nella casa-museo di Pian dei Giullari, sulle colline fiorentine care a Michelangelo, Guicciardini e Galileo, dove l’inscindibile binomio “paesaggio - cultura” è una concreta, palpabile realtà. Cosimo Ceccuti

I

l Principe di Galles, uomo colto, misurato, austero, ha attraversato le alterne vicende della vita senza lasciarsi intrappolare dalla malinconia. L’erede al trono d’Inghilterra, fra gli innumerevoli impegni, ha trovato il tempo per lanciare un forte messaggio al mondo sulla tutela dei paesaggi e degli ecosistemi. “Per farlo - ha ricordato nel suo video-messaggio, ascoltato con molta attenzione nel corso del simposio UNESCO a Firenze -, dobbiamo invocare il sostegno attivo del pubblico e il settore privato più in generale, e questo inizia con una visione comune e una mobilitazione locale, cose che possono essere indotte con l’educazione. Ci sono molte iniziative che potrebbero essere lanciate per aiutare a preservare e beneficiare del paesaggio, cose come i piani agro-ambientali, i programmi di gestione delle risorse idriche, la promozione turistica, le reti di vendita dei prodotti, la legislazione per salvaguardare e proteggere l’ambiente, l’istruzione e la innovazione tecnica, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo già: le abitudini tradizionali delle comunità che si sono tramandate per generazioni hanno garantito un equilibrio tra l’umanità e la natura. Ma questi equilibri stanno cambiando sempre più velocemente per gli aumenti della popolazione e l’ inarrestabile domanda di crescita e di sviluppo economico”. Il Principe Carlo è un pioniere della tutela dell’ambiente e da anni cura personalmente la tenuta di Highrove nel Gloucestershire, dove ci sono allevamenti biologici e grande attenzione all’eco-sostenibilità. Il figlio maggiore William optò per un matrimonio green con la Principessa Kate, cercando di limitare i consumi, abbattere le emissioni di CO2 e mantenere un atteggiamento responsabile. La tenuta di Highgrove, proprietà del Principe Carlo d’Inghilterra nella contea del Gloucestershire, si raggiunge dopo un viaggio di circa due ore da Londra. Cuore del complesso è una grande villa georgiana costruita nel ’700 da un nobile ugonotto e poi acquistata nel 1980 dal Principe negli anni in cui era appena iniziata la vita matrimoniale con Lady Diana. La villa è circondata da un giardino di ben 300 ettari, curati dal Principe con l’aiuto di un piccolo esercito di giardinieri. A poche miglia si trova una fattoria chiamata Duchy Home Farm, un paradiso della biodiversità: 600 ettari di terreno coltivati a mais, orzo e frumento, oltre che con una cinquantina di varietà di ortaggi biologici. Sui prati pascolano le pregiati bovini Aberdeen Angus, oltre a varie razze di maiali originali inglesi e pecore delle isole Ebridi.

Non solo qui si respira l’aria delle vecchie fattorie inglesi, ma questo è il regno dell’ecosostenibilità e dell’agricoltura biologica: banditi diserbanti e pesticidi chimici, si innaffia solo con acqua piovana filtrata e si concima il terreno con compost derivato dal riciclo degli scarti. Carlo coltiva antiche specie di ortaggi e alberi da frutto della tradizione britannica, alcuni a rischio di estinzione. Anche il paesaggio è stato sempre tutelato negli anni, con il ripristino dell’architettura rurale e dei muretti a secco in pietra locale. Insomma, è il trionfo di una filosofia dell’ambiente di cui il Principe del Galles è sempre stato promotore e fervido sostenitore. The prince who talked to plants, lo aveva soprannominato la stampa inglese: “il principe che sussurra alle piante”.

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE

La tenuta di Highgrove, proprietà di Carlo d’Inghilterra nella contea del Gloucestershire, si raggiunge dopo un viaggio di circa due ore da Londra. Cuore del complesso è una grande villa georgiana costruita nel ’700 da un nobile ugonotto e poi acquistata nel 1980 dal Principe negli anni in cui era appena iniziata la vita matrimoniale con Lady Diana. La villa è circondata da un giardino di ben 300 ettari, curati dal Principe con l’aiuto di un piccolo esercito di giardinieri.

Il primogenito della Regina Elisabetta aveva espresso Il saluto del Professore in omaggio all’ospite (a fianco il Sindaco di Firenze Lando Conti), a Palazzo Vecchio. al compianto senatore il desiderio di visitare la “casa dei libri” di Pian dei Giullari, in occasione di una prossima visita a Firenze, dove l’inscindibile binomio “paesaggio - cultura” è una concreta, palpabile realtà. esploso per l’occupazione da parte dei militari argentini. Ma torniamo ai comuni valori e sentimenti dei nostri personaggi. Il vincolo personale si consolidò a Firenze, nel corso di una visita alla città compiuta da Carlo e Diana a metà degli anni Ottanta. Ad accoglierli, Lando Conti (nella foto in alto), il Sindaco repubblicano così legato a Spadolini, caduto vittima delle brigate rosse il 10 febbraio 1986. Mi piace ricordarlo in questa sede, accanto ad Angelo Vassallo e a quanti sono caduti per avere operato coraggiosamente per un’Italia migliore. Ebbene, Spadolini - Ministro della Difesa - accompagnò il Principe e la consorte (ospitati durante il soggiorno fiorentino da Lord Acton, a villa La Pietra) nella visita a Palazzo Vecchio, conclusa con una cena offerta dal Sindaco. Niente cerimoniale, Lando era fatto così, fiorentino puro, spontaneo e naturale. Davanti alla bistecca alla fiorentina e al vino rosso del Chianti i Principi furono accolti come due giovani amici, ogni formalismo si sciolse fra le battute e l’ilarità nelle quali il Sindaco era maestro, con la straordinaria capacità di mettere tutti a proprio agio, accantonando piacevolmente ogni etichetta.

Il principe dell’ambiente

al servizio di sua maestà la terra

e Giovanni Spadolini, un’amicizia fondata su ideali comuni n rapporto di reciproca stima ha unito Carlo d’Inghilterra a Giovanni Spadolini: fondato sul comune amore per la tutela del patrimonio artistico e ambientale, per la cultura nel significato più ampio della parola. I loro incontri furono piuttosto frequenti nella prima metà degli anni Ottanta, allorchè Spadolini accolse la giovane coppia reale (Carlo era sempre accompagnato da Lady Diana) come Presidente del Consiglio dei Ministri e come Ministro della Difesa nei governi presieduti da Bettino Craxi: a Roma, La Spezia (a bordo della nave scuola “Amerigo Vespucci”), Firenze. Non vi è dubbio che l’amicizia personale fosse favorita dalla forte solidarietà politica che univa l’Italia alla Gran Bretagna, di cui Spadolini era convinto fautore. Basta leggere le memorie di Margaret Tatcher, la lady di ferro primo Ministro inglese in quel periodo, per rendersene conto: la sua stima per lo statista fiorentino è apertamente dichiarata. Spadolini - e la Tatcher non lo dimenticava - non aveva avuto esitazioni a collocare il governo italiano in pieno appoggio a quello britannico in occasione della crisi delle isole Falkland, nel conflitto

L’erede al trono di Inghilterra paladino della tutela dei paesaggi e degli ecosistemi

L.L.

47


Verso un nuovo rinascimento nel ricordo di Angelo Vassallo

In rete

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

per non dimenticare

48

La Rete delle reti a salvaguardia del territorio e del paesaggio. A Pian de Giullari per la sottoscrizione del Patto, finalizzato alla fondazione di una “costituente per la bellezza e il paesaggio” a salvaguardia del territorio, erano presenti delegati provenienti da tutt’Italia. L’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione per perpetuare il ricordo del Sindaco di Pollica e per riaffermare i valori, in cui egli fortemente credeva. Temi di rilevante attualità, che si inseriscono nel dibattito internazionale sui nuovi indicatori di performance orientati alla ricerca di nuovi strumenti complementari (la qualità) o alternativi al PIL (il paesaggio e il territorio sono il migliore investimento e possono contribuire in modo significativo a costruire il Pil del futuro).

I

l 5 settembre 2010 veniva assassinato Angelo Vassallo (Medaglia Spadolini 2011 alla memoria), il Sindaco-pescatore, impegnato per l’ambiente e la legalità, per il riscatto e la valorizzazione del suo territorio. Un agguato rimasto impunito, a distanza di due anni, le indagini non hanno sortito alcun risultato. Il 19 settembre scorso, da Firenze è partita una grande iniziativa a lui dedicata. Si tratta della Rete delle Reti per la tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano. In concomitanza è stato sottoscritto un Patto per attivare un processo di aggregazione finalizzato alla fondazione di una “costituente per la bellezza e il paesaggio” a salvaguardia del territorio. Il progetto, promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, attraverso il Premio Eco and the City e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, è sostenuto dal giovane Sindaco di Pollica Stefano Pisani e dal Sindaco di Bari Michele Emiliano, i due primi cittadini che hanno lanciato un anno fa il manifesto “100 Sindaci per la bellezza e il paesaggio”, al quale stanno aderendo tante altre municipalità dell’intero Paese e organizzazioni territoriali che operano a tutela del paesaggio e dell’ambiente. La manifestazione, inserita come prologo dell’atteso evento planetario (19-21 settembre 2012) per la “proposta di tutela internazionale dei paesaggi”, promosso dall’UNESCO, è stata ospitata in questo angolo suggestivo della collina di Firenze ( Tondo dei Cipressi), tanto caro al fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, nella “Casa dei Libri”. Perché la casa-museo di Giovanni Spadolini, a Pian dei Giullari, è stata scelta per sancire il Patto per la bellezza e il paesaggio ed accogliere il prologo del convegno dell’ITKI UNESCO che avrebbe dato luogo alla “Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio” che sarà diffusa dall’UNESCO in tutto il mondo? Le ragioni sono numerose. Primo, la persona, Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i beni culturali e ambientali nel 1974, che impresse una svolta al concetto di “ambiente”, unendo ai luoghi le persone, il territorio e lo sviluppo umano, il “paesaggio” appunto. Secondo, l’ambiente, inteso come straordinaria congiunzione fra bellezza della natura, arte e cultura. Terzo, ma non ultimo, il comune intento e obiettivo che muove i partners: lo sviluppo sostenibile, nel rispetto del territorio e delle identità tradizionali. E’ il senso profondo del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, con un’ambizione e una prospettiva internazionale, in sinergia con l’ITKI e l’UNESCO ed altri organismi nazionali ed internazionali intergovernativi e associazioni nazionali e non governative. L’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione per perpetuare il ricordo

Il vice Presidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, porta il saluto del Piemonte al simposio.

di Angelo Vassallo e per riaffermare i valori, in cui egli fortemente credeva. I temi della legalità, della tutela e della salvaguardia dell’ambiente e della coesione sociale, condizioni essenziali per la crescita economica e civile di una comunità, tanto cari al Sindaco-pescatore sono stati al centro sia del prologo, sia della Cerimonia ufficiale d’apertura del simposio UNESCO, organizzata dall’ITKI UNESCO, in occasione del 40°Anniversario della World Heritage Convention UNESCO. Commovente, molto sentito e partecipato il ricordo fatto dal suo successore Stefano Pisani, al quale è stata conferita dall’UNESCO la Medaglia Michelangelo, per le buone pratiche del territorio. “Il Sindaco Vassallo - ha detto - ci ha lasciato la volontà di essere il sud che ce la fa. E noi vogliamo continuare sulla scia del suo insegnamento”.

Stefano Pisani, Sindaco di Pollica, ritira la Medaglia Michelangelo conferita dall’UNESCO.

A Pian de Giullari per la sottoscrizione del Patto hanno fatto capolino, a piccoli gruppi, i delegati provenienti da tutt’Italia e numerosi relatori provenienti da tutto il mondo accompagnati da Pietro Laureano, organizzatore del Convegno pomeridiano, rimasti meravigliati dal fascino del luogo, nonostante la giornata grigia e piovosa. Sullo sfondo la cupola del Brunelleschi illuminata da un raggio di sole. Gabriele Florindi, Sindaco di Città Sant’Angelo e il suo vice Fernando Fabbiani, in rappresentanza di Regione Abruzzo (Medaglia Spadolini 2011) son arrivati per primi ai cancelli della villa, poi gli altri alla spicciolata. La Regione Piemonte era rappresentata dal vice Presidente Ugo Cavallera e da Roberto Cerrato, Presidente dell’Associazione Paesaggio Vitivinicolo Langhe, Roero e Monferrato, la Provincia Autonoma di Trento, ed ancora i sindaci del Consorzio dei Comuni Trentini, del Südtiroler Gemeindenverband Genossenschaft e del Friuli Venezia Giulia (questi ultimi rappresentati dall’ANCI e dall’UNCEM) aderenti alla Carta di Primiero, attraverso i delegati Marino Simoni, Stefano Lucchini (UNCEM) e Sergio Chinese, Sindaco di Resia, in provincia di Udine. I responsabili dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino (Angelo Paladino e Domenico Nicoletti), una delegazione di primi cittadini (il Sindaco di Bari Michele Emiliano è intervenuto in video conferenza) che hanno sottoscritto il manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”. La città di Firenze era rappresentata dal vice Sindaco Dario Nardella che ha portato il saluto del Sindaco Matteo Renzi, impegnato nelle primarie del suo partito. La Toscana era altresì rappresentata dai Sindaco di Fiesole Fabio Incantasciato, Bagno a Ripoli, Luciano Bartolini, Rosignano Marittimo, Alessandro Franchi e dal Co.Svi.G. che raggruppa 15 Comuni

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

Anno V - settembre/ottobre 2012

49


50

dell’area geotermia, con il suo direttore generale Sergio Chiacchella. Dalla Lombardia era presente un delegato del Sindaco di Abbiategrasso, il consigliere Comunale Arcangelo Ceretto. Sono intervenuti anche numerosi membri di Res Tipica ANCI, le Associazioni Città di Identità guidati dalla responsabile Gina Di Liegro, le Città Slow con il Presidente Gianluca Marconi, nonchè Sindaco di Castelnuovo né monti, e il direttore dell’Associazione Giorgio Oliveti. Infine il segretario Generale dell’UNPLI, che raggruppa tutte le Pro Loco d’Italia, Gabriele Desiderio e Marco De Vecchi, Presidente della Rete degli Osservatori Paesaggio del Piemonte, che ha sottoscritto il Patto anche a nome degli altri Osservatori Piemontesi. Quest’ultimo ha partecipato anche ad un Panel sul paesaggio, un incontro pomeridiano di lavoro propedeutico all’iniziativa UNESCO. Significativa la rappresentanza dal sud: Salvatore Adduce, Sindaco di Matera, ha ricordato la visita del senatore Spadolini ai Sassi di Matera avviandone in quell’occasione il recupero. Ed ancora: Antonio Radano, Sindaco di Stella Cilento, Giuseppe Del Medico, Sindaco di Sapri, e i rappresentanti del Comune di Teggiano e di Laurito. Il Sindaco di Bari, intervenuto in video conferenza, rivela di aver comunicato al Presidente del Consiglio Mario Monti, nel corso della recente visita a Bari, all’inaugurazione della Fiera del Levante, il progetto “Cento Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”. “La nostra idea di fondo è semplice - ha spiegato - rendere vantaggioso per i privati il ripristino della bellezza del paesaggio e delle città. Servono normative urbanistiche nazionali e regionali che consentano di demolire

le brutture in aree tutelate e, in cambio, di poter edificare, con una premialità in volumi nei territori già costruiti. In questo modo sarebbe il mercato stesso ad attuare il sogno degli ambientalisti di demolire tutte le costruzioni che hanno consumato inutilmente territorio pregiato. Si potrebbe così ricostruire addensando e riutilizzando il suolo secondo normative antisismiche e con attenzione ai moderni metodi per la raccolta dei rifiuti e per il risparmio energetico. Basterebbe poco per mettere in moto un meccanismo di trasformazione urbana,finalmente fondato sulla ricerca della bellezza anche da parte dei privati, senza dei quali l’operazione è impossibile. E sono sicuro che un’azione siffatta costituirebbe un potente volano economico e di immagine per il nostro Paese”. Tra i trenta esperti provenienti da tutti i continenti, invitati alla kermesse, sono rimasti ancora più sorpresi e meravigliati dalla presa di coscienza dei sindaci italiani sul tematiche del territorio, testimoniata da Akane Ninohara dell’University United Nations University e Drissa kananbaye di Mali, come pure tutti gli altri. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia farà da propulsore di questo progetto esclusivo avviato in occasione dei lavori del “The International Protection of Landscapes, A global assessment on the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention”, costruendo una Rete di relazioni internazionali. I proponenti del Patto sono consapevoli che “Il diritto alla bellezza e la tutela del paesaggio costituiscono una delle missioni irrinunciabili della Repubblica italiana, risultato di un’identità millenaria e riconosciuta nel dettato costituzionale”. Insieme potranno svolgere, con il sostegno del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dei suoi strumenti operativi e di comunicazione (Energeo Magazine è l’house organ ufficiale), una funzione di stimolo, propositiva per programmi e progetti condivisi fra una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi e reti di reti, che vedano il coinvolgimento anche di soggetti privati, delle fondazioni bancarie, la collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali con le Università, le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, l’intreccio fecondo tra il mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro. Sarà cura della Fondazione Spadolini Nuova Antologia (Firenze, Pian de’ Giullari), che opera sotto l’Alto Patronato permanente del Presidente della Repubblica, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, in sinergia con l’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International Tra-

La firma di adesione alla Rete delle Reti Angelo Vassallo e la sottoscrizione di un Patto per Bellezza e il Paesaggio.

ditional Knowledge Institute) e dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, svolgere un ruolo di raccordo e sviluppo della Rete, concordando con i sottoscrittori e fondatori del Patto, forme e modi per la costituzione e organizzazione della “costituente per la bellezza e il paesaggio” e della sua operatività. Sono previste giornate di studio e approfondimento in tutto il Paese per promuovere i “laboratori a cielo aperto delle politiche dell’UNESCO”. I media pongono particolare attenzione al progetto, tra l’altro sostenuto dal Tg2 (media partner), a conferma dell’impegno della testata giornalistica di Rai Due nell’avviare campagne di successo per sensibilizzare azioni a favore del territorio e del paesaggio. Temi di rilevante attualità, che si inseriscono nel dibattito internazionale sui nuovi indicatori di performance orientati alla ricerca di nuovi strumenti complementari (la qualità) o alternativi al PIL (il paesaggio e il territorio sono il migliore investimento e possono contribuire in modo significativo a costruire il Pil del futuro). L’ambizioso progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia è perfettamente allineato al programma del simposio internazionale voluto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che ha tracciato, con le sue politiche, la linea a cui si ispirano i progetti dell’ITKI UNESCO (che presto sarà riconosciuto Istituto UNESCO di Categoria 2) con il compito unico al mondo di inventariare e promuovere le conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo e dello stesso UNESCO. L’incontro a Pian dè Giullari è stato di buon auspicio per il Convegno che si è chiuso, come si è visto, con la “Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio” che, lanciata da questa località, simbolo internazionale delle tradizioni e dell’armonia dei luoghi, la città che ha ospitato la firma della Convenzione Europea del Paesaggio, sarà diffusa dall’UNESCO in tutto il mondo. L.L.

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

Anno V - settembre/ottobre 2012

Foto di gruppo di tutti i partecipanti.

51


Anno V - settembre/ottobre 2012

Il Presidente dell’ITKI UNESCO ha scelto la Fondazione Spadolini Nuova Antologia come partner privilegiato per la divulgazione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali e della Convenzione UNESCO sul Paesaggio, un progetto che interessa il mondo intero

Insieme per salvare il paesaggio

Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia.

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

Gli interventi dovranno essere verificati in base alla sostenibilità e alla conoscenza locale, potenziando le comunità e le istituzioni nei processi decisionali. Occorre promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle comunità al fine di garantire il loro sostentamento, preservare le loro risorse, la loro identità culturale e le credenze relative. Un progetto della Fondazione Spadolini dovrà aggregare numerose realtà, sia pubbliche che private, agendo in sinergia con il mondo della scuola, con le Associazioni (UNPLI, Res Tipica ANCI) e con il mondo dell’informazione.

52

D

a Pian de Giullari prende il via un progetto ambizioso finalizzato ad affiancare l’UNESCO e la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali nella realizzazione della nuova Convenzione per il Paesaggio attraverso un approccio partecipato dal basso, affinché i risultati possono rimbalzare agli occhi del mondo intero. Un progetto che dovrà aggregare numerose realtà, sia pubbliche che private, agendo in sinergia con il mondo della scuola, con le Associazioni (UNPLI, Res Tipica ANCI) e con il mondo dell’informazione. Un impegno che dovrà valorizzare il ruolo e l’impegno di ciascuno, operando con un team internazionale di esperti e di appassionati che hanno a cuore le tematiche del Paesaggio: persone che hanno scelto di contribuire alla realizzazione delle iniziative dell’ITKI (Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali) e dell’UNESCO. La cabina di regia è stata affidata alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, attraverso il Premio Eco and the City. Progettualità e concretezza, passione ed impegno costante: queste le parole d’ordine dei promotori. Concetti che costituiscono l’identità stessa della Fondazione, valori grazie ai quali può contribuire a “pro-

durre” un bene più alto, come amava ripetere il senatore Spadolini: “Una moderna politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive della cultura e della società”. Come in ogni iniziativa, il compito è affidato ad apripista convinti (se n’è parlato nella Casa dei Libri in occasione della sottoscrizione del Patto per la Bellezza e il Paesaggio). Il passaparola sta già creando numerosi proseliti, il progetto dovrà essere svolto in sinergia dalla Fondazione e l’ITKI UNESCO, candidato a trasformarsi a breve in Agenzia UNESCO (categoria 2) e le attività sul territorio previste dal programma di lavoro, da qui in avanti, saranno attuate attraverso l’organizzazione di eventi e campagne di sensibilizzazione. Le parole di Pietro Laureano testimoniano l’impegno costante nel costruire, insieme, iniziative innovative a vantaggio del territorio e di interesse pubblico. Il Presidente dell’ITKI UNESCO ha scelto la Fondazione Spadolini Nuova Antologia come partner privilegiato per portare avanti l’impegno per la costruzione e divulgazione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali e della partecipazione dal basso per costruire il percorso verso

la nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio, dando spunto al nostro Paese di proporsi come capofila di un progetto che interessa il mondo intero. Una fiducia riposta senza riserve dopo la sperimentata collaborazione nel recente convegno svoltosi a Firenze: la macchina organizzativa è apparsa ancora una volta efficace, capace di comunicare e far conoscere un evento di interesse planetario. D’altro canto la Fondazione è in grado, in qualsiasi occasione, di mettere in moto iniziative con il patrocinio delle più importanti Istituzioni e i media (in particolare il Tg2 che affianca la Fondazione nel compito di ripensare con gli altri partners un nuovo modello di sviluppo che include cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da considerare come una priorità di un’azione di governo del territorio), mettendo a disposizione la sede prestigiosa di Pian de Giullari. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è costantemente impegnato nella costruzione di una rete di relazioni (anche internazionali), tramite la creazione di progetti, ricchi di contenuti e di valori, legati al territorio.

53


Anno V - settembre/ottobre 2012

Il Consorzio che unisce gli Enti e i Comuni dell’area geotermica ha un ruolo di primo piano nelle attività per la crescita di competitività delle imprese toscane

Una factory Geotermia e sviluppo sostenibile. Tutela del pesaggio e risparmio energetico. Ma anche ricerca e scambio con altri territori virtuosi. Il prossimo dieci dicembre a Piancastagnaio, al convegno sul tema “Il Calore della Terra, conoscere per capire e condividerne l’uso”, sono attesi ospiti internazionali

Piero Ceccarelli, Presidente Co.Svi.G.

54

I

n ogni occasione c’è sempre qualcuno che comincia per primo. Il Co.Svi.G. (il Consorzio che unisce gli Enti e i Comuni dell’area geotermica), alla soglia della ricorrenza dei primi 25 anni di attività, mette in cantiere nuovi progetti per fornire un’offerta ancora più variegata di iniziative sul territorio. Un comprensorio situato proprio nel cuore dell’Italia, tra le province di Grosseto, Pisa e Siena, in un territorio che si riconosce nel Distretto delle Energie Rinnovabili, caratterizzato dai suggestivi pennacchi dei soffioni. In questo cantiere aperto di iniziative con un programma articolato, dopo aver sottoscritto il “Patto per la Bellezza e il Paesaggio” e aderito alla “Rete delle Reti Angelo Vassallo”, si vuole organizzare il primo “laboratorio a cielo aperto delle politiche dell’UNESCO”, per animare occasioni di incontri, dibattito, scambi con altri territori virtuosi aderenti alla Rete delle Reti, e soprattutto adottando le politiche indicate dall’UNESCO. Politiche che, oggi, sono ancora più attuali dopo la Dichiarazione Internazione sulla salvaguardia del paesaggio, declamata lo scorso settembre a Firenze. Il Consorzio, che ha fornito una serie di servizi come partner del “The International Protection of Landscapes” promosso dall’UNESCO e l’ITKI (Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali), prova ad adottare le linee guida che sono emerse dal simposio internazionale . Il Co.Svi.G. non è nuovo a questi primati. La Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili rappresenta un caso unico ed emblematico a livello mondiale di come si possa applicare il concetto di sostenibilità ambientale alla produzione alimentare. “La cosa non sorprende, - dice il Presidente Piero Ceccarelli siamo abituati ad azioni di questo genere sul nostro territorio, in questo caso i protagonisti sono un nutrito gruppo di imprenditori che hanno come priorità l’utilizzo delle energie rinnovabili nei propri processi produttivi e la filiera corta”. La Comunità del Cibo si caratterizza dunque per l’alta qualità e la sostenibilità di produzioni agro-alimentari ottenute con sistemi innovativi. A Torino, lo scorso ottobre, gli agricoltori “custodi della Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili della Toscana”, insieme a Slow Food, hanno dato vita alle iniziative di promozione della rete delle Comunità del Cibo e di Terra Madre. È uno degli innumerevoli progetti, avviati nel lontano 1988, per dare sostegno e vigore alle iniziative degli enti locali delle due aree geotermiche toscane. Il Consorzio ha un ruolo di primo piano, come braccio operativo della Regione Toscana, per lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione delle energie rinnovabili e delle tecnologie ambientali, attraverso la risorsa principale che è la geotermia.

Coltivazione in una serra utilizzata per la produzione di basilico, riscaldata con energia geotermica.

Il Co.Svi.G. ha costituito con gli Enti di Ricerca un ponte, utilizzando la struttura di Energea, tra gli enti pubblici e le imprese nell’ambito del trasferimento dell’innovazione tecnologica. La partecipazione al DTE (Distretto Tecnologico sulle Energie Rinnovabili della Toscana) e al PIERRE (Polo sulle Energie Rinnovabili) consente a Co.Svi.G. di avere un ruolo da protagonista nelle attività per la crescita di competitività delle imprese toscane del settore. Nel corso degli anni l’attività di Co.Svi.G. ha avuto come oggetto la promozione e la realizzazione, di concerto con gli Enti Pubblici Soci, di progetti coerenti con un programma di sviluppo sostenibile del territorio di propria competenza. Tra i progetti di maggior successo il Parco Eolico di Montecatini Val di Cecina (6 aerogeneratori Leitwind da 1,5 MW ciascuno) e l’assistenza ai Comuni di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Castelnuovo Val di Cecina, Santa Fiora nelle fasi di progettazione e realizzazione di impianti di teleriscaldamento geotermico che attualmente servono immobili per circa 1,5 milioni di metri cubi, con circa 5.000 utenze allacciate, per un beneficio ambientale pari a circa 12.100 TEP risparmiate e circa 38.000 tonnellate di CO2 non emessa ogni anno. Tra i progetti futuri sui quali il Consorzio sta collaborando con i Comuni soci è opportuno ricordare lo sviluppo di reti di teleriscaldamento per Chiusdino, Radicondoli, Monteverdi Marittimo e Montieri. Alla luce della nuova normativa in materia di geotermia, Co.Svi.G. è fortemente impegnato nella valorizzazione delle medie temperature e nella promozione di una “filiera geotermica toscana” attraverso la realizzazione di piccoli impianti geotermoelettrici utilizzanti il ciclo binario (ORC). Con questa premessa appare logico credere che il progetto di laboratorio viaggerà su gambe solide e, visti i risultati, sarà funzionale per far confrontare tanti territori che hanno fatto scelte sostenibili diverse per promuovere l’e-

conomia green. Quando un territorio progetta il suo futuro dichiara subito la sua vera identità: è facile che il nuovo modello di sviluppo adottato possa essere confrontato con altre realtà. Non soltanto per far conoscere i propri luoghi per le caratteristiche turistiche, ma anche per il raggiungimento della consapevolezza di applicare nuove formule sostenibili nel rispetto dell’ambiente, della tutela del paesaggio e del risparmio energetico. Ecco perché in questi luoghi suggestivi è nata l’idea di andare alla ricerca dei territori virtuosi che hanno una gran voglia d’identità. Succederà anche il prossimo dieci dicembre a Piancastagnaio, dove sarà organizzato un convegno sul tema “Il Calore della Terra, conoscere per “capire” e condividerne l’uso”, andando oltre i confini nazionali con ospiti internazionali. Anche questo significa fare “laboratorio delle politiche dell’UNESCO”.

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO

di idee innovative

55


UN’ASSOCIAZIONISMO ISPIRATO AI VALORI DELLA COOPERAZIONE L’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini (A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16). Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini: presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi, con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale, sindacale, organizzativo, economico e tecnico; esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consiglio delle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto; rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo, allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado; promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziative e compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso relazioni con enti di ricerca; presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali; promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento per gli Amministratori comunali; attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.

Consorzio dei Comuni Trentini Via Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO Tel. 0461-987139 - Fax 0461-981978 info@comunitrentini.it - www.comunitrentini.it



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.