Biosfera aprile 2017

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APRILE 2017 mensile anno 8 numero 04

Primavera in total Green

redazione.biosfera@edititalia.it

“Questo mi dice un campo luminoso di Primavera: semina la gentilezza, cogli il rispetto, coltiva la serenità”. E’ bello pensare, come sembra suggerirci il celebre aforisma di Fabrizio Caramagna, che le stagioni non siano solo un fenomeno meteorologico, ma uno stato dell’anima; un’occasione per riflettere sulla meraviglia della natura,

sul senso profondo delle nostre azioni, su chi vogliamo essere davvero e che impronta vogliamo lasciare su questo pianeta. A volte basta staccare per un attimo dal chiacchiericcio di fondo della vita quotidiana e immergersi nella pace e nel silenzio della natura, per avere le risposte che cerchiamo ed uscirne rinfrancati.

Questo mese noi di Biosfera celebriamo l’energia di stagione parlandovi di escursioni all’aria aperta, come quelle che potete fare nella Penisola di Boscoforte, fra Ravenna e Ferrara; raccontando di “Treedom” la piattaforma web attraverso la quale si può piantare un albero con un click, di culinary gardening, una nuova professione “green”,

di strategie naturali per mantenere la bellezza e la salute dei denti, dell’amica salvia, che non dovrebbe mai mancare nel nostro orticello e di tanto altro, che non vi anticipiamo, ma che vi lasciamo scoprire. Augurandovi una primavera carica di dolci sorprese vi lasciamo alle pagine che seguono!

dal 1 febbraio al 29 agosto 2017

il tuo supermercato bio

Forlì (FC) viale Italia, 22 - tel. 0543 36560

Ravenna via Faentina, 121 - tel. 0544 502490 - via Panfilia, 66 - tel. 0544 66658

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Comune di Ferrara

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Servizio di ordine pubblico: il mercatino gode della collaborazione volontaria dell’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo

Prossime date previste domenica 28 maggio domenica 25 giugno domenica 23 luglio domenica 27 agosto domenica 24 settembre domenica 22 ottobre domenica 26 novembre domenica 24 dicembre

Piazzola:

€ 50 € 25

(offerta speciale per 1ª e 2ª edizione)


mondo green .3

LAVORARE “GREEN”, ARRIVA ANCHE IN ITALIA IL CULINARY GARDENER Produrre frutta e verdura bio per gli chef: l’esperienza di Davide e Lorena Più conosciuta all’estero, è arrivata anche in Italia la figura del “culinary gardener”, grazie a due giovani modenesi che hanno trasformato la loro voglia di fare qualcosa di “ bello, utile e appagante” in un lavoro. Si tratta di Davide Rizzi e Lorena Turrini che oggi producono frutta e verdura nel loro orto-giardino biodinamico in Toscana a stretto contatto con gli chef al fine di fornire materie prime ad hoc per i loro piatti. “Il culinary gardener è il consulente-produttore personale di uno chef – spiega il magazine online Italia che Cambia (http://www.italiachecambia.org/2017/03/nasceculinary-gardener-ortolano-chef) -. Produttore e chef stabiliscono insieme cosa seminare per poter creare un menù stagionale di verdure e frutti freschi, sani e ricchi di sostanze nutritive e decidono cosa coltivare per conseguire spe-

cifici sapori e profumi ricercati dallo chef. Originari di Modena, Davide e Lorena si occupano di orticoltura biodinamica dal 2010 e oggi svolgono questa professione a tempo pieno presso una società che possiede strutture di pregio dove lavorano due chef stellati. “Una decina d’anni fa”, racconta Davide, “dopo aver trascorso un anno in India come project manager per un progetto umanitario, tutte le nostre certezze hanno cominciato a vacillare. Questa esperienza di vita ci ha segnato profondamente e abbiamo ripensato la nostra vita professionale alla luce di un lavoro che fosse utile e appagante. Da qui la decisione di metterci in gioco e rischiare tutto per raggiungere l’obiettivo di produrre cibo sano, buono e ricco di sostanze nutritive per il corpo e per la mente. Sette anni fa abbia-

mo investito sulla nostra formazione e fatto esperienze di woofing sperimentando diversi metodi di agricoltura naturale. Non è stato facile perché non avevamo alcuna esperienza come contadini. Io sono diplomato al Conservatorio e ho lavorato come insegnante e musicista, mentre Lorena si è diplomata all’Accademia di Belle Arti ed ha lavorato sia come pittrice sia nei settori restauro e turismo”. “Tra le varie tecniche di agricoltura naturale abbiamo scelto di praticare il metodo biodinamico perché è quello che ci ha conquistato con la sua idea di equilibrio, armonia e bellezza applicate alla natura. Dopo l’incontro con gli chef stellati toscani, abbiamo dato il via alla progettazione e creazione dell’orto-giardino biodinamico di Chiusdino e oggi – detto in poche parole – siamo i loro ‘ortolani per-

sonali’”. (…) “Non solo riproduciamo i semi antichi - continuano - ma li rigeneriamo attraverso il metodo biodinamico, seminando con gli influssi del sistema solare e dei pianeti, per portare al cibo maggiori informazioni nutrizionali, vitamine e minerali”. (…) “Ma non è tutto: il nostro ortogiardino biodinamico”, conclude Davide, “è anche un luogo di pace e serenità, nel quale ritrovare il benessere esteriore ed interiore. L’arte e la musica fanno parte integrante dell’orto e aiutano frutta e verdura a crescere in completa sintonia con l’universo. Ci piace l’idea che il cibo ‘nutra’ e non solo ‘riempia’ e che coloro che mangiano questi frutti possano beneficiare anche di un momento di intensa nutrizione spirituale e cosmica”.


4. mondo hi-tech

RICICLO, UNA NUOVA VITA “SMART” PER IL “PHONE” Nel 2020 saranno oltre 6 miliardi i cellulari di ultima generazione nel mondo: la sfida legata al loro riutilizzo Dieci anni di conquiste tecnologiche ma anche, inevitabilmente, una nuova questione legata ai rifiuti. La produzione e lo smaltimento di smartphone hanno avuto un impatto significativo sul nostro pianeta, secondo un rapporto diffuso da Greenpeace Usa, all’inaugurazione del “World mobile congress” di Barcellona. Come spiegano gli ambientalisti in una nota il rapporto “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones” fornisce una panoramica dell’aumento dell’uso degli smartphone in tutto il mondo, a partire dal lancio del primo IPhone nel 2007, e del loro impatto sul nostro pianeta. Il rapporto mostra che dal 2007 sono stati usati per la produzione di smartphone all’incirca 968 TWh,

quasi l’equivalente di un anno di fabbisogno energetico dell’India. I dispositivi contribuiscono significativamente alla grande crescita dei rifiuti elettronici prodotti: si prevede di arrivare a 50 milioni di tonnellate nel 2017. Secondo alcuni dei dati raccolti: dal 2007 a oggi sono stati prodotti 7,1 miliardi di smartphone; solo nel 2014, secondo uno studio della United Nations University, sono stati prodotti 3 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici legati alla produzione di smartphone. Meno del 16 per cento dei rifiuti elettronici globali viene riciclato. Inoltre, solo due modelli su tredici, esaminati come parte delle ricerca da Greenpeace Usa e iFixit, avevano batterie facilmente sostituibili. Questo significa che, quando

la batteria inizia a scaricarsi, i consumatori sono costretti e sostituire l’intero dispositivo. Negli Stati Uniti gli smartphone vengono usati per un periodo medio di 26 mesi (circa due anni); nel 2020 le persone che posseggono smartphone saranno 6,1 miliardi, ovvero circa il 70 per cento della popolazione globale. “Se tutti gli smartphone prodotti nell’ultimo decennio fossero ancora in uso, ce ne sarebbero abbastanza per ogni persona sul pianeta. I consumatori sono spinti a cambiare telefonino così spesso che la media di utilizzo è di soli due anni: l’impatto sul pianeta è devastante”, afferma Elizabeth Jardim di Greenpeace Usa. “Quando si considerano tutti i materiali e l’energia richiesta per realizzare questi dispostivi, la loro

durata e il basso tasso di riciclo, diventa chiaro che non possiamo continuare su questa strada. Abbiamo bisogno di dispositivi che durino più a lungo e, in sostanza, abbiamo bisogno di aziende che adottino un nuovo modello di produzione circolare”. Greenpeace chiede all’intero settore IT di adottare un modello di produzione circolare, in modo da affrontare alla radice molte di queste sfide ambientali. Il rapporto “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones” (in inglese): www.greenpeace. org/usa/smartphones


mondo bio .5

GLI SCARTI ORGANICI DELLE CITTÀ SI TRASFORMANO IN BIOPLASTICHE Un progetto europeo guidato dall’Università La Sapienza di Roma: l’obiettivo è promuovere l’economia circolare Il riciclo e il riuso dei materiali continuano ad essere al centro del lavoro dei ricercatori, in un’ottica di rispetto ambientale e di sviluppo. Sarà La Sapienza di Roma, attraverso il suo Centro Interdipartimentale CIABC, a guidare il Progetto europeo RES URBIS (REsources from URban Bio-Waste), spiega l’Ateneo in una nota. Si tratta di programma di ricerca e innovazione finalizzato a sviluppare una filiera tecnologica innovativa per la valorizzazione integrata dei vari scarti organici di origine urbana (quali i rifiuti municipali e i fanghi di depurazione delle acque reflue municipali). L’obiettivo principale è quello di convertire queste tipologie di

scarti urbani in bioplastiche con applicazioni nei settori dell’imballaggio (film biodegradabili e compositi), della produzione di beni di consumo durevole (quali ad esempio i telai di computer, tablet e telefoni) e del risanamento ambientale (quali materiali a rilascio controllato per la bonifica di falde sotterranee contaminate). Il progetto, presentato il 25 gennaio 2017, è stato finanziato per 3 anni e con circa 3 milioni di euro dalla Comunità europea nell’ambito del programma Horizon 2020 (call 2016-2017) e si inquadra nelle azioni di ricerca e sviluppo specificamente finalizzate a promuovere l’Economia circolare, con il duplice obiettivo di minimizzare

i quantitativi di rifiuti da smaltire in discarica e di ottenere nuovi prodotti bio- ed eco-compatibili usando gli stessi scarti come risorse rinnovabili alternative al petrolio. Come sottolineato da Mauro Majone, coordinatore del progetto, “il potenziale impatto applicativo di RES URBIS è molto elevato se si pensa che più di 300 milioni di europei vivono in aree urbane o metropolitane e che ognuno di questi abitanti europei produce in media ogni giorno più di 100 grammi di sostanza organica di scarto, il cui recupero e valorizzazione è attualmente piuttosto limitato; sono quindi evidenti le positive ricadute ambientali, eco-

nomico e occupazionali che possono derivare dalla messa a punto di tecnologie innovative che consentano la trasformazione di quest’enorme flusso di materiale organico in prodotti utili e con effettivo valore di mercato. Allo stesso tempo, il progetto punta a sviluppare tali tecnologie in modo da consentirne l’integrazione con la riqualificazione di impianti tradizionali per la depurazione delle acque e/o il trattamento dei rifiuti”. Per conseguire quest’ambizioso obiettivo, all’iniziativa partecipano 21 partner, che includono università, imprese, associazioni e amministrazioni pubbliche provenienti da 8 paesi europei.


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mondo animali .7

VACCINO O NON VACCINO … PARLIAMONE La domanda che spesso ci pongono i proprietari è: “questo vaccino è da richiamare?. E quando?”. La risposta non è poi così scontata! Sappiamo come gli anticorpi materni assunti dal nascituro con il colostro rimangano attivi per le prime settimane di vita, per dissolversi con il trascorrere dal tempo fino ad essere insufficienti ad assicurare un’adeguata protezione fra l’ottava e la decima settimana, periodo in cui gli stessi potrebbero interferire con la vaccinazione. Che fare allora? Parliamone. Il vostro Veterinario di fiducia, sulla base del luogo di provenienza, del periodo post-natale del cucciolo, dei parametri ambientali, epidemiologici e della possibilità del vostro pet di venire in contatto con virus e/o batteri vi proporrà un piano di vaccinazione personalizzato. Ad esempio, un cane che vive in città difficilmente contrarrà la leptospirosi, così come una gatta ste-

rilizzata che vive in appartamento è molto improbabile che venga in contatto con il virus della leucemia infettiva, mentre potrebbe essere opportuno vaccinare contro la Panleucopenia, Rinotracheite e calicivirosi, stabilendo di seguito se e quali vaccini richiamare. Parvovirosi, Cimurro ed Epatite infettiva nel cane, sono considerate malattie per le quali consigliare la vaccinazione. Per Parainfluenza, Borreliosi e Leptospirosi sarebbe opportuno considerare (prima di vaccinare) le condizioni epidemiologiche e ambientali in cui vive il cucciolo. Si intuisce quindi come vaccinare nel modo corretto e nel rispetto del benessere animale non sia per niente semplice come spesso si pensa, perché non si tratta solo di fare una puntura. Al di là del-

le polemiche, la vaccinazione ha il compito di provocare nell’organismo ricevente la produzione di anticorpi specifici per uno o più agenti patogeni, manifestando in tal senso un’azione protettiva. Premesso quindi che nessuna vaccinazione è obbligatoria, tranne quelle previste dalla legge richieste per il rilascio del passaporto (es. Rabbia) o da strutture idonee a ospitare i nostri amici (pensioni, mostre ecc), è il medico veterinario a decidere il da farsi anche nei confronti di altre malattie virali e/o batteriche. E il “test del titolo anticorpale” di cui tanto si parla? Come funziona? È attendibile? Si pone una goccia di sangue o siero su una superficie contenente antigeni che (se presenti) legheranno con gli anticorpi del cuccio-

lo: la lettura di una scala di colori associata a valori di riferimento ci indicherà la positività o negatività del test (o “kit anticorpale”). Ma il dato rilevato ci consente veramente di valutare l’adeguata copertura anticorpale nei confronti delle malattie che abbiamo testato? E possiamo assumerci con assoluta certezza la responsabilità di non vaccinare se il test è positivo? A tal proposito i pareri sono alquanto discordanti, ecco perché sulla base di quanto detto in queste poche righe, se si decide di vaccinare è indispensabile rivolgersi ad un medico veterinario. Dottoressa Carla Ricci Medico Veterinario a Milano Marittima Cervia (RA)


8.

mondo psiche

SUPERA GLI ATTACCHI DI PANICO CON I 10 CONSIGLI DELLO PSICOTERAPEUTA Una persona su tre li sperimenta almeno una volta nella vita

Il cuore che batte forte, la sensazione di non riuscire a respirare a sufficienza, un dolore pulsante al petto: chi ha provato almeno una volta un attacco di panico conosce bene i “sintomi” caratteristici del suo passaggio. Anche perché non si dimenticano facilmente. La paura arriva all’improvviso, quando il panico entra nella nostra vita non siamo mai pronti. È normale che sia così. Entra nelle nostre giornate stravolgendole e cambiandole per sempre, o così crediamo, perché, in realtà, con l’aiuto di un esperto si può guarire. La forza di cui abbiamo bisogno è dentro di noi. “Di solito, gli attacchi di panico iniziano con qualche sintomo fisico – spiega il dott. Giovanni Porta, psicotera-

peuta di orientamento gestaltico attivo a Roma e Milano -. Più i sintomi fisici si intensificano più l’angoscia e la paura crescono, diventando autentico terrore: si teme di morire, di impazzire o di non tornare mai più alla normalità. Sono attimi che durano millenni, e che lasciano profondi segni anche una volta passati. Infatti, chi soffre di attacchi di panico spesso comincia a vivere nel terrore che ritornino, alimentando un circolo vizioso di “paura della paura” che fa rintanare sempre più la persona in situazioni protette, note, conosciute, sicure (almeno in teoria)”. Nel corso della propria vita un individuo su tre ha sperimentato almeno un episodio di panico o ansia sotto forma di attac-

co senza che vi sia stata, successivamente, un cronicizzazione. In un 30-40% delle persone sparisce spontaneamente. In un altro 30% si ha la remissione con la terapia specifica, ma ci possono essere ricadute. Per un altro 30% circa occorre una terapia più prolungata. Perché il mondo di chi soffre di attacchi di panico diventa sempre più piccolo? Chi ne soffre inizialmente mette di atto delle strategie di autodifesa per non incorrere più nella paura. Si inizia ad evitare i luoghi dove si sono verificati, complicandosi la vita all’inverosimile. Abbiamo paura che gli attacchi di panico ritornino. L’attesa diventa un inferno. La paura ci fa tornare bambini: ci sentiamo fragili, indifesi.

Cosa fare per guarire? Non si guarisce con uno schiocco di dita, ovviamente. Non si raggiunge la felicità senza fare nulla: stare a letto non serve, né girare intorno ai propri problemi, occorre affrontarli, creando, mattone dopo mattone, il proprio percorso personale. “Sia nella pratica clinica, che nella mia esperienza personale, ho notato un profondo legame tra lo sviluppo degli attacchi di panico e la difficoltà delle persone che ne soffrono ad esprimere la propria aggressività. – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta - È come se tutta la rabbia non espressa sovraccaricasse la persona, ed esplodesse a volte in maniera incontrollata generando gli attacchi di panico (e spesso,


mondo psiche

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APPUNTAMENTI FIERA DELL’ASPARAGO

DAL 22 APRILE AL 1°MAGGIO MESOLA (FE)

proprio restando negli ambienti che si considerano sicuri, con le persone di sempre, si creano le condizioni che ne facilitano il ripetersi). Esprimersi, farsi valere, dichiarare apertamente ciò che si sente e che si pensa è vissuto come troppo pericoloso, e perciò evitato in ogni modo. Molte persone smettono addirittura di ascoltare ciò che sentono (in particolare la rabbia per le ingiustizie subite, il dolore per i desideri irrealizzati) e da fuori appaiono in una pacifica quiete. Purtroppo, è solo un’apparenza, e appena si va a scavare emergono con forza le emozioni che cercano in ogni modo di non provare: rabbia, odio, disperazione, frustrazione, colpa, dolore. Gli attacchi di panico di solito migliorano quando si smette di dirigere la propria aggressività verso se stessi invece che verso il mondo esterno per ottenere ciò che si desidera, quando si decide di convivere con la paura del fallimento invece di evitare di vivere pur di non provarla”. In questo senso l’aiuto di un esperto per qualche mese è essenziale, ma cosa fare da subito? 10 consigli da mettere in pratica subito per chi soffre di attacchi di panico: 1. Imparare a conoscerli, divenire consapevoli delle varie fasi (insorgenza, apice, decrescita) e del fatto che non sono mortali né infiniti. Imparare ad osservarli come si osserva un temporale fastidioso, sapendo che finirà e, grazie a questa convinzione, provare a conviverci. Per migliorare la capacità di osservare le proprie sensazioni con un po’ di distacco, può risultare utile apprendere le basi della meditazione. 2. Comprendere che gli attacchi di panico sono solo un sinto-

mo, e dunque non costituiscono il vero problema. Il vero problema è ciò che li causa, cioè la propria insoddisfazione esistenziale. Agire su di essa costruendo degli obiettivi raggiungibili. Chiedere, se serve l’aiuto di un professionista. 3. Quando si percepisce che stanno per insorgere degli attacchi di panico, invece di subire passivamente le sensazioni fisiche spiacevoli che si stanno provando, fare qualcosa di concreto: muoversi, camminare, oppure raccontare a un amico ciò che si sta vivendo, mettere in atto delle tecniche di rilassamento e non farsi troppe paranoie. 4. Dedicarsi ad attività artistico-espressive: teatro, canto, pittura, movimento, scrittura. Qualsiasi cosa permetta di dare voce ai propri vissuti interiori. Molto utili in questo senso le principali artiterapie, in particolare la teatroterapia, perché permette di sperimentare in un gruppo protetto nuovi modi di comportarsi. 5. Trovare il coraggio di mandare a quel paese chi lo merita. 6. Definire amici solo le persone di cui ci si può realmente fidare. 7. Condividere con gli amici le proprie problematiche, e chiedere loro aiuto in caso di bisogno. 8. Imparare a convivere con la propria paura e a fare figuracce, se sono funzionali al raggiungimento di qualcosa che davvero si desidera 9. Parlare con persone che hanno avuto attacchi di panico e che li hanno risolti 10. Diventare consapevoli che gli attacchi di panico guariscono.

La rinomata Fiera si colloca tra i più importanti appuntamenti primaverili del territorio. Un’occasione per conoscere l’enogastronomia tipica, tra cui ovviamente l’asparago, prodotto principe del Mesolano, ma anche il vino delle sabbie, i salumi, i formaggi, il riso, le zucche, ed ovviamente visitare i diversi stand che propongono degustazioni gratuite di prelibatezze. In tutta la Piazza Santo Spirito sarà allestito un grande punto di ristorazione con prodotti tipici locali e non per offrire a tutti degustazioni enogastronomiche di ricette legate all’asparago come il risotto, la frittata e perfino il dolce all’asparago. Faranno da cornice mostre, visite guidate a piedi, in barca o in bicicletta sui territori dell’asparago; mercatini tematici, mercatino dei fiori e del giardinaggio, mostra di macchine agricole e per la gioia dei bambini trenino panoramico, mongolfiere e luna park. La festa si svolge sia nelle strade e piazze del borgo che all’interno dei locali del Castello Estense, estendendosi nelle zone circostanti: è possibile, infatti, inoltrarsi in passeggiate diurne e notturne con guida alla Riserva Naturale del secolare Gran Bosco della Mesola, tra Lecci, Olmi, Frassini, Pioppi e Pini ed un ricco e profumato sottobosco; escursioni in motonave sul Po di Goro. Per info: www.prolocomesola.it

SAGRA DEL PINOLO

25 APRILE E DAL 29 APRILE AL 1°MAGGIO PINETA DI CLASSE – PARCO 1°MAGGIO (RAVENNA) Nella splendida cornice verde della Pineta di Classe si svolge l’annuale Sagra del Pinolo. Stand gastronomici e specialità al sapore di pinolo celebrano, insieme a mostre, mercatini ed esibizioni di tiro con l’arco, questo prodotto naturale che sin dal 1700 viene apprezzato per i suoi effetti medicamentosi. Un tempo la raccolta delle pigne iniziava a partire dall’autunno; in primavera venivano stese sulle aie delle pinete prima di essere battute con le mazze e infine il sole estivo o il fuoco completavano l’opera, aprendole e lasciando uscire il prelibato seme che diffondeva un piacevole profumo resinoso. A cura del Comitato Cittadino e della società sportiva “Fosso Ghiaia” in collaborazione con il Comune di Ravenna. Partecipazione gratuita. Per info: www.turismo.ra.it

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEGLI AQUILONI

DAL 27 APRILE AL 1°MAGGIO PINARELLA DI CERVIA Dal 1981, ogni primavera, il festival attira in Italia i più spettacolari artisti del vento dei 5 continenti che, consacrando Cervia “capitale dell’aquilone”, teatro ideale di un grande incontro multietnico, ne trasformano per 10 giorni il cielo in un mirabolante circo di colori: è la festa della fantasia e della fratellanza fra i popoli che, fondendosi nell’abbraccio di in un’eterogenea comunità artistica, celebrano la filosofia della pace, l’elogio della creatività e il rispetto della natura. Oltre ad offrire una panoramica completa sulle diverse discipline dell’aquilone, e ad introdurre per la prima volta il pubblico italiano alle curiosità delle sue più remote tradizioni, il Festival ha metabolizzato in maniera del tutto originale l’energia creativa dei suoi protagonisti: in totale sintonia con lo spirito di libertà che l’aquilone rappresenta, gli organizzatori hanno scelto di consegnare alla spontaneità del fare artistico anche il destino della loro creatura che ha assunto nel tempo le sembianze di una grande performance. Il Festival Internazionale dell’Aquilone di Cervia è infatti un corale work in progress, un’opera aperta che ha per cornice il cielo e che parla anche il linguaggio della musica, del teatro, della danza, della pittura e della scultura. Per informazioni: www.festivalinternazionaleaquilone.com


10. mondo salute

DENTI PIÙ BIANCHI E SANI? FACILE COME BERE UN BICCHIER D’ACQUA Ecco perché l’idratazione è così importante per la salute dentale Un sorriso più bello e più sano? Possiamo ottenerlo bevendo più acqua. Questo grazie ai preziosi elementi in essa contenuti. La conferma di tutto ciò arriva dagli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino: elementi come il calcio e il fluoro, infatti, possono essere considerati preziosi alleati del nostro sorriso. Oltre ad osservare le risapute regole di igiene orale, per prenderci cura dei nostri denti è importante quindi fare attenzione a quello che beviamo, abbandonando alcune cattive abitudini. “Il fumo e il vino rosso, thè e caffè possono favorire l’ingiallimento del nostro sorriso. Anche alcune bevande acide, se consumate in eccesso, possono avere un effetto erosivo e danneggiare lo smalto dei nostri denti – afferma Professor Umberto Soli-

mene, dell’Università degli Studi di Milano, membro dell’Osservatorio Sanpellegrino, Presidente FEMTEC, Federazione Mondiale del Termalismo -. L’acqua, bevanda d’elezione per il nostro benessere psico-fisico, è particolarmente indicata anche per mantenere sani i nostri denti. Grazie a calcio e fluoro, favorisce infatti un incremento dei valori medi del PH salivare, garantendo una maggiore protezione alla nostra dentatura”. Calcio e fluoro sono quindi in grado di favorire il sano sviluppo dei denti, ma non solo: rafforzando lo smalto, possono contribuire a rendere il colore che percepiamo dei nostri denti più o meno bianco. Lo smalto è, infatti, costituito per il 96% da composti di calcio, il cui fabbisogno quotidiano varia

in base all’età ed alle condizioni fisiologiche da 0,5 a 1,5 grammi al giorno. La quantità ottimale di fluoro è invece di 0,7 mg/l ed è noto soprattutto per il ruolo svolto nella prevenzione della carie dentaria. “L’acqua, senza apportare calorie, contribuisce a garantire al nostro organismo il raggiungimento della quota giornaliera ottimale di calcio. Bevendo quotidianamente 1,5 l di acqua ricca di calcio è possibile assumere oltre il 30% del fabbisogno giornaliero di questo elemento. L’acqua – prosegue il professor Solimene – contiene, oltre al calcio, la giusta dose di fluoro che può contribuire a prevenire carie dentali, soprattutto nei bambini e nei ragazzi fino a 14 anni. Un corretto apporto di fluoro è importante ancor prima

della nascita, perché è nel feto che si forma la prima impronta del dente. Per questo motivo acque con un adeguato contenuto di fluoro sono indicate anche per le donne in gravidanza, ma nelle giuste dosi e senza mai esagerare. Per questo motivo sarebbe importante bere un’acqua con un contenuto di fluoro superiore a 1,5 mg/l solo per periodi brevi e non continuativamente”. In conclusione oltre alle buone regole di igiene orale, anche una corretta idratazione può aiutarci a mantenere in salute in nostri denti, così che, in occasione del prossimo selfie, potremo sorridere senza nessuna preoccupazione… non sarà necessario nessun “filtro” per modificare la foto prima di mostrarla agli amici!


mondo ecologia .11

FORMA E SALUTE A COSTO ZERO CON LE MAPPE DELLA “MOBILITÀ DOLCE” L’iniziativa di Legambiente in Emilia-Romagna concilia ecologia e benessere

L’inquinamento dell’aria del bacino padano continua a preoccupare. “L’Emilia Romagna ad inizio febbraio ha attraversato i giorni più critici degli ultimi 10 anni – spiega in una nota stampa Legambiente - registrando valori medi di PM10 che hanno raggiunto i 250 µg/m3”. In attesa dell’applicazione di misure strutturali da parte di Ministero, Regione e Comuni L’Associazione ambientalista ha presentato una guida per invitare i cittadini a scegliere mezzi alternativi all’automobile per i loro spostamenti in città e così inviare agli amministratori un segnale chiaro e preciso di quale modello di città devono farsi carico. Le mappe pedonali ‘PasseggiAMO’ (redatte per ogni città

capoluogo di provincia) mostrano, dati alla mano, come sia possibile spostarsi all’interno dei centri storici delle nostre città in modo più comodo, economico e sano rispetto all’utilizzo dell’automobile. Strutturate in modo da collegare i principali luoghi di interesse all’interno dei centri storici, le mappe valutano infatti le tempistiche dello spostamento a piedi, la presenza di eventuali parcheggi scambiatori e il loro collegamento con la città. Sono inoltre riportati i tempi di percorrenza in bici, la CO2 risparmiata e le calorie consumate per gli spostamenti a piedi, sottolineando così il valore ‘motorio’ di questa attività e la sua importanza per mantenersi in salute ‘a costo zero’. “Prima dell’avvento dell’automo-

bile - spiega Legambiente -, le città erano progettate ‘a misura d’uomo’: servizi concentrati in un’area ristretta, al fine di consentire pratici spostamenti casa-lavoro, evitando così un’eccessiva estensione dell’ambiente urbano. L’industrializzazione e la diffusione del mezzo di trasporto privato motorizzato ha sostituito la ‘mobilità dolce’ portando ad inevitabili modificazioni nell’assetto urbanistico dei nostri centri urbani, in particolare attraverso la dispersione dei servizi e delle zone residenziali, con l’aumento delle distanze da percorrere. Fortunatamente i centri storici dei capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna hanno mantenuto una struttura pre-industriale favorendo una mobilità pedonale o

ciclabile, che consente il raggiungimento di diversi punti in poco tempo”. Per domenica 5 marzo Legambiente ha organizzato nelle città capoluogo di provincia camminate e pedalate alla scoperta del territorio: l’obiettivo è stato quello di coinvolgere i cittadini in una riflessione sulle conseguenze della scelta dell’automobile rispetto all’utilizzo di altri mezzi. In occasione di questa giornata sono state distribuite a tutti i partecipanti le mappe delle città interessate (Ravenna, Bologna, Parma, Piacenza), scaricabili anche dal sito di Legambiente (http://www.legambiente.emiliaromagna.it/2017/03/03/passeggiamolemilia-romagna-le-mappepedonale-delle-nostre-citta/).


12. mondo salute

SALVIA. UNA PIANTA, MILLE VIRTÙ Al massimo del suo potere in primavera e in estate: ecco come può essere usata “Perché un uomo dovrebbe morire quando la salvia cresce nel suo giardino?”: la celebre frase è della Scuola Medica Salernitana - la prima e più importante istituzione medica dell’Europa medioevale che ne studiò le interessantissime proprietà salutistiche, conosciute già dagli antichi. “La salvia è innanzitutto una pianta ad azione tonica e un vitalizzante dell’intero organismo – spiega mangiosano.org, progetto a cura di Lega Consumatori e Acu, sede regionale della Lombardia - dallo stomaco (digestiva) all’intestino (antidiarroica) ai reni (diuretica e disinfettante), dai polmoni (espettorante e antiasma) alla pelle (cicatrizzante, antisudorante) e ai denti (le foglie fresche strofinate sui denti li puliscono e rinforzano le gengi-

ve), dal sistema nervoso (blando stimolante) a quello circolatorio (stimolante e regolarizzante); le uniche controindicazioni riguardano le donne che allattano (può far cessare il flusso di latte) e i soggetti molto ansiosi ed esuberanti che non traggono giovamento dalla salvia”. Per sfruttarne i benefici la si può utilizzare per cucinare, se ne può bere l’infuso o usarla sotto forma di olio essenziale. Di questa pianta esistono almeno tre tipi, tutti riconducibili alla specie Salvia officinalis appartenente alla famiglia delle Labiate: il tipo “latifolia” a foglia larga e oblunga, che si ritrova più comunemente anche per la praticità di impiego delle foglie adatte ad esempio per spiedini; il tipo “lavandulifolia” a foglia stretta e allungata, le cui foglie sono di solito più ricche di

composti aromatici; il tipo “crispa” che presenta foglie leggermente arricciate. La raccolta delle foglie si effettua tutto l’anno, ma gli arbusti producono foglie più intensamente profumate nel periodo primaveraestate. Per i criteri di scelta occorre fare riferimento agli aspetti estetici e odorosi; in base ai primi è consigliabile scegliere foglie o rami non avvizziti, integri e puliti, mentre i secondi suggeriscono di preferire le foglie più odorose in quanto più fresche. Conservazione In casa la salvia si conserva bene per parecchi giorni in frigorifero, dove però è opportuno tenerla isolata dagli altri alimenti mettendo le foglie in un sacchetto di plastica. Per conservazioni più lunghe, dell’ordine di qualche

settimana-mese, la salvia può essere congelata: è sufficiente staccare le foglie delicatamente dal rametto, lavarle e asciugarle prima di metterle nel congelatore in uno strato sottile; non è necessario scottarle, anche se questa operazione assicura una durata più lunga, in quanto la scottatura fa perdere alcuni principi odorosi e alcune proprietà benefiche. Proprietà La salvia è dotata di proprietà antiossidanti: protegge i grassi dall’irrancidimento, soprattutto se miscelata ad altre erbe aromatiche come il rosmarino, ma questa proprietà è inattivata da un trattamento termico come la cottura o la scottatura. La salvia essiccata perde buona parte dell’aroma e del potere antiossidante.


mondo gusto .13

LA RICETTA LINGUINE AL PESTO DI SALVIA INGREDIENTI - 320 grammi di linguine - 20 foglie di salvia - olio d’oliva - sale - pepe - 70 grammi di mandorle - tre cucchiai di parmigiano - tre cucchiai di pecorino - mezzo limone

PREPARAZIONE Per prima cosa lavate bene le foglie di salvia e mettetele ad asciugare su un canovaccio o su carta assorbente da cucina. Fate tostare le mandorle per qualche minuto in una padella con poco olio d’oliva poi tritatele in un mixer insieme al parmigiano e al pecorino. Dopo che avrete ottenuto un pesto cremoso e senza grumi regolate di sale e pepe. Cuocete le linguine in una pentola dove avrete portato a bollore acqua leggermente salata e tenete da parte un mestolo di acqua di cottura che andrete ad aggiungere al pesto. Scolate la pasta al dente e conditela con il vostro pesto. Il piatto può essere gustato sia caldo che freddo ed eventualmente decorato con qualche fogliolina di salvia e spicchi di limone.


14. mondo solidarietà

IL WEB È GREEN SE… PIANTI UN ALBERO CON UN CLICK Il progetto si chiama Treedom: grazie ad esso ci sono 290mila nuovi alberi in Africa, America Latina e Italia Piantare un albero, aiutare chi ha bisogno e compensare le nostre emissioni di CO2, e tutto questo con un click. È impossibile? No, è Treedom! Treedom è una piattaforma web italiana fondata nel 2010 da Federico Garcea e Tommaso Speroni e permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online. A spiegarlo è il magazine on line “Italia che Cambia” (http://www.italiachecambia.org/2017/02/treedompiantare-donare-un-albero/). Ogni albero viene geolocalizzato e visualizzato su una mappa all’interno del sito di Treedom, da dove lo si può vedere crescere grazie al lavoro dello staff di Treedom che periodicamente lo fotografa e aggiorna la pagina dell’utente.

Si possono piantare varie specie di alberi, dal Barbados Nuit del Malawi, passando dal Limone italiano fino al Beechwood in Senegal, solo per fare pochi esempi: i prezzi vanno dai 5,90 fino ai 29,90 euro. Gli alberi vengono piantati sempre da chi ha bisogno dei loro frutti, ossia cooperative locali o contadini che se ne occupano per la propria autosufficienza alimentare oppure per lo sviluppo di imprese del territorio. Lo scopo di questa iniziativa continua Italia che Cambia - è anche far riflettere sul nostro impatto ambientale: con un apposito calcolatore presente sul sito possiamo calcolare quanta Co2 emettiamo durante la nostra giornata e quanto riusciamo a compensare

le nostre emissioni piantando un albero. Oltre ai privati, c’è anche la possibilità per le aziende di avere alcune soluzioni per raggiungere gli obiettivi di responsabilità sociale. Treedom, infatti, si occupa, di piantare alberi a nome di vari brand creando così “foreste aziendali”. Ogni albero, anche in questo caso, può essere seguito online e personalizzato con il logo ed il messaggio che si reputa più opportuno. L’idea di Treedom è nata dall’esperienza dei due fondatori, Federico Garcea e Tommaso Speroni, in un progetto di cooperazione in Camerun: si erano, infatti, resi conto di quanto l’emergenza deforestazione fosse reale in quel paese. Oggi grazie al loro lavoro e a quel-

lo di altre diciassette persone del team di Treedom, dal 2010 sono stati piantati duecentonovantamila alberi in Africa, America Latina e Italia. Grazie a questo modello di business, Treedom è una Benefit Corporation certificata dal 2014. Non ci resta che andare sul sito di Treedom ed esplorare le varie possibilità offerte: ricordandoci che “c’è un eschimese in mezzo ai ghiacci, un beduino in pieno deserto e un polinesiano in alto mare. Tutti e tre stanno piantando un albero. La mission di Treedom è far sì che questa non sia una barzelletta.”


mondo viaggi slow .15

NELLA CAMARGUE ITALIANA, FRA FENICOTTERI E CAVALLI Il fascino della Penisola di Boscoforte Definita come uno dei “luoghi più spettacolari di tutto il Delta del Po”, la Penisola di Boscoforte, tra le Valli Fossa di Porto e Lido di Magnavacca, a cavallo fra le province di Ferrara e Ravenna – in prossimità dell’abitato di Sant’Alberto - è una lingua di sabbia lunga circa 6 chilometri ricca di stagni e canali. Ambiente naturale di grande fascino e interesse, essa è tornata ad essere fruibile – nel 2016 - grazie a un nuovo accordo fra il presidente del Parco del Delta del Po, Massimo Medri e la società privata proprietaria dell’area. Grazie a tale accordo, l’Ente Parco può garantire l’accessibilità dell’area a scopo di turismo naturalistico, birdwatching e “biowatching”, consentendo l’ingresso attraverso visite guidate. Al suo interno vivono allo stato brado numerosi esemplari di Ca-

valli Delta/Camargue. “L’avifauna è ricchissima - come spiega il portale dell’ufficio informazione e accoglienza turistica di Ravenna (www.turismo.ra.it) - : si tratta di un luogo privilegiato per la nidificazione e la sosta di volpoche, avocette, spatole e fenicotteri. La vegetazione prevalente è, invece, costituita da alberi di tamerici e da altre specie tipiche di boschi igrofili come il pioppo bianco, il salice bianco e l’olivello spinoso”. “Boscoforte rappresenta l’antico cordone litoraneo etrusco che, fino al XVIII secolo, correva ininterrotto da Sant’Alberto fino a Casone Caldirolo per una lunghezza di circa dieci chilometri dividendo completamente Fossa di Porto dalla Valle Lido di Magnavacca – illustra il sito internet del parco del Delta del Po Emilia Romagna, parcodeltapo.it - La

sua residua parte settentrionale è stata sommersa dall’acqua per subsidenza e fenomeni erosivi e di essa rimangono soltanto pochi dossi e qualche piccolo argine mantenuto artificialmente. L’area di Boscoforte è stata storicamente utilizzata per attività agricole e di acquacoltura. Negli anni ‘80 sono stati effettuati interventi di ripristino ambientale con la ricostruzione dell’ambiente di duna, nel tempo livellato per fini agricoli. Fino alla metà degli anni ‘90 era sede di attività di acquacoltura intensiva; la circolazione idraulica è basata su sifoni di presa a Reno e le acque escono nelle Valli di Comacchio o vengono pompate in Reno. Gli specchi lacustri all’interno della penisola sono d’acqua dolce o debolmente salmastra, le aree ai margini a contatto con le Valli aperte presentano

caratteristiche di acqua salmastra. Oltre alla vegetazione alofila tipica delle Valli di Comacchio, Boscoforte presenta, in conseguenza delle prese d’acqua dal Reno, anche vegetazione palustre di acqua dolce. Nei laghetti interni sono, infatti, presenti comunità di idrofite sommerse in acque salmastre, a diverse profondità, sono presenti sviluppati canneti di taglia elevata dominati da canna di palude, mentre nelle aree più rilevate sono presenti arbusteti. Le zone centrali della penisola, altamente antropizzate, presentano fitocenosi eterogenee con aspetto di prateria a prevalenza di specie annuali”. Per Informazioni sui periodi di apertura e prenotazioni: Museo NatuRa - Sant’Alberto (Ra): (+39) 0544.529260 - 528710. Email: natura@atlantide.net - infonatura@comune.ra.it

Mensile omaggio e/o abbinamento gratuito - Biosfera,mensile di sviluppo sostenibile - EDITORE: Edit Italia s.r.l - Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Mail info@edititalia.it - Concessionaria: Publimedia Italia S.r.l.- Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Ferrara, Viale Cavour n.21-Tel.0532.200033 - Mail: info@publimediaitalia.com – Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1343 dell’ 11/01/2010 Direttore Responsabile: Gian Piero Zinzani - Stampa CSQ (BS) - Biosfera offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia S.r.l. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art.21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. QuantoinviatoallaRedazione,anchesenonpubblicato,nonverràrestituitoalmittente.Perl’inviodelmaterialel’indirizzoèinfo@edititalia.it-Èvietatalariproduzionetotaleoparzialedifoto,marchietesti.Copyright,tuttiidirittisonoriservatiadEditItaliaS.r.l. Immagini:archivioeditoriale,fotografivari,acquistatesuwww.shutterstock.com.



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