LUGLIO 2013 mensile anno 4 numero 7
Abbandonati e contenti a pag. 3
Liscio come il
gelato
Alghe Guarda
a pag. 4
luminose a pag. 5 l’uccellino! a pag. 6 Viaggiatori al verde a pag. 7 Lungo il fiume a pag. 8, 9 Pulizie d’estate a pag. 13 Sotto il sole
di luglio a pag. 15
Aria di vacanza
redazione.biosfera@edititalia.it
Aria di vacanza alle porte! In questo numero vogliamo suggerire qualche itinerario a chilometro zero ( o quasi) per godere di una vacanza a basso impatto ecologico ed anche economico. Si parte dal Parco del Delta del Po in Veneto, dove la natura incontaminata fa da cornice ad escursioni suggestive ed interessanti, che includono sedute di pesca e cene a base di quello che ha…. abboccato. Per chi all’acqua preferisce la collina o la campagna, il 17 giugno
nasce una nuova alleanza fra Terranostra, associazione agrituristica di Coldiretti, e Fise, la Federazione italiana sport equestri per la promozione di itinerari turistici a cavallo fra le meraviglie dell’Emilia Romagna. E poi ancora, tanti percorsi per il birdwhatching sul delta del Po di Comacchio alla ricerca dei pellicani rosa e delle specie rare che vanno a riprodursi in questa preziosa oasi. Il mare non è solo spiaggia, secchielli, ombrelloni e sdraio: sono nate le prime lampare “ad alghe”
marine, che illuminano a costo ambientale zero e che ripulisco l’aria che respiriamo dall’anidride carbonica. E già che siamo in tema di ferie e viaggi, consigli per acquistare una nuova valigia “in verde” , un mini corso accelerato per trasformarsi da famiglia di turisti a “super-famiglia di eco-turisti” e le istruzioni per l’uso per mandare il fegato in vacanza durante le ferie, per tornare in forma ed affrontare con sprint il resto dell’anno.
Non potevano mancare il capitolo “Proteggiamoci dal sole” e quello sul cibo preferito dell’estate, il gelato. Ricordarsi sempre la crema solare, occhiali e cappelli per capitalizzare la vita all’aria aperta in maniera positiva: il motto è “la pelle non dimentica!” e poi dare un occhio in gelateria al nuovo olvi’, il gelato fatto con l’olio di oliva al posto della panna che sorride agli intolleranti al lattosio, ai celiaci e a chi non può mangiare grassi animali – che sia per scelta o per questioni di salute.
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turismo .3
Belli e dismessi Il fascino del luogo abbandonato
Il sito Buzzfeed -un portale molto seguito negli Stati Uniti – ha pubblicato una classifica stilata dai suoi utenti circa i posti abbandonati più belli al mondo, individuandone una trentina che sarebbero da visitare, prima che cadano per sempre in malora. Ingarbugliati fra le liane, cadenti, rovinosi, melmosi, arruginiti, infangati, questi luoghi richiamano un po’ il fascino dell’antico, soprattutto, portano a galla il sentimento dell’incompiuto e del decadente. Certo è che si potrebbe immaginare un vero e proprio tour dei posti abbandonati più belli della terra. Nella classifica di Buzzfeed, tanti posti si trovano in Asia e in America ma anche molti in Italia: la statua del Cristo sott’acqua vicino Camogli, un mulino nascosto nelle vallate nei pressi
di Sorrento, Consonno (vicino Lecco) e la città fantasma di Craco, in Basilicata. C’è poi un’isola vicino New York, un castello sulla cima di un monte indiano, una vecchia fabbrica di missili in Russia, un deposito di locomotive abbandonato, in Polonia, degli antichi posti di blocco nel mare inglese, una nave ormai occupata dalla vegetazione in Australia e una nave fantasma sprofondata sui fondali dell’Antartica. Alcuni di questi luoghi magici hanno già ceduto alle intemperie, come l’isola di pescatori del ‘600, in Olanda, mentre altri sono ormai siti del turismo di massa, come Angkor Wat in Cambodia. Certo è che si potrebbe immaginare un vero e proprio tour dei posti abbandonati più belli della terra, ma anche rimanendo in Italia avremmo di che meravigliarci. Partendo da “casa nostra” il più famoso è forse il Cristo degli abissi a San Fruttuoso. Il Cristo degli abissi è
una statua bronzea posta nel 1954 sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, all’interno dell’Area naturale marina protetta, a 15 metri di profondità. Bellissima e davvero dall’aspetto magico la città fantasma di Craco in Basilicata. Situato sulla sommità di un colle che domina i solitari calanchi della valle del Cavone, Craco sembra una piccola copia della vicina Matera. Nel 1963 una frana di vaste proporzioni costrinse gli abitanti a lasciare progressivamente le proprie case. Oggi, oltre ad essere una meta turistica, viene spesso usato come set cinematografico. Per l’atmosfera unica che offre anche Consonno si difende bene. Frazione di Olginate, in provincia di Lecco, fino agli inizi degli anni Sessanta era un borgo medievale molto piccolo – a fine anni Cinquanta contava circa 60 abitanti. Nel 1962 l’industriale Mario
Bagno comprò l’immobiliare Consonno Brianza, che possedeva tutte le case della cittadina, per costruirci la “città dei balocchi”: le abitazioni furono demolite e al loro posto furono costruiti edifici commerciali, appartamenti per vacanze, casinò, ecc.. Poco dopo l’inizio dei lavori, però, Consonno venne abbandonata, soprattutto a causa di alcune frane che interruppero le vie di comunicazione con Olginate. Situato nel cuore della splendida Sorrento, in Campania, resiste al tempo lo spettacolare Vallone dei Mulini. E’ un luogo non molto conosciuto, celato sul fondo di una profonda insenatura, quasi una ferita nella roccia, originata dalla più vasta eruzione che sconvolse il Mediterraneo circa 35.000 anni fa. E’ stato usato dai contadini per la macina del grano fino all’inizio del ‘900 e per questo chiamato con un appellativo tanto particolare.
4. eco gastronomia
Spremuto a freddo Il gelato... di olio
L’estate porta voglia di gelato, immancabile alimento per tutti gli italiani dai 0 ai 99 anni … e oltre. Da una ricerca di Confartigianato e Cna risulta che nel 2012 la spesa in gelati annua delle famiglie si è attestata a 2.026 milioni di euro, che il consumatore – tipo ha meno di 35 anni, è single e spende in media 67 euro l’anno in coni e coppette. Per soddisfare la richiesta di gelato buono, sano, artigianale, nel 2012 gelaterie ed operatori del settore sono aumentate del 2% con circa : il comparto in Italia dà lavoro a circa 90.600 persone. Ma come si riconosce un buon gelato alla crema? La percentuale di grassi (lipidi) in una quantità variabile tra il 5 ed il 14% (miscela bilanciate) e –nella sua produzione – vanno usati prodotti freschi. Il mercato è in costante espansione, specialmente per quel riguarda il
gelato “speciale”: celiaci, intolleranti al lattosio, persone con problemi di salute particolari, la scienza – applicata al gusto – ha trovato delle validissime soluzioni affinché i golosi non debbano rinunciare a nulla. In particolare si sta diffondendo nelle gelateria “òlvi”, Il Gelato fatto con l’olio di oliva”. Presentato l’anno scorso a Rimini dalla Fugar, questo prodotto non è solo un gelato ma un progetto che intende valorizzare l’olio di oliva, con le sue caratteristiche nutrizionali e componente essenziale della dieta mediterranea, nel gelato artigianale: òlvi è una base gelato in cui i grassi (lipidi) presenti nel gelato sono stati sostituiti con l’olio di oliva, l’alimento principe della dieta mediterranea. I punti di forza di “olvì” sono molteplici. Innanzitutto non contiene emulsionanti artificiali, necessari alla preparazione del gelato, perché questi sono naturalmente presenti nell’olio
di oliva. Poi è privo di allergeni, non contiene latte o derivati ed quindi perfetto per gli intolleranti al lattosio, non contiene glutine, e quindi è adatto ai celiaci. Non contiene animale, rendendolo ideale per un’alimentazione vegana, né saccarosio. Lo zucchero presente è fruttosio, zucchero naturalmente presente nella frutta con potere dolcificante pari al doppio del potere del saccarosio e pertanto di minor apporto calorico. Non tralasciamo poi che contiene inulina, fibra vegetale che regola l’equilibrio della flora intestinale. E’ quindi sano, adatto a chi per scelta - o per forza- non mangia grassi animali ed è davvero gustoso: ci si può preparare gelati sia alle creme che alla frutta: pistacchio, pinolo, fiordilatte, caffè, nocciola, cioccolato e cocco, fragola, melone … insomma per tutti i gusti. L’inventore del gelato all’olio di oliva, alla presentazione ufficiale del pro-
dotto ha spiegato che “Noi riteniamo che sia il momento opportuno per far comprendere ai clienti che il gelato artigianale può essere la sublimazione di questa materia prima agroalimentare e che l’utilizzo dell’ olio di oliva come sostitutivo delle sostanze grasse oggi impiegate, può rendere questo dolce più sano e sicuro. Latte e panna implicano l’impiego della catena del freddo da quando nascono, a quando vengono trasportati, stanziati, manipolati e trasformati in gelato o semifreddi. Necessitano di pastorizzazione (obbligo di impiego di macchinari e metodi correlati per abbattere la carica microbica con conseguente dispendio energetico). Riducono sensibilmente la vita dei lavorati nei quali appaiono come ingredienti. Lo zucchero presente in entrambe le sostanze (lattosio) può provocare intolleranze alimentari ed apportano colesterolo. Ecco perché abbiamo presentato òlvi come ‘La rivoluzione naturale’.”
energie rinnovabili .5
Alghe elettriche M’illumino di... alghe Ottenere energia elettrica da fonti sempre più disparate e magari inesauribili, con impatto ambientale pari a zero - è la sfida del nostro tempo e, mentre i ricercatori di ogni angolo del mondo mettono a punto studi complicatissimi sull’argomento, abbassando lo sguardo a questioni più accessibili si scoprono novità interessanti anche per il nostro vivere quotidiano. In particolare, produrre l’elettricità dalle alghe sta diventando una frontiera sempre più affascinante, che coinvolge un numero crescente di scienziati e tecnologi. Secondo un’interessante ricerca condotta nei laboratori dell’Università di Stanford da un creativo team di ingegneri è possibile ottenere piccole correnti
elettriche dalle alghe. L’origine di questa energia tutta naturale sarebbe il processo fotosintetico: elettricità creata dalle piante sfruttando l’energia chimica intrappolata in acqua e CO2. I ricercatori di Stanford sono partiti da questo principio e hanno studiato un modo per trasformare questa reazione chimica in elettricità. Applicando questo principio scientifico, un fantasioso designer, Michael Thompson, ha creato un prototipo di lampada da tavola, chiamata Latro Algae Lamp, in grado di sfruttare la poca ma reale energia elettrica prodotta dalle alghe per dare luce agli ambienti. Basterebbe infatti un po’ d’acqua, luce e l’anidride carbonica atmosferica per stimolare la fotosintesi nelle alghe che vanno ad alimentare così la batteria della lampada. Il giovane designer ha
applicato i risultati dell’esperimento degli studiosi di Stanford alla lampada di sua creazione, progettando un sistema capace di accumulare energia elettrica in una batteria, per poi riutilizzarla in un secondo momento. In sostanza, basta mettere all’interno della Latro Algae Lamp delle alghe, soffiare - letteralmente - al suo interno per aumentare il livello di anidride carbonica ed esporre tutto al Sole: una volta iniziata la fotosintesi, la reazione chimica verrà trasformata in elettricità dal meccanismo presente all’interno della lampada e immagazzinata in una batteria. Un altro pioniere dell’uso delle alghe è Pierre Calleja, è un biochimico francese, che crede cecamente nelle tecnologie pulite. Calleja ha creato una rivoluzionaria lampada che sarebbe in grado di abbattere l’inqui-
namento atmosferico da CO2 grazie ai processi naturali assicurati dalle micro alghe contenute al suo interno. La sua invenzione, grazie all’azione delle micro-alghe, riesce ad assorbire una quantità di anidride carbonica pari a quella che assorbirebbero 150/200 alberi. Si parla, dunque, di una tonnellata di carbonio assorbita ogni anno e questo porterebbe innumerevoli vantaggi alla vita urbana dei cittadini. La concentrazione ione di CO2, insieme a quella da polveri sottili è uno dei grandi problemi delle nostre città, e questa rivoluzionaria invenzione ha già dimostrato di funzionare, e di essere in grado di trovare utilizzo nelle aree urbane. Una sola lampada a micro alghe assorbe tanta anidride carbonica in un anno quanto un albero nella sua intera vita.
6. ambiente
Cannocchiali in alto Il paradiso dei birdwatchers Il Parco del Delta del Po si estende per 54.000 ettari distribuiti su 9 comuni nelle province di Ferrara e Ravenna: in questo territorio a farla da padrone però sono le oltre 300 specie di uccelli presenti nel territorio del Parco, numeri che fanno del Delta del Po, unitamente alla qualità dei suoi servizi di fruizione e ospitalità, la capitale europea del birdwatching. Non è un caso, infatti, se la primaria Fiera internazionale del Birdwatching da diversi anni si svolge proprio nel Parco del Delta del Po. Oasi Val Campotto, Oasi Valle Santa: è presente una delle più grandi colonie in Italia di Cormorano; tra i nidificanti Mignattino Piombato, Sgarza ciuffetto, Cannareccione e Cannaiola. Tra i migratori, il Falco pescatore. A Valle Santa in primaveraestate si avvistano Sterna maggiore,
Sterna Zampenere; in inverno Airone bianco maggiore e Tarabuso. Nelle campagne adiacenti Oca selvatica e Gru; Alzavola, Volpoca. I canneti ospitano Basettino, Pendolino, Usignolo di fiume. Presenza di torrette di avvistamento lungo i sentieri. Oasi di Bando: qui nidificano regolarmente Oche selvatiche e Cicogne bianche; si osservano tutte le specie di Ardeidi in compagnia di Cannaiole e Cannareccioni. Nelle vasche nuotano Anatidi come Germano Reale, Mestolone, Alzavola, Marzaiola. Tra i nidificanti Falco di Palude, Svasso Maggiore, Folaga. Nel prato umido Cavaliere d’Italia, Pittima reale, Piovanello. Anse Vallive di Ostellato: Airone cenerino, Sgarza ciuffetto, Garzetta, Nitticora, Svassomaggiore, Passeriformi nel canneto. Germano reale, Moriglione e Oca selvatica; rapaci come Gheppio, Falco di palude, Gufo, Civetta. Riserva naturale Bosco della Meso-
la: l’avifauna è rappresentata da vari Silvidi: Cinciarella, Cinciallegra, Capinera, Usignolo, Rampichino. Numerosa colonia stanziale di Colombaccio. Rapaci notturni: Barbagianni, Civetta, Gufo comune, Allocco, Assiolo. Sacca di Goro: detta anche “isola dei limosi” per via delle migliaia di Limicoli svernanti: Chiurlo maggiore e piccolo, Voltapietre, Piovanello pancianera. Con il cambio della stagione arrivano l’Airone rosso, Sterna comune, Fratino, Fraticello, Avocetta, Cavaliere d’Italia. In inverno si trovano vari stormi di anatre, Svasso piccolo, Smergo minore. Oasi di Cannevié-Porticino: centro visite con diversi capanni e mascheramenti lungo i sentieri per avvistamenti lungo tutto l’arco dell’anno. Totano moro, Volpoca, Beccaccino, Martin pescatore, Fenicottero rosa, Alzavola, Marzaiola, Germano reale, Falco di Palude. In primavera si vedono facilmente Avocetta e Cavaliere d’Italia.
Valli e Saline di Comacchio: la punta di diamante delle valli è il Fenicottero rosa che nidifica in primavera e vi staziona durante tutto l’anno. In primavera arrivano per nidificare Spatola, Cavaliere d’Italia, Beccaccia di mare, Avocetta, Sterna comune, Fratino, Fraticello e Gabbiani. In inverno si osservano Pittima reale, Pantana, Pettegola, Pivieressa, Piovanello pancianera, Quattrocchi, Smergo minore, Gufo di palude. Diverse possibilità di percorsi e sentieri. Penisola di Boscoforte: accesso solo con visite guidate. In primavera si osservano tutte le specie di Ardeidi, numerosi Limicoli, Cormorano, Marangona, anatre, Volpoca, Moriglione, Germano reale. Fenicottero rosa, Spatola, Falco di palude. Sterna zampenere e Beccapesci sfruttano i dossi della penisola per la nidificazione. Più difficili da osservare, ma individuabili dal canto sono i Silvidi, in particolare Cannareccione, Cannaiola, Usignolo, Basettino, Pendolino
turismo .7
Viaggiare leggeri Le ferie cominciano ad assumere dei contorni visibili ...non sono più solo un lontano miraggio, e per qualcuno è già il momento di pensare alle valige. Se qualcuno dei lettori è saltato sulla sedia vuol dire che ha pensato a biglietti aerei, tour, guide, pranzi e cene ma non ha una valigia, un borsone, uno zaino degno di essere portato in ferie con lui o lei. A questo punto, perché non pensare ad acquistare una valigia o un trolley eco-friendly? Non è uno scherzo: le aziende hanno captato la voglia dei consumatori di viaggiare “leggeri” anche dal punto di vista ambientale e – quindi – hanno immesso sul mercato dei modelli “amici della natura”. Il modello Ecolight, per esempio, viene presentata come un’innovati-
va valigia leggera ed ecologica. E’ uno dei più leggeri trolley presenti sul mercato della valigeria, risultato raggiunto eliminando numerose componenti in plastica presenti solitamente nella costruzione, conferendo quindi al prodotto anche un minore impatto ambientale e riducendo l’uso di materiali inquinanti. Il trolley in questione è davvero leggero: il modello piccolo pesa soltanto 1980 gr, il medio 2560 gr e il grande 2980 gr. Per capire la differenza, il peso medio di un normale trolley piccolo semirigido è di oltre 3 kg – quindi più di un chilo di plastica risparmiata alle nostre tasche e all’ambiente. Studiato per essere leggero per l’ambiente anche un modello di una della case di produzione di valigeria più conosciute in Italia, la Roncato, trolley che ha sul mercato un realizzato in polipropilene riciclabile al 100%, costruito utilizzando un sistema di produzione e assemblaggio studiato per
ridurre l’emissione di CO2 nell’ambiente. A detta dell’azienda, infatti, lo stampaggio di questo trolley consente di ridurre lo spessore della plastica e di conseguenza il peso del prodotto. Questa innovazione tecnologica fa parte della politica aziendale, il cui atteggiamento è estremamente responsabile nei confronti dell’ambiente sin dalla fase progettuale, e permette di offrire al consumatore finale un prodotto che utilizza minori materie prime, minor consumo di energia, e una conseguente minor produzione di rifiuti. Il modello in questione è stato disegnato e prodotto interamente in Italia e presenta tutte le caratteristiche di un bagaglio moderno e confortevole: . la maniglia di traino con sistema “push button”, 4 ruote piroettanti, interno accessoriato, il sistema di sicurezza super . L’azienda ha inoltre presentato alcuni dati sull’impatto ambientale di
questa valigia post-moderna: con i livelli di produzione attuale si otterrebbe un risparmio di. 80.000 KWh, 13.900 tonnellate di acqua e 530 tonnellate di anidride carbonica. La stessa azienda ha presentato di recente anche una linea di borse dal Design Ecosostenibile. E’ realizzata con materiali naturali e riciclabili per incoraggiare i consumatori ad adottare un comportamento più responsabile nei confronti dell’ambiente. Valigeria Roncato vuole dare il suo contributo alla salvaguardia del nostro pianeta, a partire dall’utilizzo di materie prime organiche e di tecnologie di lavorazione eco-friendly. Una volta trovata la valigia, per organizzare il viaggio quasi a impatto zero c’è il piccolo libro di Federica Brunini, “Il piccolo libro verde del viaggio” di Morellini Editore: un leggerissimo manuale di dritte ecooriented per andare in ferie con la coscienza verde… a posto.
8. muoversi
Il triangolo Il Delta del Po... è un’area di straordinario interesse naturalistico, storico e geologico ed è davvero piacevole approfittare delle diverse opportunità escursionistiche che vengono offerte nella bella stagione per visitare angoli di paradiso a poca distanza da casa. I sette rami del fiume Po, aprendosi a ventaglio, formano il “Delta attivo”, ricco di ambienti diversi che ospitano ciascuno una propria flora e una propria fauna e che cambiano e si modificano di stagione in stagione. L’Ente Parco propone itinerari fluviali su tutti i rami del Po.
Scano Boa e la navigazione tra lagune e canneti Tutte le domeniche, con imbarco da Pila si può visitare Scano Boa. Situata tra la laguna e il mare, è la terra di confine fra l’uomo e la natura, uniche tracce umane i casoni di canna dei pescatori avvolti in un ambiente splendido selvaggio incontaminato. Qui si incontrano uccelli di tutti i tipi dai piccoli limicoli alla beccaccia di mare, fino a scoprire le bellissime volpoche, particolarissima specie di anatra di cui questo luogo è ricco.
Il Po di Maistra e la golena di Cà Pisani Tutti i sabato pomeriggio - con imbarco da Cà Tiepolo - escursione guidata di due ore circa sul ramo più naturale e selvaggio del Po. Dopo aver risalito il Po di Venezia sino all’incile del Po di Maistra, si prosegue la navigazione in questo stretto ramo tra le rigogliose golene caratterizzati da salici, pioppi e amorfa frutticosa, fino ad arrivare alla golena di Cà Pisani, paradiso per i bird-watchers, un tempo valle da pesca e zona di caccia, ora curata dal Servizio Forestale e gestita dall’Ente Parco. Al ritorno breve passaggio nei pressi della garzaia per non disturbare la nidificazione.
Il Po di Venezia con le sue buse Tutte le domeniche mattina da aprile al settembre con imbarco da Cà Tiepolo per un giro di navigazione lungo il Po di Venezia, che è il ramo principale e alla fine diventa Po di Pila, e si dirama in tre bocche: Busa di Scirocco, Busa di Tramontana e Busa Dritta. E’ un itinerario completo con ampia visione di bacini fluviali, scanni lagune e vasti canneti con notevole presenza di avifauna: gabbiani aironi e beccacce di mare.
muoversi .9
magico La Sacca di Scardovari Tutti i mercoledì – con imbarco da Porto Barricata - navigazione fino alla foce del Po di Tolle, sacca di Scardovari e le lagune della Busa del Bastimento, territorio sempre in mutazione grazie all’incontro - scontro tra il fiume e il mare. La laguna di Caleri Tutti i mercoledì e venerdì nei mesi di luglio e agosto con imbarco dal pontile di Porto Caleri un escursione nella laguna con i suoi orti d’acqua. Da Giugno a Settembre a Rosolina Mare, escursioni guidate navigando lungo il Po di Venezia fino alle foci del Po di Pila, del Po di Scirocco e del Po di Tramontana, in una cornice di acqua e terra, tra canneti, aironi e anatre e lingue di sabbia semisommerse.
E’ anche possibile fare gite in battello, ritrovo : dall’attracco di Porto Caleri si costeggia l’argine di via delle Valli e si raggiunge Albarella in un paesaggio unico costituito da spiagge, lagune, barene si potrà osservare l’avifauna valliva composta da cormorani, beccacce e cavalieri d’Italia. Non mancano, ovviamente, le occasioni di andare a pesca: a bordo di piccole imbarcazioni ci si inoltra nei canneti e nelle valli si può provare una nuova forma di turismo, si pesca ci si ferma nelle “cavane” tipici casoni dei pescatori si mangia il pesce pescato e si vive una bellissima esperienza a contatto con la natura.
APPUNTAMENTI Workshop gratuito Eventi Sostenibili 04/07/2013 dalle 11:00 alle 14:00
ICEA Consorzio, via Nazario Sauro 2 - Bologna
Punto 3 organizza un workshop gratuito sugli Eventi Sostenibili. Il workshop, in programma giovedì 4 luglio 2013 ore 11, sarà tenuto presso la sede di ICEA a Bologna e sarà possibile anche seguirlo, dall’ufficio o da casa, in diretta su piattaforma webinar.
Seminario su pubblico-privato per il verde urbano
09/07/2013 dalle 10:00 alle 16:30
Provincia di Bologna, via San Felice 25 - Bologna
Partnership pubblico privato per il verde urbano e qualità dell’aria: il progetto Life Gaia e la legge 10 del 14 gennaio 2013 sulle norme di sviluppo degli spazi verdi urbani. Anche alla luce degli obiettivi posti dalla legge, sempre maggiore importanza acquistano nuove forme di sussidiarietà e governance locale, in particolare i modelli di partenship pubblico-privato come quello portato avanti dal Comune di Bologna con il progetto europeo GAIA, co-finanziato dal fondo LIFE+. L’associazione Coordinamento Agende 21 Locali Italiane organizza nella giornata del 12 Giugno a Bologna un seminario di approfondimento sull’impostazione e la gestione di una partnership pubblico privato per il verde urbano. Nello specifico, il seminario intende fornire le competenze necessarie sui modelli di partnership possibili e la loro attuazione, sugli strumenti di una partnership pubblico privato per il verde urbano, e sulla scelta delle specie più adatte al contesto urbano e con migliori ricadute in termini id assorbimento di CO2 e inquinanti. La partecipazione al laboratorio è gratuita per i soci del Coordinamento Agende 21 locali Italiane in regola col pagamento della quota 2012
10.
energie rinnovabili
Lo scoglio burocratico Cambia il vento per l’eolico La burocrazia fa cambiare il vento per l’eolico in Italia. Secondo il bilanci tracciato dall’Anev, se nel 2012 si è registrato un incremento dell’energia prodotta dal vento del 18,5%, nel 2013 ci si aspetta una brusca frenata determinata dalle nuove normative che impongono il discusso meccanismo delle aste. A fine 2012 in tutta Italia erano installati 8.144 megawatt di eolico: la metà del potenziale italiano, che fino al 2020 potrebbe portare all’occupazione di 67 mila persone. Si può dire che – fino ad ora – siamo stati nelle medie dei trend europei. Dal punto di vista della quantità di megawatt installati siamo al quarto posto in Europa dopo Germania (31.300 megawatt) , Spagna
(22.800) e Regno Unito (8.400). Ma se prendiamo i kilowatt eolici per ettaro di territorio nazionale scendiamo all’ottavo posto (dopo Danimarca, Germania, Olanda, Portogallo, Belgio, Spagna, Regno Unito). E scendiamo ancora se guardiamo ai kilowatt per abitante: siamo al tredicesimo posto, preceduti da Danimarca, Spagna, Irlanda, Portogallo, Svezia, Germania, Grecia, Austria, Norvegia, Estonia, Cipro, Olanda. Quello che dovrebbe sorprendere è che l’Italia frena sull’eolico nel momento in cui l’Europa accelera. I valori dell’eolico installato in Europa sono più che doppi rispetto a quelli installati nel resto del mondo: un primato derivante dalle direttive comunitarie e dalla volata dei paesi del Nord. Per non parlare poi della rincorsa di Pechino: nel 2012 in Cina l’eolico ha sorpassato l’energia nucleare, fornendo 100 terawattora,
contro i 98 terawattora delle centrali nucleari. Questo è stato un fatto imprevisto, legato al rallentamento dei progetti di sviluppo nucleare cinese dopo Fukushima e - in Cina - la nuova capacità elettrica eolica installata nel 2012 è stata superiore alla nuova capacità elettrica da carbone installata nello stesso periodo. “In Italia le previsioni per il 2013 sono di un forte rallentamento, la velocità di crescita sarà più che dimezzata nonostante il fatto che l’eolico con il 10 per cento degli incentivi produce oltre un quarto dell’elettricità da rinnovabili” ha commenta Simone Togni, presidente di Anev “Una tendenza che deriva in parte dalla complessità dei nuovi meccanismi scelti per l’assegnazione delle gare e in parte dall’effetto sull’opinione pubblica di inchieste giudiziarie su infiltrazioni mafiose che riguardano vecchie vicende: dal
2008, con il nuovo protocollo di legalità adottato, le misure di sicurezza sono diventate stringenti”. Mentre la burocrazia dà un freno quindi all’eolico in Italia, il rapporto Tracking Clean Energy Progress del l’International Energy Agency spinge invece verso il rafforzamento delle rinnovabili. Dallo studio dell’Agency è emerso che il peso degli incentivi ai combustibili fossili è molto elevato, mentre gli aiuti alle fonti pulite restano in proporzione decisamente bassi. Un controsenso visto che l’Ewea (European Wind Energy Association) racconta che 100 gigawatt di energia eolica sono in grado di fornire energia elettrica a oltre 57 milioni di famiglie all’anno senza produrre inquinamento. Al contrario per la stessa potenza espressa da centrali a carbone si emetterebbero 219,5 milioni di tonnellate di CO2..
turismo .11
I (nuovi) dieci comandamenti ...del turista ecologico L’assessorato al turismo della Regione Emilia-Romagna ha realizzato un simpatico documentario per raccontare in maniera semplice i segreti per diventare un perfetto ecoturista. Il DVD – che si chiama ‘’Una grande vacanza ma con una piccola impronta’’ – è in realtà uno strumento didattico realizzato per i bambini delle scuole elementari e per le loro famiglie, realizzato anche in collaborazione con gli alunni di quattro istituti delle province di Ravenna e Ferrara. I ragazzi hanno infatti progettato una vacanza ecosostenibile insieme ai loro genitori nel Parco del Delta del Po, nell’ambito del progetto ‘’Ecorutour, ECological RUral TOURism,’’ cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna. Il dvd spiega come sia facile anche in vacanza avere cura non solo delle risorse naturali,
ma anche della storia e delle tradizioni locali, lasciando, dunque, una piccola impronta ecologica. Il breve documentario – che dura quasi 9 minuti – è uno strumento piacevole per spiegare ai più giovani quali sono i metodi migliori per indossare “il mantello dell’ecoturista”, specialmente quando ci si reca in vacanza in un’area protetta, come può essere il Parco del Delta del Po. Poche regole, spiegate in maniera simpatica ed efficace, a portata di bambino. Regola n.1: scegliere di spostarsi in modo “furbo” ed ecologico. “Lasciate a casa l’auto e prendete il treno. Viaggerete comodi sicuri, su alcune tratte sarà anche possibile portare la propria bici. Meglio di così non si può”. Regola n.2: nelle nostre escursioni seguiamo i sentieri e facciamoci accompagnare da una guida del posto. Saremo sicuri di non incorrere in peri-
coli e di vedere bellissimi luoghi senza disturbare gli animali che ci vivono. Regola n.3: non lasciamo mai rifiuti in giro. “Un sacchetto di plastica abbandonato in un ruscello, arriva al fiume e poi al mare. Potrebbe un giorno non lontano anche uccidere una tartaruga marina”. Regola n.4: mangiamo nei rifugi, ristoranti e agriturismo che propongono cibo a chilometro zero, cioè coltivati sul posto, locali. Regola n.5: spegnere le luci e stare attenti a non lasciare aperti i rubinetti dell’acqua è una condizione indispensabile per diventare ecoturisti doc. “E’ un’attenzione che tutti noi dobbiamo alla natura e all’ambiente”. Regola n.6: Portiamo a casa souvenirs intelligenti. “E’ bello portare a casa un ricordo della vacanza ma attenzione! Non comperiamo oggetti realizzati con pezzi di piante o pezzi di animali, specie se sono a rischio di estinzione”.
Regola n.7: parliamo con la gente del posto, facciamoci suggerire cosa vedere e dove andare. “Nessuno meglio di una persona che vive in un luogo conosce storie, scorci e itinerari interessanti: fermiamoci a conoscere queste persone e scopriremo aspetti unici di ogni località”. Regola n.8: impariamo a riconoscere le specie di piante e animali, come sono fatti e il loro verso per riconoscerli. “Osserviamoli però con un binocolo, senza disturbarli ed entrare nel loro habitat naturale, che è sempre molto fragile”. Regola n.9: scopriamo la bellezza del silenzio. Spegniamo radio, telefoni, lettori mp3 e godiamoci dei rumori della natura, impariamo a distinguerli. Regola n.10: portiamo a casa solo fotografie e bei ricordi. Pietre, fiori, rami, insetti stanno bene a casa loro e non devono mai venire via con noi. Solo così potremmo davvero dirci “Amici della natura”.
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ambiente
Earth Day 2013 la giornata della terra Il 22 aprile scorso più di 10 mila persone si sono date appuntamento in 280 città del mondo - da Roma a Buenos Aires, fino a Bangkok e Johannesburg - per formare uno striscione umano con la scritta “I Love Artic”. L’iniziativa - Giornata mondiale d’azione per l’Artico - è stata organizzata e promossa da Greenpeace proprio prima dell’Earth Day per fornire un nuovo approccio alle celebrazioni della ricorrenza. Il 22 aprile del 1970 si tenne infatti la prima Giornata della Terra, che voleva porre l’attenzione sulla crescente preoccupazione per l’inquinamento. All’epoca si trattava di una percezione vaga, l’idea che l’inquinamento avrebbe potuto costituire un
giorno non troppo lontano una minaccia per la sopravvivenza umana non esisteva, la consapevolezza che si stava già allora prendendo troppo dal Sistema-Terra era solo al principio. A distanza di 43 anni il quadro appare ben diverso all’opinione pubblica, anche se la politica fatica a registrare il cambiamento: il pericolo è concreto e immediato. Mentre però nell’arco di questi decenni sono state condotte e vinte singole battaglie – si pensi al piombo nella benzina, tanto per fare un esempio resta incombente su di noi il rischio di un cambiamento climatico devastante, che inaridirà le pianure fertili da cui dipende la vita di centinaia d i mi-
lioni di persone e minerà l’equilibrio degli oceani. A fronte di piccole battaglie vinte, la guerra alle emissioni serra, quelle che portano in riscaldamento dell’atmosfera, nonostante gli appelli aumentano, invece di diminuire. Per questo l’Artico si è trasformato da luogo dell’immaginario dell’avventura, in uno scenario politico drammatico: dal 1979, da quando quindi i satelliti hanno cominciato a tenere la zona artica sotto osservazione, si è potuta registrare una ritirata dei ghiacci del 12 per cento ogni 10 anni. Ad oggi la superficie coperta da ghiacci spessi e consolidati è inferiore del 60% a quella del 1981. Secondo Greenpeace, le compagnie petrolifere starebbero già riguardando le rotte dei propri percorsi, giacchè presto potrebbero attraversare senza difficoltà il polo Nord, che potrebbe diventare presto navigabile. Il cambio di rotta non solo è possibile ma necessario, anche perché potrebbe avere ricadute positive sull’insieme dell’economia, facendone ripartire il
motore attraverso un new deal verde. Per diverse correnti di studiosi questi obiettivi sono ormai già fuori della nostra portata, per altri sarebbero raggiungibili solo se si partisse oggi stesso con le iniziative necessarie. Con il rapporto del novembre scorso l’allarme è stato rilanciato dalla Banca Mondiale che ha parlato della possibilità di un aumento di temperatura globale di 4 gradi a fine secolo: un colpo devastante per buona parte degli ecosistemi che garantiscono la sopravvivenza di miliardi di persone. Mai come quest’anno l’Earth Day è stato quindi un momento significativo nella crescita della consapevolezza sul rischio ambientale: vale la pena riflettere sul fatto che agli appelli degli ambientalisti si sono ora aggiunti quelli di istituzioni come la Banca Mondiale e il Pentagono, che da già dieci anni fa preparò un rapporto sul rischio di conflitti locali e di guerre potenzialmente causati dalle migrazioni generate dal caos climatico.
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Tirare i ‘reni’ in barca Mandare in vacanza gli organi emuntori Se vogliamo davvero giovare a 360° delle tanto sospirate vacanze, dovremmo ricordarci di mandare in ferie anche il fegato e i reni. Catalizzatori di tutte le tossine e dei ‘residui’ del nostro stile di vita, questi organi devono essere difesi ed aiutati in maniera adeguata affinché facciano per bene il loro lavoro. In primavera, generalmente, tutto il nostro corpo è coinvolto dal flusso energetico del risveglio, che apre a un rinnovamento profondo a livello metabolico ma anche psichico. Nel nostro organismo il vero motore di questo rinnovamento è il fegato: grazie a questo organo si possono eliminare tutte le tossine che abbiamo introdotto d’inverno ma – alla lunga – anche il fegato può stancarsi. Quindi, durante le vacanze estive potremmo
approfittare di dare una “ripulita” al nostro organismo, proprio disintossicando fegato e reni. D’altronde, con i tempi rilassati delle ferie e i vegetali ed ortaggi estivi il lavoro non sarà arduo. Secondo gli esperti, per un’azione disintossicante del fegato sarebbe importante correggere almeno per un mese l’alimentazione: se in questo periodo infatti ripuliamo il fegato da tutto ciò con cui lo abbiamo appesantito durante l’inverno, non solo favoriremo il rinnovamento delle nostre cellule e dei nostri tessuti, ma ci garantiremo anche una buona salute per tutto il resto dell’anno. Mettiamo dunque in tavola : Cicoria - Stimola le funzioni intestinali ed è un blando lassativo. Tarassaco - E’ un’ erba in grado di curare efficacemente calcoli biliari e renali, depurare fegato, intestino e reni. Carote e papaya - Sono ricchi di vitamine A ed E che rivitalizzano il metabolismo cellulare
I carciofi - Favoriscono la secrezione biliare e la digestione. Depura il sangue dal colesterolo. Barbabietole - E’ un decongestionante del fegato e della colecisti. Favorisce l’eliminazione delle tossine dal circolo, fornendo importanti ioni come il potassio e il ferro. La centrifuga di barbabietole potenzia il drenaggio epatico Insalata - Mangiare sempre come antipasto una piccola insalata di cicoria, songino, crescione e cuori di carciofo. Pomodori - Contengono il licopene, una sostanza che aiuta a regolarizzare l’attività di particolari proteine che regolano il metabolismo dei grassi. Centrifugati e succhi freschi di frutta e verdure crude, preziosissime fonti di vitamine, minerali ed enzimi: i loro nutrienti entrano rapidamente nel circolo sanguigno perché non richiedono un lungo processo digestivo. Per sfruttarne al massimo i benefici, occorre berli appena preparati e – ovviamente – senza aggiunta di zuccheri.
Ottima abitudine per raggiungere lo scopo sarebbe bere una spremuta di limone al dì, diluendola con acqua se l’acidità dell’agrume è troppo intensa oppure una bevanda preparata con i chicchi integrali o l’orzo solubile pregermogliato. Da evitare gli alcolici, i cibi confezionati, conservati, stracotti, troppo salati, troppo dolci e unti. gli olii che non sono d’oliva, tipo quello di palma, cocco, arachidi e nocciole e i grassi animali. Un’ ottima azione depurativa la possiamo ottenere anche utilizzando il succo puro di aloe. E’ un liquido opalescente che si beve tutte le mattine per qualche settimana: aiuta l’organismo ad eliminare scorie fastidiose. L’appesantimento del fegato può manifestarsi anche con acne diffusa, che crea spesso problemi con l’esposizione al sole. In questo caso la pianta d’elezione è la bardana, in gocce o tavolette, che migliorerà notevolmente la qualità della pelle.
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Spalma che ti passa E’ tempo di primi bagni di sole ...passeggiate all’aria aperta, sospirate giornate in riva al mare: tutti pronti ad asciugarsi le ossa dopo un lungo inverno. Ma, il ma è d’obbligo, bisogna ricordarsi sempre di proteggersi la pelle dai raggi del sole. Per quanto scontato possa apparire, informare e “ricordare” ai cittadini che il sole può far male non è mai sufficiente: i consigli detti e ridetti riguardo un’adeguata esposizione ai raggi UVA possono salvare la vita ed evitare problemi di salute tanto gravi quanto concreti. La nostra abbronzatura, in realtà è una reazione di difesa degli strati interni della pelle. I raggi ultravioletti infatti danneggiano fino a bruciare le cellule che - in risposta, per difendersi - scatenano l’aumento produzione di melanina, il pigmento che assorbe la
radiazione, rende la pelle più scura e più resistente agli effetti dei raggi solari. La pelle che non è protetta reagisce all’esposizione al sole con un iniziale arrossamento proprio perché si realizza un aumento di flusso sanguigno che va a ripulire gli strati interni della cute dalle cellule morte: è un dato provato e consolidato che le ustioni causate in età infantile e adolescenziale possono moltiplicare la percentuale di rischio di essere vittime di un melanoma in età adulta. E’ quindi fondamentale sempre proteggersi con una buona crema solare, che abbia un filtro adeguato al proprio fototipo. Il fototipo può essere inteso come una scala di riconoscimento della delicatezza della propria pelle e – di conseguenza – una sorta di piramide del rischio “da sole”. E’ risaputo che più chiaro è il fototipo, più l’epidermide è delicata, maggiore è la protezione necessaria. Lo
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schermo solare dovrebbe contenere un filtro sia per i raggi UVA sia per i raggi UVB ed andrà ad assorbire chimicamente i raggi, facendoli rimbalzare fuori dal corpo. Particolare attenzione è consigliata dagli esperti, quanto dal buon senso, a quella categoria di persone che hanno storie familiari di melanomi, nei atipici o un gran numero di nei anche se benigni. In caso di scottatura è importante ricorrere subito ad un’aspirina, bere molta acqua, usare creme ed oli lenitivi, possibilmente a base di aloe vera – naturale e restitutiva di acqua e lipidi. Nei casi più estremi, si può usare anche una pomata di idrocortisone. Se la scottatura è accompagnata da mal di testa, febbre e brividi, è vivamente consigliato rivolgersi ad un medico. Al momento, oltre la prevenzione e la sensibilizzazione, non vi sono metodi efficaci per evitare che una giornata (incauta) al mare possa mettere a ri-
schio la nostra salute, anche sul lungo periodo. Gli scienziati però sarebbero arrivati a risultati interessanti sullo studio per combattere il tumore della pelle: dopo un intenso lavoro di ricerca e di sperimentazione condotta in 125 centri nel mondo, si sta sperimentando una immunoterapia che, attraverso una molecola particolare, sarebbe in grado di sconfiggere definitivamente il problema del melanoma. Questa molecola ha attualmente raggiunto il terzo grado del processo di sperimentazione e inizialmente servirà per migliorare le condizioni di chi si trova ad una fase avanzata del tumore; successivamente verrà somministrato per evitarlo. Nel frattempo, investire qualche decina di euro e un po’ di costanza per procurarsi una crema di protezione solare e spalmarsela sul corpo rimane il miglior modo per evitare brutte sorprese, sia in vacanza che in un futuro più lontano.
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