mensile di sviluppo sostenibile NOVEMBRE 2013 mensile anno 4 numero 11
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Arriva l’inverno
redazione.biosfera@edititalia.it
Con il primo freddo si procede al cambio dei vestiti nell’armadio, si progetta qualche weekend in cerca di foglie rosse e gialle e si guarda al meteo in cerca di novità confortanti. Un occhio di riguardo andrebbe dato però anche al nostro stato di salute: non andiamo in letargo e il nostro organismo ha bisogno di prepararsi alla stagione fredda. Sbalzi di temperatura, umidità, lo stress del tran tran quotidiano spossano l’organismo ed è bene prevenire i disagi con una sferzata di alimentazione ad hoc e il ripristino di qualche
buona abitudine. Al mattino, per pulire l’intestino e stimolarne la funzionalità, occorre pianificare una colazione adeguata. A base di cibi ricchi di fibre, come la frutta essiccata, da accompagnare ai succhi di frutta più ricchi di vitamine e di energia. Indispensabile lo yogurt, che rafforza le difese immunitarie. A merenda sostituiamo il caffè o il te con una tisana, specifica per le esigenze di novembre: perfetta quella di erisismo, che rinforza le mucose respiratorie e vi aiuta a prevenire raffred-
dori e influenze. Come “vaccini” superveloci le tisane di erisismo salvano i bronchi. Potete preparare la tisana prima di uscire da casa e portarla con voi in un thermos; la dose è di una tazza, da dolcificare a piacere con miele di tiglio. Se poi a metà pomeriggio vi viene voglia di un dolce spezza fame, scegliete le nocciole: sono ricchissime di vitamina E, che aiuta a prevenire i raffreddori. Se vi sentite già spossati, ricorrete a propoli e ginseng che sono un valido aiuto alla prevenzione influenzal.
Dopo una giornata passata a lavoro, fuori casa, non dimenticate di concedervi delle coccole: concedetevi bagni e massaggi rilassanti e antidolorifici, utilizzate oli essenziali antidolore miscelandoli secondo il vostro gusto e a cene scegliete cibi ristrutturanti: proteine del pesce e gli oligoelementi del miglio. Prendersi cura di sé stessi è il primo trucco per affrontare un inverno impegnativo, cominciare a praticare uno stile di vita più sano resta sempre un ottimo proposito da realizzare.
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mondo erboristeria .3
Le erbe officinali diventano business Ne consumiamo moltissime e ne produciamo davvero troppo poche: parliamo delle erbe officianali, ossia tutte le piante spontanee e coltivate contenenti al loro interno principi attivi utili per la cura o la prevenzione delle malattie dell’uomo, degli animali e delle piante. Sul territorio abbiamo circa 2.000 marchi commerciali che impiegano le piante nei loro prodotti ma, attualmente, il 70% delle materie prime utilizzate provengono dall’estero. Tenendo presente che il consumo di piante officinali da parte dell’industria farmaceutica, alimentare, liquoristica, cosmetica ed erboristica è in continuo aumento in tutto il mondo, possia-
mo tranquillamente affermare che la produzione delle erbe officinali ricade in quella vasta gamma di green jobs che, al momento, sono l’unico settore occupazionale che regge al terremoto della crisi. In Italia, secondo un recente report del Ministero della Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, si producono 3.600 tonnellate di prodotti su circa 6.000 ettari coltivati, per un valore di 9 milioni di euro e un numero di operatori del settore (dalla produzione alla trasfrormazione, fino alla messa in commercio) di circa un migliaio di persone. Il consumo annuo di piante medicinali ed aromatiche in Italia è infatti stimato in circa 250 milioni di euro l’anno, che raggiungono i 700 milioni di euro se si considerano anche la cosmetica naturale e l’omeopatia. Secondo recenti ricerche, il mercato
attualmente richiede anice, echinacea, lavanda, tarassaco, verbena o f f i c i n a l e, camomilla, passiflora, genziana, gramigna, sambuco, finocchio. Tra le aromatiche sono molto richieste il timo, il rosmarino, il dragoncello, la maggiorana, la salvia, la santoreggia, l’origano heracleoticum e altre varietà di origano molto aromatiche. Quello che conta, più che mai, è che le produzioni siano biologiche e garantite: il 65% delle produzioni italiane sono certificate ed è quindi d’uopo adeguarsi al trend, mantenendo anche la speci-
ficità territoriale (per esempio la produzione di menta ed essesnze da liquore in Piemonte, lo zafferano in Abruzzo e la liquirizia i Calabria). Nel quadro della produzione nazionale la Lombardia, l’ Emilia Romagna, Piemonte e Veneto sono le regioni nelle quali si coltiva di più, rispettivamente il 28%, il 17%, l’11% e il 10%. Coltivare la terra con le piante officinali è al momento un lavoro delicato, che – a differnza delle colture più tradizionali – mer i t a uno studio di settore importante dal punto di vista merceologico e di una preparazione specifica dal punto di vista dell’agronomia. E’ però un trend sul quale le nuove generazioni di agricoltori dovrebbero riflettere ed investire, così come richiedono le normative della Comunità Europea. Per informazioni e normative è possibile mettersi in contatto con la Federazione Italiana Produttori Piante Officinali
4. mondo alimenti bio naturali
L’Emilia Romagna che va forte in Australia “World Solar Challenge” L’Emilia Romagna è in lizza per vincere il premio della “World Solar Challenge”, il campionato mondiale per auto alimentate a energia solare, che è partito domenica 6 ottobre da Darwin, in Australia. Giunto alla dodicesima edizione, la competizione ha visto ai nastri di partenza un unico e brillante progetto italiano: si tratta di Emilia3, prototipo preparato dal team Onda Solare. Emilia3 riesce a raggiungere la velocità di 110 km/h, che per un’auto ad energia solare sono davvero molti, e alla sua realizzazione hanno partecipato docenti e studenti dell’ Università di Bologna, dell’istituto tecnico Ferrari di Maranello, esperti del Cnr e azien-
de private insieme alla Regione Emilia-Romagna e Comuni di Maranello e Castel San Pietro Terme. La monoposto pesa solo 200 chilogrammi, nonostante la presenza a bordo di 391 celle fotovoltaiche monocristalline ad alta efficienza Back Contact, della SunPower. Il corpo del veicolo è in fibre di carbonio e compositi realizzato dalla Grafite-Compositi di Castel San Pietro Terme (Bologna). Al progetto ha collaborato anche Giovanni Soldini, che ha partecipato alla fase di sviluppo del sistema fotovoltaico da installare su Emilia3. In particolare, molta attenzione è stata dedicata alla differente radiazione solare che colpisce i pannelli della zona del cupolino del mezzo e le parti più esterne. Le celle attorno al cupolino sono infatti gestite autonomamente per non creare disparità nell’erogazione dell’energia.
Lo stesso team che è attualmente in competizione, aveva già partecipato alla gara nell’edizione del 2011 con Emilia2, classificandosi al 17° posto, a circa un’ora di distanza dal vincitore, la Tokai Challenger dell’università giapponese di Tokai. Alla fine della seconda giornata di gara il team Emilia3 si sta difendendo con onore: si trova infatti al 12° posto, dopo aver percorso 988 km dalla partenza da Darwin. L’auto italiana ad energia solare si trova nel gruppone dei team che inseguono i tre grandi favoriti, gli unici ad aver già percorso 1302 km. Si tratta di Nuna 7 degli olandesi di Nuan Solar Team, dei giapponesi campioni in carica della Tokai University e del Red Engine del Politecnico di Twente, ambizioso progetto olandese. La gara prevede l’attraversamento da nord a sud di tutta l’Austra-
lia, coprendo i 3.000 km che separano Darwin da Adelaide. L’unica propulsione permessa è quella ad energia solare, e di conseguenza la gara può svolgersi solamente nelle ore di sole: alle 17 le auto devono quindi fermarsi, per ripartire in mattinata, nei giorni successivi. Emilia3 prosegue una lunga tradizione di veicoli solari italiani che in Australia vanno alla ricerca della velocità pulita. Iniziò l’abruzzese “Futura” nel 1995, mentre due anni fa partecipò al World Solar Challenge “Emilia 2”, il veicolo suo predecessore, piazzandosi all’11° posto. Di certo, comunque, se il team italiano non vincerà la gara di velocità, ha già ragguinto l’obiettivo di essere sulla vetta del mondo grazie alle sue capacità tecniche e scientifiche in fatto di sostenibilità.
110 km/h 200 chilogrammi 391 celle fotovoltaiche monocristalline
mondo arredo e vita quotidiana bio naturale .5
La letteratura green sbarca a Ferrara I colori della letteratura hanno una sfumatura di verde grazie a Ferrara Ambientalibri, il festival dei libri a tema ambientale, organizzato con Legambiente a Ferrara dal 18 al 20 ottobre. Storie di green economy e di biodiversità, trame da romanzo giallo per raccontare le zone oscure del ciclo dei rifiuti, atmosfere avventurose alla scoperta di paesaggi e luoghi incontaminati. Il festival, alla sua seconda edizione, ha affrontato temi di attualità, cultura, ambiente e salute attraverso il ‘punto di vista’ della letteratura contemporanea, con il sostegno dell’assessorato alla cultura del Comune di Ferrara, e la collaborazione dell’Università di Ferrara. Il lungo fine settimana dedicato alla sensibilizzazione ambientale dei cittadini ha coinvolto grandi
autori scientifici italiani e professionisti della comunicazione. Nel programma presentazioni letterarie e tavole rotonde – al Museo di Storia Naturale e l’Auditorium della Sala della Musica – insieme ad una sezione dedicata ai bambini, con tanto di visita guidata dell’orto botanico, presso la facoltà di biologia di Corso Biagio Rossetti. Il 18 ottobre, presso il Museo di Storia Naturale, con la Tavola rotonda e la presentazione di testi sulla Greeneconomy si è parlato di “Scienza al verde” : una discussione sul capitalismo verde e la comunicazione scientifica. Al tavolo del confronto, insieme al Dr. Giovanni Mazzitelli, fisico dell’INFN di Frascati e presidente dell’associazione Frascati Scienza, e Valerio Rossi Albertini autore insieme a Mario Tozzi del libro: ‘Il futuro dell’energia’ (ed. Ambiente). In serata l’associazione ‘Salviamo Wirikuta’ ha presentato la difficile situazione che stanno vivendo le popolazioni autoctone messicane,
sottolineando l’importanza della salvaguardia della biodiversità sia naturale che culturale. All’incontro hanno partecipato “La sciamana del deserto” di Dona Maria, una delegazione wirrarika che negli ultimi mesi porta la voce di Wirikuta in giro per l’Emilia Romagna, e lo scrittore Gianfranco Narciso, che ha raccontato il suo anno vissuto nel deserto messicano. I rifiuti sono invece stati al centro delle attività di sabato 19, con una tavola rotonda al Museo di Storia Naturale e la presentazione dei libri “Corpi di scarto”, “Solo fango” (entrambi ed. Ambiente) e “Il rifiuto del Sud” (De Girolamo editore). Nel pomeriggio, grandi e piccini hano potuto approfittare della guida offerta dai libri “Avventure e scoperte in giardino” e “Domitilla. Sos opera-
zione Terra” (Scienza Express) per visitare l’orto botanico di Ferrara . Domenica 20 ottobre, la giornata di lavori è stato dedicata alla comunicazione del rischio. In una provincia duramente colpita dal terremoto nel maggio del 2012, non si può prescindere dal ricercare metodologie di informazione e comunicazione ottimali, affinchè la prevenzione e la gestione delle emergenze sismiche – e non solo- siano occasione di grande attenzione da parte delle istituzioni e dei Media. Sono quindi stati presentati i libri : “Quando la terra trema. Sopravvivenza, emozioni e scienza tra Fukushima e l’Emilia “ (Scienza Express) e “Guida alle leggende sul clima che cambia” (ed. Ambiente).
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mondo risparmio energetico .7
Gli Italiani credono al Sole Il X rapporto “Gli Italiani e il Solare”, presentato a Verona nell’ambito della fiera Smart Energy, dalla Fondazione Universde – Osservatorio sul Solare e pubblicato nei primi giorni del mese di ottobre, racconta del positivo rapporto degli Italiani con l’energia solare. La Fondazione ha condotto un sondaggio su mille cittadini dislocati in diverse regioni d’Italia, di età, alfabetizzzione e livello di quelità della vita differente: se ne evince un quadro estremamente interessante, che può dar fiducia agli operatori del settore. Lo studio ha infatti ha rilevato come nel nostro paese p i ù di 8 persone su 10
(83%) ritengano il fotovoltaico la migliore tecnologia energetica per il futuro. Viene poi l’eolico, cresciuto fino al 61% rispetto al 54% dell’ultima rilevazione, seguito dall’energia idroelettrica, con il 38% dei consensi e da quella geotermica, con il 33% (la somma è superiore al 100% in quanto era possibile fornire risposte multiple). Percentuali basse per biomasse (23%), nucleare (19%), gas (9%), petrolio (2%) e carbone (2%). A livello di opinione, quindi, il successo dell’energia solare è dovuto a diversi fattori: innanzitutto è considerata “Compatibile con l’ambiente” dal 92% degli intervistati, e “Sicura”
dall’88%, mentre soltanto il 20% la ritiene “Costosa”, un dato in netto calo rispetto al 26% raccolto nel maggio di quest’anno. Tenuto poi conto che il 78% delle persone che hanno risposto al sondaggio ha affermato di aver pensato al fotovoltaico per la propria abitazione, e che il 93% sarebbe favorevole all’installazione nel proprio condominio. Qualcosa a livello normativo e di immaginario comune “blocca” la diffusione del fotovoltico, specialmente in città. Per il 42% degli intervistati, infatti, il fotovoltaico è “Economicamente dispendioso”, per il 55% è “Tecnicamente complesso”, mentre addirittura per il 78% l ’ u t i l i z zo dell’energia solare è “ B u rocraticamente difficile”. Il
90% del campione ritiene, infatti, che il Governo dovrebbe supportare l’utilizzo del fotovoltaico, ed il 45% crede che questo andrebbe fatto anche più di quanto non si facesse prima con gli incentivi. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde ed ex ministro dell’Ambiente nelle passate legislature, ha così commentato l’esito del sondaggio: “È evidente che, nonostante gli attacchi continui alle rinnovabili, accusate di essere troppo costose, i cittadini continuano a ritenere che le fonti di energia pulite sono meritevoli di un sostegno pubblico. Errori e speculazioni ci sono stati, quindi è giusto evitare megastrutture, ma sarebbe assurdo bloccare un settore che dà occupazione aiutando l’ambiente”.
8. mondo vacanza slow
foot per Halloween Weeken slow Un weekend lungo, la voglia di camminare e godersi i paesaggi sono gli ingredienti perfetti per concedersi un po’ di relax e godere delle bellezze del territorio in maniera sostenibile, per il portafogli quanto per l’ambiente. Per Halloween, poi, le occasioi di divertimento non mancano di certo. La Romagna, in questa stagione, offre ai viaggiatori “lenti” paesaggi e sapori davvero straordinari. Per cominciare il nostro weekend “da paura” ci si può concedere una passeggiata per le stradine di San Marino, piccola e graziosa
come tutti i paesini intorno. Dalle Mura si può godere di uno splendido paesaggio, colorato dalle foglie gialle e rosse, ammirando le bellissime torri costruite sulla roccia e visitando il Palazzo - sede del parlamento. Da San Marino ci si può spostare a San Leo: sotto la massiccia fortezza il paesino è tutto in pietra, molto carino da visitare perchè ha conservato in toto il suo stile medievale. Da qui a Verrucchio, altro paesino con il centro storico piccolissimo, il passo è breve ed è possibile visitare la caratteristica rocca. Per trascorrere degnamente la “notte delle streghe”, non c’è niente di meglio che visitare il Castello di Montebello, detto an-
che di Azzurrina, aperto di sera per l’occasione, con due visite guidate alle 22.30 e alle 23.00. La suggestiva fortezza si trova su di una collina alta 436 metri: per arrivarvici si può percorrere una bella e ripida stradina a piedi, attraversando scorci suggestivi ed interessanti. La leggenda narra che Azzurrina fosse nata intorno al 1370 figlia di Ugolinuccio o Uguccione di Montebello, feudatario di Montebello di Torriana. Si dice che fosse una bambina albina e che, poiché la superstizione popolare dell’epoca collegava l’albinismo con eventi di natura diabolica, la madre decise di tingerle periodicamente i capelli di nero. Tuttavia, dato che li tingeva
con pigmenti di natura vegetale estremamente volatili, questi, complice la scarsa capacità dei capelli albini di trattenere il pigmento, avevano dato alla bimba riflessi azzurri come i suoi occhi: così avrebbe avuto origine il soprannome di “Azzurrina”. Proprio a causa di questo fatto il padre decise di far sorvegliare sempre la bimba da due guardie, Domenico e Ruggero, e non la faceva mai uscire di casa, per proteggerla dalle dicerie e dal pregiudizio popolare. Si narra che il 21 giugno del 1375, mentre il padre era fuori in battaglia, Azzurrina, sempre vigilata dai due armigeri, giocasse nel castello di Montebello con una palla di stracci mentre
mondo vacanza slow .9
in Romagna fuori infuriava un temporale. Secondo il successivo resoconto delle guardie la bambina avrebbe inseguito la palla caduta dalla scala all’interno della ghiacciaia sotterranea, nell’intento di recuperarla. Avendo sentito un urlo, le guardie sarebbero accorse nel locale entrando dall’unico ingresso, ma non avrebbero trovato traccia né della bambina né della palla, e il suo corpo non sarebbe stato mai più ritrovato. Il temporale sarebbe cessato con la scomparsa di Azzurrina. La leggenda vuole quindi che il fantasma della bambina sia ancora presente nel castello e che torni a farsi sentire
di tanto in tanto. Una volta tornato l’appetito, passata l’emozione e la “strizza” per la visita di Azzurrina, si può tornare in paese alla ricerca del miele di Torriana. Il paesino è infatti celebre per la sua produzione del prezioso nettare, la cui preservazione è curata dall’associazione Slow Food Malatestiana Rimini.
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mondo medicina
Smettere di fumare con la frutta e la verdura In salute a tavola e nella vita Si tratta sempre di più di una “mission impossible”: smettere di fumare. Le sirene dei metodi facili continuano ad attirare frotte di fumatori che volgliono dire addio alle “bionde” ma né le sigarette elettroniche né le gomme da masticare o i cerottini cutanei alla nicotina sembrano essere particolarmente salutari. Spesso i fumatori riferiscono un’incapacità nel cambiare la loro condotta, denotando una vera e propria “dipendenza”. Per la dottoressa Anna Maria Sepe, psicoanalista induttiva ed esperta in ipnosi traslativa, “Le deduzione secondo le quali l’individuo è spinto a contrarre il vizio del fumo sono molteplici e spesso il fumo rappresenta una risposta alle emozioni e alle difficoltà della vita quotidiana.”
Sembrerebbe, invece, che una dieta a base di frutta e verdura possa aiutare a dire per sempre addio alle sigarette. A dimostrarlo sarebbero stati i ricercatori della University of Buffalo, attraverso uno studio pubblicato sul Nicotine and Tobacco Journal. Sulla nota rivista scientifica è stato infatti spiegato come “consumatori abituali dia alimenti di origine vegetale abbiano 3 volte più possibilità di smettere di fumare per almeno un mese”. Esaminando 1.000 fumatori dai 25 anni, infatti, gli studiosi statunitensi hanno riscontrato un effetto barriera svolto da una dieta verde, una sorta di disintossicazione vegetale che non discrimina per sesso, età e livello di istruzione. Secondo gli scenziati, infatti, le motivazioni all’origine di questo comportamento – e del relativo vizio – risiedono, essenzialmente, nell’abitudine pisco-
logica di riempire un vuoto, in termini di appagamento fisico e psicologico. Alimenti come cereali, pomodori ed insalata possono contribuire invece a fornire un senso di sazietà eliminando la tentazione di accendere una sigaretta a fine pasto. Inoltre, poiché le sostanze organolettiche contenute nei vegetali cambia la percezione del sapore del tabacco, mangiare prevalentemente frutta e verdura cambierebbe anche il gusto delle sigarette rendondolo spiacevole, mentre caffè e carne che tenderebbero, invece, ad esaltarlo. “Sapevamo da studi precedenti - ha spiegato Gary A. Giovino, ricercatore a capo dello studio pubblicato anche sulla rivista Nicotine and Tobacco Research - che chi è in astinenza da sigarette per meno di sei mesi consuma più frutta e verdura rispetto a chi fuma ancora. Tuttavia,
non sapevamo che i fumatori che fanno altrettanto hanno più possibilità di smettere. Chi consuma più frutta e verdura rispetto agli altri ha infatti 3 volte più probabilità di smettere di fumare per almeno 1 mese. Questo indipendentemente da sesso, età, istruzione o altri fattori che solitamente influenzano la scelta di smettere”. Quello che manca, allo studio della University of Buffalo, è la capacità di mettere in relzione causale l’assunzione di uno stile alimentare più verde e la disintossicazione da nicotina e fumo di sigarette, però l’approccio “vegetariano” alla terapia necessaria al distacco dal vizio del fumo può essere valutato positivamente, specialmente per le qualità intrinseche di frutta e verdura. L’apporto di acqua, vitamine e sali minerali non può che migliorare lo stato fisico generale degli aspiranti ex-fumatori, che ne ricevono quindi benefici multipli.
mondo pnl e area psico meditazione yoga .11
A Ravenna lo Yoga si fa sul serio Le tecniche per migliorare la propria esistenza, anche in un’ottica “green”, possono essere legate alla scelta di rendere il nostro stile dività più sostenibile, anche a livello spirituale. Il saggio Patanjali, nei suoi Yoga Sutra, ha llustrato uno dei piani più efficaci per vivere un percorso esistenziale ottimale, che può essere anche esteso al nostro rapporto con l’ambiente. L’insegnamento classico dello Yoga, prima ancora delle asanas, ossia le posture, prevede dei codici di disciplina sia esterne che interiori, per poter aspirare alla libertà ed all’autorealizzazione: alcune di
esse possono essere traslate sulle pratiche quotidiane per la salvaguardia dell’ambiente, consapevoli che sono i piccoli comportamenti a scatenare quelli grandi: Il primo insegnamento è lo aimsha, cioè la non violenza – che significa proprio non fare del male a nessun altro essere vivente, quindi praticare il vegetarianesimo o anche più semplicemente cercare di limitare l’inquinamento per preservare il nostro ambiente e quello degli animali, così come scegliere di non comprare ciò che viene prodotto senza rispetto per le condizioni dei lavoratori. Un altro importante principio yoga è la compassione, ossia il sentimento di connessione con qualsiasi forma di vita. Dal punto di vista ambientale corrisponde al ridurre
il nostro continuo sfruttamento e sperpero delle risorse. Il terzo principio è lo asteya, cioè il non rubare. Non rubare alle altre persone e non rubare risorse al pianeta, all’ambiente e – in senso lato – anche alle generazioni future. A Ravenna, esiste una scuola di Yoga Iyengar, diretta dall’insegnante Emilia Pagani. Ella ha iniziato la sua esperienza negli anni settanta, quando ancora in Italia e in generale in tutto l’occidente era opinione diffusa che yoga fosse ad appannaggio dei figli dei fiori. In India, al contrario, da secoli lo yoga era conosciuto come strumento principe per il benessere e la salute fisica e mentale dell’individuo. Yehudi Menuhin, in “Teoria e pratica dello Yoga”, spiega che “Lo Yoga, nel modo praticato da Mr Iyengar, è
l’offerta consacrata di un uomo che si reca all’altare, solo e puro nel corpo e nello spirito, concentrato nell’attenzione e nella volontà, e che offre semplicemente e innocentemente non un olocausto, ma soltanto se stesso giunto al massimo rendimento. Lo Yoga è la tecnica ideale per prevenire le malattie fisiche o mentali e per proteggere il corpo in generale, che si attua innanzitutto verso una maggiore fiducia e sicurezza in se stessi. Ma la sua vera natura è inestricabilmente associata a leggi universali: il rispetto per la vita, per la verità e per la pazienza sono fattori indispensabili per un respiro calmo, una mente serena ed una ferma volontà.”
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mondo vivere consapevole .13
Il cambio dell’armadio Come dire addio agli abiti usati e conservare quelli nuovi Arriva il freddo, è tempo di titrare fuori golf, cappotti e collant e mettere via bermuda e abitini: per chi non ha la fortuna d’avere molto spazio è alle porte uno dei momenti più stressanti dell’anno, il fatidico “cambio dell’armadio”. Le regole per organizzarne uno poco traumatico si sprecano: dalle etichette alle bustine di plastica sottovuoto, sta di fatto che – anche se continuiamo a dire che “non abbiamo nulla da mettere” - il caos è sempre in agguato. E’ importante, ad ogni cambio di stagione, fare una scrematura tra abiti nuovi e abiti sciupati, che non useremo più: sembra facile a dirsi ma in ogni perso-
na c’è un accumulatore seriale, quindi bando ai sentimentalismi: tutto ciò che avrete deciso di scartare va messo da parte, in uno o più scatoloni, apponendo delle etichette per sapere cosa c’è dentro. Niente di più trendy di uno swap party con le amiche: vi disferete dei capi che non volete più e trascorrerete una serata in allegria, così da rendere meno traumatico ...l’addio. Alla fine della vostro party, mettete gli indumenti che nessuno avrà scelto in una borsa e provate a portarla in un mercatino dell’usato o donatela a qualche organizzazione no profit operante sul territorio, o anche nei contenitori della raccolta di indumenti usati. La prossima volta in cui sarete tentate dall’acquisto di un indumento perché “fa tendenza” o “vi piace tanto”, vi ricorderete del party e forse riuscirete a valutare in maniera più oculata la necessità di un acquisto.
Una volta scelto quello che terrete, fate prendere aria agli scatolini che conterranno i vostri indumenti fino alla primavera prossima, e poi riponete questi ultimi dopo averli stirati e lasciati ad asciugare completamente dall’umidità del ferro da stiro. Ricordate: le camicie vanno piegate in modo che l’una sia perpendicolare all’altra in modo da non rovinare i colletti stirati, mentre quelle da donna devono essere appese con i primi due bottoni chiusi. Anche gonne e abiti andrebbero sempre appesi: se non potete, piegate a metà gli abiti dall’altezza della cintura e, per le gonne, unite gli orli. I pantaloni andrebbero appesi sulle grucce a pinza facendo attenzione ad allineare il cavallo. E’ sempre una buona abitudine riporre gli indumenti in scatole dotate di antiratme: la lavanda resta un rimedio naturale, profumato e assolutamente
ecologico. Ottimi come antitarme naturali, da mettere nei classici sacchetti di cotone sono anche alloro, chiodi di garofano e castagne d’India, ma anche la scorza essiccata di limone, il legno di cedro (che non uccide, però, le larve) e l’eucalipto, la menta in essenza, il basilico e l’erba limoncina. Se i vostri scatoloni saranno riposti in un luogo umido, mettete dei sacchetti di cotone pieni di gessetti all’interno, fra i vestiti: assorbiranno nel tempo l’umidità, preservando i tessuti ed evitando che prendano quello sgradevole odore di muffa. A propostito di muffe, per contrastarle – assieme ai parassiti – utilizzate il “metodo della nonna”: un fazzoletto di stoffa legato con lo spago con dentro due foglie di alloro, cinque chiodi di garofano, due spighe di lavanda, un cucchiaio di bicarbonato e due pezzettini di legno di cedro.
14. mondo riuso riciclo
La nuova vita del baratto Un tempo il baratto era una pratica all’ordine del giorno, che accomunava tutti: si portavano le uova del proprio pollaio al mercato e si tornava con frutta, verdura e magari del formaggio. Si contrattava e si stabiliva la quantità di un bene o dell’altro da scambiare; il baratto era sincrono: si cedeva qualcosa e subito si otteneva qualcosa in cambio. Il baratto (o barter per chi amasse l’inglese) è stato utilizzato come pratica commerciale tra imprese per uno scambio di beni o servizi. Si trattava di grandi operazioni commerciali legate alla cessione di materie prime contro tecnologie e fu usato durante la grande crisi del ’29 per agevolare la ripresa economica,
aumentando la quantità di scambi e incrementando il fatturato senza intaccare le scarse risorse monetarie a disposizione. Il baratto mette in gioco nuovi modelli di consumo, in maniera più critica ed etica, orientati verso il benessere sociale ed ambientale. E’ uno strumento altamente educativo, fa riflettere sul valore reale degli oggetti e ne prolunga la vita anche con un riuso creativo, propone nuovi stili di vita più in sintonia con l’ambiente e offre divertenti opportunità di socializzare con persone che condividono gli stessi principi, passioni, gusti ed anche taglie! Senza contare che si possono barattare, oltre agli oggetti, competenze e capacità con un romantico week-end in qualche bellissimo B&B in tutt’Italia : dal 18 al 24 novembre infatti si svolge la “settimana del baratto”,
un’occasione per offrire servizi in cambio di un soggiorno in una delle strutture che aderiscono. Questa della settimana del baratto è solo una delle innumerevoli iniziative in corso: ad oggi questa fora di scambio rivive un’epoca di grande rilancio, complice il mondo del web che è riuscito a superare il gap del sincronismo della pratica del baratto, permettendo di creare un sistema di “crediti” da poter essere utilizzati quando necessario. Come unziona? Sulle numerose piattaforme già attive. Reoose. Su questa piattaforma parliamo proprio di baratto asincrono: ad ogni oggetto messo in vendita vengono assegnati dei crediti sulla base di alcuni parametri; una volta ceduto il prodotto si accumulano in crediti che poi potranno essere spesi sullo stesso sito per ottenere nuovi oggetti. L’altro elemento interessante è
la geolocalizzazione: si possono filtrare i prodotti in base al luogo di residenza in modo da annullare le eventuali spese di spedizione. Zero Relativo è una una community, la prima in Italia, dedicata a baratto, riuso, e prestito gratuito: si entra in contatto con gli utenti che vogliono barattare, prestare e donare i loro oggetti. Per diventare barter (temine per definire chi baratta) basta iscriversi alla community e fare un’offerta di baratto. Esistono anche diverse App per gli smartphone. Una di queste si chiama Swap Island e lo slogan è chiarissimo: “non ti butto, ti baratto”. Vi si accede con i propri profili di sociel network e presenta i vantaggi della mobilità e della geolocalizzazione.
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A Genova il primo mercato rionale a km zero Un’idea da copiare Ha aperto ufficialmente i battenti all’inizio di ottobre e si appresta a diventare un punto di riferimento per tutte le città d’Italia che vogliono ottenere il marchio “green”. Parliamo del primo mercato rionale a km 0 in Italia, che trova a Genova il suo spazio. A metterlo in piedi un gruppo di imprenditori che ha progettto e curato la ristrutturazione interna dello storico mercato rionale del Carmine di Genova, nel quartiere popolare e centralissimo, dove aveva abitato Don Gallo, nel quale si venderà merce proveniente dalle zone limitrofe regionali, cercando di trasmettere agli utenti il principio del consumo sostenibile. La struttura stessa del mercato rionale è stata realizzata rispet-
tando i paramentri della sostenibilità, ricorrendo a materiali locali e recuperando quanto già esisteva, secondo il progetto di un gruppo di giovani architetti. L’intero spazio è stato concepito come una vera e propria piazza, all’interno della quale poter trascorrere anche un’intera giornata. Giovanni Battista Costa, presidente del Consorzio mercato del Carmine, ha spiegato che nel progetto sono stati investiti circa 400.000 euro, grazie a un finanziamento del Banco di Chiavari, e che il consorzio punta ad un fatturato di 2-3 milioni. “Ma non è questo il punto – ha spiegato Costa - Il nostro obiettivo è soprattutto di dar vita a un sistema economico che parta dal basso, in cui le persone sono viste come cittadini e non come consumatori. Il mercato ospita tre diversi
banchi: uno per il pesce, rifornito da un consorzio di pescatori liguri, uno per la frutta e verdura e uno per carne, salumi e formaggi e tutti propongono esclusivamente prodotti della regione, acquistati tramite accordi diretti con produttori liguri.” Il consorzio ha vinto un bando comunale per la gestione dell’area: una splendida struttura coperta del 1921 in stile liberty di 500 metri quadrati, che era chiusa da anni ed è stata restaurata dal Comune di Genova con un milione di euro. Oltre al mercato, la “nuova piazza” propone i servizi di un ristorante aperto dalle 8 alle 24, che cucina quanto venduto dai banchi e propone vini dell’Enoteca regionale ligure, riconosciuta dalla Regione. All’interno anche una fontana pubblica dove attingere acqua corrente e un distributore di latte fresco,
sempre prodotto in Liguria, al costo un euro al litro. Il mercato sarà aperto fino alle 19 e, nella politica di eliminare ogni forma di spreco, ogni sera si terrà ogni un’asta dei prodotti deperibili non venduti in giornata, in modo da esaurirli nell’arco delle 24 ore. I consumatori potranno quindi acquistare frutta, verdura e pesce sempre freschissimi, mentre i commercianti ai banchi eviteranno che cibo venga sprecato o gettato via. Lo spazio del mercato è anche dotato di un collegamento wi-fi libero e di uno spazio aperto al pubblico per iniziative culturali: uno spazio a km anche per preservare le attività della città, aperto e tutti.
Mensile omaggio in abbinamento a La Pulce Il Fè Il Rò Il Rigattiere in edicola - Biosfera,mensile di sviluppo sostenibile - EDITORE: Edit Italia s.r.l a Socio Unico - Ferrara, V.le Cavour, 21 - Tel. 0532.200033 – Mail info@edititalia.it - Concessionaria: Publimedia Italia S.r.l.- Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Ferrara, Viale Cavour n.21-Tel.0532.200033 - Mail: info@publimediaitalia.com – Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1343 dell’ 11/01/2010 Direttore Responsabile: Gian Piero Zinzani - Stampa CSQ (BS) - Biosfera offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia S.r.l. a Socio Unico precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art.21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alla Redazione, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente. Per l’invio del materiale l’indirizzo è info@edititalia.it - È vietata la riproduzione totale o parziale di foto, marchi e testi. Copyright, tutti i diritti sono riservati ad Edit Italia S.r.l. a Socio Unico.
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DOMANDA DI PARTECIPAZIONE - 1 dicembre 2013 (da far pervenire entro e non oltre il 25 novembre 2013) Il sottoscritto il
nato a residente a
Via Tel./Cell.
n°
CAP
Codice Fiscale_
CHIEDE
ALLEGO DOCUMENTO DI IDENTITÀ VALIDO
in data di poter aderire alla Vostra iniziativa “scambio/vendita di proprietà” che si terrà c/o Il Quartiere Fieristico di Ferrara Via della Fiera, 11 il 1 dicembre 2013 proponendo lo scambio/vendita di
DICHIARAZIONE LIBERATORIA lo sottoscritto
dichiaro sotto la mia responsabilità, che la mia partecipazione alla manifestazione “La Pulce nel Baule” mediante l’affitto di n° piazzole avviene a titolo di privato e che quindi ogni vendita e/o scambio che in quella sede verrà da me effettuata si intende fatta non nell’ambito dell’esercizio di un’impresa; ciò stante l’attività in questione non rientra nella sfera di applicazione dell’iva ai sensi del D.P.R. 633/72. Per la stessa ragione anche il trasporto di quanto sarà oggetto di vendita e/o scambio non è ricompreso nella disciplina del D.P.R. 627/78 (bolla accompagnatoria delle merci viaggianti). Dichiaro, inoltre, sotto la mia responsabilità, che gli oggetti che verranno da me scambiati e/o venduti non hanno alcun valore storico, archeologico, di antichità, e che non si tratta di cicli,motocicli, automobili, oggetti preziosi (oro, argento, pietre preziose), animali, alimentari sfusi, materiale pornografico e armi. Sollevo, quindi, gli organizzatori della manifestazione e cioè Edit Italia S.r.l. a socio unico e
la propria concessionaria Publimedia Italia S.r.l. (di seguito, unitariamente, anche ‘organizzatori’) da qualsiasi responsabilità derivante da miei comportamenti in contrasto con le dichiarazioni sopra rese e, comunque, in contrasto con gli obblighi derivanti dalla legislazione vigente, assumendomi piena responsabilità per ogni eventuale provvedimento di qualsivoglia natura che dovesse essere preso dall’Autorità competente a seguito di mie violazioni di leggi e regolamenti. Riconosco che gli organizzatori avranno diritto di rivalersi nei miei confronti per ogni conseguenza dannosa che dovesse loro derivare dai suddetti miei comportamenti. Riconosco, infine, che qualsiasi violazione da parte mia degli obblighi di legge, salva ogni altra sanzione, facoltizzerà gli organizzatori ad allontanarmi immediatamente dal mercatino, con divieto di partecipazione al medesimo. In fede (Firma)
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