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MIGLIORARE LA LOGISTICA URBANA NELLA CITTÀ DI SARAGOZZA
GREEN TRANSPORTS AND LOGISTICS
Migliorare la logistica urbana nella città di SARAGOZZA
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di SARA SÁNCHEZ, Research Fellow, MIT-ZARAGOZA PROGRAM
Sara Sánchez, Research Fellow allo Zaragoza Logistics Center – l’istituto di ricerca superiore affiliato al MIT e all’Università di Sarazozza, di cui pubblichiamo molto volentieri gli originali progetti di ricerca – si è occupata con questo progetto di logistica urbana, andando a valutare modelli in grado di attenuare l’impatto sulla densità degli ambienti cittadini
Speciale SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ED ECONOMIA CIRCOLARE
Gli interessi di ricerca dello Zaragoza Logistics Center abbracciano il mondo, ma senza tralasciare quanto di più vicino. Recentemente abbiamo lavorato in collaborazione con Zaragoza Ciudad del Conoci-
miento (Zaragoza City of Knowledge, una fondazione privata senza
scopo di lucro che mira a diffondere a tutti i livelli nella città di
Saragozza, e oltre, i progressi compiuti dalla Società della Cono-
scenza) alla progettazione di una potenziale rete di hub logistici
che potrebbero migliorare il modo in cui le merci vengono conse-
gnate nella nostra città. Le città dipendono dai movimenti di merci,
principalmente su strada: l’insieme di produzione, acquisto, vendi-
ta e scambio di merci è uno dei motivi principali per cui esistono le
città e vengono generati i movimenti a supporto delle persone re-
sidenti e dei servizi da cui dipendono, dai bar allo smaltimento dei
rifiuti. Ma gli aspetti negativi sono ben noti: emissioni di carbonio,
altri inquinanti e particolati, rumore e congestione, spesso in un
sistema stradale che non è mai stato progettato per il traffico mo-
derno. Con la crescente domanda, anche prima della pandemia, di
consegne e-commerce a indirizzi residenziali e punti di raccolta
urbani, in tempi sempre più brevi, questi problemi, se non affronta-
ti, possono solo aumentare. In questa situazione, è possibile pro-
gettare una rete di hub urbani polivalenti che aumentino l’efficienza
del trasporto merci e i livelli di servizio, riducendo al contempo la
quantità di movimenti (attraverso il mantenimento delle scorte più
vicino al punto di consumo, la creazione di fattori di carico più
elevati e percorsi meglio pianificati), rimuovendo i veicoli più gran-
di e inquinanti dalle strade della città e sostituendo il resto con al-
ternative a basse o zero emissioni di carbonio?
PROGETTARE HUB URBANI
Per fare ciò, siamo partiti dal mappare lo stato dell’arte, seguendo
metodologie già utilizzate (sia in Spagna che altrove in Europa) per
la definizione di hub cittadini, tenendo presente che ogni città ha le sue caratteristiche uniche: geografia, piani stradali, densità di popo-
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221025095046-c78769dd4dd6b1a1de95f1841deb39e6/v1/f756fe0fa5827a894e4e67d35f8bc4f9.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
lazione, ubicazioni di aree residenziali, commerciali e ad uso misto
e così via. Questa analisi ha fornito le basi per la progettazione della
proposta in termini di ubicazioni, e ha suggerito la natura dei proces-
si logistici che collegherebbero hub e utenti finali attraverso la rete,
i tipi di veicolo più adatti, e i conseguenti KPI.
È stato anche necessario esaminare i modelli di business che po-
trebbero utilizzare la rete: proprietà privata, proprietà pubblica ma
gestita privatamente, varie forme di accordo di collaborazione o
cooperazione e così via. Rilevante è anche il contesto legislativo
attuale e futuro: norme sulle emissioni, creazione di zone a basse
emissioni, limitazioni di peso dei veicoli, limiti temporali per le attivi-
tà di carico e scarico. Qualsiasi schema proposto dovrebbe essere
compatibile con il piano di mobilità urbana sostenibile del consiglio
comunale di Saragozza (che copre il traffico passeggeri e merci).
Abbiamo effettuato un’analisi SWOT (Strength, Weakness, Opportu-
nities, Threats) della situazione attuale e mappato gli hub, i centri di
ritiro, gli armadietti e simili che già esistono. In pratica ci siamo
concentrati sugli hub di proprietà degli operatori logistici, ragionando
sul fatto che i centri di ritiro, in quanto di più operatori, pur essendo
un utile coadiuvante, non possono eguagliare i livelli di servizio for-
niti dai centri e hub di proprietà degli operatori e quindi questi ultimi
sono i luoghi in cui si può avere il maggiore impatto e avranno l’in-
GREEN TRANSPORTS AND LOGISTICS
fluenza dominante su qualsiasi rete futura.
La rete proposta ha tre livelli. In primo luogo, ci sono quattro sedi
definite centri di cross-docking, poste in prossimità degli incroci
della tangenziale Z40 e delle principali vie di accesso alla città. (For-
tunatamente, questo fornisce una distribuzione uniforme, all’incirca
a nord, sud, est e ovest). Questo è quanto percorrerebbero i veicoli
pesanti che trasportano merci nell’area urbana.
Queste strutture di cross-docking servirebbero ciascuna una zona
della città attraverso da tre a cinque hub urbani o micro-hub, situati
in modo che la maggior parte della popolazione possibile si trovi
entro cinque minuti a piedi, diciamo quattrocento metri, da un hub
urbano (o uno dei punti di raccolta attualmente disponibili). I furgoni
elettrici verrebbero utilizzati per trasferire le merci dai cross-dock a
questi hub. Infine, la distribuzione dell’”ultimo miglio” al destinatario
finale sarebbe effettuata in bicicletta, cargo-bike, scooter, piccolo
furgone elettrico o addirittura a piedi, a seconda delle caratteristiche
di ciascuna area e hub. Dalla nostra analisi, stimiamo che circa il 27%
della popolazione urbana (circa 178.400 abitanti) si trovi all’interno delle zone “cinque minuti” dei centri esistenti di proprietà degli ope-
ratori. La rete da noi proposta ha pochissime sovrapposizioni con
ZARAGOZA CITY OF KNOWLEDGE
Zaragoza City of Knowledge ha partecipato come
esperto tecnico durante la guida dell’implementazione della ricerca, offrendo inoltre dati urbani e gli strumenti necessari per la sua successiva analisi e visualizzazione, che hanno offerto un valore aggiunto alla ricerca. Oltre allo studio topologico e gerarchico della rete di distribuzione logistica metropolitana, che costituisce uno dei criteri per la localizzazione dei micro hub, l’organizzazione è stata particolarmente impegnata nell’analisi dell’efficacia del servizio dei punti di raccolta (propri e convenienti) delle principali merci e operatori della distribuzione sul territorio. In questo modo è stato conseguito un ulteriore tassello di conoscenza atto a stabilire le necessarie priorità all’implementazione dei primi micro hub multifunzionali (compresi i punti di raccolta).
queste strutture esistenti – alcune aree della città sono già abba-
stanza ben servite, altre quasi per niente – quindi la popolazione
coperta dalla nuova rete, circa 121.000 abitanti o il 18%, aumenta
davvero la quota di persone della città che possono essere servite
in questo modo migliore, più efficiente e meno dannoso per l’ambien-
te, portandola tra il 40% e il 45%.
I RELATIVI VANTAGGI
Oltre ad aumentare la percentuale della popolazione che si trova a
soli cinque minuti dai punti di ritiro, la rete proposta presenta altri
vantaggi. Dovrebbe essere possibile aumentare la capacità di stoc-
caggio del sistema, e con ogni hub gestito da un operatore logistico,
piuttosto che tramite terzi, sarà possibile mettere a punto i processi
logistici e di trasporto, e il tipo di veicolo utilizzato, rispetto alle esi-
genze e caratteristiche specifiche della località servita. Riteniamo
che anche la gestione dei resi sarà migliorata, e in effetti dovrebbero
essercene di meno perché la percentuale di successo per la prima
consegna dovrebbe essere maggiore, il che di per sé aiuta a ridurre
il numero di viaggi non necessari.
L’uso di energia non inquinante (elettrica o umana) dal cross-dock
all’hub e fino all’ultimo miglio, significa che il trasporto urbano gesti-
to in questo modo non genererà ossidi di carbonio o azoto all’interno
della tangenziale Z40, oltre ad essere più silenzioso .
Un ultimo vantaggio di questo schema è che, poiché ogni cross-dock
e i suoi hub associati serviranno aree distinte della città, sarebbe
possibile implementare in modo incrementale, iniziando con un
cross-dock e un paio di hub, che fornirebbe l’intera gamma di van-
taggi senza dipendere da altre parti del regime, e tali vantaggi po-
trebbero essere analizzati e misurati e, se necessario, apportate
modifiche prima di investire nel resto della rete.