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TERRITORIO
TERRA IN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI MONTEFELTRO CON LA MOTO ELETTRICA
DI CONFINE
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TESTO E FOTO DI EMILIO SALVATORI E CRISTINA ZOLI
A volte basta veramente poco, come quando svoltando a destra, all’altezza del semaforo di Casalecchio, lasciamo alle spalle lo stress della consolare di San Marino per immergerci nella bellezza di un territorio che sembra disegnato apposta per viaggiare in moto. Certo la due ruote che oggi ci troviamo a guidare è una moto del tutto speciale: una full
electric prodotta dalla Zero Mo-
torcycles, la Casa californiana leader del settore. Non potremo mai ringraziare abbastanza Massimo e Federico della Square 42, la concessionaria riminese, per averci dato questa opportunità che cancella tutto quel peso di pregiudizi che il motociclista ‘classico’ – e noi siamo per età ed esperienza in questa categoria – si porta con sé nell’approccio con la ‘modernità’ che avanza. Ma la SR/S, con cui per qualche giorno e diversi km viaggeremo, è una vera moto a tutto tondo e lo si avverte ancora prima di capirlo, semplicemente aprendo l’acceleratore. Con attenzione, però, perché i 190 Nm di coppia di questa Sport Tourer sono pronti in un attimo a scaricarsi sull’asfalto e possono sorprendere, e molto, anche il motociclista più esperto. Entrare in sintonia con una moto a propulsione elettrica è facile e si inizia subito a godere del viaggiare su una delle strade del territorio che più amiamo, la via Santa Cristina, con i suoi saliscendi, con le sue curve e tornanti che impegnano nella piega, col suo paesaggio così dolce e particolare su cui, come in un quadro, si staglia il profilo del monte Titano o, in lontananza, la cuspide della rocca di Verucchio. Una breve digressione a valle ed eccoci già impegnati sui curvoni in salita che ci portano a San Leo e alla sua meravigliosa fortezza che segna l’inizio del Montefeltro, un territorio di confine, da sempre conteso tra la Romagna e le Marche ma, a nostro avviso, patrimonio di entrambe. Dante non risponde forse così: “Romagna tua non è, e non fu mai, sanza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni” a Guido da Montefeltro quando lo prega di dirgli qual è la condizione politica della sua terra? Proseguiamo dunque senz’altro pensiero al mondo che immergerci in questo paesaggio fantastico per godere di una moto che
non produce alcun rumore, non scalda, ma soprattutto non in-
quina, che di questi tempi non è cosa secondaria per nessuno. E poi, grazie anche alla mancanza del cambio, non stressa regalando una maniera di viaggiare che si sposa con la nostra. Oltrepassata Carpegna, Pennabilli è ormai davanti a noi, proprio alla fine della discesa che dal Passo della Cantoniera ci porta davanti alle rupi di Penna e di Billi. Anche per l’ora, è qui che abbiamo pensato a un primo pit stop: per noi con un bel cassone di alici marinate sulla piazza Vittorio Emanuele II; per la nostra Zero Motorcycles, con un bel pieno di
IN VIAGGIO CON UNA FULL ELECTRIC, PRODOTTA DALLA ZERO MOTOCYCLES, DA VIA SANTA CRISTINA DOVE SI STAGLIA IL MONTE TITANO FINO A URBINO E RITORNO. DOPO UN PAIO DI RIGENERANTI PIT STOP, SEMPLIFICATI DA APP COME JUICEPASS CHE MAPPA I LUOGHI IN CUI SI TROVANO LE COLONNINE DI RICARICA.
IN APERTURA, UNA PANORAMICA DI VIA SANTA CRISTINA, VERSO SAN MARINO. A LATO, UNA COLONNINA DI ENEL X WAY AI PIEDI DEL PALAZZO DUCALE DI URBINO. energia in una delle colonnine di Enel X Way lontane non più di un centinaio di metri su viale Bistolli. È grazie ad App come JuicePass che i moto-elettrici hanno sempre sotto controllo i
luoghi in cui si trovano le co-
lonnine di ricarica, il loro stato, la possibilità di pagare l’energia una volta prelevata. 100% di carica e siamo pronti per proseguire il viaggio, dimenticandoci delle domande che accompagnano tutti nel primo approccio con la moto elettrica: “quanta autonomia ha?” e “quant’è il tempo di ricarica?” sono interrogativi legittimi ma a cui è difficile dare una risposta precisa perché tante sono le variabili, soprattutto legate al tipo di guida ma anche alla tipologia della strada. È la concretezza dell’utilizzo però che cancella ben presto questa ‘ansia da prestazione’ per entrare, con le modalità giuste e un approccio corretto, in sintonia con il piacere che il guidare una moto elettrica sa donare. Sfiorando Ca’ Barboni e i profili magnifici
dei sassi di Simone e Simoncel-
lo, si arriva ben presto a Sestino. È da qui che si diparte la stradina panoramica che supera il Passo della Spugna per raggiungere in breve Borgo Pace attorno a cui i torrenti Meta e Auro si abbracciano divenendo il Metauro. La strada che ci proietta verso Urbania è bellissima, come pure la deviazione che da Urbania ci porta in breve nel cuore di Urbino, dominata come un tempo da Palazzo Ducale e dai suoi Torricini, custodi nelle sale della Galleria nazionale delle Marche di opere pittoriche altissime e con pochi rivali al mondo. Ed è così che mentre noi godiamo della visita a questa fonte di meraviglie, la nostra SR/S si ricarica d’energia in uno dei punti di ricarica che
si trovano proprio ai piedi di
Palazzo Ducale, in piazza Mercatale. Il ritorno potrebbe essere veloce puntando verso Auditore e da lì, attraversata la magia di Montealtavelio, giungere a Mercatino Conca, proseguire verso Montescudo e casa, ma… ci stiamo divertendo troppo, e poi vogliamo ancora gustarci le installazioni artistiche che accompagnano il viaggiatore lungo la provinciale di Montefabbri: l’Oca migratoria, o il mastodontico Cavallo che salta verso il cielo dell’artista marchigiano Gianni Calcagnini o, più semplice e consueta, la Panchina Gigante, per tornare bambini riscoprendo il paesaggio. Mondaino, Montegridolfo, Saludecio per scendere verso Morciano sulla valle. Ma solo per un attimo perché già le curve che ci portano verso Monte Colombo e il suo borgo ci richiamano prima di riconsegnare la SR/S diventata ormai nostra.