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SUL MARE

Cresciuto da genitori appassionati di sub, con il padre alla guida di un cantiere navale e la sorella più grande amante degli sport d’acqua, per lui di certo sarebbe stato impensabile immaginare un futuro senza il mare. Il mare non rappresenta solo il suo ambiente naturale più congeniale, ma è anche il teatro che accoglie le mirabolanti performance che esegue con la sua vela: ecco Lorenzo Boschetti, ventitrenne originario di Cesenatico, uno dei candidati italiani per le olimpiadi di Parigi 2024 per la disciplina di Kitefoil. Uno sport estremo dove adrenalina e desiderio di libertà si uniscono a forza, precisione e velocità. Oggi

Boschetti, dopo aver vinto due campionati italiani, è rientrato nella top ten al mondo e da tre anni è in nazionale. Membro del corpo sportivo della Marina Militare, è nel Team Italia creato dalla FIV (Federazione Italiana Vela) una squadra di atleti scelti che per 15 giorni ogni mese si allena principalmente a Caglia- ri in vista delle selezioni per le Olimpiadi di Parigi. Lo scorso mese è stato alle Canarie per un allenamento personale, è spesso fuori città per competizioni o per la preparazione atletica, ha partecipato con successo alle coppe del mondo di Palma di Maiorca e di Hyeres (vicino a Tolone) e ora guarda ad Amsterdam dove si terrà l’ultima gara di selezione per le Olimpiadi, per poi essere ammessi alla di simulazione delle olimpiadi che si terrà a Marsiglia i primi di luglio.

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“Ho indossato la mia prima maschera con boccaglio a 3 anni. Da piccino ho frequentato la scuola vela al Circolo velico di Cesenatico e lì si è aperto da- vanti ai miei occhi un mondo. Mi sono cimentato con grande successo nel Windsurf e poi nel Kitesurf, a cui mi sono approcciato con grande semplicità perché da tempo con mio padre e mia sorella mi divertivo con gli aquiloni acrobatici. Certamente il kite è molto più complesso perché occorre gestire una vela molto grande e una tavola da surf, tenendo conto di tutte le variabili del vento, ma per me è sempre stato molto naturale praticare questa disciplina.”

Boschetti inizia la sua carriera però partecipando ai primi campionati di Sup, poi nel 2017 arriva la svolta. “Mi è arrivata la proposta di tentare le olimpiadi di Buenos Aires e di gareggiare tra i 2000/2004. E così ho lasciato il Sup per il mondo del Kitesurf e ho iniziato a viaggiare tra Cina, Marocco e Europa. Le olimpiadi del 2018 le ho viste da vicino, ma non sono stato selezionato perché all’ultima gara per la qualificazione non ho potuto partecipare per motivi di salute. Ora quindi il mio sogno è Parigi ma questa volta con l’hydrofoil.”

Boschetti trascorre le sue settimane in viaggio: “Quando abbiamo gli allenamenti dobbiamo andare dove c’è vento, quindi Cagliari o Marsiglia. Poi quando sono libero la mia preparazione continua o a casa o in altri luoghi dove la preoccupazione primaria è ‘andare in acqua’. Adoro questo sport, che è molto immediato rispetto alla vela. Con il Kitefoil è necessario poco tempo per prepararsi e iniziare a volare, mentre con la vela, a volte, l’allestimento della barca richiede tempi più lunghi. Non va però sottovalutato il rischio di questa disciplina. La pinna sotto la tavola è tagliente come una lama e lo sono anche i fili degli aquiloni, occorre avere una grande padronanza della vela e del proprio corpo. Noi giochiamo ‘professionalmente’ ma la paura è all’ordine del giorno. Non bisogna dimenticare che in una gara maschile si raggiungono anche i 50 km/h e si ‘vola’ con coltelli sotto i piedi alla distanza di un metro e mezzo dall’altro concorrente. Uno sport ricco di fascino e divertente: l’unico neo è che serve tanto vento e quindi occorre essere disponili a viaggiare. Soprattutto, l’attrezzatura è costosa e va spesso aggiornata: una vela dopo 30- 40 ore di allenamento va buttata e sostituita. Quindi ogni anno la spesa può aggirarsi sui 50.000 euro.”

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