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EMMA BENINI

LA GIOVANE ATTRICE CERVESE PRONTA A SPICCARE IL VOLO

di Roberta Bezzi / ph Lidia Bagnara

Bionda, solare, bella, in grado di coniugare talento e modestia, tanta è la voglia di migliorarsi e di crescere professionalmente, mettendosi sempre in discussione. La ventitreenne cervese Emma Benini, con il sogno di fare l’attrice sin da bambina, è certamente una stella promettente che sta portando avanti una buona carriera cinematografica e televisiva. Di recente si è fatta notare al cinema nel lungometraggio Ennio Doris. C’è anche domani di Giacomo Campiotti, liberamente ispirato all’autobiografia del noto imprenditore e banchiere italiano, e nel film

Le ragazze non piangono, firmato dal regista emergente Andrea Zuliani, dove per la prima volta ha avuto un ruolo da protagonista sul grande schermo. E nel suo carnet, tra gli altri, ha anche ruoli nei film Tutto liscio del 2019, Sotto il sole di Riccione, girato per la piattaforma Netflix nello stesso anno, e nella serie tv Rai del 2021 La fuggitiva, dove Carlo Carlei le ha fatto vestire i panni di una giovane Vittoria Puccini. E ancora ha preso parte ad alcune puntate di Teresa Battaglia e di Nero a metà, sempre per la Rai, mentre a gennaio 2024 la si è vista nella fiction La lunga notte. La caduta del Duce, dove ha recitato al fianco di Alessio Boni.

Emma, come e quando è nata la sua passione per la recitazione?

“Mi ha sempre attratto, considerando che sono sempre stata la bimba che a Natale o per i compleanni rompeva le scatole per fare uno spettacolino. Non ero timida, mi piaceva stare al centro dell’attenzione. Poi ho sempre amato guardare i film, immaginando di farli io.”

Può ricordare la prima volta che è salita su un palco? Quanto ha influito suo padre Massimo nel farle crescere la vocazione?

“Il debutto a teatro è stato già intorno ai 7/8 anni, con il gruppo dei Rumors for Children di Cervia, che ho conosciuto grazie a mio padre che ne faceva parte. Lui è un parrucchiere con la passione per il teatro e devo certamente ringraziarlo per il suo appoggio. Forse avrei scoperto lo stesso il mio feeling con la scena, visto che ho iniziato a fare laboratori e corsi già da piccola, ma con i Rumors mi sono tolta quell’imbarazzo che ci può essere all’inizio e ho imparato anche a improvvisare.”

Un altro incontro fortunato è stato quello con Ivano Marescotti, conosciuto nella sua Accademia, tra i primi a credere nel suo talento. Cosa ricorda di lui?

“Senza dubbio lui è la persona che più prendo come esempio. Più che insegnamenti – una parola che non gli piaceva molto – mi ha dato tanti consigli sul lavoro dell’attore. Ricorderò sempre, durante il primo laboratorio 100 Ore con Marescotti a cui ha poi fatto seguito il Tam, che eravamo in 15 in scena e io dovevo interpretare una moglie che perdeva il marito, un personaggio ben lontano dal mio quotidiano di ragazza. Finita la prova, mi si avvicina e mi dice che avevo fatto esattamente tutto quello che non avrei dovuto fare, ma che potevo migliorare lavorandoci su. Ecco, lui non ti diceva come fare, ma ti ci faceva arrivare. Era molto generoso, di artisti come lui ce ne sono pochi, non si metteva in cattedra come molti suoi colleghi. A livello umano, gli volevo un bene infinito, ci sentivamo spesso.”

Con lui ha recitato la Divina Commedia e ha debuttato nel film Tutto liscio di Igor Maltagliati, con Maria Grazia Cucinotta, Giuseppe Giacobazzi e Serena Grandi nel cast. Poi l’ha inserita nell’agenzia Grimaudo di Roma, la stessa di cui faceva parte…

“Sì, è stato un grande aiuto. Ivano ha dato il mio video di presentazione a Maria Vittoria, una bravissima agente, molto umana, che per me è ormai come una seconda mamma in un mondo che può essere difficile. Essere seguiti da un’agenzia è fondamentale perché le proposte di provini arrivano direttamente lì.”

Lei si è diplomata al Tam, ma ha mai pensato, da quando si è trasferita a Roma, di tentare la carta del Centro Sperimentale di Cinematografia?

“Sì. A 18 anni ho provato ma non sono stata presa. Sto ancora riflettendo se ritentare, sono ancora in tempo. Non è essenziale per avere successo però potrebbe essere una ‘palestra’ importante per allenarsi con altri attori. Anche se è chiaro che l’esperienza del set è un’altra cosa ancora e da questo punto di vista sono stata fortunata.”

Come si sente nella capitale?

“Bene, ho il lavoro e diversi amici. Ma non è ancora ‘casa’, quella è in Romagna, ci sto lavorando su… Anche se mi trovo bene, appena posso torno a casa volentieri.”

Cosa le piace dell’essere attrice?

“Il fatto che sia come un gioco in cui, per un po’ di tempo, non sono io e quindi stacco la spina, non ho più pensieri o insicurezze. Il travestimento mi aiuta moltissimo: con trucco, acconciatura e abiti di scena sono pronta a calarmi nel personaggio.”

Qual è il lavoro che le ha dato di più in termini professionali finora?

“Ogni esperienza è stata importante. Ricordo in particolare Le ragazze non piangono – la storia di Ele e Mia, amiche per caso e compagne di un viaggio on the road lungo l’Italia a bordo di un vecchio camper – perché sono stata protagonista insieme ad Anastasia Doaga, di cui sono diventata amica. Per me è stato un test pazzesco, un’esperienza di set unica, che mi ha consentito poi di partecipare a festival di tutta Italia. Ricordo con piacere anche La fuggitiva dove ho conosciuto Carlei che mi ha aiutato tanto.”

Tv, cinema e teatro: cosa preferisce?

“Mi piace tutto, perché il lavoro dell’attore si può esprimere in diversi contesti e molteplici forme. Spero di poter continuare questa bella gavetta, perché mi interessa privilegiare la qualità a livello artistico. A livello di generi sono piuttosto flessibile anche se noto che mi sento particolarmente a mio agio nel fare commedie, cosa non semplice perché fare ridere non è scontato.”

Tra i colleghi e registi, chi ammira particolarmente?

“La mia attrice del cuore è Valentina Bellè che ho avuto il piacere di conoscere e che stimo molto. Ma mi piacciono anche Linda Caridi e Vanessa Scalera, due tipe toste, mentre tra gli uomini Alessandro Borghi, bravissimo in Supersex, e Filippo Scotti, che si è distinto in È stata la mano di Dio di Sorrentino, oltre a Elio Germano. Tra i registi, invece, ho una predilezione per Gabriele Salvatores, Daniele Luchetti e Matteo Garrone.”

Che tipo di personaggi le piacerebbe poter interpretare in futuro?

“Anzitutto un bel personaggio storico in costume perché dentro di me, a volte, sento di avere 85 anni. E poi, finché sono giovane, sogno di fare un film sullo sport, di interpretare una stella dell’atletica o del nuoto, un ruolo quindi fisico che richiede anche una certa preparazione. Purtroppo, nel cinema, spesso lo sport è più legato agli uomini… In generale, mi piacerebbe poter avere ruoli diversi più caratterizzati, per non fare sempre la ‘moglie di’, la ‘fidanzata di’ o ‘la sorella di’.”

Inevitabile chiederle: lei quanto è sportiva?

“Grazie al mio allenatore e amico Matteo Tarroni, ho scoperto quanto faccia stare bene fare sport, sia fisicamente che mentalmente. Se in passato ho avuto qualche anno di allontanamento dallo sport, ora mi alleno quasi tutti i giorni e che prima o poi vorrei correre una mezza maratona o maratona.”

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