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Introduzione

L’IDEA

L’idea non è nuova. È da anni che se ne discuteva tra i soliti noti, ma tutto rimaneva lì. Scrivere una nuova guida oltre a essere molto impegnativo, non sembrava poi così necessario o quanto meno utile. Ma il gruppo al seguito de “il Dottore” con il tempo si è fatto sempre più numeroso e soprattutto più esigente con una continua richiesta di tracce, suggerimenti e relazioni di numerosi itinerari inediti che negli anni “il Dottore” e i soliti noti avevano percorso. Con il tempo si era diventati custodi di tutti quegli itinerari inediti percorsi sia da noi che da altri, itinerari non presenti in rete o semplicemente non sufficientemente descritti. La svolta decisionale è avvenuta però solo negli ultimissimi tempi quando in una numerosa tavolata di fine anno (scialpinistico) ci si è accorti di come il numero di questi itinerari fosse diventato davvero cospicuo. Inoltre erano sempre più quelli che più o meno direttamente ci incitavano a scrivere una nuova guida.

Pupetta (F. Mastromauro) in discesa dal Pizzo Cafornia, itinerario 92

PERCHÉ

L’idea dunque c’è, magari anche la volontà di scriverla, ma il fatto che fossero presenti già numerosi libri e guide sullo scialpinismo in Appennino centrale frenava molto le nostre intenzioni. Non riuscivamo a rispondere alla domanda del perché fosse necessario scriverne un’altra. Poi arriva una seconda svolta, vale a dire la presa di coscienza dello stile che avrebbe dovuto caratterizzare la nuova guida, che fosse cioè non un semplice elenco di proposte aggiuntive alle guide già presenti. Difatti nel panorama editoriale mancava una guida nella quale la maturità e l’esperienza dello sciatore diventassero la parte più importante della riuscita di una gita, dove la lettura della neve, della sua qualità, quantità e dei suoi pericoli diventassero la parte fondamentale se non essenziale di una gita. In ultimo, ma non per ultimo, mancava quasi completamente una guida dedicata allo sci ripido-esplorativo in Appennino. Con questa opera insomma ci piace l’idea che lo scialpinismo possa essere equiparato a un’arte che diventa la somma e il frutto di varie capacità che solo l’uomo possiede. In primo luogo ci vuole la passione per la montagna, per la neve e per la montagna innevata, poi l’immaginazione per la linea di discesa, infine la scienza e la conoscenza diventano necessari per capire come qualità, tipologia di neve e meteo siano interconnessi per la scelta dell’itinerario da intraprendere. Si spera quindi che questa nuova guida non sia più solo un elenco di itinerari, ma quasi un compendio per osservare con occhi diversi la neve e le nostre montagne trasformando una gita non in una mera attività ludica, ma in una esperienza completa.

Molti degli itinerari descritti sono nati così con questo spirito e con questa “arte” e cioè con immaginazione e curiosità da una parte, conoscenza ed esperienza dall’altra. E allora diamo fondo all’immaginazione, scaviamo dentro la nostra memoria e la nostra mente cercando di capire la neve e i suoi segreti, oltre che le pieghe delle nostre montagne! La guida non è esaustiva di tutto ciò che è possibile fare e sciare, sulle nostre montagne, la fantasia può, fortunatamente, ancora correre, anche in uno spazio limitato come il nostro Appennino, dove l’unico vero freno è semmai dettato dai cambiamenti climatici con un innevamento sempre meno cospicuo e duraturo.

CRITERIO DI SCELTA DEGLI ITINERARI

Gli itinerari in Appennino centrale sono innumerevoli, molti dei quali già pubblicati, ma nel panorama editoriale mancava una guida dedicata allo sci ripido, dunque la guida è incentrata principalmente su questo genere di itinerari, ma non solo. Abbiamo ritenuto importante integrarla con un certo numero di itinerari inediti, alcuni magari lunghi o in luoghi poco frequentati, perché crediamo che lo scialpinismo sia uno dei migliori modi per conoscere il proprio territorio e le proprie montagne. Abbiamo cercato inoltre di inserire gite (magari anche già note) in maniera tale da coprire un po’ tutti i settori geografici.

LA VALUTAZIONE DELLA DIFFICOLTÀ

Il problema della classificazione delle difficoltà scialpinistiche ha origini lontanissime e da sempre ha suscitato dibattiti e perplessità nei frequentatori della montagna invernale. Infatti se è relativamente semplice definire – basta misurarla! – l’inclinazione di un dato pendio, quando si vuole dare una valutazione globale della difficoltà di un itinerario scialpinistico le cose si complicano inevitabilmente. Entrano in gioco infatti molti fattori non facilmente quantificabili né tantomeno misurabili, che spesso risultano difficili da condensare in uno scarno grado di difficoltà: diversi scialpinisti, al ritorno da una gita si saranno chiesti il perché di una valutazione che non trovava riscontro sul terreno.

Rinaldhino (R. Le Donne) salta nel tratto chiave della Direttissima Est all’Intermesoli, itinerario 42

Velino e Cafornia

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