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Essere “neutrali” . . . conviene

La spinta alla transizione verde per le realtà del largo consumo viene, oltre che dalle normative, sia dai consumatori che dal mercato. Raggiungere la neutralità climatica è dunque non solo un imperativo ambientale, ma una scelta che ripaga economicamente e in competitività.

di Pierangelo Piantanida

Un mondo a emissioni zero: è quello che scienziati ed esperti ambientali auspicano, per conseguire l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto della soglia di 1,5-2 C° rispetto all’era preindustriale e scongiurare così gli effetti più catastrofici dei cambiamenti climatici in atto.

Da qui l’’imperativo di non incrementare ulteriormente le emissioni di gas climalteranti, raggiungendo la neutralità climatica per tutti i contesti della società. Impegno che l’UE ha fatto proprio, sottolineando non solamente la valenza ambientale della transizione verde, ma evidenziandone anche l’opportunità per realizzare nuovi modelli produttivi e di sviluppo, creare posti di lavoro e opportunità economiche, spingere verso stili di vita più compatibili con l’ambiente. E per risparmiare preziose materie prime ed energia, riducendo altresì la dipendenza dell’Unione dai combustibili fossili. Ed è così che il Parlamento e il Consiglio europei si sono dati obiettivi giuridicamente vincolanti, ovvero di ridurre le emissioni dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990, tramite il pacchetto “Pronti per il 55%”, ma soprattutto di raggiungere la piena neutralità climatica entro il 2050.

Da una ricerca condotta da WTW è emerso che il 60% del totale delle realtà esaminate abbia dichiarato apertamente di voler raggiungere il “net zero target” prima del 2050

In Italia, solo il 20% delle imprese riuscirà a conseguire gli obiettivi climatici con emissioni pari a zero

Luci e ombre sulla transizione green

Ma non tutti gli ambiti della società riescono a tenere il ritmo imposto in sede europea, almeno a giudicare da alcuni studi e ricerche a riguardo, concernenti in specifico il mondo aziendale.

A fornire un quadro parzialmente positivo è una ricerca condotta da WTW - Willis Towers Watson - che ha preso in esame la tematica degli incentivi aziendali finalizzati al conseguimento degli obiettivi di neutralità carbonica. Analizzando 15 società del Vecchio Continente, che hanno sottoposto al voto dei loro azionisti il proprio Transition Plan (cioè il cosiddetto “Say on Climate”), l’analisi ha evidenziato come nove realtà (il 60% del totale) abbiano dichiarato apertamente di voler raggiungere il “net zero

Altresì, la totalità delle aziende esaminate posseggono almeno un indicatore KPI (Key Performance Indicator) climatico, rispetto a una media continentale che è del 65%. Ciò anche se il “peso” di tali indicatori è ancora limitato, poiché si parla di un 8% nei piani di incentivazione a breve termine e di un 11,5% in quelli a lungo termine. Meno ottimistico invece il quadro che Accenture ha presentato con un suo studio fondato su 2 mila realtà (Accelerating global companies toward net zero by 2050), secondo cui, per quanto concerne l’Italia, solo un’impresa su cinque (cioè il 20%) riuscirà a conseguire gli obiettivi climatici, con emissioni quindi pari a zero, entro la fatidica data del 2050. Considerando invece il panorama europeo, i dati sono più confortanti, attestandosi al 51% delle imprese, soprattutto a confronto con il quadro americano (28%). Per spingere sull’acceleratore del cambiamento serve una decisa scelta verso le tec nologie innovative e un approccio “carbon intelligence”.

CO2alizione

Italia mira a coinvolgere e attivare il mondo del business rispetto alla gravità della situazione climatica attuale

Le 85 società che aderiscono all’iniziativa esprimono il loro impegno per la neutralità climatica all’interno dello statuto aziendale

Aziende coalizzate per il clima

Fattori che non mancano di sicuro, comunque, per un numero sempre crescente di aziende virtuose del Bel Paese, molte delle quali operano nel comparto del largo consumo, impegnate nella loro quotidiana attività a mettere in pratica concretamente le migliori strategie per conseguire l’obiettivo dell’emissioni zero ben prima della scadenza fissata.

È il caso ad esempio delle realtà facenti capo alla CO2alizione Italia, nata a giugno 2022 e che, rispetto alla gravità della situazione climatica attuale e alla conseguente necessità di attuare immediatamente azioni concrete per farvi fronte, mira a coinvolgere e attivare in tal senso il mondo del business.

Le società che aderiscono all’iniziativa, promossa da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Nativa, ad oggi 85 provenienti da ogni comparto, esprimono la volontà di ufficializzare il loro impegno per la neutralità climatica all’interno dello statuto aziendale e di attuare un percorso di formazione e condivisione di strategie, buone pratiche, strumenti, migliori soluzioni e tecnologie disponibili in base a conoscenze scientifiche solide, nonché di partecipare alla community.

A farne parte ci sono nomi di spicco, quali Perlage Winery, Gustibus Alimentari, Panino Giusto, Aboca, Feudi di San Gregorio, Grano Antico, Illycaffè, Acetum, Acetificio de Nigris, L’Erbolario, Nespresso Italiana, Antica Erboristeria, Damiano, Fileni Alimentare, Mutti e Danone Italia.

Una concreta risposta alle sfide climatiche è la filosofia che guida lo sviluppo di Jungheinrich

La società offre diverse attività che rappresentano un traguardo importante nel percorso verso la neutralità climatica

Jungheinrich, la neutralità nell’intralogistica

Una sostenibilità a 360°, e quindi anche una concreta risposta alle sfide climatiche, è la filosofia che guida lo sviluppo del gruppo tedesco Jungheinrich, fra i primi attori nell’offrire soluzioni intralogistiche su scala globale. Ed è infatti quotidiano l’impegno della società nel realizzare numerose iniziative interne ed esterne per far fronte alle sfide climatiche, ridurre i consumi di risorse e creare un’intralogistica sempre più sostenibile.

Ne fa parte la proposta sul mercato di Powerline, ampia flotta di carrelli retrattili, stoccatori e transpallet elettrici dotati di batterie con tecnologia agli ioni di litio che garantiscono maggiore sostenibilità, massime prestazioni nel magazzino e alta efficienza energetica. Un’efficienza che consente di risparmiare fino al 20% sul consumo energetico giornaliero.

L’utilizzo di energia proveniente soprattutto da fonti sostenibili, come gli impianti fotovoltaici, e l’impegno a diminuire il consumo di energia durante l’intero processo di produzione, fa sapere l’azienda, consente ai carrelli della gamma Powerline di vantare un’impronta di Co2 neutra fino al momento della consegna al cliente.

Ma non è tutto. Jungheinrich propone anche le sue soluzioni di rinnovo dei carrelli usati, che consentono di risparmiare l’80% di Co2 rispetto alla produzione a nuovo. Diverse attività, quelle offerte dalla società, che rappresentano in sintesi un traguardo importante nel percorso verso la neutralità climatica.

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