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Innovazione e sostenibilità per Rummo: dai pack ecologici all’obiettivo impatto zero
L’obiettivo è di diventare il primo pastificio al mondo alimentato al 100% da fonti rinnovabili con impatto zero di emissioni.
di Valentina Neri
Tra le più importanti produttrici di pasta di alta gamma con una presenza in oltre 60 Paesi, Rummo è un’azienda che vanta una storia più che secolare ma, al tempo stesso, ha sempre mostrato il coraggio di innovarsi. Anche in chiave sostenibile. Ne abbiamo parlato con Antonio Rummo, vice presidente e direttore International Sales di Rummo Spa
Nel 2021 sono state lanciate le confezioni 100% riciclabili. Cosa rappresenta per voi questa innovazione?
Il rispetto della natura è per noi una priorità strategica. Siamo stati i primi, infatti, a lanciare il pack in carta tra i grandi marchi in Italia e all’estero e siamo fieri di aver raggiunto il risultato della riciclabilità: questo per noi però è solo il primo passo. Siamo infatti continuamente alla ricerca di innovazioni che possano ridurre il nostro impatto sull’ambiente e, a questo proposito, stiamo anche finanziando una ricerca su come utilizzare l’acqua in maniera più efficiente nella coltivazione di grano, diminuendo gli sprechi.
Antonio Rummo vice presidente e direttore international sales di Rummo
Come conciliare la ricerca di soluzioni ecologiche con la tutela delle proprietà organolettiche della pasta?
Il nostro pastificio, alla sua sesta generazione con oltre 175 anni di storia, investe costantemente in innovazione. Abbiamo messo a punto e perfezionato un metodo esclusivo, il Metodo Lenta Lavorazione®, volto alla ricerca dell’eccellenza in ogni fase del processo produttivo. Selezioniamo i migliori ingredienti e li trattiamo con estrema cura per produrre diversi tipi di pasta. Continueremo quindi a fare il possibile per proteggere, nutrire, valorizzare e condividere la cultura italiana attraverso la nostra pasta, sempre con rispetto e autenticità. Questo significa garantire una pasta dall’eccezionale tenuta alla cottura grazie all’aumento dei tempi d’impasto ed essiccazione, che permettono di mantenere inalterate le proprietà organolettiche della semola di qualità superiore impiegata. Apprezzata anche da chef e gourmet, in quanto ideale per il salto in padella, Rummo è celebre tra gli amanti della vera pasta al dente ed è la prima al mondo ad avere certificato la sua tenuta alla cottura (Bureau Veritas N. 385/003).
In un periodo di crescita dei prezzi, i consumatori hanno ancora la possibilità di premiare i brand che offrono garanzie in termini di sostenibilità?
Noi siamo ciò che mangiamo, diceva il filosofo Feuerbach nel 1850. La ricerca della qualità nel cibo è imprescindibile nelle scelte delle famiglie ed è nostro impegno garantire la più alta qualità certificata. È con questo obiettivo che tutto il nostro team lavora senza sosta e senza compromessi. E per noi la qualità senza compromessi include tutti gli aspetti, compresa la sostenibilità degli ingredienti, dei processi e il rispetto del territorio. Alla ricerca dedichiamo moltissime risorse e attenzioni: abbiamo un centro di R&S e una scuola di formazione interni e la nostra pasta è certificata per la sua tenacia e resistenza.
Sempre in tema di sostenibilità, avete progetti futuri da segnalare?
Rummo è sempre stata attenta al tema della sostenibilità e dell’innovazione in questo settore e nel 2010 è stata insignita da Legambiente del premio “Innovazione amica dell’ambiente” per aver ridotto le emissioni di CO2 del 30%, grazie all’utilizzo di un impianto di trigenerazione, andato poi purtroppo distrutto con l’alluvione del 2015. Oggi, dopo aver investito su un pack sostenibile e riciclabile e sul risparmio di energia elettrica grazie all’installazione nell’intero pastificio di Benevento di luci a led, il nostro obiettivo è quello di diventare il primo pastificio al mondo alimentato al 100% da fonti rinnovabili con impatto zero di emissioni. Abbiamo quindi in programma un importante piano investimenti su logistica e fotovoltaico, puntando al 100% di fonti rinnovabili con l’obiettivo di raggiungere l’impatto zero.