2 minute read

L’algoritmo di Fondazione Carta Etica del Packaging

L’imballaggio può essere considerato uno strumento di progresso e di civiltà in grado di rispettare uno sviluppo sostenibile ed etico? Assolutamente sì, sostiene Fondazione Carta Etica del Packaging, nata nel 2020 con la pubblicazione della “Carta Etica del Packaging”, che individua 10 valori utili ad accompagnare il packaging verso un futuro più consapevole. Per mettere in pratica tali valori, la Fondazione ha concepito alcune Linee Guida sulla eco-sostenibilità del packaging, al cui cuore vi è un algoritmo, strumento che consente di parametrare le performance e intervenire per migliorare la sostenibilità di un imballaggio. In particolare l’algoritmo fornisce un posizionamento (rating) parametrato sulla CO2 equivalente emessa. Si tratta di un’analisi di primo approccio, che non si sovrappone né sostituisce la più codificata analisi LCA (Life Cycle Assessment). All’analisi segue la pianificazione degli interventi, strutturati secondo una logica di ciclo di vita, considerando gli impatti e le ricadute generati dalle fasi a monte e a valle lungo la catena di fornitura: sulla valutazione incidono infatti i fattori che vanno dall’estrazione o genesi delle materie prime fino alla gestione del fine vita, inclusi distribuzione e trasporto. Al termine della procedura l’algoritmo indica i punti su cui intervenire per un miglioramento del rating nel rispetto delle normative. Lanciato a febbraio 2023, per ora solo gli Ambasciatori della Carta Etica hanno accesso all’algoritmo.

L’osservatorio Identipack

Le imprese possono dunque misurare la sostenibilità e riprogettare il proprio imballaggio, ma un cittadino come fa a recepire questo dato per tenerne conto nelle sue scelte d’acquisto? Una soluzione è dichiararlo in etichetta e su questo punto tornano utili i dati forniti da “Identipack”, progetto di Conai e GS1 Italy nato con l’obiettivo di mappare e misurare la qualità delle informazioni ambientali presenti sul pack dei prodotti dei supermercati (grocery); una ricerca che incrocia codici a barre e informazioni di etichetta con i dati di venduto di NielsenIQ. Secondo i dati dell’osservatorio Identipack 2023, dei 133 mila articoli del largo consumo analizzati, solo il 44,8% presenta il dettaglio delle informazioni su tipologia di imballaggio e modalità di conferimento (+3,2% rispetto al 2022). Una fetta di mercato che rappresenta però ben due terzi delle vendite totali: “Rispetto alla media europea, i consumatori italiani si mostrano più propensi all’acquisto di beni rispettosi dei vincoli ambientali… uno stimolo per le imprese ad investire sulla sostenibilità, d’imballaggio e non” - sostiene il Ceo di GS1 Bruno Aceto.

Ridurre, riusare e riciclare

Diversi studi evidenziano la crescente importanza del packaging sostenibile nella mente dei consumatori europei. Un sondaggio Eurobarometro rileva che nel 2020 il 94% degli europei considerava importante ridurre i rifiuti di imballaggio e l’89% esprimeva la necessità di informazioni chiare e accurate in merito a riciclo e impatto ambientale dei prodotti. Oggi il packaging sostenibile è uno dei 3 settori chiave – insieme all’agricoltura di precisione e al plant based - che guidano la trasformazione sostenibile del sistema alimentare globale. Sul mercato ci sono già diverse imprese alle quali imballaggi sostenibili, circolari e facilmente riciclabili stanno già garantendo ricavi solidi, con obiettivi annuali di crescita del fatturato di oltre il 20%. Al buon senso bisogna aggiungere l’azione: ridurre, riusare, riciclare, ma anche riassettare il business e ridisegnare l’offerta.

This article is from: