Domenico Raio
Gloria al posto fisso (perchĂŠ senza un guadagno sicuro nessuno spende e il mercato va in crisi)
Edizioni Scientifiche e Artistiche
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Domenico Raio
Gloria al posto fisso (perchĂŠ senza un guadagno sicuro nessuno spende e il mercato va in crisi)
Edizioni Scientifiche e Artistiche
Copertina: Giulio Testi, Il Quarto Stato, aspetta ancora.
Progetto grafico ed impaginazione: Helix Media
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ISBN 978-88-95430-37-9 E.S.A.
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Edizioni Scientifiche e Artistiche
Š 2012 Proprietà letteraria artistica e scientifica riservata www.edizioniesa.com info@edizioniesa.com
C’
è chi l’ha attribuita al crollo dei mercati finanziari internazionali, chi alla globalizzazione e chi all’introduzione dell’euro che avrebbe raddoppiato i prezzi e dimezzato il potere d’acquisto dei salari, ma la vera ragione della grande crisi economica e sociale che sta attraversando l’Italia in questi ultimi tempi è da attribuire al tramonto del posto fisso. Se buona parte del Mezzogiorno del nostro Paese, dagli anni sessanta del ventesimo secolo in poi, non ha più conosciuto la fame dei periodi precedenti, è solo perché c’è stato chi ha avuto l’intelligenza di capire che, per aggiustare le cose al sud, più che le politiche di sviluppo del territorio o di sostegno dei mercati poteva il posto fisso. Quello sì che ha davvero sostenuto le famiglie meridionali, ma di riflesso anche molte famiglie del nord i cui componenti avevano trovato lavoro nell’industria settentrionale producente quel surplus di merci che, in mancanza di un reddito stabile nell’ex Regno delle due Sicilie, al sud non si sarebbero potute acquistare in quantità tale da determinare maggiore occupazione al settentrione. La tranquillità e il benessere che solo quel tipo d’impiego ha fatto conoscere per la prima volta nella storia d’Italia alle popolazioni meridionali, ha determinato che al sud si sviluppasse anche una certa cul-
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forse poteva essere una volta, e non solo in Italia. Se un uomo col posto fisso vuole crearsi una famiglia, è bene che trovi una donna anch’ella con il posto fisso e viceversa, perché oggi i costi per mantenere un nucleo familiare non potrebbero più essere sostenuti con il lavoro di un solo coniuge. Negli anni sessanta, il solo stipendio del marito bastava a prendere in affitto un appartamento di 100 mq in centro città, a crescere tre figli, a comprare l’utilitaria, e se si facevano un po’ di straordinari ci scappava pure il mese di vacanze in agosto o addirittura si mandava la prole all’università, sia pure con qualche contributo sulle rette annuali da parte dei nonni che avevano una buona pensione. Oggi con un solo stipendio sicuro, se pure hai un unico figlio, manca poco che non devi andare a mangiare alla mensa dei poveri oppure ti devi rivolgere a qualche organizzazione caritatevole per avere un paio di scarpe per te e qualche maglione per il ragazzo, mentre di contributi alle spese universitarie del nipote neanche a parlarne perché la pensione dei suoi nonni sarà talmente bassa che è meglio non andarli proprio a trovare. Si rischierebbe d’esser colti da un sentimento di misericordia e finire per comprar loro una fetta d’arrosto con i soldi della paghetta settimanale, conservati dal sabato precedente, e inizialmente destinati al cinema di mercoledì, o di altro giorno in cui si paga di meno.
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*** Il posto fisso rinsalda i rapporti di coppia. L’affermarsi del posto transeunte sta rendendo transeunti anche i fidanzamenti, sta sostituendo il calcolo al sentimento, la ragione alla passione. L’amore non va confuso con l’uscita insieme di due persone di sesso diverso il sabato e la domenica sera, giusto per non restare entrambi a casa da soli. L’amore è innanzitutto un progetto di vita comune commissionato da madre natura e finalizzato alla continuazione della specie. Come tutti i programmi più impegnativi, anche questo richiede grandi risorse per essere attuato, mezzi che, comunque, la natura stessa aveva provveduto a fornire assegnando ai nostri antenati il posto fisso originario per tutti che era la caccia e la pesca, le due attività attraverso le quali l’homo sapiens, per migliaia di anni, è riuscito a mantenersi sulla faccia della terra e a riprodurre se stesso. Ora, però, la situazione è cambiata, madre natura è rimasta veramente arretrata: attraverso il nostro istinto continua a pretendere che ci riproduciamo, ma lo esige senza aver prima aggiornato e diversificato le opportunità da offrire al genere umano. Allora la mobilità che caratterizza le attuali relazioni sentimentali, potrebbe essere causata da un conflitto interiore tra l’istinto e la ragione, tra il calcolo e il sentimen-
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*** Il posto fisso offre prospettive di carriera per sé e crea nuovo lavoro per altri. Col tempo, la professionalità, l’esperienza, i concorsi interni, o addirittura il merito, si avanza di livello, si assume un ruolo di responsabilità e dopo anni di dedizione e fedeltà al proprio datore di lavoro se ne conquista anche la fiducia per farsi assegnare ad un ruolo superiore che, tradotto in termini prosaici, ma sicuramente più espliciti, vuol dire anche guadagnare più soldi a parità di ore di lavoro prestate. Uno stipendio più alto significa avere un miglior tenore di vita, ossia poter comprare e fare più cose, ma in un’economia consumistica non si parli mai di spese superflue, giacché una spesa non essenziale dell’uno si traduce sempre in un’entrata essenziale dell’altro, e la moneta circola. Esempio: se in un centro di piccole dimensioni venti lavoratori con posto fisso avanzano di carriera e invece di guadagnare 1.200 euro al mese ne guadagnano 1.300, in quella località si registrerà una maggiore disponibilità di spesa, da parte della popolazione, nella misura di 2.000 euro. Se questi lavoratori, promossi di livello, utilizzeranno quel surplus d’introito per mangiare meglio e di più, ossia, come si dice oggi, per superare la “povertà alimentare”, una buona parte di quei 2.000 euro finirà ad un esercizio di alimentari che, vedendo aumentare il suo reddito, finalmente deciderà di assu-
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mere un altro banconista a tempo indeterminato del quale aveva sempre avuto bisogno, ma che non si era mai potuto permettere. E il banconista, che prima era disoccupato e non poteva spendere neanche un centesimo, ora potrà cominciare a permettersi le spese essenziali. I posti fissi hanno generato un altro posto fisso. Con il posto transeunte, la carriera non è verticale, ossia non si parte dai livelli inferiori per arrivare a quelli superiori, ma nella migliore delle ipotesi può essere orizzontale. Potrebbe considerarsi una carriera il riuscire, nel corso degli anni, a trovare un numero tale di posti transeunti, da sembrare di avere un posto fisso se non fosse per il fatto che col tempo non scatta l’aumento in busta paga, anzi lo stipendio può anche diminuire. E l’esercizio di alimentari non può assumere un altro banconista, o al massimo solo quando serve. I posti transeunti hanno generato un altro posto transeunte. *** Il posto fisso, proprio perché sviluppa competenza e professionalità, alla lunga può aprire prospettive imprenditoriali. Se uno fa per tre mesi il commesso in una libreria, per sei il cameriere e per altri tre il disoccupato in attesa di un nuovo lavoro a breve conservazione, dopo un anno potrebbe non aver imparato né a consigliare bene i testi ai clienti né a servire, come si deve, le portate al tavolo del-
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“Com’è andata?”, “Abbastanza bene”, aspetta e spera, ma meno male che c’è papà. E allora cosa vuoi più andare a visitare la domenica mattina, cosa vuoi metterti a collezionare quando hai già collezionato delusioni e amarezze in quantità? Ci vuole pure la capa fresca per impiegare bene il tempo libero, per dedicarsi agli hobby, quella serena spensieratezza che solo un posto fisso ti può donare. *** Il posto fisso determina l’aumento del livello culturale medio ed eleva lo spirito. Soltanto chi non ha preoccupazioni per l’immediato futuro occupazionale, può avere la concentrazione per apprendere nuove conoscenze. Per leggere libri impegnativi, seguire il teatro, visitare mostre d’arte, frequentare corsi, non bisogna avere problemi di lavoro altrimenti ’a capa nun ce sta: “Aggia leggere ’o libbro? I’ aggia vedè comme aggia magnà, tengo ’o tiempo ’e leggere ’o libbro?” Appunto: il tempo. Solo il posto fisso libera l’uomo da quella spasmodica ricerca di continue occasioni di lavoro che non lascia il tempo per elevarsi spiritualmente. Pertanto non esistono persone più colte di altre, ma soltanto persone che hanno avuto più tempo per acculturarsi di altre.
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*** Così il posto fisso sviluppa anche il talento artistico. L’attività di scrittore, attore, cantante, musicista, pittore non è dissimile da un posto transeunte perché, se proprio non sei affermato a livello nazionale, non ti offre alcuna garanzia per il futuro. Ma dell’arte, il talento è solo la componente di base necessitando un artista, per esprimere uno stile davvero personale, soprattutto di studio e ricerca. Se la preparazione ha un costo, ancora una volta in termini di tempo, energie e di denaro, in mancanza di un posto fisso col quale mantenersi, chi ha il talento non solo non potrà studiare la tecnica e fare ricerca artistica, ma proverà subito a guadagnare. Allora scriverà come già si scrive, reciterà come già si recita, canterà come già si canta, suonerà come già si suona e dipingerà come già si dipinge, e addio alla creatività, all’estro e alla fantasia. *** Allo stesso modo il posto fisso consente la pratica agonistica di quegli sport detti impropriamente minori, ma che rappresentano l’essenza dell’attività fisica e della sana competizione secondo le regole. In alcune discipline, dopo anni di duri allenamenti e grandi sacrifici, se diventi il
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festa anche attraverso la sparizione, dall’uso dei tempi verbali, del tempo futuro ormai quasi completamente sostituito dal presente, quando non addirittura dal condizionale, fenomeno in qualche modo già anticipato dalla lingua napoletana per la cronica precarietà lavorativa che caratterizza l’esistenza nella città partenopea. Così, se il lavoratore con posto fisso già a gennaio potrà dire “In agosto andrò in vacanza all’estero”, espressione di una volontà che sottintende che abbia già prenotato, versato l’anticipo e che a fine agosto, grazie allo stipendio sicuro, si sia già rifatto delle spese sostenute, il collega con posto transeunte dovrà limitarsi a dire “In agosto vorrei andare in vacanza all’estero”, il che sottintende che la sua volontà è subordinata ad una condizione: quella della disponibilità economica per l’estate a venire, a sua volta subordinata al rinnovo del contratto o all’ottenimento di un nuovo lavoro. La differenza di prospettiva determina una differenza comportamentale nella loro qualità di consumatori: chi ha un posto fisso prenota, chi ha un posto transeunte sceglie il last minute. Oppure, quando arriva agosto, quest’ultimo è costretto a rinunciare e siccome ’o sazio nun crede a ’o diuno i colleghi con posto fisso lo riterranno uno spilorcio facendolo cadere anche in depressione. Ma gli effetti del posto transeunte, quel senso di frustrazione causata al soggetto dal non poter spendere abbastanza, dal dover risparmiare soldi per i periodi in cui resterà senza retribuzione,
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Contenuti Extra
Finito di stampare presso Cangiano Grafica in Volla (NA) nel mese di Marzo 2012
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La grande crisi economica che sta vivendo l’Italia, prima ancora che al crollo dei mercati finanziari internazionali, è da attribuire al tramonto del posto fisso perché chi non ha la sicurezza di guadagnare non ha neanche la sicurezza di spendere, e i consumi si fermano. Per tenore di vita, cultura e condizione psichica sono tante e tali le differenze tra coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato e coloro che hanno invece un lavoro precario che se un tempo, la società si divideva in patrizi e plebei, o in borghesi e proletari, oggi si divide in chi ha un posto fisso e chi ha un posto transeunte.
Domenico Raio, napoletano, laureato in Lingue e Letterature Straniere, Insegnante di Tedesco, Giornalista Pubblicista, Critico d’Arte, già direttore di diversi periodici, s’interessa di comunicazione ed ha pubblicato numerose opere di narrativa umoristica e di fotografia.
in copertina: disegno di Giulio Testi “Il Quarto Stato, aspetta ancora.”
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