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Il giardino che cura e accoglie

IL GIARDINO

CHE CURA E AC COGLIE

L’architetto Monica Botta ci ha accompagnato tra i dettagli del giardino terapeutico “Il Faggio”, progettato per i malati di Alzheimer. Realizzato dai professionisti dell’associazione TreeClimbing Ivrea, è un ospitale spazio verde in cui tutto è pensato per stimolare le memorie e i sensi

di Daniela Stasi

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Chi legge la nostra rivista, sa che su ogni numero presentiamo un progetto realizzato da un paesaggista, in cui il lavoro del giardiniere si è rivelato prezioso per la buona riuscita del progetto stesso. Progetti-mosaici, in cui i vari ruoli si incastrano perfettamente tra loro, come fossero colorati tasselli, a comporre la figura voluta. E quando Monica Botta, architetto paesaggista specializzata in giardini terapeutici, ci ha raccontato un suo progetto, la sensazione è stata proprio quella di trovarsi davanti a un grande mosaico, pensato con la testa e con il cuore, in cui

PRINCIPI ISPIRATORI

Il giardino “Il Faggio” è stato progettato secondo i canoni e i principi ispiratori dei giardini terapeutici, in particolar modo dei giardini per l’Alzheimer. La progettazione è andata incontro alle esigenze dell’ente gestore della struttura e sono stati concordati interventi atti a destinare il giardino ad attività ludiche, ricreative, di stimolo ma anche di svago. La scelta della vegetazione è stata concordata per una tipologia di arbusti e tappezzanti a bassa manutenzione come graminacee, erbacee perenni. Arbusti sempreverdi, inoltre, sono stati inseriti per creare barriere visive e occultare la recinzione.

CONNESSIONI CON LA STORIA DEL LUOGO

L’edifico di Villa Sclopis, a Salerano Canavese, in provincia di Torino, limitrofo alla città di Ivrea, è stato oggetto di intervento da parte dello studio aMDL dell’architetto Michele De Lucchi, che ne ha ampliato gli spazi per ottenere una struttura con posti di degenza. Il capanno a lato della villa, per anni utilizzato come ricovero attrezzi, Monica Botta e l’architetto Michele De Lucchi, che ha curato l’intervento di ampliamento di Villa Sclopis. come semplice baracca, è stato oggetto di intervento e a maggio 2018 è stato riconsegnato CHE CURA E AC COGLIE nella sua nuova configurazione, adibito a ospitare un nuovo centro diurno per l’Alzheimer, divenuto punto di riferimento per il canavese. L’area d’intervento del giardino Alzheimer è prospicente l’edificio del centro diurno; al momento di presa visione, si i vari pezzetti, oltre a incastrarsi armoniosamente presentava a prato, con la preesistenza tra loro, fanno da cassa risonanza gli uni agli altri, di alcuni alberi tra cui un imponente in un equilibrato gioco corale. Abete di Douglas. Lungo il Ci riferiamo al giardino Alzheimer “Il Faggio” perimetro dell’area diversi elementi del centro diurno “la Baracca”, realizzato architettonici rimandavano alla all’interno del plesso di Villa Sclopis, sede storia del paesaggio, alla tradizione di un hospice gestito dalla Cooperativa dei luoghi: una tipica pergola CasaInsieme Onlus, che vanta un parco dal in pietra scolpita a mano per grande pregio arboreo: a realizzare il progetto di la Vitis vinifera, alcuni alberi da Monica Botta, i professionisti dell’associazione frutto tra cui un noce e dei cachi. TreeClimbing Ivrea, che ha come scopo la E in lontananza, posta al di fuori del divulgazione dell’arboricoltura “etica” nel rispetto perimetro – ma all’interno del parco – dell’ambiente, del territorio e delle persone. un’antica torre, testimonianza storica appartenente Qui di seguito tutti i dettagli. al complesso architettonico.

«Il progetto del giardino si è basato sulle richieste della committenza, sulle finalità del giardino terapeutico e sulla connessione con il manufatto architettonico di particolare rilevanza stilistica – racconta Monica Botta – Dal porticato del centro diurno, proprio per finalità di apertura e visibilità verso lo spazio aperto, è possibile avere una visuale panoramica verso il giardino e avere la possibilità quindi di vedere dove sono tutti gli ospiti, cosa stanno facendo in un’ottica di fruibilità controllata e sicura. Per questo motivo, il giardino “Il Faggio”, nome scelto dall’associazione, è stato progettato con vegetazione bassa nelle parti centrali dell’area verde e più alta, colorata e sempreverde ai lati, lungo i confini».

OGNI DETTAGLIO, UNO SCOPO PRECISO

Centralmente al giardino, un grande abete preesistente ombreggia un ampio spazio ovale in parte destinato a tappezzanti sempreverdi e a fioriture, in parte lascia libero svago agli ospiti su di un grande prato antistante l’edificio. Il giardino, con una serie di percorsi ad anello, realizzati con materiale naturale ecocompatibile e drenante (marchio Terra Solida di Promotec), trova punti di sosta e di ristoro. Una pergola studiata dallo studio aMDL completerà lo spazio di sosta, attualmente attrezzato con un tavolo e delle sedie lignee per permettere agli ospiti di sostare e di fare attività. La pergola è strettamente connessa all’edifico anche tramite una recinzione lignea che riprende il ritmo e il modello del rivestimento esterno delle pareti. È raggiungibile dal porticato attraverso un percorso

Per saperne di più: www.monicabotta.com www.casainsieme-onlus.it/villa-sclopis/ www.micheledelucchi.it Facebook/TreeClimbingIvrea

GIARDINO (REALMENTE) VISSUTO

Il giardino “Il Faggio” è utilizzato sia dagli ospiti malati di Alzheimer del centro diurno, sia dal personale che vi lavora. Spesso, la sera, i famigliari che vanno a prendere gli ospiti del centro, si fermano a passeggiare e a sostare in giardino, godendone dei benefici. È fruibile liberamente dagli ospiti durante tutto l’arco della giornata, le porte verso l’esterno sono apribili e il personale può controllare la posizione degli ospiti. Le attività del giardino sono gestite dal personale, ma vi si svolgono perlopiù incontri di orticoltura, giardinaggio, momenti di canto, passeggiate, piccoli laboratori. E soprattutto per dare sfogo al wandering, fenomeno molto comune negli anziani affetti da demenza senile che consiste in una pulsione verso il vagare, lo spostarsi in direzione di qualcosa, con la speranza di arrivare in un luogo amato.

Rientra tra i comportamenti più preoccupanti che possono manifestarsi in un malato di Alzheimer; e un giardino come “Il Faggio” consente di contenerlo in modo non oppressivo.

Per vedere dove sono tutti gli ospiti, cosa stanno facendo in un’ottica di fruibilità controllata e sicura, il giardino è stato progettato con vegetazione bassa nelle parti centrali e più alta, colorata e sempreverde ai lati, lungo i confini

che costeggia un’area di aromatiche e di il rivestimento dell’edificio realizzato dallo studio piante eduli. Aromatiche come timo, aMDL è, insieme alla pietra, importante per la lavande, rosmarini e una piccola raccolta scelta degli arredi e degli elementi di decoro del di salvie colorate sono state collocate giardino. lungo il vialetto, poiché dal portico si accede direttamente alla zona giorno della cucina del centro e questo permette di RICORDARE GESTI, STIMOLARE MEMORIE avere a portata di mano spezie per l’uso quotidiano Per stimolare la memoria e il ricordo, nel giardino ma anche per la manipolazione, stimolazione si trovano due punti d’acqua. Un’antica fontanella, sensoriale. di quelle di paese, è stata collocata vicino alla ungo il percorso opposto alla pergola, L si snodano zona della pergola; da questa partono una serie di dei pannelli blu per attività motorie e attività arbusti sempreverdi a schermare il limite dell’area. con giochi sonori, questo per dare l’opportunità Un lavatoio in pietra valdostana, in una delle di trovare spazi e modi diversi di fare terapia aiuole centrali, offre l’opportunità di accedere con l’ausilio del personale ma anche in modo all’acqua ma anche di ricordare gesti che le donne autonomo. facevano nei lavatoi tipici montani. Due aree verdi centrali, A chiudere il giardino, ospitano delle grandi una storica pergola in panchine di legno, LA CURA NELLA CURA pietra lavorata a mano, sovradimensionate ma molto gradite dagli ospiti che Diversi alberi e arbusti sono stati regalati da donatori privati. crea un percorso ombroso con la vite che si arrampica. amano anche stendersi per Il giardino è stato realizzato Quest’area, con gli alberi fare una pennichella. totalmente grazie all’apporto da frutto, il noce, il susino, Il legno, materiale usato per di volontari dell’associazione l’uva, è destinata all’orto,

CasaInsieme Onlus, ai professionisti dell’associazione TreeClimbing Ivrea e a cittadini che hanno voluto dedicare il loro tempo per la buona riuscita della realizzazione.

Tutta l’area verde ha

connotazioni terapeutiche

nella misura in cui stimoli

sensoriali, motori, evocativi,

storici e del luogo, sono presenti per dare supporto e aiutare la cura

delle persone

Monica Botta insieme ai professionisti dell’associazione TreeClimbing Ivrea, autori della realizzazione del giardino “Il Faggio”. Per la buona riuscita, prezioso l’apporto di volontari dell’associazione CasaInsieme Onlus e di cittadini di Salerano Canavese.

e il quadrato di verde prospiciente la pergola è abbellito con un semplice prato e con aiuole rialzate per la coltivazione degli ortaggi. «Questo giardino Alzheimer ha come obiettivo di stimolare il tatto, la vista e l’udito, attraverso l’inserimento di graminacee ed erbacee perenni – spiega l’architetto Botta – Masse di vegetazione, scomposte, ondeggiano e cambiano colorazione e consistenza durante il trascorrere delle stagioni. Verbene bonariensis mescolate alla Stipa tenuissima, al Pennisetum dove fa capolino la fioritura delle Gaure e quella di Achillee dai colori sempre diversi. Il senso del gusto, dell’olfatto e del tatto, sono legati in particolar modo alla aiuola delle erbe eduli ed aromatiche. Questo spazio ha l’obiettivo di essere di riferimento per attività di raccolta e confezionamento delle erbe, pertanto è punto fruibile e di riferimento per gli ospiti». E ancora, una zona centrale, dove è inserito il lavatoio in pietra, richiama gli insetti, poiché sono state collocate diverse varietà di arbusti che, per colorazione e fioritura, mutano nelle stagioni. Una Buddleja davidii, attira le farfalle in estate e in autunno la Salvia nemorosa colora di blu l’aiuola fino a novembre inoltrato. Lungo il perimetro a definire l’area creando colorazioni sempre diverse, cespugli di Cornus stolonifera, Cornus sanguinea, Hamaelis mollis e Diane, dalle fioriture precoci, viburni e arbusti sempreverdi. Tutta l’area verde ha connotazioni terapeutiche nella misura in cui stimoli sensoriali, motori, evocativi, storici e del luogo, sono presenti per dare supporto e aiutare la cura delle persone.

SGUARDO ECLETTICO

Architetto che negli anni ha declinato la sua professione verso tematiche sociali, di comunicazione e di sperimentazione, Monica Botta, in particolare, si è specializzata in progetti in cui la natura è mezzo per ottenere benessere. Svolge attività didattica in diversi istituti e università italiane, collabora come docente presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, al master in “Pianificazione, programmazione e progettazione dei sistemi ospedalieri e socio-sanitari” per le tematiche inerenti gli Healing Gardens e, sempre al Politecnico, è condirettrice del corso di Therapeutic Landscape Design. È vicepresidente della Sezione Piemonte e Val d’Aosta dell’Aiapp - Associazione Italiana Architettura del Paesaggio. Infine, è anche autrice di articoli e libri, tra cui ricordiamo “Caro giardino, prenditi cura di me. Delicate storie di vita e di ben-essere nella natura”.

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