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Visual idea
LE BUONE IDEE NON SI BUTTANO
Ogni punto vendita è speciale a modo suo e oggi più che mai rielaborare e reinterpretare in chiave personale è essenziale per entrare realmente in contatto con la propria clientela. Da dove partire?
Ho voglia di improntare un nuovo percorso di approfondimento attraverso questa mia paginetta. Dedicherò questo spazio all’analisi di particelle di marketing e proverò a trasformarle in spunti operativi per l’allestimento
Non ho mai sopportato il concetto di “usa e getta”, da molto prima che la sostenibilità diventasse impellente nelle nostre vite da cittadini e da professionisti; un approccio che si riflette anche nel mio lavoro di green visual merchandiser. Trovare idee da suggerire
in questa rubrica mi diverte da oltre cinque anni ma
oggi - vivendo nell’era del “tutto già visto” o “sentito”- ho voglia di improntare un nuovo percorso (e questo numero di greenup mi sembra ideale per iniziare) di
approfondimento attraverso questa mia paginetta.
Dedicherò questo spazio all’analisi di particelle di marketing e proverò a trasformarle in spunti operativi per il centro
di giardinaggio, restando nell’ambito che mi compete: l’allestimento!
Conoscenza = strategia
I diversi temi trattati potranno risultare scontati e conosciuti per chi si occupa di marketing quotidianamente ed esclusivamente, utili invece per coloro che non hanno accesso a ricerche o tempo extra per interrogarsi e scoprire quanto le connessioni, le revisioni, il cambiare o rielaborare idee sia diventato indispensabile. Una cosa mi
stupisce sempre: quanto ogni idea di allestimento o modalità espositiva possa funzionare al 100% in un
punto vendita e per nulla in un altro. Questo punto mi permette di affrontare la questione della “conoscenza del cliente”, una delle fasi più stimolanti del processo creativo in chiave “visual”. Importante premessa prima di iniziare. Il contesto della riflessione è il negozio fisico per sottolineare che le dinamiche esperienziali delle persone, seppur profondamente intrecciate ai propri device, si differenziano nettamente dal virtuale. Mi auguro che questa differenziazione resti riconoscibile in futuro e affianchi l’avanzata tecnologica senza esserne fagocitata. Quattro azioni per un allestimento su misura
Pensare di sapere cosa vogliono le persone che visitano il centro di giardinaggio basandosi esclusivamente su tabelle, numeri e trend di agenzie
lontane dal territorio è piuttosto rischioso. Vediamo di seguito alcune azioni che si possono intraprendere per aumentare la conoscenza dei clienti ed elaborare strategie di allestimento utili a migliorare l’esperienza vissuta nel garden center. Attenzione non in tutti i garden center ma nel
proprio!
1. RICERCA ETNOGRAFICA*: ovvero uscire dall’ufficio e osservare direttamente cosa accade nel punto vendita, creando documenti di osservazione diretta dei comportamenti dei visitatori, raccogliendo in modo continuativo e strutturato feedback spontanei di clienti. Permetterà di apportare modifiche più mirate agli allestimenti e al layout. Per ricevere una traccia su come organizzare questo tipo di ricerca scrivimi (chiedia@ericacherubini.com).
2. COMPETENZE E RISORSE INTERNE: serve una guida che definisca cosa osservare. Ad osservarla, chi quotidianamente è a contatto col visitatore: spesso le migliori intuizioni arrivano proprio da chi ogni giorno ci mette le mani tra scaffali, bancali di piante e corner emozionali!
3. RENDERE FRUIBILI I RISULTATI: non servono tecnologie spaziali, quanto più ho chiaro cosa osservo tanto più stilerò formati e documenti di facile consultazione per il team di lavoro.
4. AGIRE CON DINAMICITÀ: si tratta di un modo di porsi, di un processo, non di un’azione una tantum. Servirà condividere quanto fatto in modo snello, anche perché le grandi ricerche perfettamente conservate nelle banche dati e incomprensibili a molti servono a ben poco.
N.B La regola fondamentale è condurre questo tipo di osservazioni senza esprimere giudizi, solo aguzzando i 5 sensi, rimandando la soggettività alla fase successiva, quella di utilizzo di questa ricerca.
*ricerca etnografica: la ricerca sul campo consiste nel passaggio dall'esperienza personale alla creazione di documentazione. L'etnografo è dunque un “testimone” e produttore di documenti che contengono informazioni nuove sui processi sociali e culturali.
ERICA CHERUBINI/ Consulente, professionista e creativa del verde e non solo. Allestimento, organizzazione e visual merchandising di showroom, stand fieristici e garden center, sono alcune delle sue attività.