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I luoghi della politica: Palazzo Montecitorio

Là dove si decide/ la sede della Camera dei Deputati di Francesco Zadra

Palazzo Montecitorio e la sua storia

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Voluto da papa Giovanni Battista Pamphilj, progettato in origine dal Bernini, il Palazzo Montecitorio racconta ai romani, dagli albori della Modernità, la storia di un potere passato di mano, dalla Chiesa allo Stato. Fu sede della Curia innocenziana, poi dei tribunali, del Governatorato di Roma e della direzione di polizia, centro della vita amministrativa e giudiziaria del governo pontificio.

Nel 1653 il Papa Innocenzo X (16441655) incarica Gian Lorenzo Bernini, artista poliedrico e multiforme, considerato il massimo protagonista della cultura figurativa barocca, di progettare una prestigiosa residenza per omaggiare i nipoti di Papa Gregorio XV (1621-1623), figlio del conte Pompeo Ludovisi, consolidando il prestigio di quella schiatta romana che la sorte aveva incluso tra i consanguinei del Papa. Inizia quindi la storia di palazzo Montecitorio, così denominato, si pensa, in dipendenza dal fatto che in quell’area del Campo Marzio corrispondente all’antica Regio IX Circus Flaminius, nel Medioevo si scaricavano materiali edilizi di risulta derivanti dalle demolizioni dei templi e di altri edifici romani, da qui “Mons Gittorius”, oppure “Mons Acceptorius”; altri ne fanno derivare il nome dal luogo dove in epoca romana si svolgevano le assemblee elettorali, da cui "Mons Citatorius”, ma la piccola altura, su cui fu edificato il palazzo, sarebbe dovuta proprio all’accumulo di quei materiali, oltre che alla demolizione della colonna eretta sul luogo della cremazione del corpo dell’imperatore Antonino Pio, l'Ustrinum Antoninorum, avvenuta sempre nel Medioevo. La parte frontale dell’edificio è costituita da cinque sezioni che danno un andamento curvilineo a tutta la facciata, con cantonali di travertino grezzo e decorazioni fitomorfe, cioè a forma vegetale, simulando un edificio poggiante su un banco roccioso naturale. La costruzione tuttavia vide un’imprevista interruzione alla morte del Principe Niccolò Ludovisi, castellano del Castel Sant’Angelo e governatore del Borgo, nel 1664. I lavori furono ripresi 20 anni dopo da Carlo Fontana che, come documentato in un famoso discorso intitolato “Alla santità di nostro signore Innocenzo XII. Discorso del cavalier Carlo Fontana sopra il Monte Citatorio situato nel Campo Martio, ed altre cose ad esso appartenenti, con disegni tanto degl'antichi, quanto de' moderni edificii della nuova curia”, convinse il papa Innocenzo XII (1691-1700), a utilizzare il palazzo per due

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