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La Pecora dagli occhiali, principessa della Val di Funes Massimiliano Rella e protagonista del progetto Furchetta
In alto: Florian Kneissl. In basso: rognoncino e fegato d’agnello al Ristorante Oberraindlhof. media, un vello di colore prevalentemente bianco o bianco paglierino, talora macchiettato di nero. Ha un’elevata prolifi cità e un buon istinto materno. Può essere allevata esclusivamente al pascolo: questa è la sua caratteristica più importante, ma anche ciò che la rende meno competitiva sul mercato. La sua alimentazione, costituita dalle erbe dei pascoli polifi ti della valle, ricchi di minerali, è integrata esclusivamente con foraggi e cereali locali.
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Se negli anni Sessanta la pecora della Val Senales era la principale razza allevata in provincia di Bolzano, impiegata per la produzione di lana e carne specie nei villaggi della Val Venosta, della Val Solda e della Val Martello, oggi la sua popolazione è in forte declino, e nella valle si contano circa 1.500 capi, con una media che va dai 5 a un massimo di 40 capi nei circa 60 masi che la ospitano.
Sabato 10 e domenica 11 settembre i pastori e le greggi hanno compiuto il tradizionale viaggio in senso opposto con festa fi nale e arrivo rispettivamente a Vernago e a Maso Corto. Fino al 25 settembre i 15 ristoranti e locande della Val Senales hanno invece proposto i piatti di carne di agnello e l’acquisto delle ipotsch, le pantofole di feltro realizzate con la lana delle pecore della Val Senales. Da segnarsi per le prossime manifestazioni l’Oberraindlhof (telefono: 0473 679131, www.oberraindlhof.com), dove HELMUT RAFFEINER ha proposto l’arrosto tradizionale di agnello, il Golden Rose di Certosa col petto d’agnello confi t e il Rifugio Bellavista con le specialità affumicate di pecora. Nel Maso Schrofl hof, alto su Monte Santa Caterina, all’ingresso della valle, FLORIAN KNEISSL, macellaio contadino, con la carne delle pecore produce salsicce da bollire e salsicce leggermente affumicate con fumo di larice e ginepro.
Riccardo Lagorio
Nota
Si possono acquistare manufatti di lana e feltro presso: Associazione Turistica Val Senales, frazione Certosa 62, telefono: 0473 679148.
La Pecora dagli occhiali, principessa della Val di Funes e protagonista del progetto Furchetta
di Massimiliano Rella
Una piccola pecora sta cambiando il turismo di una valle altoatesina, un caso da manuale di come una fi liera gastronomica, se ben orchestrata, possa mutare le sorti di una comunità rurale piuttosto isolata, lontana dalle grandi via di comunicazione. Il caso arriva dalla Val di Funes e lei, la principessa, è la Pecora dagli occhiali, Villnösser Brillenschaf nella “lingua” di una valle che è terra natale del famoso scalatore REINHOLD MESSNER. Un cognome che “monopolizza” la piccola comunità di Funes e infatti un protagonista della storia è un altro MESSNER, di nome OSKAR, lo chef del ristorante Pitzock e responsabile del Progetto Furchetta per lo sviluppo della fi liera della Pecora dagli occhiali, i cui prodotti rientrano anche nel circuito Slow Food (pitzock.com). Dietro al progetto, sostenuto dal Fondo Sociale Europeo, troviamo due
soci, KURT NIEDERSTÄTTER e STEFAN UNTERKIRCHER, i quali condividono l’obiettivo di sopravvivenza di questa razza ovina caratterizzata da una bella “montatura” nera sul mantello bianco intorno agli occhi e allevata da circa 50 contadini in tutto l’Alto Adige.
Il progetto nato nel 2009 due anni dopo è stato battezzato col presidio Slow Food, di cui Messner è responsabile di condotta per i prodotti ottenuti da questa razza ovina che fu incrociata nell’Ottocento con la Bergamasca e la Padovana, animali molto produttivi per la lana, materia prima grezza che era un’importante fonte economica in Val di Funes.
La Padovana sparì negli anni ‘60 con l’abbandono della lavorazione laniera ma ne ritroviamo tracce, appunto, nella Pecora con gli occhiali, una razza dalla carne tenera, fi ne, saporita, delicata e poco grassa, alimentata al pascolo con erba di montagna e in alpeggio d’estate, durante l’inverno in stalla con fi eno autoprodotto. Una razza di montagna, leggera e agile, adatta al territorio di cui esistono in Trentino Alto Adige circa 3.000 capi, più un’ottantina della rara variante di Pecora con gli occhiali dal “mantello nero”, un tempo allevata per la lana utilizzata nella tessitura del loden.
Attraverso il Progetto Furchetta è garantito ai contadini della rete l’acquisto ad un prezzo equo di carne e lana. Dai 50 coltivatori (25 in Val di Funes) sono acquistati 400-500 agnelli l’anno, garantendo l’acquisto di tutto quanto intendono vendere come garanzia economica A pagina 94: Bernhard Profanter, allevatore di Pecore dagli occhiali della Val di Funes nella sua stalla al Maso Blosegghof. In alto: rare Pecore “nere” dagli occhiali. In basso: lo chef Oskar Messner, responsabile del Progetto Furchetta per la Pecora dagli Occhiali della Val di Funes con Bernhard Profanter.
per mantenere l’allevamento (90100 euro un agnello).
Sono per lo più agricoltori che fanno un altro lavoro, soltanto 5 masi vivono interamente delle loro attività e prodotti; piccoli e medi allevatori, con un range da 5 a 120 pecore a testa. Ad esempio l’allevatore BERNHARD PROFANTER, nel suo maso Blosegg Hof, a San Pietro di Funes, alleva 65 pecore ma come primo impiego lavora in Autostrade per l’Italia: «È una passione che mi consente di mantenere vivo il maso, ma non potrei sopravvivere di solo allevamento», ci dice.
«Inizialmente — ci racconta Oskar Messner — come cuoco ero