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BioMar: le microalghe non sono più un ingrediente di nicchia

Photo © BioMar

L’esperienza con le materie prime a base di alghe

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Per BioMar lo sviluppo di una vasta gamma di materie prime è fondamentale per fare innovazione, considerando che il processo di ricerca di nuovi ingredienti è in continua evoluzione, al fi ne di promuovere sia l’innovazione che la sostenibilità. La ricerca e lo sviluppo di ingredienti a base di alghe avviata da BioMar risale al 2013 e vanta progetti di ricerca di grandi dimensioni, sia interni che esterni all’azienda. Un esempio recente è costituito dal progetto “Alga4Fuel&Aqua”, una collaborazione tra BioMar Grecia, l’Università della Tessaglia e altri soggetti interessati. Nel 2016, i primi mangimi commerciali contenenti microalghe sono comparsi sul mercato e nel 2021 BioMar ha raggiunto il milione di tonnellate di mangimi per salmoni contenenti microalghe. Oggi, considerando l’aggiornamento della gamma di materie prime che ha interessato lo stabilimento BioMar di Brande, in Danimarca, le microalghe non devono più essere considerate un ingrediente di nicchia. L’Amministratore Delegato di BioMar per i Paesi baltici, ANDERS BRANDT-CLAUSEN, lo ha così spiegato: «Per noi le

Lo stabilimento di BioMar a Brande sta includendo sempre di più e in maniera più effi cace le microalghe nella sua gamma di materie prime. Questo utilizzo consente all’azienda di incrementare i propri livelli di sostenibilità, in quanto è un ingrediente che contribuisce a ridurre la dipendenza dagli stock ittici selvatici

microalghe hanno rappresentato a lungo, e continuano a rappresentare, un ingrediente strategico e rivoluzionario. Oggi siamo felici di poter aumentare notevolmente i volumi utilizzati e alzare l’asticella della sostenibilità per i nostri prodotti di punta. Le microalghe non sono

più un’idea originale ma una realtà

commerciale».

Un profi lo nutritivo e sostenibile

Gli ingredienti di origine marina come la farina e l’olio di pesce sono eccellenti fonti di nutrienti, vitali per l’alimentazione dei pesci, ma si tratta di risorse limitate. Con l’inclusione nell’alimentazione di microalghe ad alto contenuto di acidi grassi omega a catena lunga è ora possibile bypassare il pesce selvatico e andare

direttamente alla fonte originale di

Omega-3 marini. Ciò contribuisce ad alleggerire la pressione sugli oceani, garantendo al tempo stesso che i pesci ricevano la nutrizione ottimale e necessaria e riducendo anche il rapporto Fish In: Fish Out.

Un elemento per realizzare grandi ambizioni

La fi losofi a di BioMar è quella di reperire materie prime e ingredienti che non siano in concorrenza con la catena di approvvigionamento umano. Questo è il motivo per cui sono state intraprese azioni concrete sulla base di una serie di obiettivi, tra i quali quello di rendere i mangimi

BioMar è una società pioniera nel settore dei mangimi per acquacoltura ad alta performance, la cui mission è fare la propria parte nel creare a livello mondiale un settore sano e sostenibile. Attualmente è attiva con 17 stabilimenti posizionati in tutto il mondo: Norvegia, Cile, Danimarca, Scozia, Spagna, Francia, Grecia, Turchia, Cina, Vietnam, Costa Rica, Ecuador e Australia. BioMar fornisce mangime a circa 90 Paesi per oltre 45 specie ittiche differenti. BioMar è interamente parte del gruppo industriale danese Schouw & Co., quotato presso il NASDAQ di Copenaghen.

>> Link: www.biomar.com

BioMar —entro il 2030 — circolari e “riparatori” al 50%. Le materie prime circolari sono quelle provenienti da sottoprodotti e refl ui e BioMar defi nisce come “ingredienti riparatori” quelle materie prime che riescono a spostare in maniera signifi cativa l’equilibrio tra l’impatto sull’ecosistema e i sistemi di produzione umana verso un risultato ambientale netto positivo.

AlgaPrimeTM DHA, di cui è fornitore Corbion, sarà inclusa nella formulazione dei mangimi di punta e ad alte prestazioni di BioMar e contribuirà a migliorare il profi lo di sostenibilità di gamme di prodotti quali Blue IMPACT, EFICO Enviro e ORBIT.

«Quanto fatto a Brande rappresenta l’avvento di una nuova generazione di mangimi con un profi lo di elevata sostenibilità. L’aggiunta di microalghe apre la strada a ulteriori sviluppi per i nostri mangimi sostenibili e i nostri allevatori potranno benefi ciarne direttamente in azienda, con una riduzione dell’impronta di carbonio», ha concluso Anders Brandt-Clausen.

La sostenibilita’ e’ un principio cardine di Aller Aqua

In Aller Aqua abbiamo abbracciato la sostenibilità, come un’opportunità per minimizzare l’impatto che l’acquacoltura ha sull’ambiente, ottimizzando al Siamo orgogliosi di far parte di un futuro sostenibile e supportiamo gli OBIETTIVI DI UNO SVILUPPO Abbiamo scelto quattro obiettivi su cui concentrarci:

PASSA A TROVARCI AD AQUAFARM 25 -26 MAGGIO 2022 STAND N. 62

Studio Cetacei dello Stretto & Mediterranean Sea Turtle Project

Continua l’attività di ricerca della NECTON Marine Research Society nell’area tra Eolie, Stretto di Messina e Golfo di Catania al fi ne di incrementare le conoscenze su presenza, distribuzione e stato di salute di cetacei e tartarughe marine in queste aree. In collaborazione con CHIBIOFARAM (Univ. Messina) e ISBM (Univ. Monastir Tunisia) verranno raccolte e analizzate le plastiche in superfi cie. Tutti possono partecipare ad uno o più programmi di ricerca: a ciascun turno settimanale potranno partecipare massimo tre persone che seguiranno lezioni teoriche su: tecniche di monitoraggio, utilizzo strumentazione, raccolta campioni biologici, analisi dati, biologia ed ecologia marina e parteciperanno a tutte le attività pratiche. Il corso dà la possibilità di ottenere crediti formativi. * Per ricevere calendario, programma e info: nectonricerche@gmail.com (Instagram: nectonmarineresearch).

Acquacoltura: la legge sul biologico è fi nalmente realtà

Lo scorso 3 marzo il Senato ha approvato in via defi nitiva il DDL n. 988 “Disposizioni per la tutela, lo svi-

luppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo

biologico”. Il nostro Paese ha un primato nel biologico conquistato grazie all’impegno di tanti agricoltori, spesso giovani, e di operatori della fi liera che hanno creduto nella scommessa di conciliare il legittimo interesse d’impresa col bene pubblico della difesa del suolo, della biodiversità e della salute dei cittadini. Oggi questo impegno viene fi nalmente riconosciuto. “Grazie a questa legge il biologico può diventare il motore di rilancio dell’intero comparto agroalimentare. L’Italia ha una forte vocazione al biologico, che va incrementata con investimenti in ricerca, innovazione, formazione e comunicazione per continuare ad essere leader tra i Paesi europei che stanno investendo fortemente in questa forma di agricoltura che tutela uomo e ambiente, oltre a creare concrete opportunità di occupazione per giovani e donne”, hanno sottolineato FEDERBIO, AIAB, ASSOBIO, ASSOCIAZIONE BIODINAMICA, ASSOCERTBIO (fonte: Uffi cio stampa FederBio).

Storione cobice

Il WWF e altre 15 Ong internazionali ricordano che l’emergenza continua

Allarme per i pesci d’acqua dolce

Il rischio d’estinzione riguarda un terzo delle specie presenti nel mondo. 80 sono già scomparse e il numero è destinato a salire. Anche in Italia la situazione è molto grave e alcune specie non esistono più

di Nunzia Manicardi

È uscito di recente il rapporto “The World’s Forgotten Fishes”, fi rmato da WWF e altre 15 Ong, tra cui London Zoological Society (ZSL), Global Wildlife Conservation e The Nature Conservancy. Secondo lo studio, di tutte le specie presenti sul pianeta 80 si sono già estinte — 16 delle quali soltanto lo scorso anno — e questo numero, con molta probabilità sottostimato, è destinato a aumentare. L’ultima scomparsa è quella del pesce spatola cinese (Psephurus gladius), dichiarata dallo Sturgeon Specialist Group (SSG) dello IUCN fra fi ne 2019 e inizio 2020. Il rischio è che

nel giro di 15 anni scompaia ben

un terzo delle specie.

Si legge nel rapporto che negli ultimi 50 anni la popolazione di pesci migratori è diminuita del 76%, mentre quella dei grandi pesci, con peso superiore ai 30 kg, è calata del 94%. Nelle acque del Regno Unito, per esempio, è scomparso lo storione, mentre nel resto d’Europa sono a rischio salmoni e anguille. Lo studio cita tra le principali cause di questa drastica diminuzione il cambiamento climatico, ma aggiunge anche altri problemi come inquinamento, pesca eccessiva e poco sostenibile e l’introduzione artificiale di specie non native. Bisogna anche considerare, come sottolineano gli esperti, che milioni di persone fanno affi damento sui pesci d’acqua dolce, sia come fonte di sostentamento che di reddito, attraverso la pesca e il commercio di pesci per gli acquari. Particolarmente dannoso è il fatto che la maggior parte dei fi umi del pianeta sia parzialmente sbarrato da dighe o interessato da impianti di captazione dell’acqua per uso irriguo. Il declino è catastrofi co e, se si continuerà così, non potrà che peggiorare. Per questo, l’appello del WWF è di ripristinare gli habitat, di rafforzare le leggi di tutela delle acque interne e di sostenere obiettivi globali per il recupero delle aree naturali degradate.

Già nel 2008 WWF Italia aveva pubblicato il dossier “Acque in Italia. L’emergenza continua: a rischio molte specie di pesci” con dati allarmanti sulla situazione nel nostro Paese. Delle circa 50 specie autoctone di pesci che vivono nei nostri fi umi, laghi e lagune, a quella data 3 specie si erano già estinte

e 22 erano, a diverso grado, in

pericolo di estinzione. Da quella ricerca era emerso che i nostri pesci d’acqua dolce più a rischio sono:

• l’Anguilla, una delle specie più importanti per la pesca e per l’acquacoltura, in grado di vivere in una straordinaria varietà di ambienti, dalle acque oceaniche e marine costiere fi no ai laghi e corsi d’acqua; • il Ghiozzo di ruscello, capace di vivere solo in acque limpide e ben ossigenate, ancora presente in pochi fi umi dell’Italia centrale; • il Panzarolo, tipico delle risorgive e endemico della regione padana; • il Carpione del Garda, anch’esso presente solo in acque pulitissime, ad alto rischio sia per la pesca eccessiva che per l’inquinamento delle acque del lago; • la Trota marmorata, presente in alcuni corsi d’acqua dell’Italia settentrionale, tra le prede più ambite dei pescatori sportivi ma minacciata, in particolare nei periodi di riproduzione, soprattutto da tutti gli interventi sui corsi d’acqua come la costruzione di argini artifi ciali, sbancamenti, prelievi di ghiaia, ma pure prelievi eccessivi di ghiaia e variazioni di portata dei fi umi per sfruttamento di energia elettrica.

Tra le altre specie che stanno scomparendo il WWF segnalava anche: • il Carpione di Fibreno, che vive unicamente nell’omonimo laghetto dell’Italia centrale; • la Trota macrostigma delle regioni peninsulari tirreniche,

Corsica, Sardegna e Sicilia, colpi-

ta da numerose estinzioni locali; • lo Storione cobice, nel bacino del Po e in alcuni fi umi del Veneto, una specie che migra tra gli estuari dei fi umi per poi risalire nel periodo di riproduzione i grandi fi umi, oggetto soprattutto della pesca professionale; • la Lampreda di ruscello, tipica delle aree peninsulari tirreniche in forte riduzione per il degrado degli habitat; • la Lampreda padana, anch’essa in forte riduzione per l’impoverimento dell’habitat.

L’unica specie fuori pericolo era, e tuttora è, il Cavedano, perché molto resistente agli inquinamenti e

Ghiozzo di ruscello (photo © Laura Pompei, vnr.unipg.it).

capace di nuotare persino in acque cosiddette eutrofiche a causa di scarichi industriali. La salvaguardia dei pesci d’acqua dolce rappresenta una sostanziale priorità di conservazione, in quanto i pesci non solo sono importanti indicatori di qualità ambientale, ma costituiscono soprattutto gli elementi fondamentali di quella ricchezza di specie, cioè di biodiversità, che rischia di ridursi sempre più velocemente. Solo grazie ad un adeguato e attivo coinvolgimento delle autorità preposte sarà possibile salvaguardare la biodiversità della fauna ittica ed evitare l’estinzione di migliaia di specie ormai a rischio.

Nunzia Manicardi

Erede Rossi: storia di una famiglia e di un’impresa che guardano al futuro

La visione strategica e moderna di un Gruppo oggi leader nell’allevamento ittico d’acqua dolce e di mare, sempre più forte a livello internazionale, arrivato alla terza generazione

di Elena Benedetti

Alla base dell’economia italiana ci sono le imprese famigliari, su questo non ci sono dubbi. Alcune di queste da una scintilla di ingegno magari arrivano a conquistare la scena internazionale e a tracciare un percorso di sviluppo e crescita lungo decenni. Alla loro base ci sono sempre valori legati al loro territorio, alla storia e alla tradizione. E proprio questi restano immutati, perno del business. Basta un’immagine, la foto sbiadita scattata in un giorno qualsiasi di tanti anni fa, che riprende un momento di lavoro e di condivisione della famiglia, a consolidare quei valori nei protagonisti di quella storia, nei dipendenti e negli stessi visitatori di quell’azienda. Un frammento di ordinaria quotidianità catturato da uno scatto fotografi co che dice tutto, nel quale è racchiuso lo spirito di quel progetto di imprenditoria fatto di lavoro, successi, dolori, soddisfazioni e sano orgoglio. Vita, insomma.

Cultura del territorio e famigliare Siamo a Sefro, in provincia di Macerata, un minuscolo comune al centro di una verdissima valle scavata dal torrente Scarsito, circondata dagli

A sinistra: lo scatto che immortala la prima generazione della Erede Rossi Silvio, con Silvio Rossi insieme ai due fi gli, Niccola e Carlo. Il terzo fi glio, Mario, non è presente nella foto. A destra: il primo allevamento di trote a Sefro (MC) (photo © Erede Rossi Silvio).

Appennini dell’entroterra marchigiano. L’aria è buona, la natura avvolgente. Qui 75 anni fa è nata la Erede Rossi Silvio, un’azienda agricola pioniera della troticoltura italiana e oggi leader europea nel settore dell’acquacoltura, d’acqua dolce e di mare.

Furono le acque limpide del fi ume Scarsito a indurre SILVIO ROSSI, nel lontano 1947, a cimentarsi nella troticoltura, un’attività, ricordiamolo, ancora tutta da scoprire e inventare nell’Italia del dopoguerra. Dalle prime vasche di allevamento si arrivò al primo di una serie di impianti e le trote divennero parte centrale della famiglia Rossi.

La signora JOLANDA, moglie di Silvio, gestiva il punto vendita diretto e continuò a farlo, giorno dopo giorno, fi no a tarda età. L’impegno fu enorme e i risultati sono oggi tangibili, con una realtà che conta oltre 300 dipendenti nelle varie aziende, 25 impianti di troticoltura in Italia e all’estero, un allevamento a mare in Albania, uno a terra in provincia di Brindisi, un’avannotteria di pesce di mare a Fasano (BR) e molti altri progetti in cantiere per il prossimo futuro.

Eh già, la famiglia di quella foto sgranata è cresciuta e ampliata e oggi NICCOLA ROSSI, dal suo uffi cio a Sefro, mi mostra quell’immagine con emozione: c’è lui bambino, seduto al posto di guida a fi anco del fratello CARLO (l’altro fratello MARIO non è nello scatto) e il padre Silvio al loro fi anco. Quando il padre improvvisamente viene a mancare è

In alto: il benessere dei pesci d’allevamento rappresenta da sempre un aspetto di grande importanza per la Erede Rossi Silvio, dal momento che tale condizione, oltre a rispondere a motivazioni di tipo etico, sembra incidere fortemente sullo sviluppo di infezioni patogene, sulla resa e sulla qualità delle carni. Nel caso degli allevamenti Erede Rossi Silvio, l’ampia volumetria delle vasche impiegate e le basse densità unitarie adottate sono in grado di incidere favorevolmente sullo stato di benessere dei pesci (photo © Erede Rossi Silvio). In basso: Niccola e Carlo Rossi.

Niccola, allora 17enne, che prende in mano l’attività, incrementando, anno dopo anno, l’area di sviluppo dell’impianto con ristrutturazioni e rinnovi, venendo supportato in pieno dal fratello Carlo.

Sono trascorsi 75 anni dall’incipit di questa storia di successo, da quell’intuizione di allevare le trote del torrente Scarsito e dallo sviluppo pionieristico di questo business. Nel percorso di crescita Niccola ha contato sulla sua famiglia, sui suoi quattro fi gli, che insieme a lui sono stati e sono tuttora il motore del Gruppo.

La primogenita amatissima SILVIA si occupava dell’area contabile e della gestione dei clienti. Mancata nel 2017, è stata una perdita immensamente dolorosa che ha segnato i suoi cari e che viene ricordata in ogni occasione e nella quotidianità del lavoro di tutti. Gli altri tre fi gli si occupano degli aspetti gestionali e più propriamente operativi dell’attività. A tutti si aggiunge ancora oggi il fratello di Niccola, Carlo, che cura la gestione e supervisione degli allevamenti.

Sostenibilità energetica e ambientale, Erede Rossi sempre un passo avanti

Niccola Rossi ha sempre ritenuto strategico dotare le proprie strutture di un’autonomia energetica e oggi questa visione sta dimostrando grande lungimiranza di pensiero (il tema della sostenibilità, oggi un must e sulla bocca di tutti, non era tra le priorità nel passato, anche recente). Oltre a ridurre la spesa energetica, la produzione d’energia da fonte rinnovabile costituisce per l’azienda agricola Erede Rossi Silvio un valore aggiunto in termini di sostenibilità ambientale, che ne consolida immagine e reputazione. Basti pensare che per ogni MWh prodotto tramite il fotovoltaico si evita l’emissione di 536 kg di CO2. Per le aziende soprattutto l’autoconsumo di energia derivante da fonte solare è un’ottima opportunità in quanto il picco di produzione di un impianto coincide proprio con le ore lavorative, quando l’energia sul mercato elettrico ha quotazioni basse. Erede Rossi ha sposato i valori della causa fotovoltaica dotandosi di pannelli fotovoltaici già nel 2000 a Brontoledo presso l’azienda agricola. A seguire gli allevamenti di Popoli, Tempera, Bussi e Sefro hanno sostituito le proprie tettoie con pannelli fotovoltaici. Questi impianti coprono il 100% della produzione, raggiungendo il totale autoconsumo. Sono poi già in programma i lavori per i nuovi impianti fotovoltaici di Calcio, Torre e Urago. Altre fonti di energie rinnovabili sono sfruttate a Osoppo, dove la centrale idroelettrica alimenta totalmente il fabbisogno energetico. In che modo? Grazie alla vicinanza di un fi ume di grande portata e a una cascata naturale di tre metri, l’energia viene immagazzinata per mezzo di una centralina e impiegata per soddisfare tutta la richiesta di energia elettrica da parte dell’allevamento.

E sul fronte ambientale? L’azienda Erede Rossi riconosce che il miglioramento continuo delle proprie performance ambientali si traduce in vantaggi, soddisfacendo le attese di miglioramento ambientale relativo al contesto territoriale in cui opera. Le acque sorgive purissime di sorgenti alpine in provincia di Bergamo e Brescia, quelle incontaminate di torrenti e fi umi nelle Marche e nell’Umbria rappresentano l’habitat naturale in cui si sviluppa e vive la trota della Erede Rossi. La qualità del pesce allevato dipende infatti in larga parte dalla qualità delle acque impiegate. Solo in acque veramente limpide e abbondanti la trota può respirare e nuotare come in natura e la sua carne acquistare quel sapore caratteristico che la contraddistingue in tavola. Negli allevamenti Rossi le caratteristiche di purezza, di temperatura e di ossigenazione sono tali da costituire l’ambiente ideale per la trota. Grandi portate di acqua pura in zone climatiche tra le più differenti garantiscono sempre ottime condizioni ambientali a diversa temperatura, che condizionano il ritmo di accrescimento del pesce, favoriscono una qualità elevata del prodotto e permettono di ottenere tutte le pezzature in ogni stagione dell’anno (in foto, le cascate naturali presso l’allevamento di Sefro; photo © Erede Rossi Silvio).

Gli allevamenti, le acquisizioni

Negli anni la famiglia Rossi ha sviluppato e consolidato il proprio business con sempre nuove acquisizioni e realizzazioni di impianti nei quali venivano affi nate esperienza e professionalità per creare un knowhow che l’ha proiettata insieme con le sue aziende ai vertici dell’acquacoltura europea. «Oggi la Erede Rossi è un partner commerciale la cui affi dabilità e professionalità sono riconosciute ed apprezzate in Italia, ma anche e soprattutto nei mercati di tutta Europa» sottolinea, con un giusto orgoglio, Niccola Rossi.

«La forza della Erede Rossi è sempre stata la lungimiranza; tutti gli allevamenti acquisiti o realizzati negli anni sono stati dotati di attrezzature che hanno reso la gestione sempre più effi ciente e semplice; siamo stati i primi in Italia a utilizzare l’ossigeno liquido nelle acque di allevamento, una scelta già in ottica di sostenibilità, dato il conseguente notevole risparmio sui costi energetici.

La qualità delle acque dei nostri allevamenti è così da sempre un “plus” che ci permette di portare sul mercato pesce sano e di qualità, con caratteristiche organolettiche che nulla hanno da invidiare alle “trote di torrente”» continua Niccola Rossi.

Forte di una capacità di visione del business davvero unica, capitalizzata negli anni, la Erede Rossi Silvio è un’azienda che continua a svilupparsi e ad investire ancora oggi. Il suo impegno si manifesta soprattutto nella ricerca di strutture moderne e tecnologicamente all’avanguardia come, ad esempio, il suo macello a Sefro, dotato del marchio CEE, innovativo nelle attrezzature dei vari reparti di eviscerazione, filettatura, tunnel di congelamento, affumicatu-

Zero antibiotici, un progetto fortemente voluto da Silvia Rossi

In occasione dell’edizione 2018 del salone di Bruxelles Seafood Expo Global, il Gruppo Rossi ha voluto rendere omaggio alla fi gura mai dimenticata di Silvia Rossi, presentando ai partecipanti e ai buyer presenti il nuovo disciplinare di produzione di orate e spigole allevate “antibiotic-free”. Un evento in ricordo di Silvia, di ciò che ha rappresentato e rappresenterà in futuro per il Gruppo. Alla fi ne del secolo scorso c’è stato un abuso nell’impiego di antibiotici, in particolar modo con lo sviluppo di allevamenti intensivi di animali da reddito dove venivano utilizzati per promuovere la crescita o addirittura per prevenire patologie in animali sani. Purtroppo, l’uso eccessivo e prolungato di questi prodotti, da parte degli uomini e degli animali, ha favorito la selezione e lo sviluppo di microrganismi resistenti a queste sostanze, tanto che oggi sono considerati le principali cause della crescita e della diffusione di batteri antibiotico-resistenti con conseguente perdita della loro effi cacia nel controllo di patologie e/o terapie nell’uomo. L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle più grandi minacce alla salute pubblica, alla sicurezza alimentare e conduce a maggiori costi dei medicinali, a ricoveri ospedalieri prolungati e ad un aumento delle mortalità. Questi fenomeni di resistenza sempre più frequenti sono da controllare anche perché la ricerca oggi non è in grado di fornire o contribuire alla produzione di nuove sostanze più effi caci. Nel settore dell’allevamento animale il corretto utilizzo degli antibiotici è fondamentale per prevenire la presenza di residui nel cibo, per garantire l’effi cacia delle terapie e limitare l’insorgenza di germi resistenti (EFSA, 2017). Per tutti questi

motivi, negli allevamenti di pesci della famiglia Rossi, la fi losofi a dell’azienda è stata sempre quella di mettere al primo punto la ricerca e il miglioramento del “benessere animale”, in quanto solo così si possono ottenere i migliori risultati sia in termini di qualità del prodotto che di performance

produttive. Sulla base di molti anni di esperienza nell’allevamento del pesce e in considerazione del fatto che la famiglia Rossi oggi controlla di fatto tutte le fasi di produzione, è stato deciso di pianifi care un protocollo per la produzione di trote “antibiotic-free”. Nel novembre 2011, l’OIE e il WHO hanno lanciato un piano d’azione pluriennale volto a fronteggiare i crescenti rischi posti dall’antibiotico-resistenza. Il concetto di “One Health” raffi gura il tanto ambito obiettivo dell’Europa Comunitaria di implementare linee d’intervento che agiscano su punti critici della salute animale per salvaguardare quella umana (EU, 2015). Comprendendo subito l’importanza dell’approccio “One Health”, la famiglia Rossi ha deciso di avviare un serio lavoro di miglioramento degli standard di allevamento, della biosicurezza e della corretta gestione dei parametri ambientali, al fi ne di favorire elevati standard di benessere animale. A partire dagli avannotti, dall’allevamento al trasporto e alle fasi successive di lavorazione questo programma si basa su tre importanti fattori, determinanti per raggiungere l’obiettivo prefi ssato: 1. individuazione e scelta dell’ambiente di allevamento; 2. gestione e tecniche di allevamento per il miglioramento del benessere dei pesci; 3. studio e sviluppo di diete bilanciate specifi che per ogni specie di pesce allevato utilizzando materie prime naturali in grado di attivare e potenziare il sistema immunitario dei pesci allevati.

Certifi cazioni, il legame tra azienda e territorio

Tra i primi a comprendere l’importanza strategica di dotarsi di certifi cazioni, oggi Erede Rossi ha tutte le carte in regola per muoversi sul mercato nazionale e internazionale. Gli standard internazionali Global Gap e ASC garantiscono infatti una qualità sostenibile; un sistema di gestione dell’attività dell’azienda che riduce al minimo l’impatto sull’ambiente e il territorio in cui essa opera. Certifi carsi non è obbligatorio, ma è frutto di una scelta volontaria: l’azienda decide di stabilire, attuare, mantenere e migliorare un proprio sistema di gestione ambientale. Le certifi cazioni dimostrano un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività, unito alla ricerca sistematica del loro miglioramento.

Erede Rossi ha implementato un sistema di gestione della qualità che risponde agli standard

internazionali UNI EN ISO e IFS. Le certifi cazioni secondo tali standard dimostrano che l’azienda ha stabilito i processi necessari per garantire la sicurezza alimentare, la qualità della lavorazione e del prodotto fi nito. Non meno importante è la certifi cazione che attesta i suoi prodotti ittici da acquacoltura sostenibile con Friend of the Sea e di gestione con DNV-GL (photo © Erede Rossi Silvio).

ra e confezionamento in stretch e in atmosfera modifi cata.

Nel corso della storia della famiglia Rossi il prodotto ha subito profonde modifi che di posizionamento nel mercato: i “clienti” passarono in breve tempo dai laghetti di pesca sportiva ai ristoratori, alle piccole pescherie, fi no alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO). E fu proprio la collaborazione con la GDO che permise alla Erede Rossi di affi nare le sue tecniche di allevamento e di adottare quelle “buone pratiche” che l’hanno resa una realtà strutturata in grado di rispondere in maniera puntuale alle richieste dei più grandi retailer italiani e stranieri.

Strutturare la propria azienda secondo i dettami e le richieste dei capitolati della clientela e/o degli standard delle organizzazioni terze che promovevano e certifi cavano le buone pratiche di allevamento piuttosto che la sostenibilità sia ambientale sia sociale, fu un impegno non indifferente per gli uomini della “famiglia” Rossi (e qui Niccola Rossi sottolinea, ancora una volta, come dentro quella “famiglia” ci siano anche tutti i collaboratori che negli anni hanno operato in azienda).

Un impegno che molti allora, anche tra gli addetti ai lavori, non comprendevano e che invece la famiglia Rossi reputava fondamentale. Ecco che anche qui torna la visione, l’anticipare i tempi e operare scelte aziendali complesse che danno spessore e nuove opportunità alle attività commerciali.

In alto: l’allevamento a mare Almarina, in Albania. In basso: la fi lettatura delle trote presso il macello di Sefro (MC).

Dall’alto al basso, allevamenti di Biselli di Norcia (PG), Bussi sul Tirino (PE), Panittica di Fasano (BR) e Sefro (MC).

L’oggi e il domani di Erede Rossi Silvio

Oggi l’interesse da parte della famiglia Rossi è focalizzato soprattutto sul mercato estero e sull’allevamento a mare: ai fi ni di ampliare gli spazi dell’acquacoltura, cinque anni fa la famiglia Rossi ha infatti deciso di diversifi care la produzione con l’avvio dell’allevamento di orate e branzini in Albania attraverso la società Almarina e, recentissime, sono l’acquisizione di Panittica Italia di Fasano (BR), un’avannotteria di branzini e orate con posizione di rilievo sul mercato internazionale, e del mangimifi cio di Terni con 4fi sh Srl, in modo da garantirsi una “fi liera chiusa e sempre completamente integrata”.

E il futuro? Il futuro del Gruppo è già tracciato nelle scelte e strategie della famiglia Rossi. Massima è l’attenzione verso la genetica, verso la ricerca, in un continuo slancio nell’anticipare le criticità facendosi trovare pronti con un prodotto perfettamente in linea con le aspettative del mercato.

La strada è tracciata: la famiglia Rossi gestisce oggi una realtà di acquacoltura in acqua dolce e salata che è esempio virtuoso di circolarità e autoapprovvigionamento, per di più pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale ed energetico.

Niccola Rossi, insieme ai fi gli Roberto e Rodolfo, si sta preparando per la prossima edizione del Seafood Expo Global / Seafood Processing Global a Barcellona (26-28 aprile 2022).

Dopo due anni di pausa avranno parecchio da raccontare al mercato internazionale: visione, progettualità, innovazione e orgoglio di una famiglia italiana.

Elena Benedetti

Erede Rossi Silvio

Via Madonna dei Calcinai 2 62030 Sefro (MC) E-mail: info@trote.it Web: www.trote.it

Mare Gioioso di Sebastiano presenta “Bontà di mare in tavola”, la nuova linea di prodotti in vaschetta

Vitalessio Margaritondo, responsabile relazioni esterne dell’azienda pugliese, ci racconta novità e investimenti su questa nuova gamma di prodotti pensata e realizzata per il canale della GDO

di Federica Cornia

A Monopoli (BA), forte della sua quarantennale esperienza nel commercio di prodotti ittici, Sebastiano Gioioso ha creato Mare Gioioso di Sebastiano, un’azienda innovativa con l’obiettivo di garantire freschezza, sicurezza e qualità dei prodotti salvaguardando l’ambiente, attraverso l’implementazione di sistemi a ridotto impatto ambientale. Qui uno scatto all’interno del reparto di lavorazione dei prodotti “Bontà di mare in tavola” (photo © Mare Gioioso).

Siamo nel cuore della Puglia, a Monopoli, in provincia di Bari. Qui da 6 anni opera la MARE GIOIOSO di SEBASTIANO, un’azienda fi ore all’occhiello della fi liera ittica italiana che grazie alla visione ed energia del suo fondatore e amministratore, SEBASTIANO GIOIOSO, oggi si distingue per l’innovazione dei prodotti e per l’adozione di sistemi a ridotto impatto ambientale. Costituita nell’estate del 2016, la Mare Gioioso di Sebastiano ha subito conquistato il mercato dell’ittico nazionale. Sicuramente la sua posizione è strategica, consentendo l’approvvigionamento dei prodotti dai principali porti del Sud Italia. Prodotti che sono commercializzati in fresco, decongelato e lavorato e, non ultimi, i preparati, garantendo così un’ampia scelta che soddisfa ogni necessità.

Un’ampia offerta per ogni necessità

Sul fronte del fresco, Mare Gioioso offre un’ampia gamma e quantità di pescato proveniente dai porti di Monopoli, Brindisi, Mola di Bari, Otranto, Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Savelletri ed ancora Termoli e Ortona. Oltre al pescato locale l’azienda di Sebastiano Gioioso conta su prodotti ittici freschi e di prima qualità provenienti da mari dell’Europa (Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca...), dall’Africa e dal Medioriente e da allevamenti certifi cati di Grecia, Croazia e Italia. Per il decongelato una consolidata rete di relazioni commerciali garantisce un vasto assortimento di prodotti, in particolare polpi, seppie, calamari, totani e molti altri.

È sui preparati che Mare Gioioso sta puntando molto, con parecchie novità. Innanzitutto si tratta sempre di prodotti lavorati e abbattuti, sicuri da un punto vista sanitario e adatti ad essere consumati crudi. Essi vengono congelati in monoporzioni, pronti per essere decongelati a temperatura di refrigerazione e consumati entro le 12 ore successive. Tartare, fi letti, carpacci sono solo alcuni dei preparati elaborati dopo un attento lavoro di selezione e trasformazione di materie prime di altissima qualità.

Vitalessio Margaritondo, responsabile relazioni esterne dell’azienda di Monopoli (photo © Mare Gioioso).

Il lancio della nuova linea “Bontà di mare in tavola”

Mare Gioioso è uscita con una nuovissima linea, “Bontà di mare in tavola”. Per sapere qualcosa di più abbiamo incontrato VITALESSIO MARGARITONDO, responsabile relazioni esterne dell’azienda.

Come è nata l’idea di questa linea? «Nel corso dei mesi della pandemia, nel 2021, abbiamo approfi ttato della pausa forzata per mettere a punto una nuova linea di prodotti sia freschi che congelati, confezionati in skin e ATP denominata “Bontà di mare in tavola”, che ha ottenuto un importante riscontro soprattutto nel mondo della GDO, che è il mercato di riferimento per questo marchio».

La nuova linea di prodotti freschi e congelati “Bontà di mare in tavola” si presenta in vaschette confezionate sia in atmosfera protettiva che in sottovuoto skin (photo © Mare Gioioso).

Mare Gioioso di Sebastiano sta investendo per la creazione di un intero nuovo stabilimento dedicato alla nuova produzione della linea “Bontà di mare in tavola”, puntando ad accrescere sempre di più la propria presenza in GDO.

Cosa la differenzia dalle altre linee di prodotto?

«Il senso di questa nuova linea di produzione sta nell’offrire al consumatore fi nale un prodotto preparato, sicuro e pronto già alla cottura attraverso l’utilizzo di materia prima di primissima qualità».

La gestione della sicurezza alimentare sarà sicuramente al centro del vostro lavoro?

«Assolutamente! Ci avvaliamo di attrezzature di ultima generazione che permettono da remoto il controllo di ogni singola vaschetta che viene immessa sul mercato. Il lavoro svolto dal nostro uffi cio qualità composto da un veterinario igienista ed una biologa permette di monitorare ogni fase di produzione in modo da garantire in ogni fase qualità e sicurezza. Per far ciò abbiamo dedicato un’area alla produzione delle nuove referenze e stiamo per allestire un intero nuovo stabilimento dedicato alla stessa nuova produzione, puntando ad accrescere sempre di più la fetta di mercato riguardante il mondo della GDO».

La crisi pandemica ha sicuramente accelerato un’evoluzione delle scelte di acquisto da parte dei consumatori, che negli ultimi due anni si sono serviti sempre più di surgelati, prediligendo pesce allevato in Italia e sperimentando nuove ricette e abbinamenti in cucina. Da qui, l’idea del Gruppo Mare Gioioso nel dar vita ad un ambizioso programma di investimenti in know-how e risorse umane che oggi gli consente di entrare sul mercato e in GDO con il marchio “Bontà di mare in tavola”. Il prodotto ittico, rigorosamente controllato, è già “lavorato” così da essere pronto per la cottura. Si dice: “Dietro ogni problema c’è un’opportunità”. Ecco, dalla crisi pandemica e da quei mesi confusi e tormentati per noi tutti tanti imprenditori hanno lavorato per trovare soluzioni e nuove opportunità di mercato. Mare Gioioso di Sebastiano è un bell’esempio! E oggi la sua visione è sulle tavole degli Italiani.

Federica Cornia Mare Gioioso di Sebastiano Srl

a socio unico Contrada Baione 70043 Monopoli (BA) Telefono: 080 4174806-7 E-mail: commerciale@maregioioso.it Web: www.maregioioso.it instagram.com/maregioioso facebook.com/maregioiososrl

La Selvaggia di Marina di Ravenna, perché è così speciale

di Elena Benedetti

La storia di un prodotto non sempre, anzi, forse quasi mai, è il risultato di un agire collettivo del territorio. Ecco, invece quella de La Selvaggia di Marina di Ravenna è proprio centrata su una visione comune che coinvolge industria, amministrazione locale, maestranze, tecnici e ambiente.

Diciamolo forte e chiaro: è un progetto bellissimo, singolare e u nico che solo i Romagnoli, con la loro inventiva e spirito di collaborazione, si potevano inventare. E se non c’è nulla di più distante da una piattaforma delle Eni e uno Slow Food, è bastato un piccolo mitile che cresce in acque pulite a creare la magia!

Vi abbiamo già raccontato com’è iniziata la storia della Selvaggia, l’incipit con la trasformazione dei pescatori di cozze in operatori tecnici subacquei professionali altamente specializzati (si veda IL PESCE n. 1/2022, pag. 52).

Unicità e salubrità del prodotto

La selvaggia è un prodotto unico nel suo genere in quanto si tratta di una cozza che compie il suo ciclo di vita in maniera spontanea, dalla sua formazione fi no alla raccolta. Quest’ultima è l’unica fase che richiede l’intervento dell’uomo. L’operazione viene svolta a mano e la peculiarità sta appunto nel fatto che queste cozze crescono nelle parti sommerse delle piattaforme.

Photo © Max Cavallari

La salubrità dell’habitat marino, testimoniato anche da numerosi banchi di pesce che si possono spesso notare in prossimità delle piattaforme, è sicuramente stata favorita anche dal divieto di qualsiasi tecnica di pesca nel raggio di 500 metri dagli impianti. «Dal punto di vista della sostenibilità si può ben dire che si tratta di un prodotto altamente sostenibile perché è uno stock selvatico che si autorigenera e dagli studi è inoltre emerso che la risorsa, seppur sfruttata, non è in calo» mi spiega SIMONE D’ACUNTO, direttore del CESTHA, il Centro Sperimentale per la tutela degli Habitat che ha seguito lo sviluppo del marchio. Il trend di produzione monitorato dal CESTHA nel corso degli anni è stabile e testimonia uno sfruttamento pienamente sostenibile. «Va poi aggiunto che in tutti i casi queste cozze andrebbero comunque rimosse per il lavoro di manutenzione e pulizia delle parti sommerse delle piattaforme e il fatto di impiegarle per il consumo è un valore aggiunto per la circolarità del progetto».

Dal punto di vista del prodotto e delle sue qualità organolettiche sono emersi valori nutraceutici elevati: «La forma la qualità, il peso e il contenuto delle carni sono superiori rispetto alle cozze d’allevamento perché sono ani mali non stressati» sottolinea Simone D’Acunto. Un ultimo aspetto da non dimenticare è che, in quanto spontanea, la cozza Selvaggia non produce plastica per i suoi processi di crescita.

Come si riconosce La Selvaggia di Marina di Ravenna? La valva ha un colore nero uniforme e la superfi cie è molto incrostata di cirripedi. All’assaggio è molto carnosa e saporita. Anche il mollusco risulta di grosse dimensioni.

Tanti appellativi, un solo nome, un solo marchio

La bontà di queste cozze nel tempo si è diffusa e la richiesta da parte dei consumatori locali è elevata, senza trascurare il fatto che questi mitili

In alto: ecco un’immagine che testimonia la salubrità dell’habitat nei pressi delle piattaforme, favorito anche dal divieto di qualsiasi tecnica di pesca nel raggio di 500 metri dagli impianti. In basso: La Selvaggia presenta una valva dal colore nero uniforme e dalla superfi cie molto incrostata di cirripedi. Il mollusco risulta di grosse dimensioni (photo © Max Cavallari). sono oggetto di frodi commerciali, essendo spesso venduti erroneamente con questo nome. Circolano tanti appellativi lungo la costa, dalle cozze del palombaro, alle cozze di fondale, cozze di Marina. Ma il nome certifi cato e tutelato è uno solo ed è La Selvaggia di Marina di Ravenna che è tutelata e protetta dal suo marchio, fondato lo scorso anno con un progetto fi nanziato dal FLAG COSTA dell’Emilia Romagna all’interno della misura 4.63, azione 1.C b), qualifi cazione delle produzioni e dei luoghi dove si svolge l’attività dell’operatore ittico – interventi immateriali. «Non a caso abbiamo scelto “selvaggio” e non “selvatico” e anche l’ubicazione di Marina di Ravenna è fondamentale perché rimanda al luogo simbolo del lavoro dei pescatori, che negli anni si sono trasformati da cozzari a operatori tecnici subacquei» conclude D’Acunto.

Come si riconosce La Selvaggia?

La valva ha un colore nero uniforme e la superfi cie è molto incrostata di cirripedi. All’assaggio è molto carnosa e saporita. Anche il mollusco, il cosiddetto frutto, risulta di grosse dimensioni. Questo aspetto è dovuto anche al fatto che l’animale sia poco stressato anche durante le fasi di lavorazione a bordo, mantenendo un’elevata vitalità anche a distanza di parecchie ore.

Elena Benedetti

Piccola e Media Pesca

La Romagnola Soc. Coop. Via Molo Dalmazia 53 48100 Marina di Ravenna (RA) Web: cooperativalaromagnola.it

Nuovo Conisub Soc. Coop.

Via Molo Dalmazia 47 48100 Marina di Ravenna (RA)

Sacca di Scardovari, progetti e attività

Abbiamo incontrato Luigino Marchesini, presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, per fare il punto su questo territorio e sulla produzione della sua molluschicoltura d’eccellenza

di Elena Benedetti

Il Delta del Po è una zona umida ricca di biodiversità, dove l’acqua dolce incontra il mare e in cui il fi ume ha formato lagune poco profonde che sono ideali per la coltivazione dei molluschi bivalvi quali le vongole veraci e i mitili. Le lagune in cui crescono i molluschi del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine sono territori di grande importanza naturalistica ubicati nel Parco Regionale del Delta del Po Veneto. Le loro acque sono esenti da inquinanti esterni: nessuna attività industriale è presente in questo territorio.

Come procede la produzione della vongola di Scardovari? Quali sono le novità e i progetti in corso del

Consorzio Cooperative Pescatori

del Polesine? Siamo andati a Scardovari, nella piccola frazione di Porto Tolle (RO), ad incontrare LUIGINO MARCHESINI, il presidente di questa realtà che aggrega 14 cooperative per un totale di 1.500 pescatori (700 dei quali donne), che operano nella più estesa laguna del Delta del Po.

Un paesaggio affascinante, unico, che emoziona sempre noi visitatori e che è espressione di un equilibrio tra natura, condizioni climatiche, ricerca scientifi ca, tecniche allevatoriali nella produzione di molluschi bivalvi e, non ultima, una cultura profondamente radicata negli operatori di queste lagune, tra pescatori e imprenditori che col loro lavoro contribuiscono al sostentamento dell’economia polesana portando vongole, cozze, fasolari, lupini, tartufi , cannelli e ostriche sulle tavole di tutta Italia.

Un equilibrio che però è complesso, fragile nel far fronte alle improvvise avversità del meteo, alla mutevole situazione dei fondali che richiedono continui interventi di dragatura e pulizia, un’opera di manutenzione della laguna che è un impegno enorme che necessita risorse sul lungo periodo.

Luigino Marchesini ne sa qualcosa e le sue relazioni con la Regione Veneto, con gli enti di categoria e di rappresentanza del settore a livello nazionale ed europeo sono la quotidianità. «Nel 2021 abbiamo registrato un grosso calo di produzione e, un po’ come tutti, ci siamo ritrovati a pagare dei costi energetici che sono volati alle stelle (solo nel mese di dicembre 2021 siamo passati da 21.000 a 37.000 euro di spese di elettricità), nonostante il nostro impianto fotovoltaico attivo, e a veder ridotti i nostri margini» mi dice il presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine.

«Nel corso dello scorso anno abbiamo prodotto 45.000 quintali di prodotto (nel 2017 erano stati 85.000 i quintali), registrando un pesante calo, anno dopo anno, che ha fatto salire il prezzo oggi molto alto» sottolinea Marchesini.

Le cause imputabili alla ridotta raccolta di prodotto sono tante, attribuibili principalmente alle condizioni del territorio con cui si confrontano quotidianamente i pescatori nella laguna del Delta: un Delta che porta con sé detriti e i cui fondali necessitano di continue bonifi che.

Nel 2013 il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine ha ottenuto la certifi cazione biologica per la cozza della Sacca di Scardovari, estesa nel 2015 anche alla vongola verace. Nel 2018 è stata conseguita la certifi cazione biologica anche per gli allevamenti di mitili in mare aperto siti in fronte Delta del Po. La Cozza di Scardovari DOP si contraddistingue per le carni più polpose — il Disciplinare indica uno stato di pienezza della parte edibile del mollusco rispetto all’intero organismo maggiore del 25% —, meno salate e più dolci grazie al basso contenuto in sodio (photo © cibosogood.it).

A pochi chilometri dalla sede del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine è operativo lo stabilimento dedicato al confezionamento, soprattutto del sottovuoto, dedicato alla GDO. Cozze, vongole, ostriche, lupini passano attraverso una macchina che rimuove impurità e bisso per poi porzionare e confezionare sottovuoto il prodotto non pastorizzato, pronto per l’uso e la cottura. I molluschi sono commercializzati anche nei tradizionali retini, oggi disponibili anche in materiale non plastico.

A pochi chilometri dalla sede del Consorzio lo stabilimento già avviato alla depurazione e al packaging sottovuoto sta invece dando grandi soddisfazioni, con le linee di confezionamento dedicate principalmente a soddisfare gli ordini della GDO, che riconosce la qualità dei prodotti del Consorzio tanto quanto il consumatore fi nale, che ne apprezza la bontà e la praticità d’uso. «Dato l’aumento del prezzo il nostro è sicuramente diventato un prodotto più di nicchia e magari per ristoranti con qualche stella in più» precisa il presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine.

I prodotti del Consorzio

Tra i prodotti di punta c’è sempre la Cozza di Scardovari, che dal 2013 vanta il riconoscimento come prima Denominazione di Origine Protetta (DOP) per i molluschi, e dal 2015 anche la certifi cazione biologica, estesa anche alla vongola verace sia per gli allevamenti di mitili nel Delta del Po che per quelli operativi in mare aperto. Oltre alla cozza di Scardovari il Consorzio commercializza vongole, fasolari, lupini, tartufi , cannelli e ostriche.

Obiettivi per il prossimo futuro

Quali sono le attività in cui è maggiormente focalizzato il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine? «Sicuramente siamo al momento molto concentrati negli interventi strutturali in laguna, nel lavoro lungo e delicato di ottenimento dei fondi regionali ed europei che sono fondamentali per far fronte alla manutenzione dei fondali e alla tutela della nostra produzione ittica» risponde Marchesini.

Questa parte del lavoro è ovviamente molto articolata e richiede tempi lunghi, negoziazioni e un confronto che spesso, soprattutto in sede europea, è complesso perché ci si confronta con Paesi che si affacciano su tratti costieri di mari completamente diversi, come tutto il Nord Europa.

«Un esempio? Mi è capitato di sentirmi chiedere — in sede di Commissione europea, ad un tavolo di lavoro nel quale partecipavano numerosi rappresentanti di Paesi dell’EU — se era nostra prassi dare antibiotici a vongole e cozze! Ecco, questo per far capire quanto sia complicato il confronto con l’UE e quanta poca conoscenza qualcuno abbia su un prodotto, il nostro, che nutrendosi di fi toplancton è completamente naturale.

Ci si ritrova così a discutere di giornate di pesca — che penalizzano tanto i nostri pescatori — e di modalità di pesca con realtà che nulla hanno a che spartire con la nostra laguna, in un contesto faticoso e, a volte, anche surreale».

Il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine ha realizzato 5 fl upsy, gli impianti di allevamento dei primi stadi giovanili dei molluschi caratterizzati da strutture sospese nelle quali un sistema di pompaggio dell’acqua garantisce il fl usso idrico e quindi un’alimentazione costante e continua (Floating Upweller System). I fl upsy sono ubicati nei pressi dell’impianto di depurazione e packaging del Consorzio.

Per risolvere le diffi coltà attuali del comparto della molluschicoltura lagunare quali dovrebbero essere le soluzioni auspicate? «Bisognerebbe che tutte le forze politiche nazionali e del territorio vedessero il mondo della pesca in termini di possibilità di reddito, di posti di lavoro: se io dai 45.000 quintali di prodotto arrivassi ai 100.000 quintali avrei sicuramente creato nuove opportunità di lavoro. Se la Regione mi potesse dare gli strumenti in breve tempo per fare scavi e interventi in laguna, sburocratizzando certe situazioni, ne trarremmo grande vantaggio per tutta l’economia del territorio».

Alla luce della situazione attuale presentata da Luigino Marchesini, quest’anno il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine nella sacca di Scardovari ha realizzato 5 fl upsy, gli impianti di allevamento dei primi stadi giovanili dei molluschi caratterizzati da strutture sospese nelle quali un sistema di pompaggio dell’acqua garantisce il fl usso idrico e quindi un’alimentazione costante e continua (Floating Upweller System).

I fl upsy sono ubicati proprio nei pressi dell’impianto di depurazione e packaging del Consorzio, dandoci proprio l’idea di un ciclo perfetto, continuo, che grazie a questo ecosistema tutelato e protetto — con il supporto e il lavoro dei suoi operatori — porta sulle nostre tavole prodotti naturali e davvero unici. Buon lavoro!

Elena Benedetti Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine

Via della Sacca 11 45018 Scardovari (RO) Telefono: 0426 389226 Web: www.scardovari.org

Little Fish, la cultura e la professionalità del pesce fresco dell’Adriatico

Little Fish Srl è una società a conduzione familiare, nata dalla storia di specialisti nell’attività della pesca e del commercio di prodotti ittici legati alla tradizione del Mare Mediterraneo, nello specifi co dell’Adriatico. Little Fish è specializzata nella “lavorazione del pesce fresco” (decapitato, eviscerato, deliscato) proveniente dai mercati ittici locali o direttamente dalle imbarcazioni. Il progetto imprenditoriale nasce per promuovere e valorizzare le specie ittiche del territorio, offrendo un prodotto di qualità, sempre fresco, il cui valore aggiunto è quello di essere già pulito e pronto all’uso.

Little Fish da fi ne 2014 può

vantare di aver portato il PESCE

FRESCO nelle scuole! Questo ha signifi cato avvicinare con consapevolezza tanti bambini all’importanza di seguire un’alimentazione sana, equilibrata e di qualità.

Dal 2018, inoltre, l’azienda partecipa allo sviluppo di piattaforme

digitali di rilievo sul territorio

italiano che hanno come scopo quello di portare il pesce fresco dal pescatore direttamente sulle tavole dei consumatori.

In questi anni Little Fish si è posta come obiettivo ultimo quello di diventare fornitore di riferimento per la lavorazione, la trasformazione e la commercializzazione del prodotto ittico fresco dell’Adriatico. Ad oggi, infatti, vanta collaborazioni con grandi realtà appartenenti al settore GDO, le quali si affi dano ad essa per la qualità del prodotto ittico lavorato, valorizzata anche dalla praticità delle vaschette in cui il pesce è confezionato in MAP: questa tipologia di chiusura delle vaschette ha permesso ad un prodotto così deI fi letti di sardina sono puliti a macchina, si presentano senza testa, completamente eviscerati e deliscati (photo © Little Fish).

licato di allungarne la sua shelf-life, senza l’utilizzo di conservanti.

Il confezionamento in atmosfera protettiva (MAP) è una tecnologia che, grazie alla sostituzione dell’aria con una miscela di gas (prevalentemente costituiti da azoto, ossigeno e anidride carbonica) permette di aumentare il periodo di conservazione (shelf-life) dei prodotti alimentari, in particolare di quelli deperibili, mantenendone inalterate le proprietà sensoriali grazie all’azione inibente e batteriostatica dei gas utilizzati. Le virtù nutrizionali, l’aspetto (dimensioni, volume, ecc…) e il sapore del prodotto rimangono quindi inalterati. Ciò riduce sensibilmente gli sprechi, permette al pesce di essere trasportato anche a

Little Fish ha conseguito le certifi cazioni IFS, standard internazionale riconosciuto da GFSI, e ISO 22000 sui sistemi di gestione per la sicurezza alimentare.

lunga distanza ed essere facilmente esposto per la commercializzazione e la vendita.

L’attività principale di Little Fish è dunque quella di mettere in risalto le peculiarità del cosiddetto “pesce povero”, ovvero di quelle specie ittiche poco conosciute o scarsamente valorizzate, quali l’alice, la sardina, il cefalo, ecc…

Il claim dell’azienda è “mangia tutto quello che acquisti”, in quanto i prodotti ittici commercializzati sono pronti al consumo e non hanno alcuno scarto. Questa caratteristica le ha permesso di introdurre i propri prodotti anche nelle mense scolastiche.

Già da qualche anno, dopo una prima fase pilota fi nalizzata a verifi care il livello di gradimento da parte dei bambini, il pesce fresco locale ha sostituito i prodotti di importazione extra-UE ed è stato inserito nel menù settimanale delle mense scolastiche di Rimini, Bologna e diverse località della Regione Marche.

Quest’iniziativa ha permesso non solo di valorizzare il pesce fresco del nostro mare, ma anche di combattere lo spreco alimentare. A tal proposito, L’azienda ha un sistema di raccolta degli scarti di lavorazione Cat. 3 (non destinati al consumo umano), i quali vengono convogliati in bins dedicati, attraverso una coclea. Tali scarti di lavorazione vengono poi ritirati da aziende specializzate che si occupano dello smaltimento e/o riutilizzo dello stesso.

Protagonisti delle produzioni quotidiane sono sardina e alice (pesce azzurro), cefalo, misto pesce di paranza (triglia, paganello, cappone, molo, ecc…), sogliola, branzino, orata, moscardino, totano, calamaro, canocchia e tanti altri prodotti pescati quasi interamente nell’Adriatico.

Little Fish segue scrupolosamente le normative vigenti dal punto di vista della sicurezza alimentare e ogni prodotto viene identifi cato avvalendosi di un sistema informatizzato che ne garantisce la tracciabilità lungo tutto la fi liera.

Little Fish Srl ha conseguito la certifi cazione IFS, standard internazionale riconosciuto dal GFSI (Global Food Safety Initiative), e la ISO 22000 sui sistemi di gestione per la sicurezza alimentare. L’organizzazione, attraverso il conseguimento di tali certifi cazioni, desidera mostrare il proprio impegno e la politica di miglioramento continuo nei confronti dei propri clienti, garantendo prodotti sicuri e costanti dal punto di vista qualitativo.

Little Fish Srl

Viale dell’Economia 8 47838 Riccione Telefono: 0541 741409 Web: littlefi sh.it

Specialisti del tonno e della sostenibilità dal 1977

FRIME, azienda leader nella vendita di tonno MSC in Europa

FRIME, leader nella distribuzione e commercializzazione del tonno a pinne gialle (Thunnus albacares, conosciuto anche come tonno albacora o tonno monaco) lavorato in Europa, ha chiuso l’esercizio 2021 con un fatturato di quasi 150 milioni di euro, cifra che rappresenta una crescita del 46% ed è un record assoluto per l’azienda spagnola con sede a Barcellona.

Con un volume di 40.000 MT all’anno e una forza lavoro di più di 300 dipendenti, FRIME, presieduta da SALVADOR RAMON, è un fornitore di pesce e frutti di mare che mette al primo posto il rispetto del mare e la qualità dei suoi prodotti. La sua mission? “Fare innovazione nel comparto dei prodotti provenienti da pesca sostenibile, standardizzandoli attraverso l’industrializzazione”. La sua fi losofi a? “Cambiare il mondo migliorando l’alimentazione di tutte le famiglie con prodotti provenienti dalla pesca responsabile”.

Perseverare: l’azienda espande le sue strutture

Dopo 40 anni di attività, FRIME continua la sua ricerca dei prodotti più gustosi e di più elevata qualità con i più alti standard di sicurezza alimentare. La politica di qualità e sicurezza alimentare di FRIME copre tutti i processi e le aree

Con il marchio “Køldfi n” la spagnola FRIME propone a ipermercati e supermercati una gamma di prodotti congelati di tonno ad alto valore aggiunto composta da otto referenze. La qualità eccezionale dei prodotti è stata riconosciuta e premiata con il Superior Taste Award nel 2022 per il terzo anno di fi la, ottenendo il punteggio massimo di tre stelle.

FRIME, leader nella distribuzione e commercializzazione del tonno a pinne gialle lavorato in Europa, ha chiuso l’esercizio 2021 con un fatturato di quasi 150 milioni di euro, cifra che rappresenta una crescita del 46% ed è un record assoluto per l’azienda spagnola con sede a Barcellona.

aziendali, comprese le tre aree di produzione con cinque stabilimenti nei quali vengono lavorati i prodotti surgelati, freschi e semiconservati, nonché sei banchi gestiti da Mercabarna. Gli impianti sono dedicati alla trasformazione di cefalopodi e al pesce spada e tonno con produzioni certifi cate IFS e MSC.

Nel settembre 2021, l’azienda ha avviato la costruzione di due nuovi impianti automatizzati a La Roca del Vallès (Barcellona), che saranno completati a giugno e dove verrà trasferita anche la sede. Saranno in totale due stabilimenti (su un’area di circa 8.500 m2), con un investimento previsto di circa 16 milioni di euro.

I due attuali magazzini ad Arenys de Munt saranno utilizzati per i prodotti freschi, i prodotti in semiconserva e per la Ricerca & Sviluppo. A livello logistico, ci sarà un magazzino refrigerato nella città di Castellolí (Barcellona), con una capacità di 800 tonnellate a –60 °C e un altro spazio a –25 °C per 8.000 tonnellate.

L’impegno con “Køldfi n” nella vendita al dettaglio

Nel 2020, FRIME ha concentrato la propria attività su HO.RE.CA. e fornitura ai grossisti e, poco prima della pandemia, ha avviato una nuova strategia che coinvolge lo sviluppo della sua attività al dettaglio e che ha raccolto già molti successi negli ultimi mesi. A metà dello scorso anno, l’azienda ha lanciato la sua prima proposta di marchio per ipermercati e supermercati col nome di “Køldfi n”, con una gamma di prodotti di tonno congelati ad alto valore aggiunto composta da otto referenze a seconda dei diversi tagli.

Køldfin è diventato uno dei principali pilastri dello sviluppo sostenibile di FRIME, con materie prime certifi cate MSC e Dolphin Safe. Inoltre, i prodotti Køldfi n sono di qualità eccezionale e la materia prima è stata premiata con il Superior Taste Award nel 2022 per il terzo anno di fi la, ottenendo il punteggio più alto di tre stelle.

Specialisti del tonno e della sostenibilità dal 1977

FRIME ha defi nito cinque obiettivi per ridurre al minimo la sua impronta ambientale, concentrandosi sull’effi cienza energetica dei suoi impianti e sull’economia circolare, contro lo spreco di materie prime e materiali, e la riduzione delle emissioni di carbonio, sempre nel rispetto del mare e della sua biodiversità. FRIME è certificata MSC CoC, con più del 90% del tonno venduto certifi cato. Il suo obiettivo è quello di continuare ad aumentare questa percentuale, garantendo la sostenibilità degli stock di tonno. Allo stesso modo, attraverso il monitoraggio lungo tutta la catena produttiva, garantisce la trasparenza e la tracciabilità per tutti i consumatori.

>> Link: www.frime.com

BiERRETi Srl, scopriamo la nuova piattaforma logistica di fresco e congelato

Una realtà unica che gestisce un polo d’eccellenza nel Delta, di supporto alla fi liera ittica e progettato per essere a impatto zero in ottica ambientale

di Elena Benedetti

Quali sono gli elementi chiave che rendono un business di successo? Il prodotto, sicuramente, insieme a strategia, visione e, non ultimo, anche processo logistico. Già, perché le attività di trasferimento delle merci all’interno dell’azienda e la loro spedizione ai clienti sui vari mercati incidono parecchio sulla produttività. Servono strutture, competenze, connessioni e professionalità in un mondo sempre più iperconnesso e fl uido. Se poi contestualizziamo la logistica nell’industria del rifornimento alimentare, ecco che essa rappresenta il principale ambito di azione per lo sviluppo, l’integrazione e la modernizzazione delle imprese e

BiERRETi Srl è specializzata nel trasporto a temperatura controllata di prodotti alimentari ittici e ortofrutticoli, freschi, congelati, refrigerati e marinati. La società fornisce ai suoi clienti carico completo e groupage raggiungendo tutto il territorio italiano ed europeo senza mai interrompere la catena del freddo.

Da sinistra, Luca Modena, responsabile della piattaforma logistica, Maximiliano Ripepi, che cura la parte meccanica, Carlino Ripepi, impegnato nella parte logistica e di programmazione, Robertino Bonato, che segue le attività commerciali e di sviluppo, e Ida Nardini, responsabile amministrativa.

delle reti di approvvigionamento. Ne sa qualcosa BiERRETi Srl, società con sede operativa a Taglio di Po, in provincia di Rovigo, molto conosciuta e stimata nel comparto ittico per l’esperienza che ha consolidato nel corso dei 18 anni di attività grazie al lavoro avviato nel 2004 dai suoi tre soci, ROBERTINO BONATO e i fratelli

CARLINO e MAXIMILIANO RIPEPI, a cui oggi si affi ancano un centinaio di dipendenti, tra impiegati, operai e autisti.

A inizio gennaio 2022 BiERRETi ha infatti inaugurato un moderno

polo logistico a temperatura con-

trollata che ha fi nalmente riunito in un’unica sede il fresco e congelato a Taglio di Po (mentre prima il fresco era gestito nella sede di Porto Viro), una piattaforma che si estende su 2.000 m2 di superfi cie adibita a smistamento e che conta 16 porte, oltre ad una capacità di stoccaggio di 3.600 posti pallet con l’obiettivo a breve di arrivare a 5.800 posti pallet complessivi.

«La logistica è un fattore stra-

tegico per la competitività a livello distributivo e BiERRETi, consentendo la riduzione delle operazioni di movimentazione e di trasporto, la riduzione dei volumi immagaz-

La nuova piattaforma di smistamento del prodotto fresco nel polo logistico di Taglio di Po (RO), che si estende su una superfi cie di 2.000 m2 a temperatura sopra lo zero.

zinati e dei costi di investimento per le aziende del settore ittico,

è un partner valido e sicuro» mi dice Robertino Bonato, accogliendomi in una grande e luminosa sala riunioni.

La filiera ittica, dipendendo fortemente dall’estero per quanto riguarda l’approvvigionamento del prodotto, ancor di più richiede competenza nella fase logistica: le distanze, la deperibilità, la necessità di garantire il monitoraggio continuo della qualità e rintracciabilità sono punti critici che le aziende del settore conoscono bene, a cui si

Lo stoccaggio del congelato

Presso questo nuovo magazzino dotato di tutti i sistemi di controllo (tracciabilità e HACCP in primis) c’è la possibilità di stoccare per le aziende del distretto ittico veneto situate nelle vicinanze del loro sito produttivo e, quindi, con tempi e costi di approvvigionamento decisamente inferiori rispetto agli attuali, visto che non ci sono strutture simili nell’area vasta che abbraccia Venezia, Ravenna e Ferrara. I magazzini più vicini, utilizzati da diverse aziende della zona del nuovo insediamento, sono situati nell’area di Modena, Verona e Venezia, con conseguenti tempi tecnici e costi maggiori per la disponibilità della merce. Da non sottovalutare, poi, come l’attività di stoccaggio c/ terzi sia fonte di risparmio energetico e, quindi, di costo per le altre realtà che, molto spesso, possiedono celle obsolete. Inoltre, la vicinanza territoriale potrebbe far entrare in questo mercato qualche nuovo piccolo produttore che ora è scoraggiato dal trattare il prodotto congelato per via dei costi di realizzazione, troppo ingenti per la propria struttura. Il fatto che BiERRETi offra tutti i servizi dello stoccaggio dei prodotti congelati permette, inoltre, un onere interno in meno per i clienti che, in tempo reale, possono vedere le giacenze e lo stato della propria merce (temperatura, ecc…), il mantenimento della catena del freddo, senza occupare proprio spazio e personale, richiedendo la merce al bisogno grazie alla rete di trasporto su gomma che garantisce la consegna in tempi brevissimi. Per i clienti esteri o che provengono da zone più remote d’Italia l’ubicazione della piattaforma si trova in una posizione decisamente strategica per uno sviluppo sul mercato italiano e/o del Nord Est, in quanto tempi e modalità di consegna vengono così abbattuti. Gli scarichi dei mezzi contenenti la merce da stoccare possono essere effettuati anche se le derrate viaggiano in container, in quanto è prevista anche l’attività dello scarico container da 20’ e da 40’.

>> Link: www.bierretitrasporti.it

aggiungono i fattori di stagionalità per certe specie ittiche e la necessità di ridurre gli stock lungo il canale distributivo.

Per questi motivi, e in linea con la sua strategia di crescita continua e costante passo dopo passo, BiERRETi ha deciso di investire in una nuova piattaforma che gestisce in modo effi ciente la catena del freddo in un’ottica di piena ecosostenibilità. La sede è infatti dotata di un impianto fotovoltaico che consente di provvedere alla quasi totalità del consumo elettrico, mentre l’acqua impiegata per il raffreddamento delle celle che viene riciclata e depurata e rimessa in circolo e quella piovana è impiegata per l’irrigazione del giardino e il lavaggio degli automezzi.

Gli ambienti preposti a uffi ci e le aree adibite ad accoglienza, riunioni e formazione sono caratterizzate da pareti a vetrata che richiedono un minor impiego di luce artifi ciale e nei magazzini si impiegano led. Il riscaldamento degli ambienti è generato dai motori dei frigoriferi.

«Il nuovo polo oggi ospita internamente anche un’area a tre piste preposta al lavaggio degli automezzi oltre ad una struttura adibita ad offi cina per la manutenzione dei nostri camion» sottolinea Bonato. «Tutti servizi che ci portano a crescere e a gestire le varie operazioni in maniera differente e più effi ciente».

Come si è arrivati a questo risultato? «Penso che sia dovuto ad un insieme di cose: sicuramente partendo da giuste idee e visioni supportate però dai nostri lavoratori. Noi tre soci non siamo arrivati da soli a realizzare tutto questo, abbiamo uno staff che ci segue, oltre a clienti fi delizzati che ci hanno dato fi ducia».

Sicuramente una componente strategia del successo di BiERRETi sta proprio nel fornire un servizio completo che spazia dallo scarico e carico dei camion e container allo stoccaggio delle merci, dal picking dei cartoni alla gestione delle pratiche amministrative e doganali. Il tutto all’interno di una struttura nuova e funzionale che risponde ai più elevati standard di sicurezza. In alto: uno scatto all’interno della struttura dedicata alle merci congelate con un’attuale disponibilità di 3.600 post pallet a una temperatura inferiore ai 20 °C. In basso: tra i punti di forza della società di Taglio di Po c’è sicuramente l’impegno a investire e a mantenere aggiornato il parco mezzi che contano 65 rimorchi e 48 trattori, tutti di proprietà di BiERRETi. La totalità dei mezzi frigo è dotata di paratie per il trasporto a doppia temperatura, di sponda idraulica e di transpallet.

Sul fronte dell’estero l’azienda è presente nei maggiori mercati ittici olandesi oltre che in importanti snodi aeroportuali (Bruxelles, Amsterdam, Liegi, Malpensa e Fiumicino). È attiva la collaborazione con piattaforme di Boulogne sur Mer e nel nord della Francia che agevolano il trasporto in Italia di merce proveniente da Irlanda, Inghilterra e Scozia in tempi velocissimi.

«L’attuale sistema distributivo permette di convogliare tutti i prodotti a temperatura controllata caricati in Europa presso la nostra piattaforma di Taglio di Po, unirla alla merce che arriva direttamente con altri trasportatori da Turchia, Marocco, Albania, Spagna, Portogallo, Croazia e di provvedere alla tempestiva distribuzione su tutto il territorio italiano» precisa Robertino Bonato.

In BiERRETi la componente umana è fondamentale: «la logistica è un lavoro di sinergia nel quale ciascuno contribuisce a svolgere un pezzo del processo» sottolineano i soci. Anche sui camion si tendono a preferire le doppie presenze e oggi il 60% dei mezzi è condotto da due autisti dei quali una buona percentuale è femminile. «Molte coppie di autisti sono infatti composte da marito e moglie che si alternano alla guida, in un contesto di lavoro più effi ciente».

Insomma, a Taglio di Po si lavora parecchio in equilibrio e insieme per ottimizzare tutte le fasi dei processi logistici. A questo punto non ci resta che attendere la prossima novità!

Elena Benedetti

BiERRETi Srl

Sede operativa Via delle Industrie 7/B SS. Romea 309 (km. 69) 45014 Porto Viro (RO) Web: www.bierretitrasporti.it www.facebook.com/bierretisrl

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Gió Mare, gli ultimi sviluppi di un’azienda dinamica, che cresce grazie alla sua resilienza

A Cesenatico un’azienda di stampo famigliare leader nel commercio di prodotti ittici freschi nazionali e importati dai Paesi europei ed extra-UE. L’intervista a Francesco Targa, direttore commerciale di Gió Mare, su come sia cambiata l’attività negli ultimi anni, con la crescita in GDO, l’apertura di un laboratorio per la lavorazione del pescato e l’acquisto di un depuratore per i molluschi: «l’elasticità e il dinamismo interno sono la nostra forza»

di Gaia Borghi

Pesce fresco, pesce d’allevamento e frutti di mare: Gió Mare distribuisce in tutta Italia utilizzando mezzi propri refrigerati. Le spedizioni all’estero raggiungono principalmente la Spagna e la Francia.

Fondata nel 1989 da GIOVANNI BONCI con la moglie MARGHERITA URRIANI, oggi presidente, Gió Mare è un’azienda dinamica con sede a Cesenatico (FC), specializzata nella vendita di pesce fresco e dell’allevamento molluschi e frutti di mare di provenienza nazionale ed estera.

Abbiamo incontrato FRANCESCO TARGA, fi glio del fondatore e oggi direttore commerciale, e MICHAEL BARTOLINI, da sempre braccio destro del titolare, coi quali abbiamo parlato degli sviluppi di questa bella realtà romagnola, le cui caratteristiche di fl essibilità e dinamismo interno le hanno permesso negli anni non solo di crescere ma soprattutto di adattarsi ai cambiamenti del mercato, alle mutate esigenze della clientela, spostando le proprie risorse secondo le richieste, effettuando investimenti mirati, ma confermando sempre la propria affi dabilità e grande competenza derivante da oltre trent’anni di attività come fornitore presso GDO, ingrosso nazionale ed estero, dettaglianti, pescherie e ambulanti, e ristorazione di vario livello. È trascorso qualche anno dalla nostra ultima intervista e sono cambiate tante, tantissime cose, nel settore ittico e non solo. «Dall’ultima volta che ci siamo sentiti il nostro lavoro è cambiato davvero moltissimo» mi dice Francesco Targa. «Innanzitutto a livello di regolamentazione sanitaria, con la richiesta di tracciabilità sia da parte della ASL che da parte della clientela, GDO in primis. La capacità di adattarsi o meno ai nuovi criteri ha fatto realmente da spartiacque tra le aziende che hanno saputo tenere il passo e chi invece non ne è stato

Gió Mare acquista direttamente da tutti i mercati ittici dell’Alto e Medio Adriatico, da Chioggia a San Benedetto del Tronto.

In alto: l’arrivo del pescato entro la mattinata in azienda. A destra, il laboratorio per la lavorazione del pesce. In basso: Gió Mare è tra i principali distributori di pesce fresco della Riviera adriatica, di provenienza soprattutto italiana.

Da circa tre anni abbiamo realizzato un laboratorio per la lavorazione del pesce, come la sfi lettatura. La richiesta ci è arrivata dalla ristorazione meno strutturata. Si è poi aggiunta la GDO, che ci ha richiesto lavorazioni particolari come arricciamento del mollame e fi lettatura del cefalo

capace. Noi ad esempio abbiamo investito tanto in questa direzione, realizzando anche un nostro reparto qualità interno con la presenza di un veterinario che può seguire le esigenze dei singoli clienti. In questo modo abbiamo incrementato in maniera esponenziale il lavoro con la Grande Distribuzione: oggi infatti serviamo diverse catene».

Gió Mare come ha affrontato la pandemia e il post-pandemia?

«La grande forza di Gió Mare risiede nella nostra elasticità e fl essibilità, nell’essere un’azienda dinamica, che ha grandi capacità di adattamento. Proprio per queste nostre caratteristiche intrinseche, ad esempio, all’inizio della pandemia siamo riusciti a compensare le perdite con gli aumenti delle vendite all’estero, GDO, pescherie e ambulanti.

Anche le risorse interne sono state distribuite e in questo modo siamo riusciti ad evitare praticamente un disagio ai nostri dipendenti, nonstante le chiusure dei mercati ittici. Non appena è stato approntato un piano a livello nazionale per affrontare l’emergenza siamo ripartiti e non ci siamo mai fermati. D’altronde, il settore dell’alimentazione è stato più fortunato di altri perché è ogget-

A sinistra: bins per la depurazione dei molluschi. A destra: Gió Mare ha una forza lavoro di una cinquantina di dipendenti in totale, tra fi ssi, stagionali e intermittenti.

tivamente tra quelli indispensabili. Per quanto riguarda le vendite, invece, abbiamo ridimensionato le esportazioni, che oggi restano massicce comunque soprattutto verso la Spagna e in misura minore verso la Francia, mentre Tunisia e Albania per il momento sono per così dire “in panchina”, perché non c’è abbastanza prodotto per servire questi mercati; necessitano di una tipologia di prodotto che viene consumata integralmente dal mercato interno».

Quale impatto sta avendo sulla vostra attività l’aumento dei prezzi delle materie prime e il caro carburanti?

«Un impatto enorme. È un momento diffi cilissimo questo e molto stressante da gestire nel quotidiano perché ci sono dei costi che sono a perdere — ad esempio il materiale per la produzione e le spedizioni, come polistirene, veline, ghiaccio, gasolio… — e non ne possiamo rientrare rifacendoci sulla clientela, aumentando i prezzi. Lavoriamo in un mercato aperto e alla fi ne il prezzo fi nale è sempre il risultato di un compresso con i nostri competitor a livello nazionale». Proprio per differenziarvi e venire ancora di più incontro alla richiesta del mercato, avete introdotto qualche novità in azienda dal punto di vista dell’offerta?

«Sì, da circa tre anni abbiamo realizzato un laboratorio per la lavorazione del pesce, come la sfi lettatura. È una richiesta questa che ci è arrivata inizialmente dalla ristorazione meno strutturata che serviamo, locali che, disponendo di meno personale, avevano la necessità di ricevere un prodotto già lavorato. In seguito si è aggiunta anche la GDO, che ci ha chiesto una lavorazione particolare come l’arricciamento del mollame (moscardini arricciati) e la fi lettatura del cefalo. Il limite della nostra offerta ad oggi lo fanno la metratura ridotta del laboratorio e il numero di operatori che abbiamo a disposizione ma per il momento ci va bene così: regoliamo la nostra offerta sulla base delle nostre forze, ovvero una cinquantina di dipendenti in totale, tra fi ssi, stagionali e intermittenti.

Abbiamo poi investito nell’acquisto di un depuratore: in questo modo non siamo più soltanto un centro di raccolta ma possiamo depurare anche frutti di mare di categoria B. Ad oggi lo sfruttiamo soprattutto per migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti offerti, che provengono da zone A, effettuando 24 ore di depurazione soprattutto su lupini e scrigni di Venere. Cozze e lupini romagnoli in particolare sono molto richiesti per la loro elevata qualità.

Disponiamo di una decina di automezzi di proprietà che ci servono per l’approvvigionamento dai mercati ittici di tutto il Medio e Alto Adriatico dai quali acquistiamo direttamente: da Chioggia fi no a Civitanova e San Benedetto del Tronto».

Gaia Borghi

Gió Mare Prodotti ittici import/export

Via Matteucci, 17/19 47042 Cesenatico (FC) Telefono: 0547 675446 E-mail: info@giomare.net Web: www.giomare.net

Cattel punta sulle specialità territoriali come l’ostrica Clò di Chioggia, distribuita attraverso la specializzata JesolPesca

È il risultato di anni di ricerca e sperimentazione la specialità distribuita da Cattel Spa, brand veneto leader nella distribuzione di prodotti food e non food nel Nord-Est d’Italia, proveniente direttamente dalle acque di Chioggia e destinata a conquistare tutti gli amanti delle ostriche. Nell’ostrica Clò sono racchiusi tutti i sapori caratteristici della laguna veneta. È un frutto vivo, controllato meticolosamente in tutti gli aspetti microbiologici, fi sici e ambientali, al 100% sicuro e strettamente legato al territorio. Un prodotto eccezionale, che Cattel contribuirà a rendere alla portata di tutti regalando emozioni e sensazioni uniche a chiunque lo desideri. Questo frutto bivalve deve la sua preziosità anche e soprattutto alle minuziose attenzioni e ai lunghi tempi di affi namento che lo rendono un prodotto esclusivo.

L’allevamento comporta il posizionamento degli esemplari sfusi all’interno di sacche rigide retinate (“pochette”) disposte a fi lo d’acqua, dove si affi nano a lungo cullate dalle maree, al cui continuo e costante moto ondoso si deve la particolare levigatezza del guscio.

L’ostrica Clò si distingue anche per il colore, che procede dal bianco panna al nero, passando per varie tonalità di bruno, mentre internamente è di un bianco madreperla vivo e brillante.

L’esame gustativo mette in evidenza la carnosità del corpo, turgida e apparentemente croccante, riempie la bocca e invita al morso. Il gusto iniziale è sapido, vivo, iodato, lascia spazio alla piacevolezza e alla persistenza armonica tipica dei frutti del mare che hanno reso famosa Chioggia nel mondo. La zona di allevamento in risacca si trova infatti nelle acque interne dell’Oasi di Cà Roman, a sud della laguna di Venezia, nel litorale tra Chioggia e Pellestrina. Qui le ostriche crescono sviluppando le loro caratteristiche uniche grazie a un alternarsi continuo di immersione e sosta fuori dall’acqua. Mentre in estate arrivano a restare immerse fi no a 12 ore, in inverno — se il vento e le temperature lo consentono — le ore di immersione si alternano a soste che arrivano fi no ai tre giorni. Queste contribuiscono a tenere gli esemplari puliti da alghe e parassiti e a rafforzarne la muscolatura, oltre a fungere da selezione naturale.

La raccolta e la selezione dei calibri (calibro 2: 100-150 grammi; calibro 3: 80-100 grammi, disponibili in 48 ore; calibro 4: 55-75 grammi, disponibili in 24 ore) vengono effettuate a mano su richiesta e la commercializzazione avviene in cassette di legno da 12 o 24 pezzi idonee al contatto alimentare. Per una maturazione completa possono essere conservate per 12-15 giorni a temperatura compresa tra i +2 °C e +6 °C.

Il frutto del mare locale, proposto con orgoglio da Cattel attraverso il ramo d’azienda JesolPesca specializzato nel mercato ittico, è il risultato di un lungo processo naturale, di condizioni climatiche e fi siche particolari, di attenzioni costanti e abilità esclusive e della paziente attesa che esso giunga al perfetto punto di maturazione. Un mix di ingredienti che rendono questo prodotto unico e che l’azienda veneta è fi era di annoverare tra le sue numerose referenze, tutte caratterizzate da un’alta qualità e da un elevato contenuto di servizio.

>> Link: www.cattel.it

Moceniga Pesca: un quarto di secolo coltivando il mare

di Elena Benedetti

Un quarto di secolo! Sono 25 gli anni di attività che festeggia quest’anno la Società Agricola Moceniga Pesca, una bella realtà dell’acquacoltura nel parco del Delta del Po veneto, con sede a Rosolina, nella provincia di Rovigo. Tra i punti cardine di questo business, sin dall’inizio, c’è stato il profondo rispetto del territorio in cui esso opera, quindi l’ambiente, oltre alla cultura del lavorare in laguna, seminando e allevando molluschi, nei tempi e modi che natura vuole. In altre parole, coltivando il mare. È stato un lungo percorso, esigente in termini di tenacia e spirito d’iniziativa, come ha spesso sottolineato la sua amministratrice

ALESSANDRA SIVIERO.

Un esempio su tutti è stato il riconoscimento di Società Agricola, «l’epilogo di un lungo confronto che abbiamo sostenuto al fi ne di riconoscere lo stesso status operativo, le

stesse funzioni e identica gestione di un’azienda agricola vera e propria. Sin dai primi anni ‘80 abbiamo sempre sostenuto che l’attività di acquacoltura fosse considerata ATTIVITÀ AGRICOLA. Anche noi infatti coltiviamo “il mare”, lo seminiamo ed aspettiamo il suo raccolto. Le vongole di piccola taglia (minuscole) vengono svezzate in appositi galleggianti con sistema fl ottante, i cosiddetti Fl.Up. Sy. (Floating Upwelling System), fi no a portarle ad una misura non commestibile per i predatori lagunari (come granchi e orate, ad esempio)». Moceniga Pesca opera proprio come fa un’azienda agricola sulla terraferma, solo che i prodotti sono i frutti di mare come le vongole veraci e le cozze, oltre alle ostriche.

Abbiamo incontrato Alessandra Siviero per fare il punto su quanta strada è stata percorsa fi no ad oggi, tra attività in corso e progetti futuri.

Punto vendita di Rosolina di Moceniga Pesca.

Qual è un primo bilancio di Moceniga Pesca per questi primi 25 anni di attività?

«Siamo partiti in soli 4 soci e siamo arrivati ad oltre 20 addetti. Da diversi anni con Moceniga operano ben oltre 50 dipendenti, tutti imprenditori agroittici, come vengono defi niti dagli enti ministeriali. In più collaborano con noi altri 20 addetti in qualità di prestatori d’opera. I soci sono sempre 4, tutti di famiglia».

Che visione ha del comparto ittico in cui operate? Quali i punti critici? Quali invece i miglioramenti rispetto al passato?

«Da una parte abbiamo migliorato la qualità della vita di tutto il personale operante, formandolo sia in ambito ambientale che nella sicurezza della vita umana in mare e in laguna. Da oltre 15 anni la nostra società è certifi cata ISO 14001:2015 (Certifi cazione ambientale) e 45001:2018 (Sicurezza nei luoghi di lavoro). Inoltre, siamo stati i primi nel 2006 a certifi care volontariamente il prodotto vongole e cozze in qualità e tracciabilità di fi liera con la UNI EN ISO 22005-DT 43 a seguito di un bando della Regione del Veneto in cui Moceniga Pesca, associata al Consorzio AL.M.E.CA., ha partecipato e portato a termine». Come è evoluta la vostra produzione?

«Diciamo che non c’è più la produzione di un tempo e non certo per colpa nostra. L’ambiente lagunare ha subito notevoli modifi che e i canali si sono tutti insabbiati. La causa principale va rintracciata nell’erosione delle spiagge: i venti e le correnti predominanti da nord hanno fatto sì che la sabbia delle spiagge più settentrionali avanzassero in modo sproporzionato sia nella nostra laguna ove operiamo sia nelle altre lagune del Polesine, le quali si trovano oggi in una situazione anche peggiore rispetto alla nostra. Le lagune site nel Comune di Rosolina (Caleri e Marinetta) necessitano oggi infatti di alcuni lavori essenziali per la loro sopravvivenza, opere piccole ma vitali, che non andranno a modifi care la reale morfologia delle stesse, anzi, contribuirebbero a salvaguardarla. Purtroppo, sino ad ora, nessuno è riuscito a mettere in campo una soluzione, e questo a discapito delle numerose verifi che in loco.

L’opzione ideale sarebbe quella di fermare l’avanzamento delle sabbie per mezzo di una serie di dighe che andrebbero dalla costa del giardino botanico fi no all’imboccatura del mare. I tavoli di riferimento della Consulta Regionale Veneto di Pesca e Acquacoltura, a cui è in seno la risoluzione di queste gravi problematiche, non hanno tuttora provveduto ad approntare i progetti necessari, e questo a discapito dell’urgenza: il rischio è infatti la chiusura sia della nostra attività che di tutte quelle interconnesse all’ecosistema lagunare.

Il nostro grido ai politici è: se non si ferma l’entrata della sabbia nelle lagune polesane, non solo sparirà l’attività di allevamento, perché la sabbia ha letteralmente marinizzato tutto il fondale, le vongole per crescere hanno bisogno di sabbia e fango, ma non si riuscirà nemmeno a mantenere il turismo acqueo di visitazione, piccole barche, i cosiddetti ponton non navigano più, perché c’è secca dappertutto».

Quali sono i vostri prodotti di punta? Cosa richiede oggi il consumatore? «La nostra società è nata attorno all’attività di allevamento di vongole e cozze. Successivamente abbiamo investito ed esteso il nostro potenziale sino a trasformarci in una realtà che dalla produzione si dirama nelle fasi successive (depurazione, selezione, lavorazione, vendita all’ingrosso e al dettaglio), arrivando direttamente al consumatore fi nale. Il nostro consumatore ci chiede principalmente un alto livello di qualità, secondo

Moceniga Pesca opera, alleva e depura frutti di mare dal 1997. In foto, lo stabilimento di Rosolina (RO).

standard che il nostro mondo riesce davvero a garantirgli, a ragione del fatto che siamo presenti in tutte le fasi del processo. La nostra attività è stata interamente strutturata avendo esclusivamente il consumatore fi nale in mente, al quale vogliamo dare solo il meglio».

Progetti in corso e per il futuro? Il punto vendita diretta di Rosolina opera anche con e-commerce?

«L’idea ci ha stuzzicato, ma richiederebbe costi troppo alti da coprire. I nostri prodotti sono animali vivi e la spedizione richiede un alto grado di attenzione, soprattutto per le temperature che in alcune stagioni necessitano un monitoraggio strettissimo. I prodotti del mare sono esseri viventi e quindi sono delicati. Preferiamo che la vendita venga operata presso il nostro punto vendita, così siamo certi che arriveranno al consumatore in condizioni perfette».

Altri temi che desidera approfondire?

«Sono stati stanziati fi nanziamenti per svariati milioni di euro per l’erosione delle spiagge e degli scavi dei canali sub lagunari, una parte alla Regione del Veneto ed una parte all’Emilia-Romagna. Purtroppo, però, chi li deve impiegare deve ascoltare prima chi nelle lagune vi opera: e chi più degli acquacoltori e dei pescatori conosce la morfologia delle lagune?

Con i PIM (Piani Integrati Mediterranei) nel 1990 sono partiti lavori enormi di vivifi cazione delle lagune del Polesine: a Caleri per esempio non sono mai stati portati a termine per mancanza di fondi. Questi lavori erano stati richiesti dai proprietari delle valli da pesca retrostanti per migliorare l’entrata dell’acqua alle valli da pesca per l’allevamento dei branzini ed orate selvatici. I canali sub-lagunari che erano stati scavati erano tutti indirizzati verso le chiaviche di “monta”, ma non sono mai stati portati a termine: mancavano alcuni canali.

Nello stesso tempo, però, dovevano migliorare anche gli allevamenti delle vongole veraci in laguna: in un primo momento si è visto la laguna di Caleri risorgere poi, in questi ultimi 7/8 anni, le cose sono precipitate, tanto da veder diminuire la produzione drasticamente: certi allevamenti producevano dai 7/8 kg per metro quadro, ora siamo a poco più di 2,5 kg a metro quadro.

Auspico che la Commissione Tecnica Consultiva con il Ministero dei Trasporti trovino insieme una soluzione duratura nel tempo perché la sabbia non entri più in laguna e che la morfologia dei fondali ritorni come un tempo».

Elena Benedetti

Moceniga Pesca s.s.

Via dell’Artigianato, 20/22 45010 Rosolina (RO) Telefono: 0426 343252 – 0426 270034 E-mail: moceniga@libero.it Web: www.moceniga.it

Pescheria Pallino, pesce e gastronomia moderna al mercato comunale di Follonica

La visione, il grande attaccamento al lavoro che accomuna tutta la famiglia Riparbelli e la capacità di investire scegliendo i giusti partner di tecnologia, come Mondel, per off rire al consumatore ciò che gli facilita la vita in cucina e nel consumo fuoricasa. Focus sui banchi refrigerati Cali per la pescheria e Moku per la gastronomia di mare

di Elena Benedetti

Siamo a Follonica, un comune che conta poco più di 20.000 abitanti nella provincia di Grosseto e che si trova proprio al centro dell’omonimo Golfo. Qui da quattro generazioni la famiglia Riparbelli offre prodotti ittici locali con una passione e professionalità che, nel corso del tempo, si sono adeguate alle esigenze del mercato e dei consumatori.

Già negli anni ‘30 il capostipite MILZIADE RIPARBELLI, detto Pallino, commercializzava il pesce pescato nel Golfo tra Castiglione della Pescaia e Piombino, aiutato dai tre fi gli maschi Giuseppe, Tommaso e Virginio, oltre che dalle tre fi glie Marcella, Emma e Franca. Dapprima il pesce veniva venduto fresco su un banchetto in paese e poi anni dopo al mercato comunale di Follonica.

Virginio, classe 1935, ha recentemente festeggiato i 75 anni di attività della Pescheria Pallino, un bel traguardo per chi ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro. «Un lavoro che non risparmia, che non ha né sabati né domeniche» mi dice MONICA GHINI RIPARBELLI, moglie di Lorenzo che rappresenta la terza generazione insieme al cugino GIORGIO. Oggi il business è articolato su più attività e conta 25 dipendenti, un gran bel risultato se si pensa che tutto partì da un piccolo banchetto nel centro del paese.

La Pescheria Pallino all’interno del mercato di Follonica, ristrutturato e inaugurato il 18 novembre 2021, è oggi affi ancata da una nuovissima sezione dedicata interamente alla gastronomia di mare, appena aperta. «La nostra attività al dettaglio ben convive con una altrettanto importante attività di vendita all’ingrosso che vanta tra i nostri clienti note insegne della Grande Distribuzione Organizzata del Centro-Nord, oltre alle pescherie locali e, naturalmente, ai migliori ristoranti di pesce del Golfo» mi dice Monica.

«Ritiriamo le barche che pescano nel Golfo e alla sera c’è lo smistamento del pescato che, in tempi rapidi, deve poi raggiungere le piattaforme della GDO» prosegue Monica. «Virginio va tutti i giorni a vedere il nostro pesce locale, pieno di colori e di varietà, accompagnato da mio fi glio ISMAELE, che a vent’anni ha deciso di intraprendere questo mestiere entrando in azienda, estendendo l’attività alla quarta generazione, per la gioia immensa del nonno naturalmente!».

Questa è l’Italia, un Paese che ha radici profonde nelle imprese a carattere famigliare e che, in concomitanza con l’ingresso in azienda di nuove generazioni, promuove sempre opportunità di trasferimento e crescita di know-how e di valori. Cambia il mondo, cambiamo gli stili di consumo e di acquisto e la fortuna di un’azienda è proprio

A pagina 97 e in alto: il banco Cali è il banco refrigerato più fl essibile nel design della gamma Mondel. Solido nella realizzazione con fondo brinato, è interamente realizzato con materiali nobili: vetro e acciaio inox AISI 316 specifi co per gli ambienti salini della pescheria, lavorato a mano su misura in base alle richieste del cliente. Per la Pescheria Pallino è stata progettata una parte espositiva specifi ca per mettere in evidenza le specialità del giorno e una parte dedicata al pesce di grandi dimensioni venduto al trancio. Il pesce fresco off erto da Pescheria Pallino della famiglia Riparbelli all’interno del mercato coperto di Follonica proviene dalle acque dell’omonimo Golfo (photo © facebook.com/PescheriaPallinoFollonica).

Alcuni scatti del banco Cali di Mondel realizzato per la Pescheria Pallino. Cali consente di integrare tutte le funzionalità che più si adattano alle esigenze del business, in totale elasticità e sicurezza.

Nella sezione destinata alla gastronomia di pesce, il banco refrigerato Moku, dal design minimalista e dalla tecnologia d’avanguardia, combina luminosità e trasparenza per dare la massima visibilità alle specialità gastronomiche locali da consumo o take away.

quella di saper cogliere i nuovi trend facendosi trovare pronti e preparati, generazione dopo generazione, grazie alla rinnovata sensibilità di ciascuno.

La gastronomia di mare è l’ultimo step di un percorso di sviluppo delle attività che ha richiesto visione e investimenti, con l’ampliamento dei metri quadri occupati all’interno del mercato coperto di Follonica e la realizzazione di una cucina annessa alla gastronomia per la preparazione dei piatti a base di pesce, pronti per l’acquisto da asporto o da consumare all’interno del mercato.

Per l’area gastronomia è stato scelto il banco refrigerato Moku di MONDEL, la cui struttura è interamente realizzata in acciaio inox e saldata a mano dagli artigiani dell’azienda di Cervarese S. Croce (PD).

Per la pescheria la scelta è invece andata sul banco Cali, «che è veramente di grande impatto, funzionale per il nostro lavoro quotidiano e affi dabile per la gestione del pesce, che per ovvie ragioni è un prodotto delicatissimo» sottolinea Monica Ghini Riparbelli. «Il cibo fa un percorso ben delineato, dal momento in cui entra nella cucina di un locale fi no ad arrivare al piatto — dice Monica — ecco, questo percorso deve sempre essere quello giusto e ottimale, per rispettare le materie prime e per garantire qualità e sicurezza al cliente, nel tempi e nelle modalità di lavoro». Quando poi l’obiettivo è fare numeri importanti il lavoro, per essere effi ciente e snello, richiede attrezzature e banchi ed espositori refrigerati capaci di far fronte a ogni esigenza. Perché si vince sempre insieme!

Elena Benedetti Pescheria Pallino Riparbelli Virginio Sas di Riparbelli Lorenzo & C.

FB: facebook.com/PescheriaPallinoFollonica

Mondel Srl unipersonale

Via Roma 322 35030 Cervarese S. Croce (PD) Web: www.mondel.it

L’originale Pesciugatore®, dispositivo Cuomo Method®, rende esclusivo il gusto del lingotto di salmone Iper

Innovazione e tradizione in pescheria: le prime sei pescherie specializzate partono dal retail Iper La grande i

È il primo retail italiano specializzato nella cura del pesce e, da qualche giorno, propone alla propria clientela una strepitosa novità: un gustoso lingotto di salmone, curato e aromatizzato sotto gli occhi di chi fa acquisti nel reparto pescheria, ma soprattutto garantito da certifi cazioni e brevetto europeo. Adesso gli appassionati del buon cibo non devono andare lontano per trovare una qualità di pesce così buona: è suffi ciente recarsi presso le pescherie specializzate dei punti vendita Iper La grande i per scoprire la bontà di questo singolare alimento.

Questa novità così speciale rafforza la particolare collaborazione tra Iper La grande i e l’autentico mondo Stagionello® che, dopo l’introduzione dell’originale Maturmeat®, che ha proposto la vera maturazione della carne a pH controllato tramite un dispositivo a vista del cliente in dodici punti vendita dell’importante catena, propone oggi anche il Pesciugatore® (in foto a lato): un impianto dedicato alla cura del pesce e voluto da Iper per offrire ai propri clienti una speciale seacuterie.

A riguardo, LUCA ANASTASIA e RICCARDO SIMONETTI, della direzione acquisti Iper La grande i, hanno sottolineato: «Dopo la positiva esperienza con il Maturmeat®, abbiamo rinnovato la collaborazione con ALESSANDRO CUOMO per questo nuovo originale dispositivo, con l’obiettivo di innovare e portare

Il salmone curato e aromatizzato con l’innovativa tecnologia 100% made in Italy del Pesciugatore®. Il metodo naturale, brevettato nel 2004 da Alessandro Cuomo, è l’unico metodo al mondo in grado di garantire un prodotto maturato e sicuro a pH controllato: conforme a tutte le normative vigenti, arriva al cuore dell’alimento, esaltandone le proprietà nutrizionali ed organolettiche.

nelle nostre pescherie un prodotto caratteristico trasformato da noi tradizionalmente.

È un nuovo valore aggiunto che proponiamo alla nostra clientela: grazie alla nostra storica esperienza nelle produzioni proprie, siamo riusciti a trovare la ricetta giusta per il nostro salmone curato e aromatizzato con sali e aromi naturali che esaltano un prodotto di gran gusto, che riteniamo veramente eccezionale, interamente realizzato dai nostri professionisti con il fondamentale apporto del Pesciugatore® ».

La direzione settoriale di Iper sottolinea anche l’importanza della specializzazione e formazione dei suoi operatori, con la partecipazione ai corsi della Stagionello Academy di quanti operano nel reparto pescheria, con l’obiettivo di dotare loro dei più esclusivi elementi di conoscenza tecnico-pratica della trasformazione dei prodotti ittici, secondo i più alti standard di qualità igienica, sensoriale e nutrizionale.

In questi corsi, oltre alla parte teorica, gli specialisti Iper imparano ad utilizzare anche quelle specifi che e sofi sticate tecnologie, come il Pesciugatore®, che diminuiscono i rischi legati ai contaminanti biologici o chimici e che tendono a ostacolare la deperibilità del prodotto, preservando le sue migliori caratteristiche organolettiche e nutrizionali.

Un percorso di aggiornamento continuo che sottolinea apertamente quanto Iper tenga a creare sinergie virtuose per offrire ai propri clienti prodotti innovativi dal valore aggiunto, eccellenti nel gusto e nel rigore della preparazione. Ambito

Pesciugatore® è l’unico armadio vetrina per la maturazione e la cura del pesce a pH controllato e per la cura dei salami di mare, anche cotti, garantito dal metodo e dal dispositivo brevettato e prodotto al 100% in Italia.

che necessita di un vasto campo di conoscenze necessarie a garantirla: partendo dall’igiene alla contaminazione chimica e biologica, per fi nire all’applicazione del processo di trasformazione e conservazione, tradizionale quanto fortemente innovativo, come garantito dai processi del Cuomo Method® .

Parte per la prima volta in Italia, proprio nelle pescherie di Iper La grande i, questa prima esperienza diretta di valorizzazione a vista della materia prima e di esaltazione del gusto del prodotto, non ancora presente nel mondo GDO, con il pesce che viene lavorato con grande professionalità e pulito con cura fi no ad ottenere un prodotto esclusivo nel suo genere: un lingotto di salmone

dal sapore unico, che viene inserito nel Pesciugatore®, dove nei primi tre giorni si affi na con sali e aromi naturali, nobilitandone ed esaltandone il sapore, per poi continuare a vista il processo di maturazione

dell’alimento, prima di farsi apprezzare dai palati dei clienti Iper. Alla fi ne di questo accurato processo, il risultato ottenuto è quello di avere un prodotto d’eccellenza, gustosissimo, che esalta il salmone naturalmente ricco di Omega-3.

Al momento l’originale Pesciugatore® sarà allestito nelle pescherie degli store Iper di Milano Portello,

Arese, Grandate, Varese, Rozzano

e Seriate. Presto, però, il pesce curato e aromatizzato con questa innovativa tecnologia 100% made in Italy, con la proposta di altri prodotti personalizzati a base di pesce, verrà distribuito anche nella restante parte dell’importante rete di punti vendita di Iper La grande i.

>> Link: www.stagionellostore.com

Il Pesciugatore® è un dispositivo dedicato all’affi natura del pesce e voluto da Iper per off rire ai propri clienti una speciale “seacuterie”

Parte per la prima volta in Italia, proprio nelle pescherie di Iper La grande i, un’esperienza diretta di stagionatura a vista della materia prima e di esaltazione del gusto del prodotto, non ancora presente nel mondo GDO, con il pesce che viene lavorato con grande professionalità e trasformato con cura fi no ad ottenere salumi di mare esclusivi nel loro genere

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