LES ENFANTS PRODIGE Romanzo di LILLI MARIA TRIZIO
Š 2013 Lilli Maria Trizio Tutti i diritti riservati Edizione a stampa lulu.com ISBN 978-1-291-55004-7 I edizione marzo 2013 II edizione settembre 2013 III edizione ottobre 2013
Impaginazione Eido Lab srl - Bari www.eidolab.com
1 1.1 Meno male che è finita, con quest’anno passo e chiudo, la scuola mi ha stufato, esaurito, stancato. Io amo il sapere, la scacchiera della libreria mi sovrasta, segue, precede e sono orgogliosa di frequentare un Istituto per ragazzi superdotati, ma fa caldo e non c'è acume che tenga, l'afa stacca dalla mente petali di salute intellettuale, che svolazzano sul desiderio del mare e tra i banchi oramai mi adagio sul sogno deforme delle onde, mi rallegro dei colori e anelo alle aperte lontananze e cado nell'immenso punto bleu, da cui mi faccio risucchiare, avvolgere, cullare. Sono come TALETE: acqua che mi attende, acqua che TU mi generi oppure OFELIA che non muore e vaga serena, immortale sul suo dolce letto di follia. C'è stato l'ultimo ripasso di filosofia medievale, due ore che mi hanno fuso, la medievalistica è proprio tosta, ha una cappa teologica che incombe su tutto. Non tratta dell'uomo, abbraccia il suo aldilà, e mi sono dovuta applicare il triplo, però adesso sono bravina nelle dotte e sottili disquisi3
zioni; sul problema degli Universali, sulle prove dell'esistenza di Dio, eppure questa filosofia la rifiuto. Amo le filosofie che osano di più, e che il mondo lo abbracciano per intero dando delle spiegazioni totali: evviva ARISTOTELE, PLOTINO, SPINOZA, HEGEL, per fortuna spaziano anche nei cieli ossigenati dell'uomo. Compio tredici anni, mia madre e mia sorella l'hanno dimenticato, non mi dà fastidio, non mi mancherà la festa però ogni compleanno fa pensare. Nel mio caso fa maggiormente riflettere CRISTO! Inizio cinque anni prima del consueto la maturità classica, e dopo devo scegliere un indirizzo all'università. Che fare? Quale facoltà decidere? Avvenire fatti più in là.
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1.2 Signori la festa è iniziata, l'agone, la corrida. Sono dentro la maturità classica, dentro questa locuzione bella e levigata come una statua. Durante la prova d'italiano, sono entrati in classe alcuni privatisti, e ho conosciuto un ragazzo, talmente super, che non sente nemmeno la necessità di frequentare. Studia per conto suo. Il signorino ama i viaggi e scappa dagli orari, obblighi, dalle situazioni codificate, e prende il FAMOSO PEZZO DI CARTA per accontentare la famiglia, e sta imparando l'arabo da solo, ma più che in un'aula d'esame, stamattina sembrava stesse in un salotto, scriveva con l'attenzione di metà emisfero cerebrale, con l'altro, quando era possibile comunicava con me o mi lanciava bigliettini. Circolava molta sorveglianza soltanto che non c'era niente da sorvegliare. Siamo ragazzi speciali o no? Il tema alcuni lo hanno scritto direttamente in bella, altri ne hanno consegnato più d'uno, i titoli erano tre e anche io potevo comporne più d'uno, ma la stanchezza ha vinto. Il ragazzo ha quattordici anni, alto, capelli castani, occhi azzurri, soprattutto nuovo, mai visto. 5
Il nuovo toglie ai sensi la patina che si forma, LI SVEGLIA ed ho memorizzato un naso all'insÚ, alla francese, direi un naso da donna, e un'aria romantica però di chi sa il fatto suo. Detesto gli insicuri. Con i bigliettini gli ho dato qualche informazione sulla scuola, non sapeva niente di dove fosse capitato. Mia sorella chiama. Mia sorella mi chiama sempre, non è una germana: un ALTOPARLANTE, SI.
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2 EHI! ALTOLÀ, mica male la ragazza, la bella bimba. Proprio OKAY. Treccia bionda mi ha fatto una certa impressione. Spero di rivederla, no, io devo rivederla, accidenti! Che jella, i privatisti un giorno li sbattono in un'aula, l'indomani in un'altra. Nomadi dello spirito. Però quanti bambini e ragazzi superdotati vi sono, la scuola è strapiena. Fossimo una nuova razza? Non credevo. BENE, sempre in avanti, sempre più forti. Perché ogni anno la stampa fa chiasso sull'esame di maturità? Trattano la licenza liceale come fosse una crociata: interviste, dibattiti, polemiche, mass-media impazziti. Non ho capito se la prova la vogliono togliere, desiderano migliorarla o soltanto prenderla in giro? È scritto da qualche parte che c'è l'obbligo di conseguirla? I giornalisti assumono un argomento, uno qualsiasi, e riempiono dei vuoti. Diceva Mallarmé che la pagina bianca dà la vertigine. Solo così mi spiego certi articoli. D'accordo io sono un ragazzo dotato, ho una grande memoria, un'enorme capacità di sintesi, e 7
qualora così non fosse stato avrei evitato la scuola con la massima cura (ho frequentato pochissimo). Si possono svolgere mille mestieri, oltre. Mio fratello, i miei lo guardano con sospetto perché odia lo studio, ne ha paura, non ci riesce. Al riguardo papà e mamma si comportano da sciocchini: pesi e misure ogni tanto vanno geneticamente ricordati avendo io le capacità intellettuali di tre figli, per cui difendo questo amatissimo fratello più debole. Sta combattendo con la prima media, e tra poco lo toglierò definitivamente dalla scuola, lo condurrò con me, lo manterrò io. Voglio vedere se i familiari protesteranno? Si provino, scompariamo tutti e due. Domani, la vedrò? La incontrerò? Dove ci sistemeranno? Che strana impressione all'esame! Tante schiene ricurve e mani che andavano su e giù ossessivamente, teste inchinate ed assorte, giovani che assomigliavano a vecchi. Sembrava di essere in una clinica, dove avessero somministrato dosi di psicofarmaci, e stavo in un Istituto di alto pensiero, di risultati strepitosi. Figuriamoci gli altri? ARRIVARE... IL DIPLOMA… LA LAUREA… LA CARRIERA… LA VOLONTÀ… 8
L'AMBIZIONE… Cazzate. La vita è altrove, la vita è la ricerca e la scoperta di questo ALTROVE. Io mi sento libero di pensiero, di sensi e di piedi. Voglio rivederla domani. Ha capelli cascanti come scialli andalusi; lucidi, folti, biondi e lisci, striatissimi, NON MI PIACE il biondo omogeneo, mi ispira staticità. Li porta sciolti o anche raccolti in una treccia, che ha una sua vita autonoma osservandola da dietro; la treccia sobbalza quando s'affretta, si sposta per distrazione, diventa gioco per le sue mani ed è un invito ad osservare meglio la proprietaria. La beltà della proprietaria mi conduce diritto sulla strada maestra degli EROICI FURORI, “questa saetta è l'impression del raggio della beltade della superna luce…” Comunque, in alcuni momenti gli occhi si riempiono di un liquido innaturale, perché l'ho guardata molto e non le ho trovato difetti, e sono un esteta esigente. Forse, la linea del collo un po’ forte per una donna, ma ricorda la statuaria greca; quelle teste immortalate in uno scatto sublime che esprimono forza, tensione, perfezione di fasci muscolari. Occhi verdi tagliati stretti, naso importante, 9
lineamenti difficili da ricomporre mentalmente. Una persona che ci piace non è che un lavoro; si aprono le porte di una galleria d'arte privata, segreta. Si cataloga, si mette ordine, si raffrontano i particolari, si seleziona e la libera memoria diventa creta e scivola, calda e sensuale sulla forma degli amati pensieri che diventano voluttà. Chissà se questo concetto è mio o involontariamente l'ho assimilato dalla “RECHERCHE”, ho letto tanto che inizio a confondermi. Devo stare più attento, e vantarmi meno della memoria; non è poi così strepitosa. Il tema d'italiano era facile. Ci vuole ben altro per impegnarmi.
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3 Mi guarda sgranando le orbite! L'ho incontrato a caso. Per il greco scritto l'avevano messo in un'altra aula, io non sapevo dove, e sono uscita per recarmi al bagno, e lui tranquillo attraversava il corridoio per andarsene. Un incontro formato destino. E quanto ci ha messo a tradurre le versioni? Meno di un'ora e ne portiamo due. Plutarco, difficilissima, Senofonte, più semplice. Va bene che siamo super, ma un po’ di riflessione ci vuole e invece lui no, ha tradotto d'istinto, libero e felice e senza vocabolario. Me l'ha confidato tipo “Ho bevuto una coca”. Sguardi piuttosto imbarazzati, le palpebre sbattevano su e giù ad intermittenza. Non so perché? Nessuna disinvoltura e abbiamo parlato pochissimo, un rapido ciao prima che ci notasse la sorvegliante. Forse eravamo soltanto intimiditi; ma sembrava un'amicizia già conclusa, vi era una leggera finzione sottopelle. Il poco che ci siamo detti non corrispondeva a ciò che pensavamo. Al mio triste banco, riprendendo le traduzioni, mi sono sentita svagata e l'ho invidiato perché aveva già finito. Beato lui! 11
Si era tolto da un impegno che costringeva in precisi spazi fisici e mentali. IL VEDERLO aveva diminuito la tensione intellettuale. Introdotto qualcosa di stonato, nel piacevole duetto tra me e l'Eroismo di un centurione di Cesare. Ragazza non stai ad un picnic! Un suo pensiero o una sua fantasia erano cadute sotto il dominio della mia ragione. Magari lui non mi pensava affatto, però io avvertivo nella mia sensibilità un suo lascito, niente di preciso, quindi ancora peggio... CONFUSIONE E BASTA. Terminai di tradurre senza alcuna finezza di costruzione, tanto per consegnare. Prima di lasciare l'aula volli fissarla intensamente, sentii il bisogno di affidare con esattezza alla memoria tempo, un momento importante di questa mia età . La porta d'ingresso alle mie spalle, a destra solo muro, a sinistra due alte e antiche finestre che si affacciavano su di un cortile, una lavagna, una cattedra e un mappamondo sulla quarta parete. L'azzurro dei finti oceani era l'unica nota di colore, i vestiti degli esaminandi, SCIALBI, un ragazzo indossava una camicia rosa stinta che non produceva stacco. 12
L'omogeneità pedalava un velocipede ben oleato. Nel silenzio, lo sforzo, la fatica, il timore di non farcela si raggrumavano in voci, sussurri di una tragedia antica; dal cortile saliva un'aria calda e invitante e di piÚ le gole secche s'impuntavano sugli aoristi. La luce del sole e le sue ombre nette disegnavano sagome sul pavimento, per cui mentre in alto tutto tendeva all'ordine, al razionale, essenziale, al rigore, a terra madonnari cubisti si divertivano a girare intorno agli elementi. Venni via dalla grande aula come perduta in un sogno, avevo indagato troppo e avevo perso ogni semplicità ; banchi, luci, muri, colori si erano trasformati in taglienti geometrie che battevano sulle tempie. Me lo trovai fuori all'uscita. Mi sa tanto che m'aspettava. Tirai diritto e rincorrendomi, chiese se poteva accompagnarmi. Risposi bruscamente dicendo che avevo un impegno, e la pagina della sua pelle si chiuse in un arresto improvviso. Lo sguardo del saluto fu di reciproca indifferenza. Meglio essere cauti. Ha uno scheletro talmente aristocratico che potrei innamorarmi delle sue ossa, e se poi scricchiolano o scrocchiano per i reumatismi‌ sarebbe per me un canto d 'amore. 13
Andiamoci piano Ragazza. Sei super nell'intelligenza, il cuore NO, quello non sembra mio, è un cuore che batte al centro di una solitudine e se ne va per i fatti suoi. Io ascolto.
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4 Che topica! Vada a quel paese. L'ho attesa all'uscita della scuola, non ero solo, lei è passata davanti fiera, diritta e senza voltarsi. CRETINO! Da lì dovevo capire e invece non ci ho nemmeno pensato. Ho lasciato gli amici, che after mi hanno sfottuto, e rincorrendola, l'ho chiamata con dolcezza e allegria. Camminava rigida e pensosa, ma vedendomi avrebbe cambiato espressione. Io le piaccio. Questo andavo blaterando. La presunzione mi faceva da cappello, ombra, da rifugio. Quando pronunciai il suo riverito nome si fermò e il bellissimo volto ebbe un'espressione di meccanica cortesia, striata di indifferenza con venature di durezza. Desideravo accompagnarla e glielo dissi e trovò una scusa FREMENTE FRETTA. La signorina aveva un appuntamento. Se mi avesse dato un pugno avrebbe causato meno dolore. Nella testa la bimba cattiva ha spezzato una logica che non aveva nessun motivo di sussistere avendo scambiato poche frasi, ma verso di lei mi spingeva il: DOMANI LA VEDRÒ? Chissà se mi guarderà? Che vestito avrà? 15
Rampicanti che s'aggrappano al grigio muro del proprio io. Ho quattordici anni e commetto sbagli da vecchio. Vado dietro a ragazzine che non mi vogliono, e acquerello su fantasie. Faccio guazzi. Sono su di una brutta strada. Forse mi sto illudendo eppure illudersi è così bello, dolce, una gratificazione a portata di mano. NO, io percorro un ANCORA e salgo il gradino di un DI PIÙ, scaldo la pelle al sole di un'illusione. Devo tener presente che il suo sguardo era vitreo. Dico e scrivo ‘VITREO’. Se avesse avuto fretta e basta poteva salutarmi velocemente, ma anche sorridere e mettere una paro1a di sostegno al sorriso; una sfumatura personale. Non era la stessa ragazza che avevo incontrato poco prima nei corridoi dell'Istituto. Il suo non pensiero nei miei confronti IO LO SOPPORTO MALE, la profonda e unica verità è che io le piaccio e finge indifferenza per attirarmi maggiormente. BUONASERA. Che starà facendo adesso? Dove abita? Ah si! Me l'ha detto. Nel mio stesso quartiere, nella parte bassa. Passo sotto casa. Non farò niente, non vedrò amici, non cercherò di distrarmi, lo so che non ci riuscirei. 16
Quanto più sono confuso, tanto più mi chiudo e così mi sento vicino al cammino di Agostino per raggiungere l'interiorità, e mi abbandono al dolore e mi concentro in esso, come per stanarlo, e riesco a fermare la mia verità. I rapporti profondi tra mente e cuore possono essere colti nella concretezza della coscienza. Agostino cercava Dio. Beato lui e dopo travagli lo trovava. Io mi accontento di trovare qualcosa di me stesso che non conosco. Per andare avanti. Crescere. Sapere chi sono.
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5 BEH! Va bene gli ho rivolto un saluto frettoloso, ammetto TROPPO RAPIDO, magari seccato. DIAVOLO! Può capitare… Se veramente fosse stato interessato non avrebbe assunto simile comportamento! Ragazzo superficiale. Insistere no! POVERINO... SUA MAESTÀ SI È OFFESA. Guarda da lontano attraversando i corridoi, e se lo vedo ancora devo ringraziare i pallosissimi esami, mi ha tolto il saluto. Sembrava che gli piacessi, sembrava che mi piacesse e nulla è accaduto. Posso avvicinarmi io… Sì, ma non voglio. Per l'iscrizione all'università sarà dura, vi saranno pratiche pazzesche e anche per la maturità è stato uguale. Permessi speciali, visite mediche, timbri e bolli a ripetizione incontrollata. Che esagerazione! Si tratta di cultura non di traffici illeciti. I numerosi giri burocratici li ho compiuti sotto un sole da sballo, con la Patria Potestà accanto, che per la stanchezza SONO SICURA mi avrebbe barattato con una figlia deficiente. Tra code, nervosismi e cavilli tornavamo a casa lessati. 18
Chissà lui che sceglierà? Desiderava almeno tre lauree il garçonne, aggiungendo “Se poi mi va”, appassionato ad ARCHEOLOGIA, FILOSOFIA e MEDICINA. Io sono orientata a Filosofia, Ingegneria e non mi dispiacerebbe un aggancio a Glottologia e Filologia romanza. Le strade che prendono gli idiomi sono batticuori e poi bisogna tener presente una laurea che frutti. Un groviglio. Figuriamoci nell'ambiente universitario come mi accoglieranno… Immagino, ci sono già passata. All'inizio mi si riceve con munifici complimenti e “oooh” di stupore e divento la mascotte “CHE BELLA BAMBINA! MA DAVVERO?”. Si resta incuriositi dal caso, e in nessun modo mi si prende intellettualmente sul serio. Un fenomeno da circo, una handicappata di lusso. Quando si svela il mio essere adulto in un corpo da ragazza, diventano spietati, appare una concorrente e delle più infide, ottengo prima gli stessi risultati degli altri con minor sforzo. Mai stata circondata da veri amici, colleghi, confidenti o complici. Accettare un diverso, forse è la più alta prova d'amore esistente in natura. 19
Da piccola ci restavo male. Con le mie coetanee non riuscivo a dialogare e puntavo le madri (evitando le casalinghe di stretta osservanza) o anche i padri, ma le PIE DONNE, le mogli, si scandalizzavano e troncavano ogni rapporto. A sei anni discettavo di religioni, computer, galassie, buchi neri, supernove, nucleo dell'atomo. La mia cara mammina era disperata e consigliava il silenzio. Pena, il vuoto intorno. Cosa che è puntualmente avvenuta, ma io mi rifiuto di restare muta ad ascoltare, intendo avere una conversazione nel puro senso cartesiano del termine, ed essere parte dell'esperienza altrui, altrimenti esistere è un osservarsi allo specchio. CHE NOIA. Con la scuola specializzata ho incanalato la mia intelligenza. Però mi meraviglia che la gente si stupisca che nascano fanciulli super. Tutta l'informazione che ci ruota intorno, le enormi possibilità di arricchirsi e soddisfare le curiosità del pensiero e i viaggi, la musica, la sperimentazione, enciclopedie, biblioteche, l'arte, la televisione, l'informatica, aperture infinite, il grande scibile ad un tiro di schioppo. Nel mio cervello c'è una spugna che assorbe in continuazione, eppure ciò non vuol dire che siamo dei geni. Il giudizio su di noi è estremo. 20
Il genio, il grande artista, lo scienziato hanno delle menti creative capaci di arrivare a forme assolute, soluzioni nuove. Si fa confusione tra mente precoce, profonda, dotata e il genio che ha in sÊ una particolarità o una stranezza che non riguarda NOI. Noi ci troviamo su di una buona pista di lancio per diventare forse individui speciali, ma possiamo restare sulla pista per l'intera vita. Siamo il prodotto di un mondo a fortissima stimolazione intellettuale. La gente ci attribuisce poteri che non abbiamo, mettendoci in relazione a processi religiosidemoniaci che non c'entrano. Il calvario dell'infanzia è stato aggravato dall'essere DONNA, l'intelligenza femminile turba. Nell'usarla ci vado piano, non per convinzione, ma per l'abitudine alle numerose volte che i miei mi hanno guardato storto da piccola, quando ingenuamente dissertavo. Ho notato che lui, per quel poco che l'ho visto ha una certa superbia, una spavalderia giocata. Abbastanza stuzzicante. Chiusa nella mia stanza, leggermente depressa, circondata dalla danza dei miei pensieri, incapace di travalicare il ruscello del mio IO, debole per avvicinarmi alle coste frastagliate del 21
mondo, costretta ad ascoltare il mormorio del mio udito, mi appoggerò al “DE CONSOLATIONE PHILOSOPHIAE, al liberarsi dal mondo corporeo attraverso la contemplazione”. Indebolirò maggiormente la mia debolezza, approfondirò la mia depressione, e mi renderò inerme per liberarmi della discesa di una pena e così giungere ad una perfetta contemplazione, da cui voltandomi osserverò contrarsi il peso dello spazio, il fastidio del tempo.
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6 L'ho colta in castagna, adesso è lei a sbavare. Vacci a capire... LE DONNE! Osserva dai riflessi di una delle tante finestre dei corridoi. Corridoi uguale passerella. Incrociamo e non incrociamo gli sguardi. Ci tocchiamo appena con la direzione dei visi; due fioretti maldestri e subito scompariamo dalle nostre intenzioni o forse da una sua distrazione... magari un suo sguardo è capitato e basta. Se così non fosse (logica conseguenza del rifiuto) direi che la bimba ci ha ripensato, e ammicca con gusto e posso continuare in fantasie e facezie, dicendo che ci salutiamo senza salutarci, in un indefinibile momento che sta tra la forma di un pseudo-saluto, il suono di una mezza parola, il sorriso di un quasi piacere. E se provassi ad avvicinarmi nuovamente? Mi do un cazzotto in testa se dovessi fallire ancora e per non sbagliare, nel senso che potrei darmelo SOFT, mi sistemerò davanti allo specchio e sarà presente mio fratello che controllerà l'intensità del pugno. Gli stupidi esami volgono al termine, si è già nell’estate delle grandi attese che dilagano sul vasto nulla, l'estate è peggio dell'inverno perché 23
è preceduta da un'attesa. Il freddo non s'attende. Il sole, si. Quando conversammo, mi prese in giro dandomi del somaro e del vecchio, avendo un anno più di lei ed essendo in ritardo rispetto al pianostudi dei SUPER, e le feci notare che lei era una FORMALISTA-BORGHESE-SECCHIONA e che della scuola io me ne frego. Ho più esperienza di vita che di banchi. L'anno scorso sono stato a un corso di PALEONTOLOGIA in KENIA che si teneva in situ, nella gola dell'OLDUVAI alla ricerca degli Ominidi. Io spazzolavo ciò che si trovava. CHE EMOZIONE! L'AFRICA può racchiudere mille ragioni per una vita, e mi resi conto, scrutando i cieli KENIOTI, che il concetto di ‘ATTESA’ legato alla sensazione del tempo è un concetto europeo. In AFRICA non esiste ‘l'attesa’, è così remota che divora e divorerà sempre il suo futuro. È una culla che non sopporta orologi, e io, come liberato dalla routine dei secoli, ho desiderato scomparire a ritroso perduto nella sua origine. Uscire dalla storia è un’ebrezza. Sono rimasto stregato, affascinato, avevo sempre pochi occhi e poche orecchie, per capire, ricordare, captare, non volevo più tornare e l'ho fatto per le insistenze della famiglia. 24
Gli scienziati che mi hanno condotto con loro stanno organizzando una spedizione sul LAGO BAIKAL in Russia, a nord della Mongolia. Un lago vecchio di almeno 25 milioni di anni, che ospita forme viventi fino a oltre 1.600 metri di profondità, grazie al calore che emerge dal fondo. I laghi africani TANGANIKA e MALAWI, gli unici confrontabili con questo luogo risultano essere completamente morti a 200-300 metri di profondità, quindi è una spedizione unica, eccezionale, quasi quasi finisco gli esami e parto con loro. Ci saranno storie a non finire, i miei sono di un borghesume pazzesco. Da dove sono saltato fuori io? Non me lo spiego. Con papà non ho mai sostenuto un discorso serio, sulla mia diversità. Riesco a comunicare se scendo al suo basso livello, D'ACCORDO, lo metto a disagio, e allora che accetti ciò che dico, faccio, penso e invece NO, fino ad un certo punto mi segue. Si comporta da padre normale alle prese con un figlio qualsiasi. OFFESO A MORTE. Rimandiamo la soluzione dei problemi? Vorrei dirgli che non risolverò l'esistenza sulle tracce di percorsi consueti, non so come la realizzerò, ma essere in competizione mi fa schifo e, avendo vissuto in solitudine, sono indipendente, e le zone dello spirito a me congeniali erano e 25
sono gelidamente deserte, per cui ho imparato ad estrarre la bellezza dal difficile, a trovare l'appagamento nel profondo, e nella mente ho una caverna che mi aspetta ogni istante per raccogliermi, intimamente pensando. Mi sta attirando per respingermi? Sembra che certe donne si soddisfino nel tira e molla… STO FRESCO… così facendo si sentono irresistibili. Sono nelle sue mani, NO, nella sua testa, no che dico sono tra i suoi capricci, come un nastro per i capelli o la lima di DORA MARKUS. Straaccidenti non ho esperienza di donne. È un campo delicato… no… no è un campo minato. Fossi capace di affrontarla a pelle, piantarmi dinanzi al suo grazioso passo e senza parole SAREBBE IL MASSIMO, riuscire a dirle con la forza degli occhi: “Ragazza a che gioco giochiamo?” “Ci perdiamo in sfumature, inutilità”. I dubbi mi si scagliano contro; avrà di già un ragazzo e farò la figura del FRESCONE.
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7 È un maturando in cretineria! Ho chiuso. Non mi frega più niente. Che devo fare? La danza del ventre quando gli passo davanti? Intelligenza super del cavolo! Altro adopera! Domani se l’incontro gli urlo “Il saluto no!” Veramente non saluta, che ne so che fa? Arriccia il naso, aggriccia le palpebre, le cose della faccia le muove stranamente e continuerò “Ragazzo come ti permetti di guardarmi?” Trovo insopportabile la libertà degli sguardi, FOTO SCATTATE di nascosto. Restituiscimi le foto, “TU RUBI”. Però lo guardo anch'io, sì, ma è stato lui a iniziare questo gioco idiota. Bisogna pensare prima di fissare una persona negli occhi. Petrarca evitava di guardare Laura quando non voleva soffrire. Ma io di che mi preoccupo? Non lo conosco, non so chi è, ho scambiato solo poche frasi. Quella cristo di Laura era proprio una mummia, mi fa venire una rabbia, nel paradiso della Provenza, io dopo il primo sguardo e il primo incontro, mi sarei messa a tappetino dinanzi a Petrarca. 27
E VABBÈ lei non lo poteva sapere chi era quel SIGNORE, ma qualcosa doveva intuire, secondo me era una BORGHESUCCIA preoccupata delle chiacchiere. Ogni sonetto è uno scrigno d'amore. Il ragazzo è alto, magro, dinoccolato e anche se compie movimenti bruschi non sono mai tali: una parola gridata ad un amico distante, una corsa improvvisa, la testa voltata repentinamente, una risata più forte sono continuazioni armoniche del disegno di una trama, espressioni vissute con naturale eleganza. Sembra esistere con una preziosa cornice intorno che delimita la giusta misura di ogni probabile eccedenza fisica. Mi fa bene scriverne, mettere nero su bianco è consolatorio. Io sono la medesima di sempre e non ho compiuto alcuna sciocchezza, un fanciullo mi turba e con ciò? Non è il primo e non sarà l'ultimo. Fare, disfare, ringarbugliare sono verbi che mi appartengono al pieno della loro stupefacente ricchezza. Fa caldo. Penso all'effetto serra, alla desertificazione, all'inquinamento e il caldo è un grande mostro che si ciba della sua afa e cresce, cresce a dismisura.
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8 Ce l'ho fatta! Ultimo giorno d'esami. Orali a tutto spiano. Se non la rivedessi più? Mi è venuta una tale strizza che l'ho fermata. VITTORIA, sulle mie misere miserie. Un calcio ai dubbi. Uscendo da scuola, si attraversa un giardino che lei percorreva tranquilla, e io non ho resistito alla sua seducente ombra in movimento. L'avvicinarmi non è stato un blando accostamento di tipo mondano, direi un comando perentorio. Sedevo a un tavolo di roulette con l'ultima fiche, e mostrare pietà o esibire forza sarebbe stata la même chose. Ho scelto una maschera decisa. L'ho chiamata incidendo il suo nome, scandito lentamente come fosse l'unico, il solo, tanto che è rimasto per un po’ sospeso nell'aria, fruibile per emozione e contenuto. Il cuore a galoppo nelle orecchie. Temevo che si sentisse. Senza essere violento sono stato violentissimo, il suo nome gridato e basta, immerso in un'astratta e ipotetica resa dei conti e piazzandomi dinanzi, con il peso del silenzio le ho prati29
camente detto “RAGAZZA NON PASSA LO STRANIERO”. Poteva andarsene, raggiungere le amiche, mandarmi a quel paese e invece NO, siamo rimasti impalati, diritti, compiti uno di fronte all'altro inabissandoci lentamente nei nostri sguardi. A chi stava più zitto, a chi s'impuntava meglio. Le donne, lo so, durano meno al silenzio, perché DIAMINE sono più ricche spiritualmente. Così dicono. Un amico commenterebbe: sì, ma fanno pettegolezzi. Un mio professore di filosofia: parlano tanto perché s'illudono di più. Com'è bella! Colori chiari e decisi, una tavolozza risolta, da vicino notavo alla attaccatura dei capelli una peluria quasi albina, che mi regalava un percorso infantile. Un naso difficile con due aspetti, di profilo è aquilino, di fronte regolare. Negli occhi, il coraggio delle intenzioni, e un sorriso sornione celato che, schiudendosi, si evolve in un'arrendevole dolcezza, portandosi via ogni rifugio inquieto della mente. È stata lei a spegnere la fiamma del silenzio, io mi sono limitato a trasmettere un disagio, lei era diventata un MIO ROVELLO e volevo che almeno lo sapesse. 30
Mi ha invitato la sera a una festa a casa sua, COMPLEANNO DELLA SORELLA. Risposto secco con un meraviglioso NO e l'ho salutata. RAGAZZA, io sono un super-ragazzo a cui piacciono le super-ragazze e non desidero frequentare il tuo gruppo, sempre gente, strette di mano che si sprecano. Esplorare la natura con lei OH SI! ‘VIA DALLA PAZZA FOLLA’. I mali della terra mi turbano di notte con lamenti di preghiera, e vorrei organizzare, indagare, riparare e mi sento ridicolmente impotente. DATO gli esami orali! MALISSIMO, ne sapevo più dei docenti, li ho presi in giro PROSSIMA BOCCIATURA IN VISTA. Ho una eloquenza che può trasformarsi in una mitraglia, posso saltare da un argomento all'altro, da un secolo all'altro, essere interrotto con domande trabocchetto RISPONDERE e riprendere il filo aggrovigliato della STORIA. Mi hanno tenuto quattro ore, dieci professori o forse più, di tante materie diverse: latino, italiano, inglese, matematica, etc... etc... grifagni avvocati di parte avversa. Mi stavano intorno come avvoltoi, mentre io saltellavo nel tempio del sapere, ma ogni tanto, per personalizzare, 31
c'infilavo ricordi di spedizioni archeologiche, che LORO non raccoglievano e continuavano imperterriti con domande lancinanti. Ad un certo punto, stufo di essere crocifisso, la mia libera eloquenza la strinsi in retorica, infilando METONIMIE, SINEDDOCHI, IPOSTASI esponendo in PARATASSI e poi passare all'IPOTASSI. Finalmente li vidi sconcertati e proprio quello di latino, chiese: “CHE ACCADE?” “USO LA RETORICA ANTICA” ho risposto. Non l'aveva riconosciuta. RIPRESOSI mi domandò il significato della CHRIA e qui ci scontrammo. Per me la CHRIA è la declinazione del pensiero o per essere più esatti, delle proposizioni che l'esprimono, attinte da un'alta autorità. Per esempio “È di MARCO PORCIO CATONE la massima che…” quindi cambia da caso a caso. Il docente non fu d'accordo, ma non capii cosa intendesse, perché tirò fuori una differenza basata su di una sottigliezza che mi sfuggì e i colleghi ripeterono le medesime frasi del torturatore. Mi alzai FIERO e chiamandoli pappagalli in greco “PSITTACISTI” scomparvi. Nell'arte della fuga son maestro. Ho fatto SCENA e sicuramente mi bolleranno. 32
Docenti per ragazzi SUPER? Notai per televisione quiz. La mosca al naso mi è saltata quando non hanno preso in considerazione la mia esperienza sul viaggio a EBLA... che forse non è cultura? Il mio dovere di ragazzo di buona famiglia l'ho compiuto, e con gli esami ho chiuso. Li trovo insopportabili. Che darei per rivederla, adesso, subito, posso aspettare non più di due minuti. Per essere insolito, interessante, ho rifiutato l'invito alla festa di sua sorella, detesto le feste e chi se ne frega… partecipavo ugualmente e imbecille: nel salutarla non ho chiesto appuntamenti. Sono poco accorto nel gestire la mia vita, oppure non ho molto sviluppata la nozione di tempo, cioè la somma di ore che si diversificano, vanno diversificate e bisogna mettersi d'impegno affinché ciò avvenga. Io ho estesa e dilatata la sensazione dell'attimo, saziato e approfondito il frizzo non so organizzare il dopo. Normalmente scrivo il mio diario di sera e mai rammento la mattina che i pensieri e le azioni del giorno hanno contorni netti, precisi, sagome geometriche con esatte custodie nella testa, ma quando la luce scema i contorni di quegli stessi pensie33
ri iniziano a sfumare DOLOROSA DISSOLVENZA DELLA SERA, e le custodie in cui vivevano, quelle idee, scompaiono, trasformandosi in anime vaganti troppo libere, troppo sole. Mio padre ha domandato‌ gli esami? BENE, BENE e mi sono chiuso in camera.
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9 Che emozione! Batticuore. Uscendo dall'Istituto sul vialetto del giardino mi si è piazzato davanti impedendomi di passare. Screanzato. Avevo immaginato un duetto galante. Come stai? Che fai? Ti accompagno? Un discorso. Quattro risate. CIARPAME. Ha qualcosa di barbaro. È un barbaro, non nel senso fisico, ma le sue intenzioni non assomigliano alla raffinatezza dell'aspetto. Una specie di DIKTAT e senza la briga di sprecare una sillaba. SILENZIO. MUTISMO. DURA LEX. Volevo avere la determinazione di dargli una spinta e continuare la giornaliera normalità. Stavo per raggiungere le amiche, quasi arrivata. Perché non l'ho tolto dalla mia visuale con una manata? L'ora del destino è giunta! CAZZATE. Sono entrata nel perimetro sacro del FATO. Stupidaggini di chi ha letto troppo. Ho accettato ogni particella del suo silenzio carico, ostinato e violento che mi metteva addosso un femminile disagio e anche di più. 35
Una persona che non conosco e zittisce, mi fa un po’ paura. FISSAVA STUPITO e in quegli istanti mi sono io meravigliata di esistere, vedendomi osservata con una personalissima dolce follia. L'abitudine a me stessa, lui me l'ha strappata di colpo e l'incantamento me lo sono preso tutto, e nell'eternità di due sguardi amorosi ci siamo abbandonati e come le macchine teatrali fanno muovere lentamente il palcoscenico verso l'alto, noi isolati, lontano dal traffico, dai rumori, salivamo ad un'altezza spropositata dove non era possibile recitare per assenza di pubblico. Scomparse le resistenze, mi è mancato il respiro e, per spezzare l'atmosfera lo invitai alla festa di compleanno di mia sorella. (Signore io non so chi è). Rispose con un secco e deciso NO, girò i tacchi e scomparve. Avrei voluto sfidarlo a duello. Chi si crede d'essere? Deve avere un caratterino, alla larga ma tanto lo so che lo rivedrò. Va in giro a scrutare le ragazze a quel modo? Inutile e stancante. Non era uno SGUARDO. Un quadro creato appositamente per me. Unico. Irripetibile. Il numero telefonico se si concentra lo trova. Medesima impressione della prima volta, sicuro, prepotente e sembra saper condurre un rap36
porto con una donna. La donna sarei io. Si fa per dire. Peccato che diserta la festa e se gli telefonassi? Attenzione! Io non avrei avuto la forza di dire NO all'invito della festa di un ragazzo che mi piace, e che conosco appena... però se mi ha fermata in quel modo spettacolare gli interesso? Può darsi che abbia problemi con le feste? CRISTO io ci sarei andata ugualmente. Forse non gli gusto mucho! COSÌ… COSÌ. Perché non telefona? Sento suonare uno… due… tre… i passi di mia madre… spero che sia per me… dev'essere per me… attimi di suspense… no, chiama l'altra figlia. Accidenti RIEMPIRE I PANINI… uscire a comprare altre bibite e i superalcoolici e poi nasconderli. Quando vanno via le TESTE REALI noi tutti sbronzi! È stato un inizio? L'atteggiamento di un ragazzo stravagante? Scrivo una lettera… Sì… sì ma ne penso di stupidaggini. Che cavolo dico? “CARO RAGAZZO, non è successo niente e che devo pensare di questo niente?” Dico a mia sorella che resto in camera, che non mi sento bene. Può capitare no? Si offende37
rebbe a morte. Arriva la banda dei suoi amici che sono pi첫 piccoli, mentre ho bisogno di un cantuccio per coltivare il mio momento, e ripetere il fotogramma sino a consumarlo.
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10 Alla festa sono piombato senza avvertire. Che casa! Di gusto, e mi ha incantato una terrazza curatissima con un gazebo che racchiudeva una tentacolare buganvillea. Un colpo d'occhio degno di una scenografia viscontiana. La faccia della padroncina nel vedermi! Ha mascherato lo stupore con una leggera ironia che le donava un'espressione erotica, per cui nel tentativo di nascondere mi ha dato di più. Lo sa? Massiccia piccionaia in circolazione. Gli inizi sono ferri arrugginiti. Come stai? Va bene? Potevi telefonare! Al di là degli impacci, ci scambiavamo altro del vacuo BLA, BLA. Sì, ma cosa? In un lampo ha portato all'eccesso la mia curiosità di interpretare sentimenti ed emozioni. A contatto con le pregiate energie non sto più nella pelle. Perdo la testa. SUBITO!... Di che si tratta? Per dirmi “VUOI BERE? SEGUIMI FACCIO STRADA” la voce l'è venuta fuori con un'incerta e sospesa fragilità, e aggiungo scrivendo… e 39
un'ansia segreta che raschia felice un cuore d'amante… Sentivo qualcosa di nascente che produceva tumulto e turbamento, e m'invadeva una sensazione di pienezza, e m'arrabbiavo sulla pochezza dell'attimo, MODESTO SISMOGRAFO, che nulla mostrava a LEI delle avventure profonde che stavo attraversando. Un sentimento esaltato da un'energia d'amore immediatamente si colloca e si aggira in un sistema filosofico. Ogni battito è la scoperta di una categoria dello spirito, con una novità si spalancano castelli di fantasia e di un dolore si fa ricchezza. Prospettive che spingono verso un FUORI che s'intuiva che c'era, ma che, dopo attese, rimandi, travagli finalmente diventa FORMA. Sono più alto di lei e, cingendole le spalle per ballare immaginai me, uomo di quaranta anni, che ha un gesto protettivo e possessivo nei confronti di una ragazzina. MAGARI! Lei percepì la totalità affettiva del gesto perché nel mio abbraccio si abbandonò, e chiedeva con lo sguardo di non farla soffrire, ed io mi trovavo nel suo stesso stato, medesime paure, ma perdurai nell'atteggiamento di PERSONA GRANDE per farle piacere. Piccoli corpi che contengono enormi misteri, 40
e vengono scossi da una vicinanza che forse porta un po’ di certezza. Fottuta dannata serata, non riuscivo a parlarle e dove le parlavo? Ballavamo in mezzo a un gregge, al chiasso feroce, ed era la seconda volta che ci fissavamo muti DUE SCEMI, la prima intenzionale, questa era così. Si dovrebbe dire agli amici “Oggi faccio un casino”, gli inviti non servono a niente; arriva chi crede; anche quando festeggia mio fratello è uguale. Io mi astengo da simili riti borghesi COSTRETTO dagli urti a stringerla mi sembrava di mancarle di rispetto. Non trovando ostacoli, scivolavo sul timido della sua pelle, carpendo segreti che non intendevo rubare e che invece rubavo beatamente. VOCI, SCHERZI, sghignazzate, lacerazioni musicali, ci si abituava a un ritmo che per un isterico ghiribizzo subiva un rapido cambiamento. Eravamo in un quadro di Picasso, sezionati, sbranati, sudati, spaventati e sospinti da una logica folle. Di vivo vero e mio, avevo l'umidore del suo respiro e lo schiaffo continuo dei suoi capelli che portava sciolti, languidi prigionieri del puro movimento. Prese la mia mano, e mi condusse in terrazza dove vi era meno gente, e la musica ar41
rivava filtrata. Feci l'atto di sedermi, ma lei, non lasciandomi la mano, riprese a muoversi. URGEVA PROFERIR VERBO, fare memoria di noi e ci fu una frazione di secondo che, protesi verso due azioni differenti, stavamo decidendo quando arrivò trafelata la sorella‌ PRESENTAZIONE e confabulando tra loro scomparvero assorbite dall'organizzazione. A quel punto, insalutato ospite, scomparvi anch'io. I convenevoli avrebbero mutato il chiarore perfetto del mio piacere, avevo avuto e capito quanto basta, non mi occorreva altro. E mi sono trovato in una strada che conoscevo benissimo, ma niente riconoscevo delle mura note. Camminavo come uno zingaro giunto da lontano e osservavo palazzi, incroci, con occhi stupiti e indicavo, straparlavo e chiedevo ai passanti i nomi delle strade, e mi fermai in una grande piazza a semicerchio che ha per sfondo una moderna chiesa monumentale, e mi sdraiai sul tetto di una macchina a contar le STELLE.
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11 Dispiaciuta. Indebolita. Fa tutto lui. Prima dice che non viene alla festa. D'accordo niente festa. Invece arriva senza avvisare e scompare con lo stesso stile. Ce l'ha con i telefoni? A casa sua non pagano la bolletta? E siccome il telefono tace per lui, sta zitto anche per me, avendo poi quattro o cinque parolacce sulla punta della lingua, che potrebbero esplodere dopo un PRONTOO‌ Dunque, giunge alla festa, mi prende un colpo, BELLISSIMO, UN LEVRIERO, gestisco il panico e credo di averlo guardato con il filtro di una visione. C'era una confusione indescrivibile, no per l'esattezza una BARAONDA, ma non mi ha dato il tempo di togliermi dagli impicci mondani e dedicarmi completamente a lui. Andato via subito omettendo il saluto. Mi voleva solo per se? CHE CARINO! Carino un corno! CAFONE. Presuntuoso. Troglodita. Magari me lo sono inventato; meno male che l'ho presentato a mia sorella, posso sempre chiedere una sua conferma se mi salisse la febbre dell'immaginazione. Stavamo ballando in mezzo alla folla, piÚ che ballare ci amavamo, facendo della pornografia 43
non in senso sessuale; la pornografia veniva fuori dall'eccitazione dei nostri misteri. Gli altri, stringendoci d'assedio, ci obbligavano ad osservarci con morbosa attenzione e cadevano le barriere dell'incomunicabilità, il che equivaleva ad uno spogliarello, e non ci saremmo mai stancati di averci, esplorarci, donarci o per lo meno di essere vicini a questi incendi. Cinque minuti di affinità sentimentale sbaragliano anni di solitudine. Oggi sono in compagnia di un lavoro interno e… attendo un condottiero per gridargli “VADA DOVE VUOLE, a briglia sciolta, alla massima velocità, ad altezze impervie; io nel mentre socchiudo gli occhi non per sfiducia, per difendermi dalla mia stessa paura dello scotimento di un’emozione”. Dopo aver lasciato mia sorella e una sua amica che mi sottrassero a lui, per andare a spostare sull'agenda l’ora della lezione privata di latino che avrei dovuto dare alla sua compagna l'indomani, tornai dal cavaliere. VOLATILIZZATO. Incredula, girai per casa tra persone indifferenti come una baccante inerme. Una sforbiciata sull'anima, un malessere vago. CHE INDIVIDUO! Forse si era pentito della sorpresa o forse esagero. 44
Si tratta di sguardi e di superficiali pensieri; in profondità possono scendere coloro che hanno un profondo, i rimanenti devono restare agli inizi delle sensazioni. BASTA rimuginare, è un selvaggio che non merita idee a distanza. E poi non è sufficiente un piacere rivestito da un'emozione, per capire, o per sentirsi vicino a un altro essere umano; NECESSARIA un'intuizione priva della lamentosa ragnatela dei sentimenti. PURA FREDDA VEGGENZA che io non ho.
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12 Ha telefonato per scagliare improperi e ho cercato d'interromperla, sostenendo che, con una conversazione telefonica ci si imbroglia di più, e se lo avesse voluto mi sarei precipitato a casa sua per chiederle scusa di persona, ma continuavano ad arrivare toni poco lirici, URLA e, abbassando la cornetta, sono corso da lei. Non abita lontano. Aveva dato ordine al portiere di vietarmi l 'uso delle scale e dell'ascensore. Che antipatica! L'avrei strozzata. Ho supplicato il portiere di permettermi l'uso del citofono sistemato nella guardiola. UN BUCO dove sedeva lui. Si è convinto e commosso a fatica; DURO IL GENDARME e, dopo spiegazioni, riverite scuse alla bellissima (mi sono formalmente impegnato sull'impeccabilità dei miei saluti futuri), le ho chiesto di uscire e, per convincerla, mi sono prostrato, ho alzato la voce, abbassata, flautata, recitato BAUDELAIRE “Ô FEMME DANGEREUSE, Ô SÉDUISANTS CLIMATS…” Sempre presente quel cristo di portiere, che DIAMINE: poteva abbandonarmi alle mie peripezie dialettiche e invece no, ho avuto un testimone scomodo. 46
Oltre il divieto di farmi salire, avrà avuto il comando di controllare l'emissione della mia cangevole voce, e, data la vicinanza olfattiva con il corpo del buon uomo, un altro po’ gli sussurravo “Guarda portiere che t'amo, in confidenza sono venuto per te”. L'orgoglio della ragazza non si è incrinato di un millimetro; per lei sono un CAFONE e, rimettendo a posto il citofono, ho avuto diritto ad una frase consolatoria “NON TE LA PRENDERE SÒ LE DONNE” e l'ho sentito partecipe della vicenda “STATE DA MOLTO INSIEME?” “LO CHIEDA ALLA SUA PADRONCINA” ho risposto e sono andato via sculettando. Alla padroncina immediatamente ho inviato un bouquet di peonie con un biglietto “CALMATI! UNO MEGLIO DI ME DOVE LO TROVI?” Sì, irritarla di più, innervosirla del tutto. Ha frainteso. Scomparvi dalla festa perché possedevo al meglio un momento poetico, mi aveva lasciato solo ed ero arrivato su di una vetta di sensazioni da cui non gradivo planare, ciò grazie a lei, sulla cima l'aria era buona, si respirava pulito. La prima certezza (traballante, insicura e maldestra) di non essere indifferente a qualcuno è una sbornia. D'ACCORDO mi sono comportato da egoista; 47
a mia difesa scrivo che soffro di RAPTUS e, se mi si lascia solo, compaio e scompaio dalle situazioni in maniera arbitraria; nell'altra vita sarò stato un nomade. Se fosse scesa dalla torre di Marte, queste precisazioni sarebbero state sue; comunque alla festa non ho avuto un RAPTUS; si è trattato di una fuga romantica. Almeno credo. Tornando da casa sua, ragazzi e ragazze mi passarono accanto ridendo. Ogni tanto nel quartiere, da un angolo, un cortile, sbuca un albero sparuto; pennacchio di un'antica monarchia a guardia di un museo di polverosi cimeli. Ricordi del bel tempo che fu. Comincio ad avvertire il pepe del desiderio; mi piacerebbe baciarla. So farlo? Boh! Essere contemporaneamente alunno ed insegnante; lei potrebbe guidarmi con la pratica “questa carezza va bene” e farmela ripetere cento volte, così imparo. NO! Troppo decisa, violenta nel mandarmi a quel paese. Però qualora ci rivedessimo sarebbe bello sfiorare i nostri giovani corpi con delicatezza; sarà un sollevarsi di piume, soffi, aliti, sospiri e respiri. “Mia ERINNI, bionda, esile, ti nomino ‘la mia piccola araba’ e ti proietto in un allettante passa48
to. Non allarmarti; è un gioco, sono un paritario d'anime e di sessi, solo che la donna con il chador mi fa sognare, e io indosserò per l'occasione vesti sontuose da sceicco, ed entreremo in una tenda ricca di kilim, vasellami, tripodi, flabellieri e nenie estenuanti di un remoto oblio accompagneranno il nostro incontro, ma tanto lo so che tu principessa riottosa declinerai l'invito e preferirai stare in disparte con la geometria precisa dei tuoi pensieri. Io ti avrei dato un dubbio (che non vuoi) sostituito un tassello dei tuoi ragionamenti (ciò che non puoi) scompigliato l'ordine del tuo rancore per me (ciò che non desideri). Cara, la solitudine d'amore (chissà, forse, magari) è una dura perfezione che esplode nel suo perimetro, e, ora dopo ora, inizia ad autodistruggersi con la forza del DUBBIO; l'instancabile potente roditore che lavora (bene o male) per la persona assente”. CALMATI! UNO MEGLIO DI ME DOVE LO TROVI?
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13 13.1 Io gli fracasso il delizioso nasino! Chi si crede d'essere BRAD PITT? Di lui non m'importa un fico secco. Dopo averlo strapazzato prima al telefono e poi al citofono (voleva salire per farsi perdonare) mi ha mandato un mazzo di fiori con un biglietto preoccupante “CALMATI! UNO MEGLIO DI ME DOVE LO TROVI?” La sorellina sta ancora ridendo. Possibile che gli abbia dato tanta confidenza e tanta sicurezza, da scrivere frasi simili? Va bene, UNO SCHERZO, una vendetta; però vi sono parole rivelatrici e non ci conosciamo, non abbiamo approfondito nessun argomento. Scambio di vaghe sensazioni. FIGURIAMOCI! Un bouquet di carnose peonie dai soavi colori, sembrano pasticcini. Crede molto più di ciò che è; veramente ho già dimenticato, non avendo niente da ricordare. Gli attimi anche belli sono prostitute a caccia ossessiva di clienti e non si concedono per soldi, ricerca del puro piacere. Istanti di ieri? Avantie50
ri? Ma ragazzo: siamo nella preistoria. L'abbraccio dell'estate mi attende, questo conta. Sono andata al mare, primo bagno, primo sole che si porta via la chiusura invernale, le strettoie dell'anima. Adagiandomi sulla sabbia sentivo di avere un grande corpo, capace di assorbire tutto il calore della terra, e sul vuoto cielo disegnavo arabeschi e il mare scorreva tra due parentesi, con me felice al centro. A sera avevo il corpo ricoperto di bolle, eppure non ero stata molto al sole, e quel poco l'avevo preso dopo essermi spalmata con creme protettive molto forti. Mi veniva voglia di grattarmi, strapparmi la pelle e, prevedendo battaglie perse durante la notte, mi precipitai in farmacia. “Dottore aiuto, ardo e brucioâ€?. “No, non ti sei bruciata; il sole è malatoâ€?. E ho spalmato la mia povera biondezza spaventata con un unguento puzzolente.
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13.2 Me lo sono trovato sotto casa davanti al portone. Chissà da quante ore attendeva? Fresco, disinvolto FACCIA DI BRONZO. Il bel ragazzo l'avevo dimenticato, uscivo con mia madre per delle commissioni. Con un saluto di molte parole si è avvicinato e, rivolgendosi alla genitrice che non aveva mai visto, si è presentato spiegando che aveva un appuntamento con me per andare in giro fuori porta, e mi ha preso la mano. Ha anche aggiunto che eravamo in ritardo sull'orario. Mamma mi ha rimproverato di non averle comunicato nulla, e, senza badare alla mia faccia sbigottita, dandomi un bacio distratto, si è allontanata frettolosamente. CHE CAZZO DI MADRE È? Consegnata al nemico così in mezzo ad una strada, con nessun tentativo di difesa materna, me lo ricorderò sin che campo. Una rabbia di non aver avuto una vera madre; lei lo è, ma non abbastanza, sono io che vado a parlare con i professori di mia sorella, dal commercialista, in banca e sbrigo l'amministrazione della casa. Beh! a volte pesa. 52
Questo ragazzo che mi piace e che conosco poco, in quattro minuti ha fatto fuori una MADRE, una grande istituzione, UN MITO; l'aveva messa a disagio tanto che era scomparsa e, approfittando della situazione, ha poggiato un braccio sulla mia spalla e mi ha condotto alla stazione della METRO che porta fuori ROMA, verso VITERBO. Prima di entrare nel bar che si trova sopra la METRO, l'ho guardato con odio, e lui, come se avesse ricevuto un radioso sorriso, si è fermato, ha sollevato la testa e, avvitandola BENE BENE nel profondo del cielo “BELLA GIORNATA OGGI!”... quei particolari che uccidono…
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14 Il sole era alto e diventava pioggia attraverso lo scacchiere del fogliame. Corridoi di platani, sentinelle di lecci, improvvisi e confusi pini correvano lungo la riva del fiume che si snodava in una larga e pigra ESSE ed eravamo soli, BAMBINI ALL'ALBA DEL MONDO. Siamo andati in un bosco, RIUSCITO A PORTARLA, lei ci capisce meno di me degli stati d'animo, totale smarrimento. Io non accetto questi tropismi che agitano le fondamenta del cuore; volevo scappare perché avevo una vita talmente intensa, che non potevo badare anche a lei. DISCORSO CRETINO. Davanti a lei sale la marea dell'agitazione. Come abbiamo messo piede nel bosco, abbiamo perso d'ironia e leggerezza. Accidenti! Posseggo vocabolari nella testa eppure non sapevo che dire AFASIA MOTORIA, l'abbracciavo in maniera pasticciata, però stringendola speravo di trasmetterle l'emozione che mi dava lei e anche la bellezza dolente del bosco. Nello stormire delle foglie c'è un volo interrotto da un pianto. Il passaggio repentino dalla città al verde è 54
traumatico. Ci sentivamo intimiditi. ENTRATI in un palazzo reale senza gli abiti adatti. INCANTATI, RAPITI dal paesaggio. Il bosco è stata la nostra casa, le pietre i nostri utensili, gli alberi i paladini, e ci sedemmo a guardare e ad ascoltare il mormorio dell'acqua che lontano si perdeva in nordiche prospettive, in anse brumose e ci dimenticammo di essere persone moderne. Lo spessore del silenzio era violentissimo, e recuperavamo abissi e precipizi del tempo, e un vento antico, lieve come una penna faceva cadere l'ora in zone remote della preistoria, e affiorava dalla terra, dalla roccia la fatica dell'essere, del resistere, del divenire. La natura ammanta di meraviglia l'instancabile lavoro. Una magica ECO ci restituiva i nostri respiri in eventi grandiosi. Desiderai amarla completamente, ma ho avuto il timore di non essere all'altezza, troppe prime volte: che uscivamo insieme, che la baciavo, che le parlavo. Ambedue inteneriti e arrendevoli. Lei con gli occhioni m'invitava in una smarrita consolazione, che mi riduceva un pizzico, e le dolcezze che ci scambiavamo si trasformavano in 55
tasti d'inquietudine aumentando l'elettricità del mio nervosismo; ero in me ed ero in lei, saltellavo da un io all'altro. Avrà pensato che sono un isterico. Non sapevo che fare. Un vigile con molteplici strade da controllare. Al primo serio appuntamento d'amore bisognerebbe presentarsi con il medico. Camminato sino allo sfinimento, autostop al ritorno. Mettendomi a tavolino mi sembra di scrivere dopo aver avuto un infarto. Sto benissimo, tocco ferro e posso scrivere poco pur avendo avuto tanto. SONO CONFUSO e ogni cosa è rimasta nella claustrale bellezza del bosco. Dinanzi all'architrave di un sentimento io sono nessuno.
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15 Il ragazzo con cui ho trascorso un'intera giornata nel bosco è più imbranato di me. Che buffo essere uomini ed essere imbranati, se ne vergognano. Noi donne della goffaggine amorosa ne facciamo un'arte, un decalogo, un'arma di seduzione. La più smarrita ero io specie all'inizio, ma calma, rilassata. Lui nervosissimo con la pelle tesa del LEVRIERO: si notava. Ci siamo baciati e poi baciati e sino alla fine dei baci, abbiamo trovato gli ultimi baci. Io non desideravo altro, eppure v'era imbarazzo. Difficile fargli capire che i baci erano un ASSOLUTO; al resto, PER CARITÀ, nemmeno ci pensavo. Questa maschile preoccupazione a momenti affiorava e dava fastidio. Basta allontanarsi di poco dalla metropoli e silenzi selvaggi aggrediscono come dinosauri. Camminato molto lungo le sponde del TEVERE, e una casa a due piani isolata, abbandonata ci venne incontro all'improvviso essendo coperta da una fitta vegetazione. LOCANDA DELLE STREGHE. Spettrale fatiscenza. Un leggero tocco e la porta d'ingresso si aprì da sola. Istintivamente 57
feci l'atto di ritrarmi, e lui, tirandomi un braccio, mi spinse, passo dopo passo in un mistero. Le iridi abituatesi al nero accoglievano i filamenti degli spiragli, mentre l'oscurità si stemperava e, spalancando le finestre… un grande salone con un pianoforte a coda. Una dimora dove forse erano passati dei ladri e nessuno se n'era accorto. Una casa antica, con quadri d'antenati e verso il fondo una scala a chiocciola, sinuosa e morbida; simile a una sciarpa appoggiata sulla spalla di una lady. Il pavimento di cotto esagonale, ricoperto di foglie secche, mobili con cassetti aperti e delle posate buttate su di un lunghissimo tavolo fratino. Regnava un silenzio pesante, sinistro. Eredità di un suicida? Chissà perché fui aggredita da quest'idea? Tolta un po’ di confusione e aperto il pianoforte che non era in pessime condizioni, lui si mise a bilanciare tasti, accordi e toni. Con l'aria e la luce, le mura si scrollarono FORSE, mesi di abbandono e d'umido, e le finestre aperte, delimitando rettangoli di vegetazione esterna, accostavano ai dipinti dei rigidi antenati, quadri di MACCHIAIOLI NATURALI. Mentre lui suonava, dato uno sguardo alla cucina, MOLTO GRANDE che non si poté vivifi58
care essendo doppiamente sprangata. Voglia di esplorare le provviste e cucinare in loco. Le note della SONATA in ut minore op. 111 di BEETHOVEN, invasero l'aria spiazzandomi completamente. Una costrizione stupenda e dolorosa dall'apparire all'essere, dove ogni particella veniva esaltata, ingrandita, illuminata, portata ad un valore etico, estetico che il solo scorrere degli eventi non ha. Lui la interpretava in maniera più dolente del consueto, forse non riusciva a controllare l'emozione di suonarla in mezzo alla verità della natura. Interpretata con tanta estenuante dolcezza, non sembrava scritta da un uomo bensì sgorgante direttamente dal cielo, il che era perfetto in senso romantico, ma la particolarità della sonata op. 111, specie nella seconda parte è che BEETHOVEN giunge in vecchiaia a mondi privi di tensione, tocca il vertice della pura contemplazione, al suono che si fa luce, e questi risultati passano attraverso un rigore interpretativo, un distacco che non sentivo. L'ideale trovato della bellezza fra sentimento e ragione non si coglieva, la CONCORDIA DISCORS sfuggiva. Seguendo il sogno delle note, non m'ero accorta dell'arrivo di strani visitatori: un'anatra, due cagnetti che zitti si erano intrufola59
ti e, immobili davanti al pianoforte ascoltavano concentratissimi. Terminato il concerto, il pianista si alzò e ringraziò con un inchino il pubblico. Lo strano pubblico sembrava di gesso perché non si mosse. L'immobilità degli animali ha qualcosa di preoccupante, di metafisico. Approfittando dell'uditorio, la sonata la ripetei io e notai il suo stupore alla mia interpretazione più tecnica, fredda. Appoggiato con i gomiti sul piano, la testa tra le mani, seguiva fissamente le mie dita e se io l'avessi imparata a suonare con maggiore partecipazione, il mio maestro di musica che era stato allievo dell'olimpico ARRAU, avrebbe suggerito di accomodarmi. Neanche dopo la mia esibizione, il pubblico mostrò segni di stanchezza; avevamo suonato per più di un'ora. Animali amanti della musica non sapevo che esistessero; si decisero ad andarsene quando capirono che li avremmo lasciati nella casa. Ci siamo ripromessi di tornare, di cercare il proprietario, e di raccontargli l'accaduto. È stato un giorno lunghissimo, indimenticabile e che malinconia poi allontanarsi dalla mistica del bosco, e dall'indole molle del fiume che tutto 60
riposa e si riposa e riflette trascinando da secoli in superficie, lo specchio del suo sonno di vita chiuso in una conchiglia. Al limite del verde inciampai in qualcosa di duro, un sasso? un tronco? Nell'osservare meglio mi trasformai io in pietra; si trattava di una carcassa di vitello felicemente brulicante di vermi. SCHIFO! Macinato chilometri e non incontrammo anima viva. Scambio dei nostri sorrisi, pensieri. Creato con le nostre intenzioni. Arrivavamo da insoddisfacenti amicizie, incomprensioni familiari, da indigestioni di libri e la vicinanza continua rosicchiava le faglie della solitudine più profonda. A me venivano i brividi perché è affascinante conoscere una persona, attività di spericolati saltimbanchi. Si fa qualche passo per poi ritirarsi. Ho detto troppo? Avrò sbagliato? Affrontare una salita di parole, un osare che si rivela magari un ramo secco, e ci sono le parallele dei confronti, la sollecitazione dei ricordi, i passaggi obbligati delle esperienze, il malumore strisciante non chiarito. Ombra al lato dell'argomento. Ci voleva attenzione. Lui è ricchissimo però imprevedibile e con dei ritmi difficili da fissare. Risposte corte? Risposte lunghissime? Interromperlo? Discorreva a mitraglia, come 61
lo fermavo? A quel punto però dovevo dire la mia! Sì, sì dolcezza nei miei confronti, ma anche un occhio loico, avido di conoscenza come una sanguisuga e, per difesa, se il pedale dell'indagine lo forzava, dribblavo. Même chose, io, nei suoi confronti. Intorno ad un nutrito buffet, ingordi, a chi mangiava di più. La natura ha imperato sovrana e rendeva elegante ogni nostro gesto, esaltante ogni discorso. Noi ci siamo abbelliti di lei e senz'altro insuperbiti, e ci abbracciavamo emozionati e ci sentivamo importantissimi, niente di meno che, gli ETERNI AMANTI di sempre lì nell'andare del verde e della vita.
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16 È stata a casa mia questo pomeriggio. Fuggita in malo modo. Litigato per S. Agostino e Carlo Magno. A ripensarci bene mi viene da ridere, ma è così, discusso violentemente a causa di Agostino con finale irritante sul grande Charles. Appena arrivata, felici, trepidanti con sensazioni talmente sottili che si rompevano subito, un fiorire di delicatezze amorose che c'impedivano di procedere oltre, fermi per un po’ alle stelle filanti degli inizi. Mio fratello, uno, scalpitava dietro dieci porte e lo chiamai presentandogliela. SVEGLIATI PUPO! La fissava tipo diva del cinema e, incantato, sostava troppo in camera, e non si accorgeva dei miei occhiacci. Poi se ne accorse e si polverizzò. Abbandonati a un abbraccio che era una resa, i cuori all'unisono danzavano un tam-tam africano. Più fiducia reciproca; la gita ci ha uniti, cominciavo a star bene senza il disagio che avevo avvertito nel bosco. La conoscevo, la guardavo, la riconoscevo. Dopo le tenerezze lei si soffermò sulla mia 63
lunghissima biblioteca e in particolare sull'opera di S. Agostino. “DE VITA BEATA, SOLILOQUIA, CONFESSIONES, DE CIVITATE DEI” Etc… etc… e ho anche molti saggi critici e ci addentrammo nell'argomento; veramente era lei a stimolarmi con domande, cascando così in una trappola. Al suo interesse per il filosofo ci ho creduto, avventurandomi in una dotta articolata esposizione non richiesta, IMBECILLE! POLLO! Potevo star zitto? Un conferenziere vanitoso e con lei attenta mi piaceva da morire e ci misi impeto, passione… che Agostino cerca la completezza del mondo all'interno della sua coscienza, puntualizzando che non sono credente, ma uno che lotta per cercare una sua verità, perché credo che l'esterno lo si capisca e lo si accetti quando si risolve il rapporto con il proprio IO… E sottolineavo che ciò che mi affascinava del SANTO è la sua titanica battaglia per arrivare alla VERITÀ, che per lui era DIO, ed era una ricerca squisitamente interiore e ciò implicava un ripiegarsi su se stesso, analizzarsi senza ipocrisie... e concludevo che la lotta che sostiene nelle CONFESSIONES è la mia lotta; la fatica che fa per accettarsi è la mia fatica, sino a giungere alla stupenda concezione del 64
LIBERO ARBITRIO, nonostante la grande fede, perché senza la ferrea dignità del LIBERO ARBITRIO, l'uomo è una marionetta. Mi giudicavo IRRESISTIBILE e mai sazio della foga oratoria; stavo per arringare sul ritorno di Agostino in Africa quando lei si alzò di scatto e al grido di “AAGOOSTINOO È UNOO STRONZOO” se ne stava andando furibonda. Possibile che a volte ci si sente bellissimi, fascinosi, dinanzi ad una persona che ci considera un mostro, e non suona un campanello d'allarme? La voglia di vivere rende pericolosamente ottusi. L'afferrai per le spalle costringendola a una spiegazione precisa. “Se ti piace Agostino non ti posso piacere io; Agostino era un maschilista fottuto, la FOBIA che la Chiesa ha del sesso è dovuta tutta a lui, lo DETESTO”. Non avevo considerato il mio filosofo prediletto da simile angolazione, e, stupito, la pregai di risedersi, e delucidarmi con calma che intendesse. Seduta, continuò con la foga e la forza di chi è in piedi…. che “AGOSTINO, da perfetto nevrotico, ha separato in modo violento l'amore dalla sessualità e collega la trasmissione del pec65
cato originale con il piacere nell'atto sessuale, influenzando tutti con questa teoria, che nel 1165 un francese, GIOVANNI BELETH professore di teologia, proibì addirittura che le donne incinte, morte, fossero portate in chiesa per la liturgia funebre, poiché il bambino che avevano in grembo non era stato ancora battezzato e, affinché la donna incinta, potesse essere sepolta in terra consacrata, le doveva essere asportato il feto…” E non le rammento adesso le numerose offese che ha lanciato contro il mio amato, ma a una frase sono stato io a incazzarmi, chiarendo che se si vuole analizzare la Storia della Filosofia con rivendicazioni femministe, si annulla la FILOSOFIA e chissà che hanno combinato i letterati? I pittori? Gli scienziati? Prendo in considerazione il movimento di liberazione della donna dalla sua apparizione. NON PRIMA. APRITI CIELO! Un altro po’ mi buttava fuori da casa mia, e riprese con maggior veemenza le litanie negative su Agostino, aggiungendo S. PAOLO che sembra che le donne le preferisse VERGINI E MUTE ed è fuggita urlando che non ci vedremo mai più. NO, non è esatto, prima di eclissarsi si è ri66
composta dandosi una sistemata allo specchio e allungando un collo già lungo, mi mandò a dire dall'immagine riflessa con un tono provocante da schiaffi. “IO ADORO CARLO MAGNO È IL MIO IDOLO, ADDIO”. Un nervoso da crisi epilettica, come se una mosca avesse scambiato il mio occhio per una piscina perché CRISTO D'IGNORANZA DELLE SUE OSCURE BRAME non essendo informato a sufficienza sulle gesta dell'intruso Carlo Magno, non seppi demolirlo. Che cazzo c'entra un filosofo con il re dei Franchi e re dei Longobardi e imperatore del Sacro Romano Impero? Questo avevo urgente bisogno di replicare. Acqua in bocca per non peggiorare la situazione. Dissolta nell'afosa sera romana lasciandomi sgomento. Ho un sentimento per lei e forse non lo so porgere, pensavo di essere dolce e ci siamo scontrati, desideravo dirle frasi delicate e la stanza rimbomba ancora di urlacci, che avrei dato per baciarla? UNA FURIA è difficile toccarla. Lo scarto tra l'immaginazione e la realtà è stato molto forte, differente, diverso, per cui, incredulo, io mi sono contemplato allo specchio cer67
cando di circoscrivere quel grumo di solitudine che nell'attesa di lei aveva riso, saltellato, gioito e, avendo qualche problema di tristezza, aveva sognato di liberarsene. Ad un passo dal piacere si diventa elementari, la causa può albergare in un secolo, mentre l'effetto appartiene al futuro se c'è, ed io? Nel mezzo con quel grumo sconfitto dagli eventi, tanto che si è nascosto, respira lontano ansimando e si porta dietro una tomba barocca e vorrei arrivarci per lenire, ridimensionare, consolare, ma non vi sono sentieri e però scruta, e MI SCRUTA lento, solenne, aristocratico, superbo con una maschera che piange senz'occhi. Tra il gioco dell'osare e del perdere per ritrovarmi, la mano sul viso ha accarezzato una pelle rugosa da vecchio.
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17 E vuole discettare proprio con me di S. Agostino? Quello un probabile mio ragazzo? Non se ne parla affatto, salvata in tempo. È un vecchio su di una brutta strada, diventerà un perfetto maschilista a caccia di bambine da stupire e comandare, uno dei tanti uomini che si sentono importanti unicamente perché sono tali. Un uomo è sempre un uomo… sentenziava una nostra domestica. Li riconosco dalla camminata e dallo sguardo quando fissano una ragazza, e poi come si permette? Non è vero che io giudico la Storia della Filosofia da un'angolazione strettamente femminista, questo non me lo doveva dire… NO, NO e poi NOO. Se così fosse tutto lo scibile non lo si potrebbe neanche nominare, le donne non hanno contato mai e hanno subito torture fisiche, psichiche e intellettuali. Io ce l'ho con tre uomini e su questi non transigo e sono S. PAOLO, S. AGOSTINO e S. TOMMASO che non erano solo maschilisti (il che era normale), ma individui che disprezzavano fortemente la donna. 69
La donna l'avrebbero tolta di mezzo, perché, secondo le loro menti bacate, era di ostacolo al cammino spirituale dell'uomo, rappresentava la sostanza impura della terra, e andava eliminata per giungere ad un'ascesi perfetta e se poi non vi riuscivano, la colpa era del genere femminile. E sempre per portare acqua ai loro mulini traballanti, hanno, in malafede, travisato le parole del Cristo! Gesù amava le donne, si circondava di donne e non le temeva. Su PAOLO pesa come un macigno la frase della lettera ai Corinzi “È cosa buona per l'uomo non toccare donna”. Frase che è stata strumentalizzata per secoli, e poi considera il matrimonio un rimedio di salvezza per tacitare i desideri sessuali… Non altro. TOMMASO ha riempito di sciocchezze contro la donna la sua SUMMA THEOLOGIAE, e forse la più grossa e persino comica ripresa pari pari da ARISTOTELE “… le circostanze avverse che impediscono al maschio di generare qualcosa di perfetto come lui sono per esempio, i venti umidi del SUD, che portano abbondanti precipitazioni e fanno nascere esseri umani con un maggior contenuto d'acqua, quindi, poiché nelle donne c'è un maggior contenuto d'acqua, esse possono essere più facilmente sedotte dal piacere sessuale”. 70
Che faccio, rido o urlo? Ma il più cattivo, spietato è stato Agostino; prima di convertirsi (all'età di 29 anni), non ha fatto altro che scopare, scopare e poi scopare, mettendo al mondo un figlio, che non desiderava (all'età di 17 anni) dopo la conversione, temendo di non farcela, era un uomo sensualissimo, scatenò un rancore verso la donna, respingendola tra gli esseri più inferiori della specie. Perché il demonio si è rivolto ad Eva e non ad Adamo? Risposta di Agostino. Egli si rivolse dapprima alla parte inferiore della prima coppia umana. Poi la sua grande cura nell'evitare il concepimento, e la sua attenzione ai giorni sterili della sua compagna, rese vane da un computo errato che gli portarono in dono il figlio Adeodato, si trasformarono dopo la conversione in una fanatica lotta alla contraccezione. Un SANTO Agostino? Un demonio. Sicuramente è all'Inferno dove sensuali donne gli passeranno accanto, scatenando la sua libido repressa. La Chiesa non ha mai favorito la donna, né la sua emancipazione e non so come molte donne si affidino spiritualmente al clero, da cui non sono state né capite, né accettate. 71
Io imiterò Bertrand Russel; niente preti al funerale e lo lascerò scritto nel testamento. Siamo stati promossi, è una notizia che in un altro momento mi avrebbe reso euforica, ora sono distratta e lontana anni luce dagli studi. Però che soggettino! Da quando ci conosciamo non si è degnato di una telefonata, e vabbè che la TELECOM non è il suo mezzo di comunicazione preferito, asserendo che via cavo i conflitti si risolvono superficialmente, però è anche vero che senza il BLA, BLA, i silenzi diventano ere geologiche. Mi sovviene spesso alla mente il nostro giorno di luce e di verde, la gita magica nel bosco; i canneti penzoloni sull'acqua, i giunchi, i cerri secolari, i carpini, i cerri misti alla macchia di leccio e tanta tantissima esplosione di cuscini di ginestre, che è una pianta primaverile e invece stranamente l'abbiamo trovata in estate. Il fiume era nel punto più lento del suo percorso, pigrissimo quasi una palude, rifugio per aironi, germani reali, gazzette, folaghe e nei luoghi più scoperti e assolati vi erano vecchie coltivazioni di noccioli… E noi stupiti e stupidi cittadini vestiti di cemento, con capelli e scarpe di marmo, ci baciavamo e ci amavamo in omaggio alla natura e ci sentivamo in colpa di saper spez72
zare un ramo, abbattere un albero, recidere fiori con la leggerezza di un hobby. Da quando lo conosco, la sensazione dell'essere, del vivere l'avverto più in profondità, scesa di livello, mi sdraio sul letto e mi odo, mi seguo. Vi sono cambiamenti, una fantasia o un pensiero, uno qualunque, non arrivano più chiari, improvvisi, ma sono preceduti da un tumulto che può rasentare la sofferenza di un desiderio. Sì, però non so quale. Correnti irrazionali invadono il mio corpo, e mi sento un passaggio di qualcosa che non controllo. Crescendo s'impara a farsi delle ferite? Proprio una BELLA VIRTÙ! Ho riletto il CAPITOLARE “de villis” del mio amato CARLO MAGNO, il mio idolo. Era un politico, un condottiero, uno statista, un amante delle arti, uno storico, un ecologo e tante altre cose. Se fossi vissuta nel suo secolo mi sarei messa in ginocchio “Come ti amo Carlo”. Quello era un uomo. Una pagina del “de villis” una sola, la metterei sulla scrivania dei nostri politici. “VOGLIAMO che nell'orto siano coltivate tutte le piante: cioè il giglio, la rosa, il fieno greco, la menta gallo, la salvia, la ruta, la limoncina, i cocomeri, i meloni, le zucche lunghe, i carciofi di Spagna, i fagioli, il comino officinale, la ser73
pentaria, l'anice, la coloquintide, l'eliotropio, la nutellina, il cerfoglio di Marsiglia, la lattuga, la zampa di ragno, la rughetta, il crescione da orto, la bardana, il puleggio, il macerone comune, il prezzemolo, il sedano, il levistico, la salina, l'aneto, il finocchio dolce, le cicorie, il dittamo di Creta, la senape, la santoreggia, la menta acquatica, la mente dei giardini, la menta a foglie rotonde, il tanaceto, la nepitella, la piccola centaurata, il papavero da giardino, le bietole, il nardo, l'altea, la malva, le carote, la pastina ed il bietolone rosso, gli amaranti, il cavolo rapa, il cavolo, le cipolle, l'allicriptopina, i porri, le rape e i rapanelli, lo scalogno, le cipollette, l'aglio, la robbia, i cardi, le fave di palude, i piselli, il coriandolo, il caprifoglio, la catapurzia, la chiarella maggiore etc... etc...�.
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18 Circondato da biografie di Carlo Magno. È una pazza. Andarsi a fissare su Carlo che era un normale maschilista dell'epoca, per di più violento, un duro soldato e demolisce il mio povero innocente Agostino, un pensatore, un'anima candida, che in vita sua non ha ucciso neanche una zanzara. PARAGONE DEL CAVOLO! Forse la ragazza non ha letto abbastanza. CARLO MAGNO era un feroce sanguinario, per domare i SASSONI che non ne volevano sapere di assoggettarsi al suo impero, fu capace di crudeli repressioni, e poi si sposò tante volte, ed ebbe molte concubine, e una marea di figli tra legittimi e bastardi ed era gelosissimo delle figlie, geloso a tal punto, che impediva loro di sposarsi, e aveva la camera da letto pericolosamente vicina a quella delle figlie, che si stufarono di restar zitelle e si organizzarono con libertà, e vi furono numerosi scandali a palazzo, e nei CAPITOLARI ve ne sono più d'uno contro la donna. Che mi va contando la bimba? Lo volevano far SANTO (il suo popolo) la CHIESA si oppose perché ne aveva combinate troppe. Rimasto sconcertato e deluso, cioè lo so che 75
non si può giudicare CARLO MAGNO da simile visuale. La sua figura è gigantesca, ma, essendo stato provocato, pensavo di trovare nella sua vita privata o di politico, qualcosa di specifico, a favore delle donne, che giustificasse la sua di LEI passione, per il RE dei Franchi e RE dei Longobardi, IMPERATORE del Sacro Romano Impero. BOH! Un grande uomo del suo secolo come Agostino, eccelso filosofo di un passato impensabile per noi moderni. Sono DUE GIORNI che non la vedo e sento, poteva telefonare, citofonare, inviarmi una lavagna con una parolaccia. NIENTE. Mi dispiace. Meglio litigare subito, siamo due caratteri forti che si scontrano, inutile illudersi e poi le guerre mi deprimono e stancano. Promosso con il massimo punteggio. Che altro se no? I miei rompono con la tiritera dell' università, sì ci andrò, sia chiaro, come, dove, dico io. Si vedrà. In questa casa non hanno ancora capito che metterò intelligenza, energia e cultura al servizio della pura conoscenza, della ricerca, al totale servizio di altra cultura. Disprezzo le carriere e i 76
carrieristi (a mio padre gli verrà un colpo) conseguirò, magari tre lauree (si vedrà) e guadagnerò aggiustando televisori, dando lezioni private, accomodando biciclette. SPINOZA si procurava da vivere tornendo e pulendo lenti per occhiali, e conduceva un'esistenza appartata e modestissima. Sarò amore e conoscenza e le beghe di una vita pratica, me le lascerò alle spalle, non desidero dare nessun affidamento, sono un barbone potenziale. Accuso i miei genitori e altri come loro di aver vissuto badando esclusivamente al ‘PARTICULARE’ senza una visione completa dell'esistenza, e senza alcuna previsione. I padri hanno sfruttato la terra per fini egoistici, questo è stato lo scopo della passata generazione, sarò diverso da chi mi ha preceduto. Io mi farò sfruttare dando, dando senza riserve. Il concetto è rifiutare soprattutto i vantaggi, mai schiavo del sistema, e il benessere raggiunto e trovato non giustifica ogni discorso o azione. Una razza di presuntuosi, falsi dominatori della materia, ha devastato l'ECOSISTEMA. E adesso? Vado a casa sua e la rapisco, il mio disprezzo telefonico mi si ritorce contro.
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19 Io mi faccio monaca! Altro che sesso, passione, storie sentimentali, ho fatto l'amore per la prima e ultima volta in vita mia. Non mi è piaciuto neanche un poco. Passo e chiudo. Un male cane. E tutti quei libri che hanno scritto sull'atto sessuale? Beh se li potevano risparmiare... e gli stravolgimenti, i sospiri, i contorcimenti, i batticuori. Bugie, esagerazioni, fantasie di scrittori malati. E la Sanseverina? Lady Chatterley? Le avventure della Bovary mi davano il suspense... Perché la Badessa di Castro?... Manon?... Quanto friggevo per Albertine e ho molto sofferto per la Karenina. Dai grandi autori delle mie eroine sono stata bellamente presa in giro. Accaduto di notte sulla spiaggia, vicino al mare, anche per lui è stata una prima volta; si capiva! Per quanto fossimo informatissimi NOI super-ragazzi strafichi, a me sembrava che non sapessimo un accidenti. Lui era piuttosto spaventato e cercava di essere il più dolce possibile, sì, sì, ma soffrivo ugualmente e rimasi perché un sentimento appagava il cuore altrimenti sarei scappata da lui, e fuggirò da ogni probabile lui, e da 78
ogni possibile futuro erotico. Io nella vita non voglio soffrire mai. Però l'atmosfera era bella! Una spiaggia deserta è un monumento alla natura, l'aria, mediazione tra cielo e terra come scomparsa (LEGGEREZZA DI UN'ASSENZA) e l'opacità del nero non si chiudeva sulla facilità di un mistero o di un nascondiglio bensì era festa sensuale, richiamo ad un'alta e rarefatta perfezione. Dopo, rimasti a lungo nell'infinito senza tempo di una notte d'estate, sdraiati sulla sabbia ad ascoltare lo sciabordio, a seguire distanze perdute o dimenticate dai VENTI, e sono QUESTI i canti silenti che portano a un ipnotico stupore d'essere, e le voci di una grande voce conducevano l'animo verso sentieri sconosciuti, e la sete antica del ...chi siamo? ...dove andiamo? può iniziare da delicati echi, da sussurri e mormorii e lo schiaffo di uno sciabordio, può far spalancare una caverna, e svelare a ognuno remoti arcani di un sapere cosmico. Silenziosissimi e rispettosi ci stringevamo la mano, cercando di catturare più sensazioni possibili e fissare una degna cornice alla nostra prima notte d'amore. Per me anche l'ultima. LO GIURO.
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20 20.1 Chi è? Sono innamorato di sua figlia e vorrei vivere con lei. E me lo comunica per citofono alle due di notte? ...lei è pazzo ...ma chi è? Non posso aspettare neanche un minuto in più, mi faccia salire, ne parliamo... voglio vivere con sua figlia... voglio vivere con sua figlia.... E mentre gli altri condomini che avevano ascoltato cominciarono a intromettersi pesantemente nel dialogo, lei si precipitò giù e fusi in abbracci piovra e baci-colla a cavatappi, persi negli amorosi sensi, ci mettemmo un po’ a capire, che non era il caso di restare impalati a pomiciare davanti al suo portone, a quell'ora. Per la circostanza avevo rubato la macchina a mio padre e, pur avendola parcheggiata vicino, una fatica arrivarci. Procedevamo avvinghiati e i movimenti risultavano minimi, e mi resi conto nella frenesia di quegli abbracci confusi di amarla disperatamente, ma non avevo nessuna disperazione cosciente da smaltire. La mia esistenza è stata bella. Anomala, ma bella. 80
Chissà! Magari l'istinto abituato a passare minuto per minuto sotto le forche caudine della ragione, accumula di nascosto, presentando di colpo aspetti nuovi e sconcertanti, perché io mi aggrappavo e mi appoggiavo a lei più di quanto una persona possa reggere il peso di un'altra persona. Senza dirglielo o chiedere permessi o verificare una qualsiasi realtà, io mi consegnavo a lei. Che cosa c'era in me di così sconosciuto e represso che era come esploso davanti a lei? E che limitazione amarla con una parte di me che ignoravo. Ma non si trattava unicamente d'amore, era un buio covato dalla nascita che si vergognava d' ESSERCI, per cui mi era stato taciuto dalla psiche e si faceva avanti tra acque torbide, tanto che se in quegli istanti di trasporto ed estraniazione, mi fosse spuntata una terza gamba, segno di diversità e trasformazione, non mi sarei stupito. Scosso da un'energia sotterranea, incapace di abbandonarmi alla grazia e alla dolcezza del sentimento, venivo attratto dalla sua forza, violenza, possessività e quindi a lei non avrei potuto dare cose chiare, e me ne dispiace, TURBAMENTI E MISTERI, comunque stavo spaccando il regno della solitudine e faceva male da morire. Però, stringendola, no di più, fondendola e 81
mischiandola a me mi sentivo esaltato come per una VITTORIA, vocabolo improprio, dato che soffrivo molto avendo una sensibilità che scoppiava per eccesso di sensazioni e per impossibilità di contenerle tutte ma... per quel poco che so del genere femminile, ho visto che le donne hanno un superiore senso della vita, meno paura del NULLA FILOSOFICO, anzi direi che se ne fregano; pur contemplandolo lo perimetrano con un argine tutto loro particolare. L'uomo invece nasce più libero, ma anche più sbandato, e ambisce a entrare in quel perimetro che la donna rifiuta istintivamente di condividere, essendo costruito con le sue energie privilegiate e bastante a malapena a se stessa; allora l'uomo si organizza di entrarci con ogni mezzo (da qui la guerra dei sessi) con amore, con furbizia o violenza e ciò non lo fa per sopraffazione, pura sopravvivenza. Salimmo in macchina carichi d'amore e d'ansia; scriverò una poesia sul respiro affannoso degli amanti, amo quel respiro denso di raschi e procedevo piano per evitare controlli, e arrivammo dopo un'ora alla casa al mare della mia famiglia. La villetta poggia sulla sabbia a pochi metri dalla battigia, ed è al centro di un villaggio di pescatori. 82
20.2 È accaduto. Credo di aver totalizzato tutte le brutte figure possibili e immaginabili. L'emozione paralizza. Ho combinato un gran papocchio. Quanto è difficile questa FAMOSA prima volta, poi due prime volte messe insieme beh! una responsabilità enorme e non ero affatto contento che fosse vergine; che cavolo di BRUTTA ESPRESSIONE, si, si lusinga la vanità, ma non avrei voluto farle del male. Ci sono stati più tentativi, mi fermavo, mi stringevo a lei maggiormente, la baciavo quasi a chiederle scusa. È molto appagante restare appoggiato sul suo corpo, mi solleverò soltanto quando si stuferà, rimarrò buono buono sino alla vecchiaia. Ottima posizione per ascoltare musica, dormire, sognare, meditare. Voglio vedere lei che ne pensa. A lei questo primo amplesso non è piaciuto per niente; secondo me è normale, SOFFRIVA, però che sensazione di pace dopo. Il nostro amore sarà un sentimento ecologico, abbiamo deciso di rimanere qui sul mare a contatto con la natura. Gli amici ci verranno a trovare, i genitori fa83
ranno qualche bizza e poi si convinceranno, io non desidero vivere piÚ neanche un giorno lontano da lei. Il primo letto è stata la madre sabbia, e durante la magica notte abbiamo scrutato il cielo sino a consumarlo, v'era stupore in noi e v'era stupore anche in alto; il nostro amore era il punto di chiarezza nella vastità oscura dell'aria, il raccoglimento da apporre al grande VOLO della dispersione.
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21 EH! No mica scherzavo quando gli ho detto “BADA è la prima e ultima volta” Cristo me lo chiede continuamente, no, non chiede, MUTO, sguardo intenso si avvicina strisciando con pessime intenzioni. Io sono ancora irritata. C'è a chi piace e c'è a chi non piace. A me non me ne importa un accidente. Si dia una calmata; adesso siccome viviamo insieme accampa diritti? Si, col cavolo, sta fresco. Mi ha preso per la sua concubina? L'amo e vivremo in castità. Ci amiamo e ci guarderemo e basta, e siccome sono stata io a soffrire, la decisione la prendo mi. INTESI! Per ora al mio corpo e al suo non ci voglio pensare, mi va di seguire l'epopea della mia sensibilità rivestita d'amore; sento addosso la fluttuazione di un salice piangente posto al centro di una bufera. Chi può dire di se stesso: io sono penna, io sono inchiostro e l'oscillazione del sentimento mi conduce alla sorgente di struggenti poesie. Scrivo tutto il giorno nella testa, molto di più di ciò che poi scrivo effettivamente su questo diario; sono in contatto con concetti profondi che non sapevo di avere. 85
Che meraviglia abitare qui. L'aria di mare, entrando dalle finestre, porta il racconto di vite e paesi lontani, e l'immaginario se ne va per conto suo mai stanco, mai sazio. La mattina non mettiamo piede sulla spiaggia; se abbiamo voglia di prendere il sole, saliamo sul terrazzino della casa che ha una doccia e ci abbronziamo. La striscia di sabbia, davanti alla casa, osservata dal terrazzino con tanto brulicare non sembra più una spiaggia, ma assomiglia a un mercato e smette di essere un posto di vacanza, diventa una fatica, un rincorrersi di voci che copre il rumore del mare, e la propria persona risulta imbarazzante perché STARE significa togliere spazio a un altro. È un continuo spostarsi, urtarsi, chiedere scusa, ascoltare discorsi non desiderati. L'alcova della prima notte la mattina, la diamo ai villeggianti, e ce ne riappropriamo al tramonto quando ritorna ad essere NATURA. L'acqua, la sabbia e il cielo riacquistano il delicato ordine e il loro senso. La moltitudine umana è una colata di cemento sulle zolle di terra che ottura o ottunde i pori della respirazione. Andiamo in giro per il villaggio in cerca di lavoro, ci siamo organizzati con un grande cartello ‘AGGIUSTIAMO TELEVISORI 86
FRIGORIFERI ASPIRAPOLVERE COMPUTERS’. Pensavamo che, per i computer non avessimo speranza; invece un vecchio pescatore se l'era comprato per farlo trovare al figlio emigrante che doveva giungere dall'America, e nel tentativo di capirci qualcosa l'aveva scassato. L'elettrodomestico più malridotto è il televisore. POVERI TELEVISORI! presentano segni di violenza tipo parenti malmenati. Gli utenti raggiungono un tale rapporto intimo con il televisore che forse dimenticano che è una macchina. Se quella non funziona alla perfezione, riceve pugni, scosse che si blocca completamente. Ci siamo divisi i compiti; a me i frigoriferi, le lavatrici, gli aspirapolvere; a lui i televisori, i computer, i lavastoviglie. Guadagniamo molti soldi e la gente del luogo ci sta intorno gentile e incuriosita, all'inizio incredula. Dopo essersi resi conto che ci sappiamo fare, ci osservano straniti come fossimo ABILI PRESTIGIATORI. Le rispettive famiglie sono state ufficialmente avvertite dei nostri programmi, cioè vivere insieme e vivere qui. Hanno avuto ambedue la stessa reazione: im87
barazzati silenzi, domande frammezzate; solo mia sorella mi ha tempestato di domande che era impossibile soddisfare telefonicamente, e le ho detto di venirmi a trovare subito e di portarmi le mie cose. Tra di loro le famiglie non si conoscono, immagino che si telefoneranno per coalizzarsi contro di noi. Quegli sciagurati COSÌ GIOVANI, va bene che sono ragazzi particolari, ma potevano aspettare, cosa gli mancava? Massima libertà; si vedevano quando volevano, facevano ciò che desideravano, chissà adesso gli studi? SCRITERIATI, SCRITERIATI. Signora mia. Dottore mio. Signora mia io proprio non li capisco. DUE BAMBINI!! Perché i lamenti dei genitori sono intellettualmente così scadenti?
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22 Agostino e Carlo Magno li avevo dimenticati e tranquillo sistemavo i libri sugli scaffali. Lei, vedendo i tomi dell'odiato filosofo, si è ricordata della disputa e ha iniziato a inveire contro il mio POVERO TENERO SANTO; beh! allora ho tirato fuori ciò che penso del suo Carlo Magno. A chi inveiva meglio: decisamente è invasata del suo EROE. “Uomo europeo, faro della civiltà, se non ci fosse stato lui, che mise la tradizione orale per iscritto, la cultura antica sarebbe andata distrutta, uomo di grande carisma e, secondo lei, persino BELLO”. Ed io ho aggiunto con una dose di perfidia “SI, SI, ma anche un FOTTUTO MASCHILISTA” precisando che in fatto di femmine Agostino e Carlo stanno sullo stesso piano, e che poi il DE CIVITATE DEI era una lettura preferita di Charles. Ha lanciato una stecca tipo soprano strozzato, tacciandomi di confusionario, puntualizzando che è vero che Carlo ha avuto moltissime donne e che le stimava poco, però non le disprezzava, anzi vi sono alcuni CAPITOLARI in difesa della donna: “Quello che punisce chi considera una 89
donna una strega. Quello che protegge le vedove. Quello che difende l'eredità delle donne”. Poi ve ne sono altri contro la donna, ma la circostanza che ve ne sia qualcuno a FAVORE è importantissima. Invece, secondo lei Agostino covava un odio, un disprezzo senza rimedio verso la donna; stava per dare una manata ai miei amati libri; l'ho fermata in tempo, abbracciandola un po’ preoccupato, dicendole: “Che noi dobbiamo imparare a stare insieme e non a scannarci ad ogni disputa intellettuale. Le differenze saranno molte e che ben vengano, ma bisogna gestirle socraticamente altrimenti è difficile campare”. Nella stretta calda e intensa l'ho sentita meno refrattaria al contatto fisico, dalla prima volta MAI PIÙ. Io friggo, fremo e frullo, la notte me la sogno; ma ci dormo accanto; però non voglio spaventarla a costo di mangiarmi il lenzuolo e magari digerirlo faccio finta di niente. La natura farà il suo corso. ALMENO SPERO; raramente fallisce in queste cose, proprio a me deve capitare un SUO smacco? Per riportarla alla calma tirai fuori un discorso da saggio e mi compiacevo di me stesso perché credevo di averla convinta. NON SO DI CHE di qualcosa, ma lei, divincolandosi dall'abbraccio e con tono tagliente “Tu t’illudi, sarai mollato 90
quanto prima e il prossimo sarà un ragazzo che non ama l'Africano; sei pericoloso e sono già stufa, arcistufa di te, vai a quel paese”. Poi scoppiò a ridere e mi alleggerii. Scherzava? Parlava sul serio? Le presi la mano e corremmo sulla spiaggia pomeridiana ormai vuota, e camminammo lungo la battigia contro la luce, i riverberi, la danza delle spade dei riflessi, ed era come entrare in un simulacro per rubare dei segreti. La foschia rimpiccioliva gli occhi, il mare calmissimo chiedeva di essere ignorato, eppure, anche calmo, io non riesco a dimenticarlo. Se gli sono vicino gli appartengo, la sua evocazione mi possiede completamente. VUOTI, FELICI, REALIZZATI ci fermammo in un punto deserto, tuffandoci con urla e schiamazzi; nuotando a dorso ebbi una sensazione di potenza, quasi d'immortalità. Mi sembrava d'essere dentro un preciso disegno, la bellezza era tanta che non poteva risultare gratuita; un attimo di armonia cosmica, causa ed effetto e sillogismi procedevano in parallelo e non restavano nell'intimo particolare della terra... SALIVANO... SALIVANO ad altezze e profondità galattiche. Si vedeva meno e, incantati e storditi dal rumore che producevano i nostri corpi, ci trovam91
mo a una distanza spropositata dalla riva. Il ritmo del crawl aveva annullato la fatica fisica, trasformandola in una musica che l'udito ambiva ad ascoltare. Che sguardo strano ci donammo l'un l'altro; uno sguardo in cui vi era tutto il pieno della vita, compresa la paura e la diffidenza verso ciò che è ALTRO. Le andai vicino e la spinsi con forza sott'acqua, e lei, aggrappandosi alle mie caviglie, mi trascinò con sé. La cerco sempre con un bacio, una parola, un regalo; forse sono noioso, lei è più autonoma e non capisco se è il suo carattere o sono così le donne in generale. Come sugheri vagabondi in un OCEANO ci riaccostammo alla spiaggia ed eravamo a pochi metri dall'approdo quando lei si mise a correre impaurita. Ho guardato il punto incriminato e risi perché aveva urtato un branco di pescetti, non se l'aspettava e si è spaventata però erano pesci immobili. Ne afferrai uno, era stecchito, l'osservai meglio e rimasi io impressionato; al pescetto mancava un occhio, allora ne esaminai un altro e un altro ancora. UN BRANCO di pesci morti, privi di un occhio. Fuggimmo e trascorremmo la notte a piangere e ad amarci. 92
Non possediamo altro che noi stessi. Anche chiusi in casa ci sentivamo BRACCATI.
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23 Le nostre belle famiglie sono arrivate ambedue INSIEME. Un summit-meeting. Non sapevamo da dove iniziare. Perché? C'era da iniziare qualcosa? Forse si; beh non ci veniva niente da dire. Si udivano le gole che si schiarivano, e le interruzioni verbali, appena nate, ritornavano nel buio cerebrale. Io ho tredici anni, lui quattordici, GENITORI PERDONO L'ABBIAMO COMBINATA GROSSA. Questo lo stile? Certo da commentare v'era. Ormai era inutile. Decisamente appartengo ad una prole acida, scombinata e sbilenca; i genitori sono venuti a vedere come stiamo e ci hanno portato tanti soldi. Noi non volevamo accettare; abbiamo spiegato che guadagniamo abbastanza, ed è ciò che temono che, per pensare alla pagnotta, tralasciamo gli studi. Il nostro futuro li ossessiona. Insistevano e i soldi alla fine ce li siamo presi. Alle domande ha risposto lui, ma avevamo concordato prima una strategia d'amore. Un anno di tempo senza far niente poi iscrizione all'università. Ci dedicheremo solo a noi stessi. Rimasti malissimo. CAVOLO! Siamo così 94
giovani e in anticipo con gli studi che possiamo aspettare! Mio padre sogna per me una carriera bancaria. Figuriamoci se non sognasse! Speravo che ambisse a qualcosa di più stimolante; ci vada lui in banca. La banca è per la sua mentalità, il massimo dell'ordine esistenziale e la donna lui l'associa ancora alla parola ‘ORDINE’. I miei parenti guardavano in un modo che mi metteva imbarazzo; di colpo sono diventata una donna di passione. La sister friggeva, mi avrebbe sottoposto a un terzo grado per soddisfare la sua morbosa curiosità, specie in fatti di cuore. L'unico veramente allegro e disteso era suo fratello, felice per la gioia del fratello; li unisce un rapporto molto speciale. Vederli così i quattro genitori, seduti, compiti, assomigliavano a delle verdure bollite. Si saranno amati, indubbiamente, senz'altro, attraversato rabbie e gelosie... nulla s'indovinava degli antichi ardori. Avevano abbandonato le intermittenze del cuore in un'altra era. L'amore che stiamo vivendo non ce lo siamo inventato; è un sentimento profondo e serio, ma che pena constatare che destiamo ansia, preoccupazione, VADANO A QUEL PAESE IN BLOCCO. 95
Dire o gridare che ci sentiamo estasiati, rapiti, stanchi di sguardi, carichi di abbracci e con bocche dolenti, incapaci di dormire, riposiamo a turno, uno osserva l'altro mentre riposa, per non spegnere mai la fiaccola del sentimento. TEDOFORI DELL'AMORE. Ho ripreso ad amplessare; va un po’ meglio. Parliamo, parliamo, discutiamo, leggiamo ad alta risonanza SOMME poesie d'amore, amiamo alla follia DYLAN THOMAS e lo ripetiamo come dischi inebetiti ‘AMORE STILLA A GOCCE E SI RAGGRUMA’ noi siamo nel RAGGRUMO di Dylan. CERTAMENTE. Mia madre mi ha chiesto se anche quest'anno in autunno intendo accompagnarla a Salsomaggiore. Ho risposto di sì. Lui ha fatto un salto vedendosi escluso. Io non volevo. Ma dopo gli ho spiegato che mamma ha un'asma bronchiale, e le inalazioni di salso sono le uniche cure che le giovano e può venire anche lui. Mio padre non va in luoghi di assoluto riposo perché si annoia a morte.
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24 Oh! Si, rispetto il suo silenzio, anch'io ne ho bisogno leggo, medito, passeggio. Convivere è curioso; l'altra persona sposta l'ago della bilancia dell' Io più profondo. Avverto uno stiramento dell'anima. Adesso io sono il nome, cognome, peso, altezza con una donna accanto che va aggiunta. COME UN'ARTERIA IN PIÙ. La carta d'identità s'arricchisce. CRISTO perché tace? Prendo atto del suo mutismo, per quanto devo rispettarlo? Un'ora? Due? A me piace far finta di essere assorto in intellettuali faccende e osservarla di sottecchi: mi cammina davanti in due pezzi, con i capelli sciolti e la immagino vecchia, grassa, contornata da figli e nipoti. Chissà forse non sono abituato ancora alla sua presenza. ABITUARMI? MAI. Ogni giorno apro una finestra su di un altro mondo. Lei nel ménage si muove con naturalezza; dove ha imparato? Riesce ad essere se stessa nei silenzi, nei battibecchi, nella concentrazione e se le dà fastidio spegne il contatto senz'imbarazzo. Io sono più sbalordito dai nuovi eventi e sono leggermente condizionato dalla sua presenza. 97
ZAVORRA. ZAVORRA. ZAVORRA. Visite delle famiglie. Quando ci siamo salutati ho faticato ad accettare la realtà. Erano molti giorni che vivevo in un sogno e, vederli compatti, uniti e anche se non ci hanno detto niente, RIPROVEVOLI, mi ha costretto a un salto da schizoide. Sentivo quasi di detestarli NO, NO è che loro sono arrivati portando il mondo che abbiamo rifiutato, cioè quell'abbraccio negativo che noi, forse con la lotta, la fatica, le sconfitte faremo diventare a nostra misura, ma ne abbiamo poca voglia perché l'essere diversi ci rende fragilissimi e poi lo stile di vita dei genitori non ci piace; ma, per quanto abbiamo le idee chiarissime, sarà difficile trovare un personale MODUS VIVENDI. Sulla fronte dei parenti v'erano scritti questi concetti. Abbracciare mio padre dopo un passo così importante mi ha commosso; per un attimo si è lasciato andare, poi, subito, ha ripreso a considerarmi un fanciullo stravagante e ciò mi ferisce. Poteva iscriversi a un corso di recitazione, e fingere verso di me un atteggiamento adeguato ad un figlio particolare. Ci hanno portato tanti soldi: TERGIVERSATO per cinque minuti; al sesto abbiamo arraffato; 98
temono che il contingente ci distragga dagli studi. Ho dilazionato l'iscrizione all'università; RIMASTI MALISSIMO, come posso badare ora a libri e scartoffie? Ci amiamo SIGNORE e SIGNORI siamo in luna di miele, ci sollazziamo e che nessuno ci disturbi. Accarezzarle le gambe è un accurato lavoro da pascià. SIGNORI di una ragione terrena restate nelle vostre concrete dimore; qui regna l'inutile, il capriccio; voluptas dei sensi e della mente, rincorriamo con l'acquolina in bocca le varie accezioni di un vocabolo e, se non concordiamo in una, tiriamo fuori cavilli, illustri esempi, scartabelliamo dizionari, enciclopedie... SIGNORI di una realtà di cui non ci frega niente, qui impera l'OTIUM purissimo, cristallino; impieghiamo un'eternità a osservare un panorama, e con il rumore del mare ci facciamo sfondare l'udito e con la sua vista, saltare le cervella, perché diventa un cervello pieno d'oppio; il tremolio ossessivo dell'acqua ottunde felicemente la cementizia ragione e ci baciamo, ci baciamo come lascive BERTUCCE.
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25 Brutto giorno. Un'intervista su cosa mi piace veramente durante l'atto sessuale. Così a freddo. Ho tergiversato, celiato, poi, per bloccare la sua insistenza, “TUTTO” e si è arrabbiato “Sì, sì TUTTO significa NIENTE” subito ho corretto il tiro “Provo UN PIACERE DIFFUSO” e ha ulteriormente insistito. Desiderava risposte intime, particolareggiate e precise. Una conferenza la sua “che il sesso è una pianta che va coltivata, però bisogna metterci attenzione, impegno, seguire le sensazioni diffuse, affinché diventino sensazioni localizzate”, e mi ha avvertito che, se non collaboro, tra qualche anno, “sarò una delle tante donne frigide in circolazione”. Il fatto è che del sesso me ne importa poco; mi sembra di essere una cerebrale con una sessualità lontana. Su ciò ho taciuto. Vado matta per le parole d'amore, i preamboli, i rituali. Sono scoppiata a piangere dicendogli che l'amo e che sbaglia e lui, imperterrito, “che l'amore non basta, è un ottimo inizio, ma ci vuole maggiore confidenza, e che lui può dare moltissimo e che la nostra vera profonda unione deve ancora 100
iniziare”. Mi ha anche rimproverato di essere poco disponibile e con un animo in fuga. Le mie lacrime cadevano sul cotto come gocce di cera che non lucidano, ma macchiano. Sporche di dolore. Ferratissimo sull'argomento SESSUALITÀ FEMMINILE. Mi ha spaventato “LA NOSTRA PROFONDA UNIONE DEVE ANCORA INIZIARE”. Sto vivendo un assoluto; che altro ci sarà? Andati sulla spiaggia a raccogliere i rifiuti, si sono uniti dei ragazzi. Che bello poi ammirare la sabbia pulita. Peccato che dura poco. Ci avventuriamo anche sulla spiaggia libera; lì possiamo agire per qualche metro, ci vogliono vere attrezzature piuttosto che i nostri sacchettini. Mentre lavoravamo, zitto tu che taccio io, e alla fine il pensiero di passare la serata con il suo malumore e con il mio... o peggio con la ripresa dell'indagine, mi ha fatto desistere dall'accompagnarlo a casa. Non si è voltato nell'allontanarsi. DIVORZIO e ho seguito gli altri spazzini volontari, due ragazzi e una ragazza che si tuffavano. Un bagno corale pieno di canti stonati, risa, quasi affogamenti salti e giochi, però che strana percezione di chiusura, tentavamo di mandare la nostra allegria lontano, di spingerla verso un 101
ALTROVE e invece il vissuto tornava indietro, eravamo costretti prima ad ascoltarci e poi a riascoltarci, come se stessimo in uno spazio senz'avventura. Abbiamo trascorso la serata sulla terrazza di un ragazzo, a mangiare, a bere, discutere, ad ascoltare musica. E quando la notte, al massimo del suo splendente lutto, si è depositata tutta sul trono del suo nero, i miei amici, catalizzati dalla vetrina della volta celeste, si sono messi a dialogare con le stelle. Dicevano dei tali sfondoni sui nomi che sono stata zitta a fatica, mi sono ricordata in tempo, dello sguardo sinistro che mi era stato lanciato in altre simili occasioni. Interrompere una beata ignoranza equivale a uno schiaffo. Confondevano l'ORSA MAGGIORE con il Piccolo Carro, CEFEO con Cassiopea e non riconoscevano la più bella, evidente, la più luminosa SIRIO nella cintura di ORIONE, 25 volte più luminosa del SOLE e nella meraviglia dell'osservazione ho recuperato le parole di VON BRAUN e quelle le ho pronunziate ad altissima voce, provando una rara felicità nell'appartenere alla sacra casta dei VIVI “Nel libro dell'evoluzione cosmica, verosimilmente non ne rimarrà 102
traccia. Tutto in un’epoca incalcolabile potrebbe finire nel magma prodotto da un evento planetario che vedrebbe fuse, in un attimo, porzioni di galassia�.
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26 Per ammirare la natura. Dove non c'è gente, distanti dalla vertigine malata del cemento, ovunque ci sia aria, spazio. Per ascoltare i respiri della terra: nel grembo di un bosco, lungo le coste, allo sbaraglio tra le cattedrali USA e GETTA dei venti. Avidi di alberi, sabbia, rocce, di scogli, trompe l'oeil. Biciclette, autostop, attesa di eterni autobus e camminiamo sino a contemplarci le bolle dei piedi. Carte alla mano. Da un lago a un monte, da una selva alla campagna. Scoperte, itinerari di bellezza, in alcuni istanti ci abbandoniamo talmente allo stupore dell'ipnotico verde che, felici, dimentichiamo le vicende personali, e inizia un viaggio diverso da quello specifico del sentimento che ci unisce. Sembra di abbattere un palazzo spirituale, la piramide altissima del comando perentorio e arrogante delle esigenze del proprio IO. L'IO è un palcoscenico geniale, ma after la sua sconfitta si sale su altri palcoscenici, liberi dalla prigione della quarta parete. Che sensazione allora di aver compiuto il triplo salto mortale e, di conseguenza, mi trovo al seguito di una scia misteriosa che non chiede 104
niente, e conduce da nessuna parte. Se abbasso il volume delle pretese della razionalità posso sentirmi un SUPERUOMO, in un senso molto differente da quello di NIETZSCHE, cioè rifiuto lo spirito socratico, assumo lo spirito DIONISIACO e lo oltrepasso portandolo alla quiete, all'oblio e alla staticità del puro ESSERE. E noi, fanciulli amanti camminatori diventiamo sempre più autonomi. Ci amiamo in maniera essenziale, cruda. La solitudine in cui siamo immersi poteva rappresentare un limite. ABITUATI ALLA CAPITALE e viziatissimi. Invece il silenzio mobile della risacca è il sottofondo ormai abituale. Con lei in città? La storia si sarebbe persa, dispersa, confusa al caos metropolitano. Qui tutto è costruzione, nostra memoria che si accumula in un passato da sfogliare come fosse un album. Che altro se no?
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27 Ben inteso. A me non piace occuparmi della casa, della cucina, del ménage e nemmeno a lui ma, siccome è impossibile vivere nella sporcizia e nel disordine, si è convenuto che a giorni alterni, due ore al mattino, le dedichiamo alle pulizie. Essendo due, le ore forza-lavoro si sommano a quattro, ed è grasso che cola per le nostre semplici esigenze e, annoiandoci a morte a spazzare, spolverare, raschiare, sciacquare, separatamente, abbiamo concordato di stare insieme nella stessa stanza, così ci diamo la carica. Chiacchieriamo e controlliamo le rispettive pigrizie e anche furbizie. Però però da un PO’ lui mi sembra che ci marci. Gli leggo nell'iride un'espressione da lavativo-represso. A casa sua non muoveva un'unghia, come me del resto: “TUTTI INTELLETTUALI” gridava mia madre. Se continua così al fanciullo-convivente io gli mollo una pizza. Fa finta di darsi da fare e si siede subito. Secondo me ci sta provando ad aumentare le mie responsabilità. Passati i giorni dell'euforia ‘I GIORNI DEL VINO E DELLE ROSE’ si ritorna se stessi. Il mio tenero illuso amante forse pensa che io, da brava femminuccia, sia maggiormente attaccata 106
alla casa e alle masserizie. Forse sta elucubrando che, siccome l'amo perché l'amo, mi sta salendo anche la temperatura dell'istinto casalingo. ROBA DA OPERA DELLO SGHIGNAZZO. Il mio caro dolce BAMBINO, non sa che io attendo 24 ore, questo perché sono molto molto paziente, e poi lo stendo con una parolaccia e me ne vado. Io alle faccende domestiche, al focolare, a tutte quelle balle lì preferisco un trattato d'informatica, e lui queste mie teorie le sa... le sa, ma non può fare a meno di provarci. Non esistono dubbi in proposito. O si soffre in due, o si va in ALBERGO. CHIARO.
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28 Inspiegabile! Questo è un piccolo villaggio di pescatori trasformato in un posto di villeggiatura e proprio qui si è accampata una compagnia di teatranti. Hanno sistemato una tenda sulla spiaggia. Affisso le locandine al bar, ristorante, tabacchino. Dalla lettura era poco chiaro che commedia fosse. Se era una commedia. Io immaginai uno spettacolo d'avanguardia e sotto la presentazione degli attori a caratteri grandi: INGRESSO LIBERO. La sera della prima, un tendone gremitissimo. Al villaggio sia d'inverno che d'estate il teatro non giunge mai, e si percepiva l'animazione di una sincera attesa. Viva curiosità. Chi erano costoro? Le potenti luci dei riflettori accendevano il colore della sabbia, evidenziando nella splendida cornice naturale una grande desolazione, LEMBI di vita creati e abbandonati a se stessi, per cui maggiormente si sentiva l'esigenza dell'attore che, incastonato nel panorama, avrebbe sostenuto e riempito l'affascinante vuoto. E, se ebbro di grumo teatrale, fosse esploso in un “SIGNORI IO SONO DIO”, ciò lo si sarebbe potuto capire, accettare, approvare. 108
Alla mezz'ora di ritardo il pubblico seccato ha applaudito. NIENTE. La rappresentazione sembrava lontana e sono cominciate a volare parole grosse. Vi era bellezza da vendere: la sabbia illuminata, il richiamo marino, la tiara del cielo. Mica scemo l'impresario! Sistemando la tenda vicino al mare, aveva risparmiato sulla scenografia togliendo di mezzo lo scenografo. La rabbia del pubblico si trasformò in lanci di lattine, ortaggi, gigli appassiti che puzzano più delle carogne. Dura Compagnia di ostinati silenzi, ritardi o disorganizzazione. Un signore andò nel retro e tornò con una faccia stranita. “Nei camerini non c'è NESSUNO” e altre persone si precipitarono a verificare e dissero le stesse frasi e anche noi compimmo il rito. I camerini spalancati (bocche vomitanti) molto vissuti, lavorati, persino sofferti: maschere contorte, vestiti economici appesi e sbilenchi, trucchi smozzicati, parrucche malate di alopecia androgenetica come se le prove fossero avvenute e una calamità avesse impedito il debutto. SCIARPE CON SEGNI DI MORSI. Via la rabbia, la speranza, l'entusiasmo, gli astanti scomparvero con mestizia. 109
Restammo noi due, buoni seduti, dolci e dolenti. Il rumore del mare ormai faceva da padrone, e saliva saliva aggrappandosi all'albero della sera con forti ruggiti. L'immondizia aveva cancellato l'eleganza metafisica della composizione e, forse per restituirgli dignità, lei salì sul povero bistrattato palcoscenico e si mise a recitare ‘LA CASA DEI DOGANIERI’. L'atmosfera era giusta. Di totale inappartenenza. Ma lei non fu più forte della desolazione che regnava, perché le masse oscure dell'aria notturna le premettero in gola, smorzando l'energia degli stupendi versi e smise attonita e impaurita. Le onde aumentavano il sonoro, attimo dopo minuto, l'avvicinarsi del fondo della notte le eccitava. Un vento deforme rincorreva l'immondizia. Avanzava una tempesta. Quel teatro era innaturale e spiava malevolmente. Ci sentimmo cacciati, respinti, ma nell'abbandonarlo noi lasciavamo anche un seduttivo complicato gioco di luci artificiali. Rimaste inutilizzate. L'indomani la tenda era scomparsa.
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29 Eliminato il superfluo. Ci siamo accaniti sui porta-qui, porta-là, i portaspugna, i portaspazzole, cuscinetti, centrini, e ricamini, i tappetini, le fodere dei cuscinetti, gli sgabellini, i cestinetti. Suo commento mentre operava “Se venisse mia madre sverrebbe”. Al piano terra vi è un salotto-pranzo, cucina, bagno. Al primo piano, tre camere da letto con due bagni. Infine la terrazza dove abbiamo sistemato un potente strumento di ascolto, e anche un telescopio, e trascorriamo le serate a cercar di sentire la radiazione cosmica di fondo. Ci proviamo. La casa è grande con abbondanza di sovrappiù. Via le spalliere ai letti, i quadri, i vasi, le tende, i portacenere, pentole, piatti e posate in eccedenza, e come quattro eminenze offese, hanno preso la strada dell'esilio la lavastoviglie, la lavatrice, il frigorifero e il televisore e alcuni mobili. Alle persone del villaggio si è chiesto se eventualmente avessero avuto bisogno dei nostri casalinghi. Le donne del luogo non se lo sono fatto ripetere due volte, e poi siamo stati attenti vigili e presenti al trasloco. Altrimenti si sarebbero portati via anche il poco che ci resta e che ci serve. 111
Il vuoto adesso assomiglia al vuoto di un convento. Essenziale, scarno, fatto di ossa e di rughe, affiora il nucleo, il romanico celato e questa spoliazione ha il significato di un imprimatur: la firma di un sentimento vissuto senza orpelli. Le stanze hanno ombre diverse, echi profondi, differenti rimandi, mutate suggestioni. Il motore è cambiato. I nudi muri fuggono prima ad altezze e biancori che si esaltano da soli, e gli spazi acquisiti sono amici che vengono incontro. Con i nuovi amici posso danzare con più comodità, ma anche declamare, fantasticare maggiormente. La libertà vertiginosa di uno spazio bianco è una carta da imballo che avvolge con sensuale delicatezza i cristalli liquidi dell'anima.
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30 Che razza di amore ha questa donna per me? Mi ha lasciato andare alla deriva senza muovere un dito. A volte sprofondo in zone remote, inaccessibili, inizio a fissare un oggetto, uno qualsiasi, magari un bicchiere e sento di detestarlo, più lo contemplo e più mi sembra che rappresenti la mediocrità umana. Si dilata e stacca un particolare nella psiche e per sopportare l'innocua forma, trasformo il bicchiere in una scultura; però vivo tra mostri e sforzi che divorano, distruggono, indeboliscono. Sopravviene un odio, un disgusto per il misero perimetro in cui si è costretti ad esistere, pur avendo l'essere umano gli appetiti e le speranze e le sofferenze di qualcosa di grande, vasto, magnifico, ma che infine resta una sensazione ambigua, sfuggente; vicina nel sangue, pronta ad una conoscenza specifica, inafferrabile nella sostanza. Capisco coloro che si drogano, bevono. Raggiungere mete assolute all'interno di se stessi è un'esistenza connaturale con il patrimonio genetico. Forse il senso della vita è la gestione della propria malattia mentale. Tutti siamo pazzi. CHI 113
riesce a non farla esplodere la follia HA VINTO. Si è guadagnato il diritto a esistere perché l'eccesso nelle vene è di casa. Il sangue confuso dall'evento traumatico e misterioso della nascita, tende a ubriacarsi di se, per cui il BILICO dell'equilibrio è il proprio destino. Mia gelida aristocratica amante, come hai resistito immobile e impotente dinanzi a questi smottamenti? Il fatto è che non basta avere tanti interessi, convivere con il grande amore. Niente è sufficiente. La BESTIA è in agguato. Nella psiche vi è un tritatutto; la psiche è una fogna a cielo aperto, una spugna, una dentiera insaziabile. AMORE NON lasciarmi a me stesso. Quando vedrai ancora la cupa stranezza nei miei occhi. Si lo so tu non sapevi, io AMORE sono malato di vita, eccessivo con tempie deliranti senza poterlo poi essere sul serio. Dopo mi calpesto da solo, e l'indomani riprendo la soma e ricomincio ad andare, silenziosamente.
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31 Il mare ha terminato di danzare tra scaglie d'oro, fili di platino, riverberi d'argento. L'acqua di fine settembre riposa lieve, bisbigliante e discreta tra dolci lividi presagi. Fa ancora caldo, ma le ombre, come orme di animali estinti, affiorano prima dalla terra. Si vede il fondale marino in una trasparenza senza luce e il dondolio ossessivo delle increspature è una bocca salmodiante che soffia su acquatici canti gregoriani. Scrivere un libro sui cambiamenti marini. Le quattro differenze importanti: autunno, inverno, primavera-estate poi le dodici dei mesi; nel contesto di un giorno vorrei descrivere i fantasmi dell'aurora o la forza del sole che batte forsennato sul metallo dell'acqua a mezzogiorno, e gli elementi che durante il pomeriggio si staccano dal mare, spogliandolo lentamente. Dovrei essere una grande scrittrice per riuscirci. A settembre il sole fa lo sci d'acqua. Volteggia, gioca, lascia cadere la sua tavolozza, dà spessore di marmo a porzioni di cielo, apre e chiude squarci, come fossero saloni di un castello. “L'ACQUA È UNA FIAMMA UMIDA”. E purtroppo l'umida fiamma è coperta di 115
schiuma e quando le correnti si fermano la schiuma unta, bianchiccia, disgustosa si deposita su mucchi di alghe marcescenti. Bisogna stare attenti dove ci si bagna. Guardare. Studiare bene il posto. Parto con mia madre per le cure termali. Con lui non si tocca l'argomento. Vedo che s'intristisce, gli ho chiesto ripetutamente di accompagnarci. Mi risponde che, dopo la nostra orgia di solitudine, non saprebbe stare con me insieme a un'altra persona. Ieri aveva lo sguardo di un pazzo e mi sono spaventata.
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32 Amore fuggiasco perché vuoi che ti scriva? Lo faccio a fatica, ho da comunicarti spiacevolezze, sei via da poco e vorrei sbattere la testa al muro. Il silenzio della casa è mutato (noi (sereni) tacevamo per re). Una tromba d'aria risucchia la mia persona senza tanti riguardi. Forse il distacco è stato brusco... Che cavolo dico? Lo sapevo da tempo che avresti accompagnato tua madre alle terme. Vagando di stanza in stanza, urto con la parte di te impressa nei ricordi, e sai quanto ami la solitudine, ma i pensieri e le immagini e i desideri, i dialoghi tutto avviene con te. Io c'entro poco come singolo individuo. Sei una storia, un sentimento e un sistema. Potevo accompagnarti! Se questo è l'inizio sto fresco, sei scomparsa con la macchina di tua madre una mattina di fine settembre… L'alba, la foschia, il mare era BARLUME lasciandomi sgomento: una cosetta abbandonata in un punto X della costa laziale. Voglia zero di fare qualsiasi accidente. In una convivenza si è osservati dall'altro. VITA SPECULARE, CATOTTRICA e, avendomi TU restituito a un grande spazio, mi hai anche immerso in una grande confusione. 117
Talmente malandato che volevo tornarmene dai miei poi ho reagito. Quindici giorni e saresti tornata. Discutevo tra me e me e le parole, in certi casi, saziano e riempiono solo l'aria. Continuavo a star male. Ho telefonato a mio fratello chiedendogli di venire, e, devo dire, che nel vederlo ho provato sollievo, ma più che da undicenne l'ho trattato da psicoanalista. Gli parlavo, NO veramente lo assordavo di te. Avevo assoluto bisogno di pronunziare il tuo nome, di consumarlo, di metterlo in circolazione; credo però che della profondità di un sentimento non recepisca nulla e mi sono vergognato di approfittare di lui. OCCHI STUPITI DI BAMBINO. L'ho portato in spiaggia ed era una di quelle giornate che sarebbero piaciute a SANDRO PENNA; oggi lui sarebbe uscito, niente vento o afa, una luce vivida e discreta, temperatura distante dal termometro della pelle. È raro trovare un giorno, in cui gli elementi sorreggano se stessi senza spingersi l'un l'altro. Abbiamo preso una barca e, remando, ci siamo fusi allo stupore abbagliante nell'infinitamente piccolo. AMORE, la luce che si riflette sull'acqua UBRIACA, la considero memoria del mondo, cineteca delle meraviglie e mi mancavi molto 118
mentre remavo; ogni sensazione restava su di una soglia piccola e monca. Tu sei il seguito di quell'entrata, con te accanto le percezioni diventano essenza. I remi scorrevano duttili come pattini su di una pista infinita, e sarei arrivato a te remando, però remare è anche doloroso. Il movimento arriva dai muscoli e da tesori della psiche, e potenzia la forza delle idee e, dopo, il rematore è solo a districarsi in mezzo alla sua grandezza. Del proprio meglio non può usufruire, anzi piano piano deve rientrare nei ranghi. A sera eravamo sfiniti. Ci siamo addormentati di colpo e l'indomani avevo un fortissimo desiderio sessuale di te. T'invio una pagina del mio diario. Il ritratto di un tuo momento. Così ti vidi. “Io non avevo voglia di bagnarmi e s'incamminò da sola e rimasi a guardarla seduto sulla sabbia. L'acqua aveva l'immobilità e la levigatezza del marmo e lei immergendosi, spaccò in due il blocco unico e si allontanò velocemente. Attratto dall'andirivieni di un granchio che trascinava il faticosissimo pasto me ne dimenticai. Riprendendomi dalla distrazione, la colsi quando riemerse dalle acque, e il suo avvicinarsi alla riva assomigliava a una danza. Mi apparve tanto diversa dai dieci minuti pri119
ma che stentai a riconoscerla, la vedevo più grande, più matura con un'andatura superba che mi sembrò la concretizzazione di ciò che Kant chiama ambiguamente ‘UNA FINALITÀ SENZA RAPPRESENTAZIONE DEL FINE’, cioè lei aveva raggiunto con attorno il nudo panorama marino, avvolta nella tarda luce pomeridiana, una tale essenzialità in sé, che aveva in un certo senso, abolito e oltrepassato e fatto cadere il fardello estetico e io la fissai nel punto nodale in cui era confluita forma e senso della forma, MIA AMATA FINALITÀ”. A questa foto ricordo sono legatissimo. Non capisco come hai potuto abbandonarmi. Senza di te io non viaggerei, ma io ti amo di più di quanto tu ami me. Beh, la prima idea di te e me è stata mia. BIMBA io ti ho creato.
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33 Mentre tu, amore, ti sollazzi e vivi momenti languidi e romantici io colgo sorprese, odo novità, subisco cambiamenti. E SONO SOLA! Mamma fa le sue cure giornaliere e sta bene, io avevo un dolore al basso ventre e un leggero ritardo. Più per scrupolo che per convinzione (il posto pullula di medici che a braccia aperte attendono i pazienti) sono andata dal ginecologo. Mi ha comunicato molto tranquillamente “RAGAZZA sei incinta”. COME TRANQUILLAMENTE? SONO COSE TRANQUILLE? Sono bombe, e ti volevo accanto per esplodere. Il medico continuando con il gioco della calma, ha raccomandato “Prudenza”. Due test hanno confermato la gravidanza. Quando facevamo l'amore senza controllo, ci pensavo ma, non essendo avvenuto subito, mi sono dimenticata che poteva accadere. Chissà per quale motivo noi, che abbiamo affrontato qualsiasi argomento questo lo abbiamo omesso. O siamo due incoscienti o lo davamo per certo. È una macchia sul nostro amore proprio perché non avevamo chiarito, lasciando la decisione al caso e tu sai quanto il caso possa 121
essere sciatto e maldestro. Completamente disorientata. Stavo appena imparando a convivere con te, a darmi a te che devo già scindermi. La notizia mi ha tolto il sonno per una notte, notte di riflessione, decisioni, in poche ore ho racchiuso le immagini di una vita intera, e all'alba qualche filo grigio si era mischiato al biondo. Adesso che ho assimilato la durissima novella sto meglio. La solitudine della decisione, puntata sulla luce fortissima di un'unica Idea ha polverizzato il resto, rendendo il mio cervello simile alle tessere di un mosaico, e più era buia la notte meglio saggiavo la tempra della Decisione di una maternità. Veniva scartata, subiva opposizione, la contestavo, soffrivo e però restava sovrana al centro di un ragionamento tormentatissimo, ma resistente, ferrigno, tenace. Alla decisione terminale ci sto arrivando e avrai capito che protende più per il sì che per il contrario. Su quella strepitosa frase di Kant non sono del tutto d'accordo. Il significato può essere un altro e più d'uno. Hai dimenticato di dirmi dove l'hai trovata? In quale opera? Il senso che ne hai tratto è una tua interpretazione, o significa proprio ciò che hai scritto? 122
Però accidenti! Mi ha inorgoglito, mi sono sentita DIOTIMA. A proposito non so l'età che aveva Diotima quando conversava con i filosofi e non so nulla del suo aspetto fisico. Domani vado in biblioteca. Grazie amore! Un ritratto, un'istantanea piÚ bella di qualsiasi ritratto o foto. Devo fare una serie impressionante di esami. Vieni a farteli TU. Mi rompo.
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34 E me lo dici così? Con una cartacea striminzita letterina? Ti accuso di avarizia di sensazioni. Io mi sono scolato una bottiglia di champagne, perdendomi totalmente nella stupefacente novella. AMORE nessuna macchia. Sì, sì amati da pazzi, superato il periodo iniziale della tua riluttanza, la nostra sessualità è risultata spontanea. Ci siamo abbandonati a un rapporto solido e sicuro, e con la decisione di lasciare le rispettive case, ADESSO la famiglia sei tu e sono io. Questo nucleo sinistro dei DUE, nucleo usato, abusato, antico, alternativo, riciclato o chessoio, se funziona è un supporto nello smarrimento di un orfanotrofio planetario. Stare attenti perché? Il sentimento che ci unisce è sferico, completo, capace di far fronte anche alle eventuali incoscienze, noi ci aiutiamo molto, quindi ciò che sei e diventerai, è in linea con la prima volta che ti ho guardato con amore. Una semplice continuazione. Guarda, che se fossi rimasta qui ad attendere l'annunciazione, avresti avuto comunque notti insonni, la tua partecipazione a un simile evento è diversa dalla mia. Io posso dirti delle frasi, e tu rispondermi, con 124
delle altre ragionevolmente più difficili e tormentate. Per evidenti motivi biologici. Il motore portante sei tu, io vengo dopo. Sarò padre senza mai essere stato figlio, e il sapere di assumere un ruolo preciso che nessuno potrà togliermi, mi ha regalato momenti di ricchezza interiore, come se avessi afferrato il quid dell'attore o la sua esaltazione, perché un ruolo blocca la fuga della voragine dell'Io. Con un ruolo che attende, il vuoto esistenziale diventa meno VUOTO. Ti sembra? Quando torni? Lontano da me vedi che ti accade? Per favore torna? Ti ordino di tornare (Trema a un mio comando). La mia persona senza di te è uno zero assoluto, ho una tensione fortissima su tutto. Assomiglio a un grosso gomitolo arrotolato strettamente, il cui bandolo lo governi tu. Se mi pensi il filo si allunga e i passi acquistano scioltezza, se invece l'insicurezza di una tua indifferenza prende il sopravvento, il filo risulta cortissimo, rendendo il mio spazio vitale una specie di cella. Amore, immagina su queste mie prossime parole e fai subito le valigie: per noi che inseguiamo i colori, le sfumature e i nascondigli della 125
LUCE, sul mare sazio e calmo di settembre la luce è pura astrazione, l'AUTUNNO porta profili e chiarori di dolcissima intimità. Ogni sasso, conchiglia, scaglia di legno sulla sabbia è un oggetto che si vede, che si fa vedere, che sbalza in primo piano con nitore e precisione e il susseguirsi degli elementi è regolare e ordinato... …ARTISTICO INVENTARIO o intermezzo tra i fuochi estivi e gli spettri invernali. Questa luce netta e precisa come una lama, è un invito allo studio delle forme e dei rapporti. Andremo sulla spiaggia con la macchina fotografica e ti vestirò da zingara, e dinanzi al mare ti farò un'inquadratura alla KOUDELKA.
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35 Ti ricordi quando discutevamo dove trascorrere i mesi freddi? Mi piacerebbe al mare. Non desidero abbandonare la nostra prima casa: veder aumentare le mie fattezze in un'assopita contemplazione della natura. Poter passeggiare a piedi nudi lungo la battigia, facendomi largo tra lo spessore lattiginoso delle foschie mattutine. Restare a contatto epidermico con l'aria e l'acqua e se fosse possibile MAGARI! partorire sulla sabbia con il mare che mi lava il sangue della vita. NO, NO, NO, TORNARE MAI! Per ora rimango qui, l'ho deciso per farti dispetto e ricevere lettere che parlano del tuo amore per me. Sono al centro dell'attenzione e ci resto. La mamma adesso sa‌ UNA FACCIA... PALLIDA‌ Espressione subito depennata. Abolisco le zone d'ombra sul cammino del mio futuro. Dalle duemila torture sai che risulta? Sanissima, straforte, in gran forma e sono diventata un caso per l'albergo e relative TERME. Di me CARINO si chiacchiera. La gente scruta con sorrisi e ammiccamenti una bambina viziosa e manda sguardi che aggricciano come lampi, ma io in barba ai pettego127
lezzi mi sento così bene che vorrei fare sport, nuotare, tuffarmi, montare a cavallo. La responsabilità della circostanza blocca e dialogo con i libri, farfuglio nei musei, visito castelli e parchi. Compro e spulcio guide. Circondata da luoghi incantevoli. Il verde non è pigro e avaro come al CENTRO. La ricca e lussureggiante vegetazione è la pelle naturale della terra, la campagna ha immensi spazi ricamati, merlettati, tanta è la cura, l'amore. Sull'insieme regna una PAX così armonica che sembra dispensata con il turibolo. Il degrado e l'inquinamento, camminando e curiosando, non li ho visti. Popolo più civile che ha già provveduto? Oppure è un luogo fortunato? Stai all'erta papà che alla prossima riga ti farò saltare dalla sedia. I miei scritti li leggi in piedi o assiso? Ho un corteggiatore. L'occasione fa l'uomo ladro, e sempre con amorosa sollecita sadicità ti descrivo il soggetto. Di età superiore alla tua, ho mutato gusti. BASTA con i fanciulli ci vuole qualcosa di più eccitante. BELLO? Ebbene sì, molto BELLO. Se gli uomini non sono fisicamente strepitosi nego che siano tali. Il SUPER è in villeggiatura nel mio albergo con la famiglia e danno l'idea di essere ricchissimi. 128
Assomigliano alle famiglie di classe descritte da MANN: alti, biondi, eleganti di ceppo germanico e si curano in blocco (sono cinque). Al ristorante, il ragazzo mangia con il collo storto verso la mia onorevole persona. Pensi che manducare con un collo piegato faccia male alla digestione? Lo farò innamorare pazzamente e al momento giusto… “Che sbadata! Dimenticavo di dirti che sono incinta di un grande, grandissimo amore”. Chissà se poi è già al corrente? Al portiere di notte che io sapevo che lui sapeva, passandogli sotto il muso, ho urlato davanti ad altra gente “Lo sa che sono incinta?” Il dipendente modello abituato a strisciare, balbettare, USO ad affrontare solo situazioni SOFT con i clienti, ha avuto un singulto che era un singhiozzo. Ha roteato le palle senza colore degli occhi e, notando che io, caparbia, attendevo una risposta ha detto “QUALCOSA HO SENTITO” al che io, rincarando la dose, “ESSERE INCINTA NON È QUALCOSA, SIGNIFICA PROPRIO ESSERE INCINTA, CIOÈ AVER SCOPATO E HO TREDICI ANNI E ME LA SONO GODUTA… HA CAPITO?” Talmente stranito che ho avuto pietà e l'ho lasciato. Però quando passo si scuote alle fondamenta del FRAC. 129
N.B. Ho conosciuto il corteggiatore dopo cena. Siamo rimasti soli nei saloni dell'albergo. Salonipiazzali, LUCI-MURANO da sballo, mobili d'epoca, quadri con illuministi inamidati, piante da primi-premi e poltrone e divani e metri quadri con orizzonte. Saloni simili a vestiti di taglia larga. Fanno aria. Galeotto fu un pianoforte a coda liscio, lucido, rigonfio di nero come una bara napoletana, di un morto di 1a la categoria. Ricordati di affittare un pianoforte, dobbiamo riprendere gli esercizi, le dita si anchilosano. Il ragazzo si è messo ad eseguire la SONATA op.109, ma la interpretava da tedesco di Germania, alternava scatti volitivi a note e abbandoni sentimentalistici e lo interruppi. “MA DOVE hai imparato a suonare in una palestra di rugby?” L'amicizia è iniziata con me che gli davo una lezione di tardo stile ‘beethoveniano’. Musicalmente duttile perché ha capito subito che intendessi, e ci siamo avventurati a suonarla in due, con la mia mano che accompagnava (HORROR), e, ciononostante, acquistavamo il distacco necessario per valorizzare l'ultimo dolente BEETHOVEN. AFTER lui mi guardava di più. Avevamo raggiunto, con le note, un'intesa spirituale. NUL130
LA sappiamo l'uno dell'altra, eppure l'intimità si tagliava a fette. La musica è colla tra le persone, smussa di colpo l'ombra di gelo e timore, che ognuno porta nel seme della sua individualità e solitudine. AMORE torno presto.
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36 Sono pentito di averti dato un figlio. La maternità ti ha reso troppo spavalda, ed io non posso contrapporre nulla alla tua eccessiva allegria, anche se mi trovassi un diversivo sarei un cretino che fa dispetti. FOLLE! Corri dietro ai corteggiatori, diminuisci la mia sicurezza, sottrai coraggio, utili energie, SARÒ PADRE a un’età indecente, SCUSA da dove si comincia? MADRE dissoluta, frivola, MADRE debole, vorrei darti uno schiaffo. Una delle tante donne che mirava alla gravidanza (processi inconsci) centrato l'obiettivo procedono oltre il compagno. Anzi il compagno diventa un fastidio. Esplosa nella prepotente femminilità, COMPLIMENTI. Mi ha torturato il fatto gravissimo che ti sei messa a suonare BEETHOVEN con il primo venuto. Sulle nostre affinità elettive sono terribilmente arci-possessivo, e se senti di essere insoddisfatta della mia cultura, discorsi o creatività, sarò io a lasciarti. Il cerchio intellettuale sarà sempre aperto, ma saranno crescite che avverranno in un ideale INSIEME, aperture e scoperte, che si chiuderanno su di noi, per essere da noi elaborate. 132
Immaginarti in un albergo di gran lusso, con un ragazzo bello, tedesco che suonavate (MALE) la musica più stupefacente del mondo… Beh… Pugni a ripetizione sul muro… le mani sono fasciate e inservibili. Questo ha provocato la tua leggerezza, ed evita di trattarmi alla stregua del tuo diario, i particolari di cronaca te li risparmi e ti consiglio di cercarti un confidente. Ognuno ha la sua zona solitudine e se la tiene, un rapporto non è una lavagna su cui si scrive TUTTO. Fili delicatissimi vanno dalla tua alla mia testa, contatti che, appesantiti, scompaiono. Ma la conosco la ragione precipua di tanta chiarezza, VANITÀ e il resto per scaricarti la coscienza. E invece con nessuna assoluzione ti restituisco la polpetta, e mi sembra che il posto splendido, sia favorevole a farvi da magnifica cornice. MEDIOCRE! USI nell'amore, nella sua vastità, adoperi pesi e misure. Prima mi esalti con la bona-nova e, avendomi dato troppo cancelli la mia strepitosa esaltazione, ponendo in mezzo un CRISTO di un SIGFRIDO. Di colpo appari come sei, una bimba proprio piccola a cui ho donato INUSITATA IMPORTANZA. 133
37 L'ho trovato come un matto… ESAGERATO... e poi tacere per quale motivo? Sin dall'inizio della storia ripete “Io sono altro da un amico”… Sull'argomento abbiamo idee opposte, e mi mette in difficoltà il fatto che conosca alla perfezione i confini tra amicizia e amore. Io i perimetri non li vedo, per me amore-amicizia-analisicomplicità, si affacciano su di un unico corridoio. O dentro ho confusione o è lui ad avere un animo da fiscalista. Difficile quesito da risolvere. Possibile sia andato in TILT per un corteggiatore? Casa disordinatissima, anzi sporca e lui trasandato, stanco con pennellate di notti bianche rimaste sul viso. Al saluto, forte, intensissimo, ci siamo abbracciati senza parlare, ma, mentre eravamo avvinghiati, affiorava una sostanziale differenza, io ero stata felice, lui no. MOMENTO SFALSATO. ORA basare il peso del suo tormento, sulla sciocchezzuola del SIGFRIDO è eccessivo, per cui ho pensato seriamente all'effetto gravidanza. Chi lo sa? 134
Forse dice di essere contento e invece è il contrario. Troppo giovane. La decisione di accettare il bambino l'ho presa con lui e senza di lui (in ciò è stata positiva la lontananza), e l'ho assunta dopo un sincero estenuante dialogo con me stessa, e adesso la decisione NON è soggetta a variazioni esterne, nemmeno d'umore. Sono contenta. Si tormenta; perché? Osserva smarrito, e sono sguardi di muti interrogativi e oltre, come se io possedessi la risposta e il senso di quel qualcosa che lo fa soffrire. E se nel suo cuore mi avesse collocato in un posto troppo alto?
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38 È iniziato l'inverno e fa molto caldo, continuo a nuotare e dire che ero preoccupato di dove avremmo trascorso i mesi freddi. Durante i fine settimana arriva gente e si denuda con tale gusto e convinzione, che alle quattro del pomeriggio, quando il sole scompare di colpo, le persone restano ancora mezz'ora sulla spiaggia sentendosi defraudate dalla mancanza di calore. Spogliati a pancia all'aria, perdono la cognizione delle differenze stagionali e che dicembre inoltrato ricalchi ottobre, va benissimo. Io invece provo, una sensazione di disagio e rabbia che l'autunno abbia propaggini tanto lunghe. Il bambino nascerà in primavera. Lei è in piena salute. I primissimi tempi seguiva fedelmente le indicazioni dei medici, poi si è stufata. È diventata più bella, anzi luminosa, regina incontrastata di una perfetta gravidanza. Fa capricci e dispetti e io le corro dietro al pari di uno schiavo. Psicologicamente viviamo sopra le righe, dando il meglio di noi stessi, ma penso che dare il meglio significhi spostare i problemi di coppia. Il bambino ha cancellato ogni difficoltà e profondità del rapporto e NOI GENITORI siamo in 136
un continuo omaggio al figlio. Come stare sempre al momento di un BRINDISI. L'intelligenza è un cesello, un bulino o una spada, strumenti che ci servivano molto. Sono stati lasciati da parte e attendiamo dinanzi a uno schermo di un bianco neutrale. Dietro la casa vi è un pezzetto di terra nascosto alla salsedine. Terreno incolto. Piantando, zappando e dissodando l'abbiamo trasformato in un'aiuola-meraviglia da cui sbucano rose, fresie, viole e controlliamo ossessivamente le nascite e lo schiudersi; abbiamo dato vitto e alloggio a una tartaruga specialissima. AMANTE DELLE FRAGOLE. Lei ci conversa, io provo, ma non so cosa dire alla tartaruga però devo cambiare atteggiamento perché sembra che capisca. Se si è andata a infrascare e lei la chiama per darle le fragole arriva subito. SI AFFRETTA facendoci morire dal ridere. Alcuni proprietari ci hanno lasciato le chiavi delle case o ville, per badare alle piante e dare aria e vita alle mura stantie. Si guadagna. Ci sono dimore bellissime apparse sulle riviste d'arredamento e ve n'è una che assomiglia a una tenda del deserto. Dal soffitto partono ricchi tendaggi bianchi e rigonfi che ricadono con leggerezza sulle grandi finestre. Soffice, morbida sensuale. 137
Lei desidera partorire sulla sabbia circondata dalle donne del luogo.
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39 Mia sorella viene a trovarmi più spesso. Con la gravidanza ho centrato in pieno un bersaglio dei suoi interessi erotici, e mi osserva quasi che appartenessi a una razza astrusa, che non credeva in vita sua di conoscere e frequentare MAI. Chissà che immagina delle donne incinte e soprattutto del corpo umano? La pancia è ancora di profilo lieve, se la tocco però s'indovina il piccolo bambino. Lui legge e scrive con una mano abbandonata sul grembo. Dice al figlio “guarda che ci sono”. Fa molto caldo, un inverno insolito, l'aria è opprimente, la respiro a fatica e ogni giorno sembra la stessa, MANCA IL RICAMBIO, è strappata al senso del suo futuro. Le passeggiate sulla interminabile spiaggia deserta, sono il superamento dello spicciolo quotidiano. IL CREATIVO. Una zona privilegiata a cui non sempre riusciamo ad arrivare. Ci vuole una particolare concentrazione e disponibilità affinché una passeggiata diventi un'esperienza mistica. Essere disposti all'avventura di un naufragio, ma senza naufragare, perché per cogliere i nuovi aspetti si 139
perdono i vecchi punti di riferimento, e a una mente sgombra viene incontro una natura essenziale, cruda, violenta. Due contraddizioni devono procedere insieme. Attenti, vigili e abbandonatissimi, eppure quando il miracolo avviene, gli elementi di cui godiamo e che allargano i nostri rachitici polmoni metropolitani, appaiono come fatti unicamente per il nostro passaggio di AMANTI CAMMINATORI.
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40 Ha vinto lei. Inutile mettersi a discutere con una donna che aspetta un figlio. Vincerà sempre lei. Abbiamo dovuto sospendere le chilometriche passeggiate e si è deciso di approfondire in maniera seria, rigorosa e sistematica lo studio di un filosofo. Dall'A alla Z. Quale scegliere? Io avrei voluto girarmi e rigirarmi in HEIDEGGER, lei si è impuntata su HEGEL, ma il grande viaggio che HEGEL fa fare alla sua ‘IDEA’ l'ho capito, mentre l'ANGOSCIA di HEIDEGGER mi fa paura, sia nel senso che ogni sua frase che ho letto mi appartiene troppo, e sia perché è un filosofo abbastanza complicato. Studiarlo insieme sarebbe stato di reciproco aiuto. “SENZA SPERANZA E PESSIMISTA” lo ha definito e nel suo stato non se la sente. Che cosa potevo obiettare? Si comincia dall'ESTETICA, sono previste interrogazioni e voti, e sarà stupendo trascorrere i pomeriggi chiusi nel cerchio magico della casa, sfogliando pagine di arte. I genitori vanno e vengono riempendoci di passeggini, corredini, animali di peluche. Abitavamo in una casa al mare spoglia, disa141
dorna, ci eravamo abituati a pochi essenziali oggetti. TUTTO DACCAPO. Lo spazio vuoto che ci affascinava è di nuovo tempestato dal brulichio asfittico di una materia eccessiva, lo sguardo non veleggia più lontano, torna subito sporcato da falsi perimetri di banali esperienze. Selezioniamo, buttiamo, regaliamo, rivendiamo, NO AL BAMBINO CONSUMISTA. Lo diciamo ai parenti “Abbiamo quanto serve, grazie, provvediamo noi”. Credo che non ci stiano nemmeno a sentire. Un neonato è uno stimolo a comprare… comprare… comprare. Gambe per recarsi a comprare, soldi per acquistare, mani per toccare la merce. Valutare, soppesare, scartare. Occhi per guardare l'acquisto. Mente per decidere, memoria per ricordare il negozio. ORECCHIE appuntite come penne, per segnare l'ascolto degli acquisti. Le mamme che sono diventate amiche ci assillano con la giusta domanda “In quale clinica nascerà?” Rispondiamo a monosillabi. EVASIVI, prendiamo tempo, la verità è meglio tacerla “CHE nascerà sul letto magnifico della sabbia, circondata dalle donne del luogo. E io sarò in contatto con il più vicino ospedale”. Se lo dicessimo ci prenderebbero per matti. 142
Meglio essere cauti. Il parto è vicino e ho fifa. FIGURIAMOCI LEI! Nessuno si è accorto dell'Inverno. Le nostre vite si sono fuse in simbiosi e non ho più alcuna distanza per dirle “TI AMO”. Mi sembrerebbe di dirlo a me stesso. Trascorriamo le giornate mano nella mano, e l'amore ha un tale spessore che si è ingoiato tutte le frasi d'amore. C'è stato un passaggio sostanziale nella storia come se la medesima fosse stata rappresentata prima in uno spettacolo teatrale che necessita di dialogo, approfondimento, ricerca e scontro dialettico, e poi fosse trasmutata naturalmente in uno spettacolo filmico, che la parola l'ha di già assunta nel tessuto dell'immagine.
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41 Sono agli sgoccioli. Ho una pancia stranissima, un imbuto o un gomito che spinge in avanti formando una punta. Da dietro nulla è mutato, compreso il punto vita stretto e dimostro sempre pochi anni. Nessuna vera maturazione anatomica, solo cresciuta per l'occasione. Una donna giovanissima incinta è un'anomalia. Ci raccontiamo la vita di nostro figlio. L'abbiamo già mandato a scuola, ha fatto le sue amicizie; lo guardiamo con i suoi giochi nel verde, gli parliamo della natura, lo educhiamo al culto e al rispetto di essa, gli illustriamo la bellezza e le malefatte dell'uomo. Bisticciamo sul nome. Due amici separati dei miei genitori, si contendono il figlio a suon di carte bollate, e lo chiamano a turno con nomi differenti. L'inverno è terminato senza esserci stato. Vi è un calore preoccupante. I giornali perseguono l'argomento con ostinazione. Pronti, equipaggiati per le grandi evenienze del gelo marino, siamo rimasti sui tappeti di un autunno dorato. I pomeriggi (non ce la faccio più a cammina144
re) li trascorriamo studiando HEGEL e lo considero un risultato strepitoso. Lui si era fissato su HEIDEGGER, che mi affascina, ma il suo postulato ‘L'ANGOSCIA è la rivelazione del nulla che sta a fondamento dell'esistenza’ lo rimando ad un altro periodo. Abbiamo iniziato dall'ESTETICA (un volume di una felice ricchezza culturale) e le pagine sulla pittura mi hanno rapito. Pensavo che la scultura fosse la più difficile delle arti figurative e invece HEGEL fa capire che la più complessa è la pittura, perché la materia della scultura, anche senza l'intervento dell'artista, è garanzia di un'espressione in sé. Una tela bianca è niente, per cui il quadro dipinto racchiude molto dell'intelletto umano e diventa ALTA ASTRAZIONE essendo composto con la luce e con il colore: ENERGIE DEL PURO PENSIERO. Ci interroghiamo e mettiamo voti e, salvo cause di forza maggiore, con disciplina e metodo noi arriveremo alla fine dell'ESTETICA. La sera avverto delle fitte al basso ventre, specie quando sono stanca. AVVERTIMENTI? Ho un po’ di tremarella e se glielo dico si spaventa. Allora gli ripeto “CALMATI DEVO PARTORIRE IO”. Però non mi sembra un grande aiuto. 145
Consulta libri, chiede, discorre di ‘placente’ con il salumaio, i pescatori, il bagnino. Secondo me si sta confondendo. Io non ce lo voglio durante. Per carità! Sono in combutta con le donne che lo cacceranno qualora si avvicinasse. Lui starà a distanza con una macchina pronta. Questi, i patti.
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42 42.1 È accaduta una tragedia. Lei e il bambino sono scomparsi. Il parto si è svolto con regolarità. Doglie alle sedici. Ho avvertito le mogli dei pescatori che abitano vicino. Sulla sabbia hanno allestito un letto sommario. Io ero ben visibile poco distante, la sentivo urlare, mi tappavo le orecchie ed ero pronto con il motore acceso, ma le donne facevano segno di non preoccuparmi. Due ore di doglie lancinanti. Il bambino è nato alle diciotto, e le levatrici, senza tener conto della madre, l’hanno portato subito a me, e a me è mancato il coraggio di prenderlo in braccio o toccarlo, MOSTRUOSO, una testa sproporzionata con tre occhi e mani e piedi palmati. Venivo guardato da madonne trafitte, e vi era in loro, il PERCHÉ di una remota immensa disperazione, e mi accasciai sulla sabbia. Lei, ancora intontita dal parto stava zitta, poi deve aver capito qualcosa e ha gridato “VOGLIO VEDERLO FATEMELO VEDERE”. Strappato il fagotto alle donne corsi lungo la 147
riva, ma un urlo disumano bloccò la mia cieca fuga, e, stringendomi il bambino lentamente mi diressi verso la madre. Le tre donne vestite di nero, venendomi incontro, volevano alleviarmi il compito. Toccava a me, e caddi in ginocchio dinanzi al suo letto e glielo sistemai accanto. Che impressione! Iniziò a piangere senza parole, un pianto lieve, sommesso con un tono nuovo. Conoscevo perfettamente l'acustica dell'amato pianto e quel timbro estraneo mi dette i brividi. Si avvicinava la sera, le donne vestirono il bambino e volevano aiutarmi per il rientro, ma lei fece segno che desiderava restare all'aperto e ci salutarono. Le avrei seguite. Si portavano via la parte migliore di me. Non c'entravano con la mia esistenza, ma, casualmente, avevano agito da portieri, CHIUSO UN PERIODO. Scrutavamo il mare; gli abissi infuocati del tramonto, VULCANO di nuvole in eruzione, e forse colsi un suo pensiero che era anche il mio: come, dopo una tempesta si trova sulla spiaggia l'ammasso d'immondizia, dal mare eravamo stati rifiutati. Abbiamo cercato di entrare nel suo spirito e abbiamo fallito, il mare ci ha vomitati senza tante storie. “Hai freddo? Vuoi rientrare? Che facciamo qui? È tardi?” Andavo a casa a prende148
re coperte, acqua, cibo e lei sempre immobile, fissa, ferma. Dal suo dolore, scolpita nella sabbia. Il bambino dormiva. I gabbiani volavano alto, prigionieri di un ritmo, cambiavano direzione tutti insieme nello stesso coreografico istante. La sera, indifferente al nostro caso, è diventata notte e scrigno della notte, serbatoio inesauribile di grappoli d'oro e dolcemente nell'oscura amaca siamo scivolati anche noi. Avrò dormito un'ora e svegliandomi era piÚ buio. La risacca sembrava giungere dalla colonna sonora di un film di fantascienza, potente, indecifrabile con effetti speciali. Scomparsa con il figlio.
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42.2 I pescatori hanno trovato i corpi. Essendo una provetta nuotatrice deve essere stato difficile annegare. Mi sono opposto al riconoscimento. È venuto il padre. Sino ai cinque mesi di gravidanza, gli esami prescritti dal ginecologo li aveva diligentemente eseguiti, compresi l'ecografia e l'amniocentesi e nulla di particolare era saltato fuori, poi si era stancata e aveva abbandonato i controlli. Sono inseguito e ossessionato dalle parole che scrisse dalle Terme quando seppe di essere incinta. “Chissà per quale motivo noi che abbiamo affrontato qualsiasi argomento, questo lo abbiamo omesso. O siamo due incoscienti o lo davamo per certo. È una macchia sul nostro amore proprio perché non avevamo chiarito, lasciando la decisione al caso, e tu sai quanto il caso possa essere sciatto o maldestro”. Io poi recuperai molto con la risposta dandole certezza, amore, fiducia, il che era vero, il figlio lo volevo e lo aspettavo con sollecitudine, ma era distante da ogni piano e da qualsiasi pensiero. Ora questa sottrazione, fuga di materia cere150
brale, una tale leggerezza non me la potrò in nessun modo perdonare. MAI. Anche i bambini lo sanno, è scritto dappertutto, lo si vede nei film, alla televisione. Che accade in un amplesso senza precauzione è stampato sui cioccolatini, detersivi. Il mondo è pieno della notizia. Inammissibile in quest'epoca procreare come procreava l'uomo primitivo! Un atto cieco e senza controllo. Certo un figlio deforme sarebbe potuto nascere anche tra qualche anno, ma è nato deforme adesso ed io prima di darle questo figlio dovevo avvertire, chiedere e soprattutto dovevo informare me stesso. L'epifania del concepimento andava pensata, preventivata, discussa, strapensata, amata prima nella dialettica di una serena decisione e poi amata nella sua concretezza. Quindi amata di più. Dal mio barbaro comportamento devo dedurre che l'ho amata poco, l'ho messa allegramente incinta. Ciò che scrivo è terribile. I libri, la cultura, la musica, le meravigliose pagine dei grandi, tutto ho lasciato da parte e la mia realtà è stata quella di una persona ignorante. Pur essendo stonato, avevo dentro per lei un canto simile all'acuto di un grande tenore, l'assoluto capace di arrivare diritto al cuore, dopo 151
essersi abbeverato alle fondamenta dell'umana dolcezza. Questo villaggio di pescatori è vicino a una vasta pineta malata di processionaria. Sceglierò il pino piÚ rosso. Sarebbe piaciuto a Maria Stuarda. Ho pronta la corda.
FINE
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Sommario 1 ...................................................................................................... 3 1.1 .............................................................................................. 3 1.2 .............................................................................................. 5 2 ...................................................................................................... 7 3 .................................................................................................... 11 4 .................................................................................................... 15 5 .................................................................................................... 18 6 .................................................................................................... 23 7 .................................................................................................... 27 8 .................................................................................................... 29 9 .................................................................................................... 35 10 .................................................................................................. 39 11 .................................................................................................. 43 12 .................................................................................................. 46 13 .................................................................................................. 50 13.1 .......................................................................................... 50 13.2 .......................................................................................... 52 14 .................................................................................................. 54 15 .................................................................................................. 57 16 .................................................................................................. 63 17 .................................................................................................. 69 18 .................................................................................................. 75 19 .................................................................................................. 78 20 .................................................................................................. 80 20.1 .......................................................................................... 80 20.2 .......................................................................................... 83
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21 .................................................................................................. 85 22 .................................................................................................. 89 23 .................................................................................................. 94 24 .................................................................................................. 97 25 ................................................................................................ 100 26 ................................................................................................ 104 27 ................................................................................................ 106 28 ................................................................................................ 108 29 ................................................................................................ 111 30 ................................................................................................ 113 31 ................................................................................................ 115 32 ................................................................................................ 117 33 ................................................................................................ 121 34 ................................................................................................ 124 35 ................................................................................................ 127 36 ................................................................................................ 132 37 ................................................................................................ 134 38 ................................................................................................ 136 39 ................................................................................................ 139 40 ................................................................................................ 141 41 ................................................................................................ 144 42 ................................................................................................ 147 42.1 ........................................................................................ 147 42.2 ........................................................................................ 150
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