P O R T F O L I O. di architettura
2 0 1 3 • 2 0 1 8 Edoardo R. N. Zanchi r i fl e s s i o n i p r o g e t t u a l i
EDOARDO ROBERTO NAOKI ZANCHI Tokyo, Giappone / 17.07.1994 Città di Castello, PG
CONTATTI
+39 3403778568 / edoardornzanchi@gmail.com I
LINGUE
I T A L I A N O
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S P A G N O L O
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I N G L E S E
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P O R T O G H E S E
P E RC O R S O AC C A D E M I C O
conseguimento diploma di istruzione secondaria presso il liceo scientifico “Città di Piero”, San Sepolcro 2013 iscrizione presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Corso di Laurea, Facoltà di Architettura, Dipartimento di Tecniche e Culture del Progetto, Venezia 2013
A B I L I TA’ S O F T WA R E S
O F F I C E
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partecipazione al Seminario Internazionale di Progettazione “Lisbona 2017”, Lisbona 25 luglio 2017 · 3 agosto 2017 partecipazione al Programma Europeo Erasmus+ presso la sede della Faculdade de Arquitetura da Universidade de Lisboa, FAUL settembre 2017 · febbraio 2018
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A U T O C A D
3 D S M A X
P H O T O S H O P
I L L U S T R A T O R
I N D E S I G N
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conseguimento diploma di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura, Venezia settembre 2016 iscrizione presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Corso di Laurea Magistrale, Facoltà di Architettura, Dipartimento di Culture del Progetto 2016
S K E T C H U P
A R C H I C A D
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II
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INDICE.
III
C ON TATT I.
01
r iflessi one sul mattone ve ne ziano
AB B AN DO N O PRO GRAM MATO .
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i m m a gi na re un o scenario per il Lido
E C OS I S TE M A.
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prog et t o urba n o pe r la città di Marghera
S TAB AT.
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S G UAR DO SU L SI LE .
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m em ori e e solitu dine de l la g o de l Mis
avv i c i na re la città al fiu me
C ON F RON TO .
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d i segna re i l f uturo di u n’isola africana
IV
C O N TAT T I .
riflessione sul mattone vene ziano
Il programma proposto riguarda l’esperienza dell’abitare, dunque la riflessione del W.A.Ve si è concentrata sui modi di vivere gli luoghi in una particolare ed unica realtà quale quella veneziana, sulle relazioni tra corpo e spazio, sullo spazio come funzione e come valore assoluto dell’esperienza multisensoriale dell’uomo. A partire dal difficile rapporto con la radicata tradizione del mattone veneziano, ma al contempo considerando la peculiare
presenza dell’aqua nell’ambiente lagunare, si è tentato di interpretare questi aspetti, in special modo quello riguardante il mattone e trasformare questo elemento opaco in un elemento in vetro. Il richiamo a questo materiale è stato dettato dalla gloriosa storia delle maestranze dei vetrai di Murano. Il prodotto finale è dunque uno uogo completamente permeabile alla luce, dove lo spazio interno è in continuo contatto con
VENEZIA laguna veneta 1
l’esterno e dove diversi gradi di trasparenza, dati dalla presenza dell’unico muro interno che piega su se stesso, si susseguono uno dopo l’altro, disegnando piccole corti con diversi gradi di intimità. Il mattone di vetro, oltre a permettere allo sguardo di penetrare all’interno, e viceversa, crea degli effetti di riflesso perennemente mobili che lo tengono in contatto con il contesto circostante.
W.A.Ve / 2015 Manuel Aires Mateus •
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W.A.Ve / 2015 Manuel Aires Mateus •
immagine evocativa / dettaglio del modello finale
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W.A.Ve / 2015 Manuel Aires Mateus •
esploso assonometrico dello spazio
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A B B A N D O N O P R O G R A M M AT O . immaginare uno scenario per il Lido
Il Lido diventa uno spazio marginale all’interno della neonata Città Metropolitana di Venezia. Conserva del suo passato glorioso tristi testimoni: grandi strutture da anni abbandonate. Rovine di un passato recente. Quale futuro per loro? I dati sembrano confermare questa preoccupante tendenza in special modo per quanto riguarda il calo demografico e l’incremento del numero di abitazioni vuote o
in affitto. All’interno di questa maglia urbana le grandi strutture rappresentano un gap temporale e spaziale, inaccessibile, se non con l’occhio. Tra gli scenari possibili per questa striscia di terra, che separa la laguna dal Mar Mediterraneo, si è scelto quello che, in un qualche modo, appoggi questa tendenza dell’abbondono, immaginando un’intera isola priva di residenti e vissuta solo periodicamente
LIDO DI VENEZIA laguna veneta 5
grazie ad eventi organizzati. L’obiettivo diventa individuare, attraverso un controllato progredire della componente vegetale, tutti gli edifici più importanti dell’isola e predisporli per ospitare eventi temporanei, come teatri o cinema stagionali, con un occhio in particolare alla struttura dell’Ex Ospedale al Mare, in un’atmosfera che richiami le vedute di Giovanni Battista Piranesi.
Progettazione Urbanistica / 2016 Paola Vigano’ •
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Progettazione Urbanistica / 2016 Paola Vigano’ •
esploso con layer / sezioni
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Progettazione Urbanistica / 2016 Paola Vigano’ •
vista
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ECOSISTEMA.
progetto urbano per la città di Marghera
Alle porte della laguna, in particolare a quelle della Serenissima, Marghera si presenta come un antipodo del dinamismo e del caos che ogni giorno perversano per le calli veneziane. L’atmosfera di Marghera è un’atmosfera statica, quasi cupa. La sensazione che si prova è quella di trovarsi in una città che, dopo aver vissuto il suo periodo d’oro, si sia abbandonata allo scorrere del tempo lasciando incustoditi molti dei luoghi un tempo teatro della vita economico-sociale della Città Giardino; un luogo di passaggio sia per il grande flusso turistico diretto in laguna, sia per gli stessi lavoratori delle fabbriche adiacenti
all’abitato. Eppure, sono proprio questi luoghi dell’abbandono l’opportunità di rinascita per la città. Il progetto non si pone l’obiettivo di disegnare una nuova Marghera industriale, quella città che per decenni è stata al centro dell’economia veneta ed italiana, ma di disegnare una nuova città, capace di rinascere attraverso una grande rete ecosistemica che sia volta al benessere psicofisico di ogni singolo cittadino; questo perché le grandi industrie non hanno lasciato solo un ricordo, ma anche altro di ben più concreto e tangibile come l’inquinamento di vasti terreni, scheletri di grandi e piccoli edifici, polveri sottili depositate su grandi superfici
MARGHERA porta di Venezia 9
cementificate. Più concretamente gli obiettivi principali sono quelli di decementificare queste grandi superfici e permeabilizzare vasti suoli per aumentare la superficie drenante della città e combattere, almeno parzialmente i fenomeni di allagamento di alcune zone; in questo ambito saranno di ulteriore supporto sistemi di bacini di laminazione, capaci di adattarsi nei periodi di “secca” a funzioni secondarie. Vi è poi l’aspetto legato allo sport ed alla cultura che si concretizza attraverso il disegno di reti ecosistemiche capaci di collegare i luoghi più importati della città favorendo una mobilità lenta all’interno del tessuto della Città Giardino.
Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
masterplan
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
sistemi analizzati utili alla comprensione dell’impianto progettuale
sistema di suoli permeabili naturali
sistema di suoli drenanti / rain gardens e bacini di laminazione
sistema della vegetazione alta
schema delle aree di intervento
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
sezione delle vasche di laminazione / sezione del velodromo
esploso con elementi distintivi del progetto e piantumazioni per il fitorimedio PONTE CICLO PEDONALE
I LIVELLO/+1,20m
girasole selvatico
PADIGLIONE DELLA BICI
II LIVELLO/+2,40m
STRUTTURA VEGETALE
III LIVELLO/+3,60m
lupino bianco
senape indiana
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IV LIVELLO/+4,80m
miscanto
Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
vista
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
esploso assonometrico ponte ciclo pedonale / padiglione della bici
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
vista
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
riqualificazione area del Centro Sociale Rivoleta / sezioni
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
vista
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
esploso della serra per il Rivolta
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Atelier Città e Paesaggio / 2018 Margherita Vanore, Maria Chiara Tosi, Matteo Aimini, Silvio Nocera •
vista
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S TA B AT .
memorie e solitudine del Lago del Mis
L’area di progetto si trova in una zona isolata dal punto di vista dei trasporti, trovandosi in un territorio montuoso ed impervio, attraversato da numerosi corsi d’acqua. Questi diversi fattori ne hanno fatto un luogo marginale. In questo caso l’isolamento ha conservato i caratteri di unicità, purezza ed incontaminato. Porta con sè il fascino del non ancora scoperto. Il progetto si interroga sul tema della margianlità, unitamente a tre aspetti che costituiscono il punto di partenza e di arrivo nell’analisi e pensiero progettuale. Il progetto vuole essere un invito all’esplorazione nel rispetto del
concetto stesso di marginalità. Il paesaggio che accompagna il visitatore che attraversi queste aree è stato definito romantico: selavaggio, incontaminato, porta in sè i contrasti della forza e della dolcezza . Le montagne si elevano dure e bianchissime contro il cielo, coperte da fitte foreste e morbidi prati. Ma soprattutto è l’cqua, nei suoi multiformi aspetti, ora ferma ora zampillante, che definisce il paesaggio e incanta il visitatore. Ogni luogo ha la sua storia. Le valli del Mis e Imperina custodiscono nascosto il ricordo delle vite e delle storie che nel passato le animavano. Indagare
LAGO DEL MIS
questa stratificazione si può solo con delicatezza e mediante un’osservazione attenta: la natura dirompente e l’opera dell’uomo celano all’occhio veloce la voce della memoria. Storie piccole, ma che hanno lasciato un segno nel territorio abitato da tempi antichissimi. L’uomo moderno è solo cervello. Si dimentica del suo corpo. Nella città il corpo è ostacolo alla velocità. Bisogna trovare il tempo della cura del corpo , e il tempo è nel paesaggio naturale, lontano dal lavoro e dalla città. Abbiamo individuato in questo luogo il posto ideale dove ritrovare la pace ed il benessere.
Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi 21
Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
masterplan
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
sezioni della Valle del Mis
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
inquadramento area del centro di accoglienza turistica / albergo / centro termale
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
planivolumetrico / prospetto
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
pianta primo livello / schemi delle funzioni
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
ingresso alla struttura / reception
zona bar con camino
servizi igienici pubblici area ristorante cucine
ingresso alla struttura / reception zona omune con camino errazza con belvedere
ingresso alla struttura / reception spogliatoio per personale spogliatoi per clienti area relax
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
pianta livello inferiore / schemi con funzioni
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
parcheggio interno per dipendenti sala macchinari ufficio direzionale spogliatoi per dipendenti magazzino
cortile ribassato / livello camere camere d’albergo sala macchinari deposito e lavanderia
centro benessere area con vasche d’acqua calda area esterna deposito / magazzino sala macchinari
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
vista
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
vista
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
pianta del Museo della Valle Imperina/ sezione
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Laboratorio d’Anno / 2016 Mauro Marzo •
assonometria / sezione
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S G UA R D O S U L S I L E . avvicinare la città al fiume
Macro residuo industriale affacciato sul fiume Sile, l’area dell’ex Oleificio Chiara e Forti si pone come una barriera piana ma non percorribile. Obiettivo del progetto è quello di riavvicinare la città alla riva del fiume definendo un grande edifico residenziale sviluppato attraverso una sequenza di corti e rialzato su pilotis. La sequenza di porticati e
corti, determina una continua dilatazione e contrazione degli spazi, quasi a simulare il diaframma umano. Inoltre, essendo i blocchi residenziali completamente sostenuti da una piastra in calcestruzzo, si ha una certa continuità visiva dall’ingresso fino alla riva del Sile. Ogni corte è caratterizzata da un tipo di vegetazione
SILEA
Ex Oleificio Chiara e Forti 35
differente, definendo ambienti che reagiscono in maniera diversa al cambio delle stagioni. Odori e colori saranno il tratto distintivo. Per rendere più concreto il rapporto tra fiume e città , il progetto prevede la realizzazione di una darsena sulla quale si affacciano residenze ed attività commerciali, legate anche a sport acquatici.
Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
masterplan
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
Area della darsena / pianta livello 0 / accessi alle residenze ed alle attivitĂ commerciali
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
pianta livello 1
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
prospetti / sezioni darsena
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
pianta livello 2
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
vista
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
pianta livello 3
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
vista
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
pianta livello 4
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Atelier Sostenibilità Ambientale / 2017 Carlo Magnani, Maria Antonia Barucco, Luigi Schibuola •
sezione tecnologica / dettaglio di prospetto
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C O N F RO N TO .
disegnare il futuro di un’isola africana
Cullata dalle acque dell’Oceano Atlantico nel Golfo di Guinea, lontana dalle coste africane, l’isola di Príncipe, sembra aver interrotto il fluido ed incalzante meccanismo dello scorrere del tempo, conquistando una rara ed affascinante immunità ai cambiamenti portati dal susseguirsi di epoche differenti. Il risultato è un piccolo paradiso terrestre, dove i pochi segni del passaggio dell’uomo risalgono all’epoca coloniale portoghese,
che qua aveva stabilito un importante centro di produzione di zucchero prima e di cacao in seguito. Tuttavia, se da un lato, questa staticità temporale ha permesso la salvaguardia di un ecosistema affascinate, dall’altro ha impedito un regolare sviluppo della città di Santo Antonio, di matrice portoghese. Al di fuori della maglia coloniale oggi troviamo una città informale diffusa, priva di una solida ed
SANTO ANTONIO
Ilhas de São Tomé e Príncipe 47
efficiente rete di servizi e di regole per controllare lo spontaneo utilizzo del suolo per fini agricoli. L’obiettivo del progetto è quello di delineare un futuro sviluppo della città, a partire dai pochi simboli esistenti, concentrandosi in particolare sul concetto di spazio publico, che qui nasce spontaneamente attraverso le relazioni tra gli abitanti, ma che non riesce a trovare una vera e propria sede capace dei dare forza alla città.
Projetação VI / 2018 FAUL Lisboa •
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Projetação VI / 2018 FAUL Lisboa •
schemi / masteplan
INDIVIDUAZIONE ASSI
SERVIZI ESISTENTI
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DIFFERENZIAZIONE DELLA STRUTTURA URBANA
Projetação VI / 2018 FAUL Lisboa •
dettaglio masterplan / piazza pubblica con auditorium, biblioteca e zona residenziale / sezione
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Projetação VI / 2018 FAUL Lisboa •
pianta auditorium / esploso assonometrico / prospetto
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Projetação VI / 2018 FAUL Lisboa •
pianta livello 0 e 1 biblioteca / sezione / assonometria sezionata
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Projetação VI / 2018 FAUL Lisboa •
pianta residenziale tipo / esploso assonometrico / sezione e prospetto
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grazie.
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Edoardo R. N. Zanchi r i fl e s s i o n i p r o g e t t u a l i