leggere il cambiamento visioni e divisioni nell’era del libro digitale
Sei interviste e sette progetti grafici a cura di Lara Caputo Emanuele Luppino Elisa Raciti
leggere il cambiamento visioni e divisioni nell’era del libro digitale
leggere il cambiamento
Progetto di editorial design sviluppato all’interno del Laboratorio di sistemi e artefatti complessi della Scuola del Design, sezione C1, del Politecnico di Milano. Anno accademico 2010/2011.
Font utilizzati nella composizione dei testi: Replica, di Norm (2008); Simple, di Norm (2000-2001); Titillium, open font dell'Accademia di Belle Arti di Urbino (2008); Bembo, di Stanley Morison (1929, redesign dell'originale del 1495 di Francesco Griffo); Sentinel, di Jonathan Hoefler e Tobias Frere-Jones (2009) Parisine, di Jean François Porchez (1996-1999); Fairplex, di Zuzana Licko (2002); Scala e Scala Sans, di Martin Majoor (1990-1998); Ouachita Way, di Nick Curtis (2001); Lisboa, di Ricardo Santos (2007); Base 9 & 12, di Zuzana Licko (1995); Graphik, di Christian Schwartz (2009)
Sommario
Introduzione al testo 17
Introduzione alla veste grafica 19
Il libro magico Gino Roncaglia 26
HumanĂŚ litterĂŚ in prestito digitale Spiro Cotsoucos 34
Il filo rosso Giulio Blasi 44
Il profumo della carta Marco Ferrario 54
La sfida ha occhi nuovi Marco Croella 62
Forma versus contenuto Luca Pianigiani 70
Lo stato delle cose (digitali)
I docenti conoscono poco gli studenti con i quali lavorano, per ruolo e per distanza. E loro (gli studenti) seguono per forza; più o meno convinti della compagnia (un periodo breve), eseguono ciò che noi riteniamo sia utile che facciano. I risultati arrivano sempre: più o meno interessanti o interessati, per loro e per noi. Quest’anno invertiamo la tendenza, ci siamo detti. Lasciamoli parlare e fare, accompagnandoli senza chiusure didattiche preconfezionate. Proviamo. Ci vuole però un tema comune, che riguardi tutti, e da vicino. Scegliamo così qualcosa di apparentemente semplice: il rapporto tra noi e il computer. Sembrerà banale; e lo è, da un certo punto di vista. Tutti ne parlano con gran soddisfazione, e soprattutto è un gran fare. Mai come oggi (e chissà domani) sembra proprio che questo strumento lavori nel profondo, accompagnando e scandendo le nostre vite. Per questo ci pare un argomento tanto legato all’abitudine che valga la pena farne tema di ricerca. Al di là dei satrapi che ne tessono solo e sempre lodi (vedi Wired), ovunque avvenga un cambiamento legato all'introduzione dei computer (cambiamento di ruoli, di attitudini e comportamenti), nel mondo alcuni ricercatori attenti lavorano sul campo (non in vitro ma nel quotidiano) per valutarne l'impatto. C’è chi si occupa degli effetti dei giochi in rete sul comportamento degli adolescenti, chi di quelli sugli scienziati che guidano una sonda su Marte. Un monitoraggio continuo (e il lavoro dell'equipe di Sherry Turkle all'M.I.T. rappresenta bene questa impresa) affianca la ricerca e tiene il passo con l’innovazione. Non si tratta di un atteggiamento antitecnologico, anzi; piuttosto di attenzione e cura. Ecco il perché del tema: far uscire, rende esplicite e consapevoli alcune pratiche quotidiane, che stanno per diventare falsamente naturali. Dall’inizio ci siamo convinti che gli studenti avrebbero apprezzato. Decidiamo di chiedere loro di rendere esplicite le sensazioni che accompagnano la loro vita con il computer. La nostra invece, di adulti professionisti, è stata scandita da un passaggio traumatico (una rottura del modo di produzione) perché veniamo, se abbiamo più di quarant’anni, da esperienze analogiche, neppure coadiuvate
dal digitale, e abbiamo vissuto uno strappo forte tra il prima e il dopo. Naturalmente, come tutti (chi più, chi meno), abbiamo abbozzato o ne abbiamo fatto tesoro. Ma di questo gli studenti non sanno né sono tenuti a sapere. Ci vedono solo lenti e impacciati. Quindi la prima comunicazione da fare è raccontare di sé. Anche storie legate al prima: grafici senza computer, manualità, stili, autori; poi il passaggio: i grafici di mezzo, quelli «bitmap». E chiedere: ma voi integrati, come ve la passate? Una mattinata in Facoltà e un incontro in forma di assemblea: l'impatto della domanda produce i suoi effetti. Si comincia balbettando, impossibile sentirsi pari. Qualcuno dice che non se ne può fare a meno (del computer), altri che è possibile «snobbarlo», o spegnerlo. Tutti (o quasi) ammettono di sentirlo invasivo. Doveva essere uno strumento di lavoro e studio ma è diventato altro: ricerca, gioco, amici, posta, chat, download, musica, cinema... E soldi, succhia i soldi. Qualcuno è infastidito. Perché mettere in piazza una storia così personale? Sembra che la domanda inauguri un rito: non è una confessione ma poco ci manca. Alla chiacchierata della mattina segue una nostra richiesta: mettete nero su bianco i vostri pensieri. Le risposte scritte della settimana successiva sono forti e chiare. Tutti identificano il computer con un lui, un soggetto (quasi) paritario; qualcuno addirittura gli ha dato un nome. Non proprio un'inversione soggetto-oggetto, ma poco ci manca. C’è chi se lo porta a letto (sic), lo lascia sempre acceso per sentirsi collegato. Tutti sono nati con, hanno cominciato alle elementari e, grazie a padri giovani, sono cresciuti con. C'è chi si incazza perché «lui» non fa quello che deve. Tutti hanno paura: di perdere dati, lavoro soprattutto. Qualcuno ha sofferto, come per un lutto. Altri chiedono uno strumento solo professionale, che non mischi troppe offerte e richieste di abilità. Ci sembra di aver aperto una diga! Il passo successivo è più pratico ma occuperà tutto il percorso del laboratorio: divisi in gruppi di lavoro, tutti si sono occupati dell'impatto del computer sui mestieri e sulla vita; di com’è vissuto il «vantaggio digitale»; un progetto comune fatto tramite molte
interviste a persone scelte e a professionisti di vari settori. I campi d'indagine sono stati: musica, fotografia, tipografia, simulazione e trasparenza, ricerca, viaggio, giornalismo, identità, lettura, pirateria... Quest’idea di uscire e guardarsi intorno, incontrare persone, cercare di capire, restare anche delusi, ha fatto breccia. Più di cento interviste (lasciate com’erano, editate, parziali, gettate via) oggi sono raccolte in dieci pubblicazioni tematiche. Di cui adesso ne avete tra le mani una sola, parte del tutto. Sono diseguali ma converrebbe leggerle tutte. Per intuire lo stato delle cose e la nostra consapevolezza. Mauro Panzeri PierAntonio Zanini Marco Moro C1 1.LM / a.a. 2010-2011 Laboratorio di progettazione di artefatti e sistemi complessi Communication Design Scuola del Design - Politecnico di Milano
Introduzione al testo
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L’avvento del libro digitale è stato descritto da molti come una rivoluzione paragonabile a quella innescata sei secoli fa da Johann Gutenberg. La «quarta», in ordine temporale, dopo l'invenzione della scrittura, cui è seguito il foglio cartaceo manoscritto, evolutosi grazie ai caratteri mobili di Gutenberg nel libro stampato. Oggi ci troviamo nel mezzo di una ulteriore e importante fase evolutiva in cui i testi, che già da decenni vengono prodotti direttamente al computer, ampliano enormemente le proprie potenzialità avendo acquisito tutte le caratteristiche visive e dinamiche dell’oggetto digitale. Molteplici sono le possibilità offerte: l’interattività concede nuove possibilità al testo, il contenitore mette a disposizione memoria e quindi spazio quasi illimitato in dimensioni ridotte, caratteristica che aggiunge anche il valore della trasportabilità. È la rivoluzione dei supporti, non dei testi, per i quali, del resto, il libro cartaceo è sempre stato semplicemente un veicolo. Ci troviamo all'interno di un processo destinato a proseguire nel tempo, che fa riemergere sotto una nuova luce problematiche da tempo accantonate. In anni in cui tutte nuove dinamiche si stanno delineando, l’incertezza è l’elemento comune. Quali tendenze si affermeranno? Riuscirà la tecnologia a risolvere i problemi legati al nuovo tipo di supporto e ad una nuova concezione della lettura? Tutti gli esperti intervistati nel quadro di questa ricerca hanno delineato orizzonti nuovi e individuato nuove criticità, nuovi interrogativi.
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Introduzione alla veste grafica
La veste grafica che connota questo artefatto è intenzionalmente mutevole. Si è tentato di caratterizzare anche visivamente le diversità degli approcci e delle opinoni raccolte. Ogni persona interpellata ha aggiunto contenuti originali, informazioni e spunti spesso inaspettati. Di conseguenza lo stesso layout, la struttura delle pagine, è a volte facilmente decodificabile, altre volte meno, ma costante è l’intenzione di valorizzare e facilitare l’interpretazione dei contenuti proposti, anche attraverso un lavoro di metaforizzazione per immagini. Riteniamo, ad ogni modo, che il ruolo invisibile del grafico corrisponda a quello di mediatore discreto (appunto, invisibile) tra il testo, materia prima preziosa, e il lettore.
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“
” Matteo Bordone, blogger
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Più di tutto, il libro mi identifica, mi permette di essere, di essere diverso, speciale. Il libro che leggo è un’informazione esclusiva che do agli altri, un’informazione su chi sono, su come sono o su come vorrei essere. Un uomo che legge Donald Barthelme in treno ti sta dicendo qualcosa di sé, qualcosa di interessante e inquietante. Un uomo che legge Fabio Volo ti sta addirittura confessando qualcosa di sé, senza saperlo. Due uomini che leggono dai propri ereader, invece, sono pressocché indistinguibili, omologati.
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Il libro digitale, meglio noto come ebook, fa la sua comparsa nel 1971 con il Project Gutenberg dell’Università dell’Illinois, la prima iniziativa volta a digitalizzare i libri stampati in versioni elettroniche liberamente riproducibili. Il primo ebook fu una copia della Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. I supporti elettronici per la lettura entrano in scena nel 1998.
ROCKET eBOOK (Novomedia) Schermo lcd da 3,9" retroilluminato Due colori Connessione ethernet Prezzo: 270 $
2001 REB 1200 (RCA / Gemstar) SOFTBOOK (Soft Book Press)
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Schermo lcd da 9,5" retroilluminato → Scala di grigi Connessione ethernet → Copertina esterna 599 $
Schermo lcd da 8,2" retroilluminato → A colori Connessione ethernet → Annotazioni → Evidenziature → Piega segnalibro 699 $
2006 2007 SONY READER (Sony) Schermo da 6" Quattro livelli di grigio → E-Ink: inchiostro elettronico che consuma energia solo al cambio pagina 299 $
KINDLE (Amazon)
2010
Schermo da 6" E-Ink, quattro livelli di grigio → Connessione Wi-fi ad Amazon Store
iPAD (Apple) Schermo lcd da 9,7" a colori → Multifunzione e wi-fi, 599 $
Durante la notte dell’equinozio d'autunno il consigliere segreto di cancelleria,
Tusmann, uscì dal caffè in cui ogni sera soleva
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oi non riusciamo ad acquisire che una conos molto par ziale degli eventi che effettivame eserciteranno un influsso sul corso della nost e sul nostro destino. Vi sono innumerevoli altri eventi — se cos possiamo chiamarli — che a noi si accost e tuttavia svaniscono, senza produrre a Se mai potessimo cun risultato concreto o senza neppur far conoscere tutte le rivelare la loro presenza, con un r orno vicissitudini della senza produrre alcun o un'ombra che cada sulla nostra la nostra sorte, la vita risultato concreto Se mai po tessimo conoscere tutt tazione sarebbe troppo gravida o senza neppure viissitudini della nostra sor la di speranze e timori, nnumerevorivelare la loro la vita sa r ebbe troppo grav Tusmann era di esaltazioni e ri eventi— presenza, con un di speranze e timori, di puntuale delusioni 'era una volta - perché è così così possiamo raggio o un'ombra esaltazioni e delusioni e preciso in che tutte le storie dovreb bero iamarli—che a che cada sulla concederci un'ora sol tutto ciò che faceva. iniziare - un bambino che perse sua si accostano serenità. Questa id Si era abituato a madre. via svapuò venir illu strat togliersi scarpe e In verità, la stava perdendo da pantofole una pagina, tratta molto tempo. Il male che la mentre storia segreta di D stava uccidendo era una cosa gli orologi Swan. strisciante e vigliac ca, una delle chiese David non ci intere malattia che la divorava di Santa Maria e San fino a che non lo da dentro, consumando Nicola battevano le incontriamo, all'et ne lentamente la luce urante la notte dell'equinozio undici, in modo da vent'anni, sulla st interiore cosicché i suoi d'autunno, il consigliere segreto di calcarsi la berretta maestra che lo cond occhi di ventavano ogni cancelleria, Tusmann, uscínatio dal caffè, borgo alla ci giorno meno luminosi e la in cui ogni sera soleva regolarmente di Boston, dove un sua pelle più pallida. In verità, trascorrere un paiozio, d'ore, per fardroghi modesto
laa stava perdendo da molto tempo.
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E a mano a mano che lei gli veniva nella Spandauerstrasse. Il consigliere qualità di commesso sottratta, un poco per segreto Tusmann era puntuale e Basterà preciso in tutto dire checiòer volta, nel bambino che faceva. Si era abituato a togliersi scarpe e nel New Hampshire i cresceva la paura di giacca e ad infilarsi nei piedirispettabile le vaste pantofole famigl perderla del tutto. mentre gli orologi delle chieseaveva di Santa Maria euna San ricevuto Lui desiderava più di Nicola battevano le undici, in le modo da calcarsi con la educazione, ogni altra cosa che berretta da notte sulle orecchie esattamente allo classica conclusion lei restas se. Non scoccar dell'ultimo tocco. un anno all'Accadem aveva fratelli né Per non tradire la consuetudine, anche quella Gilmanton. Dopo ave sorelle, e malgrado sera (essendo gli orologi già sul punto di asuonare viaggiato piedi volesse bene a suo le undici), egli si apprestava dall'alba a svoltare con sin un quasi padre era pur vero passo veloce, o meglio, con un me agile balzo, riggio di dalla un gior che ne voleva di Königsstrasse nella Spandauerstrasse, uno estivo,quando la stanchez più a sua madre. strano rumore, come di colpi bussati a una porta, la crescente calura Non sopportava lo inchiodò sul posto; e nella in luce viva d'un dussero a riposar l'idea di una lampione, sotto la torre del vecchio prima municipio, ombra conveni vita senza di scorse una figura alta, allampanata, avvolta trovata lungoinla st lei. un mantello scuro che bussava con crescente per forza attendervi l'ar Il bambino, alla porta - naturalmente chiusa - della bottega Co della diligenza. il cui nome era
ritorno alla propria situata loabitazione dovrà assu mere i
di ferramenta del noto mercantepiantato Warnatz. appo Bussava, sta pe
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La rivoluzione del supporto elettronico sarà in grado di cambiare davvero le tradizionali abitudini dei lettori e di avvicinare un maggior numero di persone alla lettura? Gino Roncaglia, insegnante di Informatica applicata alle discipline umanistiche presso l'Università della Tuscia, sogna un futuro in qualche modo simile a quello del Cancelliere Tusmann nell'opera di E.T.A. Hoffmann. — La produzione di testi e la loro diffusione dovrebbero comportare una netta distinzione tra contenitore e contenuto: la lettura dovrebbe essere svincolata dal supporto. Come viviamo, secondo lei, questa dualità caratterizzante i dispositivi e quanto incide l'archetipo dell'oggetto libro che ci lega nella definizione dell'esperienza di lettura? Va tenuto presente che, anche in ambiente digitale, la lettura resta sempre legata a un supporto (il dispositivo di lettura). Ciò significa, in sostanza, che il lettore si avvicina sempre al testo attraverso la mediazione di una specifica interfaccia, le cui caratteristiche hardware e software influenzano notevolmente — anche nel nuovo ecosistema digitale — l’esperienza di lettura. La differenza con la situazione tradizionale è nel fatto che
lo stesso testo può essere visualizzato su interfacce di lettura diverse, e spostato con facilità (protezioni permettendo) dall’una all’altra. Questo crea una situazione nuova: chi prepara il testo per la lettura (l’autore o l’editore) di norma non sa attraverso quale particolare interfaccia il testo stesso sarà letto. Anzi, sa che molto probabilmente queste interfacce saranno diverse da persona a persona e addirittura da momento a momento per le stesse persone. In questa situazione, l’archetipo rappresentato dal libro su carta ha la funzione di richiamo a una sorta di modello comune: le interfacce saranno certo diverse, ma dovranno comunque cercare di offrire esperienze di lettura per quanto possibile simili a quelle tradizionali, e per quanto
Il libro magico
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la lettura in ambiente
La carta è un supporto con le sue caratteristiche specifiche: ad esempio a differenza della pietra è leggero e facilmente trasportabile, a differenza dei dispositivi elettronici non richiede batterie, è economico, è abbastanza resistente, se ben conservato dura nel tempo, e così via. Indubbiamente, gli aspetti della carta che i dispositivi di lettura elettronici cercano di imitare sono quelli legati alla leggerezza, all’alta risoluzione e qualità del testo, all’economicità, all’ottima leggibilità in situazioni di buona illuminazione esterna. Lo sforzo è integrare questi vantaggi con quelli del digitale: innanzitutto, ovviamente, la possibilità di utilizzare lo stesso dispositivo di lettura
L'utilizzo di supporti digitali avvicina di fatto bambini e giovani ad esperienze interattive con testi di vario genere e probabilmente li spinge maggiormente verso il campo della lettura, fino ad oggi a loro piuttosto ostico. Cosa pensa della diffusione di ereader e iPad come strumenti per incrementare la lettura?
Non credo che di per sé la disponibilità di dispositivi di lettura in ambiente digitale basti a garantire un aumento dei lettori e della diffusione della lettura. La promozione della lettura è un problema di politica culturale e civile del paese — direi addirittura una priorità per lo sviluppo economico del paese — ma non credo dipenda dall’uso di una particolare interfaccia di lettura, tradizionale o digitale.
Il libro magico
di
Quale valore attribuisce alla carta piuttosto che ai devices di nuova generazione?
buoni strumenti per
per ospitare e leggere decine di migliaia di testi diversi. Ma anche la buona leggibilità in situazioni di scarsa illuminazione, o la possibilità di integrare servizi software legati alla lettura (dizionario integrato, collegamento con enciclopedie in rete, con sistemi di social reading, annotazioni collaborative, strumenti di ricerca e analisi testuale, eccetera.). I dispositivi digitali saranno davvero «libri magici» se riusciranno a rispondere pienamente a questa sfida.
La disponibilità
possibile standardizzate. Col tempo, alcune caratteristiche di questo archetipo cambieranno probabilmente forma: i margini potranno ospitare di volta in volta strati (layer) di funzionalità diverse, tenderanno a emergere meccanismi standard per l’inclusione di contenuti multimediali, ecc. Per capire esattamente la direzione e la misura di questo allontanamento occorrerà aspettare ancora diversi anni.
Sono convinto che nascerà. Per l’utente non ha importanza quale tecnologia sarà usata (epaper a colori, electrowetting, display ibridi, eccetera). Ha importanza invece avere dispositivi leggeri, economici, maneggevoli, che si leggano bene sia alla luce sia al buio, e che siano in grado di visualizzare testo, immagini e video a colori e ad alta
risoluzione. Al momento, l’epaper e gli ereader basati su questa tecnologia sono usati per testi tradizionali (senza colori o movimento) e l’iPad è usato per testi arricchiti di contenuti multimediali. Ma questa scissione è legata solo alle caratteristiche attuali dei dispositivi disponibili, non a ragioni legate al contenuto informativo. Il lettore vuole aver accesso a tutte queste tipologie di contenuti, contemporaneamente, in maniera semplice e comoda.
della lettura.
al processo culturale
un possibile ostacolo
Crede che in un futuro potrà nascere un supporto che rappresenti la convergenza tra iPad e ebooks? Come sarà?
e politico di promozione
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digitale potrà eliminare
Il punto centrale a mio avviso sta nel fatto che la disponibilità di buoni strumenti per la lettura in ambiente digitale potrà eliminare un possibile ostacolo al processo politico e culturale di promozione della lettura: l’indisponibilità dei libri nell’ecosistema informativo e comunicativo digitale, che è di fatto il più frequentato dai giovani. In altre parole: non credo che il digitale servirà — da solo — a far leggere di più le nuove generazioni: questo dipenderà da altri fattori. Credo però che aiuterà ad evitare il rischio che esse leggano inevitabilmente di meno, a causa dell’assenza della forma-libro dal loro orizzonte informativo.
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Nel 1994 nasce in Italia l’associazione Liber Liber, fondata tra gli altri dallo stesso Gino Roncaglia, con la finalità non lucrativa di promuovere la condivisione del sapere online. Tra i vari progetti wiki vi sono: LiberGNU, volto alla creazione di software per l’editing e la lettura degli ebook, liberi e di pubblico dominio; Libro parlato, ovvero audio libri letti da attori o volontari e scaricabili in mp3; Liber Scuola, una guida alle risorse online per l’apprendimento; Progetto Manuzio, la prima biblioteca digitale italiana, online da più di dieci anni, nata dal nobile ideale di rendere la cultura davvero fruibile da tutti, in tutte le lingue del mondo, nei formati open.
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Il cambiamento coinvolge dunque in maniera diretta anche i luoghi sacri della conoscenza, le case istituzionali di ogni libro. Gli enormi scaffali divengono minuscoli all’interno degli iPad, i pixel sostituiscono il legno. Nuove dinamiche trasformano la relazione tra lettore e bibliotecario, cosÏ come nuove possibilità sono aperte al recupero e alla conservazione dei testi antichi.
humanĂŚ litterĂŚ in prestito digitale
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Prontuario delle nuove biblioteche con note critiche di Spiro Cotsoucos, esperto di editoria digitale, membro dell’AIE, che ha lavorato in Mondadori e Rizzoli ed è attualmente socio di Readme, libreria digitale attenta ai servizi per le biblioteche
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«Il CONcetto di luogo di aggregazione fisica di persone è insostituibile»
esperienza s.f. Uno degli aspetti del cambiamento, con la diffusione degli archivi digitali, riguarda l'esperienza stessa della biblioteca: non è più il luogo fisico «tempio» della conoscenza. —Cosa ne pensa? Le biblioteche spariranno? Chiunque oggi può diventare un aggregatore planetario, ma il mio pensiero non è così drastico. I nuovi sistemi bibliotecari di fatto mettono in discussione le funzioni tradizionali: la ricerca e la catalogazione sono bypassate, ma le biblioteche fisiche manterranno alcune peculiarità: il concetto di luogo di aggregazione
fisica di persone è insostituibile. Il sistema sarà indubbiamente reinventato: modelli attuali come il digital lending sono ancora dinamiche di transizione, poiché riprendono il concetto infantile di possesso. Ci sono già piattaforme come Safari, biblioteca digitale professionale in cui ti abboni e puoi accedere a 14.000 manuali — principalmente di informatica — in cui il servizio in più è dato dalla possibilità di accesso a dati sempre aggiornati. Nonostante ciò, il 99% degli utenti pur avendo la possibilità di scaricare il 60% dei libri consultati durante l'anno, non applicano il download. Nella nostra cultura è fin troppo radicato il concetto di possesso fisico, su questo aspetto siamo davvero all'Anno Zero. 34
prestito s.m. digitale agg.
nella doppia pagina precedente
Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze. Istituzione nata all'epoca della Firenze capitale, oggi è la più grande tra le biblioteche italiane, da quando, nel 1935, è stata trasferita nel palazzo progettato da Cesare Bazzani e Vincenzo Mazzei. Conta oltre sei milioni di volumi a stampa.
Quali sono, nel dettaglio, i diversi modelli di prestito digitale applicati in Italia? Quali le differenze sostanziali? Al giorno d'oggi esistono tre diverse dinamiche prestito. La prima tra queste si chiama digital lending: è un modello che «copia» il sistema delle biblioteche tradizionali con possibilità di prestito di file a tempo. Un modello esistente negli Stati Uniti da circa dieci anni, prima ancora che nascessero gli ebook. Il secondo modello, di cui è capofila la biblioteca di Cologno Monzese, una delle più avanguardiste nel territorio
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lombardo, si basa sull'acquisto di ereader che vengono dati in prestito all'utente con il catalogo di libri già inseriti. Quest'opzione prevedeva una sperimentazione di un anno, durante il quale sono stati dati in prestito circa quaranta ebooks grazie anche all'aiuto di uno staff che monitorava e assisteva i fruitori. Ad oggi sembrano convinti a continuare questo tipo di sperimentazione. Il terzo modello, di cui io stesso mi faccio promotore, è quello della consultazione online, diffuso negli Stati Uniti ma ancora inedito in Italia (uno dei pochi soggetti che ha provato ad introdurlo è Il Mulino). Con questo modello non leggi solo un testo, ma consulti contemporaneamente diversi libri: si realizza in questo modo una consultazione trasversale rispetto alla lettura tradizionale che valorizza e velocizza molto di più la ricerca rispetto al libro cartaceo. La dinamica mediante la quale l'utente accede al catalogo della biblioteca, in questo caso, è il pagamento di un abbonamento.
possesso s.m. Ha parlato di una sorta di freno, da parte del lettore italiano, nei confronti del libro digitale. I dati di mercato confermano tale resistenza. Come giudica, invece, il comportamento degli editori? Un'incognita notevole è rappresentata dai tempi della diffusione dei libri digitali. In America in quattro anni il digitale ha raggiunto il 10% del mercato editoriale, da noi siamo
all'1%, con forti resistenze da parte degli editori. Nel resto dei paesi europei vi è ancora freddezza rispetto al mercato anglosassone. In realtà, comunque, il discorso cambia a seconda dei generi e dei settori editoriali. In alcuni di questi, il digitale ha spazzato tutto o quasi: per quanto riguarda i dizionari, dati i costi di aggiornamento e produzione su carta molto elevati, è avvenuta una presa di coscienza già sei o sette anni fa; nel settore Academic/ Professional, il digitale occupa già il 20% del mercato. D'altra parte, per la narrativa, il libro cartaceo è un sistema molto consolidato, completamente riciclabile, non ha bisogno di pile e ha un alto grado di comfort. Sulla questione ambientale vorrei aggiungere che non è vero tutto ciò che si dice circa l'alto valore ecologico degli ereader: i libri sono stampati su carta riciclata, mentre la produzione degli hardware è di per sé già molto inquinante. Si capisce quanto il marketing influenzi la generale tendenza a ritenere gli ebooks così vantaggiosi in termini di impatto ambientale. C'è da dire, a vantaggio del digitale, che la circolazione di documenti online è molto utile all'interno degli uffici e in generale nell'ambito della documentazione. Si pensi, a questo proposito, all'utilizzo sconsiderato di carta che viene fatto per le fotocopie. In generale, il digitale dovrà permettere modelli nuovi, utili alla ricerca e alla condivisione, per rimediare alle maggiori complessità d'uso rispetto al sistema cartaceo.
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Public Library, New York. Tra le cinque più importanti biblioteche degli Stati Uniti, l'istituzione nasce nella seconda metà dell'Ottocento. La sede, inaugurata nel 1902, porta la firma degli architetti Carrère e Hastings. Al giorno d'oggi al suo interno sono presenti oltre sedici milioni di libri cartacei. È stata un'avanguardia nella diffusione dei testi digitali, fruibili al suo interno già negli anni Novanta.
archiviazione s.f. L'avvento del digitale può arginare uno dei problemi cronici con cui il lavoro delle biblioteche deve fare i conti da sempre, ovvero l'archiviazione. Qual è lo stato di cose attuali, anche in riferimento alla digitalizzazione dei documenti cartacei preesistenti? Gli editori stanno adottando scelte differenti. Rizzoli, ad esempio, ha già messo a disposizione il suo intero archivio online sin dal 2005. L'archiviazione del pregresso è un problema innanzitutto di costi, in stretta relazione con l'età dei volumi che si vanno a trasferire sul digitale. Più un libro è datato, tanto più difficoltosa 37
è la sua trasposizione dal punto di vista tecnico. I sistemi di scansione OCR non sempre riescono a riconoscere e tradurre i caratteri stampati in font digitali. In generale, l'ostacolo è dato dalla complessità degli impaginati. Da tutto ciò deriva quindi la necessità di un controllo manuale sulle scansioni sempre più robusto. Analogamente importante è la questione dei diritti, per i quali le pubblicazioni si suddividono in: bestseller di autori famosi; libri in commercio; libri fuori commercio (la cui produzione non è più conveniente in termini economici, ma conservano ancora il diritto d'autore); libri fuori diritti. Questi ultimi assumono tale denominazione una volta passati diversi decenni
«Il digitale dovrà permettere modelli nuovi, utili alla ricerca e alla condivisione.»
dalla morte dell'autore: in Italia per legge i diritti decadono dopo 75 anni. Google ha fatto la sua fortuna sulla sterminata quantità di titoli fuori diritti, un patrimonio enorme presente esclusivamente in digitale. L'ovvia conseguenza è che si possono scaricare legalmente libri in digitale senza passare dalle biblioteche. La complessità maggiore, infine, riguarda il reperimento dei metadati: descrizione testuale del libro, titolo, autore, anno di pubblicazione, recensione, codice ISBN. Oggi sono pochissimi gli editori che hanno organizzato i propri cataloghi con dei database di informazioni. Inoltre nell'identificazione bisogna anche specificare appartenenza e classificazione del prodotto: un'operazione articolata che richiede
il lavoro di un «omino». Un onere ancora maggiore all'interno della costosissima la gestione di un archivio. D'altra parte, però, l'apporto tecnologico nella semplificazione della ricerca è un grandissimo vantaggio per l'utente. Google ha notevolmente potenziato i propri sistemi full-text di mappatura dei concetti tramite motori semantici.
richiesta s.f. Un dato interessante registrato dagli store, riguardante la richiesta di ebooks, è la predilezione per i classici, dovuta anche in parte al fatto che gli editori cartacei non ripubblicano più buona parte 38
della produzione di genere. Si ha lo stesso riscontro presso le biblioteche? Il discorso sui classici non sta in piedi. Già prima dell'introduzione degli ereader vi erano moltissimi fuori diritti. In generale l'offerta digitale oggi non è affatto rappresentativa dell'offerta libraria cartacea. Essa è stata fortemente pilotata nel bene e nel male dagli editori, dai tre grossi editori, — Rizzoli, Feltrinelli, Mondadori, — quasi unicamente verso la narrativa di successo. In modo strumentale, perché dettata probabilmente dalla paura di perdere gli autori di bestseller
— i quali sarebbero in grado di fare da editori di sé stessi attraverso il selfpublishing. Sia sul mercato delle librerie, che su quello delle biblioteche metà del mercato è sulla narrativa, e metà è sulla saggistica leggera.Vivono moltissimo i bestseller e i longseller. Quasi nessuno, poi, ha investito sulla digitalizzazione dei libri illustrati. Il mercato dell'editoria digitale è in totale contraddizione e fermento. I piccoli editori vedono in questo tipo di commercializzazione un'apertura per emergere, i grandi editori spesso hanno paura di esporsi troppo.
Bibliothèque Nationale de France, Parigi. Con i suoi oltre trenta milioni di volumi a stampa, è una delle maggiori biblioteche europee. La nuova sede è stata inaugurata nel 1990. Notevole è la presenza di libri digitali: con il progetto Gallica, la BNF ha già messo a disposizione dei propri utenti oltre 90.000 ebooks. Da Gallica ha preso spunto il progetto Europeana, archivio digitale dei 27 paesi dell'UE.
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Il libro digitale ha introdotto alcuni nuovi termini nel vocabolario del lettore. Carta elettronica che utilizza l’e-ink, tecnologia che si avvicina maggiormente all’inchiostro su carta. Rende lo schermo non retro illuminato, eliminando il fastidio del bagliore.
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EPAPER
Schermo a cristalli liquidi, con un semi specchio che fa passare la luce proveniente dalla parte posteriore ed è in grado di riflettere la luce frontale. La leggibilità è perciò condizionata dall’illuminazione ambientale.
DISPLAY LCD
Rappresenta lo standard ufficiale adottato dall’International Digital Publishing Forum per la pubblicazione di libri digitali. EPUB
Dispositivi sui quali è possibile caricare testi da librerie online o memorie esterne, studiati quasi esclusivamente per la lettura di testi. EREADER
Computer portatile formatotavoletta. Multifunzione (varie applicazioni, internet, ecc.), può essere utilizzato anche per la lettura di testi, con i limiti dello schermo lcd.
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TABLET
OLtre ad esser amministratore unico di Horizons Unlimited, la società che ha lanciato il primo network di biblioteche digitali in Italia, GIulio Blasi ha studiato Filosofia e ha conseguito il dottorato di ricerca in Semiotica presso l’Università di Bologna, sotto una direzione illustre. Nella nostra breve intervista ci ha parlato della sua recente creatura ma anche del rapporto che lo lega ancora indissolubilmente alle biblioteche tradizionali.
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Jorge Luis Borges, La Biblioteca di Babele, capitolo citato in De Bibliotheca di Umberto Eco.
Io adoro le biblioteche, ci sono nato dentro. Fino al lontano 1992 facevo il secentista, passavo gran parte del mio tempo a leggere libri antichi in biblioteche
Qual è il suo rapporto con le biblioteche fisiche? meravigliose in giro per il mondo. Ho cominciato a occuparmene perché avevo letto un saggio da adolescente, De Bibliotheca di Umberto Eco, nel quale l'autore prendeva in giro le biblioteche italiane nel confronto con le grandi biblioteche americane e canadesi che aveva visitato. Eco è stato il mio direttore di ricerca all'Università di Bologna... ecco, questo credo sia il filo rosso che mi guida nel cercare di ottenere quotidianamente maggiore efficienza per le biblioteche. All'interno del mio ufficio, ad ogni modo, trionfano i libri cartacei!
è un line 005, n O y l2 rar o ne 9. iaLib Med to partit nel 200 t n e i prog tizzatos lmare u e o r c c con per ato è n
to è na diae Com tto Me ? oge line il pr aryOn Libr
del uello r le q o vver e pe li gital o, o vuot to del di ente neg ni es ca mer eche, pr i an dagl una t o i à l i bib i g in Unit a travi Stati ta. Se en ew York N san a e v c y o c N brar avevi a i l c i care publ dei '90, scari a, r e à p usic met net ni, m alia inter It so a quotidia , n he in book a cosa c opa - no r n u nU E e . in etc am nche e lontan esta a a m h qu eanc Da er era n nsabile. partiti p e no te p e siam a, lavora n l i r n i g vora e a copr tatto co r n la o v cipa to c arri stret he, prin che a e do tec bliot ia. iblio e bi l il m le b n E o io g te c g n e e m eR ilano di M
Siamo all 'inizio ne l setto re delle bibliotech e pub bliche, m a abbiam o già una case history m olto interessan te su que lle accademich e e di rice rc a. La situazione è molto d iv ersa rispetto a l mercato tr a de. Gli ebook s si vendo n o n circuito d el elle bibli oteche
Quali so no le previsio ni per la diffus ione del prestito digitale nelle bib lioteche pubblich e? da più d i quindic i anni, con un mercato stabile che vale molto. Il prestito digitale n elle bibli oteche pubbliche inizia o ggi. L'impatto è quindi zero, ma punti amo a ri sultati discreti n el breve termine. Nelle università uso di risorse elettronic he ha una perc entuale si gnificativa, sopra ttutto nel se ttore STM (scie nze, tecn ologie e medic ina). Per alcuni settori sc ientifici in particolare nu lla viene p iù pub blicato in forma cart acea.
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Qualche bibliotecario in Italia ha interpretato la faccenda in termini di un'integrazione totalmente analogica del digitale. Quest'idea vuole che il bibliotecario acquisti testi e reader dalla rete, come un normale consumatore, caricando successivamente i contenuti sul device e infine concedendo al proprio utente il prestito dello stesso dispositivo: una cosa priva di senso, molto più farraginosa, costosa e
Tra gli addetti ai lavori qualcuno ha fatto notare la necessità di un forte controllo manuale nel processo di acquisizione digitale… statica rispetto al prestito tradizionale! Non è insensato l'acquisto di dispositivi, lo è immaginare che la distribuzione digitale possa avvenire in queste modalità. Il sistema è particolarmente dannoso in relazione al numero di prestiti —legati alla disponibilità di supporti e di personale addetto alla gestione dell'intero processo— che può elargire. Un sistema bibliotecario che si rispetti prevede un'infrastruttura completamente diverso. Il prestito digitale, in quanto tale, avviene totalmente attraverso la rete.
ÂŤL'universo (che altri chiama la biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali.Âť J.L. Borges
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Vi sono forme intermedie di noleggio, non ancora sul mercato italiano, per le quali le biblioteche comprano pacchetti di noleggi di titoli, che entrano a far parte del catalogo
Quali saranno le caratteristiche importate dai nuovi modelli diffusi all'estero? generale disponibile per gli utenti. Un altro modello è quello delle licenze territoriali con download aperto, molto diffuso tra i grandi editori accademici. Un'area territoriale paga una licenza, dal costo annuo piuttosto elevato, che permette a tutti gli utenti di quella zona di accedere alla totalità dei contenuti. In tal modo, la questione riguardante la protezione delle copie diviene abbastanza irrilevante. Tuttavia, non è comunque permesso di concederei i titoli totalmente privi di protezione: un flusso di consultazione così vasto distrugge potenzialmente l'intero mercato.
anno siglato un Google ha Miniil n rdo co fa un acco igitarevede la d stero che p ne di di un milio lizzazione riodo lenti al pe volumi risa d'Itae l'Unità tra il 1500 nni il o di due a lia. Nel gir ssere ovrebbe e servizio d . accessibile
olti Sono in m re le ad esalta à offerte possibilit etti di dai prog azione digitalizz ebooks. di Google tto Che impa sul avranno io patrimon aliano? librario it molto ooks è Google B anche te ed ha interessan gato dibattito le aperto un l die matiche d alle proble etto g tore. Il pro ritto d'au ndo a i attravers sta infatt egli n di stallo: una fase il to a ato rigett Usa è st t, n e m e Agre t Settlemen le e le tra Goog l'accordo edito ni degli associazio ento m ni. L'ele ri america pro l e inante d più affasc un in prevede, gramma icp te n tivame tempo rela na u i d e struzion colo, la co e ch ra u frastrutt grande in il o tt tu essibile rende acc a n u i d o librari patrimonio o n fi e ch n'idea nazione. U n fa ra e anno fa a qualche tascienza.
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L’avvento del libro digitale, riducendo nettamente i costi di realizzazione, ha riscritto le regole della filiera di produzione tradizionale. Le opportunità di selfpublishing relegano in secondo piano il ruolo dell’editore; la distribuzione, non più fisica, si avvale di piattaforme che a volte sono anche negozi online, surrogando così anche la funzione storica delle librerie.
Rispetto al numero sempre maggiore di negozi di vendita online, le principali piattaforme di distribuzione di ebooks in Italia sono quattro.
AUTORE
EDITORE
DISTRIBUTORE
LIBRERIA / EBOOK STORE
cede i propri DIRITTI
ˆmodello tradizionale LETTORE modello di selfpublishing digitale
ˇ
AUTORE
piattaforma di SELFPUBLISHING
EBOOK STORE
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STEALTH → distribuisce ad oggi 155 editori → non è uno store, ma è integrata con 17 librerie online
EDIGITA (GEMS/RCS) → distribuisce ad oggi 43 editori → è collegata a 18 store
BOOK REPUBLIC
BIBLET (TELECOM)
→ distribuisce ad oggi 136 editori medio/piccoli → è anche uno store
→ distribuisce ad oggi 18 editori → è anche uno store
Il profumo della carta una nuova concezione della distribuzione e della vendita: dalle librerie alle piattaforme on-line. come si evolve il mercato italiano in riferimento alla nascita di ebook stores? l’abbiamo chiesto a marco ferrario, sedici anni in mondadori come direttore generale di harlequin responsabile business unit informatic & new media. oggi si affaccia nel virtuale con bookrepublic, store online che raccoglie singoli editori, di medie e grandi dimensioni direttamente caricabili su dispositivi digitali.
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BOOKREPUBLIC È STATA UNA DELLE PRIME PIATTAFORME A CREDERE FORTEMENTE NEL DIGITALE, MEDIUM CHE HA TRA LE MAGGIORI POTENZIALITÀ L'ALLARGAMENTO DELLA FRUIZIONE DEI TESTI, DUNQUE DELLA CONOSCENZA. DA QUALE INTENTO È NATA L'AVVENTURA-BOOKREPUBLIC?
La nostra attività volge senza dubbio particolare attenzione all'allargamento della fruizione e della conoscenza. Ad esempio, pensiamo che la pirateria - tanto più in un mercato piccolo sia un fenomeno fisiologico. Bisogna imparare a conviverci e magari utilizzarla come strumento dinamico; che una serie di copie non acquistate vaghino online costituisce un'azione di marketing gratuito per l'editore. Sono soldi che non vanno nelle mani dell'editore stesso, ma le dimensioni di questa dinamica sono talmente piccole, rispetto al mercato, da risultare irrilevanti. Noi scegliamo accuratamente gli editori che distribuiamo. All’interno della nostra politica commerciale diamo la stessa visibilità ad ogni libro che abbiamo, non costituiamo gerarchie come invece avviene all’interno di una libreria. I libri a cui viene data più visibilità all’interno dei negozi costituiscono un numero esiguo eppure producono solitamente il 40% del fatturato. Delle 55.000 unità che escono all'anno, 54.950 di queste hanno il problema della visibilità in libreria; quando sono presenti, lo sono su uno scaffale remoto. Per la diffusione della parte di titoli che hanno difficoltà ad arrivare nelle mani del lettore una politica di protezione meno invasiva forse sarebbe auspicabile. Noi consigliamo un social DRM, senza alcun vincolo particolare all’utilizzo del file acquistato; solo una tracciabilità degli utilizzi. L'EBOOK OGGI TRASCINA CON SÉ UNA PERCENTUALE DI RISPARMIO CHE NON È ELEVATISSIMA RISPETTO AL LIBRI CARTACEI, OVVERO CIRCA IL 20%. COME GIUSTIFICA TALE DISCREPANZA, NONOSTANTE VENGA ANNULLATA BUONA PARTE DELLE SPESE DI PRODUZIONE-TRASPORTO?
All’interno del mercato italiano esistono almeno tre modi che afferiscono a categorie diverse di editori. Nel sistema dei
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grandi editori la politica di prezzo al ribasso è la meno aggressiva, il passaggio al digitale è lento e controllato. Emerge la capacità di determinare il costo poiché le case editrici in questione possiedono i diritti di una buona fetta del mainstream e dei titoli bestseller. In secondo luogo vi sono gli editori di medie dimensioni, che costituiscono gran parte del mercato: a loro, che sono orientati a testare la risposta del mercato, proponiamo un approccio maggiormente sperimentale e variegato. La terza categoria comprende il sempre più diffuso selfpublishing. Quest’ultimo, insieme al mercato americano, sta modificando il range di prezzo che è molto inferiore e competitivo (fino ai 0,99 €). Anche il mercato inglese si sviluppa sulla stessa politica, anche se più cautamente. In generale il mercato si sta modificando, orientandosi verso prezzi più bassi e competitivi, a i quali sicuramente anche i grandi editori dovranno piegarsi. RIFLETTIAMO IN GENERALE SUI LETTORI: AL GIORNO D'OGGI DUE TERZI DI ESSI SONO «MEDIO-DEBOLI» - OVVERO LEGGONO AL MASSIMO CINQUE LIBRI IN UN ANNO -, NONOSTANTE TRASCORRANO UNA FETTA CONSISTENTE DI TEMPO VISUALIZZANDO TESTI A SCHERMO, DUNQUE — INCONSAPEVOLMENTE — LEGGENDO. CHE COSA PENSA DEL POSSIBILE INCREMENTO DELLA LETTURA DATO DALLA DIFFUSIONE DEL DIGITALE? Per quanto riguarda le rilevanze di BookRepublic, la maggiore incidenza è data dai lettori forti, e questo rispecchia anche la realtà degli Stati Uniti in cui la stessa tipologia di lettori è stata la prima a essersi trasferita sul digitale. Si può pensare che prezzi più abbordabili avvicinino più lettori ma, nel nostro caso, coloro che già si accostavano alla lettura hanno incrementato anche l'esperienza digitale. Il lettore forte ha due interessi principali: la portabilità, tradotta nella possibilità di raccogliere grandi quantità di testi su un unico supporto; e il prezzo che si riduce in relazione alla stessa elevata quantità di prodotti. UNO DEI PUNTI FERMI DEL «PARTITO DEI NOSTALGICI» È INDISSOLUBILMENTE LEGATO ALLA MATERICITÀ DELL'OGGETTO-LIBRO. CON IL DIGITALE L’ATTO DI SFOGLIARE
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LE PAGINE IN EFFETTI È SOSTITUITO DA UNA SEMPLICE ANTEPRIMA DEL TESTO. COSA NE PENSI? Non vedo una sostituzione del digitale al cartaceo. L'ultimo libro di carta che ho letto l’ho comprato prima di salire sul pendolino a Roma, nonostante potessi tranquillamente scaricarlo. Dipende dai momenti. Non c'è esclusione, ci sono solo più possibilità. Sull'esperienza di lettura, non c'è dubbio che gli attuali supporti forniscano un'esperienza largamente inferiore rispetto alla carta. Anche il migliore supporto digitale non riesce a rendere come la carta. Davanti a noi però si apre un’enorme possibilità di sviluppo delle interfacce che daranno la possibilità per gli autori di racchiudere in soluzioni uniche linguaggi diversi, che oggi, paradossalmente, la carta fa ancora meglio del digitale. Si arriverà molto presto a risultati impressionanti: ad esempio libri per bambini con forme di interazione assolutamente innovative. Avremo strutture narrative diverse da quelle che oggi conosciamo che saranno nettamente superiori sul device anziché sulla carta. Il selfpublishing è un fenomeno troppo rilevante perché gli autori non sperimentino direttamente forme narrative diverse.
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Il 2010 è stato l’anno zero del mercato italiano generalista degli ebooks. Nonostante l’entusiasmo degli editori, a dodici mesi di distanza la diffusione del libro digitale tra i lettori nostrani è ancora minima. Ciò significa che i lettori italiani di ebooks sono 600.000, definiti early adopters per essere stati i primi ad aver acquistato un ereader. Il numero di copie disponibili negli store, a fine 2010, è risultato il più basso tra i maggiori paesi d’Europa.
DIFFUSIONE IN USA
10%
DIFFUSIONE IN ITALIA
0,1%
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ITALIA
GERMANIA
11.000 40.000
FRANCIA
REGNO UNITO
82.000
400.000 ebooks disponibili
la sfida ha occhi nuovi Coordina i vari servizi per gli editori: dalla distribuzione, alla vendita, degli ebook; dalla conversione in digitale di quotidiani cartacei, ai servizi di autopubblicazione. Marco Croella, oggi è direttore tecnico presso Simplicissimus Book Farm srl, nella quale ha fatto la prima entrata nel 2007, ora direttore del reparto tecnico e commerciale.
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eu r lm div opeo erca t ari , o d ricop o del ipe l r nd e un ibro as a p dig olt e i an rcen tale to i t da uale n ita ll'a l spe irriso ia, ris tto ria pet cul (cir to a tur ca q ale del uell l'1 o a ? %) n , pe glof nsi ono Se parliamo della percentuale di ch e eq d incidenza dell'editoria digitale, direi che è u est semplicemente un passaggio fisiologico o del mercato e nulla di patologico. L'1% può sembrare poco, ma occorre pensare che fino al 13 Maggio 2010, quando fu lanciato Stealth collegato a IBS.it, non esisteva di fatto un'offerta di ebook sui maggiori store online, e che solo a ottobre 2010 4 grandi editori (Mondadori, Feltrinelli, RCS e Gems) hanno deciso di iniziare a vendere i propri contenuti come ebook. Quindi parliamo di un mercato che ha un anno. In quest'anno i titoli disponibili sono passati da circa 400 a circa 12.000, ma anche così, con questa enorme crescita in termini di disponibilità, il rapporto rispetto alla massa di libri cartacei in commercio, dell'ordine dei 500.000 titoli è bassissimo. Per questo non ci si deve stupire che il mercato degli ebook sia l'1% del cartaceo, è semplicemente un passaggio di crescita che porterà man mano a volumi maggiori, sia sul fronte dell'offerta che del mercato complessivo.
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Lavorando in un settore sostanzialmente nuovo per tutto il mercato, ci si trova quotidianamente a trovare nuove soluzioni a problematiche non previste
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La mia esperienza in Simplicissimus nasce nel 2007, quando ancora lavoravo a tempo pieno nel settore della finanza e mi avvicinai con curiositĂ al mondo dell'editoria digitale. Per circa un anno ho dedicato a Simplicissimus le nottate ed i weekend, finchĂŠ nel 2008 non ho fatto il salto e sono passato a lavorare definitivamente in azienda, diventandone anche socio. Inizialmente ho ricoperto il ruolo di Direttore Tecnico, cosa estremamente sfidante, in quanto lavorando in un settore sostanzialmente nuovo per tutto il mercato, ci si trova quotidianamente a trovare nuove soluzioni a problematiche non previste e a rimettere in discussione le soluzioni precedentemente adottate, o ad immaginare l'implementazione di servizi completamente nuovi e quindi non prevedibili per definizione. Da circa un anno e mezzo sono passato ad occuparmi del coordinamento commerciale e tecnico di tutti i servizi agli editori che Simplicissimus eroga: dalla conversione, distribuzione e vendita degli ebook tramite la nostra piattaforma Stealth e il nostro store ultimabooks.it, alla produzione quotidiana delle versioni digitali dei quotidiani cartacei Il Sole 24 Ore e La Stampa, dai servizi di autopubblicazione come Narcissus a quelli per le librerie fisiche che potranno vendere gli ebook con Ultima Books PRO. 64
cis
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itivi i dispos rafica"? d e n io gettaz accia g a di pro este di "interf z n ie r e In Simplicissimus diamo un estrema esp la v ella tua ni importante importanza all'esperienza utente in fase ie nto rit di selezione e acquisto degli ebook ali, qua
digit
da leggere, e questo vale tanto più quando si sta offrendo un servizio o un prodotto innovativo, in quanto una interfaccia semplice e intuitiva più di per sé ridurre eventuali diffidenze nell'approccio iniziale. Per questo motivo il nostro store Ultima Books non possiede un'unica identità ma è implementato in modo ottimizzato su ogni singolo mezzo di fruizione: c'è un'interfaccia ottimizzata se si accede da PC o Mac, una differente all'accesso tramite tablet con interfaccia touch e altre ottimizzate per ogni categoria di ebook reader a inchiostro elettronico. Questo perché ognuna delle categorie precedenti possiede differenti caratteristiche di interazione uomo-macchina e di responsività, e l'interfaccia utente, a nostro avviso, non può più che essere progettata conformemente.
osa pensi de l diritto d'au ancora forte tore, sopratu il concetto d tto in Italia, d i possesso e ove è proprietà inte llettuale? Il Diritto d'Autore non è un problema, viene gestito secondo tutte le normative, in Italia come nel resto del mondo. Dal punto di vista dell'auto-pubblicazione offerta da Narcissus, inoltre, non c'è cessione dei diritti a Simplicissimus, che quindi non funge neppure da editore, bensì da semplice tramite distributivo degli ebook da porre in vendita, i cui diritti restano pienamente in possesso dell'Autore. Questo è quello che noi intendiamo come la forma più diretta di auto-pubblicazione: è l'autore ad essere di fatto editore di se stesso, con tutto quello che questo comporta. È l'Autore a scegliere il prezzo di vendita, e per ogni acquisto effettuato da un cliente, gli verrà riconosciuto il 60% del prezzo che ha scelto. 65
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Nel nostro paese la lettura è un’attività che accomuna quasi due italiani su tre. Il ritardo tecnologico è una delle ragioni per le quali il libro cartaceo è ancora saldamente prevalente rispetto all'ebook. Gli italiani che leggono più di sei libri l’anno, i cosiddetti lettori forti, sono solamente un terzo dei lettori totali.
14%
24%
eclettici
tradizionalisti
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LETTORI IN ITALIA
60% ne
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ale
TECNOLOGIA
pop
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zio
17% technofan
31% tv people
— Una rivista di fotografia digitale nata in Italia che in un solo giorno raggiunge la vetta delle apps più vendute su iTunes Store. Un formato rivoluzionario che influirà — forse — sul modo di concepire l’editoria digitale per i nuovi supporti. «L’utente cambierà il suo modo di relazionarsi ai contenuti» è la visione di Luca Pianigiani, fotografo per passione, direttore di Jumper Photo Magazine, con un passato a Wired e Screen Mag. —
forma versus contenuto
COS’HA DI DIVERSO JUMPER RISPETTO ALLA RIVISTA CARTACEA E A TUTTE LE RIVISTE ONLINE CHE TENTANO DI COLMARE I VUOTI LASCIATI DAL DIGITALE?
Tutti i grandi editori oggi pongono le basi della progettazione sul supporto sbagliato e la loro principale preoccupazione è di non pensare per non spendere soldi. Ciò che ne risulta è la fotocopia della struttura delle riviste cartacee, ma meno comoda. Per rendere tutto più accattivante inseriscono dei video e degli oggetti che si muovono. L’utente non ha bisogno del tamagochi, ma di un mezzo che ti permette di vedere ciò che altri mezzi non potrebbero. Quando abbiamo realizzato Jumper, a differenza degli altri editori, non volevamo rifarci ad una rivista già esistente. Anche le riviste progettate nativamente in digitale hanno un unico orientamento verticale o al più declinano lo stesso contenuto in entrambi gli orientamenti. Gli iPad e i tablet possiedono però un doppio orientamento, per cui chi produce riviste tradizionali ha il primo problema che la versione cartacea presenta solo l’orientamento verticale. Noi invece abbiamo inserito
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in orizzontale ciò che funziona in orizzontale e così per il verticale. Il secondo grosso errore è strutturare una rivista digitale con una struttura nata per la carta. Un testo su un quotidiano impaginato a più colonne è comodo perché il giornale può essere piegato in funzione della colonna che vogliamo leggere. La grandezza della colonna stessa è il rapporto tra larghezza adeguata alla lettura e distanza tra carta e occhio. Nel momento in cui trasportiamo — tutto questo su iPad ci porta solo «IL PRODOTTO LIBRO, a degli svantaggi. Gli elementi PER COME È ANCORA d’impaginazione utilizzati INTESO DALLA MAGGIOR PARTE DEGLI EDITORI, sul cartaceo appaiono superflui È LA SEMPLICE e fastidiosi: su un diverso supporto TRADUZIONE DIGITALE serve una diversa struttura. DI QUALCOSA GIÀ Se abbiamo un testo lungo, perché ESISTENTE. MA LE POTENZIALITÀ distribuirlo in quattro pagine? A DISPOSIZIONE Perché non fare un’unica lunga DI UNA RIVISTA DIGITALE pagina? Magari su una colonna, SONO MOLTE DI PIÙ.» che non costringa ad andare su e giù — per la pagina zoomata. Ulteriore problema è il bagliore e il fastidio che questo crea agli occhi. Cerchiamo di evitarlo con un fondo irregolare, con un rumore che contrasta il testo con lo sfondo. Questi sono studi compiuti in modo che il risultato sia efficace a prescindere da una serie di caratteristiche che un supporto ha rispetto a un altro. È STATO SPONTANEO METTERE IN DISCUSSIONE IL SENSO DI LINEARITÀ? COME CI SI ADATTERÀ A UNA DIVERSA LETTURA?
Se non sei capace di sfogliare la rivista vuol dire che chi ha fatto l’interazione ha sbagliato, non è chi legge a non essere capace. Il problema è trovare un modo per rendere facile la cosa senza dovere impazzire. La coscienza dell’utente deve crescere, non imparando il linguaggio della tecnologia attraverso un complicato libretto di istruzioni, bensì estendendo l’idea che egli ha del proprio relazionarsi con i contenuti. Servono non tanto grafici, ma persone che studino l’architettura dell’informazione, che realizzino quell’esperienza di passaggio che è lineare, fluida,
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in orizzontale ciò che funziona in orizzontale e così per il verticale. Il secondo grosso errore è strutturare una rivista digitale con una struttura nata per la carta. Un testo su un quotidiano impaginato a più colonne è comodo perché il giornale può essere piegato in funzione della colonna che vogliamo leggere. La grandezza della colonna stessa è il rapporto tra larghezza adeguata alla lettura e distanza tra carta e occhio. Nel momento in cui trasportiamo tutto questo su iPad ci porta solo a degli svantaggi. Gli elementi d’impaginazione utilizzati sul cartaceo appaiono superflui e fastidiosi: su un diverso supporto serve una diversa struttura. Se abbiamo un testo lungo, perché distribuirlo in quattro pagine? Perché non fare un’unica lunga pagina? Magari su una colonna, che non costringa ad andare su e giù per la pagina zoomata. Ulteriore problema è il bagliore e il fastidio che questo crea agli occhi. Cerchiamo di evitarlo con un fondo irregolare, con un rumore che contrasta il testo con lo sfondo. Questi sono studi compiuti in modo che il risultato sia efficace a prescindere da una serie di caratteristiche che un supporto ha rispetto a un altro.
CI PARE DI CAPIRE CHE, ANALOGAMENTE, PROGETTARE PER IL SUPPORTO DIGITALE SIGNIFICHERÀ CONCEPIRE I PROPRI PRODOTTI COME QUALCOSA D’ALTRO RISPETTO AL
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CARTACEO. CIÒ, INEVITABILMENTE, PRESUPPONE UNA TOTALE RINEGOZIAZIONE DI FORMA E STRUTTURA.
La maggior parte delle riviste cartacee non presenta contenuti così ricchi e articolati da apparire interessanti se presentati in modo scarno. Ecco perché spesso si punta a strutture accattivanti e dettagli piacevoli. Quando si progetta per un altro supporto, c’è sempre il rischio di causare una perdita di valore delle caratteristiche precedentemente introdotte. Puntare sul contenuto è una mossa complessa e costosa, una strada intrapresa da pochi. Nel passaggio da un supporto all’altro reputo fondamentale riconsiderare forma e struttura per mantenere le qualità desiderate. IL LETTORE HA DELLE ESPERIENZE SENSORIALI CON IL CARTACEO CHE SEMBRA NON VOLER PERDERE. É VERO QUINDI CHE IL DIGITALE POSSIEDE DELLE MANCANZE? — «CI SARANNO SEMPRE APPASSIONATI Esiste un feticismo verso l’oggetto DEL CARTACEO MA che posso comprendere, ma al tempo SEMPRE MENO LIBRI stesso reputo sia stupido replicare in modo STAMPATI, CHE AVRANNO UN PROFILO identico esperienze che solo il cartaceo DI ALTA QUALITÀ può dare. L’emotività è solo qualcosa ED ELEVATO COSTO. di tattile? Non possiamo fingere che L’INFORMAZIONE il digitale sia come il cartaceo, SI LEGGERÀ SU MEZZI DIGITALI.» ma possiamo pensare che non solo — quest’ultimo sia il supporto che funziona.
L’errore sta nel replicare la grafica, l’approccio e il contenuto, poiché nel risultato ci accorgeremo che qualcosa manca. UNO DEGLI ASPETTI DEL CAMBIAMENTO È INDUBBIAMENTE LEGATO AL POSSESSO.
Siamo degli esseri selvaggi, pensiamo che ciò possediamo è nostro perché lo abbiamo comprato. Ciò che invece è etereo, crediamo di non poterlo ‘conservare’. Una delle grandi differenze tra web e rivista digitale sta nella possibilità di scaricare quest’ultima. Il quotidiano online invece cambia ogni giorno, non lo possiedi perché non puoi più accedervi. Anche se paghi un abbonamento non puoi pensare di possedere qualcosa che ogni giorno scompare e riappare diversa.
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PER ALTRI VERSI, IL DISPOSITIVO MOBILE SI AVVICINA PIÙ AD UN LIBRO CHE AL COMPUTER.
Il pc è considerato un oggetto usato per cercare informazioni e non per intrattenere. Con i tablet sto in salotto o a letto, così come non compro una rivista sperando di trovare subito delle informazioni: ci perdo sopra del tempo, la sfoglio, mi lascio distrarre. L’utente medio tende a pensare che supporti diversi servano allo stesso tipo di funzione, invece esistono diversi tipi di digitale e bisogna organizzare i contenuti in base al diverso supporto. Esistono tecnologie utili a far migrare un contenuto uguale in supporti diversi, ma non è questo ciò che ci serve. IN CHE MODO PICCOLI E GRANDI EDITORI ITALIANI SI STANNO APPROCCIANDO AL MONDO DIGITALE?
Tutti gli editori sono in corsa per essere presenti su iPad. Non tutti però si chiedono se sia il caso o no, se ci sia un ritorno economico, se il mercato per loro si allargherà effettivamente. In Italia sono presenti circa quattrocentomila iPad. Qualunque editore piccolo o grande dovrebbe chiedersi se abbia senso una versione per iPad del prodotto da realizzare. Le possibilità sono due: o si attende il momento in cui il mercato italiano sarà molto più ampio, oppure ci si rivolge ad un altro tipo di mercato. Jumper è nato in italiano e in inglese, semplicemente perché nel mondo, in questo momento, ci sono venti milioni di iPad. Adotta un atteggiamento diverso a seconda di ciò che ti serve. È DAVVERO POSSIBILE, IN TERMINI ECONOMICI E PRATICI, CAMBIARE ATTEGGIAMENTO?
Quando un’industria deve trasformarsi ha bisogno di passaggi morbidi. L’editoria non può decretare da un momento all’altro la morte delle edicole; nè licenziare tutta la propria struttura interna e sostituirla con i soli programmatori abili a dominare le complessità del supporto digitale. Per i soggetti che avevano già una massiccia presenza sul mercato, è difficile digerire un cambiamento così radicale. Chi parte da zero ha la possibilità di riuscire a pensare in maniera svincolata quando tra due-tre anni la produzione sarà orientata ai nuovi supporti.
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Il 19 luglio 2010 Amazon.com ha dichiarato che le vendite di ebooks hanno superato quelle relative ai libri cartacei. Il libro digitale è dunque una realtà ormai consolidata, che conta folte schiere di sostenitori, tra tecnocrati entusiasti e uomini di marketing affamati d'imporre il dominio del supporto elettronico. Nato — secondo questi ultimi — per divenire la killer application del libro tradizionale, l’ebook in realtà pare non essere in grado di sopperire agli intrinsechi vantaggi sinestetici del cartaceo, che con tutta certezza continuerà ad esistere ancora per molto.
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D’altra parte, il futuro potrà soltanto arricchire di potenzialità questo nuovo veicolo di cultura, specialmente dal punto di vista della condivisione della conoscenza in rete, obiettivo principale dei primissimi sostenitori della digitalizzazione. Tutto ciò rimetterà necessariamente in discussione aspetti quali la protezione invasiva delle copie e la rinegoziazione del concetto di diritto d’autore. Se sarà in grado di fare chiarezza su questi ed altri punti che innescano ancora dei dubbi, il libro digitale avrà assunto la sua forma definitiva.
Bibliografia
Borges, Jorge Luis, La biblioteca di Babele, in Finzioni, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2003 Bringhurst, Robert, Gli elementi dello stile tipografico, Edizioni Sylverstre Bonnard, Milano 2009 Eco, Umberto, De Bibliotheca, edizione elettronica Liber Liber, 2003 Hoffmann, Ernst Theodor Amadeus, La scelta della sposa, 1819 Roncaglia, Gino, La quarta rivoluzione, Laterza, Roma 2010
Crediti
Associazione Italiana Editori Bibliotime - UniversitĂ di Bologna Ebook Lab Italia Istat Osservatorio Permanente Contenuti Digitali
La lettura assume differenti forme a seconda del contenitore. Dopo secoli di carta e inchiostro si insinua lentamente il libro digitale, trasformando il consumo di testi, generando entusiasmi e scetticismi. Sei esperti interpretano l'evoluzione in atto, toccando i temi direttamente coinvolti: dispositivi di lettura, biblioteche e prestito digitale, mercato, distribuzione, progettazione di contenuti innovativi.
Sei interviste e sette progetti grafici a cura di Lara Caputo, Emanuele Luppino, Elisa Raciti.