Giardino botanico nella città di Chiavari
Parco Villa Rocca Tutte le specie caratteristiche e le curiosità
Il Parco, che si sviluppa in verticale su diverse altezze, offrendo diversi punti di vista sulla città e sul mare, è un giardino ideale di superficie pari a circa 21.000 metri quadrati. Incastonati qua e là si trovano grotte, cascatelle, laghetti, un tempietto neopompeiano, il Padiglione del Té e inaspettati panorami sui tetti di Chiavari. Quest’oasi in pieno centro cittadino è interessante non soltanto per la quantità e la varietà di piante custodite, ma perché testimonia la moda nata in Liguria nei primi anni del secolo scorso di coltivare all’aperto alberi e fiori provenienti dalle aree equatoriali.
Il bosco di lecci
Lungo il versante nord-occidentale della valletta, su cui si estendevano i terreni annessi al convento di S. Francesco, si trovava un bosco di lecci, che nella Pianta della Città di Chiavari del 1630 (uno dei documenti cartografici più antichi che ci sono pervenuti) viene denominato "barco", termine usato nei secoli passati in svariate regioni italiane per indicare una zona boschiva.
Il leccio è un albero a foglie perenni tipico della macchia mediterranea, che nell'Italia marittima dà boschi di climax (formazione di piante interdipendenti in equilibrio con l'ambiente) e si trova all'apice di un lungo processo evolutivo.
Le conifere, in particolare i cedri, erano le le specie più ricorrenti nei giardini dell'ottocento, anche in quelli della Riviera, nei quali
Le conifere esotiche
venivano collezionate numerose altre specie arboree di provenienza extra-europea. Cedro: Genere delle Pinacee, di cui fanno parte tre specie delle regioni mediterranee e della regione himalayana; conifere sempreverdi, con tronchi grossi a radici tubolari, rami lunghi con foglie rigide poste a spirale, rami corti con foglie a ciuffo, strobili solitari corti, a squame strettamente embricate, semi cuneiformi alati.
Araucaria: Genere di 18 specie di conifere sempreverdi propria dell'emisfero australe, localizzata nei distretti caldi o temperato-caldi dell'America del Sud, dell'Australia e di diverse isole del Pacifico. Hanno ramificazioni a palchi sovrapposti, regolarmente intervallati, foglie aghiformi e coni sferici od ovoidali a squame imbricate, con semi molto grandi oblunghi.
Carrubo: Albero sempreverde delle Papilionacee, tipico delle regioni costiere del Mediterraneo. Alto 8-10 metri, ha il tronco ampio, la chioma densa, le foglie alterne coriacee, il frutto a legume lungo sino a 15 cm, che giunto a maturità non si apre per fare uscire i semi, un tempo utilizzati per l'alimentazione, dal cui albume si estrae una sostanza che viene usata come appretto per tessuti e nell'industria dolciaria.
La Quercia Comune fa parte delle Fagacee, comprendenti un numero discusso di specie, comparse sulla
Quercia
terra in epoca assai remota, come attestata da molti reperti fossili. Era una specie molto diffusa in tutta l'Europa prima che l'uomo disboscasse i terreni tipici del suo habitat per far posto alle colture. Quercia da sughero: Albero comune nelle regioni mediterranee a foglie perenni; alto da 10 a 15 metri, ha tronco a corteccia suberosa, screpolata che dopo vari trattamenti viene utilizzata per turaccioli, galleggianti, suole, rivestimenti isolanti.
Le rose nei giardini dell'ottocento
Le varietà di rose coltivate nei giardini aumentarono notevolmente tra la fine del settecento e primi decenni dell'ottocento, quando, in Francia, nei giardini della Malmaison di Giuseppina Beauharnais, moglie di Napoleone e, in Inghilterra, nei Physic Garden di Chelsea e di Kew vennero introdotte le rose cinesi e quelle americane. Tra il 1810 e il 1840, dalla loro ibridazione furono create le Rose Noisette, le Rose Tea, gli ibridi di Tea e le Rose Bourbon. Mimose: È facile confondere le acacie con le mimose, si distinguono soprattutto per il colore dei capolini fiorali: quelli delle acacie sono generalmente gialli mentre quelli delle mimose possono essere rosati, lilla o purpurei. Attualmente in Italia è possibile rinvenire una decina di specie di acacia, coltivate per ornamento nei rimboschimenti o utilizzate per la corteccia ricca di tannino.
La moda per le cicadee fu diffusa in
Il viale dei fossili viventi
Liguria grazie principalmente ai Giardini
Hanbury:
Dorothy
Hanbury tra gli anni 1920 e il 1930 fece trapiantare, a distanze regolari, lungo un percorso, denominato il Viale delle Cycas, numerose cicadee sparse nel giardino per creare una zona tropicale. Cicadee: Le cicadee nel Mesozoico erano talmente sviluppate da rappresentare i due quinti della flora terrestre. Il gruppo attualmente viene suddiviso in due famiglie Cycadaceae e Zamiaceae. Il genere Cycas è costituito da circa 15 specie che crescono sui pendii secchi e pietrosi, nei deserti semiaridi e nei boschi chiari e ai margini delle foreste tropicali. Le Cycas hanno un fusto di solito cilindrico, semplice o poco ramificato, spesso ingrossato alla base, terminante in un ciuffo di foglie verde scuro e lucide, pennate o bipennate, coriacee e persistenti ma graziosamente incurvate.
Ginkgo: Appartiene alla classe delle Gimnosperme, comprendente la famiglia delle Ginkgoacee, con un genere rappresentato da una sola specie tuttora vivente, Ginkgo biloba, e da una quindicina di generi fossili dal Paleozoico al Cretacico.
Piante grasse
Laghetti e grotte
Contenuto: Ida Senatore Foto: Camilla Manfrone Impaginazione: Elena Bozza