FEaruring FErrara: rigenerazione dell'ex Caserma Pozzuolo del Friuli

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

Relatori: Silvia Brunoro Nicola Marzot Correlatore: Roberto Di Giulio

Laureanda: Elena Bagni Anno Accademico 2016- 2017



L’attenta analisi del comparto e dell’intorno hanno portato allo sviluppo del progetto di FEaturing FErrara. La caserma, situata a Ferrara, consiste in uno spazio inutilizzato di grande pregio per la posizione interna alle mura e per la dimensione del lotto. Rappresenta quindi il luogo adeguato per la realizzazione di una nuova EMERGENZA della città, che possa riunire in sé funzioni eterogenee e soddisfare le esigenze delle principali utenze della citta: residenti, studenti e turisti. Partendo dal RECUPERO dei blocchi principali della caserma si è cercato di dare un nuovo valore agli involucri vincolati e VALORIZZARE gli interni con strutture ex novo, sempre nel rispetto del valore intrinseco. La demolizione dei blocchi incongrui ha invece dato la possibilità di collocare un edificio di nuova costruzione sul fronte sud, che diverrà il limite passante e l’interfaccia tra il quartiere circostante e il sistema interno. Il fulcro del progetto è rappresentato dall’ampia corte ottenuta dallo spazio centrale che, grazie alla demolizione del muro di cinta e degli edifici incongrui, risulta collegata al giardino di Palazzo Schifanoia e funge da luogo di ritrovo e spazi per attività all’aperto. L’obiettivo è quello di REINTEGRARE questo spazio nella città e restituirgli il senso di APPARTENENZA perso a seguito della dismissione e l’abbandono da parte delle Forze Armate.


INDICE


ABBANDONO DELLE CASERME DISMISSIONE 12 VALORIZZAZIONE 14

STORIA DI FERRARA NUCLEO URBANO ANTICO 20 MEDIOEVO 24 PRIMA ADDIZIONE 26 ADDIZIONI BORSIANA ED ERCULEA 30 DOMINIO PAPALE E L’UNITÀ D’ITALIA 32 IL NOVECENTO 36

LA CASERMA DA CONVENTO A CASERMA CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

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CONTESTO CASERMA NELLA CITTÀ 52

ANALISI DELLA CITTÀ FERRARA CITTÀ DELLE BICI 58 FERRARA CITTÀ VERDE 60 SOCIETÀ 64 UNIVERSITÀ 66 TURISMO 68


PIANI URBANISTICI PIANO STRUTTURALE COMUNALE PIANO UNITARIO DI VALORIZZAZIONE

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ANALISI DEL LOTTO CARATTERISTICHE 82 PROBLEMATICHE 86 OBIETTIVI 88

PROGETTO RIQUALIFICAZIONE 104 METAPROGETTO 106 STUDENTATO 108 RESIDENCE 112 COWORKING 116 CORTILE 120

APPROFONDIMENTO NUOVO EDIFICIO 124 PIANO TERRA 126 PIANI SUPERIORI 130 CAVALLERIZZA 136 PIAZZA 138


TECNOLOGIA STRUTTURA 148 ACCIAIO 150 ENERGIA SOLARE 152 DETTAGLI 154

TAVOLE COPERTINA 172 INQUADRAMENTO 174 ANALISI 176 ANALISI 178 STATO DI FATTO 180 MASTERPLAN 182 STATO DI PROGETTO 184 APPROFONDIMENTO 186 NUOVO EDIFICIO 188 NUOVO EDIFICIO 190 CAVALLERIZZA 192 DETTAGLI TECNOLOGICI 194

BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA RINGRAZIAMENTI


ABBANDONO DELLE CASERME

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Festa del 4-11-1989 _ foto di Nino Bazzu 11


DISMISSIONE

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A partire dall’ultimo decennio del Novecento in Italia iniziò la progressiva dismissione delle aree militari con l’obiettivo da parte del Ministero della Difesa di riorganizzare l’Esercito e le sue infrastrutture. Il riordinamento dell’ambito militare ridusse le esigenze quantitative a favore di quelle qualitative. Venne ridotto il numero di immobili necessari alla Difesa, anche a seguito della sospensione della leva militare obbligatoria, ottenendo un risparmio nei costi di gestione e utilizzo e maggiori risorse a disposizione della Difesa. Questo permise di migliorare le strutture rimaste e adeguarle alle nuove esigenze. La scelta però andò a scapito degli immobili in esubero, che nonostante fossero stati designati ad altre finalità, nella maggior parte dei casi finirono abbandonati al degrado.

Caserma Pozzuolo del Friuli _ foto di Andrea 13 Bighi


VALORIZZAZIONE

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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze esercita la proprietà su questi beni immobili tramite il Demanio, che li aveva concessi in uso per fini istituzionali alla Difesa (con il R.D. 18 novembre 1923 / n° 2440).

Le infrastrutture della Difesa sono circa 5.000 e comprendono caserme, poligoni, aeroporti, depositi, arsenali, ecc. Di queste circa 1.500 sono state dichiarate non più utili.

Caserma Pozzuolo del Friuli _ foto di Andrea 15 Bighi


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La concessione di questi immobili e le condizioni di riutilizzo degli stessi sono stati regolamentati in vari modi:

- Piano Unitario di Valorizzazione: prevede la concessione d’uso e locazione di nuove funzioni proposte anche da privati. Questo programma viene portato avanti dallo Stato.

- D.L. 69/2013 _ Federalismo demaniale: prevede il trasferimento della proprietà dell’immobile a titolo non oneroso alle amministrazioni pubbliche degli Enti Locali. Circa 257 immobili sono in attesa di essere trasferiti. - D.L. 28 gennaio 2014 / n°7 _ valorizzazione d’onore: prevede la concessione in uso gratuito per massimo 10 anni degli immobili militari, a fronte di un progetto di riutilizzo. - D.L. 12 settembre 2014 / n° 133, art. 26 _ Sblocca Italia: prevede un programma di razionalizzazione e valorizzazione che semplifica il processo di dismissione. Si crea un pacchetto di edifici per i quali viene individuata una nuova funzione con il Comune, che può proporre progetti di recupero per queste infrastrutture militari dismesse. A questo punto si avvia un accordo di programma e viene designata una nuova destinazione urbanistica. A fine procedimento e dopo la realizzazione del progetti è prevista una premialità per gli Enti, che riceveranno una quota parte dei proventi in base al loro contributo. 160 immobili sono stati inseriti in questo programma.

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STORIA DI FERRARA

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NUCLEO URBANO ANTICO

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Il primo nucleo dell’odierna città di Ferrara si può individuare nel castrum (un insediamento di tipo militare), che fu fondato nel VII secolo dai bizantini per contrastare l’invasione longobarda. Successivamente questo antico insediamento iniziò a espandersi in maniera lineare verso ovest lungo la sponda sinistra del Po. All’epoca il fiume passava a sud della città, dove sorgevano Castel Tedaldo e la prima cattedrale di Ferrara, la Chiesa di San Giorgio. Nacquero quindi nuovi borghi, tra cui Borgo di Sotto (nel X secolo) dove oggi è situata la Caserma.

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mappa storica del primo insediamento

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MEDIOEVO

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L’espansione proseguì anche in epoca medievale, consolidando il commercio, l’economia e la crescita demografica. Con la morte nel 1115 di Matilde di Canossa la città si organizzò in un Comune autonomo e con il sostegno di Guglielmo degli Adelardi si diede inizio alla costruzione della nuova Cattedrale, completata nel 1135, che prese il posto della vecchia Cattedrale. In questi stessi anni cambiò anche il corso del Po che, con la rotta di Ficarolo, si spostò a nord di Ferrara. Il nuovo fulcro urbano formato dalla città parafluviale e dalla nuova Cattedrale darà inizio all’espansione della città verso nord nel XII secolo. Questo processo portò allo sviluppo di Borgo Nuovo e delle Mura della Giovecca (sull’attuale Viale Cavour e Corso Giovecca), che comprendevano anche la Torre dei Leoni. Vennero realizzati anche importanti edifici e piazze tra cui la piazza accanto al Duomo (Piazza Trento Trieste) e, con l’avvento degli Estensi a partire dal 1264, il Palazzo del Signore (del XIII secolo e oggi Palalzzo Comunale).


PRIMA ADDIZIONE

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Dalla seconda metà del XIV secolo iniziò l’espansione urbana di Ferrara, programmata tramite diverse e successive addizioni. Dopo la costruzione del Castello Estense (1385), che inglobò la Torre dei Leoni, nel 1386 venne realizzata la prima addizione cittadina propriamente detta, ad opera di Bartolino da Novara per ordine di Niccolò II d’Este. In questo ampliamento venne recintato uno spazio aperto, poi urbanizzato, che si sviluppava lungo l’asse delle attuali vie Voltapaletto – Savonarola, con assi perpendicolari le vie Madama – Ugo Bassi. In seguito a questi eventi, la città risultava chiusa tutto attorno da Mura. Nel 1385 venne anche realizzato Palazzo Schifanoia, con il Giardino, al quale si accedeva dall’attuale via Cisterna del Follo e successivamente, nel 1391, la sede dell’Università a Palazzo Paradiso.

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rappresentazione della cittĂ di Ferrara, 1395 _ Bartolino da Novara mappa storica del XIV - XV secolo

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ADDIZIONI BORSIANA ED ERCULEA

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Verso la metà del XV secolo proseguì l’espansione della città con la seconda addizione, detta Addizione Borsiana dal signore Borso I d’Este che la fece realizzare. L’asse della nuova espansione fu la strada della Ghiara, ottenuta dalla parte interrata del fiume Po a sud della città, e che corrisponde alle attuali vie Ghiara – XX Settembre. Venne cosi inglobata la zona dell’isola fluviale di Sant’Antonio in Polesine, dove sorgeva il convento benedettino fondato da Beatrice d’Este nel 1257. Lo sviluppo interessò anche la zona di Borgo di Sotto che venne progressivamente integrata. Lo sviluppo di Ferrara proseguì per tutto il XV – XVI secolo, con l’Addizione Erculea (voluta da Ercole I d’Este e realizzata da Biagio Rossetti a partire dal 1492) e la realizzazione di nuovi edifici di pregio.


DO MINIO PAPA LE E L’UNITÀ D’ITALIA

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Nel 1598 Ferrara cadde sotto il dominio dello Stato Pontificio, a seguito della caduta del Ducato Estense, e subì nuove trasformazioni urbanistiche. Dal punto di vista architettonico, Ferrara fu arricchita di una nuova Fortezza pontificia a sud ovest della città, realizzata tra il 1608 e il 1618 che comportò la demolizione del settore che ospitava anche Castel Tedaldo. Inoltre la tolleranza religiosa che aveva caratterizzato l’epoca estense vide una brusca frenata soprattutto nei confronti degli ebrei, che nel 1627 vennero chiusi nel Ghetto. A partire dal XVII secolo si registrano nuove modifiche all’assetto della città, comprese le trasformazioni del Palazzo Arcivescovile, del Palazzo Comunale e la costruzione di edifici ex novo come il Teatro Comunale. Le trasformazioni riguardarono però anche la demolizione di delizie estensi e giardini del Rinascimento e della cittadella papale. Nel 1860 Ferrara, libera da ogni occupante, venne annessa al Regno d’Italia.

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rappresentazione di Ferrara al 1595 _ elaborazione di F. Borgatti nel 1892 mappa storica del XV - XVI secolo

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IL NOVECENTO

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Nei primi decenni del Novecento Ferrara, sotto la nuova dittatura fascista, subì ulteriori interventi al proprio assetto: oltre alla costruzione di nuovi immobili di stampo fascista, negli anni ’30 partì l’Addizione novecentista che prevedeva la realizzazione di nuove strade ed edifici nella zona liberata dall’ex Fortezza. Dagli anni ’40 venne urbanizzato il quartiere di Via Arianuova, a nord-ovest della città, realizzando un assetto viario che si adattasse all’andamento preesistente delle strade. Nella seconda metà del Novecento infine la città si sviluppò soprattutto all’esterno delle Mura, nelle zone di Via Bologna e Barco, per non intervenire sull’assetto urbanistico del centro storico.


rappresentazione della cittĂ di Ferrara, 1930 _ Enrico Scanavini mappa storica del XV - XVI secolo

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LA CASERMA

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DA CONVENTO A CASERMA

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Nel XIII secolo vediamo i primi insediamenti nel cantone del Follo (attuale via Cisterna del Follo) e la costruzione del Convento di San Vito. Il nome della via risale proprio a questo periodo, quando nella strada si trovava una cisterna per lavare i panni e per follare (battere) il feltro. La Chiesa e il Convento di San Vito vennero chiusi dal 1798. Nel 1909, dopo la cessione al Demanio, l’area fu convertita in Caserma di San Vito e adibita a funzioni militari. In seguito iniziarono le prime demolizioni del Convento e la costruzione dell’attuale comparto. Tra il 1912 e il 1925 venne demolito il chiostro a nord e realizzato il corpo principale della Caserma. Successivamente, fino al 1930 vennero acquisiti gli orti di Scandiana e realizzati i corpi laterali, che creano con l’edificio principale il tipico schema a ferro di cavallo.

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vista prospettica, 1782 _ A. Bolzoni mappa storica del XVIII secolo

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CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

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Nel 1930 venne inaugurato il Complesso Militare Pozzuolo del Friuli, opera dell’ingegnere Carlo Luppis e del costruttore Alessio Lanosi. I lavori proseguirono con l’edificazione della seconda casermetta (est), completata nel 1934, e della Cavallerizza. I resti del convento furono demoliti del tutto tra il 1935 e il 1961, quando fu abbattuto il campanile. Oggigiorno rimane solo parte del muro di cinta su via Scandiana. Negli anni Sessanta furono anche realizzati ulteriori corpi incongrui. Il complesso ospitò i militari fino al 1995 quando venne abbandonato a seguito della ristrutturazione delle Forze Armate. Da allora il complesso verte in uno stato di disuso. A seguito del sisma, nel 2012 gli immobili sono stati ceduti dall’Agenzia del Demanio a Cassa Depositi e Prestiti, che si occuperà del recupero del comparto.

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Veduta aerea _ foto di Nino Bazzu

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CONTESTO

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CASERMA NELLA CITTÀ

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L’area è situata nella zona sud-est della città, all’interno delle Mura. Il contesto è denso di costruzioni disposte in isolati compatti con fronti continui: la Caserma occupa l’ultimo isolato prima della cinta muraria della città e ne condivide uno dei fronti con Palazzo Schifanoia. Oltre a questo importante simbolo della città, la maggior parte degli edifici nelle circostanze sono residenziali e manca una zona commerciale simile a quelle del centro città.

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ANALISI DELLA CITTÀ

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FERRARA CITTÀ DELLE BICI

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L’analisi preliminare è partita dall’individuazione delle principali caratteristiche della città nel suo complesso per poi passare alla zona circostante il comparto. Ferrara è una delle città in cui l’utilizzo delle bici è tra i più alti in Europa e per questo è detta “città italiana delle biciclette”, riconosciuta anche come patrimonio dell’umanità Unesco. L’area interna alle Mura infatti privilegia l’utilizzo della bicicletta, che viene favorita anche nelle zone esterne alla cinta attraverso le piste ciclabili. Visto il massiccio utilizzo delle biciclette da parte dei cittadini, negli anni l’Amministrazione Comunale ha attivato a partire dal 1995 diversi progetti per migliorare e favorire l’utilizzo del mezzo. Tra questi è stato introdotto il sistema “C’entro in bici”, che prevede la messa a disposizione di biciclette pubbliche da parte del Comune. Il servizio è stato successivamente ampliato con diverse fermate in tutta la città ed è gratuito, previa iscrizione presso Ferrara TUA. Un’iniziativa simile è stata attivata anche dalla regione, con il nome di “Mi muovo”, che prevede il noleggio delle bici dalle postazioni tramite abbonamento o titolo giornaliero. La disponibilità di bici pubbliche dà la possibilità anche a pendolari, studenti fuori sede e cittadini sprovvisti di bici privata di godere della rete di percorsi ciclabili e spostarsi in libertà nel centro.

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FERRARA CITTÀ VERDE

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Un’altra caratteristica fondamentale di Ferrara è la presenza di un buon numero di spazi verdi. Il verde urbano (al 2014, ISTAT) rappresentava tra il 2,8% e il 4% del territorio comunale, con una disponibilità per abitante di 46,8 mq (al 31/12/2015, Comune di Ferrara). La disponibilità di verde risulta superiore alla media italiana, mentre la densità è inferiore. Le principali aree verdi interne alle Mura sono Parco Massari e l’adiacente Orto Botanico, Parco Pareschi, Piazza Ariostea, i Giardini 2029 Maggio e Piazza XXIV Maggio (Acquedotto). Al di fuori delle Mura invece troviamo il Parco Urbano Bassani, spesso utilizzato con la bella stagione per l’organizzazione di manifestazioni, dotata di attrezzature e piste ciclabili. Oltre alle aree verdi già elencate, ricordiamo anche la cintura verde attorno alle Mura che corre intorno a buona parte del perimetro della città. Questa fascia corre sia sopra che ai piedi delle Mura e si allarga in certi punti creando zone di sosta o parchi.

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SOCIETÀ

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La popolazione di Ferrara è composta da circa 133.000 abitanti e una quota di stranieri pari a quasi il 10% della popolazione, che è aumentata con il corso degli anni. Le famiglie del comune sono costituite per la maggior parte da 1-2 persone, mentre i nuclei più numerosi sono meno della metà del totale. La maggior parte della popolazione è composta da persone tra i 40 e i 60 anni (circa 42.000), mentre i ragazzi tra i 20 e i 29 anni sono più di 10.000.

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UNIVERSITÀ

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Ferrara inoltre è nota per essere città universitaria con molti giovani, italiani e stranieri, e molti servizi a loro disposizione sia per quanto riguarda l’accoglienza e la sistemazione, sia per il tempo libero. Sono presenti una mensa e residenze per studenti, che però non coprono il fabbisogno attuale. Dal 2013 il numero di iscritti all’Università di Ferrara è rimasto quasi del tutto invariato (circa 15.500 studenti ogni anno), mentre gli immatricolati sono aumentati di quasi 400 unità. In particolare i Dipartimenti di Lettere e di Architettura, che sono i più vicini alla Caserma, portano più di 1000 iscrizioni ogni anno.

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TURISMO

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Anche il turismo rappresenta una buona parte delle entrate della cittĂ di Ferrara, che ha avuto un aumento nel 2015 degli arrivi e delle permanenze dei turisti italiani pari al 2,4 e al 3,1%. I turisti stranieri sono aumentati a loro volta di quasi il doppio rispetti a quelli italiani (+4,3%), con permanenze superiori del 5,1%. Le strutture alberghiere presenti coprono per la maggior parte la fascia medio-alta (3-4 stelle), avendo una carenza di residence e alloggi a 1-2 stelle

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PIANI U RBANISTICI

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PIANO STRUTTURALE COMUNALE

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L’analisi dell’area si è soffermata anche sul Piano Strutturale Comunale e i suoi contenuti. La visione e la scelta critica delle informazioni ha permesso di orientare le scelte progettuali anche in base alle previsioni e alle ipotesi fatte all’interno del documento.

COMUNE DI FERRARA citt‡ patrimonio dell'umanit‡

Gaetano Sateriale Raffaele Atti Davide Tumiati Antonio Barillari Carlo Magnani Mario Spinelli tav.

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Dalla tavola delle trasformazioni possiamo vedere come la zona dell’ex Caserma sia considerata come tessuto da riqualificare per la residenza e per le attività compatibili, con centralità individuate in Palazzo Schifanoia e nella Cavallerizza. Questo prevede che il tessuto urbano venga consolidato e venga realizzata un’area residenziale con servizi e attrezzature collettive. La riqualificazione non riguarderà solo gli edifici, ma anche i nuovi percorsi dell’area, nel rispetto delle densità previste e del contesto. In ultimo è prevista la realizzazione di un terminal turistico e parcheggio interscambio. Per quanto riguarda gli ambiti, il lotto è individuato come subambito in deroga inserito all’interno dell’ambito del centro storico. Per questo motivo il recupero degli edifici dismessi dovrà garantirne la valorizzazione, ma anche la conservazione del valore storico. Gli spazi aperti verranno anch’essi valorizzati e andranno considerate le attività economiche circostanti. Le limitazioni previste sono sia sulle destinazioni d’uso del comparto sia sulla viabilità. Nella carta dei suoli viene ribadita ancora una volta la funzione prevista per l’isolato: residenziale / servizi / terziario. Il suolo occupato è di circa 5000 mq/ha, con diritti edificatori perequativi pari a 3750 mq/ha, a fronte della demolizione degli edifici incongrui.

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I sistemi prevedono ancora terminal turistico e parcheggio interscambio all’interno dell’area, per garantire le condizioni di sosta e l’accessibilità al centro. Il recupero degli edifici e delle superfici aperte dovrà garantire una commistione di funzioni e la valorizzazione non solo dell’economia , ma anche del patrimonio edilizio. La zona è considerata nella tavola di tutela storicoculturale come area di interesse storico e parte del centro. La Cavallerizza è inserita all’interno degli edifici di pregio e perciò considerata come immobile da tutelare e conservare. Gli edifici a sud invece sono classificati come incongrui al contesto e prevedono un diritto edificatorio aggiuntivo in caso di demolizione. Inoltre entrambe la Caserma e la Cavallerizza sono state dichiarate beni di interesse storico artistico, secondo il D.Lgs. 42/2004. La tavola della mobilità sottolinea la vicinanza ai percorsi ciclabili e la presenza di strade di distribuzione. Viene anche ribadita la priorità di realizzazione di nuovi posti auto sia per i residenti che per i turisti, per favorire l’accesso al centro storico.

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PIANO UNITARIO DI VALORIZZAZIONE

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La Caserma Pozzuolo del Friuli è stata inserita nel Progetto Unitari di Valorizzazione di Ferrara. Il Progetto Unitario di Valorizzazione Ferrara è uno studio che ha l’obiettivo di riqualificare e valorizzare al meglio i beni immobili nel contesto della città di Ferrara e promuoverne nuovi utilizzi utili al territorio, attraverso la collaborazione di Enti nazionali e locali. Il patrimonio immobiliare preso in considerazione comprende proprietà dello Stato, della Regione, del Comune e di altri Enti Territoriali. Il PUV riguarda oltre trenta immobili di vario tipo del territorio ferrarese, tra cui ex scuole e caserme. Avviato nel giugno 2007 con la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia del Demanio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Comune di Ferrara, il progetto garantirà di gestire in maniera omogenea e coerente la riqualificazione urbana della città, attraverso un unico processo in linea con il Piano Strutturale Comunale.

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ANALISI DEL LOTTO

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CARATTERISTICHE

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La zona in cui è situato il lotto d’intervento si trova ai limiti del centro storico, appena fuori dalla zona a traffico limitato. Le principali vie carrabili attorno alla zona sono Corso Giovecca, Viale Alfonso d’Este e Rampari di San Rocco. La Caserma è raggiungibile sia da via Cisterna del Follo, dove troviamo l’ingresso principale, sia da via Scandiana, dove è collocato l’ingresso per gli automezzi. I parcheggi, sia su strada sia in zone di sosta apposite, sono presenti sparsi per la zona e coprono il fabbisogno attuale di posti auto, vista la ridotta affluenza nella zona e lo spostamento dell’Ospedale. Le fermate dell’autobus nelle vicinanze sono numerose, soprattutto sulle vie principali, e prevedono il passaggio di linee dell’autobus che portano anche in Stazione e all’Ospedale di Cona. Nei pressi delle Mura c’è anche una fermata adibita alle corriere di turisti.


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PROBLEMATICHE

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Questa zona della città presenta diverse problematiche, sia dal punto della fruizione che dell’attrattività. Pur essendo interna alle Mura e adiacente al centro storico, è poco vissuta. Si tratta di un quartiere prevalentemente residenziale, con isolati a fronti compatti e scarsi servizi utili al vicinato o alla città. Proprio per questo motivo, nonostante la presenza di poli culturali, non richiama turisti. Anche gli studenti universitari non vivono questa parte della città: oltre alla sede dell’Università, non ci sono luoghi di ritrovo o spazi per il tempo libero e la mensa in Corso Giovecca non riesce a ospitare tutti gli studenti dei Dipartimenti vicini. Gli edifici e gli spazi all’interno del lotto risultano poco integrati con il contesto, anche a causa della cinta muraria che chiude il comparto su tutti i fronti. Il cortile interno è pavimentato e del tutto inutilizzato, con vegetazione non curata e collegamenti interni totalmente inadeguati. Anche la connessione tra le due vie Scandiana e Cisterna del Follo attraverso il lotto è assente. I parcheggi a supporto dell’area sono ridotti e non sufficienti a sostenere un afflusso superiore di utenti.

Caserma Pozzuolo del Friuli _ foto di Andrea Bighi


OBIETTIVI

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A questo punto sono stati individuati obiettivi che potessero ovviare alle mancanze analizzate, suddivisi secondo 4 caratteristiche da ottenere dal comparto. La prima è l’appartenenza, sia del lotto alla città che ai cittadini/utenti. Verranno inserite funzioni eterogenee negli edifici, che possano essere utili all’intorno oltre che attrarre e produrre cultura, attraverso il coinvolgimento dei giovani e dell’Università. Il cortile diverrà un giardino semipubblico ad uso dei friutori del comparto e della città. La seconda è la coerenza, rispetto all’intorno e tra gli edifici stessi del lotto. L’isolato verrà reinserito nel contesto, nel rispetto delle destinazioni d’uso, e verranno eliminati gli edifici incongrui pur mantenendo un fronte compatto e continuo. La terza è la permeabilità. Il muro di cinta, che oggi racchiude la Caserma e ne ostruisce la vista a chi passa, verrà eliminata. Verranno anche aggiunti percorsi ciclo-pedonali per incoraggiare l’ingresso e il passaggio nel cortile e permettere agli utenti di raggiungere l’area dalla pista ciclabile delle Mura. La quarta è la funzionalità, sia dell’area che del cortile. Dovranno essere garantiti l’utilizzo sia degli edifici sia degli spazi esterni, con funzioni eterogenee e posti auto a raso e interrati.

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Cortile della Caserma _ foto di Andrea Bighi

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Cortile della Caserma _ foto di Andrea Bighi

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Interno della Caserma _ foto di Andrea Bighi

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Interno della Caserma _ foto di Andrea Bighi

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Interno della Caserma _ foto di Andrea Bighi

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Interno della Caserma _ foto di Andrea Bighi

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Ingresso Caserma nord _ foto di Andrea Bighi


Scalinata Caserma nord _ foto di Andrea Bighi

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Interno della Cavallerizza _ foto di Andrea 99 Bighi


PROGETTO

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MASTERPLAN

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RIQUALIFICAZIONE

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La Caserma allo stato attuale è composta da tre edifici principali, risalenti ai primi decenni del Novecento, e numerosi edifici incongrui sul lato sud, costruiti negli anni Sessanta. L’intero comparto è racchiuso da un muro di cinta con due ingressi: uno su via Cisterna del Follo, da cui si accede all’edificio principale, e uno carrabile su via Scandiana. I corpi di fabbrica principali sono tutti da recuperare e riqualificare, considerato il vincolo sui prospetti previsto e la presenza di elementi architettonici di pregio (rilevati durante un sopralluogo a fine 2015 da parte dello Studio Performa). Il rilievo dello stato interno è stato svolto solo sull’edificio a nord e poi riportato anche sugli altri due edifici, viste le caratteristiche simili. Gli edifici incongrui saranno demoliti per costruire un nuovo volume. La Cavallerizza, essendo un edificio di pregio, verrà riqualificato a sua volta. La riqualificazione degli edifici da mantenere avverrà tramite l’inserimento di “scatole” con struttura portante autonoma che non gravi sulle strutture preesistenti e che permettano migliori prestazioni energetiche. Gli spazi saranno utilizzati come stanze/appartamenti negli edifici nord e ovest, mentre nell’edificio est diventeranno uffici e sale conferenze. Le aree di servizio verranno solamente ristrutturate.

La Cavallerizza verrà recuperata attraverso la realizzazione di strutture interne staccate dall’involucro che permettano la suddivisione dello spazio interno in zone più piccole e la realizzazione di aule/laboratori e spazi per convegni. Il nuovo edificio a sua volta prevederà l’inserimento di funzioni di servizio al quartiere e al comparto, quali biblioteca e ristorante self service, con l’aggiunta di un infopoint turistico. Il cortile verrà ripristinato e attrezzato in vario modo, tramite l’inserimento di un’area sportiva con campi all’aperto, padiglioni per la lettura e il tempo libero, uno dei quali adibito a student service. Verrà realizzata anche una gradinata con area pavimentata antistante per eventi e percorsi interni che permettano una migliore permeabilità e godimento dell’area. Anche il numero di parcheggi verrà aumentato, posizionando dei parcheggi a raso e altri interrati.

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METAPROGETTO

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STUDENTATO

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Lo studentato verrà collocato nell’edificio principale a nord del lotto. Lo sviluppo interno del piano terra prevede un blocco centrale di servizio con i collegamenti verticali e funzioni di supporto, quali la portineria e una segreteria per la gestione delle stanze, uno spazio per la stampa a disposizione degli studenti, uno spazio ristoro con distributori automatici e i servizi igienici.

Le “scatole” per le stanze verranno disposte sui due lati lunghi dell’edificio, con un corridoio centrale. Saranno realizzate con una struttura portante indipendente che non gravi sulla struttura dell’edificio e permetta un miglior comfort interno e migliori prestazioni energetiche. Ogni stanza ha anche un piccolo spazio esterno, compreso tra la “scatola” e la parete esterna dell’edificio, utilizzabile come piccolo cortile chiuso.

Le due ali degli edifici si sviluppano tramite un susseguirsi alternato di funzioni, che prevedono stanze per gli studenti con o senza cucina (attrezzate in alcuni casi anche per disabili), uno spazio di ritrovo collettivo attrezzato con postazioni pc e banchi per la lettura e un blocco di servizio con collegamenti verticali e una mensa/cucina comune. Queste tre funzioni si ripetono due volte per entrambi i lati, a partire dal centro della struttura.

Le aree comuni invece sono caratterizzate da uno spazio a corte centrale che va da cielo a terra e permette di illuminare queste zone tramite una chiusura vetrata e ottenere un piccolo spazio verde interno.

Il piano primo è strutturato allo stesso modo. Il blocco centrale di servizio in questo caso però comprende sale studio, zona ristoro e i servizi igienici. L’ultimo piano fuori terra, che si sviluppa solo sopra il blocco servizi, comprende spazi lavanderia per gli studenti. Lo studentato potrà ospitare fino a 64 studenti, distribuiti sia in camere singole che in camere doppie.

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PIANO SECONDO

PIANO PRIMO

PIANO TERRA

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RESIDENCE

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La casermetta a ovest verrà riutilizzata come residence e ospiterà anche piccoli appartamenti per i professori universitari in visita. Come nel caso dell’edificio principale, anche questo comprende un blocco centrale di servizio con i collegamenti verticali e una segreteria con sala d’attesa. Al piano terra le due ali contengono altre funzioni a supporto della struttura: nell’ala sud troviamo un bar con postazioni pc, sale conferenza affittabili e il ristorante a disposizione degli ospiti. Nell’ala nord invece troviamo i servizi igienici, la zona lavanderia per gli ospiti e una piccola palestra, anche a disposizione dello studentato e utilizzabile su prenotazione. La reception della palestra gestisce anche i campi previsti nel cortile interno. Il piano superiore invece prevede nel blocco centrale una piccola zona ristoro con postazioni pc. Le stanze per il residence saranno nell’ala sud e potranno ospitare dalle due alle tre persone, mentre le stanze per i professori in visita saranno nell’ala nord, attrezzate come piccoli appartamenti e che potranno ospitare una o due persone. Tutte le stanze saranno realizzate con il sistema a “scatole” utilizzato per le stanze dello studentato.

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SEZIONE

PIANO PRIMO

PIANO TERRA

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COWORKING

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Il secondo blocco laterale, collocato sul fronte est del lotto, ospiterà gli uffici per il coworking e per le start-up. La distribuzione interna si ripete uguale a quella degli altri due. Il blocco centrale di servizio comprenderà i collegamenti verticali, al piano terra una reception con sala ristoro e al piano superiore i servizi igienici e una segreteria con sala d’attesa. Gli uffici e le sale conferenza si trovano a entrambi i piani, ai lati del blocco centrale. Anche in questo caso verrà utilizzato il sistema delle “scatole” e prevedrà conformazioni interne diverse, a seconda delle necessità. L’edificio diventerà un incubatore d’impresa, con la possibilità da parte di neolaureati, master e giovani professionisti di trovare un proprio spazio per crescere e sviluppare le proprie idee.

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SEZIONE

PIANO PRIMO

PIANO TERRA

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CORTILE

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Il cortile verrà recuperato attraverso la suddivisione in aree tematiche. Le aree verranno delimitate attraverso i percorsi interni alla corte. Questi percorsi correranno attorno agli edifici della Caserma e segneranno le traiettorie preferenziali di attraversamento, tra cui il percorso principale che collega l’edificio nord a via Campo Sabbionario, accanto al Museo Civico Lapidario. Gli altri percorsi permetteranno l’attraversamento del cortile in direzione parallela al percorso principale. L’unico percorso direzionato diversamente attraverserà il lotto in direzione ovest-est fino al percorso principale e dividerà il cortile dal Giardino di Schifanoia. La prima area a partire da ovest è quella sportiva che comprende due campi sportivi con spalti, gestiti dalla reception della palestra e utilizzabili su prenotazione sia da studenti sia da utenti esterni. Attorno ci sono spazi verdi alberati per il tempo libero. Al centro del cortile invece troviamo la zona attrezzata da padiglioni, che partono da sud per diradarsi verso l’edificio nord. Questi spazi chiusi sono adibiti ad attività di studio, alla lettura e al tempo libero. Due tra questi padiglioni racchiudono funzioni diverse: il primo ospita lo student service, a disposizione degli studenti per indicazioni e informazioni, il secondo è il bar. L’area è parzialmente pavimentata per permettere il passaggio tra i padiglioni e il collegamento con il blocco a sud.

L’ultima zone comprende una gradinata esterna, raggiungibile sulla cima anche dal primo piano dell’edificio nuovo. Questo spazio è pensato sia per le attività all’aperto che come seduta per eventuali eventi organizzati nello spiazzo pavimentato antistante.

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APPROFONDIMENTO

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NUOVO EDIFICIO

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Il nuovo edificio sarà realizzato sfruttando la quota derivante dalla demolizione degli edifici incongrui. La struttura si sviluppa su tre piani e si attacca all’adiacente Palazzo Schifanoia, proseguendo il prospetto dell’isolato per garantire continuità al fronte strada. In corrispondenza della Cavallerizza, opposta al nuovo edificio, quest’ultimo arretra per creare una piazza di collegamento tra i due blocchi. Infine, avvicinandosi al lato est del lotto, l’edificio si interrompe con la rampa d’ingresso al parcheggio interrato e un muretto di cinta che arriva fino all’ex casermetta est. Dal punto di vista compositivo, la struttura prevede l’alternanza di blocchi con le funzioni principali ai blocchi di servizio con i bagni e i collegamenti verticali. A partire da Palazzo Schifanoia abbiamo un blocco principale, un blocco di servizio, altri due blocchi principali con interposto un altro blocco di servizio e infine l’edificio di chiude con l’ultimo blocco di servizio e la rampa per il parcheggio. Questa distribuzione si ripete a tutti e tre i piani, con la sola variazione delle funzioni scelte. La suddivisione interna si può captare anche dall’esterno: sia sul fronte nord che sul fronte sud i blocchi di servizio sono caratterizzati da una chiusura trasparente, che spicca sia sul prospetto con frangisole (a sud) sia sul prospetto opaco (a nord).

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PIANO TERRA

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Internamente al piano terra troviamo l’emeroteca, divisa in due da un collegamento esterno, l’infopoint turistico e il ristorante self service. L’emeroteca comprende una zona con postazioni pc nella parte staccata dal percorso passante e sedute e scaffali per le riviste nella parte rimanente. Accanto all’emeroteca abbiamo l’infopoint, con un banco informazioni e un piccolo spazio per l’acquisto di souvenir e libri sulla città. L’emeroteca e l’infopoint sono entrambi serviti dallo stesso blocco servizi, che permette anche l’accesso al cortile esterno. L’edificio prosegue con il ristorante self service, diviso dal blocco servizi. Lo spazio per la ristorazione sarà aperto a tutti, compresi gli studenti che potrebbero avere delle tariffe agevolate ed usufruire di questo spazio come mensa. Ci sono postazioni self service distribuite tra i tavoli e una cucina nell’ultimo blocco servizi.

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PIANO TERRA

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PIANI SUPERIORI

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Al piano primo, sopra l’emeroteca troviamo la sala studio con alcuni scaffali, ad utilizzo sia del quartiere sia degli studenti dello studentato, a cui si accede dal primo blocco servizi. Il ristorante continua al piano superiore, con due soppalchi che creano un doppio volume sul lato sud dell’edificio. Anche in questo caso troviamo delle postazioni self service su entrambi i lati del blocco servizi centrale. L’ultimo blocco servizi comprende due spogliatoi per i dipendenti del ristorante e dà la possibilità di raggiungere la parte superiore della scalinata esterna. All’ultimo piano fuori terra, nei primi due blocchi principali troviamo la biblioteca. Quest’ultima servirà come succursale delle biblioteche del Dipartimento di Architettura e di quello di Lettere ed è raggiungibile attraverso il primo blocco di servizio. La parte rimanente del secondo piano sarà aperta solo in caso di utilizzo, in quanto è prevista una sala affittabile. Questa sala può essere prenotata per eventi o pranzi di lavoro ed è servita da una cucina posizionata nell’ultimo blocco servizi.

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PIANO PRIMO

PIANO SECONDO

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CAVALLERIZZA

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L’idea di partenza è stata quella di creare un luogo il cui accesso fosse libero a tutti, per permettere di godere dell’interno di questa struttura di pregio. La Cavallerizza svolge la funzione di grande contenitore semipubblico, con due strutture interne indipendenti che permettono di suddividere lo spazio senza attaccarsi all’involucro. La prima è una gradinata che può ospitare al suo interno due sale conferenza affittabili o utilizzabili dall’Università, una a quota terra e una ad un livello rialzato. L’altra è una struttura semitrasparente che comprende aule e laboratori, anch’essi affittabili o utilizzabili dall’Università, disposti su due piani. Lo spazio libero attorno alle due strutture è attrezzato con banchi e postazioni per lo studio libero, utlizzabili anche da utenti esterni.

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PIANO PRIMO

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PIAZZA

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La piazza antistante al nuovo edificio fungeda collegamento tra il lotto dell’ex Caserma e la Cavallerizza, prima recintate e prive di interconnessioni. L’arretramento del nuovo edificio permette di allargare l’area pedonale che si affaccia sulla strada e dà importanza all’attraversamento e alla sosta di pedoni e bici. La pavimentazione è realizzata con strisce di colori diversi, posizionate in maniera ortogonale agli edifici che vi si affacciano. Questa pavimentazione continua anche lungo la strada, invitando all’attraversamento e fungendo da dissuasore per le macchine. Lo spazio ricavato è attrezzato con sedute e tavolini per la sosta, spazi per le biciclette e alberi per l’ombreggiatura.

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TECNOLOGIA

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STRUTTURA

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La struttura del nuovo edificio è composta da travi e pilastri in acciaio. Questa scelta è stata fatta per permettere una maggiore libertà nell’organizzazione degli spazi interni. Il modulo utilizzato è di 5,5x6 metri ed è stato scelto in quanto permetteva di soddisfare diverse necessità. La prima è quella di affiancarsi a Palazzo Schifanoia e svilupparsi in profondità per tutta la sua dimensione. La seconda è di ottenere uno sviluppo all’interno del cortile che non fosse ne eccessivo ne troppo ridotto. La terza è di garantire un’estensione sul fronte sud che permetta un arretramento in corrispondenza della Cavallerizza per realizzare la piazza. Per i vani di servizio, sono stati utilizzati setti a umido che consentono con maggiore facilità di forare il solaio in presenza dei collegamenti verticali.

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ACCIAIO

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Il materiale principale scelto per l’edificio è l’acciaio. Le sue caratteristiche variano in base alla composizione, ma in generale l’acciaio possiede un’ottima resistenza sia a trazione che a sforzi longitudinali o trasversali e in certi casi viene anche associato a materiali diversi per migliorarne le capacità statiche. Questo permette di coprire grandi luci con spessori ridotti della trave. Nonostante ciò le sue proprietà meccaniche variano molto in funzione della temperatura a cui è sottoposto, avendo una bassa resistenza al fuoco. L’acciaio ha anche un alto coefficiente di dilatazione che va considerato in fase di progettazione. Per quanto riguarda il montaggio e l’unione degli elementi, l’acciaio permette vari tipi di connessioni a seconda delle necessità. Si tratta anche di un materiale sostenibile. Il ciclo produttivo dell’acciaio oggigiorno produce una ridotta quantità di emissioni e utilizza una quantità inferiore di energia rispetto ad altri materiali. Inoltre è anche riciclabile: la costruzione con elementi prefabbricati permette lo smontaggio alla fine del ciclo di vita dell’edificio e il riciclo delle parti. In certi casi gli elementi di acciaio non più utilizzati possono essere reintegrati in altre applicazioni e riutilizzati.

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ENERGIA SOLARE

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Il progetto del nuovo edificio ha portato ad ipotizzare l’utilizzo dell’energia solare data la presenza di un’ampia copertura piana.

I pannelli solari a loro volta hanno una potenza di 3 kW ogni 25 mq. La potenza massima producibile dai pannelli in copertura sarà quindi:

Secondo la normativa regionale (D.A.L. 156/08 modificato con la D.G.R. 1366/11), la potenza elettrica P installata non deve essere inferiore a 0,5 kW per ogni 100 mq di superficie utile energetica di edifici ad uso non residenziale e contemporaneamente non inferiore a P = Sq/50.

(1745 mq x 3 kWp) / 25 mq = 209 kWp La potenza soddisfa quindi i requisiti minimi di legge. I pannelli solari verranno quindi posizionati sull’intera copertura piana dell’edificio sul fronte sud, con orientamento sud-ovest e inclinazione pari a 30°.

L’edificio è composto di 3 piani, ognuno pari a 1745 mq.. Considerando una potenza minima pari a 1 kW ogni 50 mq per un edificio di questo tipo, adibito a funzioni pubbliche, la potenza totale necessaria sarà pari a: (1745 mq x 3 piani) / 50 mq = 105 kWp

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DETTAGLI

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SEZIONE A-A’

SEZIONE B-B’

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PROSPETTO C

PROSPETTI SCHIFANOIA


COS1

CVE2

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COS1 (da estradosso a intradosso) - pannelli fotovoltaici su struttura a binari OMNIABLOCK, con struttura reticolare modulare interamente collegata in acciaio zincato, peso 9,90 kg/mq e inclinazione pannelli di 30°; - protezione in ghiaia, sp. 8 cm; - membrana bituminosa impermeabilizzante INDEX PROTEADUO TRIARMATO con mescola in bitume polimero composito pluristrato e armatura in poliestere composito triarmato stabilizzato, sp. 0,4 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo; - massetto alleggerito di pendenza (2%) in LECAMIX FACILE a base di argilla espansa; - membrana bituminosa impermeabilizzante INDEX PROTEADUO TRIARMATO; - pannelli rigidi di isolante termo-acustico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ con profilo battentato su 4 lati, sp. 16 cm, densità 32 kg/mc, ancoraggio mediante fissaggio a vite FIF-CS 8 (Fischer); - barriera al vapore OVER-ALL MIOFOL 125 AV, sp. 0,031 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo; - cordolo di contenimento in vetro cellulare; - getto in calcestruzzo, sp. 10 cm, con rete elettrosaldata Ø 5mm in acciaio al carbonio; - lamiera grecata collaborante in acciaio zincato METECNO A55-P770-G6 HI-BOND, sp. 0,12 cm, altezza greche 5,5 cm, passo greche 15,4 cm; - orditura secondaria trave IPE 240x120; - orditura primaria profilo a “C” 15x30cm, sp. 1 cm; - controsoffitto R CLIP-IN ARMSTRONG con pannelli quadrati 75x75 cm. CEV2 (da interno a esterno) - pilastro HEA 300, rivestito con lastra per la protezione passiva dal fuoco KNAUF FIREBOARD K253 , sp. 2,5 cm, fissate su profili metallica a mezzo di viti autofilettanti, classe 0; - lastra KNAUF, in gesso rivestito, sp. 1 cm; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ, sp. 10 cm; - lastra KNAUF, in gesso rivestito, sp. 2 cm; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ, sp. 10 cm; - AQUAPANEL TYVEK STUCCOWRAP, tessuto permeabile al vapore; - AQUAPANEL OUTDOOR, lastre in cemento rinforzato con rete di armatura sulle due superfici, sp. 1 cm; - intonaco esterno. 159


POI1

CVE2

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POI1 (da estradosso a intradosso) - piastrelle in gres fine porcellanato REFIN CERAMICHE DESIGN INDUSTRY, sp. 1 cm, 75x150 cm; - malta di allettamento FASSA BORTOLO 770 a base di calce idraulica naturale, sp. 4 cm; - massetto alleggerito per strato impiantistico in LECAMIX FACILE a base di argilla espansa, sp. 10 cm; - anticalpestio POLISOUND PE in polietilene reticolato chimico espanso a celle completamente chiuse, densità 33 kg/mc, con elevata resistenza alla compressione e deformazione permanente ridotta, sp. 0,5 cm; - getto in calcestruzzo, sp. 7 cm, con rete elettrosaldata Ø 5mm in acciaio al carbonio; - lamiera grecata in acciaio zincato HEDAR HS 5580/6D, sp. 0,1 cm, altezza greche 5,5 cm, passo greche 16 cm; - orditura secondaria trave IPE 240x120; - orditura primaria profilo a “C” 15x30cm, sp. 1 cm; - controsoffitto R CLIP-IN ARMSTRONG con pannelli quadrati 75x75 cm. CEV2 (da interno a esterno) - pilastro HEA 300, rivestito con lastra per la protezione passiva dal fuoco KNAUF FIREBOARD K253 , sp. 2,5 cm, fissate su profili metallica a mezzo di viti autofilettanti; classe 0; - lastra KNAUF, in gesso rivestito, sp. 1 cm; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ, sp. 10 cm; - lastra KNAUF, in gesso rivestito, sp. 2 cm; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ, sp. 10 cm; - AQUAPANEL TYVEK STUCCOWRAP, tessuto permeabile al vapore; - AQUAPANEL OUTDOOR, lastre in cemento rinforzato con rete di armatura sulle due superfici, sp. 1 cm; - intonaco esterno.

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COI1

CVE2

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CEV2 (da interno a esterno) - pilastro HEA 300, rivestito con lastra per la protezione passiva dal fuoco KNAUF FIREBOARD K253 , sp. 2,5 cm, fissate su profili metallica a mezzo di viti autofilettanti; classe 0; - lastra KNAUF, in gesso rivestito, sp. 1 cm; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ, sp. 10 cm; - lastra KNAUF, in gesso rivestito, sp. 2 cm; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ, sp. 10 cm; - AQUAPANEL TYVEK STUCCOWRAP, tessuto permeabile al vapore; - AQUAPANEL OUTDOOR, lastre in cemento rinforzato con rete di armatura sulle due superfici, sp. 1 cm; - intonaco esterno. COI1 (da estradosso a intradosso) - piastrelle in gres fine porcellanato REFIN CERAMICHE DESIGN INDUSTRY, sp. 1 cm, 75x150 cm; - malta di allettamento FASSA BARTOLO 770 a base di calce idraulica naturale, sp. 4 cm; - massetto alleggerito per strato impiantistico in LECAMIX FACILE a base di argilla espansa, sp. 10 cm; - barriera al vapore OVER-ALL MIOFOL 125 AV, sp. 0,031 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ con profilo battentato su 4 lati, sp.16 cm, densitĂ 32 kg/mc, ancoraggio mediante fissaggio a vite FIF-CS 8 (Fischer); - fondazioni a platea, sp. 40 cm; - membrana bituminosa impermeabilizzante INDEX PROTEADUO TRIARMATO con mescola in bitume polimero composito pluristrato e armatura in poliestere composito triarmato stabilizzato, sp. 0,4 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo.

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COS1

CVE1

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COS1 (da estradosso a intradosso) - pannelli fotovoltaici su struttura a binari OMNIABLOCK, con struttura reticolare modulare interamente collegata in acciaio zincato, peso 9,90 kg/mq e inclinazione pannelli di 30°; - protezione in ghiaia, sp. 8 cm; - membrana bituminosa impermeabilizzante INDEX PROTEADUO TRIARMATO con mescola in bitume polimero composito pluristrato e armatura in poliestere composito triarmato stabilizzato, sp. 0,4 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo; - massetto alleggerito di pendenza (2%) in LECAMIX FACILE a base di argilla espansa; - membrana bituminosa impermeabilizzante INDEX PROTEADUO TRIARMATO; - pannelli rigidi di isolante termo-acustico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ con profilo battentato su 4 lati, sp. 16 cm, densità 32 kg/mc, ancoraggio mediante fissaggio a vite FIF-CS 8 (Fischer); - barriera al vapore OVER-ALL MIOFOL 125 AV, sp. 0,031 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo; - cordolo di contenimento in vetro cellulare; - getto in calcestruzzo, sp. 10 cm, con rete elettrosaldata Ø 5mm in acciaio al carbonio; - lamiera grecata collaborante in acciaio zincato METECNO A55-P770-G6 HI-BOND, sp. 0,12 cm, altezza greche 5,5 cm, passo greche 15,4 cm; - orditura secondaria trave IPE 240x120; - orditura primaria profilo a “C” 15x30cm, sp. 1 cm; - controsoffitto R CLIP-IN ARMSTRONG con pannelli quadrati 75x75 cm. CEV1 (da interno a esterno) - pilastro HEA 300, rivestito con lastra per la protezione passiva dal fuoco KNAUF FIREBOARD K253 , sp. 2,5 cm, fissate su profili metallica a mezzo di viti autofilettanti; classe 0; - facciata strutturale a tutto vetro Schüco FW 60+ SG, con vetrocamera e vetro basso emissivo antisfondamento internamente ed esternamente, intercapedine riempita con argon; - frangisole TERRATUE 5x5 cm, in cotto a barre preassemblate TERREAL.

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CVE1

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CEV1 (da interno a esterno) - pilastro HEA 300, rivestito con lastra per la protezione passiva dal fuoco KNAUF FIREBOARD K253 , sp. 2,5 cm, fissate su profili metallica a mezzo di viti autofilettanti; classe 0; - facciata strutturale a tutto vetro Schüco FW 60+ SG, con vetrocamera e vetro basso emissivo antisfondamento internamente ed esternamente, intercapedine riempita con argon; - frangisole TERRATUE 5x5 cm, in cotto a barre preassemblate TERREAL. POI1 (da estradosso a intradosso) - piastrelle in gres fine porcellanato REFIN CERAMICHE DESIGN INDUSTRY, sp. 1 cm, 75x150 cm; - malta di allettamento FASSA BORTOLO 770 a base di calce idraulica naturale, sp. 4 cm; - massetto alleggerito per strato impiantistico in LECAMIX FACILE a base di argilla espansa, sp. 10 cm; - anticalpestio POLISOUND PE in polietilene reticolato chimico espanso a celle completamente chiuse, densità 33 kg/mc, con elevata resistenza alla compressione e deformazione permanente ridotta, sp. 0,5 cm; - getto in calcestruzzo, sp. 7 cm, con rete elettrosaldata Ø 5mm in acciaio al carbonio; - lamiera grecata in acciaio zincato HEDAR HS 5580/6D, sp. 0,1 cm, altezza greche 5,5 cm, passo greche 16 cm; - orditura secondaria trave IPE 240x120; - orditura primaria profilo a “C” 15x30cm, sp. 1 cm; - controsoffitto R CLIP-IN ARMSTRONG con pannelli quadrati 75x75 cm.

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COI1

CVE1

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CEV1 (da interno a esterno) - pilastro HEA 300, rivestito con lastra per la protezione passiva dal fuoco KNAUF FIREBOARD K253 , sp. 2,5 cm, fissate su profili metallica a mezzo di viti autofilettanti; classe 0; - facciata strutturale a tutto vetro SchĂźco FW 60+ SG, con vetrocamera e vetro basso emissivo antisfondamento internamente ed esternamente, intercapedine riempita con argon; - frangisole TERRATUE 5x5 cm, in cotto a barre preassemblate TERREAL. COI1 (da estradosso a intradosso) - piastrelle in gres fine porcellanato REFIN CERAMICHE DESIGN INDUSTRY, sp. 1 cm, 75x150 cm; - malta di allettamento FASSA BARTOLO 770 a base di calce idraulica naturale, sp. 4 cm; - massetto alleggerito per strato impiantistico in LECAMIX FACILE a base di argilla espansa, sp. 10 cm; - barriera al vapore OVER-ALL MIOFOL 125 AV, sp. 0,031 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo; - pannelli rigidi di isolante termico in poliestere espanso estruso KNAUF INSULATION POLYFOAM C-350 LJ con profilo battentato su 4 lati, sp.16 cm, densitĂ 32 kg/mc, ancoraggio mediante fissaggio a vite FIF-CS 8 (Fischer); - fondazioni a platea, sp. 40 cm; - membrana bituminosa impermeabilizzante INDEX PROTEADUO TRIARMATO con mescola in bitume polimero composito pluristrato e armatura in poliestere composito triarmato stabilizzato, sp. 0,4 cm, fissata con graffe, ricoperte e sigillate con nastro adesivo.

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TAVOLE

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COPERTINA

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INQUADRAMENTO

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

INQUADRAMENTO

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1

laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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ANALISI

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

ANALISI

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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ANALISI

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

ANALISI

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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STATO DI FATTO

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

STATO DI FATTO

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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MASTERPLAN

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

MASTERPLAN

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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STATO DI PROGETTO

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

STATO DI PROGETTO

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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APPROFONDIMENTO

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

APPROFONDIMENTO

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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NUOVO EDIFICIO

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

NUOVO EDIFICIO

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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NUOVO EDIFICIO

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

NUOVO EDIFICIO

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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CAVALLERIZZA

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

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CAVALLERIZZA

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


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DETTAGLI TECNOLOGICI

Anno Accademico 2016-2017

RIGENERAZIONE DELL’EX CASERMA POZZUOLO DEL FRIULI

FEaturing FErrara

DETTAGLI TECNOLOGICI

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laureanda Elena Bagni relatori Silvia Brunoro, Nicola Marzot correlatore Roberto Di Giulio


BIBLIOGRAFIA

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Gastone Ave, Città e strategie. Urbanistica e rigenerazione economica delle città, Rimini, Maggioli Editore, 2004

Paba G., Luoghi comuni: la città come laboratorio di progetti collettivi, Milano, Franco Angeli, 2006

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SITOGRAFIA

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www.ferrarainbici.it www.istat.it

www.listonemag.it (fotografie e immagini di Andrea Bighi e Nino Bazzu, riproduzione vietata)

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RINGRAZIAMENTI

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Dopo cinque anni e la fine di questa esperienza all’intero dell’Università di Ferrara, sono felice di aver scelto la Facoltà di Architettura con tutto ciò che ha comportato. Ho vissuto alcuni dei momenti più difficili e più belli della mia vita, che mi hanno permesso di maturare e diventare quello che sono. Serate passate a lavorare in compagnia, fare chiusura della facoltà, stampare un’ora prima dell’esame, le continue revisioni, i cambiamenti in corso d’opera, le opinioni discordanti, i sopralluoghi estenuanti. Tutto questo mi ha permesso di apprezzare davvero il mio lavoro e l’impegno che ci ho messo per arrivare fino qui. Desidero ringraziare con il cuore la mia famiglia che mi ha sostenuta e sopportata fino alla fine. Ringrazio mia mamma per esserci stata in ogni momento, avermi aiutata in tutto ciò che poteva e alleggerita da tutto ciò che mi preoccupava. Ringrazio mio papà per essermi stato vicino e spronato anche quando era lontano. Li ringrazio entrambi per avermi permesso di arrivare fino a qui perchè senza di loro non sarei come sono oggi. Vi voglio bene, siete i genitori migliori che si possano desiderare e non mi avete mai fatto mancare nulla. Ringrazio mio fratello Paolo che a modo suo mi ha sempre dato una mano, è sempre stato disponibile e presente per me.

Ringrazio mia sorella Sara che è stata il mio supporto morale e la mia compagna di studio, il mio sfogo e il mio “orario fisso” per svegliarmi. Vi ringrazio di essere i miei fratelli e sappiate che vi vorrò sempre bene e ci sarò sempre per voi come ci siete stati per me. Ringrazio mia nonna, che non ha mai mancato di invitarmi a pranzo quando ero a casa da sola. Ringrazio il mio ragazzo Enrico che ha vissuto con me tre anni di questo percorso e ha dovuto sorbirsi le mie ansie e lamentele. Grazie di esserci sempre stato al mio fianco, di avermi capita e di aver fatto tutto il possibile per tranquillizzarmi e farmi capire che ce la potevo fare. Ringrazio la mia amica, collega e compagna Cristina con cui ho trascorso la maggior parte del mio tempo in questa facoltà. Grazie per le lezioni passate sedute l’una accanto all’altra, per i pomeriggi trascorsi a studiare a casa tua, per i pranzi da te, per gli esami preparati insieme e per l’appoggio che ho sempre ricevuto da parte tua. Grazie per la tua amicizia, sei una persona speciale e sono fortunata ad averti incontrata.

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Ringrazio tutti i miei amici, vecchi e nuovi, per le serate e i momenti di svago passati in compagnia che mi hanno tirata su di morale quando non facevo altro che studiare. Ringrazio i miei relatori e docenti Silvia Brunoro e Nicola Marzot per il loro aiuto e la loro disponibilità. La loro guida mi ha permesso di portare a termine la mia tesi con grande soddisfazione. Ringrazio il professor Roberto Di Giulio, correlatore della tesi, Direttore del Dipartimento di Architettura e Responsabile del Laboratorio di Sintesi C.

Ringrazio il fotografo Andrea Bighi e Listonemag per la disponibilità e la grande gentilezza nel permettermi di utilizzare il loro materiale. Infine ringrazio l’Università di Ferrara, il Dipartimento di Architettura con tutti i suoi docenti, la Biblioteca di Architettura, il Manager Didattico e il personale universitario.

Ringrazio lo Studio Performa di Bologna per l’esperienza di tirocinio e per le informazioni che sono riuscita a reperire sul mio tema di tesi. Ringrazio Cassa Depositi e Prestiti per il materiale relativo all’ex Caserma Pozzuolo del Friuli di Ferrara. Ringrazio il Comune di Ferrara per la documentazione sul mio tema di tesi. Ringrazio la Biblioteca Ariostea per le immagini storiche che ho potuto reperire con l’aiuto e la disponibilità del personale.

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