Real time clothing advice. La costruzione dell’identità di marca e la progettazione della branded app come opportunità di marketing
ELENA FRANCESCHINI
©2018, Elena Franceschini Progetto realizzato a fini accademici "Real time clothing advice. La costruzione dell’identità di marca e la progettazione della branded app come opportunità di marketing" NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Diploma accademico di 1° livello Corso di Graphic Design & Art Direction A.A. 2017/18 Progetto di tesi cura di Elena Franceschini Relatore Luca Giulio Ferreccio Finito di stampare in Novembre 2018 Legatoria Borghi, Milano
REAL TIME CLOTHING ADVICE. La costruzione dell’identità di marca e la progettazione della branded app come opportunità di marketing
di ELENA FRANCESCHINI
Se avessi chiesto ai miei clienti cosa volevano, mi avrebbero risposto: “un cavallo più veloce” Henry Ford
Q
uesta tesi ha potuto essere realizzata grazie all’aiuto di molti. Vorrei quindi spendere due parole di ringraziamento nei confronti di tutte le persone che mi hanno appoggiato
durante questo periodo. Prima di tutto ringrazio il mio relatore Luca Ferreccio che è stato un punto di riferimento per la mia tesi e che ha visto questo progetto nascere, crescere e svilupparsi. Ringrazio la mia famiglia in particolar modo i miei genitori, che con tanti sacrifici mi hanno permesso di proseguire gli studi fuori sede e che mi hanno dato un grande sostegno anche da lontano. Non posso che ringraziare tutti i ragazzi che sono stati coinvolti nell’idea durante lo Startup weekend e che hanno deciso di formare insieme a me una squadra di lavoro, in particolare Alessandro Li Vigni e Michele Carbonera per aver creduto fermamente nel progetto ed avermi aiutato concretamente in quelle aree che non erano di mia competenza. Ringrazio i fondatori di Deesup, nonché miei mentors, Valentina Cerolini e Daniele Ena e tutto il team Deesup per avermi insegnato a credere fermamente in una propria idea. Un grazie va sicuramente a Roberto Gualandris per gli spunti creativi, la pazienza e la fiducia che mi ha dato. Infine ringrazio Elisa Attolini e Beatrice Marcotti per l’appoggio e il sostegno, i miei compagni di corso Enrico Rossin, Maddalena Pesaresi, Lorenzo Luciani, Irene Martinelli e tutte le persone che non ho menzionato ma che sono riuscite in qualche modo ad aiutarmi o a darmi ispirazione.
Sommario
PREFAZIONE
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INTRODUZIONE AL PROGETTO
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PRESENTAZIONE STORICO-CRITICA E METODOLOGICA 1. SCENARIO E APPROFONDIMENTI
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1.1 1.2
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Psicologia dell’abbigliamento Problemi ed esigenze 1.2.1 La migrazione verso l’online e il ruolo dei negozi fisici 1.2.2 I brands e la merce invenduta
21 21 22
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
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2.1 Sondaggio
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2.2 Competitors 2.2.1 Organizzare un armadio virtuale e abbinare vestiti 2.2.2 Trarre o ricevere ispirazione 2.2.3 Condividere il proprio outfit 2.2.3 Ricevere consigli personalizzati 2.3 Palette colori competitors 2.4 Competitors diretti e indiretti 2.5 Gap analysis
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3. LEARN, NETWORK, STARTUP 3.1
Startup weekend
35 40 42 45 47 47 48 51 53
3.2
Costruzione del Business Model
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DESCRIZIONE DEL PROGETTO 4. SHUFFLE ME
Shuffle me come soluzione 4.2 Da cosa nasce Shuffle me
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4.1
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64
5. BRAND IDENTITY
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5.1 Target 5.1.1 Utenti target 5.1.2 Buyer Personas 5.2 Concept 5.3 Insight 5.4 Value proposition 5.5 Moodboard 5.6 Brand positioning 5.7 Naming 5.8 Logo 5.9 Costruzione logo 5.10 Palette colori 5.11 Logo positivo e negativo 5.12 Tipografia 5.13 Varianti colore
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69 70 71 71 71 72 74 74 74 75 75 76 77 78
6. BRANDED APP
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Progettazione dell'applicazione 6.1.1 Di cosa si tratta 6.1.2 Mappa e struttura dell'applicazione 6.1.3 FunzionalitĂ
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7. SITO WEB
93
95
6.1
7.1
Progettazione del sito web
83 84 90
8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
101
Canali social 8.1.1 Facebook 8.1.2 Instagram 8.1.3 Tumblr 8.1.4 LinkedIn
103
Content marketing 8.1.4 Primi passi per redigere un piano editoriale
108
Guerrilla marketing 8.2.1 Adesivi nei camerini 8.2.1 Supporti
109
8.1
8.1
8.2
103 105 106 107 108 109 110
APPENDICI BIBLIOGRAFIA
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SITOGRAFIA
115
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Prefazione
I tre anni passati in Naba mi hanno permesso di viaggiare nel variegato mondo della comunicazione. In questo viaggio ho scoperto le più diverse e incredibili sfaccettature che questo ambito porta con sé. Una comunicazione più razionale e metodica per quanto riguarda il marketing e la ricerca, una più creativa e al contempo persuasiva se parliamo di advertising, graphic design e direzione artistica, una più visiva e immersiva con il cinema e la fotografia… Insomma la comunicazione è fatta in realtà da molte sfumature e Naba non ne ha tralasciata neanche una. E se questa università ha sempre tenuto aperto tutte le porte, mi ha al contempo permesso di capire quali sono le mie attitudini e qual è il percorso più specifico da intraprendere. Nei progetti seguiti in collaborazione con le più svariate aziende, mi sono spesso riconosciuta in una figura metodica e che spinge verso il raggiungimento dei propri obiettivi, sempre stimolata da un ambiente fresco, creativo e innovativo. Anche l’eterogeneità delle persone che hanno fatto parte di questo percorso mi ha permesso di avere una mentalità aperta, libera dai pregiudizi, ricettiva alle idee, ai cambiamenti e alle nuove esperienze. Nel corso dell’ultimo anno ho sentito poi la necessità di iniziare ad applicare i miei studi a qualcosa di reale e tangibile, così ho svolto uno stage curricolare presso Deesup. Deesup è il primo marketplace italiano per vendere e acquistare pezzi autentici di design firmato second-hand. Si tratta di una startup nata a marzo 2017, che in poco tempo è riuscita a trasformarsi in realtà e perseguire il proprio obiettivo: portare il design nelle case di tutti. Penso che lavorare in una startup come prima esperienza nel mio settore, sia stato fondamentale per capire come una piccola entità abbia bisogno di ogni singolo
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PREFAZIONE
membro del team per funzionare. Ognuno di noi è un tassello che fa nascere e crescere qualcosa che non ha ancora una vera e propria strada da seguire perché questa strada la costruisce giorno per giorno. Siamo partiti lavorando in un coworking space vicino ai navigli, per poi in pochi mesi essere catapultati negli uffici della Luiss Enlabs, acceleratore d'impresa nato dall’associazione fra LVenture Group e l'università Luiss. Un percorso eccezionale dove la soddisfazione più grande è stata quella di poter ammirare i progressi che abbiamo fatto in così poco tempo. È stata proprio la mia esperienza di stage che mi ha dato l’ispirazione per questo progetto: volevo creare qualcosa di potenzialmente realizzabile, con una particolare attenzione all’aspetto grafico, visivo e di interazione con gli utenti. Volevo disegnare, progettare, prevedere qualcosa di funzionale e al contempo divertente e creativo. Così mi sono lanciata nel campo dell’abbigliamento è lì ho trovato molti spunti per trasformare la mia intuizione in un prodotto innovativo.
Elena Franceschini Milano, Ottobre 2018
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Introduzione al progetto
Molte persone possono sentire il bisogno di doversi confrontare quando si vestono per uscire. La causa non è sempre legata a un fattore di insicurezza: spesso l’indecisione nasce dal momento in cui si hanno troppe cose da indossare. In una società in cui il consumismo ha provocato una dipendenza dai beni materiali, si è infatti spinti a fare acquisti più inconsapevoli, dettati dall’emozione o dal trend del momento. Ci si ritrova ad avere armadi pieni di vestiti, anche molto simili tra loro, che magari non sono stati mai messi o sfruttati. L’affermazione “non ho niente da mettermi” è legata al fatto che spesso, per rimanere nella cosiddetta zona di comfort, si accostano i capi del proprio guardaroba alla stessa maniera: lo stesso jeans con la stessa maglia, per esempio. Nella vita, infatti, si fanno combinazioni di abbigliamento su base giornaliera, considerando diversi fattori: come ci si sente, dove si deve andare ecc. Ciò accade sia a livello conscio che subconscio. L’impressione che si ha è quella di vestirsi sempre uguali, semplicemente per il fatto che non si hanno il tempo, la voglia o le capacità necessarie per dare nuova vita al proprio outfit. Vedere un capo sotto una nuova luce, permetterebbe di poterlo riutilizzare in modo diverso, facendo sembrare quel capo come nuovo. Questo processo viene tradotto nel mondo digitale: nel progetto che segue viene presentato Shuffle me, la community online che consente ai membri che ne fanno parte di aiutarsi a trovare l’outfit perfetto, sia dando la possibilità di creare varianti per i capi che già si posseggono, sia sottoponendo un outfit al parere degli altri utenti. La personalizzazione dei consigli è quell’elemento che crea una connessione
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INTRODUZIONE AL PROGETTO
emotiva e valoriale tra il brand e il cliente. Oggi il mercato spinge verso una sempre maggiore ricerca di personalizzazione dell’offerta. Shuffle me cerca di accordare tre tipi di esigenze: quella degli utenti, che con l’applicazione possono scambiarsi consigli e opinioni sui propri outfit e al contempo poter vincere premi, quella dei brand che possono utilizzare Shuffle me come piattaforma per svuotare il magazzino della merce invenduta e quella dei negozianti, che possono creare campagne per far andare le persone fisicamente nei loro negozi. Il progetto si apre con una prima fase in cui vengono approfonditi alcuni aspetti della psicologia sociale attuale che trattano dell’abbigliamento come strumento necessario per la costruzione di una propria identità. Segue la ricerca, dove vengono analizzate abitudini e problematiche tramite un sondaggio che ha coinvolto un campione di mille persone. Infine una terza fase, quella della la costruzione della Brand Identity, che comprende tutto l’ecosistema di comunicazione del brand stesso: il design del logo con la visual identity e l’immagine coordinata, il sistema di valori correlato al marchio e le peculiarità che lo contraddistinguono, la strategia di comunicazione con la progettazione delle relative piattaforme online e offline.
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1. SCENARIO E
APPROFONDIMENTI
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Psicologia dell'abbigliamento
Per lo sviluppo del progetto è stato necessario approfondire alcuni aspetti della psicologia sociale attuale che trattano dell’abbigliamento come mezzo per la costruzione di una propria identità. Il modo di vestire e l’abbigliamento sono strumenti attraverso i quali la psicologia umana si esprime e comunica. Tramite ciò che indossiamo è infatti possibile stabilire una prima relazione visiva con le persone che incontriamo. Secondo le analisi storiche e sociali del filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel “la moda fornisce all’uomo uno schema con cui provare in modo inconfutabile il suo legame con la collettività” (Simmel G., 1996). L’abbigliamento non soddisfa quindi solo bisogni primari (come coprirsi, scaldarsi o proteggersi) ma comunica informazioni sull’identità e sull’appartenenza a un determinato gruppo sociale (Coskuner e Sandikci, 2004). Può inoltre essere usato per rivelare ed esprimere le proprie emozioni o al contrario, per nasconderle. In entrambi i casi sia gli stati d’animo positivi che quelli negativi hanno una forte influenza su ciò che si sceglie e questo può avvenire anche senza averne consapevolezza. Se ci si sofferma sul valore dell’abbigliamento nel creare e definire la personalità di un individuo si può evidenziare che, come afferma la psicologa e psicoterapeuta Gaia Vincenzi: “Gli abiti contribuiscono all’acquisizione dell’identità e allo sviluppo del senso di sé, comunicano l’identità delle persone, definendo il loro ruolo sociale” (Vincenzi G., 2018). Se è vero che percepiamo il corpo come espansione fisica della nostra identità, è vero anche che gli abiti, che il corpo lo vestono, fanno anch’essi parte di questa per-
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1. SCENARIO E APPROFONDIMENTI
cezione. Ed è per questo motivo che lavorare sull’abbigliamento (e quindi sull’immagine che si ha di sé) è uno dei modi che le persone usano per incrementare la propria autostima. Quando ci si guarda allo specchio, i vestiti sono compresi nell’aspetto totale del corpo. I capi di abbigliamento, possono essere anche usati (o al contrario lasciati da parte) in base a un particolare ricordo che questi fanno raffiorare. Spesso si fa fatica a disfarsi di qualcosa che non viene indossato, per il semplice fatto che può rimandarci a un particolare momento della nostra vita. Allo stesso modo leghiamo ricordi personali anche rispetto a ciò che viene indossato da altri. “L’abbigliamento - e il significato attribuito allo stesso - funge da attivatore di una rete di concetti e memorie in grado di influenzare pensieri e comportamenti” (ibidem). Se gli abiti sono un modo per raccontare qualcosa di sé o della propria vita, questi vengono associati anche a dei momenti che hanno segnato particolari cambiamenti. È infatti possibile “rintracciare uno stile che caratterizza la propria età” (ibidem). C’è una spinta che porta l’individuo ad avere una propria coerenza nel modo di fare e di vestire e a ricercare una propria unicità. Tuttavia ce n’è anche un’altra che soddisfa il bisogno di uniformarsi, di sentirsi parte di un gruppo. In questo divario, la scelta degli abiti è influenzata dal tentativo di cambiare o confermare l’immagine che si presuppone che gli altri abbiano di noi (Pizza P., 2010). A volte si decide cosa mettere in base a ciò che indossano gli altri (per adeguarsi all’occasione o al contrario, proprio per differenziarsi dal contesto), altre volte in base al parere di un amico, un familiare o qualcuno che ha competenze sulla moda, altre volte ancora si sceglie in base all’umore, al proprio stato d’animo o alla percezione delle proprie caratteristiche fisiche. La moda, quindi, “compie una mediazione e crea un punto di incontro tra il principio del piacere e il principio di realtà, e tra l’individuo e i suoi desideri e la società con il suo giudizio” (ibidem). In questo modo, “il singolo ha la possibilità di manipolare a basso costo la realtà e di giocare con la propria immagine, realizzando un felice equilibrio tra desiderio
1. SCENARIO E APPROFONDIMENTI
di conformità, approvazione e sicurezza e desiderio di distinzione, individuazione e singolarità (…)” (Paoli G., 2015). In conclusione vestire non significa solamente coprire il proprio corpo, ma portare con sé significati più o meno profondi che comunicano qualcosa a chi ci circonda. È quindi possibile progettare e costruire un prodotto che assecondi questo tipo di comunicazione non verbale, risponda a determinate esigenze di confronto e soprattutto abbia un valore per le persone.
PROBLEMI ED ESIGENZE
La migrazione verso l’online e il ruolo dei negozi fisici L’unico settore che registra una crescita a due cifre è quello dell’e-commerce e le previsioni indicano che continuerà a crescere in questa direzione (Casaleggio Associati, 2018). A oggi la maggior parte dei pagamenti sul web avviene tramite smartphone, in maniera del tutto rapida e sicura. Le aziende studiano strategie di commercio online che puntano ad aumentare le vendite e a diversificare i prodotti per venire incontro alle esigenze dei clienti. “Il 2017 è stato l’anno dei record nel settore retail: iniziando dal Prime Day di Amazon che ha generato 1 miliardo di dollari di vendite (il 60% in più rispetto alla stessa giornata dell’anno precedente), (…) fino alle giornate del Black Friday e del Cyber Monday, che hanno generato oltre 11,5 miliardi di dollari di fatturato" (Redazione bitMAT, 2018). “Uno dei maggiori trend registrati nel corso dell’anno è stato un cambiamento significativo nelle abitudini d’acquisto: molti clienti sono passati allo shopping online, comportando un calo delle visite nei negozi fisici” (ibidem). Secondo Alessio Agostinelli, partner e managing direttore di The Boston Consulting Group, la migrazione verso l’online nel commercio è un processo irreversibile.
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1. SCENARIO E APPROFONDIMENTI
La percentuale di vendite online sulle vendite totali è stimata passare dal 15% del 2017 al 48% nel 2022 nel settori giocattoli, dal 10 al 20% nell’elettronica di consumo, dall’8% al 14% nelle attrezzature sportive e dal 4% al 12% nelle calzature, dal 6% al 16% nell’abbigliamento (Ansa, 2018). Il canale fisico è sempre più in difficoltà, con un calo del traffico annuale dell’1,3%. Il retail fisico però “non scomparirà mai, ma deve interpretare un altro ruolo”, afferma. Il negozio fisico infatti cattura ancora più o meno 8 clienti su 10, con un 25% che magari cerca online ma poi finalizza l’acquisto in negozio (ibidem). Per attirare i consumatori bisogna quindi integrare il digitale con l’esperienza in negozio, espandere la propria marca e sviluppare nuovi formati di negozi.
I brands e la merce invenduta Nei negozi le merci invendute occupano molti scaffali espositivi e perdono di rilevanza man mano che passa il tempo. Al di fuori dei negozi, queste merci possono impiegarci anni per trovare un acquirente e ogni tappa fa perdere loro di valore. Dopo i saldi, 10/20% dei capi di abbigliamento che rimane invenduto, finisce negli outlet o viene acquistato dagli stockisti per essere rivenduto mediamente al 30/50% in meno del prezzo iniziale e abbattuto di un ulteriore 20/30% durante i saldi. Quello che resta invenduto, si ritrova la stagione successiva a prezzi stracciati nei mercati (Cirillo A., 2009). Solo in Italia sono presenti circa 140 mila punti vendita multimarca indipendenti di abbigliamento, che ogni anno hanno merce invenduta per 4 miliardi di euro. A livello globale, ogni anno, la merce invenduta nel settore moda vale circa 240 miliardi di dollari. L’invenduto va a pesare il 20% in media sul fatturato di un negozio, e l’impossibilità di pronto riassortimento causa il 30% di mancate vendite. (Carpinelli Tricarico, 2015). Shuffle me diventa come una protezione dei brands ed evita che la merce finisca in canali non graditi. Tramite il catalogo presente nell’applicazione infatti, la merce invenduta non perde di valore ma anzi, viene rivalutata e resa desiderabile per gli utenti.
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PREFAZIONE
PREFAZIONE
2. RICERCA
E ANALISI DEI DATI
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
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Sondaggio
Il sondaggio effettuato ha coinvolto un campione di mille persone ed è stato svolto in parallelo con l’analisi dei competitors. La grande dimensione del campione è stata fondamentale per la rappresentatività dei risultati dal momento che esiste un’alta variabilità nella popolazione sul tema in questione. Più aumenta la dimensione del campione infatti, più aumenta il livello di precisione della risposta in modo quasi impercettibile (Laureti T., Secondi L., 2012). Il questionario è stato creato tramite Google Moduli e condiviso su diverse pagine e gruppi Facebook. Servirsi di quest’ultima piattaforma è stato utile non solo per raggiungere un maggior numero di persone, ma soprattutto per toccare principalmente quelli che erano gli utenti target. Obiettivo della ricerca era approfondire il rapporto che le persone hanno con il proprio abbigliamento e il giudizio altrui. Un’ipotesi formulata prima di lanciare il questionario è stata quella che non è raro giudicare qualcuno (o farsi giudicare da qualcuno) in relazione agli abiti indossati. Una seconda ipotesi è stata quella che le persone condividono foto del proprio abbigliamento (su social network come Facebook o Instagram o tramite app di messaggistica istantanea come Whatsapp) per chiedere consiglio sulla scelta che si sta effettuando e che queste lo fanno per confrontarsi, cercare sicurezza o approvazione, o semplicemente per avere le idee più chiare. L’età del campione si concentra tra i 20 e i 26 anni e questo deriva dal fatto che prima di lanciare il sondaggio era stato stabilito un obiettivo demografico preciso. In questo modo è stato anche possibile definire i destinatari del messaggio: i Millennials.
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
Il campione intervistato è di netta maggioranza femminile (Figura 1.1) e il motivo per cui il 60% di questo stia ancora seguendo un percorso di studi (Figura 1.2), è conseguenza del fatto che la prevalenza di risposte (67%) è stata data da persone in età compresa tra i 20 e i 26 anni (Figura 1.3).
GENERE
PROFESSIONE STUDENTE LAVORATORE
F
70%
17%
19%
LAVORATORE ALTRO
30%
M
Figura 1.1
60%
STUDENTE
Figura 1.2
Con il grafico riportato in basso a destra (Figura 2.1) è stata verificata la prima ipotesi: solo il 13% del campione è completamente disinteressato al giudizio altrui. Buona parte , il 44% degli intervistati, si dichiara invece essere abbastanza o molto interessato.
QUANTO CONTA IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI
ETÀ
SU CIÒ CHE INDOSSI?
22 (15%) 23 (11%) 20 21 (9%) (8%)
24 (8%) 25 (7%) 26 (7%)
POCO
43%
13%
MOLTO
40%
Figura 1.3
PER NIENTE
ABBASTANZA
Figura 2.1
Interessante è stata anche la risposta alla domanda Ti è mai capitato di non indossa-
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
re più un capo di abbigliamento a causa di un giudizio negativo da parte di qualcuno? L’ipotesi iniziale era infatti quella che difficilmente si rinuncia ad indossare un capo a causa di un parere negativo. Il giudizio altrui tuttavia, può influenzare il modo in cui ci si veste. Un parere negativo da parte di un amico o di qualcuno che in quel momento riveste il ruolo di “autorità” (Pizza P., 2010), può innescare una reazione psicologica per cui ci si pone la domanda: Effettivamente sto bene con questo vestito?. “Non sempre è necessaria la presenza di un gruppo per essere influenzati, a volte basta anche un singolo individuo (…)” (ibidem). Rispetto al campione intervistato, il 44% dei casi ha rinunciato ad indossare un capo acquistato (Figura 2.2).
TI È MAI CAPITATO DI NON INDOSSARE PIÙ UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO A CAUSA DEL GIUDIZIO NEGATIVO DA PARTE DI QUALCUNO?
44%
56%
Sì
NO
Figura 2.2
Dal sondaggio è inoltre emerso che l’86% degli intervistati è più che sufficientemente attento al modo in cui si veste. Ben il 46% è molto interessato alla scelta del proprio abbigliamento (Figura 3). La domanda Con quale frequenza ti capita di essere attratto da un capo di abbigliamento indossato da un’altra persona? è stata posta per capire quanto le persone fanno attenzione anche involontariamente a ciò che indossano coloro che le circondano. Capita spesso (30%) o ogni tanto (65%) che un indumento attiri
29
30
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
l’attenzione del campione in questione (Figura 4). Ed è proprio da questa risposta che applicazioni come The Hunt (approfondita successivamente) o Asap54, cercano di rispondere alla necessità di individuare un particolare capo di abbigliamento o un accessorio indossato da un’altra persona, utilizzando tecnologie di riconoscimento visivo.
SU UNA SCALA DA 1 A 10, QUANTO PRESTI ATTENZIONE A COME VESTIRTI? 8 (30%) 7 (28%)
6 (12%)
9 (10%) 10 (6%)
Figura 3
CON QUALE FREQUENZA TI CAPITA DI ESSERE ATTRATTO DA UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO INDOSSATO DA UN’ALTRA PERSONA? OGNI TANTO
65%
MAI
30%
SPESSO
Figura 4
Il quesito Quanto frequentemente condividi (in chat privata o sui social) un tuo abbigliamento con altre persone? è stato posto per capire l’attitudine del campione a comunicare tramite immagini un proprio outfit o semplicemente un capo di abbigliamento (Figura 5).
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
È stata creata una variante nel questionario per approfondire i motivi per cui si fa (con diverse frequenze) o si evita di farlo: i soggetti che hanno risposto “mai”, sono stati reindirizzati a un tipo di domande diverse.
QUANTO FREQUENTEMENTE CONDIVIDI (IN CHAT PRIVATA O SUI SOCIAL) UN TUO ABBIGLIAMENTO CON ALTRE PERSONE? MAI
55%
23%
OGNI GIORNO OGNI 2 - 3 GIORNI UNA VOLTA AL MESE
11%
UNA VOLTA A SETTIMANA 2 - 3 VOLTE AL MESE
Figura 5
Sì è pensato che la risposta negativa (“mai”) fosse dovuta alla convinzione del soggetto di dover apparire nella foto con il capo indosso, anche se questo non era specificato nella domanda. Una volta riformulata, la risposta della sottocategoria è parzialmente cambiata: il 33% degli intervistati che in precedenza ha dichiarato di non condividerla mai, lo farebbe se non fosse presente nella foto, mentre per il 12% la condivisione potrebbe dipendere da diversi fattori (Figura 5.a).
CONDIVIDERESTI (IN CHAT PRIVATA O SUI SOCIAL) LA FOTO DI UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO, SE NON CI FOSSI TU NELLA FOTO? NO
55%
ALTRO
33%
Figura 5.a
SI
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
Sul motivo per il quale le persone hanno risposto nuovamente “mai” sono affiorate informazioni interessanti: “Perché mi vesto sempre allo stesso modo”, “Non sono attiva sui social”, “Non mi piace mostrarmi….”, “Non mi piace esporre il mio corpo”, “Non ne sento l'esigenza, capita solo negli eventi importanti”, “Perché non rientra nei miei principali interessi”, “Qualche volta lo faccio”, “Perché non ne ho bisogno spesso, ma mi é capitato di mandare una foto di un mio capo d'abbigliamento per un consiglio”, “Non ci ho mai pensato”, “Perché non seguo consigli”, “Non è proprio mai, ma capita davvero molto raramente. Comunque perché non ne vedo la necessità”…
QUALI DELLE SEGUENTI OPZIONI HAI USATO PER CONDIVIDERE IL TUO ABBIGLIAMENTO? FACEBOOK POST (18%) FACEBOOK MESSENGER (9%) INSTAGRAM STORIES (45%) INSTAGRAM POST (23%) INSTAGRAM DIRECT (20%) WHATZAPP GRUPPI (43%) WHATZAPP CHAT PRIVATE (78%)
Figura 5.b.1
Per i soggetti che invece hanno risposto con una determinata frequenza, è stato generato un questionario specifico per capire su quali piattaforme la condividono e se lo fanno in modo pubblico (post e stories) o privato (chat e gruppi privati). Quali delle seguenti opzioni hai usato per condividere il tuo abbigliamento? A questa domanda era possibile dare una risposta multipla e potevano essere inseriti manualmente altri input. In “altro”, cinque persone hanno scritto spontaneamente “Telegram” e una “21Buttons” (uno dei competitors, approfondito successivamente). Dal grafico è possibile notare che il 78% utilizza le chat private di Whatzapp, il 43% i gruppi Whatzapp e il 45% le Instragram stories (Figura 5.b.1).
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
DOVE TI TROVI QUANDO CONDIVIDI IL TUO ABBIGLIAMENTO? IN NEGOZIO (36%) A CASA (93%)
Figura 5.b.2
Venire a conoscenza del luogo in cui si trova una persona quando condivide una foto è un altro dato di fondamentale importanza. Anche in questo caso la risposta multipla ha permesso di scegliere tra le seguenti opzioni: “in negozio”, “a casa” o “altro” (in cui “altro” permetteva di scrivere manualmente una risposta specifica). Come previsto, quasi la totalità delle persone ha effettuato una scelta tra le prime due opzioni suggerite. Solo in alcuni casi i soggetti hanno dichiarato di condividere foto di abbigliamento quando si trovano fuori casa (come a scuola, in università o presso locali) (Figura 5.b.2). Sono state ipotizzate diverse opzioni rispetto al significato che ha per una persona condividere una foto rispettivamente in negozio o a casa. Condividere una foto quando ci trova in negozio potrebbe significare che si vuole:
• Mostrare dove ci si trova e/o a cosa si è interessati in quel momento; • Far vedere qualcosa che si acquisterebbe o che non si acquisterebbe mai; • Mostrare qualcosa che potrebbe piacere al/ai diretto/i interessato/i o
• • • • •
a qualcuno che si conosce, per un acquisto immediato o futuro; Mostrare qualcosa che si vorrebbe, che si desidera; Chiedere il parere su qualcosa che non si ha ancora acquistato; Chiedere opinioni su come calza un capo/vestito ; Mostrare un capo/vestito mentre lo si indossa; Mostrare se stessi mentre si ha indosso un capo/vestito.
Condividere la foto da casa, potrebbe implicare opzioni che possono essere le medesime del negozio:
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
• Chiedere opinioni su come calza un capo/vestito già acquistato (che sia
un acquisto recente o passato);
• Mostrare un capo/vestito mentre lo si indossa; • Mostrare se stessi mentre si ha indosso un capo/vestito.
Oppure potrebbero essere diverse come:
• Chiedere un consiglio su cosa indossare rispetto a capi che si hanno già; • Chiedere un consiglio su cosa mettere rispetto a capi presi in prestito da
amici/amiche o parenti stretti.
QUALI SONO I MOTIVI CHE TI SPINGONO A CONDIVIDERE UNA FOTO DEL TUO ABBIGLIAMENTO? CHIEDERE CONSIGLIO CHIEDERE PARERI DIVERTIMENTO MI PIACE AVERE UN’OPINIONE RICEVERE UN CONSIGLIO FIDATO MOSTRARE LA PARTE MIGLIORE DI ME SUI SOCIAL CONFRONTARMI CONDIVIDERE I MIEI NUOVI ACQUISTI VEDERE SE PIACE RICERCA DI APPROVAZIONE ESSERE PIÙ SICURA DI ME SENTIRMI BENE CON ME STESSO SENTIRE DIVERSE OPINIONI ...
Figura 5.b.3
Quali sono i motivi che ti spingono a condividere una foto del tuo abbigliamento? La domanda è stata lasciata aperta per ricevere risposte spontanee sui motivi per cui una persona è spinta a compiere questa azione (Figura 5.b.3). Gli insight ricavati sono molteplici e ogni risposta rivela qualcosa di diverso. “Sapere se sto bene per un'occasione particolare”, “Per avere un parere e dei consigli”,
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
“Ho bisogno di consiglio e conferma sul mio outift”, “Noia, divertimento, ricerca di approvazione”, “Chiedere un parere o mostrare il risultato di una mia scelta”, “Chiedo consigli su abbiamenti, o se quel capo mi stia bene addosso”… Il 60% delle persone condivide il proprio abbigliamento per chiedere consigli, pareri ed opinioni o per avere un confronto. I restanti lo fanno per mettersi in mostra o mostrare il proprio abbigliamento, per divertimento o perché si sentono bene con un determinato outfit. Tutti i dati ricavati dal sondaggio e l’approfondimento e analisi dei competitors, hanno permesso di ricavare la chiave su cui far leva per raggiungere gli utenti target e per differenziarsi dalla concorrenza.
COMPETITORS Il primo passo della ricerca è stato quello di definire quale fosse lo scenario attuale e quindi chi fossero i competitors del nuovo brand. “Analizzare i competitors permette di verificare quanto può essere efficace la strategia del progetto web e avere un’ipotesi dei budget di investimento” (Zucchelli A., 2016). Dal momento che un’analisi sui competitors che operano nel settore dell’abbigliamento sarebbe stata eccessivamente ampia e poco proficua, è stata svolta una ricerca più mirata a quelli che si avvicinano all’idea di community e in cui gli utenti possono ricevere un vero e proprio valore aggiunto nel farne parte. Non sono state escluse tuttavia quelle piccole e medio-grandi realtà che danno la possibilità di avere un proprio guardaroba online e condivisibile, poiché sono comunque in contrasto con quella che è l’idea di base anche se non una valida alternativa.
Organizzare un armadio virtuale e abbinare vestiti Rispetto a questa tipologia di utilizzo, sono stati trovati i seguenti competitors:
Stylicious e Mod Man (Android e iOS), Stylebook e Stylebook Men (iOS),
Smart Closet (iOS e Android), Closet+ (iOS), Closet Space (iOS, Android
e Web), Your Closet (Android), Walk in my closet (Android), Mix me
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
(Android), Mix & Style (iOS e Android), Snupps (iOS), Fashion you e
Fashion You Man - Armadio virtuale (Android), Outfitboard (Android),
My wardrobe (Android, iOS), DressUp - Your outfit manager (iOS),
Fashion Book -Digital wardrobe manger for clothes (Android), Closet
Love (iOS), My closet (iOS).
STYLICIOUS E MOD MAN
• App iOS, Android • Sito web styliciousapp.com modmanapp.com
• Lingua Italiano Con Stylicious e Mod Man sono due applicazioni analoghe, nate dello stesso produttore, con cui è possibile scattare foto ai propri abiti, scarpe o accessori, salvarli e poterli successivamente combinare per creare diversi outfit. La struttura dell’applicazione prevede anche una pagina per organizzare il proprio stile in base al calendario, un’altra per lo shopping e una per le ispirazioni collegata alla pagina Tumblr rispettivamente di Stylicious o Mod Man. L’applicazione dà inoltre la possibilità di condividere il proprio look su Facebook, Twitter, Pinterest o Tumblr. Stylicious si distingue perché segnala i nuovi arrivi e le vendite dei marchi che sono contrassegnati come preferiti. STYLEBOOK E STYLEBOOK MEN
• App iOS • Sito web stylebookapp.com • Lingua Inglese Per pianificare, gestire, tracciare e organizzare il proprio guardaroba. Nato da un’idea di Jessica Atkins con l’intento di unire la tecnologia allo stile, Stylebook aiuta ad abbinare ciò che si possiede in autonomia. L'ispirazione dell'app è nata grazie all’esperienza della co-fondatrice come stagista presso Vogue. "L'obiettivo di Stylebook è che qualcuno abbia un armadio pieno di cose che piacciono ancora" spiega Atkins.
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
"La premessa di Stylebook è semplice: fotografa e cataloga ogni capo di abbigliamento e ogni accessorio che possiedi in modo da poter prendere il controllo del tuo guardaroba. Puoi tracciare gli abiti che indossi e creare packing lists per viaggi d'affari e vacanze" (Grossan A., 2018). Stylebook tiene traccia del ROI di un capo di abbigliamento in modo da far conoscere all’utente cosa funziona e cosa no e fargli avere maggiore consapevolezza di quanto spende per il proprio guardaroba (ibidem). Tramite l’app è possibile anche accedere allo shop e accostare un capo o un accessorio prima dell’acquisto. Il calendario integrato all’applicazione permette di pianificare ciò che si vuole mettere per un determinato evento, di conseguenza aiuta anche a ricordare ciò che si aveva indosso ad un precedente appuntamento. Con Stylebook è inoltre possibile fare foto ai propri capi e isolarli dallo sfondo in modo automatizzato, per avere il proprio guardaroba digitale visivamente più organizzato. Entrambe le applicazioni (Stilebook e Stylebook Man) sono disponibili solamente per sistemi iOS e acquistabili al prezzo di 4,49€. SMART CLOSET
• App iOS, Android • Sito web smartcloset.me • Lingua Inglese Come le altre applicazioni di guardaroba online Smart Closet rende possibile accedere in qualsiasi momento al proprio armadio virtuale. I capi vengono importati tramite la fotocamera, la galleria o lo shop presente sull’app. Per ogni capo vengono mostrate informazioni quali la tipologia, il brand, il prezzo e la stagione, che garantiscono una catalogazione e quindi una ricerca più efficiente. Nella sezione Lookbook l’applicazione consente abbinare e pianificare i look per i giorni successivi tramite collage mentre nella sezione calendar è possibile tenere in memoria abbinamenti indossati in precedenza. In Favorite, vengono visualizzati i capi preferiti selezionati nello shop o scoperti nella sezione Inspiration, creata per rimanere aggiornati sulle novità nel mondo della moda. Infine in Statistics è possibile visualizzare le statistiche dell’armadio generate in base ai marchi, ai colori, al numero di capi e al loro valore economico (Ferraro F., 2017).
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
CLOSET+
• App iOS • Sito web closetapp.com • Lingua Inglese Closet+ è il guardaroba virtuale che tiene traccia di cosa si ha indossato, quando e dove, così da evitare di rimettere gli stessi capi nello stesso posto. “Dopo aver caricato le foto di tutti i tuoi vestiti sul tuo account, puoi utilizzare il calendario per pianificare gli outfit futuri. È facile da usare quindi non ci vorrà molto tempo per capire come funziona” (Black M., 2017). L’applicazione è gratuita ma manca di molte avvertenze che altre app sono in grado di segnalare. CLOSET SPACE
• App iOS, Android • Sito web closetspace.com/women/shop • Lingua Inglese Closet Space è un'applicazione sviluppata dall'azienda Stylitics che punta a suggerire un outfit adatto alla giornata analizzando tutti i vestiti posseduti e le previsioni meteo per la giornata. Una volta aperta l'applicazione si possono inserire e taggare i capi d’abbigliamento a seconda di brand, materiale, taglia, colore, prezzo e luogo d’acquisto (Paretti M., 2015). In un'intervista con Upstart Business Journal il fondatore di Closet Space Rohan Deuskar confessa di trovarsi sempre a cercare “gli stessi due paia di jeans e sei magliette” nonostante abbia un armadio pieno di vestiti. Deuskar sfrutta così questa opportunità e crea un’applicazione in grado di consentire agli utenti di creare il proprio armadio virtuale attraverso il quale poter gestire i vestiti che possiedono e che vorrebbero acquistare (Novellino T., 2015). I consumatori (90% dei quali sono donne tra i sedici e i venticinque anni) possono ottenere consigli a pagamento da parte degli stilisti su cosa indossare per gli eventi imminenti e la possibilità istantanea di sincronizzare i contenuti dell’armadio con il calendario Google e i dati meteo locali. In questo modo gli stilisti raccolgono dati sui consumatori e sulle loro abitudini di acquisto (ibidem).
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
Per gli utenti non registrati, l’app è momentaneamente bloccata e anche il sito web presenta problematiche di caricamento (verificato in data 24 settembre 2018). MIX ME
• App
Android
Mix me è una applicazione tramite la quale è possibile provare virtualmente i vestiti, e fare acquisti online. È possibile condividere le differenti combinazioni di abiti con i propri amici tramite applicazioni di terze parti o sui social networks. L’applicazione è piuttosto arretrata e meccanica: presenta poca cura nell’aspetto grafico e nella user experience. Non necessita di una connessione Wi-fi. MIX & STYLE
• App iOS, Android • Lingua Inglese L’applicazione permette di provare vestiti e creare abiti direttamente dal proprio smartphone. È una delle poche che si rivolge sia a un pubblico maschile che femminile. Tuttavia risulta molto problematica per entrambi i sistemi iOS e Android e non è stato possibile approfondirne il funzionamento. SNUPPS
• App iOS, Android • Sito web snupps.com • Lingua Inglese Snupps non è una piattaforma legata solamente all’abbigliamento. Con Snupps è possibile organizzare, collezionare, condividere e scoprire raccolte di diverse tipologie di oggetti. Gli utenti possono caricare e gestire immagini e dettagli delle loro proprietà personali su scaffali virtuali che possono essere mantenuti privati o condivisi con altri. Al primo avvio dell’applicazione, gli utenti possono effettuare una selezione tra 24 comunità di interesse per scoprire e interagire con elementi popolari, di tendenza o recenti, condivisi da altri utenti.
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
Snupps ha stretto una partnership con eBay per consentire agli utenti dell'applicazione di acquistare e vendere oggetti su eBay all'interno dell'app Snupps (Shaul B., 2017). In un blog post, Sari Anabtawi, co-founder di Snupps, commenta: "Siamo entusiasti di collaborare con eBay e offrire ai nostri utenti un nuovo modo per trarre profitto dalle loro collezioni. Dal lancio della nostra beta, abbiamo visto una reazione estremamente positiva alle nuove funzionalità. Abbiamo reso facile per la nostra community vedere ciò che gli altri stanno vendendo, scoprire nuovi oggetti in vendita e attirare il grande pubblico di shopping online di eBay per ottenere il massimo valore dai loro articoli" (Anabtawi S., 2017).
Trarre o ricevere ispirazione
Pinterest (iOS e Android), Wear (iOS e Android), Lookbook (iOS, Android
e Web), Codibook (Android), Zaful (iOS, Android, Web), Vogue Runway
(iOS, Web), ShopLook (iOS).
• App iOS, Android • Sito web pinterest.com • Lingua Ceco, danese, olandese, inglese, finlandese, francese, tedesco,
greco, hindi, ungherese, indonesiano, italiano, giapponese, coreano,
malese, bokmål, polacco, portoghese, brasiliano, romeno, russo,
slovacco, spagnolo, svedese, tagalog, thailandese, turco, ucraino e
vietnamita Pinterest è il social network basato sulla condivisione di foto e video. La piattaforma permette di creare lavagne virtuali tematiche su numerosi argomenti come moda, bellezza, film, luoghi da visitare e altro ancora. Si possono trovare immagini cercando tramite parole chiave o argomenti. È possibile interagire con i contenuti commentando, lasciando like, condividendo le foto con altri utenti o salvandole sulla propria bacheca virtuale. È anche possibile scaricare un’immagine e salvarla sul proprio dispositivo. Pinterest è uno strumento utile per trovare idee e ispirazioni da condividere.
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
WEAR
• App iOS, Android • Sito web wear.net • Lingua Inglese, cinese, giapponese Si tratta di una community in cui è possibile pubblicare gli outfit usando gli hashtag giornalieri. Come su Instagram, i migliori look pubblicati appariranno nella pagina Popular e ogni post può essere votato. È possibile anche salvare i look preferiti e seguire persone e celebrità tenendo traccia dei loro ultimi post nella timeline. Gli influencer della moda come modelli, attori e designer con account verificati sono chiamati wearisti. Su Wear è possibile monetizzare dai propri post. Si riceve una commissione di affiliazione da ShopStyle Collective ogni volta che un utente guadagna dai post. ShopStyle Collective è una piattaforma di monetizzazione e media globale per editori e influencers. Una volta approvato l’account è possibile guadagnare ogni volta che il pubblico viene indirizzato a un rivenditore. Wear è inserito nella categoria per “trarre ispirazioni” ma rientra anche in quella per “condividere il proprio look" e per gli influencer è un’app fonte di guadagno. LOOKBOOK
• App • Sito web • Lingua
iOS, Android lookbook.nu Inglese, cinese, giapponese, taiwanese
Lookbook è una community online ispirata ai siti di street fashion e da blog come The Sartorialist e The Cobrasnake. Permette agli utenti di condividere look e attività su Facebook, Twitter e Tumblr. L’obiettivo è quello di essere un mezzo di ispirazione per le persone appassionate di moda. A oggi conta una base di oltre 50.000 membri (wikipedia.org). I look caricati sul sito vengono votati con punti chiamati hype, per giudicare la popolarità di quel vestito. Questo sistema di punteggio è usato per calcolare quello che viene chiamato karma. Karma è la media del numero totale di hypes che un utente ha ricevuto, diviso per il numero di diversi look che l'utente ha
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
pubblicato. Questa media determina la quantità di esposizione che l'utente riceverà quando pubblicherà nuovi look. I look sono visualizzati in vari modi sul sito web e sull’applicazione. La visualizzazione predefinita del sito avviene tramite la scheda Hot, che mostra gli aspetti più popolari sul sito, giudicati in base alla quantità di hype che ha ricevuto e alla sua popolarità in quel giorno in concorrenza con altri look (ibidem). Lookbook possiede anche un forum in cui gli utenti possono pubblicare argomenti e partecipare alle discussioni.
Condividere il proprio outfit Anche per condividere il proprio look, le possibilità offerte da social network e applicazioni sono svariate.
Instagram (Android, iOS, Windows Phone), Whatzapp (Android, iOS,
Windows Phone), The Hunt (Android e iOS), 21Buttons (iOS e Android),
Pose (Android, iOS e Web), Chicismo (iOS, Android e Web), My outfit -
Virtual closet (iOS), Purple outfit (iOS).
• App • Sito web • Lingua
Inglese, afrikaans, ceco, danese, tedesco, greco, spagnolo, cinese,
finlandese, francese, indonesiano, italiano, giapponese, coreano,
malese, norvegese, olandese, polacco, portoghese, russo, svedese,
thailandese, filippino, turco, vietnamita
iOS, Android instagram.com
Ampiamente conosciuto, Instagram è il social network che permette agli utenti di scattare e condividere foto e video. Nel 2012 l'azienda è stata comprata per un miliardo di dollari da Facebook (wikipedia.org). Instagram è considerato competitor diretto dal momento che sulla piattaforma è possibile condividere foto (anche di moda o di abbigliamento) con la propria cerchia di amici. Inoltre tramite le stories, funzionalità che permette di fare dirette video e pubblicare foto visibili per 24 ore, è possibile avere feedback immediati dai
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
propri followers. “(…) L’applicazione di condivisione di fotografica, che conta 500 milioni di utenti attivi al mese, è il veicolo perfetto per un’industria dove l’elemento visuale è fondamentale, e diventa uno strumento per trovare ispirazione, condividere le proprie creazioni, creare un legame diretto con il pubblico” (Hallac C., 2016). THE HUNT
• App iOS, Android • Sito web thehunt.com • Lingua Inglese Con The Hunt è possibile caricare la foto di un oggetto e chiedere agli altri utenti del social consigli su dove trovarlo. The Hunt è quindi principalmente una comunità che rintraccia gli oggetti che si desiderano. È anche possibile scambiare consigli e suggerimenti personalizzati per lo shopping tramite sondaggi ed esaminare le ultime tendenze in fatto di moda, bellezza e stile di vita, comprese interviste con le principali donne nei settori creativi, recensioni di marchi e guide della città. Sull’applicazione si può personalizzare il proprio following feed con tag che rivelano il proprio stile (thehunt.com). 21 BUTTONS
• App • Sito web • Lingua
iOS, Android 21buttons.com Inglese, italiano, spagnolo, tedesco
21 Buttons è un brand che ha saputo sfruttare in modo creativo l’elemento grafico del bottone (un cerchietto colorato) utilizzandolo come pin per taggare i capi delle foto pubblicate. Il tag sulla foto di un outfit permette di salvare un determinato capo, vedere come è stato abbinato da altri utenti, condividerlo o accedere alla scheda prodotto nel sito web ufficiale ed acquistarlo. L’app permette anche di guadagnare ogni volta che un capo taggato sul proprio profilo viene acquistato e una volta che si raggiungono i 10€ è possibile trasferirli sul conto PayPal collegato. Sia il sito web che l’applicazione sono curati e funzionali e rispondono al linguaggio visivo del proprio utente target.
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
L’applicazione è gratuita e disponibile per iOS e Android e si può effettuare l’iscrizione anche tramite Facebook e Instagram. POSE
• App
iOS, Android (Anche se dichiarata sulla pagina Facebook, l'app
non è stata trovata su App Store e Google Play)
• Sito web pose.com (Una semplice landing page) • Lingua Inglese Pose può essere definito un vero e proprio social network dove, al suo interno, le appassionate di moda inseriscono i loro personali outfit. È possibile trovare una idee dalle quali prendere spunto per un look alla moda. Per accedere al programma è sufficiente effettuare la registrazione gratuita. Una volta entrati a far parte di questo social, è possibile postare i diversi outfit. Come segnalato, dal momento che l’applicazione non è stata effettivamente trovata su App Store o Google Play, non è stato possibile avere ulteriori informazioni. L’ultimo post su Facebook risale al 2015, sembrerebbe quindi che il brand non sia più attivo. CHICISMO
• App iOS, Android • Sito web chicisimo.com • Lingua Inglese, spagnolo, portoghese, italiano, francese, tedesco, russo Startup di moda Chicismo è una community formata da fashion bloggers e fashion-lovers in grande espansione, soprattutto nel mercato Europeo. Sull'app, gli utenti possono condividere le immagini dei loro outfit per ricevere like (i cosiddetti “chic it”) e opinioni dagli altri utenti e possono ottenere dai brand dei flower come riconoscimento per essere ottimi rappresentanti dei loro capi. I flower funzionano come i badge e permettono a chi li ottiene di guadagnare maggiore visibilità ed eventualmente premi. Tutte le pagine sono condivisibili sui principali social network: Facebook, Twitter e Pinterest. È infine possibile sottoporsi a un test sulla propria corporatura per avere consigli personalizzati che partono da 9,99€.
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
MY OUTFIT, Virtual closet
• App iOS • Lingua Inglese My Outfit è una community di appassionati di moda. Per cercare ispirazione o scoprire i nuovi look è presente una scheda esplora, in cui si possono trovare le tendenze del momento. Tramite i post è anche possibile chiedere agli altri membri un parere sul proprio outfit. Come molte altre applicazioni permette di gestire il proprio guardaroba importando le foto dalla galleria o scattandole con la fotocamera. Per trovare un oggetto specifico è presente il catalogo dell’app, che però è limitato a cinque partnership: American vintage, Cache cache, Carnet de mode, Caroll, Eram.
Ricevere consigli personalizzati Vediamo infine un elenco di applicazioni che permettono di ricevere consigli personalizzati sull'abbigliamento.
Wishi (iOS e Web), Stylitics (Web, Demo), Combyne (iOS, Android),
Intelistyle (iOS, Web)
WISHI
• App iOS • Sito web wishi.me/app • Lingua Inglese Wishi è un'app di styling online che connette con gli stilisti del mondo. In sintesi si tratta di un social network basato interamente sulla moda, che mette in comunicazione migliaia di utenti. In questo modo è possibile sia creare un guardaroba personale che aiutare altri utenti a crearne uno proprio. Gli stilisti offrono un servizio di styling real-time a pagamento in cui ogni sessione si traduce in tre moodboard e tre look. Il prezzo parte da 20$ per sessione e cresce in base al background e alle esperienze dello stilista a cui ci si affida. Sul sito wishi.me è possibile, oltre avere il proprio guardaroba online, abbinare i propri vestiti, trarre ispirazioni dagli outfit creati
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
dagli stilisti ed eventualmente mettersi in contatto con loro tramite chat privata. STYLITICS (Servizio per i rivenditori)
• Sito web stylitics.com • Lingua Inglese Stylitics è un'azienda tecnologica della moda che aiuta i rivenditori a ottenere più valore dai cataloghi dei prodotti attraverso l’analisi algoritmica dei dati. Questo servizio offre consigli sui vestiti on-brand a tutti i clienti, attraverso e-commerce, e-mail, annunci e negozi e attraverso una combinazione di algoritmi. È possibile richiedere una demo facendo richiesta sul sito ufficiale. COMBYNE
• App iOS, Android • Sito web combyne.com • Lingua Inglese, tedesco Gli utenti possono combinare l'abbigliamento dei negozi, i loro vestiti e gli abiti degli amici e ottenere un feedback immediato. È possibile scalare livelli e ricevere badge in base ai followers, ai commenti sui post, ai voti dati nelle outfit challenge o per aver invitato un amico a unirsi alla community… INTELISTYLE
• App iOS, (Android) • Sito web intelistyle.co.uk • Lingua Inglese Intelistyle è una piattaforma che scansiona fotografie di moda e cerca di matchare tramite intelligenza artificiale cosa può stare meglio con un determinato capo. L’applicazione genera consigli automatizzati gratuiti per completare l’outfit dell’utente in base al tono della sua pelle, al colore di occhi e capelli, alla forma del corpo e allo stile. Per i negozi l'applicazione aiuta i clienti a ricevere consigli istantanei sugli articoli che corrispondono a ciò che indossano.
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
PALETTE COLORI COMPETITORS
Competitors diretti e indiretti L’individuazione e l’analisi della concorrenza ha permesso di definire i competitors diretti e indiretti. Stylebook, Lookbook, The Hunt, 21Buttons, Chicismo, Wishi, Combyne, Intelistyle sono le imprese che affrontano il bisogno del cliente con un approccio che si avvicina a quello di ShuffleMe. Queste piattaforme, oltre ad avere una brand image più delineata, sono riuscite distinguersi creando uno specifico universo valoriale e dando così al proprio servizio una forza maggiore. Anche Whatzapp, Facebook e Instagram, con le stories e le chat private, possono trasformarsi in competitors diretti dal momento in cui questi social possono essere utilizzati per chiedere consigli. In tutti e tre i casi è infatti possibile chiedere pareri in modo veloce e diretto mandando foto e messaggi a persone o gruppi specifici. Sono invece considerati competitors indiretti Pinterest, Wear, Stylebook e Stylicious.
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2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
GAP ANALYSIS Tramite una Gap Analysis è possibile vedere a colpo d’occhio le mancanze dei competitors e capire dove Shuffle me può operare per colmarle (Figura 6). Non tutti i competitors diretti offrono la possibilità di avere un guardaroba virtuale personale. Su Shuffle me, una sezione a questo dedicata, permette all’utente di aggiungere liberamente i propri capi, senza intaccare quelle che sono le dinamiche di “gioco”. La possibilità di poterli inserire è un’utilità per coloro che hanno più bisogno di suggerimenti su misura. La personalizzazione dei consigli è sicuramente una delle caratteristiche fondamentali su cui lavorare per distinguere Shuffle me e dargli un valore aggiuntivo. Solamente Intelistyle, The Hunt e Wishi, come si è visto, puntano sull’aiuto specifico dell’utente. Quest’ultimo inoltre, offre un aiuto a pagamento.
GUARDAROBA VIRTUALE CONSIGLI PERSONALIZZATI GEOLOCALIZZAZIONE ACCESSO AI GUARDAROBA UNISEX iOS E ANDROID
Figura 6
La geolocalizzazione è una funzionalità che non è prevista in nessuna delle applicazioni dei competitors diretti. Shuffle me permetterà agli utenti di usufruirne per localizzarsi in uno specifico negozio o locale della città e permettere anche ad altri utenti di rintracciarlo.
2. RICERCA E ANALISI DEI DATI
Avere l’accesso al guardaroba degli utenti è poi un’altra particolarità che Shuffle me sfrutta per permettere agli utenti della community di ricevere un aiuto. In 21Buttons è possibile entrare nel guardaroba virtuale degli altri utenti (se questo è reso pubblico), tuttavia non è previsto che ci sia con esso un’interazione. Per i brand inseriti, la user interface è adatta sia ad un pubblico femminile che a uno maschile. Questa non è una caratteristica da dare per scontato dal momento che in questo ambito è molto facile ricadere in una comunicazione visiva eccessivamente stereotipata e legata all’universo femminile (dai colori del logo fino alla terminologia utilizzata). Infine, anche se i cosi di sviluppo aumentano in maniera non indifferente, è indispensabile che l’applicazione Shuffle me sia disponibile sia su dispositivi iOS che su dispositivi Android.
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PREFAZIONE
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3. LEARN, NETWORK, STARTUP
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3. LEARN, NETWORK, STARTUP
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Startup weekend
Il progetto Shuffle me è stato presentato allo Startup Weekend, un evento internazionale organizzato a Milano presso Cariplo Factory e rivolto tutte le persone che vogliono dar vita e concretizzare le proprie idee. Per tre giorni consecutivi designer, appassionati di marketing e product manager hanno lavorato insieme per presentare al meglio la propria idea ad una giuria di esperti. Il meccanismo alla base dello Startup Weekend funziona nel seguente modo: tutti i partecipanti hanno a disposizione un minuto per esporre le proprie idee. Sono gli stessi partecipanti a decidere tramite votazione quelle più interessanti che prenderanno parte al gioco. Le varie figure professionali decideranno successivamente di aderire ad un progetto in gara formando così dei team di lavoro (Italia Startup, 2017). Shuffle me è stato selezionato tra approssimativamente trenta idee presentate, e il team ha potuto lavorarci per tre giorni consecutivi. Per dare riconoscimento ai diversi lavori svolti è riportata la formazione del team in base ai ruoli assegnati: Elena Franceschini (Team Leader, Graphic Designer), Emanuela Dibenedetto e Alessandro Li Vigni (Business & Marketing Strategists), Michele Carbonera e Luca Camerani (Developers), Ilaria Maucione (Social Media Strategist). Grazie inoltre alla possibilità di effettuare sessioni con mentors esperti, il progetto ha costantemente ricevuto feedback, stimoli e consigli utili per il proprio sviluppo. I criteri di selezione finale si sarebbero basati sul raggiungimento del team dei seguenti obiettivi: la realizzazione di un modello di business (in che modo il team ha pianificato questo modello di business di successo? Ha considerato la concorrenza
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3. LEARN, NETWORK, STARTUP
e come superarla? Ha capito come ottenere potenziali clienti?), di una costumer validation (il team ha realizzato qualcosa che le persone effettivamente vogliono? Qual’è il valore della proposta per i clienti?) e, non di minore importanza, di una buona esecuzione e design (hanno costruito un MVP* durante il weekend? Il prodotto offre un’esperienza coinvolgente e accattivante per l’utente? Il team è in grado di fare una dimostrazione pratica?). Una volta riunitosi, il team ha cercato prima di tutto di definire l’idea. Alla sua nascita, era chiaro che Shuffle me dovesse diventare una community per scambiare consigli real time sull’abbigliamento, concetto che sarà approfondito per raggiungere una maggiore accuratezza e un valore più specifico.
COSTRUZIONE DEL BUSINESS MODEL Passo successivo, è stato quello di completare pezzo per pezzo il corpo stesso del lavoro: il Business Model Canvas. Questo modello è “uno strumento pratico (…) che favorisce la comprensione, la discussione, la creatività e l’analisi” (Camera A., 2017) del proprio business.
3. LEARN, NETWORK, STARTUP
La parte del modello di business relativa al cosiddetto “network” (partner, attività e risorse chiave) non è stata individuata dal team nei giorni a disposizione, tuttavia è stato possibile identificarla successivamente ed è qui di seguito riportata. Il blocco dei “Partner chiave” cerca tra diverse persone, aziende o imprese quelle che potrebbero sostenere e aiutare il progetto a realizzarsi. Professionisti nel settore dell’abbigliamento e influencers sono considerate importanti figure da includere come collaboratori di Shuffle me. Al crescere della rilevanza dell’applicazione anche aziende o brands (di moda e non) entrano a far parte della cerchia dei partners. Uno dei motivi è l’interesse di questi ultimi ad utilizzare dati da cui trarre informazioni per il proprio business, oppure ad avere a disposizione i contenuti generati dagli utenti (post e foto) come campagne social. La validità di queste ipotesi dipende anche da come l’applicazione si sviluppa mano a mano che viene popolata ed è quindi difficile avere una conferma prima che la struttura sia definita. Sono infatti gli utenti a guidare nelle logiche e nelle dinamiche: è necessario ascoltarli e interpretare le conversazioni per creare un prodotto che sia per loro valido e utilizzabile (Marinelli L., 2017). Il blocco “Attività chiave” definisce “le attività principali da svolgere affinché il business funzioni” (Camera A., 2017). Nel caso di Shuffle me sono la creazione delle pagine Facebook e Instagram e dei relativi piani editoriali. Successivi alla costruzione dell’app sono tutti quei miglioramenti, aggiornamenti e nuove funzionalità volti a ottimizzare l’esperienza utente. Nel corso del weekend è stata validata un’attività di marketing che potrebbe essere realizzata per il lancio dell’applicazione: un adesivo contenente il QR Code attaccato agli specchi dei camerini nei negozi di abbigliamento. Il codice rimanda al Play o all’App Store per scaricare l’applicazione Shuffle me e ha lo scopo di invogliare chi sta provando un capo a chiedere consiglio immediato alla community. Questa idea è stata validata il secondo giorno di lavoro: il 65% dei negozianti intervistati ha accettato, come prova di validazione, di attaccare un bollino verde adesivo sugli specchi dei loro camerini. Il blocco “Risorse chiave” racchiude invece tutte quelle risorse necessarie al valore
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3. LEARN, NETWORK, STARTUP
offerto. Qui troviamo i contenuti generati dagli utenti (users generated contents) ovvero tutte le foto e i dati che si vanno a creare. Si passa poi alla cosiddetta value proposition e alla costumer interface, che comprendono il “Valore offerto”, la “Relazione con i clienti” e i “Canali” a disposizione. Il “Valore offerto” che Shuffle me fornisce è molteplice e comprende: la condivisione, il senso di appartenenza a un gruppo, il divertimento collettivo, la sincerità di opinioni, la freschezza di idee, l’esplorazione di identità e la rappresentazione di ideali visivi. Nell’aspetto delle “Relazioni con i clienti” gli utenti (nonché gli users dell’app) sono tutti coloro che entrano a far parte della community. I brand che danno importanza alle comunità “creano luoghi virtuali in cui gli individui condividono degli interessi o delle passioni comuni attraverso una forma di dialogo senza confini” (Piscopo M.E., 2014). Sono quindi i membri della comunità che creano e danno valore alla stessa. Per capire di cosa ha bisogno una community è poi importante controllare le statistiche, così da scoprire quali argomenti generano maggior discussione tra i lettori, quali hanno i maggior numero di like o condivisioni, ecc… Altrettanto importante è prestare attenzione alle conversazioni tra utenti e moderare i commenti (positivi e negativi) che possono essere fonte di insight (Testi A., 2014). Nel box dei “Canali” il primo touch point è una pagina dedicata sul social network di Facebook, per venire in contatto con gli utenti e per capire il loro comportamento riguardo al tema. Il canale più efficiente tuttavia sarà la Web App, attorno alla quale gli utenti si riuniranno. La user experience e l’interfaccia grafica saranno curate e studiate per trasmettere costantemente i valori del brand. Seguiranno la riflessione della community negli ambienti dei social network di Instagram, Twitter e Pinterest. Non è da scartare l’idea di un profilo Tumblr del brand. La proposta per completare il blocco “Segmenti di clientela” è stata quella di rivolgersi a un target giovane per coinvolgere una tipologia di utenti con maggiore dimestichezza con questo tipo di piattaforme. Al consolidamento della community (che significa al raggiungimento di un nu-
3. LEARN, NETWORK, STARTUP
mero di utenti attivi tale da poter generare contenuti su base giornaliera) un business-to-business può diventare una principale fonte di ricavi tramite la vendita di analytics e campagne (nonchè gli stessi contenuti generati dagli utenti).
I brand che vendono ad altre aziende tendono a discutere “elementi più razionali rispetto ai brand B2C (…) ma si concentrano anche sul valore economico e i bene-
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3. LEARN, NETWORK, STARTUP
fici emotivi” (Casarin F., Levens M., 2014). Arriviamo ora al revenue stream. Il box “Struttura dei costi” comprende sicuramente i costi di sviluppo (principalmente dell’applicazione per i diversi sistemi operativi iOS e Android), i costi di marketing e di general administration. I “Flussi dei ricavi” sarebbero stati definiti in base al tipo di servizio offerto, ancora poco delineato. Un’ipotesi avanzata è l’utilizzo di una formula pay per click targettizzato oppure il pagamento di X euro per avere un consiglio da persone con più alta expertise. Incontrare il co-fondatore di “Friendz” Alessandro Cadoni e la ICO project manager Simona Fontana (che durante lo Startup Weekend ricopriva il ruolo di mentors) è stato d’aiuto per conoscere un modello di business funzionale da cui trarre ispirazione. Friendz è un vero e proprio gioco sui social network in cui gli utenti scattano e condividono foto che raccontano una storia e hanno in cambio dei crediti convertibili in buoni da spendere nei negozi online (friendz.it). Mentre la community si diverte e addirittura guadagna, I grandi brands pagano per avere contenuti social pubblicitari. Non è da escludere che seguendo in parte questa strategia, Friendz e Shuffle me potrebbero creare una partnership. Anche se il progetto non è risultato tra i vincitori (non è stato possibile nel poco tempo a disposizione arrivare agli obiettivi richiesti a partire da un’idea così prematura) grazie allo Startup Weekend è stato possibile confrontarsi con problemi reali e avere nuovi stimoli e spunti di crescita. Cosa più importante è stato lo scambio di contatti con il co-fondatore di Friendz, che ha permesso un successivo incontro per valutare se Shuffle me una volta cresciuto, sarebbe potuto diventare collaboratore.
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Shuffle me come soluzione
Nella definizione del progetto, si è cercato di rispondere a tre tipi di esigenze diverse: lato utenti, l’applicazione è una piattaforma in cui ogni membro può sentirsi parte di una specifica community. Questo genera non solamente senso di appartenenza a un gruppo ma anche condivisione di valori comuni. L’utente può quindi usufruire del social per divertirsi, scambiare idee e opinioni su un tema specifico e al contempo guadagnare (avere un effettivo ricavo) per le sue attività e interazioni con gli altri membri. Successivamente verranno approfondite la struttura e il funzionamento dell’applicazione per permettere una maggiore comprensione del tipo di esperienza che l’utente si trova ad avere. Lato brand e grandi catene di abbigliamento, Shuffle me diventa una piattaforma per dare nuova vita alle giacenze di magazzino e a tutti quei capi che hanno perso di valore economico ma non ancora di un valore di mercato. In questo caso sarebbe la piattaforma stessa ad acquistare i capi invenduti, dargli un valore aggiuntivo e quindi metterli come fonte di incentivo per rimanere attivi nel social e rendere viva la community. Infine Shuffle me diventa per i locali e le piccole-medio imprese, uno strumento per “far muovere” gli utenti e farli andare fisicamente nei negozi. Questo grazie alla realizzazione di campagne a tempo che premieranno quelle persone che si recheranno nel punto vendita per rispondere alle più svariate richieste del gioco. In certi casi Shuffle me crea e cestisce le campagne in base alle esigenze del cliente, per far sì che la community risponda alle sue necessità di vendita. Un esempio potrebbe essere quello di attivare una campagna che premi coloro che
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4. SHUFFLE ME
si recano nel negozio e postano una foto con vestiti e accessori della nuova collezione. Oppure una foto dove si devono intravedere l’insegna e il nome del negozio. O ancora una foto da postare con indosso uno specifico capo da ricercare in un punto vendita di grandi dimensioni.
DA COSA NASCE SHUFFLE ME Il matematico Henri Poincaré, nel suo trattato Scienza e metodo ha dato una delle definizione più efficaci di creatività, definendola come la "capacità di unire elementi preesistenti in combinazioni nuove, che siano utili". Ogni idea mescola aspetti di idee diverse in una nuova forma. In altre parole ogni idea si porta dietro un'eredità di ispirazioni precedenti e niente nasce dal nulla (Colò, 2015). Shuffle me, non nasce dal nulla. Anche come indica il nome stesso, è creato in parte dall’unione di alcuni aspetti già consolidati di entità e linguaggi diversi. Per quanto riguarda la user interface, l’idea di avere l’icona per la messaggistica in alto a destra, è stata ripresa da Instagram. Cercare di aiutare l’utente nella navigazione e renderla confortevole e in un certo senso già conosciuta, è sicuramente un modo per rassicurarlo e permettergli una migliore dinamica di interazione. Come per Whatzapp anche su Shuffle me si ritrova l’opzione per la creazione di una chat di gruppo. La possibilità di creare sondaggi è una caratteristica già utilizzata da The Hunt come anche da Facebook. La differenza è che, nel caso di Shuffle me, oltre all’utilità per l’utente si aggiunge anche la possibilità di accumulare punti. Lavorare con moodboard, cartelle e suddivisioni di immagini deriva da Pinterest e 21Buttons (per quanto riguarda la divisione in “Closet” del guardaroba). Per quanto riguarda le sfide e i brief dalle aziende (le Challenge, su Shuffle me) l’ispirazione è venuta grazie all’incontro con i fondatori di Friendz e allo studio delle dinamiche della loro applicazione. Rispetto a Friendz i post condivisi non sono utilizzati direttamente dai brands per le loro campagne, ma servono per spingere
4. SHUFFLE ME
gli utenti ad andare fisicamente nei negozi. Analizzare un esempio modello per l’aspetto di intrattenimento è stato di grande aiuto per capire come incentivare le persone a interagire direttamente con il brand. L’unione di queste cose, aggiunta all’intrattenimento, alla possibilità di accumulare punti da spendere in prodotti e alla maggior personalizzazione possibile, fanno di Shuffle me la prima app per consigli su misura dove l’utente può guadagnare e divertirsi nel campo dell’abbigliamento.
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Target
La maggior parte dei competitors analizzati, si rivolgono a un pubblico esperto o appassionato di moda. Shuffle me, non si indirizza solamente verso fashion lovers, influencers o fashion addicted, ma anzi cerca di toccare quel segmento di utenti che amano vestirsi bene ma non sono per forza interessati alla moda in senso stretto. Si rivolge a coloro hanno usano l’abbigliamento come mezzo di espressione di sè. Si parla più di vestire quotidiano, un un tema che bene o male coinvolge tutti. Ovviamente però solo le persone con una sensibilità maggiore verso questo tema e più attente di altre nel vestirsi, saranno bersaglio della comunicazione del brand.
UTENTI TARGET Principalmente si parla a una generazione di utenti che ha dimestichezza con la tecnologia e conosce spontaneamente i codici della comunicazione digitale (i cosiddetti Millennials o Generazione Y). Sono persone che hanno un ruolo attivo nell’acquisto dei prodotti e utilizzano internet. Collaboratori di natura, sono nati digitali e crescono mobile. Sono always on, connessi dalla mattina alla notte. Internet è non solo un modo per passare il tempo, ma anche un modo per tenersi costantemente aggiornati sulle proprie passioni e sui propri interessi. È una fonte di informazione imprescindibile per rimanere aggiornati in real time ed un modo per imparare cose nuove. I Millennials sono sì digitali, ma soprattutto sono mobile: il 76% del tempo passato su internet da questi utenti, infatti, è da mobile (Wikipedia.it).
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5. BRAND IDENTITY
Dal lato utenti abbiamo quindi i fashion lovers, ovvero coloro che solitamente sono esperti di moda e che spesso fanno di questa passione un lavoro, i pionieri delle nuove app di tendenza, che vogliono sperimentare e intrattenersi su nuovi social network e ancora le persone che hanno uno stile ben definito e vogliono trovare una community che condivida le stesse passioni. Dall’altro abbiamo invece le persone che usano l’app per chiedere consigli (tramite Shuffle me ogni utente può dare pareri personali e consigli preziosi sulla moda o sull’abbigliamento), quelle che si divertono, giocano e accumulano punti per vincere diversi premi dal catalogo e infine quelle che hanno bisogno di una piattaforma dedicata per condividere con una cerchia ristrette di persone foto e messaggi istantanei.
Buyer Personas Le Buyer Personas rappresentano l’elemento centrale delle strategie di marketing e comunicazione, ossia il cliente. Negozi e piccole e medio imprese legati al settore dell’abbigliamento pagano l’applicazione Shuffle me per poter pubblicare contest creativi e challenge specifiche alle loro richieste. Sono gli utenti stessi che vi aderiscono a generare post (e quindi campagne) dando visibilità al negozio. Starà al commerciante e alla sua strategia di marketing decidere se far condividere la foto anche su social network esterni alla piattaforma come Instagram o Facebook. A questo proposito Shuffle me potrebbe collaborare con i negozi dedicandosi anche alla generazione dei contest, andando ad approfondire quelle che sono le sue necessità di vendita e di visibilità online. Shuffle me si proporrà per i negozi anche come data seller, aiutando i venditori a capire quali sono i prodotti che hanno maggior successo o che vengono preferiti rispetto ad altri. Per i brand maggiori Shuffle me imposta un rapporto di affiliazione. Mediante questo accordo quest’ultimo seleziona, acquista e inserisce nel proprio catalogo tutti quei prodotti rimasti invenduti che creano per il brand giacenze di magazzino, e quindi ulteriori costi.
5. BRAND IDENTITY
Concept Far pagare una applicazione agli utenti sarebbe controproducente in un mercato in cui scaricare un’app è già un’impresa difficile. Come si sa, milioni di persone ogni giorno postano sui social network fotografie che possono raccontare e far conoscere le aziende in modo creativo e coinvolgente. Shuffle me permette alle aziende di sfruttare la piattaforma per aumentare la propria visibilità, stimolando i consumatori a creare e a pubblicare fotografie contenenti i loro prodotti di abbigliamento. Rispondendo al bisogno di condividere, divertirsi e ricevere consigli, gli utenti agiscono, generano contenuti visivi e informazioni, ripopolano i negozi contrastando in parte la migrazione verso l’online.
Insight Secondo questa logica, per le persone è vero l’insight: “Siamo pieni di potenzialità latenti che non sfruttiamo. Mettendoci assieme e non conoscendoci personalmente, ognuno può vedere in maniera più oggettiva l’altro e dare un consiglio sincero e imparziale rispetto a come si veste”.
Value proposition Valori essenziali del brand sono sicuramente il divertimento e l’intrattenimento. Per gli utenti Shuffle me è un gioco, qualcosa con cui ci si può divertire e scoprire cose nuove. Altro valore è quello della condivisione: condivisione di idee, di suggerimenti, di pensieri, pareri e opinioni su un tema comune. Questo genera il senso di appartenenza alla community, che diventa così consigliere fidato, anche se schietto o senza mezze misure. L’esplorazione è sicuramente un altro valore chiave. Conoscere nuove combinazioni o abbinamenti, capire cosa può o non può piacere fa sicuramente parte del gioco e della voglia di riscoprirsi. Infine la possibilità di ricevere consigli personalizzati generano un altro valore fondamentale che risponde a esigenze individuali e specifiche.
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Moodboard
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5. BRAND IDENTITY
Brand positioning “Brand positioning è la posizione occupata da un marchio (e dai relativi prodotti) nella mente dei consumatori sulla base della differenziazione rispetto ai competitors” (Inside Marketing, 2018). Nella mappa di posizionamento è possibile constatare la percezione che i consumatori hanno dei diversi marchi in merito alle variabili personalizzazione e intrattenimento. Nel grafico Shuffle me si colloca tra i brand del settore che risponde a una maggiore caratterizzazione del cliente. Inoltre, grazie alla possibilità di partecipare a delle Challenge, l’utente sarà coinvolto attivamente in diverse attività di intrattenimento nei negozi che più si addicono al suo stile.
Naming Shuffle, letteralmente “combinare”, “mescolare” ha come accezione quella del riproporre qualcosa. Mescolare significa amalgamare diversi elementi per crearne uno unico, in questo caso la community stessa. Shuffle me significa lasciarsi trasportare. Farsi un tutt’uno in un vortice di idee nuove e fresche, anche istintive. Lasciare che siano altri a proporre qualcosa di nuovo fa sì che si possa avere un punto di vesta diverso rispetto a quello a cui si è abituati. Farsi coinvolgere in qualcosa, avere idee e suggerimenti nuovi per nuovi stimoli e confronti.
Logo
Figura 7
5. BRAND IDENTITY
Se si studia il logo dal punto di vista figurativo, vengono ripresi quattro elementi chiave per esprimere questi concetti: il cerchio, simbolo perfetto della totalità che esprime pienezza e armonia; il vortice, che rappresenta la configurazione a spirale che si crea quando qualcosa viene mescolato e la gruccia, terzo elemento distintivo che indica in modo esplicito l’ambito dell’abbigliamento. Quest’ultimo elemento, triplicato mantenendo lo stesso centro, crea un’unica forma e genera un effetto di movimento circolare su se stesso (Figura 7).
Costruzione logo
Figura 8
Palette colori Dal punto di vista dei colori il gradiente unisce l’arancione buccia d’arancia (colore della creatività, della fiducia, dell’energia mentale) e il vinaccia. Sono questi i due colori primari insieme al color crema. Esistono inoltre dei colori secondari: il nero e il grigio scuro. Quest’ultimo è stato utilizzato come colore per header e footer dell’app, mentre il gradiente per le icone e per lo sfondo delle pagine di caricamento (Figura 9).
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5. BRAND IDENTITY
Anche grazie alla sua varietà cromatica Shuffle me riesce a distinguersi da molteplici applicazioni legate all’abbigliamento. La maggior parte di queste infatti, sono sui toni del rosa (esclusive di un mondo femminile) , del blu-azzurro o in alternativo del nero.
COLORI PRIMARI
#e7b142 C: 0% M: 35% Y: 85% K: 0%
L: 78 a: 19 b: 69
#dc911b R: 231 G: 177 B: 66
C: 0% L: 70 M: 50% a: 31 Y: 100% b: 76 K: 0%
R: 252 G: 241 B: 211
C: 35% L: 37 M: 100% a: 56 Y: 35% b: -2 K: 10%
#fcf1d3 C: 0% M: 6% Y: 22% K: 0%
L: 96 a: 1 b: 16
R: 220 G: 145 B: 27
#8b1f5a R: 139 G: 31 B: 90
COLORI SECONDARI
GRADIENTE
#000000 C: 0% L: 0 a: 0 M: 0% b: 0 Y: 0% K: 100%
R: 0 G: 0 B: 0
Figura 9
Logo positivo e negativo
Figura 10
#6b9ed4
#e7b142
C: 61% M: 29% Y: 0% K: 0%
#dc911b
L: 63 R: 107 a: -7 G: 158 b: -34 B: 213
#8b1f5a
5. BRAND IDENTITY
Tipografia Come font per i testi di app e sito web è stato usato Titillium, un font senza grazie nato all’interno dell’Accademia di belle arti di Urbino come progetto didattico del corso di type design (Figura 11). Lo scopo del progetto è la creazione collettiva di una famiglia di caratteri rilasciata sotto licenza ofl da promuovere e condividere attraverso una piattaforma web.
TitilliumText - Thin AaBbCc TITILLIUMTEXT - THIN
TitilliumText - Light AaBbCc TITILLIUMtEXT - LIGHT
TitilliumText - Regular AaBbCc TITILLIUMTEXT - REGULAR
TitilliumText - Semibold AaBbCc TITILLIUMTEXT - SEMIBOLD
TitilliumText - Semibold AaBbCc TITILLIUMTEXT - BOLD
Figura 11
Ogni anno accademico, una decina di studenti lavorano al progetto sviluppandolo e risolvendo problemi. I type designers interessati alla modifica o alla rielaborazione del Titillium sono invitati a cooperare o a sviluppare proprie varianti del carattere secondo i termini indicati nella licenza. Tra i vari utilizzi, il Titillium è stato scelto come carattere ufficiale per la pubblica amministrazione online del governo italiano, rappresentando così uno degli elementi costituenti delle linee guida per i siti web (accademiadiurbino.it).
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5. BRAND IDENTITY
Varianti colore
Figura 12
5. BRAND IDENTITY
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PREFAZIONE
PREFAZIONE
6. BRANDED APP
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PREFAZIONE
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Progettazione dell'applicazione
DI COSA SI TRATTA L’applicazione non è altro che un social network che permette agli utenti di accumulare punti e guadagnare. Dal momento che è presente un modello di business, le funzionalità sono previste in base alla soddisfazione dell’esperienza utente e al contempo degli interessi di brands e commercianti. A questo proposito, Shuffle me cerca di stimolare le persone andare fisicamente nei negozi e creare contenuti spontanei che promuovano lo stesso. Per incentivarle mette a disposizione dei punti cumulabili da spendere nell’app, in premi su misura.
Shuffle me
Figura 13
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6. BRANDED APP
Mappa e struttura dell'applicazione Appena aperta l’applicazione, sullo schermo compare la pagina di caricamento. Il display del telefono è completamente colorato dal gradiente arancio-vinaccia e al centro è presente il logo animato (Figura 14.a). Una volta caricata, l’utente atterra sulla pagina di login ed è invitato a scegliere tra due opzioni: inizia, in caso di primo accesso all’app o accedi, se si è già registrati (Figura 14.b). In caso di registrazione già effettuata, con il tasto accedi si possono reinserire email e password per entrare nel proprio account. È inoltre presente una spunta per rimanere collegati per non dover ripetere l’operazione ogni volta che l’app viene lanciata. In caso invece di nuova registrazione è possibile completare l’operazione registrandosi con la propria email oppure tramite l’accesso a Facebook (Figura 14.c). Con l’email verranno richiesti, in una nuova schermata, email, username e password. Arriverà successivamente un’email nella casella di posta indicata dall’utente per confermarne l’indirizzo. Sono inoltre richiesti sesso ed età per proporre un catalogo di premi studiati per essere invitanti agli occhi del cliente. È da qui che inizia la prima parte della personalizzazione (Figura 14.d).
Figura 14.a
Figura 14.b
Figura 14.c
Figura 14.d
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6. BRANDED APP
Effettuata la prima registrazione, l’utente arriva su una pagina dove gli viene chiesto di selezionare almeno due stili d’abbigliamento (Figura 14.e); in questo modo l’utente entrerà in contatto con la sua community di riferimento (gli utenti che hanno selezionato le sue stesse risposte) e sulla sua bacheca saranno presenti contenuti rilevanti e di interesse comune. Una volta entrato nel social, l’utente si ritrova in una pagina strutturata in due bacheche relativamente inerenti ai consigli di abbigliamento e ai post dei membri. Sono consultabili entrambe facendo swipe right and left (Figure 14.f e 14.g). La prima bacheca, quella dei consigli, è legata all’icona della Gemma, mentre la bacheca dei post è legata ai Coin. Si tratta di due tipologie di punteggio differenti e quindi un valore cumulabile per l’utente. I consigli possono essere richiesti in
Figura 14.e
Figura 14.f
Figura 14.g
tre modi differenti: il primo è quello della scelta multipla, in cui possono essere inserite fino a tre opzioni ed è possibile includere o meno delle foto. Nel secondo è possibile inserire un’immagine e richiedere una risposta affermativa o negativa men-
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6. BRANDED APP
tre il terzo è una richiesta di aiuto sotto forma di post, dove l’utente indica il suo problema e gli altri membri della community sono invitati con un bottone ad accedere al suo guardaroba per creargli un outfit in base ai capi precedentemente inseriti. Richiedere consigli costa all’utente tot Coin a seconda del tipo di richiesta di cui ha bisogno. Un consiglio più specifico, che quindi impiega più tempo per essere seguito, avrà un “costo” maggiore, mentre un consiglio più immediato come la scelta tra una risposta multipla ha un valore minore. I consigli attivi hanno tutti un tempo specifico per accumulare risposte. Alcuni possono avere una durata di qualche ora, mentre altri di pochi minuti. Sta all’utente che li genera stabilire di quante risposte ha bisogno e quindi calcolare per quanto tempo mantenere attiva la sua richiesta. Più il consiglio sarà visibile nella bacheca degli altri utenti (e quindi più risposte riceverà) più questo gli costerà Coin, scalati alla fine della sessione. La community, per accumulare Gemme, deve quindi rispondere ai consigli dei membri che richiedono aiuti. Ogni tipo di consiglio, come si è visto, ha un valore diverso in base al tipo di impegno che richiede, quindi ogni risposta dà la possibilità di guadagnare Gemme. Ci sono però delle limitazioni in questo meccanismo: per evitare che le persone diano risposte casuali, le Gemme vengono assegnate solamente se ci si trova nella maggioranza delle risposte. Inoltre ogni utente può rispondere a un massimo di dieci consigli al giorno. Questo per aumentare il valore dell’azione e far sì che gli utenti siano attivi giornalmente sul social. Nella bacheca dedicata ai post, vengono pubblicate foto che possono essere valutate dai membri da uno a cinque Coin, in base al grado di apprezzamento. Ogni post pubblicato costerà tot Gemme ma permetteranno all’utente di guadagnare Coin a seconda dei giudizi ricevuti. Ogni post potrà essere taggato con diversi hashtag, che gli permetteranno maggiore visibilità. Sotto ogni foto sono presenti pulsanti per condividere il post in chat privata o lasciare un commento, esattamente come accade su Instagram.
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6. BRANDED APP
Per guadagnare più Coin è possibile poi partecipare alle cosiddette Challenge dei negozi. In questo modo si accumuleranno punti sia per i giudizi dei membri della community, che per l’assegnazione di un premio extra (di Coin) per aver aderito alla campagna. Ogni Challenge (consultabile nella sezione dedicata, indicata con l'icona del Flash nel footer) ha richieste diverse. La maggior parte stimolano l’utente ad andare fisicamente nei negozi e scattare foto particolari. Sono dei veri e propri brief che a seconda delle esigenze richiederanno tipologie di azioni diverse, ma sempre con l’obiettivo di far andare nel punto vendita. Come indicato precedentemente, i diversi brief possono essere creati insieme a Shuffle me. Ai diversi locali è richiesto un costo di abbonamento mensile che comprende la raccolta dati dei risultati della campagna (copertura del post, interazione, click e adesioni) così come avviene con Facebook Ads.
Figura 14.h
Figura 14.i
Nell’applicazione è presente anche una sezione dedicata alle chat. In alto destra, così come con Instagram (una user interface in cui l’utente è abituato a muoversi) l’icona di un aeroplano di carta conduce a un elenco di chat in cui è possibile
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6. BRANDED APP
comunicare con utenti singoli oppure creare un nuovo gruppo. In questo modo è possibile avere un consiglio da una persona conosciuta (chat singola) o da una cerchia più ristretta di amici (cliccando “nuovo gruppo”). In questa sezione è anche possibile invitare i propri contatti a scaricare l’applicazione ed unirsi alla community. Icona opposta a quella delle chat è l’icona del lucchetto che risulterà aperto in caso il punteggio sia sufficientemente alto da aver sbloccato un determinato premio (nonché un prodotto di abbigliamento). I prodotti sono selezionati in base al sesso dell’utente e alle sue preferenze di abbigliamento: gli stili scelti al primo ingresso nell’applicazione (Figura 14.h). Ogni prodotto avrà anche una determinata giacenza, un numero di pezzi limitato. Questo per far sì che si crei la cosiddetta “corsa al prodotto”. Quando nel catalogo è presente un oggetto appetibile, è più facile che un utente, per guadagnarselo prima di altri, sia più attivo e presente nel social. Si arriva ora alla sezione del footer. La prima icona a sinistra è quella della Home, che riporta l’utente alla bacheca principale. Accanto a questa si trova l’icona del Search, segnalato da una lente di ingrandimento. Tramite l’icona si possono ricercare contenuti per hashtag, locali, utenti o campagne attive. I post visualizzati nella ricerca creano delle vere e proprie moodboard e i post con dimensione maggiore sono non quelli più votati, bensì quelli degli utenti che hanno un maggior punteggio nel loro profilo (calcolato in base alla somma tra Gemme e Coin). Icona centrale è quella del Plus, un segno “+” tramite il quale si atterra su una pagina che permette di pubblicare post o consigli. Se si seleziona l’opzione dei consigli l’utente può decidere tra le tre tipologie possibili e quindi se necessario scattare la foto tramite l’app, oppure caricarne una dalla galleria del telefono. Altra icona è quella del Flash, che simboleggia la sezione dedicata alle Challenge. Qui si possono trovare tutte le campagne dei locali a cui è possibile aderire. Anche queste avranno un tempo limitato a qualche giorno. In basso a destra si trova infine l’icona di un utente, che rimanda al profilo personale (14.l). Il profilo dei singoli membri si presenta nel seguente modo: un’immagine nella
6. BRANDED APP
parte alta che occupa orizzontalmente tutto lo spazio del display è la cover (personalizzabile con ogni tipo di immagine), su cui troviamo il punteggio dell’utente e un bottone “Segui”. Sovrapposta alla cover, in un formato circolare, è collocata l’immagine del profilo a destra della quale si trovano il numero di follower, di seguiti e di campagne a cui ha aderito l’utente. Successivamente sono disposte in fila quattro icone. La prima icona è quella dei post, in cui vengono salvati i post condivisi, compresi quelli delle Challenge. La seconda è quella della gruccia, che riprende la stessa del logo. In questa sezione sarà presente il guardaroba dell’utente in cui le immagini dei i capi possono essere salvate in una o più cartelle. La terza icona è quella di un bersaglio e rappresenta tutti i consigli che l’utente è riuscito a “vincere”, in particolare quelli degli abbinamenti specifici, richiesti da altri utenti. Nella quarta e ultima sezione troviamo poi i consigli ricevuti, differenziati tra quelli ancora attivi, con il relativo andamento e quelli passati, con i risultati ricevuti. Quando l’utente si trova su una di queste quattro sezioni, la relativa icona è illuminata.
Figura 14.l
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6. BRANDED APP
Funzionalità Le funzionalità che ha l’applicazione, insieme alle relative pagine sopra descritte, ne determinano i costi di sviluppo. Prima funzionalità è quella del login che come spiegato, può essere facilitato accedendo tramite Facebook. Verranno inviate notifiche push al caricamento di una nuova Challenge da parte dei negozi e in caso di risposte alla specifica richiesta di aiuto per il guardaroba. La geolocalizzazione è fondamentale nel caso in cui l’utente pubblica una foto da un negozio, per poter localizzare il posto e permettere anche agli altri utenti di aderire alla Challenge o conoscere il posto dov’è stata scattata. Con i post relativi alle Challenge è prevista una condivisone opzionale (in base alla richiesta del brief) su Facebook o Instagram. I due social saranno quindi integrati nell’applicazione. Inizialmente non sono previsti acquisti in app per l’utente. In futuro i diversi post potrebbero essere collegati al sito internet del locale “pubblicizzato”. Se un utente effettua un acquisto atterrando sul sito del negozio tramite l’applicazione, Shuffle me tratterrà una fee del 10% sull’importo speso.
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7. SITO WEB
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Progettazione del sito web
La pagina principale del sito web di Shuffle me (Figura 15.a), permette all’utente già registrato di effettuare il login, mentre spiega agli utenti nuovi di cosa si tratta in pochi passaggi illustrati. In una prima sezione si trova una foto che riprende il format di apertura dell’applicazione: l’immagine in bianco e nero di un uomo seduto accanto a una finestra. Il taglio dell’immagine esclude il volto dell’uomo mentre tiene al centro, come soggetto della scena, l’abbigliamento indossato. In sovrimpressione sulla destra, un bottone arancione per il login. Sopra al bottone la scritta: “Unisciti alla community e guadagna scambiando consigli di abbigliamento”, in cui vengono esplicitate l’offerta e il valore che l’utente trae scaricando l’applicazione.
Figura 15.a
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7. SITO WEB
In una seconda sezione dal gradiente viola-arancio, quattro mockup di iPhone presentano le schermate principali che introducono l’utente al funzionamento. Nella prima schermata viene indicato: “Seleziona il tuo stile e unisciti alla community”, nella seconda: “Scambia consigli di abbigliamento con i sondaggi”, la terza: “Aderisci alle challenge e scatta foto nei negozi della tua città” e infine: “Raccogli i punti e scegli dal catalogo i tuoi premi”. Ogni step presenta quindi una call to action per l’utente (Figura 15.b).
Figura 15.b
Segue una terza sezione in cui vengono mostrati i tre vantaggi principali: la possibilità di dare e ricevere nuove idee per consigli di abbigliamento, quella di avere un’area personalizzata con il proprio guardaroba virtuale e infine quella di poter accumulare punti per sbloccare e vincere prodotti dal catalogo (Figura 15.c). La quarta sezione riporta tutti i loghi dei marchi che aderiscono al progetto e che permettono di avere un’ampia scelta nel catalogo premi. Alcun di questi sono Zara, Mango, H&M, Jack&Jones, West, Only, Pull&Bear… Due frecce a destra e a sinistra di questo elenco permettono di scorrere e consultare le marche dei prodotti presenti nell’applicazione (Figura 15.d).
7. SITO WEB
Figura 15.c
Figura 15.d
Nell’ultima parte infine, ritroviamo una call to action per scaricare l’applicazione con i relativi bottoni che rimandano all’App Store e al Play Store. La frase recita: “Scarica l’app per avere i tuoi consigli sempre a portata di mano”. A sinistra la schermata di un iPhone che presenta la pagina di caricamento di Shuffle me.
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7. SITO WEB
Tornando nell’header del sito in alto a destra è possibile consultare, tramite un menù a tendina, un elenco di pagine quali Home (per ritornare alla pagina principale quando si naviga), Contatti e Domande Frequenti. Le ultime due pagine in elenco sono invece dedicate rispettivamente ai brand (Per i brand”) e ai negozi (Per i negozi), che possono consultare le possibilità offerte da Shuffle me ed eventualmente entrare in contatto. Seguono le tre icone social del brand: Facebook, Tumblr e Instagram (Figura 15.e).
Figura 15.e
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Canali social
I social media possono essere una piattaforma che permette di parlare direttamente ai clienti esistenti e potenziali, condividere contenuti, coinvolgere in conversazioni, costruire un rapporto di fiducia e raggiungere sempre più persone aumentando la sfera di influenza. Per entrare in contatto con gli utenti target, buyer personas e ampliare i propri contatti, la strategia è quella di essere presenti inizialmente su quattro diversi canali social: Facebook, Instagram, Tumblr e LinkedIn.
Facebook Facebook viene usato soprattutto nella fase iniziale per attirare i primi utenti interessati, i pionieri dell’app e a creare la base della community. Questa piattaforma sarà infatti utilizzata per testare chi sono i futuri consumatori e come questi si comportano, quali post pubblicano, come interagiscono tra di loro e con il brand e quanto sono propensi ad essere attivi sui social. Sono state quindi create la pagina di riferimento dal nome “ShuffleMe” (pagina dell’app) e un gruppo chiuso chiamato “Shuffle me - Real time clothing advice”, che a oggi (26 ottobre 2018) conta 280 membri (Rispettivamente Figure 16.a e 16.b). Nel gruppo le persone potranno condividere foto, scambiarsi opinioni e fare sondaggi mantenendo come tema principale quello dell’abbigliamento. In caso di necessità, sarà il brand stesso a stimolare i membri della community pubblicando post e sondaggi. Tra questi vi saranno anche post che mostrano o aggiornano
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8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
sugli sviluppi del sito e dell’app, in modo da instaurare un rapporto di apertura, ascolto e trasparenza e soprattutto per dare ai propri clienti l’opportunità di avere una visione e un potere attivo sul progetto. L’utente è quindi al centro del progetto online e viene stimolato per far sì che sia lui a indicare di cosa ha bisogno e cosa si aspetta di ricevere da Shuffle me.
Figura 16.a
8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
Figura 16.b
Instagram La pagina Instagram dedicata viene usata per raccontare i valori del brand, per mostrare tramite immagini la sua essenza e quello che vuole esprimere e soprattutto per avere una costante interazione con i propri seguaci. Il profilo è di tipo curatoriale: vengono fatti i repost dei contenuti più interessanti anche a livello visivo e che rientrano, almeno in un primo momento, nelle tonalità del logo. Attuare questa strategia permetterà a Shuffle me non solo di avere contenuti illimitati ma anche di essere conosciuto ed aumentare i propri followers velocemente (Figura 17). Per i proprietari delle foto selezionate e ricondivise, questo comporta sicuramente un’esposizione notevole, più seguaci e interazioni con il post originale. Si parla di immagini di vario tipo: da quelle dei ritratti a quelle delle texture dei tessuti, dalle foto di abiti ai collage di outfit; ad ogni modo verranno ricondivisi post di fashion photography sia maschili che femminili, dove vestiti e abbigliamento sono messi in primo piano e resi protagonisti dell'immagine.
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8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
Una seconda pagina dedicata verrà creata successivamente al lancio dell’app e sfrutterà la potenzialità degli utenti ripubblicando i contenuti generati dagli stessi (user generated content). Ripubblicando i post, si incoraggia un altro numero di clienti a pubblicare i propri contenuti sull’app e sui social media, aumentando la portata generale della visibilità del marchio (Libra M., 2018).
Figura 17
Tumblr Tumblr è una piattaforma di microblogging. Su questo social si ha la possibilità di condividere contenuti testuali, foto, citazioni, gif, grafici e video, linkare articoli trovati in rete, postare clip audio e molto altro.
8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
Differentemente dagli altri social network, si può accedere ai blog di Tumblr direttamente dal il Web (senza quindi avere un account registrato). Il 50% degli utenti di Tumblr hanno meno di 25 anni e dal momento che Shuffle me si rivolge al mercato dei Millennialis, può considerare strategica la sua presenza su questa piattaforma. Tra le numerose potenzialità di Tumblr va ricordata la sponsorizzazione, che lo rendono la piattaforma ideale per la creazione di campagne pubblicitarie delle aziende. (Filigheddu E., 2017). La sponsorizzazione su Tumblr attualmente può essere di tre tipi:
• Sponsored post • Sposored days • Video Sponsored post
LinkedIn LinkedIn è sicuramente la migliore piattaforma per entrare in contatto con brands e negozi. Tramite questo canale è infatti possibile stabilire una strategia social per il B2B. LinkedIn ha superato la soglia dei 500 milioni di utenti attivi, di cui 9 milioni solo in Italia. Le aziende italiane sulla piattaforma sono più di 140 mila e sono più di 2.500 i post pubblicati ogni giorno (ConnectIn Italia). La creazione di una pagina su LinkedIn è il punto di partenza per:
• Mostrare a brands, negozi e aziende il valore e le potenzialità che Shuffle
me offre per i loro prodotti e servizi;
• Creare con loro un primo contatto per future collaborazioni; • Offrire la possibilità di inserimento in uno spazio dedicato all’interno
dell’applicazione
• Costruire gradualmente una reputazione aziendale; • Portare traffico al sito web di Shuffle me, facendo leva su una precisa
strategia editoriale;
• Incrementare la visibilità dell’attività, con le “pagine vetrina” dedicate
ai singoli prodotti o servizi;
• Conoscere meglio il pubblico di riferimento (sempre per quanto riguarda
il B2B), grazie agli insight statistici della piattaforma.
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8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
CONTENT MARKETING
Primi passi per redigere un piano editoriale Come afferma Valentina Baldon, autrice di un articolo su Leeviablog: "Piano editoriale spesso viene utilizzato come sinonimo di calendario editoriale, ma non è proprio così. Il calendario è incluso nel piano editoriale e non è semplicemente un foglio in Excel (...) bensì è un documento che deve contenere gli articoli da pubblicare sul vostro blog seguendo una strategia predefinita" (Baldon V, 2017). La redazione di un piano editoriale e lo sviluppo degli stessi contenuti, richiedono un’ottima conoscenza degli obiettivi che si vogliono perseguire. Prima di sviluppare un piano strategico e quindi un relativo calendario editoriale è bene saper rispondere alle seguenti domande:
• Cosa si vuole vendere?
Shuffle me vuole vendere un servizio;
• Quali sono i punti di forza e quali quelli di debolezza?
Punti di forza sono per gli utenti la possibilità di poter avere
un'app dedicata, per i negozi l'opportunità di avere un maggiore
afflusso di persone nel punto vendita mentre per i brands quella di
svuotare il magazzino dai prodotti di giacenza.
Punto di debolezza potrebbe essere la carenza in certi momenti
di contenuti quali le richieste di consigli. È opportuno quindi
stimolare costantemente gli utenti a condividere post e contenuti;
• Chi sono i competitors?
Per la risposta approfondita a questa si rimanda a pagina 35;
• Qual è il valore aggiunto?
La Unique Selling Proposition (USP) è sicuramente la possibilità
per gli utenti di dare e ricevere consigli specifici, gratuiti, illimitati e
personalizzati sull'abbigliamento, mentre ci si diverte e si guadagna;
• Quali sono i valori dell’azienda?
Valori del brand, come indicato a pagina 71 sono la condivisione,
il divertimento e l’intrattenimento, l'esplorazione e la personalizzazione,
che risponde a esigenze individuali e specifiche.
8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
Guerrilla marketing
Adesivi nei camerini Come chiave di marketing è stato creato un adesivo da attaccare sugli specchi dei camerini dei negozi con un QR code che rimanda alla pagina Facebook di Shuffle me. Una volta lanciata l’applicazione, il codice sarà sostituito con un altro che rimanda al Play o all’App Store (Figura 18.a). Questo tipo di Guerrilla marketing (tecnica di comunicazione non convenzionale) serve per colpire l'immaginario e stimolare la curiosità degli utenti, proprio nel momento di maggiore indecisione rispetto a un capo che stanno provando. Buona parte delle persone intervistate (circa il 36%) hanno infatti dichiarato che quando condividono foto di abbigliamento con altre persone, si trovano in negozio.
Figura 18
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8. DIGITAL STRATEGY E TOUCH POINT
La campagna è una multisoggetto che comprende adesivi con tre frasi ironiche diverse: “Se non ti fidi di lei chiedi alla community”, “Secondo noi ti sta meglio l’altro” e l’ultima ”C’è la fila.. Fai prima a chiedere a noi”. L’adesivo si presenta color crema, uno dei colori secondari del brand. Il logo è riportato insieme al logotipo nella parte superiore. Sotto a questo si trovano il QR code e la frase di riferimento color arancio (Figura 18).
Figura 18.a
Supporti Sulle vetrine dei negozi aderenti alle Challenge, verrà attaccato un adesivo che indica non solo che il negozio collabora con il brand Suffle me, ma anche per dare un’indicazione visiva a chi partecipa che entrano nel negozio giusto. Si tratta di un adesivo come quello che fanno mettere brand come Trip Advisor o Just Eat sulla vetrina d’ingresso del negozio.
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PREFAZIONE
PREFAZIONE
9. APPENDICI
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APPENDICI
Bibliografia
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Progetto di tesi realizzato nell'A.A. 2017/18