RASSEGNA STAMPA DEL 25 APRILE 2019

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Corriere del Veneto Giovedì 25 Aprile 2019

TV

Treviso

NUMERI UTILI Comune Provincia Prefettura

treviso@corriereveneto.it

04226581 04226565 0422592411

Questura PoliziaStradale PoliziaMunicipale GuardiaMedica

0422248111 0422299611 0422658340 0422405100

OspedaleCa’Foncello OspedaleSanCamillo Provveditorato Emergenzainfanzia

04223221 04224281 042242971 114

Taxi

0422431515

Musei, pochi visitatori per Pasqua Nelle biglietterie arriva il Prosecco Colonna Preti: «Faremo eventi e i bookshop diventeranno vetrine della Marca»

La vicenda

● L’assessore Lavinia Colonna Preti (in foto) sta aspettando l’arrivo del nuovo manager dei musei dopo il forfait della vincitrice del concorso. Nel frattempo traccia la strada per la nuova visione dei musei che dovranno macinare presenze anche attraverso eventi studiati ad hoc per i turisti e anche per tutti i trevigiani

Quando arriverà la manager dei musei, uno dei primi obiettivi sarà il rilancio delle sedi e la valorizzazione del patrimonio cittadino: se nel week end pasquale Bailo e Santa Caterina hanno avuto 134 visitatori, non può essere questo il trend di una città che vuole vivere di turismo e cultura. Treviso riparte quindi dalla sua storia, dai custodi dei tesori, ma in chiave contemporanea. «Vogliamo riqualificare le zone comuni dei musei – spiega l’assessore Lavinia Colonna Preti – in particolare a Santa Caterina. Con Civita Tre Venezie, che organizza in autunno la prima grande mostra in collaborazione con il Kunsthistorishes Museum di Vienna, e con i lavori pubblici del Comune, stiamo ragionando su una revisione della biglietteria e la realizzazione di un vero bookshop, nel quale non si troveranno solamente i cataloghi e i gadget degli eventi, ma che diventerà una vetrina del territorio dando visibilità ai prodotti di eccellenza. Penso ad esempio a bottiglie di Prosecco con delle etichette particolari, omaggi a Treviso e alla Marca».

TREVISO

Il museo, secondo Colonna Preti, deve diventare «un centro di cultura trevigiana a tutto tondo», non solo un centro d’arte, aprendosi anche a una vocazione commerciale. Il progetto è già sul tavolo. Il bookshop, tradizionalmente legato alle opere esposte, diventerà una sala di promozione della Marca, attrattivo per i turisti e non solo. È la nuova visione dei musei, e in quest’ottica sarà fondamentale il contributo del futuro Bailo, i cui lavori dovrebbero essere completati entro il 2021: le grandi mostre diventeranno due ogni anno, fra loro collegate. Il Bailo stesso prevederà, al suo interno, un punto di aggregazione: un bar che inneschi un circuito di presenze in numeri maggiori. I musei devono macinare presenze e staccare biglietti: cinquanta visitatori al giorno in un week end festivo non sono sufficienti, devono almeno raddoppiare perché si possa parlare di Treviso come di una meta turistica e culturale. Il processo verso il biglietto unico per le sedi culturali cittadine, coinvolgendo le fondazioni e la Diocesi, è avviato ma va concretizzato. «È uno

degli obiettivi di questo mandato» sottolinea l’assessore. E nel giro di pochi mesi sarà on line anche il nuovo sito dei musei, sul quale reperire più velocemente le informazioni

Il dirigente

Ambiente, il sindaco nomina Bonaventura TREVISO Il sindaco di Treviso ha nominato

il nuovo dirigente del settore ambiente e sportello unico: si tratta dell’architetto Roberto Bonaventura, 50 anni, già dirigente del Comune di Montebelluna nel settore Governo e gestione del territorio. L’incarico è a tempo determinato fino al 30 aprile 2022 e collaborerà con i settori Urbanistica e Ambiente. Anche questa figura rientra nella riorganizzazione che Ca’ Sugana ha voluto dare ai referati e agli uffici comunali, unendo gli ambiti per competenze: una scelta quasi obbligata considerati i quattro dirigenti già usciti da Treviso (cultura, ambiente, polizia locale e segretario generale per pensionamenti o mobilità) a cui si dovrebbero aggiungere a breve il settore musei e biblioteche e il personale. (s.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

necessarie alle visite, per accedere agli spazi, che identifichi con chiarezza orari e opere presenti. Il tutto comincerà a prendere forma quando il Comune nominerà l’alta professionalità per i musei civici: le due candidate hanno già incontrato sindaco e assessore, a giorni sarà comunicata la scelta. Una porzione di Santa Caterina è già stata adeguata. In dialogo con la Sovrintendenza ai beni storici e architettonici del Veneto è stato elaborato un progetto di revisione dell’auditorium, dove si trovano anche il grande organo e la zona per conferenze e presentazioni. «Era necessario mettere in sicurezza il ciclo di affreschi delle Storie di Sant’Orsola – chiude Colonna Preti -. Abbiamo studiato quindi un sistema di quinte mobili, già visibile all’interno della sala dell’ex chiesa sconsacrata, per creare spazi diversi e mantenere separata l’area che ospita le opere e quella destinata agli uditori». Per tutelare i capolavori di Tomaso da Modena, mantenendo l’auditorium a disposizione del pubblico. Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA

Oggi la gara

Trail delle Due Rocche la carica dei cinquemila CORNUDA Quasi cinquemila iscritti tra le star

della corsa in montagna e gli appassionati di trekking. Si corre oggi la Due Rocche su cinque diversi percorsi: i trail da 48 e 21 chilometri, le prove per tutti da 12 e 6 chilometri e il nordic walking da 14. La regina del Monte Bianco Francesca Canepa, che ieri ha raccontato a tutti la propria storica vittoria all’Utmb prima della presentazione del team Scarpa, guida il gruppo azzurro assieme all’iridata Silvia Rampazzo. Tra i tanti ospiti d’eccezione ci sarà anche l’ex ginnasta Igor Cassina, oro olimpico nella sbarra ad Atene 2004, al via nell’evento più partecipato del podismo trevigiano, manifestazione storica nata nel 1972: dal 2006 ad oggi hanno partecipato oltre cinquantamila atleti. E oggi, cielo permettendo, sarà una festa. (ma.pi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

I festeggiamenti

La Regina del Monte Bianco Tra i partecipanti alle Due Rocche anche le campionesse Francesca Canepa (in foto) e Silvia Rampazzo

Conte in piazza con l’Anpi per il 25 aprile Mattarella a Vittorio Veneto, il sindaco sceglie di restare nel capoluogo

TREVISO La Marca è il centro dell’Italia in questo 25 aprile: diversi sindaci parteciperanno oggi alle celebrazioni che si tengono a Vittorio Veneto, omaggiate della presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Massicce le misure di sicurezza e antiterrorismo previste in città: ieri si è tenuta l’ultima riunione tecnica davanti al municipio, con forze dell’ordine e istituzioni. Il Presidente arriverà alle 11 per la cerimonia in piazza del Popolo, accompagnato dal sindaco Roberto Tonon e dal presidente della Regione Luca Zaia; seguirà alle 11.30 la

La Liberazione Questa mattina le celebrazioni inizieranno alle 8.45 con la deposizione di una corona a Canizzano

commemorazione solenne, con i discorsi ufficiali, al Teatro Da Ponte. Tra i molti sindaci presenti non ci sarà il primo cittadino leghista di Treviso Mario Conte, che ha deci-

so di festeggiare il 25 aprile nel capoluogo. In occasione del 74esimo anniversario della Liberazione, gli appuntamenti inizieranno alle 8.45 con la deposizione di una co-

rona in memoria dei caduti a Canizzano e alle 10.30 al cimitero maggiore di San Lazzaro. La commemorazione in piazza Indipendenza inizia alle 11.30 con la deposizione delle corone alle lapidi dei partigiani e internati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale; alle 11.45 uno studente leggerà la motivazione della Medaglia d’Oro al Valore Militare alla Città di Treviso e l’Anpi terrà il discorso ufficiale. La cerimonia è prevista interamente all’aperto quest’anno, nonostante il maltempo. Ieri mattina in stazione una delegazione della Cgil di Treviso ha

deposto una corona commemorativa ai piedi della targa ai ferrovieri caduti durante la Resistenza: «A quegli uomini vanno la mia gratitudine e ammirazione – ha detto la segretaria della Filt Cgil Samantha Gallo -, si sono battuti per il riscatto e per la rinascita dell’Italia, per riscattare l’onore della Patria in nome della libertà. Il 25 aprile è la festa di un popolo che si identifica nei valori del Risorgimento e della Resistenza, riconoscendo le radici antifasciste della Repubblica». S.Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Notizie in breve

Casapound va in Europa «per uscirne» Entrare in Europa per uscirne e tornare alla moneta nazionale. «Italexit» è la parola d’ordine per Casapound, il movimento sovranista, orientato all’estrema destra politica, che ieri ha presentato la candidata trevigiana al Parlamento di Bruxelles: è Elisabetta Uccello, già potenziale candidato sindaco alle Comunali di Treviso nel 2018 (ma Casapound non raccolse le firme necessarie a presentare la lista). Assieme a lei c’erano il coordinatore regionale Carlo Cardona e il candidato veronese Roberto Bussinello: «Il Veneto ha cinque candidati in lista. Siamo pronti a dialogare con tutti i partiti che vorranno ripristinare la sovranità degli Stati e l’auto-determinazione dei popoli». (s.ma.)

Monstier, l’antica Rogazione contro i mali moderni Parte oggi alle 8.30 da Villa delle Magnolie, a Monastier, la Rogazione Maggiore: per il terzo anno, la parrocchia ripristina l’antica tradizione della processione devozionale. Sarà un momento di preghiera contro i mali moderni, dalle malattie alle crisi occupazionali e produttive, dalle guerre all’incuria e al degrado del pianeta, temi di cui si è fatta portavoce anche la giovane attivista Greta Thunberg. La Rogazione ricorderà le vittime degli attentati terroristici in Sri Lanka della domenica di Pasqua. «Quest’anno in particolare – spiega monsignor Luigi Dal Bello, parroco di Monastier vogliamo ricordare e pregare per i cristiani perseguitati».Ogni pellegrino riceverà una croce realizzata con tranci di vite annodati. (s.ma.)

Ponte della Priula riaprirà i primi giorni di giugno Riaprirà alla circolazione nei primi giorni di giugno il ponte fra Susegana e Nervesa della Battaglia: il nuovo Ponte della Priula, oggetto di un intervento di messa in sicurezza delle arcate e delle pile del valore di 9,3 milioni di euro, avrà anche una pista ciclopedonale per senso di marcia. Il ponte storico è stato chiuso per consentire i lavori il 30 maggio 2018 dopo la realizzazione di un percorso alternativo e a conclusione del complesso restauro tornerà come prima e con i medesimi parapetti, ma adeguato al pesante traffico che lo attraversa, con un’anima in acciaio. Subito dopo sarà smontato il Bailey. (s.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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TREVISO

Giovedì 25 Aprile 2019 Corriere del Veneto

Ospedali, la Regione rivede i tagli Ma i comitati: «È solo elemosina»

IN BREVE PER UN PASSEGGINO

Litiga con il vicino e finisce a processo

PAESE Un passeggino lasciato

Montebelluna e Castelfranco, ripristinati 20 posti. Il Pd: «La Lega tradisce le città» I posti letto in più concessi dalla Regione per gli ospedali di Castelfranco e Montebelluna e la loro trasformazione nel cosiddetto «spoke a due gambe» (ossia un ospedale unico su due strutture) non placano le polemiche. «È un’elemosina per il territorio», tuona Alberto Genesin del comitato «Difendiamo il nostro ospedale» che non ha alcuna intenzione di ritirare la grande manifestazione prevista per il 5 maggio in Piazza Giorgione a Castelfranco. Di tutt’altro avviso invece sono i due primi cittadini, Stefano Marcon di Castelfranco Veneto e Marzio Favero di Montebelluna, che hanno mediato con la Regione il miglioramento delle schede ospedaliere. «La Regione ha accolto il principio secondo il quale la chirurgia generale è necessaria al San Giacomo», dice Marcon. «L’ospedale unico è una cosa positiva», aggiunge Favero. La battaglia dei comitati della Castellana e del Montebellunese però continua ad infiammare gli animi. Anche se martedì, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, presentando alla Quinta commissione la bozza contenente gli emendamenti alle schede ospedaliere 2019-2023 dopo l’audizione dei sindaci delle due città, ha rassicurato i due Comuni che per l’ospedale di Castelfranco sono stati recuperati i quindici posti letto di chirurgia generale colle-

CASTELFRANCO VENETO

gati a quello di Montebelluna e i cinque di chirurgia vascolare gestiti da Treviso, le proteste non si placano. Il nuovo modello su due strutture (unite, tra l’altro, da una navetta) dai comitati nella città di Giorgione viene letto come una storica «umiliazione». Il comitato anche ieri ha ribadito i numeri: nel 2013 l’ospedale aveva 300 posti let-

to, poi ridotti a 186 nel 2017 e a 169 quest’anno; in compenso però allo Iov sono stati attribuiti 165 posti. Dunque, una riduzione di 131 posti letto, compensata dalle nuove attribuzioni allo Iov. «I tagli drastici ai posti letto rimangono – dicono dal comitato - i reparti cancellati ci sono ancora, quelli trasferiti senza motivo allo Iov sono gli stessi di

Forza il blocco dei carabinieri e ne ferisce due CASTELFRANCO VENETO Ha forzato un

posto di blocco, è fuggito a folle velocità sbattendo contro le auto parcheggiate e ha speronato una delle gazzelle dei carabinieri che lo stavano inseguendo, ferendo due militari. Tutto perché Maichel Orlando, 42enne giostraio di Istrana con vari precedenti e noto alle cronache come «lo stalker delle avvocatesse», si era messo al volante senza patente. Poco dopo le 15 di ieri il 42enne, a bordo di una Peugeot, è stato intercettato mentre procedeva da Vedelago verso Istrana con il portellone dell’auto aperto per non far vedere la targa. I carabinieri hanno intimato l’Alt e per tutta risposta l’uomo ha accelerato. È iniziato così un inseguimento al fulmicotone, con Orlando che, dopo aver cambiato senso si marcia, ha raggiunto il centro di Fossalunga.

Durate la corsa Orlando ha più volte rischiato di scontrarsi con altre auto e fatto saltare gli specchietti di quelle parcheggiate. La sua fuga è continuata dentro un reticolo di viuzze a Ospedaletto di Istrana da dove si è lanciato sulla Castellana verso Castelfranco Veneto. L’epilogo alla rotonda nei pressi del McDonald’s, dove ad attenderlo c’era una gazzella messa di traverso sulla strada. Orlando è stato imbottigliato, inseguito da altre tre pattuglie e con l’ostacolo davanti. Ha provato comunque a passare, speronando la gazzella e ferendo, fortunatamente in modo lieve, due militari. Ma la sua corsa è finita con le manette. E’ stato arrestato per resistenza e dovrà rispondere anche dei vari reati commessi nella fuga. Milvana Citter © RIPRODUZIONE RISERVATA

prima, i servizi risultano gravemente ridimensionati e i 15 posti letto per le Chirurgie non soddisfano in alcun modo le esigenze di un Pronto soccorso da 40 mila accessi annui. Se davvero si vuole salvare l’ospedale, si ripristinino i 300 posti letto e si restituiscano i reparti di Chirurgia generale, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Maxillo Facciale, Ortopedia e Traumatologia, Anestesia e Rianimazione, Radiologia, Gastroenterologia, Ematologia, Urologia, Lungodegenza e la parte di Terapia intensiva sottratta». Inevitabilmente, aumenta l’attenzione attorno alla manifestazione convocata per il prossimo 5 maggio, alle ore 16, in Piazza Giorgione in cui sono attese centinaia di persone. Tra i presenti ci saranno di sicuro gli esponenti delle opposizioni. Teresa Spaliviero, segreteria del Pd a Castelfranco Veneto, ieri ha puntato di nuovo il dito contro il Carroccio: «L’abbiamo già detto chiaramente: la risoluzione approvata l’11 aprile dal consiglio comunale contiene sei richieste tutte irrinunciabili dice - Il cambio di etichetta e due piccole sezioni di posti letto amministrate l’una da Montebelluna e l’altra da Treviso non danno nessuna garanzia che il nostro ospedale torni ad essere efficiente e salutare. Così la Lega tradisce la città». Mauro Pigozzo © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vicenda ● Rispetto alle schede ospedaliere iniziali la Regione ha ripristinato 15 posti letto per la Chirurgia di Castelfranco e cinque di chirurgia vascolare gestiti da Treviso ● Il nuovo «spoke a due gambe» composto dalle due strutture ospiterà anche lo Iov che garantisce nuovi posti letto e alte specializzazioni ● I comitati però continuano a dare battaglia perché nel 2013 il solo ospedale di Castelfranco aveva 300 posti letto mentre oggi ne avrà circa 170 e temono che lo Iov non compenserà la perdita

nell’androne del palazzo e «sequestrato» da uno dei condomini. Sarebbe questa la causa di una lite furibonda che ha fatto finire alla sbarra un 47enne albanese accusato di violazione di domicilio, danneggiamento e minacce. L’uomo, proprietario del passeggino, ha perso le staffe quando ha saputo che uno dei condomini lo aveva preso e sistemato nel proprio garage chiuso a chiave. Si è presentato a casa sua urlando e quando l’uomo ha aperto la porta, il 48enne l’avrebbe minacciato, strattonato e preso per il collo. Per questo il vicino lo ha denunciato facendolo finire a processo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPARITA PER UNA SETTIMANA

Anziana va al cimitero e scompare. Ritrovata VITTORIO VENETO È stata

ritrovata a Romans d’Isonzo (Gorizia), Adriana Coan, la 79enne di Vittorio Veneto scomparsa una settimana fa. La donna era a bordo della sua Renault Clio ed è stata rintracciata dai carabinieri. Era in stato confusionale ma in discrete condizioni di salute. La donna era scomparsa il 18 aprile quando era uscita di casa per recarsi, come faceva quasi ogni giorno, sulla tomba della figlia morta da tempo, nel cimitero di San Giacomo. Lo stesso giorno era stata vista a Susegana ma da allora nessuno aveva avuto più sue notizie. Il telefonino è sempre rimasto spento in tutti questi giorni. (m.cit.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 25 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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La sfida del federalismo

Scuola alle Regioni lo stop di Conte Precari e contratto spunta l’accordo Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals sospendono la protesta del 17 maggio «I concorsi per assumere il personale solo su base nazionale» Albino Salmaso ROMA. La maratona a Palazzo

Chigi è finita alle 6,20 del mattino e il braccio di ferro con la Lega l’ha vinto il premier Giuseppe Conte, che ha bloccato ogni ipotesi di trasferimento del personale della scuola a Veneto e Lombardia. Se mai l’autonomia verrà approvata dal governo gialloverde, non ci sarà nessun salto nel vuoto con le doppie graduatorie per gli insegnanti e i presidi che passano dal Miur di Roma alle dipendenze di Venezia e Milano. Al punto 4 dell’intesa siglata all’alba, c’è scritto che il governo si impegna a «salvaguardare l’identità culturale con un reclutamento uniforme e lo status giuridico di tutto il personale regolato dal contratto nazionale di lavoro, con la tutela dell’ unitarietà degli ordinamenti statali e dei curricoli». Insomma, il Miur non cede alcuna competenza. Zaia e Fontana si devono rassegnare: o stralciano dalle loro bozze le cinque pagine degli articoli 10 e 11, o l’autonomia rischia di restare per sempre chiusa nel cassetto del profes-

sor Conte. I 67 mila dipendenti della scuola trasferiti dal Miur al Veneto avrebbero comportano un assegno di 2,5 miliardi l’anno per le casse di Palazzo Balbi che mai vedrà questi soldi: in riva al Canal Grande si dovranno accontentare delle briciole e della norma generale sulla compartecipazione al gettito fiscale incassato direttamente dalla Regione. L’altra ipote-

I Cobas: «Non c’è nulla di concreto, lo sciopero resta confermato» si è invece che dopo le europee del 26 maggio Di Maio e Salvini aprano la crisi con nuove elezioni a ottobre. La probabile vittoria della Lega può far tornare in auge i progetti di Zaia e Fontana che vogliono estendere il modello Trento e Bolzano nelle loro scuole. Ma con il M5S a Palazzo Chigi non se ne parla, la strada è sbarrata, dicono i grillini. Cos’è successo nella notte? La svolta riguarda i precari

e si stabilisce la priorità assoluta per assumere chi è in servizio da 36 mesi, mentre gli stipendi dovranno recuperare gli standard europei, anche se di cifre non si parla. Tanto basta per convincere Cgil Cisl Uil, Gilda e Snals a cantare vittoria e “sospendere lo sciopero del 17 maggio” con squilli di giubilo del presidente del consiglio e del sottosegretario Salvatore Giuliano che ascrive al M5S la vittoria. «L’intesa è un passo importante di quella che abbiamo chiamato fase 2 del governo, incentrata sulla scuola, l'università, il turismo, l'agroalimentare», spiega Conte. Le elezioni sono alle porte, il governo litiga su tutto e Matteo Salvini oscura il premier con una dichiarazione categorica: «Sono molto soddisfatto per l’accordo con i sindacati della scuola: arrivano le assunzioni per i precari storici e bene la firma alla proposta della Lega sul reclutamento degli insegnanti. Successo di tutti la revoca dello sciopero del 17 maggio». Più prudente il ministro Marco Bussetti che, incassata la sconfitta e sorseggiato un

Una recente protesta degli studenti a Mestre: il 17 maggio niente sciopero nelle scuole

caffé, poche ore dopo a un “Giorno da pecora” ha invitato i professori a non caricare di compiti gli alunni durante le vacanze. «Sto bene, anche se ho avuto una notte molto lunga. La soddisfazione premia anche la stanchezza. Le richieste dei sindacati erano corrette, per troppo tempo la scuola è stata trascurata e le gratificazioni economiche sono giuste. Non posso parlare oggi di quanto saranno gli aumenti: tutto si deve vedere all'interno della legge di bilancio 2020». Tanta sincerità convince Piero Bernocchi, leader dei Cobas, a gridare al tradimento. «Si tratta di un pacchetto di “fuffa” propinato dal presidente del consiglio Conte senza cifre né impegni concreti. I 5 sindacati convocati hanno sbagliato a sospendere lo sciopero, che i Cobas invece confermano per il 17 maggio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

la proposta della confartigianato

Terza età: esercito di 1,4 milioni «Patto tra comuni per il welfare» VENEZIA. Le tendenze demografiche sono chiare: tra 10 anni ci saranno in Veneto 1,4 milioni di ultrasessantacinquenni. A chiedersi come prepararsi alle sfide del futuro sono gli artigiani, con un opuscolo che regaleranno ai sindaci veneti. «Dobbiamo superare la frammentazione decisionale, è questa la chiave di volta - afferma Agostino Bonomo, presidente Confartigianato - ripartendo dalle comunità per una crescita sostenibile. Denatalità e ambiente richiedono una stagione di collaborazione tra i comuni su 4 linee: un coordinamento riprendendo il ruolo delle Province; aggregare i servizi complessi ai cittadini per attrarre giovani e fami-

i cinque punti dell’intesa

Supplenti e a termine scattano le assunzioni ROMA. Sono 5 i punti dell’intesa sulla scuola, che verranno affrontati con altrettanti tavoli tematici di settore. Sul fronte del rinnovo del contratto dei dipendenti, il governo si è impegnato a reperire maggiori finanziamenti per recuperare la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni e avvicinarle il più possibile ai livelli europei, dove un docente tedesco guadagna circa il doppio di un collega italiano. Lotta al precariato. Buone notizie per i precari storici con anni di supplenza alle spalle, con o senza abilitazione. Con oltre 136mila

nieri. Oggi la popolazione è stabile. Nel 2030 ci saranno circa 1milione di abitanti nella fascia di età 65-79 anni, 440mila gli ultra 80enni, mentre 2,9 milioni saranno i veneti tra 15 e 64 anni. «In Veneto si è registrata una crescita esplosiva dagli anni ’70 ad oggi, in 40 anni un boom di 700mila nuovi veneti – spiega Sergio Maset, sociologo (fondatore Idea), che ha curato la pubblicazione. Esclusa la montagna, tutte le zone sono cre-

Agostino Bonomo: ci vuole maggiore coordinamento tra i sindaci del Veneto

glie e aiutare gli anziani; lavorare sulla macchina amministrativa grazie al digitale per diminuire i costi e sburocratizzare il regime autorizzativo. Infine partenariati

territoriali che intercettino fonti di finanziamento europeo». Negli ultimi sette anni, la metà dei comuni veneti ha visto la popolazione calare, con i giovani che si spostano

verso i grandi centri, mentre nelle piccole realtà rimangono gli anziani. Anche l’immigrazione veneta è cambiata: fino agli anni 90 era nazionale, poi a crescere sono gli stra-

sciute». Dal 1871 al 2018 la popolazione veneta è passata da 2,2 a 4,9 milioni, 4 milioni dei quali abita lungo la fascia centrale. I lavoratori sono 1,4 milioni. «Come associazione dei comuni spingiamo ad aggregare i servizi e fare fusioni, anche se la leg-

supplenti e la prospettiva di raggiungere a settembre quota 150 mila, la situazione del precariato sta diventando insostenibile. Chi ha già maturato almeno 36 mesi di supplenza nella scuola statale potrà accedere a un concorso semplificato con la conseguente immissione in ruolo per chi ha già l’abilitazione. Poi c’è un percorso abilitante e selettivo, con assunzione semplificata, per chi non avendo nessuna abilitazione ha già effettuato almeno tre anni di supplenza. Più fondi anche all’Università. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ge Del Rio ha inserito rigidità – commenta Maria Rosa Pavanello, presidente Anci Veneto. Dobbiamo lavorare insieme per creare condivisione dal basso, serve investire in una comunicazione che coinvolga le comunità per affrontare i problemi dell’invecchiamento». Per i piccoli comuni occorre avviare processi di innovazione e inclusione sociale (servizi, trasporto pubblico, banda larga e turismo) e innovazione ambientale (qualità dell’aria, risparmio energetico, riqualificazione edilizia e mobilità); salvaguardia dell’ambiente (riqualificazione insediativa e governo dei flussi di traffico); l’obbiettivo dell’inclusione sociale (mobilità delle persone, digitale e welfare). « A invecchiare è anche il nostro sistema artigianale – spiega Vendemiano Sartor, presidente Confartigianato Marca Trevigiana – non c’è crisi, ma i giovani scelgono altre professioni». — Nicola Brillo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Primo Piano

Giovedì 25 Aprile 2019 www.gazzettino.it

25 Aprile tra cerimonie e polemiche

Brugnaro si schiera con “Bella Ciao”: «Qui nessun divieto» Il sindaco di Venezia: «Io sarò alla Festa, `«Litigare non fa onore ai milioni di morti» conosco tutte le canzoni e posso cantarle» Ma a Marcon c’è chi vuole fare “resistenza” `

IL SINDACO MESTRE «Il 25 aprile ci sono sempre stato, ci sono quest’anno e ci sarò in futuro». Un’uscita, quella del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che suona come una presa di posizione rispetto alla linea confusa, sulla Festa della Liberazione, di molti altri sindaci e amministratori della città metropolitana, dopo mesi di polemiche sul canto Bella ciao, tra tradizioni abbandonate, canzoni vietate e celebrazioni disertate.

A CARPENEDO L’occasione è l’inaugurazione del monumento ai Caduti di Carpenedo. Un’anticipazione delle celebrazioni di oggi e l’occasione per scoprire che dal Comune di Venezia non sono partiti diktat sulle scalette delle manifestazioni che si svolgeranno in tutta la città. «Il 25 aprile è una festa di tutti, litigare non fa onore ai milioni di persone morte per la nostra libertà spiega Brugnaro -. Dipende dallo spirito con cui viene vissuta questa festa: io voglio esserci perché so che la Liberazione è qualcosa che riguarda tutti noi e non voglio che rimanga memoria solo di qualcuno». E nessun tentennamento nemmeno su “Bella ciao”, canto invece non gradito agli amministratori della Lega: «Qui la suoneranno? Non lo so, perché non conosco le scalette delle celebrazioni di Venezia e Mestre a cui par-

teciperò. Ma io non ho problemi, le conosco tutte e posso cantarle». Di sicuro a differenza di altri comuni della provincia la scaletta nel capoluogo non sembra prevedere paletti. Lo conferma la banda di Tessera, che ieri ha suonato altro davanti al monumento di Carpenedo ma oggi ha in programma “Bella ciao” nella celebrazione di Favaro.

«SIMBOLO DI TUTTI» «Bella ciao è la canzone partigiana meno politicizzata - aggiunge Brugnaro -, un simbolo di tutti che non può e non deve diventare l’inno di pochi, di qualche partito. È così che la sento, una canzone che unisce, il simbolo del coraggio e la forza di persone che hanno lottato

e che magari sono morte. E se qualcun altro ha problemi e ci vede un attacco personale, dovete chiedere a loro». Il dibattito tiene banco da un anno, invece, tra Marcon, Quarto e Meolo che per tradizione (in ricordo delle battaglie storiche condivise) celebravano assieme la Festa della liberazione. Fino al 25 aprile dello scorso anno quando, durante la manifestazione che nel 2018 capitava nel comune di Quarto, gli alunni delle scuole medie altinati avevano intonato “Bella ciao”, cogliendo di sorpresa gli amministratori del centrodestra, i sindaci Grosso di Quarto e Matteo Romanello di Marcon e il vicepresidente della Regione Gian-

A MARCON

il leone alato di San Marco. Per scattare la foto, Fabris aveva tolto dallo zaino un gonfalone di Venezia e lo aveva teso quando era stato aggredito da persone del posto che gli avevano intimato di cancellare le foto con il gonfalone marciano di fronte al forte, altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Fabris, fingendo di eliminare gli scatti, è riuscito a far rientrare la situazione prima che degenerasse. (n.mun.)

E se Grosso ha precisato che non mette paletti e che ognuno, al termine della celebrazione, potrà cantare in libertà, e Forcolin si è preso qualche giorno con la famiglia e non parteciperà alla manifestazione, il clima rischia di essere più teso a Marcon dove c’è chi promette di fare “resistenza”. Sarà invece in prima linea, accanto all’Anpi, Luigi Brugnaro, che già un paio di anni fa era stato al centro dell’attenzione in occasione di un 25 aprile: dapprima contestato per aver parlato di “guerra civile” era stato poco dopo applaudito per aver difeso i valori della Resistenza e per aver cantato con convinzione “Bella ciao” e l’inno d’Italia insieme ai partigiani. Melody Fusaro

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La disavventura a Creta

Aggrediti per la foto col gonfalone VENEZIA Due avvocati veneziani, Michele Maturi e Giovanni Fabris, senatore della Lega Nord tra il 1994 e il 1996, sono stati aggrediti a Creta per aver fatto una fotografia con il vessillo di San Marco di fronte ad un forte nella capitale dell’isola, nella città di Eracleio. I due avvocati veneziani erano appena usciti dal forte antico della città (dominazione della Serenissima) quando avevano deciso di farsi una foto sotto la porta d’ingresso del mastio che presentava un bassorilevo con

luca Forcolin. Ed era scoppiato il caso, tra chi li aveva accusati di non essere rimasti ad ascoltare e la forte presa di posizione di Romanello che, offeso dal canto (vissuto quasi come un tradimento della gestione altinate), nei mesi successivi con una lettera aveva messo fine alla tradizione della celebrazione condivisa tra Comuni. Quest’anno, quindi, ogni Comune celebra da solo mentre le associazioni partigiane (e a Quarto anche il gruppo “Bella ciao” nato proprio sulla scia della polemica dei sindaci) chiamano a raccolta più persone possibili con l’obiettivo di cantare a squarciagola la canzone poco gradita.

Ma i leghisti tirano dritto: «E’ diventata un simbolo di parte, non la cantiamo» IL NO DEL CARROCCIO MARCON «Alle cerimonie per la festa del 25 aprile noi ci saremo, ma non gradiamo che si canti Bella ciao». È questo in sostanza quanto afferma in una nota il segretario provinciale della Lega del Veneto orientale, Luca Tollon. Il segretario leghista non fa specifici riferimenti, ma è lecito pensare che quanto dice si riferisca soprattutto a ciò che è accaduto l’anno scorso a Quarto d’Altino nel corso della cerimonia mandamentale tra i Comuni di Quarto, di Meolo e Marcon. Quando, sul finire della manifestazione, gli studenti delle scuole altinati intonarono il canto popolare idealmente associato al movimento partigiano, il sindaco di Quarto, Claudio Grosso, quello di Marcon, Matteo Romanello e il vicepresidente regionale Gianluca Forcolin, si allontanarono. Una decisione che diede luogo ad una infinità di polemiche, al punto che quest’anno ognuno dei Co-

IL SEGRETARIO DEL VENETO ORIENTALE LUCA TOLLON: «PERO’ SAREMO PRESENTI ALLE CELEBRAZIONI DI UNA DATA STORICA»

muni organizza la festa per conto proprio. «È giusto essere presenti alle manifestazioni del 25 aprile, una delle date per portata storica più importanti del nostro Paese», scrive Tollon invitando sindaci, amministratori e militanti della Lega a partecipare alla ricorrenza. «All’interno della Lega ci sono posizioni diverse e ognuno ha le sue sensibilità – prosegue - ma minimizzare e svilire la lotta di liberazione è sbagliato. La Resistenza fu un fenomeno complesso alla quale aderì non solo una componente comunista ma anche una cattolica, liberale, azionista e monarchica. Mentre, però, i primi combattevano per sostituire alla dittatura fascista un’altra dittatura, quella comunista i secondi lo fecero per portare la democrazia in questo paese. Per questo motivo penso sia giusto non inserire ufficialmente la canzone “Bella ciao” nei programmi delle manifestazioni, noi sicuramente non la canteremo perché questo brano nato per rappresentare tutta la Resisten-

CERIMONIA DELLA DISCORDIA Lo scorso anno a Quarto, quando fu cantata Bella Ciao. A sinistra, Luca Tollon

za è diventato a partire dal ‘68 patrimonio di molti gruppi di sinistra ed estrema sinistra». «È doveroso, quindi, esserci anche perché il fascismo rappresentò oltre che un sistema dittatoriale e totalitario, che al Nord mostrò tra l’altro durante la Repubblica sociale il suo lato più violento e sanguinario, anche l’idea di uno stato centralista che azzerò tutte le autonomie locali, sostituendo al sindaco ed al consiglio comunale un podestà di nomina governativa, mentre la Costituzione repubblicana - conclude - nata dalla lotta di liberazione, istituì le regioni quali enti autonomi con poteri legislativi e con un’impostazione autenticamente federalista, anche se questa, per molti aspetti, rimane solo sulla carta». Mauro De Lazzari © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IERI A CARPENEDO Luigi Brugnaro al monumento ai Caduti

La cerimonia

Oggi a Palazzo Ducale la consegna dei premi alle eccellenze veneziane IL RICONOSCIMENTO VENEZIA Oggi a Palazzo Ducale si terrà dalle 17 la consegna dei premi alle eccellenze veneziane metropolitane, in occasione della Terza edizione del Premio Festa di San Marco. Tra i premiati ci sarà anche l’azienda agricola “Sapori di Sant’Erasmo”, segnalato da Coldiretti Venezia, condotta dai fratelli Carlo e Claudio Finotello, una realtà che ha saputo negli anni portare avanti la tradizione di famiglia con orgoglio e passione. Non sono gli unici custodi degli Orti della Laguna di Venezia ma sicuramente tra i pochi giovani che non si sono mai scoraggiati di fronte alle difficoltà che comporta condurre un’attività in un’isola, anzi, hanno saputo compiere scelte innovative facendo emergere i pregi di vivere in un posto unico quale è la laguna di Venezia, Sant’Erasmo, fin dai tempi della Serenissima considerata orto di Venezia. L’attenzione dei fratelli Carlo e Claudio è rivolta alla loro azienda orticola che dagli anni Novanta conducono praticando la lotta integrata garantendo un prodotto di alta qualità.

Hanno inserito dal 2007 con un tocco di lungimiranza e capacità imprenditoriale, l’opportunità per i clienti di usufruire della consegna in barca in determinati punti di Venezia venendo incontro ai cittadini. I prodotti sono sempre rigorosamente stagionali e provenienti dalla loro campagna, tra questi il carciofo violetto di Sant’Erasmo che affonda le proprie radici nella storia di Venezia e che tutt’ora mantiene viva la sua identità grazie alla costituzione del Consorzio con il marchio di riconoscimento del Carciofo Violetto di Sant’Erasmo. Carlo Finotello ne è il presidente e porta avanti questa realtà mettendo insieme i produttori delle isole veneziane tra cui Le Vignole, Mazzorbo e Lio Piccolo promuovendo il fiore all’occhiello, il carciofo violetto, frutto di un’agricoltura vera, reso speciale dalle condizioni delle isole veneziane. Il riconoscimento a Finotello e alla sua famiglia va anche per l’impegno sociale svolto in isola, ad esempio la disponibilità a gestire beni come la Torre Massimiliana. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Giovedì 25 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Le tensioni giallo-verdi

Governo,volanoinsulti Salva-Roma dimezzato E Conte “salva” Siri Dal capo M5S nuove accuse alla Lega `Il premier rinvia sul sottosegretario E Salvini replica: sciacquatevi la bocca indagato: lo vedrò al ritorno dalla Cina `

LA GIORNATA ROMA «C’è una gran bella differenza tra garantismo e, diciamola così, paraculismo». E’ metà pomeriggio quando, via Facobook, Luigi Di Maio mette da parte la grisaglia e rispolvera il turpiloquio per attaccare la Lega sul caso Siri. «Si sciacqui la bocca chi accosta la mafia alla Lega», replica a muso duro Matteo Salvini. Ormai, insomma, dopo il Cdm di fuoco dell’altra notte, tra gli alleati siamo agli insulti. Intanto però sul nodo chiave di queste ore - la sorte del sottosegretario leghista indagato - si prende tempo e, di fatto, Giuseppe Conte lo salva. Aveva detto, l’altro giorno «dopo Pasqua deciderò sulle dimissioni». Pasqua è passata e Conte rinvia ancora. Per il momento c’è solo una telefonata in cui il premier avrebbe sondato il terremo: «Fai un passo indietro oppure sarò costretto a intervenire io. Hai tutto il diritto di difenderti ma da senatore. E’ venuta meno la fiducia, occorre chiarire tutta la vicenda». E se sul Salva Roma uscito dimezzato dal Cdm non si è ancora spenta l’eco delle polemiche ma lo scontro è rinviato a quando il provvedimento arriverà in Parlamento («Salvini aveva una occasione per fare qualcosa di buono per gli italiani, ora ci penserà il Parlamento», commenta la Raggi) sul caso del sottosegre-

tario indagato per corruzione il rischio di una crisi di governo è ancora dietro l’angolo.

OCCHI NEGLI OCCHI La mossa del premier è quella di dare il via libera ad un Dpcm per revocare la nomina del sottosegretario. Una mossa che però non arriverà prima del ritorno di Conte dal suo viaggio in Cina quando avverrà l’incontro con Siri. «Lo guarderò negli occhi e valuterò il da farsi», ha spiegato il presidente del Consiglio. Sarà lui a decidere al di là dei tempi della giustizia perché «nell’ambito politico conta an-

che l’etica pubblica che impone di fare una valutazione a caldo e in alcuni casi di non attendere che la sentenza passi in giudicato». Una tesi che Salvini non ha affatto gradito. «Né io né il premier facciamo il giudice o l’avvocato», ha osservato, «io aspetto la magistratura, siamo in un paese civile dove non si è colpevoli o innocenti così, in base a un’occhiata». La reazione di Di Maio non si è fatta attendere: «Per noi se una persona viene arrestata o indagata per corruzione deve lasciare. Se non lascia, lo accompagniamo noi fuori dalla porta. Senza aspettare i

magistrati». muro contro muro, appunto. La Lega – spiega un big del Carroccio – non intende attendere il primo grado di giudizio ma non è disponibile a processare un proprio esponente «per qualche titolo di giornale». La difesa di Siri resta ma, visto che non ha più le deleghe e non rappresenta più il governo, potrebbe arrivare – argomenta un altro dirigente del partito di via Bellerio – anche un suo passo di lato. Ma solo – questo il ragionamento – sulla base di una soluzione condivisa tra Conte, Salvini e Di Maio. Per Di Maio, inve-

La strategia leghista

Il piano: autonomia speciale per il Campidoglio La Lega è al lavoro su un vero e proprio programma su Roma: «Cinque punti per far ripartire la città». Dandole quell’autonomia rivendicata dalle regioni del nord guidate da Zaia e Fontana. Ovvero Roma Capitale come Veneto e Lombardia. Con un iter che viaggerà su un unico binario. In questo modo, secondo lo stato maggiore leghista, la Capitale potrebbe accedere direttamente ai fondi Ue senza mediazioni del

governo o della Regione. «C’è già una legge ad hoc che non è mai stata applicata. Bisogna dare alla città i veri poteri di cui ha bisogno», spiega il sottosegretario al Lavoro Durigon che si sta occupando del progetto. Ecco l’Opa della Lega. Il no al Salva Roma è soprattutto un no «ad un’amministrazione incapace», per dirla con le parole del coordinatore regionale del Carroccio nel Lazio, Zicchieri. Il partito di via Bellerio sta preparando

alcuni eventi nella Capitale per la campagna elettorale. Nel mirino proprio la Raggi. Non è un caso che la prima cittadina si sia sfogata con i suoi: «Salvini mi attacca perché vuole colpire M5S. Pagherà un prezzo altissimo per il suo no. La deve smettere di usare Roma come terreno di un regolamento di conti, si dedichi a fare il ministro dell’Interno». La tensione tra il Viminale e il Campidoglio è destinata a salire. E.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN PARTENZA PER IL SUMMIT DI PECHINO

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri davanti a palazzo Chigi. Questa mattina parte per la Cina, per il summit sulla Nuova via della seta

ce, è proprio l’alleato di governo a doversi scusare per i continui affondi come sul Salva Roma. Il capo politico M5S avverte la Lega che «in Parlamento è disposto a fare asse» anche con FdI per garantire che tutti i Comuni indebitati possano beneficiare dell’aiuto «a costo zero» dello Stato. «Tutta la Lega è al lavoro per aiutare concretamente i cittadini romani che non hanno bisogno di regali, ma di una amministrazione cittadina concreta ed efficiente», l’affondo del ministro dell’Interno, con la Lega che rivendica il merito di aver svuotato il Salva Roma ma annuncia un piano per dare più poteri alla Capitale. Il responsabile del Viminale è tranchant: «Ci sono centinaia di Comuni italiani in difficoltà, da Nord a Sud, e da prima forza politica

del Paese è nostro dovere aiutarli ed ascoltarli tutti». Il clima è ancora quello della campagna elettorale. Con M5S che non molla sulla richiesta delle dimissioni di Siri: «Sembra di rivivere il film di Renzi con la Boschi”ì, ironizzano ai piani alti del Movimento. Di Maio chiede a Salvini di rinnovare la fiducia alla base del contratto di Governo «con gesti concreti e allora se la Lega non c’entra niente con le accuse che vengono mosse a Siri dimostri la propria estraneità a questi fatti presunti allontanando Siri dal governo». «La posizione M5S è legittima», la sponda di Conte che non a caso ricorda la tolleranza zero dei pentastellati sulla vicenda che ha coinvolto De Vito. Emilio Pucci

se vogliono». A conti fatti in questo caos di scontri e alleanze, Salvini ha capito che l’anello debole della filiera pentastellata è Raggi e che il Capo politico la difende spesso e volentieri d’ufficio. Ma niente di più. Nel dubbio, il resto delle truppe governative grilline stanno fuori dalle vicende romane: «Troppi guai». Salvini e Di Maio, a loro modo, ne sono più che coscienti. Simone Canettieri

CAMPIDOGLIO Il sindaco di Roma Virginia Raggi (foto LAPRESSE)

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Di Maio gela Raggi: stop liti con Matteo La stanca difesa d’ufficio del leader IL RETROSCENA ROMA Se si chiede al Campidoglio l’esegesi di questa ennesima stoccata di Luigi Di Maio a Virginia Raggi la risposta ufficiale è questa: «Luigi ha detto così solo per non distogliere l’attenzione sul caso Siri, tra noi e il Nazionale i rapporti sono ottimi». Va bene, questa va registrata. Ma tiene banco però la frase originale e in chiaro dichiarata dal leader M5S. Ovvero: «Come commento il nuovo attacco di Salvini alla Raggi? Mi ha stancato questa lite permanente tra un membro del governo e il sindaco di Roma. Si chiariscano se ne hanno bisogno, io penso a lavorare». Freddino? Certo che sì. E molto. Non è la prima volta, d’altronde. Premessa doverosa: il Comune di Roma nei sogni di Grillo e Casaleggio doveva essere la vetrina del Movimento ne è diventato il retrobottega opaco e polveroso. Problemi, baruffe e pochissime gioie da rivendersi fuori dal Lazio. E in molti big in queste ore c’è anche la consape-

volezza di aver sposato una battaglia, quella appunto sulla gestione del debito di Roma, impopolare e che poi alla fine è stata anche persa in vantaggio di Salvini. Non solo: con un tempismo pazzesco è arrivata anche la stoccata di Marcello De Vito che dal carcere ha attaccato Di Maio e ha ricordato a tutti i guai giudiziari che, con cadenza annuale, scandiscono la vita in Campidoglio. Di Maio lo sa benissimo e ha il quadro molto chiaro davanti a sé. Sa che comunque vada, salvo nuove sorprese, dovrà difendere sempre Raggi, per due motivi: @Virginia è un star sui social network con una popolarità pazzesca su Facebook e Twitter. E inoltre ormai è entrata nel mirino di Matteo Salvini che è pronto a scalare il Campidoglio. Quindi il leader M5S è quasi costretto a fare sponda. Peccato che a volte, la misura sia colma. E dunque tra pubblico e privato gli escano esternazioni del tipo: «Ma tutte le volte Roma crea questi problemi, ma com’è possibile?», questo per esempio è stato il commento con-

segnato al suo staff quando la settimana scorsa sono usciti gli audio sull’Espresso della sindaca in cui ammetteva di avere «una città fuori controllo» con i «romani che vedono la merda».

LA ROTTURA Un’irritazione che Di Maio non ha potuto trattenere, almeno con i suoi collaboratori più stretti. E che continua. In questi giorni i grillini hanno lanciato una campagna contro il settimanale per via della foto sparata in copertina, un primo piano rugoso delle grillina. Tutti i consiglieri della maggioranza sono usciti sui social all’attacco, ma dal «Nazionale» silenzio di tomba. Ecco, biso-

L’AVVERTIMENTO DI LUIGI ALLA SINDACA E LO SFOGO CON I SUOI: POSSIBILE CHE LA CAPITALE MI DIA SEMPRE PROBLEMI?

gna andare a scovare questi piccoli e impercettibili segnali per capire un rapporto di convenienza che va avanti con enorme difficoltà. Eppure nell’ultimo mese le cose sembravano andare bene. Il M5S pareva aver riscoperto la Capitale: esercito per le emergenze, piani speciali fino appunto alla norma per il debito. Una cura particolare e inedita. «Figlia delle elezioni Europee», è stato il commento abbastanza smaliziato dei grillini romani, gli stessi che da sempre, in tutte le riunioni di maggioranza, lamentano di essere soli. E abbandonati. La situazione è diventata ancora più complicata da quando c’è questo triangolo Salvini-Raggi-Di Maio. Con il primo che attacca la seconda e il terzo, Di Maio, che spesso si trova spiazzato. Anche perché «da contratto» quello deputato a litigare con il leader leghista dovrebbe essere lui. Invece, la sindaca non tace né acconsente. E si crea così un enorme cortocircuito. Fino appunto alla frase di ieri del vicepremier grillino: «Si parlassero,

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VIRGINIA VISTA COME «L’ANELLO DEBOLE» DELLA CATENA GRILLINA COSÌ GLI ALLEATI ATTACCANO


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IL COMMENTO SUL GAZZETTINO.IT

Eleonora, regina delle nozze Vip, si toglie la vita a 35 anni Era la “regina dei matrimoni Vip”, una wedding planner quotata a livello internazionale. Eleonora Rioda, 35 anni s’è tolta la vita nella sua casa a Venezia: sconvolti gli amici

Neonato lasciato in una borsa al cimitero: salvato e poi “battezzato” Non escludo un retroscena: in questi casi spesso non sono le madri ad abbandonare i loro bimbi, ma sono gli sfruttatori che si vogliono liberare di un ostacolo alla attività della donna soggiogata (mau73)

Giovedì 25 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Il retroscena

Aforismi

Tra inchieste e conti pubblici “congelata” la caduta del governo

«L’uomo soffre finché deve soffrire»

Marco Conti

Roberto Gervaso

segue dalla prima pagina

(...) Anche perché da ieri il pressing di Di Maio su Salvini si è riversato sul presidente del Consiglio. Il leader grillino chiede a Conte di dimettere Siri pur sapendo che il presidente del Consiglio non ha i poteri per farlo, ammesso che lo voglia poi fare. Oltre la moral suasion, Conte non può andare, ma la pressione grillina è forte e rischia di danneggiare Conte e di conseguenza anche il M5S. Salvini blinda Siri nel timore che l’inchiesta a suo carico sia solo il primo tassello di una strategia politico-giudiziaria che vedrebbe il M5S non solo megafono ma anche “fonte” dei pubblici ministeri. La difesa del sottosegretario ha però un costo per il ministro dell’Interno: essere chiamato a rispondere di Siri per tutta la campagna elettorale, ed essere costretto a rivendicare una linea garantista che lo riavvicina al centrodestra mettendo ancor più in evidenza «l’assurdità» dell’intesa con il M5S sostenuta ormai da una nutrita pattuglia di leghisti. Da Giorgetti a Fontana, da Zaia a Centinaio. Persa l’occasione di far saltare il governo sulla Tav, era però complicato per Salvini, e i suoi 49 milioni di euro, rompere l’altra sera a palazzo Chigi l’alleanza sulla giustizia senza compromettere parte dei consensi accumulati. E così il leader della Lega, tra una sparata e un comizio, trascina l’alleanza giallo-verde, immaginando riduzioni del prezzo della benzina e flat-tax. Mentre tutta l’ala governista del M5S è intrappolata nella regola del doppio mandato e punta a tirare a campare, piuttosto che a tirare le cuoia, il problema - soprattutto - per il Nord e per il leader della Lega si chiama “conti pubblici”. Malgrado i “giallo-verdi” abbiano di fatto silenziato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, i numeri hanno alla fine una forza propria e sono il vero convitato di pietra per coloro che immaginano, o sperano, in una crisi di governo dopo le elezioni europee. Per venerdì è atteso il giudizio dell’agenzia di rating “Standard and poor’s”, ma nel frattempo lo spread è da giorni sopra i 260 punti. Esattamente il doppio di undici mesi fa. Il “decreto crescita”, licenziato

l’altra notte insieme al dimezzato “salva-Roma”, convince poco le associazioni imprenditoriali anche per poche erano le risorse disponibili dopo la valanga di miliardi destinata a Reddito e Quota100. Mentre anche il secondo semestre dell’anno promette una crescita da zero virgola, il rinvio a fine anno dei rimborsi ai cosiddetti truffati dalle banche, sono un’ulteriore spia delle difficoltà. Senza contare che, malgrado le rassicurazioni, è ancora da scongiurare l’aumento dell’Iva che nel Def si considera più o meno inevitabile. La tesi secondo la quale dopo il 26 maggio l’Italia possa trovare a Bruxelles partner più accomodanti, si scontra con il giudizio degli investitori che continuano a pretendere dall’Italia tassi di interesse inferiori solo a quelli praticati dalla Grecia. Se è vero, come sostiene più di un alto esponente della Lega, che «tutti questi nodi

verranno al pettine subito dopo le elezioni Europee», è difficile immaginare una crisi di governo che porti ad elezioni in autunno. Con Salvini che preferisce affrontare l’eventuale correzione dei conti con il M5S piuttosto che con il vecchio centrodestra. Dopo il “decreto crescita” varato l’altra sera dopo un mese di gestazione, è difficile che il governo, e soprattutto questa maggioranza, riesca a produrre altro. I giallo-verdi sono infatti ormai costantemente impegnati nella campagna elettorale delegando al premier non solo la gestione degli affari correnti, ma coinvolgendolo anche nella campagna elettorale. Una situazione di stallo che difficilmente il voto del 26 maggio riuscirà a mutare e che la difficile situazione economica del Paese rischia di bloccare rendendo il voto anticipato ancora più pericoloso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta

na fucilata ci spezza subito; il taedium vitae ci spegne lentamente. - La famiglia è un focolare e un ring. - Sono finalmente in pace con me stesso: mi accetto come sono. - La guerra è spaventosa perché spaventosi sono gli uomini. - L’umanità è una fossa comune rischiarata da infinite scintille divine. - Nessuna religione mi convincerà che esiste Dio. Ma lo dice la mia coscienza. - Nella vita ho dato il mio meglio e il mio peggio. Sono in pari. - Non si estinguono nemmeno le stelle cadenti. Tutto resta e si trasforma. - L’uomo è l’unico condannato a morte che non possa inoltrare domanda di grazia. - Il necessario ci fa sopravvivere; il superfluo, vivere. - Rimpiangiamo il passato anche perché lo ricordiamo male. - Vive invano chi si accontenta di ciò che è. - Nel momento in cui moriamo il filo della vita si spezza o cambia ago? - Ci sono virgole che non riuscirò mai a mettere. - La pace è la guerra che ha schiacciato un pisolino. - Ci sono bugie così ben raccontate che ci dispiace non credere alla sincerità di chi le racconta. - Pazienti si nasce. - Guardando la vita troppo dall’alto si rischia di perderla di vista. - La paura dell’inferno non ci trattiene dal peccato, ma c’induce al pentimento.

U

- Tutte le volte che mi sforzo di essere me stesso, poi mi pento. - Ciò che rende macabri i cimiteri, più che le tombe, sono gli epitaffi. - L’impotenza alimenta la rabbia, che esaspera l’impotenza. - Non ci sono né dolori né gioie che non abbiamo meritato. - Per rompere con il passato bisogna credere nel futuro. - Per parlare chiaro bisogna avere la coscienza pulita. - L’uomo soffre finché deve soffrire. - Aurea è solo la nostra mediocrità. - Ciò che rende oscuri i nostri politici, più che la prudenza, è l’ignoranza. - Nella sua modestia c’è molta pigrizia. - La grande occasione per emergere è quando tutto ci crolla addosso. - Il testamento è complice della morte. - Anche la volontà ha bisogno di carburante. - Chi piange di gioia è un ingrato. - Quando mi sento buono, mi sento troppo buono. - Pensare troppo agli altri può anche essere una perdita di tempo. - Ci sono momenti in cui la vita ci fa più paura della morte. - Il giorno più bello ancora lo aspetto. - La vecchiaia, più che di desideri è fatta di sospiri. - Quale miglior afrodisiaco del pudore? - Ho un gran desiderio: non averne troppi. - Il vero signore fa sentire gli ospiti anfitrioni. - Tutti vorrebbero essere qualcuno, ma pochi sanno chi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«PENSARE TROPPO AGLI ALTRI PUÒ ANCHE ESSERE UNA PERDITA DI TEMPO»

L’intervento

L’autonomia non pregiudica la scuola ma le spese inutili, gli sprechi e i privilegi Roberto Ciambetti*

È

attribuita ad Albert Einstein l’affermazione per cui è più facile spezzare l’atomo che un pregiudizio: di pregiudizi sul processo autonomistico ve ne sono molti e costituiscono una barriera complessa da superare, problema questo che conoscevamo già all’inizio del nostro percorso quando mettevamo sull’avviso per i molteplici ostacoli che avremmo dovuto affrontare. Il prossimo 17 maggio, ad esempio, il mondo della scuola scenderà in piazza e tra i motivi della protesta vi sarà

anche la sostanziale chiusura all’autonomia “che ci vede, per quanto riguarda il sistema di istruzione, in netto dissenso. Per noi il carattere nazionale e unitario del sistema va salvaguardato pienamente” disse Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl scuola, annunciando la manifestazione del prossimo maggio. La posizione sindacale davanti a una proposta che non è ancora esattamente definita e che dovrà passare al vaglio del Parlamento è chiaramente frutto un giudizio assunto sulla base di

prevenzioni, preconcetti, convinzioni ideologiche, sentimenti istintivi. Il preconcetto torna utilissimo a chi vuole mantenere lo status quo senza affrontare la stagione del cambiamento imposta dai nuovi tempi e dal nuovo mondo tecnologico in cui viviamo. È facile per i poteri forti accelerare sui preconcetti, diffondere bugie e manipolare le informazioni, ma non si è ancora spiegato perché affidando materie, competenze e risorse adeguate alle Regioni, senza aumentare la spesa complessiva, si disgrega il

Paese. In realtà si disgregano rendite improduttive, sacche di spesa, si smascherano privilegi e assistenzialismo improduttivo. La sanità, come sappiamo, è uno dei campi in cui il regionalismo ha dato un’ottima prova: il sistema italiano è considerato tra i migliori tanto che l’aspettativa di vita italiana è tra le più elevate nonostante la spesa sanitaria pro-capite italiana, stando ai dati Ocse, e rapportata al potere d’acquisto con 3.391 dollari è ben sotto la media Ocse (4.003 dollari). Se facciamo il calcolo in

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percentuale sul Pil scopriremo che la sanità regionalizzata italiana con una incidenza dell’8,9 per cento è in perfetta media Ocse, quando gli Stati Uniti sono a più del doppio (17,2 per cento) o la Turchia circa alla metà (4,2 per cento). Sul fronte della spesa scolastica, invece, lo scenario è ben diverso. L’ultimo dato Eurostat disponibile (2016) ci dice che l’Italia è quintultima tra i 28 paesi dell’Ue (UK compreso): da noi si spende circa il 3,9 per cento del Pil, quando la media Ue è del 4,7 per cento. Se scendiamo nel dettaglio regionale stando ai dati della Ragioneria generale dello stato scopriamo che in Veneto la spesa media per abitante è di 477 €, in Lombardia di 459 €, in Emilia Romagna di 457 €, in Campania di 636 €, in Calabria 685 €. Se combiniamo il dato aggiungendo la spesa per la

formazione universitaria vedremo che Lombardia ha una spesa 562 € per abitante, l’Emilia 641 €, il Veneto 594, contro gli 800 € pro capite della Campania, gli 816 e della Calabria. Le tre Regioni che hanno avviato il percorso autonomista conoscono una spesa statale scolastica inferiore alla media nazionale e ben lontana da quella di altre regioni. Per chi vuole mantenere lo status quo riequilibrare questa spesa significa mettere a repentaglio “il carattere nazionale e unitario”. C’è una seconda e ben diversa possibilità: riequilibrare la spesa potrebbe portare a eliminare sacche di inefficienza, di spesa inutile, privilegi e sprechi. L’alternativa non è fermare l’autonomia. È il fallimento. *pres. consiglio regionale © RIPRODUZIONE RISERVATA


Treviso Giovedì 25, Aprile 2019

RUGBY, BENETTON VERSO I PLAYOFF MA LE ZEBRE PROMETTONO «NIENTE SCONTI»

CARTA O DIGITALE: SCEGLI IL TUO ABBONAMENTO

San Marco, Evangelista. Accompagnò san Paolo nel suo apostolato, poi seguì i passi di san Pietro, che lo chiamò figlio.

12°C 21°C Il Sole Sorge 6.08 Tramonta 20.10 La Luna Sorge 1.34 Cala 10.36

Il viaggio

La mostra Foto e disegni: così è cambiata piazza Duomo nei secoli

Grosso a pagina XXV

info: abbonamenti.gazzettino@serviziitalia15.it zettino@serviziitalia15.it

Passeggiata lungo i fiumi da Venezia fino al Grappa Da oggi a domenica cento chilometri da percorrere a piedi insieme ad appassionati per scoprire luoghi di valore naturale, artistico e storico

Voltarel a pagina XXVI

Pavan a pagina 20 nel fascicolo nazionale

Il giorno di Mattarella nella Marca ` Dieci minuti fra la gente prima della cerimonia in teatro Il presidente arriverà a Istrana, poi in elicottero a Vittorio Al programma del 25 aprile aggiunto il museo della Battaglia Misure di sicurezza al massimo: il centro città è blindato `

Oggi è il giorno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella Marca: una sorta di ricucitura con Vittorio Veneto, dove non era andato lo scorso 4 novembre. Per questo, alle celebrazioni per il 25 aprile, Mattarella ha aggiunto anche una visita al museo della Battaglia e dieci minuti di passeggiata fra la gente. Ad accoglierlo il presidente della Regione Luca Zaia, il prefetto Maria Rosaria Laganà e il sindaco Roberto Tonon. Presenti anche molti sindaci. Il centro città sarà “blindato” per motivi di sicurezza. Anzanello e Pederiva alle pagine II e III e nel fascicolo nazionale

Il personaggio La passione di un 70enne di Pederobba

Una causa lunga 18 anni il Comune deve pagare Il Tar condanna Ca’ Sugana a pagare 3.588 euro di spese legali a Unicredit per un contenzioso legato al presunto mancato pagamento di alcuni oneri di urbanizzazione. La cosa particolare è la tempistica: il contenzioso è durato oltre 18 anni. E la vicenda risale a una concessione edilizia data all’allora Cassamarca per una ristrutturazione datata addirittura 1993. P. Calia a pagina IV

PRESIDENTE Sergio Mattarella

Era senza patente: folle fuga e arresto sulla Castellana

Economia

Permasteelisa in rosso: 800 dipendenti ora tremano

Scappa da Istrana fino a Castelfranco bloccato dopo aver speronato i carabinieri `

Ha seminato il panico lungo la Castellana, facendo saltare gli specchietti di alcune auto, schivandone altre e rischiando di provocare incidenti. E tutto questo perché era senza patente. Protagonista della folle fuga dai carabinieri, avvenuta nel primo pomeriggio di ieri e proseguita per una quindicina di chilometri fra Istrana e Castelfranco, un giostraio 42enne, Maichel Orlando, arrestato dai carabinieri dopo aver speronato la loro auto. Due militari sono stati leggermente feriti. Beltrame a pagina XIV

Treviso

Vittorio Veneto

Sparita da 6 giorni 79enne ritrovata vicino a Gorizia È stata ritrovata sana e salva Adriana Coan, la 79enne vittoriese sparita giovedì scorso. I carabinieri l’hanno ritrovata a Romans d’Isonzo (Gorizia). A pagina XXI

«Così costruisco ultraleggeri in casa» MARIO CECCATO ha fatto diventare realtà il suo sogno: acquista i progetti e poi realizza in casa i velivoli. Ora è arrivato al quarto: «Novecento ore di volo all’attivo, non ho mai avuto paura. Come hangar ho un garage a Curogna». Mondin a pagina XV

«Non ho capito la sentenza» Ma la maxi-condanna resta Aveva ucciso ed era scappato per quasi tre decenni, finché era stato catturato, in forza di una condanna a 15 anni. A quel punto Lekbir Souhair, 60enne di origine marocchina, che il 31 luglio 1991 a Ponte della Priula ammazzò il cognato Laohoucine El Mahmoudi, aveva deciso di arrivare fino in Cassazione per sostenere di non aver potuto capire la sentenza: «Benché divenuto cittadino italiano, non è in grado di leggere la lingua italiana». Ma la Cassazione non ha accolto la tesi dell’obbligo di traduzione in arabo. Pederiva a pagina 14 nel fascicolo nazionale

Mogliano

La palestra dei liceo Berto perde i pezzi Controsoffitti deteriorati, gradini in stato di degrado e sporcizia. Così si presenta in questi giorni la palestra del liceo Giuseppe Berto di Mogliano. Il presidente della Provincia: «Finite le scuole inizieremo i lavori». Filini a pagina XIII

Redazione Treviso: 31100 - Treviso, via Toniolo 17 - Tel. 0422.410270 - fax 041.665179 treviso@gazzettino.it

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Le anticipazioni sul bilancio di Permasteelisa hanno suscitato apprensioni tra i circa ottocento dipendenti dell’azienda di Vittorio Veneto. Il gruppo, si avvia a chiudere l’esercizio in rosso. La capogruppo giapponese Lixil ha chiuso con un disavanzo di 423,5 milioni di euro a causa delle perdite della controllata italiana. Prima conseguenza: l’addio dell’ad Riccardo Mollo. Zanardo a pagina VI


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Conegliano

IL BILANCIO «È un’opera imponente e importante non saranno trenta giorni in più a creare criticità. La viabilità alternativa ha funzionato bene»

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La Lega a Chies «Ora ripartiamo dal programma» `Il nuovo commissario

cittadino su Rossetti: «Auguri di buon lavoro» CONEGLIANO

IN DIRITTURA D’ARRIVO L’intervento sullo storico ponte sul Piave: sarà riaperto a giugno. Nel tondo il sindaco Vincenza Scarpa

Il sindaco promuove il ponte «Un mese non fa differenza» Scarpa sui lavori: «È stata mantenuta ` Battuta sulla tavolata per l’apertura la storicità e inoltre ha un’anima solida» «Ben venga la festa... se paga Anas» `

SUSEGANA «Non è un mese in più a fare la differenza». All’indomani del sopralluogo dei vertici regionali e di Anas al cantiere di restauro del ponte della Priula, il sindaco Vincenza Scarpa è soddisfatta del risultato, anche se per l’apertura si dovrà attendere ancora un mese. «La viabilità alternativa ha funzionato – afferma Scarpa – non sarà un mese in più di attesa a creare criticità. Su un’opera così imponente ed importante, un mese in più non fa la differenza».

I PROGRAMMI Il 7 settembre 2018, cento giorni dopo la chiusura del ponte monumentale, interdetto al traffico per l’avvio del cantiere il 30 maggio, Anas e Regione Veneto, nel primo sopralluogo al cantie-

re, ne annunciarono la riapertura per aprile 2019. In particolare il governatore Luca Zaia aveva ipotizzato una grande festa sul ponte dedicata ai cittadini, prima di restituirlo alla consueta viabilità, magari il 25 aprile, giorno nel quale si celebra San Marco. Nell’ipotesi di Zaia c’è una grande tavolata sul ponte, con giostre ed intrattenimenti. La festa è solo rimandata. Martedì, giorno del sopralluogo, infatti, Zaia ha ribadito l’idea che a questo punto potrebbe essere realizzata dopo il weekend delle elezioni. «Ben venga la festa» conferma Scarpa che si lascia scappare una battuta: «…se paga Anas». In effetti, a questo punto, non sarà mica qualche migliaio di euro in più a fare la differenza?

I COSTI L’investimento complessivo

per l’intero corpo degli interventi ammonta, infatti, ad un totale di circa 9,3 milioni di euro. Il risultato dell’intervento piace al sindaco Scarpa che ha sin dall’inizio fatto i complimenti ai progettisti per la qualità dell’elaborato. «Il ponte mantiene la sua storicità – dice Scarpa – ma con una nuova anima solida».

LA VOCE FUORI DAL CORO Tuttavia c’è anche chi continua a non apprezzare l’intervento di restauro. «Stiamo assisten-

SULL’INTERVENTO RESTA MOLTO CRITICO PERIN: «TANTISSIMO CEMENTO E ACCIAIO ADESSO DI STORICO È RIMASTO BEN POCO»

do alla morte della magnificenza dell’ultra centenario ponte sul Piave – affonda Diotisalvi Perin, presidente del comitato imprenditori veneti 2000 - con una schifezza voluta da chi si prende gioco della storia. A Ponte Priula, tantissimo cemento e acciaio, di storico è rimasto ben poco, se non i parapetti appoggiati con altro cemento. Poi ulteriore fascia guardrail in acciaio (per delimitare e proteggere la pista ciclopedonale, ndr). Il manufatto andava restaurato e conservato integralmente, come è stato fatto al ponte in centro a Pieve di Soligo e in altri lavori di restauro nel mondo. Ora la funzione del ponte statico e storico sarà più o meno pari a zero e sotto il profilo di visione ambientale-paesaggistica sarà sconvolgente». Non resta che dire: ai posteri l’ardua sentenza. Elisa Giraud

«Buon lavoro al nuovo assessore. Ora ripartiamo dal programma elettorale». Giuseppe Canova, neo commissario della sezione cittadina della Lega, non conosce di persona il nuovo assessore comunale indicato dal partito, il commercialista e revisore contabile Giambattista Rossetti, «ma gli faccio i migliori auguri di buon lavoro. Sarà mia cura contattarlo e scambiare due parole con lui». Canova ha già in mente anche i temi che saranno oggetto del dialogo con Rossetti: «Il programma elettorale che ci permise di vincere le elezioni amministrative del 2017 in città. L’intento mio e della sezione di cui sono stato nominato commissario è di tornare alle cose da fare, mi pare che ce ne siano ancora un po’». Nessuna polemica invece sul fatto che il sindaco Fabio Chies ha scelto come assessore in quota Lega Rossetti e non Antonella De Giusti, indicata per il ruolo che fu di Christian Boscariol dalla sezione ma scartata dal primo cittadino, così come Maurizio Tondato. «La sezione di Conegliano aveva indicato la De Giusti, il partito ha proposto i tre nomi. La giunta deve essere a immagine e somiglianza del sindaco e Chies ha fatto la sua scelta, che non discuto» evidenzia Canova, che non intende nemmeno “entrare nel merito del rimescolamento delle deleghe. Con la nomina del nuovo assessore si è chiusa una vicenda durata più di un anno, adesso l’obiettivo della Lega Nord di Conegliano è ripartire dal programma elettorale della coalizione di centrodestra vittoriosa nel 2017, che ho già iniziato a leggere». Canova ricorda subito due dei punti che stanno più a cuore al Carroccio: «La viabilità, un proble-

ma annoso della città, e la sicurezza. Da buon alleato faremo da pungolo per l’amministrazione, come è giusto che sia». Il neo commissario leghista annuncia anche che sui temi amministrativi della città «organizzeremo iniziative sul territorio. Siamo quasi al giro di boa del mandato di questa amministrazione e bisogna fare un primo resoconto di quanto è stato fatto o non fatto. Mi viene in mente, ad esempio, l’ufficio Europa, la struttura che si dovrà occupare di cercare fondi europei». Reperimento delle risorse e fondi europei erano non a caso deleghe che due estati fa Chies assegnò a Boscariol e che a breve saranno redistribuite tra i sette assessori sui quali ora il sindaco può contare. Tra i prossimi impegni di Canova c’è una riunione di sezione martedì e un incontro con i referenti dei gruppi che sostengono la giunta Chies «per capire meglio la situazione politica e le criticità. Ascolto sempre la mia parte, ma mi piace ascoltare anche le altre». Luca Anzanello

CANOVA: «SAREMO UN PUNGOLO PER I NOSTRI ALLEATI SOPRATTUTTO SULLA VIABILITÀ E LA SICUREZZA»

IL COMMISSARIO della sezione cittadina Giuseppe Canova

Casa contestata: deciderà il Consiglio di Stato La Marcia di Primavera `Continua il braccio

di ferro tra i vicini e l’immobiliare Delizia CONEGLIANO Di questi tempi sarebbe comunque un salasso per le casse pubbliche. Se dovesse soccombere, il Comune dovrebbe sborsare, secondo le stime ipotizzate dai suoi stessi legali, una somma limitata a 161 mila euro, come risulta dal parere dei revisori dei conti (Pamela Parisotto, Christian Corradini e Stefano Guazzotti) nella loro relazione all’ultimo consuntivo dell’ente, in cui hanno valutato le possibili conseguenze di questo problema mettendo le mani avanti.

Anche se, secondo la controparte, l’indennizzo dovrebbe essere molto più alto e superare il milione di euro, se ne venissero riconosciute le sue ragioni. Ma è una situazione piuttosto kafkiana e non si sa come andrà a finire, una incredibile controversia che si protrae addirittura da 15 anni e non ha avuto ancora fine.

annullare l’ordinanza per la demolizione di un fabbricato residenziale di due piani in via Pola, vicino all’angolo con via Veneto, nel quartiere di Monticella, che è ormai da anni regolarmente abitato dai proprietari. Ci risiede con la sua famiglia un noto avvocato.

LA VICENDA

Dopo tre anni dall’avvio dei lavori per la sua costruzione, all’inizio del 2014 il Comune aveva dichiarato la decadenza del permesso di costruire. Ma concesse una nuova autorizzazione, seppure con una volumetria più ridotta che è stata rispettata, ma che però venne contestata dal Centro Servizi La Mura, che presento ricorso amministrativo straordinario al Capo dello Stato per un problema relativo

L’Immobiliare Delizia si è rivolta nei giorni scorsi al Consiglio di Stato (e il Comune si è già costituito in giudizio) per opporsi alla sentenza n. 65 di quest’anno del Tar del Veneto, che ha respinto, giudicandolo inammissibile e condannandola a pagare tremila euro di spese, il suo ricorso contro il Comune di Conegliano e il Centro Servizi La Mura (oggi Studio La Mura srl) per

IL PROBLEMA

alle distanze. Il nuovo fabbricato residenziale era stato costruito ad appena tre metri. Così nel 2010 firmò un’ordinanza di demolizione dell’edificio.

LE VIE LEGALI L’Immobiliare Delizia si oppose presentando un ricorso al Tar del Veneto, perché nel frattempo aveva presentato una domanda di sanatoria e anche perché la demolizione avrebbe compromesso il piano interrato, oltre che la stabilità di alcune case vicine. Il Tar ne ha respinto il ricorso e la ha condannata a pagare tremila euro di spese legali al Comune e allo Studio La Mura. A decidere definitivamente sulla controversia sarà ora il Consiglio di Stato. Giampiero Maset © RIPRODUZIONE RISERVATA

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dedicata a Piero Masutti CONEGLIANO Il primo maggio si rinnova l’appuntamento con la “Marcia di primavera- Marcia del sorriso” che quest’anno avrà un sapore particolare. Si ricordano infatti i 50 anni di presenza e servizio de “La Nostra Famiglia” a Conegliano, si festeggiano i 25 anni di organizzazione della marcia da parte degli alpini del gruppo città e si corre “con Piero Masutti”, alpino andato avanti pochi mesi fa e anima della manifestazione. La marcia torna unica, si parte e si arriva al presidio di Costa, dopo un percorso di nove chilometri che si snoda tra i saliscendi delle colline. Si cammina insieme ai bambini e ai ragazzi

ospiti della Nostra Famiglia, alle loro famiglie e ai volontari che li accompagnano. Il presidio accoglie circa duecento bambini ed adolescenti in forma residenziale e diurna, e segue, con attività ambulatoriali, oltre 1000 minori provenienti da tutto il Veneto e da altre regioni. La marcia vuole essere anche l’occasione per coinvolgere le realtà del territorio per un gesto di solidarietà, condivisione e amicizia. Quest’anno ad accogliere i marciatori ci sarà il Corpo Bandistico di Cappella Maggiore e la madrina sarà Veronica Frosi, atleta di paraciclismo che gareggia con l’handbike e ha già conquistato due medaglie d’oro ai campionati italiani a cronometro e in linea. (El.Gi)


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Nordest

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Un milione ai Comuni per bonificare siti inquinati

Se il commissario risolve in due mesi un’attesa di 13 anni

AMBIENTE

mo con i lavori necessari al trasferimento dell’autostazione per circa 388mila euro. Sarà un intervento essenziale: sposteremo solo i pali di fermata in corrispondenza delle diverse linee e poco altro». E in futuro? «In un momento successivo si potrà migliorare – ha affermato il commissario – ma se vogliamo fare tutto subito, magari con pensiline, bar, biglietteria e tutto il resto, rischiamo di non fare mai niente. Se invece vogliamo trasferire l’autostazione per dare razionalità al trasporto intermodale di una città capoluogo del Veneto è chiaro che qualcosa deve essere fatto e subito». Alberto Lucchin

VENEZIA Torna il bando regionale per l’assegnazione di risorse per la bonifica e il ripristino ambientale di siti inquinati. «Riproponiamo l’iniziativa già lanciata lo scorso anno con grandi riscontri – ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin – con cui finanziamo un fondo di rotazione destinato ai Comuni veneti che si trovino ad affrontare impellenti e sopravvenute criticità ambientali». Per il 2019 la Giunta mette a disposizione un milione di euro, risorse che consentiranno di avviare interventi di bonifica o messa in sicurezza di siti di piccola entità, con stanziamenti in forma di finanziamento da 50.000 fino a 200.000 euro per azione. «L’obiettivo che ci siamo posti con questo fondo – ha detto Bottacin – è garantire una rapida ed efficace azione di supporto ai Comuni alle prese con criticità ambientali che, pur richiedendo interventi di bonifica o messa in sicurezza contenuti, spesso oggi le amministrazioni non sono in grado di sostenere economicamente». Gli interventi candidati al finanziamento, che dovranno essere ultimati entro due anni dalla stipula della convenzione collegata, potranno riguardare sia aree di proprietà del Comune richiedente il finanziamento, sia aree private ove il Comune territorialmente competente intervenga in sostituzione del soggetto obbligato inadempiente.

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Rovigo, quattro sindaci provano invano a spostare l’autostazione Poi arriva Izzo e stanzia i soldi: «Qualcosa andava fatto e subito» `

IL CASO ROVIGO Poche settimane di gestione straordinaria possono “stravolgere” il volto di un capoluogo come mai è avvenuti nei decenni precedenti. Lo ridimostra quanto sta accadendo a Rovigo, da due mesi senza Giunta a causa della caduta del sindaco leghista Massimo Bergamin, “impallinato” dalla maggioranza dei suoi stessi consiglieri comunali. Dopo almeno tredici anni di falliti tentativi da parte di quattro diverse amministrazioni comunali, infatti, il commissario straordinario Nicola Izzo è riuscito ad arrivare là dove nessuno era mai riuscito prima d’ora: la stazione delle corriere del capoluogo polesano sarà infatti trasferita dal piazzale della chiesa della Madonna Pellegrina all’ex scalo merci dell’adiacente stazione dei treni. Un trasloco di poche centinaia di metri, destinato però a rivoluzionare la fisionomia del grande slargo di fronte alla chiesa della Commenda, il più popoloso dei quartieri cittadini.

IL PROBLEMA Era il 2002, infatti, quando l’allora sindaco Paolo Avezzù, forzista a capo di una Giunta di centrodestra, decise che l’autostazione rodigina doveva abban-

donare piazzale Di Vittorio, a due passi dal centro storico, e trasferirsi a circa un chilometro di distanza, in piazza Fratelli Cervi, proprio davanti alla chiesa principale del quartiere più affollato della città delle rose, la Commenda. Doveva essere una soluzione “temporanea”, si parlava di qualche mese o poco più, invece il terminal degli autobus è ancora lì. Nel corso degli anni si è parlato molte volte di un trasloco delle corriere all’ex scalo merci delle Ferrovie, proprio con l’intento di creare un unico terminal dei trasporti in grado di integrare i mezzi su gomma con quelli su rotaia, ma per questioni economiche non si è mai andati oltre i progetti sulla carta. Nel frattempo piazza Cervi, quella davanti alla chiesa affollata di autobus, è diventata un luogo di degrado. Non essendo mai state installate pensiline o delle panchine, chi attende di salire sul mezzo pubblico, nelle giornate afose o di forte pioggia,

La staffetta

IL PIAZZALE L’area che attualmente ospita la stazione dei pullman Il commissario straordinario Nicola Izzo e, sotto, il “predecessore”: l’ex sindaco leghista Massimo Bergamin che è stato sfiduciato

FALLIMENTO N. 31/2014 R.F. AVVISO D’ASTA Il dott. Ruggero Ortica comunica che il giorno: 17 Giugno 2019 alle ore 10:30 presso la sede della casa d’aste in Treviso (TV), Strada Vecchia di San Pelajo al civico 20, procederà alla vendita di: LOTTO N. 07

LA SVOLTA Ieri mattina il commissario straordinario Nicola Izzo è intervenuto sulla questione e ha stanziato 388mila euro per traslocare l’autostazione dal piazzale di fronte alla chiesa alla zona a ridosso della stazione ferroviaria, 5-600 metri più lontana. «Grazie all’aiuto del prefetto Maddalena De Luca – ha detto il dottor Izzo – è stato avviato un dialogo con le Ferrovie per arrivare a definire una locazione a un prezzo simbolico di quello spazio, sul quale noi interverre-

DOPO UN CONFRONTO CON PREFETTURA E FS TROVATI I 388MILA EURO NECESSARI A CAMBIARE IL VOLTO DELLA CITTÀ RIMASTA SENZA GIUNTA

TRIBUNALE DI TREVISO

si rifugia in chiesa, tant’è che il parroco ha più volte denunciato episodi di vandalismo, furti di offerte e spaccio.

«Condannato senza traduzione in arabo» Ma il killer è diventato italiano: in carcere za della sentenza, del suo contenuto e della possibilità di essere restituito nel termine per proporre impugnazione».

LA SENTENZA

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TREVISO Aveva ucciso ed era scappato: una fuga durata quasi tre decenni, finché tredici mesi fa l’assassino era stato rintracciato e catturato, in forza di una condanna definitiva a 15 anni emessa in contumacia dalla Corte di Assise di Treviso. A quel punto Lekbir Souhair aveva deciso di tentare il tutto per tutto, arrivando fino in Cassazione per sostenere di non aver potuto capire il contenuto del verdetto di colpevolezza e dell’ordine di carcerazione: «Il ricorrente, benché divenuto cittadino italiano, non è in grado di leggere la lingua italiana ed è, pertanto, analfabeta», si legge nella sentenza che, dando conto della posizione dell’imputato, racconta l’ultima pagina di questa storia da film. Un finale sgradito al 60enne di origine marocchina, che il 31 luglio 1991 a Ponte della Priula ammazzò a bastonate il cognato Laohoucine El Mahmoudi, al culmine di una

LA CASSAZIONE RESPINGE IL RICORSO DEL 60ENNE DI ORIGINE MAROCCHINA CATTURATO DOPO 27 ANNI DI LATITANZA: NEL 1991 AVEVA UCCISO IL COGNATO

LA NORMA

FOTOGRAFIE Sopra Lekbir Souhair all’epoca del delitto e, a sinistra, nelle immagini studiate dalla polizia per rintracciarlo

lite per dissidi familiari: la Suprema Corte ha respinto la tesi dell’obbligo di tradurre in arabo quei vecchi atti.

LA CITTADINANZA Souhair era stato arrestato il 27 marzo 2018 ad Agrigento, dove aveva perso i baffi, aveva guadagnato diversi chili, era diventato un commerciante e aveva messo su famiglia. La polizia l’aveva individuato grazie ad una soffiata proveniente dal Marocco e sulla base di un paziente studio delle fotografie, utilizzate dal latitante durante i 27 anni in cui

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aveva sperato di essersi ormai rifatto una vita, al punto da ottenere la cittadinanza italiana. Un titolo che l’immigrato ha evidentemente ricevuto pur non comprendendo la lingua italiana, stando al contenuto del ricorso presentato per chiedere alla Cassazione l’accertamento della non esecutività della sentenza di condanna pronunciata il 14 settembre 1992 e diventata irrevocabile il 10 novembre 1993. Secondo la difesa, infatti, non sarebbe stata raggiunta «la certezza del fatto che il condannato è stato effettivamente messo a conoscen-

Come rileva però la Suprema Corte, nel ritenere inammissibile l’istanza di Souhair, nulla è stato eccepito rispetto alla notifica al difensore d’ufficio dell’estratto contumaciale della sentenza, cioè dell’atto finalizzato a informare l’imputato dell’esistenza di una sentenza emessa in sua assenza. Dunque «il problema della mancata conoscenza della lingua italiana», osservano gli “ermellini”, è stato posto «solo con riferimento al momento in cui al condannato era stato notificato l’ordine di carcerazione emesso dal pubblico ministero». In ogni caso, la norma relativa alla traduzione delle sentenze risale al 2014, «ponendo un obbligo che, all’epoca della notificazione dell’estratto contumaciale della sentenza emessa nei confronti di Souhair (1992), non esisteva». Inoltre è stata bocciata pure l’altra argomentazione della difesa, che puntava a riaprire i termini per l’impugnazione della condanna, dal momento che il 60enne respinge l’accusa di omicidio. All’uomo è stato così addebitato non solo il conto delle spese processuali, ma anche il pagamento di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


Giovedì 25 Aprile 2019

La Voce

VENETO

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Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it

Trovata morta in casa a Venezia Artigiani contro lo Sblocca Cantieri la wedding planner delle star “Pmi nuovamente penalizzate” VENEZIA - E’ stata trovata morta nel letto di casa sua la regina dei matrimoni a Venezia Eleonora Rioda. Classe 1983, la giovane, sempre elegante e spesso accompagnata dal suo cane, un barboncino marrone, aveva organizzato i matrimoni dei vip a Venezia. Prima il magnate del ferro indiano che aveva speso 20 milioni di euro per le nozze della figlia, da ultimo quello della coppia formata dal calciatore Alvaro Morata e dalla influencer Alice Campello. In mezzo, una serie di contatti con divi di Hollywood e aziende prestigiose da tutto il mondo. Dopo una parentesi in Olanda, era tornata

a Venezia per aprire l'agenzia "Venice First", a San Trovaso, di fronte all’isola della Giudecca dove viveva. Le sue capacità l’avevano portata a finire anche su Vogue India, a dimostrazione del fatto che fosse davvero in grado di soddisfare le esigenze più ricercate da chi decidesse di vivere il suo sogno veneziano. Secondo quanto trapelato, la 35enne avrebbe deciso di togliersi la vita nella sua abitazione alla Giudecca: da tempo il suo fisico era fortemente debilitato per una grave malattia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA . "Non potranno essere certo le piccole imprese a far decollare i cantieri che il Governo tenta di sbloccare con la norma dal nome emblematico di legge “sblocca cantieri”. Infatti, ancora una volta il legislatore ha deciso di tenere fuori dalla porta le piccole imprese delle costruzioni, a vantaggio dei soliti noti, i grandi gruppi che negli appalti hanno fatto il bello e il cattivo tempo". A lanciare il duro j'accuse è la Cna del Veneto. “È questa l’ennesima occasione persa per imporre alle stazioni appaltanti la suddivisione dei grandi appalti in lotti di piccola dimensione, proprio per allargare il mercato, ma invece non se n'è

fatto nulla”, commenta Fabio Fiorot, responsabile regionale di Cna Costruzioni Veneto. "Un altro tassello mancante alla norma da pochi giorni in vigore, è anche la chiamata preferenziale delle imprese del territorio dove si svolgono i lavori”, aggiunge. “ Inoltre, anche portare l'obbligo di procedura aperta da 1 milione di euro a 200mila euro, non sembra affatto andare nel senso di sbloccare i cantieri, ma in quello opposto, visto che fino ad oggi si poteva utilizzare la procedura negoziata con l’invito di almeno 15 operatori”, commenta ancora Fiorot. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIBERAZIONE Il governatore celebra la data a differenza di Salvini: “È anche la festa di San Marco”

25 Aprile, Zaia accoglie Mattarella

Lettera al Capo dello Stato oggi a Vittorio Veneto: “L’autonomia non è una secessione dei ricchi” VENEZIA - Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia accoglierà oggi alle ore 11 in piazzale della Vittoria a Vittorio Veneto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che celebrerà il 74° anniversario della Liberazione nella città trevigiana. Conclusa la cerimonia con la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, alle 11.20 è prevista la solenne commemorazione della giornata al Teatro da Ponte. Alle 12.30, Zaia accompagnerà il Capo dello Stato in una visita al Museo della Battaglia. “La vostra testimonianza è un monito permanente e un argine di verità contro le interessate riscritture della storia”, ha detto ieri Mattarella, parlando al Quirinale all'incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Zaia, dunque, onorerà la ricorrenza della Liberazione a differenza del leader leghista Matteo Salvini, al centro delle polemiche in queste ore per la sua scelta di visitare oggi Corleone perché "la vera Liberazione è dalla mafia". Nessuna presenza istituzionale legata al 25 Aprile nemmeno per gli altri ministri leghisti. "Caro Presidente, nel riceverla nuovamente a poco tempo dalla sua ultima visita, colgo una peculiare attenzione verso la nostra Re-

Oggi nel Trevigiano Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella gione e le do il benvenuto nel giorno della festa della Liberazione che coincide con quella più significativa per l’identità di noi Veneti: la festa del Santo Patrono San Marco",ha scritto il governatore in una lettera a Mattarella, pubblicata dalla Tribuna di Treviso. "La Resistenza non fu soltanto quella combattuta nelle trincee e nelle montagne, con le armi. In quei tristi anni alla fine della seconda guerra mondiale, in senso più esteso, vi fu anche una resistenza di tutta la popolazione che

vide come principali protagoniste le donne. Le madri, le mogli, tutte le donne di casa che, spesso sole e senza alcun sostentamento, coi mariti lontani, resistettero alle privazioni, combatterono la fame, fronteggiarono le deportazioni e le catture", prosegue Zaia. "Signor Presidente, siamo ospiti di una città Medaglia d’Oro della Resistenza. Altre cinque città venete si sono guadagnate questa decorazione in quel frangente storico (Bassano, Belluno, Treviso, Verona, Vicenza). Vicenza è an-

che l’unica città italiana ad averla ricevuta due volte, essendone già stata insignita come Venezia e Pieve di Cadore per il valore dimostrato nel secolo precedente. Veneta è anche l’unica università a fregiarsene, quella di Padova. Lo ricordo per sottolineare che i Veneti non sono mai stati estranei a queste vicende storiche", sottolinea il presidente della Regione. "Com'è nel loro modo di essere, hanno dimostrato il loro impegno più con i fatti concreti che con le parole, ma nelle loro corde non c'è mai stata l’indifferenza e l’idea di bastare a se stessi. Anche oggi, infatti, è la madre di tutte le bugie quella che viene mossa al Veneto, da persone disinformate e spero non in malafede, di volere l’autonomia come una “secessione dei ricchi” - precisa Zaia - Non è così, signor Presidente. L’autonomia è un desiderio trasversale, è un fatto di popolo. Quasi due milioni e mezzo di veneti hanno votato democraticamente per chiederla, consapevoli che è una vera assunzione di responsabilità, che è lo spartiacque tra il progredire e l’essere conservatori, tra la visione di un paese federale moderno e innovativo e quella di un paese che continua a fondarsi sul centralismo e l’assistenzialismo". © RIPRODUZIONE RISERVATA

Donazzan invece va alla foiba di Lusiana “Onorare tutti i caduti, anche quelli di Salò” VENEZIA - “Non raggiungeremo una piena pacificazione nazionale fino a quando non sarà dato un giusto riconoscimento a quanti scelsero di combattere per l’Onore d’Italia o di coloro che, in quanto figli, nipoti, madri i padri di chi combatté nella Repubblica Sociale Italiana, si trovarono ad essere vittime dell’odio di una guerra fratricida”. Così l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan ha motivato la sua presenza oggi alla celebrazione che si terrà alla foiba bus de La Spaluga, in località Monte Corno a Lusiana, nel vicentino. Qui ogni anno si tiene la Santa Messa per “commemorare tutti i caduti e le vittime della Guerra Civile '43-'45”. “L'Italia è l’unica Nazione in Europa che continua ad alimentare divisioni datate

oramai più di 70 anni, l’unica che si ostina a lasciare spazio a chi predica odio spesso ai soli fini di propaganda elettorale o di propria sopravvivenza politica. Una Nazione forte è unita, fa i conti con la propria coscienza, non nasconde le violenze perché ha la forza morale di denunciarle anche quando scomode, come accadde per troppi episodi legati alla lotta partigiana. Quando la storia è messa in luce solo da una parte, come scrisse Paolo Mieli in un suo contributo didattico in uso nelle scuole del Veneto, lascia il dubbio che non sia tutta veritiera. A 70 anni è il tempo di fare i conti con tutta la storia e di mettere finalmente fine alla Guerra Civile”, conclude Donazzan. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BANCHE VENETE

Chiariti i termini per i rimborsi ROMA - Dopo mesi di trattative è arrivato finalmente il via libera in Consiglio dei ministri ai rimborsi per i risparmiatori delle banche. Per il 90% delle platea saranno automatici. Accederanno in maniera diretta quanti hanno un reddito imponibile inferiore ai 35mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100mila euro: la possibilità di elevare quest’ultimo tetto a 200mila euro è subordinata all’approvazione della commissione Ue. Proprio ieri il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager ha incontrato una piccola delegazione di risparmiatori italiani, al termine del quale ha confermato che “stiamo lavorando bene con il governo italiano” e che “abbiamo parlato dello schema di compensazione preparato dall’Italia che prevede una traccia automatica e una caso per caso”. Per il restante 10% infatti è previsto un indennizzo semiautomatico, con la semplificazione dei processi di verifica di una commissione tecnica attraverso la tipizzazione in diverse categorie delle violazioni massive e dei criteri che conducono all’erogazione diretta dell’indennizzo. Sollevano perplessità però alcune associazioni di risparmiatori delle banche venete, presenti ieri e Bruxelles. Andrea Arman, del coordinamento dei risparmiatori di Bpvi e Veneto Banca Don Enrico Torta, afferma che lo Stato italiano è responsabile di quanto avvenuto ai due istituti, "perché lo Stato doveva vigilare. Noi risparmiatori e cittadini paghiamo tutti insieme, in maniera molto molto salata, l’opera di controllo che viene svolta da Consob, dalla Banca d’Italia, dalla Polizia valutaria, dalla magistratura. Quell'opera di controllo, che doveva essere preventiva, è arrivata in un momento molto successivo: hanno chiuso la porta quando le mucche erano scappate da un pezzo". Per Luigi Ugone, dell’associazione Noi che credevamo nella Bpvi, quelli che verranno utilizzati per risarcire chi ha perso i propri risparmi "anzitutto sono soldi che arrivano dai conti dormienti, non dai contribuenti. E Consob e Bankitalia rispondono direttamente allo Stato, non certo a noi. C'è una gestione governativa che ci ha danneggiato". © RIPRODUZIONE RISERVATA

Assessore regionale Elena Donazzan


Cronaca 21

L'ARENA

Giovedì 25 Aprile 2019

SANITÀ. Chiamate,come aTreviso, dall’estero.Una Regione«eccellente»fa i conticonuna carenza ormaiconclamata

Veneto,mancanomedici «Nuovi criteri di accesso» IlsottosegretarioColetto:«Specializzandi incorsia, l’idea snobbata nel2014oraè lavia d’uscita.Pensionati,sì alritornoalpubblico» Paolo Mozzo

Tre, quattro anni sul filo dell’emergenza. Nessun timore comunque di «declassamento» della Sanità regionale. Mancano medici, e il dato è incontestabile: circa 300 in Veneto, 56mila su scala nazionale. L’Ulss 2 di Treviso «arruola» camici bianchi dalla Romania. E per il presidente della Regione, Luca Zaia, «è un segno dei tempi. Vanno rivisti il numero chiuso universitario e l’organizzazione delle scuole di specializzazione». «Abbiamo perso cinque anni», sottolinea Luca Coletto, per un decennio assessore alla Sanità a Venezia e ora sottosegretario con la medesima delega. «L’aumento delle borse di studio erogate dal Governo, 2.000 in tutto, circa 200 per il Veneto, è il primo passo per una diversa programmazione in ingresso. Poi si dovrà intervenire su altri fronti: dagli incentivi per la permanenza in servizio dei professionisti prossimi alla “quota 100“ al coinvolgimento dei colleghi di medicina generale». Coletto punta il dito soprat-

Unmedicoin corsia:inVeneto,come inItalia, si vafacendo pesante lacarenza di specialisti

tutto sul meccanismo di formazione. «Nel 2014 il Patto per la Sanità, ignorato allora e in seguito, proponeva la “specializzazione parallela“, ovvero la pratica svolta in reparto. Come in passato», spiega, «quando gli assistenti stavano in corsia, sotto la supervisione di aiuti e primari. Erano inseriti nel sistema... ma quell’articolo 22 del Patto per la Sanità fu ignorato allo-

ra e negli anni a seguire da parte dei governi di centrosinistra a favore di un percorso di formazione dal taglio esclusivamente universitario. Con il risultato di indebolire il Sistema sanitario nazionale». «Uno degli equivoci», spiega il sottosegretario, «è legato alla convinzione che la “specialità parallela“, ovvero sul campo, rappresenti una sorta di ripiego, un “secondo

livello“. In realtà essa mantiene, interamente, tutto il proprio valore universitario». La situazione «emergenziale al momento ma comunque sotto controllo» è figlia, a detta di Coletto, «anche della norma, firmata Madia, che consente ai medici in pensione di lavorare solamente per strutture private convenzionate, quindi con esborso da parte dello Stato. È una stor-

tura evidente», osserva, «mentre sarebbero necessari incentivi, in termini di orario e non solamente di stipendio, per incoraggiare la collaborazione dei tanti professionisti che potrebbero ancora dare apporto al sistema pubblico». Modificare i criteri in entrata, rivedere anche le condizioni «post uscita». «Ci sono provvedimenti allo studio che, con un auspicabile accordo sindacale, potrebbero portare in campo, anche in termini di specializzazione, i medici di medicina generale nei Pronto soccorso, liberando altre professionalità nei reparti», spiega Coletto. Un altro fronte si apre anche sul fronte della revisione degli stipendi. «In tre mesi è stato già elevato al 5 per cento il limite di costo, consentendo così alle aziende sanitarie di assumere», conferma il sottosegretario. «A breve un’identica rivalutazione sarà effettuata per i livelli standard di personale, per garantire l’equilibrio tra personale medico e paramedico e parte impiegatizia». L’emergenza resta, «frutto di una miopia governativa protratta negli anni», dice Coletto. Superabile, aggiunge, «modificando ciò che oggi distorce il sistema». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Laricerca veronese

Un«cocktail»difermenti permigliorarel’umore

Alimentieintegratori probiotici:rilevati beneficiperl’umore Unmixdifermentipotrebbe aiutarel’umore,ridurrela rabbiaemigliorare laqualità delsonno.Lo suggerisce uno studiopilota condottotra AziendaOspedaliera UniversitariaIntegratae dell’universitàscaligera, pubblicatosullarivista «FrontiersofPsychiatry» che vedetragli autoriMarco Pane dellaBiolabResearch srldi Novara. Iricercatori hannotestato il mixdiprobioticisu38 volontari,confrontandoli con unasostanzaplaceboper sei settimane.Il mixdifermenti contieneLactobacillus fermentumLF16,L. rhamnosus LR06,L. plantarumLP01,e BifidobacteriumlongumBL04. Iricercatori hannovalutato perquattrovolteaspetti della personalitàqualitàdel sonnoe

livellodiumoredeipartecipanti (primadiiniziare lostudio, a3 esei settimanedurante la«cura» epoi dopotresettimanedalla fine della stessa). Gliesperti hannoosservatoun significativomiglioramento dell’umoreeunariduzionedello statodepressivo, dirabbia e faticaeun miglioramentodella qualitàdelsonno. Questi risultati suggerisconol’effettopositivo dei probioticisull’umore,proponendo lapossibilitàdi migliorareil benesserepsicologico, agendosu umoreequalità delsonno. I probioticipotrebberoessere sfruttaticometerapia complementare(aggiuntiva)per chisoffre didepressioneclinica e comestrumento preventivo per la popolazionegenerale, concludono,ma serviranno comunquenuovi studi per confermarequestapossibilità.


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