zuhause SPACE FOR ARCHITECTS
la nuova facoltĂ di architettura dell'UniversitĂ Tecnica di Dresda
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zuhause SPACE FOR ARCHITECTS
UniversitĂ degli Studi di Genova S c u o l a
P o l i t e c n i c a
Dipartimento Architettura e Design
Corso di Laurea
Magistrale in Architettura
Titolo
zuhause
Tema
FacoltĂ di Architettura
Luogo
Dresda, Germania
Tesista
Elettra Spiccio
Cotesista
Samantha Gazzolo
Relatore
Christiano Lepratti
Correlatrice
Renata Morbiducci
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indice introduzione
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la città
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scuola e architettura Ҋ il concetto Ҋ le esigenze Ҋ l'identificazione Ҋ la comunità
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l'idea Ҋ Ҋ Ҋ Ҋ
25 27 29 31 33
l'archetipo la casa nella casa la scala l'istituto
il progetto Ҋ l'analisi Ҋ gli spazi Ҋ la composizione Ҋ le funzioni Ҋ l'edificio Ҋ la struttura Ҋ il modello
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bibliografia
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ringraziamenti
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Space for Architects INTERNATIONAL OPEN STUDENT COMPETITION NEW ARCHITECTURE FACULTY FOR DRESDEN
START DEADLINE JURY PRICES
01 I 10 I 2016 31 I 03 I 2017 05 I 07 I 2017 3000 €
https://cloudstore.zih.tu-dresden.de/public.php?service=files&t=4d73ffa8b60fed3eef2441dfd13b66ed
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introduzione "zuhause - space for architects" è il progetto per l'edificio della nuova facoltà di Architettura di Dresda, in Germania. Il progetto partecipa ad un concorso studentesco indetto dalla stessa facoltà di architettura della città di Dresda, aperto a diverse università europee. L'attuale facoltà di Architettura è stata predisposta, in seguito alla riunificazione della Germania, in un edificio per uffici, che non risponde alle necessità e all'atmosfera richiesta dagli studenti e dai docenti di architettura. Il lotto designato per lo sviluppo del progetto si trova nel cuore del campus, tra la facoltà di ingegneria, che ha sede in un edificio storico, e uno degli edifici più moderni, l'Hörsaalzentrum, centro per conferenze. Il design del progetto è volto a rappresentare la facoltà di architettura nel campus e nella città di Dresda, creando la giusta atmosfera, la voglia di "fare architettura". Gli studenti hanno bisogno di spazi di lavoro per studiare insieme e spazi di interazione e socializzazione: l'obiettivo è quello di trasformare e combinare gli spazi necessari per l'insegnamento e l'apprendimento, designati dal programma funzionale, nella giusta interpretazione di spazio scolastico, comune, sociale, adatto a quelli che sono gli utenti, ma anche gli "abitanti" di una facoltà di architettura.
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la città La città tedesca di Dresda (Dresden) è il capoluogo della regione della Sassonia, nel centro-est della Germania, al confine con la Polonia e la Repubblica Ceca. Dresda conta poco più di mezzo milione di abitanti, sorge sul fiume Elba ed è stata completamente ricostruita a seguito di un terribile bombardamento durante la seconda guerra mondiale. La città è sede dell'Università Tecnica (TU, Technische Universität Dresden), in cui è inserito l'oggetto di studio. La TU conta quasi trentasettemila studenti, ed è la dodicesima tra le più grandi università della Germania. Il fiume Elba taglia in due la città di Dresda, sia territorialmente, sia dal punto di vista della fruizione della città. Il fiume infatti determina due zone: la zona sud, quella storica, turistica, quella dei negozi, la città "tranquilla"; e quella nord, dominata dalla zona di Neustadt (letteralmente "città nuova"), la zona giovane, viva, ricca di locali. Nonostante il campus universitario si trovi nella zona sud della città (ricco comunque di studentati, garantiti dall'Università stessa, per studenti locali e stranieri), la maggior parte degli studenti vive negli appartamenti condivisi a Neustadt, grazie anche all'ottimo sistema di trasporti cittadini, che permette di raggiungere facilmente ogni zona della città di Dresda.
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Pragerstrasse zona pedonale
Stazione centrale
Campus TU Dresden Sito di progetto
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Quartiere Neustadt
Centro storico
DDV - Stadio Parco cittadino
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scuola e architettura
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"vivere la scuola in spazi e luoghi adeguati può diventare la metafora del nostro stare al mondo, imparando a relazionarsi con gli altri, rispettare le regole, prendendosi cura dello spazio in cui si è immersi e partecipi" -Herman Hertzberger
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il concetto La prima considerazione da fare per intraprendere questo progetto Ê: "quali sono gli spazi di una scuola?". Il progetto prevede un ampio e serrato programma funzionale, che determina ambienti di diverse metrature: dai servizi, agli uffici dei docenti, alle aule-lavoro degli studenti. Ma come si può legare tutti gli spazi richiesti, senza alienarsi all'interno di un dedalo di aule concatenate tra loro? Creando un'architettura consapevole, pensata per le necessità dei suoi utenti. Un'architettura concepita a partire dai soggetti che vi si muovono, vi abitano, si identificano con essa. Mettendo insieme gli elementi, un nome su tutti risponde meglio a tale concetto: l'architetto olandese Herman Hertzberger. I suoi progetti prendono forma attraverso la composizione di spazi capaci di ospitare, incoraggiare, stimolare la vita, la crescita individuale e collettiva, l'apprendimento, la creatività . Se tradizionalmente il progetto prende le mosse da un concetto o da un'idea-guida di forma, l'iter progettuale viene quasi rovesciato nel lavoro di Hertzberger, sviluppandosi dall'interno verso l'esterno, dalla situazione empirica particolare con cui una persona si misura fisicamente ed emotivamente, fino alla definizione dell'oggetto. La costruzione dello spazio risponde quindi in prima istanza ai bisogni psicologici, interiori dell'individuo.
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Scuola Montessori
Herman Hertzberger, 1960-66, Delft, Olanda
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le esigenze La costruzione dello spazio e dell'architettura risponde in primo luogo ai bisogni interiori, psicologici dell'individuo. L'architetto diventa interprete delle aspettative dell'uomo, che plasma lo spazio in base alle sue esigenze e non con il mero scopo di manipolare le forme, volte a stupire gli "spettatori". La scuola Montessori è forse l'opera che meglio si presta ad evidenziare tale concetto. Le aule sono unità autonome disposte intorno all'atrio della scuola come piccole case su una strada comune. L'edificio è progettato secondo i principi del metodo pedagogico di Maria Montessori: non esistono quindi gerarchie fisse tra insegnante e allievo, che vive liberamente l'ambiente favorevole e stimolante, riuscendo a sviluppare al meglio le proprie facoltà fisiche, mentali ed emotive. Lo spazio dell'aula è articolato in diversi ambienti, per permettere la simultaneità di diverse attività, che nell'aula tradizionale rettangolare non sarebbe possibile. Spazi di soglia determinano l'allungamento delle aule stesse, dove i bambini si intrattengono come in cortili, spazi interni ed esterni allo stesso tempo. L'unità elementare di composizione della scuola diventa un mondo ricco e vario, al cui interno il bambino può trovare, come in una casa, un angolo confortevole per ogni situazione.
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Central Beheer
Herman Hertzberger, 1968-72, Apeldoorn, Olanda
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l'identificazione Lo sforzo di immaginare le sensazioni e i desideri delle persone, nel loro rapporto con gli spazi dell'architettura, porta Hertzberger a sperimentare soluzioni in cui un ruolo importante è attribuito proprio alla partecipazione creativa degli utenti. L'individuo, in tal modo, passa da essere "utente" a diventare "abitante" dell'architettura stessa. Nel complesso per uffici delle assicurazioni Central Beheer ad Apeldoorn, la forma è campo di possibilità interpretative da parte dell'individuo. All'interno di un tessuto geometrico ortogonale, la struttura sostiene "grappoli" di piattaforme quadrate su più livelli, separate da spazi a galleria che lasciano filtrare la luce. L'edificio è concepito come un insieme di unità componenti, che evoca figure come il labirinto e la casbah. Le piattaforme forniscono una rete di spazi di lavoro che possono essere destinati a persone o a gruppi, attraverso molteplici possibilità di variazione nell'allestimento degli elementi modulari di arredo. L'individuo dunque può interpretare al meglio lo spazio in base alle proprie esigenze, personalizzarlo, prendersene cura, sentirsene responsabile. Se una scuola elementare si discosta concettualmente e spazialmente da una facoltà universitaria, un'edificio per uffici si avvicina di più al concetto di "lavoro" degli studenti all'interno dell'università.
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Scuola elementare Romanina
ATP Hertzberger & Scarpinato, 2005-12, Roma, Italia
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la comunità Il concetto di consegnare l'edificio ai suoi utenti, metterlo a loro disposizione, senza voler prefigurare nel dettaglio le modalità d'uso dei suoi spazi sulla base delle ipotetiche esigenze dei suoi fruitori, si legge anche nell'ultimo progetto di Hertzberger, realizzato in collaborazione con Marco Scarpinato, a Roma, la scuola elementare nel quartiere Romanina. La libertà, da parte di chi lo vive, di decidere come usare ogni parte dell'edificio, è un valore fondamentale dell'opera architettonica, che si legge al meglio negli spazi della scuola. Tale concetto viene oltremodo arricchito dall'idea di un edificio che diventa luogo di comunità, di interazione, di socializzazione. Nella scuola gli spazi sono diversificati all'interno e all'esterno dell'edificio: le dieci aule della scuola primaria e le sei della scuola secondaria sono ordinate lungo un unico asse che, come una strada, si configura in una successione di spazi comuni, luoghi d'incontro per gli "abitanti" stessi della scuola. Lungo questo asse "pubblico" si incontrano la mensa, le corti aperte e l'accesso alla palestra. la strada diventa spazio di aggregazione, secondo diverse modalità. Lo spazio libero centrale dell'edificio può ospitare manifestazioni pubbliche e si propone come luogo ideale per le pause tra le lezioni e per le lezioni collettive tra più classi.
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l'idea
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l'archetipo I concetti di uno spazio pensato per le esigenze dei suoi utenti, nei quali l'individuo si può indentificare, di un luogo di interazione e comunità, sono alla base dell'elaborazione del progetto, e vengono interpretati ed adattati secondo i criteri concettuali e compositivi dell'edificio. Il titolo stesso "zuhause", significa letteralmente "a casa", termine utilizzato in un linguaggio più colloquiale. L'idea di progetto, infatti, gira tutta intorno al concetto di "casa". "Casa" nell'accezione più "architettonica" del termine, individuata nell'archetipo, la forma base dell'architettura, che, del resto, viene facilmente collegata alla progettazione proprio di una facoltà di architettura. "Casa" nell'accezione più "intima" del termine, il luogo in cui un individuo nasce, cresce, si sente maggiormente a suo agio, agisce e si muove liberamente. Luogo in cui ogni spazio è pensato per rispondere alle esigenze del suo abitante. Secondo tale concetto, gli spazi funzionali del progetto vengono pensati all'interno di una vera e propria "casa", in cui gli utenti si possono identificare al meglio. L'idea è trasposta letteralmente nella configurazione architettonica iniziale, in cui la forma dell'archetipo viene estrusa per la lunghezza necessaria all'edificio, mantenendo le proporzioni e creando una lunga stecca che è l'edificio di progetto.
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la casa nella casa L'estrusione dell'archetipo crea un grande vuoto da riempire. Il concetto di casa presuppone un determinato grado di intimità, per cui tale spazio viene concepito come un luogo da proteggere dall'esterno. Se all'esterno l'edificio presenta una forma intera, concreta, definita, all'interno si svolgono le più svariate attività in un luogo ricco di spazi articolati in pieni e vuoti, interni ed esterni allo stesso tempo, privati e pubblici, chiusi e aperti. Tale articolazione viene inizialmente individuata nella creazione di tre grandi spazi: due pieni ed un vuoto centrale coperto, che determinano un'immagine semplice, ma ricca di spunti di interpretazione. Si configura il tema della "casa nella casa", in cui il cuore è determinato proprio dallo spazio centrale, di collegamento tra i due pieni, quindi, emblematicamente, non dalla casa stessa. Le case, che corrono per tutta la lunghezza della stecca, contengono le funzioni proprie del progetto: le aule degli studenti, gli uffici dei professori, i servizi. Tali spazi pieni rappresentano il luogo più "intimo" dei fruitori della scuola, non luogo di passaggio, ma luogo di permanenza, in particolare in un'università, di studio, individuale e collettivo, e di lavoro. Lo scopo è quello di rendere tali spazi positivamente vivibili e fruibili da parte degli utenti della facoltà.
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la scala Lo spazio vuoto centrale, di comunicazione tra i pieni, viene riempito da una grande scala distributiva, che diventa il centro del progetto. L'idea è quella della trasposizione dello schema della pianta di una casa, con un corridoio centrale, in alzato: il corridoio, orizzontale, diventa verticale, come collegamento degli spazi ai vari piani e delle due case stesse. La scala centrale, con gli spazi che determina sotto di essa e in corrispondenza dell'accesso ai piani, crea una zona di passaggio e collegamento, ma anche di interazione, socializzazione, sosta, relax. Gli "abitanti" della scuola possono utilizzare lo spazio in svariati modi: la grande scala, che verrà divisa in scala di passaggio e scala a gradoni, può diventare zona di sosta o zona lettura, luogo di incontri e di socializzazione tra studenti o tra professori. Gli spazi ricavati possono ospitare caffetterie e piccoli "salotti", ma anche luoghi di esposizione dei progetti degli studenti della facoltà. Questo spazio centrale configura un ambiente sul quale le case, ai vari piani, si affacciano come su una strada, creando una sorta di spazio di comunità, come un piccola "città" nella casa, non solo "casa nella casa". Tale concetto viene interpretato al meglio negli spazi di una facoltà di architettura, in cui studenti e professori passano gran parte del loro tempo.
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l'istituto I concetti di casa nella casa, di identificazione dell'individuo nello spazio, e soprattutto, dello spazio che risponde alle esigenze dell'individuo, vengono adattati anche scendendo di scala, all'interno delle case stesse, negli spazi degli uffici dei professori. Questi non vengono progettatti, infatti, come ambienti in successione, collegati tramite spazi di distribuzione, come in una configurazione elementare e, se si vuole, tradizionale. I vari dipartimenti della facoltà sono suddivisi in uffici: l'istituto viene progettato come un appartamento, gli uffici e gli archivi come le stanze di esso. La pianta generica di un appartamento viene trasposta nella pianta dell'istituto, creando spazi piÚ pubblici, comuni, come l'ambiente adibito alla segreteria, pensato come uno spazio aperto, dal quale, tramite eventualmente un corridoio, si può accedere agli ambienti piÚ privati, che sono gli uffici di professori e assistenti, e gli archivi. Qui, l'utente diventa davvero "abitante", vivendo in uno spazio sia di interazione con altre persone nello spazio comune, sia privato, all'interno dell'ufficio. Gli spazi sono pensati come semplici e dai colori chiari, con l'idea che ogni fruitore possa personalizzare l'ambiente con diversi arredi e colori, a seconda del proprio gusto, in modo da sentirsi davvero "a casa".
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il progetto
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l'analisi Il sito di progetto si trova a sud della città di Dresda, a circa 2,5 km dal centro storico. Il lotto designato per il progetto si trova nel campus universitario, che ospita 14 facoltà e 37.000 studenti. Il lotto predisposto è di forma rettangolare, dalle dimensioni di circa 160x40 m, 6400 m2. Il lotto è stretto tra due edifici a nord e sud: la facoltà di ingegneria e il complesso di sale conferenze, con il rispettivo cortile, ad uso anche della nuova facoltà di architettura; in comunicazione con una strada carrabile a più corsie a est, di un importante snodo carrabile a nord-est, e con una strada interna al campus a ovest. Il campus è zona semi-pedonale: le strade interne sono carrabili, ma trafficate solo dagli utenti del campus. I limiti est ed ovest dell'edificio di progetto coincidono con gli allineamenti dei due edifici dell'immediato intorno, e con le due entrate della facoltà: quella principale, ad est, ad una quota di 135 metri sul livello del mare, in corrispondenza del piano terra, e l'entrata ovest, alla quota di 138 metri, al primo piano dell'edificio. Tramite la strada carrabile si può raggiungere l'edificio con auto e mezzi pubblici, ma vi si può accedere facilmente a piedi o con la bicicletta, grazie all'ampia zona pedonale adiacente e alla pista ciclabile, che attraversa tutta la città.
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Dresda
Sito di progetto
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Planimetria
Edificio di progetto
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130 m
Beyerbau - FacoltĂ di ingegneria HĂśrsaalzentrum - Centro sale conferenze
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Allineamento con gli edifici adiacenti
Entrata principale +135 m Entrata ovest +138 m
Percorsi veicolare - ciclabile - pedonale
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gli spazi Come già introdotto in precedenza, gli spazi dell'edificio sono divisi in pieni e vuoti; gli ambienti adibiti ad aule ed uffici, all'interno dei pieni delle "case" interne, sono collegati tramite la grande scala centrale. Lo spazio di interazione viene pensato come un insieme di diversi ambienti: la zona relax, la caffetteria, il luogo di incontri, la zona lettura, l'info point e la zona espositiva. Tali ambienti sono disposti negli spazi della scala: sopra, dove gli studenti possono fermarsi a studiare o leggere, seduti sui gradoni, accompagnati dai rumori si questo spazio semi-esterno, come alternativa ad una taciturna biblioteca; sotto, infatti la lunga scala determina un grande spazio sottostante, libero, che ospiterà la caffetteria, una grande zona di sosta, con divani e tavoli per consumare una bevanda o, perché no, studiare in compagnia; davanti, dove si può collocare un informale info point, all'entrata dell'edificio; dentro: la scala infatti viene estrusa, andando a formare una seconda scala, chiusa, interna, che va a determinare uno spazio espositivo permanente della facoltà di architettura. Lo schema spaziale base che si configura è quindi quello delle unità-casa collegate dalla scala centrale, che è allo stesso tempo spazio distributivo e spazio di socializzazione.
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Uffici dei professori
Spazio di interazione
Aule degli studenti
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Scala centrale come catalizzatore dello spazio di interazione
incontri incontri
esposizioni esposizioni lettura lettura
relax relax
infoinfo point point
caffetteria
caetteria
Composizione base degli spazi
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la composizione Lo schema compositivo dell'edificio si basa su un griglia di moduli, il cui modulo base è determinato da una rampa della scala centrale: 2x2,6 m. La griglia presenta 46x15 moduli, determinando un edificio rettangolare di circa 120x30 metri, la cui struttura è una griglia di travi in pilastri in cemento armato di 40 cm di sezione. La scala è progettata per piani di 3,7 metri, presenta 20 gradini, con mezzanino centrale; la scala viene ripetuta per raggiungere i 7 piani dell'edificio ed estrusa verso il basso, creando un'altra scala, chiusa, anch'essa collegata ad ogni piano. Il modulo base dell'edificio è quello dell'archetipo, che viene estruso in lunghezza e raddoppiato, per poi essere racchiuso da un volume maggiore, della stessa forma, che va a configurare il concetto di "casa nella casa", che, compositivamente, si traduce in una copertura vetrata, e come si vedrà nelle pagine successive, in un involucro esterno frangisole. Lo schema compositivo finale è quello, introdotto precedentemente, della stecca longitudinale composta da case (pieno) e scala centrale (vuoto). La case sono collegate tra loro solo tramite lo spazio di arrivo della scala, quindi hanno un solo punto di comunicazione, mentre nello spazio restante del piano si affacciano sul vuoto centrale tramite ballatoi vetrati.
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1 modulo = 1 rampa
Griglia di moduli
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Griglia di travi e pilastri in cls
Griglia dell'edificio
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Scala base
Ripetizione della scala
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Estrusione della scala
Scala dell'edificio
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Archetipo base
Estrusione dell'archetipo
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Casa nella casa
L'edificio
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Schema compositivo
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Esploso dell'edificio
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le funzioni Il programma funzionale del progetto è serrato e definito nei minimi particolari. Il nuovo edificio della facoltà di architettura dell'università di Dresda è diviso in 8 macro-ambienti, ulteriormente suddivisi al loro interno. Questi sono: le strutture centrali, che comprende decanato, uffici amministrativi, aule computer, centri stampa; i dipartimenti interni, che si articolano in: progettazione territoriale, progettazione architettonica, disegno architettonico, architettura del paesaggio, economia applicata, strutture applicate, storia e restauro dell'architettura e bioclimatica. Ogni dipartimento è diviso al suo interno in vari istituti, ognuno dei quali presenta uno schema che può essere composto da: segreteria, ufficio del professore, ufficio dell'assistente, archivio, aula multifunzione, aula per gli studenti del Bachelor, aula per gli studenti del Master. Ogni ambiente è definito da una metratura minima, dai 12 m2 degli archivi ai 400 m2 di aule o laboratori. Gli spazi adibiti agli uffici e alle aule per ogni istituto sono progettati adiacenti gli uni agli altri, in comunicazione tra loro. Gli istituti sono divisi tra primo e quinto piano; al piano terra si trovano le strutture centrali, più facilmente raggiungibili dall'esterno, mentre all'ultimo piano, sottotetto, si trovano gli spazi lavoro degli istituti di progettazione.
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TABELLA FUNZIONALE NOME
N° PERSONE
mq
PROGETTAZIONE TERRITORIALE
101
Fondamenti
61
529
Progettazione
1
107
Sviluppo
16
144
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA
328
Fondamenti
88
484
Edifici residenziali
59
244
Edifici industriali
65
304
Edifici pubblici
56
238
Architettura sociale
60
256
DISEGNO ARCHITETTONICO
256
Disegno tecnico
127
511
Disegno dal vivo
108
524
Collezioni colori
20
187
ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO
308
Architettura
76
322
Pianificazione
81
461
Costruzione
77
440
Storia
26
206
Altri spazi
9
178
612
1526
1272
1607
ALTRI ISTITUTI
308
Economia applicata
93
464
Strutture applicate
20
563
STORIA E RESTAURO DELL'ARCHITETTURA
74
Storia dell'architettura
37
171
Restauro architettonico
36
129
Archivi
1
55
BIOCLIMATICA
96
Fisica applicata
8
1065
Ecosostenibilità
88
421
STRUTTURE CENTRALI
185
Decanato
61
529
Amministrazione
1
107
Uffici esterni
16
144
Computerpool
145
590
Tecnica
1
40
Workshop
22
185
Centro stampa
2
183
60
mq totali
1607
355
1486
1778
Progettazione territoriale Progettazione architettonica
Disegno architettonico
Architettura del paesaggio
Altri istituti Storia e restauro dell'architettura
Bioclimatica
Strutture centrali
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l'edificio L'edificio si presenta imponente e visibile dalla strada da ogni direzione, supera in altezza gli edifici adiacenti e la copertura a falde si staglia nel cielo, circondata dagli alberi. Prima ancora di poter vedere l'edificio, però, si incontra il suo involucro, composto da lesene in cemento armato a vista, che riprendono la forma dell'edificio, e una copertura frangisole di listelli in alluminio rosso scuro, colori che vogliono comunicare con gli edifici adiacenti, caratterizzati dal grigio del cemento e dal rosso del mattone, e che vogliono creare un contrasto con gli interni, che presentano il bianco dell'intonaco e il legno dell'imponente scala centrale. L'involucro crea una protezione per l'edificio e si protrae all'esterno per ulteriori 16 metri, in corrispondenza dell'entrata principale. Si crea quindi una zona esterna e coperta, che ospita arredi, che creano zone di interazione e relax, come "salotti" esterni, che introducono al concetto racchiuso all'interno. L'involucro si articola in lunghezza, coprendo la facciata dell'edificio, disegnata da marcapiano in cemento armato e uno spartito di setti pieni e finestrature a tutta altezza. I lati corti, in corrispondenza delle entrate, non sono interessati dall'involucro frangisole: i due fronti sono completamente vetrati, definendo la permeabilità longitudinale dell'edificio.
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Pianta piano terra 1:500
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entrata principale + 135 m
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Pianta piano primo
Pianta piano secondo
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1:500
1:500
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Pianta piano terzo
Pianta piano quarto
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1:500
1:500
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Pianta piano quinto
Pianta piano sesto
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1:500
1:500
71
Sezione longitudinale 1:500
72
73
Prospetto SUD 1:500
74
75
Prospetto SUD 1:500
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77
78
79
80
81
82
83
84
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la struttura L'edificio è costruito principalmente in cemento armato: le due "case" presentano una struttura intelaiata, collegate dalla scala centrale, anch'essa in cemento armato, rivestita in legno. La copertura è leggera, in acciaio e vetro. La particolarità dell'edificio è intuibile nella sovrastruttura delle lesene esterne in cemento armato, che si ipotizza possa collegarsi alla struttura sottostante, giustapponendo un apposito strato di isolante termico, onde evitare ponti termici; la struttura delle lesene sarà anche il sostegno stesso della copertura vetrata, che presenta un telaio in acciaio e doppi vetri. L'involucro esterno è composto da brise-soleil in alluminio, orientabili verso sud e fissi verso nord, in quanto solo di ornamento. L'edificio presenta degli ambienti interni senza aperture verso l'esterno: in questi spazi si ipotizza di garantire una ventilazione naturale minima tramite l'apertura di finestrature interne, attraverso le stanze che presentano aperture verso l'esterno. L'aria circola all'interno degli ambienti, dall'esterno, fino a raggiungere il centro dell'edificio, in corrispondenza della scala centrale, in cui l'aria circola fino alla copertura vetrata, grazie all'effetto camino generato. L'ambiente centrale è pensato come uno spazio semi-aperto, caratterizzato quindi da un temperatura minore rispetto a quella interna.
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21 g Giu no
21 D icem bre
N
O
E
S
Schema strutturale
Copertura vetrata
Involucro esterno Brise-Soleil in alluminio Struttura portane in cemento armato Struttura centrale di collegamento in cemento armato Scala-Ballatoi
Schema climatico
Spazio semi-esterno Temperatura T1
Spazio interno Temperatura T2 Protezione dal sole
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Dettaglio della scala in cemento armato
0,15 m
5m
2,6 m
2,5 m
0,4 m
3,3 m
7,6 m
Dettaglio della facciata: Brise-Soleil regolabili in alluminio 9m 1,3 m
2m
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il modello
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Modello realizzato in scala 1:1000
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Modello realizzato in scala 1:1000
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bibliografia Herman Hertzberger, Lezioni di Architettura, 1996, Editori Laterza Pierluigi Fiorentini, Herman Hertzberger - Spazi a misura d'uomo, Roma, Testo & Immagine, 2002 Herman Hertzberger, Articulations, Amsterdam, Prestel Verlag, 2002 Romolo Continenza, Architetture di Herman Hertzberger - Dalla forma alla partecipazione, Gangemi Editore, Roma, 1988 Herman Hertzberger, Lezioni di architettura, Editori Laterza, Roma, 1996 Herman Hertzberger, Space and the Architect, Phillip Galgiani, 2000 E. Cosenza, G. Manfredi, M. Pesce, Strutture in cemento armato, Hoepli, 2015 Donata Bori, Il raffrescamento passivo degli edifici, Sistemi Editoriali, 2006
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grazie Voglio dire grazie innanzitutto alla mia cotesista, anzi alla mia amica, Samantha: senza di lei questo lavoro non sarebbe potuto esistere. Grazie per essere stata parte di me in questo percorso. Grazie al mio relatore, Christiano Lepratti, per aver reso possibile questa tesi, consigliandomi al meglio nella realizzazione del progetto, e alla mia correlatrice, Renata Morbiducci. Il grazie più grande va alla mia famiglia, che ha sempre creduto di me. Senza il loro sostegno non avrei affrontato questi anni così serenamente. Spero di non deluderli mai. Un grazie enorme a Samantha e Silvia, per aver condiviso con me questi anni in cui il disagio non è mai mancato, ma che sono stati indimenticabili, e li porterò sempre dentro di me. Grazie a tutti gli amici dell'università, che sono diventati una seconda famiglia. Grazie agli amici del lavoro, che mi hanno sempre sostenuto e divertito, con risate e serate incredibili. Grazie ai vecchi amici, gli amici di sempre: quelli che quando ho un problema, qualcosa da raccontare, loro ci sono. Sempre. Grazie ai nuovi amici, che hanno condiviso con me l'esperienza a Dresda: con loro sono cresciuta e diventata una persona migliore. Grazie.
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"dove non arrivo io arrivi tu, dove non arrivi tu arrivo io"
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ELETTRA SPICCIO
zuhause SPACE FOR ARCHITECTS
ELETTRA SPICCIO