Elena Capone Pier Giorgio Balocchi
Lodovico Gierut
Nicola Dal Falco
Jacopo Bertocchi
Elisa Lorenzelli OPERE LoremIpsum edizioni
in collaborazione con:
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Grazie a: Testi: Elena Capone Pier Giorgio Balocchi Lodovico Gierut Nicola Dal Falco Jacopo Bertocchi Fotografie, progetto grafico e impaginazione: Nicola Bertagni nicola.bertagni@gmail.com Integrazioni fotografiche: Emanuele Teobaldelli Rendering: Giulio Bracci
Š Copyright Elisa Lorenzelli www.elisalorenzelli.com info@elisalorenzelli.com LoremIpsum edizioni www.loremipsumedizioni.it
ISBN 978-88-904886-0-3
Elena Capone Pier Giorgio Balocchi
Lodovico Gierut
Nicola Dal Falco
Jacopo Bertocchi
Elisa Lorenzelli OPERE
LoremIpsum edizioni
L’essenza rivelata al femminile di Elena Capone - Critico d’Arte
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l fascino ancestrale della forma scultorea, la sua solidità, il rapporto spesso di messa in discussione dello spazio, la continuità stessa del pensiero attraverso la materia, impronta di sé, le ricerche artistiche contemporanee, talvolta anche nell’opera di talenti giovanissimi, come nel caso di Elisa Lorenzelli, che ha già nelle sue realizzazioni in marmo e metallo, la forza, il profilo, l’eleganza disinvolta, i precipitati di un percorso storico universale e che viene da lontano. Un dono estetico rivolto all’essenza riscoperta del femminile è il parametro portante della ricerca attuale di Elisa, consapevole della circolarità del tempo, del necessario rivolgersi al passato come struttura e dono di orientamento, ma anche la responsabilizzazione nei confronti del presente, dove il cambiamento è veloce e la memoria sfuggevole. E le sue figure femminili, sanno essere arcaiche e moderne, classiche e rupestri, in un gioco percettivo che coinvolge anche la fauna marina e terrestre, nella restituzione dell’immagine riequilibrante di una sirena atemporale, adeguata al ritmo frenetico e complesso dell’era moderna. Sono le facoltà del sentire chiamate principalmente in causa, nello spazio libero dell’arte, energie riscoperte come fondanti dello stesso pensiero razionale, nella restituzione ultima di una donna a pi dimensioni, ritratto adeguato ed intramontabile di un’identità che richiede il suo ruolo, con la persuasione riuscita di un linguaggio essenziale ed adeguato, dove fragilità e forza convivono e in cui la figurazione intuibile e familiare prende vigore e stabilità dalla linea semplificata della sua stessa astrazione e magneticamente coinvolgente, progressiva semplificazione.
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Scultura al femminile di Pier Giorgio Balocchi - Docente titolare della Cattedra di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara
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con grande piacere che scrivo questa presentazione per Elisa Lorenzelli che in breve volgere di anni, da brillante studentessa dei miei corsi in Accademia, stà ponendosi all’attenzione di chi ama la scultura del marmo, come autore di opere delicate ed inquietanti che si impongono per immediatezza, riflessione, tecnica ricercata e compiuta. La giovane età non fa velo al talento di Elisa che lavora instancabilmente alle sue sculture con determinata passione e con la tranquilla operosità di uno scultore che vive appunto, nel confrontarsi con il marmo. Nel terzo millennio, la scultura del marmo è sempre di più lavoro al femminile. Elisa fa parte di una compatta ed entusiasmante schiera di giovani donne che hanno gettato alle ortiche ogni tipo di timidezza e hanno affrontato l’arte del marmo con la gioia che conduce alla scultura. Le opere di Elisa si librano nello spazio con lieve slancio ed appaiono talvolta delicate e sottili come se l’autrice volesse apparentemente giocare sul contrasto fra la durezza del materiale e la delicata apparente fragilità del risultato. Questo è ottenuto con una lavorazione classica che Elisa raggiunge quasi magicamente scolpendo di sua mano le proprie sculture: una squisita manualità, sprezzante delle difficoltà tecniche del marmo, materiale ostico a chi non padroneggia la tecnica, manualità al femminile che apparenta in modo storico le mani di Elisa a quelle di tante altre donne che la storia al maschile ha volutamente trascurato. In opere dove i titoli suonano come piccoli accenni di poesia, evocando immagini femminili, siano esse sirene o busti vibranti e slanciati, che la scultrice ama come sorelle, la materia si offre al fruitore con superfici che sembrano attendere il tocco di una carezza. Sono opere orgogliose, frutto di un lavoro che Elisa Lorenzelli regala a tutti noi con stupenda consapevolezza.
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Frammenti
frammenti lodovico gierut
L’artista “è” la sua Opera di Lodovico Gierut - Scrittore e Critico d’Arte Non credo necessario – in tale sede – fare una elencazione delle personali o delle collettive che la giovane e brava scultrice Elisa Lorenzelli ha tenuto dal Duemila a oggi, e neanche ripetere i giudizi su quei lavori soprattutto marmorei (ma c’è il bronzo, la terracotta, il ferro...), che ne testimoniano un positivo e intenso iter col giusto equilibrio tra qualità e quantità. Pur conoscendola solo da qualche anno, per me non è un azzardo collocarla già in un ambito senz’altro qualitativamente alto, confrontandola con innumerevoli presenze della sua generazione: non mi se ne voglia se osservando molti giovani – alcuni operanti proprio nell’area apuo-versiliese dove s’è formata soprattutto tecnicamente – e pur dando sempre la massima fiducia, accanto a lei ne metto ben pochi. Elisa Lorenzelli osserva, parla, discute... ma soprattutto lavora e cresce. Ecco che, nel gioco delle parole, il suo accrescimento formale si va arricchendo di un bello artistico (cioè di contenuto) che costituisce l’autentico linguaggio atto a rappresentarne quell’impegno il quale, passando dal filtro della ricerca, ne va definendo strutture in cui la forma-materia (cioè l’opera completa, ragionata) svela e riassume pienamente il suo volto. È fuori di dubbio che l’essenzialità sia una delle sue prerogative, tanto che – evitando accuratamente orpelli altrove tanto ‘di moda’ che appesantiscono l’autentica scultura – ha trovato in quella che è stata opportunamente denominata “femminilità archetipica”: una cifra, un che di riconoscibile in cui si identifica un atto creativo che ovviamente ha in sé la conquista, frutto di appropriate e autonome scelte. Si tratta di scelte dove la stessa materia formale
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(soprattutto il marmo e nello specifico il Rosa del Portogallo) le suggerisce di volta in volta una nascita, che poi si unisce alla coscienziosità del fare. Tra figurazione e una sorta di astrattismo si sta perciò fluidamente concretando, non tanto un viaggio in cui prevalgono le emozioni e le sensazioni, bensì quella significazione che può benissimo essere intesa come una rigenerazione e sistemazione di un qualcosa da usare e da piegare e in definitiva da plasmare, sempre per dare un’identità piena al pensiero e alla realtà. La stessa morbidezza di più sculture d’ogni dimensione come Sirena, Dolci sorelle, Torsione femminile, accompagnano l’osservatore in un suadente percorso in cui non c’è una casualità, bensì un’attenta valutazione del tema da affrontare e quindi da mettere in essere secondo l’esigenza di un linguaggio armonico e dunque organico. L’artista “è” la sua Opera, tanto che fanno ulteriore fede – per una scultrice su cui s’è posata l’attenzione di critici e di giornalisti e persino di colleghi – sculture sulle quali va sostando, silenziosa e delicata, “l’essenza di un’Etruria magica e profonda, che dal suo cilindro fa uscire la modernità delle figure femminili” e di tutte le altre che diventate materia plasmata ben rappresentano e definiscono la sua personalità.
Marina di Pietrasanta, 20 ottobre 2009
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Scolpire di Nicola Dal Falco - Scrittore In una breve biografia artistica, breve d’anni anche se intensi, più che narrare i fatti si è spinti a cercare delle chiavi e a quanto di emblematico e forse premonitore è avvenuto. È la stessa operazione che si ripete verso la fine di un percorso, verificando che le orme lasciate alle spalle rientrino o meno, nell’ordine di una mappa. Nel nostro caso, quello di una giovane e attivissima scultrice, nata a Piombino nel 1983, i segni sono tutti lì, sulla sua persona e accanto, per così dire in anticipo rispetto al gesto artistico. Nella foto che la ritrae e accompagna il catalogo, il viso spunta a metà, si allarga in un sorriso, ti fissa senza sconti con un occhio. I capelli domati e il pendente all’orecchio aggiungono come un commento, un’allusione al rigore e alla curiosità, due aspetti che solo una salda ambizione può riunire. Dice che l’arte, in questo simile alla vita, non chiede di nascondersi, ma semmai di ritrarsi, di sgombrare il campo, tenendo lo sguardo dritto sul punto prescelto. L’uomo compiuto e ancor più l’artista osserva a lungo, pazientemente, talvolta fantasticando, in uno stato altalenante di coinvolgimento e distacco ma senza mai voltare le spalle alla verità. Con essa, col senso e la durata delle cose, sviluppa un rapporto di seduzione a distanza fino al momento in cui ne tenta l’abbraccio. Altre foto di Elisa Lorenzelli al lavoro potrebbero sembrare giusto didascaliche. Vanno, invece, lette come parte essenziale del ritratto. Gli abiti e gli attrezzi ne vestono la determinazione, la lotta e lo scontro con la materia al centro del lavoro. Dalla visione delle opere finite non possiamo escludere il contatto fisico, la fatica, la polvere e quel viso, coperto dalla mascherina, con uno straccio bianco intorno alla testa. In quei momenti, avviene la trasformazione di cui parlavamo prima, si dà atto alla
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volontà di chiarire un pensiero impellente. La nascita di questo piuttosto che di un altro linguaggio è dipeso anche dalle circostanze: quella di provenire da una famiglia edile che per tradizione costruisce, delimita e tira su spazi in cui vivere o di aver avuto un nonno materno che amava e praticava il disegno. Echi, esempi quotidiani che si sono mischiati al ritmo d’impresa, alla benevola confusione dei cantieri. Non c’è dubbio che un ambiente così, piantato in Toscana, a San Vincenzo, in faccia al Tirreno, possa riconoscere d’istinto la diversità solo se questa sa darsi i mezzi, riuscendo ad esprimersi con passione, totalmente. Elisa Lorenzelli ha fatto quello che veramente voleva fin dai tempi del Liceo artistico Pietro Aldi di Grosseto, partendo dal disegno, dai ritratti, scegliendo poi, con naturalezza, con sincerità, la scultura. Scelta ribadita, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si è laureata nel 2006, con una tesi su Moore e Arp, esponenti di primo piano della cosiddetta astrazione organica. In quegli anni formativi si è confrontata direttamente col marmo, sotto lo sguardo di Pier Giorgio Balocchi e Francesco Cremoni, suoi insegnati, prendendo a costante riferimento le opere di Brancusi, Tarabella, Viani, Arp, Signori. E quando oggi si muove tra il giardino, il garage e “gli attrezzi del babbo” è come se qui lo facesse da sempre, da generazioni. Le ho chiesto, con giustificata impertinenza, come inizia il processo creativo, da quali pause e attenzioni si attiva il corto circuito di una forma. “Quando arriva, il mio primo passo è fare uno schizzo – ha risposto – fermare l’immagine. Può essere il filo che pende dal soffitto di un’aula o la massa di capelli morti, bagnati, sulla spalla, ma anche guardando le cose, gli animali, le persone. Un processo di astrazione che va dalla forma di un oggetto alla figura umana,
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passando per il mondo animale e viceversa”. C’è una scultura che sembra il paradigma di questa dichiarazione. S’intitola Bosco animato, realizzato per il primo Simposio di scultura a Sassetta nel luglio di quest’anno e, in effetti, qualcosa di spiritato e solenne, di non casuale, si muove dentro il blocco di marmo rosso, trovando e chiamando a sé una forza che dimora sotto la crosta visibile e al tempo stesso vaga nell’aria. Paradossalmente è proprio l’uso di due materie fredde: il marmo e il ferro, a scaldare le forme di questa scultrice, chiamate a perpetuare il movimento, il gioco di masse e di linee che le ha fatte nascere. Lo sposalizio, infine, tra il marmo e il ferro, come avviene ad esempio in Dolci sorelle, non ha l’unico significato di contrapporre pieno e vuoto, ma ricorda il continuo affidarsi alla scultura e al disegno, al parto di una forma che invade lo spazio e all’appunto preparatorio, alla domanda di sintesi. Una gemellarità feconda che si riflette anche nella storia personale di Elisa Lorenzelli.
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foto: Emanuele Teobaldelli
Critica di Elena Capone - Critico d’Arte
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L’opera generale la scultura tra arcaicità totemica, classicismo ed esistenzialismo contemporaneo La scultura minimalista, ridotta all’essenza, volumetrica o bidimensionale, pura e marmorea e nei supporti luminescenti in metallo, riconduce la presenza preponderante di una femminilità archetipica, singolarmente in un contesto in cui la purezza della plasticità e la perizia tecnica si fanno talismano totemico-moderno, di un’ancestrale forza naturalistica ed organica della donna amante-madre, in un linguaggio che tende alla progressiva astrazione, decodificabile e familiare all’Uomo tecnologico, moderno e contemporaneo. Quel che resta del disagio post-moderno, dei ritmi della quotidianità, nel momento in cui irrompe la forza naturalistica di forme morbide ma decise, in un equilibrio plastico fatto di parti razionali, spazi vuoti incastonati in un assemblaggio armonico in andamento sinfonico-musicale e sovente, con tendenza in verticale, come nei neo-totem di Brancusi. È la ricerca della scultrice Elisa Lorenzelli, a tratti serena e senza meta, a tratti più sofferta e approfondita nel “mare aperto” di una identità socio-psicologica (Metà donna, Piccola figura slanciata) che aspira, senza mai raggiungerla completamente, all’assolutezza di una identificazione, oscillando armonicamente tra le molteplici possibilità dell’essere, sul palcoscenico imponderabile e naturalistico dei ruoli dell’Io. Gli scenari del mare, dall’ambiente di origine, la costa livornese da San Vincenzo fino alle suggestioni scenografiche della propaggine di Piombino, dirimpetto alle isole dell’arcipelago Toscano, contaminano l’opera generale della giovane artista,
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che riesce a filtrare le emozioni di una riconciliazione in solitudine con gli spazi costieri, evocativi di antiche storie, custodi di enigmi, negli studi in immedesimazione su forme, movenze, cromie e gradazioni di luce, nel silenzio di un riscoperto rapporto, irrisolto e aperto, nel territorio metafisico che sta tra la materia e l’essenzialità dello spirito e del pensiero. La fauna marina e terrestre è sedotta essa stessa nel gioco di forme di Elisa Lorenzelli (Forme serpeggianti, Donna fenicottero), in un passaggio sofferto, testimoniato dal connubio tra morbidezza dei volumi e contorni e durezza del supporto, tra un mondo dell’infanzia forse più prosastico ed iconicizzato e l’affermarsi di una femminilità decisa, sensuale, libera e compiuta, con uno sguardo nostalgico alle certezze del passato. La stessa arte rupestre è ricondotta, in una sorta di continuità ideale, attraverso l’evoluzione stessa delle linee organiche, negli spettri multitonali in metallo o nelle levigatezze pure dei marmi, verso una conservazione ultima di senso, fissata nelle geometrie decise della forma finita (esemplificativa l’opera Sinuosità). La femminilità contemporanea si rispecchia così in quella arcaica, nel movimento immortalato, come in uno scatto fotografico immediato, alla ricerca di un luogo ultimo di contenimento dell’essere, con qualche concessione, nella figura umana ripiegata in avanti, nei marmi sostenuti da griglie speculari in metallo, ai ripiegamenti interiori espressionisti, in sculture di per sé stesse più vicine, ad un primo sguardo, alla purezza rappresentativa ed ideale, classica e neoclassica, in contesto astratto.
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L’archetipo organico speculare del Sé Nella ricerca formale di Elisa Lorenzelli il percorso creativo passa attraverso multilivelli di autoconsapevolezza, nella trasposizione all’esterno, nel disegno-progetto preparatorio, continuato, ripetuto e reiterato su decine di fogli e supporti, già opera per certi aspetti a sé stante e finita, quasi un’ossessività espressionista in ambiente ponderato e razionale, nella ricerca dei contorni lineari che demarcano, con andamento deciso, frontale e lineare, o di saettante pulsione cinetica sinusoidale, la continuità percepita e sperimentata tra il senso dei contorni del proprio corpo. L’armonia, l’equilibrio e il dialogo tra le parti volumetriche che si delinea come auto-coscienza e visione proiettata all’esterno nella cristallizzazione archetipica finale di volumetrie e morbidezze vitali; messaggio ultimo di sintesi universale dalla proiezione in forma definita e finale dell’individuale intimità esperenziale. C’è nel disegno preparatorio il precipitato sottile della grazia nostalgica di Modigliani, omaggio alla prima modernità nel recupero della linea elegante e netta, essenza gentile di un sereno e consapevole dialogo, nel rallentamento dei ritmi quotidiani, con l’essenza della femminilità ancestrale. I volumi sferici si materializzano, in un divenire di forme di seducente armonia, sulla scia del rapporto interno-esterno, non essere-essere, spazi pieni-spazi vuoti, in virtù della lavorazione continuata,nella levigatezza della pietra che parla di identità antiche, nella ricerca di un linguaggio autonomo che tende alla completezza serena di una condizione riscoperta, che aspira ad un messaggio ultimo, immediato ed assoluto.
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Le influenze Come Hans Jeans Arp, fra geometrie, forme organiche e astrazione progressiva, la ricerca del mondo spirituale invisibile, attraverso i percorsi sperimentali delle avanguardie (Surrealismo, Blaue Reiter, Dada) - verso le esigenze più concettuali della modernità e contemporaneità - si concretizza in un neo-animismo di soggetti che si armonizzano con la natura incastonandosi nell’infinito gioco di volumi che inventano e danno senso e direzione alle infinità spazio-temporali: l’arte concreta che si distingue dall’istintualità pura dell’informale. Allieva all’Accademia di Carrara di Pier Giorgio Balocchi, titolare della Cattedra di Scultura, di cui si percepisce un certo precipitato nel rigore e nitidezza delle opere, attuale collaboratrice del maestro Franco Mauro Franchi, è dall’insegnante di tecnologie del marmo Francesco Cremoni che è maggiormente influenzata. Negli anni della formazione, nelle ricerche sulle trasformazioni dei marmi in virtù della luce, nello stile dello scultore caratterizzato da ondulazioni preziose e barocche e dalle aperture sull’infinito, in figurazioni sospinte verso la trasformazione astratta-informale. Nei torsi e studi di movimenti, la memoria rievoca le astrazioni geometriche scultoree di Alberto Viani, nelle sculture connotate però dalla genesi formale e persistenza della morbidezza sferica, vagamente invasiva, fonte di vita ancestrale. Per gli aspetti legati al classicismo in chiave neo-classica, ritorna anche la ricerca complessa di Antonio Canova, fra razionalità e purezza ideale e contenuti concettuali di forza lirica e filosofica, ancor più estremizzati, nella drammaticità tendente all’assolutezza, tipica dell’opera minimalista-astratta di idealizzazione delle stesse emozionalità, riconsegnate ai codici allegorici di un linguaggio universale.
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I marmi Il lavoro superficiale del levigare fino allo sfinimento - componente espressiva-emozionale sulle linee guida della razionalità del “progetto” originario - trasforma la materia grezza nella purezza di un’oggettualità limpida e aperta ai giochi di luce, di ombre e di chiaro-scuri, memori ancora però, e testimoni contemporanei, dell’assolutezza atavica della solidità persistente della pietra. Nei supporti prediletti in marmo, dal classico statuario, al più duttile travertino, fino ai giochi di cromia del rosa del Portogallo e del nero del Belgio, la durezza ostica della pietra già amata da Michelangelo per la verifica diretta di un determinismo materico sulla presunta onnipotenza del pensiero, metafora anche del rapporto sofferto tra amore e psiche, emozione e riflessione, diviene l’immagine di sintesi, nella concretizzazione nelle vesti di un ossimoro semantico, di evanescenti percorsi di una contemporanea e riscoperta “insostenibile leggerezza dell’essere”.
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Anima Femminile marmo nero Marquigna cm 50x23x3 anno 2009
Autoriflessiva la scultura-ritaglio, quasi bidimensionale, dove il timbro scuro del marmo, sottolinea il sottile dialogo interno, fra la solitudine e la riscoperta riconciliante del corpo e del SĂŠ.
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Ballerina marmo rosa del Portogallo cm 65x22x3 anno 2008 / 2009
Quasi un omaggio esplicito a ModĂŹ, in un soggetto prediletto da Degas, nella grazia nostalgica della ballerina solitaria in marmo, la sinuosa tensione che mantiene i connotati archetipici della femminilitĂ , pur nella progressiva astrazione.
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Bosco Animato marmo rosso di Sassetta cm 100x70x50 anno 2009 In questa opera, realizzata in occasione del Simposio di Sassetta, il movimento dal basso verso l’alto, apre l’incanto di forme organiche imprigionate e testimoniate nella pietra, in silenzioso e riconciliante dialogo, nel ritratto di un monumento precolombiano, restituito allo scenario del contemporaneo.
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Dolci Sorelle marmo rosa del Portogallo con tondini di ferro cm 67,5x32x5 anno 2008 Il dualismo del sé è sottolineato dalla specularità dei diversi supporti in marmo e ferro impiegati e dell’opposto di pieno e vuoto, nel reciproco sostegno di due entità simili e mai eguali.
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Donna Cigno marmo rosa del Portogallo cm 53x14x3 anno 2009 Forza e fragilità insieme nella grazia della Donna cigno, in un confronto piÚ deciso con l’esterno, che si delinea in uno slancio accennato, ma di sostenuta efficacia comunicativa.
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Donna Fenicottero marmo rosa del Portogallo cm 73x15x3 anno 2008 Insieme forte e fragile, si sprigiona l’identità di un tipo ideale di donna, alla riscoperta, in intimità, della propria femminilità, nella linearità di un equilibrio instabile, con tensione forte-fragile verso l’alto come in Brancusi.
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Donna in Movimento bronzo patinato verde cm 19,5x17x13 anno 2004 La mimesi con la fauna terrestre e l’ironia, nel bronzo, lascia intravedere le forme femminili seducenti e sinuose, nel gioco gestaltico della percezione ingannevole di una deliziosa e sfuggente lepre.
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Donna Sensuale pietra cm 50x23x3 anno 2009 Il ritmo, strutturazione e movimento, tipici della scultrice, sono sottolineati dalle venature del marmo di supporto, che veicolano il viaggio in un mondo libero, emozionale, riequilibrante e passionale.
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Femminilità marmo rosa del Portogallo cm 54x11x4,5 anno 2006 L’elemento femminile è intuibile nelle poche linee decise, e in un gioco di chiaro-scuro attraverso gli effetti di luce sul marmo levigato, nell’essenza formale, potente nel significato intrinseco ed universale di una identità di genere che si riscopre nella forza della purezza, in immediatezza dinamica.
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Figura Inarcata marmo bianco venato di Carrara cm 26,8x14x13 anno 2005 / 2006 Nella pura opera in marmo bianco, forte è la dialettica temporale, tra l’abbondanza della forma stilizzata-arcaica e la purezza preziosa classica e moderna della levigatezza superficiale che amplifica le trame segrete della pietra.
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Forme in Movimento marmo bianco venato di Carrara cm 62x23x10 anno 2009 PiÚ decisa è la memoria arcaica di questa scultura solida ed elegante insieme, nell’essenza ben manifesta del femminile, dalla scultura rupestre alle icone moderne e mass-mediatiche.
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Figura Slanciata marmo bianco statuario cm 66x18x13,5 anno 2006 L’astrazione si fa sostenuta nella forma plastica in marmo bianco statuario, ricorrente nella produzione dell’artista, meno dinamica e piÚ psicologica ed autoreferenziale.
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Metà Donna marmo bianco venato di Carrara cm 78,5x22x11 anno 2005 / 2006 Nell’opera l’arte arcaica è particolarmente preponderante, sia pur nelle sembianze ideali moderne e contemporanee, sulla scia esistenziale di una donna pi iconica, ma comunque ottimistica e di eleganza e semplicità atemporali.
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Movenza marmo rosa del Portogallo cm 43x6x3,5 anno 2007 / 2008 Il marmo rosa sottolinea l’andamento di forme leggermente meno inarcate, piÚ materne dove approfondito è lo studio di un movimento gentile, deciso e connotato nel genere, nella forma finita-indefinita da cui traspare anche il profilo di un sottile e accennato erotismo.
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SensualitĂ marmo rosa del Portogallo cm 53x8x3,5 anno 2008 Inarcata e musicale la forma stilizzata, nelle movenze gentili ed eleganti di una sensualitĂ intrigante, appena accennata, gentile ed accogliente.
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Palamita marmo rosa del Portogallo cm 54,5x27,5x2,5 anno 2009 Complessa e metaforica questa scultura, dove la fauna marina riprende la piena identità , ma sottende anche il mistero di un contenuto implicitamente relazionale, nell’incontro significativo tra il pesce familiare e la barca, che chiude lo spazio vuoto in un sodalizio instabile e spettacolare, sulla scia del lirismo impresso nella pietra, immagine di sintesi di una fiaba contemporanea, come nell’iconografia di antiche storie restituite dal mare.
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Piccola Figura Slanciata marmo bianco venato di Carrara cm 53x13x6,5 anno 2006 / 2007 Un’opera tendenzialmente monumentale questa opera ridotta nelle dimensioni, solida nella postura in rapporto allo spazio, dai volumi geometrizzanti, che imprigiona e sprigiona insieme l’essenza del femminile.
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Piccola Sirena alabastro cm 30,5x16x1,5 anno 2009 Leggera, quasi in apparizione sporadica, ma di grande valenza poetica, la “Piccola Sirena”, ritaglio di stile sul tema, dove protagonista è anche il piedistallo, in una composizione strutturata fra movimento ed equilibrio, memoria contemporanea di un luogo libero e altro, incontaminato, dell’essere.
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Slancio Femminile travertino bianco cm 85x14x8 anno 2008
Il movimento sembra piĂš incerto, e forse lo slancio rimandato, come se un determinismo invisibile e atemporale, ripiegasse la corporalitĂ in una gentile pausa di auto-riflessione.
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Silhouette travertino rosso cm 51x10,5x4,5 anno 2006
In supporto supporto di di travertino travertinorosso rossopersico, persico,una unascultura sculturacalda, calda,etnica, etnica, di sapore sapore archeologico-rupestre archeologico-rupestre ee in cui lo lo scambio scambio tra tra arcaico arcaico ee di in cui contemporaneità si delinea all’insegna dell’eleganza, del mistero contemporaneità si delinea all’insegna dell’eleganza, del mistero ritrovato e restituito, dell’immaginazione, in un cortocircuito ritrovato e restituito, dell’immaginazione, in un cortocircuito produttivo tra spiritualità e corporalità. produttivo tra spiritualità e corporalità.
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Sinuosità marmo bianco statuario cm 48x11x7 anno 2003 / 2004
Dalle movenze sensuali e leggere, alla sinuosità più decisa, dove i seni volumetrici, materni e perfetti, sono controbilanciati dalla geometria più squadrata del corpo che ne rafforza la persistenza formale e concettuale.
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Sirena marmo rosa del Portogallo cm 39x35x2,5 anno 2009 Come incisa in rilievo su uno scoglio sperduto, la donna-sirena testimonia di sĂŠ, nelle nuove rappresentazioni di una leggenda contemporanea.
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Sirena marmo bianco venato di Carrara cm 74x44x2,5 anno 2009
La forza scultorea e la linearità classica, s’incontrano in profondità con un’icona inedita della contemporaneità, nella donna-sirena semplificata nei contorni, gentile nella cinetica generale, con ancora alcune concessioni al recupero moderno dell’arte arcaica, e nella restituzione di un messaggio tendenzialmente ottimista e rigenerante che manifesta, con sostenuta decisione, la sua presenza allo spettatore.
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Torsione Femminile marmo rosa del Portogallo cm 61x21,5x2 anno 2008 Il busto femminile classico è interpretato in movenze e cromie - complice il marmo rosa - che stilizzano i ritmi della donna contemporanea, prendendo ironicamente le sembianze stilizzate e bidimensionali, in una sorta di pop-art ecologica ed organica, dalle icone del mare.
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I lavori in supporto di ferro Più vicina all’arte povera e ai ready-mades è la produzione in metallo, dove però ancora una volta il lavoro è meditato, paziente, nella riproduzione delle opere-bozzetto, già nel disegno preparatorio connotato da forte tensione dinamica. Ritagli in ferro riproducono la stilizzazione di movenze femminili, di elementi marini, fino alle sirene minimaliste che si delineano nelle gradazioni tonali che evocano la foto d’autore in bianco e nero, dalla superficie levigata, lavorata e impreziosita dal lavoro attento e solo apparentemente di procedura “informale” o informale, per la passionalità vagamente ossessiva nel procedere, nella realizzazione dei ritagli finali di forme “rapite” e suggerite dal mare. Anche nelle sculture in ferro ritorna la dialettica tra determinismo e osticità del supporto da un lato e morbidezza sinuosa della forma dall’altro, dialettica irrisolta anche nel meccanismo complesso di percezione partecipe dell’osservatore e nell’attribuzione di senso finale: linee dolci seducono e riposano lo sguardo, guidandolo lungo i percorsi di un dinamismo deciso, musicale e roteante, per poi ricondurre però la visione generale alla geometria statica, più Bauhaus che Arte Concreta, cosicché, come nei grandi maestri scultori - da Michelangelo a Canova - la libertà perde i suoi contorni e significati, se dimentica il confronto identitario, con i confini delineati dalle sue stesse irrinunciabili regole.
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Busto Serpeggiante lamina di ferro cm 74,5x9x0,2 anno 2008 In supporto di ferro e quasi totalmente astratto, protagonista il movimento elegante, che oscilla, nella riflessione intimistica del SĂŠ, attraverso il ritaglio serpeggiante di un corpo in citazione della sua stessa essenza e memoria.
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Corpo Femminile tondini di ferro cm 225x117x2 anno 2009 si gioca tra tra pieni e vuoti, nella nella La dialettica dialetticatra tralibertà libertàe ecostrizione costrizione si gioca pieni e vuoti, scultura dai contorni in ferro, dove la scenografia dell’essenza scultura dai contorni in ferro, dove la scenografia dell’essenza del femminile in in interezza, concon un andamento del femminile sisidispiega dispiegaquasi quasi interezza, un andamento multivisione di evocazione insieme cubista e futurista.
multivisione di evocazione insieme cubista e futurista.
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Donna Conturbante lamina di ferro cm 51x6x0,2 anno 2008 Uno studio diretto sulla comunicazione attraverso il movimento e la postura cinetica, nell’ironica e superba scultura in metallo, in continuità fra psichico e fisico, nella astrazione quasi compiuta, citazione in ritaglio di un intramontabile e familiare atteggiamento.
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Sagoma Sinuosa tondini di ferro cm 84x29x1 anno 2008
Ăˆ il vuoto dello spazio imprigionato nel disegno in metallo sul vuoto, che partecipa in questa opera rivolta al linguaggio stesso dell’arte contemporanea, alla ricomposizione della forza e gentilezza insieme della femminilitĂ ancestrale, sensuale, materna, ora psicologica e sofferta, ora tranquillizzante e confortante, talismano eterno e ciclico della vita.
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Forme Serpeggianti lamina di ferro cm 109,9x51,5x0,2 anno 2008 unoscatto scattovorticoso vorticoso immediato, l’archetipo femminile In uno eded immediato, l’archetipo femminile appena intuibile intuibile nella nellaforma formaorganica organica marina, adagiata verso appena marina, adagiata verso la la bi-dimensione, testimonia in immediatezza dinamica e combi-dimensione, testimonia in immediatezza dinamica e compositiva positiva una presenza elegante e sinuosa, vagamente a disagio una presenza elegante e sinuosa, vagamente a disagio nell’appena nell’appena raggiunto nuovo ambiente di senso.
raggiunto nuovo ambiente di senso.
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Grande Sirena tondini di tondini diferro ferro cm 225x154x2 225x154x2 anno 2009 anno 2009 Un disegno disegno gentile gentile eearmonioso, armonioso,nello nellostile stilee enelnel soggetto risoggetto ricorrente corrente della prende scultrice, prende forma anchesemplici da queste semplici della scultrice, forma anche da queste linee metalliche, linee metalliche, “disegnate” sul vuoto dello spazio, nella sintesi “disegnate” sul vuoto dello spazio, nella sintesi oscillante tra timidezza, oscillante tra timidezza, femminilità, esserci e non esserci, contorfemminilità, esserci e non esserci, contorno plastico filiforme finale, no plastico filiforme finale, per l’opera interattiva e di sostenuta per l’opera interattiva dimensione installativa.e di sostenuta dimensione installativa.
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Vibrazione Femminile lamina di ferro cm 95x43x0,2 anno 2008 gentilezzadelle dellelinee linee di corpo un corpo sensuale, ed il profilo inLa gentilezza di un sensuale, ed il profilo inconfondibile confondibile di genere è appena impresso nel ritaglio metallico di genere, è appena impresso nel ritaglio metallico di una scultura di unaconsistenza scultura dalla consistenza bidimensionale, che crea la sua dalla bidimensionale, che crea la sua terza dimensione, e terza dimensione e manifesta la sua presenza, nel movimento manifesta la sua presenza, nel movimento libero e gioioso attraverso libero e gioioso attraverso il vuoto di significato nello spazio.
il vuoto di significato nello spazio.
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Biografia di Jacopo Bertocchi Assessore alla Cultura Comune di Campiglia Marittima (LI)
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“l’art doit se perdre dans la nature” Jean Arpans La scultura più delle altre espressioni artistiche è figlia di un’intuizione riservata a poche anime. La capacità di ritrovare e ritrovarsi, in senso puramente estetico, nel blocco di marmo o nel ferro, nella materia, ha come fine un omaggio prezioso del quale tutti possono godere: donare il contenuto a una forma che è da scovare, da portare in superficie. Il senso della scoperta è ciò che distingue il tratto delle opere di Elisa: sinuose come il tormento dell’animo umano e armoniose come le onde che tormentano il mare. Elisa Lorenzelli nasce nel 1983 a Piombino, in Toscana. Fin da giovanissima apprende le tecniche della lavorazione della ceramica e del marmo, terminando il periodo di formazione presso l’Accademia delle Belle Arti di Carrara. La sua attività, segnata da un esordio precoce, è un lavoro continuo ispirato dalle opere di artisti come Arp, Signori, Viani e Tarabella. Si ritrovano lungo il percorso artistico, disseminato dall’uso di materiali diversi tra i quali cemento, ferro, creta e ceramica, i segni di un’arte che comunica in modo diverso lo stesso messaggio. Segni distintivi che derivano da una solida formazione maturata senza mai dimenticare la tradizione artigiana di famiglia, frutto di una sensibilità poetica e di un senso sacro delle forme antiche, dolci e forti, così come la terra e il mare che gli hanno dato i natali. Queste le impronte di una natura presente nell’animo di Elisa, che la inquadrano in un neo animismo tipico di chi riesce a interiorizzare la forza generatrice e gli umori di una terra dove è la natura il tratto essenziale del paesaggio. Questo ciò che si avverte non appena si osservano le opere della giovane artista toscana. In questo senso si può considerare interprete originale e contrapposta dell’essere e del sentirsi donna. Artista che dedica la sua opera e la vita all’astrazione organica, lambendo il confine col Dadaismo, in una sorta di rivisitazioni lontane di nostalgie e di un senso estetico apparentemente lontane dal dibattito della scultura contemporanea, che ne fanno la rappresentante autorevole di un immaginario artistico in divenire tra natura e modernità.
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Biografia di un’artista Collaboratrice del Professor Franco Mauro Franchi, ispirata da una ricerca accurata e appassionata, inizia giovanissima la propria attività espositiva. I primi attestati conseguiti per la rassegna “Ceramica 2000” sono il segno di un’attività in divenire che incrocia la capacità artistica con la curiosità tutta femminile di cimentarsi nell’uso di materiali diversi al fine di dare forma ad un bisogno espressivo che nel tempo consacrerà l’artista anche in ambito internazionale. Inizia con il nuovo millennio l’attiva espositiva con la partecipazione al Concorso Internazionale della Ceramica di Nove (Vicenza). Nel 2002 partecipa alla quarta edizione della “Festa di Primavera” a Grosseto con il Concorso “La Pace ti Piace?”, dove ritornerà un anno più tardi alla Fortezza Medicea (dopo il Simposio in “Piazza dell’Erbe città di Carrara” nel 2004) con il Concorso di Scultura Nazionale d’Arte Figurativa “Sara Capponi”, momento simbolico di passaggio dalla ceramica alla scultura consacrato da una fortunata serie di esposizioni e mostre, sia in Italia sia all’estero durante il biennio 2005-2007. Vale la pena ricordare: Anno 2006 • Fiera Marmomacchine. Marina di Carrara. • Maestri e Allievi dell’Accademia. Galleria comunale. Torrita di Siena. • Il paese degli artisti Notte e Giorno. Torano (MassaCarrara). • Esposizione di scultura. Castello Malaspina. Fosdinovo (Massa-Carrara). • Esposizione di scultura. Galleria B. Haasner. Wiesbaden (Germania). • Mostra I colori del bianco. Art Center Berlino. Germania. • Mostra Marmo d’arte. Parco d’arte E.Pazzagli. Firenze.
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Anno 2007 • Mostra Pietra lavorata arte e artigianato. Castel S.Niccolò. Arezzo. • Esposizione alla Biennale Infieri. Palazzo Cybo Malaspina. Carrara. Importanti nel periodo che possiamo definire di consapevolezza artistica, le numerose partecipazioni e i conseguenti riconoscimenti ai concorsi di scultura negli ultimi anni: • XIV Concorso di Pittura, Scultura e Grafica Donoratico. Vincitrice del Premio del Comitato d’Onore. Castagneto Carducci (LI). • Collettiva Pittori e Scultori della Val di Cornia. Galleria Accademia dei Ravvivati. Piombino (LI). Così come il percorso individuale inaugurato con le mostre personali: • Personale di scultura. Art Gallery Restaurant - La Taverna del Pittore. Bolgheri (LI). • Personale di scultura. Sala Gasparri - Populonia. Piombino (LI). • Personale di scultura. Castagneto Carducci (LI). Fino alle più importanti rassegne d’arte e cultura in Costa degli Etruschi e nella provincia di Carrara: • • • •
Venturina Arte. Campiglia Marittima (LI). Arte in Piazza. Castagneto Carducci (LI). Conviviarte 2008. Bibbona (LI). Rassegna nazionale Villa Mussio Arte. Campiglia Marittima (LI). • X Mostra Internazionale di scultura Solo donne Scultura
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al femminile. Torano Notte e Giorno. Il paese degli artisti. Torano (Massa-Carrara). Oltre a questa evoluzione sono degni di nota, al fine di una comprensione dell’artista i premi e concorsi come: • Premio Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Roma 2009. Pescara. • Selezione per il Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea Saturarte. Genova. • Partecipazione alla V edizione del Premio Celeste 2008. San Gimignano (SI). • Partecipazione al III Premio Internazionale d’Arte Laguna. Mogliano Veneto (TV). • Finalista VIII Premio Nazionale d’Arte Città di Novara Art Action 2008. Novara. • IV classificata al XV Concorso di Pittura, Scultura e Grafica Donoratico 2008/2009. Castagneto Carducci (LI). • Vincitrice del 1° premio di scultura XVI Concorso per le Arti Visive Donoratico. Castagneto Carducci (LI). Il 2009 è l’anno più fruttuoso. Con una serie di mostre e premi, si riconoscono alla scultrice toscana, sia il valore artistico delle opere che la produttività febbrile di artista in continua ricerca. Mostre Personali 2009: • Galleria Accademia Libera Natura e Cultura. Querceto (PI). • Forme Sinuose. Palazzo della Cultura. San Vincenzo (LI). • Campiglia Natale in Arte. Campiglia Mattima (LI). Mostre Collettive 2009: • Progetto selezione artisti Arte in Toscana. Dai
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Macchiaioli ai Contemporanei. Galleria Centro Arte Moderna. Pisa. Donne in arte. Love – Amore. Galleria Centro Arte Moderna. Pisa. Archivio Artistico. Galleria Centro Arte Moderna. Pisa. Donne nell’Arte in Toscana nel XXI Secolo. West Florence Hotel. Campi Bisenzio (FI). Rassegna d’Arte M’Arte 2009. Opere e Installazioni Contemporanee in Borgo Antico. Montegemoli (PI). Gli artisti di Athena. Centro espositivo la Torre. San Vincenzo (LI). Collettiva con la Galleria Greco Arte di Fucecchio. Marina di Grosseto (GR). Mille Colori Arte al Femminile in Italia. Casole d’Elsa (SI). Collettiva di pittura e scultura. Galleria d’Arte Sergio Balducci. Castagneto Carducci (LI). Mostra Olivo. Pietrasanta (LU). Mostra Arte e Grafologia. Lido di Camaiore (LU). Mostra Collettiva Olivo Mail Art. Cerreto di Montignoso (LU). Mostra Collettiva Ritratti di San Vincenzo. Centro Espositivo la Torre. San Vincenzo (LI). Mostra Collettiva Etichette d’Autore. Versilia Wine Art Festival. Pietrasanta (LU). Mostra Collettiva di Pittura e Scultura Aspettando il premio Città di Livorno. Bottini dell’Olio. Livorno. Mostra Collettiva Navicelli in Arte... A cura di Idearte. Pisa. Mostra Collettiva di Pittura e Scultura di Natale. Gli artisti della Val di Cornia. Galleria Accademia dei Ravvivati. Piombino (LI).
Simposi 2009: • I Simposio d’Arte Contemporanea in marmo rosso di Sassetta. Sassetta (LI).
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Fiere d’arte 2009: • PisArt Expò 2009. Pisa. • Contemporanea. Galleria Alba di Ferrara. Forlì. • Immagina. Galleria Montecchi Arte di Grosseto. Reggio Emilia. Premi 2009: • Premio della Giuria XVII Concorso Città di Riparbella. Concorso Nazionale di Pittura – Scultura – Grafica – Poesia. Riparbella (PI). • 1° Premio Sezione Scultura del X Premio Nazionale di Arti Visuali Creativi Under 30. Grosseto. • 1° Premio Nazionale di Scultura Le Antiche Repubbliche Marinare. Pisa. • Finalista della III Biennale d’Arte Contemporanea Genovarte 2009. Genova. • Partecipazione Premio Arte Mondadori. Milano. • Partecipazione Premio Arte Donna Provincia di Livorno. Trame del Futuro. Livorno. Partecipazione ai Concorsi 2009: • Arte Giovane Como Contemporary Contest. Como. • Finalista al Concorso Internazionale 8 Marzo Arte Contemporanea. Perugia. • Finalista al Concorso Nazionale La Spadarina Segni del Tempo. Piacenza. • I Edizione Scultura sul mare . A cura di Agorarte. Alassio (SV). • Finalista Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea Saturarte. Genova. Presente con le sue opere in numerose pubblicazioni. • Solo Donne Scultura al Femminile. Torano Giorno e
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Notte il paese degli artisti. A cura di Anna Vittoria Laghi. Anno 2008. Città di Novara VIII Premio Nazionale. A cura di Vincenzo Scardino. Anno 2008. Saturarte 08. XIII Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea Saturarte 2008, IX Premio Saturarte 2008. A cura di Mario Napoli e Mario Pepe. Anno 2008. PisArt Expò 2009. A cura di Giancarlo Bernacca e Andrea Lazzerini. Donne nell’ Arte in Toscana nel XXI secolo Volume I. A cura di Fabrizio Borghini e Filippo Lotti. Anno 2009. Catalogo Concorso La Spadarina. Il segno del tempo. Anno 2009. Catalogo X Premio Nazionale di Arti Visive Creativi Under 30. Anno 2009. C.A.M Catalogo dell’Arte Moderna. Gli artisti italiani dal primo Novecento ad oggi. N. 45. Edizioni Giorgio Mondadori. Anno 2009. Catalogo Grandi Maestri. Centro Arte Diffusione di Palermo. Anno 2009. Catalogo Saturarte. A cura di Mario Napoli e Mario Pepe. Anno 2009. Catalogo Genovarte. A cura di Mario Napoli e Mario Pepe. Anno 2009. Articolo Donne nell’Arte sulla rivista d’arte Boè. Centro Diffusione Arte. Anno 2009. Catalogo delle Quotazioni 2009-2010. Casa editrice Alba. Catalogo Gli artisti di Athena. A cura di Lodovico Gierut e Mauro Pantani. Catalogo Olivo. A cura di Lodovico Gierut. Anno 2009. Catalogo Arte e Grafologia. A cura di Lodovico Gierut, Lorella Lorenzoni, Marzia Margherita. Anno 2009. Catalogo Rassegna d’Arte M’Arte 2009. Opere e istallazioni contemporanee in Borgo Antico. Montegemoli (PI). A cura di Elena Capone. Anno 2009.
• Catalogo Arte Fiera Immagina. Reggio Emilia. Edizioni TAP Grafiche S.p.A. Anno 2009. • Catalogo Etichette d’Autore. Versilia Wine Art Festival 2010. A cura di Lodovico Gierut. • Annuario dell’Arte Italiana Art Pages 2010. Galleria degli Artisti. A cura dell’Agenzia Magna Graecia. Vive e lavora a San Vincenzo (Livorno).
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Indice
• Frammenti
pag. 5
• Critica
pag. 13
• Opere
pag. 21
• I marmi
pag. 23
pag. 24 pag. 26 pag. 28 pag. 30 pag. 32 pag. 34 pag. 36 pag. 38 pag. 40 pag. 42 pag. 44 pag. 46 pag. 48 pag. 50 pag. 52 pag. 54 pag. 56 pag. 58 pag. 60 pag. 62 pag. 64 pag. 66 pag. 68 pag. 70
Anima femminile Ballerina Bosco animato Dolci sorelle Donna cigno Donna fenicottero Donna in movimento Donna sensuale Femminilità Figura inarcata Forme in movimento Figura slanciata Metà donna Movenza Sensualità Palamita Piccola figura slanciata Piccola sirena Slancio femminile Silhouette Sinuosità Sirena Sirena Torsione Femminile
• I lavori in supporto di ferro
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pag. 74 pag. 76 pag. 78 pag. 80 pag. 82 pag. 84 pag. 86
Busto serpeggiante Corpo femminile Donna conturbante Sagoma sinuosa Forme serpeggianti Grande sirena Vibrazione femminile
• Biografia
pag. 89
• Indice
pag. 101
Finito di stampare nel mese di maggio 2010
in collaborazione con:
www.grecoarte.com
ISBN 978-88-904886-0-3
9 788890 488603