LAP | Laboratorio permanente di Arte Pubblica | Public Art Award www.laboratoriodiartepubblica.it www.publicartaward.com Responsabili amministrativi dipartimento Presidenza della Giunta di Basilicata Ufficio programmazione e controllo di gestione Francesco Pesce Dirigente Maria Carmela Toce Progetto promosso da Regione Basilicata Ufficio programmazione e controllo di gestione Comune di Potenza U.D. Affari Generali ed Istituzionali Area Comunicazione, Cultura, Turismo Ministero della Gioventù Partner Istituzionali Comitato Matera 2019 Lucana Film Commission ANCI Comune di Corleto Perticara Comune di Calvello Comune di Acerenza Comune di Forenza Università degli Studi della Basilicata DiCEM Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali Ideato e curato da Elisa Laraia Art Factory Basilicata Public Art Award 2013 Giuria Spencer Tunick Bruno Di Marino Basak Malone Alta Formazione Arte Pubblica Docenti Anna Detheridge Bruno Di Marino Emilio Fantin Bianco e Valente Francesco Marano Mariadelaide Cuozzo
Pubblicazione a cura di Art Factory Basilicata Organizzazione Art Factory Basilicata Elisa Laraia Art Director Monica Nicastro Managing director Mio D’Andrea Santoro Multimedia content editor Roberta Alberti Area representative Calvello Progetto grafico e impaginazione | Graphic design and pagination Brucomela Design Stampa e allestimento Centro Grafico Foggia Traduzioni | Translation Monica Nicastro Immagine di copertina Juan Carlos Zaldivar | Shift Urban screen LAP | Passaggio 2019 | Matera 2013 Tutti i diritti di riproduzione, anche parziale del testo e delle immagini, sono riservati
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Sommario
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LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica | Public Art Award Elisa Laraia
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Arte pubblica: dai creativi una mano allo sviluppo | Public art: creatives help the development Vito De Filippo
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Il LAP esperimento interessante che rafforza il dialogo culturale con il resto del paese e l’Europa | LAP an interesting experiment that strengthens cultural dialogue with the rest of the country and Europe Vito Santarsiero
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Intervento Convegno Basilicata Terra d’Arte | L’Arte Pubblica tra locale e globale | Intervention at the conference Basilicata Land of Art | The Public Art between local and global Marta Ragozzino
Sezioni
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Che cos’è l’arte pubblica? | What is Public Art? Elisa Laraia Anna Detheridge Francesco Marano Bruno Di Marino Mariadelaide Cuozzo Emilio Fantin Bianco e Valente Basilicata Terra d’Arte | Basilicata Land of Art Lorenza Colicigno LAP 2009 | 2012 Alessandra Andrini Andrea Nacciarriti
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Comitato Matera 2019 | The Committee of Matera 2019 Alberto Giordano Università degli Studi della Basilicata | University of Basilicata Mauro Fiorentino
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DiCEM Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali | DiCEM Department of European Cultures and the Mediterranean: Architecture, Environment, Cultural Heritage Ferdinando Mirizzi Lucana Film Commission Paride Leporace Il Comitato promotore Fondazione CRESCO in Basilicata | The Organizing Committee for the Foundation CRESCO in Basilicata
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Public Art Award 2013 Il bando | The announcement Piattaforme online | Websites Alta Formazione | Advanced Training Course La Giuria | The jury Spencer Tunick Bruno Di Marino Basak Malone I vincitori | The Winners Urban Space Section Marco Rossetti Urban Screen Section Maria Angela Capossela & Liviana Davì
Urban Space | Urban Screen selezione progetti - selection of projects 118 122 126 130 134 140 144 150 154 158 162 166
Vito Alfarano Emilia Rosaria BadalĂ Alejandra Marcela Caro Elisabetta Falanga Donato Faruolo Raffaele Fiorella Donato Fusco Claudia Gambadoro Alessandra Montanari Antonello Novellino Fernand Percival Sergio Racanati Urban Space | Urban Screen selezione artisti - selection of artists
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Aelion Project Jacob Bizuneh Victoria Campillo Neil Craver Armando di Loreto Benedetto Ferraro Fabio Fornasari and Lucilla Boschi Neville Gabie Andi Hila Ellen Kaplowitz Life Art Studio | Roberto Lacava e Giusy Tolve Michele Lombardo Veturia Manni Mataro da Vergato Matsuura Tomoya Leonardo Onetti Muda Gloria Oyarzabal Danilo Torre Oscar Verant Juan Carlos Zaldivar Biografie
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LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica | Public Art Award Il LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica, è il progetto di Art Factory Basilicata nato da un’analisi del contesto geo culturale lucano, partendo da un dialogo costante, portato avanti dal 2004 al 2009, con associazioni a tutti i livelli: culturali, di volontariato, di promozione sociale, istituzioni, enti locali e singoli cittadini, per rispondere all’esigenza comunemente espressa di vivere lo spazio urbano come luogo di riflessione sul contemporaneo e di scoperta di nuovi spunti interpretativi del quotidiano attraverso l’interazione tra artista e fruitore. Il LAP ha tradotto questa esigenza collettiva nell’obiettivo di realizzare sul territorio nazionale il primo Laboratorio permanente di Arte Pubblica, partendo dalla regione Basilicata e coinvolgendo artisti nazionali e internazionali nella progettazione di opere ad hoc che traggano spunto dalla storia, dagli abitanti, dal paesaggio urbano, da tutto il territorio della Basilicata. Il LAP, inaugurato nel 2009 trasforma la città di Potenza in un inedito spazio espositivo, con le sue 7 postazioni espositive permanenti delle dimensioni di 5mx2,5m distribuite nella città secondo un percorso di fruizione urbana, studiato sui flussi di maggior transito. Dal 2009 al 2012 il LAP si è avvalso per la curatela del Critico d’arte contemporanea Roberto Daolio, esperto di progetti di Arte Pubblica; il progetto parte con la divulgazione del concetto di arte pubblica con il convegno “L’arte pubblica oggi” e ha visto esposte le opere site specific “White hole” di Alessandra Andrini e “Cronaca” di Andrea Nacciarriti, realizzate dopo un periodo di residenza degli artisti sul territorio. Dal 2012 ha intrapreso il suo percorso che mira al coinvolgimento dell’intero paesaggio della Basilicata, utilizzando l’urban screen, video proiezioni su palazzi storici della regione. In ottobre in occa-
LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica is a project by Art Factory Basilicata Association. Born from a geo cultural analysis of the Basilicata region and starting from a constant dialogue with cultural associations, institutions, local authorities, citizens brought forward from 2004 to 2009, the public art project LAP responds to a commonly expressed need to live the urban space as a place for reflection on contemporary art and discovery of new ideas in interpreting the daily life through the interaction between artist and audience. The LAP has translated this collective need into the creation of the first permanent laboratory of Public Art at regional scale in Italy, involving national and international artists in the design of ad hoc works that should be inspired by the history, by the people, by the urban landscape, by the entire territory of Basilicata. The LAP, which opened in 2009, transformed the city of Potenza in an unusual exhibition space, with its 7 permanent exhibition spaces, billboards of about 5m x 2,5 m distributed in the city according to a path of fruition studied on the greater transit point. From 2009 to 2012, the contemporary art critic Roberto Daolio, an expert on public art projects, have curated the LAP; The project starts with the popularization of the concept of public art with the conference “Public art today” and the exhibitions of the sitespecific works “White hole” by Alessandra Andrini and “Chronicle” by Andrea Nacciarriti, made after a period of stay and comparison of the artists with the territory. Since 2012 it has started its journey trying to involve the entire landscape of Basilicata, using the urban screens, video projections on buildings of the region. In October on the occasion of the Festivals of Festivals 7
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation Urban screen LAP Calvello 2013 8
sione del Festival of Festivals, nella sezione dedicata agli Hosting partner per il festival@Matera 2019, l’Associazione Art Factory Basilicata ha presentato il progetto LAP, con la proposta di contribuire alla candidatura di Matera 2019 con l’ampliamento del LAP allo spazio urbano della città. Per Matera il LAP propone di replicare le postazioni 5mx2,5m nella parte moderna della città e di inserire nel contesto del Sasso Barisano e Caveoso delle postazioni permanenti di urban screen che illuminino le architetture, raccontando l’identità della Basilicata dal punto di vista antropologico, affidandole di volta in volta ad artisti italiani e internazionali. Il Festival of Festivals ha ospitato il primo urban screen 2012 del LAP con l’opera Private Conversation, in via Ridola, sulla Chiesa del Purgatorio e sul complesso architettonico antistante, in collaborazione con la Galleria Opera Arte e Arti. Da agosto a settembre 2013 sei eventi hanno illuminato attraverso la tecnica dell’ Urban Screen il Palazzo Storico in Piazza Gianturco ad Acerenza, il Convento del SS. Crocifisso a Forenza, il Palazzo storico di Via Roma a Calvello, il Palazzo degli Uffici a Corleto Perticara, il Teatro Francesco Stabile a Potenza, il vicinato di Via Buozzi nei Sassi a Matera. Gli eventi sono stati preceduti da un’azione di coinvolgimento del territorio attraverso i suoi abitanti tramite laboratori urbani. Gli utenti sono stati uomini e donne, giovani e anziani, dai 7 ai 90 anni ed oltre, con i quali lo staff del LAP ha lavorato a stretto contatto con la collaborazione delle Amministrazioni, delle Associazioni, delle scuole e dell’intera comunità dei paesi coinvolti. I laboratori negli spazi urbani, hanno prodotto video-interviste, che indagano il legame profondo degli abitanti con il territorio. I cittadini della Basilicata, sono diventati così i protagonisti assoluti del LAP, la loro identità ha preso vita sulle facciate dei palazzi storici della regione, mentre le loro voci si sono propagate nello spazio urbano, nelle piazze, nei
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in the section dedicated to Hosting partner for Festival@ Matera 2019 , Art Factory Basilicata Association presented the LAP project making the proposal to contribute to the application of Matera 2019 with the expansion of the LAP on the urban space of the city. “For Matera the LAP immagine to replicate the 5m x 2,5 m locations in the new part of the city and placed permanent stations of urban screens in the Sasso Barisano and Caveoso that illuminate the architecture telling the identity of Basilicata from an anthropological perspective, entrusting from time to time with Italian and international artists.The Festival of Festivals hosted the first urban screen of the LAP in 2012, the work Private Conversation, on the Church of Purgatory’s wall in Via Ridola and on the opposite architectural plant, in collaboration with Galleria Opera Arte e Arti. From August to September 2013 six events have illuminated through the technique of Urban Screen the Historic Palace in Piazza Gianturco in Acerenza, the Convent of SS. Crucifix in Forenza, an historic building in Via Roma in Calvello, the Building of Offices in Corleto Perticara, Francesco Stabile Theatre in Potenza, the neighborhood of Via Buozzi in the Sassi in Matera. The events were preceded by an action of involvement of the people of the region through urban workshops. The users were men and women, young and old, from 7 to 90 years and beyond, with whom the staff of the LAP worked on closely with the cooperation of the government, associations, schools and the entire community of the countries involved. The workshops in urban areas have produced video interviews, which explore the deep connection of the inhabitants with the territory. The citizens of Basilicata, have so become the protagonists of the LAP, their identity has come to life on the facades of historic buildings of the region, and their voices have propagated in the urban space, squares,
vicoli, raccontando ciascuna il proprio vissuto, i luoghi di affezione, le poesie, i sogni e le aspirazioni di una Regione che sceglie l’Arte Contemporanea per illuminare la sua storia, tra ricordo del passato e attesa del futuro. Il LAP ha iniziato il cammino per costruire una mappatura etnoantropologica della regione e trasferire esperienze da un paese all’altro. Nell’ottica di rispondere alle esigenze della comunità regionale con una spinta verso l’Italia e il mondo, il LAP dal 2013 ha lanciato il Public Art Award, primo concorso internazionale dedicato all’Arte Pubblica finalizzato a esplorare la regione Basilicata. La prima edizione del concorso internazionale LAP | Public Art Award ha fatto sì che la Regione Basilicata balzasse all’attenzione internazionale, raggiungendo un pubblico di 50.000 utenti nel settore dell’Arte Contemporanea e coinvolgendo nella community del social network Public Art Award, sempre in continua evoluzione, più di 300 artisti professionisti provenienti da Francia, Inghilterra, Giappone, Cina, Argentina, Stati Uniti, Messico, Spagna, Etiopia, Albania, Australia, Olanda, Svizzera, Sud Africa e dall’Italia: Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Lombardia, Sardegna, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Marche. Il LAP con il Public Art Award ha portato in Basilicata l’Alta Formazione sull’Arte Pubblica in partnership con l’Università degli Studi della Basilicata, Dipartimento DiCEM. L’Alta Formazione in Arte Pubblica si è aperta il 16 settembre con il Convegno “Basilicata Terra d’Arte | L’Arte Pubblica tra locale e globale” e si è svolta a Potenza e Matera sino al 22 settembre 2013, con docenti altamente qualificati, Anna Detheridge, Teorica delle Arti Visive, Saggista, Presidente Connecting Cultures, Emilio Fantin, Artista, Docente Universitario, Bianco e Valente, Artisti, Mariadelaide Cuozzo, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli Studi della Basilicata, Francesco Marano, docente di Antropologia visuale, Uni-
alleys, each telling their own experience, places of affection, poems, dreams and aspirations of a region that chooses contemporary art to illuminate its history, including memory of the past and anticipation of the future. The LAP has begun the journey to build an ethnoanthropological mapping of the region and to transfer experiences from one country to another. In order to meet the needs of the regional community with a push towards Italy and the world, the LAP in 2013 launched the Public Art Award, the first international competition dedicated to Public Art that aims to explore the Basilicata region. The first edition of the international competition LAP | Public Art Award has allowed Basilicata to leap to international attention, reaching an audience of 50,000 users in the field of contemporary art and involving the community of the Public Art Award social network, in continuous evolution, more than 300 professional artists from France, England, Japan, China, Argentina, USA, Mexico, Spain, Ethiopia, Albania, Australia, Holland, Switzerland, South Africa and Italy (Basilicata, Campania, Calabria, Sicily, Apulia, Lazio, Tuscany, Lombardy, Sardinia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria and Marche). The LAP with the Public Art Award in partnership with the University of Basilicata, Department of DiCEM, brought in Basilicata Higher Education on Public Art held in Potenza and Matera from 16 to 22 September 2013 with highly qualified teachers: Anna Detheridge, Theorist of Visual Arts, essayist, president of Connecting Cultures; Emilio Fantin, Artist and Professor; Bianco and Valente, artists; Mariadelaide Cuozzo, Professor of Contemporary Art History and Francesco Marano, Professor of Visual Anthropology at University of Basilicata; and hosting 20 artists from all over Italy and the world selected by the Competition. The 261 works submitted to the competition have contributed to the creation of an
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versità degli Studi della Basilicata; ospitando 20 artisti da tutta Italia e dal mondo selezionati tramite il Concorso. Le 261 opere partecipanti al concorso hanno contribuito alla creazione di un Archivio di progetti creati ad hoc per la Regione Basilicata, adesso a disposizione dei 131 Comuni lucani per il raggiungimento dell’obiettivo del LAP: la realizzazione del primo Laboratorio permanente di Arte Pubblica a scala regionale in Italia. La giuria del LAP | Public Art Award 2013, composta dal Presidente Spencer Tunick, artista di fama internazionale, e dai commissari Bruno Di Marino, teorico dei mass media, e Basak Malone gallerista newyorkese, ha selezionato tra i finalisti in gara i due vincitori della prima edizione del Public Art Award, il gruppo Maria Angela Capossela & Liviana Davì, con il progetto “The display of the bedsheet - L’esposizione del lenzuolo”, e Marco Rossetti, con il progetto “Sublime Bother”. La realizzazione di queste opere coinvolgerà tra maggio e settembre 2014 tutto il territorio della Basilicata. Il LAP ha strutturato un progetto editoriale LAP & Smart places dedicato ai territori che lo ospitano e che ne segue la comunicazione in tutte le tappe del suo sviluppo, un nuovo modo di incontrare l’arte e la cultura, un foglio giornale con la forma della classica mappa del territorio, pronto ad ospitare contenuti suggeriti dalle realtà del territorio nell’ottica della piena e più ampia divulgazione delle sue esigenze.
archive of projects created specifically for the Basilicata region, now available to 131 towns of Lucania to achieve the objective of the LAP: the creation of the first permanent public art laboratory at regional scale in Italy. The jury of the LAP | Public Art Award 2013, composed of the President Spencer Tunick, an artist of international renown, and by the commissioners Bruno Di Marino, an expert in video art, and Basak Malone, New York gallerist, selected among the finalists the two winners of the first edition of the Public Art Award: the group Maria Angela Capossela & Liviana Davì, with the project “The display of the bedsheet” and Marco Rossetti, with the project “Sublime Bother”. Between May and September 2014 the realization of these works will take place throughout the territory of Basilicata. The LAP has set up a publishing project LAP & Smart places dedicated to the territories that both host the project and follow its communication at all stages of its development, a new way of meeting art and culture, a sheet of paper with the shape of classical map of the area, ready to host content suggested by the realities of the territory from the perspective of full and wider dissemination of its needs.
Elisa Laraia
President of Art Factory Basilicata Art Director LAP | Public Art Award
Presidente Art Factory Basilicata Direttore Artistico LAP | Public Art Award
www.laboratoriodiartepublica.it www.publicartaward.com
Elisa Laraia
www.laboratoriodiartepublica.it www.publicartaward.com
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro video mapping Private Conversation | LAP Urban Screen | Corleto Perticara 12
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Arte pubblica: dai creativi una mano allo sviluppo
Public art: creatives help the development
La cultura è l’unico mezzo che ci permetterà di unire la nostra storia, il nostro presente e le generazioni future. E’ una risorsa inesauribile che mediante tutte le forme d’arte ci permetterà di crescere. L’identità della nostra regione non può essere disgiunta da elementi quali il patrimonio storico artistico e la creatività. La creatività la ritroviamo nella nostra cultura, nel nostro territorio, nella qualità del nostro vivere quotidiano e dei nostri prodotti. Non è un fine in sé, ma un processo, un mezzo straordinario per produrre nuove idee. Il Laboratorio permanente di Arte Pubblica fa suo questo principio e diviene strumento per la crescita culturale e artistica della Regione in un contesto nazionale ed internazionale. Nella convinzione che la creatività e l’arte siano pilastri della qualità sociale, continua l’impegno della Regione affinché il primo principio dell’Agenda Europea per la cultura, ovvero la mobilità degli artisti e dei lavoratori del settore culturale e la circolazione di qualsiasi forma di espressione artistica, trovi attuazione in azioni concrete. Sono diverse le iniziative già avviate su tale fronte per favorire gli scambi creativi, tra questi spiccano Arte Pollino e Visioni Urbane, solo i primi passi per permettere alla cultura di divenire occasione di crescita come auspicato dall’Europa.
Culture is the only way that will allow us to combine our history, our present and future generations. It is an inexhaustible resource that through all forms of art will allow us to grow. The identity of our region can not be separated from factors such as the historical and artistic creativity. The creativity we find in our culture, in our area, in the quality of our daily lives and our products. It is not a goal in itself, but a process, a terrific way to generate new ideas. Laboratorio permanente di Arte Pubblica embraces this principle and becomes a tool for cultural and artistic growth of the region in a national and international context. In the conviction that creativity and art are the pillars of social quality, the commitment of the region continues so that the first principle of the European Agenda for Culture, ie: mobility of artists and cultural workers and the movement of any form of artistic expression, has implemented into concrete actions. There are several initiatives already underwayed in this sense to facilitate creative exchanges, among them stand Arte Pollino and Visioni Urbane, only the first steps to allow the culture to become an opportunity for growth as advocated by Europe.
Vito De Filippo
Presidente della Regione Basilicata
Vito De Filippo
President of the Basilicata Region
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 15
IL LAP esperimento interessante che rafforza il dialogo culturale con il resto del Paese e con l’Europa
LAP an interesting experiment that strengthens cultural dialogue with the rest of the country and Europe
L’esposizione del Laboratorio permanente di Arte Pubblica si inserisce in quell’interesse per le arti visive più volte testimoniato dall’Amministrazione Comunale attraverso eventi espositivi di rilevanza nazionale. Un esperimento interessante che rafforza il dialogo culturale con il resto del Paese e con l’Europa. La cultura rimane a nostro avviso uno dei bisogni primari di una comunità che voglia evolversi senza tuttavia rinunciare alla propria identità; un bisogno a cui pure spesso in tempi così difficili non si riesce a dare adeguata soddisfazione, essendo sempre troppe le urgenze. Eppure un monito sulla necessità di non trascurare la cultura ci viene quotidianamente lanciato dallo stato di decadimento generale che la nostra società si trova a dover affrontare. E’ con tale consapevolezza che questa Amministrazione, pur tra mille difficoltà, persiste nel suo proposito continuando a offrire alla città eventi culturali di rilievo come questo, tanto più importante quanto più capace di testimoniare la grande vivacità artistica del nostro territorio. L’esposizione permanente rende la nostra città protagonista di quel dialogo internazionale da noi avviato e mai interrotto. La Cultura è infatti un progetto di crescita e sviluppo per la città di Potenza. Attraverso la creazione di eventi culturali, tra i quali va annoverato a pieno titolo il LAP, permette una politica di promozione della città e di valorizzazione del territorio. La città di Potenza si impegna così a consolidare una realtà e una immagine di qualità esaltando
The exposure of the Laboratorio permanente di arte pubblica is part of that interest in the visual arts several times witnessed by the Municipality through exhibitions of national importance. It is an interesting experiment that strengthens cultural dialogue with the rest of the country and Europe. Culture is in our opinion one of the primary needs of a community that wants to evolve without sacrificing their own identity; a need that too often in these hard times you are unable to give adequate satisfaction, being always too many emergencies. Yet the state of general decay that our society is facing cast a warning about the need to not neglect culture. It is with this knowledge that this administration, despite a thousand difficulties, persists in its intention to continue to offer the city important cultural events like this, the more important, the more able to bear witness to the great artistic vitality of our region. The permanent exhibition makes our city the protagonist of the international dialogue we started and never stopped. Culture is in fact a project of growth and development for the city of Potenza, and it allows a policy to promote the city and the area through the creation of cultural events, among which, should be fully counted the LAP. The city of Potenza is thus committed to consolidating a reality and an image of quality also enhancing its architectural heritage and spreading the knowledge of its cultural heritage. The reopening of cultural con-
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 16
anche il proprio patrimonio architettonico e diffondendo la conoscenza dei suoi beni culturali. La riapertura di contenitori culturali quali il Teatro Francesco Stabile, il Palazzo Loffredo con annesso il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata, la Villa Romana di Malvaccaro, permettono lo sviluppo di una nuova e ampia offerta culturale, il sostegno e la diffusione del proprio patrimonio. La valorizzazione e la tutela dei beni presenti sul territorio, la diffusione delle arti contemporanee, l’attenzione a una società sempre più multietnica, sono alla base di una scelta culturale realizzata anche grazie alla preziosa collaborazione del mondo dell’associazionismo locale. La promozione della cultura, intesa come produzione e sostegno di eventi e manifestazioni è un obiettivo fondamentale per lo sviluppo di un’attività culturale come mezzo di coesione, di crescita sociale, che migliora la qualità della vita. La nostra Amministrazione si è posta, ha perseguito e credo, in buona parte conseguito, l’obiettivo di promuovere le sue attività di organizzazione e gestione di eventi culturali, attività di sostegno nell’organizzazione di eventi promossi da soggetti del territorio. Potenza Città Cultura è ormai una realtà consolidata che continua a occuparsi, tra l’altro, di valorizzare la conoscenza del patrimonio culturale del territorio come complesso di tradizioni, arti, costumi, personaggi e fatti storici, attraverso eventi come il LAP.
tainers such as Francesco Stabile Theatre, Palazzo Loffredo with the adjoining National Archaeological Museum of Basilicata, Villa Romana in Malvaccaro, enable the development of a new and wider cultural offer and a support and dissemination of its assets. The enhancement and protection of cultural heritage in the area, the diffusion of contemporary art, the attention to an increasingly multiethnic society, are the basis of a cultural choice made possible also thanks to the precious collaboration of the local voluntary sector. The promotion of culture, understood as the production and support of events is a fundamental objective for the development of a cultural activity as a means of cohesion and social growth, which improves the quality of life. Our Administration has set, pursued and, I believe, largely achieved, the goal of promoting its business organization and management of cultural events and activities to support the organization of events promoted by the territory. Potenza Città Cultura is now a well-established entity that continues, among other things, to enhance the knowledge of the cultural heritage of the area as a complex of traditions, arts, costumes, characters and historical facts, through events such as the LAP.
Vito Santarsiero
Vito Santarsiero
Sindaco di Potenza
Mayor of Potenza
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Intervento Convegno Basilicata Terra d’Arte | L’Arte Pubblica tra locale e globale
Intervention at the conference Basilicata Land of Art | The Public Art between local and global
Il progetto LAP è importante perché importante è stato, da parte di Elisa Laraia, l’andare ed il tornare con uno sguardo diverso e con un’energia diversa dalla sua e dalla nostra regione, la Basilicata. E’ una cosa molto importante guardare ai linguaggi artistici in modo diverso, al contemporaneo e a quella che noi chiamiamo Arte Pubblica. Ma vorrei oggi provare a capovolgere il discorso, a fare un ragionamento diverso sul pubblico: guardiamo al pubblico in un altro modo e stiamo ad ascoltare. Ascoltare Anna Detheridge raccontare cos’è per lei l’Arte Pubblica e utilizzare i concetti importanti, cittadinanza, inclusione, mi sembrava di sentir descrivere il dossier per Matera 2019. Io voglio venire a portarvi questa piccolissima esperienza, oggi si è concluso il dossier nel quale tutti quanti noi abbiamo lavorato, Matera si candida ad essere la Capitale europea della Cultura, non da sola, si candida il territorio, si candida la Basilicata, si candida Potenza, il cui Consiglio comunale è stato il primo ad approvare quest’ambizioso progetto, e insieme a Potenza, insieme a Matera, tutti i 131 comuni della Basilicata. Ed è questo il lavoro che sta svolgendo Elisa con il progetto LAP: rendere vivi e veri i territori e far partecipare le comunità alla produzione artistica, e queste sono le parole chiave del dossier, inclusione, cittadinanza, insieme, insieme sarà forse il nostro slogan. E’ molto importante che si costruisca una rete intorno al progetto LAP. Partendo dal seminario di oggi, tutti quanti noi dobbiamo iniziare a lavorare. Insieme. La Soprintendenza già da qualche
The importance of the project LAP depends on the importance that going away from both our and her region, Basilicata, and coming back had to Elisa Laraia. It is very important to look at the language of art in a different way to what we call contemporary and public art. But today I would try to turn the subject, and make a different argument about the audience: let’s look at the audience in a different way, and listen to it. Listening Anna Detheridge tell what public art is for her and use the major concepts such as citizenship, inclusion, it was like hearing the desciption of the dossier Matera 2019. I want to come and take this small experience. Today the dossier in which all of us have worked, has concluded. Matera is competing to be European Capital of Culture in 2019, it is not alone, the region is a candidate, Basilicata is a candidate, Potenza is a candidate, whose City Council was the first to endorse this ambitious project, and with Potenza and Matera, all the 131 municipalities of Basilicata. And this is the work being done by Elisa with the LAP project: to make territories lively and true and to involve the community in the artistic production, and these are the keywords of the dossier, inclusion, citizenship, together. Together it may be our slogan. It’s very important that you build a network around the project LAP. Starting from the seminar today, all of us have to start working. Together. The Superintendence for some years has been looking to the contemporary in a different way. The international museum of modern
Basilicata Terra d’Arte | L’Arte Pubblica tra locale e globale | Convegno 20
anno sta guardando al contemporaneo in modo diverso, il museo internazionale di arte moderna, che è il museo della Basilicata, non è più il museo dell’antico e del moderno, è un museo che si è aperto al contemporaneo, ha delle collezioni che iniziano a diventare importanti, è un museo che sta cambiando volto grazie ad un artista contemporaneo, Mario Cresci, che ha lavorato per vent’anni a Matera, come grafico e come fotografo, sulla formazione come mezzo di apertura alla comunità e di crescita insieme. Mario ha riletto il museo con questo intervento e ci ha fatto comprendere che il museo poteva parlare di più e in modo diverso. Questo sguardo dell’artista contemporaneo sull’arte antica, sul museo e sulla città è preziosissimo e ci fa guardare tutti, con prospettive diverse, quel luogo che è il museo, il palazzo Lanfranchi, diventato ormai un punto di riferimento per l’arte, un luogo aperto, a me piace chiamarlo Casa comune per la Cultura per Matera, per la Basilicata e non solo, luogo con il quale stiamo contaminando il mondo intero con il nostro magnetismo che ha dimenticato la sua prima alba, tant’è lontana nel tempo. Il progetto LAP è un tassello importantissimo, una pietra miliare di un percorso futuristico e futuribile che dobbiamo compiere insieme.
Marta Ragozzino
Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
art, which is the museum of Basilicata, is no longer the museum of ancient and modern, it is a museum that is open to the contemporary and has collections that start to become important, it is a museum that is changing the face thanks to a contemporary artist, Mario Cresci, who has worked for twenty years in Matera, as a graphic artist and photographer, on training as a means of both openness towards the community and growth. Mario reintepreted the museum with this intervention and made us understand that the museum could talk more and in a different way. This look of the contemporary artist on ancient art, the museum and the city is very precious and it makes us all look with different perspectives at that place which is the museum, Palazzo Lanfranchi, which has become a reference point for art, an open place, I like to call Common House for Culture to Matera, to Basilicata and not only a place with which we are contaminating the world with our magnetism that has forgotten its first dawn, so much distant in time. The project LAP is a very important piece, a milestone for a future and futuristic journey that we must do together.
Marta Ragozzino
Superintendent for Historical, Artistic and Ethno-anthropological Heritage of Basilicata
Palazzo Lanfranchi | Matera | sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata 23
I Partners Il Laboratorio permanente di Arte Pubblica, promosso dall’associazione Art Factory di Potenza, si inserisce a pieno titolo nel percorso di Candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019, soprattutto per due ragioni: la prima è di carattere territoriale, perché il laboratorio coinvolge l’intera regione; la seconda perché di scala internazionale con la partecipazione di personalità europee di spicco nelle arti visive. L’iniziativa è coerente con uno dei temi della candidatura che è quello dell’ “Abitare la cultura” avendo come campo di indagine il rapporto tra le case e i lucani e coinvolgendo quindi direttamente i cittadini in nuovi processi creativi. Alberto Giordano
The Permanent Laboratory of Public Art, created by Art Factory Basilicata in Potenza, fits fully into the path of Matera candidacy for European Capital of Culture for 2019, mainly for two reasons: the first is territorial in nature, because the laboratory involves the entire region and the second because of its international scale with the participation of European leading figures in the visual arts. The initiative is consistent with one of the themes of the application, that is “Living Culture” having as a field of investigation the relationship between the natives of Basilicata and their home and therefore involving citizens directly in new creative processes. Alberto Giordano
Assessore alla Cultura del Comune di Matera Comitato Matera 2019
Minister of Culture of the Municipality of Matera The Committee of Matera 2019
In qualità di Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, rivolgo all’Associazione Art Factory Basilicata i miei migliori auguri per la buona riuscita del Progetto LAP Laboratorio Permanente di Arte Pubblica, per il quale l’Ateneo lucano, con la concessione del Patrocinio morale, ha dimostrato vivo apprezzamento.
As the Rector of the University of Basilicata, I’d like to give the Association Art Factory Basilicata my best wishes for the success of the project LAP Laboratorio Permanente di Arte Pubblica, for which the University of Basilicata, with the granting of its support, has shown keen appreciation.
Prof. Mauro Fiorentino
Rector of the University of Basilicata
Prof. Mauro Fiorentino
Magnifico Rettore Università degli Studi della Basilicata
Esprimo l’apprezzamento nei confronti del progetto LAP Laboratorio Permanente di Arte Pubblica e, in particolare, per l’opportunità di formazione offerta ai gio-
My appreciation goes to the project LAP Laboratorio Permanente di Arte Pubblica and, in particular, to the training opportunities offered to young people by the 25
vani dal Public Art Award 2013 con l’Alta formazione in Arte Pubblica. Tale apprezzamento ha portato alla deliberazione da parte del Consiglio di Dipartimento, della concessione del Partenariato del DiCEM al Progetto, il che garantisce ai giovani partecipanti al Corso attestati di frequenza rilasciati dall’Università e l’attribuzione di crediti formativi ai partecipanti iscritti all’Università degli Studi della Basilicata.
Public Art Award 2013 with the Advanced Course in Public Art. This appreciation has led to the decision by the Department Council, to grant the Partnership of DiCEM to the project, which provides young people attending the course attendance certificates issued by the University and the allocation of credit to participants enrolled at the University of Basilicata.
Prof. Ferdinando Mirizzi
Director of DiCEM, Department of European Cultures and the Mediterranean: Architecture, Environment, Cultural Heritage.
Il patrocinio dato dalla Lucana Film Commission al progetto non è assolutamente di maniera. Credo molto nella validità del Laboratorio d’arte pubblica ad una visione glocale che permetta di favorire la creatività lucana nell’ambito di una dimensione internazionale. Le qualità riconosciute di Elisa Laraia sono garanzia di vitale tensione in settori come il video e la fotografia che ci permettono di partecipare a questa straordinaria avventura. Inizia un cammino. Sappiamo che condurrà lontano noi tutti. Sarà bello rievocarlo in un prossimo futuro.
The patronage given by the Lucana Film Commission to the project is not an act of kindness. I strongly believe in the validity of the Laboratory of public art to a vision of glocal that allows to foster creativity in the context of Lucan an international dimension. The recognized qualities of Elisa Laraia guarantee vital tension in areas such as video and photography that allow us to participate in this extraordinary adventure. A journey has just started. We know that will lead all of us very far. It will be nice to recall it in the near future.
Direttore del DiCEM, Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali.
Paride Leporace
Direttore della Lucana Film Commission
Il Comitato di Promozione per Fondazione CRESCO in Basilicata sostiene con entusiasmo e convinzione il Progetto LAP poiché ne condivide da sempre la filosofia e l’etica delle attività proposte. Siamo convinti che i progetti di animazione artistica e culturale debbano essere fatti con il coinvolgimento del pubblico, cercan26
Prof. Ferdinando Mirizzi
Paride Leporace
Director of Lucana Film Commission
The Organizing Committee for the Foundation CRESCO in Basilicata supports the project LAP with enthusiasm and conviction because it has always shared the philosophy and ethics of the proposed activities. We believe that the art and cultural animation projects should be made with the involvement of
do di raggiungere le persone negli spazi da queste vissuti e in luoghi emotivamente simbolici, tanto più in un territorio complesso come quello lucano. Ci piace pensare che l’arte e gli artsti debbano parlare con i cittadini, non ai cittadini, in un’ottica di mutuo apprendimento, cercando il più possibile di contaminare la propria arte con impulsi e stimoli che la persone riescono a suggestionare. Il progetto LAP ha l’ambizione di diventare una realtà consolidata di respiro regionale, noi ne condividiamo l’essenza perchè crediamo nella possibilità di rivolgerci ad un territorio che tra mille difficoltà vuole e può sentirsi unito. In questo senso, il LAP ha contribuito in modo determinante al percorso legato a Visioni Urbane, del quale la futura fondazione Cresco rappresenta una naturale evoluzione. Attraverso l’apporto delle più brillanti realtà creative lucane, quali il LAP, è nata l’esigenza di capitalizzare l’esperienza e di dotarsi di uno strumento che garantisse sopravvivenza e continuità alle attività di promozione culturale e inclusione sociale promosse dai diversi soggetti. Siamo convinti che nuove pratiche, nuovi modelli gestonali e forme di economia solidale possano concretizzare un volano preferenziale per l’economia dell’intera regione. L’obiettivo a lungo termine è trasformare la Basilicata in un laboratorio d’eccellenza nel quale generare nuove pratiche che valorizzino l’aspetto culturale e sociale della comunità regionale. In questo percorso ambizioso, complesso ma futuribile, il sostegno a realtà quali il LAP ci sembra non solo perfettamente coerente, ma necessario e doveroso.
the public, trying to reach people who lived in these spaces and places emotionally symbolic, especially in an area as complex as Basilicata. We like to think that art and artsts should talk together the citizens and not to the citizens, with a view to mutual learning, trying as much as possible to contaminate their art with impulses and inputs that people can suggest. The LAP has the ambition to become a well-established project at regional scale, and we will share the essence because we believe in the possibility to visit a territory that, despite thousand difficulties, wants to and may feel united. In this sense, the LAP has contributed significantly to the path linked to Visioni Urbane of which the future foundation CRESCO represents a natural evolution. Through the contribution of the brightest creative projects in Basilicata, such as the LAP, it was necessary to capitalize on the experience and to create a tool that would ensure the survival and continuity to the promotion of cultural and social inclusion promoted by the various subjects. We are convinced that new practices and management models, and forms of solidarity economy can realize a preferential fly-wheel to the economy of the entire region. The long-term goal is to transform the Basilicata in a laboratory of excellence in which to generate new practices that enhance the cultural and social development of the regional community. In this complex, ambitious, but futuristic path, supporting organizations such as the LAP seems not only perfectly consistent, but necessary and proper.
Il Comitato promotore Fondazione CRESCO in Basilicata
The Organizing Committee for the Foundation CRESCO in Basilicata
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Che cos’è l’arte pubblica? | What is Public Art?
L’Arte Pubblica si costruisce negli spazi urbani con le Comunità per le Comunità. Sulla base delle esperienze di Arte Pubblica vissute a New York, Miami, Parigi, Londra, Sarajevo, nel 2004 ho cominciato a lavorare al progetto LAP in Basilicata. Ero, infatti, convinta che la mancanza sul territorio di progetti di Arte Pubblica calasse la comunità in uno stato di straniamento rispetto a quelle realtà che in Italia, ma soprattutto all’estero, già la vivevano da tempo quotidianamente. La mia esperienza in Arte Pubblica comincia nel 1999 a Bologna con il progetto Accademia in Stazione, a cura di Roberto Daolio e Mili Romano, realizzato in collaborazione con l’Associazione tra i Familiari delle vittime della Strage alla Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, un momento fondamentale della mia formazione, che da allora mi ha visto lavorare nella direzione della sua massima diffusione. Nel caso del progetto Accademia in Stazione, l’Arte Pubblica, all’interno di un non luogo come lo definisce Marc Augè, ha avuto la funzione di attivare il ricordo, ma un ricordo che, rielaborato da tanti giovani artisti, è stato reso di anno in anno vivo, grazie alle tante chiavi di lettura offerte ai numerosi e diversi fruitori che, giunti in stazione per compiere l’atto pratico del viaggio, si trovavano coinvolti nell’elaborazione emotiva di quel tragico istante della strage, lontano e insieme contemporaneo e generatore di coscienza civile. Questo sicuramente è il senso di tutta l’arte, che, attraversando i secoli, è sempre stata contemporanea alla società che l’ha vissuta, tracciandone il ritratto più autentico. Oggi l’accezione di Arte Pubblica legata alla nostra contemporaneità assume uno specifico valore legato al concetto di surmodernità, che lo stesso Augè conia, in una società che ha in sé un restringimento fortissimo delle connessioni spazio-temporali tra indentità, grazie all’avvento di internet. L’Arte Pubblica, infatti, si rivolge a tutti e non attende il fruitore nel Museo, assecondan-
Public Art is built in urban areas with the communities for the communities. On the basis of the experience of public art lived in New York, Miami, Paris, London, Sarajevo, in 2004 I began working on the project LAP in Basilicata. I was, in fact, convinced that the lack of public art projects in the region, compared to other areas in Italy, but especially abroad, where that kind of projects are experienced every day, threw the community into a state of alienation. My experience in public art began in 1999 in Bologna with the project Accademia in Stazione, curated by Roberto Daolio and Mili Romano, in collaboration with the Association Relatives of the Victims of the massacre at the Bologna station on August 2, 1980, which represented a crucial part of my training, since from that moment I have been working in the direction of public art at its peak. In the case of the project Accademia in Stazione, Public Art in a non-place, as defined by Marc Augé, had the function of activating the memory, but a memory that, redesigned by many young artists, was made alive during the years, thanks to the many interpretations offered to many different users that, coming to the station to take the practical act of the trip, were emotionally involved in that tragic moment of the massacre, distant and yet contemporary and generator of social conscience. This definitely is the way of all art, which, through the centuries, has always been contemporary for the society that lived it, drawing its more authentic portrait. Today, the meaning of public art related to our contemporary takes on a specific value related to the concept of supermodernity coined by Augé in a society that, thanks to the advent of Internet, shows a strong narrowing of space-time connections between identity. Public Art, in fact, is open to all and does not wait for the user in the Museum,
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do una sua personale esigenza di crescita, ma lo investe nello spazio urbano, nei non luoghi appunto, fornendogli stimoli quando la sua percezione è concentrata sul vivere quotidiano, inserendosi così in un processo cognitivo ed emotivo complesso, all’interno del quale si è indiscutibilmente protagonisti, sia che si scelga di diventare attivi, partecipando all’evoluzione del progetto, sia che si scelga di esserne fruitori/osservatori. Il mio percorso di artista nella direzione dell’Arte Pubblica si concentra dal 2004 sulla proposta di creare il Laboratorio permanente di Arte Pubblica in Basilicata e nel contempo sul progetto Orfeo hotel contemporary art project, uno spazio nel centro della città di Bologna che, con la sua vetrina su strada e la sua tipica insegna da hotel, confondeva i viaggiatori alla ricerca di una stanza, facendoli trovare invece coinvolti in un incontro fortuito con l’arte; L’Orfeo è un processo artistico nel quale con tantissimi artisti ho lavorato sul concetto di scambio identitario, giocando anche sullo scambio non luogo/luogo, dove la progettazione condivisa trionfava sull’individualismo tipico della società contemporanea: è da questa esperienza di condivisione che nasce l’opera di Arte Pubblica in progress Private Conversation, che porto avanti dal 2004 con il mio gruppo, formato da Monica Nicastro e Mio D’Andrea Santoro. Il concept dell’opera Private Conversation si fonda sul trasferimento dell’identità individuale e collettiva dal privato nel pubblico e la funzione della sua coralità sta nel favorire un dialogo indispensabile per lo sviluppo culturale della società. Le silhouettes nere dei video di Private Conversation, nel loro svolgere gesti quotidiani, rappresentano le identità del mondo, che, sfondando ar-
satisfying its personal need for growth, but it invests it in urban areas, in the non-places, by giving incentives when the perception is focused on everyday life, fitting into a complex emotional and cognitive process, in which the user is unquestionably the protagonists, whether it chooses to become active, participating in the development of the project, whether it chooses to be users/viewers. In 2004 my journey as an artist in the direction of Public Art focused on the proposal to create the Permanent Laboratory of Public Art in Basilicata and at the same time on the project room Orfeo hotel contemporary art project, a space in the center of Bologna that, with its shop window on the road and its sign, typical of a hotel, confused travelers looking for a room, making them find involved instead in an accidental encounter with art; Orfeo is an artistic process in which I have worked on the concept of identity exchange with many artists, playing on the place/nonplace exchange and where the shared planning prevailed over the individualism typical of contemporary society: it is from this shared experience that comes the work in progress of public art Private Conversation that I’ve brought forward since 2004 with my group, made up of Monica Nicastro and Mio D’Andrea Santoro. The concept of the work Private Conversation relies on the transfer of individual and collective identity from the public to the private and it’s this characteristic of being collective that foster an essential dialogue to the cultural development of society. The black silhouettes in the videos of Private Conversation catched in their everyday actions, represent the identity of the world,
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation Urban screen LAP Acerenza 2013 32
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chitetture urbane grazie alla tecnica dell’urban screen, ne svelano gli interni, dando a tutti la possibilità di entrare più profondamente tanto nel vissuto di altri quanto nel proprio. Questa è per me l’Arte Pubblica: l’impegno a vivere l’arte in una dimensione condivisa. Con la nascità nel 2009 del LAP come progetto permanente si inizia a colmare in Basilicata il gap culturale dato dalla mancanza di background collettivo di arte contemporanea. La creazione nell’ambito del LAP di un archivio etnoantropologico della comunità lucana, leitmotiv dell’opera Private Conversation, vuole dare valore ad ogni suo individuo, nella consapevolezza che un legame più stretto di reciproca conoscenza possa garantire l’attivazione di processi di crescita della comunità che la vive e la crea. Sicuramente l’opera d’Arte Pubblica non può mai definirsi conclusa, bensì work in progress che può incarnare quel grido di denuncia, quell’esigenza di cambiamento che è la prima funzione che il progetto LAP ad essa attribuisce, stimolo al cambiamento verso il progresso della società in senso ampio e dell’artista in prima persona. Un progetto aperto alle tante proposte progettuali che sono arrivate in Basilicata dagli artisti che hanno partecipato al Public Art Award. Tutti portatori di messaggi che quante più volte verranno condivisi, tante più volte assumeranno valore e avranno la possibilità di diventare spunto di riflessione e di critica in una dimensione sia personale che collettiva.
Elisa Laraia
Presidente Art Factory Basilicata Direttore Artistico LAP | Public Art Award
which, breaking through urban architecture thanks to the technique of urban screen, they reveal the interior, giving everyone the chance to get more deeply into the experience of others as well as in their own. This is Public Art to me: the commitment to live art in a shared dimension. With the birth in 2009 of the LAP as a permanent project, the cultural gap given by the lack of collective background of contemporary art in Basilicata begins to be bridged. The creation of an ethnoanthropological archive of the community of Basilicata by the LAP, leitmotif of the work Private Conversation, wants to give value to each one, knowing that a closer bond of mutual understanding could ensure the activation of growth processes of the community that lives and creates art. Definitely a work of public art can never be defined closed, but it’s a work in progress that can embody that cry of complaint, that need for change which is the first function the LAP project gives it, encouraging a change towards the progress of both society in general and the artist in particular. The LAP is a project open to the many proposals that have come in Basilicata by the artists who participated in the Public Art Award. Projects that are all bearers of messages that the more they will be shared, the more they take on value and have the chance to become a starting point for reflection and criticism in both a personal and collective dimension. Elisa Laraia
President of Art Factory Basilicata Art Director LAP | Public Art Award
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 35
Che cos’è l’arte pubblica?
What is Public Art?
A partire da una definizione inclusiva dell’Arte e della Cultura, Connecting Cultures lavora con artisti, architetti, performers e il pubblico con obiettivi interdisciplinari e interculturali tesi alle seguenti finalità: •favorire una consapevolezza collettiva delle risorse e delle potenzialità del locale; •offrire opportunità per scambi interculturali; •progettare e realizzare nuove ecologie urbane; •agire da catalizzatori verso un cambiamento e un futuro sostenibili.
Starting from an inclusive definition of art and culture, Connecting Cultures works with artists, architects, performers and the audience with interdisciplinary and intercultural objectives which tend to the following purposes: • encouraging a collective awareness of the resources and potential of the local; • providing opportunities for intercultural exchange; • Designing and implement new urban ecologies; • acting as a catalyst towards a change and a sustainable future.
Sigmund Freud non avrebbe mai potuto immaginare che le sue Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte scritte negli anni che hanno preceduto la prima Guerra Mondiale, uno dei momenti più bui della Storia, avrebbero avuto una così profonda attinenza al nostro mondo odierno. La radicalizzazione dello scontro globale basato sulla tendenza di vedere l’Altro come disvalore, come principio di disordine rispetto al proprio mondo idealizzato è certamente una delle conseguenze di una cecità autoreferenziale del mondo contemporaneo (Giddens), ma è ancor di più la conseguenza dell’incapacità di comprendere la contingenza della propria identità in divenire. L’ossessione identitaria in Occidente come in Oriente, nel mondo cristiano come in quello islamico, la costruzione dell’identità del nemico come assoluto sono la proiezione all’esterno di un disagio che il soggetto non tollera, soprattutto se vive una condizione di percepita precarietà. Il problema non è l’appartenenza religiosa di per se, ma la tendenza (che qualcuno ha chiamato il parassitismo
Sigmund Freud would never have imagined that his Thoughts for the Times on War and Death written in the years preceding the First World War, one of the darkest moments of history, would have had such a profound relevance to our world today. The radicalization of the conflict based on the global trend of seeing the Other as a negative value, as a principle of disorder compared to their idealized world is certainly one of the consequences of a self-blindness of the contemporary world (Giddens), but it is even more the consequence of the inability to understand the contingency of their own identity in the making. The obsession with identity in the West as in the East, in the Christian world as in the Islamic, the construction of identity of the enemy as absolute are the outward projection of an uneasiness that the subject does not tolerate, especially if he lives a state of perceived job insecurity. The problem is not the religious affiliation itself, but the trend (which some have called para-
Paola Di Bello | Seconda Natura | 2008 | Progetto Imagining Parco Sud a cura di Connecting Cultures
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delle religioni) a utilizzare la dimensione religiosa come identità astorica o sovrastorica per sfuggire a ciò che è sempre difficile accettare, la fragilità della costruzione identitaria di ciascuno, radicata nel tempo e nello specifico geografico, culturale, climatico delle nostre condizioni di vita. Cosa può fare l’Arte in un mondo turbato e disturbato da mille sollecitazioni che portano in mille direzioni soltanto apparentemente diverse? Sotto la coltre delle molte omologazioni è facile scoprire gli individui, scossi e disorientati dal modo manipolativo in cui vengono rappresentate le cose importanti della vita. E’ urgente, dunque, per l’Arte e per gli artisti riprendere quei temi fondamentali per riscoprire quel lembo di verità e di memoria, i segni nel paesaggio, le vaghe tracce sui muri, il rumore del passato, che se osservati con attenzione, con l’occhio e l’orecchio del boscimano, potranno avere un autentico respiro salvifico. Gli artisti come anche gli scrittori e i musicisti sono gli unici che possono toccare senza sciupare, le cose importanti della vita per le persone, e nei luoghi, partendo da quell’energia nascosta che sta nelle persone, cogliendola da noi stessi e regalandola al prossimo.
Anna Detheridge
Teorica delle Arti Visive, Saggista Presidente Connecting Cultures 38
sitism of religions) to use the religious dimension as ahistorical identity or over historical to escape what is always difficult to accept, the fragility of identity construction of each one, rooted in time and in specific geographical, cultural, climatic conditions of our life. What can the art do in a world troubled and disturbed by a thousand stresses that lead in all directions only apparently different? Under the blanket approvals is easy to discover the many individuals, shaken and disoriented from the manipulative way in which they represented the important things in life. And it’s urgent, therefore, for the art and artists take those issues fundamental to rediscover that piece of truth and memory, the signs in the landscape, the vague traces on the walls, the sound of the past, which if observed carefully with the eye and the ear of the Bushman, can have a real breath of salvation. The artists as well as writers and musicians are the only ones that can tap without waste, the important things for the people both in the life and places, starting with that energy that is hidden in people, catching it in ourselves and donate it to the others.
Anna Detheridge
Theorist of Visual Arts, Essayist President of Connecting Cultures
Che cos’è l’arte pubblica?
What is Public Art?
Non possiamo dare una definizione generale e quindi generica, ma da un punto di vista storico, invece, potremmo dire che cosa è stato etichettato come arte pubblica in un determinato periodo storico e in un determinato territorio. Tuttavia le definizioni finiscono sempre per escludere qualcosa che, sotto un altro aspetto, ha dei collegamenti con le categorie generali implicate; nel nostro caso quelle di spazio pubblico e di arte. Per farsi un’ idea di cosa sia l’arte pubblica, al lettore non esperto potrei suggerire di leggere il libro The Practice of Public Art curato da Cameron Cartiere and Shelly Willis. Nel contributo di Cartiere presente nel volume, si ricostruisce l’albero genealogico dell’arte pubblica e si definiscono le “regole del gioco”, che voglio qui ricordare. Innanzitutto l’arte pubblica si svolge sempre fuori dalle gallerie e dai musei, in pubblico (accessibile o visibile), è di pubblico interesse (riguardante individui o comunità), si svolge in un luogo pubblico (gestito o usato da una comunità o da individui), finanziato da istituzioni con fondi pubblici. All’interno di queste regole, possono collocarsi diversi tipi di interventi: sculture, installazioni, land art, architettura, ecc. e diversi tentativi di superare queste rigide categorie cercando punti di fusione, come nel caso dell’Artscape, “un paesaggio in cui natura e architettura cercano un unico modo per esprimersi, una sintesi mai trovata”. Ma come antropologo preferisco quell’arte pubblica che fa proprie alcune parole chiave dell’antropologia e che usa il metodo etnografico: collaborazione, osservazione partecipante, relazione, posizionamento, riflessività. Per l’antropologia l’arte è sempre politica – nel senso che non è neutrale, che prende posizione, che riflette, incarna un punto di vista – e agisce in una
We can not give a general and then generic definition, but from a historical point of view, instead, we could say what has been labeled as public art in a specific historical period and in a given territory. However, definitions always end in order to exclude anything which, under another aspect, has links with the general categories involved; in our case those of public space and art. To get an idea of what is public art, might I suggestn the non-specialist reader to read the book The Practice of Public Art curated by Cameron Cartiere and Shelly Willis. In his essay, Cartiere rebuilt the family tree of public art and defined the “rules of the game”, I want to mention here. First, public art always takes place outside the galleries and museums, in public (accessible or visible) it is in the public interest (concerning individuals or communities), it takes place in a public place (managed or used by a community or by individuals), funded by institutions with public funds. Within these rules, you can place different types of interventions: sculptures, installations, land art, architecture, etc. and several attempts to overcome these rigid categories trying melting points, as in the case of Artscape, “a landscape where nature and architecture are looking for a unique way to express themselves, a summary ever found”. But as an anthropologist, I prefer the public art that endorses some keywords of anthropology and uses the ethnographic method collaboration, participant observation, relationship, positioning, reflexivity. For anthropology, art is always political - in the sense that it is not neutral, that takes a position, that reflects, embodies a point of view and acting in a social dimension; therefore, eventually forced to give a definition, I’d base on the text edited
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dimensione sociale; perciò, eventualmente costretto a dare una definizione, mi baserei sul testo curato da Suzan Lacy Mapping the terrain New Genre Public Art dove l’arte pubblica viene concepita come il punto estremo di un passaggio dalla concezione dell’artista come soggetto disimpegnato che comunica una esperienza, all’artista che produce la descrizione di un contesto, all’artista come analista della società, fino all’artista come attivista coinvolto nella realtà sociale. L’artista è, per così dire, dentro il quadro, svolge un ruolo di collaboratore o di catalizzatore di mutamenti socio-culturali: non più di provocatore nei confronti del pubblico ma di complice. Dunque l’artista che agisce nel campo dell’arte pubblica non opera soltanto per ottenere una risposta da parte del pubblico, ma soprattutto per collaborare con la community locale al fine di produrre identità culturale, consapevolezza sociale e mutamento. Non è importante che l’artista produca un’opera oggettuale. Il risultato è sempre almeno concettuale, ma nel migliore dei casi innesca un cambiamento nel contesto sociale in cui opera attraverso una produzione in tutti i casi latu sensu estetica, sia perché agisce sui e con i sensi, sia perché bene o male si inserisce in qualche poetica dell’arte contemporanea già riconosciuta. Estetica dunque, ma in un’accezione contemporanea che da Duchamp in poi estende il godimento dal piacere del testo al piacere del metatesto, con l’introduzione della riflessività e del metalinguaggio che spostano l’incantamento dall’opera – continuiamo a chiamarla così per comodità – alla relazione riflessiva e interattiva fra essa e il fruitore, ciò che costituisce il significato dell’opera stessa. Da questa
by Suzan Lacy’s Mapping the Terrain New Genre Public Art where public art is conceived as the extreme point of a passage from the conception of the artist as uninvolved subject that communicates an experience, to the artist who produces a description of a context, the artist as an analyst of the society, up to the artist as an activist involved in social reality. The artist is, so to speak, within the frame work, it plays a role of co-worker or a catalyst for socio-cultural changes: no more a troublemaker to the public but an accomplice. So the artist who works in the field of public art, works not only to get a response from the public, but especially to work with the local community in order to produce cultural identity, social awareness and change. It is not important that the artist produces an object. The result is always at least conceptual, but in the best case it triggers a change in the social context in which it operates through a production in all case aesthetics both because it acts on and with the senses, and it fits into some poetics of contemporary art, better or worse, already recognized. Aesthetics, then, but in a contemporary sense that from Duchamp onwards extends the enjoyment from the pleasure of the text to the pleasure of metatext, with the introduction of reflexivity and meta-language that move the enchantment from the opera - we continue to call it that for convenience - to the interactive and reflexive relationship between it and the observer, what is the meaning of the work itself. From this perspective, our gaze, as producers of public art and analysts (anthropologists, sociologists, historians of contemporary art, critics, etc.) can not be saturated by the space that houses
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 41
prospettiva, il nostro sguardo, come produttori di arte pubblica e come analisti (antropologi, sociologi, storici dell’arte contemporanea, critici, ecc.), non può essere saturato dallo spazio che ospita l’intervento artistico, ma deve saper cogliere, perché anch’essi incorporati nella scena, gli scambi, le interazioni, le relazioni fra spazio pubblico e luoghi privati. In tal senso può essere utile la nozione di spazio intermediario coniata da Henri Lefebvre, che riguarda “a seconda dei casi, sia la relazione privato/pubblico, individuale/collettivo, interno/esterno o dentro/fuori, implicando una idea di passaggio graduale o di transizione visiva, sia un luogo in sé con le sue caratteristiche separatrici o aggregatrici”. Tali spazi intermediari, possono diventare strumenti di connessione fra la vita dei fruitori e l’opera, luoghi di azione sociale predisposti dall’artista o già appartenenti al contesto, e dunque non sottraibili al dialogo con l’opera ma semmai “attori” che contribuiscono al potere significante della conversazione sociale innescata dall’intervento di arte pubblica. Il confine fra arte e azione sociale, attivismo e impegno sociale, sociologia, antropologia e critica culturale è davvero sottile. A volte azioni di questo tipo non si differenzierebbero da altre se il soggetto che le mette in pratica non intendesse proporsi come artista piuttosto che come operatore culturale o studioso di scienze sociali. La debolezza della linea di separazione consente sconfinamenti da parte di diverse pratiche in un campo diverso – penso in questo momento all’antropologia. Francesco Marano
Docente di Antropologia Visuale Università degli Studi della Basilicata
the artistic intervention, but must be able to grasp the exchanges, interactions, relationships between public and private places, because they also are incorporated into the scene. In this sense, it may be useful the notion of intermediary space coined by Henri Lefebvre, which concerns “depending on the case, both the relationship private/public, individual/collective, inside/ outside or in/out, implying an idea of gradual change or of visual transition and a place in itself with its aggregative or separating characteristic”. These intermediary spaces, can become instruments of connection between the life of the users and the work, sites of social action prepared by the artist or formerly belonging to the context, and therefore they can not be taken away from the dialogue with the work but rather they can be “actors” that help the signifying power of social conversation triggered by the intervention of public art. The boundary between art and social action, activism and social commitment, sociology, anthropology and cultural criticism is really thin. Sometimes such actions would not be different by others if the person who puts them into practice is not intended to act as an artist rather than as a cultural worker or social scientist. The weakness of the separation line allows trespassing by different practices in a different field at this moment I think about anthropology.
Francesco Marano
Professor of Visual Anthropology University of Basilicata
Orfeo Hotel contemporary art project | Elisa Laraia | Monica Nicastro | Mio D’Andrea Santoro | Private Conversation fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 42
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Che cos’è l’arte pubblica?
What is Public Art?
L’arte pubblica rimanda ad un’arte pensata per il contesto pubblico e per uno spazio specifico. Un’arte che abbia, quindi, come priorità il luogo in cui vivono le persone e una modalità di fruizione quotidiana, con ricadute anche di carattere sociale e politico. La grande arte è sempre “pubblica” nel senso più ampio del termine, nel senso che è pensata per rispondere alle esigenze culturali e spirituali delle persone. Non credo agli artisti che dicono: “Io faccio arte per me stesso”, l’arte è per definizione un processo di comunicazione espressiva, dunque rivolto agli altri, anche se è logico che l’artista può e deve rivolgersi innanzitutto a se stesso, ma in quanto membro di una comunità. Il primo spettatore è l’artista stesso. In secondo luogo mi sembra altrettanto importante essere liberi creativamente, seppure al servizio della collettività. A connettere gli elementi strutturali dell’arte pubblica l’artista, lo spazio, il contesto pubblico, la collettività fruitrice - sono certamente le tecnologie audiovisive, pertanto è importante partire da un quadro generale della sperimentazione audiovisiva dalle origini fino ad oggi, cioè dal cinema delle avanguardie storiche fino alle ultime tendenze dell’arte digitale, passando per la nascita della videoarte. La conoscenza del cinema e del video sperimentale può essere di stimolo per la progettazione e la realizzazione di opere, sia fotografiche che basate su immagini in movimento, da inserire in un contesto urbano. Del resto il cinema, come medium e come forma artistica, nasce e si sviluppa parallelamente all’evoluzione della città, molti interventi cinetici, infatti, sono legati alla scena metropolitana o sono stati concepiti per integrarsi ad essa. Installazioni di arte pubblica, rivolte quindi ai cittadini, agli abitanti
Public art refers to art created for the public context and for a specific space. An art that has, therefore, as a priority the place where people live and a daily mode of use, with repercussions both social and political. Great art is always “public” in the broadest sense of the term, for it is designed to meet the cultural and spiritual needs of the people. I do not believe the artists who say “I do art for myself”. Art is by definition a process of expressive communication, then it’s turned to the others, although it is logical that the artist can and must turn first to itself, but as a member of a community. The first audience is the artist himself. Secondly, I think it is also important to be creatively free, albeit in the service of the community. To connect the structural elements of public art - the artist, the space, the public context, the community of users - are certainly the audio-visual technologies, so it is important to begin with an overview of audiovisual experimentation from the beginning until today, that is, from Cinema of the historical avant-garde to the latest trends in digital, through the birth of video art. The knowledge of experimental film and video can be a stimulus for the design and realization of works, both photographic and image-based motion, to be included in an urban setting. Moreover, the cinema, as a medium and as an art form, born and developed in parallel with the evolution of the city. Many kinetic interventions, in fact, are related to the underground scene or have been designed to integrate with it. Public art installations, then addressed to citizens, residents of a given context, can not in my opinion disregard a historical analysis of these particular audiovisual forms. The birth of cinema is closely linked to the evolution of the city, from the
di un dato contesto, non possono a mio giudizio prescindere da un’analisi storica di queste particolari forme audiovisive. La nascita del cinema è strettamente legata all’evoluzione della città, dai primi esperimenti di illuminazione elettrica fino a quando, raggiunta ormai la dimensione di metropoli, non c’è stato più limite alle sue fantasmagorie visuali. Nel corso dei decenni questo legame si è fatto sempre più stretto, relativamente all’evoluzione dei dispositivi, fino al mapping, ultima frontiera tecnologica di un rapporto tra immagini in movimento e dimensione urbana che esiste fin dagli anni ‘20 e che oggi è in grado di modificare le architetture degli edifici, perfino lo skyline. Pensiamo ai cosiddetti media building, pensiamo all’idea di smaterializzare gli edifici. E’ ovvio che tutto ciò offre incredibili strumenti agli artisti, li stimola a creare opere dove il lato illusionistico gioca un ruolo importante, puntando a coinvolgere nell’illusione ottica le comunità urbane. Ritengo che la Basilicata, regione in cui si può seguire l’evoluzione dei contesti urbani, dai piccoli borghi fino alle moderne città, possa davvero essere un laboratorio e un modello da esportare in altre realtà italiane, e anche internazionali naturalmente, come propone LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica, il cui elemento forte è proprio il coinvolgimento dell’intera comunità regionale nella creazione di grandi opere d’arte condivise. L’arte troppo autoreferenziale, che ubbidisce solo a un bisogno narcisistico, ritengo non sia certo arte “pubblica”.
first experiments of electric lighting until, reached the size of the metropolis, there was just no limit to its visual phantasmagoria. Over the decades, this relationship has become more and more narrow, relatively to the evolution of the devices, to the mapping, the final frontier of technology of a relationship between the moving image and the urban dimension which has existed since the 20s and it is now able to modify the architecture of the buildings, even the skyline. Let’s think about the so-called media building, or about the idea of dematerializing the buildings. It’s obvious that everything offers incredible tools for artists, stimulates them to create works where the illusionistic side plays an important role, aiming to involve urban communities in optical illusion. I believe that the Basilicata region, in which we can follow the evolution of urban contexts, from small villages to modern cities, can really be a laboratory and a model to be exported not only to other Italian contexts, but also international of course, as proposed by LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica, whose strong element is the involvement of the entire regional community in the creation of great shared works of art. The art too self-referential, which obeys only a narcissistic need, I think it is certainly not “public” art.
Bruno di Marino
Bruno Di Marino
Critico dei Media Docente di Teoria dei Mass Media Accademia di Belle Arti di Frosinone
Media critic Professor of Theory and Method of Mass Media Academy of Fine Arts in Frosinone 45
Che cos’è l’arte pubblica?
What is Public Art?
La definizione di arte pubblica non è univoca, ma per sua natura complessa. Una prima caratteristica fondamentale dell’arte che può definirsi pubblica, fa riferimento al contesto espositivo e fruitivo, che non è più lo spazio chiuso e circoscritto del museo o della galleria, ma diventa spazio sociale dilatato, che può coincidere con quello urbano (piazze, strade, infrastrutture, mezzi di trasporto, uffici pubblici) o con quello naturale. A questo primo punto è strettamente legato il secondo, relativo al pubblico cui l’opera si rivolge, che nella public art viene ad ampliarsi enormemente, passando da una élite di fruitori consapevoli e motivati, al corpo sociale nella sua varietà e complessità. Da queste due caratteristiche basilari deriva una crescita del livello di esponibilità dell’opera che è inversamente proporzionale alla sua “auraticità”, nel senso indicato da Benjamin: ad una maggiore fruibilità dell’arte e all’allargamento della sua base sociale, corrisponde una decrescita della sua “aura”. Contestualmente, si assiste a uno spostamento del centro dell’opera dall’artista creatore al pubblico, che ne diviene il referente fondamentale, al quale l’artista si rapporta in modo molto più stretto rispetto al passato. Questo processo ha le sue radici storiche nelle avanguardie del Novecento, tese al coinvolgimento sempre più attivo del fruitore, secondo un’attitudine dialogica che può arrivare a produrre forme di collettivizzazione dell’opera e del percorso creativo. Restano comunque in campo, a tutt’oggi, due modalità fondamentali di intendere l’arte pubblica: quella più tradizionale, che prevede la
The definition of public art, by it nature is not unique, but complex. A first key feature of art that can be defined as public, refers to the context of the exhibition and fruition, that is no longer the closed and confined space of the museum or gallery, but becomes an enlarged social space, which may coincide with the urban one (squares, roads, infrastructure, transportation, public offices) or with the natural one. This first point is closely related to the second, that is the relationship with the audience the work is aimed at, which in public art is to expand enormously, moving from an aware and motivated elite of users to the social body in its variety and complexity. From these two basic features comes an increase in the level of display possibility of the work that is inversely proportional to its “auraticity”, in the sense indicated by Benjamin. A greater usability of the art and the enlargement of its social base, correspond to a decrease of its “aura”. At the same time, we are witnessing a shift of the center of the work from the creator to the audience, who became the fundamental reference point, to which the artist relates much more closely than in the past. This process has its historical roots in the avant-garde of the twentieth century, aimed at the increasingly active involvement of the user, according to an attitude of dialogue that can get to produce forms of collectivization of the work and the creative process. Anyway, there are two fundamental modes of understanding public art today: the more traditional one, which involves the production of the artist of an object to be placed in a
Laboratori Urbani | Urban Lab | Forenza 47
produzione da parte dell’artista di un oggetto da collocarsi in un determinato contesto pubblico, e quella, affermatasi più di recente, che si realizza in forma di azione socialmente condivisa, in cui il termine “pubblico”, da aggettivo riferito all’arte, passa ad indicare un nuovo soggetto creativo collettivo. La cosiddetta New genre public art si basa proprio sull’accentuazione della componente relazionale, contestuale e processuale dell’operazione artistica.
Mariadelaide Cuozzo
Docente di Storia dell’Arte Contemporanea Università degli Studi della Basilicata
certain context, audience, and that which is well established over recently, which is realized in the form of socially shared action, in which the term “public”, as an adjective referring to art, begins to indicate a new collective creative subject. The so-called New genre public art is based precisely on accentuating the relational, contextual and procedural component of the artistic operation.
Mariadelaide Cuozzo
Professor of Contemporary Art History University of Basilicata
Laboratori Urbani | Urban Lab | Alta formazione | Potenza 48
Che cos’è l’arte pubblica?
What is Public Art?
Durante la mia esperienza all’alta formazione sull’ arte pubblica del LAP ho affermato come, oggi più che mai, sia necessario fare un’analisi del significato delle parole. Molte parole hanno perso il loro significato originario per acquisirne uno ambivalente o equivoco. Questo è dovuto al fatto che la parole vengono spesso usate sotto forma di slogan (da sluagh-ghairm, gaelico scozzese, cioè “urlo di guerra”). E’ un richiamo, un incitamento, un motto ripetitivo che alla fine “suona”, senza dire: emana tutta la sua carica edonistica e seduce in quanto non esprime alcun significato. E’ una strategia commerciale, con cui si suole dirigere o indirizzare l’interesse dei consumatori, che si è incistata nel linguaggio. Arte pubblica, sembra ancora resistere ma pare nella buona strada per diventare una di queste parole. E’ cambiata la concezione di arte negli spazi pubblici dal Seicento a oggi. Lo comprendiamo analizzando l’idea di monumento, idea che sembra oggi lontana se pensiamo a come veniva concepita in passato, per il suo valore storico celebrativo, spesso ridondante o impregnato di retorica patriottica e militaresca. Oggi la nostra sensibilità ci porta a ricercare altri contenuti e implicazioni per ciò che riguarda la funzione e l’impatto estetico di interventi artistici in contesti urbani. Il monumento rimane presente come elemento urbano e rappresenta tuttora uno strumento indispensabile di identificazione e di determinazione di simboli e valori che diano senso alla storia. Nel nostro immaginario il monumento si è lentamente smaterializzato, passando da materiali duraturi (bronzo e marmo) a materiali più leggeri, a volte effimeri, fino alla scomparsa della stessa materia, accentuando il carat-
During my experience at the Advanced Training Course in Public Art of the LAP I said as today more than ever, it is necessary to make an analysis of the meaning of words. Many words have lost their original meaning to acquire an ambivalent or equivocal one. This is due to the fact that the words are often used in the form of slogans (from sluagh - ghairm, Scottish Gaelic, meaning “war cry”). It’s a call, an incitement, a repetitive motto that at the end “sounds”, without saying: it emanates throughout its hedonistic charge and seduces as it does not express any meaning. It’s a business strategy, with which it is customary to conduct or direct the interest of consumers, which is encysted in the language. Public art still resists but it seems on the track to becoming one of these words. The concept of art in public spaces has changed from the seventeenth century to the present. We understand it analysing the idea of the monument, an idea that now seems distant when we think of how it was conceived in the past for its historical celebratory value, often redundant or imbued with patriotic and militaristic rhetoric. Today, our sensitivity leads us to search for other content and implications for what concerns the function and the aesthetic impact of artistic interventions in urban contexts. The monument remains present as an urban element and still is an indispensable tool for the identification and determination of symbols and values that give meaning to history. In our imaginary the monument has slowly dematerialized moving from durable materials (bronze and marble) to lighter materials, sometimes ephemeral, until the disappearance of the material itself, emphasizing the metaphoriGround Zero | New York
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tere metaforico dell’assenza. Prendiamo due esempi significativi: il monumento alla stazione di Bologna, realizzato in commemorazione della strage di Bologna il 2 agosto 1980 e i fasci luminosi proiettati nel cielo di Manhattan dopo l’attentato dell’11 settembre 2001. Nel primo caso, il “monumento” è uno squarcio nella facciata interna della stazione di Bologna. La metafora indica una ferita insanabile, per la morte di 85 persone e il ferimento di 218, ma ricorda anche che la ferita è aperta perché non sono ancora stati chiariti i numerosi dubbi su come realmente siano andate le cose e sui mandanti di questa strage di stato. Ancora più estremo e evidente in questo senso è il caso dei fasci luminosi proiettati a Ground Zero. Si ergono verso il cielo come a illuminare l’ascesa delle anime che l’11 settembre hanno tragicamente lasciato i loro corpi massacrati. Questo “monumento” ha un carattere ancora più effimero, completamente smaterializzato, si avvale di qualcosa di incorporeo, etereo, come la luce. Inoltre, il fatto che i fasci luminosi siano stati pensati come provvisori, evidenzia un diverso concetto temporale che sposta l’attenzione dalla durata perenne, e quindi all’uso di materiali indistruttibili, elemento indispensabile per il monumento classico, all’idea che il monumento possa avere una durata limitata e sia intercambiabile. Anche questo è un effetto della contemporaneità: con (essere con)/temporaneo (sfuggente, passante), cioè vivere (seguire) il tempo nella sua immanenza. La portata simbolica sembra essersi spostata sul qui e ora, preferendo all’emozione della rivisitazione e del ricordo, l’emozione vissuta in presa diretta, data dall’impatto estetico e dal suo rapporto dialogante con il contesto. Emilio Fantin Artista, Docente di “Percezione e Comunicazione Visiva” del Politecnico di Milano
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cal nature of the absence. Let’s take two examples: the monument to the Bologna train station, built in commemoration of the massacre of Bologna, August 2, 1980 and the beams of light projected in the sky over Manhattan after the attacks of 11th September 2001. In the first case, the “monument” is a laceration into the inner face of the Bologna train station. The metaphor indicates an incurable wound, for the death of 85 people and the 218 wounded, but remember also that the wound is open because many doubts remain about how things really are gone and who are the instigators of this massacre. Even more extreme and obvious in this regard is the case of the light beams projected at Ground Zero. They rise towards the sky as if to illuminate the rise of the souls who have tragically left their bodies massacred on September 11th. This “monument” is an even more ephemeral one, completely dematerialized; it avails itself of something incorporeal, ethereal, as light. Moreover, the fact that the beams have been thought of as provisional, showed a different temporal concept that shifts the focus from the everlasting life, and therefore the use of indestructible materials, which is essential for the classical monument, to the idea that the monument may have a limited life and it is interchangeable. This is also an effect of contemporaneity: con (be with)/ temporary (fleeting, passing), that is to live (follow) time in its immanence. The symbolic seems to have moved to the here and now, preferring the thrill of revisiting and memory, the emotion experienced live, given by the aesthetic impact and its relationship of dialogue with the context. Emilio Fantin
Artist, Professor of “Visual Perception and Communication” at the Politecnico of Milan
Che cos’è l’arte pubblica?
What is Public Art?
Un intervento progettato da un artista che va a modificare le dinamiche sociali di uno spazio pubblico: piazza, strada, biblioteca, stazione ferroviaria etc. Anche altri tipi di interventi, ad esempio progettati da architetti o emersi casualmente in uno spazio pubblico, modificano la socialità del luogo interessato, ma l’intento con cui sono nati non è legato all’arte e, per questo motivo, non si può parlare di Arte Pubblica. Le nostre strategie di realizzazione degli interventi di Arte Pubblica, partono da considerazioni sulle varie problematiche che un artista deve essere pronto ad affrontare nel proprio lavoro: rapporti con la committenza (sia essa pubblica, privata o mista), problemi legati al budget, il saper sviluppare un buon rapporto di collaborazione con le altre figure professionali coinvolte nell’operazione, come architetti, ingegneri, maestranze etc. Abbiamo sottolineato l’importanza di accettare le variazioni che (inevitabilmente) ogni progetto subisce nel corso della sua realizzazione e di quanto questi interventi casuali contribuiscano a rendere viva e attinente l’opera con il contesto e il tempo che la ospiterà. Il progetto “Come il vento”, è stato sviluppato durante una residenza nell’aprile 2013 a Becharre, nel Nord del Libano, dove, insieme ad un calligrafo e a diverse persone della cittadina, abbiamo dipinto 10 frasi, estratte dai dialoghi avuti con alcuni abitanti, sui muri in cemento della cittadina. Pur essendo permanente, questo intervento ha richiesto un budget molto limitato, coinvolgendo profondamente la popolazione del luogo. Il progetto Relational, una installazione monumentale esposta recentemente sulla facciata della stazione ferroviaria di Napoli Mergellina, insieme a due grandi installazioni video, è stato prodotto interamente con fondi di im-
It’s an artwork designed by an artist who goes to change the social dynamics of public space: square, street, library, railway station etc. Other types of interventions, such as designed by architects or emerged by chance in a public space, change the social of the place concerned, but the intent with which they were born is not related to art and, for this reason, one can not define them Public Art. Our strategies to carry out works of public art, move from considerations on the various issues that artists must be ready to deal with in their work: relationships with customers (public, private or mixed), problems related to the budget, able to develop a good working relationship with other professionals involved in the transaction, such as architects, engineers, craftsmen, etc. We stressed the importance of accepting the changes that (inevitably) each project undergoes in the course of its implementation, and how these casual actions contribute to make the work living and pertinent with the environment and the time that house it. The project “Come il vento” was developed during a residency in April 2013 in Becharre in northern Lebanon, where, along with a calligrapher and several people in the town, we painted 10 sentences, extracted from the talks with some of the inhabitants, on the concrete walls of the town. Although permanent, this work required a very tight budget, while deeply involving the local population The project Relational, a monumental installation recently exposed on the facade of the train station Mergellina, along with two large video installations, was produced entirely with funds from private companies that have decided to promote this cultural event. Fundamental Frequency, a sculpture of light and sound made after
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prese private che hanno deciso di promuovere questo evento culturale. Frequenza Fondamentale, una scultura luminosa e sonora realizzata in seguito ad un concorso indetto dall’amministrazione comunale di Portici (NA). Il progetto “A Cielo Aperto” di Latronico, finalizzato alla realizzazione di un museo all’aperto, sostenuto dall’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, ci vede, insieme a Pasquale Campanella/Wurmkos, come curatori. Questo progetto si basa unicamente sul contributo annuale dei soci dell’Associazione.
a competition organized by the City of Portici (Naples). The project “A Cielo Aperto” in Latronico, which we curated along with Pasquale Campanella/Wurmkos, aimed at creating an open-air museum, supported by the Cultural Association Vincenzo De Luca. This project is solely based on annual contribution of the members of the Association.
Bianco - Valente
Bianco - Valente Artists
Artisti
Bianco - Valente | Rem | 2002 | Vutek ultra su Backlit, LightBox cm 550x190, Installazione permanente presso la Stazione Rione Alto della Metropolitana di Napoli, Permanent Installation at Rione Alto Metro Station, Napoli 55
Basilicata Terra d’Arte | Basilicata Land of Art
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Basilicata terra d’arte è una tautologia, la Basilicata, infatti, è una terra che ha sempre generato ispirazione artistica, nel senso più alto, come creazione artistica e riflessione filosofica, critica. Se affondiamo lo sguardo nel tempo, in un tempo ormai tanto lontano da considerarlo o perduto o “repertato” nei vari musei e nelle aree archeologiche, scopriamo una terra ricca di relazioni internazionali, abitata, almeno per quanto riguarda le élite, da genti colte e raffinate. Una storia lunga e costellata di artisti, di alcuni dei quali possiamo solo intuire la grandezza, mentre di altri siamo in grado di definire con precisione i profili e di apprezzare le opere. Si parla evidentemente dei diversi linguaggi dell’arte, dal figurativo al musicale, comprendendo l’abilità ideativa come quella artigianale, elementi fondamentali di ogni creazione artistica. Il Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu” di Palazzo Loffredo, a Potenza, è certamente una delle mete da non tralasciare, se vogliamo conoscere la Basilicata. In mostra i reperti rinvenuti recentemente nell’area della Torre di Satriano (Tito) in una dimora del VI sec. a. C., oltre alla complessa decorazione architettonica della residenza del “principe”, di grande interesse l’arredo interno, giunto intatto fino a noi, perché sigillato sotto l’imponente tetto crollato in seguito ad un evento naturale, un terremoto, come è accaduto a Pompei in seguito all’eruzione del Vesuvio. Questa campagna di scavi, insieme a quelle che hanno portato alla luce la tomba 103 di Braida di Vaglio e le due anfore attiche della tomba 35 di Baragiano, ha svelato ancora meglio come sul territorio che poi sarebbe stato dominio dei Lucani, vivesse una società internazionale, che ha lasciato precisi segni del proprio potere culturale e politico. Si percepisce, infatti, il lusso nel quale viveva chi comandava all’interno della comunità, un lusso fatto di
Basilicata land of art is a tautology. Basilicata, in fact, is a land that has always generated artistic inspiration, in the highest sense, as an artistic creation, a philosophical and critical reflection. If we sink away in time, in a time now so far to consider it lost or reperted in the various museums and archaeological sites, we discover a land rich in international relations, inhabited, with regard to the elite, by educated and refined people. A long history full of artists, some of which we can only imagine the greatness, while of others we are able to precisely define the profiles and to appreciate the works. We can speak clearly of the different languages of art, from the figurative to the music, understanding both the creative and artisan skills, basic elements of every artistic creation. Placed in Palazzo Loffredo in Potenza, The National Archaeological Museum Dinu Adamesteanu is certainly one of the places not to miss, if you want to know Basilicata. In showing the finds recently discovered in the area of Torre di Satriano (Tito) in a mansion of the sixth century BC, in addition to the complex architectural decoration of the residence of the prince. Of great interest is the interior decor, come down to us intact, because sealed under the imposing roof collapsed following a natural disaster, an earthquake, as it happened in Pompeii after the eruption of Vesuvius. This campaign of excavations, together with those that have unearthed the Braida’s tomb n.103 in Vaglio and the two Attic amphoras of the tomb 35 in Baragiano, has revealed even better as in the territory that would later be a Lucani’s domain, lived an international society, which left clear signs of its cultural and political power. In fact, you can detect the luxury in which lived the people who were at the power in the objects from many different backgrounds, Magna Grecia, Greece,
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oggetti dalle più disparate provenienze, Magna Grecia, Grecia, Etruria, Anatolia, dai vasi da mensa agli strumenti per la convivialità, agli oggetti di ornamento femminili, una straordinaria collana d’oro e una piccola spilla di fattura inimitabile, alle armi maschili, tutto è esotico e raffinato. Anche i corredi delle tombe poste su un lato del piazzale davanti alla facciata monumentale, sono espressioni di prestigio e di status del capo della comunità e della sua famiglia. Il Museo “Adamesteanu” di Potenza ci invita a scoprire questi gioielli di un passato che, entrando nella nostra memoria, la rende sempre più antica e nuova. A Matera, il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”, conserva la stipe votiva del santuario di Timmari, scoperta agli inizi del secolo scorso. Interessante anche lo scenario dell’archeologia post-antica del Materano, in buona parte ancora sconosciuta. L’insieme dei reperti offre l’opportunità di ricostruire i rituali funerari tra IV e VII sec. d.C. e di leggere la fisionomia di un territorio che, alla fine dell’Impero, sorprende per gli oggetti comuni in gran parte ai contesti peninsulari meridionali, ma anche per manufatti più rari. Tra le ricostruzioni sperimentali, che coinvolgono particolarmente il visitatore, un modellino di capanna dell’età del Bronzo e strumenti e materie prime impiegati per la fabbricazione degli utensili e della ceramica. Il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”, all’interno del castello normanno-svevo di Melfi, ospita corredi funerari di VII-III secolo a.C., con raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, ornamenti in argento, oro e ambra, vasi in bronzo di area greca ed etrusca, le ceramiche magno-greche a figure rosse e i monumentali vasi a decorazione poli-
Etruria, Anatolia. From the canteen pots to conviviality tools, from women’s ornamental objects, such as an extraordinary gold necklace and a small brooch of inimitabile manufacture to masculine arms, everything is exotic and refined. Even the grave goods of the tombs placed on one side of the square in front of the monumental façade, are expressions of prestige and status of the head of the community and his family. The Museum Adamesteanu invites us to discover these gems of a past that, coming into our memory, make it more and more old and new. In Matera, the National Archaeological Museum Domenico Ridola, preserves the votive offerings of the sanctuary of Timmari, discovered at the beginning of the last century. Also interesting is the scenario of post-ancient Matera’s archeology, still largely unknown. The set of findings provides an opportunity to reconstruct the funerary rituals between IV and VII century AD and to read the character of an area that, at the end of the Empire, it is surprising for the presence of many objects common in most southern peninsular contexts, but also for more rare artifacts. Among the experimental reconstructions, particularly involving for the visitor, are the model of a Bronze Age hut, tools and raw materials used in the manufacture of tools and pottery. The National Archaeological Museum of Melfi “Massimo Pallottino”, within the Norman-Swabian castle of Melfi, hosts grave goods of 7th-8th century BC, with fine Daunian ceramics with geometric decoration, bronze armor, silver, gold and amber ornaments, Greek and Etruscan bronze vases, Grecian red-figure pottery and monumental Canosa vases with polychrome decoration and applied figures, dating back to the 4th-3rd century BC.
Matera | Veduta Sasso Caveoso | Quartiere Malve 61
croma e con figure applicate, di produzione canosina, risalenti al IV-III secolo a.C.. Di grande fascino nella torre del Castello il sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, ascrivibile alle botteghe dell’Asia minore. La figura femminile “dormiente” sul coperchio del sarcofago, le lastre laterali con figure mitiche di riferimento della famiglia aristocratica, continuano ad interrogare gli studiosi e i visitatori sul destino della donna cui quel sarcofago era destinato. Non possiamo dimenticare altre aree archeologiche di grande fascino, Policoro, Grumentum, Siris–Herakleia. Se ci rechiamo poi a Metaponto (Bernalda) ci viene incontro il passato di una società ricca e potente, che ha lasciato templi e testimonianze di grande fascino. E’ in quest’area che Pitagora aprì la sua scuola e in quest’area visse e operò il folto gruppo dei suoi allievi e allieve, matematici, filosofi, poeti. Dove il mar Ionio, abbacinante distesa d’acqua al confine col cielo, sembra riposare sulla spiaggia metapontina, dove la spiaggia, poi, abbracciata dal Bradano e dal Basento, sembra distendersi fino alla collina, quasi a formare una culla tiepida, sorprendono suggestioni dal mito e dalla storia; il pensiero ricostruisce segni sulla sabbia, impressi da menti e mani eccelse e ormai ingoiati dal mare, e voci che evocano armonie. Riemergono le emozioni che provò Pitagora, quando vi giunse in fuga da Crotone, e il fervore della Scuola, lì dove si ergono ancora le colonne del Tempio di Hera (Tavole Palatine). Come resistere al fascino del passato? Un grande mistero, una simbologia di difficile interpretazione, cui la ricerca scientifica sta cercando di dare una soluzione, è la brocchetta di Ripacandida che, a dire di qualche studioso, rimanda all’universo sferico di Pitagora e ad un evento disastroso del V a.C., probabilmente l’impatto di un grande meteorite nella Grecia orientale, ricordato
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Extremely fascinating in the tower of the Castle the marble sarcophagus of the 2nd century AD with relief decoration, attributed to the workshop of Asia Minor. The female figure sleeping on the lid of the sarcophagus, the slabs side with mythical figures of reference of the aristocratic family, continue to question the scholars and visitors on the fate of the woman to whom the sarcophagus was intended. We can not forget other archaeological sites of great charm: Policoro, Grumentum, Siris-Herakleia. If we go to Metaponto (Bernalda) we encounter the past of a rich and powerful society, which left temples and testimonies of great charm. In this area Pythagoras opened his school, lived and worked along with the large group of his students, mathematicians, philosophers and poets. Where the Ionian Sea, a blinding expanse of water, at the edge of the sky seems to rest on the beach of Metaponto, which then, embraced by Bradano and Basento, seems to stretch up the hill, almost forming a warm cradle, the observer is surprised by suggestions coming from myth and history; the thought reconstructs marks on the sand, impressed from sublime minds and hands and now swallowed by the sea, and voices that evoke harmonies. The emotions Pythagoras felt, when he arrived on the run from Croton, resurface along with the fervor of the School, there where still stand the columns of the Temple of Hera (Palatine Tables). How to resist the charm of the past? A great mystery, a symbol of difficult interpretation, to which scientific research is trying to give a solution, is the pitcher of Ripacandida that, say some scholars, refers to the spherical Pythagorean universe and a disastrous event of 5th century BC, the likely impact of a large meteorite in eastern Greece, also mentioned by Pliny the Elder. Mysteries, symbols, that real lives have scattered on Lucan terri-
anche da Plinio il Vecchio. Misteri, simboli, che vite reali hanno disseminato sulla terra lucana. La storia delle Basiliche, delle Chiese, dei Castelli della Basilicata ci guida fino al nostro tempo, ci parla di viaggi di imperatori, cavalieri, pellegrini lungo i tratturi e le strade romane che segnano tutto il territorio. Luoghi, soprattutto quelli sacri, in cui la mano esperta di architetti, pittori e scultori ha lasciato segni importanti. Segni da scoprire, impossibile qui parlare di tutti. A guardare la Basilicata con l’occhio scientifico dello storico o con quello curioso del viaggiatore si possono fare suggestive, imprevedibili scoperte. Chi sa, ad esempio, che l’ultimo erede di Manfredi, a sua volta erede del grande Federico II, fu sepolto nel Santuario di Picciano? Siamo nel sec. XIII. Una curiosità come questa, certo, oggi può passare del tutto inosservata, ma è segno comunque che qui c’è una storia da rileggere sempre con maggiore attenzione. Facciamo un salto di circa tre secoli, per giungere a due vicende di straordinaria potenza emotiva, la storia di Isabella Morra, la poetessa di Favale (oggi Valsinni) vittima dei fratelli carnefici, e quella di Gesualdo da Venosa, grande musicista di cui si celebra quest’anno il Quattrocentenario, carnefice della moglie Maria Davalos. I luoghi in cui essi sono vissuti, Valsinni e Venosa, portano ancora i segni di quelle tragedie, ma più ancora l’eco delle parole poetiche di Isabella e delle musiche inimitabili di Gesualdo, eco che giunge fino a noi, coinvolgendoci in una ricerca espressiva che dobbiamo tutelare come un bene prezioso della terra di Basilicata. Essi non furono mai imitatori nel loro tempo, pur essendo artisti consapevoli con precisi modelli di riferimento, innovarono e lasciarono segni di una modernità che ancora oggi stupisce. Potremmo andare oltre nel tempo, attraversare i confini della letteratura, della pittura, della scultura, dell’ar-
tory. The history of basilicas, churches, the castles of Basilicata guide us until our time, it talks about travel emperors, knights, pilgrims along the tracks and Roman roads that mark the country throughout. Places, especially the sacred ones, in which the expert hand of architects, painters and sculptors have left important marks. Signs to be discovered. It’s impossible to mention all here. Looking at Basilicata with the scientific eye of the historian or the curious traveler you can make evocative, unexpected discoveries. Who knows, for example, that the last heir of Manfred, in turn, heir to the great Frederick II, was buried in the shrine of Picciano? We are in the 13th century. A curiosity as this, of course, can now go completely unnoticed, but it is a sign, however, that here there is always a story to read more carefully. Let’s take a jump of about three centuries, to reach two stories of extraordinary emotional power: the story of Isabella Morra, the poet of Favale (today Valsinni) victim of her brothers-tortures, and that of Gesualdo da Venosa, great musician of which is celebrating the Quadricentennial this year, who killed his wife Maria Davalos. The places where they lived, Valsinni and Venosa, still bear both the marks of those tragedies, and even more the echo of the poetic words of Isabella and the inimitable music of Gesualdo, echo that comes to us, involving us in an expressive research we need to protect as a valuable asset of the land of Basilicata. At their time, while being aware artists with specific reference models, they were never imitators, but innovators who left signs of a modernity that still amazes. We could go further in time, crossing the boundaries of literature, painting, sculpture, digital art, but the story would still be far too long. On the other hand, we can explore more easily the recent history. In part we are all inside. Contempo-
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te digitale, ma la storia sarebbe ancora davvero troppo lunga. D’altra parte la storia più recente possiamo esplorarla con più facilità, in parte ci siamo del tutto dentro. L’arte contemporanea, l’arte pubblica, in particolare, per la sua naturale vocazione a interagire con il paesaggio urbano o naturale che sia, deve partire dalla consapevolezza del passato. I monumenti storici, i palazzi, le chiese, le piazze, le strade, le contrade, delle città e dei borghi della Basilicata, devono trovare nell’arte contemporanea nient’altro che gli elementi di una continuità creativa originale e internazionale. E’ questa la proposta del LAP | Public Art Award, che, attraversando la Basilicata, ha avuto modo di interfacciarsi con una lunga storia e monumenti di singolare valore urbanistico, etnoantropologico ed estetico. A cominciare da Potenza, città capoluogo, cui il LAP con le sue postazioni permanenti ha conferito l’identità di spazio espositivo aperto, città di servizi che cela tra i sui vicoli e le sue strade moderne notevoli tesori da scoprire: dalla piazza centrale, Piazza Mario Pagano, più volte illuminata dagli Urban Screen del LAP, ristrutturata su progetto di Gae Aulenti, al ponte Musmeci (1967-1976), dalla villa romana di Malvaccaro (III-IV secolo d.C.) a Ponte San Vito (248-305 a.C.), che costituiscono i poli di una lunga storia urbanistica troppo spesso compromessa dai terremoti. Matera, custode dei Sassi, “Patrimonio dell’umanità” dell’UNESCO, vive grazie ad essi un momento di straordinaria vivacità culturale e turistica. Candidata a Capitale Europea della Cultura 2019, continua ad essere sede di tante iniziative d’arte. L’Arte contemporanea è viva con Casa Cava, Centro per la creatività, nato con il Progetto Visioni urbane, con il MUSMA, il più importante museo
rary art and public art, in particular, for its natural vocation to interact with both the urban and natural landscape, must begin with the realization of the past. The historical monuments, palaces, churches, squares, streets, districts, towns and villages of Basilicata, must find in contemporary art nothing but the elements of an original and international creative continuity. This is the proposal of the LAP | Public Art Award, which crossing the Basilicata region, had the opportunity to interface with a long history and monuments of singular urban, ethno-anthropological and aesthetic value. Starting from Potenza, the capital city, to which the LAP has given the identity of an open exhibition space with its permanent stations. A city that hides, among the alleys and streets, notable modern treasures to be discovered: the central square, Piazza Mario Pagano, renovated and designed by Gae Aulenti often lit by LAP’s Urban Screening events; the Musmeci (19671976), the Roman villa of Malvaccaro (3rd-4th century AD) San Vito bridge (248-305 BC), which are the poles of a long planning history too often compromised by earthquakes. Matera, UNESCO World Heritage site, thanks to the Sassi lives a moment of extraordinary vitality and cultural tourism. Candidate to be European Capital of Culture 2019, it continues to be home of many art initiatives. Contemporary art is alive with Casa Cava, center for creativity, created with the Urban Visions Project, the MUSMA, the most important Italian museum dedicated to sculpture. Situated in the picturesque setting of Palazzo Pomarici (16th century) is the only “cave in” museum in the world. The SoutHeritage foundation has developed a number of projects since 2004 with ART\CITY\LANDSCAPE - the place be-
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italiano interamente dedicato alla scultura. Inserito nella suggestiva cornice di Palazzo Pomarici (XVI sec.), è l’unico museo “in grotta” al mondo. La fondazione Southeritage che, oltre ad un importante numero di Artisti di livello internazionale come Sophie Calle, Carl Andre, Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Sandro Chia, Michelangelo Pistoletto, Ermin Wurm, Dan Graham, Piero Gilardi, occupando la loro sede e l’Archivio di stato di Matera, il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola, la Biblioteca Nazionale Camillo d’Errico, la Chiesa S. Pietro Barisano, ha sviluppato una serie di progetti dal 2004 con ARTE\CITTA\PAESAGGIO - il luogo tra ambiente e arte, a inLuogo: arte e linguaggi nel territorio urbano nel 2005 e Supernatura nel 2009. Ancora sguardi dall’Arte all’antropologia filtrano da progetto Ruperxtre. La Fervida attività di Palazzo Lanfranchi sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata diretta da Marta Rogozzino fa da connessione tra arte antica ed arte contemporanea. Il LAP ha contribuito in più occasioni a sostenere la candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura, in particolare con gli Urban Screen delle opere del Public Art Award 2013 nei Sassi nell’ambito di Passaggio 2019, progetto sviluppato con la Fondazione CRESCO in Basilicata su commissione del Comitato Matera 2019. Anche a Corleto Perticara, che, risultato di diverse ricostruzioni, conserva ancora bei portali e archi imponenti, belle costruzioni nella pietra chiara locale, portoni in legno intarsiato, chiese di antica o recente costruzione e ricostruzione, sul Palazzo comunale, l’antico castello feudale, il video realizzato in uno dei tanti laboratori urbani del LAP, ne ha ridisegnato la storia attraverso le voci dei cittadini. Così a Forenza, la bella facciata bianca della chiesa del
tween environment and art, inLuogo: Art and Language in the urban area in 2005 and supernature in 2009, in addition to a large number of international artists such as Sophie Calle, Carl Andre, Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Sandro Chia, Michelangelo Pistoletto, Ermin Wurm, Dan Graham, Piero Gilardi, occupying their home and State Archives of Matera, the National Archaeological Museum Domenico Ridola, the National Library Camillo d’Errico, the Church of St. Pietro Barisano. Other looks from art to anthropology filter by Ruperxtre project. The fervent activity of ��� Palazzo Lanfranchi, seats of the ������������������������ Superintendence for Historical, Artistic and Ethno-anthropological Heritage of Basilicata led by Marta Rogozzino, makes a connection between ancient and contemporary art. The LAP has helped to support Matera’s candidacy to European Capital of Culture on several occasions, in particular with the Urban Screen in the Sassi dwellings during Passaggio 2019, a project commissioned by the Commitee of Matera 2019 and developed with Fondazione CRESCO in Basilicata. In Corleto Perticara, the video made in one of the many urban laboratories of the LAP and projected on the facade of Municipal Palace, the ancient feudal castle, has redesigned the story through the voices of its citizens. The town, despite the several reconstructions, still shows beautiful portals and impressive arches, beautiful buildings in the local pale stone, inlaid wooden doors, churches of ancient or recent construction and reconstruction. In the same way Forenza saw the faces of its citizens appear on the beautiful white facade of the church of the Crucifix to narrate secrets, hopes and expectations. In Acerenza, the extraordinary Cathedral of S. Maria Assunta and St. Canio, a magnificent monument dating back to Acerenza | Cattedrale Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo
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Crocefisso, ha visto affacciarsi i volti dei cittadini, a raccontarne segreti, speranze, prospettive. Così è accaduto ad Acerenza, dove, sugli echi della straordinaria Cattedrale di S. Maria Assunta e S. Canio, un grandioso monumento risalente all’anno 1000, l’orgoglio di tanti è diventato, nel video del LAP, voce e volto collettivo di una intera comunità. A Calvello, dove arte, fede, storia e natura si fondono in un’identità ricca di molteplici suggestioni, la presenza di un’opera di un grande artista, Gerolamo Todisco, nato forse nel 1550, un affresco con Vergine e Santi nella Chiesa della SS.ma Trinità, fa da àncora tra la bellezza del passato e la sensibilità per l’arte contemporanea, che si è concretizzata in momenti di grande suggestione con le proiezioni video del LAP. Queste le emozioni, che emergono dalla sintesi tra arte antica e arte contemporanea, di cui il LAP si fa interprete.
1000 and pride of many people, has become the collective voice and face of an entire community in the LAP urban screen. In Calvello, where art, faith, history and nature come together in a rich variety of suggestions identity, the presence of a fresco of the Virgin and Saints in the Church of SS.ma Trinity by a great artist, Gerolamo Todisco, who was born probably in 1550, is the anchor between the beauty of the past and the sensitivity for contemporary art, which has resulted in moments of great beauty with the video projections of the LAP. These are the emotions that arise from the synthesis of ancient and contemporary art and that the LAP has interpreted.
Lorenza Colicigno Scrittrice e giornalista
Lorenza Colicigno Writer and journalist
Forenza | Chiesa del SS. Crocifisso | LAP Urban screen | Video mapping 69
2009 | 2012
Alessandra Andrini | White Hole Le immagini di Alessandra Andrini hanno un doppio orizzonte di lettura, lo spazio e il tempo, da un lato infatti sono specchi dell’ambiente circostante che resta bloccato nell’immagine, mentre si evolve nel reale, dall’altro, il “White Hole”, il buco bianco che sfonda il punto dell’esposizione costringe lo spazio stesso, e l’osservatore, a ripensarsi con lo sguardo del possibile e dell’immaginabile, piuttosto che con quello della consuetudine. La sua ricerca artistica si concentra soprattutto sulla dimensione urbana. La sua è una esperienza che si sviluppa in rapporto dinamico col contesto urbano, architettonico e paesaggistico, con l’ambiente, con la storia, con la memoria collettiva. Una curiosità che porta con sé i mille occhi del guardare collettivo. E con questi cerca di reincontrarsi/scontrarsi. Scrive di sé: “Il mio lavoro si nutre delle architetture della città. Tento di impossessarmene, di lasciare che sia lo spazio a stimolare un sistema di relazioni all’interno della mia installazione. Credo che in molti dei miei lavori si possa leggere una tensione ad indagare l’essenza dell’ immagine, della fotografia, del rapporto col virtuale. A volte l’intento è dichiarato, altrove è proprio mettendo in atto un sistema visivo di estrema vicinanza con la percezione del reale che cerco un varco che possa generare un secondo livello di pensiero sull’immagine”.
Alessandra Andrini’s images have a double horizon of reading. From one hand space and time are mirrors of the surrounding environment that remains locked in the image, as it evolves in the real, on the other hand, breaking the point of exposure the “White Hole” forces the space itself and the observer, to rethink themselves with the look of the possible and imaginable, rather than with that of the custom. Her artistic research mainly focuses on the urban dimension. Her experience develops into a dynamic relationship with the urban, architectural and landscape context, the environment, the history, and collective memory. A curiosity that brings with it the thousand eyes of collective watching and with these attempts to meet again/clash. Writes of herself: “My work feeds on the architecture of the city. I try to seize it and let the space stimulate a system of relationships within my installation. I believe that in many of my works you can read a tendency to investigate the essence of image, photography, relationship with the virtual. Sometimes the intent is stated, elsewhere it is just putting in place a visual system extremely near to the perception of reality that I search a passage that could lead to a second level of thought upon the image”.
Alessandra Andrini | White Hole 2009 fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 72
Andrea Nacciarriti | Cronaca ll progetto “Cronaca” si sviluppa attorno al ricordo di un evento tragico quale il terremoto che colpì Potenza e tutto il territorio irpino il 23 novembre del 1980. Il titolo del progetto ha a che fare con la cronaca giornalistica di quei giorni terribili. Sono state utilizzate sei pagine di giornale, per la maggior parte titoli di testa, elaborate in modo tale da isolare dei frammenti di frasi, semplicemente offuscando il fondo, il quale rimane comunque percepibile. Un po’ come avviene alla memoria e ai suoi sistemi di raccolta dati per cui alcune immagini sono più vivide e superficiali, altre più nascoste e silenziose. Utilizzare determinate parole, distribuirle sui muri in alcuni punti strategici della città di Potenza, raccontare un momento storico, legato ovviamente al terremoto, ma che in qualche maniera è indirizzato a noi, oggi, attraverso “falsati” slogan pubblicitari o elettorali, ha un forte impatto sul ricordo e sulla sensibilità del vissuto dei suoi cittadini, un linguaggio semplice e secco che ricorda, ma che soprattutto parla adesso. Il percorso di parole e frasi è il riassunto di un fatto che fa parte della memoria storica, ma soprattutto è una conversazione nel quotidiano con la cittadinanza di Potenza, il territorio irpino, e tutto il resto del paese, un modo di cogliere aspetti sociali e politici che ci riguardano anche quando non si è di fronte ad una catastrofe come quella dell’’80. Tra le pagine di giornale c’è anche la prima pagina serigrafata nel 1982 da Andy Warhol “Fate Presto”, citando così il ricordo che il mondo dell’arte ha dell’evento e quanto è importante
The project “Chronicle” develops around the memory of a tragic event such as the earthquake that struck the city of Potenza and all the Irpinia on November 23, 1980. The title of the project has to do with the news story of those terrible days.It has been used six pages of newspaper, for most titles, processed in such a way as to isolate the fragments of phrases, simply darkening the background, which remains perceptible anyway, as it happens to memory and its data collection systems so that some images are more vivid and superficial, others more hidden and silent. The use of specific words, their distribution on walls in some parts of the city of Potenza, the tale of a historic moment, obviously related to the earthquake, but that in some way is addressed to us today, through “distorted” advertising or election slogan, have a strong impact on the memory and the sensitivity of its citizens. A simple and dry language that resembles, but above all speaks now. The path of words and phrases, is the summary of an event that is part of the historical memory, but is also a conversation with the people of Potenza in everyday life, the Irpinia, and all the rest of the country, a way to understand the social and political aspects, factors that affect us even when you are faced with a disaster such as that of 1980. Between the pages of newspaper there is also the first screen-printed page in 1982 by Andy Warhol “Fate Presto”, citing the memory the art world has of the event and how important is that the experience is part of our work. The purpose
Andrea Nacciarriti | Cronaca 2010 fotografia digitale | digital picture 250x500 cm Urban space LAP Potenza 75
che il vissuto faccia parte del nostro lavoro. Lo scopo dell’operazione “CRONACA” ha di fondo l’analisi della comunicazione mediatica, in particolar modo dell’uso e della manipolazione della “parola”, ma occulta la spettacolarizzazione della notizia a trent’anni di distanza e si cala fisicamente nella quotidianità, legandosi a contingenze temporali e territoriali, determinando una differente sinergia di pensiero e di critica che non vuol essere semplicisticamente provinciale, tutt’altro, evidenzia una condizione diffusa di disagio per cui forse vale la pena ricordare e imparare ad avere maggiore cura e rispetto soprattutto delle nostre vite.
of “Chronicle” has the analysis of media communications at the base, especially the use and manipulation of “word”, but it hides the spectacle of the news thirty years later and falls in physically everyday life, by binding to temporal and spatial contingencies, resulting in a different synergy of thought and criticism is not to be simplistically provincial anything, shows a widespread condition of discomfort that might be worth remembering and learn to have more care and respect especially of our lives.
Andrea Nacciarriti | Cronaca 2010 fotografia digitale | digital picture 250x500 cm LAP Urban Space Potenza 76
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Il Bando | The Announcement Il bando è stato pubblicato il 30 Maggio 2013 con scadenza 30 ottobre 2013.
The announcement was published on May 30, 2013 and deadline on October, 30th 2013.
Il concorso, finalizzato alla promozione della Regione Basilicata, a livello nazionale ed internazionale, attraverso la realizzazione di progetti ad hoc di arte pubblica, prevedeva l’assegnazione per 20 artisti, under 35, di un posto nel Alta Formazione sull’Arte Pubblica, e l’assegnazione finale, senza limiti di età, di 2 premi pecuniari per un totale di 8.000 € più l’esposizione sulle piattaforme Urban Space ed Urban Screen del LAP | Public Art Award.
The competition, aimed at promoting the Basilicata region, at nationally and internationally level, through the implementation of “ad hoc” projects of public art, involved the construction of an exhibition, and the opportunity to 20 artists, under 35, to access an Advanced Training Course in Public Art, and the final allocation of 2 money prizes for a total of 8,000 €, regardless of age, with the exhibition on the platforms Urban space and Urban Screen of the LAP | Public Art Award.
Il progetto presentato doveva essere costruito ad hoc per il concorso ed avere una forte connessione con il territorio della Basilicata. L’analisi del suo contesto poteva spaziare dall’aspetto paesaggistico a quello antropologico, con un concept innovativo e contemporaneo. Il progetto doveva rispecchiare questi criteri che avrebbero determinato la scelta delle opere finaliste.
The projects had to be built specifically for the competition, and must have a strong connection with the territory of Basilicata. The analysis of its context could range from landscape to anthropological aspect, by an innovative and contemporary concept. The fulfillment of these criteria would be decisive for the selection of the finalist projects.
La scelta di dividere il concorso in due sezioni, Public Art Award | Urban space e Public art Award | Urban Screen è stata data dalle 2 piattaforme espositive che il LAP | Public Art award offre agli artisti. La sezione Public Art Award | Urban space ha come piattaforma espositiva le sei postazioni di Potenza (attive dal 2009) e le due postazioni di Corleto Perticara e Calvello (di prossima apertura).
The competition was divided into two sections, Public Art Award | Urban space and Public Art Award | Urban Screen due to the exhibition platforms that LAP | Public Art Award offers to the artists. Public Art Award | Urban space section has as exhibition platform the six exhibition spaces in Potenza (active since 2009) and the two in Corleto Perticara and Calvello (opening soon).
La sezione Public art Award | Urban Screen ha come piattaforma espositiva i palazzi storici e i monumenti
Public Art Award | Urban Screen section has as exhibition platform the historic buildings and monuments of 81
della Basilicata sui quali i video vengono proiettati con la tecnica dell’urban screen. Pertanto il Progetto poteva essere realizzato con tutti i media, video, film, time lapse, stop motion, tutte le tecniche di animazione, purché potesse essere riprodotto in stampe digitali o videoproiettato. Giuria Presidente di giuria Spencer Tunick, New York, USA, Artista Commissari Bruno di Marino, Roma, Italia, Critico dei Media Basak Malone, New York, USA, Gallerista Comitato di selezione Alta formazione Elisa Laraia, Potenza, Italia Artista, Direttore Artistico del LAP | Public Art Award Bruno di Marino, Roma, Italia Critico dei Media e Docente di Teoria e Metodo dei Mass Media, Accademia di Belle Arti di Frosinone Mariadelaide Cuozzo, Napoli, Italia Docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli Studi della Basilicata Bianco e Valente, Napoli, Italia Artisti
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Basilicata on which the video are projected with the technique of urban screen. For the construction of the project, indeed, the use of every kind of media was allowed, provided it was reproducible by digital printing or video projection. Jury President of the Jury Spencer Tunick, New York, USA, Artist Commissioners Bruno di Marino, Rome, Italy, Media Critic Basak Malone, New York, USA, Gallerist Selection Committee Advanced Training Course Elisa Laraia, Potenza, Italy Artist and Art Director of the LAP | Public Art Award Bruno di Marino, Rome, Italy Media critic and Professor of Theory and Method of Mass Media, Academy of Fine Arts in Frosinone Mariadelaide Cuozzo, Naples, Italia Professor of Contemporary Art History, University of Basilicata Bianco and Valente, Naples, Italy Artists
Piattafome online | Websites Il LAP ha strutturato due siti internet in lingua italiana e inglese dedicati al progetto:
The LAP has structured two websites in both Italian and English dedicated to the project:
Il primo www.laboratoriodiartepubblica.it è dedicato alla storia del progetto ed alla sua evoluzione. Al suo interno 3 sono le sezioni in continua espansione: Basilicata Terra d’Arte con schede dedicate ai Comuni della Basilicata, vetrina della sua storia e della sua contemporaneità; Arte pubblica nel mondo che ha l’obiettivo di dare uno sguardo ai progetti rilevanti a livello nazionale e internazionale sull’arte pubblica al fine di creare una rete di connessione; LAP & SmArt places un progetto editoriale dedicato ai territori che ospitano il LAP mettendo a confronto arte contemporanea ed arte antica.
The first, www.laboratoriodiartepubblica.it, is dedicated to the history of the project and its evolution. Inside it, 3 sections are in continuous expansion: Basilicata Land of Art, a showcase for the history of Basilicata and its contemporaneity with tabs dedicated to the cities of Basilicata; Public art in the world that aims to take a look at the major public art projects at the national and international level in order to create a network of connections; LAP & SmArt places an editorial project which compares contemporary art and ancient art, and it’s dedicated to the territories that host the LAP.
Il secondo www.publicartaward.com è il primo social network dedicato all’arte pubblica, luogo di confronto tra artisti, critici, galleristi, che operano nel settore. Attraverso questa piattaforma innovativa si sono svolte le attività legate al lancio del concorso internazionale LAP | Public Art Award. Nel 2014 è previsto l’ampliamento del progetto LAP WEB con la creazione di una App la cui funzione sarà quella di amplificare l’interesse sui contenuti del LAP coinvolgendo la comunità della Basilicata nella scelta delle opere d’arte e dei progetti realizzati dagli artisti del LAP | Public Art Award che meglio si inseriscono nel contesto urbano del proprio paese di appartenenza o di un paese della Basilicata affine al progetto.
The second web site, www.publicartaward.com, is the first social network dedicated to public art, a place of confrontation between artists, critics, gallery owners, who operate in the art field. Through this innovative platform was launched the international competition LAP | Public Art Award and the activities related. In 2014, the project LAP WEB is expected to increase by creating an app whose function will be to boost the interest on the contents of the LAP through the involvement of the people of Basilicata who can choose the art works and projects from LAP | Public Art Award, that best fit in the urban context of his/her own country or in that of another country of Basilicata.
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Alta Formazione | Advanced Training Course Il 16 settembre 2013 presso il Teatro Francesco Stabile a Potenza, si è tenuto il Convegno “Basilicata Terra d’Arte | L’Arte Pubblica tra locale e globale” prima lezione aperta dell’alta formazione del LAP con interventi di Marta Ragozzino Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, Elisa Laraia Direttore Artistico LAP | Public Art Award Presidente Art Factory Basilicata, Anna Detheridge, Teorica delle Arti Visive, Saggista, Presidente Connecting Cultures, Emilio Fantin Artista, Docente Universitario, Bianco e Valente Artisti, Giuseppe Biscaglia, Associazione Basilicata 1799. L’ Alta Formazione è stata incentrata sulla tematica dell’Arte Pubblica con particolare attenzione al suo positivo impatto sulla vita dei cittadini e sul territorio della Regione Basilicata nella dinamica della valorizzazione del patrimonio storico-antropologico. Si è partiti dall’analisi di progetti di arte pubblica nel mondo in relazione ad investimenti programmati da parte delle pubbliche amministrazioni e di partner privati ed è stata esplorata la metodologia di progettazione dell’arte Pubblica, soprattutto in relazione al coinvolgimento dei fruitori-cittadini, sia sul piano teorico sia sul piano dell’azione creativa. L’ Alta Formazione si è tenuta dal 16 al 22 settembre 2013, presso il Dipartimento DiCEM, Università degli Studi della Basilicata, nelle sedi di Potenza e Matera per un totale di 36 ore. Ventitre sono stati gli artisti provenienti da tutto il mondo selezionati dalla giuria qualificata del Concorso
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On September 16th, 2013 was held the first Open Lesson “Basilicata Land of Art | The Public Art between local and global” at Francesco Stabile Theatre in Potenza with interventions by Marta Ragozzino, Superintendent for Historical, Artistic and Ethno-anthropological Heritage of Basilicata; Elisa Laraia, Art Director of LAP | Public Art Award and President of Art Factory Basilicata; Anna Detheridge, Theorist of Visual Arts, essayist, President of Connecting Cultures; Emilio Fantin Artist, University Professor; Bianco and Valente, Artists, Giuseppe Biscaglia, Basilicata 1799 Association. The Advanced Training Course has been focusing on the theme of Public Art with particular attention to its positive impact on both the lives of citizens and territory of the Basilicata region in the dynamics of development of the historical-anthropological heritage. We started from the analysis of public art projects in the world in relation to programmatic investments by public authorities and private partners, and we explored the design methodology of public art, especially in relation to the involvement of the users-citizens, both on the theoretical level and in terms of creative action. The Advanced Training Course was held from September 16 to 22, 2013, at the Dicem Department of University of Basilicata, in Potenza and Matera for a total of 36 hours. Twenty-three were the artists from all around the world selected in 2013 by the qualified jury of the International Competition LAP | Public Art Award to participate in the Advanced Training Course: Tomoya
internazionale LAP | Public Art Award nel 2013 per partecipare all’Alta Formazione: Matsuura Tomoya (Giappone), Alejandra Marcela Caro (Argentina), Zhou Chau (Cina), Fernand Percival, (Francia), Yacob Bizuneh (Etiopia), Juan Carlos Zaldivar (USA), Antonello Novellino (Spagna) Donato Faruolo (Basilicata, Italia), Vito Alfarano (Puglia, Italia), Alberto Vernotico (Basilicata, Italia), Elisabetta Falanga (Emilia Romagna, Italia), Marco Rossetti, (Campania, Italia), Giacomo Casprini, (Toscana, Italia), Raffaele Fiorella, (Puglia, Italia), Life Art Studio (Giusi Tolve e Roberto Lacava, Basilicata, Italia), Maria Teresa Santangelo (Basilicata, Italia), Roberto Tenace (Puglia, Italia), Sergio Racanati (Puglia, Italia), Paolo Puddu (Campania, Italia), Claudia Gambadoro (Sicilia, Italia), Donato Fusco (Basilicata, Italia), Emilia Rosaria Badalà (Sicilia, Italia), Veturia Manni (Lazio, Italia).
Matsuura (Japan), Alejandra Marcela Caro (Argentina), Chau Zhou (China), Fernand Percival (France), Yacob Bizuneh (Ethiopia), Juan Carlos Zaldivar (USA), Antonello Novellino (Spain) Donato Faruolo (Basilicata, Italy), Vito Alfarano (Puglia, Italy), Alberto Vernotico (Basilicata, Italy), Elisabetta Falanga (������������ Emilia Romagna,������������������������������������������������� Italy), Marco Rossetti (Campania, Italy), Giacomo Casprini, (Tuscany, Italy), Raffaele Fiorella (Apulia, Italy), Life Art Studio (Giusy Tolve and Roberto Lacava, Basilicata, Italy), Maria Teresa Santangelo (Basilicata, Italy), Roberto Tenace (Apulia, Italy), Sergio Racanati (Apulia, Italy), Paolo Puddu (Campania, Italy), Claudia Gambadoro (Sicily, Italy), Donato Fusco (Basilicata, Italy), Emilia Rosaria Badalà (Sicily, Italy), Veturia Manni (Lazio, Italy).
Docenti Corso Alta Formazione in Arte Pubblica
Advanced Training Course in Public Art Professors
Bruno di Marino, Roma, Italia, Critico dei Media e Docente di Teoria e Metodo dei Mass Media, Accademia di Belle Arti di Frosinone Anna Detheridge, Milano, Italia, Critico d‘arte, Giornalista, Docente Univesitaria Mariadelaide Cuozzo, Napoli, Italia, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli Studi della Basilicata Francesco Marano, Napoli, Italia, Docente di Antropologia visuale, Università degli Studi della Basilicata Emilio Fantin, Bologna, Italia, Artista, Docente di Percezione e Comunicazione Visiva del Politecnico di Milano Bianco e Valente, Napoli, Italia Artisti
Bruno di Marino, Rome, Italy, Video Art critic and Professor of Theory and Method of Mass Media, Academy of Fine Arts in Frosinone Anna Detheridge, Milan, Italy, Art Critic, Journalist, Professor Mariadelaide Cuozzo, Naples, Italia, Professor of Contemporary Art History, University of Basilicata Francesco Marano, Naples, Italia, Professor of Visual Anthropology, University of Basilicata Emilio Fantin, Bologna, Italy, Artist, Professor of Perception and Visual Communication at the Politecnico of Milan Bianco and Valente, Naples, Italy, Artists
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La Giuria | The Jury
Spencer Tunick | Spirits | San Miguel
New York, USA, Artist President of the Jury of Public Art Award
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Valutazione del Presidente
Evalutation of President
Come Presidente della Giuria è stato per me un piacere annunciare i vincitori della prima edizione del concorso internazionale LAP | Public Art Award. Per la sezione Urban Screen i vincitori sono Maria Angela Capossela e Liviana Davì con il progetto “The Display of the Bedsheet”. Il progetto è stato premiato perché l’uso della partecipazione del pubblico si è combinata bene con un risultato visivamente interessante, adatto per un’opera finale concettualmente ed esteticamente forte. Con l’aiuto delle donne più anziane della città, le due artiste hanno creato con successo un dipinto visivamente poetico all’interno della sfera pubblica. Il progetto mette in discussione e porta alla luce favole storiche, mitologia, costumi culturali, ideologie obsolete e tradizioni della nonna. Il coinvolgimento delle donne più anziane della Basilicata, sia per le loro storie personali sia per la realizzazione fisica delle opere finali, sarà importante per il concetto generale dell’opera, come lo sarà l’impatto della realizzazione poeticamente bella delle lenzuola macchiate di vernice che fluttuano, svolazzando e ondeggiando sopra le teste degli spettatori all’interno della vecchia architettura della Basilicata. Per la sezione Urban Space il vincitore è Marco Rossetti con il progetto “Sublime Bother”. Il progetto è stato premiato in quanto le immagini in bianco e nero di un soggetto in primo piano sfocato di fronte ad una vista panoramica della Basilicata trasmettono un mistero tranquillo e insieme bellezza. Oltre a queste qualità, l’intenzione che queste immagini siano presentate come cartoline in vendita in edicole e tabaccherie, aggiunge un ulteriore livello di pensiero alle opere. Questo per me aumenta ancora di più il mistero e la poesia del lavoro. Immaginare una persona,
As President of the Jury it was a pleasure for me to announce the winners of the first edition of the international competition LAP | Public Art Award. For the Urban Screen section the winners are Maria Angela Capossela and Liviana Davì with the project “The display of the Bedsheet”. The project was awarded because the use of public participation was combined with a visually interesting result, suitable for a final work that is conceptually and aesthetically strong. With the help of the older women of the city, the two artists have successfully created a visually poetic painting within the public sphere. The project challenges and brings to light historical tales and mythology, cultural customs, ideologies and outdated grandmother’s traditions. The involvement of older women of Basilicata, both for their personal stories and for the physical realization of the final works, will be important for the overall concept of the work, as it will be the impact of the realization of the poetically beautiful stained sheets paint floating, fluttering and swaying above the heads of the spectators inside the region architecture. For the section Urban Space the winner is Marco Rossetti with the project “Sublime Bother”. The project was awarded because the black and white images of a subject in the foreground out of focus in front of a panoramic view of Basilicata convey a quiet mystery and beauty together. In addition to these qualities, the intention that these images are presented as postcards for sale in newsagents and tobacconists, adds a further level of thinking to the work. For me, this increases even more the mystery and poetry of the work. Imagine a person, out in the street, walking into a store and looking at the cards on display, he decides to buy one of the pho-
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fuori in strada, che entra in un negozio e, guardando le cartoline in esposizione, decide di acquistare una delle fotografie di Marco, invece di una scena tipica da cartolina tradizionale, senza previa conoscenza del progetto d’ arte o della storia che c’è dietro di esso, è molto interessante. Come Presidente della giuria del LAP | Public Art Award, vorrei ringraziare tutti gli artisti che hanno partecipato al concorso e tutti gli organizzatori e collaboratori. E’ stato un grande piacere visionare tutte le candidature degli artisti. Congratulazioni a tutti voi! Dopo questa esperienza, rinnovo il mio interesse ed entusiasmo a portare il mio lavoro in questa meravigliosa regione. E’ un luogo di straordinaria bellezza, piena di arte e artisti sorprendenti. Ringrazio ancora per questa opportunità e spero vivamente di vedere tutti voi nel prossimo futuro nella vostra bella Basilicata... Nudi, naturalmente!
tographs of Marco, instead of a typical scene from the traditional postcard, without prior knowledge of the project of art or history behind it is very interesting. As President of the jury of the LAP | Public Art Award, I would like to thank all the artists who participated in the competition and all the organizers and collaborators. It has been a great pleasure to see all the applications from artists. Congratulations to you all! After this experience, I renew my interest and enthusiasm to bring my work in this wonderful region. It is a place of extraordinary beauty, full of amazing art and artists. Thank you again for this opportunity and I look forward to seeing all of you in the near future in your beautiful Basilicata... Naked, of course!
Spencer Tunick
New York, USA, Artist President of the Jury of Public Art Award
New York, USA, Artista Presidente di Giuria del Public Art Award
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Spencer Tunick
Valutazione del Commissario
Evaluation of Commissioner
Ritengo il mio intervento al LAP nella duplice veste sia di giurato e di docente che ha curato un workshop con alcuni dei partecipanti al concorso, un’esperienza particolarmente positiva, per una serie di motivazioni. Innanzitutto per il valore del progetto in sé, che rappresenta nel panorama italiano un’occasione abbastanza rara per consentire ad artisti, in prevalenza giovani, di confrontarsi con il contesto pubblico, immaginando ed eventualmente realizzando opere che abbiano una forte valenza emozionale sul pubblico e sugli abitanti di un dato luogo. L’idea di pensare a un lavoro site specific spinge a elaborare una ricerca sul territorio, a porsi una serie di domande in merito: anche per questa ragione la giuria ha dovuto tener presente nella valutazione dei progetti il rapporto con il contesto particolare della città di Potenza e le sue ricadute sul territorio. L’altra motivazione che mi ha spinto ad accettare questo incarico è la possibilità di instaurare un rapporto di scambio con gli artisti. In questo senso la fase del workshop �������������������������������������� non ����������������������������� è stata assolutamente secondaria ma, esattamente come era nelle intenzioni dei curatori e degli organizzatori, mi ha permesso di interagire con i creatori, cercando di trasmettere le mie conoscenze particolari nel campo della sperimentazione video filmica e, più in generale, le mie teorie sull’immagine, in modo da poter rafforzare la ricerca dei singoli artisti anche in previsione della realizzazione dei progetti presentati. Una terza motivazione è dettata dalla mia venuta a Potenza e in Basilicata, che segue altri due inviti ricevuti negli ultimi due anni (una conferenza e un altro workshop intensivo relativo alla storia del cinema). Ritengo che questa regione abbia un potenziale artistico-culturale incredibile, con forti
I think my contribution to the LAP in the dual role of both juror and teacher who led a workshop with some of the participants in the competition, particularly positive for a number of reasons. First, for the value of the project itself, which is quite rare in the Italian opportunity to allow artists, especially young people, to deal with public contexts, imagining and possibly creating works that have a strong emotional value on the public and on inhabitants of a given place. The idea of thinking to a site-specific work leads to develop a research in the area, to ask themselves a series of questions about: for this reason the jury had to bear in mind in the project evaluation the relationship with the particular context of the city of Potenza and its impact on the area. The other reason, that prompted me to accept this task, is the ability to establish an exchange relationship with the artists. In this sense, the phase of the workshop was definitely not secondary but, just as was the intention of the curators and organizers, it has allowed me to interact with the creators, trying to convey my special knowledge in the field of experimental film and video and, more in general, my theories on the image, in order to strengthen the research of individual artists in anticipation of the implementation of the projects submitted. A third motivation is dictated by my coming to Potenza and Basilicata, which follows two other calls received during the last two years (another conference and intensive workshop on the history of cinema). I believe that this region has an incredible artistic and cultural potential, with strong consequences on tourism and I follow with great interest the development of a process initiated by several local personalities. Since I am from Southern Italy and
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conseguenze sul turismo e seguo con molto interesse gli sviluppi di un percorso avviato da diverse personalità locali. Essendo anche io del Sud Italia e precisamente di Salerno, quindi di una provincia confinante, sono particolarmente sensibile a una rinascita del Meridione che deve passare anche per un potenziamento dell’arte contemporanea, attraverso la creazione di eventi, esposizioni, spazi museali e occasioni come questa del LAP che hanno la possibilità di creare sinergie tra le persone e le istituzioni, ma soprattutto integrare l’aspetto didattico e storico-scientifico, con quello della pratica artistica, messa a disposizione della collettività, come mi auguro avverrà con la realizzazione delle due installazioni premiate.
Bruno di Marino
Roma, Italia, Critico dei Media Commissario di Giuria del Public Art Award 96
precisely from Salerno, then a neighboring province, I am particularly sensitive to a revival of the south that also goes to an enhancement of contemporary art through the creation of events, exhibitions, museum spaces and occasions such as this of LAP that have the ability to create synergies between people and institutions, but mostly to integrate the educational, historical and scientific aspect, with the practice of art, making available to the public, as I hope will happen with the construction of the two installations awarded.
Bruno di Marino
Rome, Italy, Media Critic Commissioner of Public Art Award
Valutazione del Commissario
Evaluation of Commissioner
Con il mio coinvolgimento in questo interessante progetto ho potuto ampliare la mia conoscenza di nuovi artisti che potrà dare continuità all’azione di promozione degli artisti di tutto il mondo che porto avanti con il progetto “The New Collector’s Book”. La mia galleria situata a Manhattan nella città di NY è aperta a conoscere sempre nuovi artisti ed ho trovato stimolante ampliare le mie relazioni internazionali soprattutto rispetto ad una regione come la Basilicata che non conoscevo e che ho avuto modo di apprezzare proprio attraverso i progetti presentati al Public Art Award. Ritengo fondamentale per l’economia di una società, che ha in sè rare strutture economiche private che reggono l’economia legata all’arte, e che quindi non sostiene la presenza di artisti come figure professionali, che vi siano progetti dedicati all’arte pubblica, che è quella che meglio coniuga arte e marketing territoriale. Ritengo giusto, quindi, che progetti come il Laboratorio permanente di Arte Pubblica dia spazio agli artisti, dando loro l’opportunità di giungere sino a NY, come nel caso della mia galleria e del progetto artistico ad essa collegato. L’alta qualità degli artisti che ho visionato ha reso ancora più utile questa esperienza. Molti i lucani con progetti interessanti. Tra tutti i progetti presentati al concorso, tuttavia ritengo che l’opera di Alessandra Montanari “Gran-uomo” incarni perfettamente il senso di questa Basilicata, così ancora incontaminata e culla di antiche e forti tradizioni legate alla terra.
With my involvement in this interesting project I could expand my knowledge of new artists that will give continuity to the action of promoting artists from all over the world that I carry on with the project “The New Collector’s Book”. My gallery located in NY city in Manhattan is open to learn about new artists, and I found it challenging to expand my international relations, especially compared to regions such as Basilicata which I did not know and that I had the opportunity to enjoy right through the projects submitted to the Public Art Award. For the economy of a society, which has in itself rare private economic structures that govern the economy linked to the art, and therefore does not support the artists as professionals, I consider essential the presence of projects dedicated to public art which is the one that best combines art and local marketing. I believe it is right, therefore, that projects such as the Permanent Laboratory of Public Art gives space to artists by giving them the opportunity to come up to NY, as in the case of my gallery and the art project connected to it. The high quality of the artists that I examined made it an even more useful experience. Many interesting projects came from Basilicata artists. Among all the projects submitted to the contest, however, I find that Alessandra Montanari’s work “Granuomo” perfectly embodies the meaning of Basilicata, so untouched and cradle of ancient and strong traditions related to land.
Basak Malone
New York, USA, Gallerista Commissario del Public Art Award
Basak Malone
New York, USA, Gallerist Commissioner of Public Art Award
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I vincitori | The winners
Marco Rossetti | Sublime Bother Winner of Urban Space Section Senza alcuna antitesi, fastidio e sublime si fondono insieme in un ritratto di bellezza dinamica. Al di là del disordine organizzato e in perfetta armonia dissonante, disturbi sfocati giocano tra casualità e il desiderio di essere sotto i riflettori come veli seducenti sul corpo affascinante della Basilicata. In pochi istanti, la volontà dello scatto è sostituito dall’osservatore con una profonda analisi sul minuto e l’accurata scelta del momento perfetto, trasformando la fotografia in uno specchio allegorico che riflette la curiosità dell’osservatore sull’immagine. Il progetto prevede la realizzazione di cartoline che verranno messe in seguito nelle edicole e tabacchi in Basilicata. Il fastidio sublime (Sublime Bother) delle immagini presentate riassume nel titolo stesso il concetto intenso di un lavoro dettagliato e di una ricerca approfondita sulla percezione dell’immagine stessa che l’osservatore andrà ad elaborare. Così, il disturbo, la presunta seccatura di un soggetto usualmente indesiderato, diventa protagonista indiscusso dell’opera stessa; aggiungendo alla stessa il sublime interesse nello scoprire l’intenzione dello scatto volontario, il luogo nascosto e la meraviglia celata che ogni osservatore attribuirà all’intera opera o al dubbio di aggiudicarla a uno dei due soggetti in ipotizzato conflitto. A questa opera, intesa più come premessa, seguiranno una serie di riproduzioni analoghe in formato cartolina, destinate alla vendita nelle edicole e nei maggiori
Without any antithesis, bother and sublime melt together in a portrait of dynamic beauty. Beyond the organized disorder and in perfect dissonant armony, blurred bothers play between casualness and the desire to be in the limelight as seductive veils on the Basilicata charming body. In a few moments, the shot will is replaced by the observer with a deep analysis on the minute and careful choice of the perfect moment, turning photography in an allegoric mirror reflecting the observer curiosity on the image. The project involves the realization of postcards that will be auctioned later in the newsagents and tobacconist in Basilicata. The sublime bother of the images presented, summed up in the title the concept of an intensive detailed work and a thorough research on the perception of the image that the observer will be to develop. Thus, the noise, the alleged nuisance of a subject usually undesirable, it becomes the undisputed protagonist of the work itself; adding a sublime interest in discovering the intention of a voluntary shooting, the hidden place and wonder that every observer will attribute the entire work or the doubt to one of the two parties in conflict assumed. At this work, intended more as an introduction, will follow a similar series of reproductions in postcard size, to be sold on newsstands and in the major tourist attractions of the city, involving both an artistic and popular interest; well as
Marco Rossetti | Sublime Bother | Matera fotografia digitale 250x500 cm Progetto per Urban space LAP | digital picture 250x500 cm Project for LAP Urban Space 100
punti di interesse turistico della città, coinvolgendo sia un interesse artistico che popolare, rispettando altresì l’obiettivo di realizzare arte pubblica attraverso l’usanza. Parte del ricavato delle cartoline verrà devoluto ad associazioni di impulso artistico individuate sul territorio. Si cercherà di individuare, in ogni città visitata e fotografata, associazioni che possano agevolare il progetto nella scelta dei punti di maggior distribuzione delle cartoline usufruendo poi del ricavato per la realizzazione di eventi artistico-culturali. La scelta della cartolina materializzata dall’opera, si propone, nello stesso momento, sia come elemento d’arte pubblica che intima; cancellando la linea che divide chi la invia e chi la riceve.
respecting the objective of creating public art through the custom. Part of the proceeds of the cards will be donated to associations of artistic impulse identified in the area. In each visited and photographed city, I’ll try to identify associations that can facilitate the design in the choice of the points of greatest distribution of the postcards then taking advantage of the proceeds for the creation of artistic and cultural events. The choice of card materialized from the work, it is proposed, at the same time, both as a piece of public art and intimate; erasing the line between those who give and those who receive it.
Marco Rossetti | Sublime Bother | Calvello fotografia digitale 250x500 cm Progetto per Urban space LAP | digital picture 250x500 cm Project for LAP Urban Space 103
Marco Rossetti | Sublime Bother | Venosa fotografia digitale 250x500 cm Progetto per Urban space LAP | digital picture 250x500 cm Project for LAP Urban Space 104
Marco Rossetti | Sublime Bother cartoline 15 x10 cm | postcards 15 x10 cm 107
Maria Angela Capossela & Liviana Davì | L’esposizione del lenzuolo Winner of Urban Screen Section L’opera di arte pubblica L’esposizione del Lenzuolo è un progetto collettivo articolato in diverse fasi. Il punto di partenza è la rivisitazione di un’antica tradizione legata alla verginità femminile, quella di esporre il lenzuolo macchiato di sangue fuori dalla casa degli sposi, l’indomani delle nozze. La tradizione è da tempo in disuso ma rimane ancora ben viva nell’immaginario e nella memoria dell’Italia del Sud. L’opera intende raccogliere le donne intorno ad un’usanza perpetuata per secoli per sovvertirne il significato e rovesciare la posizione femminile, riattribuendole uno spazio creativo in seno alla comunità e restituendole la voce e il gesto. L’esposizione del Lenzuolo é stato realizzato per la prima volta a Calitri (AV) nell’agosto 2013, in occasione di un festival sul matrimonio, lo Sponzfest. La popolazione femminile ha partecipato all’organizzazione delle performance necessarie alla colorazione di 400 lenzuola e alla loro successiva installazione nella parte più antica del paese. L’azione pubblica ha trasformato in rito festivo e creativo l’aspetto umiliante che balza agli occhi ad una rilettura attuale della tradizione che, pur a distanza di tempo, continua ad impregnare l’immaginario di giovani e anziani. La storia del lenzuolo, così come ci é stata tramandata, non era una vera storia, solo un racconto di poche frasi che non spiegava ma generava immagini fantasmagoriche sulla prima notte di nozze e sulla fine della verginità. Giunte alla fine della catena di trasmissione memoriale quel che resta di tutto ciò é il carattere macabro dell’associazione tra
The work of public art The display of the Bedsheet is a collective project in phases. The starting point is the revival of an ancient tradition associated with female virginity, to expose the bloodstained sheet outside the home of the couple, the day after the wedding. The tradition has been in disuse for a long time but is still very much alive in the imagination and memory of Southern Italy. The work aims to gather women around a custom perpetuated for centuries to subvert and overthrow the meaning of the position of women, attributing a creative space within the community and restoring the voice and gesture. The dispaly of the bedsheet has been realized for the first time in Calitri (Avellino) in August, 2013, on the occasion of a festival on the marriage, the Sponzfest. The female population has participated in the organization of performance required for the coloration of 400 sheets and their subsequent installation in the oldest part of the country. Public action has turned the humiliating aspect into a festive and creative ritual that strikes the eye to a current reading of the tradition that, even after a long time, continues to impregnate the imagination of young and old people. The story of the sheet, so as it has been handed down, it was not a true story, just a story of a few sentences that did not explain but generate phantasmagoric images on the wedding night and the end of virginity. Reached the end of the chain of memorial transmission what remains is the macabre nature of the association between rupture of Maria Angela Capossela & Liviana Davì | L’esposizione del lenzuolo performance collettiva Sponzfest 2013 Calitri fotografia di Antonella Zarrilli
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rottura dell’imene e rottura dell’intimità e il desiderio di riscattare tante voci silenti. L’assenza di racconto intorno all’usanza del lenzuolo ci ha spinte ad incontrare le donne più anziane per raccogliere testimonianze e ad invitarle ad un gesto liberatorio e iconoclasta da realizzare insieme in piazza. In piazza perché si tratta del luogo pubblico per eccellenza, nel quale storicamente le donne hanno avuto così poca visibilità. Durante la performance pubblica le donne entrano in scena come soggetti attivi e col loro corpo danno vita ad un rituale collettivo inconsueto che rovescia la tradizione. La performance é allora il momento liberatorio per sovvertire le posizioni sociali e per trasformare il significato della macchia. Le abitanti diventano così artiste per un momento, per divertirsi, come gli artisti americani che hanno consacrato la gestualità nell’arte contemporanea mentre loro si schienavano sui campi. In questa particolare action painting collettiva si realizza un gesto iconoclasta paradossale. Esso infatti non distrugge la tradizione che per quanto si voglia umiliante è parte dell’identità, anzi, la riporta alla luce mettendone in mostra però un’altra versione in cui la macchia diviene il segno di un gesto attivo e ricreativo. Ricreativo è da intendere nel senso di creare altro, di ri-crearsi come donne ma anche e soprattutto nel senso di divertirsi e di provar piacere secondo il senso che il termine ha nel dialetto (addicriarsi, divertirsi).
the hymen and breaking the intimacy and the desire to redeem many silent voices. The lack of stories around to the custom of the sheet has pushed us to meet the older women to gather evidence and to invite them to a liberating and iconoclastic gesture to be accomplished together in the square. In the square because it is the public place par excellence, in which women historically have had so little visibility. During the public performance women enter the scene as active subjects with their bodies and give birth to a collective ritual that reverses the unusual tradition. The performance is then the moment of liberation to subvert the social positions and to transform the meaning of the stain. The inhabitants become so artists for a moment, to have fun, like the American artists who have dedicated their gestures in contemporary art while laying in fields. In this particular collective action painting you achieve a paradoxical iconoclastic gesture. In fact, it does not destroy the tradition that, even if humiliating, it is part of the identity. On the contrary, it brings it to light putting in shows, however, another version in which the stain becomes the sign of a gesture and active recreation. The term recreation is to be understood in the sense of creating something else to recreate themselves as women but also in the sense of fun and take pleasure in the meaning of the dialect term “addicriarsi” i.e. having fun.
Maria Angela Capossela & Liviana Davì | L’esposizione del lenzuolo performance collettiva Sponzfest 2013 Calitri fotografia di Simone Cecchetti 111
Maria Angela Capossela & Liviana DavÏ | L’esposizione del lenzuolo screenshot | Sponzfest 2013 Calitri 112
Maria Angela Capossela & Liviana DavÏ | L’esposizione del lenzuolo performance collettiva Sponzfest 2013 Calitri fotografia di Antonella Zarrilli 115
Urban Space
selezione progetti
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Urban Screen
selection of projects
Vito Alfarano | Il mio grido Il progetto “Il mio grido” da realizzarsi nelle carceri della regione Basilicata, continuum dell’esperienza vissuta nella Casa Circondariale di Rovigo è l’epilogo di una emozione che tra corpo e suono si fa arte. Lo sfondo bianco elimina la possibilità di collocamento nello spazio. La nudità esprime potenza, morbidezza, vivacità e fragilità. Non sapendo nulla del corpo che sta sullo schermo lo spettatore non vedrà il detenuto, ma l’UOMO. La voce singola è uno scrigno di informazioni ed emozioni, intimamente legato al proprio vissuto e al luogo da cui si proviene. Le voci dei detenuti e i suoni elettronici compongono la musica originale. “Quando uscite fate sapere alla gente che non siamo dei mostri.” Questo è l’appello dei detenuti del carcere di Rovigo e di tutta Italia al termine del laboratorio artistico “Oltre i confini” da me realizzato assieme ad un gruppo di collaboratori nell’anno 2010. Siamo entrati in carcere dando la possibilità a detenuti italiani e stranieri di esprimersi, sapendo che il mondo esterno li potrà vedere e ascoltare; e nello stesso tempo dare ai cittadini “liberi” l’occasione di vedere e di scoprire chi abita nel carcere. Era chiaro che accettare sarebbe stata una sfida per loro: infatti chi è stato detenuto, a causa del suo “marchio”, fa fatica a trovare lavoro e reinserirsi nel tessuto sociale. Mostrarsi alla cittadinanza così apertamente è un atto di coraggio, che alcuni di loro hanno compiuto. Sono stati animati da un’esigenza interiore di comunicare, di far sapere chi sono e quali sono le loro emozioni. Una frase di un detenuto ci ha colpito molto, mostrandoci una penna ha detto: ”Vedete, questa è l’unica possibilità di comu-
The project “Il mio grido” which has to be realized in the prisons of Basilicata, is the continuum of the experience lived in the prison of Rovigo and the culmination of an emotion that between body and sound becomes art. The white background eliminates the possibility of placement in space. The nudity expresses power, softness, vibrancy and fragility. Not knowing anything about the body that is on the screen the viewer will not see the prisoner, but the MAN. The single entry is a treasure trove of information and emotions, intimately linked to their own experience and the place from which you came from. The voices of the detainees and electronic sounds form the original music. “When you go out do people know that we are not monsters”. This is the appeal of the prison inmates and of Rovigo in Italy at the end of the artistic workshop “Beyond Boundaries” I made with a group of co-workers in 2010. We entered the prison giving the opportunity for Italian and foreign inmates to express themselves, knowing that the outside world can see and hear them, and at the same time give the citizens “free” the opportunity to see and find out who lives in prison. It was clear that to accept would be a challenge for them: in fact, who was detained because of his “brand”, is hard to find work and reintegrate into society. Showing so openly to citizenship is an act of courage, that some of them have accomplished. They were animated by an inner need to communicate, to let people know who they are and what their emotions. A sentence of a prisoner impressed us, showing us a pen he said: “You see, this is the only way to communicate with the outside
Vito Alfarano | Il mio grido | LAP Urban Screen | Matera 119
nicare con l’esterno che mi è rimasta.” Abbiamo voluto dare una nuova possibilità di comunicare con l’esterno. Abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa che avesse una grande forza comunicativa: mostrare chi sono i detenuti attraverso le loro facce e le loro voci in un luogo centrale della città, come le pareti esterne delle carceri, dove chiunque possa vedere, anche se solo di passaggio. Si dà in questo modo, futuro e visibilità ad una iniziativa che cerca di mostrare la complessità della vita attraverso l’arte. Crediamo fortemente che dai semi posti da progetti di questo tipo possa germogliare una società più aperta, tollerante e solidale. Crediamo che una cosa importante sia contribuire a creare, attraverso la nostra attività artistica, dei ponti che permettano la conoscenza. In questo caso il ponte di conoscenza è tra il carcere e la città. L’ignoranza, infatti, condanna facilmente eliminando la complessità, che è parte della vita stessa. L’arte deve essere espressa ovunque, anche nei luoghi meno pensati come l’interno di un carcere e come le sue pareti esterne. La comunità della Basilicata avrà la possibilità di assistere tramite l’urban screen del video sulle pareti delle carceri, a quest’atto di coraggio pieno di umanità, in cui i volti e le parole sono fatti di semplicità, la semplicità che riguarda le cose importanti della vita.
world that I have left”. We wanted to give a new opportunity to communicate with the outside world. We felt the need to do something that had a great communicative power: to show who the inmates are through their faces and their voices in a central location of the city, such as the exterior walls of prisons, where anyone can see, even if only passing through. It turns out this way, future and visibility to an initiative that seeks to show the complexity of life through art. We strongly believe that the seeds from places such projects can sprout a more open, tolerant and supportive. We believe that one important thing is to help create, through our artistic activity of the bridges that allow knowledge. In this case the bridge of understanding is between the prison and the city. Ignorance, in fact, condemns easily eliminating the complexity, which is part of life itself. Art must be expressed everywhere, even in places that are less thought of as inside a prison and how its exterior walls. The community of Basilicata, then, through the urban screenig of the video on prison walls will have the opportunity to partecipate in this act of courage full of humanity, in which the faces and words are made of simplicity,which concerns that the important things of life.
Vito Alfarano | Il mio grido 120
Emilia Rosaria Badalà | News from the Zone ll progetto si costruisce sulle direzioni principali della “zona” Basilicata: Nord, Est, Sud e Ovest e le posizioni corrispondenti; J sceglie Venosa per il Nord, Iasina per l’Est, Maratea per il Sud, Tito per l’Ovest. J vorrebbe chiedere ad alcuni gruppi di persone per ogni città circa il loro “luoghi dei suoni”. Andremo insieme a prendere alcune registrazioni e faremo disegni e foto per fare esperienza dei luoghi. J trasferirà le registrazioni ottenute sulla Glasdisks e li lascerà suonare su 4 Gramophone durante il Restitution Day a Corleto Perticara: una installazione di Grammofoni aperta al pubblico, per guardare il grammofono, per spostare la manovella, e per ascoltare i nuovi suoni dei luoghi. Questo progetto darà l’opportunità di fare un’esperienza diversa partecipata sui luoghi dove la gente vive e si scambia lo spazio percepito dal visivo all’uditivo e viceversa. Le nuove foto saranno il risultato della relazione tra documentazione sul luogo e le persone. Precisamente sarà realizzato con tecnica mista (foto e collage su materiale trasparente): l’ immagine della persona nell’azione di ascolto (per esempio) e disegni del paesaggio mescolati insieme come un collage per 6 grandi immagini all’interno della città di Potenza.
The project approach the main directions of “zone” Basilicata: Nord, East, South and West and the correspondents locations; J choose Venosa for the Nord, Iasina for East, Maratea for South, Tito for the West. J would like to ask few groups of people for each town about their “sounds places”. We will go together to take some recordings and to make drawings and photos to make experience of the places. With the resulting records, J will transfer on Glasdisks and let play on 4 Gramophone during the Restitution Day in Corleto Perticara: a Gramophone Installation open to the public, to look at the gramophone, to move the crank, and to hear to the new sounds of the places. This project will give the opportunities to make a different active experience about the places where the people lives and to exchange the perceived space from visual to uditive and back. The new Photos will be the result from relationship between Documentation on the place and the persons. Precisely it will realized with mixed media (photo and Collage on transparent material): the image of the person in the Act of Hearing (for example) and drawns of the landscape mixed together like a collage for 6 big Images inside the city of Potenza.
Emilia Rosaria Badalà | News from the Zone 123
Emilia Rosaria BadalĂ | News from the Zone | LAP Urban Screen Teatro Stabile | Potenza 124
Alejandra Marcela Caro | Italian Revolution Vent’anni d’anestesia mediatica, adesso vediamo la luce in fondo al tunnel. Ciò che mi ha colpito maggiormente della Basilicata, vedendo per la prima volta Matera, non è stato l’aspetto urbanistico: case, campanili, chiese e nemmeno il fatto che tutto ciò fosse abbandonato ormai da anni, ma percepire le persone che hanno vissuto e abitato quei luoghi come fossero ancora là presenti. Ho immaginato, per ciascuna di quelle facciate bianche, una o più persone che si mostrava direttamente, come giunta dal passato e ora presente e viva. Non come fantasmi che si aggirano per i vicoli o si nascondono nell’oscurità dell’interno delle case, ma come cittadini che protestano e contestano, producendo un rumore assordante con pentole e tegami, esattamente come nella manifestazione che nel mio Paese, l’Argentina, servì a cacciare la classe dirigente che la governava. Una città “fantasma” come Matera che si ribella e protesta, direttamente dalle sue mura, che parlano attraverso chi le ha vissute nel passato, sostituendo, paradossalmente, tutte le altre città rumorose e pullulanti di “vita”, che invece tacciono. Matera è stata la prima città del Mezzogiorno italiano ad insorgere contro i nazifascisti, pagando ciò con un prezzo altissimo di sangue. Poi l ’abbandono della città vecchia nel dopoguerra. Proprio tali vicende segnano un discrimine tra passato e presente, ma soprattutto può essere il sostrato forte per far rivivere quei momenti attraverso una operazione di contestualizzazione e identificazione nell’attualità odierna.
Twenty years’ media anesthesia, now we see the light at the end of the tunnel. What struck me most of Basilicata, seeing Matera for the first time, it was not the urban aspect: houses, towers, churches and even the fact that all this was abandoned for years, but to perceive the people who live in those places as if they were still there present. I imagined, for each of those white walls, one or more people who showed directly, such as come from the past and now present and alive. Not like ghosts that roam the streets or hiding in the darkness of the interior of the houses, but as citizens who protest and challenge, producing a deafening noise with pots and pans, exactly as in the event that in my country, Argentina, was used to oust the ruling class who ruled. A “ghost” city like Matera who rebels and protests, directly from its walls, speaking through those who have lived in the past, replacing, paradoxically, all the other noisy and teeming with “life” cities, that instead are silent. Matera was the first city in the South to rise up against the Italian fascists, paying a high price in blood. Then the abandonment of the old city after the war. Just these events mark a distinction between past and present, but also can be the strong substrate to relive those moments through a transaction context and identifying the current events.
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Alejandra Marcela Caro | Italian Revolution 128
Elisabetta Falanga | Ritratti schizofrenici Non vi è spazio tangibile e geografico se non quello della malattia. E lo spazio della malattia non ha geografia, ma chi sceglie di accoglierlo, costruisce in terra propria una dimensione di grande umanità; del resto non vi è nulla di meglio della cura dell’umanità per divenire il baluardo del cambiamento. La mia ricerca parte da una visione e una esplorazione intima sviluppatasi attraverso il sogno e l’allucinazione, per raccontare immaginari schizofrenici, distruggendo e ricongiungendo scatole di vita. Ritratti schizofrenici è un’idea che tenta dapprima timidamente e poi con forza d’insinuarsi tra i pertugi di un territorio, per trovare uno spazio di accoglienza. Come sappiamo a seguito della legge Basaglia, le strutture psichiatriche hanno chiuso i battenti; la Basilicata non ha fatto da meno e sono nati di lì a poco alcuni centri di accoglienza intitolati “Case Famiglia”; tuttavia il miglioramento, nonostante i buoni propositi attuati e il tentativo di umanizzare un contesto che di umano aveva ben poco, non sono stati fatti e spesso le case famiglie non solo non riescono davvero a re-inserire i soggetti che prendono a carico all’interno del sistema sociale, ma per il numero esiguo di strutture non riescono nemmeno a prendersi a carico un quantitativo sufficiente di “malati psichiatrici”. Il luogo di partenza del progetto è il Don Uva della Città di Potenza trasformatosi nel tempo e infine chiuso. Esso accoglie sulla strada sul quale si affaccia ex pazienti che vagano nel loro personale crocevia, come se la strada di fronte al centro fosse diventato una corsia di manicomio. Pare che vi sia una sorta di dimenticanza per questi soggetti che portano dentro la
There is no tangible and geographical space than that of the disease. The space of the disease has not geography, but those who choose to accept it, builds on land a great size of its own humanity, the rest there is nothing better than the care for humanity to become the bulwark of change. The research starts from an inner vision. It has developed through dreams and hallucinations, schizophrenic imaginaries, resulting in destruction and reassemble of life boxes. Schizophrenic Portraits is an idea that timidly tries at first and then with force to insinuate between the crevices of a territory, to find a place in which to be received. As we all know as a result of Basaglia law psychiatric institutes have shut down. Basilicata has followed the law and some new treating centres have born, the so called “Case Famiglia” (Family Houses). Although filled with good intentions this law has produced little humanization of the matter. The Family Houses are not helping people to re-enter society, moreover there are only few of them so not all the patients can find a place in these kind of structures. The starting place of the project is Don Uva Institute in Potenza, transformed over time and eventually closed. The former patients wander in their personal crossroads in the streets in front of the center as if they have become a madhouse. There seems to be some sort of oversight for these subjects that bring within the community which “houses them outside the walls” a great reflection on diversity, and are hopelessly stumble the only voice of the collective and adaptation that we are forced to love. The disease is nothing but the inability to com-
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comunità che li “ospita fuori dalle mura” una grande riflessione sulla diversità, e che irrimediabilmente fanno barcollare l’unica voce del collettivo e dell’adattamento che siamo costretti ad amare. La malattia altro non è che l’incapacità di comunicare con l’esterno. Dentro a questi soggetti si alza un mondo inatteso, colmo di paesaggi inespressi, rinchiusi tra un perimetro di pelle e ossa. Vi è l’inesistenza di un ponte di comunicazione con l’esterno, una chiusura sociale, dove la costipazione del “malato mentale” è inevitabile perché non riconosciuto nell’immaginario limitato del gregge. L’isolamento di questi soggetti e del loro immaginario, trasforma la visione in un’ossessione e infine in una malattia. Attraverso un percorso lungo e sensibile vorrei mettermi in contatto con alcuni soggetti schizofrenici appoggiata e supportata da figure competenti. Gli stessi soggetti sceglieranno se sarà opportuno per loro stabilire una sinapsi e collaborazione. Sarà un incontro costruito da un percorso lungo e gentile, di conoscenza e scambio, documentato passo per passo da un regista, per dare spunto a più possibilità lavorative. Entrare a far parte delle loro visioni, ossessioni, impressioni. Il lavoro altro non sarà che la creazione di quadri viventi, immaginari schizofrenici intrappolati e succhiati dai loro racconti, e a loro volta gli stessi soggetti saranno gli attori immobili e protagonisti delle visioni ricreate. I protagonisti e la comunità potranno riappropriarsi del proprio spazio, della propria terra e parzialmente di qualche frammento di vita attraverso il ponte dell’arte.
municate with the exterior. Inside these subjects raises an unexpected world, full of unexpressed landscapes, locked between a perimeter of skin and bones. The inexistent of a bridge of communication with the outside world, a social closure, where the constipation of the “mentally ill” is inevitable because its not recognized in the imagination limited to the flock.The isolation of these subjects and their imaginary, transforms the vision into an obsession and finally in a disease. Through a long and impervious course I would like to establish contact with some schizophrenia individuals backed and supported by competent figures. These choose if appropriate for them to establish a collaborative synapses. It will be a constructive meeting with a long and gentle path, of exchange and knowledge, documented step by step by a director, to give inspiration to more job opportunities. Becoming part of their visions, obsessions. The work will be nothing more than the creation of living pictures, imaginary schizophrenics in the form of their stories, not only creators but also emotionless actors and protagonists of visions recreated. The protagonists and the community will be able to regain possession of their own space, their own land and partly of some fragments of life across the bridge of art.
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Donato Faruolo | Defective Monument “Defective Monument” è incentrato sui processi di generazione di immagini iconiche a proposito della Basilicata attraverso la ridefinizione del format del monumento. Nel linguaggio aperto dell’arte contemporanea è possibile così accogliere quel controverso ed incompiuto che precluderebbe la celebrazione in forme simboliche delle icone imperfette della Basilicata. Questa regione si connota come spazio delle resistenze fin dal momento storico in cui è possibile individuare un popolo come naturalizzato destinatario delle sue terre: i Lucani, prima intesi come entità etnica e poi come abitanti di un territorio, sono da sempre impegnati nella rinegoziazione del senso della propria identità, eppure determinati nell’insofferenza ai propri conquistatori. Un’insofferenza che non è solo la risposta a un’occupazione violenta, quanto l’indisponibilità a farsi ridurre o a restituirsi in immagine, in formula sintetica, in argomento dialogico. Ne consegue che da almeno un quarto di millennio i territori lucani siano considerati come una sacca di insondato da decine di processi di esplorazione addentratisi nell’inestricabile. I sintomi di questo pensiero sono puntuali, inequivocabili, e messi a sistema fanno di questa inestricabilità, di questo rifuggire dalla fissità di un’immagine, la vera cifra identitaria della Basilicata: gli studiosi del Settecento sulle tracce della scomparsa Magna Grecia, i viaggiatori dell’Ottocento e i loro racconti sulle bestialità dei Lucani, la descrizione negli atti sabaudi della ferocia cieca dei Briganti, la clinicalizzazione della pazzia reicida dell’anarchico Passannante, la certosina costruzione della rassegnazione e del complesso con la for-
Defective Monument focuses on the processes of generation of iconic images about Basilicata through the reformulation of the memorial. In the language of contemporary art it is allowed to treat about today’s controversial or unstable topics, and so we can make a symbolic celebration for unfulfilled icons of Basilicata. Since it is possible to identify a group as a naturalized recipient of these lands, Basilicata is characterized as the place of resistances: Lucanians – meant as ethnic entity and then as inhabitants of a territory – have always been involved in the renegotiation of the meaning of their own identity, yet they are determined in the intolerance to their conquerors. Intolerance is meant not only as an answer to a violent occupation, but as an unwillingness to reduce themselves or get paid back in a “picture”, in a mental image, in a brief formula. Since at least 250 years, Lucanians territories have been considered by tens of explorers as an unfathomed inextricable place. The symptoms of this thinking are precise, unambiguous, and all together they make this inextricability (this impossibility to fix an image of this region) the true identity of Basilicata: eighteenth century scholars on the trail of faded Magna Grecia, nineteenth century travelers and their stories about the brutality of Lucania, ferocity of the Brigantes described in the documents of the House of Savoy after the Italian Unification, the clinical madness of the anarchist Passannante who tried to kill the King, the “Questione Meridionale” (Southern issue) and its painstaking construction of resignation and complex, the exile of Carlo Levi to Aliano and Lucania
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mulazione della Questione Meridionale, l’esilio di Carlo Levi ad Aliano e la Lucania come terra del pensiero prelogico, lo scandalo materano negli anni Cinquanta e la sua successiva iperattenzionalizzazione antropologica, la carovana di fotografi internazionali venuti alla ricerca di qualcosa di non ancora fotografato, fino ad arrivare agli ultimi decenni di cronache oscure, come ad esempio il caso di Elisa Claps, mai assurte alla dignità della storia. La Basilicata è un’immagine iconicamente mai formata, e per questo è un inesauribile serbatoio di immagini plurali e instabili. Per “Defective Monument” si sono individuati sei personaggi che hanno avuto a che fare in modo preponderante con la Basilicata, e la cui attività è riconosciuta almeno a livello nazionale: Carlo Gesualdo da Venosa, Carmine Crocco, Carlo Levi, Leonardo Sinisgalli, Don Marco Bisceglia, Emilio Colombo. Tra di essi non vi è alcuna donna: lungi dall’essere una condizione desiderata, è piuttosto uno dei più evidenti risultati di questa ricerca sulle icone da sottoporre a lettura. Si è ricercato attraverso Internet uno dei ritratti maggiormente ricorrenti, rappresentativi e non cronachistici di ognuno di essi, così che assurgesse a sua icona. Ingrandito a dismisura, oltre le maglie strutturali di un’immagine a bassa risoluzione, il particolare degli occhi dei sei personaggi getterà uno sguardo la cui incombenza sulle strade della città vuole apparire interrogativa e passibile di diverse interpretazioni: controllo, monito, incoraggiamento, benevolenza, o anche solo uno stimolo a interrogarsi sull’identità del personaggio e sulle ragioni di tale operazione di “monumentalizzazione”. I soggetti saranno fortemente sgranati per denuncia-
as a land of pre-logical thought, the scandal of Matera in the fifties and its subsequent anthropological case, international photographers come here to look for something not yet photographed anywhere, and the last decades of unclear chronicles such as the case of Elisa Claps, never risen to the dignity of history. Basilicata is a never formed iconic image, and this is why it is also an inexhaustible reservoir of manifold and unstable images. For “Defective Monument” I choose six characters. They predominantly dealed with Basilicata and their activity is relevant at least nationally: Carlo Gesualdo da Venosa, Carmine Crocco, Carlo Levi, Leonardo Sinisgalli, Don Marco Bisceglia, Emilio Colombo. They are all men: far from being a desired condition, it is rather one of the most obvious results of this research on the icons to be considered. For each of them I researched through the Internet for a portrait that could be widespread and as much considerable as possible, yet not a chronicle so that it could be meant as a timeless icon. I took the detail of their eyes in low resolution images and I unduly enlarged it. They will throw a questioningly glance on the streets of the city, that you can interpret: monitoring, warning, encouragement, kindness, or even just an incentive to question the identity of the characters and the reasons for this “monumentalizing” process, if you don’t know him. The subjects will be heavily shelled to expose the digital nature of images, as archival findings filled of their own history, as a clear digital entity. They will seam as virtual windows, pop-up’s in the urban environments, zoom-in on a particular material that belongs to a collective, digital and accessible network.
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re la natura digitale dell’immagine, reperti d’archivio carichi di una propria storia anche in quanto entità informatiche. Appariranno in una finestra virtuale, una pop-up in ambienti urbani, uno zoom sul particolare di un materiale che appartiene ad una rete collettiva digitale e indefinitamente accessibile. Appariranno instabili, vibranti, a lasciar trasparire l’ambiguità celata dietro molte operazioni di monumentalizzazione: cattiva coscienza storica, esorcismo della volatilità della cultura, incapacità di fronteggiare la complessità di un personaggio storico nel suo trapasso alla storia. I sei personaggi scelti hanno tutti una storia controversa, rinnegati ferocemente, rimossi, disconosciuti o acclamati a seconda del tempo storico e del gruppo socioculturale che opera su di loro un giudizio. In questa ipotesi, Potenza, nell’assolvere un ruolo di presenza simbolica quale città Capoluogo, in un momento cruciale per la regione come la candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, renderebbe uno spazio di riflessione più che un omaggio ad una serie di personalità determinanti per il ’900 che hanno avuto vincoli prioritari con le terre lucane.
They will look unstable, vibrating, thus betraying the ambiguity of all the monumentalizing processes: a guilty historical conscience, a fear for a fading culture, the inability to cope with the complexity of a historical figure while he is still writing his name in the history. All the six characters chosen are controversial: they had been fiercely renegade, historically removed, disclaimed or acclaimed depending on the moment and on the social/cultural group who is judging. To fulfill a symbolic role as a capital city of Basilicata, in the important moment of the candidacy of Matera as European Capital of Culture 2019, Potenza can offer an occasion to debate – more than a tribute – to a number of Lucan personalities who had been crucial to the 20th century.
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Raffaele Fiorella | Finestre Il progetto mette in luce i principali aspetti relazionali e le dinamiche collettive che hanno luogo all’interno di centri abitati dalle differenti caratteristiche morfologiche, storiche e culturali. Attraverso una serie di video realizzati in time-lapse o semplici riprese, acquisite partendo da differenti punti di osservazione, intendo documentare il ciclo vitale di alcuni territori della regione Basilicata. La mia ricerca avrà sia carattere formale/spaziale che relazionale/sociale. Una raccolta di video-cartoline legata alla memoria topologica raccontata e vissuta dalla collettività e al recupero del ricordo immediato, emotivo e soggettivo degli individui. Il lavoro si svilupperà in diverse fasi. La prima fase sarà dedicata all’esplorazione del territorio attraverso l’acquisizione di documentazione relativa alla storia dei luoghi e soprattutto mediante l’interazione diretta con i suoi abitanti. Questa ricognizione sarà volta a documentare la grande complessità culturale e le ampie differenze morfologiche presenti nell’ambito della Basilicata. La seconda fase sarà dedicata al momento di massima implicazione con il territorio soprattutto in virtù di un coinvolgimento diretto dei cittadini e degli studenti. Il progetto prevede incontri/workshop con le scuole superiori della città di Potenza e dei comuni limitrofi al fine di acquisire progetti video e riprese amatoriali da parte degli studenti, al fine di realizzare un archivio video digitale in cui i cittadini potranno “postare” i propri contenuti video sulla base di alcune indicazioni tematiche fornite online. L’obiettivo di questa raccolta multimediale è quella di leggere il territorio dal suo interno, dal punto di vista di chi lo vive ed
The project highlights the main aspects of the relational and collective dynamics that take place within towns from different morphological characteristics, history and culture. Through a series of videos made in time-lapse or simple shooting, acquired starting from different points of view, I intend to document the life cycle of certain areas of the Basilicata region. My research will have both formal/spatial and relational/social nature. A collection of video-cards are linked to the topological memory told and lived by the community and to the recovery of immediate memory, which is emotional and subjective to individuals. The work will be developed in phases. The first phase will be devoted to the exploration of the area through the acquisition of documents relating to the history of the places and mainly through direct interaction with its inhabitants. The second step is paramount to the maximum involvement with the territory particularly in light of a direct involvement of citizens and students. I will propose a number of meetings/workshops with high schools in the city and surrounding municipalities in order to acquire amateur footage and video projects by students to realize an online digital video archive in which citizens will be able to “post” their videos. The objective of this multimedia collection is to read the territory from the inside, from the point of view of those who live it daily. The video will be installed and back-projected on the windows of some historic buildings of one or more villages involved in the study phase. The installation, creating a short circuit and a visual overview of the process of mapping spaces exRaffaele Fiorella | In my concert
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attraversa quotidinamente. Il progetto prevede l’istallazione sulle finestre dei video girati e raccolti dall’interno delle abitazioni dei soggetti coinvolti nella fase di studio. L’installazione, generando un cortocircuito visivo e un processo di mappatura sinottica degli spazi esplorati, potrà in questo modo schiudere uno spazio ulteriore e uno sguardo ampio e consapevole sulla vita delle città lucane. La finestra, schermo soggettivo che apre ai sogni e alle visioni oltre la soglia del sé, diventa perciò metafora di uno spazio che genera vita e conserva memoria. I frame infatti sono concepiti in loop, mostrando la circolarità di un divenire che muta e conserva, scorre e ritorna. L’osservatore potrà sostare, fermarsi a guardare la vita che trascorre e dedicare un attimo di sé a quanto accade oltre lo spazio limitato della presenza. Un video finale, documento in grado di raccogliere le differenti fasi operative del progetto, mostrerà l’opera installata raccogliendo soprattutto le interazioni e le reazioni del pubblico della strada che, attraverso le finestre dei palazzi, potrà subire il fascino e lo straniamento di questo sguardo rivolto all’interno dei palazzi ma immediatamente proiettato su un mondo lontano, in parte conosciuto in parte ignoto.
plored in this way will open up additional space and a broad vision and conscious life of the city. The window, which opens subjective screen to the dreams and visions beyond the threshold of the self, thus becomes a metaphor for a space that generates life and conserves memory. The frames are in fact designed as a loop, showing the circularity of a becoming that changes and preserves, flows and returns. The work however, by placing the windows at different building heights, asks the viewer to pause, stop and watch life go by and take a moment for themselves to see what happens beyond the limited space of presence. A final video will document the different operational phases of the project and will show the work installed picking up especially the interactions and reactions of the street audience, through the windows of the buildings, will be the charm and the estrangement of this look addressed within the buildings, but immediately projected on a distant world, only partly known.
Raffaele Fiorella | Jumping | LAP Urban Screen | Matera 143
Donato Fusco | Basilicata, vita ed energia La vita e l’energia dell’umanità si basano più che emblematicamente sopra i cicli planetari dell’acqua, del pane di grano e, ancora, del petrolio. La Basilicata si contraddistingue nel mondo per avere tutti e tre questi prodotti. Dalla sua terra irrigata, il grano e il petrolio partono per raggiungere, come il suo popolo di emigranti, l’Europa e il grande continente americano. A New York come a Parigi, si sappia di questa piccola e meravigliosa regione italiana, dalle grandi ricchezze… Il progetto fotografico identifica la Basilicata nei tre elementi inestimabili dell’acqua, del grano e del petrolio, elaborati tramite un lavoro in stile minimalista, sia per via iconologica che drammaturgica. Sul piano iconologico, i prodotti sono rappresentati nei loro storici contenitori: il fiasco in terracotta con manici per l’acqua, il doppio decalitro antico (staio) per il grano, e il decalitro ufficiale per i derivati del petrolio (benzina e gasolio). I contenitori divengono, poi, simbolo della misura e della scarsità, di quell’ananke che ha spesso afflitto i Lucani e che intende donare all’opera, insieme al nero sfondo caravaggesco, una specifica dimensione drammaturgica. Acqua. Il territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata, esteso per circa 8.830 kmq, è ricco di risorse idriche superficiali e sotterranee, ed è inoltre contraddistinto dalla presenza di un’importante sistema di infrastrutture idriche (invasi, traverse e condotte) per l’accumulo ed il vettoriamento delle acque. Ai fiumi principali, Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni e Noce, si aggiunge una estesa rete di corsi d’acqua minori, nonché numerose sorgenti. La gran-
The life and energy of humanity that are based more symbolically above the planetary cycles of water, wheat bread and, again, oil. Basilicata is apart in the world to have all three of these products. Since its irrigated land, grain and oil start to achieve, as his nation of immigrants, Europe and the big American continent. In New York as in Paris, be aware of this wonderful little Italian region of great wealth... The photographic project identifies the Basilicata in the three invaluable elements of water, grain and oil are processed through a job in a minimalist style, both by iconologica that dramatic. On the iconology, the products are represented in their historical containers: the fiasco in terracotta with handles for water, twice decalitre old (bushel) for wheat, and the official decalitre for petroleum products (gasoline and diesel). Containers become, then, a symbol of the measure and the scarcity of quell’ananke that has often plagued Lucan and intends to donate the work, along with the black background of Caravaggio, a specific dramatic dimension. The water area of the Basin Authority of Basilicata, which covers about 8,830 sq km, is rich in surface water resources and groundwater, and is also characterized by the presence of a major system of water infrastructure (reservoirs, sleepers and pipelines) for accumulation and the conveyance of the water. For the main rivers, Bradano Basento Cavone, Agri Sinni and Noce, adds an extensive network of smaller rivers and numerous springs. The large amount of water resources through major hydraulic works: reservoirs,
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de quantità di risorsa idrica attraversa grandi opere idrauliche: invasi, traverse, strutture di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione. Il sistema di infrastrutture fu concepito e realizzato in gran parte negli anni ‘50 e ’60, con l’obiettivo principale di sviluppare l’agricoltura, intesa quale fattore determinante per l’emancipazione socio-economica di contesti arretrati e sottosviluppati della Basilicata e della Puglia. Negli anni ’70 il sistema è stato ampliato e integrato mediante la costruzione di nuove opere al fine di soddisfare ulteriori fabbisogni civili ed industriali. Grano. Il frumento Senatore Cappelli è una varietà antica di grano duro moderno. Definito “razza eletta” negli anni ’30 - ’40, il grano Senatore Cappelli è stato per decenni la coltivazione più diffusa del meridione, soprattutto in Basilicata e Puglia. Negli ultimi anni tale tipo di grano è stato reintrodotto in alcune zone di poche regioni italiane che, come la Basilicata, cercano di salvaguardare il prodotto di qualità, biologico in particolare. Nel nostro Paese sono 87.253 gli ettari di terreno, certificati e coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica, che producono grano duro. La Basilicata con il 39,9% è il primo produttore, contribuendo significativamente alla leadership italiana nel mondo in tale produzione. Petrolio. Tra il 1936 e il 1945 furono perforati 41 pozzi in Val d’Agri, che tuttavia, causa le non precise cognizioni sulla geologia locale disponibili in quegli anni, non fornirono ritrovamenti economicamente significativi. I miglioramenti delle tecniche esplorative, delle conoscenze geologiche sulla Basilicata, con il riconoscimento dell’esistenza di grossi sovrascorrimenti tettonici, al di sotto dei quali si devono individuare i giacimenti di
sleepers, structures uptake and groundwater sources, supply networks and distribution systems, lifting and drinking. The system infrastructure was designed and constructed largely in the ‘50s and ‘60s, with the main objective to develop agriculture, understood as a determining factor for the emancipation of socio-economic contexts backward and underdeveloped Basilicata and Puglia. In the ‘70s, the system was expanded and supplemented by the construction of new works in order to meet additional needs and industrial plants. Wheat Wheat Senatore Cappelli is an ancient variety of modern durum wheat. Described as “chosen race” in the ‘30s - ‘40s, wheat Senatore Cappelli was for decades the most widespread cultivation of the South, especially in Basilicata and Puglia. In recent years this type of grain has been reintroduced in some areas of a few Italian regions, such as Basilicata, trying to safeguard the product quality, the biological one in particular. In our country are 87,253 hectares of land, certificates and grown according to organic farming principles, which produce durum wheat. The Basilicata region with 39.9% is the largest producer, contributing significantly to the Italian leadership in the world in this production. Oil Between 1936 and 1945, 41 wells were drilled in the Val d’ Agri, which, however, due to the imprecise knowledge about the local geology available in those years, did not provide economically significant finds. The improvements of exploratory techniques, knowledge about the geological Basilicata, with the recognition of the existence of large tectonic thrust, under which you need to identify the oil fields, the progress of the drilling techniques also allowed the first discoveries of oil fields economically exploitable in
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petrolio, i progressi delle tecniche di perforazione permisero anche i primi ritrovamenti di giacimenti petroliferi economicamente sfruttabili in Val D’Agri, grazie a perforazioni oltre i 4000 metri di profondità. Nel 1981 viene perforato il pozzo Costa Molina 1 e, nel periodo fra 1988 e 1992, vengono scoperti i giacimenti di Monte Alpi, Monte Enoc, Cerro Falcone e Tempa Rossa, i maggiori, in terraferma, dell’Europa continentale.
Val d’Agri, with over 4000 meters deep perforations. In 1981 he drilled the Costa Molina 1 and, in the period between 1988 and 1992 are discovered deposits of Monte Alpi, Monte Enoc, Cerro Falcone and Tempa Rossa, the largest in mainland of continental Europe.
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Claudia Gambadoro | Lost and Found Project Il progetto intende indagare il fenomeno dell’emigrazione in Basilicata; essendo questo uno dei fattori che ne ha maggiormente influenzato la storia dell’ultimo secolo, fino ai giorni nostri. Centinaia, migliaia di persone hanno lasciato queste terre per cercare fortuna altrove, attraversando l’Europa, attraversando l’oceano. Di contro, anche se in percentuale minore, il fenomeno opposto dell’immigrazione si sta cominciando a sviluppare sempre più da qualche decennio. Gente proveniente da Albania, Romania, Marocco, Cina, passando per queste terre ci si fermano e mettono nuove radici. L’idea di base del progetto è quella di raccogliere testimonianze di coloro che sono coinvolti (direttamente e non) nelle dinamiche di questi spostamenti. A seguito di una ricerca ed un’indagine su coloro che sono emigrati e la successiva individuazione dei soggetti e delle famiglie interessate, cercherò di tracciare le storie individuali dell’emigrato attraverso i racconti incrociati delle loro famiglie o discendenti: quella originaria della Basilicata e quella costruita nel nuovo paese ospitante, ovvero, da parte di coloro che sono rimasti e da parte di coloro che altrove sono “arrivati”. Le testimonianze saranno raccolte sotto forma di interviste, questionari, lettere, foto, oggetti. Particolare attenzione sarà data alle sensazioni emotive e si cercherà di risalire agli oggetti che l’emigrante si portò dietro, ogni intervista/questionario si concluderà con la lista di 10 oggetti che l’intervistato si porterebbe dietro se dovesse partire per andare a vivere altrove. Il progetto prevede un’azione analoga nel raccontare
The project aims to investigate on the emigration phenomenon in Basilicata , being this one of the factors that has mostly influenced the history of this country in the last century, until the present day. Hundreds, thousands of people have left this land to seek their fortune elsewhere, crossing the Europe, crossing the ocean. On the other hand, even if in smaller percentage, the opposite phenomenon of migration is starting to develop more and more since some decades. People coming from Albania, Romania, Morocco, China, pass through these lands, they stop and put down new roots. The basic idea of the project is to collect interviews of those people that are involved (directly or not) in the dynamics of these displacements. After a research and an investigation of those who have emigrated and the subsequent identification of the subjects and the families concerned; I will try to trace the individual histories of the emigrant through the crossed stories of their families (or descendants): the story seen by the Basilicata native family and that one seen by the family built in the new hosting country, or rather, the same history told from those people whom have remained and from those people whom have elsewhere “arrived”. The histories will be collected in the form of interviews, questionnaires, letters, photographs, objects. Particular attention will be given to the emotional feelings of the traveller and on will also try to identify the objects that the emigrant took with him; every interview/ questionnaire will be concluded with a list of 10 object that the interviewed would carry with itself if he had to leave for going to live elsewhere. The project foresees an
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le storie degli immigrati in Basilicata: interviste incrociate con le stesse domande (cosa hai lasciato, cosa ti ha spinto, cosa hai sperato, cosa hai trovato...) e la stessa lista degli oggetti. La documentazione raccolta verrà esibita sotto forma di installazione sonora e di un video. L’installazione sonora prevede una serie di valigie “narranti”. Ognuna conterrà gli oggetti elencati (originali oppure sotto forma di foto o di disegno) e recherà una targhetta con il paese di destinazione/origine. Su due lati opposti della valigia due cuffie audio manderanno, in contemporanea, gli audio delle interviste incrociate riguardanti l’emigrante/immigrante in questione. L’allestimento verrà realizzato in uno spazio aperto, dove ogni passante avrà la possibilità di interagire con l’opera, ascoltare le storie e condividere le proprie. Ad ognuno verrà chiesto infine di stilare su un taccuino la propria lista di oggetti da portare, i foglietti verranno poi riposti nell’unica valigia aperta. L’installazione delle valigie sarà in relazione alla proiezione del video, qui si materializzeranno le parole, si stratificheranno le mappe, si sveleranno i 10 oggetti contenuti in ogni valigia. L’aiuto e la collaborazione dei lucani sarà fondamentale alla realizzazione del progetto: il coinvolgimento della popolazione avverrà attraverso la diffusione di una lettera (volantinaggio, affissioni, mail...) che spieghi l’intenzionalità e la finalità dell’intervento, invitando ognuno a manifestarsi e a condividere spontaneamente le proprie esperienze e ricordi. Le mie ricerche per l’individuazione di personaggi e/o documenti si appoggeranno anche agli uffici di immigrazione, agli archivi storici, alle associazioni dei lucani all’estero, agli uffici di immigrazione della Basilicata.
analogous action in to tell the histories of the immigrants in Basilicata: cross interviews with the same questions (what have you left, what prompted you, what did you hope, what have you found...) and the same list of objects. The materials collected will be exhibited in the form of a sound installation and of a video. The sound installation consists in a series of “narrative” suitcases. Each of these will contain the listed objects in the interviews (original or in the form of photo or of drawing) and will have laced a nameplate with the country of destination/ origin. On the two opposite sides of the suitcase, two headphones will emit, at the same time, the audio of the cross interviews regarding the emigrant/immigrant in question. The installation will be realized in an public and open space, where every visitor will have the possibility to interact with the artwork, to listen the histories and to share the proper ones. Finally, to each visitor will be asked to write on a notepad, its own list of object; each page will be put in the only suitcase open. The installation of the suitcases will be in relationship with the projection of the video, here we will see the words materialized, the stratified maps and we will unveil the 10 objects contained in every suitcase. The help and the collaboration of the Lucan will be crucial to the realization of the project: the involvement of the population will happen through the diffusion of a letter (flyering, billposting, emails...) to explain the intentionality and the finality of the intervention, inviting everyone to reveal itself and spontaneously share his/her own experiences and memories. My research for the identification of people and/or documents will lean also on the historical archives, on the lucanis associations in the foreign countries, on the Immigration office of Basilicata. Claudia Gambadoro | Transitos
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Alessandra Montanari | Gran-uomo 103 mila ettari, 310mila tonnellate: la Basilicata ha prodotto quest’anno 2.57.000.000.000 chicchi di grano. Il progetto Gran-uomo pone l’attenzione sulla coltivazione del grano, primo sostentamento della società lucana, un racconto per immagini di una storia che parte dal neolitico per giungere sino al terzo millennio. Un personaggio immaginario, “Lucia”, racconta una storia nascosta nel genoma del grano. Il meticoloso lavoro di disegno in bianco e nero progettato per gli spazi espositivi del LAP cerca la comprensione dei fruitori raccontando che il genoma del grano cinque volte più grande di quello umano, è composto da 17 miliardi di “lettere” (acgt), 56.666.667 pagine in cui è scritta la storia del grano, la piccola mutazione che ha cambiato la storia dell’umanità e il rapporto millenario tra grano e uomo. Nella forma selvatica, quando il chicco di grano (cariosside) matura, le cellule che si trovano alla base del rachide si sfaldano permettendo la dispersione del seme, una piccola mutazione genetica ha fatto sì che il chicco maturo restasse ben saldo sulla spiga, favorendo, per l’uomo, la sua raccolta, quindi la sua coltivazione e lo sviluppo della civiltà umana. Il progetto vuole divulgare nella società lucana, che vive in un contesto prevalentemente naturale, il concetto di cura e rispetto della natura. Infatti le piante rappresentano il 99,5% degli esseri viventi presenti sul nostro pianeta, sono intelligenti e posseggono molti più sensi dei nostri, pero sono “inanimate”, sono “ALIENI” tra noi. L’auspicio del progetto, quindi, è riuscire a spingere l’uomo verso una maggiore comprensione del mondo vegetale instaurando una speciale comunicazione con la natura verso la riscoperta di quelle radici proprie del popolo lucano e troppo spesso dimenticate o rinnegate.
103 thousand hectares, 310 thousand tons: Basilicata has produced this year 2.57.000.000.000 grains of wheat.The Gran-uomo project focuses on the cultivation of wheat first sustenance of Basilicata’ society, a tale in pictures of a history that starts from Neolithic times to reach up to the third millennium, A fictional character “Lucy” tells a story hidden in the genome of wheat. The meticulous design in black and white designed for the exhibition spaces of LAP seeks the understanding of users telling that the genome of wheat, five times larger than the human one, is composed of 17 billion “letters” (ACGT), 56,666,667 pages in which is written the history of the grain, the small mutation that changed the history of humanity and the millennial relationship between wheat and man. In the wild form, when the wheat grain (caryopsis) mature, the cells that lie at the base of the spine crumble allowing seed dispersal, a small genetic mutation meant that the grain mature remain firmly on the ear, encouraging, for man, its collection, so its cultivation and development of human civilization. The project aims to spread in the society of Basilicata who lives in a predominantly natural environment, the concept of care and respect for nature. In fact, plants represent 99.5% of the living beings on our planet, are intelligent and possess many more of our senses, but are “inanimate” are “ALIENS” among us. The project’s hope is to be able to push men toward a greater understanding of the plant world by establishing a special communication with nature to rediscover the roots that belong to the people of Basilicata and are too often forgotten or disowned.
Alessandra Montanari | Gran-uomo | LAP Urban Screen Teatro Stabile | Potenza 155
Alessandra Montanari | Gran-uomo 156
Antonello Novellino | Mappe Le persone possono provare emozioni differenti negli stessi luoghi, avere diversi ricordi di un singolo luogo. L’idea, l’obiettivo è creare una coscienza del posto attraverso la visione di differenti persone con le quali tracceremo delle «mappe», cioè le seguiremo in un percorso creato. Si sceglie man mano il percorso in base a ciò che si osserva intorno, non in base alle proprie conoscenze. Proviamo a innescare un vivere nuovo del posto, con nuovi occhi. In questo percorso le persone in video ci racconteranno le loro esperienze nei luoghi che incroceremo creando cosi anche una mappa storica della vita della persona in quel luogo. Sarà una decostruzione degli spazi urbani e non e la costruzione di nuovi spazi, personali. Ricreiamo un momento della vita, concretamente e deliberatamente costruito mediante l’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di avvenimenti. La deriva urbana consisterà nello smarrirsi consapevolmente/inconsapevolmente tra le vie della città con fattori che agiscono direttamente sugli affetti degli individui. Per avere una miglior collocazione spaziale del nostro viaggio utilizzeremo la geolocalizzazione degli smartphone e l’applicheremo alla mappa del luogo che useremo. L’origine, l’ispirazione per il progetto Mappe viene da altri miei progetti, come Eyes Red, Partenze e BlueLips e da un workshop a Potenza con Kiarostami. La vita delle persone si intreccia in un tessuto urbano e non urbano e le influenze reciproche che nascono dimostrano che le persone possono provare emozioni differenti negli stessi luoghi e avere ricordi differenti
People can experience different emotions in the same places, have different memories of a single site. The idea is to create a sense of place through the eyes of different people with whom we trace the “maps”, ie follow a path created. You choose as your route based on what is observed around, not according to their knowledge. We try to trigger a new place to live, with new eyes. In this way people video will tell us about their experiences in the places that we intersect thus creating also a historical map of the person’s life in that place. It will be a deconstruction of urban spaces and the construction of new personal spaces. We recreate a moment of life concretely and deliberately constructed by the collective organization of a unitary environment and a game of events. The urban drift astray consist in consciously/unconsciously through the streets of the city with factors that act directly on the affected individuals. To better spatial location of our journey we will use the geolocation of smartphones and apply it to the map of the place that we will use. The origin, the inspiration for the project Map comes from my other projects, such as Red Eyes, Departures and BlueLips and a workshop in Potenza with Kiarostami. The lives of people intertwines in both an urban and non-urban setting and the mutual influences that arise show that people can experience different emotions in the same places and have different memories of a place. Everything comes in part from the psycho geography of the International Situationist: to create a new environment of space activities where art entirety and a new
Antonello Novellino | Corpo comune 159
di un luogo. Tutto deriva in parte dalla psico geografia dell’Internazionale Situazionista: creare un nuovo ambiente spaziale di attività dove l’arte integrale ed una nuova architettura possano finalmente realizzarsi. La tecnica dell’esplorazione psicogeografica è, come in Mappe, la deriva, che indica un passaggio improvviso attraverso ambienti diversi. Percepire lo spazio come insieme unitario e fissare i particolari. Altre ispirazioni sono le opere dei videoartisti degli anni ’60 e ’70, punti di riferimento attuali ancora oggi. L’obiettivo è creare una coscienza/conoscenza del luogo, ossia, spazio di tutti gli uomini e di tutte le culture, attraverso la visione delle persone (che saranno conosciute nel periodo di permanenza) con cui tracceremo nuove mappe emotive. Si realizzano nuovi comportamenti, nuove forme creative, nuovi spazi di libertà. Molte cose succedono allo stesso tempo, mentre le persone vivono questa continuità spazio-temporale. Bisogna tradurre tutto questo attraverso una presentazione multivisiva: lasciando spazio anche alle ambiguità idealiste del progetto. L’obiettivo è anche cercare nuove relazioni tra differenti forme d’arte: la videoarte, il cinema, il documentario, l’antropologia visiva.
architecture can finally be realized. The technique of the psychogeographical is, as in maps, the drift, which indicates a sudden passage through different environments. Perceive the space as a whole and to fix the details. Other inspirations are the works of video artists of the ‘60s and ‘70s, landmarks still topical today. The goal is to create an awareness/knowledge of the place: the space of all men and of all cultures, through the vision of the people (which will be known during the period of stay) which will draw new emotional maps. We produce new behaviors, new creative forms, new spaces of freedom. Many things happen at the same time, while people live this space-time continuum. You have to translate all this through a multivision presentation: leaving room for ambiguity idealistic project. The aim is also to look for new relationships between different forms of art: video art, cinema, documentary, visual anthropology.
Antonello Novellino | Lussuria 160
Fernand Percival | Mater(i)a Mater(n)a Partendo dall’assunto che nell’arte pubblica il fruitore è il primo protagonista dell’opera, l’artista mantiene un ruolo di conduzione delle azioni assolutamente determinante. Il progetto fonda le sue radici su contenuti teorici tratti dalla letteratura, dal cinema e dalla musica, partendo dall’immagine della città di Ersilia descritta da Italo Calvino ne “Le città invisibili” sino all’immaginario di Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”, dagli scritti di Salvatore Quasimodo, di Ernesto De Martino, ai romanzi “L’Italie la nuit”, e “Château perdu”, di Jean Védrines. Ispiratrici sono le immagini di “Taranta”, un film di Gian-Franco Mingozzi, e “Les Maîtres Fous” di Jean Rouch, e i film sperimentali di Norman McLaren e Jean Painlevé, così come le tradizionali canzoni del Canzoniere Grecanico. Calvino parla di relazioni che sostengono la vita della città come fili che creano un reticolo di pensieri. Il progetto MATER(i) A/MATER(n)A immagina un vicinato di Matera trasformato in un bozzolo, una crisalide di fili che sostengono lenzuola bianche di seta e lino che in sé conservano, contengono ospitano l’identità delle donne della città di Matera. In questo intricato scenario il fruitore può vivere l’opera attraversandola e cogliendone la complessità da differenti punti di vista stimolato in tutti i suoi sensi, udito, vista, tatto. Di notte l’installazione si trasforma in schermo frammentato e in movimento (le immagini vengono proiettate sulle lenzuola ondeggianti) che ospita all’esterno le immagini di donne velate da lenzuola. L’istallazione prevede in una zona determinata, la creazione di una stanza circolare fatta di tessuto bianco all’interno della quale viene proiettato
Starting from the assumption that in public art the viewer is the first protagonist of work, the artist’s role as conductor of the actions remains absolutely essential. The project has its roots on theoretical content taken from literature, cinema and music, starting from the city of Ersilia described by Italo Calvino’s Invisible Cities until the imagery of Carlo Levi’s “Christ Stopped at Eboli” and the writings of Salvatore Quasimodo, Ernesto De Martino, up to the novels “L’Italie la nuit,” and “Château perdu” by Jean Védrines. Inspiring are the images of “Taranta”, a film by Gian-Franco Mingozzi, and “Les Maîtres Fous” by Jean Rouch, and the experimental films by Norman McLaren and Jean Painlevé, as well as the traditional songs of the Canzoniere Grecanico.Calvino speaks of relationships that sustain the city life as a network of wires that create thoughts. The project MATER(i)A/MATER(n)A envisions a neighborhood of Matera turned into a cocoon, a chrysalis of wires that support white sheets of silk and linen in which they retain, contain, host the identity of the women of the city of Matera. In this complex scenario, the user can experience the work by passing through and capturing the complexity from different points of view being stimulated in all his/her senses, hearing, sight, touch. At night, the installation, a sort of circular room, becomes outside a fragmented moving screen (the images are projected on the waving sheets ) that shows images of veiled women and inside on a single screen of linen is shown a video that shows the female protagonists in the heart of their homes while they cook and talk about traditions such as the Taranta,
Fernand Percival | Mater(i)a Mater(n)a 163
un video che vede che le donne protagoniste nel cuore delle loro case mentre cucinano e parlano di tradizioni come quella della taranta, considerata un simbolo di quello status di cui le donne sono state e sono succubi con la chiara idea di far riflettere il fruitore su questo aspetto della societĂ che ancora vede la violenza contro le donne come un gap da superare.
considered a symbol of the status to which women have been and are dominated with a clear idea by the viewer to reflect on this aspect of society that still sees violence against women as a gap to overcome.
Fernand Percival | Mater(i)a Mater(n)a 164
Sergio Racanati | << lama-lamis >> Il progetto << lama-lamis >> indaga, in maniera critica ed etica, sul senso di responsabilità dell’artista che decide di lavorare nello spazio pubblico, per connettersi e relazionarsi con i bisogni reali e le abitudini identitarie di una comunità, sulla sperimentazione di nuovi modelli partecipativi, sulla possibilità di avere un ricaduta sul territorio. All’interno del processo di sviluppo del modello di “globalizzazione”, le relazioni tra cittadini-abitanti ed istituzioni socio-politiche presenti sui territori si complicano e si espandono negando la trasformazione culturale e lo spirito di aggregazione e di collettività. L’area della regione Basilicata in trasformazione esponenziale, non sfugge alle allelogie di profondo mutamento in gran parte invisibili, poco conosciute e studiate. << lama-lamis >> è un processo/progetto volto a restituire alla comunità locale la speranza di un cambiamento responsabile che sappia ridare un senso critico al cittadino in primis e a svincolarsi dagli abusi di potere mediatico e politico in secundis. Il progetto mira alla promozione e alla pratica dell’attivismo culturale del vivere nella comunità e nel territorio. Uno sforzo che si concentra soprattutto nella ri-costruzione di relazioni perdute e nella colonizzazione di quei luoghi che Gilles Clement definirebbe come “terzo paesaggio”, nicchie di biodiversità in cui includere anche i singoli cittadini ed il loro spazio/ vissuto personale. Il meccanismo che verrà attivato per coinvolgere tutti i cittadini sarà quello legato alla motivazione e al desiderio perchè “come afferma Cesare De Florido La Rocca, l’ ideatore della costruzione teorica della “pedagogia del desiderio” - “il desiderio
The project <<lama-lamis>> investigates a critical and ethical sense of responsibility of the artist who chooses to work in the public space, to connect and interact with the real needs and habits identity of a community, on testing new participatory models, the possibility of having an impact on the territory. In the process of developing the model of “globalization,” the relationship between citizen-residents and socio-political institutions in the communities are complicated and expand denying the cultural transformation and the spirit of gathering and community. The area of the Basilicata region in exponential transformation, does not escape the profound change largely invisible, little known and studied. <<lama-lamis>> is a process/ project to return to the local community the hope of a responsible change able to give a critical sense to the citizen first and then to disengage from the abuses of media and political power. The project aims at the promotion and practice of cultural activism in living the community and the area. This effort was concentrated on re-building lost relationships and in the colonization of those places that Gilles Clement would define as “third landscape”, niches of biodiversity that include individual citizens and their personal space/experience. The mechanism that will be triggered to involve all citizens will be linked to the motivation and desire because “as stated by Cesare De La Rocca Florido, the creator of the theoretical construction of the “pedagogy of desire” - “desire is the only evidence that a person is alive”. <<lama-lamis>> has the desire to promote a suburb that exists and that (re) asks the
Sergio Racanati | Democracy is Hipocrisy 167
è l’unica prova che una persona è viva”. << lama-lamis >> ha la volontà di promuovere una periferia che esiste e che (ri)chiede dignità pari a quella degli altri cittadini in virtù del principio secondo cui ogni cittadino ha proprie specificità, identità e valori da offrire e condividere con e all’intera comunità“. Il progetto prevede l’interazione con due luoghi e due comunità della città di Potenza, la comunità locale che vive e abita nel quartiere denominato “Serpentone” e con la comunità degli studenti dell’Università degli Studi della Basilicata. Il progetto prevede un tempo di realizzazione di 6 mesi. Nella Comunità del Serpentone il progetto prevede l’attivazione di processi di relazione e di scambio in modo estremamente spontaneo per giungere alla creazione di una installazione corale e partecipata che possa sintetizzare i pensieri e le riflessioni degli abitanti per giungere alla realizzazione di un docu-fiction attraverso il racconto di frammenti di vita personale, storie immaginarie e la donazione di materiale d’archivio di famiglia (video di cerimonie, video di vacanze, fotografie varie). Nella comunità Universitaria con i collettivi studenteschi prevede l’attivazione di una programmazione di workshop di auto-formazione con il coinvolgimento di docenti, critici e teorici di rilievo nazionale che stanno portando avanti riflessioni su temi quali “bene comune”, “reddito pro-capite” e “capitalismo cognitivo” per stimolare la ricerca, l’entusiasmo e la voglia di cambiamento. La connesione delle due comunità e l’interazione dei due processi si realizza nella fase di costruzione dell’opera in forma colletiva un “seme” da costruire insieme e da far germogliare, una scultura/installazione da posizionare nei sotterranei della “Nuova Facoltà”.
same dignity as other citizens under the principle that every citizen has its own specific identity and values to offer and share with the entire community. This project involves the interaction with two places and two communities of the city of Potenza, the local community that lives and dwells in the district called “Serpentone” and the community of students of the University of Basilicata. The project realization has a duration of 6 months. In the community of Serpentone the project involves the activation of processes of relationship and exchange in an extremely spontaneous way leading to the creation of a participatory choral installation that can synthesize the thoughts and reflections of the people to come to the realization of a docu-drama through narrative fragments of personal life, imaginary stories and the donation of family archival material (video of ceremonies, video rental, various photographs). In the University community with the student collectives the project involves the activation of a program of self-training workshops involving teachers, critics and theorists of national importance that are carrying out reflections on topics such as “common good”, “per capita income” and “cognitive capitalism” to stimulate research, enthusiasm and desire to change. The connection between the two communities and the interaction of the two processes is realized in the construction phase of the work in a collective form, a “seed” to build together and bring forth, a sculpture/installation to be placed in the basement of the “New School”.
Sergio Racanati | Democracy is Hipocrisy 168
Urban Screen | selezione artisti selection of artists
Urban Space
Aelion Project | Monumental Video Art 173
Jacob Bizuneh | Circle and hollow 174
Victoria Campillo | Horts 177
Victoria Campillo | Horts 178
Neil Craver | Omni-Phantasmic 181
Neil Craver | Omni-Phantasmic 182
Armando di Loreto | Estmporaneo 185
Armando di Loreto | Estmporaneo 186
Benedetto Ferraro | Adam Lâ&#x20AC;&#x2122;Uomo fatto di terra 189
Benedetto Ferraro | Adam Lâ&#x20AC;&#x2122;Uomo fatto di terra 190
Fabio Fornasari and Lucilla Boschi | Amniotic Colorscript from Basilicata 193
Fabio Fornasari and Lucilla Boschi | Amniotic Colorscript from Basilicata 194
Fabio Fornasari and Lucilla Boschi | Amniotic Colorscript from Basilicata 197
Neville Gabie | Experiments in Black and white - Basilicata 198
Andi Hila | Closed windows 201
Andi Hila | Closed windows 202
Ellen Kaplowitz | Basilicata: Land of Tranquility and Ancient Beauty 205
Life | Art Studio | Roberto Lacava | Giusi Tolve | Verso la chiesa 206
Life | Art Studio | Roberto Lacava | Giusi Tolve | Tempo divoratore 209
Michele Lombardo | Wires 210
Veturia Manni | Scherzi di luce 213
Mataro da Vergato | Metropolitan Rooms Project - Eros & Thanatos : The Dream 214
Matsuura Tomoya | Cell 217
Leonardo Onetti Muda | Io come te_I like you 218
Gloria Oyarzabal | Ophelia 221
Gloria Oyarzabal | Ophelia 222
Danilo Torre | Geniuslocifilm 225
Oskar Verant | Spazio di nessuno 226
Oskar Verant | Spazio di nessuno 229
Juan Carlos Zaldivar | Shift
Biografie | Biographies
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Componenti Giuria
Members of the jury
Spencer Tunick
Spencer Tunick
Nato a Middletown, New York, 1967. Studia all’ International Center of Photography (ICP), New York e all’ Emerson College, Boston, MA. Vive e lavora a New York. Spencer Tunick rappresenta scene in cui la lotta della natura contro la cultura si gioca su vari livelli, dai centri urbani alla tempesta di sabbia nel deserto, l’uomo e la donna sono restituiti ad uno stato dell’esistenza pre-industriale, pre-tutto. Tunick ha viaggiato per il mondo per creare queste immagini fisse e video di molteplici figure nude in ambienti pubblici, gruppi da una manciata di partecipanti a decine di migliaia, tutti volontari; le immagini scattate trascendono le categorie ordinarie e fondono scultura e performance in un nuovo genere. Le opere di maggior rilievo di Tunick sono state commissionate da Art Basel, Svizzera (1999), Institut Cultura, Barcellona (2003), XXV Biennale di San Paolo del Brasile (2002), The Saatchi Gallery (2003), MOCA Cleveland (2004), Kunsthalle di Vienna (2008), tra gli altri. Tra le installazioni più recenti ricordiamo nel 2010 The Lowry, Salford and Manchester, UK Sydney Opera House & Sydney Gay and Lesbian MardiGras, Australia; nel 2009, Greenpeace, Burgundy, France, Montauk, New York Maui, Hawaii, nel 2008 Vienna Kunsthalle, Austria, Ernst-Happel-Stadium, Cork and Dublino, Irlanda. Tra le mostre personali: nel 2010 Everyday People, The Lowry, Manchester, UK, Citadinos (City Dwellers), Museo de Arte Contemporaneo de Monterrey. Monterrey, Mexico nel 2009 City Dwellers, Centro Cultural Universitario Tlatelolco. Mexico City, Mexico e le collettive 2010 The Right to Protest, curata da Raphie Etgar, Museum on the Seam, Jerusalem, Israel Sensational Architecture, curata da Camilla Boemio, Fe-
Born in 1967 in Middletown, New York. He studied at International Center of Photography (ICP), New York and at Emerson College, Boston, MA. He lives and works in New York. Spencer Tunick stages scenes in which the battle of nature against culture is played out against various backdrops, from civic center to desert sandstorm, man and woman are returned to a preindustrial, pre-everything state of existence. Tunick has traveled the globe to create these still and video images of multiple nude figures in public settings, groups from a handful of participants to tens of thousands, all volunteers; the subsequent images transcend ordinary categories and meld sculpture and performance in a new genre. Tunick’s most notable works have been commissioned by Art Basel, Switzerland (1999), Institut Cultura, Barcelona (2003), XXV Biennial de Sao Paulo, Brazil (2002), The Saatchi Gallery (2003), MOCA Cleveland (2004), Vienna Kunsthalle (2008), among others. Among the more recent installations in 2010 include The Lowry, Salford and Manchester, UK Sydney Opera House & Sydney Gay and Lesbian MardiGras, Australia; In 2009, Greenpeace, Burgundy, France, Montauk, New York Maui, Hawaii, in 2008, Kunsthalle Vienna, Austria, Ernst-Happel-Stadium, Cork and Dublin, Ireland. Solo exhibitions include: in 2010, Everyday People, The Lowry, Manchester, UK, Citadinos (City Dwellers), Museo de Arte de Monterrey Contemporaneo. Monterrey, Mexico in 2009, City Dwellers, Centro Cultural Universitario Tlatelolco, Mexico City, Mexico and the collective 2010 The Right to Protest, edited by Raphie Etgar, Museum on the Seam, Jerusalem, Israel Sensational Architecture, curated by Camilla Boemio, Festival of Archi-
sta of Architecture, Auditorium Parco della Musica, Viale Pietro De Coubertin, Roma, Italia; Party! curata da Deborah Robinson, New Art Gallery Walsall, Walsall, West Midlands, UK; nel 2009 3° Biennale of Contemporary Art di Mosca, Against exclusion, curata da Jean-Hubert Martin, Mosca, Russia; nel 2008 Bread and Soccer: In the Arena of Art, curata da Trevor Smith e Jürgen Weishäupl Austrian Cultural Forum NYC, New York PEOPLE, curata da Mimmo Scognamiglio, Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea. Milano, Italia; Lost Paradise - The Angel’s Gaze, curata da Michael Baumgartner, Zentrum Paul Klee. Berna, Svizzera
tecture, Auditorium Parco della Musica, Viale Pietro de Coubertin, Rome, Italy; Party! edited by Deborah Robinson, New Art Gallery Walsall, Walsall, West Midlands, UK; in 2009 the 3rd Moscow Biennale of Contemporary Art, Against exclusion, curated by Jean-Hubert Martin, Moscow, Russia; in 2008 Bread and Soccer: In the Arena of Art, curated by Trevor Smith and Jürgen Weishäupl Austrian Cultural Forum NYC, New York PEOPLE, directed by Mimmo Scognamiglio, Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea. Milan, Italy; Paradise Lost - The Angel’s Gaze, edited by Michael Baumgartner, Zentrum Paul Klee. Bern, Switzerland
Basak Malone
Basak Malone
Curatrice e gallerista vive e lavora a New York. Nata nella Turchia orientale, è specializzata nel dare visibilità sia ad artisti emergenti che affermati a livello internazionale. Ex psicologa e regista, la sua formazione orientale si combina con successo con un’impostazione occidentale che è fortemente influenzata dal pensiero di Georges Bataille e Gilles Deleuze. Utilizzando la sua esperienza, Malone ha allestito e organizzato decine di mostre ed eventi globali che esplorano una vasta gamma di argomenti, dalla intersezione di astrazione e figurazione al significato di alta e bassa arte. I suoi progetti si concentrano su artisti che proiettano una prospettiva completamente diversa all’interno della sfera culturale del mondo dell’arte. Dopo un periodo trascorso come ricercatrice nell’ arte, Malone ha iniziato a sviluppare diversi progetti intercontinentali i quali vedono pienamente applicati i suoi approcci tematici, concettuali e formali. Alcune delle sue mostre includono: “Continue to Descend” con Jeff Koons, “Hotel” con l’ artista inglese Whitney McVeigh, “Lure” con Jane McAdam Freud. Malone ha guidato molti progetti culturali unici,
Curator and gallery owner lives and works in New York. Born in eastern Turkey, specialized in the representation of both emerging and established artists on an International scale. A former psychologist and filmmaker, Malone integrates her Eastern background in a Western context which is strongly influenced by the thought of Georges Bataille and Gilles Deleuze. Utilizing her knowledge and training, Malone has choreographed and organized dozens of global exhibitions and events that explore a wide range of subject-matters; from the intersection of abstraction and figuration in contemporary art, to the wholeness of high and low art. After a period spent as an art researcher specialist, Malone began developing intercontinental projects in which they were all fully occupied her thematic, conceptual and formal approaches. Some of her previous curatorial credits include, “Continue to Descend” featuring Jeff Koons; “Hotel” featuring Whitney McVeigh and “Lure” featuring Jane McAdam Freud. Malone has led many unique cultural projects, for example, the first European Art Fair in Vienna, where she or-
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per esempio, il primo European Art Fair di Vienna, dove ha organizzato la selezione di artisti della Broadway’s Gallery. Ha inoltre curato numerose mostre a livello internazionale in Cina, tra cui “Prelude” e “Ludus”. E’ curatrice del The New Collectors Book, un archivio di immagini dedicato a presentare una vasta gamma di opere d’arte selezionate fra artisti emergenti e professionisti. Bruno Di Marino Nato a Salerno nel 1966. Storico dell’immagine in movimento, dal 1989 si occupa in particolare di sperimentazione audiovisiva. Attualmente insegna Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Tra i volumi da lui scritti o curati ricordiamo: Animania – 100 anni di esperimenti nel cinema d’animazione (Il Castoro, 1998); L’ultimo fotogramma. I finali del cinema (Editori Riuniti, 2001); Interferenze dello sguardo. La sperimentazione audiovisiva tra analogico e digitale (Bulzoni, 2002); Studio Azzurro - Tracce, sguardi e altri pensieri (Feltrinelli, 2007); Pose in movimento. Fotografia e cinema (Bollati Boringhieri, 2009); Film Oggetto Design – La messa in scena delle cose (PostmediaBooks, 2011); Hard Media – La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web (Johan and Levi, 2013). I suoi saggi sono stati pubblicati in Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Russia, Giappone, Cina e Ungheria.
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ganized the selection of artists from Broadway’s Gallery. She has also curated numerous international exhibitions in China, including “Prelude” and “Ludus”. She’s the curator of The New Collector’s Book, an archive of images devoted to present a wide range of works of art selected from emerging and professionals artists. Bruno Di Marino Born in Salerno, in 1966. Historian of the Moving image, since 1989 dealing in particular with audiovisual experimentation. He currently teaches Theory and Method of Mass Media at the Academy of Fine Arts in Frosinone. Among the volumes he has written or edited include: Animania – 100 anni di esperimenti nel cinema d’animazione (Il Castoro, 1998); L’ultimo fotogramma. I finali del cinema (Editori Riuniti, 2001); Interferenze dello sguardo. La sperimentazione audiovisiva tra analogico e digitale (Bulzoni, 2002); Studio Azzurro - Tracce, sguardi e altri pensieri (Feltrinelli, 2007); Pose in movimento. Fotografia e cinema (Bollati Boringhieri, 2009); Film Oggetto Design – La messa in scena delle cose (PostmediaBooks, 2011); Hard Media – La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web (Johan and Levi, 2013). His essays have been published in France, Belgium, Portugal, Germany, Russia, Japan, China and Hungary.
Docenti
Visiting professors
Anna Detheridge
Anna Detheridge
Direttore del progetto Connecting cultures, è teorica delle Arti Visive e curatrice di diverse mostre e rassegne, tra le quali INNATURA. X Biennale internazionale di fotografia, Palazzo Bricherasio, Torino (2003); Arte Pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella (2003) e Le Immagini al Potere, Fondazione Mazzotta, Milano (1996). Giornalista e saggista, ha insegnato al Politecnico di Milano, all’Università Bocconi e allo Iulm. Nel 2001 ha fondato l’Associazione culturale non profit Connecting Cultures, attiva nel campo delle politiche culturali, dell’arte pubblica, della progettazione e della formazione (www.connectingcultures.info). Nel 2012 ha pubblicato per Einaudi Scultori della speranza. L’arte nel contesto della globalizzazione (PBE). Vive e lavora a Milano.
Director of the project Connecting cultures, she is theorist of Visual Arts and curator of several exhibitions and shows, including INNATURA; X International Biennial of Photography, Bricklehampton Palace, Turin (2003); Public Art in Italy: the space of relations, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella (2003) and Le Immagini al Potere, Fondazione Mazzotta, Milan (1996). Journalist and essayist, she has taught at the Polytechnic of Milan, Bocconi University and the Iulm. In 2001 she founded the non-profit cultural association Connecting Cultures, active in the field of cultural policies, public art, design and training (www.connectingcultures.info). In 2012 she published Scultori della speranza. L’arte nel contesto della globalizzazione (PBE). She lives and works in Milan.
Emilio Fantin Nato a Bassano del Grappa, vive a Bologna. Fantin crea spazi di partecipazione dove l’aspetto formativo si coniuga con quello artistico. Lavora in un ottica sovradisciplinare mettendo in rapporto l’arte con altri campi del sapere. Ha collaborato con istituzioni, università e musei internazionali, in particolare nel 2012 ha realizzato il progetto con Lucafausu, “The Celebration of Living” per And, And, And, Documenta 13, Kassel; ha condotto, in varie sedi internazionali, ciò che definisce ”esperienze” nelle quali, attraverso un processo creativo, coniuga e ibrida pratiche seminariali, di laboratorio e di ricerca per la realizzazione di opere o azioni artistiche. Nel 2012 è stato invitato da ASU (Arizona State University) Museum e Art Institute of
Emilio Fantin Born in Bassano del Grappa, he lives in Bologna. Fantin creates opportunities for participation where the training aspect is combined with the artistic one. He works in a supra-disciplinary optic putting art in relationship with other fields of knowledge. He has collaborated with institutions, universities and museums around the world, in particular in 2012 carried out the project with Lucafausu, “The Celebration of Living” for And, And, And, Documenta 13, Kassel; he led, in various international fora, what he defines “experiences” in which, through a creative process, he combines and hybrids practices of seminars, laboratories and researches for the creation of artistic works or actions. In 2012 he was invited by ASU (Arizona State University) Museum and Art Institute of Chicago. Profes237
Chicago. Docente di Percezione e Comunicazione Visiva del Politecnico di Milano, dal 2005 insegna nella sezione di Piacenza. Ha partecipato a mostre e manifestazioni internazionali: la Biennale di Venezia (1993, 1999, 2008); Performa, Festival Internazionale della performance, New York, 2007; Frasq, Festival internazionale della performance, Parigi 2011; Paradise Europe, Bizart, Copenhagen, 2005. Bianco e Valente Attivi dal 1995, lavorano prevalentemente con i nuovi media (videoarte, musica elettronica, videoinstallazioni, installazioni e ambienti multimediali). La loro ricerca si rivolge all’indagine di temi che pongono in rapporto arte e scienza: il corpo umano nella sua totalità (mentale-immateriale/corporeo-biologico molecolare), la percezione umana e lo spazio-tempo, la memoria. La prima importante retrospettiva dedicata alla loro opera si è inaugurata di recente presso la GAM di Gallarate (“Visibile invisibile. Bianco-Valente. Opere video e ambienti 1995-2008”, a cura di Emma Zanella e Vittoria Broggini). Tra le mostre personali più recenti si segnalano: “Entità risonante”, a cura di Valentina Tanni, Fondazione Pastificio Cerere, Roma, “Bianco-Valente” (con Mass), a cura di Susanna Bianchini, Artprojx Space, Londra, la mostra presso la Galleria Alfonso Artiaco di Napoli (2008) e “Alfabeto Esteso” presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Mestre (2008). Si ricordano inoltre: “Tempo universale”, galleria Enrico Fornello, Prato, 2007; “Mindscapes”, Factory 798, Pechino, 2007; “Adaptive”, VM21 Arte contemporanea, Roma, 2005; le personali del 2002 e 2003 presso la galleria Alfonso Artiaco, Napoli. Tra le partecipazioni a fiere e rassegne internazionali: FIAC, Parigi, 2000, Artissima Torino, 2003. Installazioni permanenti: Metropolitana di Na-
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sor of Perception and Visual Communication at Polytechnic of Milan, since 2005 he has taught in Piacenza. He has participated in exhibitions and international events such as the Venice Biennale (1993, 1999, 2008); Performa, International Festival of Performance, New York, 2007; Frasq, International Festival of Performance, Paris, 2011; Paradise Europe, Bizart, Copenhagen, 2005. Bianco e Valente Active since 1995, they work primarily with the new media (video art, electronic music, video installations, installations and multimedia environments). Their research addresses issues that arise in the investigation of the relationship between art and science: the human body in its entirety (immaterial-mental/bodily-biological molecular), human perception and the space-time memory. The first major retrospective of their work was recently inaugurated at the GAM in Gallarate (“Visible Invisible. Bianco-Valente. Environments and video works from 1995 to 2008,” curated by Emma Zanella and Victoria Broggini). Among the most recent solo exhibitions include: Entità risonante curated by Valentina Tanni, Pastificio Ceres, Rome, “Bianco-Valente” (with Mass) curated by Susanna Bianchini, Artprojx Space, London, the exhibition at Artiaco Alfonso Gallery in Naples (2008) and the Alfabeto Esteso at Contemporary Art Gallery in Mestre (2008). Also remember: “Universal Time”, at Enrico Stove Gallery, Fornello, Prato, 2007; “Mindscapes”, Factory 798, Beijing, 2007; “Adaptive”, VM21 Contemporary Art, Rome, 2005; the solo exhibition: 2002 and 2003 at Alfonso Artiaco Gallery, Naples. Among the participation in trade fairs and international exhibitions: FIAC, Paris, 2000 Artissima Torino, 2003. Permanent Installations: Naples Metro Station, Rione Alto; Papesse Palace, Center for Contemporary Art,
poli, Stazione Rione Alto; Palazzo delle Papesse, Centro per l’Arte Contemporanea, Siena. Tra le mostre collettive si segnalano: “De Gustibus” a cura di Achille Bonito Oliva, Palazzo delle Papesse, Siena, 2002; “The giving person”, PAN, Napoli, 2005; Biennale di Venezia, 48. Festival di musica contemporanea, 2004; “Le Opere e i Giorni”, a cura di Achille Bonito Oliva, Certosa di Padula, 2004, “Vesuvius”, a cura di Gigiotto Del Vecchio, Pechino, 2006. Mariadelaide Cuozzo Laureata in Lettere Moderne, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Discipline Storiche dell’Arte Medioevale, Moderna e Contemporanea presso l’Università Federico II di Napoli. Insegna dall’Anno Accademico 2003-2004 Storia dell’Arte Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata, dove è Ricercatrice di ruolo e Professore aggregato. Insegna anche, per affidamento, Storia dell’Arte Contemporanea presso il Corso di Laurea in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici dell’Università “Federico II” di Napoli. La sua attività di ricerca ha finora riguardato prevalentemente le arti del Novecento (pittura, scultura, rapporti fra architettura e arti figurative) e il tema delle relazioni fra arte, industria culturale e comunicazione, con particolare attenzione per i diversi settori della grafica applicata otto-novecentesca e con uno specifico interesse per l’area napoletana e meridionale in genere. Negli ultimi anni le sue ricerche si sono rivolte anche all’arte lucana dell’Ottocento e del Novecento, in connessione con la sua attività didattica presso l’Ateneo lucano. È autrice di monografie e cataloghi di mostre, oltre che di numerosi saggi pubblicati in volumi collettivi e riviste. Fra le sue pubblicazioni si annoverano i volumi Dino Battaglia. L’immagine narrante (Electa Napoli, 1999) e Illustrazione e grafica nella stam-
Siena. Among the group exhibitions include: “De Gustibus”, curated by Achille Bonito Oliva, Papesse Palace, Siena, 2002; “The giving person”, PAN, Naples, 2005; 48th Venice Biennale; Festival of Contemporary Music, 2004; Le Opere e i Giorni, curated by Achille Bonito Oliva, Padula Charterhouse, 2004 “Vesuvius”, edited by Gigiotto Del Vecchio, Beijing, 2006. Mariadelaide Cuozzo Graduated in Modern Literature, she received her PhD in History of Medieval, Modern and Contemporary Art at the University Federico II of Naples. Since 2003 she has taught History of Contemporary Art at the Department of Human Sciences of the University of Basilicata, as a researcher and Adjunct Professor. She also teaches Contemporary Art History in the course of Planning and Management of Tourism Systems, at Federico II University of Naples. Her research has focused mainly on arts of the twentieth century (painting, sculpture, architecture and the relationship between visual arts) and the theme of the relationship between art, cultural industry and communication with particular attention to the different areas of nineteenth-twentieth century applied graphics and with a specific interest in the Neapolitan area and South in general. In recent years her research has also addressed the nineteenth and twentieth century art of Lucania, in connection with her teaching activities at the University of Basilicata. She is the author of monographs and exhibition catalogs, as well as numerous essays published in journals and collective volumes. Among her publications include the Dino Battaglia’s. L’immagine narrante (Electa Napoli, 1999) e Illustrazione e grafica nella stampa periodica napoletana. Dalla Belle époque al fascismo (Electa 239
pa periodica napoletana. Dalla Belle époque al fascismo (Electa Napoli, 2005). Ha collaborato all’organizzazione e alla curatela scientifica di varie mostre, fra le quali Cuma 4000. Il mito della dimora. Scultura ed architettura del Novecento (Parco archeologico di Cuma, 1999) e Arte a Napoli dal 1920 al 1945. Gli anni difficili (Napoli, Maschio Angioino e Villa Pignatelli; Roma, Palazzo delle Esposizioni, 2000-2001). Recentemente ha curato le seguenti mostre e i relativi cataloghi su artisti attivi in Basilicata: Nino Tricarico, (Matera, Museo di Arte Medioevale e Moderna della Basilicata, Palazzo Lanfranchi, 2009) e Salvatore Sebaste. Il Demone della Forma. Opere dal 1960 ad oggi, (Lecce, Castello Carlo V, 2010).
Napoli, 2005). She collaborated in the organization and curation of scientific exhibitions, including Cuma 4000. Il mito della dimora. Scultura ed architettura del Novecento (Archaeological Park of Cuma, 1999) and Arte a Napoli dal 1920 al 1945. Gli anni difficili (Naples, Angevin and Villa Pignatelli; Roma, Palace of Expositions, 2000-2001). She recently curated the following exhibitions and their catalogs of artists active in Basilicata: Nino Tricarico (Matera, Museum of Medieval and Modern Art of Basilicata, Palazzo Lanfranchi, 2009) and Salvatore Sebaste. Il Demone della Forma. Opere dal 1960 ad oggi (Lecce, Castle of Charles V, 2010). Francesco Marano
Francesco Marano E’ professore aggregato all’Università della Basilicata dove insegna Etnografia, Antropologia Visuale e Antropologia delle culture alimentari. Le sue ricerche trattano questioni di antropologia visuale, rapporti fra antropologia e arte contemporanea, autoetnografie, antropologia del cibo e rappresentazione dell’identità culturale. Fra le sue principali pubblicazioni vi sono Camera Etnografica. Storie e teorie di antropologia visuale (Milano, Franco Angeli, 2007), Il film etnografico in Italia (Bari, Edizioni di Pagina, 2007), L’antropologo come artista. Intrecci fra antropologia e arte (Roma, CISU, 2013). Francesco Marano è direttore della rivista Visual Ethnography (www. vejournal.org), cura la collana di ricerche interdisciplinari Walking on the Line (Altrimedia Edizioni) e il sito web Visualanthropology.net. È autore di documentari proiettati in festival internazionali del film etnografico.
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He is assistant professor at the University of Basilicata where teaches Ethnography, Visual Anthropology and Anthropology of Food. His researches concern visual anthropology, relations between anthropology and contemporary art, auto-ethnographies, ethnography of cooking and cultural identity. He has published Camera Etnografica. Storie e teorie di antropologia visuale (Milano, Franco Angeli, 2007), Il film etnografico in Italia (Bari, Edizioni di Pagina, 2007), L’antropologo come artista. Intrecci fra antropologia e arte (Roma, CISU, 2013). Francesco Marano is editor in chief of the journal Visual Ethnography (www.vejournal. org), editor of the book series Walking on the Line (Altrimedia Edizioni) and editor of the web site Visualanthropology.net. Moreover he is director of documentary films shown in international ethnographic film festivals.
Artisti
Artists
Aelion Project
Aelion Project
Team di artisti appassionati del mondo delle arti visive, nato in Abruzzo nel 2011 e consolidatosi nel 2013 come studio di visual communication. Il progetto nasce con l’intento di accomunare molteplici forme artistiche, al fine di intrattenere il pubblico e di promuovere l’artista, tramite l’organizzazione di eventi di comunicazione e interattività con gli spettatori. Un altro aspetto fondamentale è il diretto contatto con aziende e privati per la realizzazione di un’ampia gamma di servizi, come: grafica, fotografia, video, animazione e grafica 3D, marketing, musica, stampa digitale e sperimentazione audiovisiva.
Born in Abruzzo in 2011 it’s a team of passionate artists in the world of visual arts consolidated in 2013 as a study of visual communication. The project was created with the intention of bringing together various art forms, in order to entertain the public and to promote the artist, through the organization of events of communication and interactivity with viewers. Another fundamental aspect is the direct contact with companies and individuals for the realization of a wide range of services, such as graphic design, photography, video, animation and 3D graphics, marketing, music, digital print and audiovisual experimentation.
Vito Alfarano Nato a Brindisi nel 1978. Danzatore e coreografo freelance. Con le sue coreografie vince primi premi nazionali e internazionali come in Polonia il Granprix al “the iv international sergei diaghilev competition of choreographic art”, con la giuria presieduta da Vladimir Malakhov. Nel 2008 inizia la costruzione di un percorso coreografico che vede la danza svilupparsi attraverso varie argomentazioni legate alle problematiche sociali come detensione e audiolesismo. Dal 2008 al 2010 è così ideatore e docente del laboratorio di movimento corporeo e teatralità Oltre i confini svoltosi nella Casa Circondariale di Rovigo. Dal 2013 è membro del “coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere”. Crea le coreografie “Il rumore dell’amore”, “Testa o croce”, “Quasi sordo…Mi piacciono i maiali”, “Moving the city” e la regia per “L’unico me stesso che conosco” e per il video arte “Il mio grido” realizzato con i detenuti del carcere di Rovigo.
Vito Alfarano Born in 1978 in Brindisi. Freelance dancer and choreographer. With his choreography won the first prize in national and international awards such as the Granprix at “The iv international competition of Sergei Diaghilev choreographic art” in Poland with the jury chaired by Vladimir Malakhov. In 2008, he began the construction of a choreographic path that sees the dance developed through various arguments related to social issues such as detension and audiolesismo. From 2008 to 2010, he is the creator and teacher of the laboratory of bodily movement and theatricality Oltre i confini held in the Prison of Rovigo. From 2013 he is a member of the “National Theatre coordination in Prison”. He creates the choreography “The sound of love”, “Cross or head”, “Almost deaf... I like pigs”, “Moving the city” and he directed “L’unico me stesso che conosco” and the video art “My cry” made with 241
Alessandra Andrini
the prisoners of the Prison of Rovigo.
Nata a Ravenna nel 1958, vive e lavora a Bologna. Dopo la facoltà di Scienze Politiche ed un periodo di attività in campo cinematografico, nel 2001 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua ricerca artistica si concentra soprattutto sulla dimensione urbana. Il percorso espositivo inizia nel 1997 negli spazi della Stazione di Bologna e trova il primo riscontro internazionale con East International 2000, Norwich, UK , a cui segue la candidatura per il P.S.1 International Studio Program nel 2001, continuando in Italia e all’estero in un percorso a doppio binario fra spazi privati ed installazioni di public-art. Docente di design urbano e di metodologia della progettazione all’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Alessandra Andrini
Emilia Badalà Nata a Aci Castello (Italia). Lavora con installazioni artistiche e suono. Dopo laureata e neolaureati studi presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, si reca a Milano e Parigi per visitare Alfred Tomatis e il “Centro dell’ascolto”, dove studia sulle connessioni tra suono e colore, suono e disegni, e la forma in pittura sotto influenza delle frequenze.Realizza due progetti di installazione presso il Volcan Etna, “Tracce-Spuren”. Ha organizzato progetti artistici e pedagogici con la Kunsthalle di Amburgo e varie istituzioni a Catania. Partecipa a molti progetti con Alvin Current, Peter Cusak, SSRG, Progetto Isole, Emilio Fantin, Sam Auinger. Attualmente sta lavorando su un’ installazione / performance “Gramophone” per 20 dischi di vetro e quattro grammofoni, mostrato al Transmediale 2012 a Berlino.
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Born in Ravenna in 1958, lives and works in Bologna. After the Faculty of Political Science and a period of activity in the field of cinema, in 2001 she graduated from the Academy of Fine Arts in Bologna. Her artistic research mainly focuses on the urban dimension. The exhibition begins in 1997 in Bologna Station and she has the first international success with East International 2000, Norwich, UK, followed by the application for the PS1 International Studio Program in 2001, continuing in Italy and abroad on a double track path between private spaces and public-art installations. Professor of urban design and methodology for the design at the Academy of Fine Arts in Ravenna. Emilia Badalà Born in Aci Castello (Italy). She works with sound and art installations. After graduated and postgraduates she studies at the Accademia di Belle Arti in Catania, she travels to Milan and Paris to visit Alfred Tomatis and the “Centro dell’ascolto” where she studies about connections between sound and color, sound and drawings, and shape in paintings under Frequencies influences. She realizes two installation projects at the Volcan Etna, “Tracce-Spuren”. She organized art and pedagogical projects with the Kunsthalle - Hamburg and various institutions in Catania. She participates in many projects with Alvin Current, Peter Cusak, SSRG, Progetto Isole, Emilio Fantin, Sam Auinger. At the time she works on installation/ performance “Gramophone” for 20 glass discs and four gramophones, shown at the Transmediale 2012 in Berlin.
Lucilla Boschi
Lucilla Boschi
Nata a Rimini nel 1975, vive e lavora a Bologna. Laureata in Lettere Moderne, Intermedialità, Arti elettroniche, Cinema, Arte contemporanea, Comunicazioni di massa e Linguaggio cinematografico, è esperta in organizzazione di eventi culturali e studiosa di immagini in movimento e teorie dell’intermedialità e si occupa di linguaggi visivi in relazione a contesti site-specific, organizzando mostre ed eventi artistici.
Born in Rimini in 1975, she lives and works in Bologna. She has a degree in Modern Literature, Intermediality, Electronic Arts, Cinema, Art, Mass Communication and Cinematic Language and she is expert in the organization of cultural events and a scholar of moving images and theories of intermediality. She deals with visual languages in relation to site-specific contexts, organizing exhibitions and artistic events.
Victòria Campillo
Victòria Campillo
Vive e lavora a Barcellona, Spagna. Nata a Barcellona, Spagna, 1957. Ha esposto il suo lavoro: New York, Venezia, Miami, Basilea, Berlino, Parigi, Amsterdam, Bruselas, Viena, Torino, Francoforte, Gante, Istanbul, Madrid, San Sebastian, Tenerife, Valencia, Girona, Malaga, Santander, Santiago de Compostela e Barcellona. E’ rappresentata dalle gallerie: Ego Gallery, Barcellona (Spagna), Creativethrifshop, New York (USA) e Basia Embiricos, Parigi (Francia).
Lives and works in Barcelona, Spain. Born in Barcelona, Spain, 1957. She has exhibited her work: New York, Venezia, Miami, Basilea, Berlín, París, Amsterdam, Bruselas, Viena, Turín, Frankfurt, Gante, Istambul, Madrid, San Sebastian, Tenerife, Valencia, Girona, Málaga, Santander, Santiago de Compostela y Barcelona. Represented by galleries: Ego Gallery, Barcelona (Spain), Creativethrifshop, New York (USA) and Basia Embíricos, París (France).
Mariangela Capossela Nata nel 1970 durante la seconda ondata migratoria dei suoi genitori che in viaggio di nozze da Calitri (AV) sono andati in Germania poi a Milano, dove ha visto la luce, poi a Reggio Emilia dove è cresciuta. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Bologna dal 1991 al 1995 sotto la guida di Alberto Garutti. Ha esposto dal 1995 al 2000. E’ tornata all’arte dopo una lunga pausa, durante la quale tra le altre cose è diventata “maître de conférence” in Francia in letterature comparate. Vive a Lione dal 2004.
Mariangela Capossela Born in 1970 during the second migratory wave in which her parents, on honeymoon, moved from Calitri (province of Avellino) to Germany and then to Milan, where she was born, and then to Reggio Emilia where she grew up. She attended the Academy of Fine Arts of Bologna from 1991 to 1995 under the guidance of Alberto Garutti. She exhibited her work from 1995 to 2000. She returned to art after a long break, during which among other things she became ‘maître de conférence’ in France in comparative literature. She’s lived in Lyon since 2004.
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Alejandra Marcela Caro
Alejandra Marcela Caro
Nata a Salta, Argentina, nel 1981 nonostante la giovane età vanta già diversi riconoscimenti conseguiti tra il suo paese d’origine e la sua terra d’adozione, ossia la Sardegna. Si è diplomata in Disegno a Salta Capital nel 1999, ma già qualche anno prima aveva iniziato a fare incetta di premi riservati a nuovi talenti artistici. Dopo gli studi in Giurisprudenza all’Università di Tucuman, sempre in Argentina, ha scelto l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, per continuare la sua formazione artistica. Nel 2011 si è trasferita all’ Accademia Mario Sironi di Sassari.
Born in Salta, Argentina, in 1981 despite her young age she has already achieved several awards between her home country and her adopted land, Sardinia. She graduated in Design at Salta Capital in 1999, but a few years before she had begun to win awards reserved for new artistic talents. After studying law at the University of Tucuman in Argentina, she chose the Academy of Fine Arts of Brera in Milan to continue her artistic training. In 2011 she moved to the Academy of Fine Arts Mario Sironi in Sassari.
Neil Craver
Neil Craver
Nato nel 1980 in Nord Carolina. E’ stato rapidamente ipnotizzato dal processo di creazione fin da ragazzino. Iniziando come pittore astratto e scultore figurativo, la sua motivazione si è sviluppata da un interesse per gli effetti cromatici e psicofisici di questi stimoli che agiscono sui suoi cinque sensi conosciuti. La fotografia contiene tutti i valori intrinseci di tutte le altre arti, ma si differenzia per il fatto che è il fondamento dell’esistenza. Nulla può esistere senza il fotone, ogni aspetto è controllato dal suo utilizzo. Questa serie fotografica è un viaggio visivo di metamorfosi nelle acque inconsce della mente. La ricerca metafisica ultima nel sottofondo della coscienza.
Born in 1980 in North Carolina. Quickly became mesmerized by the creation process as a young boy. Beginning as an abstract painter and figurative sculptor, his motivation grew from an interest in chroma and psychophysical effects of these stimuli acting upon his five known senses. Photography holds all the intrinsic values of all the other arts but differs in the fact that it’s the foundation of existence. Nothing can exist without the photon; every aspect is controlled by its usage. This photographic series is a visual voyage of metamorphosis into the subconscious waters of the mind. The ultimate metaphysical quest into the undercurrent of consciousness.
Liviana Davì
Liviana Davì
Nata nel 1976 a Erba (CO), quando i suoi genitori si sono trasferiti dalla Sicilia alla Brianza, per poi ripartire di lì a poco verso la provincia modenese, dove è cresciuta. A ventisei anni è andata a vivere a Berlino, dove è rimasta sette anni a imparare il mestiere di filmmaker e la lingua
Born in 1976 in Erba (province of Como), when her parents moved from the depths of Sicily to Brianza, from which they were to leave shortly afterwards to move to the province of Modena where she grew up. At the age of 26 she went to live in Berlin, where she stayed for
tedesca. Risiede attualmente a Bologna dove ha conseguito un master in Comunicazione Storica, ha fondato l’Associazione Fufilm e l’Associazione Kinodromo per la produzione e diffusione di audiovisivi. Lavora per l’Istituto Alcide Cervi in provincia di Reggio Emilia. Armando Di Loreto Nato a Roma nel 68, lavora nel suo studio di Trastevere a Roma, ma la sua fotografia lo porta in viaggio molto spesso. Fotogiornalista per circa 15 anni collaborando con le agenzie di Parigi e New York entra a far parte nel 2004 dell’Agenzia Gamma, pubblicando e vincendo diversi premi internazionali e nazionali. Nel corso degli anni comunque progetta una sua ricerca personale attraverso la trasfigurazione della fotografia di Viaggio in rapporto con le emozioni e sensazioni che suscitano alcuni aspetti e luoghi lontano dalla realtà soggettiva, e da questo progetto nasce il gran lavoro dell’Est con cui vince anche ARTE2011 e pubblica diverse nozioni accompagnate da fotografie interpretativa. Oggi si dedica completamente a questo genere di fotografia lasciando il fotogiornalismo per una fotografia sempre sul limite di confine con realtà e interpretazione dove sta ottenendo diversi risultati importanti riuscendo a trasmettere atmosfere a volte difficili da percepire anche se si è sul luogo stesso. Elisabetta Falanga Nata a Taormina nel 1985, si è laureata nel 2009 in Scienze e Tecnologie per la Conservazione e Restauro del Patrimonio Culturale e Ambientale, e in Arti Visive in Naba, nel 2013. Vive a Parma e Milano. Le sue maggiori esposizioni collettive: Artra Milano, “Non sentirsi a casa” curatore Stefano Boccalini; Via Farini Docva, Milano, curatore Mar-
seven years, learning the trade of filmmaker as well as the German language. She currently lives in Bologna where she have completed a master’s degree in Historical Communication, and founded the associations Fufilm and Kinodromo for the production and spread of audiovisual materials. She also works for the Alcide Cervi Institute in the province of Reggio Emilia. Armando Di Loreto Born in Rome in 1968, he works in Trastevere in Rome, but his photography takes him to travel very often. Photojournalist for about 15 years working with agencies in Paris and New York, in 2004 he joins Gamma Agency, publishing and winning several national and international awards. Over the years, however, he designs a personal research through the transfiguration of Travel photography in relation to the emotions and feelings that some aspects and places far away from the subjective reality arouse, and this project was born from the great work of the East which also wins ARTE2011 and he publishes various concepts accompanied by photographs of interpretation. Today he dedicates himself to this genre of photography, letting photojournalism for a photograph always on the border line with reality and interpretation, achieving important results and managing to convey moods sometimes hard to perceive even though it is on the site. Elisabetta Falanga Born in Taormina in 1985, she graduated in 2009 in Science and Technology for the Conservation and Restoration of Cultural and Ambiental Heritage, and in Visual Arts in Naba, in 2013. She lives in Parma and Milan. Her main collective exhibitions are: Artra Milano, “Not feeling at
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cello Maloberti, Adrian Paci; Progetto di Art For Business, in collaborazione con Studio Azzurro e Book Republic; Arsenale di Venezia Finalista Premio Laguna; Upper LAP Visual Art; “Contemoprary Visions IV” Beers Contemporary, London; Finalista Premio Celeste 2013; Free Home University. Donato Faruolo Graphic designer e artista visivo, studia all’Accademia di Belle Arti di Palermo e all’Università Iuav di Venezia. Scrive una tesi dal titolo “Il programma della catastrofe. Fotografia, immagine e immaginario digitali” e perfeziona la formazione con un corso d’Alta Formazione in Design per i Beni Artistici e Culturali con Leonardo Sonnoli e Sensi Contemporanei, e con workshop e residenze nell’ambito delle arti e del design con Alfredo Pirri, Emilio Fantin, Anna Detheridge, Bianco e Valente, Marcello Maloberti, Ginette Caron, Miro Zagnoli, Stefano Zorzanello, Emilia Telese e altri. Come graphic designer, lavora rivolgendosi all’editoria, specie d’arte, e alla comunicazione per eventi culturali e di interesse sociale. Conduce progetti artistici e teorici sulle opportunità estetiche del digitale in fotografia: lavora sulla valenza delle immagini nella storia e nei sistemi d’informazione ai tempi di Internet, sullo scambio simbolico e sull’immagine come frontiera tra identità e spersonalizzazione. Ha collaborato con diverse riviste d’arte in qualità di redattore. Benedetto Ferraro Nato nel 1983 a Maratea (PZ). Frequenta gli studi all’Istituto Statale D’Arte di Cetraro (CS), diplomandosi in Maestro d’arte applicata, specializzato nell’arte della ceramica nell’anno 2003. Un approccio diretto subito dopo gli
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home” curator Stefano Boccalini; Via Farini Docva, Milan, curator Marcello Maloberti, Adrian Paci; Project Art For Business, in collaboration with Studio Azzurro and Book Republic; Arsenale of Venice Finalist Laguna Prize; Upper Visual Art LAP; “Contemoprary Visions IV” Beers Contemporary, London; Finalist at Celeste Prize 2013; Free Home University. Donato Faruolo Graphic designer and visual artist, studied at the Academy of Fine Arts at the University of Palermo and University of Venice. He wrote a thesis entitled “The program of the disaster. Photography, digital image and imagination” and he perfects his training with a course of Higher Education in Design for Artistic and Cultural Heritage with Leonardo Sonnoli and Sensi Contemporanei, and with workshops and residencies in the arts and design with Alfredo Pirri, Emilio Fantin, Anna Detheridge, Bianco e Valente, Marcello Maloberti, Ginette Caron, Miro Zagnoli, Stefano Zorzanello, Emilia Telese and others. As a graphic designer, he works with publishing, especially of art and communication for cultural and of social interest events. He leads art and theoric projects about the aesthetic opportunities of digital photography: he works on the valence of the images in the history and information systems at the time of Internet, the exchange and the image as symbolic border between identity and depersonalization. He has collaborated with several art magazines as editor. Benedetto Ferraro Born in 1983 in Maratea (PZ). He attended his studies at the State Institute of Art of Cetraro (CS), Diploma in Teacher of Art, specializing in the art of ceramics obtained
studi, fu l’esperienza lavorativa di un progetto a termine di un corso di ceramica presso il carcere circondariale di Paola (CS) come docente. Nel 2009 titolare di un piccolo laboratorio “Terrenotrie” a Tortota Marina (CS). Inizia cosi sperimentando e seguendo i suoi istinti a concretizzare la sua vera arte verso la ceramica. Nella sua ricerca una svolta decisiva arriva dalla scoperta del Gres, ad ogni nuova opera si formava un tassello del suo percorso artistico. Attualmente continua la sua attività alternando ceramica e fotografia in una continua ossessiva ricerca. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive come “Figurazione o Astrattismo”, “Chi dove quando l’Arte” Museo Praia a Mare, “Nonfermarti 24 ore a Cosenza”, GAI “Premio Lucania terra di confine” 2012/2013 Matera, 8° Rassegna Internazionale Albissola Città D’arte e Ceramica, “L’essenza”, Museo, Praia a Mare.
in 2003. A direct approach after his studies was the experience as teacher in a project born after a pottery class in the Prison of Paola (CS). In 2009 he was the holder of a laboratory “Terrenotrie” in Tortora Marina (CS). In his research, a turning point came with the discovery of stoneware; each new work formed a piece of his artistic career. He continues his work alternating ceramic and photography in an obsessive constant research. He has participated in numerous group exhibitions “Figurazione o Astrattismo”, “Chi dove quando l’Arte” Museun, Praia a Mare, “Nonfermarti 24 ore a Cosenza”, GAI “Premio Lucania terra di confine” 2012/2013 Matera, 8° International Exhibitions, Albissola City of Art and Ceramics, “L’essenza”, Museum, Praia a Mare.
Raffaele Fiorella
Born in Barletta in 1979. He attended the Academy of Fine Arts in Bari, where he studied “Sculpture” and he specializes in Visual Arts and Performing Arts Disciplines. In 2007 he attended a Master in Multimedia Content Design specializing “Video and Post Production” at the University of Florence. He has participated in many exhibitions and residencies both nationally and internationally. In 2013 is among the finalists of a Work for the Castle. In 2012 he participates in the III MOSCOW BIENNIAL Young Art, he won the Movin Up award, sponsored by Gai for a residency/exhibition at the Institute of Culture in Beijing and received third place at the Celeste Prize. In the same year he was invited to a residence in Lithuania for the festival of electronic art Insanitus. In 2011 he participated in the Wonder Art at the MLAC and invited to the 54th Venice Biennale Pad.Puglia. In 2010 he participates in Gemine Muse edition promoted by Gai Young Italian Artists Ass., in the collective Nine Artists for Naples Mil-
Nato a Barletta nel 1979. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bari indirizzo “Scultura” dove si specializza in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Nel 2007 frequenta un Master in Multimedia Content Design indirizzo “Video e Post Production” presso l’Università di Firenze. Diverse sono le partecipazioni a manifestazioni e residenze artistiche in ambito nazionale e internazionale. Nel 2013 è tra i finalisti del premio Un’Opera per il Castello. Nel 2012 partecipa alla III MOSCOW BIENNIAL Young Art, vince il premio Movin Up promosso dal Gai per una residenza/mostra presso l’Istituto di Cultura di Pechino e riceve il terzo posto al Premio Celeste. Nello stesso anno viene invitato in una residenza in Lituania per il festival di arte elettronica Insanitus. Nel 2011 partecipa alla mostra Wonder Art presso il Mlac e invitato alla 54th Biennale di Venezia Pad.Puglia. Nel 2010 partecipa all’edizione Ge-
Raffaele Fiorella
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mine Muse promossa dal Gai Ass. Giovani Artisti Italiani, alla collettiva Nove Artisti per Napoli Milionaria e viene invitato a partecipare alla mostra Sud Generation presso la Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare. I suoi lavori sono presenti in diverse collezioni private e pubbliche.
lionaire and he is invited to participate in the exhibition South Generation at Pino Pascali Museum Foundation in Polignano a Mare. His works are in several private and public collections.
Fabio Fornasari
Born in Bologna in 1964. He is a Professor of Stage Design and Interior Design in the Course of Drawing at NABA, Nuova Accademia di Belle Arti. He was Adjunct Professor of History of Design and Design and Creativity at the University of Urbino Carlo Bo and Lecturer Adjunct Professor of Use and techniques of photographic language at Academy of Fine Arts in Bologna. He develops projects with the Institute for Research on Population and Social Policies - IRPPS-CNR in Rome. Among the major museum projects:Terme di Caracalla museum room for sculptural finds recovered during the excavations; Laboratorio Museo diffuso Patti, Ex Convento di San Francesco and Palazzo Galvagno, Patti, Messina; Museo del Novecento, ARENGARIO, Piazza Duomo, Milan; Museo dell’Ottocento, GAM, Via Palestro, Milan. Among the Installations and outfittings: Augusto, at Quirinale Stables, Rome; Installation of tactile photography at Cavazza Institute for the Blind, Bologna. His main exhibitions are Sharjah Arabian Shows at Palazzo Té, Mantova; 25 years of PIXAR Animation, PAC, Milan; Off! Art and urban space by Alessandra Pioselli, Silvia Bignami, Museo del 900, Milan; Invisible Collections with Maurizio Giuffredi, MAMBO, Bologna; Rinascimento Virtuale, Museum of Etnoanthropology “Mantegazza”, Florence, curated by Mario Gerosa.
Nato a Bologna nel 1964. È docente di Scenografia e di Interior Design nel Corso di Disegno presso la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti ed è stato Docente professore a contratto di Storia del Design e Design e Creatività all’Università di Urbino Carlo BO e Docente professore a contratto di Usi e tecniche del linguaggio fotografico presso Accademia di Belle Arti di Bologna ed ha elabora progetti con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS-CNR di Roma. Tra i maggiori progetti museali: Terme di Caracalla Sala museale per i reperti scultorei recuperati negli scavi, Laboratorio Museo diffuso Patti (Messina), Ex Convento di San Francesco e Palazzo Galvagno; Museo del Novecento ARENGARIO, Milano, Museo dell’Ottocento GAM Via Palestro, Milano. Tra le Installazioni e gli allestimenti come AUGUSTO presso le Scuderie del Quirinale di Roma, Fotografia tattili presso l’Istituto dei Ciechi Cavazza di Bologna. Vanta numerose esposizioni tra cui Sharja Mostra araba, Palazzo Té Mantova; PIXAR 25 anni di animazione PAC Milano, Fuori! Arte e spazio urbano a cura di Alessandra Pioselli, Silvia Bignami Museo del 900 Milano; Collezioni invisibili con Maurizio Giuffredi, MAMBO, Bologna; Rinascimento Virtuale. Museo di Etnoantropologia “Mantegazza” Firenze a cura di Mario Gerosa.
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Fabio Fornasari
Donato Fusco
Donato Fusco
Nato nel 1971, vive a Tursi (Matera). Si avvicina all’arte da bambino tra i cavalletti, le tele e i pennelli del cugino e del maestro elementare, che risvegliano in lui il fascino e il mistero delle arti figurative. Nel 1977 la morte prematura del fratello Giovanni lascia in lui solitudine e angoscia, che continueranno a emergere nelle sue scelte di rappresentazione insieme alla memoria, alla terra, al suo “io”. All’età di otto anni iniziano le prime istantanee con la sua Polaroid 1000 che scopre essere amplificatrice della sua sensibilità iconologica. Donato ha una formazione economico-giuridica che lo allontanerà dalle arti visive cui poi ritornerà indirettamente occupandosi per un breve periodo di comunicazione visiva in progetti di raccolta fondi per organizzazioni umanitarie. Abbandonato alla sua solitudine, intraprende, nel 2009, una ricerca del suo “io” attraverso i paesaggi remoti della sua Basilicata. Una persona inquieta, con un fuoco interiore nascosto dai silenzi, un’anima che trova nelle proprie radici uno strumento per fuggire gli stereotipi, ricongiungendosi, in questo modo, all’essenza primordiale. Segna così un cambiamento nella sua fotografia, un rifuggire da immagini nette e artificiose, lasciando trapelare un abbandono all “es” fotografico in un incontro con la vera essenza concettuale dell’iconologia fotografica.
Born in 1971 in Tursi (Matera), where he lives. As a child he apporaches to art among the easels, canvases and paitbrushes of his cousin and of his primary school teacher. Their works awake in him the charm and the mystery of figurative arts. In 1977, the premature death of his beloved brother John caused him solitude and anguish. These feelings continue to emerge in his works together with his main themes: memory, the land, and the “self”. At the age of eight he took his first snapshots with his Polaroid 1000. This turned out to be the mean to amplify his iconological sensitivity. He studied law and economics at university, which departed him from his passion for arts, even if he was very close to this world thanks to a fund raising project for an humanitarian organization. In 2009 he started a search of his “self” through the remote landscape of Basilicata. A restless and lonely spirit, Donato keeps a hidden fire in his deep silences, and he finds in his roots the only way to escape from stereotypes to join the primeval essence. His inner condition marks a change in his photography, which is away from sharp and artful images but close to photographic “es”, joing the real essence of photographic iconology.
Naville Gabie
Born in Johannesburg, South Africa. With an MA from the Royal College of Art, London, Neville Gabie has established a national and international reputation for his work. Previous projects include; Posts published Penguin Books 1999, exhibited in Japan Korea, Germany, Portugal Macedonia, South Africa and the UK. MOMART Artist in Residence at Tate Liverpool 2000 Vitamincreativespace Artist in residence, Guangzhou, China [Arts Council /Brit-
Nato a Johannesburg, Sud Africa. Con un Master al Royal College of Art, Londra, Neville Gabie ha ottenuto una reputazione nazionale e internazionale per il suo lavoro. Tra i suoi Progetti POSTS pubblicato Penguin Books 1999, esposto in Giappone Corea, Germania, Portogallo Macedonia, Sud Africa e Regno Unito. MOMART Artist in Resi-
Naville Gabie
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dence presso Tate Liverpool 2000 Vitamincreativespace Artist in residence, Guangzhou, Cina, Arts Council/British Council; IASKA Artist in residence - Western Australia [programma internazionale]; British Antarctic Survey Artist in residence Halley Research Station, Antarctica 2008/09 Up in the Air Liverpool 1999-2005 sviluppo del progetto/ Co-curatore e artista BS1 progetto triennale, Bristol 2006-09 Olympic Delivery Authority Artist in residence sul Parco Olimpico durante la costruzione 20102011. The Greatest Distance, Danielle Arnaud Gallery, Londra, Personale 2013. Attualmente sta lavorando su un progetto di ricerca per la Leverhume Trust con il Cabot Institute, della Bristol University e su un progetto nelle West Highlands, in Scozia con IOTA. Il suo lavoro è presente nelle collezioni della Tate Gallery e all’ Arts Council Collection. Claudia Gambadoro Si specializza in Arti visive e discipline dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Catania, nel 2011 prende un Master di II livello in Animazione Digitale: tra arte e industria all’ABA di Palermo. Partecipa a diversi seminari, workshop e residenze d’artista per l’Arte contemporanea e la Videoarte; ha occasione di lavorare con Dimitris Kozaris, Tessa M. Den Uil, Henri Olivier, Artur Zmiewskij, Emilio Fantin, Marinella Senatore. Ha esposto nel 2000 alla Kunsthaus Tacheles di Berlino (vincitrice concorso Movin’Up), nel 2005 al Palazzo Le Papesse di Siena, nel 2006 al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (menzione speciale della giuria per Videominuto, festival internazionale di video), nel 2007 al MART di Trento e Rovereto ed alla Galleria Montevergini di Siracusa, al Museo Nazionale Lapidarium di Praga per il Tina b. Contemporary Art festival 2007 e 2008, Arte Fiera Bologna 2008 e
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ish Council] 2004 IASKA Artist in residence – Western Australia [International programme] 2006 British Antarctic Survey – Artist in residence Halley Research Station, Antarctica 2008/09 Up in the Air Liverpool 19992005 Project development / Co-curator and artist BS1 three year project, Bristol 2006 – 09 Olympic Delivery Authority Artist in residence on the Olympic Park during construction 2010-2011. The Greatest Distance Danielle Arnaud Gallery, London, Solo Exhibition 2013. He is currently working on a Leverhume Trust research project with the Cabot Institute, Bristol University and a project in the West Highlands, Scotland with IOTA. His work is included in the Tate Gallery and Arts Council Collections. Claudia Gambadoro Specialized in visual arts and performing arts at the Academy of Fine Arts in Catania, in 2011, took a Master’s Degree in Digital Animation: between art and industry at ABA in Palermo. She took part in various seminars, workshops and artist residencies for Contemporary Art and Video Art; she had the opportunity to work with Dimitris Kozaris, Tessa M. Den Uil, Henri Olivier, Artur Zmiewskij, Emilio Fantin, Marinella Senatore. Main exhibition: Kunsthaus Tacheles in Berlin (competition winner Movin’Up, 2000), Palace Le Papesse in Siena (2005), Centre for Contemporary Art Luigi Pecci in Prato (special jury mention for Videominuto, an international festival of video, 2006), MART of Trento and Rovereto and the Galleria Montevergini in Syracuse (2007), National Museum of Lapidary Prague for Tina b. Contemporary Art Festival 2007 and 2008, Arte Fiera Bologna 2008 and Kunstart Bolzano with the Vernon Gallery of Prague, at Art Paris+Guests with the Fondation Francés in Paris in 2010. She is the winner of the European “Latin Union Prize for Young Creation”
Kunstart Bolzano con la Galleria Vernon di Praga, ad Art Paris + Guest con la Fondation Francés di Parigi nel 2010. E’ la Vincitrice europea del “Premio Unione Latina per la Giovane Creazione” con una residenza artistica di quattro mesi ed una mostra personale al MAC, Museo di Arte Contemporanea di Santiago de Cile nel 2009. E’ finalista alla Fondazione Brodbeck di Catania per il Premio Celeste 2010 nella sezione Installazione, scultura & performance. Nel 2011 espone alla BT’F Gallery di Bologna per Arte Fiera Off, al Castello di Rivara di Torino ed al Centro d’Arte Piana dei Colli di Palermo, è presente alla 54° Biennale di Venezia nel Padiglione Accademie (Arsenale, Tese di San Cristoforo), con la videoinstallazione Tránsitos. Andi Hila Nato nel 1970 in Albania. Dal 2003 ad oggi ha partecipato a numerose esposizioni collettive come Does Santa Claus exist? - Zeta Galeri, TiranaYicca 2012 - Young International Contest Of Contemporary Art - The Chemistry Gallery, Prague, Genovarte 2011 - GenovArte, Genova, Nentori 14 - National Gallery of Arts - Tirana, Tirana, Onufri 2010 - National Gallery of Arts - Tirana, Tirana, VII Biennale di Firenze, Firenze, Anew Visual Evocation - Galeria e Arteve Shkoder, Shkoder, Balkan Dulcinium Art - Galeria 28, Timisoara, Onufri 2003 - National Gallery of Arts - Tirana, Tirana. Ellen Kaplowitz Negli ultimi 20 anni, la Kaplowitz ha scattato foto in tutto il mondo, con una particolare concentrazione su Asia e Africa. Viaggiando fuori dai sentieri battuti, se villaggi remoti o vicoli urbani, coglie momenti unici in una regione in rapida evoluzione, sempre con un occhio per il colore, la forma e
with a residence of four months and a solo exhibition at the MAC, Museum of Contemporary Art in Santiago de Chile in 2009 and ‘finalist at the Fondazione Brodbeck in Catania for the Premio Celeste 2010 in Installation Sculpture & Performance section. In 2011 she exhibited at the Gallery of Bologna BT’F for Art Fair Off at the Castello di Rivara in Turin, at the Centre d’Art Piana dei Colli in Palermo, and at the 54th Venice Biennale, Pavilion Academies (Arsenale, Tese di San Cristoforo), with the video installation Tránsitos. Andi Hila Born in 1970 in Albania. Since 2003 he has participated in numerous group exhibitions such as Does Santa Claus exist? - Zeta Galeri, TiranaYicca 2012 - Young International Contest of Contemporary Art - The Chemistry Gallery, Prague, Genovarte, 2011 - GenovArte, Genoa, Nentori 14 - National Gallery of Arts - Tirana, Tirana, Onufri 2010 - National Gallery of Arts - Tirana, Tirana, 7th Florence Biennale, Florence, Anew Visual Evocation - and Galeria Arteve Shkoder, Shkoder, Balkan Dulcinium Art - Galeria 28, Timisoara, Onufri, 2003 - National Gallery of Arts - Tirana, Tirana. Ellen Kaplowitz For the past twenty years, Kaplowitz has photographed around the world, with a particular concentration on Asia and Africa. Journeying off the beaten track, whether to remote villages or urban backstreets, she captures unique moments in a fast-changing region, always with an eye for color, form, and the kaleidoscope of human expressions. Included in her body of work are images from Ghana, Libya, Ethiopia, Bhutan, Cambodia, India, China,
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il caleidoscopio delle espressioni umane. Nel corpo del suo lavoro sono incluse immagini provenienti da Ghana, Libia, Etiopia, Bhutan, Cambogia, India, Cina, Laos, Filippine, Vietnam e il Monte Everest. Le fotografie della Kaplowitz sono state esposte in numerosi musei negli Stati Uniti, tra cui il Field Museum, il Museo di Newark, il Museo Americano di Storia Naturale, il Museo Asia-Pacifico, l’ Asia Society, il Museo di Arte Africana, il Peabody Essex Museum, il Carnegie Museum of Natural History, il New York Historical Society, il Los Angeles County Museum of Art e le gallerie Tyler Rollins, New York e Carl Schlosberg’s Fine Arts, Los Angeles. Le sue fotografie sono state pubblicate su riviste come Time e Natural History, così come il suo libro “A World of Decent Dreams: Vietnam Images”. Membro dell’ Explorers Club. Attualmente sta lavorando a un libro del Tibet orientale. Life Art Studio Life Art Studio è frutto della collaborazione tra Giusy Tolve e Roberto Lacava, professionisti nel campo dell’insegnamento e dell’informatica, che hanno fatto della loro passione per l’arte e in particolare per la fotografia, una nuova straordinaria avventura. L’esperienza maturata grazie alla realizzazione di altri progetti condivisi come “Un giro in Basilicata”, “Basilicata Mistero” e la pubblicazione di un saggio illustrato dal titolo “Guida ai luoghi misteriosi della Basilicata. Leggende lucane e Storie di fantasmi”, ha portato alla nascita di questo piccolo laboratorio artistico nel quale i due autori si ritrovano ogni sera per immaginare, ideare, costruire sempre nuovi lavori, prodotti di genio e creatività. Roberto Lacava Informatico da quando ne ha memoria, viaggiatore ap252
Laos, Philippines, Vietnam and Mt. Everest. Kaplowitz’s photographs have been seen in numerous museums across the United States, including the Field Museum, the Newark Museum, the American Museum of Natural History, the Pacific Asia Museum, the Asia Society, the Museum for African Art, the Peabody Essex Museum, the Carnegie Museum of Natural History, the New-York Historical Society, the Los Angeles County Museum of Art, and galleries, Tyler Rollins, New York and Carl Schlosberg’s Fine Arts, Los Angeles. Her photographs have been published in magazines such as Time and Natural History, as well as her book A World of Decent Dreams: Vietnam Images. She is a member of the Explorers Club. Currently, she is working on a book of Eastern Tibet. Life Art Studio Life Art Studio results from the collaboration between Giusy Tolve and Roberto Lacava, professionals in education and science, who have turned their passion for art and in particular photography, into an exciting new adventure. The experience gained through the implementation of other joint projects such as “Un giro in Basilicata”, “Basilicata Mistero” and the publication of an illustrated essay titled “Guida ai luoghi misteriosi della Basilicata. Leggende lucane e Storie di fantasmi” led to the birth of this small art studio in which every evening the two authors gather to imagine, invent, build more new jobs, products of genius and creativity. Roberto Lacava Computer technician since he has no memory, avid traveler, photographer of details, he works as a freelance for magazines and websites. In 2009, he is the author of
passionato, fotografo del dettaglio, collabora come freelance per riviste e siti internet. Nel 2009 è autore del progetto “Un giro in Basilicata”: un avventuroso viaggio di 80 mila chilometri volto alla scoperta della meraviglie della propria terra. Il risultato è un diario di viaggio composto da più di 150 mila scatti che raccontano una Basilicata assolutamente straordinaria e del tutto inedita.
the project “Un giro in Basilicata”: an adventurous journey of 80,000 kilometers aimed to discover the wonders of their land. The result is a travelogue composed of more than 150,000 shots that tell a Basilicata absolutely extraordinary and entirely unprecedented.
Giusy Tolve
Teacher - despite the difficulties of the profession - designer by passion, writer by vocation, and for some time enthusiastic photographer, made her debut in 2010 with the publication of the novel “Mal di luna - The daughter of the werewolf white”. Since 2012 collaborates with magazines and websites publishing articles devoted to the world of fantasy. In 2013, in collaboration with Roberto Lacava published the essay “Guida ai luoghi misteriosi della Basilicata. Leggende lucane e Storie di fantasmi” giving life to the project “Basilicata Mistero”.
Insegnante nonostante le difficoltà del mestiere, disegnatrice per passione, scrittrice per vocazione e da qualche tempo fotografa entusiasta, nel 2010 esordisce con la pubblicazione del romanzo “Mal di luna La figlia del licantropo bianco”. Dal 2012 collabora con riviste e siti internet pubblicando articoli dedicati al mondo del fantastico. Nel 2013 pubblica in collaborazione con Roberto Lacava il saggio “Guida ai luoghi misteriosi della Basilicata. Leggende lucane e Storie di fantasmi” dando vita al progetto in fieri “Basilicata Mistero”. Michele Lombardo Nato nel 1960 a Caltanissetta dove vive e lavora, ha iniziato ad esporre alla fine degli anni novanta. Negli anni successivi lavora con la scultura (terracotta) e il disegno a grafite su tavola e su carta. Condurrrà la sua ricerca sul tema dello sradicamento e sui luoghi della memoria con la mostra “Oikos logos” del 2001 sintesi della poetica di quegli anni. Il suo territorio la base del suo lavoro unitamente relazioni con altri artisti e associazioni che lavorano sui luoghi periferici della città. Sarà determinante “untitled” del 2004, lavoro installato dentro un vagone merci della stazione ferroviaria di Caltanissetta, città simbolo dei centri di “accoglienza”, divenuta successivamente luo-
Giusy Tolve
Michele Lombardo Born in 1960 in Caltanissetta. where he lives and works, he began exhibiting in the late Nineties. In the following years he works with sculpture (clay) and graphite drawing on wood and paper. In 2001 he will lead his research on the theme of displacement and the places of memory with the exhibition “Oikos logos”, a summary of the poetry of those years. Its territory is the basis of his work together with relationships with other artists and groups that work on peripheral areas of the city. Decisive is the work “untitled” (2004), installed in a wagon of the train station of Caltanissetta, the symbol of “welcome” centers, which later became the site of contestation of international politics on the subject of first aid to the peoples of migrants and political refugees. Recently his site-specific
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go di contestazione della politica internazionale sul tema del primo aiuto ai popoli migranti e dei rifugiati politici. Di recente viene selezionato al premio Basi del 2012 per l’opera site specific “shift of water”, e nel 2103 al Premio Celeste nella sezione fotografia ed arti digitali con l’opera “Magnetic ( Kintsugi)”.
work “shift of water” has been selected by Basi award in 2012 and in 2103 his work “Magnetic (Kintsugi)” has been selected by Celeste Prize in the photography and digital arts section.
Veturia Manni
Born in 1953 in Sezze Romano (Latina, Italy) she took a degree in Art, Music and Entertainment at DAMS and graduated at the Faculty of Humanities at the University of Bologna with a thesis in Sociology and Mass Communications. She attended the School of Architecture and a course in Film Editing. Influenced by the works of Warhol, Miro, Burri, Fontana and Schifano, for many years she has worked in different fields, always cultivating her passion for art and images.
Nata nel 1953 a Sezze Romano (Latina, Italy) si diploma al DAMS, in Arte Musica e Spettacolo e consegue la laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, con una tesi in Sociologia e Comunicazioni di Massa. Ha frequentato la Facoltà di Architettura ed un corso di Montaggio Cinematografico. Formatasi con Warhol, Mirò, Burri, Fontana, Schifano, per molti anni ha lavorato in ambiti diversi, coltivando sempre la sua passione per l’arte e le immagini Mataro da Vergato Mataro da Vergato nome d’arte che gli viene dal nonno paterno e dal paese dove è nato. È diplomato all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ha studiato fotografia con Nino Migliori. Dopo varie esperienze artistiche in Italia e all’estero come performer, nei primi anni ‘90 dopo un periodo di vita a New York, è avvenuto l’incontro fondamentale con il computer. Inizia così una personale ricerca di relazione tra la fotografia e il computer, mezzo appena apparso sulla scena mondiale all’uso comune. Nasce così il Periodo Grafico Digitale (‘92/’96) e poi quello di Pittura Digitale (dal’96 fino ad oggi): la fotografia (bianco e nero) come disegno e il computer come tavolozza. Un ritorno alla rappresentazione pittorica della realtà come nell’arte del passato ma attraverso un
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Veturia Manni
Mataro da Vergato Mataro da Vergato, stage name that comes from his paternal grandfather and the village where he was born. He graduated at the Art Institute and the Academy of Fine Arts in Bologna. After various artistic experiences in Italy and abroad as a performer, in the early ‘90s, and after a period of living in New York, the key meeting with the computer. Thus began a personal quest for the relationship between photography, already cultivated by years of study, and the computer, using just appeared on the world stage. One result is the Digital Painting Digital Chart Period (‘92/‘96) and then to (from ‘96 to date): photography (black and white) as a drawing and the computer as a palette. A return to the pictorial representation of reality as art of the past but through a very real technical and creative process. Part of the work of Mataro da Vergato, although riproducible, is purposely made of canvas and
processo tecnico e creativo assolutamente attuale e contemporaneo. Dal 2000 le sue opere sono state realizzate anche come affreschi digitali e stampe fotografiche. Mataro da Vergato oltre all’attività di Pittore Digitale svolge anche quella di Performer e Citaredo.
almost exclusively in one piece. Since 2000 new jobs are in the transparent resin or Plexiglas copies of a print run. Mataro is also a Performer and Musician Cithared.
Tomoya Matsuura
Born in Japan he is a photographer, composer and sound artist. He began composing for guitar at age 15; he subsequently composed music for commercials and film, as well as for performances at major festivals such as the Fuji Rock Festival, Metamorphose, and the Nagisa Music Festival. In 2013, as a photographer, he created artworks using only bubbles and string. While they were made with inorganic material, the works were praised for their mysterious atmosphere that overflowed with life and won the devotion of audiences from all over the world. In 2014, he created “Singularity”, a sound installation designed to be experienced by a single person, in a huge space that could accommodate an audience of 10,000, as well as artworks that used an SEM (Scanning Electron Microscope) to depict the intricacy and magnificent beauty of a microscopic world. He continues his pursuit of life, the wonders of nature, and truth in the depths of his heart. In the same year he wins NEW MASTERS 2013 NMA (Winner Expert Top 10) and All Photography Art LS&T (Special Recognition Award). Major exhibitions include: 2014 “Maximall Gallery”at website, Maximall Gallery; “Parallax Art Exhibition” at Chelsea Town Hall, London, UK; 2013 “SWISS PHOTO - International Exhibition of Photography 2013” at Swiss Art Space,Switzerland “Story of creative” at Long Island City gallery, NY, US.
Nato in Giappone, è fotografo, compositore e sound artist. Ha iniziato a comporre per chitarra all’età di 15 anni; successivamente ha composto musiche per spot pubblicitari e film, oltre che per performance in importanti festival come il Fuji Rock Festival, Metamorphose, e la Nagisa Music Festival. Nel 2013, come fotografo, ha creato opere d’arte utilizzando solo bolle e fili. Create solo con materiale inorganico, i lavori sono stati elogiati per la loro atmosfera misteriosa che traboccante di vita ha conquistato l’ammirazione del pubblico di tutto il mondo. Nel 2014, ha creato “Singularity”, un’ installazione sonora progettata per essere vissuta da una sola persona, in uno spazio enorme che poteva ospitare un pubblico di 10.000 persone e opere d’arte in cui ha utilizzato un SEM (Scanning Electron Microscope) a rappresentare la complessità e la magnifica bellezza di un mondo microscopico. Tra i premi: nel 2014 il “Maximall Gallery”, del Maximall Gallery, spazio espositivo virtuale sul web; “Parallax Art Exhibition”, Chelsea Town Hall, Londra; nel 2013 “SWISS PHOTO International Exhibition of Photography 2013” alla Swiss Art Space, Svizzera; “Story of creative”, Long Island City gallery, New York, USA. Alessandra Montanari Nata a Bologna, dove vive e lavora, è laureata in Scienze Agrarie e diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di
Tomoya Matsuura
Alessandra Montanari Born in Bologna, where she lives and works, she has a 255
Bologna, ha frequentato il corso di “Botanical illustration” a Kew Garden (Londra). Nel 2000 e 2001 il suo lavoro artistico comincia con l’organizzazione, del progetto “Oltre il Giardino” a cura di Roberto Daolio per la regione Emilia-Romagna. Negli anni successivi partecipa (edizioni 2002-2003-2004) a “Accademia in Stazione” a cura di Roberto Daolio e M.Romano, “Keep’n touch - Progetto spazio aperto” della GAM Bologna a cura di Dede Auregli presso l’ Aeroporto “G.Marconi” di Bologna, “Ad’a Area d’azione” a cura di Roberto Daolio presso la Rocca Sforzesca di Imola. Ha lavorato a Bologna con Orfeo hotel contemporary art project ai progetti “Water Project”, “Art for Art’s Shake” edizioni 2006 e 2007, “Se queste mura potessero parlare” Castello di Lagopesole, Lagopesole – Potenza. Partecipa a Cuore di Pietra, progetto di Public Art nel comune di Pianoro a cura di Mili Romano come tutor e con una propria installazione permanente. Riceve il Premio «Accademia» al Murri Public Art, Concorso d’arte per spazi urbani 2007 Quinta Edizione e una Menzione al concorso “Il monumento mette radici” – IBC EmiliaRomagna. Il suo lavoro è incentrato sulla natura con particolare attenzione verso il mondo delle piante. E’ uno sguardo verso l’interno, verso la struttura delle forme viventi e dei meccanismi biochimci che ne regolano la vita. Andrea Nacciarriti Nato il 2 giugno 1976 a Ostra Vetere (AN, Itala). Vive a Senigallia. Ha partecipato a molte esposizioni personali e collettive, quali: “Sleepingtime” Galleria Franco Soffiantino, Torino. “Panopticon” Enrico Fornello Gallery, Prato (FI), a cura di Marinella Paderni. “Sculpture Park” Reagent’s Park, in occasion of Frieze Art Fair, London a cura di David Thorp. “4 WAYS To..” satellite event of the fourth edition of TICAB Internationa Contamporary Art Biennal,
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degree in Agricultural Science. Graduated from the Academy of Fine Arts in Bologna, she attended the “Botanical illustration” course in Kew Garden (London). Her artistic work begins in 2000 and 2001 with the organization of the project “Beyond the Garden” by Roberto Daolio for the region Emilia-Romagna. In the following years she participated to “Academy in Station” by Roberto Daolio and M.Romano (2002-2003-2004 editions), “Keep’n touch - Project open space” of the GAM Bologna curated by Dede Auregli at the Airport G. Marconi in Bologna, “Ad’a Area d’azione” by Roberto Daolio at the Sforza Castle in Imola. In Bologna with Orfeo hotel contemporary art project she participated in the “Water Project” and “Art for Art’s Shake” 2006 and 2007 editions at Palazzo Dondini, “Se queste mura potessero parlare” at the Castle of Lagopesole (Potenza). She partecipated as a tutor and with her own permanent installation in Cuore di Pietra, a project of Public Art in Pianoro curated by Mili Romano. She received the prize “Accademia” to the Murri Public Art, Art Competition for urban spaces Fifth Edition 2007 and an Honorable Mention in the contest “The monument takes root” - IBC Emilia-Romagna. Her work focuses on nature, with particular attention to the world of plants. It’s a look inwards, towards the structure of living forms and the biochemical mechanisms that regulate life. Andrea Nacciarriti Born on June 2, 1976 in Ostra Vetere (AN, Itala). He lives in Senigallia. He has participated in many solo and group exhibitions, such as “Sleepingtime” Galleria Franco Soffiantino, Turin. “Panopticon” Enrico Fornello Gallery, Prato (FI), curated by Marinella Paderni. “Sculpture Park” Reagent’s Park, in occasion of the Frieze Art Fair, London by David Thorp. “4 Ways To...” satellite event of the fourth
Zenit Gallery, Tirana. “Soft Cell” (Dinamiche nello Spazio in Italia) GC.AC Monfalcone, a cura di A. Bruciati. “AbraCadaBRA” Galleria Franco Soffiantino, presenta Andrea Nacciarriti alla Feria de ARCO 2008; “Confini-Boundaries” MAN – Museo d’Arte della provincia di Nuoro, a cura di C. Collu, S. Cincinelli, R. Pinto; “Estetica Della Resistenza” Corso Superiore di Arti Visive, Visiting professor A. Jaar, Como. A cura di R. Pinto e A. Daneri; “ad’a” (area d’azione) Rocca Sforzesca, Imola a cura di R. Daolio. Antonello Novellino Nato a Cava dei Tirreni (1981) vive a Madrid, è produttore e regista di film e cortometraggi indipendenti, si occupa anche di regia televisiva, riprese e montaggio di video per trasmissioni televisive internazionali e di spot e video istituzionali. Laureato in antropologia presso l’Università la Sapienza di Roma con tesi «Le relazioni tra cinema e cultura: la Spagna dal 1997 al 2007». Ha partecipato a workshop e corsi con registi e professionisti del settore cinema, tra i quali Kiarostami, Cecchi D’Amico, Escalle, Storaro, Ferrara, Age, Monicelli, Pontecorvo, Eco, Zuazua e altri. Il suo primo film da regista, Blue Lips, è in fase di post produzione e lavora al programma della tv Messicana Canal 10 Chiapanecos Por El Mundo. Riconoscimenti Ha ricevuto il Cavalierato Giovanile dalla Provincia di Salerno per i meriti nello spettacolo. I suoi corti e film sono stati proiettati in centinaia di concorsi in distinti Paesi (tra i quali USA, Cile, Perù, Australia, India, Cina). I suoi lavori come produttore e regista hanno ricevuto all’incirca trecento tra premi e riconoscimenti, alcuni ricevuti da celebrità come Francis Ford Coppola, Rutger Hauer, Asia Argento, Enrico Lo Verso, Alejandro Jodorowsky.
edition of TICAB Internationa Contamporary Art Biennal, Zenith Gallery, Tirana. “Soft Cell” (Space Dynamics in Italy) GC.AC Monfalcone, curated by A. Bruciati. “Abracadabra” Galleria Franco Soffiantino presents Andrea Nacciarriti to Feria de ARCO 2008; “Border-Boundaries” MAN - Art Museum of the province of Nuoro,curated by C. Collu, S. Cincinelli, R. Pinto; “Beauty Of The Resistance” Advanced Course in Visual Arts, Visiting Professor A. Jaar, Como. curated by R. Pinto and A. Daneri; “ad’a” (area d’azione) Sforza Castle, Imola curated by R. Daolio. Antonello Novellino Born in Cava dei Tirreni (1981) Antonello lives in Madrid, is producer and director of independent films and shorts, is also involved in television directing, shooting and editing video for International television broadcasts and commercials and institutional videos. He graduated in anthropology at the Sapienza University of Rome with a thesis «The relationship between cinema and culture: Spain 1997-2007.» He participated in workshops and courses with filmmakers and film industry professionals, such as Kiarostami, Cecchi D’Amico, Escalle, Storaro, Ferrara, Age, Monicelli, Pontecorvo, Eco, Zuazua and others. His first film as director, Blue Lips, is in post-production stage and he works on the program of the Mexican TV Canal 10 Chiapanecos Por El Mundo. Awards He received a «Knighthood of Youth» from the Province of Salerno (Italy) to the merits for audiovisual activity. His short films and movies were screened in hundreds of festivals in different countries (such as the USA, Chile, Peru, Australia, India, China). His works as producer and director have received about threehundred awards and acknowledgments, some of them received by celebrities such as Francis Ford Coppola, Rutger Hauer, Asia Argento, Enrico
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Leonardo Onetti Muda
Lo Verso, Alejandro Jodorowsky.
Nato nel 1966. Fotografo professionista dal 1994, vive attualmente tra Vicenza e Milano. Ha realizzato servizi editoriali per varie testate del gruppo Rcs e Mondadori. In collaborazione con agenzie pubblicitarie e in proprio nel ruolo di art director, interviene per ridefinire l’immagine di aziende per cataloghi, pubblicità, web. Come autore ha sviluppato una serie di progetti personali, alcuni conclusi altri in via di sviluppo. Tra i vari, “Trenta, ritratti di opere e artisti vicentini” è diventato libro. Negli ultimi lavori, più che rappresentare o documentare, si delinea il desiderio di comunicare l’attenzione al divenire, all’impermanente, all’ambiguità e mistero delle apparenze, la ricerca della similitudine nella diversità e dell’unicità dell’essere umano, aspetto questo sottolineato anche nella fruizione dell’opera nelle esposizioni pubbliche. Il paesaggio urbano colto nel suo trasformarsi attraverso cantieri stradali ripresi di notte, ai parchi giochi dipinti con luce a enfatizzare la loro straniante e surreale presenza, la temporanea e selvatica flora urbana, fiori non tagliati nel loro nascere e sfiorire. Ha collaborato e collabora inoltre con artisti alla realizzazione di progetti.
Leonardo Onetti Muda
Gloria Oyarzabal Lodge Nata a Londra nel 1971, Co-fondatrice e programmatore del cinema indipendente “La Enana Marrón” di Madrid (1999-2009), dedicata alla diffusione del cinema d’autore, sperimentale e alternativo. Dal 1996 lavora nel mondo del cinema curando la direzione artistica e la fotografia di cortometraggi e documentari sperimentali. Laureata in Conservazione e Restauro dell’Arte (1993) especializzata in Arte presso l’Università Complutense di Madrid (1998). Docente di Analisi delle forme architettoniche a IADE
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Born in 1966. Professional photographer since 1994, currently lives between Vicenza and Milan. He realized editorial services for various publications of the group Mondadori and RCS. In collaboration with advertising agencies and on their own, in the role of art director he intervenes to redefine the image of companies for catalogs, advertising, web. As the author he has developed a series of personal projects some concluded, some others curently underway. Among these the project “Thirty, portraits of artists and works of Vicenza” has become a book. In recent works, rather than representing or document, he expresses the desire to communicate attention to the becoming, the impermanent, the ambiguity and mystery of appearances, the research for similarity in the diversity and uniqueness of the human, aspect also emphasized in the fruition of the work in public exhibitions. The urban landscape captured in its turn through roadworks taken at night, to playgrounds painted with light to emphasize their alienating and surreal presence, temporary urban and wild flora, flowers uncut in their birth and fade. He has also collaborated with artists in the realization of projects. Gloria Oyarzabal Lodge Born in London, UK in 1971. Co-founder and programmer at the independent cinema “La Enana Marrón” in Madrid (1999-2009), dedicated to the diffusion of author, experimental and alternative cinema. Since 1996 working in the cinema world taking care of artistic direction and photography of experimental short films & documentaries.
(2001-2010). Ha vissuto a Bamako, Mali (2009-2012). Fernand Percival Direttore artistico e fotografo professionista. E’ stato vicepresidente del Gens díImages, membro di giuria del premio NiÈpce, direttore del premio Nadar, e primo direttore artistico del Mai de la Photo di Reims. Ha spesso animato i laboratori della Casa Europea della Fotografia sul tema dell’immagine e della Lettera considerate in diversi ambiti. Inizialmente fotoreporter, ora ha orientato la sua ricerca verso studi plastici e multi-mediali. Inoltre, da quasi dieci anni, è un esperto consulente di immagine, colore, tipografia e graphic design. Sergio Racanati Nato a Bisceglie, Italia, nel 1982. Attualmente vive e lavora tra Milano e Miami. Dopo la laurea (2004) in Design allo I.E.D. di Milano (Italia), con una tesi in cui ha ibridato la ricerca in antropologia, etnografia e rituali contemporanei, ha continuato la sua ricerca sul versante del recupero antropologico-politico attraverso video, fotografie, installazioni e conferenze. E ‘stato selezionato e inviato a parteciapare a diverse residenze artistiche, tra cui: Harvard University (Massacciusset, USA), programma speciale Gsd_NONHUMAN: design, Gruppo artistico presso la Harvard Graduate School; “Performance Space” (Londra) dove ha continuato e indagare le dinamiche dello spazio pubblico; Master Class di default, (Lecce Italia) dove tra i curatori c’era A.Cramerotti, A.Lissoni, L.Biggs, J.Draganovic. Tra le mostre collettive: “Multinatural Storie”, mostra d’arte contemporanea presso il Museo di Harvard Natural Histor; Mediterranea 16_Young artisti Biennale d’Arte Contemporanea; la 7 ° Biennale di Berlino con
Graduated on Conservation & Restoration of Art (1993). Bachelor on Fine Arts at Complutense University at Madrid (1998). Teacher of Analysis of Architectural Forms at IADE(2001-2010). Lived in Bamako, Mali (2009-2012). Fernand Percival Artistic director and professional photographer, he was vice president of the Gens d’Images, a member of the jury of the prize NiÈpce, director of the Nadar prize, and the first artistic director of Mai de la Photo of Reims. He often held the workshops of the European House of Photography on the subject of the image and the Letter considered in various fields. Originally a photojournalist, now he is focusing on plastic researches and multi-media. In addition, for almost ten years, he has been an expert consultant in image, color, typography and graphic design. Sergio Racanati Born in Bisceglie,Italy, in 1982. Currently he lives and works between Milan and Miami. After graduated (2004) in designer at I.E.D. in Milan (Italy), with a thesis in which he hybridized research in anthropology, ethnography and contemporary rituals, he continued his research on the ridge anthropological-political restoring through videos, photographs, installations and lectures. He was selected and sent to parteciapare several artistic residencies, including recent residences: Harvard Univercity (Massacciusset, U.S.A.), special programme Gsd_Nonhuman: design, art Group at Harvard Graduate School; “Performance Sapce”(London) where he continued and investigate the dynamics of public space; Master Class Default, (Lecce Italy) where among the visiting curators there was
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il programma “Pre-Occupato”. Nel luglio del 2013, riceve il premio (sezione performance art), alla Biennale di New York diretto da Pietro Franesi e il premio Muvin’ Up dal G.A.I e dal Ministro italiano dei Beni Culturali e del Turismo. Grazie al contributo ricevuto dal Premio Muvin’up ha realizzato il progetto “Between Memory and History in Realms of Memory” durante i due mesi di residenza per artisti a Edge Zone di Miami (Florida, USA) , curato e diretto da Charo Oquet. Marco Rossetti Nato a Capua nel 1987. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel laboratorio di Ninì Sgambati, fonda nel 2010 l’agenzia d’arte Username, impegnata nell’ambito dell’arte pubblica e di massa, di cui assume il ruolo di amministratore. L’indagine artistica che egli conduce si rivolge allo studio e alla rappresentazione dei processi di simbolizzazione delle forme in contesti di culto. L’interesse antropologico costituisce il momento inaugurale della sua opera che tuttavia è volta all’esibizione dell’elemento deducibile dalla simbologia religiosa e al criterio di classificazione che la memoria stabilisce per contrastare o assecondare i propri ricordi. Da sempre interessato alla ricerca di nuovi format artistici e alla multimedialità dei linguaggi espressivi, la sua produzione artistica è caratterizzata dalla poliedricità e duttilità nella scelta del medium espressivo. Le maggiori esposizioni: “Popstart” MARTE Cava de’ Tirreni, “Lucille” Festa del fuoco, Fornace Falcone, “Flat” Accademia di belle arti di Napoli, “Start rec” Museo Madre, “i paint “Officina dell’arte, “CYMK” Username, “Rivelazione equilibrista” II università degli studi di Napoli “Beni Culturali” S. Maria C.V., “Santa Napoli” Galleria del giardino (NA), La luna e le stelle” Accademia delle Belle arti di Napoli, “I paint” Accademia delle
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A.Cramerotti, A.Lissoni, L.Biggs, J.Draganovic. Among the group exhibitions include: “Multinatural Histories” a contemporary art exhibition at the Harvard Museum of Natural Histor; Mediterranea 16_Young artists Biennial of Contemporary Art; The 7th Berlin Biennale with “PreOccupied” program. In July 2013, he received the award (performance art section) at the New York biennial directed by Pietro Franesi and Muvin’ Up prize by G.A.I. and Italian minister of cultural heritage and tourism. Thanks to the contribution received by the Prize Muvin’up has realized the project “Between Memory and History in Realms of Memory” during the two-month artist residency at Edge Zones Miami (Florida, USA), edited and directed by Charo Oquet. Marco Rossetti Born in 1987 in Capua. He graduated from the Academy of Fine Arts in Naples in the laboratory of Nini Sgambati. In 2010 he founded, assuming the role of an administrator, the art agency Username, committed in the context of public art and art of the masses. The artistic investigation that he leads is aimed to the study and representation of the processes of symbolization of the forms in the context of worship. The anthropological interest is the inaugural moment of his work, that however, is directed to the exhibition of the desumibile element from the religious symbology and classification criterion that the memory states to counter or accommodate their memories. Always interested in looking for new formats of multimedia and artistic forms of expression, his art is characterized by versatility and flexibility in the choice of an expressive medium. Main Exibitions: “Popstart” MARTE Cava de’ Tirreni, “Lucille” Festa del fuoco, Fornace Falcone, “Flat” Accademia di belle arti di Napoli, “Start rec” Museo Madre,
Belle arti di Napoli. Danilo Torre Nato a Catania nel 1978. Nel 1999 inizia a lavorare nel settore audiovisivo come montatore con gli allora appena nati sistemi digitali. Nel 2003 si diploma in montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove attualmente insegna tecniche di montaggio. Affianca alla professione di montatore, che svolge costantemente, un lavoro di ricerca e sperimentazione nel cinema e nell’arte, muovendosi fra tecniche analogiche, foundfootage e MashUp. Il suo primo lavoro Vorort Librino è datato 1999. Dal 2007 svolge ricerche nell’ambito dell’arte contemporanea, attraverso una riflessione sul concetto di archivio, remix e cinema espanso, lavorando sulla materia e sulla composizione delle immagini, portando il cinema fuori dagli spazi cinematografici tradizionali. Nel 2010 ha partecipato ad Invideo con “Tre Addii”, nel 2011 grazie ad un premio delle scuole civiche di Milano ha realizzato il progetto Geniuslocifilm. Tra le principali mostre c’è: Lo sguardo espanso a cura di Bruno Di Marino, mostra storica sul cinema d’artista dal 1912 al 2012, nel 2013 è stato inserito nel videoartyearbook con il video da “Da Lingotto a Paradiso”. Con il video Bank Robbers mostrato in anteprima all’internet festival di Pisa, parteciperà al RemixMediaFestival di New York 2014. Attualmente vive tra Milano e Roma. Oskar Verant Istituto d´Arte di Urbino e Trento, Laurea in Storia dell´Arte a Innsbruck con tesi sulla rappresentazione fotografica di movimenti nel 19esimo secolo e le conseguenze artistiche nella pittura e scultura. Scuola pro-
“I paint” Officina dell’arte, “CYMK” Username, “Rivelazione equilibrista” II università degli studi di Napoli “Beni Culturali” S. Maria C.V., “Santa Napoli” Galleria del giardino (NA), “La luna e le stelle” Accademia delle Belle arti di Napoli, “I paint” Accademia delle Belle arti di Napoli. Danilo Torre Born in Catania, 1978. In 1999 he began working in the audiovisual sector as an editor with the newly born digital systems. In 2003 he graduated in video editing at Centro Sperimentale di Cinematografia in Rome, where he currently teaches editing techniques. The profession of editor, which he plays constantly, is flanked by a research and experimentation in film and art, moving between analog techniques, foundfootage and MashUp. His first job, Vorort Librino is dated 1999. Since 2007, he’s conducted research in contemporary art, through a reflection on the concept of the archive, remix and expanded cinema, working on the matter and composition of images, bringing the film out of the traditional cinematic space. In 2010 he participated in Invideo with “Tre Addii”; in 2011 thanks to an award of civic schools in Milan he implemented the project Geniuslocifilm. Among the major exhibitions there: Lo sguardo espanso by Bruno Di Marino, historical exhibition on art films from 1912 to 2012, in 2013 he been included in videoartyearbook with the video “Da Lingotto a Paradiso”. With video Bank Robbers shown in the preview to the internet festival of Pisa, he will participate in the RemixMediaFestival New York, 2014. He now lives in Milan and Rome. Oskar Verant Art Institute of Urbino and Trento. Degree in Art History in
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fessionale di fotografia in Austria, dal 1999 lavora come fotografo per agenzie nazionali ed internazionali, come professore di Tecnica di Fotografia presso un Liceo in Alto Adige e come Mediatore artistico presso diverse strutture museali, tra le quali anche il “Museion-museo di Arte contemporanea“ a Bolzano. Diverse mostre fotografiche dagli anni 90. L´ultima a Dicembre 2013 presso la Cassa di Risparmio dell´Alto Adige, curata da Sabine Gamper ed intitolata Mirabilia- viaggio fotografico attraverso 1000+1 oggetti museali con la partecipazione di 13 fotografi- artisti, tra cui Ulrich Egger, Karl Unterfrauner, Claudia Corrent, Elisabeth Hölzl,ed altri. Finalista nella sezione fotografia del Premio Celeste 2013. Juan Carlos Zaldívar Cubano, Zaldívar vive e lavora negli Stati Uniti. Ha conseguito sia la laurea che un Master in Belle Arti alla Tisch School of the Arts della New York University, dove ha anche insegnato. Ha iniziato la sua carriera cinematografica come sound editor e designer, il suo lavoro può essere ascoltato in film candidati all’Oscar come Ang Lee “Ragione e sentimento”; “On the ropes” e su America Undercover di HBO, per il quale ha ottenuto la nomination all’Emmy. I suoi film e lavori di video arte sono stati proiettati in molti festival in tutto il mondo e in onda su PBS, ABC, IFC, Showtime e WE. Egli è il destinatario di numerosi contributi e premi. I suoi riconoscimenti come regista includono “90 Miles” (PBS) “The Story of the Red Rose” (Showtime), “Palingenesis” e “Soldiers Pay” (IFC), co-diretto con David O. Russell (Three Kings, The Fighter) e Tricia Regan (Autism, il musical). E’ stato membro di giuria di molti tra i maggiori festival cinematografici tra cui il Festival Internazionale del Cinema di Sundance. E’ un ex alunno della Sundance Film Institute. Attualmente
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Innsbruck with a thesis on the photographic representation of movements in the 19th century and the art consequences in painting and sculpture. Professional school of photography in Austria, since 1999 he has worked as a photographer for national and international agencies, as a professor of engineering at a High School of Photography in South Tyrol and as a mediator at different art museums, including even the “Museion-museo di Arte contemporanea” in Bolzano. Several exhibitions since the 90’s, the last in December 2013 at the Savings Bank of South Tyrol, curated by Sabine Gamper and entitled Mirabilia-photographic journey through 1000+1 museum objects with the participation of 13 photographers – artists, including Ulrich Egger, Karl Unterfrauner, Claudia Corrent, Elisabeth Hölzl, and others. Finalist in the photography section of the Celeste Prize 2013. Juan Carlos Zaldívar Cuban-born, Zaldívar lives and works in the United States. He completed both his BFA and a Masters of Fine Arts at New York University’s Tisch School of the Arts, where he has also taught as an adjunct faculty. Zaldívar started his film career as a sound editor and designer, his work can be heard in Academy Nominated films such as Ang Lee’s “Sense and Sensibility”;“On the ropes” and on HBO’s America Undercover, for which he garnered an Emmy nomination. His film and video art works have screened at many festivals worldwide and broadcast on PBS, ABC, IFC, Showtime and WE. He is the recipient of numerous grants and awards. His directing credits include “90 Miles” (PBS), “The Story of the Red Rose” (Showtime), “Palingenesis” and “Soldiers Pay” (IFC), codirected with David O. Russell (Three Kings, The Fighter) and Tricia Regan (Autism, the musical). He has served
insegna presso l’ International University’s Art Institute di Miami. Il suo ultimo cortometraggio, Shift, è stato acquisito dal MOCA di North Miami dopo aver vinto sia il premio della Giuria che del Pubblico nel loro concorso di video arte annuale nel mese di settembre 2012 ed è attualmente in viaggio per festival e fiere d’arte, per “Shifting Nature”, una storia transmedia, ha prodotto audio, video e un opera scultorea attraverso la Bernice Steinbaum Gallery, The Light Project Miami e Sandra Montenegro contemporanea. Zaldivar sta sviluppando un nuovo cortometraggio subacqueo e scrivendo il suo primo lungometraggio di finzione.
as a Juror for several mayor film festivals including the Sundance International Film Festival. He is a Sundance Film Institute alumnus. He currently teaches at Miami International University’s Art Institute. Zaldívar latest short film, Shift, was acquired by MOCA in North Miami after it won both the Jury and the Audience Awards in their annual video art competition in September 2012. It is currently traveling to festivals and art fairs. For Shifting Nature, a transmedia story he has produced, sound video and sculptural work through the Bernice Steinbaum Gallery, The Miami Light Project and Sandra Montenegro Contemporary. Zaldivar is developing a new underwater short film and writing his first fiction feature film.
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