elisa scussolin | portfolio
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a.a. 2011-2012
Tra[s]bordi. Riallacciare i vuoti alla città. Gorizia, un progetto tra i bordi laboratorio di progettazione integrata | progettazione del paesaggio coordinatrice prof.ssa Alessandra Marin
Gorizia, città racchiusa tra due fronti, il fiume Isonzo ed il confine tra due stati. Il territorio compreso tra gli elementi che caratterizzano i suoi margini risulta saturo. All’interno della città vi è però la presenza di alcuni luoghi sottoutilizzati, dismessi, abbandonati; aree che l’analisi ha identificato come “isole dimenticate”, luoghi privi di funzione precisa, in attesa di una trasformazione che dia loro nuove destinazioni d’uso e nuovi scenari futuri. Luoghi che si caratterizzano come “vuoti di senso” all’interno del tessuto edilizio e viario tipico della città. Il masterplan prevede di riallacciare alla città queste aree ad elevato potenziale. La strategia progettuale si articola in due diversi modi d’agire; per alcune di queste “isole” è prevista una rifunzionalizzazione nel tentativo di restituire queste parti alla città ed ai sui abitanti, per altre il concept adottato è quello dell’abbandono, inteso come rinaturalizzazione quale strumento per riqualificare dei luoghi dei quali la natura si appropria. Il progetto si articola su aree puntuali della città, per ciascuna delle quali sono stati elaborati diversi possibili scenari di riqualificazione urbana a seconda delle criticità e potenzialità individuate per i singoli contesti. L’idea progettuale si articola in più step temporali. Si parte agendo sul bordo delle aree, cercando così di stimolare nuovi scenari ed ipotetiche nuove funzioni per questi luoghi. La scelta di operare in più fasi temporali è dettata anche da riflessioni sulla sotenibilità economica dell’intervento, si tenta di dare un input a ipotetitici finanziatori pubblici o privati cercando di riattivare in primis il perimetro di queste aree per poi andare a creare un effetto implosivo. Gli scenari proposti hanno l’obbiettivo di stimolare una nuova coscienza della natura e del suo rapporto con l’intorno urbano costruito.
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03 04
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02. valletta del Corno
03. via Santa Chiara
ex villa Ritter - ex centrale idroelettrica
area naturale - area sportiva
potenzialità rapporto con il paesaggio fluviale
potenzialità parco naturale
ex mercato all’ingrosso - biblioteca isontina università di Udine - scuola
criticità abbandono collegamenti con mezzi pubblici inesitenti viabilità di accesso dissestata
criticità uso improprio degli spazi degrado accessibilità limitata per la conformazione orografica
01. isola Ritter
potenzialità contesto posizione centrale vista privilegiata sul colle del castello criticità carenza di spazio pubblico
04. colle del Castello | galleria Bombi
05. Casa Rossa - Rafut
ex area di transito veicolare - parco del colle - castello musei
ex valichi - Castagnevizza - parco e villa del Rafut università di Nova Gorica - università di Trieste
potenzialità collegamento tra l’area di confine ed il centro città rapporto con la storia e vista sulla città
potenzialità contesto paesaggistico elementi di cerniera tra due Stati
criticità mancanza di identità spaziale e di chiarezza dei collegamenti
criticità mancato sfruttamento delle potenzialità degrado
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cosa succederebbe se...
le aree venissero rinaturalizzate
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le aree venissero rifunzionalizzate
le fasi di intervento
tipologie di spazi e attivitĂ
il materiale verde
P
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intervento sul bordo
scelta materiale verde
riattivazione area
verde rampicante
rimboschimento
verde amovibile
spazio ludico
spazio impermeabile
autogestione temporanea
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a.a. 2011-2012
Progetto di riqualificazione dell’asse ciclo-pedonale Rafut-Šempeter e dell’area di Casa Rossa a Gorizia laboratorio di progettazione integrata | progettazione del paesaggio coordinatrice prof.ssa Alessandra Marin | collaboratrice Arch. Claudia Marcon
Il progetto si occupa dell’approfondimento di una delle aree precedentemente individuate nel masterplan, quella compresa tra i valichi Rafut-Casa Rossa. Con l’abolizione delle frontiere al confine italo-sloveno i valichi sono diventati zone marginali per la città di Gorizia, dei vuoti che necessitano di essere riqualificati. L’idea progettuale prevede la rifunzionalizzazione degli edifici esistenti, la riorganizzazione degli spazi aperti a questi annessi e la riqualificazione della pista ciclopedonale che collega il valico del Rafut a Nord, a quello di Casa Rossa più a Sud, per poi proseguire fino al valico di Šempeter. Il tracciato ciclopedonale si trova attualmente in condizioni di degrado e scarsa sicurezza, si sviluppa infatti parallelamente alla ferrovia Transalpina; per tal motivo il progetto prevede l’allontanamento del percorso da questa, inserendo nella fascia intermedia piante e arbusti aromatici, che accompagnano i fruitori in un percorso multisensoriale, tra colori e profumi, immersi in un verde dinamico. I “landmark vegetali” inseriti ai lati della pista ciclopedonale rappresentano una segnaletica alternativa per il riconoscimento di cambi di direzione e di quota durante il percorso. Il valico di Casa Rossa presenta degli edifici in stato di abbandono che il progetto intende recuperare inserendovi all’interno spazi destinati ai servizi e alle attività della vicina sede universitaria. Viene riconfigurata la viabilità carrabile circostante l’area e studiata la rete di percorsi pedonali che attraversano l’ampio spazio aperto antistante questi volumi, trasformato in un parco caratterizzato da diverse tipologie di verde: una vegetazione più rustica e fitta ed una più costruita e controllata. Il progetto delle aree verdi, dei percorsi e delle superfici pavimentate si è concluso con un livello di dettaglio piuttosto elevato: rilievo delle essenze presenti, scelta delle essenze da piantumare ad integrazione ed in aggiunta a quelle esistenti, calcolo delle pendenze per le superfici pavimentate, soluzioni di raccordo tra i vari materiali e scelta del tipo di illuminazione.
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approfondimento Rafut - Casa Rossa stato di fatto prato orti incolto campi coltivati strada di campagna alberi e arbusti
rilievo dell’esistente edifici da riqualificare spazi esterni costruiti spazi esterni verdi alberi e arbusti
riassetto asse ciclopedonale stato di fatto
LN
Laurus nobilis
LA
Lavandula
GG
Glycyrrhiza glabra
MP
Mentha piperita
RO
Rosmarinus officinalis
progetto del verde proposte progettuali
sequenza essenze ornamentali
landmark Quercus rubra
0
25
50
75
100m
Pinus pinea
Laurus nobilis
Corylus avellana
Acer palmatum
Platanus hispanica munchh
Quercus ilex
Cipressum sempervirens
Platanus hispanica munchh
Tilia platyphylios
Pinus pinea
Cipressum sempervirens
caratterizzazione spazi aperti Quercus ilex
aree pavimentate
Quercus ilex
Tilia platyphylios
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strategie
bike-park
laboratori ateliers aule studio sale audiovisive servizio bar
mensa
programma funzionale
viabilitĂ carrabile
percorsi ciclo-pedonali
verde controllato 0
verde selvaggio 5 10 15 20m
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a.a. 2011-2012
Nuovi attrattori laboratorio di progettazione integrata | composizione architettonica V coordinatore prof. Gianfranco Guaragna
Il piazzale di Casa Rossa a Gorizia fa parte di una delle “isole dimenticate” individuate in precedenza dal masterplan. Si tratta di un’area che, cessata la propria funzione di luogo di sosta per automezzi in attesa di superare il valico, si presenta oggi come un’enorme distesa d‘asfalto inutilizzata e priva di qualità architettoniche e naturali. Il progetto di riqualificazione deve tener conto da un lato, che la città ha un’alta percentuale di edifici abbandonati e quindi non vi è la necessità di introdurre nuovi volumi, dall’ altro, l‘esigenza di proporre un intervento sostenibile economicamente. I “nuovi attrattori” sono elementi architettonici puntuali, generatori di funzioni e situazioni variabili nel tempo e nello spazio, capaci di attirare vari tipi di utenti, con diversi interessi, in varie fasce temporali. L’area rimane libera, svincolata dalla presenza di volumi architettonici fissi, ma viene divisa in due da un percorso verde attrezzato che unisce l’edificio esistente, denominato “Casa Rossa”, convertito in un’ “officina produttiva di cultura”, al colle dell’ex-Seminario, attualmente sede universitaria. In questo collegamento trovano sede una serie di padiglioni stabili, adibiti a ristorazione e servizi, dai quali si sviluppano dei tracciamenti a terra che ospitano gli attacchi su cui si collocano i padiglioni mobili, aggregabili con diverse configurazioni che generano una dinamicità spaziale e fruitiva. L’area mantiene la pavimentazione originaria, rigenerata nello strato più superficiale, evitando costi di smantellamento e ripristino ben più onerosi. Sulla superficie vengono inseriti dei tracciamenti che richiamano la segnaletica viaria orizzontale del precedente parcheggio e che hanno diverse funzioni come indicazioni per l’orientamento degli utenti, sede di elementi tecnologici o di illuminazione, verde. L’utilizzo di materiali industriali e di tipologie costruttive seriali tiene conto della fattibilità economica dell’intervento. Il progetto configura inoltre un’unità spaziale tra il colle e l’area in esame attraverso la chiusura dell’asse viario tra i due e tramite l’uso di essenze arboree che prolungano l’area boschiva esistente verso il piazzale.
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strategie
unione delle aree
invasione del verde dalla collina
collegamento verde ex-Seminario - Casa Rossa
suddivisione degli spazi
generazione della griglia
tracciamenti 0
I-I piazze
parcheggi
bordi
isole verdi
10
20
30
40m
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superfici e materiali cemento | impermeabile
asfalto | impermeabile
ghiaia stabilizzata | permeabile
superficie edificata
aree verdi | permeabile
asfalto
cemento graffiato
cemento lisciato
ghiaia stabilizzata
larice non trattato
prato ornamentale
prato stabile
banda luminosa
banda tecnologica
banda tracciata
II-II
III-III
1. rossofficina | spazi socio-culturali e deposito attrezzature 2. padiglione fieristico | atelier 3. padiglione info-point | servizi all’utente 4. padiglione fieristico | atelier 5. padiglione food & drink 6. padiglione servizi igienici 7. padiglione gestione area fieristica
0
5
10
15
20m
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padiglione mobile | esploso assonometrico di montaggio
scenari temporali | spaziali
elemento costruttivo quantitĂ 12 pezzi (bullonature escluse) tempo di montaggio 20 minuti
piazza e attrattori socio-culturali | occupazione 25%
a. pilastro 4x (fissaggio per bullonatura) 5 minuti
b. trave 2x (fissaggio per bullonatura) 3 minuti manifestazioni locali | occupazione 50%
c. traverso 2x (fissaggio per bullonatura) 3 minuti
d. telone verticale 2x (fissaggio per innesto) 5 minuti
e. controtelaio | supporto 1x (fissaggio ad incastro) 1 minuto
grandi eventi fieristici | occupazione 100%
f. telone orizzontale 1x (fissaggio per sovrapposizione) 3 minuti
configurazioni padiglioni mobili grandi eventi pubblici | occupazione 100%
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V-V
0
2
4
6
8
10m
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2013
Riabitare le ex-Concerie e la sponda sinistra del fiume Temo a Bosa. Una sperimentazione tipologica sulla casa bosana tesi di laurea magistrale in architettura relatore prof. Giovanni Marras
La tesi si occupa della riqualificazione e del completamento di un’area della città di Bosa, situata sulla sponda sinistra del fiume Temo, e di un nuovo collegamento ciclopedonale tra il centro storico e la marina che rivaluta il tracciato ferroviario dismesso e ne sfrutta i punti di vista privilegiati sul paesaggio fluviale circostante. Il progetto propone un nuovo quartiere residenziale-artigianale che reinterpreta in chiave moderna la matrice insediativa locale. La ricerca storico-compositiva della casa bosana, che studia la flessibilità spaziale e la sua aggregazione in lunghe schiere, porta ad una sperimentazione progettuale ai fini di un nuovo insediamento urbano caraterizzato da un mix funzionale di residenze pubbliche, private, ateliers ed attività artigianali. Il progetto si contrappone agli interventi edilizi residenziali che hanno preso il sopravvento nello sviluppo contemporaneo della città, rifiutando la loro standardizzazione ed il loro approccio universalistico che non tiene conto dell’identità storica del luogo. Il nuovo quartiere si pone in continuità con l’isolato storico delle ex-Concerie, caratterizzate dal medesimo principio tipologico ed insediativo, sulle quali si interviene con un progetto di riuso, inserendo al loro interno spazi dedicati alle attività culturali ed artigianali locali. La superficie del nuovo quartiere destinata a verde occupa più della metà dell’area complessiva dell’intervento: dalla fitta vegetazione ripariale, sulla fascia prospiciente la sponda fluviale, in parte esistente ed in parte ricostituita, si passa, man mano che ci si addentra al costruito, ad una vegetazione sempre più controllata fino ad arrivare alle aree gioco e agli spazi aperti pubblici e di pertinenza delle schiere residenziali. La mobilità interna, prevalentemente pedonale e ciclabile, è caratterizzata da una maglia di percorsi, di diverse gerarchie, che richiama la tessitura dei campi agricoli attualmente presenti nell’area. Il progetto rispetta il contesto fluviale in cui si inserisce e si rapporta continuamente con esso.
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0
gli elementi del progetto
le ex-Concerie il tracciato ferroviario dismesso Bosa-Bosa Marina l’area della nuova espansione residenziale-artigianale
il recupero | la riconversione
le ex-Concerie | gli ateliers e le officine di cultura il tracciato ferroviario dismesso | il percorso ciclo-pedonale
i nuovi interventi
gli esiti progettuali
il quartiere residenziale-artigianale il parco ferroviario
rifunzionalizzare completare collegare
50
100
150
200m
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strategie progettuali
analisi aree di intervento
direttrici viarie ed insediative
preesistenze ambientali
principi di insediamento | gli isolati
attraversabilitĂ principale
viabilitĂ interna
programma funzionale artigianale residenziale pubblico residenziale privato residenziale turistico ateliers | botteghe e officine di cultura
residenziale artigianale
0
50
100
150
200m
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il collegamento ciclo-pedonale Bosa-Bosa Marina
2
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7
9
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layout del verde
vegetazione ripariale
prato stabile
prato rustico
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materiali del paesaggio
canneti
acqua
macchia mediterranea
variazone cromatica-materica delle tpologie edilizie
legno
intonaco
elementi costruttivi delle tipologie reidenziali
roccia trachitica
sabbia fluviale
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