VALSASSINAc’è 20 13 COMUNITA’ MONTANA VALSASSINA -VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA
il Pioverna MENSILE DI INFORMAZIONE DELLA VALSASSINA
Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Lecco Supplemento al n°7 2013 de IL PIOVERNA Registr. al Trib. di Lecco N. 05/85 del 22.07.1985
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EMMEPI EDITORIALE
I COMUNI I COMUNI DELLA VALSASSINA: BALLABIO BARZIO CASARGO CASSINA CORTENOVA CRANDOLA CREMENO INTROBIO MARGNO MOGGIO MORTERONE PAGNONA PARLASCO PASTURO
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PREMANA PRIMALUNA TACENO VENDROGNO LE VALLI COLLATERALI: Valvarrone INTROZZO SUEGLIO TREMENICO VESTRENO Val d’Esino ESINO LARIO PERLEDO
IL TERRITORIO UNO STRETTO LEGAME CON LE MONTAGNE La Valsassina è delimitata dalla Grigna a ovest e a est dalle Prealpi bergamasche. Attraversata dal Pioverna, inizia dal Colle di Balisio e si apre in ampie distese verdi interrotte da dolci declivi e sovrastate da alte montagne tra le quali spiccano i pinnacoli e le cime delle Grigne, la vetta dello Zuccone Campelli e il Pizzo Tre Signori, linea di confine con il territorio bergamasco. Il nome è da attribuire alla presenza di detriti morenici e di grandi ammassi di sassi che diedero origine alla denominazione di Valsassina, appunto Valle dei Sassi. Caratteristica fondamentale e peculiare della Valsassina è lo stretto legame che esiste da sempre tra le genti di questa vallata e le montagne, simbolo e orgoglio di chi vi abita. L’ampio territorio della valle si estende quasi parallelamente al ramo lecchese del lago di Como; a Nord sbocca nella Riviera dell'Alto lago e a Sud tra le pendici delle Grigne e del Monte Due Mani. A ovest è delimitata dal gruppo delle Grigne e a est dalle Prealpi bergamasche. L’eccezionale posizione che la pone tra lago e monti fa della Valsassina una zona unica. Passeggiando sui monti e attraverso gli innumerevoli sentieri della Valsassina è ancora possibile osservare la preparazione dei formaggi in alpeggio, i contadini che raccolgono il fieno seguendo i ritmi della giornata e nel più assoluto silenzio che concede una salutare tregua dagli ambienti caotici e dai ritmi frenetici in cui ci si trova spesso a vivere. La flora è lussureggiante e varia è pure la fauna. La Valsassina è altresì un prezioso scrigno che racchiude tanti piccoli grandi tesori che meritano di essere scoperti, valorizzati e apprezzati.
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LA STORIA UN CAMMINO CHE HA ORIGINI ANTICHE I Celti - In un tempo in cui il silenzio dell'uomo regnava sovrano sulla terra, coraggiosi pellegrini nomadi si spostavano per lande ricoperte da foreste. Oltre 3000 anni fa una di queste popolazioni, nota con il nome di Celti, giunse nelle terre della Valsassina, circondata da tre gemme: la Val Varrone, la Val d'Esino e la Riviera del lago di Lecco. Da quel giorno la storia di queste valli, dominate da una natura incontrastata, divenne vecchia quasi quanto l'umanità stessa. I Romani - In seguito giunsero i conquistatori romani, che iniziarono a costruire una strada di collegamento attraverso la Val Biandino fino al di là delle Alpi. Fu attraverso questa via che la valle ebbe un notevole incremento commerciale. Oltre all'agricoltura fiorirono l'industria estrattiva e quella ferriera. Già in epoca preromana furono sfruttate le miniere di pirite da cui si estrae il ferro. L'Alta Val Biandino, nella zona del rifugio Santa Rita, ne rappresenta il più efficace punto di sintesi. La zona delle miniere è dominata dalla cima del Pizzo Tre Signori, così chiamato perché divenne il confine tra Ducato di Milano, la Serenissima Repubblica di San Marco e i Grigioni. Il Medioevo - Dopo la caduta dell'Impero romano la Valsassina divenne un luogo conteso poiché punto d'incontro e scontro tra i nascenti feudi medievali. Numerose sono le fortificazioni erette in posizioni strategiche lungo tutto il territorio, intese a proteggere i confini di ducati sempre più vasti. Oggi è possibile ammirare i resti dell'epoca dei cavalieri lungo tutto il territorio della Comunità montana.
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LA GASTRONOMIA PRODUZIONE CASEARIA E DOLCI TIPICI La produzione casearia è il punto forte dell'economia della Valsassina. I nuovi produttori di formaggio non hanno dimenticato le antiche regole dell'allevamento del bestiame che prevedono il trasferimento estivo delle mandrie negli alpeggi, alle quote più alte. Il latte prodotto viene lavorato per ricavare formaggi di indubbia qualità tra cui il taleggio. Numerose sono le aziende casearie che producono dal taleggio al caprino, dalla robiola al quartirolo, oltre alla ricotta. Un altro prodotto tipico della Valsassina è la polenta taragna, ricetta tipica anche della vicina Valtellina. In questo caso alla tradizionale polenta viene aggiunto il formaggio. Da non dimenticare gli scapinasc, ravioli con ripieno semidolce fatto con uvetta, amaretti, uova, formaggio, pangrattato, prezzemolo e aglio tritati, conditi con abbondante formaggio grattugiato e burro fuso. Nei boschi che si trovano in Valsassina si alternano roveri, castani, faggi, noccioli, abeti e larici, piante adatte alla crescita dei funghi. Dolci tipici della Valsassina sono i caviadini, biscotti di pasta frolla ricoperti con granella di zucchero, legati da sempre alla tradizione gastronomica locale. Altri dolci caratteristici sono i “sassetti della Valsassina” (biscottini croccanti con mandorle, ottimi con il vino). Tipica è pure la torta di pane, fatta utilizzando il pane raffermo e aggiungendo vari ingredienti tra cui - di base - amaretti, uvetta, cannella e uova. Altro dolce è la "miascia", preparata con latte, zucchero e farina di mais, un piatto tipicamente contadino che serviva per dare forza nei campi o nei periodi invernali.
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SCUOLA ALPINISMO PIÙ SICURI SUI SENTIERI E' presente a Introbio dal 1997 e nei suoi primi cinque anni di attività si è prodigata per migliorare la sicurezza dei sentieri delle nostre montagne. Il riferimento è alla Scuola italiana di alpinismo, scialpinismo e arrampicata di Lecco, Valsassina e Orobie, che ha sede in località Cantaliberti (0341-98.07.93 il recapito telefonico, info@casadelleguide.it l'indirizzo di posta elettronica). Nel 2002, proclamato Anno internazionale della montagna, in virtù di un contributo della Regione Lombardia erano stati effettuati svariati interventi di sistemazione dei sentieri attrezzati e delle vie di arrampicata. Nei due anni successivi la Comunità montana del Lario Occidentale aveva stanziato qualche esiguo contributo destinato alla manutenzione dei sentieri stessi, ma in seguito era stata proprio la Scuola a provvedere a sue spese alla manutenzione annuale degli itinerari attrezzati della Grigna Meridionale, della Grigna
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Settentrionale e del Resegone. Si era arrivati così al 2011 quando, grazie a un contributo della Provincia di Lecco, era stato possibile cambiare tutti i cavi rotti (o fortemente deteriorati), i morsetti e gli ancoraggi. In Grignetta erano stati sostituiti i cavi della Direttissima, sino alla vecchia frana (appena prima del colle Valsecchi) e gli ancoraggi. Il “sentiero Giorgio” è stato ripulito dai vecchi cavi in disuso. Laddove il sentiero, in conseguenza di ripetuti passaggi, si è “scavato” in modo concavo (in tal modo non esiste più la possibilità di scivolare a valle) i cavi sono stati rimossi. Dove invece erano rotti o danneggiati, sono stati sostituiti. Sul “sentiero Cecilia” sono stati sostituiti tutti i cavi rotti e rimessi gli ancoraggi saltati, così come sul sentiero dello Scarettone. Sul “sentiero dei Morti” sono stati sostituiti i cavi rotti e riposizionati gli ancoraggi. Sul sentiero del canale Angelina è stata sostituita la catena. Sul sentiero della traversata alta al primo scudo sono stati rifatti tutti gli ancoraggi e sollevata la catena da terra grazie a paletti in ferro zincato fissati in fori resinati. E non è tutto: sul “saltino del gatto” è stato cambiato il cavo di acciaio, sul Resegone - nel Canale Bobbio - sono stati sostituiti e riposizionati i paletti fuoriusciti o piegati dalla neve. Sono stati sostituiti anche gli ancoraggi e alcuni tratti di catena danneggiati. Nel Canale Comera il sentiero è franato e un lembo è rimasto in bilico. Si è pertanto provveduto a effettuare un intervento di disgaggio dei sassi pericolanti e il pericolo è stato eliminato. “Da quando la nostra Scuola si occupa della manutenzione - spiega la guida alpina Fabio Lenti - gli incidenti agli escursionisti sono drasticamente diminuiti. La diatriba cavo-catena è stata affrontata più volte e alla fine si è stabilito di utilizzare la catena là dove i tratti di salita e discesa sono ripidi, per avere una migliore presa. Il cavo plastificato viene invece utilizzato nei tratti orizzontali, dove l’escursionista si può assicurare con l’utilizzo del kit da ferrata”. Nel 2012 sono stati effettuati tre interventi: in maggio è stato riparato il cavo del “saltino del gatto”, presso il sentiero Senigaglia in Grigna Meridionale, tranciato da un sasso, e in giugno è stato riparato - ancora in Grignetta - il “sentiero della catena”, che porta alla cresta di Campione. Sempre in giugno è stato attuato un intervento di ripristino al 1° scudo della traversata alta dalla Grignetta al Grignone.
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I luoghi della fede I LUOGHI DELLA FEDE Ecco una panoramica di alcuni santuari e chiese valsassinesi e delle valli collaterali cari al culto dei fedeli: Moggio Chiesa di San Francesco d'Assisi Di questo tempio si trovano notizie già nel XII secolo. Ora si presenta come frutto di numerosi rimaneggiamenti. All'interno decorazioni e opere del XVII e XVIII secolo. Cremeno Chiesa di San Giorgio E' particolarmente imponente e presenta una struttura architettonica secentesca interessante. La sua consacrazione risale al 1746, ma la sua costruzione si protrasse per quasi un secolo. All'interno un polittico del 1534 di Sigismondo de Magistris e Ambrogio Arcimboldi. Barzio Chiesa di Sant'Alessandro Risale al XVII secolo anche se è stata notevolmente rimaneggiata negli anni 1932-33. All'interno tele secentesche e stucchi ottocenteschi. Nell'antico oratorio di San Giovanni Battista, ora sconsacrato, è conservata una raccolta di opere del massimo scultore impressionista Medardo Rosso. Pasturo Santuario della Madonna della Cintura Il santuario esisteva già nel Quattrocento e fu rifatto nel Seicento. All'interno un affresco cinquecentesco e tele di Aloisio Reali del secolo successivo. Nel 1883 sull'altare fu collocata la statua della Madonna della Cintura. Primaluna Chiesa dei Santi Pietro e Paolo La parrocchiale è antichissima ma notevolmente rimaneggiata in interventi succedutisi tra il Seicento e l'Ottocento. Il campanile romanico ricorda le antiche linee. All'interno della chiesa molte opere del Seicento. Il fonte battesimale è del Cinquecento. Cortenova Chiesa di San Fermo
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I luoghi della fede La chiesa venne benedetta nel 1591 e appartenne alla famiglia dei Mornico. All'interno un oratorio con tipici arredi del Seicento e grandi sculture. L'altare è dedicato a San Carlo. Particolari le vetrate dipinte, della fine del Cinquecento. Parlasco Chiesa di Sant'Antonio Abate In posizione panoramica, ha forse un'origine tardo duecentesca. Il grande campanile risale invece al Settecento. Contiene vari dipinti del Trecento e del Quattrocento nel presbiterio e di fine Cinquecento nella navata. Crandola Valsassina Chiesa di Sant'Antonio Abate La chiesa esisteva già nel Quattrocento, ma è stata rimaneggiata tra il Cinquecento e il Seicento. All'interno molte tele, statue e affreschi, tutte opere del XVII secolo. Margno Chiesa di San Bartolomeo Ricordata già nel XIII secolo, la struttura attuale risale al XV secolo ma la chiesa, una tra le più grandi della Valsassina, è stata ampliata nell'Ottocento. E' invece secentesco il maestoso campanile. Casargo Chiesa di San Martino (Indovero) Si sa dell'esistenza della chiesa già nel Duecento. Di fronte al campanile romanico (XI secolo) vi sono i resti dell'antica chiesetta che San Carlo fece demolire nel XVI secolo. In seguito lo stesso San Carlo la fece ricostruire. Chiesa di Santa Margherita (Somadino) Di origine romanica, pare essere stata legata al culto dei santi eremiti lariani. Di originario conserva l'abside con l'unico gruppo di dipinti romanici della Valsassina, mentre le altre parti si devono a rimaneggiamenti successivi. Premana Chiesa di San Dionigi Le prime notizie risalgono al secolo XIII e la dedicazione ne testimonia l'antichi-
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I luoghi della fede tà. La chiesa è gotica ma fu rifatta nel periodo barocco e poi ritrasformata nell'Ottocento. Il campanile era, in origine, una torre di avvistamento e difesa. All'interno della chiesa belle opere, tra cui vari quadri del Seicento. Pagnona Chiesa di Sant'Andrea Di origini medievali, la chiesa ha poi subìto notevoli interventi di ristrutturazione. Conserva un altare barocco e un raro paliotto in cuoio del 1752 “firmato” da Giambattista Tagliaferri. Sueglio Chiesa di San Martino E' un edificio di particolare imponenza. Esistente nel Trecento, venne consacrato da San Carlo nel 1583. L'edificio attuale è del 1860. All'interno, l'altare maggiore secentesco in legno dorato e dipinti del XVII e XVIII secolo. Un reliquiario contiene un cappuccio di San Carlo. Vestreno Santuario della Madonna della Pietà (Bondo) Il santuario fu costruito nel 1672 e presenta alcuni interventi del primo Novecento. All'interno, un altare tardo-barocco con un affresco forse quattrocentesco. Interessante la raccolta di ex-voto, alcuni del Settecento. Vendrogno Chiesa di Sant'Antonio Abate La chiesetta di Sant'Antonio Abate testimonia il carattere agricolo-pastorale del paese. La struttura originaria risale al 1362, mentre la facciata è dipinta e databile alla metà del 1500. L'interno custodisce affreschi della Passione datati 1569, oltre a stucchi e statue. Esino Lario Chiesa di San Vittore Sorge su un colle che domina la vallata. La struttura attuale è frutto di una serie di interventi succedutisi nel tempo. Ricostruita sull'edificio preesistente, la chiesa era a una sola navata nel Cinquecento. Venne ampliata nel Settecento e nuovamente ristrutturata nell'Ottocento.
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MUSEI MUSEO DEL LATTE E DELLA STORIA DELLA MUGGIASCA - Vendrogno Da una vecchia latteria abbandonata è nato a Vendrogno, nel 2008, il Museo del latte e della storia della Muggiasca, novità nel panorama dei siti in cui si custodiscono frammenti di storia delle comunità locali. Nei due piani di un edificio ristrutturato nello stile originale dell’architettura rurale è allestito un percorso che accompagna a scoprire un’attività comune alle nostre montagne e che anche in Muggiasca ha dovuto fare i conti con l’abbandono dell’allevamento per la migrazione delle genti verso la pianura. L’elenco soci appeso all’ingresso del museo dice che negli anni Trenta vi erano 51 soci. Il calendario è invece fermo al marzo 1981, quando la latteria ha chiuso. Oggi vi sono sette sale e 700 pezzi custoditi nel percorso museale. All’ingresso vi sono la bacheca porta-quaderni dei soci della latteria e i registri di carico del latte. Nella prima sala gli attrezzi per la pesatura del latte, le misure, la stadera e gli strumenti per provarne la densità. Nella seconda sala avveniva la fase di affioramento del latte. La sala attigua era destinata alla salatura e alla stagionatura dei formaggi. L’ultima sala, al piano superiore, è dedicata ai lavori femminili con l’arcolaio, l’aspa, lo scartasc per cardare la lana, i vestiti da lavoro o scusal de ugnadì, la rastelina per appenderli e campioni di pizzo. LA COLLEZIONE MEDARDO ROSSO NELLA EX CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA - Barzio La raccolta, ospitata presso l’ex chiesa di San Giovanni Battista, è stata formata da Francesco Rosso nel 1928 e comprende pezzi originali in bronzo (Gli innamorati sotto il lampione 1883, Ritratto di Carlo Carabelli 1886, Bambino al seno 1889), cera (Il Vecchio 1883, La portinaia 1883, L’età d’oro 1886, Bambina che ride 1890, Petit Rieuse 1891, Bambino ebreo 1892, Bambino alle cucine economiche 1892, Femme a la voilette 1893, Bookmaker 1893, Uomo che legge 1893), gesso patinato (Il Birichino 1883, La Ruffiana 1883, Carne altrui 1883, Bambino al sole 1892, Ecce Puer 1906) e non (Bambino malato 1889, Ritratto di Monsieur Rouart 1896, Conversazione in giardino 1896, Madame Noblet 1896), oltre a trentotto disegni, fotografie e strumenti di lavoro di Medardo Rosso. Le opere qui conservate costituiscono la più vasta collezione del massimo scultore italiano dell’Ottocento, i cui lavori sono esposti nei più prestigiosi musei di tutto il mondo. Presso la Biblioteca comunale è stata allestita nel 2002 una sezione didattica che illustra le opere. Il museo apre su prenotazione da richiedere al numero di fax 02-33103485, o all’indirizzo e-mail info@medardorosso.org. MUSEO ETNOGRAFICO - Premana Una raccolta di arredi, costumi, attrezzi da lavoro, immagini fotografiche e tanto altro ancora costituisce il museo etnografico di Premana. Le caratteristiche del museo sono scritte nella sua origine: una sorta di scrigno della memoria della
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MUSEI comunità. Le macine per mulino ricordano gli impianti che sul Varrone riducevano in farina la segale e la fraina. La ricostruzione di una casine allinea le attrezzature per la lavorazione del latte. Vi sono attrezzi agricoli e per uso zootecnico, strumenti per la lavorazione della carne, una macchina per la cernita delle castagne e tutta una serie di "mezzi di trasporto": basti e gerle di diversi tipi perché tutto doveva essere portato a spalla. Fa tenerezza, in particolare, un gerlo con la culla sovrapposta, "ol fastel", che le mamme usavano per portarsi appresso i figli in fasce quando andavano nei boschi o sui pascoli. Non meno attraente è la presentazione della vita casalinga di ogni giorno. Anche i semplici mobili domestici si costruivano artigianalmente in paese e le sedie erano impagliate con steli di segale. Sono in mostra assieme a un’ampia dotazione di attrezzi per la casa, compresi quelli che esprimono il senso di religiosità di questa gente, come la recita del rosario durante la quale si faceva scorrere una corona con grani formati da ossi di serpi. Le attrezzature per filare e tessere introducono a un altro "capitolo" del museo, quello dell’abbigliamento. Spiccano il "coton" e il "morel", che possiamo considerare il modello feriale e il modello festivo del costume femminile, su cui si inserisce l’elemento più prezioso, la "pezze", la pettorina finemente lavorata e decorata con motivi floreali. Poi c’è il grande capitolo della produzione ferriera. Diversi esempi di lavorazione dei metalli sono esposti nella sale del museo compresi quelli che testimoniano gli stretti rapporti tra Venezia e Premana. La riproduzione di documenti antichi, testi di storia e di folclore, opere poetiche e narrative di autori premanesi, la raccolta di articoli e saggi sul paese, nonché di fotografie e di filmati, danno un valore aggiunto alle collezioni museali, alle quali fa da guida una pubblicazione di Antonio Bellati. PICCOLO MUSEO DELLE GRIGNE - Esino Lario Nel piccolo Museo delle Grigne di Esino Lario si trovano i minerali della zona prealpina e alpina; i fossili del periodo triassico mediano, rinvenuti nella conca di Esino e studiati dall’abate Antonio Stoppani; ambientazioni naturalistiche delle fasce climatiche dal Lario alla Grigna; una ricca collezione di farfalle italiane; il primo segno dell’uomo, una freccia di selce eneolitica rinvenuta alla Rocca di Baiedo; oggetti, monili e armi trovati nelle tombe celtiche del paese di sopra, Cres, e in quelle romane dell’abitato di sotto, Piac, a distinguere l’origine dei due nuclei di Esino Superiore e Esino Inferiore con le relative diversità nei modi di vita; utensili e strumenti di un tempo non lontano per i lavori agricoli e di casa con la ricostruzione del "casel", la baita tipica dei maggenghi attorno al paese.
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RIFUGI GRAN BAITA Il rifugio Gran Baita (1.700 metri) è posto ai Piani di Bobbio, a circa quindici minuti di cammino dalla stazione a monte della cabinovia che sale da Barzio. Si tratta di un percorso semplice che attraversa sterrate e sentieri pianeggianti. Volendo, si può partire da Barzio e raggiungere i Piani di Bobbio anche seguendo il sentiero 18 della Val Corda. In questo caso occorrono però 2 - 2 ore e 30 di cammino. RIFUGI SORA E RATTI Il rifugio Sora (1.670 metri) e il rifugio Ratti sono situati ai Piani di Bobbio, a pochi minuti di cammino dalla stazione a monte della cabinovia. Dopo essere saliti a Bobbio, dalla stazione a monte si segue l'ampia pista in direzione est, in leggera salita. Il fondo è in cemento. Alla destra vi è una statua raffigurante Paolo VI. Un tabellone con tettuccio in legno indica la strada che senza troppe difficoltà porta al Rifugio Sora o al “Ratti”. RIFUGIO LECCO Il Rifugio Lecco si trova a 1.770 metri ed è posto in posizione panoramica nella parte superiore dei Piani di Bobbio, all'inizio del Vallone dei Camosci, con alle spalle le ripide pareti dello Zuccone Campelli. Offre una cucina tipica montana con pasta fatta in casa, carni rosse, polenta e ottimi dolci. Di proprietà del Cai Lecco, venne costruito nel 1910 e distrutto durante la seconda guerra mondiale. Nel 1967 si procedette alla sua ricostruzione. Le belle pareti strapiombanti dello Zuccone Campelli, dello Zucco Barbesino e dello Zucco di Pesciola hanno visto cimentarsi alpinisti del calibro di Riccardo Cassin, Comici, Mary Varale e Carlo Mauri. RIFUGIO NICOLA Il rifugio Nicola è situato ai Piani di Artavaggio, a quota 1.870 metri. Da lassù si apre uno stupendo panorama verso la pianura lombarda. Il rifugio è un punto di partenza per varie escursioni, più o meno difficoltose. Lontano dagli itinerari consueti, è pensato per chi ama il silenzio, la quiete e la natura incontaminata e si lascia avvolgere da questa magica atmosfera. Voluto dall'attuale gestore, Angelo Esposito, in memoria del padre, è stato costruito nel 1968 a forma piramidale per richiamare il Sodadura. Il monte che si erge maestoso a est del rifugio, ricorda in effetti proprio la struttura delle antiche tombe dei faraoni egizi. La gestione del “Nicola” è giunta alla terza generazione, con Walter, figlio di Angelo e grande appassionato di montagna. RIFUGIO GHERARDI Questo itinerario si svolge nella Bergamasca. Dalla stazione della funivia ai Piani di Artavaggio (1.650 metri) si segue la strada a destra verso l’albergo Sciatori, si lascia la carrareccia e - dopo la chiesetta - si rintraccia il sentiero che sale a mezzacosta a destra. Lungo la dorsale erbosa la vista si amplia, il sentiero entra nel-
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RIFUGI l’impluvio del canale di Scannagallo e della valle di Salzano e scende alla baita di Scannagallo alta (1.576 metri, ore 0,30). Si risale e si tocca il fondo di canalini o valloni alberati, si arriva a un baitello, si continua oltrepassando altri valloni e si arriva sulla dorsale erbosa della baita Campofiorito (1.631 metri, ore 0,151,05). Attraversati i pascoli si sale al vecchio rifugio Alben, ora casa privata (1.685 metri). Lasciatolo a sinistra si scende per prati verso un laghetto e si arriva alla baita Parafulmine, oggi rifugio Gherardi (1.647 metri, ore 0,20-1,25). RIFUGIO SASSI CASTELLI Sorge a 1.650 metri, al margine settentrionale dei Piani di Artavaggio. Da Moggio percorrere la strada che conduce alla Culmine di San Pietro. Dal valico seguire le indicazioni per i Piani di Artavaggio giungendo in breve sulla agro-silvo-pastorale che porta alle baite di Maesimo e poi arriva ad Artavaggio. Da qui si prosegue in direzione nord fino al rifugio. Nei pressi della chiesetta che sorge al Culmine di San Pietro inizia anche il sentiero 21 che porta ai Piani di Artavaggio. Circa 1,4 km prima del valico inizia un altro accesso che ha uno sviluppo minore ma un po' più di dislivello. Anche da Moggio inizia il sentiero 24 che porta ai Piani di Artavaggio con un percorso più lungo e faticoso. RIFUGIO CAZZANIGA MERLINI Il rifugio è raggiungibile attraverso la funivia Moggio-Artavaggio, il sentiero numero 24 o una sua variante. È possibile arrivarci anche dai Piani di Bobbio, attraverso il “sentiero degli stradini”, il sentiero 101 o dalla Valtorta. Si trova a un'altitudine di 1.980 metri, tra lo Zucco Campelli e il monte Sodadura, sullo spartiacque tra Valsassina, Val Taleggio e Valtorta. La sua posizione fa sì che abbia un panorama ad ampia vista: dalla Pianura Padana all’Appennino, dalle Alpi piemontesi fino alle Orobie. Salendo al rifugio si attraversano alcuni ambienti naturali, dai boschi di faggio ai pascoli di montagna, punteggiati da radi pini, cespugli di mugo ed erica. Dal punto di vista geomorfologico questa è un’area estremamente interessante. Ricco di suggestive e curiose conformazioni calcaree e geologicamente interessante per i suoi fenomeni carsici, doline e inghiottitoi. Nei pressi del rifugio vi sono malghe e alpeggi che durante i mesi estivi vengono ancora “caricati” ed è possibile assistere alla mungitura e alla lavorazione del latte, fino al prodotto finito, il taleggio, lo “strachitunt” (Dop) e formaggio di latteria dell’Alpe. RIFUGIO GRASSI Il rifugio Grassi, di proprietà della Sel, si trova in una conca esposta a sud. Questo fa sì che anche d’ inverno, nelle giornate serene e senza vento, si possa stare comodamente seduti
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RIFUGI davanti al rifugio ad abbronzarsi. E' posto presso la Bocchetta di Camisolo (2.000 metri slm), sotto il Pizzo Tre Signori, sul confine tra le Orobie lecchesi, le Orobie bergamasche e le Orobie valtellinesi. Si trova in comune di Valtorta (Bg), ma l’accesso più comune è da Introbio oppure, d’estate, dai Piani di Bobbio. Il rifugio è dotato di acqua corrente tutto l’anno, di un bagno interno e di un piccolo impianto fotovoltaico che consente di illuminare tutte le camere e le due sale da pranzo. Il “Grassi” ha compiuto 90 anni il 31 luglio 2011. La sua prima inaugurazione risale infatti al 31 luglio 1921. La costruzione originaria era un edificio di 60 metri quadrati, costruito in ricordo dei soci della Sel caduti durante la Grande Guerra. Il rifugio fu distrutto il 19 ottobre 1944 durante un rastrellamento tedesco. La “Grassi” fu subito ricostruita (tra il 1945 e il 1946). MADONNA DELLA NEVE Il rifugio e l'annessa chiesetta sono situati nel cuore della Val Biandino e risalgono al 1664. Distrutto nel 1944 dai nazifascisti, fu ricostruito tre anni dopo. Partendo da Introbio, possiamo risalire la Val Biandino con due itinerari paralleli che si intersecano tre volte e hanno parti in comune: la mulattiera-sentiero numero 40 (detta anche Via del Bitto) e una strada con il fondo in parte sterrato e in parte in cemento. BOCCA DI BIANDINO Il rifugio Bocca di Biandino è posto al centro della Val Biandino. Fu inaugurato nel 1932 con l’idea che fosse la base invernale per gli sciatori desiderosi di godersi quei bei campi pianeggianti o di salire a quelli più alti e meno facili di Camisolo. Ma anche per la stagione estiva questo rifugio è comodissimo da raggiungere in breve tempo da Introbio e consente di affrontare belle passeggiate. RIFUGIO FALC Il rifugio è situato nelle Alpi Orobie, ai piedi del Pizzo Tre Signori, in una ridente conca con scorci panoramici sia sul gruppo Masino-Bregaglia sia sul gruppo del Rosa. È situato alla Bocchetta di Varrone, sopra il Lago Inferno, a 434 metri dalla vetta del sovrastante Pizzo Tre Signori. Il nome del Pizzo deriva dal fatto che qui era posto il confine tra lo Stato di Milano, la Repubblica di Venezia e i Grigioni. La zona offre escursioni sia brevi e facili sia lunghe e impegnative (Alta Via della Valsassina). Inoltre si possono effettuare ascensioni e brevi arrampicate. Lo si raggiunge dall'Alpe di Paglio, da Laveggiolo o da Pescegallo. RIFUGIO BRIOSCHI Il Rifugio Brioschi è situato presso la vetta del Grignone. È punto di arrivo di molte escursioni e gode di uno splendido panorama sulle Alpi e Prealpi lombarde. La sezione di Milano del Cai costruì e inaugurò, nel settembre 1881, in un luogo non molto distante da dove ora si trova il rifugio Bogani, la “Capanna
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RIFUGI Moncodine”. Probabilmente doveva essere così intenso il desiderio di costruirne un'altra in vetta che pochi anni dopo, il 10 ottobre 1895, si inaugurò la capanna “Grigna Vetta”. Nel 1903 si fece il primo adeguamento, ma fu nel 1926 che la capanna “Grigna Vetta” cambiò nome, quando Luigi Brioschi, ormai ottantenne, assistette all'inaugurazione della struttura rivista e ampliata grazie ai suoi finanziamenti. Distrutto negli anni della seconda guerra mondiale, fu ricostruito e inaugurato nel 1948. La struttura così come si presenta oggi è il risultato di un intervento di ampliamento e adeguamento che avvenne nel 1995, quando custode era il mitico Fulvio Aurora. RIFUGIO ANTONIETTA AL PIALERAL Il rifugio Antonietta al Pialeral sostituisce il rifugio Tedeschi, spazzato via da una enorme valanga caduta dalle pendici del Grignone il 31 gennaio 1986 dopo le abbondanti nevicate di quell'anno. Il vecchio rifugio era stato costruito nel 1908 e mai si era vista una valanga così grande, con un fronte di circa 2 chilometri di larghezza. Nello stesso anno fu chiesto ad Antonietta Pensa di mettere a disposizione degli escursionisti la baita “Innocente”, già esistente appena sotto il “Tedeschi”. Il tutto dettato anche dalla necessità di avere una base per il soccorso alpino in zona. Inizialmente il nuovo rifugio poteva ospitare una ventina di persone. Successivamente fu ampliato e ora può accogliere in camerette o in una spaziosa camerata fino a 35 persone. Al rifugio Antonietta si può arrivare seguendo il segnavia 33 che parte dal centro storico di Pasturo (circa 2 ore). Un altro accesso parte da Balisio. Si imbocca la "via dei Grassi lunghi" e la si ripercorre per circa 3 chilometri fino alla chiesetta del Sacro Cuore, dove si lascia l'auto. Da lì si prende il sentiero segnalato, arrivando a destinazione in circa un'ora e mezzo. Il rifugio si trova in una posizione centrale rispetto a numerosissimi itinerari delle Grigne. Si possono raggiungere la cima del Grignone o la vetta della Grignetta. RIFUGIO BOGANI Il rifugio Bogani sorge nell'Alta Valle dei Mulini, sul versante nord del Grignone. Dopo Esino si prende la deviazione che passa per il rifugio Cainallo e arriva fino in fondo al Vo' di Moncodeno. Lasciata l'auto al parcheggio, ci si avvia verso la vicina cresta spartiacque e prima di raggiungerla si prende il sentiero segnalato con le scritte Bogani-Brioschi, Bietti-Brioschi e Monte Croce. Lo si percorre lasciando sulla destra il sentiero 24 per il rifugio Bietti e la Cresta di Piancaformia. A quota 1.700 si trova una baita con stalla e fontana e poco dopo una pozza coperta da tronchi che serve come abbeveratoio per le mucche. Si ignorano un paio di sentierini sulla sinistra e e si prosegue come indica un cartello. La costru-
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RIFUGI zione biancorossa del rifugio appare all'improvviso. Tempo impiegato: ore 1.30. L’itinerario che invece parte da Cortenova si presenta facile ma un po’ faticoso per il dislivello. È un percorso geologicamente interessante per gli strati fossiliferi della valle dei Molini e per la grotta dei Darden, così chiamata per gli sparvieri che vi nidificano. RIFUGIO SANTA RITA Rifugio escursionistico, paesaggistico e... culturale, in un giardino di fiori con orizzonti infiniti. Culturale perché questo luogo, un tempo, fu ricovero per i minatori del bacino minerario lì vicino. Nel cuore verde delle Prealpi orobiche, a quota 2.000 metri, in una delle oasi più incontaminate della Lombardia, il rifugio Santa Rita è il crocevia dei più interessanti itinerari nella zona del Pizzo Tre Signori (2.553 metri), la cima che domina sulle tre province di Lecco, Sondrio e Bergamo. Partendo da Parlasco si giunge all’alpe Forno e da lì si può risalire la valle del Varrone di Barconcelli, attraversando caratteristici nuclei rurali ancora attivi che presentano pittoresche fonti in pietra, legno e ferro. Lungo il percorso si possono incontrare alcune difficoltà perché in taluni punti il sentiero è completamente coperto dalla vegetazione. Dai laghitt al rifugio Santa Rita l’interesse prevalente è quello panoramico. CASERA VECCHIA DI VARRONE Parte da Premana l’escursione che segue il tracciato di un’antica via di comunicazione che risaliva lungo il corso del Varrone alla bocchetta di Trona. La strada fu utilizzata soprattutto per il trasporto del ferro estratto nell’alto Varrone e nella conca del Lago di Sasso. Venne sistemata durante la dominazione austriaca: sono di quest’epoca i ponti in pietra che si osservano nel fondovalle. Il percorso non presenta particolari difficoltà. Si tiene sempre sulle sponde dell’impetuoso torrente Varrone, attraverso ambienti boscosi e prativi, per arrivare alla conca dell’Alpe Varrone, luogo abitato da numerose colonie di marmotte e dove, oltre al rifugio, si trova la casera nuova, punto d’appoggio dei pascoli estivi. Non è raro assistere alla produzione artigianale del famoso formaggio Bitto. Da qui si può raggiungere l’Alpe Forno e proseguire successivamente per il rifugio Santa Rita. PIZZO ALTO Il Pizzo Alto è la seconda cima per elevazione della dorsale che divide la Val Varrone dalla Valtellina e, oltre a essere un punto panoramico privilegiato per una visione a 360 gradi, è caratterizzato da una forma che lo rende inconfondibile in quanto si eleva al centro di una cresta rocciosa dalla forma simmetrica e dal profilo, evidente anche in pianura, che richiama la forma di una corona di cui questa vetta, con la sua splendida croce dal disegno lavorato, è il diadema. L'escursione però non si limita ad apprezzare la vetta ma si snoda per un itinerario interessantissimo che porta a toccare gli alpeggi di Deleguaccio e
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RIFUGI Premaniga, nonché gli splendidi laghi di Deleguaccio, unici laghi alpini della Val Varrone. Partendo da Premana si percorre un itinerario piacevole tra pascoli e boschi di castagni e betulle, che tocca nuclei rurali i cui casolari sono generalmente ben conservati, talvolta con il tetto in pietra e decorazioni in legno. Nel giorno della festa locale del 5 agosto, il riso e latte è il piatto tradizionale. Vi si giunge in poco più di un’ora di cammino su una comoda mulattiera, ben indicata. Il dislivello è di 450 metri. RIFUGIO BUZZONI Il rifugio Giuseppe Buzzoni, del Cai di Introbio, sorge a quota 1.590 metri all’Alpe Mota, in comune di Introbio. Il piccolo rifugio è situato su un balcone naturale che si affaccia sulla Valsassina e sul massiccio della Grigna Settentrionale. Il rifugio nacque nel 1982 per volontà del Cai. Grazie all'aiuto dei volontari, il 12 settembre 1982 si tenne l'inaugurazione del rifugio. Per raggiungerlo occorre percorrere la mulattiera che - partendo dal piazzale della funivia di Barzio e salendo verso Bobbio - si snoda, in lieve pendenza, tra pascoli e boschi fino alle baite di Nava. Il percorso si fa poi più difficoltoso proseguendo su mulattiera o sentiero, attraversando numerosi valloncelli boscosi, con tratti ripidi e guadi. RIFUGIO RIVA Il rifugio Riva è situato sul versante nord della Grigna, con bella vista sulla sottostante vallata. La struttura è ancora quella di una volta, quando alla baita del piano di Sasso Rotondo, sopra Primaluna, salivano i villeggianti di Nava per comprare il latte appena munto e i formaggi freschi. Erano gli anni Quaranta del Novecento. È posto a 1.020 metri, poco sopra l'Alpe Piattè, sul costone nord-orientale del Pizzo della Pieve, sul versante orientale del Grignone, su un gradevole poggio alberato. Inaugurato il 28 maggio 1950, è una costruzione in muratura a due piani derivata dall'ampliamento di un casolare. GRIERA VECCHIA Il rifugio Griera Vecchia è situato poco sopra l'Alpe Campo, sul versante sud del Monte Legnone (metri 2.610). Oltre che sul Legnone, alle spalle del rifugio, il panorama spazia sulle Alpi valtellinesi e svizzere, sul Pizzo Tre Signori (m. 2.555) e sulla Grigna (m. 2.410). Nel fondovalle, al di là della Val Varrone si scorgono una porzione del Lago di Como e, in lontananza, il Lago di Lugano.
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BALLABIO Situato alle porte della Valsassina, molti scelgono di vivere in questo luogo a misura d’uomo e a due passi dal capoluogo manzoniano. Il paese è suddiviso in due nuclei: Ballabio Superiore (che ha conservato il suo fascino antico) e Ballabio Inferiore, che è divenuto negli anni un moderno centro residenziale. Le origini di questo piccolo centro sono antiche e risalgono agli Orobi. Durante l’unificazione d’Italia sorsero le prime industrie casearie e agli inizi del secolo scorso si sono sviluppate diverse aziende per la lavorazione del ferro. Una visita merita la parrocchia della Beata Vergine Maria Assunta di Ballabio Superiore. L’edificio sacro esisteva già nel XIII secolo e conserva pregevoli affreschi, tra cui quelli dei Tagliaferri di Pagnona. ESCURSIONI CONSIGLIATE Ballabio è uno dei punti di partenza per i Piani Resinelli, famosa località di villeggiatura ai piedi della Grigna Meridionale, una superba montagna dolomitica frequentata da alpinisti di fama internazionale. Inoltre, imboccando la strada provinciale che si snoda lungo il Monte Due Mani, si può salire a Morterone.
Superficie 14,97 km2 Altezza slm 568/2177 m Festa patronale Beata Vergine Assunta 15 agosto (Ballabio Sup.) San Lorenzo 10 agosto (Ballabio Inf.) Abitanti 3.967 (all'1/1/2011 - Istat) Sindaco Luigi Pontiggia CAP 23811
NUMERI UTILI Municipio 0341 530111 Parrocchia Beata Vergine Assunta 0341 530149 San Lorenzo 0341 530163 Farmacia 0341 530157 Poste 0341 230166
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MORTERONE Dopo Pedesina (Sondrio), è il Comune più piccolo d'Italia. Le prime notizie certe sul paese risalgono all'anno 1000. Il borgo raggiunse il suo massimo splendore attorno al 1800, quando nel territorio lecchese si sviluppò l’attività industriale che richiedeva carbone di legna, di cui i
Superficie 13,47 km2 Altezza slm 1070 m Festa patronale Santa Maria Assunta 15 agosto Abitanti 37 (all'1/1/2011 - Istat) Sindaco Antonella Invernizzi CAP 23811
boschi circostanti erano ricchi. Con NUMERI UTILI l'avanzare di nuove tecnologie, il carboMunicipio 0341 530944 ne non venne più utilizzato e molti emigrarono. Nel paese risiedono soprattutto persone anziane, ma anche alcune coppie giovani che hanno scelto di far crescere i loro figli in questo angolo incontaminato. Nel centro del paese si trova la chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Assunta con il prezioso altare dei fiori, opera dello scultore austriaco Rudi Wach. La chiesa ha origini romaniche ma fu citata per la prima volta nel 1363, anno della sua consacrazione. Attenzione merita poi la frazione Frasnida per il fascino particolare delle sue case-scultura risalenti al 1700, che presentano caratteristici tetti “a piode". ESCURSIONI CONSIGLIATE Molte sono le passeggiate da fare lungo sentieri che portano a verdi prati e splendidi boschi, ricchi nella bella stagione di rododendri, lamponi e mirtilli e, in autunno, di castagne e funghi. Con un po’ di fortuna è possibile ammirare intere famiglie di caprioli. Bello è percorrere l'anello “dei grandi alberi” che parte proprio da Morterone.
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CREMENO Cremeno, nell'altopiano valsassinese, è Superficie 13,19 km2 situato su un pendio morenico. In passato Altezza slm 792 m rivestì grande importanza perché fu la capi- Festa patronale tale di una delle quattro zone in cui si divi- San Rocco deva la valle e della quale facevano parte 16 agosto Barzio, Cassina, Concenedo e Moggio. Nel Abitanti 1.428 XII secolo, sotto il dominio dei Torriani, (all'1/1/2011 - Istat) Cremeno si costituì in Comune autonomo Sindaco Pier Luigi Invernizzi disciplinato dagli Statuti della Valsassina. CAP 23814 Cremeno ha una frazione, Maggio, localizzata in una splendida conca vicino all'Alpe Foppa, che è un angolo di paradiso e ha una piccola chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Nascente, un vero gioiello. A Cremeno non si può non visitare la chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio Martire, costruita in cima a una scalinata imponente, in posizione strategica. All'esterno ha un antico porticato ad archi e, nel suo interno, conserva un polittico del Borgognone, oltre a sculture del Gaggini e ad affreschi degli Aliprandi. Nel cuore del paese vi è la chiesetta di San Rocco, dedicata ai caduti delle guerre e già esistente nel Cinquecento. È poi possibile ammirare il Ponte della Vittoria, una suggestiva costruzione con una sola arcata di circa 200 metri che attraversa il Pioverna e collega Cremeno a Maggio.
NUMERI UTILI Municipio 0341 996113 Parrocchia San Giorgio 0341 996143 S. Maria Nascente (Maggio) 0341 918261 Farmacia 0341 910422 Poste 0341 996343 0341 996441
ESCURSIONI CONSIGLIATE Nei dintorni del paese si possono fare salutari passeggiate. Da Maggio si può salire alla Culmine di San Pietro, lungo un sentiero “immerso” nei boschi. Sempre da questa frazione si può arrivare al Monte Due Mani, passando per l'alpeggio Foppa.
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CASSINA È il più piccolo e caratteristico paese del2 l'altopiano valsassinese. Situato tra la Superficie 2,64 km Altezza slm 849 m Culmine di San Pietro e la Rocca di Baiedo, è dominato dallo Zuccone Festa patronale San Giovanni Evangelista Campelli. L'antico borgo subì il devastan27 dicembre te passaggio dei popoli stranieri che inva- Abitanti 481 sero, distrussero e saccheggiarono le (all'1/1/2011 - Istat) terre della Valsassina. Nel 1630 passaro- Sindaco no anche da questo centro i Roberto Combi Lanzichenecchi, che portarono quella ter- CAP 23817 ribile peste, di manzoniana memoria, che decimò la già stremata popolazione. Cassina è divenuto Comune nel 1948 e comprende anche la frazione di Mezzacca, un nucleo antico situato tra la Val di Faggio e la Valle Frera, costituito da vecchi cascinali, anche se negli ultimi anni le case sono state recuperate. Nei tempi passati questa minuscola frazione rivestiva una notevole importanza perché si trovava su una strada di comunicazione che dalla Valsassina conduceva, attraverso la Culmine di San Pietro, in Val Taleggio e in Valle Imagna. Nel centro del paese sorge la chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Evangelista, già esistente nel 1455, restaurata una prima volta nel 1614 e successivamente alla fine dell'Ottocento. A Mezzacca, all’ingresso del paese, vi è un’edicola con affreschi, purtroppo deteriorati, del Seicento-Settecento. Inoltre vi è la chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi e a San Francesco da Paola, il cui culto fu importato dai valsassinesi emigrati a Roma. ESCURSIONI CONSIGLIATE Da Cassina si possono raggiunge Mezzacca e la Culmine di San Pietro, un passo da cui si può scendere in Val Taleggio e Valle Imagna nella bergamasca. Inoltre i prati e i lussureggianti boschi che circondano il paese NUMERI UTILI offrono la possibilità di piacevoli passeggiate. Municipio 0341 910190
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MOGGIO Dell’altopiano valsassinese Moggio è il 2 paese che forse, nel periodo del secon- Superficie 13,41 km Altezza slm 890 m do dopoguerra, ha avuto il maggior sviFesta patronale luppo turistico. Numerose seconde case San Francesco d’Assisi sono sorte attorno al centro storico e 4 ottobre nelle vicinanze della stazione della funi- Abitanti 521 via per i Piani d’Artavaggio. Le origini di (all'1/1/2011- Istat) Moggio sono antiche e nei secoli passati Sindaco la sua posizione era strategica perché era Graziano Combi un passaggio obbligato per raggiungere CAP 23817 la provincia di Bergamo, attraverso la strada che porta alla Culmine di San NUMERI UTILI Pietro. Questo passo, infatti, era luogo di confino tra la Repubblica di Venezia e lo Municipio 0341 996114 Stato di Milano, collegati tra loro per Parrocchia 0341 996859 0341 910644 mezzo della Prealpina Orobica che, pro- Poste prio dalla Culmine, scende in Val Taleggio. Merita di essere visitata la chiesa parrocchiale dedicata a San Francesco d'Assisi, esistente già nella seconda metà del '200. La chiesa conserva dipinti di Rivetta e pregevoli affreschi di Antonio Ratti, che raffigurano "Gesù tra i bambini nel tempio" e "Gesù che piange su Gerusalemme". Da non tralasciare l’oratorio di San Bartolomeo, edificato nel XVII secolo e, alla Culmine di San Pietro, la chiesetta dedicata ai santi Pietro e Paolo. A Moggio si trova anche il Museo liturgico etnografico che raccoglie attrezzi dei vecchi mestieri, arredi e corredi, con la ricostruzione di ambienti domestici della tradizione contadina. Al piano superiore una collezione di suppellettili e paramenti religiosi. ESCURSIONI CONSIGLIATE Da Moggio si può raggiungere la Culmine sia a piedi sia in auto e da lassù imboccare un sentiero che conduce a Morterone e in vetta al Monte Due Mani. Con la funivia, ma anche a piedi, si può salire ai Piani d'Artavaggio per godere uno splendido spettacolo in una natura incantevole.
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BARZIO Considerato “la perla della Valsassina”, Superficie 21,35 km2 Barzio fin dai primi decenni del secolo Altezza slm 769 m scorso è diventato un centro di villeggia- Festa patronale tura assai frequentato. Posto sull’altopia- Sant’Alessandro no, il paese domina la valle e gode di un 26 agosto clima mite grazie alla sua esposizione. Le Abitanti 1321 sue origini sono antiche; si ritiene che i (al 1/1/2011 - Istat) primi abitanti fossero gli Orobi, seguiti Sindaco Andrea Ferrari dagli Etruschi e dai Romani. Il territorio CAP 23816 passò nelle mani di vari padroni sino all’incorporamento nella Storia dell’Unità d’Italia. Sui suoi monti i partigiani combat- NUMERI UTILI 0341 996125 terono per la Resistenza. Barzio diede i Municipio Parrocchia 0341 996190 natali a Giovenale Sacchi, prolifico autore 0341 911038 di musica, a Medardo Rosso, valente scul- Poste tore, e a Francesca Manzoni, cultrice della poesia italiana. Nel cuore del paese sorgono Palazzo Manzoni, un tempo di proprietà degli antenati di Alessandro Manzoni, ora sede del Comune e della Biblioteca, e la bella chiesa di Sant’Alessandro. Al suo interno vi sono notevoli opere d'arte e stucchi ottocenteschi. Interessante è pure l'oratorio di San Giovanni, che conserva una raccolta di opere di Medardo Rosso. A Concenedo vi è una piccola chiesetta dedicata alla Madonna con dipinti ben conservati. A Barzio ha sede il Coe (Centro Orientamento Educativo), un'associazione di laici volontari cristiani impegnati in Italia e in altri Paesi del mondo nella formazione di uomini validi per una società più libera e solidale, rinnovata nella cultura. ESCURSIONI CONSIGLIATE Barzio, per la sua magnifica posizione, offre l’opportunità di agevoli escursioni nella tranquillità dei monti che lo circondano. A piedi (o in alternativa con la cabinovia) si possono raggiungere i Piani di Bobbio e da lì proseguire per il Rifugio Grassi o per lo Zucco Campelli. Dal centro del paese si arriva a Concenedo, ai piedi del Cantello, dove sorgono la “Casa del clero” dedicata a Papa Paolo VI e il monastero delle Carmelitane Scalze.
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PASTURO Si estende alle pendici della Grigna settentrionale e il nome richiama le origini contadine dei suoi antichi abitanti. Nei tempi passati era importante soprattutto per la Rocca di Baiedo, che nel XV secolo era una fortezza importante, tanto che di essa parla anche Leonardo da Vinci nel
Superficie 22,14 km2 Altezza slm 641 m Festa patronale Sant'Eusebio - 2 agosto Abitanti 1.957 (all'1/1/2011 - Istat) Sindaco Guido Agostoni CAP 23818
suo Codice Atlantico, conservato in Inghilterra. La rocca venne distrutta nel 1513 dalla popolazione che si ribellò agli Sforza. Pasturo è il paese natale di Agnese, mamma della Lucia dei "Promessi Sposi". Nel vecchio nucleo si possono vedere case rustiche con belle arcate, colonne e loggiati in legno, tipici dell’architettura contadina. Da non perdere la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Eusebio che risale al XIII secolo; custodisce affreschi giotteschi, tele di Luigi Reale e stucchi barocchi dell'Aliprandi. Un vero gioiello architettonico è il piccolo Santuario della Madonna della Cintura, nel cuore del paese, già esistente nel Quattrocento. In frazione di Baiedo, oltre ai resti della Rocca, da visitare la chiesa quattrocentesca di San Pietro martire. ESCURSIONI CONSIGLIATE Dal paese è possibile salire al rifugio Antonietta al Pialeral. Da lì si può proseguire per la vetta del Grignone. Da Baiedo si sale invece al rifugio Riva (metri 1.020) e da qui si può raggiungere l'antica chiesetta di San Calimero, da dove - grazie alla posizione strategica - si può ammirare la superba NUMERI UTILI catena di monti che la circonda. Municipio 0341 919705 Parrocchia 0341 955032 Poste 0341 955064
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INTROBIO Considerato il capoluogo della valle, Introbio si estende fra i torrenti Troggia, Acquadura e Pioverna. Il Troggia forma, a poca distanza dalle abitazioni, la cascata della Troggia, visitata anche da Leonardo da Vinci. Nei secoli scorsi Introbio era una sorta di roccaforte, la cui importanza andò aumentando sempre più, tanto che nel Trecento divenne la sede del pretorio, con la presenza del Podestà che emanava gli Statuti della Comunità della Valsassina. Nel Medioevo fu sede del Tribunale dell'inquisizione e teatro di contesa tra i vari signorotti che a turno spadroneggiavano su tutto il territorio. Grazie alle sue industrie artigianali e le sue fiorenti attività commerciali, conseguì un notevole sviluppo. Nel secolo scorso prese piede anche il turismo, che contribuì ad accrescere il benessere e la prosperità del paese. E' possibile visitare la chiesa di San Michele, che contiene pregiati affreschi del XV e XVI secolo e una bellissima Vergine in trono con il Bambino risalente al XIV secolo. La parrocchiale dedicata a Sant'Antonio Abate conserva una statua della Madonna, opera dello scultore introbiese Carlo Tantardini. Da vedere anche la vecchia Torre medievale, nel cuore del paese, e la prestigiosa Villa Migliavacca, ora sede del Comune e dell’Unione dei Comuni del Centro Valle e della Grigna Settentrionale.
Superficie 25,61 km2 Altezza slm 586 m Festa patronale Sant’Antonio Abate 17 gennaio Abitanti 1.938 (all'1/1/2011) Sindaco Fernando Rupani CAP 23815
NUMERI UTILI Municipio Parrocchia Farmacia Poste
0341 980219 0341 980650 0341 980332 0341 982066
ESCURSIONI CONSIGLIATE Dal paese si può salire in Val Biandino dove sorge la piccola chiesa della Madonna della Neve, eretta nel Seicento, successivamente distrutta e poi ricostruita. Da lì è possibile raggiungere il Rifugio Grassi e il Pizzo Tre Signori, attraverso il Lago di Sasso. Sempre da Introbio si può salire alla Bocca di Biandino e al rifugio Tavecchia. Da vedere la cascata della Troggia, studiata dall’abate Antonio Stoppani.
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PRIMALUNA Il paese, situato alle pendici del Monte Superficie 22,82 km2 Olino, ha origini antiche e fu la sede della Altezza slm 558 m Pieve della Valsassina, alla quale facevano Festa patronale capo anche la Val Taleggio e Averara. Nel SS. Pietro e Paolo Medioevo il piccolo borgo divenne feudo 29 giugno dei Della Torre (poi Torriani). Abitanti 2.170 Successivamente passò sotto diverse domi- (all'1/1/2011 - Istat) nazioni. Con l'avvento degli Asburgo vi fu Sindaco Mauro Artusi un sensibile miglioCAP 23819 ramento dell'economia del paese, attraverso il rilancio dell'agricoltura e lo sviluppo dell'industria del ferro. Dalla seconda metà del Novecento sorsero numerose industrie e presero consistenza molte attività artigianali, che tuttora esportano ovunque i loro prodotti. Nei primi decenni del secolo scorso arrivò anche il turismo, che diede maggior impulso all’economia di questo dinamico centro della media Valle. Primaluna ha conservato nel suo nucleo centrale le antiche case con caratteristici loggiati in legno e gli stemmi nobiliari. Nel cuore del paese sorge la chiesa parrocchiale, che conserva tele attribuite alla scuola del Tiziano, una Croce dei Torriani e un prezioso Crocifisso del Cinquecento. Nelle frazioni deliziose chiesette meritano a loro volta di essere visitate. ESCURSIONI CONSIGLIATE Per gli amanti delle due ruote c'è una pista ciclabile lungo il Pioverna, che si snoda in un contesto salubre e rilassante. Dal paese partono poi numerose passeggiate: le più note sono quelle che conducono alla Bocchetta del Monte NUMERI UTILI Olino. Si può salire anche al rifugio Riva e da lì proseguire per la chiesetta di San Municipio 0341 980253 Calimero, che domina i monti di Pasturo, Parrocchia 0341 980283 0341 982027 oppure raggiungere il rifugio Antonietta al Farmacia Poste 0341 980270 Pialeral.
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GARAGE
POLVARA
CARROZZERIA AUTORIZZATO
VALSASSINESE
FORNO E BANCO DIMA - FIDUCIARIA DELLE ASSICURAZIONI
SOCCORSO STRADALE
PRIMALUNA (LC) Via Provinciale, 169 Tel. 0341 979854
CORTENOVA Il paese si estende sulla riva sinistra del Superficie 11,57 km2 Pioverna davanti alle prime propaggini Altezza slm 483 m delle Grigne e il suo nome deriva da Festa patronale “Corte”. In passato non ricoprì mai un SS. Gervaso e Protaso ruolo importante né a livello amministrati- 19 giugno vo né religioso, anche se non mancano Abitanti 1.295 episodi di patriottismo sotto la dominazio- (all'1/1/2011 - Istat) ne austriaca. Ebbe invece un ruolo di Sindaco primo piano nel campo produttivo. Infatti, Luigi Selva fin dal tempo dei romani, era rilevante la CAP 23813 lavorazione del ferro e nel Seicento vi erano in paese già alcuni forni fusori. NUMERI UTILI Ancora oggi l'economia è essenzialmente basata sulle officine e sulle industrie del Municipio 0341 901110 ferro. Parrocchia 0341 901501 Da non perdere la visita alla chiesa cin- Farmacia 0341 901392 quecentesca dei santi Fermo e Giusto. La Poste 0341 901723 parrocchiale risale al '600 ed è stata costruita in posizione sopraelevata per evitare che le acque del Pioverna avessero a corroderne le fondamenta. Nella frazione di Ponte San Pietro vi è un antico campanile in mezzo alla piazza: è quanto rimane della vecchia chiesa andata distrutta nel secolo scorso. In frazione Bindo vi è la Villa De Vecchi, bellissima costruzione dell’Ottocento realizzata su progetto dell’architetto Alessandro Sidoli, ora purtroppo in stato di abbandono.
ESCURSIONI CONSIGLIATE Nei prati e nei boschi che circondano Cortenova o lungo il torrente Pioverna si possono fare svariate e tranquille passeggiate. Dalla frazione di Prato San Pietro si può raggiungere il Cainallo, lungo il sentiero della "Scaletta", oppure salire alla Valle dei Mulini e al rifugio Bogani. Lungo il percorso che porta al rifugio si può, con una deviazione, visitare la “grotta” dei Darden, un grande antro che si apre su una stretta forra del torrente.
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PARLASCO Parlasco, per la sua posizione geografica Superficie 2,98 km2 e di controllo sui vari passi contava, in Altezza slm 679 m passato, varie fortificazioni. Tra queste la Festa patronale Rocca di Marmoro. Secondo Antonio Sant’Antonio Abate Balbiani, il bellanese autore di "Lasco, il 17 gennaio bandito della Valsassina", proprio questa Abitanti 141 rocca era il covo di “Lasco”, appunto il (all'1/1/2011 - Istat) mitico bandito protagonista dell’omoni- Sindaco mo romanzo storico. La prima edizione è Alberto Maria Denti del 1871. Nel romanzo vengono narrate CAP 23837 le vicende di Sigifredo Falsandri, Conte di Marmoro, nobile signore che pubblicamente si dintinse per le buone azioni e privatamente, aiutato dai suoi “bravi”, si trasformò nel bandito temuto in tutta la Valle per delitti e rapine. Il romanzo - con i suoi luoghi, le sue storie e i suoi personaggi - ha rappresentato lo spunto e lo stimolo per la nascita di usi, costumi e termini (leggende, modi di dire, soprannomi ma anche opere materiali come la dirlindana di Bellano) che ancora oggi, a distanza di circa 150 anni, caratterizzano la quotidianità di molti paesi della Valle. NUMERI UTILI Per la sua caratteristica di “essere calato Municipio 0341 880202 nei luoghi e nella storia della Valle” il romanzo è stato più volte rappresentato con spettacoli teatrali all’aperto (molto noto quello del 1938 a Parlasco). E il romanzo, ambientato per la maggior parte nel territorio di Parlasco, è stato l’occasione per un ambizioso e articolato progetto di rilancio del paese in chiave culturale e turistica. La prima iniziativa di questo progetto è stata “Parlasco - Un borgo dipinto”. Quattordici artistici, scelti attraverso un bando nazionale, hanno raffigurato - dal 25 giugno al 7 luglio 2007 su alcune facciate del vecchio borgo personaggi e situazioni descritti nel romanzo. E il 22 luglio di cinque anni fa è stato ufficialmente inaugurato “Il borgo dipinto”. ESCURSIONI CONSIGLIATE Un itinerario impegnativo porta sui Pizzi di Parlasco. E' un percorso panoramico che consente di ammirare le vecchie miniere di manganese, ora abbandonate, e la "Zoca di Cavèe", un laghetto di origine glaciale. Dai Pizzi di Parlasco si può arrivare al Cainallo. I più temerari possono proseguire per il Grignone e godere di panorami mozzafiato.
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TACENO Taceno è situato ai piedi dei Pizzi di Parlasco, dove il torrente Maladiga sbocca nel Pioverna. Il paese è la base di partenza per raggiungere Bellano, Vendrogno, l’Alpe del Giumello, la splendida Val Varrone e tutta l'Alta valle fino a Premana. Nei pressi di Taceno si trova Tartavalle, la cui fonte venne scoperta nel 1839 e diede il via all’attività termale. Nel 1918 fu costruito un grande albergo proprio
Superficie 3,67 km2 Altezza slm 507 m Festa patronale Maria Santissima Assunta 15 agosto Abitanti 540 (all'1/1/2011 - Istat) Sindaco Marisa Fondra CAP 23837
vicino alla fonte, immerso nel verde, che registrava il tutto esaurito in ogni stagione. Proprio il 2012 ha testimoniato il rilancio delle antiche Terme di Tartavalle, che dopo anni hanno riaperto la sezione produttiva in attesa dello sviluppo completo della struttura anche come centro benessere. Da vedere a Taceno è la chiesa di Santa Maria Assunta, nel cuore del paese. Originariamente del XV secolo, fu ricostruita tra il 1740 e il 1743. Al suo interno è possibile ammirare l’organo costruito da Eugenio Biroldi, costituito da 619 canne. Sui muri del paese compaiono affreschi che ne raccontano la storia con immagini, volti e lavori della cultura alpina. ESCURSIONI CONSIGLIATE A Taceno si possono fare numerose piacevoli passeggiate. Chi ama fare lunghe camminate può raggiungere Vendrogno, passare per il Colle di San Grato e arrivare fino al Giumello, attraversando i piccoli nuclei di Busè, Tedoldo e Comasira.
NUMERI UTILI Municipio 0341 880375 Parrocchia 0341 880181 Poste 0341 802050
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MARGNO Margno, in Alta Valsassina, è adagiato su Superficie 3,72 km2 terreni morenici e circondato da prati. Altezza slm 730 m Come altri comuni fu dominato dagli arci- Festa patronale vescovi di Milano e per un breve periodo San Bartolomeo fu sotto la signoria di G. Giacomo de' 24 agosto Medici, detto il Medeghino. Nel 1647 Abitanti 366 divenne feudo dei Monti. Un affresco (all'1/1/2011 - Istat) sulla casa parrocchiale ricorda il parroco Sindaco don Bernardo Vitali, patriota che nel 1848 Massimiliano Malugani riuscì a sfuggire agli austriaci travestendo- CAP 23832 si da pastore. Margno è stato decantato dallo scrittore Fermo Magni in una guida pubblicata negli anni Venti del Novecento. Nel cuore del paese c’è la chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo. La sua edificazione viene fatta risalire al XV secolo. Nel corso dei secoli è stata più volte restaurata e ampliata. All'Ottocento risale la facciata, di gusto classico, disegnata dal Balzaretti e affrescata dai Tagliaferri di Pagnona. Nella cappella del Crocifisso c'è un bellissimo dipinto a olio che raffigura la Crocifissione e i santi Giovanni Battista e Antonio Abate, opera attribuita al Borgognone. Un altro quadro di pregio è custodito in sacrestia e rappresenta lo sposalizio di Santa Caterina di Alessandria. Interessante, infine, una visita all'oratorio di Santa Caterina in località Bagnala. ESCURSIONI CONSIGLIATE Una salita suggestiva è quella al Pian delle Betulle, che si può raggiungere con la funivia partendo da Margno: nei giorni prefestivi e festivi - da metà giugno fino alla prima settimana di settembre - partenza ogni ora, dalle 8 alle 21. Nei giorni feriali corse sempre ogni ora ma fino alle 19. Al venerdì (solo in agosto) corse supplementari alle 20 e alle 21. La località, a 1.500 metri, è un’attrezzata stazione sciistica con una scuola di sci e con validi maestri a disposizione sia degli adulti sia dei bambini. Le piste sono sempre ben tenute. Nella bella stagione si possono fare delle belle uscite al monte Cimone (1.800 metri) e NUMERI UTILI all'Alpe di Paglio. Decisamente più lunga 0341 840049 ma abbastanza agevole anche l'escursio- Municipio Parrocchia 0341 802346 ne al rifugio Santa Rita. Farmacia Poste
0341 840513 0341 802411
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CRANDOLA Il comune è costituito da un gruppo di Superficie 9,05 km2 case situate in un angolo di paradiso. È Altezza slm 780 m posizionato su un delizioso balcone Festa patronale naturale che si affaccia su un’ampia Sant’Antonio Abate distesa di verde, dalla quale si gode di 17 gennaio una vista spettacolare, che domina tutta Abitanti 267 la valle fino a Taceno e il Monte Muggio. (all'1/1/2011 - Istat) La storia di Crandola è antica e nel corso Sindaco dei secoli il paese ha subìto le domina- Roberto Pozzi zioni dei vari signorotti che hanno gover- CAP 23832 nato a turno il vasto territorio della valle. Crandola nel 1928 perse la sua autonomia e divenne una frazione di Margno, dopo che il Comune aveva aggiunto al proprio nome l'appellativo di "Valsassina" per evitare il verificarsi di omonimie. Nel 1957 Crandola riprese la propria indipendenza e anche il suo nome oriNUMERI UTILI ginale. È doverosa una visita alla chiesa di Municipio 0341 840119 Sant'Antonio Abate che presenta un superbo campanile di struttura romanica. All’interno è arricchita da tele del Seicento, da affreschi del Settecento e da un tempietto ligneo di pregio. In frazione Vegno vi è la chiesa di San Giovanni Battista con affreschi secenteschi che adornano l'altare e raffigurano i momenti salienti della vita del santo. ESCURSIONI CONSIGLIATE Questa piccola località offre l'opportunità di tante piacevoli passeggiate nei boschi circostanti. I sentieri sono ben tenuti e, attraverso uno di questi, si può giungere al Pian delle Betulle e all'Alpe Grasso. Inoltre da questo lembo di terra, di così suggestiva bellezza, si può raggiungere - con due ore di cammino - il Monte Cimone, sopra Margno.
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CASARGO Situato nell’Alta Valsassina, questo paese Superficie 20,26 km2 della verde Muggiasca è dominato dal Altezza slm 804 m Monte Legnone e circondato dal Monte Festa patronale Muggio e dal Monte Cimone. Casargo è San Bernardino collocato in un’ottima posizione e, grazie 20 maggio alla sua esposizione, usufruisce di un Abitanti 874 clima piacevole, assai apprezzato da turi- (all'1/1/2011 - Istat) sti e villeggianti, molti dei quali hanno Sindaco proprio in questo lembo di terra valsassi- Pina Scarpa CAP 23831 nese le loro seconde case. Il paese è costituito da un nucleo centrale con ancora alcune case antiche ben conservate ed è circondato dalle frazioni di Indovero e Narro, dalle quali si gode una vista spettacolare del Monte Croce e della Valsassina. Casargo è noto anche per la sua Scuola Alberghiera, sita all’uscita del paese e frequentata da giovani che vi imparano l’arte di cucinare e di proporre i cibi in tavola. Nel centro dell’abitato c’è la parrocchia di San Bernardino, che risale all'anno 1655. Nel corso dei secoli la costruzione sacra subì parecchi rimaneggiamenti e, nella seconda metà del Novecento, venne nuovamente restaurata e affrescata. La parrocchiale conserva affreschi di Tagliaferri di Pagnona. A Somadino è possibile visitare la chiesa di Santa Margherita, un’edificazione antica di origine romanica. Infine da non tralasciare, in frazione Codesino, una visita all’oratorio di San Giacomo, che conserva un bel dipinto di Sant'Antonio da Padova, opera del pittore secentesco Luigi Reali, del quale restano opere pregevoli in molte chiese della Valle. ESCURSIONI CONSIGLIATE Anche a Casargo sono molte le passeggiate che si possono comodamente fare nei prati e nei boschi che lo circondano. Inoltre il paese è la base di partenza per raggiungere la stazione sciistica dell’Alpe del Giumello e anche l’Alpe di Paglio. Da Paglio, con una bella camminata nel verde, si può arrivare al Pian delle Betulle e da lì proseguire per il rifugio Santa Rita (3 ore e mezzo di cammino). Infine una bella escursione NUMERI UTILI è quella dell’Anello del Monte Muggio, Municipio 0341 840680 che partendo da Indovero arriva al Parrocchia 0341 840149 Giumello, lungo un percorso non diffiFarmacia 0341 840243 coltoso, a tratti panoramico e tratti Poste 0341 840773 immerso nel verde.
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VENDROGNO Vendrogno è una località di rara bellezSuperficie 11,67 km2 za, adagiata su un soleggiato pendio del Altezza slm 730 m Monte Muggio. Il paese, con le sue fra- Festa patronale zioni, offre la vista di splendidi panorami San Lorenzo e, per la sua posizione esposta al sole, è 10 agosto diventato un centro climatico di soggior- Abitanti 317 no frequentato già dalla fine (all'1/1/2011 - Istat) dell’Ottocento. Il paese ha origini anti- Sindaco che. Infatti esisteva già ai tempi dei Pietro Andrea Acerboni Romani, come testimoniano i ritrova- CAP 23838 menti archeologici risalenti a quell'epoca. Gli abitanti della piccola località vivono sparsi nel centro e nelle frazioni di Comasira, Inesio, Mornico, Noceno e Sanico. Vendrogno, capoluogo della Muggiasca, è sospeso tra il Lario e la Valsassina. Un paese unico e affascinante, dove pare di vivere in un magico eden. Non a caso Vendrogno e la Muggiasca ebbero ospiti illustri, che diedero lustro al territorio. Tra gli estimatori di questa terra vi fu Cesare Battisti, che durante la prima guerra mondiale venne a ritemprarsi le sue stanche membra. Il paese vanta ben dodici chiese che custodiscono un notevole patrimonio artistico. ESCURSIONI CONSIGLIATE Meritano di essere viste tutte le frazioni di Vendrogno, davvero deliziose con le loro chiese. Da questi luoghi si possono ammirare panorami mozzafiato. Tra Noceno e Sanico c'è un sentiero che conduce all'oratorio di San Grato e da qui si può salire al Giumello e poi alla chiesa di Sant'Ulderico, costruita in epoca romanica e successivamente ampliata. Interessante è pure la passeggiata che porta sotto la frazione di Comasira, dove si trova la tomba di Taino, il gigante diventato una vera e propria leggenda. Si narra infatti che un antico signore di Comasira, appunto di nome Taino, venne sepolto dai suoi NUMERI UTILI sudditi sul fondo dell’antro con tutti i suoi tesori e coperto con una enorme Municipio 0341 870157 Parrocchia 0341 870161 pietra circolare. Poste
0341 807929
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PAGNONA Adagiato su uno splendido pianoro, sul Superficie 8,96 km2 lato meridionale del monte Legnone, Altezza slm 850 m Pagnona ha origini antiche. Lo conferma- Festa patronale no alcuni oggetti ritrovati nel 1883 e nel Santa Lucia 1885 vicino all'attuale nucleo abitativo, 13 dicembre riconducibili al XVIII secolo a.C. e all’VIII Abitanti 407 secolo a.C. Nel Medioevo il piccolo borgo (all'1/1/2011 - Istat) divenne importante per il controllo delle Sindaco strade verso Casargo e la Valtellina. Un Martino Colombo tempo in paese c'era un'alta torre circon- CAP 23833 data da una muraglia, costruita nel 1150. Pagnona è nota per aver dato i natali a Giovanni Maria Tagliaferri (1809-1879), incisore e pittore, capostipite di una prolifica dinastia di artisti. Interessante da vedere il nucleo centrale del paese che conserva diversi ricordi del passato che ben si esprimono in alcuni segni artistici. La chiesa parrocchiale, dedicata a Sant'Andrea apostolo, nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata e conserva un bellissimo quadro della Madonna Addolorata della Scuola del Dolci di Venezia, dono dei pagnonesi emigrati nella città lagunare. In località Gallino, quasi sull'orlo della Val di Aveno, vi è una cappella dell'Addolorata venerata dalla gente del posto. ESCURSIONI CONSIGLIATE Pagnona è costeggiata da numerosi alpeggi, meta di escursioni in un ambiente piacevole e rilassante. E' il punto migliore di partenza per chi dalla Valsassina vuol salire sul Legnone. Questo “re” delle Prealpi Comasche, ricco di vegetali rarissimi, superbo con la sua tricuspide vetta, si erge a 2.610 metri, alle spalle di Pagnona. E' una cima ben nota agli alpinisti, dal pendio ripidissimo. La salita è faticosa, ma non presenta vere difficoltà se non presso la vetta. Nel 1921 si saliva ancora in automobile fin oltre l'Alpe Vesina (metri 1.431). Nelle località di Gallino, Termine, Subiale, Bedoledo e Gianello vi sono, ben conservati, i rustici che un tempo servivano per il ricovero degli NUMERI UTILI animali. Un’escursione piacevole è quella che porta all’Alpe Campo, lungo Municipio 0341 890420 una strada a tornanti, realizzata durante Poste 0341 819131 la prima guerra mondiale.
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PREMANA A Premana - capitale delle forbici e dei 2 coltelli, esportati in tutto il mondo - si rin- Superficie 33,72 km Altezza slm 1000 m nova ancora oggi un'antica tradizione legata ai tempi trascorsi degli alpeggi. Si Ricorrenza religiosa sta parlando dei “past”, che originaria- "Il giorno della neve" 11 gennaio mente consistevano in un convito al Abitanti 2.312 quale partecipavano tutti gli alpigiani di (all'1/1/2011 - Istat) un determinato alpeggio e che conclude- Sindaco va il periodo della monticazione. Il centro Silvano Bertoldini storico presenta una struttura medievale CAP 23834 con strette vie e case addossate le une alle altre. La gente di Premana ha un forte attaccamento alla propria terra, alle pro- NUMERI UTILI prie tradizioni e alla propria cultura. Tipico 0341 890437 è il costume delle donne premanesi. Da Municipio 0341 890131 visitare è la chiesa parrocchiale dedicata a Parrocchia 0341 890298 San Dionigi, edificata in epoca paleocri- Farmacia 0341 819108 stiana. Interessante è anche una visita al Poste Museo etnografico, fondato nel 1974, dove sono conservati gli antichi attrezzi di lavoro, una collezione di forbici e tutto quanto riconduce agli usi, ai costumi e alle tradizioni di questo popolo. Ogni 11 gennaio si celebra il giorno della neve in memoria di uno scampato pericolo: nel 1863, quando la popolazione era radunata in chiesa per le Quarantore, una valanga investì la chiesa. La gente si raccolse intorno all'altare e non vi fu alcuna vittima. ESCURSIONI CONSIGLIATE Da Premana partono numerosi sentieri per altrettanti itinerari escursionistici. Uno di questi raggiunge lo Zuch e si snoda dall'imbocco della via Monte Legnone. Una breve passeggiata è quella che segue la strada militare che inizia in fondo all'abitato di Premana per poi proseguire pianeggiante fino all'Acquadusc. Consigliato anche nella stagione invernale è l'itinerario che porta a Solino. Bello anche il tracciato che raggiunge il rifugio Casera Vecchia - Varrone.
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VAL D’ESINO Questo territorio in passato condivise con la Valsassina le vicissitudini storiche, secondo le norme e i diritti indicati dagli Statuti valsassinesi del 1388. Il verde territorio si estende su terrazzi di natura morenica, un terreno assai fertile per la coltivazione della vite e dell'olivo, attività che un tempo costituiva una voce importante dell'economia locale. Due sono i centri di questa valle, situata nella parte settentrionale della costa orientale del Lago di Como: Esino Lario e Perledo. Esino Lario La splendida località, a quasi mille metri d'altezza, si estende in un'ampia conca, a nord-ovest della Grigna settentrionale e sotto i Pizzi di Parlasco. Questo paese, proteso verso il lago, offre una vista mozzafiato. Inoltre gode di clima dolce che richiama villeggianti in tutte le stagioni Molto bella è la chiesa parrocchiale dedicata a San Vittore, che si raggiunge attraverso un viale con le stazioni della Via Crucis, opera dello scultore Michele Vedani. Perledo Situato all'imbocco della Val d'Esino, su pendii soleggiati, con un clima e una flora tipicamente mediterranei, Perledo già nell'Ottocento era un centro assai frequentato. Di indubbio interesse è la chiesa di San Martino, con il suo campanile di stile romanico, che potrebbe risalire alla fine dell’XI secolo. Nelle frazioni di Regolo e di Bologna si possono ammirare resti di costruzioni medievali. Di questo periodo è anche il castello di Vezio, costruzione castellana famosa in tutto il territorio e oltre. ESCURSIONI CONSIGLIATE Si possono fare piacevoli passeggiate nei dintorni del paese. Da Vezio si può salire in località Ortanella, in comune di Esino Lario, per ammirare la chiesetta romanica dei Santi Pietro e Paolo. L’Alpe del Cainallo, a circa 3 chilometri da Esino, è il punto base per numerose escursioni nel gruppo delle Grigne. Un’altra bella passeggiata è quella ai prati di Agueglio, a 1.000 metri di quota, dove si gode un panorama fantastico.
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VALVARRONE
La Valvarrone è una valle fluviale che si allunga per circa 18 chilometri da est a ovest. Il torrente che dà il nome alla valle, il Varrone, nasce dalle bocchette di Trona e di Varrone. Scende precipitoso, ricevendo le acque di torrenti che scendono da valli laterali (Val Fraina, Val Marcia e Val Barconcelli) e sbocca nel Lago di Como. La Valvarrone è scavata in rocce metamorfiche assai antiche. I versanti settentrionali sono ripidi anche se movimentati e culminano con una costiera che dal Legnone (m.2.600) alla Bocchetta di Trona si mantiene costantemente al di sopra dei 2.200 metri. Dai 1.000 ai 1.200 metri si notano i resti di terrazzamenti coperti dal morenico lasciato dal grande ghiacciaio valtellinese che penetrava anche in questa valle. Quattro sono i paesi di questa magnifica terra: Vestreno, Sueglio, Introzzo e Tremenico. Vestreno Adagiato sulla riva destra del torrente Varrone, immerso in prati e castagneti, Vestreno è situato alle falde del Legnoncino. Le sue case sono antiche con i caratteristici tetti in "pioda". Di grande interesse la chiesa dei Santi Pietro e Giacomo, le cui origini risalgono al periodo medievale, anche se l'edificio ha subìto rimaneggiamenti nei secoli successivi. Sueglio È un piccolo borgo caratterizzato da tante piccole viuzze. Se è vero che il capoluogo della Valvarrone è Introzzo (paese che un tempo
JOIE DE VIVRE
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dava il nome all'intero territorio, definito appunto Monte di Introzzo), è altrettanto vero che Sueglio ebbe una notevole importanza: sorge qui, infatti, la chiesa parrocchiale alla quale fanno riferimento anche le comunità di Introzzo e Vestreno. E' dedicata a San Martino e anche questo ci ricorda come un tempo Sueglio fosse una località di rilievo nella mappa dei presidi longobardi. Qui sorgeva, infatti, una torre di guardia e, sul monte Legnoncino, una cappelletta dedicata a San Sfirio, un santo il cui culto risale all'epoca longobarda. Introzzo Nel Medioevo questa terra era chiamata Monte di Introzzo e il termine abbracciava 1'intera Valvarrone, testimoniando l'importanza del paese, ancor oggi indicato come il capoluogo di questa vallata. Ma troviamo anche la denominazione di Monte di Dervio a ricordare la dipendenza della valle dal paese situato sul lago. Oggi un versante è praticamente disabitato e sull'altro sono arroccate quattro frazioni che si spingono, con i loro alpeggi, fin sulle pendici del Legnoncino e del Legnone. Del resto Introzzo ha sempre patito un certo isolamento se si pensa che una strada vera e propria fu costruita per ragioni militari soltanto durante la prima guerra mondiale. Tremenico Il paese ha origini antiche. Era già conosciuto per le sue cave di ferro ai tempi dei Galli e dei Romani. Le sue case sono state costruite assai ravvicinate e nella frazione d’Avano vi sono abitazioni in stile gotico. Una visita merita la chiesa parrocchiale di Sant'Agata, ricostruita nel Cinquecento. ESCURSIONI CONSIGLIATE I quattro paesi sono la base di partenza per escursioni sui monti circostanti e sul Legnoncino. Molto distensive le passeggiate nei prati e nei boschi con ombrosi alberi secolari.
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NUMERI UTILI Carabinieri di Introbio Carabinieri di Casargo Carabinieri di Lecco Carabinieri - Pronto Intervento Croce Rossa Delegazione di Premana Croce Rossa Delegazione della Valsassina - Ballabio Croce Rossa di Lecco Distretto Sanitario di Introbio Emergenza Sanitaria Enel Gas - Lario Reti Holding spa Guardia di Finanza - Pronto Intervento Guardia Medica Introbio: Premana: Ospedale di Lecco Polizia Stradale di Lecco Polizia - Soccorso Pubblico Polizia - Pronto Intervento Servizio Antincendi - Corpo Forestale dello Stato Soccorso ACI Soccorso Centro Valsassina Introbio Vigili del Fuoco - Pronto Intervento Vigili del Fuoco di Bellano Vigili del Fuoco di Lecco
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VALSASSINAc’è Supplemento al n°7 2013 de IL PIOVERNA AMMINISTRAZIONE E REDAZIONE C.so Carlo Alberto, 17/a Lecco Tel. 0341.360875 - Fax 0341.284671 e-mail: direzione@emmepigroup.it DIRETTORE RESPONSABILE Gianluigi Castelnovo DIRETTORE EDITORIALE Claudio Bottagisi GRAFICA Emmepi Editoriale FOTOGRAFIE Claudio Bottagisi - redazione STAMPA Grafiche FGM Bosisio Parini (Lc) CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ Emmepi Comunication Via C. Alberto 17/A Tel 0341 285110 - Fax 0341 284671
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L’editore e la redazione augurano a tutti buone vacanze e un sereno soggiorno a villeggianti e turisti! Un doveroso ringraziamento a tutti gli sponsor che hanno contribuito - con il loro intervento - alla realizzazione - di questa ampia e ricca guida dedicata alla nostra valle più amata, la Valsassina. Per la ricerca delle notizie presenti nel fascicolo si sono consultate le diverse pubblicazioni, siti internet e guide della Valsassina.
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