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IL PUNTO DEL TURISTA
Chi l’ha deciso? Chi l’ha deciso?”
Quella mattina in bicicletta ho capito che c’erano cose che non si possono cambiare, già decise, già scritte, se non negli astri, nel lento trascorrere del tempo, che, anche se non lo percepiamo, inarrestabile cambia noi e la realtà in cui viviamo
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Eppure, eppure anche dopo quella mattina qualcosa di quella vita è rimasto scolpito nel mio tempo, nel nostro tempo.
Come mai? Quali sono i meccanismi, le ragioni, le curve della memoria, gli angoli dove abbiamo saputo o voluto conservare quel qualcosa che mi consente di cantare, con Franco 126, che non ho mai voluto andarmene “in tutta fretta” che “non sono ancora pronto a dire “basta”.
Basta alla voglia di sperare, di lottare, di credere che ci sia sempre una possibilità, anche oggi anche in questi tempi bui che sembrano non lasciare spazio ai sogni, di coltivare quelle mirabolanti attese che la follia giovanile ci regalava.
Basta alla voglia di giocar all’insanabile malattia che si chiama “goliardia” o cazzeggio, a quella voglia di prendere tutto e tutti “per il culo”, a quell’essere non omologati e omologabili.
Ad essere noi.
”probabilmente non lo sarò mai” capace di entrare nel ruolo che dovrei ricoprire quotidianamente in virtù delle convenzioni sociali.
Sono, siamo quel che siamo: tagliati spessi come la mortadella, cazzoni cazzeggianti, sempre sospesi a metà strada tra filosofia e bar sport, tra saggezza e follia.
Causticamente ironici, serenamente seri, incapaci di prenderci sul serio.
Già, “Maledetto tempo, maledetto me. Come mi è venuto in mente di crescere?”
Franco126 a me non m’è venuto in mente di crescere, sono cresciuto, invecchiato, ho vissuto il tempo, l’ho condiviso con i miei compagni di strada così che potesse dilatarsi al massimo, diventare il più lungo possibile.
Per starci dentro al massimo.
Però… “si è fatto tardi troppo presto. E ho un po’ paura se ci penso.”
Sì, ho un po’ paura se ci penso, “la strada alle mie spalle corre via” e non solo lungo quest’autostrada che ormai conosco a memoria, e ripenso a quello che è stato e , caro Franco126, “sorrido in faccia alla malinconia” p.s. ma perché cazzo Ti chiami Franco126?