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PERSONAGGIO DEL MESE
Mattia Maio
Arte On The Road Tra Imperia E Torino
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Quello con Mattia è un incontro che rispecchia il personaggio: un’intervista on the road al tavolino di un bar, interrotta da tante “comparse” di passaggio, e soprattutto accompagnata da Loki, il bellissimo pastore scozzese del fratello di Mattia, che partecipa al nostro racconto e attira gli sguardi e le carezze di tutti…
Ciao Mattia, raccontaci chi sei, il tuo percorso di studi e di vita, e come sei arrivato fino a qui… a cura di Marta
Sono Mattia, ho 33 anni, vengo da Imperia ma ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Torino, dove attualmente vivo. Proprio all’Accademia è nata l’idea per il progetto che sto portando avanti oggi: in occasione della mia tesi avevo deciso di raccontare delle storie attraverso l’illustrazione, cercando un metodo originale per tradurre la narrazione in immagine.
La tesi prevedeva la raccolta di storie dei senzatetto di Torino, e l’opera conclusiva si è tradotta nell’esposizione dei ritratti di queste persone, realizzati da me, dove veniva riportata una parte della loro storia. Il racconto era poi volutamente interrotto, in modo che, per scoprire il seguito, sarebbe stato necessario chiedere direttamente ai protagonisti in strada, interagendo con loro in uno scambio umano.
I ritratti dei senzatetto sono stati realizzati con la macchina da scrivere, battendo le lettere in modo da formare un volto: questo è stato il mio primo approccio a questa tecnica, è piaciuto molto al mio relatore e al pubblico…e così è iniziata la mia avventura “in strada” .
Quale è il significato di realizzare queste opere in strada: cosa succede quanto esegui le tue performance live e come vivi questi momenti di incontro con il pubblico?
La strada secondo me è il grosso palcoscenico, da la possibilità di condividere nell’immediato i lavori, ed è più fruibile di una galleria, forse uno degli aspetti che mi piace di più.
L’interazione con il pubblico è fondamentale, e l’interesse che suscita la macchina da scrivere è davvero straordinario: le persone di una certa generazione l’hanno sempre avuta in casa, o ci hanno lavorato, è legata ai ricordi di molti ed è un oggetto che fino ad un certo punto ha fatto parte della quotidianità di tanti…vederla in strada con un altro utilizzo colpisce sempre molto.
Un altro fattore che coinvolge è quello musicale: io cerco di battere i miei disegni a tempo con la musica che metto in sottofondo, per creare una sorta di sinestesia tra quello che uno vede e uno sente, la musica diventa quindi parte integrante della mia performance live. Il pubblico solitamente si avvicina perché sente la melodia, poi il suono dei tasti della macchina da scrivere, ed infine viene colpito dal trovarsi non di fronte ad un musicista o ad un segretario, bensì ad un disegnatore.
Il tuo palco principale sono quindi le strade di Torino…