Theriaké anno i n 1

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Theriaké MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANI FARMACISTI DI AGRIGENTO

VACCINI L’obiettivo del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale Il ruolo del farmacista come counselor e potenziale vaccinatore

LEGGE DI BILANCIO 2018 Nuove prospettive per i farmacisti

PROGETTO A.P.P.A.® Realizzazione di laboratorî galenici in Paesi in via di sviluppo

COSA INTENDIAMO QUANDO PARLIAMO DI ARTE? MELOGRANO Proprietà e usi di una delle prime piante coltivate dall’uomo

BOSWELLIA Da incenso nelle cattedrali agli scaffali della farmacia

Anno I n. 1 Gennaio 2018


Sommario

Editoriali

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Rubriche

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Il primo numero della rivista di AgiFar Agrigento

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Cosa intendiamo quando parliamo di arte?

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Attualità

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Fitoterapia&Nutrizione

Il melograno Proprietà e usi di una delle prime piante coltivate dall’uomo

Legge di Bilancio 2018 Nuove prospettive per i farmacisti

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Fitoterapia&Nutrizione

Boswellia Da incenso nelle cattedrali agli scaffali della farmacia

Un anno di impegno condiviso

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Delle Arti

Progetto A.P.P.A.® Realizzazione di laboratori galenici in Paesi in via di sviluppo

Focus: i vaccini

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L’obiettivo del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale

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Vaccini e Farmacia Ruolo del farmacista in quanto counselor e potenziale vaccinatore Redazione: Valeria Ciotta, Elisa Drago, Christian Intorre, Francesco Maratta, Federica Matutino, Giorgia Matutino, Silvia Nocera, Giusi Sanci. Responsabile della redazione e del progetto grafico: Ignazio Nocera Contatti: theriake@email.it Foto di copertina: Agrigento, tempio della Concordia Questo numero è stato chiuso in redazione il 9 – 1 – 2018

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Theriaké

Collaboratori: Stefania Bruno, Paola Brusa, Laura Camoni, Corrado De Vito, Roberto Di Gesù, Gaetano Di Lascio, Claudio Distefano, Vita Di Stefano, Carla Gentile, Aurelio Giardina, Pinella Laudani, Erika Mallarini, Rodolfo Papa, Annalisa Pitino. In questo numero: Claudio Distefano, Maria Beatrice Iozzino, Irene De Pellegrini, Francesca Baratta, Gaetano Di Lascio, Paola Brusa, Corrado De Vito, Lorenzo Ravetto Enri, Irene Pignata, Marco Parente, Rodolfo Papa, Vita Di Stefano, Roberta Palumbo, Federica Matutino.

Anno I Numero1 – Gennaio 2018


Editoriale

Agrigento, tempio di Giunone.

IL PRIMO NUMERO DELLA RIVISTA DI AgiFar AGRIGENTO

Theriaké (Θηριακή) ovvero l’antidoto usato dagli antichi Greci contro qualsiasi veleno, in particolare contro il morso di vipera. Nella lingua latina diventa teriaca, portata a Roma da Pompeo dopo la sconfitta di Mitridate, re del Ponto. E teriaca sarà chiamato per molti secoli ancora il medicinale per eccellenza, il rimedio capace di risolvere ogni tipo di male, largamente adoperato in Europa a partire dal XVI secolo. Anche attorno alla complicata preparazione della teriaca — sono giunte fino ai nostri giorni ricette che includono oltre sessanta ingredienti —, come di altre formulazioni, si struttura e prende corpo l’arte dello speziale. A Venezia, infatti, la preparazione della teriaca avveniva in un luogo pubblico e in presenza delle autorità per garantire la qualità del prodotto. Un esempio, questo, insieme alle prime farmacopee, di regolamentazione del settore. Se volessimo considerare la storia della professione farmaceutica come un continuum, potremmo allora dire che ciò che separa epoche così lontane da quella presente è di certo il passaggio dalla pre-scienza alla scienza; ma ciò che ci unisce e ci fa eredi diretti di quel passato è la necessità di una srtuttura professionale riconosciuta, di una deontologia, e la possibilità di agire in scienza e coscienza per la promozione e la cura della salute umana. Un altro aspetto rimasto costante nel tempo è dato dall’impronta multidisciplinare che caratterizza la formazione del farmacista. Per questa ragione nella nostra nuova rivista proporremo ai lettori un contenuto multidisciplinare tenendo conto dei problemi della professione, degli aspetti economici, del mondo universitario, degli avanzamenti della ricerca scientifica in sanità, inserito in una visione integrata ed unitaria del sapere in contrasto all’eccessiva frammentazione odierna. Lo faremo seguendo un percorso che non escluda l’arte e la cultura come elementi di formazione umana, spirituale e quindi anche professionale. Ci guiderà in questo cammino un maestro d’eccezione: Rodolfo Papa, artista e storico dell’arte. Né sarà trascurato il dibattito sui temi che maggiormente interessano la sanità; cercheremo di affrontarlo con umiltà ed equilibrio nel pieno rispetto delle diverse posizioni. Se è vero che la salute e il benessere sono l’obiettivo della professione farmaceutica, la sua stessa ragion d’essere nella società, allora il centro dell’interesse del farmacista deve essere l’uomo, e in special modo il malato nella sua particolare condizione di fragilità. Al malato e ai suoi familiari vanno riservate cure ed attenzioni, non solo dispensando i medicinali ma anche con l’informazione e il consiglio, ricuperando l’importanza del tempo da dedicare a ciascuno. Operazione, questa, difficile quante altre mai in un contesto di sovrabbondante burocrazia, dove si guarda sempre più alla correttezza formale dei documenti, all’ottenimento della riduzione — vera o presunta — della spesa pubblica e sempre meno alla persona. Auspichiamo pertanto di diventare il veicolo delle iniziative di AgiFar Agrigento, e soprattutto delle idee che verranno da coloro che con entusiasmo e sollecitudine hanno accettato di collaborare con noi, onorando questo foglio, altrimenti assai modesto, con la propria autorevolezza e il proprio rigore scientifico: Paola Brusa, Erika Mallarini, il già citato Rodolfo Papa, Vita Di Stefano, Carla Gentile, Corrado De Vito, Gaetano Di Lascio, Claudio Di Stefano, Pinella Laudani, Annalisa Pitino, Laura Camoni, Stefania Bruno, Aurelio Giardina e Roberto Di Gesù. Richiamandoci al titolo che abbiamo scelto per questa testata, cercheremo di essere, se non un antidoto, almeno un linimento per affrontare le sfide del nostro tempo raccogliendo l’eredità del passato. Augurî di buon anno, e grazie a chi avrà voglia di leggerci.

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Editoriale

UN ANNO DI IMPEGNO CONDIVISO

Inizio anno, tempo di bilanci e di nuovi progetti. La sensazione da cui partire è uno sguardo attento e consapevole, rivolto ad un passato recente e ad un imminente futuro. Il primo è quello che guarda con grande soddisfazione ad un 2017 appena trascorso, chiuso con un bagaglio ricco di partecipazione e di impegno, rivolto ai giovani farmacisti e al loro voler essere sempre più categoria, sempre più professione. Soddisfazione per quel lavoro umile e silenzioso, svolto da un numero sempre crescente di mani e braccia, nel fare dell’AgiFar un laboratorio operoso di idee e di progetti. Una dimensione in cui ognuno, col proprio contributo, è chiamato a sentirsi parte attiva di quel senso di appartenenza alla nostra categoria che forse, per troppo tempo, abbiamo sminuito e dimenticato. Un locus dove il confronto continuo e lo scambio di opinioni diventa motivo di crescita e di opportunità. Opportunità di formazione e di competenza, grazie a Formare l’Eccellenza, il programma di crescita professionale e management della farmacia di AgiFar Agrigento, incentrato sull’approfondimento di tematiche di attualità e volto all’accrescimento e al miglioramento del knowhow del farmacista. Un percorso mirato di corsi e seminari, cui collaborano aziende del settore, organismi di categoria e personalità del mondo scientifico e accademico. Un progetto del tutto sperimentale, cui abbiamo dedicato cura e impegno, che grazie all’apprezzamento e alla partecipazione riscontrata riparte a breve con tematiche importanti e soprattutto con slancio ed entusiasmo rinnovato. Un anno, quello appena trascorso, che ha puntato all’obiettivo della partecipazione attiva. Del sentirsi parte di un’associazione, di un’identità, il cui lavoro, del tutto gratuito, motivato solo dalla forza dell’unità, dell’essere profondamente squadra, è stato un innegabile mattoncino in più, aggiunto ad una visione, oggi più che mai necessaria, di una professione più dinamica ed immediata. Fiducia, dunque, è il secondo sguardo. Quello con cui, timidamente, ma consapevoli della stima di tanti, della volontà, della forza delle idee e del grande spirito di SQUADRA guardiamo al 2018. Un 2018 che si apre con la straordinaria scommessa di Theriaké, che accompagnerà e darà voce al lavoro e all’impegno costante della nostra AgiFar. Ai colleghi della redazione, al loro entusiasmo e agli autorevoli collaboratori che accompagneranno questa nuova avventura, va il mio più grande in bocca al lupo. A quanti in questi lunghi mesi, si sono spesi senza sosta per cercare di valorizzare il lavoro e l’impegno dei giovani, facendoci sentire vivi la propria stima e il proprio incoraggiamento, permettendo così, che iniziative come Theriaké e Formare l’Eccellenza vedessero la luce, va il nostro immenso GRAZIE.

Silvia Nocera Presidente di AgiFar Agrigento

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Attualità

LEGGE DI BILANCIO 2018 Nuove prospettive per i farmacisti

Claudio Distefano* Il 2018 si apre con una buona notizia: è, raggiunti, permettendo così di infatti, approvato nella Legge di “venderli” ad una controparte che potrà Bilancio il finanziamento (36 milioni di essere pubblica (SSN) o privata Euro in tre anni) della (assicurazioni?) e di richiederne una sperimentazione per la remunerazione remunerazione a fronte di una delle prestazioni erogate dalle farmacie valutazione di efficacia. La nell’ambito delle attività della cd. realizzazione di tale percorso Farmacia dei servizi con oneri a carico permetterà alla farmacia indipendente del Servizio sanitario nazionale (SSN). di non farsi scavalcare e sostituire dalla La traduzione dei progetti finanziabili capacità di sistema che potranno in specifiche attività permetterà, vantare le catene reali o franchising in finalmente, di valorizzare anche rapido sviluppo. Negli Stati Uniti, per economicamente il farmacista per le esempio, dove gran parte della spesa attività professionali di natura sanitaria privata è mediata dalle cognitiva. Ciò riveste un elevato valore assicurazioni, è recente la notizia strategico poiché consente alla dell’acquisizione da parte della catena farmacia di passare da un rimborso per la distribuzione CVS pharmacy di Aetna, una delle più importanti del farmaco, che viene man mano a ridursi negli anni compagnie assicurative nel settore della sanità privata. stante i processi di revisione della spesa ed i risparmi Il 2018 sarà anche l’anno nel quale troverà applicazione ricercati dal SSN, ad una remunerazione professionale, la normativa scaturita dalla Legge 124/2017, ex DL che al contrario è legata ad attività pro attive del Concorrenza, che porterà ad una rapida accelerazione nei farmacista, che potranno essere implementate nel processi organizzativi e gestionali ed a nuovi equilibri nei tempo secondo i risultati, con l’innalzamento del rapporti tra tutte le componenti della filiera del Farmaco. corrispettivo economico. La farmacia indipendente, se vorrà Inoltre, l’avvio di tali attività, per la mantenere l’attuale ruolo «La traduzione dei progetti natura specifica del rapporto con il fiduciario verso il cittadino e finanziabili in specifiche attività SSN, dovrà necessariamente migliorare l’eccellenza del livello portare ad una standardizzazione qualitativo del servizio all’interno permetterà, finalmente, di delle procedure che le farmacie del SSN e nell’ambito della spesa valorizzare anche economicamente privata, dovrà necessariamente e attueranno per la realizzazione dei progetti stessi e ciò avrà un valore rapidamente innovarsi ed attuare il farmacista per le attività strategico per sperimentare e poi scelte coraggiose e vincenti per professionali di natura cognitiva» realizzare i progetti di continuare a garantire prestazioni aggregazione per mettere a professionali di qualità. sistema la rete delle farmacie. Il punto focale di questo processo di riforme rimane la Prima di addentrarsi nella realizzazione dei progetti, è necessità di certificare ed accreditare i programmi di bene, però, che si definisca con chiarezza quale possa Pharmaceutical care, in particolare quelli sull’aderenza essere una precisa descrizione di rete da applicare al terapeutica e la presa in carico. È impensabile infatti che caso delle farmacie italiane indipendenti. La rete, infatti, tali attività possano essere svolte dalla singola farmacia o non dovrà essere un agglomerato di farmacie con in anche da tutte le farmacie, con metodologie diverse, comune un distributore di riferimento, ma si diventa seppur formalmente corrette. Il valore, anche economico, rete quando si ha la standardizzazione dei processi che è di tali attività può essere dato unicamente da una riconoscibile anche all’esterno; per raggiungere lo scopo standardizzazione dei processi, condiviso dal numero più non è necessario omologare gli aspetti commerciali e gli alto possibile di farmacie, meglio ancora se in rete con i assortimenti, ma piuttosto condividere dei protocolli medici di medicina generale, e gestito di concerto con gli assortimentali: ogni punto vendita potrà avere un Assessorati alla Salute delle singole Regioni. assortimento libero, ma un processo di acquisto Diversamente, si tratterebbe di un servizio, su base delegato. E non è poco. volontaria, utile forse per fidelizzare qualche cliente in Tuttavia, al fine di garantire la più alta adesione ai più, ma irrilevante riguardo la sostenibilità a lungo progetti di aggregazione in studio e la loro realizzazione, termine della Farmacia, poiché qualsiasi attività del può diventare strategico far sì che le prime attività della singolo non verrebbe remunerata e verrebbe spazzata via nascente aggregazione possano partire dalla dalle iniziative che verranno messe in atto dalle catene. condivisione di progetti di natura cognitiva o di servizi e In conclusione, il nuovo anno richiederà alle Farmacie ed non dalla richiesta di deleghe dei processi di acquisto. ai Farmacisti capacità di innovazione e sviluppo di Queste ultime, infatti, vanno a smuovere interessi attività cognitive, meglio se in rete, con creazione di importanti e non sono ben accette dai farmacisti che valore sia per l’utenza sia per la sostenibilità economica considerano il momento dell’acquisto una prerogativa delle stesse e del lavoro dei Colleghi. difficilmente delegabile. Dopo aver raggiunto l’obiettivo della messa in rete, i successivi processi di certificazione ed accreditamento *Farmacista consentiranno di validare le procedure ed i risultati

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Attualità

PROGETTO A.P.P.A.®

Realizzazione di laboratori galenici in Paesi in via di sviluppo Maria Beatrice Iozzino*, Irene De Pellegrini*, Francesca Baratta*, Gaetano Di Lascio*, Paola Brusa*

Il progetto A.P.P.A.® è un progetto operatore, proveniente dal che unisce solidarietà e Paese destinatario del professione. La onlus A.P.P.A.®, Progetto e vengono acquistate ovvero Aid Progress Pharmacist ed inviate in loco le Agreement, nasce da un'intensa apparecchiature e le materie collaborazione tra il mondo prime necessarie all’apertura accademico rappresentato del laboratorio. Gli studenti dall'Università di Torino, precedentemente formati Dipartimento di Scienza e compiono poi una cosiddetta Tecnologia del Farmaco, e le trasferta nel PVS al fine di farmacie presenti sul territorio allestire il laboratorio e piemontese. All’interno delle trasmettere ai tecnici della attività della onlus il Progetto struttura le nozioni acquisite. A.P.P.A.®, basato su un lavoro di Grazie a questa fase avverrà volontariato senza nessun fine di l’allestimento dei medicinali lucro, si pone come obiettivo galenici ed il relativo quello di progettare, realizzare e controllo di qualità; tale attivare, presso strutture controllo viene anche sanitarie dislocate nei Paesi in via effettuato, con cadenza di sviluppo (PVS), laboratori galenici per l’allestimento di semestrale, presso il Dipartimento di Scienza e medicinali in base alle specifiche esigenze terapeutiche Tecnologia del Farmaco di Torino sui campioni inviati. della popolazione locale. I medicinali allestiti presso i Nel tempo poi avvengono stage periodici di nuovi laboratori A.P.P.A.® dovranno nel tempo sempre studenti presso il laboratorio allestito con finalità di dimostrare di possedere elevata qualità, sicurezza ed aggiornamento delle formulazioni e di verifica del efficacia. mantenimento della qualità prevista. Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto alla Dal 2005 ad oggi A.P.P.A.® onlus ha avviato 9 laboratori in realizzazione di questo Progetto? Le ragioni principali tutto il mondo, 8 dei quali in Africa (2 in Angola, 2 in sono quelle di poter personalizzare i dosaggi e le forme Madagascar, 2 in Camerun e 2 in Tchad) e 1 nell’America farmaceutiche in base alle effettive centrale (Haiti). necessità dei pazienti; di garantire A volte però guerre, problemi «… personalizzare i dosaggi e le l’accesso a medicinali di qualità politici interni ai PVS e forme farmaceutiche in base alle scoraggiando l’uso di prodotti indisponibilità economiche effettive necessità dei pazienti; disponibili in loco e potenzialmente rendono difficile la continuità del contraffatti; di ridurre al minimo lavoro dei tecnici. Oggi infatti sono garantire l’accesso a medicinali di l’impegno economico necessario operativi due laboratori in Angola, qualità scoraggiando l’uso di alla realizzazione di tali medicinali uno in Madagascar, uno in Tchad, e di impiegare personale locale, in uno ad Haiti e sta per essere prodotti disponibili in loco e modo da sensibilizzare gli organi riattivato uno dei laboratori del potenzialmente contraffatti …» preposti ed incentivarli alla Camerun. Inoltre si sta realizzazione di scuole idonee. organizzando l’avvio di altri Tutto questo con l’obiettivo di diventare sempre meno progetti. utili, in pieno accordo con gli obiettivi generali della In Madagascar, ad esempio, il primo laboratorio aperto Cooperazione Sanitaria Internazionale, facendo in modo nel 2009 presso il Centre Medico Social Eglise Catholique di poter porre i PVS nelle condizioni pratiche di poter Apostolique Romaine, situato nella cittadina di Ihosy è in assistere i propri malati con le proprie strutture in piena stallo mentre è attivo il laboratorio presso l’ospedale di autonomia. Henintsoa, piccola struttura con 50 posti letto, che Ogni laboratorio viene avviato seguendo un protocollo permette di sopperire alla difficoltà di reperire medicinali suddiviso in fasi, la cui rigorosa applicazione permette di da parte delle strutture sanitarie locali e delle soddisfare le esigenze della struttura sanitaria del PVS popolazioni che vivono lontano dai grandi centri ed è in ospitante. In primis viene svolta un’indagine grado di allestire mensilmente più di 10 mila farmacoeconomica con relativo studio di fattibilità, preparazioni solide, principalmente a base di successivamente vengono scelti i medicinali e le relative paracetamolo, amoxicillina, ibuprofene, ranitidina. Inoltre forme farmaceutiche da allestire in base alle esigenze di notevole importanza sono le preparazioni a base di locali. Fase importante è quella in cui gli studenti del multivitaminici per il trattamento della malnutrizione corso di laurea in Farmacia o CTF, durante lo svolgimento della tesi sperimentale, apprendono le tecniche di *Dipartimento di Scienza e Tecnologia del allestimento di tutte le suddette forme farmaceutiche. In seguito viene svolto uno stage in Italia da parte di un Farmaco, Università di Torino

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Attualità

delle preparazioni da parte del personale sanitario nei grave diffusa soprattutto tra i bambini. Nel corso delle prossimi mesi verranno predisposti corsi di formazione ultime trasferte svolte dai volontari sono state introdotte per il personale infermieristico in particolare quello nuove formulazioni richieste dall’équipe di medici locali presente in pronto soccorso. come ad esempio l’idrossiurea «Ogni laboratorio viene avviato In Angola invece il progetto A.P.P.A. ® sciroppo pediatrico per il è un valido aiuto per garantire trattamento dell’anemia seguendo un protocollo medicinali alla popolazione falciforme e le capsule di suddiviso in fasi, la cui rigorosa scoraggiando l’uso di quelli doxiciclina per il trattamento della applicazione permette di disponibili in loco che sono spesso malaria e della peste polmonare. contraffatti (in oltre il 50% dei casi) Quest’ultima preparazione ha soddisfare le esigenze della ed hanno un costo elevato. In Angola assunto ancor più importanza struttura sanitaria del Paese sono al momento aperti due considerando che dall’agosto 2017 laboratori uno a nord del Paese, a è in corso, in Madagascar, un ospitante» Funda, e uno nel sud, a Cubal. importante focolaio di peste Attualmente nel laboratorio galenico di Cubal vengono polmonare. È stato inoltre recentemente avviato un prodotti al mese mediamente 11100 capsule progetto per l’allestimento di dentifrici medicati al fluoro in modo da diffondere nella popolazione locale l’importanza di una corretta igiene orale. Ad Haiti la situazione è completamente diversa in quanto A.P.P.A.® opera all’interno dell’Ospedale Saint Damien il più grande ospedale pediatrico gratuito dei Caraibi sito nella periferia della capitale Port-au-Prince dove ogni anno vengono visitati circa 13500 bambini e neonati con più di 3300 ricoveri. Il desiderio di avviare un laboratorio A.P.P.A.® in questa realtà nasce dall’esigenza di allestire forme farmaceutiche ad hoc per i pazienti pediatrici dell’ospedale. Nel laboratorio galenico vengono prodotti al mese mediamente 100 litri di preparazioni liquide (principalmente a base di furosemide, captopril, propranololo, nifedipina e multivitaminici) e 3000 capsule (in particolare a base di carbamazepina per il trattamento dell’epilessia). I medicinali prodotti vengono somministrati sia a pazienti ricoverati presso l’ospedale sia ai pazienti non ospedalizzati. L’ultima novità introdotta in dicembre 2017 è stata la formazione del personale locale per l’allestimento di sacche per la nutrizione parenterale neonatale. L’intervento nell’ambito delle preparazioni sterili però non si ferma qui. Infatti, tenendo conto dell’elevata incidenza di infezioni nosocomiali legate alla scorretta manipolazione

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Attualità (principalmente a base di rifampicina e isoniazide, problematiche politiche locali. Ogni anno un singolo pirazinamide) mentre vengono allestiti al mese circa 15 operatore allestiva circa 23 mila dosi di amoxicillina, 50 litri di preparazioni liquide ad uso orale (principalmente mila di paracetamolo e altri medicinali per un totale di e base di ibuprofene, paracetamolo e amoxicillina). Nel circa 160000 capsule, nel laboratorio galenico venivano laboratorio galenico di Funda vengono invece prodotti al allestiti circa il 70% dei medicinali utili all’ospedale. mese mediamente 3500 capsule L’obiettivo sarebbe quello di (principalmente a base di chinina riaprire il laboratorio galenico di «L’obiettivo di A.P.P.A. ® onlus sarebbe per la terapia della malaria, Kribi e di tornare a lavorare quello di continuare ad operare nei Paesi amoxicillina, paracetamolo ed insieme ai collaboratori in cui è già attiva e di avviare laboratori ibuprofene), ma solo da qualche camerunesi per tutta la anno sono state introdotte le comunità locale che vede questo in altri Paesi in via di Sviluppo. Si vuole formulazioni liquide ad uso orale Centro sanitario come un’ancora quindi promuovere un futuro in salute per la terapia pediatrica. di salvezza. Anche le attività del diventando una vera e propria In Tchad il primo intervento laboratorio galenico risale a luglio 2008 con opportunità sia sul piano umano che su dell’ospedale Notre Dame Des l’apertura de “l’Officine Apôtres a Garoua, avviato nel quello professionale» Galenique”, all’interno 2007, sono attualmente sospese dell’Ospedale Policlinico a causa delle problematiche Universitario “Le Bon Samaritaine”, sito in N’Djamena. Il politico-sociali in cui si trova il Paese e dell’impossibilità laboratorio galenico attualmente è inattivo mentre di raggiungere l’ospedale. continua autonomamente l’allestimento di soluzioni L’obiettivo di A.P.P.A. ® onlus sarebbe quello di sterili in grande volume introdotto dai volontari A.P.P.A. ®. continuare ad operare nei Paesi in cui è già attiva e di Ad aprile 2017 è stato avviato un nuovo laboratorio avviare laboratori in altri Paesi in via di Sviluppo. Si presso l’ospedale Le Bon Samaritain di Biobè, nel sud est vuole quindi promuovere un futuro in salute diventando del Tchad, dove è stato formato un tecnico, Felix, il quale una vera e propria opportunità sia sul piano umano che ha appreso come allestire diversi tipi di capsule e su quello professionale. betadine soluzione e la cui formazione proseguirà durante la prossima trasferta di febbraio 2018. Inoltre Bibliografia all’interno dell’ospedale vengono allestite soluzioni per • http://www.progettoappa.it/ Data ultima infusione e il plumpynut (una pasta di arachidi che viene consultazione dicembre 2017 • Baratta F., Germano A., Brusa P. Diffusion of successivamente arricchita con vitamine e sali minerali counterfeit drugs in developing countries and stability per la denutrizione severa dei bambini). Le condizioni of galenics stored for months under different climatiche non sono sempre favorevoli ed impediscono il conditions of temperature and relative humidity. Croat lavoro da ottobre a luglio a causa delle piogge molto fitte. Med J. 2012 Apr;53(2):173-84. Il laboratorio galenico presso l’Ospedale La Bethanie• Baratta F., Germano A., Di Lascio G., Petieau R., Brusa Ginteam a Douala in Camerun è stato invece l’apripista di P. Establishment of galenic laboratories in developing tutti i laboratori del Progetto A.P.P.A.®, nel 2014 il countries to produce high quality medicines: results of laboratorio di Douala è stato trasferito nella vicina città di Aid Progress Pharmacist Agreement (A.P.P.A.®) Project. Croat Med J. 2014 Dec;55(6):662-8. Kribi e purtroppo attualmente è inattivo a causa di

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Vaccini

L’OBIETTIVO DEL PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE VACCINALE

Corrado De Vito* Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 20172019, discendente dallo European Vaccine Action Plan 2015-2020 e dal Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, ha riportato nel nostro paese l’attenzione alla necessità di ridurre il carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino attraverso l’implementazione di strategie efficaci e omogenee su tutto il territorio. Il PNPV si propone come obiettivo generale proprio l’armonizzazione delle strategie vaccinali per garantire alla popolazione l’equità dell’accesso a vaccini efficaci e sicuri attraverso undici punti: 1) mantenere lo stato polio-free; 2) raggiungere lo stato morbillo-free e rosoliafree; 3) garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e popolazioni a rischio; 4) aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale; 5) contrastare le disuguaglianze, promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili; 6) completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali; 7) migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili con vaccinazione; 8) promuovere una cultura delle vaccinazioni coerente con i principi guida del PNPV; 9) sostenere il senso di responsabilità degli operatori sanitari e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva; 10) attivare un percorso di revisione e standardizzazione dei criteri per l’individuazione del nesso di causalità ai fini del riconoscimento dell’indennizzo per i danneggiati da vaccinazione; 11) favorire, attraverso una collaborazione tra le Istituzioni Nazionali e le Società Scientifiche, la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini. Nel solco tracciato dal PNPV si è inserita la Legge n.119 del 31 luglio 2017, conversione del D.L. n.73 del 7 giugno 2017, che ha segnato una transizione fondamentale nell’approccio alla prevenzione vaccinale rendendo obbligatorie dieci vaccinazioni: anti-poliomielitica, antidifterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, antiHaemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella; soltanto per quanto riguarda le ultime quattro l’obbligo è previsto per i prossimi tre anni e sarà poi soggetto a revisione dipendentemente dai risultati epidemiologici e di copertura. Le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite, devono essere somministrate a tutti i nati nel 2017 (per i nati dal 2001 al 2016 resta invece in vigore il calendario vaccinale nazionale in corso alla data della nascita) e la loro effettuazione è vincolante per iscrizione ad asili e servizi per l’infanzia. Alle dieci vaccinazioni obbligatorie si aggiungono quattro vaccinazioni “ad offerta attiva e gratuita” che riguardano anti-meningococco B e C, anti-pneumococco e antirotavirus. Se la vaccinazione è un requisito per l’ammissione ai nidi e alle materne (fascia d’età 0-6 anni) la mancata vaccinazione non costituisce un elemento di preclusione all’iscrizione. Tuttavia, i genitori inadempienti saranno multati con cifre a partire da 100 euro e fino a un massimo di 500, senza segnalazione da parte delle Asl al Tribunale dei minori (obbligo inserito originariamente nel Decreto).

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Da quanto detto, è chiaro che le vaccinazioni obbligatorie riguardano di fatto due formulazioni combinate: il vaccino esavalente che comprende anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti-Haemophilus influenzae tipo b, e il vaccino trivalente che comprende anti-morbillo, anti-rosolia e anti-parotite. La vaccinazione anti-varicella può essere somministrata come monovalente o in combinazione con il trivalente. La legge introduce una novità importante anche per quanto riguarda le possibilità di formulazioni da somministrare. In Italia, i vaccini in formulazione plurivalente hanno sostituito negli anni le monovalenti, con lo scopo di ridurre al minimo le sedute vaccinali e le punture. Questo orientamento ha portato alla totale irreperibilità dei vaccini singoli a favore delle formulazioni plurivalenti, creando non pochi problemi nel momento in cui vaccinazioni considerate obbligatorie si sovrapponessero a vaccinazioni facoltative anche in termini di omogeneità di copertura. Per ovviare a questi problemi, la nuova legge prevede che le Regioni possano includere nelle gare d’acquisto anche vaccini monocomponente per effettuare vaccinazioni mancanti o formulazioni in cui sia assente l’antigene per il quale il soggetto risulti immune per malattie già contratte. Tuttavia, proprio a causa della loro difficile reperibilità e del loro costo maggiore, i vaccini monocomponente potranno essere acquistati soltanto nei limiti di disponibilità del Sistema Sanitario e, pertanto, laddove non siano disponibili sarà effettuata comunque la vaccinazione con i plurivalenti disponibili, non essendo state dimostrate reali controindicazioni. La scelta di introdurre l’obbligo vaccinale in Italia è stata quasi obbligata dalla necessità di far fronte ad una serie di criticità che nel corso degli anni hanno caratterizzato nel nostro paese la prevenzione delle malattie infettive. Innanzitutto si deve considerare il drammatico calo di copertura vaccinale per morbillo che si è verificato nel nostro paese (Figura 1). Nel 2015, infatti, l’Italia si pone al livello minimo di copertura vaccinale per morbillo con l’85% di bambini vaccinati, limite inferiore per i paesi facenti parte dell’Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) [1]. Tale preoccupante livello (si ricorda che per garantire una “immunità di gregge” anche per i soggetti non vaccinabili e una ridottissima probabilità di contagio è necessario un livello di copertura pari almeno al 95%) è stato raggiunto per diversi motivi concomitanti, non ultimo il caso Wakefield. Nel 1998 il medico inglese Andrew Wakefield pubblicò sulla prestigiosa rivista The Lancet uno studio che individuava una possibile associazione tra il vaccino trivalente per morbillo/parotite/rosolia (MPR) e autismo. Successivamente l’autore si scagliò in conferenza stampa contro il vaccino trivalente, a questo punto il dado era tratto: un’ondata di panico inarrestabile

*Professore Associato di Igiene. Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive - Sapienza Università di Roma

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Vaccini

Figura 1. Tasso di vaccinazione percentuale nei bambini per difterite, tetano, pertosse/morbillo, 2015. Fonte: The Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) [1].

dilagò dall’Inghilterra in tutta Europa e poi nel mondo, riducendo l’aderenza al vaccino contro il morbillo e minando alla base la fiducia nella sicurezza e nell’efficacia della pratica vaccinale. Soltanto qualche anno più tardi si scoprì che i risultati di Wakefield erano stati contraffatti dall’autore per biechi motivi di speculazione economica (brevetto su un nuovo vaccino e su un kit diagnostico) che gli avrebbero garantito ricavi astronomici [2]. Ad oggi Wakefield, che continua a negare le accuse, è stato radiato dall’albo dei medici, mentre è stato ampiamente dimostrato che non vi è alcun nesso tra il vaccino MPR e l’autismo [3,4]. Soltanto per dare un’idea in termini quantitativi del danno che la riduzione delle coperture vaccinali ha prodotto, si ricorda che dal primo gennaio al 10 dicembre 2017 si sono verificati in Italia 4885 casi segnalati di morbillo (l’88% dei quali in sole sette regioni) che hanno portato a quattro decessi [6], contro i 726 casi verificatesi nello stesso periodo nel 2016 [7]. La bufala scientifica e l’eccessiva risonanza mediatica ad essa data hanno causato senza dubbio gravi danni, tuttavia un certo grado di autocritica deve essere fatto dagli operatori del settore sanitario e dalle istituzioni stesse che non si sono fatte trovare pronte ad affrontare un simile attacco diffondendo capillarmente una corretta informazione. Il Ministero della Salute si è impegnato a promuovere campagne di informazione sul funzionamento della nuova legge, in collaborazione con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i farmacisti e, di concerto con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha avviato campagne di informazione/formazione degli studenti sui temi della prevenzione e in particolare delle vaccinazioni. Tutto ciò dovrebbe aumentare il grado di health literacy dei cittadini e dovrebbe contribuire a contrastare il fenomeno della vaccine hesitancy. Quest’ultima, tradotta in italiano come “esitazione vaccinale”, è stata definita dall’OMS come un ritardo nell’adesione o come rifiuto della vaccinazione, nonostante la disponibilità di servizi vaccinali [5]. Il contrasto all’esitazione vaccinale, secondo

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le linee di indirizzo dell’OMS, deve passare attraverso tre attività fondamentali: analizzare e capire i determinanti dell’esitazione; individuare gli aspetti organizzativi che facilitano l’adesione; individuare e valutare gli strumenti necessari per contrastare questo fenomeno. Questi tre elementi costituiscono una sfida forte per i ricercatori, gli operatori sanitari e le stesse istituzioni per raggiungere una maggiore capacità analitica e per ipotizzare un futuro in cui l’adesione alle vaccinazioni non sia dettata da obblighi di legge ma dalla coscienza dei cittadini stessi consci di perseguire il bene dell’individuo e di proteggere la salute della comunità, così come dettato dall’articolo 32 della nostra Costituzione.

Bibliografia 1.

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OECD (2017), Child vaccination rates (indicator). doi: 10.1787/b23c7d13-en (Accessed on 29 December 2017). https://data.oecd.org/healthcare/childvaccination-rates.htm. Godlee F, Smith J, Marcovitch H. Wakefield’s article linking MMR vaccine and autism was fraudulent. BMJ. 2011;342:c7452. Taylor LE, Swerdfeger AL, Eslick GD. Vaccines are not associated with autism: an evidence-based metaanalysis of case-control and cohort studies. Vaccine. 2014;32:3623-9. Turville C, Golden I. Autism and vaccination: The value of the evidence base of a recent meta-analysis. Vaccine. 2015 13;33:5494-5496. MacDonald NE; SAGE Working Group on Vaccine Hesitancy. Vaccine hesitancy: Definition, scope and determinants. Vaccine. 2015;33:4161-4. EpiCentro. Morbillo in Italia: bollettino settimanale. Rapporto n. 35 dicembre 2017. www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino/M easles_WeeklyReport_N35.pdf. EpiCentro. Morbillo in Italia: bollettino settimanale. Rapporto n. 33 dicembre 2016. http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino /RM_News_2016_33.pdf.

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VACCINI E FARMACIA

Ruolo del farmacista in quanto counselor e potenziale vaccinatore Lorenzo Ravetto Enri*, Irene Pignata*, Marco Parente*, Paola Brusa* Negli ultimi anni la figura del farmacista è andata incontro a profondi cambiamenti, acquistando un ruolo sempre più importante nella gestione del paziente sul territorio. In questo percorso di cambiamento un aspetto importante è stato l’ingresso in farmacia di nuovi servizi, dall’autodiagnostica alla telemedicina. Tra i vari nuovi servizi disponibili in farmacia, in diversi Paesi d’Europa e del mondo, da alcuni anni i farmacisti sono stati autorizzati alla somministrazione di vaccini, addentrandosi in un campo apparentemente lontano dalla nostra professione. In questi Paesi, come Portogallo, Svizzera, Inghilterra e Irlanda, non solo i clienti hanno mostrato un grande apprezzamento per questo servizio, ma sono anche sensibilmente aumentati i tassi di immunizzazione. I vaccini che possono essere effettivamente somministrati in farmacia variano da Paese a Paese, ma si può dire che in quasi tutti i casi il vaccino antinfluenzale rappresenta una costante e spesso è offerto in regime di rimborsabilità. Una caratteristica comune alla normativa di tutti i Paesi è quella per cui, per ottenere l’autorizzazione a somministrare i vaccini, viene richiesto ai farmacisti di frequentare appositi corsi di formazione forniti da providers, che possono prevedere sia lezioni teoriche, ad esempio relative all’immunizzazione, sia lezioni pratiche in aula sulla somministrazione dei vaccini e sulla gestione di eventuali reazioni anafilattiche. Nella maggior parte dei Paesi inoltre è richiesto ai farmacisti di registrare e conservare alcuni dati a seguito della somministrazione di un vaccino come ad esempio la data della vaccinazione, indicazioni sul vaccino come numero di lotto, data di scadenza e nome del produttore del vaccino, gli estremi del paziente e del farmacista che ha somministrato il vaccino, il consenso prima della somministrazione del vaccino; eventuale reazione anafilattica. E in Italia? In Italia la nascita della figura del farmacista vaccinatore è ancora lontana. Anche nel nostro Paese però le farmacie nel corso degli anni sono state sempre più coinvolte nelle campagne vaccinali, ad esempio in Piemonte nell’ultima stagione invernale è stato affidato loro il compito di individuare i clienti a rischio che avrebbero dovuto riceve il vaccino antinfluenzale. Altri servizi che coinvolgono le farmacie, come ad esempio la prenotazione delle vaccinazioni tramite l’accesso al CUP e la possibilità del ritiro del certificato di avvenuta vaccinazione (quest’ultimo servizio solamente in Regione Puglia), non sfruttano il farmacista per le sue conoscenze e per le sue abilità come professionista sanitario, ma rappresentano comunque attività molto gradite alla popolazione, infatti ad esempio in pochi giorni più di 15000 certificazioni vaccinali sono state rilasciate dalle farmacie pugliesi. Ma cosa ne pensano i clienti delle farmacie sulla possibilità che i farmacisti somministrino i vaccini? Trovare una risposta a questa domanda è stato il principale obiettivo del nostro lavoro, obiettivo raggiunto grazie ad una raccolta dati tramite un’intervista diretta

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con l’utilizzo di questionari in otto farmacie del territorio di un’ASL piemontese (ASL TO4), reclutando 320 soggetti. L’85% dei soggetti intervistati si è dichiarato favorevole alla possibilità che il farmacista sia autorizzato alla somministrazione dei vaccini. Tra questi il 31% dichiara di aver un anziano a carico, percentuale che invece scende al 15% fra i contrari. È stato anche possibile valutare cosa ne pensino gli intervistati sui vaccini e a chi facciano riferimento per reperire informazioni in materia di vaccini. Il 76% degli intervistati pensa che i vaccini siano sicuri ed efficaci e di questi la maggior parte (88%) è a favore della nascita della figura del farmacista vaccinatore. Per quanto riguarda l’utilizzo delle fonti di informazione solo l’8% dei rispondenti si affida al farmacista per ricevere indicazioni sui vaccini. Sorprendentemente non è stata trovata una relazione significativa ad esempio tra il desiderio di avere il vaccino in farmacia e la distanza fra primo ospedale o ASL e domicilio. Per quanto riguarda l’opinione degli intervistati sui vaccini è stato particolarmente interessante notare come la maggior percentuale di coloro che si sono dichiarati totalmente contrari si è registrata in una farmacia localizzata vicino alla comunità etico-religiosa Damanhur che si dichiara apertamente contraria all’utilizzo dei vaccini. Un altro aspetto interessante riguarda il livello di scolarizzazione. In letteratura viene riportato che è proprio in quei Paesi con un maggiore grado di istruzione che si ha anche la maggiore avversione per i vaccini, dato curioso anche se nel presente studio non è stata rilevata una significativa differenza nel grado di istruzione fra Novax e Provax. Ma se domani il farmacista dovesse somministrare i vaccini, come avverrebbe la sua remunerazione? Il campione intervistato si è mostrato particolarmente diviso, con oltre il 51% che afferma che non sarebbe disposto a pagare alcun ticket per usufruire di tale servizio. Dall’analisi della letteratura ci ha lasciati perplessi il fatto che quasi il 10% dei genitori arrivi a decidere se vaccinare o meno il proprio figlio sulla base delle informazioni reperite sul web, piuttosto che consultare un professionista sanitario come il medico o il farmacista. Se a questo si aggiunge il crescente dilagare, sul web e non solo, di fake news in questo ambito, il contributo che potrebbe portare il farmacista nel migliorare la conoscenza e la consapevolezza nei confronti dei vaccini assume quindi una notevole importanza. Sicuramente uno dei falsi miti più ricorrenti è l’ipotesi che ci sia una correlazione fra autismo e vaccini, correlazione che è stata ormai categoricamente smentita.

*Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università di Torino

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In realtà l’unico studio che ha proposto questo nesso si è dimostrato essere una frode scientifica tanto da portare alla radiazione del medico che lo ha pubblicato. Nonostante questo, statistiche alla mano, 1 statunitense su 4 è convinto che i vaccini possano essere causa di autismo. Una convinzione radicata nel fronte dei Novax è che vi siano interessi economici delle industrie farmaceutiche dietro alla volontà dei governi di introdurre l’obbligo vaccinale. In realtà le stesse industrie guadagnerebbero molto di più dalla vendita dei medicinali necessari per curare la malattia piuttosto che dalla vendita del vaccino necessario per prevenirla. Ad esempio i circa 300 milioni di euro spesi nel 2015 dal nostro Paese per tutti i vaccini acquistati, corrispondono a poco più dell’1% dell’intera spesa sanitaria nazionale. Troppo spesso poi si sente dire che tutti hanno fatto malattie come il morbillo, ma nessuno è mai morto. Il morbillo è una malattia molto più grave di quanto si crede, in grado di causare la morte in 2 casi su 1000 individui infettati. Purtroppo questo ha trovato conferma proprio nel nostro Paese, in cui tra i 4885 casi segnalati dall'inizio del 2017 si contano anche 4 decessi. Inoltre chi ha ricevuto il vaccino antinfluenzale, ma nonostante questo ha comunque contratto una malattia similinfluenzale, è portato a credere che il vaccino non abbia funzionato. In realtà la causa è da ricondurre non all’inefficacia del vaccino ma a virus parainfluenzali che causano una malattia molto simile all’influenza. Mantenere elevati tassi di immunizzazione è fondamentale per tenere sotto controllo diverse malattie infettive come difterite e poliomielite che un tempo

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destavano preoccupazione e che ormai da decenni non fanno più registrare casi. Per altre malattie, come pertosse e tetano, invece si verificano ancora troppo spesso casi di infezione, arrivando a volte anche alla morte. Le malattie infettive che ancora imperversano nella nostra penisola sono le infezioni da pneumococco e meningococco e malattie relativamente meno gravi come la varicella. Per altre malattie come la rosolia il numero di casi è diminuito marcatamente a partire dalla fine degli anni ‘90, contestualmente all’aumento della copertura vaccinale e si è ulteriormente ridotto con l’avvio, a partire dal 2003, del Piano Nazionale per l’Eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita (PNEMoRc). Per quanto riguarda poi la vaccinazione anti HPV (Human papillomavirus), dopo gli ottimi risultati ottenuti nella popolazione femminile, il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2107-2019 ha esteso questa vaccinazione anche ai soggetti di sesso maschile. Altra importante novità introdotta dal nuovo PNPV riguarda gli over 65 per i quali è stata introdotta l’offerta attiva e gratuita del vaccino contro lo Zoster. Per ultima ma non meno importante l’influenza, una malattia che viene vissuta come una costante inevitabilmente presente ad ogni stagione invernale. In realtà l’influenza è una malattia molto più grave di quello che si crede che, solamente in Italia, è causa mediamente di 8000 decessi all’anno. I gravi rischi legati all’influenza riguardano non tanto la malattia in quanto tale ma soprattutto le possibili complicanze, rappresentate principalmente da bronchiti e polmoniti. L’assenza di informazioni chiare e univoche a riguardo ha portato ad una riduzione della fiducia nei confronti dei

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vaccini che è andata di pari passo con la diminuzione del tasso di vaccinazioni e di conseguenza con l’aumento dei casi di malattie come il morbillo che nel XXI secolo dovrebbero essere ormai debellate. A preoccupare non è solamente il morbillo, ma in generale gli allarmanti dati 2016 sulla coorte 2014. Infatti per molte delle principali malattie infettive prevenibili con la vaccinazione la percentuale di vaccinati è al di sotto della soglia consigliata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in quanto necessaria per ottenere la cosiddetta immunità di gregge. Infatti solo se si raggiunge questa soglia di copertura vaccinale la circolazione del microbo è sufficientemente ridotta da permettere la protezione anche di coloro che per vari motivi non possono vaccinarsi. Quindi la reintroduzione dell’obbligo vaccinale è una conseguenza inevitabile, al fine di contrastare la condizione emergenziale che stiamo vivendo, per garantire una reale protezione dei nuovi nati, i quali non sono proprietà privata dei genitori, ma, essendo il futuro della nostra società, un “bene pubblico” che lo Stato ha il diritto e dovere di preservare. La scelta della politica è stata fortemente condizionata dall’opinione pubblica. Infatti nel primo decreto legge in materia di vaccini proposto in Giugno 2017, erano previste 12 vaccinazioni obbligatorie secondo un preciso calendario. Nella successiva conversione in legge del 31 Luglio (L n. 119/17) sono state apportate importanti modifiche, ed in particolare è previsto che vi siano 6 vaccinazioni obbligatorie (anti-poliomielitica, antidifterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti- Haemophilus influenzae tipo b); 4 vaccinazioni obbligatorie (anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella) ma di cui l’obbligatorietà è rivalutata dal MDS ogni 3 anni sulla base della verifica dei dati epidemiologici, delle eventuali reazioni avverse segnalate e delle coperture vaccinali raggiunte nonché degli eventuali eventi avversi segnalati e 4 vaccinazioni (antimeningococcica B, anti-meningococcica C, antipneumococcica, anti-rotavirus) per le quali non è previsto alcun obbligo, ma risultano comunque essere fornite gratuitamente. Inoltre le vaccinazioni per il loro valore etico ed economico non sono solamente un valido strumento preventivo ma anche un investimento particolarmente redditizio per la sanità pubblica. A fronte di un costo contenuto i vaccini hanno consentito, e consentono, di ottenere dei risultati senza eguali. Le vaccinazioni rappresentano quindi un atto per la protezione del singolo, che, vaccinato, sarà protetto dalla malattia, ma al tempo stesso uno strumento per la protezione della comunità, ed è forse questo l’aspetto più nobile dei vaccini. Le vaccinazioni rappresentano quindi un investimento per la popolazione pediatrica, che rappresenta il nostro futuro, per gli adolescenti di oggi, che sono la classe dirigente di domani, per la popolazione adulta, che rappresenta il perno della società, e per gli anziani che rappresentano la percentuale più alta della popolazione italiana. I costi di un piano vaccinale sono programmabili, razionalizzabili e in ogni caso più contenuti rispetto ai costi diretti, come i trattamenti farmacologici, e indiretti, come la perdita di produttività del malato, derivanti da patologie che sarebbero prevenibili con il vaccino. Ma al di là di queste e molte altre argomentazioni scientifiche che potrebbero essere portate a conferma della sicurezza ed efficacia dei vaccini, il metodo migliore, come dimostrato da alcuni studi, per portare i Novax sulla

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retta via è quello di mostrare i gravi rischi a cui vengono esposti i loro figli se non vaccinati.

Bibliografia • •

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https://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00056 803.htm Data ultima consultazione Giugno 2017 Ministero della Salute. Vaccinazioni: stato dell’arte, falsi miti e prospettive. Il ruolo chiave della prevenzione. Marzo 2017 http://www.vaccineconfidence.org/research/the-state-ofvaccine-confidence-2016/ Data ultima consultazione Giugno 2017 FIP. An overview of current pharmacy impact on immunization. 2016 H.J. Larson et al. The State of Vaccine Confidence 2016: Global Insights Through a 67-Country Survey. EBioMedicine 2016 http://www.asset-scienceinsociety.eu/reports/page1.html Data ultima consultazione Luglio 2017 Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale PNPV 2017-2019 Legge 31 luglio 2017, n. 119 http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/Infografic a2017.asp Data ultima consultazione Dicembre 2017

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COSA INTENDIAMO QUANDO PARLIAMO DI ARTE? Rodolfo Papa

Con questo articolo si apre la rubrica Delle Arti in cui si affronterà la grande questione dell’arte, in tutte le sue diverse dimensioni: teoretica, critica, tecnica, storiografica, filosofica, teologica, liturgica, antropologica. Lo scopo è condurre una riflessione sulle complesse e urgenti problematiche che attorniano l’arte, tenendo conto di tutti gli aspetti che ne compongono il vasto territorio. L’arte è un argomento sensibile ed in questi ultimi decenni lo è diventato ancor di più, divenendo crocevia di tante questioni economiche e politiche nazionali ed internazionali. PARLARE DI ARTE L’arte è un argomento che desta interesse: lo dimostra lo spazio che occupa su quotidiani, riviste di vario Figura 1. Caravaggio, Canestra di frutta. Olio su tela (47 62cm) 1594-98, Pinacoteca Ambrosiana genere, mass media. Spesso Milano. però, la modalità di affrontarla e su cosa sia rimasto di quello che il Novecento ha è scadente, troppo generica e superficiale. A volte, affiora prodotto. Una seria domanda su cosa sia avanguardia e l’eco di vecchie discussioni, sorpassate dagli eventi e dalla cosa sia tradizione richiede una riflessione approfondita storia, in un meccanismo dialettico inceppato e ormai su cosa sia l’arte. La vera carenza del modo immobile. contemporaneo divulgativo di affrontare l’arte consiste L’arte vive nel tempo, ha sue proprie caratteristiche nell’aggirare sempre la questione del suo statuto. costanti e insieme un suo incessante divenire. Oggi, La critica d’arte, l’estetica, la filosofia dell’arte, sembra invece che, paradossalmente, si rifiuti la dovrebbero impegnarsi non solo nell’approfondimento di dimensione perenne dell’arte, usando argomentazioni questioni, ma dovrebbero provare a fornire una ormai vecchie. definizione universale di arte capace di abbracciare ogni Il dinamismo delle correnti e dei movimenti artistici, che arte e ogni singola disciplina, a partire tanto ha segnato il primo Novecento, «… l’arte è di fatto il giusto modo dalla quale cercare di rendere ragione sembra essersi ora arenato in un delle singole arti, tenendo conto della meccanismo scontato. Le di fare le cose, fare appunto a loro storia ma anche della loro avanguardie sono divenute vere e regola d’arte, mentre sarà ogni struttura, del loro statuto, della loro proprie accademie, e quello spirito finalità. “giovanilistico” che le ha singola disciplina a stabilire il L’intento è molto complesso, e attraversate dall’interno per tutta la proprio statuto» richiede una molteplicità di prima metà del secolo scorso è competenze e di analisi. mutato in una struttura Lo scopo di questa rubrica è cercare di affrontare la gerontocratica. Si potrebbe dire che quegli artisti che questione dell’arte da molte angolazioni diverse, quasi quando erano giovani inneggiavano alla rivoluzione approntando diversi sistemi di lenti, per mettere a fuoco rispetto allo status quo, ora sono invece attempati e particolari campi d’indagine e, insieme, l’immenso amano la normalizzazione, avendo reso la stessa territorio delle arti. Per fare questo, occorre usare rivoluzione uno status quo. Leggiamo così gli interventi di contemporaneamente una metodologia teoretica e una critici d’arte quasi ottantenni che si ripropongono riflessione storiografica, facendo tesoro dei risultati di eternamente uguali, quasi consumati pubblicitari di sé discipline diverse, per non restringere il discorso in un stessi. Negli anni Sessanta e Settanta si assisteva spesso campo aprioristicamente determinato. all’improvvisa nascita di una star internazionale Ci proponiamo di affrontare riflessioni su cosa sia l’arte e giovanissima o quasi, mentre oggi, per esempio, le insieme questioni particolari interne alle varie arti, di cosiddette “archistar” (e cioè i “divi” dell’architettura) ripercorrere la validità delle proposte estetiche presenti sono perlopiù settantenni. nella storia del pensiero e insieme di verificare le varie e Si impone, allora, prima di tutto una riflessione sul tempo

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tentare di definire e analizzare fino all’esaurimento di ogni punto interrogativo; oppure rinunciare ad una definizione di fronte al proliferare delle domande; o ancora identificare l’arte solo con un suo aspetto: una particolare disciplina, una particolare corrente, una particolare epoca storica. La questione è difficile, e per essere affrontata richiede chiarimenti prioritari. Cercheremo solo di tracciare un percorso possibile, soprattutto delineandone i compiti. Innanzitutto, cosa vuol dire definire? Definire significa spiegare “che cosa è”, dunque implica la conoscenza, seppure non esaustiva, di ciò che si definisce; inoltre definire non significa costringere una realtà dentro una parola, ma viceversa cercare un discorso che sappia dire la stessa realtà. Dunque, non bisogna avere paura delle definizioni, come se fossero delle prigioni. Inoltre, le definizioni possono essere di tanti tipi, secondo lo scopo e il tipo di conoscenza che si vuole o si può conseguire. Si può definire il “nome” oppure la “cosa”. Nel primo caso siamo di fronte a una definizione nominale, che può a sua volta consistere nell’etimologia, nella spiegazione dell’uso comune del termine, oppure nella specificazione di usi particolari, relativi a un contesto o a una persona. Nel secondo caso, siamo di fronte a una definizione “reale”, che può consistere nell’esplicitazione delle cause e dei principi, oppure nella determinazione di genere e differenza specifica, o ancora può sfumare in una

L’AUTORE Figura 2. Leonardo da Vinci, Cartone di Sant’Anna (Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e San Giovannino). Gessetto nero, biacca e sfumino su carta (141,5x104,6cm) 1501-1505, National Gallery Londra.

molte teorie contemporanee; una attenzione particolare sarà rivolta alla questione dell’arte sacra, che sempre più sta divenendo centrale, per le sue implicazioni di ordine pastorale, ecclesiologico, liturgico. Entro questo orizzonte, ci soffermeremo a lungo nel cercare di tracciare l’identikit dell’artista e se possibile anche dell’artista contemporaneo, riflettendo sulle caratteristiche professionali, umane, spirituali implicate dai molti ruoli del suo stesso lavoro. Si cercherà, dunque, di mantenere nel possibile l’ampiezza di riflessione implicata dall’arte, riconoscendo che questa ampiezza impone una molteplicità di riflessioni specialistiche e, insieme, l’unitarietà di un orizzonte teoretico complessivo. Forse non si troverà risposta a tutte le domande, ma nessuna domanda dovrebbe rimanere inascoltata, anche se possono avere una risposta corretta solo le domande corrette, infatti una domanda sbagliata non può semplicemente avere una risposta. COS’È ARTE? Che cosa è l’arte? Di fronte a questa domanda, viene in mente la situazione descritta da sant’Agostino nel libro XI delle Confessioni a proposito della domanda “che cosa è il tempo?”: se non me lo domandano lo so, se me lo domandano non lo so. Si sente la necessità di definire il significato del termine, anche se nel contempo si avverte una difficoltà definitoria. Infatti, circoscrivere il significato dell’arte escluderebbe, forse, novità e sperimentazioni, oppure mantenerlo fluido e suscettibile di infinite interpretazioni ne annullerebbe, forse, l’identità. Nella teoria dell’arte convivono atteggiamenti diversi:

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Rodolfo Papa, pittore, scultore, teorico, storico e filosofo dell’arte. Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Docente di Storia delle teorie estetiche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sant’Apollinare, Roma; il Master di II Livello di Arte e Architettura Sacra dell’Università Europea, Roma; l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Santa Maria di Monte Berico, Vicenza; la Pontificia Università Urbaniana, Roma. È Accademico Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Presidente della Accademia Urbana delle Arti. Tra i suoi scritti si contano circa venti monografie e alcune centinaia di articoli (“Arte Cristiana”; “Euntes Docete”; “ArteDossier”; “La vita in Cristo e nella Chiesa”; “Via, Verità e Vita”, “Frontiere”, “Studi cattolici”; “Zenit.org”, “Aleteia.org”; …). Come pittore ha realizzato interi cicli pittorici per Basiliche, Cattedrali, Chiese e conventi (Basilica di San Crisogono, Roma; Basilica dei SS. Fabiano e Venanzio, Roma; Antica Cattedrale di Bojano, Campobasso; Cattedrale Nostra Signora di Fatima a Karaganda, Kazakistan; Eremo di Santa Maria, Campobasso; Cattedrale di San Panfilo, Sulmona; chiesa di san Giulio I papa, Roma; San Giuseppe ai Quattro Canti, Palermo; Sant'Andrea della Valle, Roma …)

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Figura 3. Frank Gehry, Cleveland Clinic Lou Ruvo Center for Brain Health.

descrizione. La tradizione classica (Aristotele, Tommaso d’Aquino, solo per fare alcuni nomi) ci offre una definizione reale di ars, secondo genere e differenza: ars est recta ratio factibilium, ovvero l’arte è la corretta ragione delle cose da fare. Dunque il genere è la “recta ratio”, e la specie viene differenziata dal riferimento ai “factibilia”, alle cose da fare, da produrre. L’arte viene così posta tra le virtù dianoetiche, cioè tra le perfezioni dell’anima razionale; inoltre è strettamente connessa con la conoscenza e con la fabbricazione di oggetti; potremmo esemplificare che arte è un “saper fare”. Si tratta di una definizione ampia, che tiene insieme tutte le modalità di “saper fare”: dal costruire tavoli allo scrivere poesie, dal dipingere al cucinare, purché siano fatti bene, con recta ratio. Questo implica il riferimento alla conoscenza delle cause, alle virtù, al bene comune. Entro questo concetto così vasto, facilmente si è posta una distinzione tra le arti

operazioni e funzioni, che delineano i vari ambiti delle discipline artistiche. Proprio a questo livello si pone la problematicità di una definizione comune. Mi sembra che il modo migliore di procedere per contribuire alla definizione dell’arte sia cercare una definizione delle diverse discipline artistiche. Una tradizione che risale a Plinio, ripresa anche da Leonardo, dice che la prima disciplina artistica è la pittura, da cui sono seguite poi la

connotate principalmente da Figura 4. Museo Europeo de Arte Moderno, Barcellona. bellezza e le arti connotate principalmente da utilità. Si tratta di una distinzione non scultura e via via tutte le altre. Sappiamo che nel escludente, nel senso che anche un tavolo, che è utile, può Rinascimento si è riflettuto molto sul “paragone delle essere bello ed anche un monumento, che è bello, può arti”, e cioè sulla valorizzazione degli aspetti comuni e essere utile, tuttavia l’opera d’arte bella è arte perché è soprattutto di quelli diversi, al fine di capire quale fosse bella, mentre l’opera di arte utile è arte perché è utile. la regina delle arti. Ciò ha contribuito a una Entro le arti belle, notiamo una grandissima varietà di

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Figura 5. Andy Warhol with Brillo Boxes, 1964.

valorizzazione degli aspetti specifici delle singole altre e la definiscono nella propria identità. discipline, con una forte consapevolezza dei percorsi Di conseguenza non si può dare una definizione del tecnici, cui sono stati dedicati molti trattati e manuali, concetto di arte, se non in termini generici, come come per esempio il Libro di pittura di Leonardo. Mi appunto propone tutta la tradizione; l’arte è di fatto il sembra che questa strada sia molto proficua, perché giusto modo di fare le cose, fare appunto a regola d’arte, proprio partendo dalla pratica della pittura, della mentre sarà ogni singola disciplina a stabilire il proprio scultura, dell’architettura … si arriva a definire cosa siano statuto. L’assurdità di alcuni tentativi contemporanei ciascuna. Ed è anche importante risiede in una voluta esasperazione che tale riflessione sia provenuta e del concetto di arte, reso così «L’assurdità di alcuni tentativi provenga dai medesimi artisti, cosa e di contemporanei risiede in una voluta omnicomprensivo che evita il senso di scollamento tra conseguenza inefficace, da esasperazione del concetto di arte, le arti e la teoria delle arti, così innescare il desiderio di superarlo. frequente nella contemporaneità. Se invece, il ragionamento viene reso così omnicomprensivo e di Entro il percorso di ricerca di una svolto correttamente, non conseguenza inefficace, da innescare pretendendo di considerare il definizione universale di arte, acquista un valore molto termine arte una coperta che copra il desiderio di superarlo» significativo la ricerca dei principi ogni cosa, con un solo statuto ed e delle regole che definiscono le singole discipline una sola definizione valida per tutte le discipline, ecco artistiche. Ciascuna ha un proprio specifico compito, che si giunge più seriamente a declinare il termine in mezzi e metodologie proprie, tradizioni e maestri, forma plurale. Infatti, usare il termine arti al plurale paradigmi e principi. Mi sembra un campo molto rende comprensibile il fatto che dopo aver dato la fecondo, che non nega sviluppi e progressi, ma nel definizione del concetto di arte in modo universale e contempo consente di identificare una disciplina e anche generico, occorre affrontare la definizione delle singole di coltivarla. Fornisce inoltre la strumentazione teorica discipline, pittura, scultura, architettura, musica, teatro, per riconoscere la disciplina stessa, per affermare, per danza, ecc. ecc. ed anche delle nuove forme artistiche di esempio, che Monet è pittore così come Giotto, ma anche più recente nascita, che non superano le vecchie, ma per negare che gli allestimenti e le performances siano semplicemente le affiancano. Quindi saranno, ad pittura. Infatti, le innovazioni che accadono in una esempio, i performers a dover definire la loro nuova disciplina possono far crescere notevolmente la disciplina, ammesso che questa sia realmente nuova disciplina stessa, ma ci sono delle innovazioni che, anche nella storia e veramente separata dalle altre. se spesso nascono dentro di essa, però ne ricadono fuori, Così facendo potremo avere regole che definiscano una e non ne fanno più parte. Così, per esempio, la pop art e disciplina, senza che questa presuma di aver distrutto o gli allestimenti non rientrano nella disciplina della alterato o ancor peggio ibridato le altre discipline pittura, perché ne esorbitano i mezzi, i fini, la tradizione, artistiche, riducendo tutto ad una indistinta l’ambito, e vanno a definire una disciplina diversa, nuova, incomprensibile unica non definizione, tipica del XX con proprie finalità e modalità di esecuzione: non si secolo. Il XXI secolo ha invece superato questa ideologia tratta del superamento della pittura ma forse della dell’arte per l’arte, riscoprendo il senso ed il valore di nascita di una nuova disciplina artistica. La distinzione tutte le arti. che si pone tra le arti tradizionali, pittura, scultura, architettura, poesia, musica … si pone anche nei confronti di quelle nuove, quali la fotografia, il cinema, etc. Per esempio, i fondamenti della pittura sono diversi da quelli dell’architettura, e anche se possono avere parti in comune, hanno scopi e regole diverse. DELLE ARTI Dunque la definizione dell’arte deve essere tale da poter comprendere tutte le singole arti, ciascuna delle quali ha i propri principi e fondamenti che la distinguono dalle

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Fitoterapia&Nutrizione

BOSWELLIA

Da incenso nelle cattedrali agli scaffali della farmacia Federica Matutino* La Boswellia, pianta appartenente alla famiglia delle Burseraceae e conosciuta fin dall’antichità, veniva e viene tutt’ora utilizzata durante le cerimonie religiose sotto forma di incenso, ottenuto dalla combustione della sua oleoresina ad alto contenuto di diterpeni. Il nome Boswellia classifica un gruppo di oltre 19 specie, tra queste spicca per le sue proprietà farmacologiche la Boswellia serrata. Si tratta di un albero deciduo che cresce in India, Nord Africa e Medio Oriente. La gommoresina, ottenuta per incisione della corteccia, rappresenta la droga della pianta e contiene un olio essenziale, i cui costituenti principali sono l’α-tujene e p-cimene, ed acidi triterpenici pentaciclici denominati acidi boswellici (BAs). Di questi fanno parte: l’acido β-boswellico (β-BA), l’acido cheto-βboswellico(KBA), l’acido acetil-11-cheto-β-boswellico, e l’acido 3-oxo-tirucallico, sono presenti anche polisaccaridi [1]. L’azione farmacologica degli acidi boswellici si esplica attraverso l’inibizione dell’enzima 5-lipossigenasi, che svolge un’azione fondamentale nella sintesi dei leucotrieni [2]. È stato inoltre dimostrato che l’acido cheto-β-boswellico inibisce anche l’attività delle elastasi, enzimi che provocano la distruzione del tessuto connettivale proprio in sede infiammatoria. Lo stesso enzima stimolerebbe, inoltre, la produzione di muco a livello dell’apparato respiratorio giocando quindi un ruolo importante in patologie croniche come la fibrosi cistica polmonare e bronchiti croniche. Gli acidi boswellici, riducono quindi l'infiammazione, anche cronica, preservano l’integrità dei tessuti e migliorano fastidi quali bruciore, dolore e gonfiore in diverse patologie a carico del sistema osteoarticolare, di quello digestivo, dell’apparato respiratorio e nervoso. Per tali ragioni la boswellia è indicata in patologie quali l’artrite reumatoide acuta e cronica, l’osteoartrosi, dolori dorsali, reumatismi dei tessuti molli, nella gotta, e nelle patologie croniche intestinali. La boswellia è disponibile in varie formulazioni, maggiormente consigliata è quella contenente l’estratto secco standardizzato al 65% in acidi boswellici alla dose di 3 capsule/die, raddoppiando la dose nei casi più gravi. Grazie all’assenza di effetti collaterali e all’assenza di tossicità il trattamento può essere prolungato fino a cinque giorni dopo la scomparsa dei sintomi, e in caso di artrite reumatoide può essere protratto per otto settimane [3]. Per incrementare i livelli plasmatici degli acidi boswellici è

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stato testato un complesso fitosomico 1:1 formato da un estratto di boswellia e lecitina di soia, che ha permesso un incremento dei livelli plasmatici degli acidi boswellici (7 volte per il KBA e 3 volte per β-BA)[4]. La boswellia si trova spesso in associazione ad altri estratti fitoterapici, ad esempio con artiglio del diavolo, cartilagine di squalo, acido α-lipoico e curcuma per il trattamento delle malattie artroreumatiche e della piccola traumatologia. Alla luce delle sopraelencate proprietà la boswellia può essere considerata come una valida alternativa ai FANS, soprattutto per patologie croniche nelle quali maggiormente si verificano gli effetti indesiderati tipici dei classici antinfiammatori. Bibliografia 1. 2. 3. 4.

Capasso F., Grandolini G., Izzo A.A., Fitoterapia: impiego razionale delle droghe vegetali. Springer Verlag 2006. Safayhi H., Mack T., Sabierai I. et al, (1992) Boswellic acids: novel, specific, nonredox inhibitors of 5lipoxygenase. J Pharmacol Exp Ther 261:1143-11463. Chiereghin P., Fitoterapia per il farmacista, dal sintomo alle piante medicinali. Tecniche nuove 2005. Giacomi D. Piante officinali e oligoelementi proprietà, effetto e utilizzo. Future Editore.

*Farmacista

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IL MELOGRANO

Proprietà e usi di una delle prime piante coltivate dall’uomo Vita Di Stefano*, Roberta Palumbo** Il melograno (nome botanico Punica granatum L.) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Punicaceae. È considerato nativo dell’Asia centrale, in particolare di un’area geografica compresa tra l’Iran, Figura 1. Le parti della melagrana il Turkmenistan e l’India Settentrionale; tuttavia, data la capacità di adattarsi a svariate condizioni climatiche e varietà di suoli, esso viene coltivato anche in differenti aree geografiche, tra le quali l’Asia, la California e il bacino del Mediterraneo. La pianta di melograno, coltivata fin dall’antichità, è descritta in numerosi documenti quali la Bibbia, il Talmud babilonese, e il Corano come un frutto mistico, con molteplici benefici per la fertilità, l’abbondanza e la longevità. Era presente in alcune cerimonie come simbolo di buon auspicio, nell’arte e nella mitologia greca. Prime tracce del frutto sono state rinvenute nelle tombe egiziane dove veniva conservato insieme ai defunti. Dopo le invasioni barbariche, questo frutto popolò l’Europa grazie agli Arabi, che lo coltivarono in Spagna: la città di Granada è infatti chiamata col suo nome e presenta sullo stemma l’immagine di un melograno. Il fascino di questa pianta ha conquistato nel corso dei secoli anche la cultura italiana: nell’Abbazia di Sesto al Reghena in Friuli, un affresco rappresenta Cristo crocifisso ad un albero di melograno, visto come simbolo dell’ Albero della Vita; a Firenze, nel 1487, Botticelli dipinse la Madonna del melograno, in cui Gesù Bambino tiene in mano un frutto, aperto leggermente, come simbolo del sangue della sua futura passione e della regalità, per la corona che presenta nella parte apicale. L’immagine del melograno è inoltre raffigurata nello stemma del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (CSIC) a risaltare lo stretto rapporto esistente tra melagrana e ricerca scientifica. La pianta di melograno è un piccolo arbusto o albero, dal fogliame caduco, capace di raggiungere gli 8 metri di altezza allo stato selvatico e di vivere fino ai 100 anni. La corteccia del melograno giovane presenta una colorazione variabile, a seconda delle varietà, dal rosa al viola che successivamente, con la maturazione, tende progressivamente a scomparire fino a diventare grigiastra. Le foglie, opposte o sub opposte, sono lucide, strette ed allungate. I fiori, di color rosso vivo, presentano mediamente 3-4 petali obovati, un po’ increspati e sottili. Il frutto, la melagrana o balaustio, è una falsa bacca carnosa avente una buccia molto dura e coriacea. Ciascun frutto può contenere fino a 6000 arilli, partizioni interne robuste con funzione di placentazione ai semi, aventi dimensioni differenti a seconda delle varietà e contenenti uno strato succoso commestibile. Essendo la specie notevolmente mutevole, esistono numerose varietà di melograno. Tra le varietà ad oggi

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conosciute, le più diffuse al mondo sono: Acco, Mollar de Elche, Wonderful e Dente di Cavallo. La varietà Acco è di origine israeliana; produce frutti di medio-grosso calibro, molto colorati. I grani, molto succosi, sono di color rosso rubino, dal sapore piacevole e dolce, con semi molto teneri. Si presta sia al consumo fresco che alla lavorazione e risulta ben resistente alle manipolazioni e ai trasporti. La varietà Mollar, eccellente varietà da tavola di origine spagnola, è una specie autofertile, molto apprezzata per i frutti ricchi di grani, dolci e con semi teneri, quasi inconsistenti. Il frutto si presenta medio-grande, di forma arrotondata, con buccia di colore rosso chiaro e sfumature gialle. Gli arilli, di color rosa o rosso chiaro, avvolgono esternamente i semi e sono caratterizzati da un sapore molto dolce, piacevoli da gustare. La varietà Wonderful, di origine americana, possiede eccezionali proprietà organolettiche; albero molto vigoroso dalla produttività costante ed elevata, presenta un frutto di grande pezzatura, con forma tondeggiante e corona allungata. Si caratterizza, rispetto alle altre varietà di melograno per la colorazione rosso intenso ed uniforme. La scorza si presenta di medio spessore. La cultivar tipica del territorio italiano è la Dente di cavallo (DC), adatta al clima della penisola; rispetto ad altre cultivar è maggiormente resistente al freddo e presenta chicchi dal color rosso vivo, dolci e poco aciduli. Le differenti cultivar differiscono tra loro per dimensione, colore, epoca di maturazione, per il frutto più o meno acidulo o dolce e per il differente contenuto in composti fenolici. Nella melagrana circa il 50% del peso totale è occupato dalla buccia e dalle membrane carpellari, importanti fonti di composti bioattivi quali flavonoidi, ellagitannini, proantocianidine, polisaccaridi e minerali, soprattutto calcio, magnesio, fosforo e sodio. Il restante 50% del peso del frutto è rappresentato dalla componente commestibile, che consiste per l’80% di arilli (parte carnosa) e per il 20%

Figura 2. Diverse varietà di melagrana a confronto

*PhD Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche, Università degli Studi di Palermo. **Studentessa di Farmacia, Università degli Studi di Palermo.

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Fitoterapia&Nutrizione di semi (parte legnosa). Gli arilli contengono per l’85% acqua, per il 10% zuccheri, soprattutto glucosio e fruttosio e per l’1,5% pectina, acidi organici e composti fenolici quali acidi fenolici, flavonoidi e antocianine. I semi rappresentano invece una fonte importante di lipidi: l’olio costituisce circa il 12-20% del peso totale dei semi e possiede un’elevata concentrazione in acidi grassi polinsaturi quali acido linoleico, acido punico, acido palmitico, acido stearico ed acido linolenico. Nei semi sono inoltre presenti proteine, vitamine, fibre, pectina, zuccheri e il fitoestrogeno cumestrolo.

cosmesi, con produzione di creme, bagnoschiuma ed oli, e nella realizzazione di integratori alimentari. La maggior parte degli integratori disponibili in commercio è realizzata con estratti di melagrana titolati con acido ellagico e composti fenolici ad attività antiossidante ed è impiegata per favorire una regolare funzionalità cardiaca prevenendo l’insorgenza di disturbi coronarici ed opponendosi ai deleteri cambiamenti del DNA cellulare che potrebbero portare, a lungo termine, ad invecchiamento cellulare e nei casi peggiori a tumori. La composizione chimica del frutto di melograno è stata oggetto di studio da parte di molti ricercatori che hanno attribuito al frutto e, soprattutto, al succo le caratteristiche di vero e proprio alimento funzionale, data la capacità di prevenire numerose patologie e migliorare in generale lo stato di salute. Gran parte degli effetti benefici del frutto è stata associata al contenuto in antocianine e dunque alla capacità antiossidante del succo, stimata fino a tre volte superiore rispetto a quella del vino rosso e del tè verde. Le proprietà potenzialmente terapeutiche della melagrana sono varie e comprendono cure preventive e trattamenti contro

Figura 3. (1) Composizione nutrizionale della parte edibile (USDA, 2007); (2) Elementi minerali contenuti nella parte edibile (USDA 2007) e nel succo di melagrana con polpa (Andreu-Sevilla et al., 2008).

I composti fenolici presenti all’interno del frutto di melograno sono gli acidi fenolici, soprattutto acido gallico ed acido ellagico e i flavonoidi, dei quali la sottoclasse più rappresentativa è costituita dalle antocianine, responsabili della colorazione rosso brillante della melagrana. Possono essere classificati come composti polimerici ad alto peso molecolare i tannini, di cui è ricca la buccia di melagrana, tra i quali annoveriamo soprattutto punicalina, pedunculagina e punicalagina. Il melograno viene comunemente consumato come frutto fresco o come succo, ottenuto per semplice spremitura del frutto o estratto successivamente a sgranatura degli arilli e azione di una pressa meccanica. Se la qualità della parte edibile e degli arilli è accettabile per il consumo fresco del prodotto, gran parte del raccolto, invece, non possiede una qualità tale da permetterne il consumo fresco e dunque sono state messe a punto svariate alternative commerciali sottoforma di prodotti industrializzati. I principali prodotti industrializzati della melagrana sono rappresentati da marmellate, vini, aceti, liquori e numerosi prodotti nutraceutici. Il frutto, tuttavia, può essere impiegato oltre che in ambito alimentare anche a scopi cosmetici e farmaceutici: le industrie farmaceutiche, tramite tecniche di estrazione dell’olio dai semi sfruttati ed essiccati di melagrana, hanno realizzato una serie di prodotti commerciali. Ad oggi i ricercatori americani stanno già creando dei medicinali a base di melagrana per il trattamento di alcune patologie cronico-degenerative; l’Italia, da questo punto di vista, è ancora indietro sebbene il frutto stia iniziando a trovare un buon riscontro nel settore della

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patologie cardiovascolari, tumori, diabete, malattie infiammatorie, Alzheimer, disfunzioni erettili, affezioni del cavo orale e diarrea. Tra gli studi scientifici che descrivono le applicazioni terapeutiche della melagrana annoveriamo lo studio osservazionale di coorte condotto da Aviram et al: essi dimostrarono che il consumo, per un anno, di succo di melagrana spremuto a fresco da parte di pazienti con grave stenosi carotidea (CAS) portava ad una riduzione significativa dello spessore della carotide interna (CIMT) (9% versus 30%, p < 0,01), ad una progressiva riduzione della pressione sistolica (174 + 8 mmHg vs 153 ± 7 mmHg) e ad un raddoppiamento del tempo richiesto per l’inizio dell’ossidazione delle LDL (da 30 a 65 minuti). I risultati sono sicuramente promettenti e positivi ma al tempo stesso bisogna tener conto del dispendio non indifferente circa la quantità di succo che andrebbe consumato, il tempo necessario per prepararlo secondo spremitura a fresco e dell’effetto non desiderabile di incremento dei livelli di trigliceridi sierici. A proposito degli effetti preventivi della melagrana sulle patologie cardiovascolari, va certamente menzionato lo studio di Aviram e coll.: essi hanno dimostrato che il consumo di 50 ml/die di succo di melagrana, per due settimane, da parte di pazienti con ipertensione, porta ad una riduzione del 5% della pressione arteriosa sistolica e ad un significativo effetto inibitorio sull’attività sierica ACE. Gli effetti benefici non interessano solamente la salute del cuore: studi in vitro condotti da Tomàs e Barberàn nel 2010 hanno evidenziato la capacità del succo di melagrana di ridurre significativamente l’azione delle ciclossigenasi e delle lipossigenasi, enzimi preposti alla conversione dell’acido

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Figura 4. Alcuni integratori alimentari a base di melograno commercializzati in Italia

arachidonico in prostaglandine e leucotrieni rispettivamente, esercitando in tal senso un significativo effetto antinfiammatorio. L’attività antiflogistica del succo di melagrana rappresenta un’evidenza farmacologica strettamente correlata all’effetto preventivo del succo di melagrana sulla malattia di Alzheimer; nel 2014 il dott. Olumayokun Olajide dell’Università di Huddersfield, in collaborazione con l’Università di Edinburgo, ha sperimentato su cellule nervose isolate di ratto l’effetto della punicalagina, composto fenolico generalmente copioso nel frutto di melograno. I risultati di questo esperimento hanno dimostrato una straordinaria capacità di interferire con il signalling dell’NF-kB e di ridurre i livelli di TNF-alfa, IL-6, PG-E2, contribuendo in tal senso a contrastare la risposta infiammatoria nella microglia scatenata successivamente ad accumulo della proteina beta-amiloide e ad iperfosforilazione della proteina tau.

Figura 5. Effetto di riduzione dell’espressione di TNF-α e IL-6 in cellule nervose di ratto sottoposte a trattamento con punicalagina e successiva stimolazione a LPS

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Nonostante saranno necessari studi in vivo riproposti su modelli umani, i risultati di questo studio sono certamente promettenti in quanto denunciano una capacità notevole di limitare la degenerazione neuronale responsabile del peggioramento delle condizioni dei pazienti con Alzheimer. La melagrana e i prodotti da essa derivati, grazie all’elevato contenuto in antocianine, acido ellagico e punicalagine, hanno un effetto preventivo anche sulle patologie tumorali; sono stati studiati in vitro, da Lansky et al., gli effetti del succo di melagrana in un modello transgenico di adenoma alla prostata: dalla sperimentazione è emerso che l’acido ellagico è stato in grado di incrementare il rapporto Bax/Bcl-2, i livelli di proteine correlate al ciclo cellulare p21, p27, CDK-2 e ciclina E, inducendo apoptosi tramite attivazione della via caspasi-3 e sopprimendo dunque la progressione della carcinogenesi della prostata. Dato che ad oggi non sono ancora stati stabiliti in vivo gli effetti dei succhi di melagrana sullo sviluppo e la progressione del cancro alla prostata, l’acido ellagico può essere considerato esclusivamente come un agente potenzialmente chemiopreventivo. Il succo di melograno, grazie all’elevata attività antiossidante posseduta dai composti fenolici presenti, sembra inoltre ridurre l’espressione di alcuni fattori genetici e di composti che inducono allo stress ossidativo, condizione patologica cui è intimamente associato il diabete mellito. Nel 2007 Katz ed altri ricercatori hanno evidenziato che il succo di melagrana possiede attività ipoglicemica. I meccanismi attraverso i quali melograno e derivati di esso eserciterebbero un’azione ipoglicemica sono tutt’ora sconosciuti ma, tra i composti contenuti nel succo, l’acido gallico sembrerebbe svolgere un ruolo di inibizione nell’attività dell’alfaglucosidasi, enzima presente a livello dell’orletto a spazzola intestinale deputato all’idrolisi degli oligosaccaridi in glucosio. Oltre agli acidi fenolici, nel frutto di melograno, è identificabile una quantità considerevole di tannini ed antocianine, grazie ai quali, secondo il ricercatore Reddy, gli estratti di melagrana esibirebbero una significativa azione antimicrobica nei confronti di E. coli, P. aeruginosa, Candida albicans e S. aureus. Le comprovate proprietà antibatteriche si sono dimostrate utili anche nel contrastare alcuni microrganismi della placca dentale: Menezes et al. hanno dimostrato infatti la straordinaria capacità del melograno

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Fitoterapia&Nutrizione di ridurre l’unità batterica, più dell’acqua fluorata e più della clorexidina, contribuendo in tal senso a prevenire l’insorgenza di malattie periodontali infiammatorie croniche e mantenendo un’adeguata salute orale. È stata così proposta la possibilità di introduzione di estratti di melagrana in dentifrici come trattamento aggiuntivo per completare le abituali terapie periodontali. Gli estratti di melagrana sono abitualmente impiegati anche nella realizzazione di creme ed oli ad uso cosmetico: pare che, grazie all’elevato contenuto in composti antiossidanti, gli estratti ottenuti dalla buccia contribuiscano a favorire la rigenerazione del derma e gli estratti provenienti dall’olio di semi a favorire la rigenerazione dell’epidermide, prevenendo in tal senso l’invecchiamento cutaneo. Il frutto di melograno, oltretutto, protegge la cute da danni indotti da radiazioni UVA e UVB e dall’invecchiamento grazie alla capacità da parte dei composti antiossidanti, di ridurre la generazione di specie reattive dell’ossigeno. Le proprietà benefiche della melagrana interessano anche la salute del sistema gastro-intestinale; Studi del 2007 condotti da Qnais et al. e del 2009 condotti da Olapour et al. hanno dimostrato che la somministrazione a cavie da laboratorio affette da dissenteria di 400 mg/Kg di peso corporeo di estratti di buccia di melagrana ha ridotto significativamente il numero di defecazioni e la quantità delle stesse. Ad oggi, infatti, la melagrana è considerata dalla medicina Ayurveda come una sostanza catartica data la straordinaria capacità di contrastare ulcere peptiche, di curare la diarrea e di eliminare parassiti potenzialmente tossici. Numerose referenze evidenziano la capacità terapeutica di melagrana e prodotti da essa ottenuti nei confronti della disfunzione erettile, disturbo che interessa circa 3 milioni di uomini in Italia, alterandone significativamente la qualità della vita. Forest, Padma-Nathan e Liker condussero uno studio scientifico suddividendo 53 pazienti affetti da disfunzione erettile in due gruppi, di cui un gruppo fu trattato con succo di melagrana e l’altro con una semplice bevanda placebo. Gli uomini che avevano assunto succo di melagrana per alcune settimane riscontrarono un aumento del flusso sanguigno e un conseguente miglioramento dell’attività erettile. Le fonti disponibili in letteratura hanno messo in evidenza anche un altro rilevante effetto potenzialmente terapeutico della melagrana: la possibilità di prevenire adiposità ed obesità. Studi condotti da Lei et al. nel 2007 hanno dimostrato che l’estratto di fiori di melograno somministrato a topi obesi per cinque settimane ha causato una diminuzione significativa del loro peso corporeo, un aumento di energia e una diminuzione di colesterolo sierico e dei trigliceridi. È stata notata inoltre una diminuzione dell’appetito e dell’assorbimento del grasso intestinale, dovuti in parte ad inibizione dell’ attività della lipasi pancreatica. Oltre agli acidi fenolici, alle antocianine e ai tannini, i frutti della melagrana matura sono ricchi anche di fitoestrogeni, aventi una struttura chimica simile a quella degli estrogeni prodotti naturalmente dall’organismo. Data la notevole analogia strutturale, queste sostanze agiscono come dei simil-ormoni e sono generalmente ben tollerate. Uno studio clinico ha evidenziato che l’olio di semi di melagrana in capsule, assunto per diverse settimane, attenua in modo significativo disturbi della menopausa tra cui vampate di calore, sbalzi di umore, nervosismo e calo della libido. Sono disponibili in commercio svariati integratori alimentari a base di estratti di melagrana per contrastare la sintomatologia correlata alla sindrome climaterica e ripristinare l’equilibrio ormonale. Studi recenti hanno

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evidenziato l’importanza del succo di melagrana in pazienti che soffrono di malattie renali e che sono sottoposti a dialisi; i ricercatori dell’Istituto Universitario di Tecnologia di Haifa, in Israele, hanno dimostrato che in pazienti con disturbi renali, sottoposti a terapia con assunzione di succo di melograno per tre volte alla settimana prima della sessione di dialisi, risultavano ridotti l’infiammazione e il danno ossidativo da radicali liberi. Oltretutto per i soggetti trattati con il succo sono stati registrati ridotti tassi di ricovero in ospedale. Date le straordinarie proprietà benefiche descritte e la moltitudine di sostanze presenti quali vitamine, acidi fenolici, antocianine, flavonoidi, fibre e zuccheri il frutto di melagrana viene anche definito “frutto della medicina” o “vaccino d’autunno”. L’attuale interesse nei confronti dei benefici nutritivi e medicinali della melagrana sta portando sempre più la ricerca scientifica verso la creazione di integratori alimentari, prodotti nutraceutici e farmaci fitoterapici. Bibliografia •

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