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NEURO

ARCHI DERMA Design for solitary man: interazione degli ambienti interni ed esterni con il contesto di crescita comunitaria attraverso la metafora della pelle

POLITECNICO DI MILANO, LAUREA TRIENNALE IN DESIGN DI INTERNI a.a. 2012-2013 Gotuzzo Emanuele - Candidato Crespi Luciano - Relatore

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ANALISI DI GRUPPO

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INDICE CHI E’ IL SOLITARY MAN? 6-27 COME LO SONO DIVENTATI?

28-29

COME E’ CAMBIATA LA FAMIGLIA?

30-33

PERCHè SONO SOLITARY MAN?

34-39

PUBBLICO E PRIVATO

40-53

I NOSTRI SOLITARY MAN

54-81

LA METAFORA

82-89

FONTI

90-91

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CHI E’ IL SOLITARY MAN?

“L’ Anticittà ha due principa- possono essere, per esempio: li connotati: la frustrazione e anziani rimasti soli, genitori sepl’omologazione” arati con figli a carico da dover mantenere, immigrati regolari La figura del “solitary man” con difficoltà ad integrarsi, stuidentifica determinate caratter- denti fuori sede che si trovano istiche comunitra fasce di sog- spaesati dal repentino cambio getti apparentemente differenti di vita e tendono ad autoescludtra loro. Molte delle problemat- ersi: Tutte queste categorie di iche “dell’abitare” e della vita so- persone hanno sicuramente una ciale vengono infatti affronatate situazione economica precaria, in modo simile: la solitudine, la o comunque non florida, che di sensazione di esclusione dalla sicuro non li aiuta a soppravvisocietà sono reazioni compor- vere da soli: allo stesso tempo, tamentali riscontrabili in diverse però, costoro si trovano costretti tipologie di persone. Queste in un’avulsione dalla società forzata (o auto-forzata), dando vita a ciò che diventa un circolo vizioso da cui è difficile uscire senza ricevere aiuto. 6


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? IL COMBATTIVO

TAXI DRIVER di Martin Scorsese Il film ritrae meravigliosamente la condizione di giovani ragazzi incompresi dalla società, quindi carichi di odio e frustrazione amplificati dalla solitudine, gli stessi sentimenti verosimilmente provati dai ragazzi usciti dal riformatorio. Ci pare crucciale il riscatto morale ottenuto dal protagonista, i ringraziamenti dei genitori della baby prostituta. Anche ai “nostri” ragazzi deve essere offerta l’opportunità di riscattarsi nei confronti della società che deve riaccoglierli al meglio, garantendo un futuro più che dignitoso. Crediamo infatti che il confronto intergenerazionale possa stimolarli positivamente. 8


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? IL CREATIVO

EDWARD MANI DI FORBICE di Tim Burton Il film è una fiaba drammatica situata in un’esagerata e altamente stereotipata visione del sobborgo americano e della tipica famiglia americana che vi abita. Importante la stereotipazione della periferia, dalle belle e colorate “villette brianzole” al tetro “casermone” residenza di strani individui solitari. Del film ci colpisce il messaggio: i solitari posseggono potenziale enorme e hanno molto da donare alla società e, solo perchè diversi, fanno paura a identità molto meno definite e creative. 10


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? IL BISOGNO DI RICONGIUNGIMENTO

STANNO TUTTI BENE / EVERYBODY’S FINE di Giuseppe Tornatore, remake di Kirk Jones Un padre di famiglia rimasto vedovo intraprende un viaggio per il paese per ricreare il clima familiare ormai perso. Il film ci pare uno spaccato di vita veritiero sulla situazione degli anziani che non riescono a superare drammi della vita familiare, trovandosi soli e rinchiudendosi in un sogno, perdendo i contatti col mondo reale. 12


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? L’ALTRUISTA

IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE di Jean Pierre Jeunet Amélie decide di dedicare il suo tempo a “rimettere a posto le cose” che non vanno nelle vite di chi le sta vicino. Crediamo che il film sia la riproduzione esatta del nostro approccio al tema: rimettere a posto le cose nelle vite di persone sole (tutti i personaggi del film sono infatti persone sole e incomprese). 14


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? L’ALIENATO

1984 George Orwell / film di Michael Radford I personaggi Orwelliani sono drammaticamente soli, alienati, privati del loro passato (poiché non tramandato) e dei loro sentimenti perché “se le persone sono sole, sono controllate” (cit. Ugo La Pietra). È proprio questo lo scenario che ci viene chiesto di analizzare e riprogettare.. 16


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? “APPARTENENZA È AVERE GLI ALTRI DENTRO DI SE”

IL MESTIERE DEL PADRE “Che cosa ci faccio io qui? Che senso ha? Il padre non sono io, certo io l’ho fatta ma il padre è chi le sta insieme. A cosa serve questo affetto? A me forse, ma a lei? A lei no di certo. La mia bambina ha tutto anche l’affetto, quello vero, quello di tutti i giorni. Che ci vengo a fare io qui tutte le domeniche inchiodato su una panchina a fare il mestiere del padre? Ma chi me l’ha ordinato? La morale? La coscienza? Chi? Sì, domenica, va bene, domenica alla stessa ora.” 18

LA SOLITUDINE “Vacca troia!... dove sono?... Eccoli lì che se li mangiano i miei pezzi... cannibali!... Troppa fame, credimi... gli dai una mano ti mangiano il braccio... Ve la dò io la comune!... Cannibali... Credimi, da soli si sta bene... In due? È già un esercito. la solitudine non è mica una follia è indispensabile per star bene in compagnia.”

CANZONE DELL’APPARTENENZA “L’appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme non è il conforto di un normale voler bene l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.”


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? “APPARTENENZA È AVERE GLI ALTRI DENTRO DI SE”

LA CANZONE DEL RIFORMATORIO Baustelle “... fra cinque anni dove andrò? e tu chi sarai e chi saremo? fuori dal riformatorio le vite perdute, come gioia passata per sempre come moda, cos’è che ci rende prigionieri? era una dose tagliata male, mi sconvolgeva l’umidità, ma conservavo un certo stile, ti guardai con la felicità irrazionale con la carezza dell’eroina che mi cullava, mi perdonerai Virginia? hai salutato le tue amiche, eri spacciata piccola mia quando ti ho detto “mi riconosci? sono quello che non ride mai nella tua scuola...” e dolcemente ti ho regalato la mia violenza il mio attimo di gloria”. 20

ROCKET MAN Elton John “I miss the earth so much I miss my wife it’s lonely out in space on such a timeless flight and I think it’s gonna be a long, long time touch down brings me round again to find i’m not the man they think I am at home, oh no no no, I’m a rocket man, rocket man, www burning out his fuse up here alone”.


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CHI E’ IL SOLITARY MAN? RIENTRARE NELLA SOCIETÀ

C’e’ solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e un sogno di ciò che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse, che mai è quello che si vede quando la finestra si apre. 22


Fotografie di Gabriele Greco

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Fotografie di Gabriele Greco


Fotografie di Gabriele Greco

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Fotografie di Gabriele Greco


Fotografie di Gabriele Greco

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COME LO SONO DIVENTATI?

Per capire qual’è stato il processo che ha portato alla formazione dei solitary men abbiamo trovato risposte ne “L’Anticittà” di Boeri. Gli estratti sotto riportati ci sono sembrati i più significativi ai fini della nostra ricerca. “La vera grande irreversibile spinta verso forme di abitare temporaneo arriva piuttosto dalla combinazione tra la crescente

precarietà del lavoro e la fragilizzazione della cornice della famiglia. Non è infatti solo la distanza geografica tra residenza e lavoro, ma piuttosto una sostanziale instabilità sociale e familiare il vero motore di una scelta abitativa che non si radica nel tempo in un luogo stabile, ma sceglie soluzioni transitorie, rendendo oggi le città simili a grandi aree di residenzialità temporanea in continua ridefinizione.” (p.45) “La dimensione temporanea dell’abitare nelle città europee è anche intrinsecamente legata al difficile rapporto tra il mutare dei bisogni.

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CONCETTO DI FAMIGLIA INFRAGILITO PRECARIATO

DISTANZA GEOGRAFICA TRA CASA E LUOGO DI LAVORO

CITTA’ COME AREE RESIDENZIALI TEMPORANEE

INSTABILITA’ SOLCIALE O FAMILIARE

DIFFICOLTA’ TRA IL MUTARE DEI BISOGNI E LA RIGIDITA’ DELL’OFFERTA ABITATIVA

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COME È CAMBIATA LA FAMIGLIA?

In occidente la forma gerarchica preponderante è il patriarcato e la discendenza è patrilineare (a differenza di diverse culture non occidentali). Nel 1935, George P. Murdock ha definito la famiglia nucleare come l’unità composta da marito, moglie e figli. In Italia fino a cinquant’anni fa, la famiglia tipica (soprattutto nelle campagne) era quella estesa, cioè dopo un matrimonio ogni nuovo nucleo famigliare continuava a vivere nella casa paterna. Con la crisi del welfare state e importanti riforme del diritto di famiglia (dal 1970 al 1978) si sono creati nuove tipologie di famiglia: coppie non sposate ma conviventi; 30

famiglie monoparentali, (interessante la dinamica della casa al maschile cioè quando viene a mancare la figura femminile in casa; padri con figli a carico); famiglia ricostituita (un nuovo compagno entra nel nucleo familiare; spesso i genitori del nuovo membro assumono il ruolo di nuovi nonni se in famiglia è presente un bambino); famiglia omosessuale, sempre più spesso coppie omosessuali convivono battendosi per la parità dei diritti matrimoniali; cohousing, convivenze dettate da caso e/o necessità; single. Data la varietà di configuarzioni familiari gli antropologi hanno deciso di allargare il concetto di famiglia con l’idea, più veratile, di “gruppo domestico”.


FAMIGLI NUCLEARE

FAMIGLIA ESTESA

FAMIGLIA MONOPARENTALE

FAMIGLIA RICOSTRUITA

COHAUSING

COPPIA DI FATTO

“CASA AL MASCHILE”

FAMIGLIA OMOSESSUALE

SINGLE 31


COME È CAMBIATA LA FAMIGLIA? CASI STUDIO

Per rendere più esplicativa la dinamica del cambiamento dei gruppi domestici abbiamo deciso di analizzare diversi telefilm sia americani sia italiani (largamente influenzati dalle produzioni statunitensi). Abbiamo notato come negli anni i telefilm si siano adeguati ai cambiamenti di vita reali riflettendo un enorme interesse per questa tematica. Famiglia nucleare: “Happy Days” (anni ‘50) [1.1], “La Famiglia Bradford” (anni ‘70), “I Robinson” (anni ‘80), “La vita secondo Jim” (anni 2000); Famiglia estesa: “Otto sotto un tetto”, “Io e la mamma” [1.2], “Un medico in famiglia” (anni ‘90); coppia di fatto: “Love Bugs” (anni 2000) [1.3]; Famiglia monoparentale: “Una mamma per amica” (anni 2000) [1.4]; casa al maschile: “Il mammo” (anni 2000) [1.5]; famiglia ricostituita: “Casa Keaton” (anni ‘80), “La tata” (anni ‘90), “I cesaroni” (anni 2000) [1.6]; famiglia omosessuale: “Modern Family” (anni ‘10) [1.7]; cohousing: “Will&Grace” (anni ‘90) [1.8], “Big Ban Theory” (anni ‘10); single: “Ally Macbeal” (anni ‘90) [1.9]. 32


[1.1]

[1.2]

[1.4]

[1.7]

[1.3]

[1.6]

[1.5]

[1.8]

[1.9]

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PERCHÈ SONO SOLITARY MAN?

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SCELTA OBBLIGO

PERCHÈ

NECESSITÀ.

SCELTA RELIGIOSA EMIGRAZIONE EREMITI MORTE DEL PARTNER DETENZIONE ABBANDONO

STUDIO LAVORO 35


PERCHÈ SONO SOLITARY MAN? PER SCELTA STANZA PER UN UOMO

VI TRIENNALE DI MILANO, 1936 Per la mostra della triennale, Albini si occupa dell’arredamento di tre alloggi tipici e di sperimentare le innovative applicazione della gommapiuma prodotta da Pirelli. Ma la sintesi perfetta di una nuova idea di abitare è rappresentata dalla “stanza per un uomo”, un piccolo ambiente dimostrativo realizzato per la ditta Dassi all’interno della Mostra dell’arredamento. In uno spazio ordinato intorno al modulo di pianta, Albini colloca gli elementi di arredo, tra cui una libreria di cristallo a tutt’altezza e il letto sospeso a oltre due metri da terra. Nella stanza, pensata per un uomo sportivo, spiccano alcuni elementi di assoluta modernità, come il box doccia trasparente, mentre sullo sfondo è collocata una grande parete rivestita in beola.. 36


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PERCHÈ SONO SOLITARY MAN? PER SCELTE RELIGIOSE

LE METEORE Meteora è sede di uno dei principali raggruppamenti di monasteri della Grecia ed è un chiaro esempio di come l’uomo abbia scelto di isolarsi dal resto del mondo, scelta dettata da motivi religiosi. I primi insediamenti risalgono all’XI secolo e agli inizi del XII secolo si formò una comunità di asceti che dette avvio ad uno stato monastico organizzato. Nel XIV secolo, allo scopo di difendersi dai turchi, furono costruiti monasteri sulle cime di rocce inespugnabili. Si narra che Athanasio, nel fondare il monastero della trasfigurazione (Gran Meteora), abbia chiamato “meteoro” la roccia a base dell’edificio, dando così origine al termine di meteora ancora oggi in uso. Questa stato monastico si organizzò nel corso dei tempi e fu sostenuto con numerosi doni e privilegi da potenti famiglie cris- tiane, arrivando nel XVII ad ospitare ancora un gran numero di monaci e asceti. Successivamente la sua fortuna declinò e oggi sono ancora 38


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PUBBLICO E PRIVATO RELAZIONI TRA SPAZIO PUBBLICO E PRIVATO

Lo SPAZIO PUBBLICO è un luogo caratterizzato da un uso sociale collettivo dove le persone hanno il diritto di circolare o dialogare. Nelle società umane,

in particolare quelle urbane, gli spazi pubblici sono luoghi di passaggio e d’incontro ad uso di tutti (strade, piazze, parchi, stazioni, edifici pubblici).Uno spazio pubblico è caratterizzato da diversi fattori quali l’accessibilità, l’intensità d’uso, la mescolanza di comportamenti, l’ interrelazione tra individui appartenenti a gruppi sociali differenti. Esistono, inoltre, degli spazi cosiddetti “ibridi”, SEMI-PUBBLICI E SEMI-PRIVATI, dove le due sfere si intersecano, creando nuove e diverse dinamiche. I primi sono spazi pubblici con una percentuale di spazio privato, dove gli individui hanno la

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possibilità di isolarsi per avere privacy. Lo SPAZIO PRIVATO, invece, è un luogo confidenziale non aperto al pubblico dove l’ individuo ha la possibilità di isolarsi. Esso si differenzia dallo spazio pubblico in quanto le regole e i flussi sono gestiti dall’ individuo stesso. Nello spazio privato, inoltre, è presente un grado di personalizzazione superiore a quello dello spazio pubblico. Gli SPAZI SEMI-PRIVATI sono invece spazi privati con una percentuale di spazio pubblico, usufruibili quindi in parte da altre persone.


- PARCO - CENTRO COMMERCIALE - BIBLIOTECA - MUNICIPIO - .....

ESEMPI

PRIVATO

PAROLE CHIAVE

- COLLETTIVITA’ - SOCIALIZZAZIONE - PASSAGGIO - INCONTRO - ACCESSIBILITA’ - FLUSSI

SEMI-PRIVATO

- ISOLAMENTO

- PERSONALIZZAZIONE - CONFIDENZA - INTIMITA’

- ABITAZIONI - CLUB PRIVATI - .....

ESEMPI

SEMI-PUBBLICO

PAROLE CHIAVE

PUBBLICO

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PUBBLICO E PRIVATO LE NUOVE DINAMICHE ABITATIVE

Anche per lo sviluppo di questa temati- ca ci siamo affidati al testo di Boeri. Di seguito gli stralci più significativi. “Un ulteriore effetto dell’incontro tra spinte alla coabitazione e innovazioni tecnologiche è la crescente “monolocalizzazione” dei vani individuali; un fenomeno frequente nel caso di appartamenti condivisi da utenti che scelgono di vivere “insieme”, ma in “autonomia” e dunque di attrezzare la propria “zona notte” con una pluralità di prestazioni ( in stanza si ricevono gli amici, si guarda la televisione, si lavora,

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addirittura si mangia...). Di segno opposto, ma in qualche modo complementare alla monolocalizzazione delle stanze, è la crescente attrazione esercitata dallo spazio-cucina. Un luogo sempre più ricco di prestazioni, l’unico epicentro collettivo per le isole totalizzanti di intimità domestica che ogni singolo coabitante ricava nella sua stanza. Sta insomma nascendo una nuova generazione di stili di vita che (...) sembrano potentemente investiti dagli effetti contraddittori dei processi di coabitazione. Che da un lato spingono verso l’isolamento e l’individualismo; dall’altro aprono la possibilità di nuove forme di vita comunitaria.”


MOLOCALIZZAZIONE

vivere insieme ma autonomamente

pluralitĂ di prestazioni ricevimento ospiti zona relax zona lavoro/studio zona pranzo finestra sul modno (internet)

spazio cucina come zona epicentro della casa

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PUBBLICO E PRIVATO NUOVE SOLUZIONI ABITATIVE IL COHOUSING: PERCHÈ SI COABITA?

Ancora una volta la profonda conoscen- za del tema dell’abitare di Boeri ci viene incontro per la definizione di cohousing. Riallacciandosi al tema della monocal- izzazione della casa e la conseguente ridefinizione degli ambienti, esplica il concetto

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dell’abitare comunitario. “Si coabita con uno o più “altri” per ridurre i costi, aumentare le sinergie e razionalizzare - fosse anche per periodi limitati - il proprio spazio di vita. Ma si torna a coabitare anche tra i membri della stessa famiglia allargata per contenere le spese e fornire assistenza a chi ( i genitori anziani soli, i nipoti in età scolare) ne ha bisogno. E si coabita anche per assecondare scelte di vita basate sulla mobilità, e dunque all’uso temporaneo di spazi domestici dislocati in luoghi distanti (per esigenze di lavoro, di studio, per scelte di vita) dalla casa di famiglia.”


COHOUSING

coabitare con uno o più “altri” ridurre i costi aumentare le sinergie razionalizzare il proprio spazio di vita assecondare mobilità uso temporaneo di spazi lontani alla casa di famiglia ritorno alla famiglia allargata per contenere spese e fornire assistenze a familiari bisognosi

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PUBBLICO E PRIVATO NUOVE SOLUZIONI ABITATIVE IL COHOUSING: COS’È IL COHOUSING?

La famiglia si sparpaglia, il lavoro è flessibile, il costo della vita lievita e gli stipendi si abbassano. La benzina aumenta e i servizi al cittadino diminuiscono. Genitori separati si palleggiano i figli che ora hanno due case e due camerette, e i nonni sono affidati a badanti che dormono sul divano. Il mercato immobiliare fatica a rispondere ai nuovi assetti sociali. E IL COHOUSING SI PROPONE COME SOLUZIONE. «È come la vecchia sana cooperazione tra vicini di casa», spiega Chiara Mossetti; LA PRIVACY DI OGNUNO È SACRA, SI CONDIVIDONO SOLO DELLE PORZIONI ABITATIVE E L’INVESTIMENTO INIZIALE.

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Il cohousing nasce in Scandinavia negli anni 60, ed è a oggi diffuso specialmente in Danimarca, Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone. LE COMUNITÀ DI COHOUSING COMBINANO L’AUTONOMIA DELL’ABITAZIONE PRIVATA CON I VANTAGGI DI SERVIZI, RISORSE E SPAZI CONDIVISI (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, asili e doposcuola per bambini, orti e giardini...) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale. Tipicamente consistono in un insediamento di 20-40 unità abitative, per famiglie e single, che si sono scelti tra loro e hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato” per poi dar

vita – attraverso un processo di progettazione partecipata - alla REALIZZAZIONE DI UN ‘VILLAGGIO’ DOVE COESISTONO SPAZI PRIVATI (la propria abitazione) E SPAZI COMUNI (i servizi condivisi). La progettazione partecipata riguarda sia il progetto edilizio vero e proprio – dove il design stesso facilita i contatti e le relazioni sociali – sia il progetto di comunità: cosa e come condividere, come gestire i servizi e gli spazi comuni. Le motivazioni che portano alla coresidenza sono l’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato e contemporaneamente il desiderio di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane.


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PUBBLICO E PRIVATO CASI STUDIO INA-CASA

INA-CASA Per INA-Casa si intende il piano di in- tervento dello Stato per realizzare ed- ilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano nell’immediato sec- ondo dopoguerra, con i fondi gestiti da un’apposita organizzazione presso l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, la Gestione INA-Casa. Per Cesate la volontà fu quella di dotare l’insediamento di spazi ampi e significativi così da poter offrire una buona qualità di vita sociale e di relazione tra gli abitanti. Si volle sperimentare una soluzione che contemplasse la presenza di numerose strutture pubbliche e una dotazione pregiata di verde: più che a un sobborgo, i progettisti pensarono a una vera propria “città giardino”. La stesura del piano generale fu affidata ad architetti di fama internazionale, Franco Albini, Gianni Albricci, Ignazio Gardella e ai BBPR (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto N. Rogers): 85 edifici a schiera di varie tipologie per un totale di 478 alloggi unifamiliari disposti su due piani. I rimanenti 96 alloggi furono progettati da Enrico Castiglioni che li organizzò in un unico edificio lungo 185 metri di quattro e cinque piani. La mole dell’edificio, insolita per il picco- lo borgo di Cesate, diede presto motivo agli abitanti di ribattezzarlo Palazzone. Nell’organizzazione generale del Villaggio, l’idea a cui si ispirarono i progettisti fu quella di raggruppare gli edifici attorno a dei nuclei, tipo a corte, dotato di uno spazio aperto, dove gli abitanti potessero incontrarsi e relazionarsi. 48


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PUBBLICO E PRIVATO CASI STUDIO LA CORTE DEI GIRASOLI

LA CORTE DEI GIRASOLI Un esempio incoraggiante arriva da Vimercate, in Brianza, dove un nucleo di 12 famiglie sta dando vita alla Corte dei girasoli: il complesso sorgerà su un terreno acquistato in gruppo, attraverso un bando comunale dedicato proprio al cohousing. I criteri di costruzione soddisferanno la classe energetica A, con un valore medio di 25 kWh/ mq annui. Alla produzione energetica da fonti rinnovabili si affiancherà l’utilizzo del compost per orti e giardini. Previsti un doposcuola per i bambini, una biblioteca e un appartamento a disposizione degli ospiti. 50


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PUBBLICO E PRIVATO CASI STUDIO SINGLE TOWN

SINGLE TOWN “Città per single”, è un progetto presentato nella scorsa biennale di Venezia, si tratta di abitazioni progettate a misura del singolo individuo e delle sue esigenze, creazione dei due architetti e designer olandesi Droog& Kesselskramer. L’habitat a misura di single, dall’arredamento all’illuminazione alla gestione degli spazi architettonici è ritagliato sul suo profilo senza perdere di vista la sua necessità di costruire relazioni sociali. La casa tipo all’interno del tessuto urbano è stata finora progettata pensando alle necessità tipiche della famiglia media ma secondo le previsioni, nel corso degli anni saranno i single la categoria prevalente all’interno della popolazione . Il condominio per single è diventato realtà pochi anni fa in Virginia, a Richmond per esattezza, il Ballstone Place, con case per single ad alto reddito lontane dallo stress e della grande città ma non dalle reti sociali. 52


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I NOSTRI SOLITARY MAN DEFINIZIONE DEI TARGET

I target di cui ci siamo occupati e ci continueremo ad occupare per il nostro progetto sono tre: I RAGAZZI USCITI DAL RIFORMATORIO, GLI ANZIANI E GLI STUDENTI FUORI SEDE. I primi sono stati da noi scelti perché, a nostro avviso, è una delle categorie più interessanti: i ragazzi usciti dal riformatorio hanno infatti maggior necessità di un intervento che possa in qualche modo aiutarli ad inserirsi nuovamente nella società; appartengono ad una tipologia di persone abbastanza “difficile” e delicata che talvolta può rischiare di essere emarginata a causa dei pregiudizi. I ragazzi dei riformatori vengono solitamente arrestati perché hanno commesso reati punibili dalla legge, ma ascoltandoli è facile capire che hanno 54

alle spalle situazioni difficili, di abbandono, di violenza fisica e psicologica, di sfruttamento e soprattutto provengono da ambienti in cui regna la microcriminalità, in cui sono sfruttati per contrabbandare sigarette, rubare e prostituirsi. Il difficile per questi ragazzi è ricominciare da zero per “ristrutturare” la propria mente e riavere la speranza che nulla é perso e che si può ricominciare attraverso altri valori, lontani dalla violenza. Il secondo target, che a differenza del primo non abbiamo scelto ma ci è stato assegnato, è rappresentato dagli anziani. Abbiamo trovato interessante unire tipologie apparentemente così differenti sia per quanto riguarda l’età che per il diverso standard di vita ma, con molta sorpresa,

attraverso delle ricerche da noi effettuate e una serie di questionari che abbiamo riproposto ad entrambi i target, siamo riusciti a cogliere degli interessi e dei bisogni in comune. L’ultimo target viene invece identificato negli studenti fuori sede: abbiamo deciso di inserirlo in quanto attraverso alcuni studi psicologici abbiamo scoperto che per i ragazzi del riformatorio sarebbe opportuna la presenza di coetanei affinché possano essere spronati a riprendere contatti non solo con persone più grandi, come gli anziani, che magari possono rappresentare degli importanti punti di riferimento, ma anche con ragazzi che possono aiutarli con la scuola e coinvolgerli in attività ricreative quali hobby e sport.


RAGAZZI USCITI DAL RIFORMATORIO

ANZIANI

STUDENTI FUORI SEDE 55


I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET STUDENTI FUORI SEDE

STUDENTI FUORI SEDE I risultati che abbiamo riscontrato, con- frontando le risposte degli studenti ai questionari, hanno messo in luce dei punti comuni tra di loro. Per quanto riguarda il modo di vivere la casa, è sorto dalle risposte che gli studenti non risultano essere particolarmente legati all’ appartamento in cui vi56

vono (quasi tutti con dei coinquilini), se non in minima parte alla loro camera da letto. La maggior parte di essi vive la casa come un luogo di passaggio, senza una particolare personalizzazione. Inoltre, quasi la totalità degli intervistati non sembra avere nessuna esigenza di spazio in più, anzi, sono ben disposti ad accettare altri coinquilini. Per quanto riguarda invece i sevizi, le esigenze espresse sono state praticamente le stesse: super-

market, banca, trasporti. Analizzando infine l’ aspetto “emotivo” dell’ essere uno studente fuori sede, i nostri interrogati hanno espresso all’unisono che, seppur consci dei contro di vivere da soli (lavori domestici, bollette, ecc.), preferiscono sicuramente questo tipo di convivenza, piuttosto che quella familiare: nessuno di loro, a quanto pare, sente il bisogno di ritornare dalla propria famiglia piu di una volta al mese, se non di meno.


ASPTTI POSITIVI importanza camera da letto prediligere la condivisione ASPETTI NEGATIVI casa come luogo di passaggio poca personalizzazione BISOGNI servizi nelle vicinanze tornare nella casa di famiglia periodocamente 57


I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET ANZIANI

ANZIANI Le risposte ai questionari degli anziani intervistati sono state molto interessanti, per alcuni quesiti abbiamo riscontrato dei risultati insapettati, molto di più rispetto agli studenti. Le domande riguardanti lo stile di vita hanno avuto risposte che avevamo previsto: il tempo libero viene vissuto fondamentalmente in due modalità diverse e contrastanti: o quasi tutto in casa, o viceversa quasi tutto fuori (spesa, amici, bar). La parte del questionario dalla quale abbiamo estrapolato delle risposte davvero stupefacenti, è stata quella riguardante la casa 58

e come viene vissuta. Tutti gli intervistati sono sì affezionati alla propria casa, ma quando è stato loro domandato se avessero voluto cambiare casa e condividerla con altri, avendone la possibilità, la maggior parte dei soggetti ha risposto affermativamente e accolto volentieri l’idea di condividere con qualcuno degli spazi comuni. Questo denota come noi non conoscessimo per niente quali fossero le effettive necessità e desideri delle persone anziane, o meglio le conoscevamo solo in parte, e, se non avessimo posto loro le domande dei questionari, avremmo raggiunto dei risultati basati soprattutto su luoghi comuni.


ASPETTI POSITIVI casa personalizzata legame affettivo con l’ambiente domestico necessità di socializzare apertura al cambiamento e alla condivisione ASPETTI NEGATIVI molto tempo passato in casa BISOGNI servizi nelle vicinanze 59


I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET FUORI DALLO STEREOTIPO: ANZIANI

ANZIANI Dai i questionari e dagli incontri con rappresentanti dei targetsono emerse risposte inaspettate. Ad esempio per gli anziani abbiamo avuto risposte fuori dagli schemi da Daniela, insegnante di lettere da un paio d’anni in pensione, ipovedente. Da lei ci aspettavamo un forte legame con la casa in cui vive da quarant’ anniinvece sogna di cambiarla, per questo il suo arredammento non è finito. Vive la casa come un luogo di passaggio. Nonostante la casa sia grande, vorrebbe più spazio, soprattutto nella zona giornoe non vorrebbe condividerla, ama la libertà. non ha paura di abitare da sola. non vive nel passato, ha poche foto di parenti e passa poco tempo in casa. Le sue necessità sono un vicinato collaborativo ed educato e spazi verdi ben illuminati per il cane. 60


REALTÀ • voglia di socializzare • voglia di superare i propri limiti • voglia di rendersi utili • voglia di insegnare • impiegano il tempo con hobby

An z

i n a i 61

o

STEREOTIPO • vivono nel passato • depresse • necessità elevata di cure mediche • mentalità chiusa • conservatori • rifiuto verso gli aiuti • diffidenti verso il diverso e il nuovo • enorme legame con la casa


I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET FUORI DALLO STEREOTIPO: EX RIFORMATORIO

EX RIFORMATORIO Per i ragazzi usciti dal riformatorio abbiamo parlato con chanel, un ragazzo camerunense iscritto a giurisprudenza. Ha una profondità di analisi, di pensiero e di introspezione sbalorditiva. È un ragazzo completamente normale, vuole aiutare gli altri e ha una visione sacrale della vita. Ha già avuto esperienze di convivenza con anziani, che rispetta moltissimo, e gradirebbe condividere una stanza con loro. Purtroppo abbiamo anche capito che non tutti i detenuti hanno la sua voglia di cambiare. 62


REALTA • persone rispettose • necessitano liberà • necessitano indipendenza • vogliono di riscattarsi • presenza di coetanei “realizzati” utile per spronarli • bisogno di sentirsi parte attiva della societa

UT

EN

TI

Stud e n ti

STEREOTIPO • persone introverse • persone aggressive • tendenti al reato • consumatori di droghe • attaccabrighe • possibile astio nei confronti dei coetanei • invidiosi

formatorio Ex ri

An z

i n ia

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I NOSTRI SOLITARY MAN SCHEMA RIASSUNTIVO

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REALTA • persone rispettose • necessitano liberà • necessitano indipendenza • vogliono di riscattarsi • presenza di coetanei “realizzati” utile per spronarli • bisogno di sentirsi parte attiva della societa

An z

i n ia

formatorio Ex ri

STEREOTIPO • persone introverse • persone aggressive • tendenti al reato • consumatori di droghe • attaccabrighe • possibile astio nei confronti dei coetanei • invidiosi

REALTÀ • voglia di socializzare • voglia di superare i propri limiti • voglia di rendersi utili • voglia di insegnare • impiegano il tempo con hobby

UT

EN

TI

Stud e n ti

STEREOTIPO • vivono nel passato • depresse • necessità elevata di cure mediche • mentalità chiusa • conservatori • rifiuto verso gli aiuti • diffidenti verso il diverso e il nuovo • enorme legame con la casa

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I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET RESIDENZE PER STUDENTI E ANZIANI

ZAVENAAR, NL, 2001 F. VAN DER WERF Il progetto olandese consiste in un complesso certificato di iniziativa pri- vata finanziato solo parzialmente dal comune. Il progetto, a cui hanno partecipato anche residenti e inquilini, presenta 169 unità abitative destinate a dei tipi di target misti, anziani e giovani (lavoratori e studenti). Oltre agli alloggi sono presenti anche degli spazi destinati alla comunità come una biblioteca, un centro di assistenza, un ristorante e una sala polivalente. L’impianto termico è a riscaldamento a pavimento, si contraddistingue per la sua efficienza energetica: il legname utilizzato per la costruzione proviene tutto solamente da siti di forestazione certificata, alcune delle coperture sono dei teti verdi, e il 20% della pietra utilizzata viene dal recupero di scarti di solai in cls. 66


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I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET RESIDENZE PER ANZIANI

CHESTERTON COURT, LONDRA, GB Chesterton Court è un complesso ed- ilizio finanziato dalla Housing Corpora- tion per Cecil Houses, un associazioni residenziale senza scopi di lucro. Il progetto, del 1988, è in particolare mirato a un target di anziani autosufficienti. Il complesso, su 4 piani, presenta al pian terreno dei servizi residenziali e cinque appartamenti di cui uno per l’assistenza. Ai piani superiori vi sono 8 appartamenti serviti da un unico corridoio con al cen- tro l’ascensore e le scale all’estremità. L’obbiettivo dell’intervento è quello di fornire degli appartamenti per anziani autosufficienti, dotati di sistema di allarme collegato all’appartamento del warden. Tra i servizi, oltre all’appartamento del warden è presente anche un soggiorno comune. In totale sono presenti 29 appartamenti con dimensione uniforme di 30mq, comprendenti camera da letto, soggiorno, cucina, bagno. Il complesso presenta alcuni accorgimenti per l’handicap: il complesso può essere fruito su sedia a rotelle al piano terra e al piano superiore tramite ascensori: tuttavia i bagni non sono predisposti per il movimento di una sedia a rotelle.

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I NOSTRI SOLITARY MAN STUDIO DEI TARGET PROGETTI RIEDUCATIVI IN RIFORMATORIO

Alcune aziende hanno già cominciato a mobilitarsi per aiutare i ragazzi del riformatorio attraverso l’avvio di alcuni progetti che sono utili e possono in- segnare molto in quanto si incentrano sulla condivisione e collaborazione per alcuni lavori a loro affidati. Un esempio è il seguente: un uliveto nel carcere minorile L’impianto dell’oliveto, rigorosamente biologico, fa parte di un progetto di formazione finalizzato al reinserimento sociale e lavorativo che vede impeg- nate fianco a fianco l’Associazione Itali- ana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) e la Lush, azienda particolar70

mente attiva nel campo della difesa ambientale e della promozione di iniziative di solidarietà in tutto il mondo. Grazie al ricavato della vendita della crema Sua Bontà, infatti, Lush finanzierà l’acquisto di 50 olivi biologici che saranno piantati nell’Istituto minorile Casal del Marmo di Roma per offrire ai ragazzi una seconda opportunità .Gli obiettivi del progetto sono molteplici: sostenere il programma di rieducazione e riabilitazione dei minori reclusi, offrire loro una migliore qualità delle condizioni di vita durante il periodo di reclusione, e fornire occasioni esperenziali e di formazione utili per quando potranno tornare liberi.


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I NOSTRI SOLITARY MAN TABELLA DEI BISONI PRIMARI

Si definiscono “bisogni primari” quelli la cui soddisfazione è indispensabile per il raggiungimento del benessere psico-fisico dei soggetti all’interno dell’ambiente abitativo. A uno sguardo superficiale queste necessità possono sembrare differenti a seconda del gap generazionale e sociale tra target così eterogenei. La realtà, raccontata tramite interviste e analisi delle varie utenze, ha dimostrato, al contrario delle aspettative, che la maggior parte di questi bisogni sono condivisi tra i nostri target. 72


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I NOSTRI SOLITARY MAN TABELLA DEI BISOGNI ESPRESSI

Per “bisogni espressi” si intendono quelle necessità che i nostri target non ritengono secondarie (ma imprescindibili) che vanno soddisfatte in modo conseguente ai bisogni primari. 74


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SPAZIO ABITATIVO LUMINOSO SPAZIO PER RICEVERE OSPITI MEZZI DI TRASPORTO NELLE VICINANZE IMPIANTI DI RISCALDAMENTO EFFICENTI SUPERMERCATO NELLE VICINANZE LIBERT ED INDIPENDENZA ASSENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE SICUREZZA NELLO SPAZIO ABITATIVO AMBULATORIO MEDICO NELLE VICNANZE INTERNET CENTRO CULTURALE E DI RITROVO NELLE VICINANZE PICCOLO ESERCIZIO COMMERCIALE

BISOGNI ESPRESSI

EX RIFORMATORIO ANZIANI

STUDENTI

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I NOSTRI SOLITARY MAN TABELLA DEI BISOGNI LATENTI

Attraverso l’introduzione di bisogni e servizi integrati vengono evidenziate quelle determinate necessità marginali sulle quali è giusto riflettere, al fine di trasformarle in realtà attuabili e realizzabili, integrandole agli attuali desideri dei target in questione. Il progetto si prepone di reintegrare nella società quel range di individui che attualmente hanno difficoltà a farlo. Uno dei primi passi verso questo reinserimento è costituito dal riconoscimento dell’importanza della figura del “vicino di casa”, il quale rappresenta un immediato input per la socializzazione, indotta soprattutto dal carattere 76

della vicinanza spaziale. Lo step successivo a questo primo approccio è costituito dall’usufrutto di spazi ludico/ricreativi presenti all’interno dell’edificio. In tali spazi l’individuo si trova ad affrontare una duplice esperienza, individuale e collettiva. Anche la tecnologia, negli ultimi anni, ha offerto un apporto fondamentale per quanto riguarda la socializzazione, “accorciando” le distanze e permettendo di stabilire contatti col mondo esterno. Contrariamente a quanto si pensa, l’importanza di questo mezzo di comunicazione viene riconosciuta sempre più anche dagli anziani; parlando di numeri la percentuale di anziani (oltre i

60 anni) a fare uso di internet nel 2007 era pari al 6,5%. Ad oggi è aumentata quasi del 50 % e ciò fa riflettere su quanto sia importante, ormai a livello universale per tutte le fasce d’eta, la disponibilità di una connessione internet all’interno del quotidiano. (dati ISTAT) Ovviamente questo percorso di apertura verso la vita sociale, passa in primo luogo attraverso il recupero della propria identità e la conseguente ripercussione sul proprio spazio abitativo. Per tale motivo risulta di vitale importanza la possibilità di un’alta personalizzazione degli ambienti domestici.possibilità di un’alta personalizzazione degli ambienti domestici.


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SOLIDARIETÀ TRA VICINI DI CASA SEMPLICITÀ NELLO SMALTIMENTO RIFIUTI SPAZIO PER COLTIVARE INTERESSI SPAZI VERDI LUOGO SILENZIOSO INTERNET FARE ATTIVITÀ MANUALI SENTIRSI UTILI ANIMALE DA COMPAGNIA SICUREZZA NELLO SPAZIO ABITATIVO SCARICARE STRESS E TENSIONE LIBERTà DI PERSONALIZZAZIONE DELLA CASA

BISOGNI LATENTI

EX RIFORMATORIO ANZIANI

STUDENTI

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I NOSTRI SOLITARY MAN UTENTI, BISOGNI, TEMI TRASVERSALI

Attraverso questa tabella riassuntiva abbiamo cercato di evidenziare come i bisogni primari siano comuni a tutti tre i nostri target e come quest’ultimi siano legati da alcuni temi trasversali. 78


REALTA • persone rispettose • necessitano liberà • necessitano indipendenza • vogliono di riscattarsi • presenza di coetanei “realizzati” utile per spronarli • bisogno di sentirsi parte attiva della societa

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STEREOTIPO • persone introverse • persone aggressive • tendenti al reato • consumatori di droghe • attaccabrighe • possibile astio nei confronti dei coetanei • invidiosi

REALTÀ • voglia di socializzare • voglia di superare i propri limiti • voglia di rendersi utili • voglia di insegnare • impiegano il tempo con hobby

BISOGNI PRIMARI e TEMI TRASVERSALI UT

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STEREOTIPO • vivono nel passato • depresse • necessità elevata di cure mediche • mentalità chiusa • conservatori • rifiuto verso gli aiuti • diffidenti verso il diverso e il nuovo • enorme legame con la casa

SOLIDARIETÀ FAMIGLIA AFFETTO CALORE RIFUGIO AMORE

ENERGIA SCAMBIO MEMORIA CRESCITA SPERANZA COPERTURA RIGENERAZIONE COLLABORAZIONE

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I NOSTRI SOLITARY MAN DAI BISOGNI AGLI SPAZI

Analizzando i bisogni dei nostri utenti siamo arrivati a definire delle attività adatte a soddisfare il maggior numero possibile delle loro esigenze. In seguito, dalle attività ricavate abbiamo ipotizzato degli SPAZI a nostro avviso adatti in cui poter svolgere tali attività. 80


ATTIVITÀ CULTURALE

ATTIVITÀ CONVIVIALE

BISOGNI PRIMARI

ATTIVITÀ FISICA

BISOGNI ESPRESSI BISOGNI LATENTI

ATTIVITÀ MANUALE

ATTIVITÀ DOMESTICA

SPAZI

dalle ATTIVITÀ agli SPAZI

CONVIVIUM BARATTOTECA LAVAPENSIERI DEPOSITO ATTREZZATURE SPORTIVE ORTO LABORATORIO DEL RICICLO MERCATINO 81


LA METAFORA

PERCORSO METAPROGETTUALE

G. BOMBACI, A. GRASSO “DERMA”. The organic fusion”, 2003 Derma rappresenta una strategia progettuale capace di tradurre in architettura i fattori di una realtà “mediata” nella quale l’informazione, la comunicazione, la connessione, l’interazione sono ormai parte integrante della quotidianità. In Derma l’artificiale e il naturale, la tecnologia e l’emozione si fondono in un’unica struttura sensibile, reattiva ed elastica, dal comportamento organico. Derma nasce, cresce e si sviluppa nel territorio

82

di cui è mutazione, escrescenza, pura personalità. Derma si modifica con il passare dell’età, portando su di sé i segni delle sue esperienze, della sua memoria. Attraverso l’esplorazione e la conoscenza sensoriale della sua superficie, una struttura Derma permette un livello d’interazione tale da creare l’identità tra uomo e spazio. Così come sul corpo, su una struttura Derma puoi riconoscere la zona per te più confortevole e accogliente, più o meno morbida, fredda al tatto o calda come un abbraccio. Come la tua pelle, reagisce vibrando alle sollecitazioni in uno scambio d’informazioni reciproco. toccala. tirala. sentila. benvenuto.


83


LA METAFORA

PERCORSO METAPROGETTUALE

la ricerca della metafora parte da un analisi dei temi trasversali congiunta ai bisogni e della loro possibile ricaduta progettuale. L’analisi dei temi è automaticamente intrinseca alla ricerca sviluppata: inconsapevolmente, il nostro andare sempre più nello specifico nei casi studio, negli esempi progettuali e astratti, ha portato a un indirizzamento specifico del nostro progetto. Ricollegando tutti gli elementi della ri- cerca, subito balza agli occhi quello che sarà necessario a caratterizzare il nos- tro “stile” di progetto, la nostra “pelle”. che significato ha? come si collega 84

ai temi e ai bisogni? La pelle è ricollegata ai temi e ai bisog- ni trasversali non solo con molte delle sue caratteristiche fisiche, ma anche a quello che il solo nome o la sola vista richiama. la pelle è calore, affetto e morbidezza ma può essere anche solo un interfaccia, rugosa, ferita. Molte di queste accezioni “emotive” date alla parola pelle, definiscono chiaramente i nostri target; ragazzi da ex-riformatorio, anziani e studenti fuori sede, di per se hanno un elemento che, per chi più, per chi meno, li accomuna: la distanza con la famiglia. Le sensazioni di calore, di vicinanza, di scambio di affetto si possono congiungere

nella pelle in quanto rappresenta dal punto di vista fisiologico ciò che ci mette in contatto con le altre persone, estranei e non. La disomogeneitàgenerazionaledeitarget può essere rappresentata riferendosi alle sue caratteristiche fisiche: le imperfezioni della pelle, nei, cicatrici, rughe. Guardando la pelle nell’ambito progettuale si riescono a cogliere la maggior parte degli elementi che compongono un edificio, pensandola come un interfaccia, una “stratificazione”, un involucro. L’impronta fisica e concettuale della Pelle riesce a darci un imprinting specifico: è non solo l’idea, ma l’intera realtà in cui e su cui stiamo lavorando.


85


LA METAFORA

PERCORSO METAPROGETTUALE RICADUTE PROGETTUALI

TEMI TRASVERSALI DELLA RICERCA

- COLLABORAZIONE - COPERTURA - SCAMBIO - GAP GENERAZIONALE - MEMORIA - CRESCITA - ENERGIA - SPAESAMENTO - RIGENERAZIONE - SPERANZA - CRESCITA

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PELLE

RICADUTE PROGETTUALI

- STRATIFICAZIONE - PERMEABILITA’ - INTERFACCIA - PERCEZIONE - SENSORIALITA’ - SALTO DI SCALA - RIVESTIMENTO - MORBIDEZZA


DOVE SI TROVA? SENSAZIONI SUSCITATE ATTRAVERSO QUALI ELEMENTI?

ISPIRAZIONI PROGETTUALI

DOVE SI TROVA?

ISPIRAZIONI PROGETTUAL

PERMEABILITÀ

LIBERTÀ

MATERIALI

COMUNICAZIONE

SEMITRASPARENTI

CON ESTERNO ABBATTIMENTO

APERTURE/PASSAGGI OPEN SPACE

CONFINI

SISTEMA

AUTOREGOLATO

CONTATTO CON L’AMBIENTE EDIFICIO = SISTEMA VIVENTE

DECORAZIONE

SFRUTTAMENTO ENERGIA SOLARE IMPIANTI A BASSO CONSUMO ENERGETICO

SPAZI PUBBLICI SPAZI SEMI PUBBLICI SPAZI SEMI PRIVATI SPAZI PRIVATI

SPAZI ESTERNI SPAZI INTERNI

IDENTITÀ

PARETI MOBILI

SPAZI PRVATI

ABITAZIONE COME PROLUNGAMENTO DI SÈ

PARETI ATTREZZATE

SPAZI SEMI PRIVATI

RIVESTIMENTI PERSONALIZZABILI

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LA METAFORA SVILUPPO DEL MASTERPLAN

Deposito attrezzatura sportiva

Laboratorio del riciclo

semipubblico

pubbllico

Convivium

Lavapensieri semipubblico

Orto comune

semipubblico

Abitazioni pubbllico

Mercatino

Barattoteche pubbllico

MASTERPLAN 88

Collegamento ďŹ sico

privato

semiprivato

Collegamento visivo


Piano terra

Primo piano

Tetto

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FONTI

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reppubblica.it www.wordpress. com

www.anghelos.org

91


92


RICERCA DI COPPIA

93


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INDICE SUGGESTIONI PROGETTUALI ASPETTI SCIENTIFICI

96-99

PELLE COME STRATIFICAZIONE

100-109

PELLE COME DECORAZIONE

110-127

PELLE COME MEMBRANA

128-141

PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

142-153

PELLE COME SISTEMA VIVENTE

154-159

PELLE COME SISTEMA COABITATO

160-165

IL MARE TRASPOSTO SULLA CITTA’

166-169

FONTI

170-171

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SUGGESTIONI PROGETTUALI ASPETTI SCIENTIFICI

PELLE [PĂˆL-LE] S.F. 1 Membrana che riveste esternamente il corpo umano o animale SIN cute, epidermide: colorito, malattie della p. || figg. non stare piĂš nella p., provare gioia o impazienza tanto intense da non riuscire a contenerle | essere, ridursi p. e ossa, essere o diventare molto magro 2 fig. fam. Esistenza fisica, vita: lasciarci, rischiare la p. || vendere cara la p., difendersi con tutte le forze, opporre una dura resistenza 3 Rivestimento del corpo di molti animali, conciato e adibito a diversi usi: p. di camoscio, di serpente; scarpe, valigia di p. || finta p., materiale sintetico. 96


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SUGGESTIONI PROGETTUALI ASPETTI SCIENTIFICI

LA CUTE La cute è costituita da un insieme di tre tessuti, disposti uno sull’altro. L’epidermide funge da barriera: impedisce da un lato la penetrazione dall’esterno di acqua, sostanze estranee e microrganismi e dall’altro la perdita di acqua e elettroliti dall’organismo. Il derma è un tessuto di tipo connettivo, assicura la giusta elasticità alla cute, funge da sostegno, cementante e di nutrizione. L’ipoderma è il terzo e più profondo strato cutaneo, costituito, come il derma, da tessuto connettivo, ed è particolarmente ricco di adipociti, le cellule preposte alla biosintesi dei grassi. 98


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME STRATIFICAZIONE

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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME STRATIFICAZIONE LAYER HOUSE, HIROAKI OTHANI

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Layer House, Hiroaki Othani 104


Layer House, Hiroaki Othani 105


Layer House, Hiroaki Othani 106


Layer House, Hiroaki Othani 107


SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME STRATIFICAZIONE HOUSE IN HYDAKA, SUPPOSE DESIGN

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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME DECORAZIONE

L’aspetto decorativo è al giorno d’oggi una delle caratteristiche più apprezzate della pelle. Ma non bisogna fermarsi solo alla nostra pelle: pelle intesa come involucro di un edificio, pelle intesa come superficie del pianeta.. L’arte decorativa è costantemente in evoluzione, fuoriesce dalla tela e sovrasta tutto ciò che ci circonda. 110


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME DECORAZIONE

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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME DECORAZIONE

Le decorazione con l’hennè in India sono una tradizione antica di secoli. L’hennè è una sostanza naturale non indelebile che la pelle assorbe lasciando un “tatuaggio” finto per qualche giorno. E’ un arte affascinante che richiede molto tempo e bravura, sia per le forme più semplici sia per i disegni più complicati. 114


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME DECORAZIONE

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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME DECORAZIONE

La decorazione parietale e murale per gli interni è molto utilizzata al giorno d’oggi: un modo semplice per decorare gli interni è l’utilizzo di una base cementizia e la stesura di un film protettivo per l’applicazione di resine colorate. Questo sistema permette di creare delle interessanti texture e di dare differenti tonalità all’ambiente in cui si va ad usarla, un ambiente sterile o caldo e accogliente, freddo, cupo o solare, ecc.. 118


119


SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME DECORAZIONE

Le pavimentazioni vengono decorate non solo su uno strato neutro, ma anche creando delle fantasie che non seguono la posa della pavimentazione. Le tecniche di decorazione sono molteplici, le piÚ semplici sono l’applicazione di film o resine colorate, e la stesura di pitture a mano con pennelli 120


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SUGGESTIONI PROGETTUALI CASI STUDIO NORTHERN LIGHTS

NORTHERN LIGHTS TILES, MOVING COLOR Le piastrelle Northern Lights sono delle ceramiche realizzate al 20% con materiale di scarto, sensibili al cambiamento di temperatura. A temperatura ambiente appaiono di colore nero, mentre all’aumentare della temperatura il colore cambia dal rosso all’azzurro. Un pratico utilizzo è quello dei rivestimenti, sia per i sanitari sia per pavimentazioni o murature di ambienti interni. 126


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

DRAGON SKIN PAVILLION, LEAD, TAMPERE UNIVERSITY OF FINLAND Il padiglione è costituito da un materiale ecosostenibile formato da sottili strati di legno lamellare e un film adesivo che ne permette la piegatura senza l’utilizzo di vapore. E’ una struttura autoportante, illuminata e molto leggera, trasportata da solamente 9 persone in poco meno di 3 ore. La “pelle” di drago è adatta a creare ambienti semicoperti come pati e padiglioni, sia all’esterno che all’interno. 128


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

GEOTUBE, FAULDERS STUDIO Geotube è una struttura proposta da uno studio di design della California, per un nuovo edificio di Dubai. La struttura assorbe acqua salata dal Golfo Persico, la zona di oceano con la più alta concentrazione di sale, e la diffonde lungo la facciata; questo permette alla struttura di cambiare aspetto, facendo evaporare l’acqua e depositando il sale cambiano la facciata da un aspetto trasparente a uno bianco solido. 130


131


SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

FERRETERIA O’HIGGINS, GH+A, SANTIAGO DEL CILE La struttura comprende un grande stabilimento industriale che contiene uffici, servizi e spazio per lo stoccaggio di macchinari di precisione per le miniere. La particolare pelle dell’edificio è ripresa anche all’interno nella costruzione delle scale, sorrette da sottili pannelli. 132


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

TDA HOUSE, PUERTO ESCONDIDO L’interessante uso della continuità cromatica e dei materiali fa di questa casa un buon esempio. I corrimano e i parapetti di scale e soppalchi sono creati grazie a delle corde elastiche tirate da un sostegno all’altro, creando una sorta di membrana semitrasparente che lascia filtrare lo sguardo e la luce. 134


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

CASA 1+1=1, ICA ARQUITECTURA, TORRELODONES: è concepita come un bene condiviso che si allontana dalle convenzioni sociali che tradizionalmente ci inducono a utilizzare il legame sentimentale come unico modello di mutuo impegno e utilizza l’amicizia come collegamento tra le due famiglie che scelgono di condividere un immobile. Gli elementi d’arredo sono stati raggruppati e legati tra loro in modo tale che al piano terra l’arredamento sia ridotto a un solo elemento che racchiuda al suo interno più funzioni. 136


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

ECOCOMPATTA, KITCHEN FuRNITURE 138


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME MEMBRANA

VOUSSOIR CLOUD, IWAMOTO SCOTT, LOS ANGELES L’installazione della Voussoir Cloud esplora il paradigma della semplice compressione utilizzando del materiale ultraleggero. Sfruttando il legno lamellare piegato a vapore vengono a crearsi delle volte che si appoggiano a tre pareti della stanza, creando un ambiente osservabile sia da sopra, con l’aspetto spugnoso di una nuvola, sia da sotto, camminando tra queste volte che creano giochi d’ombre facendo filtrare la luce tra le sue fessure. 140


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

DIGIT, YOSHIMASA TSUTSUMI, DIESEL ART GALLERY L’installazione creata da quest’artista giapponese, richiama la forma di una caverna, formata da migliaia di parallelepipedi comprimibili di cartone di grandezza 4x4cm, che si possono muovere verso l’interno in modo da creare spazi sempre diversi per sistemare gli arredi della stanza. Crea spazi da “deposito”, ripiani e spazi per l’illuminazione, utile per sistemare ogni arredo di un ambiente. 142


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

RUBIKA, LODOVICO BERNARDI Il nome ricorda volutamente, per il suo suono, il famosissimo cubo di kubrick, snodabile e intelligente, proprio come Rubika. 144


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

MODULAR FITTED KITCHEN, DANIELE LAGO, 2008 Questi curiosi elementi di arredo, sono costituiti da semplici blocchi modulari di cucine e accessori; questo permette di disporli nell’ambiente come meglio si vuole, andando a creare colorite composizioni che possono risparmiare sui tempi di assemblaggio e sullo spazio occupato all’interno della stanza. 146


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

FK 12 FORTYFORTY, FERDINAND KRAMER, 1945 Il tavolino da caffè Fortyforty è un sistema ultraleggero, formato da una struttura metallica, impilabile e componibile, sfruttabile sia per il suo primo fine, sia per formare mensole e ripiani per cucina, bagno e altri ambienti. 148


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

MOMA, CENTURY OF THE CHILD, JONATHAN DE PAS, DONATO D’URBINO, GIORGIO DECURSO E PAOLO LOMAZZI, ITALIA, 1971 La mostra raccoglie quegli oggetti di design che hanno caratterizzato gli anni dal 1900 al 2000. Questo particolare oggetto è formato da elementi componibili che vanno a formare delle sedute, e dei ripiani impilabili, divertenti per il gioco e utili per la sistemazione degli arredi. 150


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COMPOSTO

DESIGNYOUEDIT, VENEZIA HOMEDESIGN “DesignYouEdit” è una filosfia creata con un’altra azienda, Ronda Design, che ha creato una gamma di prodotti, connotati dalla possibilità di essere editati e, a loro volta, di editare lo spazio in cui si muovono. La seduta Cubel, prende la forma e lo spazio come vogliamo, per le nostre esigenze e i nostri cambiamenti, un oggetto innovativo ed unico che arreda in diverse soluzioni e rispecchia il nostro stile. Può essere panca, chaise longue, poltroncina o pouf, tavolino o comodino ed anche lettino, con un gesto. 152


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA VIVENTE

Prendiamo in considerazione la nostra pelle: è un organismo, nasce, respira, si nutre, muore. Ora consideriamo la crosta terrestre come fosse la nostra pelle: ha le stesse qualità. La vegetazione che copre questa “pelle” è considerata il polmone della terra, che ci permette di viverci sopra, a sue spese; questo vuol dire che il nostro “verde” va curato e protetto, espanso addirittura. Il miglior modo per rendere una città ecosostenibile è quello di creare quante più possibili aree verdi, sia a terra che elevate sopra gli edifici. Questo crea quelle due opere che in particolare interessano le costruzioni, il verde verticale e i giardini pensili. 154


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA VIVENTE

Esistono vari modi per sistemare la vegetazione in armonia con l’edificio. Il tema dell’ecosostenibilità negli ultimi anni è diventato sempre più importante, il che ha portato allo studio di molteplici soluzioni riguardo l’uso del verde nell’edilizia; Si va dalla creazioni di veri e propri tetti pensili, alla riqualificazione di aree in disuso come giardini parchi o serre. Altri sistemi garantiscono l’utilizzo del verde senza andare a intaccare la struttura dell’edificio, come l’utilizzo di moduli smontabili o il riciclo di materiali adatti allo scopo. 156


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA VIVENTE

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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COABITATO LAVANDERIA, PORDENONE

La pelle per quanto possa sembrare una semplice membrana, si sviluppa come un complicato mondo che contiene diversi organismi, sia interni che esterni: le particelle volatili che si depositano su di essa, i residui delle attività giornaliere, si depositano sulla pelle e lasciano un segno. Noi portiamo con noi i segni del mondo che ci circonda. La nostra pelle diventa così un sistema che contiene diversi elementi simili o contrastanti tra loro: diventa così un sistema coabitato. 160


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COABITATO

La componibilità delle scale è un sistema molto sviluppatosi in questi ultimi anni: le scale sono sempre state un problema di spazio. Per questo motivo sono stati inventati i più fantasiosi sistemi per sfruttare sia il sottoscala, sia i ripiani creati dalle pedate. Non solo le scale longitudinali, ma anche quelle circolari possono creare dei sistemi componibili per sfruttare lo spazio che altrimenti rimarrebbe inutilizzato, come mensole, ripiani o cassettiere. 162


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SUGGESTIONI PROGETTUALI PELLE COME SISTEMA COABITATO

Un altro aspetto fondamentale che caratterizza la pelle e riguarda gli interni da vicino è il riciclo; molte delle sostanze che vengono immesse nel nostro organismo non si fermano a una digestione, ma la subiscono più e più volte. La stessa cosa la si può ritrovare anche nell’arredo di interni: si trovano sempre più oggetti creati con il riutilizzo di materiali di scarto, oppure fornendo una nuova destinazione a qualcosa che abbia finito il suo ciclo produttivo. Con questi sistemi si può arrivare a delle soluzioni pratiche ed economiche per ogni tipo di esigenze. 164


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SUGGESTIONI PROGETTUALI IL MARE TRASPOSTO SULLA CITTÀ

Il mare copre il 71% della superficie terrestre, è il più importante sistema biologico esistente. L’uomo ne tra sostentamento, ma ha sempre dovuto confrontarsi con esso; il mare riserva dei pericoli, e l’uomo ha dovuto adattarsi navigando per millenni. I marinai sono sempre stati al centro della fantasia delle persone, che hanno portato a creare storie e miti fantastici su di loro, tra serpenti marini e territori inesplorati. Considerando le navi come case galleggianti, si può provare a portare le conoscenze marinaresche a terra. Molti sistemi utilizzati per la navigazione possono avere risvolti interessanti nell’arredamento di interni, come l’utilizzo delle corde e dei nodi, del legno o dello studio degli arredi adattabili alle misure delle barche. 166


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SUGGESTIONI PROGETTUALI MARE E DESIGN

Bitte a galloccia o Galloccia: Le bitte sono dei semplici pezzi in metallo ancorati a pali, pontili e ormeggi, che servono ad ormeggiare le imbarcazioni; possono essere anche in diversi materiali e forme, ma il concetto di base rimane lo stesso. Gli ormeggi vengono eseguiti con le corde per le loro capacitĂ : elasticitĂ , e resistenza a carichi e intemperie. Le mareggiate, per quanto un porto sia coperto dalle rocce, raggiungono anche le insenature piĂš profonde, per tanto i movimenti e le sollecitazioni sulle barche devono essere compensati con delle corde apposite per gli urti elastici. 168


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FONTI

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

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172


NEUROARCHIDERMA 173


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INDICE INTRODUZIONE

176-177

L’INIZIO DAL MINIMO

178-179

IL CUBO

180-187

IL LEGNO

188-195

IL TATUAGGIO

196-201

IL TOTEM

202-205

LA PELLE

206-211

IL CONTRASTO

212-217

I PADIGLIONI

218-225

LO SPAZIO PUBBLICO

226-231

RINGRAZIAMENTI

232-233 175


INTRODUZIONE

Lo sviluppo del progetto di laurea è stato un processo lungo ed elaborato. Lo studio effettuato con il gruppo di lavoro durante l’anno si è evoluto ed ampliato verso svariati campi, sia riguardanti la progettazione, sia la ricerca individuale che ha portato ad analizzare le mie stesse capacità ed intuizioni di progettista. Il concept dell’elaborato ha subito continue variazioni durante la progettazione, influenzato dai casi studio analizzati, le suggesstioni progettuali e dallo studio della metafora. La Pelle è un concetto molto forte, materico, che, se da un lato può portare alla scoperta di moltissimi elementi ideali alla progettazione, da un 176

lato può sviarne l’attenzione da altrettanti. Noi indossiamo la nostra pelle, la vediamo, la osserviamo, la manipoliamo, interagiamo con il mondo esterno con essa; allo stesso modo quindi il progetto non doveva perdere di vista sia quelle caratteristiche che si presentano a un primo impatto visivo, sia non far passare in secondo piano quelle funzioni che si nascondono dietro l’apparenza: gira, ribalta, inverti ed estrapola la metafora, il progetto nasce dal solo “ricordo” del suo concept precedente. Questo vuol dire si che si è cercato di trovare un nuovo concept di progetto, diverso e più strutturato, ma anche che non si è per-

so di vista tutto il lavoro di background del progetto, di analisi e di studio fatto in precedenza; lo spazio prende una caratteristica tutta sua, senza nulla togliere ai principi comuni di progettazione legati alla nostra ricerca. Questa caratterstica viene definita da nove concetti principali. Le connessioni tra essi sono molteplici: in questo modo, si può leggere il progetto sia in maniera lineare, con un andamento biunivoco (da inizio a fine e da fine a inizio), sia come schema complesso con collegamenti schematici che possono saltare da un concetto all’altro senza passare obbligatoriamente da un punto intermedio.


πορεία - UTIQUE - PERCORSO “We learned more from a three minute record than we ever learned in school”. - Bruce Springsteen 177


L’INIZIO DAL MINIMO

LO STUDIO DELLE FORME GEOMETRICHE BASE COME APPROCCIO ALLA PROGETTAZIONE

La realtà che ci circonda parte da una forma; però la realtà è vastissima e ogni forma si può scomporre in ulteriori parti andando via via ad individuare i suoi elementi base. Da un punto di vista scientifico la base della forma è il punto. Ma, vincolando questi punti tra loro, creando una struttura si possono trovare alcune figure geometriche principali che compongono la realtà che ci circonda. Secondo la filosofia Pitagorica, i solidi platonici, ossia i solidi regolari di base, erano 5. Le forme regolari sono alla base della realtà che ci circonda, sia per quanto riguarda la natura, sia per le costruzioni ideate dall’uomo. Lo studio della 178

forma geometrica in architettura e nel design è un campo vastissimo ed analizzato durante i secoli. Particolare però è la corrente del minimalismo, la quale mira all’enfasi sull’oggettualità e fisicità dell’opera, alla riduzione alle strutture elementari geometriche; questo studio della forma si trasforma in una ricerca dell’essenziale, di quel design funzionale che si basa sulla semplicità della forma geometrica (celebre è la frase di Mies Van der Rohe “Less is more”). La forma assume un ruolo fondamentale, non solo come concept di partenza, ma come predominio sull’aspetto puramente estetico.


μινιμαλισμός - MINIMALISM - MINIMALISMO “Perfection is achieved, not when there is nothing more to add, but when there is nothing left to take away.” - Antoine de Saint-Exupéry 179


IL CUBO

SCELTA DELLA FORMA GEOMETRICA E PERCHÈ

Il passaggio dallo studio della forma alla scelta di progetto passa anche dalla metafora. L’osservazione della pelle al microscopio porta alla visualizzazione delle sue cellule, le quali sono più o meno triangoli regolari; la forma del triangolo sta alla base delle forme circolari, poichè la rotazione sui suoi tre assi gli permette di comporre superfici che si approssimano allo sferico senza deformazione. Queste proprietà sono alla base dela forma della pelle, in quanto riveste una superficie irregolare in continuo cambiamento. Osservando la superficie della pelle e analizzando le forme triangolari delle cellule, si può notare 180

come la forma bidimensionale della superficie si può trasformare in una rappresentazione tridimensionale del primo solido platonico, il cubo. La scelta del cubo invece che sul tetraedro, il secondo solido platonico che ha come superficie base il triangolo, è dettata semplicemente dalla realtà in cui viviamo: noi siamo schiacciati sul nostro piano di appoggio, il nostro movimento in senso verticale è garantito solo se il piano si sposta con noi. E’ la sovrapposizione di cubi che genera la scala, una creazione di piani ad angoli retti che collegano tra loro diverse altezze. La base della composizione stessa di un edificio è un cubo.


κύβος - CUBI - CUBO “Simbolo della materialità, della Terra e degli elementi strutturali è il cubo il primo dei quattro solidi platonici.” - Filosofia Pitagorica 181


IL CUBO

DALLA FORMA GEOMETRICA ALLA PROGETTAZIONE DI ARREDI

Partendo dalla scomposizione della forma geometrica scelta si è arrivati a stabilire la forma definitiva che andrà a stabilire la base dell’arredamento del progetto. La funzionalità della forma del cubo viene ampliata dallo studio delle singole funzioni che può ottenere l’arredo a seconda dell’orientamento delle sue sei facce. Le funzioni così ottenute possono diventare quella del contenitore, della seduta, del porta oggetti e della mensola. La sua costruzione inoltre risulta essere semplice, permettendo quindi anche di poter creare un sistema di assemblaggio simile al kit Ikea, di facile intuizione e realizzazione. 182


183


IL CUBO

LA FUNZIONE DEL GIOCO

? La maggior parte dell’apprendimento avviene in età infantile attraverso il gioco; le basi di un apprendimento migliore si basano su di esso, senza la crescita ne viene fortemente influenzata. L’aspetto ludico in età avanzata rimane comunque una funzione fondamentale, ma assume un diverso valore: lo definisco come manipolazione, ossia la possibilità di muovere, spostare e interagire con l’arredo e l’ambiente circostante in maniera “curiosa”. E’ l’aggettivo curioso che propriamente mi definisce la componente ludica del design: io certamente non posso giocare con un cubo di legno, ma la scoperta di una funzione inaspettata come la sistemazione a parete secondo il famoso gioco del cubo di Rubrik, porta a suscitare in noi quella curiosità che ci porta a studiare l’oggetto, manipolarlo, interagirci, “giocarci”. 184


παιχνίδι - LUDERE - GIOCO “Just play. Have fun. Enjoy the game”. - Michael Jordan 185


IL CUBO

LA DISPOSIZIONE NELL’AMBIENTE

La disposizione dell’arredo è completamente libera, la sua versatilità gli concede di avere diverse funzioni che possono essere anche decise dall’utente, senza bisogno di un manuale di utilizzo. Alcuni esempi di disposizione dell’arredo all’interno dell’ambiente progettato. Seduta Mensola Cassettiera Libreria Storing 186


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IL LEGNO

IL MATERIALE NATURALE PIÙ ANTICO E INNOVATIVO ESISTENTE

E’ il materiale per eccelenza: il fuoco, la più grande scoperta dell’uomo preistorico, deriva da esso; non a caso è da sempre simbolo di calore, natura, casa. Ogni tipo di legno ha un suo profumo, quando è fresco o quando è secco, si intensifica dopo la pioggia e si disperde con i raggi del sole, scatena ricordi e sensazioni. La sua bellezza continua nella forma, dal più vecchio ulivo, ruvido, nodoso, ormai crollato per l’affaticamento delle sue radici come un vecchio che si regge sul suo bastone, alla più maestosa sequoia talmente alta e fitta da non far passare i raggi del sole tra le sue fronde. La tenacia di come resiste alle 188

intemperie della natura viene accompagnata dalla facilità con cui si presta facilmente alla mano dell’artigiano. La sorpresa del profumo scatenato dal colpo di accetta e dalla visione della venatura che cambia ad ogni colpo, la sensazione che da lavorare e plasmare quel pezzo di tronco con le proprie mani, sono sensazioni inconfondibili che colpiscono chiunque. La sua lavorazione avvicina ad esso la persona, le mani devono diventare un tutt’uno con gli strumenti e il pezzo da lavorare, poichè il suo comportamento è imprevedibile: puoi tagliare un pezzo di legno apparentemente buono e solido e trovarci un punto no-

doso che compromette le sue qualità, tagliare una tavola perfettamente dritta e trovarla il giorno dopo imbarcata. Bisogna capire il legno, saperlo osservare, lavorarci duramente per comprenderlo fino in fondo, ma una volta appresa l’esperienza necessaria esso piega la sua volontà al progettista rendendosi un validissimo collaboratore. Caratteristiche ineguagliabili, valore estetico impareggiabile, possibilità di riciclo quasi totali, le sue qualità sono pressapoco illimitate, rendendolo un materiale d’eccellenza nel campo del design. Attualmente l’uomo non è riuscito ancora a creare un materiale con tutte le sue proprietà.


ξύλο - LIGNUM - LEGNO “People love chopping wood. In this activity one immediately sees results.” - Albert Einstein 189


IL LEGNO

DECLINAZIONI SULLA METAFORA DELLA PELLE

Parliamo del legno come pelle: come la pelle il legno ha un colore, delle imperfezioni, delle sfumature. Come la pelle si stratifica sul corpo così l’albero crea i suoi anelli dal centro verso l’esterno. L’albero ha una sua corteccia che, se tagliata, cicatrizza come una pelle. Sono tante le assonanze che si possono trovare tra il legno e la pelle, tra queste l’aspetto decorativo prende il primo posto: la particolarità di ogni essenza di legno, data dall’età, dalla venatura, dal colore, dalla lavorazione e da tanti altri fattori, lo rende un materiale versatile per la progettazione e la decorazione, con effetti cromatici sorprendenti. 190


ξύλο - LIGNUM - LEGNO “One impulse from a vernal wood may teach you more of man, of moral evil and of good, than all the sages can.” - William Wordsworth 191


IL LEGNO

IL CICLO DI VITA ALL’INTERNO DEL PROGETTO

LABORATORIO DEL RICICLO

192

Ulteriore peculiarità del legno è la completa riciclabilità: dalla materia prima si possono ottenere materiali per la costruzione, dagli scarti materiali di secondo impiego e dallo smaltimento di prodotti finiti altro materiale di riuso. L’idea è di creare ogni arredo il più ecosostenibile possibile: continuità nel materiale scelto, riduzione di parti metalliche o estranee al materiale e assenza di prodotti chimici sia nella fase di lavorazione sia in quella di finitura. Inoltre il ciclo di vita di ogni arredo viene legato all’edificio, in quanto nella progettazione è stato incluso un laboratorio del riciclo per rendere l’utente consapevole di questo fattore.


ξύλο - LIGNUM - LEGNO “The recycling in my house was imposed by my kids”. Antonio Banderas 193


IL LEGNO

CASO STUDIO LE BRICCOLE DI VENEZIA

Con l’aiuto di Riva1920, abbiamo potuto cimentarci nella lavorazione delle briccole, i pali che delimitano i canali della laguna di Venezia. In duro legno di rovere, il legno presenta evidenti segni di degrado naturale sullo strato superficiale del tronco; la particolarità di questo disegno, ha ispirato Riva1920 per la realizzazione di vere e proprie opere d’arte e oggetti di culto. Grazie ai pezzi di materiale donatoci da Riva in persona, abbiamo provato noi stessi cosa vuol dire lavorare questo materiale e saper valorizzare un aspetto decorativo che a prima vista sembra solamente uno sfregio della venatura del legno. 194


ξύλο - LIGNUM - LEGNO “Devi imparare a riconoscere gli alberi e i legni che ci circondano, non conoscerli significa vivere in mezzo a degli estranei”. - Gian Piero Rivolta 195


IL TATUAGGIO

UN SIMBOLO ANTICO PORTATO A FORMA D’ARTE RICONOSCIUTA PIENA DI SIGNIFICATO

Il tatuaggio (dal samoano tatau) è sia una tecnica di decorazione (più spesso di pittura) corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. E’ stato impiegato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l’uomo per gran parte della sua esistenza; a seconda degli ambiti in cui esso è radicato, ha potuto rappresentare sia una sorta di carta d’identità dell’individuo, che un rito di passaggio, ad esempio all’età adulta. Al giorno d’oggi il tatuaggio ha assunto valenze diverse e sfumature particolari: a seconda degli ambienti e delle culture, sono più o meno accettati dalla società. 196

Viene spesso erroneamente considerato un gesto di ribellione o all’appartenenza a un clan (la vita di un malavitoso può essere raccontata dai suoi tatuaggi). Nonostante le contrastanti opinioni comuni, è diventato un gesto di alto valore artistico: può simboleggiare un valore, evocare un ricordo e soprattutto rappresentare una vera e propria decorazione corporea d’arte. L’abilità dei tatuatori professionisti è davvero strabiliante: la pelle diventa una tela in continuo movimento, elastica, con sfumature e imperfezioni che garantiscono al tatuaggio un aspetto unico. Cambia la percezione del nostro corpo e la percezione che

hanno le altre persone di noi, attira l’attenzione verso determinate parti del corpo e ci fa intuire cose che il nostro linguaggio del corpo non comunica. Se quindi il tatuaggio diventa una decorazione applicata a una superficie, possiamo trasporla anche su una parete di un edificio o di un appartamento; la decorazione parietale ha una lunga tradizione alle spalle, con svariate tecniche sia temporanee che permanenti, sia di colorazione che di materiali. L’applicazione del tatuaggio al progetto diventa la caratteristica dell’ambiente, il segno che contraddistingue gli spazi e l’utente stesso, un disegno particolare che rende la parete “viva”.


τατουάζ - THREICAE - TATUAGGIO “Some songs are just like tattoos for your brain, you hear them and they’re affixed to you”. - Carlos Santana 197


IL TATUAGGIO

TRASPOSIZIONE DEL CONCETTO LEGNO : ELETTRICITÀ = PELLE : INCHIOSTRO

Ricollegandomi al legno, grazie un altro elemento, l’elettricità, riusciamo a “tatuare” un oggetto inanimato: l’elettricità. L’esempio nasce da un’idea di Melanie Hoff, la quale ha provato a far percorrere dei pannelli di legno da una scarica di 15000 volt. Da un chiodo metallico piantato nel legno l’elettricità si propaga con un energia dirompente grazie alle fibre del legno e al residuo di acqua presente, incidendo il legno con delle bruciature profonde. La propagazione di queste bruciature assume una forma poco definita, quasi la conformazione di un albero, collegandosi perfettamente col materiale su cui si sta lavorando. 198


ηλεκτρισμός - ELECTRICITY - ELETTRICITA’ “We will make electricity so cheap that only the rich will burn candles”. Thomas Edison 199


TATUAGGIO COSTRUZIONE DEL TATUAGGIO NELL’AMBIENTE

Riprendendo il disegno dell’albero e applicando dei pannelli di legno alla struttura portante dell’appartamento, si può ricreare quello che sarà il nostro tatuaggio a parete. La creazione sfrutta semplicemente la conduttività dei materiali: impiantando dei chiodi a distanze equidistanti tra loro, si riesce ad orientare l’andamento dell’elettricità sfruttando i chiodi stessi come “parafulmini”, riuscendo a mantenere un disegno apparentemente casuale, ma ordinato su tutta la parete. Questo disegno farà da punto di partenza per la creazione di una parete attrezzata che sfrutterà gli arredi appositamente creati. 200


201


IL TOTEM

IL VILLAGGIO, IL FOCOLARE, LA TRIBÙ LA CASA, GLI AMBIENTI, GLI UTENTI

In antropologia un totem è un’entità naturale o soprannaturale che ha un significato simbolico particolare per una singola persona o clan o tribù, e al quale ci si sente legati per tutta la vita. Il termine deriva dalla parola ototeman, usata dai nativi americani Ojibway. Le ricerche sui nativi americani hanno portato poi alla scoperta che il totem rappresentava le relazioni tra le tribù. Il totem è un’entità sacra, incarna lo spirito dell’animale protettore del villaggio; rappresenta l’unione dell’uomo con la natura, ma soprattutto il legame e le relazioni che si intstaurano tra gli abitanti del villaggio e altri. E’ un simbolo di connessione e 202

integrazione sociale, ma anche di divisione sociale: ognuno è legato in maniera differente al totem, in quanto ogni parte di esso rappresenta un’entità. La divisione parte dalla base, alla quale sta la singola entità divina che rappresenta l’individuo. Quindi il totem stabilisce anche delle gerarchie: trasponiamolo al concetto di abitazione. Ogni inquilino si rapporta all’altro in maniera diversa, così come ogni ambiente interagisce con l’altro attraverso gli spazi. Se si considera un elemento d’arredo o strutturale come un totem, si arriva facilmente a stabilire le gerarchie che vanno a formarsi all’interno dell’appartamento. Il

progetto comincia a ruotare attorno ad esso, gli spazi si vanno a definire e a connettere tra di loro, le persone trovano un punto di connessione. L’idea è di creare un elemento che possa dividere gli spazi e gli ambienti, sia temporaneamente che in maniera permanente. Ultieriori elementi d’arredo che vanno a staccarsi dal totem possono dividere ulteriormente gli ambienti abitativi in modo da modificare gli spazi e crearne di nuovi a seconda delle necessità degli utenti. Questo rende l’ambiente totalmente flessibile e disponibile a cambiare caratteristiche a seconda dei desideri dell’utente e delle situazioni.


τοτέμ - TOTEM - TOTEM “A beautiful woman can be painted as a totem only; not as a woman, but as a Madonna, a queen, a sphinx”. - Saul Steinberg 203


IL TOTEM

LA CENTRALITÀ DELL’AMBIENTE

La creazione del totem parte dalla necessità di dividere la stanza in ambienti. L’elemento si sviluppa grazie al corpo scala centrale, così da connettere gli spazi in tutte e tre le dimensioni: un collegamento con la parte superiore dell’appartamento e tra gli spazi sottostanti. La composizione della scala racchiude le essenziali funzioni d’arredo che servono ai diversi ambienti della casa. Parti di esso si staccano dal corpo centrale per muoversi e interagire con lo spazio di utilizzo. Elemento fondamentale è la possibilità di usare queste parti per creare un sottoambiente a seconda delle necessità abitative dell’individuo. 204


205


LA PELLE

COSA COMUNICA IL NOSTRO ASPETTO CON IL MONDO ESTERNO

La pelle rappresenta l’interfaccia con cui ci relazioniamo con il mondo esterno. E’ il primo contatto, è ciò che regola le sensazioni e gli impulsi ricevuti dal nostro cervello. Esiste un legame profondo tra cervello e pelle, in quanto si vengono a formare entrambi dallo stesso tessuto embrionale; il nostro cervello è responsabile di ciò che vediamo, sentiamo, proviamo, e tutto ciò viene mediato dal primo strato di connessione con il mondo esterno, appunto, la pelle. Si capisce come in realtà la pelle non rappresenti semplicemente un colore che ci contraddistingue, ma anche rappresenta in maniera distinta la nostra 206

vita, le nostre esperienze, ciò che abbiamo sentito, visto provato. E’ in continuo mutamento, respira, si adatta all’ambiente di sviluppo, ci protegge, assume caratteristiche molto pronunciate che la contraddistinguono; ogni elemento della pelle ha un’assonanza con determinati concetti. Dal punto di vista della superficie, la pelle richiama facilmente a dei concetti architettonici: la connessione tra interno e esterno, la traspirazione, l’interfaccia visiva, i colori le decorazioni e i materiali. Così possiamo definire quella che diventa la pelle dell’edificio, il primo strato di interazione tra l’utente e l’edificio stesso; l’estetica di

un edificio, di una struttura artificiale, è fondamentale se si vuole comunicare efficaciamente il concept di progetto, in quanto suo unico mezzo di comunicazione con l’utente. Ogni nostra percezione cambia non solo per l’impatto visivo iniziale, quindi se non si vuole giudicare un’opera, che sia architettonica ma anche artistica o di design, dalla mera “pelle” bisogna approcciarsi alla progettazione tenendo conto di cosa il progetto stesso ci comunica. La visione di un particolare, un segno o colore, una forma, e la percezione cambia. Se desidero andare sotto la pelle dell’architettura, devo prima riuscire ad oltrepassarla.


δέρμα - CORIUM - PELLE “I know, I know for sure, that life is beautiful around the world”. Anthony Kiedis 207


LA PELLE

OLTRE IL PRIMO STRATO LE CARATTERISTICHE E I SIGNIFICATI

Rotta la barriera dello strato superficiale della pelle, ci andiamo a inoltrare tra i significati più nascosti della nostra metafora. Gli ambiti che coprono la declinazione della nostra metafora comprono una vasta area che parte dal mero aspetto scientifico ai concetti più astratti trovati con un percorso di schemi, assonanze e rielaborazioni. Il colore e le imperfezioni, la ruvidità e la porosità, la trasparenza e le connessioni; la profondità e il calore, l’affetto e l’appartenenza, la famiglia e la cultura, la natura e la luce, il ricordo. La disamina di tutte queste sensazioni porta a una comprensione completa della metafora. 208


δέρμα - CORIUM - PELLE “I look to a day when people will not be judged by the color of their skin, but by the content of their character”. - Martin Luther King 209


PELLE

LA DECLINAZIONE DEL CONCETTO NELLA PROGETTAZIONE

Le funzioni principali all’interno del concept di progetto che richiamano alla metafora sono 4: La connessione, che può essere intesa come trasparenza, comunicazione. Il ricordo, dato dall’impronta che l’interazione con i materiali, il progetto e gli arredi lascia all’utente. La natura, la connessione che si lega tra architettura e verde, come si lega ad essa e che materiali sono presenti. La decorazione, gli stili e le tecniche di rappresentazione. 210


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IL CONTRASTO COLORI MESSI A CONFRONTO

La percezione umana dei colori è tale per cui le radiazioni monocromatiche (o “tinte”), che sono le componenti di ogni colore percepito, sono organizzate dal sistema occhio-cervello a coppie di tinte opposte. L’essere opposte di due tinte è dovuto ad un fatto prettamente fisiologico: colori opposti danno risposte opposte da parte di determinati recettori dell’occhio. Quando due colori di tinte opposte si sommano come luci (sintesi additiva) succede che al variare dell’intensità dei due il colore finale che si ottiene è costituito dal più intenso dei due, reso però meno saturo (cioè meno puro e più sbiancato ) dalla presenza dell’altro. Si 212

pone il problema di sapere quale sarà l’effetto finale del mescolamento di due colori (intesi come pigmenti). In generale, nel mescolamento dei pigmenti non si hanno gli stessi risultati che si hanno nella sintesi additiva, cioè nella somma di luci colorate. Ad esempio sommando le luci complementari additive gialla e blu si arriva ad ottenere il grigio o il bianco, mentre mescolando due colori ad olio giallo e blu si ottiene il verde, perché le componenti verdi sono presenti negli spettri di riflessione di entrambi i pigmenti e quindi sono quelle che si preservano col mescolamento. Questo codice di somma e sottrazione dei colori ha por-

tato a studiare delle apposite combinazioni nel campo del design e dell’architettura per poter ottenere l’effetto stimolante per l’occhio il più efficace possibile, per colpire e attirare l’attenzione. L’effetto prodotto dalla combinazione dei colori cambia drasticamente la percezione della realtà: un colore perde valore se non viene associato al suo opposto o a un suo gradiente simile. La progettazione per contrasto si basa su questo concetto: esaltare le qualità del progetto mettendole in contrasto con l’ambiente circostante. In sostanza il progetto non esiste se non viene messo in contrasto con il contesto di sviluppo.


αντίθεση - CONTRA - CONTRASTO “And you give yourself a wait, but I can’t live, with or without you”. - U2 213


IL CONTRASTO

IL CONTRASTO E LA CONCILIAZIONE DELL’ARCHITETTUA CON LA NATURA

Il fondamentale contrasto della progettazione architettonica e di design riguarda il contatto tra essa e la natura. La materia artificiale può sovrastare sulla natura fino ad eliminarla, diventare subordinata a essa o trovare un equilibrio che bilancia il progetto nel contesto naturale. Nella storia del design si è sempre cercato di mettere in comunicazione il progetto con il contesto: questo equilibrio lo si può trovare attraveso diversi metodi, con le scelte materiche, le scelte progettuali della struttura e delle forme. Esempio di conciliazione è la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright, totalmente immersa e compresa nella natura. 214


αντίθεση - CONTRA - CONTRASTO “Pure drawing is an abstraction. Drawing and colour are not distinct, everything in nature is coloured”. Paul Cezanne 215


IL CONTRASTO CASO STUDIO LA ZONA / THE ZONE

La zona è una costruzione effimera, che non altera il tessuto originale deì Giardini, pur misurandosi con gli esempi architettonici che lo circondano. Al contempo piazza e punto di passaggio, territorio dai confini precisi ma anche spazio aperto e attraversabile, il suo sviluppo si basa semplicemente sul contrasto dei colori della natura con la colorazione dell’installazione. Il tipo di lavoro progettato consente sia all’architettura di risaltare nell’ambiente in cui è inserita, sia alla natura di non perdere importanza rispetto alla zona. Il contrasto tra questi due colori rende così l’illusione di un ambiente più luminoso. 216


αντίθεση - CONTRA - CONTRASTO “There are also colors contrary to each other, that is, which produce an ill effect because they shock the eye when brought very near it”. - Voltaire 217


I PADIGLIONI

L’ALLESTIMENTO TEMPORANEO COME SOLUZIONE ABITATIVA

Le soluzioni allestitive hanno sempre generato grande curiosità da parte dei progettisti e da parte della popolazione. Eventi come il salone del mobile, il Fuorisalone, la Biennale di Venezia e altri eventi per il design si devono continuamente cimentare con il problema dell’interazione tra allestimento e pubblico, sia in ambienti vasti e aperti, sia chiusi. Gli allestimenti, o padiglioni, servono da contenitori per un ipotetica realtà di contesto per l’oggetto del design a cui si riferiscono. In questa realtà la persona dovrebbe essere in grado di ambientarsi e di sentirsi a proprio agio. Queste progettazioni devono rispettare 218

determinati parametri di allestimento: soluzioni materiche, composizioni strutturali leggere, facilità di montaggio; queste ed altre caratteristiche hanno portato i progettisti ad usare gli allestimenti fieristici come vere e proprie soluzioni abitative. Ogni soluzione può avere caratteristiche diverse, basandosi su un concetto, un’idea, una metafora; la trasposizione della metafora di progetto sui padiglioni può avere soluzioni molteplici. Si presta ottimamente alle soluzioni costruttive, in quanto sia la pelle metaforica sia la pelle dei padiglioni deve essere molto elastica, leggera, capace di comunicare velocemente e in

maniera efficace con il pubblico, trasparente. L’aspetto superficiale e decorativo dei padiglioni è una prerogativa fondamentale, in quanto deve colpire, attirare l’attenzione; il progetto quindi deve risultare unico, deve portare gli utenti ad avere l’illusione di non essere dentro una struttura temporanea, allestitiva, ma dentro un ambiente sicuro, che trasmetta appartenenza e la propria identità. L’abstract di progetto diventa quindi quello di creare un allestimento sulla concezione di abitare in comunità, mettendo in relazione gli spazi pubblici con quelli privati facendo in modo che nessuno dei due interferisca negativamente o sovrasti l’altro.


περίπτερο - ATRIUM - PADIGLIONE “Abitare è essere ovunque a casa propria”. - Ugo La Pietra 219


PADIGLIONI

CASO STUDIO IL PADIGLIONE BARCELLONA

Il padiglione Barcellona rimane senza dubbio uno dei piÚ famosi esempi di allestimento. Esso costituisce la base del concept di progetto, in quanto racchiude in se tutti gli elementi necessari alla costruzione di un padiglione allestitivo: la pianta libera da vincoli murari, la presenza di una struttura puntiforme a pilastri, setti murari o vetrati discontinui, la creazione di spazi aperti verso l’esterno. Rappresenta la base dello studio del concept, sia per lo sviluppo della parte allestitiva del progetto sia per quanto riguarda lo sviulppo della parte abitativa. L’accurata scelta dei materiali, lo studio delle prospettive e delle connessioni tra gli ambienti. Sono tutte caratteristiche fondamentali per un primo approccio alla progettazione allestitiva. 220


επίδοση - TRANSACTA - ESIBIZIONE “Mick’s most brilliant thing was that he could work in an area two foot square and give a very exciting performance”. Keith Richards 221


PADIGLIONI CASO STUDIO PARC DE LA VILLETTE

Secondo punto di riferimento è l’allestimento creato dall’architetto svizzero Bernard Tschumi inaugurato nel 1991 nel diciannovesimo arrondissement di Parigi. La progettazione e la costruzione del parco fu una delle grandi sfide urbanistiche degli anni Ottanta; è un giardino moderno che si sviluppa su grande scala, in cui gli edifici sono intimamente connessi con il verde e l’acqua. E’ propo questa progettazione congiunta che valorizza il complesso. Il perfetto contrasto creato tra le costruzioni storiche esistenti, i nuovi allestimenti e le strutture rosso acceso e la natura del parco, lo rende un ambiente di progettazione unico. La geometria e la forma delle sue strutture richiama perfettamente il percorso di progettazione che si è sviluppato fino ad ora. 222


επίδοση - TRANSACTA - ESIBIZIONE “Music, in performance, is a type of sculpture. The air in the performance is sculpted into something”. - Frank Zappa 223


PADIGLIONI

LO SVILUPPO NEL PROGETTO

La costruzione dei padiglioni all’interno del progetto nasce dalla necessità di sviluppo verticale delle abitazioni. Lo sfruttamento della copertura esterna dell’edificio consente alle abitazioni di guadagnare spazio, portarsi a una interazione con l’esterno più sviluppata; ogni padiglione segue le forme e i concetti base del concept generale di progetto: lo sviluppo dei contrasti cromatici, le forme geometrice semplici, squadrate, come si interfaccia con gli altri utenti e il resto dell’edificio. Racchiude in se l’ntero concept di progetto nato dalle varie declinazioni della metafora, a partire dal concetto di rivestimento e dal modo in cui cambia la nostra percezione visiva. Le scelte materiche portano a stabilire diversi livelli di contatto tra il contesto esterno e lo spazio privato, ma senza mai andare a farsi sovrapporre. 224


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LO SPAZIO PUBBLICO

I CONCETTI DELLA PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO IN RELAZIONE ALLE ABITAZIONI

“Vivere o sopravvivere nelle città? Ho sempre pensato che un essere umano garantisce la propria sopravvivenza attraverso la modificazione dell’ambiente in cui vive ed opera, non solo, ma ho sempre creduto che abitare un luogo vuol dire soprattutto poterlo possedere dal punto di vista mentale! “Ogni angolo di questo paese è sacro alla mia gente, ogni collina, ogni valle, ogni pianura e valle e bosco è sacra alla mia gente per qualche ricordo o qualche triste esperienza, anche le rocce, che sembrano essere insensibili, quando sulla spiaggia silenziosa sudano maestose sotto il sole, vibrano alla memo226

ria degli eventi passati della mia tribù. Persino la polvere su cui cammini accetta più volentieri i nostri piedi perché è la cenere dei nostri antenati e i nostri piedi sanno che il suolo è felice di sorreggerci perché è ricco delle vite dei nostri antenati”. Con queste parole il Capo dei Seattles nel 1859 cedette il territorio al governatore di Washington, sul quale venne poi costruita la città di Seattles. Così per poter vivere all’interno delle nostre città è sempre più importante imparare, più che a costruire e modificare fisicamente l’ambiente, a vivere lo spazio. [...]” - Ugo La Pietra.

I concetti della progettazione urbana sono racchiusi all’interno di questo breve incipit scritto dall’artista e architetto Ugo La Pietra per la pubblicazione Esterni. Le persone interagiscono con l’ambiente, lo modificano, ci vivono. Il progettista deve tener conto di tutte quelle utenze che abitano lo spazio e che lo vivono in maniera differente, ognuno dettato dalle proprie esigenze, dalle proprie caratteristiche e background culturale. Così l’aggiunta della metafora di progetto deve interagire con questi concetti diventando il mezzo con cui le persone interagiscono con lo spazio e lo abitano.


δημόσιο χώρο - PUBLICA SPATIUM - SPAZIO PUBBLICO “Chi è incapace di vivere in società, o non ne ha bisogno perché è sufficiente a se stesso, deve essere una bestia o un dio”. - Aristotele 227


LO SPAZIO PUBBLICO

CASO STUDIO HIGHLINE

Il caso dell’High line nasce dalla necessità di riqualificare le vecchi sopraelevate della grande mela; l’idea consiste nel creare un parco continuo che penetri all’interno della città, interagisca con l’ambiente urbano, lo modifichi e cambi il modo di viverlo. Lo sviluppo porta alla creazione di una pavimentazione da cui la natura possa uscire come fosse un organismo già presente sotto la “pelle” della città. Si può notare come il concetto di pelle riesce ad applicarsi sulla maggior parte delle strutture architettoniche semplicemente sfruttando la sua proprietà di interfaccia, di superficie e decorazione, ma anche l’aspetto naturale di essa; il passaggio di un elemento naturale attraverso una superficie si pone come crescita, sviluppo e passaggio. 228


δημόσιο χώρο - PUBLICA SPATIUM - SPAZIO PUBBLICO “I think having land and not ruining it is the most beautiful art that anybody could ever want to own”. - Andy Warhol 229


LO SPAZIO PUBBLICO LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

La definizione dello spazio pubblico parte da quattro concetti fondamentali: la necessità di creare uno spazio verde esclusivamente per gli utenti, il bisogno di creare una copertura che vada a sovrastare l’edificio, la creazione di uno spazio di collegamento, relazione e unione tra gli utenti, e dalla possbilità di avere uno spazio di lavoro disponibile alla comunità. L’aspetto della natura che sovrasta l’edificio serve a creare la sensazione di un edifico che respira, che vive, che interagisce con gli utenti e l’architettura stessa; La “seconda pelle” dell’edificio diventa un simbolo di riconoscimento dell’edificio di progetto, crea un forte impatto visivo sulla struttura stessa. 230


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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio tutte le persone che ho conosciuto durante questi tre anni di università per avermi regalato un’esperienza fuori dal comune, che mi ha formato e maturato. Ringrazio i miei genitori, per avermi supportato ed essermi sempre stati accanto, mamma e papà, i nonni, i cugini. Gli amici e le persone di Pordenone, casa mia, che abitando lontano non riesco a vedere spesso: Collla e Saba, Gobbo, Bisco, Manfo, Gorga, Cava, Liut, Kowa, la Tiz la Fra la Sara e la Anna, il Pedro, Brian, la Paola, la famiglia Palazzetti - Cinzia, Gigi, Diletta e Giulia, l’Elisa e l’Alice, la Paoli la Renna e la Tuja, la Ciccia, il Lupierone il Fra e tutto lo staff dell’Eurosporting, la famiglia Paulon e De Rosa, gli amici di Trieste e di tutto il triveneto. 232


φιλία - AMICITIAE - AMICIZIA “This train Carries saints and sinners This train Carries losers and winners This Train Carries whores and gamblers This Train Carries lost souls This Train Dreams will not be thwarted This Train Faith will be rewarded This Train Hear the steel wheels singin’ This Train Bells of freedom ringin’ This Train Carries broken-hearted This Train Thieves and sweet souls departed This Train Carries fools and kings This Train All aboard This Train Dreams will not be thwarted This Train Faith will be rewarded This Train Hear the steel wheels singin’ This Train Bells of freedom ringin’”. Land of Hope and Dreams - Bruce Springsteen

In particolare vorrei ringraziare tutte quelle stupende persone che ho conosciuto durante la mia permanenza a Milano, che, con i pregi e i difetti, hanno portato alla creazione di una grande famiglia. Ricky, Ricky e Wiccà, il Maga, Tonino, la Je, Jaco, Ali, Carlo, la Kate la Giulia la Marta e la Maria, Simo, Luca e Luca, Xia, Lanza, Marco la Zano la Moni la Sara la Marghe e la Laura, la Ila la Gio e la Rosi, Maldi e Giulio, la Ila, Mauro, Checco e la Cate, Vivi e Giulio, la Cla e la Marta, tutta la sezione di i3, i4, i5 e le persone conosciute durante l’anno, gli assistenti e i professori di Lavoratorio, Mariano e gli altri allestitori. Un altro particolare ringraziamento va alla Cate, la Lu e le altre persone speciali per me. 233


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