Andyfender
CHITARRE & CO.
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CHITARRE
Stili di chitarra Jazz
Di tutti i generi musicali derivati dal Blues,il Jazz è quello che lo rappresenta meglio come evoluzione. Musicalmente è il più sofisticato,il più esigente,ma anche quello che dà più soddisfazioni. Nel corso degli ultimi 30 anni,comunque, i continui scambi tra jazz tradizionale e rock elettrico,hanno dato origine a numerose forme musicali di "fusione" tra la quali il jazz-rock ed il jazz- funk. Così le differenze tra un chitarrista rock ed uno jazz sono diventate meno evidenti. Nella storia del Jazz,la chitarra è entrata gradualmente,ma oggi il suo compito è determinante. All'inizio dovette prendere piano piano il posto del banjo,strumento con maggiore attacco nella sezione ritmica,poi dovette emergere come strumento solista. Si è dovuta attendere la amplificazione della chitarra per merito di Charlie Christian e la creatività di Django Reinhardt il quale,con sole due dita, andava via come un treno.
L'improvvisazione è il fulcro del Jazz. La Chitarra permette una improvvisazione sia a livello ritmico,che melodica e armonica: ritmica nella scelta degli accenti,delle enfasi e delle sincopi,melodica nella scelta delle dote di un assolo,armonica nella scelta degli accordi e delle varianti di essi.
Mi ricordo una intervista al nostro grande Franco Cerri,il quale ammise che in un pezzo passò un sacco di tempo fra l'indecisione di quale accordo stesse meglio,una differenza minima,ma per Lui sostanziale.
Avvicinarsi alla chitarra jazz non è cosa facile e non sono certo in grado io di dare dei consigli evangelici,proprio perchè è un genere che si basa sula improvvisazione. Una cosa è certa: esso richiede il livello più alto di musicalità e di conoscenza della tecnica e della teoria.
Le caratteristiche per un chitarrista Jazz potrebbero essere queste:
un orecchio pronto,esercitato a distinguere quello che ogni singolo membro del gruppo sta suonando. una solida conoscenza di scale,accordi, armonia e teoria della tastiera. una tecnica della pennata sulla corda singola che permetta velocità in ogni situazione; una buona dose di fantasia per l'improvvisazione.
Chi vuole avvicinarsi al Jazz,dovrebbe ascoltare,come inizio,più brani possibili per entrare in sintonia con questo genere. Da tener presente che qualsiasi chitarra può andare bene per questo genere:non è indispensabile proprio una chitarra Jazz. Il suonare con altri strumenti aiuteranno l'improvvisazione: insieme al basso ed alla batteria,verranno fuori determinate strutture armoniche, poi si dovranno scegliere le posizioni in cui suonare per affiancarsi al meglio alla tastiera ed eventualmente al sax. Insomma bisogna trovare il modo migliore in cui la chitarra si inserisce. Per decidere con saggezza cosa suonare e quando, basta usare l'orecchio,il nostro consigliere principale. Prima ascoltare,poi suonare!
Le Chitarre “ Arch Top “ Queste Chitarre che a quanto difficoltà di costruzione sono comparabili solo alle Classiche di gran livello, vennero alla ribalta negli anni '20 quando il Jazz stava avanzando in maniera prepotente. L'esigenza era di farsi sentire all'interno di una piccola orchestra e gli strumenti come chitarre folk e classiche con corde di budello non riuscivano a sviluppare volumi sufficienti. Pertanto questi musicisti si rivolsero a nuovi modelli con corde in metallo e cassa arcuata come la Gibson Master Tone L-5. La differenza fondamentale fra una acustica Arch top e flat top sta nella costruzione della cassa. Tradizionalmente la tavola ed il fondo di una arch top erano intagliati da pezzi di legno solidi e massicci,una tecnica che consente una arcuatura molto più ampia rispetto alle flat. Tuttavia,non appena queste chitarra con cassa arcuata guadagnarono i favori del pubblico,la Gretsch iniziò un nuovo procedimento: invece di intagliare la tavola e i fondo,li laminò e li fece con diversi strati di legno piatto messi in forma prima di essere incollati insieme. Asciugata la colla e tolto il legno dalla forma,questo manteneva la forma arcuata desiderata. Provviste di ponte mobile ed alcune di buche rotonde o ovali, si passò ben presto ai tagli ad "f". Tutte le arch top hanno un sistema di raggiere interne. Al giorno d'oggi non sono più molto diffuse,ma molto ricercate da collezionisti e da chitarristi che desiderano il massimo come sonorità e timbrica.
Qualche curiosità sulla chitarra elettrica Nella costruzione della Chitarra elettrica intervengono degli elementi che noi accettiamo come Vangelo,ma non sappiamo se agiscono o meno sul suono. Sono piccole cose,ma a saperle non guasta. Il capotasto deve essere bloccato a stretto contatto con la tastiera:un capotasto che si muove attenua le vibrazioni delle corde causando una risposta irregolare e tagli di frequenze I capotasti bloccanti del Floyd Rose,se non bloccati bene diminuiscono il sustain. Una tastiera in palissandro,se nuova, fa uscire le note lentamente a causa degli oli di cui è impregnata. Una tastiera in acero è più rapida e brillante,ma l'optimum si ha con il manico a profilo a " V" come le vintage,ma in un unico pezzo,non incollata. La struttura a "C" è meno rigida della "V" la quale evidenzia le frequenze alte trascurando un po' le medie. Tasti sottili e ben arrotondati producono un suono più definito.Tasti tipo meduim magari appiattiti danno note meno definite. I migliori sono in Nickel-Silver; esistono anche in acciaio inox che durano di più. Per avere un Grande suono? Usare corde grosse ed alzare l'action: non è facile abituarsi,ma i cambiamenti,certe volte possono essere insperati.
David Gilmour
La Chitarra Black di David Gilmour Volevo mostrarvi per prima cosa la modifica effettuata da DG sulla leva del ponte. E'stata accorciata e piegata come si può vedere dalle immagini. Se si volesse, il lavoro non è difficile. Anche la signature ha la leva fatta simile a questa ,ma non è esattamente così. Non so se sapete che la sua chitarra usa due P.U. Fender: 1 al manico ed 1 centrale,mentre al ponte usa un Seymour Duncan SSL-1. Inoltre ha uno switch per aumentare gli abbinamenti fra i p.u. fino a 10 possibilità.
La Stratocaster #0001 di David Gilmour E' forse la chitarra più rara ed unica della Storia di questo Strumento. Di lei si è parlato e si parlerà ancora,per cui non pretendo di aggiungere cose strabilianti. Vediamo l'anno ed il mese di costruzione: il manico riporta scritto a matita secondo consuetudine la data 6-54 ed una notevole aggiunta è la sigla del liutaio: TG, il grande Taddeo Gomez! Una chitarra firmata la lui ha un valore aggiunto notevolissimo:fa ormai parte della Storia. Il Body è firmato " Mary 9.28.54" e come usano gli Anglosassoni,indica 28 Settembre 54, ed è stato lavorato da Mary. Diciamo subito,come saprete, che il n° #0001 non indica che sia stata la prima ad essere costruita. Infatti da una lista che possiedo riporto la numerazioni di altre Strato: 0100 0146 0196 0207 0335
= = = = =
4/54 4/54 5/54 5/54 5/54
Ciò indica chiaramente l'esistenza nel mondo di altri esemplari più vecchi,ma una Leggenda si crea anche così. La mia opinione è che Leo abbia scelto una chitarra che,oltre che classificarla come n°0001,abbia voluto arricchire con particolari unici e non di serie come il battipenna a 8 fori in colore "Anodized Gold",ponte ed attacco del Jack dorati, meccaniche Gotoh,ma non dorate. Il colore è Olympic White che ha assunto tonalità dal verde al celestino. I p.u. sono 3 originali Fender '54. Il selettore a 3 posizioni. La storia dice che originariamente questa chitarra appartenesse a Leo, che la vendette a Seymour Duncan (a me risulta invece che la regalò a SD) ma atteniamoci alla versione ufficiale. SD la vendette per circa 900 dollari a Phil Taylor. E qua viene il bello: nel 1970 David la acquistò da Phil e,su stessa ammissione di DG, l'occasione fu che Phil aveva bisogno di un "prestito" per acquistare una nuova casa. David non si lasciò scappare l'occasione e la comperò ad una cifra che non si conosce; sta di fatto che Phil si comperò la casa!!! La prima apparizione di DG con la mitica chitarra risale al '78 per la registrazione del suo primo album solista.Poi qualche altra esibizione,ma credo che DG non gradisca eccessivamente il suo suono,in effetti le chitarre di quegli anni sono ricche di frequenze alte e pochi medi. Ovviamente David su questo esemplare non ha modificato nulla,nemmeno la leva del ponte,anche se potrebbe usarne un'altra modificata e tenere ben conservata l'originale. Sono convinto che sappia esattamente cosa possiede!!
La Red Stratocaster di David Gilmour Sembra strano che un Chitarrista di questo calibro e grandissimo collezionista di strumenti Vintage stia usando da svariati anni una chitarra che possiamo giudicare moderna. Acquistata nell'83 è una riedizione della '57 . Il corpo in ontano,colore Candy apple Red con battipenna bianco ad 8 viti.Il manico in acero riedizione '57 V con meccaniche Gotoh. I p.u. sono EMG-SA con sistema EXG e SPC, e la leva del tremolo modificata come nella black. Il sistema EMG che usa ormai da 15 anni è formato da 3 p.u. SA single coil collegati con un EXG (expander) ed un SPC (presence control). Questi p.u. assicurano toni morbidi e caldi,con una accentuata gamma di medi,mentre il sistema EXG aumenta gli alti ed i bassi, riducendo i medi per avere maggiore definizione ad alti volumi. Infine il presence control SPC aumenta i medi e trasforma i single coil in humbuking. Non si può dire che non le pensi anche di notte le modifiche e come ottenere tutte le sfumature possibili: un Genio anche del suono!!
Una Stratocaster a pezzi Ma solamente in disegno. Mi sembra abbastanza ben fatto.
Sulla serie dei particolari che la compongono,notate sotto la parola Strings,la scalatura .52- .12. Mi ricordo benissimo che ai miei tempi era l'unica disponibile: altrochè calli....!!
Scegliamo bene la chitarra elettrica : La tastiera Pur facendo parte del manico,ho preferito aprire un topic dedicato,vista la grande importanza di questa parte della chitarra. La maggior parte dei controlli può essere eseguita portando la chitarra di piatto all'altezza degli occhi e traguardando con un occhio solo la sequenza dei tasti. Essi si devono presentare paralleli fra loro,come le traversine di un binario: nessuna ondulazione e nessuna torsione. In questa maniera si controlla anche la bombatura: pur essendo registrabile è bene acquistare una chitarra già a posto. L'Ibanez ha la maggior cura per questi particolari. Se tutto va bene passiamo alla " prova su strada": controlliamo la scorrevolezza sia del manico che della tastiera stringendola con la mano e facendola scorre re più volte per tutta la sua lunghezza. Potremmo sentire dei tasti che sporgono dal legno: speriamo di no, Eseguiamo dei veloci glissè dal primo tasto all'ultimo per ogni corda: non dobbiamo lasciarci mezzo centimetro di polpastrello: deve essere dolce,come se i tasti non esistessero. Poi controlliamo che nessuna corda "frigga" in qualche tasto soprattutto nelle posizioni verso il body,dove l'action è molto bassa
Scegliamo bene la chitarra elettrica : Il manico Vorrei iniziare una serie di piccoli suggerimenti per valutare al meglio una chitarra prima di acquistarla. Le venature di esso,quando non verniciato,dovrebbero essere parallele fra loro il piÚ possibile. Quando invece svirgolano o a destra o a sinistra potrebbero ,nel tempo, creare una rotazione del manico. Si possono trovare anche venature a "V",ben vengano,ma devono convergere solamente al centro del manico stesso,dove c'è la listarella di noce che fa da copri truss rod, in ogni caso non nei lati.
Scegliamo bene la chitarra elettrica : Il body Una attenzione particolare va a questo cuore dello strumento. Domandiamo al negoziante di che legno si tratta: il migliore per una Fender è il frassino (ash) seguito dall'ontano (alder),poi gli altri possono piacere o meno. Assicuriamoci che non sia eccessivamente pesante, che abbia un buon suono da spenta e che il corpo vibri se suonate a vuoto le corde. Checchè ne dicano in molti, il suono da spenta con un buon volume e timbrica sarà, amplificato, con queste caratteristiche,ma una chitarra sorda rimarrà tale anche con il miglior ampli del mondo
Scegliamo bene la chitarra elettrica : L'hardware E arriviamo alla componentistica elettrica della nostra chitarra. Pur avendo una grandissima importanza non è cosÏ determinante come i legni e la costruzione complessiva. Infatti ogni componente può essere facilmente sostituito,per cui tanti problemi non me li farei. Cero che in una chitarra da acquistare qualcosa dobbiamo controllare: i potenziometri,innanzitutto,che siano dolci nel movimento senza essere troppo allentati da muoversi da soli e che facciano il loro lavoro nelle regolazioni. Il selettore che non abbia incertezze nel movimento o falsi contatti. I p.u. che siano centrati con le corde e che siano ben miscelabili fra di loro con suoni che cambino ben distintamente. Un calo di frequenze alte abbassando il volume qualche volta può disturbare,ma si può correggere. Non credo ci sia altro
La Solid-Body...secondo me. Ognuno ha le sue idee su come una chitarra dovrebbe essere fatta,in base alle proprie esperienze, piacevoli sorprese e delusioni dovute a strumenti provati o posseduti. Ovviamente non mi sento di dire di avere trovato la chitarra perfetta,non ancora,ma penso che non la troverò mai,poichè le teorie che mi sono costruite,non le ho mai trovate applicate in una chitarra,anche perchè il risultato estetico non sarebbe dei migliori. Ma fantasticare costa poco e così vorrei esporre la mia idea alla vostra attenzione con tutte le critiche possibili che sono sempre costruttive. Inizierei dalla paletta: l'orrenda forma (almeno per me) di quella della Martin acustica,rivela uno scopo ben preciso. Massa notevole che influisce positivamente sul sustain, dimensioni generose, simmetria,meccaniche ben distanziate, nessuna curva di abbellimento. Vediamola:
La semplicità fatta paletta: anche Gibson usa una forma simile,con qualche curvetta e con le meccaniche più ravvicinate. In pratica maggiore è la massa intesa come spessore,larghezza e buon legno pesante, e più prolungata sarà la nota. Una cosa che ci tengo molto a sottolineare (sempre secondo il mio pensiero) è la simmetria della chitarra in tutte le sue parti. Sono convinto che forme anche semplici come Tele e Les Paul,ma con spalla mancante,impediscano alle onde sonore che fanno vibrare il legno,di avere un percorso facilitato: è come se ad un certo punto dovessero cambiare percorso o trovassero un ostacolo. Quindi ben vengano le due spalle mancanti ed arrotondate: non vedo di buon occhio gli spigoli e le spalle a punta. Passando al manico,è sempre mia opinione che le soluzioni migliori per unirlo al body siano queste:
Ovviamente le colle dovranno essere di origine animale,i giochi fra le varie parti il minimo possibile,l'ideale sarebbe un pezzo unico,ma è impossibile. Il migliore,secondo me, è il sistema "Throug the Body", come alcune Firebird vintage e come rappresentato nella prima immagine:il manico continua per tutta la lunghezza del body. Le vibrazione delle corde e del manico si trasmettono al corpo in maniera ottimale. I legni: stupendi il mogano ed ebano: lo spessore simile a quello della LP,e anche maggiore,senza contour body o altri smussi. I p.u andrebbero applicati sulla prolunga del manico e non sul body,creando una continuità anche con il ponte. E questa è la dolente nota: secondo me questo dovrebbe essere in legno ed solamente appoggiato al body,senza incollature,senza parti metalliche e leve vibrato. La compensazioni delle ottave avverrebbe come sulle acustiche e cioè data sia dalla costruzione del ponte stesso,sia dalla possibilità di spostarlo. I pick up che vedrei meglio sarebbero dei Humbucker splittabili in single coil ed in inversione di fase.
Il timbro della chitarra Tutte le chitarre acustiche di buona fattura devono avere una buona sonorità e un buon volume:devono cioè utilizzare efficacemente l'energia iniziale applicata dal chitarrista sulla corda. Comunque,due chitarre,entrambe ben costruite,non avranno certo lo stesso suono:la caratteristica principale di ogni chitarra è infatti il "timbro". Ogni costruttore di chitarre o anche il liutaio,ha le proprie teorie sul criterio per stabilire se la qualità del timbro di una chitarra è più o meno buona. Devo confessare,che ,personalmente, non mi è ancora chiaro del tutto l'insieme delle caratteristiche di una buona chitarra acustica raffrontate ad una "ottima". Come punto di riferimento ho sempre assunto la mia Guild-D 50,e da questa faccio le comparazioni,ma le Martin devo dire che non le ho mai capite bene. La caratteristica timbrica dipende da molti fattori che interagiscono fra loro e non si possono dividere. Comunque la "tavola" superiore è la parte più importante ai fini della timbrica. Si racconta che il grande liutaio spagnolo Torres,già nella metà del 1800,avesse costruito una chitarra con la cassa fatta interamente di cartapesta e con la "tavola" di legno,e che i chitarristi ai quali la fece provare fossero sorpresi della sua ottima timbrica. In teoria si possono costruire tutta una serie di chitarre diverse semplicemente variando alcuni dettagli del design in modo da ottenere una diversa qualità del timbro. In pratica è proprio questo che molti dei maggiori liutai fanno:modificano leggermente il design per produrre strumenti con caratteristiche sonore che rispondono ai requisiti richiesti dai diversi clienti. Ma non si può ignorare il fatto che due pezzi di legno non sono mai uguali,perciò non ci saranno mai due chitarre con lo stesso identico timbro. Ogni chitarra è,per certi aspetti,unica! Come regola generale,tutte le chitarre devono avere una gradazione timbrica equilibrata,dalla nota più bassa a quella più alta. Non vi devono essere "vuoti" in cui il timbro o il volume cambia irregolarmente,nè vi devono essere delle caratteristiche armoniche esagerate rispetto alle altre. Le leggere differenze nella costruzione delle chitarre acustiche "folk" ( a tavola piatta) hanno effetto sulle varianti timbriche che rendono certi strumenti più adatti a determinati generi di musica. Le Martin Folk sono molto diffuse tra i chitarristi "fingerstyle",perchè si adattano molto bene a quel modo di suonare. Hanno una brillantezza che dà una linea ben definita di bassi,mentre le corde alte risultano sempre ben distinte. Le Gibson Folk,invece,sono più usate dai chitarristi country per il loro suono robusto e molto ritmico,adatto alle pennate su tutte le corde. Ambedue le Marche costruiscono chitarre di ottimo livello,con timbriche diverse,ma che si adattano a molti generi diversi, e poi non dimentichiamoci che hanno fatto la "Storia".
I profili dei manici Se osserviamo attentamente la curva che fa il nostro pollice con l'indice della mano sulla tastiera, ci accorgeremo che,oltre ad essere molto personale, si avvicina soltanto di poco ad uno dei profili che usano i costruttori di chitarre. Inevitabile,questo, sia per problemi di lavorazione,sia perchè ognuno di noi avrebbe esigenze diverse. L'inconveniente maggiore di un cattivo adattamento della mano al profilo del manico è l'attrito fra di loro che impedisce la scorrevolezza,inoltre le dita si devono adattare ad inclinazioni e forzature non spontanee. Proviamo a vedere quanti tipi di profilo ci offrono,partendo da quello classico che nello schizzo è il primo in alto:
Questo è il profilo a "C" e consideriamolo Standard. Quello subito sotto (scusate gli scarabocchi, ma è per fare vedere la differenza) è il profilo ad "U" detto anche Fat (grosso o grasso). Seguono questi due:
quello in alto sarebbe un profilo ribassato detto Wizard, in basso il profilo a "V" detto anche Clapton, il quale lo considera il migliore profilo mai costruito dalla Fender.
La sovrapposizione di due profili penso siano utili per riconoscere la differenza. Oppure avvaliamoci di questo schema:
Partendo da sinistra: profilo ad "U": comunemente usato su manici sottili,adatto a chi usa suonare con il pollice sotto il manico o di lato: lo usava la Nocaster '51 e la James Burton Tele. Il Soft "V" si trova sulla '60 Strato e sulla SRV Strato L'oval "C" sulla American Vintage e sulla '62 Strato L'Hard "V" viene costruita su ordinazione. Anche il "Modern Flat Oval" su ordinazione. Il Medium "V" appare sulla '56 Strato e sulla Jerry Donahue Tele. Purtroppo, a mio avviso, tutti questi profili sono dei compromessi a cui bisogna adattarsi. L'ideale sarebbero questi:
e cioè profili asimmetrici che il buon SRV usava e Van Halen usa tutt'ora. Se guardiamo bene nuovamente la curvatura pollice-indice della nostra mano, ci accorgiamo che non hanno sbagliato per nulla!
Piccolo Glossario per il Chitarrista Cari Amici,ho raccolto dei nomi di oggetti e sigle che ,se anche li conosciamo, non sono proprio tanto comprensibili. Ovviamente sono poche cose,ma se aveste qualche curiosità,sarò felice, se riesco, ad aggiungerne la descrizione. A Sul retro del potenziometro, assieme al n° di serie, indica che è di tipo LINEARE. Non usati nel nostro campo,di solito. Alesatori Sono utensili molto utili per poter allargare o rifinire i fori delle meccaniche. Permettono una precisione al decimo di millimetro e, questo tipo illustrato, vanno usati solo a mano. I liutai li usano moltissimo.
Audio Tipo di potenziometri: la resistenza varia seguendo l'irregolarità della nostra percezione sonora: cioè,poichè noi non abbiamo una percezione uniforme, con essi la sentiamo uniforme!! B Sul retro del potenziometro (come A) indica una resistenza che varia logaritmicamente. Sono usati nel nostro campo. Cianoacrilati Sono colle che conosciamo come Attack,ma la Loctite che ne è il produttore,ne ha inventati per tutti i materiali e per tutti gli usi: forse la più grande invenzione del secolo scorso. Pensate che componenti di aerei, automobili,ma in pratica tutto ciò che viene costruito oggi, sono incollati con questi prodotti,con grandissimo risparmio e sicurezza. Personalmente ne ho usati quasi tutti,ma quello che mi ha stupito si chiama Adimetallo: incolla due pezzi di metallo che per dividerli ci vuole il martello! Condensatori Il valore viene misurato in microfarad per esempio 0,05 uF ,022 uF ( ho usato la u minuscola,ma in realtà ci va la mu greca. Generalmente la sola cifra è stampata sul pezzo insieme alla tensione di lavoro. L'uso lo conosciamo. Contatto mobile E' il contatto che si muove circolarmente sopra il carboncino (resistenza) all'interno di un potenziometro.E' collegato al piedino centrale dello stesso. DPDT E' uno fra gli interruttori più usati nel nostro campo insieme ad altri due che vedremo più avanti:
La sigla significa: Double Pole Double Throw (Due poli- Due vie). Si usa per inserire o disinserire un componente come un p.u., o un circuito aggiuntivo come il preamplificatore interno di una chitarra, o quello che si vuole. Fantastica,secondo me,la sostituzione sulla Strato del selettore con 3 di questi DPDT che permetterebbero tutte le combinazioni di inserimento dei p.u. compresi: ponte- manico, oppure tutti e 3 insieme. Il DPDT non esiste solo nella costruzione della foto,ma anche in altri tipi, con ampie possibilitĂ :
Epossidiche E' un altro tipo di colla molto usata per il legno,molto più adatta per questo materiale della cianoacrilica,che mal funziona sui materiali porosi.Ha una resistenza eccezionale,tanto che separare due pezzi incollati con essa può comportare seri danni. FTPA41 Sigla misteriosa,ma che indica solamente uno dei vari DPDT e precisamente ON/ON/ON. Viene usato come selezionatore di bobina in un Humbucker e anche di fase su un triplo conduttore.( vedi schema più sopra) Gomma- Lacca Disciolta in alcool denaturato forma la base della vernice Francese. Si trova in scaglie o bastoncini. Utilissima per la riempitura di spacchi della tastiera,per la riempitura di piccole fessure. Si trova in molti colori: nero adatto all'ebano,e diversi marroni utilizzabili per la maggior parte delle tastiere. Grasso Siliconico Disponibile in bombolette spray,ma anche in forma semisolida,è utile per la lubrificazione universale delle parti soggette all'attrito delle noste chitarre: se non c'è ruggine, come protettivo e come aiuto alla scorrevolezza,è insuperabile. (capotasto,ponti, ecc) Lime ad ago Sono delle lime molto sottili e di vari profili: rotonde,piane,triangolari,quadrate, a mezzaluna. Utilissime per piccole rifiniture del capotasto,ma trovano applicazioni infinite proprio per le loro piccole dimensioni. Potenziometri accoppiati: Detti anche stereo,non sono altro che due pot. normali montati insieme e comandati da una singola asta. Sono molto utili quando servono potenziometri separati,ma non si vuole appesantire l'estetica della chitarra. Un uso,per esempio, è il collegamento "controllo di tono accoppiato": su uno si fa inserire un condensatore da 0,01 per il p.u al ponte, e uno da 0,047 per quello al manico. SPDT Single Pole Double Throw ( un polo- due vie )E' un tipo di interruttore in cui il segnale nel filo connesso al piedino centrale può essere prelevato da ciascuno dei due piedini esterni quando l'interruttore è On-On,quando è invece in posizione On-Off-On non c'è contatto con nessuno dei due:
MANUTENZIONE
Qualche spicciolo di consigli Niente di che,ma con la filosofia che "se non costa nulla e non fa male" si possono applicare. La prima cosa riguarda l'amplificatore: cercate di infilare la spina nella presa di corrente sempre nella stessa posizione. Magari contrassegnate con il pennarello sia la spina che la presa indicando la posizione coincidente. Questo aiuterà l'ampli che si troverà sempre a gestire la fase ed il neutro e quindi il senso della corrente( anche se non è corretto dire così trattandosi di corrente alternata) nella stessa maniera.Molto più importante è nel caso di un valvolare! L'ideale sarebbe che l'interruttore dell'ampli interrompesse la fase. Non è facile constatarlo senza un tester ed anche mettendo le mani vicino a parti sotto tensione,quindi lasciamo perdere. Tutt'al più, se da spento,ma con la spina attaccata,sentite un leggero ronzio del trasformatore principale,vuol dire che la fase è collegata e quindi dovrete invertire la spina. IL cavo della chitarra,anche se non è del tipo unidirezionale,sarebbe meglio collegarlo sempre nella stessa maniera e cioè con lo stesso jack nella chitarra ogni volta che suonate. Potete contrassegnarlo con un pezzetto di nastro adesivo telato o quello che preferite. Perchè questo? Io considero la corrente elettrica e quindi il segnale che proviene dalla chitarra,come un piccolo ruscello di montagna che scorre fra i sassi: l'acqua si sceglie il percorso più facile e farà sempre lo stesso,addirittura sposterà qualche sassolino affinchè proseguire più facilmente. Così si comportano anche i cristalli di rame dei fili:la corrente sceglierà la strada più comoda e senza intoppi ed i cristalli si orienteranno( in un paio di settimane) in maniera da facilitarne il percorso. Il miglioramento,se non udibile subito,vi assicuro che ci sarà, Ultima cosetta: se avete le meccaniche blindate,non è detto che non si debbano lubrificare: con uno stuzzicadente prelevate un paio di goccine di buon olio e fatele entrare dalla parte del perno dove si inseriscono le corde,attraverso quella piccola fessura che esiste fra perno e boccola rotonda. Non tanto, meglio poco e spesso.
Manutenzione interna delle Chitarre Acustiche
La parte interna di queste chitarre fatta di incatenature ha una importanza pari alla tavola e superiore ai fianchi ed al fondo. Oltre ad assicurare robustezza alla struttura, distibuisce lo "scorrere" delle vibrazioni, e quindi del suono, come stabilito dal costruttore. L'importanza che esse hanno l'abbiamo già esaminato in un'altra occasione: ogni costruttore usa piccole varianti di quella che è lo schema principale ovvero ad " X" della Martin. Visto che nulla possiamo modificare di questo importante incrocio,vediamo almeno cosa possiamo fare per conservarlo al meglio. Intanto un'occhiatina all'interno della buca con l'aiuto di una luce data da una pila e,se ce l'abbiamo, di un piccolo specchio ,ci potrà far vedere eventuali difettini di costruzione come incollaggi non perfetti o in parte mancanti, cattiva finitura delle incatenature come eccessiva rugosità,schegge,pezzetti mancanti. Sono più facili da trovare di quanto si creda, ma per fortuna non influiscono sulla bontà del suono,tranne il non perfetto incollaggio di una striscia che potrebbe anche mettersi a vibrare o peggiorare fino al distacco del legno. Il più delle volte,però, è il legno delle catene che, seccandosi, tende a muoversi. Ma non solo,il legno troppo secco si comporta sonoricamente molto male rispetto a quello con la giusta umidità, ed è intuitivo. Il consiglio che posso dare è di curare la parte interna della acustica come la parte esterna: gli stessi prodotti che date al legno per nutrirlo e lucidarlo, potranno essere dati in maniera leggera e graduale,anche all'interno, con un pennello sottile poco imbevuto, e gradualmente, senza annegare il legno. Tutte le tensioni si alleggeriranno perchè il legno inizierà a distendersi,vibrando meglio,più omogeneamente e trasmettendo le frequenze a tutta la cassa con il risultato,graduale, di avere uno strumento che suonerà "tutto" e tutto insieme
Pulizia tasti e tastiera Un problema vecchio come lo strumento stesso e che non è stato mai risolto in maniera sicura e definitiva.Primo perchè la tastiera può essere in almeno 3 legni differenti, secondo perchè i tasti sono infidi raccoglitori di sporcizia ed ossido che in nessuna maniera possono essere eliminati completamente ed in maniera sicura al 100%. Incredibile,ma vero,ci sono vari suggerimenti per fare un buon lavoro,ma oltre alla pazienza ci vuole l'accortezza di non fare cose con superficialità. Consideriamo i 3 legni più usati: Acero, Palissandro ed Ebano. L'Acero sembrerebbe quello che dà meno problemi,ma purtroppo non è vero per vari motivi: è il più delicato di tutti sia per il colore chiaro,sia perchè verniciato. Questo implica il divieto di usare oggetti abrasivi per non scalfire la vernice. Ma lo sporco si accumula lo stesso e proprio nella zona più difficile: fra la base del tasto e la tastiera, con una gran voglia di entrare nella fessura che inevitabilmente esiste fra di loro. Questo comporterebbe,nel tempo, il sollevarsi del tasto,in maniera purtroppo irreparabile se non con l'estrazione dello stesso : inutile sarebbe livellarlo. Teniamo ben presente una cosa: quando la tastiera ha accumulato dello sporco è perfettamente inutile nonchè dannoso strofinarla con i prodotti per la pulizia come olii varii, e questo perchè il risultato è,in maggior parte,diluire lo sporco e distenderlo su tutto il resto del legno del tasto creando una bella patina che ostruisce i pori e non se ne andrà mai via completamente. Certo qualcosa si riesce ad eliminare,ma credetemi,la maggior parte rimarrà a ricoprire il legno. Questo non vale per l'acero il cui argomento vorrei definire perchè più semplice. Su questa tastiera possiamo usare per eliminare la sporcizia solo oggetti non abrasivi. Un paio di cotton fioc,uno imbevuto di alcool denaturato (quello rosa) ed uno asciutto. Si passa quello con l'alcool alla base del tasto metallico e subito si asciuga con quello pulito. L'alcool scioglie grasso e sporco,ma non bisogna esagerare con le attese perchè si infiltra anche lui sotto i tasti. Il problema non è grave,però perchè evapora quasi subito e contiene solo il 2% di acqua,quindi non può fare danni. Se avete i tasti metallici opachi e un po' consumati, se volete lucidarli, bisogna proteggere il legno,soprattutto l'acero. Il sistema per eccellenza che vale per tutte le tastiere è questo:
Si tratta del solito sistema usato da tutti i liutai: del nastro adesivo in carta,incollato fino sotto il tasto. Adessi siamo tranquilli e potremo, con della paglietta possibilmente 0000, andare a lucidare i nostri tasti con leggerezza,volendo si potrebbe usare anche un buon polish per metalli,facendo attenzione,alla fine, di togliere ogni traccia con un panno asciutto. Per l'Acero il discorso è chiuso. Palissandro ed Ebano hanno il problemino di eliminare lo sporco accumulato: niente prodotti cosiddetti appositi,poichè, ripeto, non farebbero altro che scioglierlo e distribuirlo su tutto il legno. La cosa migliore da fare è quello di toglierlo con qualcosa di rigido e flessibile,ed allora ci vengono in aiuto le carte telefoniche:
Con queste,agendo nel senso della venatura del legno e sempre con delicatezza, potremo raccogliere la maggior parte dello sporco fino, in pratica, al tasto metallico. Qui interverremo con la punta di alcuni stuzzicadenti senza sforzare troppo. A questo punto lo sporco si è mosso, non è più aderente al legno,per cui potremo adoperare tranquillamente i prodotti che di solito usiamo: olio al limone, Pronto o altro. Dopo 5 minuti asciughiamo bene il tutto con uno straccio asciutto,morbido e pulito. Se avete voglia di lucidare i tasti, il procedimento è sempre quello illustrato per l'acero. Due raccomandazioni: MAI acqua sulla tastiera, e, se potete, nessun prodotto oleoso sulle corde: ne diminuisce l'elasticita. Se volete una maggior scorrevolezza, il buon vecchio talco è sempre il migliore: Jaff Beck insegna
La schermatura casalinga della Chitarra Argomento probabilmente risaputo,ma può essere d'aiuto a chi non ha mai smontato la propria chitarra. Penso che ormai tutti gli strumenti siano provvisti di schermatura contro i disturbi elettromagnetici che girano in aria, perlomeno la mascherina. Una volta essa era fatta di alluminio abbastanza spesso,ma si limitava solo a questo particolare. Poi ci si è accorti che anche gli scassi dei pick up e del circuito elettrico(pot.,selettore,ecc,) erano abbastanza contenti di avere la loro protezione. Per cui i liutai ebbero il loro da fare con vernici, rame ed altro. Al solito sono per il fai date,quando ciò non implica lavori complessi e pericolosi,per cui la scelta di un materiale economico e semplice da gestire per ottenere un risultato pari al lavoro di un liutaio,non mi dispiace affatto. In pratica si tratta di usare quel tipo di alluminio in foglio che si usa in cucina e che vedete nella foto:
Con esso potremmo fare due tipi di lavoro: uno semplice,è quello di ricoprire la mascherina della nostra chitarra,se già non avesse la schermatura. Se per esempio volessimo sostituirla con una diversa, non credo venga venduta schermata,per cui... Il lavoro è semplicissimo: si appoggia la mascherina su una bella porzione di alluminio,si segna con una matita od altro il contorno comprese le feritoie dei p.u. e poi si ritaglia. Non serve fare i fori delle viti poichè si avviteranno senza problemi vista la sottigliezza dell'alluminio. Il fissaggio alla mascherina conviene farlo con dei pezzetti di nastro adesivo o,meglio, doppio adesivo,oppure se si pensa che il lavoro sarà definitivo, con quella colla leggera ( per carta) in stick. Questo è il lavoro più semplice. Se si volesse fare una cosa veramente artistica,ci si potrebbe avventurare nella schermatura completa della chitarra: niente di più facile e non invasivo. In pratica si deve ricoprire tutti gli scassi dei p.u. con l'alluminio tagliato a spezzoni abbondanti poichè ogni ricopertura dovrà essere a contatto con le altre come se fosse un pezzo unico di alluminio. E lo stesso vale per le cavità che alloggiano i potenziometri, selettore ed altro. Si deve fare in modo che ci sia la continuità fra i vari pezzi ritagliati e questo si ottiene semplicemente fissandoli fra di loro con del semplice nastro adesivo,in maniera che siano a contatto. La cosa essenziale è che a fine lavoro uno spezzone anche sottile di filo in rame isolato venga fissato sempre con nastro adesivo,o meglio isolante che ha più presa,in un punto qualsiasi della schermatura e collegarlo anche solamente attorcigliandolo ad una vite del ponte,oppure al contatto di massa della presa jack: questo serve a mettere a terra tutta la schermatura permettendo di scaricare i disturbi che essa raccoglie.
Pick
Up
Il funzionamento del P.U
Una cosa semplice,(dopo che è stata inventata,però!) il cui funzionamento che ha del magico segue delle regole elettriche conosciute da secoli. In pratica la corda ,vibrando nel campo magnetico del p.u.,induce nell'avvolgimento una corrente alternata di piccolo valore che passerà ,poi, alla sezione pre dell'ampli.
Il difficile lavoro di Pick Up La chitarra solid-body ha le prime origini nelle vecchie chitarre acustiche amplificate,cioè strumenti acustici normali ai quali si applicavano dei p.u. Come molte innovazioni nella storia della chitarra,anche questa nasce dall'esigenza di avere maggiore volume per poter emergere, volendo,dai fiati,batteria ed altro. Il cuore della solid-body è il p.u. magnetico,che ,direttamente stimolato dalla vibrazione delle corde,ne trasforma l'energia in impulsi elettrici,poi amplificati e diffusi dall'ampli. Perchè il p.u. funzioni al meglio,dovrebbe essere il più stabile possibile e non deve essere disturbato dalle vibrazioni della cassa. Quando si applica un p.u. alla tavola di una chitarra acustica,possono sorgere due problemi:il p.u. può muoversi con le vibrazioni della tavola, oppure può crearsi il "feedback". Nelle chitarre elettriche solid-body,la soluzione è quella di accrescere la massa del corpo della chitarra per ridurne la capacità di ricevere e trasmettere le vibrazioni. Se si portasse questo concetto all'estremo,si potrebbe arrivare a costruire una cassa fatta in cemento o in piombo(pesantine da tenere per una serata!). In pratica ci si limita ad un compromesso,anche perchè se il legno non vibra addio timbrica e sustain della chitarra. Quindi vediamo grandi chitarre costruite con legni più o meno risonanti,con sandwich di legni,materiali sintetici e così via. Ma ritorniamo al pick-up. Devo confessarvi che è stato sempre un argomento che mi ha affascinato: capire le differenze di suono che possono dare e collegarle alla loro costruzione e dati elettrici. Poche sono le informazioni che si trovano dai costruttori sui "trucchi" che usano,direi addirittura nulle. I valori di resistenza,di induttanza e poco altro. Valori che non vogliono dire granchè dato che due p.u. con le stesse caratteristiche possono suonare diversamente. Ed allora mi sono fatto una mia teoria che ci terrei ad esporVi. Al Mondo ci sono due persone che la sanno lunga,molto lunga sui p.u.: una di queste è una splendida Signora di nomeAbigail Ybarra e l'altra il "Guru" dei p.u: Seymour Duncan.. Li possiamo vedere insieme in questa foto,davanti ad un bobinatrice del Custom Shop Fender:
Vediamo ancora questa dolcissima Signora in altre immagini che le fanno onore quanto merita:
A Lei si devono i p.u. delle chitarre di Jimi Hendrix,David Gilmour, Y. Malmsteen,John Majer, e chissĂ quanti altri. A Seymour Duncan "tutti i rimanenti" Una accoppiata inscindibile,speriamo,due talenti con una esperienza non paragonabile a nessuno.
Ovvio che i loro segreti resteranno tali: S.D. adesso sta sperimentando i magneti in Alnico 8. Ma forse della Signora Abigail ho scoperto un segreto. Vediamo due foto:
Questo è il p.u. di una Squier che ho sostituito: notate i fianchi dell'avvolgimento coperti dal nastro adesivo,ma si vedono che sono dritti. Vediamo questo p.u di Abigail ,fatto alla bobinatrice,ma senza guida filo automatico:
Noterete subito la bombatura dell'avvolgimento al centro bobina.Cosa c'è al centro bobina? Praticamente magnetismo al minimo,poichè ogni magnete ha il polo NORD supponiamo superiormente che poi diminuisce sempre più fino a zero al centro per cambiare gradualmente polarità diventando SUD in basso con la massima intensità. Cosa fa la volpona di A.Y. insieme al volpone di S.D.? Sceglie dove addensare l'avvolgimento e solo loro sanno i risultati, a seconda di dove ci sono più spire,ma certo che a parità di n° di spire, di resistenza in corrente continua,il suono sarà differente. In una foto che non trovo più,purtroppo, c'era un p.u di A.Y. avvolto a spire incrociate. Tengo a precisare che tutto ciò che ho scritto è riferito ai p.u. Fender,ma vale esattamente per tutti i. p.u. al mondo Humb compresi. Dio benedica Abigail Ybarra e la mantenga in vita ancora 100 anni insieme a Seymour Duncan.
Confusione tra i p.u in commercio della fender Anche fruendo di un catalogo ufficiale come quello da cui ho tratto le foto ,non si può dire, che acquistare i ricambi p.u. sia una impresa facile, e soprattutto, una volta acquistati ce li dobbiamo tenere sulla gobba. Per cui allego le caratteristiche dei maggiori ricambi con le loro caratteristiche: come già detto fino alla nausea la resistenza è un indice di come suoneranno: più è alta più saranno "grassi"ed ovviamente il contrario.Ho volutamente tralasciato modelli che sono atipici, ma se vorrete ve li illustrerò.
Seymour Duncan Jazz Model Un p.u che sento di consigliare a tutti possessori di Epiphone con H.B. Si riescono ad ottenere delle sonoritĂ pastose potendo cosĂŹ affrontare il Blues ed il Jazz senza avere una chitarra specificatamente nata per questi generi. Non manca di brillantezza,se si vuole, ma appena si chiude un po' il tono ecco il suono dei migliori PAF. Esiste anche in versione cromata.
Il P.U stratocaster negli anni Interessante vedere le modifiche dal '54 in poi di questo "cuore" della chitarra. Cambiano resistenze,n째 di spire e tanti altri elementi che,naturalmente cambiano anche il suono.
Il P.U Humb della Gibson Merita una sezione a parte per la genialità con cui è stato costruito. Ricordiamo i primi PAF (Patent Applied For= brevettato). L'uso di una seconda bobina avvolta al contrario e messa in serie alla principale aveva lo scopo di minimizzare il rumore classico dei single coil, ed il risultato è eccellente. Il disegno spiega bene la sua costruzione per cui inutile che aggiungo qualcosa.
Come è fatto un P.U Single Coil Non è complesso,ma nemmeno semplice. Ogni parte di esso ha una importanza per il suono:il n° di spire,la resistenza,l'impedenza,e altri parametri che ne danno la timbrica e la potenza. Una invenzione senza la quale ,oggi, suoneremmo il triangolo!!!
Aboliamo le molle dei P.U Non mi sono mai state simpatiche,almeno per due motivi: sono di metallo e dove c'è magnetismo è meglio che ci sia gomma e gommapiuma, non danno un contrasto efficiente quando si abbassa il p.u. ma soprattutto quando è alto,permettendo vibrazioni e movimenti indesiderati. Per cui le ho sempre sostituite e poi ho visto che molti costruttori di p.u. adottano questo sistema. Al posto loro ho messo dei distanziali in gomma di dimensioni: 6 mm. di diametro,9 mm di altezza e forati da 4 mm. Queste misure sono le minime adottabili, causa il foro che deve far passare la vite. Di solito sono in dotazione ai Duncan e credo anche ad altre marche (I- Spira),ma se vogliamo fare da soli, è sufficiente utilizzare un tubetto in gomma che si trova in ferramenta con dimensioni vicine a quelle che ho dato e tagliare degli spezzoni alti 9 mm. circa. L'aggiunta,dato che ci siamo, di gommapiuma sotto il p.u. renderà lo stesso immobile. La regolazione in altezza sarà molto più stabile e le vibrazioni saranno eliminate
CAVI & CIRCUITI
Circuito con Push Pull
Wiring Ibanez
Il circuito della Les Paul Allego uno schema abbastanza chiaro in quanto si vedono raffigurati fili e non linee, della L.P. a 2 p.u
Circuito 4 posizioni Telecaster Ho trovato questo strano (almeno per me) wiring che permette 4 combinazioni dei p.u. La posizione 4 mette in serie i 2 p.u.consentendo un suono piÚ potente e "grasso" (FAT nella descrizione in inglese). Vista la semplicità del circuito si potrebbe anche provare, tornare alle origini è facile.
Circuitazione Strato'57 Volevo farvi vedere soprattutto il famoso condensatore che veniva montato in quegli anni e che dĂ un suono per molti inimitabile.
Ma costruiamoci noi il cavo! Avevo promesso ad un Amico di scrivere qualcosa su questo argomento.Pensavo di averlo già fatto,invece sono contento di avere qualcosa da scrivere. Però non posso iniziare senza ricordare di quanti difetti abbia un cavo di scarsa o media qualità in commercio: già accennai al fatto che due conduttori paralleli creano problemi fra di loro, e l'unico sistema per ovviare a questo inconveniente è la twistatura ,cioè avvolgere a treccia i conduttori fra di loro,ma non è sempre possibile,poichè anche per il progettino che vi proporrò useremo cavo commerciale già con i conduttori inglobati nella guaina,ma le soluzioni ci sono sempre e magari ne parleremo in una altra occasione per ottenere il meglio che si possa avere con pochi soldini. Tengo a precisare che l'argomento è vastissimo e non potrò che accennare a poche cose e vi chiedo scusa per lo schifo di schizzo che vi propongo. Andiamo a comperare il nostro cavo che , per le prime prove,sarà semplicemente un cavo da Microfono a 3 conduttori: 2 fili isolati e di colore diverso e in più la calza esterna. Evitiamo il solito cavo a 2 conduttori che la maggior parte di costruttori propongono: non va assolutamente bene per ottenere qualcosa in più e cioè la schermatura da disturbi esterni.
LEGNI
Il suono dei legni Una breve carrellata sui legni più usati per la costruzione del nostro strumento. Ovviamente sono i più comunemente usati,degli esperimenti eseguiti con altri legni i risultati non mi sono noti,per cui mi astengo. MOGANO: quello dell'Honduras è leggero,ma normalmente gli altri sono pesanti. E' un bellissimo legno con i pori aperti per cui enfatizza le frequenze basse,molto risonante e ricco di armoniche. Il suo sustain è lungo soprattutto nelle basse frequenze. Usato per body e manici (Gibson docet) ACERO: è un legno a pori piccoli e chiusi.Essendo compatto restituisce maggiormente le frequenze medio-alte. Il sustain non è lunghissimo Difficile trovare un body completamente in acero (io possiedo una Martin E-18 soltanto in questo legno,ma è cattivissima). La bellezza di questo legno con le sue venature ed i bird's eyes lo rendono ,a mio parere, il più bello per manici e tastiere. PALISSANDRO: legno pesante e robustissimo. Ha un gran sustain ed enfatizza le medio-alte. Molto usato nelle acustiche per la costruzione delle fasce laterali. Come tastiera ha poca influenza sul suono,ma c'è e si sente a confronto con l'acero. EBANO: legno pregiatissimo per cui viene usato solo per le tastiere. E' pesantissimo: infatti è l'unico legno che non galleggia nell'acqua. Ha una grande risposta sulle frequenze acute, avendo una densità altissima.Durissimo , ma fragile, si scheggia con niente. TIGLIO: legno leggero simile all'acero,facile da lavorare,viene usato per i body. Risponde bene alle frequenze medie. Molto utilizzato dalle Ibanez,Fender e penso anche altre case per la sua adattabilità a ricavarne ogni forma. ONTANO: legno leggero che si può accomunare all'acero per quasi tutte le caratteristiche. Sensibilissimo alla stagionatura: se non ben eseguita può avere deformazioni nel tempo. FRASSINO: molto pesante e robusto si presenta con venature aperte e molto belle. Ci sono due tipi: Light Ash (leggero) e normale. Il suo suono su una Tele è unico ed insuperabile, almeno a mio parere.Ricordiamoci che Leo scelse questo legno per le sue prime creature. Più è leggero e meglio suona: questo l'ho capito durante gli anni. Le più belle Tele di grandi chitarristi sono in questo legno e non verniciate: troppo bello per nasconderlo.
Il Mogano Usato per i preziosi manici Gibson ed altre case di rango, può essere anche fonte di un esperimento di cui allego la foto: un body stupendo completamente in questo legno.
L'Acero Un miracolo della Natura che ha dato alla Musica,nel senso del suono,della possibilità di costruire strumenti musicali di grande bellezza e grandissima timbrica, il materiale senza il quale non avremmo le nostre chitarre. Superato solo dall'Abete Rosso con cui sono stati costruiti i più bei violini del mondo,può essere adoperato anche per i manici cosa che l'Abete non permette. Il suono di una chitarra elettrica viene dato dalle proprietà fisiche dei legni con cui è costruita. Essi sono: Rigidità e Densità La Rigidità indica il grado di elasticità lungo la venatura, la Densità influisce sulla propagazione del suono al suo interno. Il Legno che unisce nella maniera migliore queste due caratteristiche è proprio il nostro Acero. Di esso,in natura, esistono tre tipi: Acero fiammato con una densità adatta ai top delle chitarre e bassi:proviene dall'Est d'Europa. Il "Quilted maple",un po' più duro dell'acero europeo. Ha provenienza dall'Oregon e si può notare in quelle meravigliose chitarre tigrate che tanto ci fanno sbavare. L' "Hard rock maple" ,(che si trova anche nella versione Birdeyes),è molto duro e ben si presta nella costruzione dei manici.
Una cosa curiosa è che la bellezza delle qualità figurate è dovuta ad una malattia dell'albero.Non è adatto alla costruzione dei manici poichè poco stabile:il suo uso prevalente sta nei top meravigliosi che vediamo in Gibson,PRS ed altre marche prestigiose. Vediamo che cosa ci regala a livello suono il nostro Acero:timbro molto chiaro e notevole sustain,anche se quest'ultimo varia in modo molto differente a seconda del tipo di impiegato,variando durezza e densità. I corpi in acero duro nordamericano che sono molto rari,suonano in maniera molto brillante,parecchio sustain ed attacco,ma hanno poco corpo. Miglior compromesso si ha con la qualità dell'Est Europa.
I manici costruiti in acero occhiolinato sono meno stabili di quello normale,essendo differente la venatura,ma la loro bellezza è unica. Vediamo una paletta:
La tastiera in acero,come sappiamo,è la più brillante che si possa ottenere da tutti i legni presenti in natura. Rende anche il volume più elevato e si abbina benissimo combinata ad altri legni che costituiscono il corpo. Ha degli armonici,brillantezza insuperabili, e ben si abbina ai body in mogano a cui aggiunge la brillantezza che si è gia detto. Chitarre con il top figurato,fanno bella mostra di sè fra le mani dei più grandi chitarristi di tutti i tempi,ed i collezionisti sono disposti a pagare cifre pazzesche per una Les Paul del '57 con un top particolarmente bello. Per terminare volevo mostrarvi qualcosa che ha dell'incredibile, almeno per me. Si tratta di Acero Marezzato
pi첫 comuni legni usati dalle varie case Vediamo in questa foto la differenza notevole di venatura dell'ontano (alder) a sinistra e del frassino (light ash,in questo esemplare) Facilissimi da riconoscere entrambi. Poi vediamo un raro body in acero (a destra,con intarsi in noce) ed una Squier in tiglio:questa praticamente non ha venature evidenti,mentre nell'acero si possono intravedere delle "occhiolature" (bird's eyes) .
I legni per tastiere Tralascio volutamente l'acero poichè lo conoscete meglio di me. Vediamo invece il palissandro e l'ebano: spero che dalle foto si possa distinguere la differente densità . L'ebano è come il vetro,compattissimo,privo di venature e dal peso specifico superiore all'acqua: infatti non galleggia. Il palissandro ha delle zone chiaro-scure che ne facilità l'individuazione.
I legni della SG
Purtroppo la informativa su questo Modello è piuttosto scarsa nel mio archivietto,ma allego quello che ho. Nella tabella si parla di legni del body,ma non del manico che comunque è sempre in ottimo mogano con tastiera in ebano: a richiesta la tastiera poteva essere in palissandro,piÚ gradita al tocco da molti chitarristi
Specifichiamo un po' i legni Gibson
SETUP
Tony Iommi
John Mayer A mio pare uno dei migliori Chitarristi in circolazione. Si avvale di una attrezzatura sofisticata e di gran pregio: facile vederlo un paio di anni fa con due mitici Two Rock, secondo me il massimo della amplificazione come componentistica e cura maniacale del montaggio. Erede,presumo, di Clapton, da lui ha preso molto,aggiungendo uno stile proprio ed anche un suono molto puntato sulle medie. Fa uso di tutte le combinazioni che la sua Strato può dargli,cambiando spesso nel corso dell'esecuzione. Accurato e preciso in tutte le note, sa suonare Blues con BB King, ed un ottimo rock,sempre addomesticato secondo il suo buon gusto,anzi direi un innovatore in questo genere. Vi presento le immagini del suo piÚ recente setup : complesso, poliedrico e di gran fattura. giornata. A
John Petrucci
Joe Satriani
La prima pedaliera di Brian May E' talmente semplice e quasi povera che fa compassione,ma volevo farvela vedere perchè,in quegli anni, Brian ha costruito il suo suono,grazie ovviamente ai VOX.
SUONI
Arpeggi ma non solo Se possediamo un ampli con l'entrata "crunch",sarebbe l'ideale,altrimenti lavoreremo sul gain o con un po' di distorsione dato da un pedale. Questa regolazione,insieme ad un Tube Screamer (rappresentato sotto nella immagine),dovrebbe permettere una pennata non troppo distorta se non ci mettiamo cattiveria,ma sarĂ aggressiva se spingiamo con l'attacco. Da provare.
Il Suono Funk Per il suono della chitarra funk,secco, tagliente e nervoso, il pick up single coil è praticamente d'obbligo.L'humbucke non funziona. Tele e Strato magari con tastiera in acero per avere suono più cristallino e attacco maggiore ,sono le migliori. Comunque nulla ci vieta di usare altre chitarre. Niente delay e riverberi troppo profondi,mentre è indispensabile il compressore sia per gestire il volume generale cercando di addomesticare i picchi,sia per enfatizzare le note più deboli. Spesso si usano phaser,wha ed enveloper filter. Per il settaggio dell'ampli meglio suoni squillanti,buona presenza e bassi non esagerati. Una possibile regolazione sia dell'ampli che del compressore potrebbe essere questa. Ciao. A
Suono Metal L'ideale sarebbe avere una chitarra con humbucker e provare ambedue i p.u. con questa regolazione dell'ampli.
Il Suono di Guthrie Govan Ognuno di noi, quando si appresta a suonare, regola il proprio ampli a memoria: sa già il suono che ne uscirà che è anche il " suo" suono. Non fanno eccezione i grandi Chitarristi. Allego la regolazione normale di Govan,usata soprattutto nei suoi fraseggi.
Il Suono di Marty Friedman Marshall a tutto spiano con una grande spinta sul gain: una di questa regolazioni che ho trovato mi sembra adatta ad una Les Paul. Valutate voi.
STORIA
Qualche spicciolo di storia della Gibson Aggiungere qualcosa a tutto ciò che è stato scritto su questa grandissima Casa è impossibile,ma qualche piccola notiziola magari la possiamo ricordare. I motivi per cui Gibson riveste un ruolo così importante nella Storia della Chitarra sono molteplici. Sicuramente non è stata lei a inventare la chitarra come strumento base,però ha inventato tanti dispositivi di cui hanno poi beneficiato anche altri costruttori. Ad esempio, una delle caratteristiche più importanti di una chitarra e che ora si dà per scontata, è il tirante di acciaio all'interno del manico. Sappiamo benissimo la sua importanza. Questo dispositivo fu inventato e brevettato da Gibson nel 1922! Un altro dispositivo molto imortante per ua chitarra elettrica moderna è il ponticello regolabile in altezza:anche questo fu inventato e brevettato nel 1921. Ma vediamo,almeno in fotografia, questo innovatore: Orville H. Gibson:
Nacque a New York nel 1856 e morì nel 1918. In gioventù si spostò a Kalamazzo,nel Michigan,città che rimarrà nella Storia Vediamo la sua prima fabbrica:
La sua prima produzione furono i mandolini costruiti personalmente ed a mano: sono pezzi che ,oltre ad essere rarissimi, raggiungono per i collezionisti,prezzi da capogiro. Curatissima la liuteria e,a chi possono piacere, dei capolavori di eleganza. Vediamone qualcuno: Con il passare del tempo ,Gibson si convinse sempre più della importanza della qualità e tipo di legno per creare il Suono che considerava il suo ideale. La ricerca continua,la sperimentazione di nuove forme,le tavole bombate scavate a mano, sono solo piccoli esempi di quello che continuamente Orville aveva in mente; ma sempre con un occhio ben attento ai costi, alla organizzazione della sua fabbrica. Vediamo la catena di montaggio della Les Paul:
Fra le invenzioni Storiche della Gibson non si può fare a meno di nominare i p.u "Humbucking PAF",oppure la chitarra acustica col la tipica forma "335", o ancora le "Arched Top" sogno di ogni Jazzista. Ma al di là delle invenzioni tecniche che hanno portato prestigio al nome Gibson,un fattore ancora piÚ importante legato a questa marca è sempre stato lo standard qualitativo di costruzione: dagli inizi Orville ha sempre pensato sia ai super professionisti che semplicemente agli amatori. Spero solo che le traversie che sta attraversando questa grandissima Casa possano risolversi in fretta,per poter ritornare a godere della liuteria e dei legni di una volta.
PubblicitĂ Gibson Simpatica, a mio parere. Il testo originale diceva: " Sir, le nuove corde Gibson Equa rendono la sua chitarra ...piĂš facile da suonare"!!