LISE BOURBEAU
Chi sei? Te lo svelano la forma del tuo corpo, il cibo che preferisci, la tua casa, la tua salute, il modo in cui parli...
Amrita edizioni
Titolo originale: Qui es-tu? Traduzione di Daniela Muggia Copertina Amrìtagraphic © 1988, Lise Bourbeau - Les Éditions E.T.C. Inc., Quebec, Canada. © 2001, Edizioni AMRITA s.r.l., Torino. ISBN 9788887622256
Nota di copertina I libri che pubblichiamo sono il nostro contributo ad un mondo che sta emergendo, basato sulla cooperazione piuttosto che sulla competitività, sull'affermazione dello spirito umano piuttosto che sul dubbio del proprio valore, e sulla certezza che esiste una connessione fra tutti gli individui. Il nostro fine è di toccare quante più vite è possibile con un messaggio di speranza in un mondo migliore. Dietro a questi libri ci sono ore ed ore di lavoro, di ricerca, di cure: dalla scelta di cosa pubblicare — operata dai comitati di lettura — alla traduzione meticolosa, alle ricerche spesso lunghe e coinvolgenti della redazione. Desideriamo che i lettori ne siano consapevoli, perché possano assaporare, oltre al contenuto del libro, anche l'amore e la dedizione offerti per la sua realizzazione.
Ringraziamenti Ringrazio le migliaia di lettori che hanno letto Ascolta il tuo corpo, il mio primo libro. Le molte testimonianze spontanee che ho potuto raccogliere durante le mie tournées o attraverso i contatti telefonici e epistolari sono state la spinta per questo secondo libro. Un grazie di cuore a chi ha collaborato alla sua realizzazione: Jean-Pierre Doyon, Michel Jasmin, Odette Pelletier, Sylvie Sallard, Francis Leroux, Pierre Nadeau, Ghislaine Gilbert e Johanne Jetté. E, ovviamente, va menzionata la preziosa complicità del mio Dio interiore, la Fonte!! Ancora grazie a tutti coloro che si serviranno delle conoscenze contenute in questo libro per andare alla scoperta della propria felicità e diffonderla tutt'intorno.
Dedico questo libro ai miei tre figli, Alan, Anthony e Monica, che sono sempre guide meravigliose per me sul piano dell'amore.
Introduzione Un anno fa stavo scrivendo la prefazione del mio primo libro Ascolta il tuo corpo, il tuo migliore amico sulla Terra1 e sono felicissima di accingermi a scrivere la prefazione del secondo, Chi sei? Mi permetto di darti del tu, come nel libro precedente, e desidero continuare ad essere una tua grande amica. Se non hai letto il primo libro, ti raccomando di farlo perché ti aiuterà a capire più facilmente il contenuto di questo. La lingua italiana usa il maschile quando non si conosce l'identità del destinatario, e le mie ricerche mi hanno dimostrato che l'uomo, come anche la donna, ha sviluppato il lato maschile della propria personalità in quest'epoca materialista da cui solo ora emergiamo. Questo libro, però, si rivolge al principio (o lato) femminile che è in te, un elemento costituente dell'anima di ogni individuo indipendentemente dal sesso di appartenenza; è quella parte dell'essere umano che lo induce ad abbandonarsi, a fare cose irrazionali, a seguire l'istinto, ad entrare in contatto con il potere creativo che ha in sé, a dare dimostrazioni di tenerezza e di dolcezza. Le donne, ad ogni buon conto, hanno voluto provare agli uomini d'essere capaci di forza e di coraggio, e questa è una caratteristica del principio maschile esattamente come l'aspetto razionale dell'intelletto. Il principio femminile ha il compito di creare le idee, e il principio maschile usa la ragione per metterle in esecuzione. Fintantoché l'uomo e la donna cercheranno di esercitare il potere su altri, non entreranno in contatto con il loro potere. Il giorno in cui riusciremo ad esprimere in modo equilibrato entrambi i principi, l'armonia regnerà in noi e ovunque intorno a noi. Ogni capitolo del libro si concluderà con un pensiero, che ti parrà fare esattamente al caso tuo: per avere un effetto ottimale, concentrati su di esso per almeno venti minuti al giorno nei sette che seguiranno la lettura del capitolo in questione. Fallo in una stanza dove puoi stare da solo; siediti comodamente e con la schiena il più possibile eretta, su una sedia o in poltrona, facendo attenzione a non appoggiare il capo. Incrocia i piedi e le dita delle mani per stabilire la circolazione dell'energia da sinistra a destra, unendo così in te il principio femminile a quello maschile, e a poco a poco vedrai aumentare sia la tua forza fisica che il tuo potere di concentrazione. Mentre la mente si concentra sul pensiero, presta attenzione al respiro. Quando inspiri, visualizza una luce bianca che penetra nel tuo corpo e si dirige verso il cuore; quando espiri, manda questa bella luce splendente, che rappresenta l'amore incondizionato, a tutti coloro che ami. Ad ogni respiro, dunque, dai e ricevi amore. Questo esercizio ti aiuterà molto a rilassarti, e migliorerà la qualità della concentrazione sul tuo pensiero quotidiano. Lise Bourbeau (novembre 1988)
Ti sarò vicina in questo viaggio interiore, mentre sarà il tuo Dio interiore a guidarti nell’interpretare e nel comprendere le pagine che seguono. Ti auguro con tutto il cuore che questo libro ti aiuti a conoscerti meglio e a scoprire in tal modo la persona straordinaria che è in te. Ti sarà allora molto più facile amarti e diffondere questo grande amore intorno a te.
Sei un'anima in via di evoluzione Sei un'anima che si sta evolvendo sulla Terra. Per evolversi sul piano terreno, alla tua anima serve un veicolo, e questo veicolo è il tuo corpo. L'anima è situata nel centro del veicolo, ovvero nella zona del cuore, e tutto ciò che intende realizzare quaggiù sulla Terra è l'armonia, la felicità totale. L'unico modo per riuscirci è l'amore incondizionato, ovvero senza aspettative! Non è a caso che l'anima è situata nella zona del cuore... ed è aprendolo che ne favoriamo l'evoluzione. Questo nostro veicolo, questo guscio dell'anima, è l'espressione stessa di ciò che essa vive, e si fa sempre più perfetto a mano a mano che essa procede nell'evoluzione; nel padroneggiare sempre meglio la tua esperienza di vita, finisci col raggiungere una completa padronanza dei sensi. La Terra può essere paragonata a una scuola alla quale ci si iscrive per prendere lezioni, per istruirsi, per acquisire maggiori conoscenze, per scoprire se stessi e sapere esattamente che cosa andrà trasformato per conseguire quella perfetta felicità che è la nostra ragione d'essere. Ciò che accade qui sulla Terra è veramente simile a quanto accade in una scuola. Immagina di voler andare all'università. Hai ottime intenzioni, vuoi istruirti. Supponiamo che tu voglia diventare ingegnere, sicché ti iscrivi e incominci a seguire i corsi. Scopri, in breve, che la cosa è molto più difficile del previsto e che, inoltre, le condizioni dell'università non ti piacciono troppo, e neppure le persone che vi incontri. Può essere che non ti vadano a genio i professori, che non siano come avresti voluto; insomma, la cosa si rivela molto più ardua di quanto avevi immaginato. Puoi sempre scegliere di mollare tutto, di fare qualcos'altro, di non realizzare più questo tuo desiderio; oppure puoi decidere di imparare la tolleranza, la pazienza, la comprensione, per scoprire, all'improvviso, che le condizioni non sono poi così negative come ti sembravano all'inizio, dal momento che, ora, vedi il tutto con occhio diverso. Ogni volta che ritorniamo sulla Terra ci iscriviamo ad un corso diverso per apprendere qualcosa di nuovo. Tutto ciò che impariamo ci aiuterà ad amare di più le persone che ci circondano, la natura e così via, conducendoci a un contatto sempre più intimo con Dio, il Creatore di questo grande universo, il quale è in ognuno di noi. Anche gli studi dei più grandi scienziati, dei massimi geni, dei maggiori creativi del pianeta devono rendere, e il loro cervello va messo al servizio dell'umanità affinché tutti possano pervenire a questa grande armonia; chiunque infatti investa i propri talenti, l'energia o il tempo in qualcosa che va contro le leggi dell'amore dovrà sempre pagarne il prezzo, vuoi in questa vita vuoi in un'altra, a seconda dell'individuo. Ogni azione, ogni parola, ogni sentire che sia contrario alla grande legge dell'amore e causi sofferenza, sarà sempre rivissuto dal suo autore. In altri termini, ad ogni vita accumuliamo azioni, pensieri e parole che non sono benefici per noi stessi o per gli altri, e ci toccherà riviverli per assaporare e sentire nel cuore ciò che abbiamo fatto subire ad altri. E quella che viene chiamata la grande legge del karma, la legge di causa-effetto. Ad ogni vita è necessario sbarazzarsi di cose accumulate nel corso di vite precedenti, per poter proseguire sul cammino che ci conduce alla perfetta felicità. Ora stiamo entrando nell'Era dell'Acquario, e vi sono energie speciali, dirette verso la Terra in aiuto degli umani affinché si evolvano più in fretta. Nell'arco di una vita è ora possibile realizzare quello che prima avrebbe richiesto decine e decine di vite, sicché è un grande privilegio l'essere vivi, oggi, su questo pianeta. Tutto ciò che avviene nella tua vita ha una sua ragion d'essere: serve per insegnarti ad amare di più. Allora, invece di prendertela sempre con Tizio, Caio e Sempronio per quanto ti accade e dare la colpa agli altri, osservati e sappi che la tua situazione attuale fa parte del tuo piano di vita, e durerà fintantoché continuerai a opporre resistenza, rifiutandoti di accettarla. Puoi anche opporre
resistenza per una vita intera a una data situazione; tuttavia, non appena accetterai che è qualcosa che hai seminato (dal momento che lo stai raccogliendo) e ti chiederai: “Cosa c'è da imparare, per me, in questa situazione? Come posso amare di più grazie all'esperienza che sto vivendo?», la situazione che si presenta come spiacevole si riassorbirà molto più in fretta. Tutto ciò che ti accade nella vita è sempre passeggero, e sta a te soltanto decidere se la cosa dovrà durare a lungo o no. Il tuo corpo attuale è un grande elemento di riferimento per aiutarti a prendere coscienza dello stato dell'anima. Semplicemente, il corpo è meraviglioso, e nei capitoli seguenti potrai scoprire come esso sia davvero l'espressione della tua anima. Allo scopo di comprendere la struttura dell'essere umano, possiamo descriverlo in tre parti: la mente, l'anima e il corpo; oppure lo possiamo suddividere in sette, se vogliamo riferirci ai sette centri energetici. Immagina la tua anima come un piccolo sole dentro di te; ogni volta che fai un atto d'amore, quando dai amore, quando provi amore, quando parli con amore, questo sole cresce e diventa una grande fonte di calore interiore, una grande fonte di luce. Più questo sole interiore cresce, più irradia luce; una luce, un calore che non solo hanno il potere di riscaldare te, ma anche le persone che ti circondano. La luce del tuo sole interiore rischiara i tuoi pensieri, i tuoi desideri, i tuoi scopi e tutto diventa interiormente molto più chiaro. La tua luce aiuta anche il prossimo, che si sentirà illuminato entrando in contatto con te. Svilupperai il dono di dire la parola giusta al momento giusto, e per questa luce ti ringrazieranno. Ecco l'attività di un'anima che accetta il proprio Dio interiore. Per evolverti è importante che tu accetti il cambiamento, senza il quale nessuna crescita sarebbe possibile. Guardati intorno: c'è molto da imparare contemplando gli alberi, i fiori, tutta la natura. Se osservi crescere una rosa, non ti accorgi che cambia continuamente? Se la rosa smettesse di crescere, morirebbe. Per gli umani accade la stessa cosa. Per molte persone che oggi vivono in un corpo sulla Terra ci sarebbe da chiedersi se vivono davvero! Tuttalpiù potremmo dire che esistono: sono quasi dei morti. Perché? Perché si chiudono totalmente all'energia dell'amore, e la loro coscienza si risveglia molto lentamente, procrastinando la conoscenza della vera gioia interiore. Hai paura del cambiamento? Non preoccuparti! Questo è un punto in comune con quasi tutti gli umani perché, fin qui, abbiamo creduto che cambiare significasse fallire. Durante l'Era dei Pesci, un'epoca di grande materialismo, la gente ha creduto che far sempre la stessa cosa fosse un segno di stabilità, di saggezza; guarda le persone che ti stanno accanto: i tuoi genitori o i tuoi nonni hanno probabilmente vissuto sempre nello stesso luogo, lavorando nello stesso posto, facendo lo stesso mestiere e credendo negli stessi valori per tutta la vita. Praticamente non c'era posto per il cambiamento, e a novant'anni avevano ancora la stessa nozione di bene e di male che avevano avuto a trent'anni; allora, l'evoluzione era molto più lenta. Oggi, con l'avvento dell'Acquario, che è l'era della spiritualità, dell'essere, non possiamo più vivere allo stesso modo. Saranno sempre più rari gli individui che avranno svolto lo stesso mestiere, la stessa professione per quarant'anni o più. Quanti professionisti abbiamo visto lasciare la loro attività e trasformarsi in contadini, oppure dedicarsi a un lavoro del tutto diverso da quello di prima? Questi cambiamenti fanno parte dell'attuale evoluzione sulla Terra. In quanti hanno l'impressione che un divorzio equivalga a un fallimento? Perché pensi che ci siano tanti divorzi, oggi? Sarà forse perché le persone sono peggiori? No! E solo che l'apertura è maggiore, e si manifesta un maggior bisogno di evolversi. Così, quando una coppia ha grosse difficoltà a evolvere insieme, non può accadere altro che una separazione. Il bisogno di evolversi è talmente impellente che
nessuno al mondo può frenarlo. Quando uno dei due partner oppone continuamente resistenza alle scelte di vita dell'altro, accade che i due non possono più vivere insieme. Se entrambi i partner fossero abbastanza saggi da accettarsi in questo cambiamento, rendendosi conto che, per ora, non riescono a vivere insieme a causa di una eccessiva differenza nelle scelte di vita, le cose sarebbero molto più facili per tutti e due; rimarrebbero amici e continuerebbero a frequentarsi anche dopo la separazione. Se ci si separa in queste condizioni, non vi è alcun fallimento; se invece la separazione avviene fra l'animosità, l'odio e il rancore, l'anima, che vuole vivere solo d'amore, prova una grande tristezza. Quando due persone che si sono amate decidono di lasciarsi e questo cambiamento avviene in armonia, quando entrambe sono d'accordo ad aiutarsi reciprocamente, a imparare ciò che questa separazione insegna, la separazione ha un senso. E queste due persone, un giorno, chissà, potrebbero tornare a vivere insieme. L'importante è che ognuno di noi si diriga sempre verso un amore più grande, vuoi nei confronti di se stesso, vuoi nei confronti degli altri. La realtà è la vita della tua anima, e non gli eventi di cui sei testimone o ai quali partecipi. Quello che ci circonda è un'immensa illusione, ed è facile dimostrare che è così: prendiamo, ad esempio, dieci persone che hanno partecipato a una riunione nella medesima stanza. Chiediamo a tutte e dieci di descriverci il luogo in cui sono state, chi le ha ricevute, che cosa è accaduto nel corso della serata: non una darà la stessa versione dei fatti dell'altra, perché ogni persona avrà visto la stanza, la gente e la serata in modo diverso. Perché? Perché creiamo costantemente la vita in base alle nostre percezioni; la creiamo per vivere esperienze, per imparare a conoscerci, per scoprire ciò che abbiamo bisogno di trasformare, e questo accade in modo diverso per ognuno, in base a ciò che siamo. Un altro esempio? Prendiamo una famiglia in cui ci sono tre bambini, e chiediamo loro di descriverci i genitori. Constateremo che tutti sembrano avere un padre e una madre diversi. L'uno avrà trovato la mamma troppo severa, l'altro il padre molto amorevole, e così via. In questo caso, le opinioni differiscono in base alla percezione dei bambini, e questa percezione a sua volta dipende da ciò che ognuno aveva bisogno di apprendere nel contesto famigliare. Perché le persone che hanno un punto di vista unicamente materialista, che non credono nella spiritualità dell'essere, hanno tanta difficoltà a conoscere la felicità? Perché in fondo in fondo sanno che l'anima ha bisogno di nutrirsi, di amare e di vivere sul piano dell'essere, e non solo sul piano dell'avere! Chi è profondamente materialista, più cose ha e più ne vuole; è continuamente in cerca di qualcosa di più, di qualcosa di meglio. E non si rende conto che questo "di più" che va cercando è il contatto con il proprio sole interiore, il Dio interiore che non chiede di meglio che manifestarsi attraverso l'anima, per mezzo dell'amore. Quando l'essere umano si servirà della materia per mettersi in contatto con il Dio interiore, sulla Terra regnerà ovunque l'abbondanza. Dio, infatti, nel suo universo, non desidera che la prosperità per tutti. Ma a che potrà mai servire la ricchezza, se il cuore è infelice? Quando è triste, le emozioni prevalgono e la salute finisce per vacillare. Quando il cuore è in pena a che pro avere tanti beni materiali, denaro, una bella casa, uno yacht e fare dei viaggi? Ciò che vuole la tua anima, è che tu ti serva di quanto ti sta attorno per favorire il tuo cammino, per metterti in contatto con il Dio interiore che è presente in ognuno di noi, nella natura e in tutto ciò che esiste. Ciò che la tua anima desidera, è che tu ne veda la grandezza presente, invece di auto-commiserarti per gli aspetti indesiderabili della tua esperienza di vita. Un ottimo indice per aiutarti a scoprire te stesso sta nel verificare se ti valuti in base a ciò che dai agli altri o a ciò che ne ricevi; invece di dare generosamente e senza aspettative, spesso nei nostri doni si cela infatti il desiderio di ottenere qualcosa in cambio: se ti riconosci in questo, vuol dire che ti valuti in base a ciò che ricevi dagli altri. Qualcuno ti ha fatto un complimento? “Ah, mio Dio! Devo proprio essere bravo, visto che me lo dicono!» Un altro ti fa un regalo? “Deve amarmi, dal momento che mi ha regalato
questa cosa!» Vedi? Valutare se stessi in base a ciò che riceviamo è questo. Ora, di questo passo, accade che l'anima si ammala. Molte aspettative equivalgono a molte emozioni, e se viviamo in modo emotivo, la nostra anima grida “Aiutooo!» Invece di amarci, di accettarci e di amare gli altri, nutriamo delle aspettative, il che è contrario alla legge dell'amore. Ogni giorno, guarda che cosa sei stato capace di dare senza aspettarti nulla in cambio, e saprai ciò che vali! Siccome puoi dare solo ciò che possiedi, scoprirai che non è poi necessario sforzarti tanto perché la tua vita migliori; le cose si aggiusteranno da sole se ti concentrerai unicamente sul tuo grande valore, e compirai atti d'amore gratuiti. Un altro modo di dare sta nel perdonare. Quando perdoni qualcuno, quale che sia l'offesa che ti ha arrecato, perdoni a te stesso quel medesimo errore, quello stesso atteggiamento non benefico. E’ abbastanza facile perdonare quando ti rendi conto che l'altro ha agito al meglio delle sue conoscenze e che ti ha offeso a causa della sua sofferenza, invece che per mancanza d'amore. Tutto ciò che ti accade ha sempre una sua ragion d'essere, e questa comprensione ti permette di eliminare dalla vita le conseguenze karmiche. Infatti, anche se non ti ricordi di aver offeso qualcuno in questo modo, l'offesa che oggi subisci è qualcosa che stai raccogliendo perché l'hai seminata. Se ti fanno del male in un dato momento della tua vita, vuol dire che ne hai fatto altrettanto a qualcuno, con il pensiero, la parola o l'azione, vuoi in questa vita vuoi in un'altra. Non hai neppure bisogno di lambiccarti il cervello per scoprire dove, quando e a chi l'hai fatto; ti basterà accettare che la grande legge cosmica di causa-effetto non sbaglia mai, e non può commettere alcuna ingiustizia. Perdonando l'altro perdoni te stesso, e permetti alla tua anima di crescere. Oggi il nostro pianeta è circondato da uno spesso strato di odio, egoismo, rancore e risentimento, proveniente da queste emozioni basse vissute da tutti gli umani. Ogni volta che compi un atto d'amore infondi un po' di luce intorno alla Terra, in quell'aura marrone-grigiastra che indica quanto il nostro pianeta sia malato. Oggi, la cosa più triste e ironica è scoprire come gli umani, invece di amarsi e vivere l'amore, si servano del dolore per proteggersi dal dolore stesso. Un esempio? Chi ha più paura di subire un rifiuto comincia col rifiutare l'altro per evitare a sua volta di venire messo da parte. In tal modo, per risparmiarsi una perdita, perde qualcosa di prezioso. Gli umani si giudicano reciprocamente per proteggersi dal giudizio altrui; allo stesso modo si accusano a vicenda per proteggersi dalle accuse. E un circolo vizioso che procede all'infinito, perché continuamente tutto ciò che facciamo ci ritorna per via della legge di causa-effetto. Osserva con attenzione la tua vita, e ciò che non è benefico per te: ti imponi delle emozioni, ti rendi infelice? Non ti piace venire criticato? Guarda il tuo modo di criticare gli altri; trasforma gradualmente l'energia dell'ambiente circostante in energia d'amore, di felicità e di pace. Alla fine di ogni vita, quando l'anima passa su un altro piano di esistenza, non può portare con sé i beni materiali accumulati durante il soggiorno in Terra; può portare con sé soltanto i risultati delle scelte compiute durante la vita terrena, in seguito alle esperienze e agli eventi che ha vissuto e provocato. Vi sono benefici permanenti che emergono da ogni vittoria d'amore riportata su una situazione difficile; queste sono le vittorie che l'anima conserva, e non avrà mai più bisogno di rivivere tali situazioni. Come dicevo prima, la nostra anima vive esperienze diverse, ad ogni sua tappa. All'inizio di ogni vita, vi sono già parecchi fattori predefiniti; così, prima di nascere, l'anima ha già deciso di quali genitori avrà bisogno, in quale paese e città nascere, e se si doterà di un corpo piccolo o grande, e così via. Come vedi, sono molti gli elementi decisi in anticipo. Tuttavia, ciò che nessuno è in grado di predeterminare è il modo di reagire a queste scelte; si tratta di quelle reazioni e decisioni che metteremo in atto rispetto alle esperienze che avremo scelto, e in base alle quali la nostra anima potrà evolversi più o meno in fretta determinando il nostro grado di felicità in ogni vita. I capitoli che seguono ti saranno certamente utili, giacché desideri evolverti di più, prendere coscienza del cammino percorso e di quanto ti resta da percorrere.
Come ho raccomandato nella prefazione, medita, concentrati sul pensiero seguente per sette giorni dopo aver letto questo capitolo. Non c'è nessuno sforzo da fare; lascia semplicemente emergere alla superficie della coscienza tutto ciò che vuole emergere, senza opporre resistenza. CIÒ CHE SONO È IL REGALO CHE DIO MI FA. CIÒ CHE SONO QUANDO DIVENTO CONSAPEVOLE È IL REGALO CHE IO FACCIO A DIO.
Sei ciò che vedi Eh sì! Tutto ciò che vedi cerca di mostrarti chi sei veramente, come uno specchio. Questa teoria non è facile da accettare e sebbene non sia complessa, è difficile applicarla nella nostra vita perché l'orgoglio ne esce malconcio, soprattutto se ciò che osserviamo ci disturba. Infatti, anche quando ammiriamo qualcuno, a volte troviamo difficile accettare d'essere altrettanto speciale, d'essere davvero a sua immagine. Cosa vedi intorno a te? Come vedi le persone con cui vivi? Come vedi le persone con cui lavori? Come, in generale, per strada, al supermercato, vedi gli altri? Tutto ciò che il tuo sguardo incontra è un tuo riflesso. Se ti servissi di questa grandiosa teoria dello specchio per pochi istanti ogni giorno soltanto, nella tua vita si produrrebbe una trasformazione importantissima. Supponiamo che qui, su questa Terra, in questa vita, tu sia stato circondato di specchi per aiutarti a conoscerti, a evolvere, a vederti come sei in realtà. Ovunque tu vada, qualsiasi cosa tu faccia, puoi continuamente osservarti in uno specchio. Invece di vedere persone aggressive, gente che ti disturba o persone straordinarie, sostituiscile con uno specchio e la tua vita assumerà un aspetto del tutto diverso. Quando ti metti davanti allo specchio, in bagno, ti è facile capire che la persona che vi è riflessa sei proprio tu. Che il tuo viso sia radioso o rabbuiato, triste o gioioso, con la pelle liscia o brufolosa, sai bene che sei proprio tu, e se l'immagine che lo specchio ti rimanda non ti piace, non è che te la prendi con lo specchio, non è vero? E precisamente quanto accade nella vita: tutte le persone che hai attirato ti rimandano l'immagine di un aspetto di te. Ogni giorno la supercoscienza crea situazioni tali da richiamare intorno a te le persone di cui hai bisogno in quel preciso momento per imparare a conoscerti. Come dicevo prima, questa teoria non è facile da accettare; nove volte su dieci la nostra prima reazione è: “Non è possibile! Io non sono così! Non sono così egoista! Non sono così impaziente!» Oppure: “Non sono bravo come lei! Non ho la sua perseveranza, e non sono altrettanto fantastico!» Ci si paragona continuamente agli altri, vuoi per trovarli migliori di noi, vuoi per trovarli peggiori. Fintantoché abbiamo questa filosofia, questo concetto di vita, il modello che non abbiamo accettato continua a riprodursi; non appena accetti, però, che tutto ciò che fai sì che accada intorno a te è semplicemente un riflesso di te, non appena prendi il tempo di fermarti a pensare: “Non sarà che sono proprio così? Quale parte di me è simile all'altro?», nel tuo cuore si produce un'apertura. Immediatamente, il sole interiore ti fornisce la luce di cui hai bisogno per vederci chiaro; e appena il cuore si apre, altrettanto accade nel centro energetico della fronte. La luce del cuore sale verso la fronte, ed ecco l'illuminazione! All'improvviso, ti sentirai dire: “Ah-ah!!! Adesso sì che ho capito!», e sarai ben felice di questa nuova presa di coscienza. Facciamo un esempio. Supponiamo che tuo marito sia un tipo pigro, di quelli che passano un sacco di tempo davanti alla televisione quando tornano dal lavoro. Se questo suo comportamento ti disturba tantissimo, se lo giudichi pensando: “Bisogna sempre che sia io a spingerlo! Ne ho abbastanza di dover mandare avanti tutto io, e di supplicarlo perché si decida a fare quello che ha da fare!», vuol dire che, in questa situazione, hai qualcosa da imparare su di te. Supponiamo anche che ti dia fastidio vedere i bambini non fare i compiti, tralasciare i loro lavoretti di casa, e che tu li sgridi perché sono pigri. Tutto questo ti sta dicendo che una parte di te è pigra. Certamente, tu non ti vedi affatto così: sei troppo occupata a vedere la pigrizia negli altri!... Dunque, una parte di te trova inammissibile essere pigri, e quindi non te lo sei mai consentito. È una decisione che hai preso a un certo momento della tua vita, probabilmente in base all'educazione ricevuta; forse non ti sei piaciuta, quando ti sei concessa una bella
seduta di pigrizia? Comunque sia, la tua nozione di pigrizia ti disturba profondamente; ti dà molto fastidio vedere qualcuno che osa permettersi di fare proprio quello che, in fondo in fondo, ogni tanto piacerebbe fare anche a te. Non che tu sia una persona smodatamente pigra, ma a volte ti farebbe bene concederti un po' di ozio; a volte, invece, questo non ti sarebbe di alcun giovamento. Vedi? E le cose stanno così per tutti. A ben pensarci, in questo non vi è né bene né male, e soprattutto niente e nessuno può essere giudicato. Ognuno di noi agisce sempre al meglio della sua conoscenza; se una persona agisce in modo scorretto, chi mai ne subirà le conseguenze? Dunque non giudicare e non criticare. Usa invece tutto ciò che vedi intorno a te per imparare a conoscerti meglio. Se vuoi applicare questa teoria in modo più esteso, c'è un ottimo esercizio. Siediti con calma e scegli fra le persone che ti circondano quella che, in questo momento, ti dà più fastidio, quella che sembra avere il dono di premere il pulsante giusto, inducendoti di solito a reagire. Prendi carta e penna, e descrivila come se volessi presentarla a qualcuno che non la conosce affatto. Scrivi tutto ciò che vedi in lei, le sue virtù e i suoi difetti. Poi, osserva attentamente che cosa, in ogni sua buona qualità e in ogni suo difetto, fa parte di te. Passare in rassegna accuratamente ogni punto e vederlo in te, riconoscendoti in esso, può richiedere anni, ma il tempo non è così importante; ciò che importa, ciò che è confortante, è che sei nella buona direzione dal momento che hai deciso di imparare a conoscerti meglio grazie a quello che vedi intorno a te, invece di perdere tempo a giudicare gli altri. In questa teoria, la cosa meravigliosa è che non appena riesci a vederti grazie a ciò che percepisci negli altri, nel momento preciso in cui ti vedi non solo con gli occhi ma anche con il tuo sentire interiore, non riesci più a prendertela con nessuno; riesci invece a comprendere tutti, perché senti ciò che vivono. Ti dà fastidio vedere sprecare le cose? Se è così, vuol dire che ti rimproveri gli sprechi a tua volta. Può darsi che non si tratti della stessa cosa che viene sprecata dall'altra persona, può essere che quest'ultima sprechi un bene materiale mentre tu sprechi tempo e saliva a parlare per niente, oppure butti via la tua energia nel tentativo di cambiare la vita altrui, invece di usare questa bella forza per la tua evoluzione personale. Insomma, guarda che cosa sprechi nella tua vita. Ti dà fastidio se un altro automobilista (che a tuo parere guida malissimo!) ti taglia la strada, provocandoti un'emozione di paura? Qual è la tua prima reazione? Vai in collera, lo giudichi, lo critichi? Se è così, prova a reagire nel modo seguente, la prossima volta che questo accadrà: passato il primo attimo di paura, osserva che cosa ti ha disturbato nella guida dell'altro. E il fatto che andava troppo veloce? E la mancanza di rispetto? La mancanza d'attenzione? Se senti che si tratta di mancanza di rispetto o di attenzione, chiediti in quale situazione tu manchi di rispetto o attenzione nei confronti di un'altra persona; cerca di scoprire quand'è che tenti di imporre agli altri le tue idee "tagliando loro la strada" rispetto al modo di vivere che si sono scelti, eccetera, che si tratti del tuo partner, dei tuoi figli o dei tuoi colleghi. Il fatto di vedere qualcuno che ha più di te ti infastidisce? Provi forse un po' di invidia, un po' di gelosia per una persona che ha una casa più bella della tua, abiti più belli, un lavoro migliore, uno stipendio più consistente o un titolo più altisonante? Soprattutto se ti sembra di lavorare più intensamente di questa persona, e di meritare almeno quanto lei? Se è così, vuol dire che desideri fortemente tutte queste cose; ma che cosa impedisce loro di manifestarsi nella tua esistenza? Nient'altro che tu stesso. Sei tu a bloccarne la venuta, con l'impressione di non meritarle, con il pensiero che non sia bene essere ricchi, che non sia abbastanza spirituale, che i ricchi siano dei ladri, eccetera. Quali che siano le ragioni, sei stato tu a decidere, in un dato momento della tua vita, che non ti meritavi quelle belle cose, ed è unicamente per questa ragione che non le possiedi! Supponiamo che osservi una persona che mangia troppo, che beve troppo, che pare non sapersi controllare, e che questo ti infastidisca. Guarda allora che cosa ti disturba davvero: la mancanza di controllo? La dipendenza? Se si tratta della mancanza di controllo, ti stai accorgendo che anche tu, di quando in quando, perdi il controllo dei tuoi sensi, e che questo non ti piace. Nella tua vita, a più riprese,
dal momento che non vuoi vederti e accettarti per quello che sei, tenterai di controllarti, di impedirti di mangiare o di soddisfare i tuoi sensi. Quando questo tipo di controllo è presente, quando dentro di te vuoi una cosa ma agisci in senso opposto al tuo desiderio, viene a crearsi una tensione che, prima o poi, scoppia. A questo punto si manifesta una malattia, ed eccoti diventare alcolista o bulimico, oppure ossessionato dal sesso. Se cerchi di tenere la vita troppo sotto controllo, uno dei sensi impazzirà del tutto. L'importante è imparare l'arte della padronanza. Ma come si riesce a essere padroni di sé, ad avere una padronanza completa? Per cominciare, accettando che per il momento non ce l'hai, il che non vuol dire affatto che tu sia una cattiva persona. Riconosci di non avere intenzione di continuare così per tutta la vita, anche se, per ora, la cosa è più forte di te. Si tratta di accettarti completamente, e concederti di perdere il controllo qualche volta. Ad ogni buon conto, sei sempre tu a pagarne il prezzo. In questo modo smetterai di giudicarti e di giudicare gli altri, e pian piano riuscirai a risolvere il tuo problema, quale che sia la sua natura. Finché ti racconti frottole, dicendo a te stesso “Io non sono così, io ho tutto perfettamente sotto controllo!» continui a crearti uno stress enorme, accelerando inutilmente la vecchiaia. Ma torniamo all'esempio della dipendenza, sia che si tratti di bulimia, alcolismo o di una persona incapace di vivere senza la sua droga, le sue medicine. Se questo ti infastidisce, significa che anche tu hai una dipendenza. Di che si tratta? Da cosa o da chi dipendi per conoscere la felicità? Dal tuo partner? Dal tuo lavoro? Dai dolci? Dalla pasta? Dall'opinione altrui? Accetta l'idea che, attualmente, stai agendo al meglio delle tue conoscenze, e che un giorno non dipenderai più da niente e da nessuno. In questo modo, accetterai — senza giudicarla — la dipendenza di qualcun altro. Comprenderai che quando una persona non è padrona di sé, significa che non è in contatto con il suo potere autentico, quello che le consente di creare la propria vita. Quasi tutti gli esseri umani oggi soffrono di dipendenze di piccolo, medio o grosso calibro, e ben pochi sono coloro che per essere felici non si aspettano nulla da niente e da nessuno. Imparando a essere padroni di noi stessi, a conoscerci meglio, ci libereremo a poco a poco di tutte le nostre dipendenze. Quando ti capita di vedere il tuo corpo nudo allo specchio, e di avere il tempo di osservarti, che cosa noti? Quale parte del tuo corpo ti piace? Quale vorresti che fosse diversa? Se scoprissi che il tuo corpo, così com'è, ti risulta quasi interamente spiacevole, come potresti aspettarti d'essere accettato dagli altri? Il tuo corpo esiste per consentirti di conoscerti meglio, non per darti l'occasione di autosvalutarti ogni volta che lo vedi! Trovarsi brutti, troppo piccoli o troppo grassi certo non è il modo giusto per manifestare amore per se stessi, e tanto meno per attrarre a sé l'amore altrui. In un prossimo capitolo troverai delle idee utili per imparare a conoscerti in base alla forma del tuo corpo. Prendi coscienza di quello che vedi quando ti guardi, e così saprai come ti percepisci in qualità di essere umano. Il tuo modo di vedere è ciò che proietti sugli altri. Nota anche le differenze nel tuo atteggiamento quando esci con indosso un abito, una pettinatura o un trucco che ti piace; ovunque tu vada, ci arrivi con una certa sicurezza, ti senti pienamente in forma, con tanto entusiasmo e gioia di vivere. Ma perché? Semplicemente perché, quel giorno, ti vedi bello. Non potresti scegliere di vederti bello ogni giorno? Se hai bisogno di modificare qualcosa nel tuo aspetto fisico per vederti bello, accetta questo tuo bisogno momentaneo. Verrà il giorno in cui ti troverai bello senza esserti neppure pettinato, né vestito in modo speciale. Cosa vedi quando fai una passeggiata e osservi la natura? Soltanto le cose belle che ti mettono in contatto con il tuo Dio interiore? Sei riconoscente per la bellezza della natura che ti colma di gioia e di sentimenti positivi? Oppure perdi tempo, soffermandoti su quegli aspetti del paesaggio che ti piacciono di meno, come il fango, il vento o la neve che va spalata? Perché non vedere la bellezza di questa neve? Prova a vedere la bellezza ovunque! Questo influenzerà
tutta la tua vita, perché la bellezza è il principale bisogno del tuo corpo emozionale. Più la vedi intorno a te e dentro di te, più bella diventa la tua vita. Dipende soltanto da te essere circondato dalla bellezza. Scegli di vivere in un luogo che ti piace; procurati dei begli abiti; leggi qualcosa di bello; vedi solo il bello ovunque. Quando entri per la prima volta in una casa, che cosa noti subito? Gli errori dell'architetto, i particolari che, nella decorazione, lasciano a desiderare? Oppure scegli di vedere quanto di bello c'è in quella casa? La tua vita può mutare da un istante all'altro, a seconda di ciò che scegli di vedere. Nessuno al mondo può indurti a percepire le cose, le persone o le situazioni altrimenti da come tu vuoi percepirle; certo, l'influenza altrui può avere un certo peso, ma alla fine spetta a te scegliere che cosa vedere. E questo il potere di creare la nostra vita; ed è un potere vero e proprio, quello di vedere ovunque la bellezza. La tua mente conscia e subconscia è alimentata da ciò che viene percepito dai sensi. Tutto quanto leggi o capti con gli occhi è cibo per la mente; sta a te decidere se questo cibo sarà arricchente o nocivo. Supponiamo che cominci a leggere una rivista, un giornale o un libro, e che dopo un po' tu ti senta a disagio, trovando che quella lettura manca di pienezza. Tieni conto, allora, di ciò che ti suggerisce la tua intuizione: metti da parte il libro, il giornale o la rivista perché la sua qualità, senza essere necessariamente cattiva, semplicemente non è ciò di cui hai bisogno per ora. Se percepisci un fastidio interiore, un senso di disagio mentre leggi qualcosa che avrebbe dovuto ispirarti, non c'è nulla che ti costringa a proseguire la lettura, nulla che ti obblighi a tenerti a casa questo libro. Cambia attività, distruggi il libro se credi che sia la cosa migliore da fare. Eccoti una tecnica straordinaria che ti condurrà a usare bene la vista: si tratta della visualizzazione creativa. Prendi la buona abitudine di rappresentare te stesso sullo schermo della mente, visualizzando ciò che vorresti accadesse nella tua vita, invece di passare il tempo a soffermarti su ciò che non va. Quando qualcosa non ti piace, fermati, chiudi gli occhi e, dentro di te, forma l'immagine della tua vita come vorresti che fosse. Decidi con che cosa sostituire, nella tua coscienza, lo sgradevole evento che è in corso di svolgimento, e visualizza questo avvenimento e le persone coinvolte esattamente come ora vorresti che fossero. Rappresenta la scena per te, con il maggior numero possibile di dettagli. “Ma — mi dirai — è come raccontarsi le frottole da soli!» Rifletti per un attimo: che cos'è, per te, la cosa più importante nella vita? Star bene oppure star male? Guardare qualcosa che ti provoca delle emozioni, oppure sentirti al meglio, come quando immagini solo cose piacevoli? Dal momento che sei tu a crearti la tua vita, bisognerà che cominci a immaginartela. Perché non vi è nulla di ciò che è stato creato sulla Terra che, in primo luogo, non sia stato immaginato. Nei capitoli che seguiranno, ti fornirò ulteriori dettagli su come indurre queste immagini mentali a manifestarsi davvero nella tua vita. Comincia con il prendere l'ottima abitudine di visualizzare la situazione come vorresti che fosse, anche nei minimi particolari. Ad esempio, invece di criticarti continuamente guardandoti allo specchio perché hai dieci chili di troppo, chiudi gli occhi, guardati nello specchio interiore, e vediti con dieci chili di meno. Visualizza queste immagini il più chiaramente e il più spesso possibile. Renditi conto che non si tratta di illudersi o di raccontarsi delle frottole, ma di usare invece il potere creativo che è stato dato a ognuno di noi per costruire la nostra felicità. Ti auguro buona visualizzazione! Per concludere il capitolo, ecco un pensiero su cui ti raccomando di concentrarti nei prossimi sette giorni: È MIO AMICO CHI OSA CORREGGERMI. UNA PAROLA CHE COMINCIA A DISTURBARMI È UNA PAROLA CHE COMINCIO AD ASCOLTARE.
Sei ciò che odi Ebbene sì! Ecco un'altra occasione per imparare a conoscerti meglio, per diventare più cosciente di ciò che sei, offerta da quel meraviglioso senso che è l'udito. Ascolta questo: quasi tutti gli umani odono meno del dieci per cento di quanto viene detto loro! Hanno il dono di udire solo quello che gli conviene; odono filtrando interiormente l'informazione ricevuta. Tu fai presumibilmente parte di questa media, perché attualmente gli esseri che manifestano la perfezione non sono poi così numerosi. Dunque, le nostre orecchie vanno usate per udire amore. Questa è dura da mandar giù, vero? Soprattutto quando, intorno a te, c'è qualcuno che ti critica spesso! Sicché, probabilmente mi chiederai: “Come posso udire amore nelle parole di mio marito, che passa il tempo a rimproverarmi per tutto quello che faccio, e che secondo lui non va mai bene?» Quando capita a te di criticare qualcuno, puoi dire che cosa ti spinge, che cosa si nasconde dietro alla critica? Critichi quella persona perché non la ami? Non sarà invece perché l'ami troppo, e male? Poco importa il tuo modo di amarla, ciò che conta in primo luogo è che, in fin dei conti, tu ami questa persona! Ecco dunque cosa si nasconde dietro la critica. Che si tratti del tuo partner, di tuo figlio o di un amico, tu lo critichi perché non risponde alle tue aspettative. La persona in questione avrebbe dovuto agire altrimenti, in base alle aspettative che hai sviluppato perché la conosci. All'improvviso accade qualcosa, e tu sei deluso perché lei non agisce, non pensa o non parla come tu avresti voluto che facesse. Eccoti allora alle prese con la critica. Perché? Semplicemente perché vuoi aiutarla a vederci più chiaro, dal momento che, dentro di te, sei certo che avrebbe potuto agire altrimenti. In ogni critica c'è amore; tutto ciò che dobbiamo fare per scoprire quest'amore, è semplicemente prenderci il tempo di ascoltarlo. Se la persona che critichi non contasse per te, potrebbe fare o dire qualsiasi cosa, senza che questo ti tocchi minimamente. Non penseresti a muoverle una critica, perché le sue parole e le sue azioni ti lascerebbero del tutto indifferente. Gli altri hanno nei tuoi confronti lo stesso atteggiamento; quando ti criticano, quindi, necessariamente significa che per loro sei importante. Inoltre, hai notato che quando vieni criticato è sempre a causa di un'azione, di un atteggiamento qualsiasi? Può essere il modo di vestirti, di parlare, di ridere, di pettinarti o di lavorare, eccetera. E dunque un tuo atteggiamento che viene criticato, e non ciò che sei in realtà, non la tua essenza... Quando vivi emozioni in seguito a una critica, è perché ti senti rifiutato, perché non ti sei sentito amato nel tuo essere profondo; e tuttavia l'altro non ha criticato la tua essenza, ciò che sei realmente: ti ama come essere umano, e ha trovato a ridire unicamente su un certo tuo modo di manifestarti. Supponiamo ora che qualcuno venga da te per lamentarsi. Invece di ascoltare soltanto il fatto che l'altro ha bisogno di un orecchio attento, non ti capita per caso di pensare che, con quel suo lamentarsi, la persona ti stia chiedendo un consiglio? E in tal caso, verifichi se è proprio così? Te lo chiedo perché è una faccenda tipica nelle relazioni umane: siamo sempre convinti di avere una risposta a tutto, e prima ancora di verificare se l'altro ha bisogno del nostro aiuto, ci affrettiamo a sommergerlo di consigli. Siamo certi di poter risolvere il suo problema, e già vediamo la persona tornare da noi piena di riconoscenza per l'aiuto ricevuto. Ora, di solito, la realtà è ben altra! Quasi sempre, chi si lamenta non è affatto pronto a fare qualcosa per cambiare quello che non va, e i nostri buoni consigli non l'impressioneranno affatto; non è questo che vuole udire. Se muori dalla voglia di dare un consiglio, credendo sinceramente di avere la soluzione per il problema che ti è stato esposto, comincia a verificare la cosa con l'interessato. Quando avrà finito di raccontarti la sua storia, chiedigli se vuole il tuo aiuto, se vuole che tu condivida con lui la tua opinione, i tuoi suggerimenti. La sua reazione ti indicherà quale atteggiamento seguire.
Sai, ciò che vogliamo suggerire all'altro spesso è un parere che dovremmo dare a noi stessi, un consiglio appropriato per il nostro caso, non necessariamente adeguato anche per l'altro. Puoi dare tutti i tuoi soldi e tutto il tuo oro al gatto, ma che ne farà? Saggio detto! Dagli invece il suo cibo favorito, e andrà in sollucchero! Gli umani sono piuttosto simili al caso descritto: scova qual è la necessità della persona in questione, parlale di ciò che vuole udire, e andrà in estasi! A chi ama la natura parla della natura, di Dio che si manifesta negli alberi, nel sole, nei fiori, e comprenderà il tuo linguaggio. Ti trovi spesso in presenza di qualcuno che si lamenta continuamente e che, indipendentemente dal tuo intervento, continuerà la vita di prima, piena di guai e problemi? La prossima volta che questa persona ti racconterà le sue disgrazie potrai aiutarla dicendole così: “Ho udito tutto ciò che mi hai spiegato. Ciò che adesso mi farebbe davvero piacere, sarebbe di udire che cosa hai deciso di fare per risolvere il tuo problema». Può darsi che questa persona non sia tanto contenta di sentirsi parlare così, e che ti risponda: “Ascolta!!! Non ho scelta! Queste cose non possono cambiare! Ho tutto contro!» Allora, dille semplicemente che non hai più voglia di sentirla parlare dei suoi problemi, che ti farà estremamente piacere risentirla in futuro ma a condizione che abbia anche un piano d'azione per tirarsene fuori. Queste parole rischiano certamente di sconvolgerla, e può darsi che se la prenda con te al punto da non volerti più parlare del tutto; ma possono anche produrre l'effetto inverso, e indurla a riflettere sul proprio modo di funzionare. Di fatto, quello che si aspetta da te con la sua continua sfilza di lamentazioni, è che tu le consenta di sentirsi bene, con parole del tipo: “Non te la prendere! Non è poi così brutta! Vedrai, tutto si sistemerà! Abbi pazienza, fatti coraggio, prima o poi il tempo rimedia a tutto!» Ciò che desidera, è udire parole di conforto. Quando avrai finito di consolarla, probabilmente ti dirà: “Ah, come sto bene, adesso! Mi fa sempre bene parlare con te!» Nel frattempo, né tu né lei avete fatto alcunché per trasformare questa energia di infelicità in energia di felicità. Tu ti sei servito della tua energia per confortare questa persona, dicendole precisamente ciò che voleva udire. Quanto a lei, continuerà nella sua routine di infelicità. Sulla Terra nessuno è responsabile della felicità di un altro. Non vi è dunque necessità che tu vegli sul benessere altrui. Il tuo ruolo consiste nel guidare queste persone perché riescano ad amarsi e ad amare gli altri di più, e a vedere Dio ovunque. Non hai certo il compito di confortarle perché possano indulgere nelle lamentazioni, prese nelle critiche e nei problemi di sempre. Ti dà forse fastidio se senti delle menzogne, quando dentro di te hai l'impressione che qualcosa, in ciò che hai appena udito, suoni falso? Che atteggiamento hai, in tal caso? Ascolti il tuo interlocutore facendo finta di credergli, pur criticandolo mentalmente? Se è così, non sei tanto più sincero di lui! Menti quanto lui, giacché pensi una cosa e ne dai ad intendere un'altra. Se ti accorgi che le persone che ti circondano non sono autentiche, renditi conto che questo accade affinché tu prenda coscienza che anche tu non sempre lo sei. E quando non lo sei, non è per cattiveria! Spesso è la paura a motivare questo atteggiamento: paura che ridano di te, paura di non essere all'altezza della situazione o paura di sbagliare... Accetta dunque il fatto che anche gli altri possano non essere sinceri con te perché, a loro volta, hanno le loro paure, e invece di criticarli vedi in loro un bambino piccolo intimorito. Se vuoi davvero trasformare la situazione, comincia a essere autentico fin da ora. Quando una persona ti parla, e dentro senti che quello che ha appena detto suona falso, esprimi questa tua opinione immediatamente. Ecco un modo per esprimerla: “Non so se sia la mia immaginazione a giocarmi qualche tiro, ma tu mi parli di una data cosa, e quello che sento è ben altro. Ho l'impressione che quello che dici non corrisponda del tutto a quanto vivi in realtà, a ciò che è veramente accaduto. Sto solo verificando: dentro di me accade qualcosa, e se non te ne parlo, mi verrà voglia di muoverti delle critiche. Ed è precisamente quello che non mi piace fare!» Dicendo le cose in questo modo, sarai stato autentico nei confronti tuoi e del tuo interlocutore. Quale che sia la sua reazione, avrai agito coerentemente con te stesso. Vedrai che, a mano a mano, sarà sempre più facile essere autentico.
Come reagisci quando odi parole autoritarie, quando ti dicono come, quando e cosa fare, o perché non farlo? Hai voglia di fare esattamente il contrario di quello che ti dicono? Stai reagendo contro l'autorità? Ricordati della teoria dello specchio: se c'è un atteggiamento che ti disturba, è perché riflette qualcosa che è in te. Può darsi che tu non voglia ammetterlo, può darsi che tu non agisca in modo autoritario, ma che in fondo in fondo tu abbia una certa inclinazione verso l'autoritarismo. Ad ogni buon conto, se agisci in un modo mentre in te accade tutt'altro, il risultato sarà sempre la critica; che l'oggetto della critica sia tu o gli altri, poco importa. Nel frattempo, però, intorno a te nessuno è più a suo agio; questo clima di critica avrà l'effetto di emettere vibrazioni di disagio intorno a te. Piuttosto che udire parole autoritarie, puoi sempre scegliere di udire parole d'amore! La persona che ti sembra autoritaria molto spesso proietta una personalità forte proprio per mascherare la sua paura. Può essere che voglia davvero aiutarti, ma che lo faccia in modo autoritario perché è l'unico modo che conosce. Esprime forse ciò che ha imparato durante l'infanzia; è probabilmente così che è stata amata dai suoi genitori, ed è così che ti esprime il suo amore. E quando ti darai da fare per vedere soltanto amore, paura o sofferenza nelle persone autoritarie, non udrai più le stesse parole. Non le percepirai più come minacciose. Ecco che cosa significa usare le orecchie per udire amore, per mettersi in contatto con il Dio interiore di ognuno. Sai, gli esseri umani non hanno ancora imparato a esprimere il loro Dio interiore, e a volte esce fuori malamente! Nell'arte di esprimere il grande amore che abbiamo dentro siamo tutti debuttanti, e certamente l'hai potuto constatare direttamente: le parole che usi non sono sempre l'espressione esatta di ciò che senti nel cuore. Se vuoi fare un atto d'amore per te stesso, comincia fin d'ora ad ascoltare davvero, quando qualcuno ti parla. Se il messaggio non è chiaro, chiedigli di ricominciare da capo, e sii attento a percepire parole d'amore. La tua vita uscirà radicalmente trasformata da quest'ottimo esercizio. Tutto ciò che odi, dunque, ti conferisce un ulteriore potere per cambiare la tua vita. Perché non usare questi grandi poteri che ti appartengono? Quando non accetti quello che ti si dice ed entri in collera, di fatto abdichi al tuo potere, e ogni volta che ci rinunci finisci per prendertela con te stesso; la collera a poco a poco si accumula e alla fine scoppia, ed è allora che perdi il controllo. E bene capire anche che di rado la nostra collera è diretta contro gli altri, e che quasi sempre è più che altro diretta contro di noi; anche se sembra che sia l'altro a scatenarla e a riceverla, in realtà la collera è diretta contro di noi. Le parole più sgradevoli che udiamo provenire dagli altri sono quasi sempre cose che ci diciamo da soli, che dovremmo dirci, ma che non osiamo pronunciare, che non vogliamo sentir uscire da noi. Ecco perché il nostro superconscio ci mette in contatto con persone che ci dicono cose del genere. So bene che la verità non è sempre facile da udire! Ci immaginiamo che gli altri non ci amano quando ci presentano sul piatto una verità che ci disturba, ma il giorno in cui, in queste parole, sentiremo soltanto l'amore, non avremo più paura, e indipendentemente da come le persone si esprimeranno, terremo conto solo dell'amore nascosto dietro le loro parole. Nel tuo tempo libero, che cosa scegli di ascoltare? Una bella musica che ti ispira,? una che manda su di giri, causandoti nervosismo? Scegli trasmissioni educative che ti aiutano a comprenderti meglio e ad amarti, oppure trasmissioni che ti lasciano turbato, che ti fanno paura, che ti riempiono di dubbi sulla tua persona e di inquietudini sul futuro? Scegli di ascoltare cattive notizie? Sai che purtroppo è davvero raro che la radio la televisione ne annuncino di buone. In California hanno provato a creare un giornale dedicato soltanto alle buone notizie: il risultato E stato un flopp! In molti amano ascoltare e leggere cattive notizie, perché questo permette loro di pensare: “Dopo tutto, la mia vita non è poi tanto brutta!» Queste persone provano piacere nel paragonarsi con quelle che stanno peggio. E forse così che possiamo trovare la felicità? Se vuoi dirigerti verso la felicità, presta ascolto a cose meravigliose, nutriti di cose straordinarie. È così che ti incamminerai alla volta della gioia. Per la felicità come per qualsiasi altra acquisizione, lo
studio è necessario: se vuoi imparare a suonare il piano, dovrai prendere lezioni; se vuoi imparare a pattinare, bisognerà seguire un corso di pattinaggio. E se vuoi essere felice dovrai studiare la felicità. Se ti trovi in casa di qualcuno che ha scelto di ascoltare qualcosa che a te non va di udire, o con cui non sei in sintonia, che si tratti di un programma radiofonico, televisivo o che si tratti di una discussione, sei sempre libero di chiedere che si cambi canale, o soggetto di conversazione. Se non accolgono la tua proposta puoi sempre cambiar stanza o attività, facendo qualcosa che ti renda felice. Ne hai la libera scelta! Nessuno è obbligato a udire qualcosa che non vuole udire. Tutto ciò che esiste sulla Terra è caratterizzato dalla presenza di due poli opposti: l'alto e il basso, il bene e il male, e così via. Ci sono cose che elevano le persone verso Dio, altre fanno loro perdere contatto con Dio, e il modo migliore di scegliere come comportarsi di fronte agli opposti è usare il discernimento, seguendo l'intuizione. Gli opposti esistono per consentirci di esercitare il libero arbitrio, e di sperimentare le conseguenze delle nostre scelte. Tutto serve per l'evoluzione dell'uomo. Per concludere questo terzo capitolo, ecco un pensiero su cui potrai concentrarti per almeno venti minuti, nei sette giorni che seguiranno: É MIO AMICO CHI OSA CORREGGERMI. UNA PAROLA CHE COMINCIA A DISTURBARMI È UNA PAROLA CHE COMINCIO AD ASCOLTARE.
Sei ciò che dici Ogni parola che impieghi è di solito espressione di ciò che avviene in te. Se vuoi sapere precisamente chi sei, se vuoi conoscere i pensieri più segretamente nascosti in te, ascolta bene che cosa dici. Ascoltati parlare con gli altri! Una regola d'oro davvero importante è di essere sempre sinceri! Praticamente non c'è nessuna scusa sufficientemente robusta per impedirci di dire la verità, il che tuttavia non significa che bisogna, in ogni istante, esprimere tutto ciò che ti passa per la testa! Significa che quando apri bocca per parlare, per rispondere a una domanda o per rivolgerti a qualcuno, è di primaria importanza per te quanto per chi ti sta attorno che tu dica la tua verità; dire la tua verità consiste nell'esprimere precisamente ciò che avviene in te. Una persona sincera è qualcuno che pensa ciò che sente, dice e fa. Ogni volta che ingaggi una conversazione con qualcuno, fai in modo che questo scambio sia benefico per entrambi. Se non ne uscite entrambi rienergizzati, cresciuti, vuol dire che ogni parola pronunciata, ogni parola scambiata tra voi è stata una perdita di energia. Si dice d'altronde che il massimo spreco d'energia umana provenga dall'uso non benefico della parola, e non ti insegno nulla di nuovo quando dico che parliamo molto, e molto spesso a vanvera. Se qualcuno chiede la tua opinione su un dato argomento e tu temi di ferirlo esprimendoti con franchezza, potrai sempre dire così: “Temo di ferirti! Hai chiesto la mia opinione, e può darsi che non ti piaccia la mia risposta... Però desidero essere autentico. Se non me lo avessi chiesto, probabilmente non avrei detto nulla. Ma giacché vuoi sapere la mia opinione, eccola qui...». Può darsi che, di primo acchito, all'altro non piaccia la tua risposta, ma in breve apprezzerà il fatto che tu sia stato franco. Si renderà conto che, con te, non avrà mai nulla da temere, giacché sei una persona sincera. Se dovesse accadere che non gli piaccia sentirsi dire la verità, potrà sempre smettere di chiederti la tua opinione. Puoi fare altrettanto se hai qualcosa da dire a qualcuno e temi la sua reazione, pur volendo davvero esporre il tuo pensiero. Dichiaraglielo, prima di cominciare a parlare. Puoi dichiarargli che hai qualcosa da dire, che non ti va di fare tanti giri e tanti ricami, che preferisci essere franco e che è importante dire esattamente ciò che pensi, anche se non ti sarà facile farlo. C'è un ottimo esercizio per verificare se impieghi la tua energia per pronunciare parole benefiche. Alla fine di ogni giornata fai l'inventario delle conversazioni che hai avuto, e chiediti se, dopo ognuna di esse, ti sei sentito meglio, colmo di energia, più dinamico. Se è così che ti sei sentito, avrai notato che altrettanto è accaduto al tuo interlocutore. Quando ti vengono riportati dei pettegolezzi o voci di vario genere su qualcuno, è importante bloccare la cosa sul nascere. Servirà a frenare qualsiasi spreco di energia. Va da sé che a tua volta non diffonderai questi pettegolezzi, ripetendoli ad altri. Se la tua collera si è accumulata perché non sei riuscito ad affermarti in certe occasioni, non dimenticare che esprimerla può essere un mezzo molto sano per liberarti dell'accumulo interiore di stress. Ovviamente dovrai saperla padroneggiare e dirigere, senza voler cambiare l'altro: sai precisamente quello che dici, resti ben consapevole e non perdi mai le staffe... Una collera espressa con emozioni eccessive non è né sana né benefica per nessuno. In generale, le persone credono che esprimere la collera equivalga a perdere il controllo, ma è molto meglio esprimerla, magari parlando ad alta voce e manifestando fermezza, piuttosto che stare poi a rimuginarla. Se sei quel tipo di persona per cui è molto difficile affermarsi e dire la propria opinione, esercitati fin da subito, in modo da sperimentare qualche piccola vittoria quotidiana. Molto spesso si tratterà solo di pronunciare una parolina in più di quelle che, solitamente, diresti. Vedrai che l'energia impiegata in
questo tentativo sarà largamente ricompensata dal senso di benessere che potrai scoprire. Con una pratica regolare, la cosa ti diventerà sempre più facile, come d'altronde accade in tutti gli altri campi. Se vuoi che gli altri ti ascoltino, è importante che tu ti ricordi di questo: non tentare di essere troppo diverso dal tuo interlocutore. Quando alimentiamo volutamente una grande differenza tra noi e gli altri, spesso questo conduce all'orgoglio spirituale. Diventa facile credersi migliori e superiori agli altri, e sono in tanti a cadere nella trappola. E importantissimo rendersi conto del grande potere della parola. Hai già prestato attenzione alle tue parole, ascoltandoti davvero, prendendo coscienza di cosa dici? Le parole e le espressioni di cui ti servi sono rivelatrici di ciò che accade in te. Ci sono persone che, ad esempio, in una conversazione ripetono spesso: “No, no! Non è quello che intendevo. Intendevo invece che...» E ricominciano con la parola opposta a ciò che pretendevano di aver voluto dire. Troppo tardi, giacché la prima parola usata rifletteva veramente la base del loro pensiero! Ogni volta che cominci una frase con l'espressione "mi piacerebbe", certamente non stai parlando d'amore... Anzi Osserva attentamente questo esempio: la frase “Mi piacerebbe davvero fare un viaggio, il prossimo anno!» significa: “Desidero fare un viaggio, ma ho paura di non poterlo fare». La causa di questa paura può essere la mancanza di soldi, di tempo, o anche l'impressione, semplicemente, di non meritarselo. E, come sai, ogni volta che hai paura di qualcosa fai immancabilmente sì che questa cosa si manifesti. Dunque, fintantoché dirai “mi piacerebbe fare un viaggio», puoi stare tranquillo che il tuo viaggio non si realizzerà! Quando usi l'espressione "Non vorrei che", esprimi anche in questo caso una paura. Osserva gli esempi seguenti. “Non vorrei che mio figlio si drogasse», “Non vorrei che mio marito mi lasciasse», “Non vorrei perdere il mio lavoro». Queste tre frasi esprimono paure profondamente ancorate nel subconscio di chi le pronuncia, minano sotto sotto la mente che le ospita, e finiranno per far sì che gli eventi temuti si avverino. Se per esempio dici: “Come vorrei parlare inglese!» stai dicendo: “Voglio parlare inglese, ma ho paura di non riuscire a impararlo». Per il solo fatto di pensare o dire “non sono capace», blocchi l'energia che ti permetterebbe di imparare l'inglese. Come? Ricordati bene di questo: tu sei l'unica persona al mondo capace di creare la tua vita, e te la crei in base a ciò che pensi, a ciò che dici, a ciò che vedi, a ciò che odi e a ciò che senti dentro. Ognuno dei tuoi poteri ha un grande peso nella tua vita, e sta a te soltanto utilizzarli bene. Quando usi l'espressione "non dovrei" in frasi come “Non dovrei andare a dormire così tardi!», “Non dovrei spendere così tanto!», ciò che stai dicendo è: “E quello che voglio fare, ma a un dato momento ho deciso che non era bene, che non era ragionevole, che non era corretto...» Quando vuoi fare qualcosa ma l'idea che questa cosa "non sia ragionevole" prende il sopravvento, smetti di prestare ascolto ai tuoi veri bisogni: è l'intelletto a prendere le redini della faccenda, e ragiona e decide per te. L'intelletto a sua volta è influenzato da decisioni maturate durante l'infanzia, in un tempo in cui la nozione di bene e di male guidava la tua vita e quella delle persone che ti stavano attorno . Molte tue decisioni erano allora fondate su questa nozione di bene e di male, e non su ciò che davvero volevi. In realtà, se decidi di andare a letto più tardi, di spendere i tuoi soldi, e di meritartelo, se decidi che non hai da render conto a nessuno, ti organizzerai e vivrai la cosa benissimo. Ogni volta che vai a letto tardi pensando: “Non dovrei mai andare a letto così tardi!» ti senti colpevole, e il giorno dopo sarai stanco il doppio! Se spendi pensando: “Non dovrei spendere così tanto!», ti sentirai colpevole e non godrai appieno dell'oggetto acquistato. Quando si compra un oggetto sentendosi colpevoli, accade inoltre che spesso lo si rompa, lo si perda, appunto per punirsi di averlo comprato. E dunque importante ascoltare i nostri veri bisogni, invece dell'intelletto.
Quando dici "dovrei..." stai provando a te stesso che le tue richieste non sono realistiche, cosa che assorbe un sacco di energia. “Dovrei fare gli esercizi ogni giorno!», “Dovrei avere più pazienza con i bambini!», “Dovrei finire gli studi!»... Quando pronunci una frase di questo genere, ciò che in realtà stai dicendo è: “Sarebbe meglio che... (ecco di nuovo la nozione di bene e di male!) ma non lo voglio fare». Se, malgrado tutto, cerchi di mettere in atto questo "dovrei", agisci contro ciò che in realtà desideri. Ancora una volta è il tuo intelletto che, servendosi della nozione di bene e di male che ti è propria, prende il sopravvento e dirige la tua vita. Cominci a comprendere l'importanza delle parole? Ascolta bene gli altri e te stesso, e comprenderai ancora di più. Ogni volta che dici "non ho avuto il tempo", oppure impieghi una variante di questa espressione, si tratta di un'illusione; ti stai raccontando una frottola... Infatti, hai semplicemente scelto di fare qualcosa di più importante, di più interessante. Sii più sincero con te stesso! Invece di dartela a bere, riconosci che non hai fatto la tal cosa non perché ti mancava il tempo. Hai assolutamente il diritto di scegliere ciò che vuoi fare, e non hai bisogno di nessuna giustificazione se cambiano le tue priorità. Se ti capita di usare l'espressione "ammazzare il tempo", prendi coscienza di questo: ciò che sprechi (il tempo!) è precisamente la cosa più preziosa che hai. Ogni minuto della tua vita va impiegato per manifestare la perfezione nell'ambiente che ti circonda, non per ammazzare il tempo. La parola "ammazzare" non dovrebbe esistere nel vocabolario di nessuna lingua; il suo uso rivela la violenza interiore della persona che se ne serve. Se, a proposito di qualcuno con cui sei in collera, ti capita di dire "lo ammazzerei!", osserva la violenza che è in te. Questa violenza è spesso diretta contro te stesso, e se le permetti di accumularsi ti provocherà, col tempo, malattie violente, oppure favorirà il contatto con persone violente nel tuo ambiente. Sei venuto sulla Terra per amare, non per ammazzare! Un altro verbo usato spesso e in tutte le salse, è "cercare di", con il senso di un intento più o meno vago. Quando te ne servi in questo senso, stai dicendo che non hai in realtà deciso di fare il gesto in questione. Immagina ad esempio di dare appuntamento a una persona per le sette, domani sera, al ristorante, e che la persona ti dica: “Cercherò di esserci!» Credi che verrà davvero? Al novanta per cento, non ci sarà. Il minimo contrattempo le farà cambiare idea, giacché dicendo "cercherò di esserci", di fatto non si è impegnata seriamente. Tuttavia se dice: “Alle sette ci sarò, puoi contarci!», sai allora che al novanta per cento verrà. Così, ogni volta che dici una frase del tipo “Ho cercato di parlargli» oppure “Ho cercato di comprendere», e così via, di fatto non avevi veramente l'intenzione di farlo. Un'altra espressione che ricorre centinaia di volte al giorno è "devo". Se potessi registrare le tue conversazioni su nastro, saresti alquanto sorpreso del numero di volte in cui questa espressione ti esce dalle labbra. Ogni volta che dici "devo", sei sul piano mentale. E la tua nozione di bene e di male a decidere per te. Sai, le persone che agiscono perché si "deve" fare, pensare o dire la tal cosa, finiscono sempre per il perdere il loro potere; si sentono sottomesse a una legge che, da qualche parte, dice loro: “Si deve, non hai scelta!» Da dove viene dunque questo "devo"? Chi ha deciso che la tal cosa, piuttosto che un'altra, è obbligatoria? La scelta spetta sempre a te! Basta che tu dichiari: “No, non devo! Nella vita sta a me scegliere tutto ciò che faccio. Quando scelgo qualcosa c'è un prezzo da pagare; sono pronto a pagarlo.» Questo è quanto. Davanti a un'alternativa come, ad esempio, se andare a lavorare o no, osserva attentamente che cosa ti costerebbe non andarci; chiediti se sei pronto a pagarne il prezzo. In caso di risposta negativa, avrai semplicemente scelto di andare a lavorare. Certamente non sarà stata una prima scelta, ma non eri pronto a subire le conseguenze di un'assenza. Se non altro sarai stato tu a scegliere, e sarai finalmente uscito dalla ronda dei "devo", quest'energia coercitiva imposta dall'esterno. Quando andrai a lavorare pensando: “Ho scelto di andare al lavoro perché non voglio pagare il prezzo del non andarci», non sarai più nella stessa energia come se fossi andato a lavorare perché dovevi andarci. In quest'ultimo caso, alla sera saresti tornato a casa completamente svuotato, estenuato; la giornata ti sarebbe parsa interminabile, in quanto vittima di un obbligo imposto.
Cominci a renderti conto dell'importanza della nozione di scelta? Scegliere è uno dei grandi poteri dell'essere umano. Siamo le uniche creature ad averlo. Il mondo minerale, vegetale o animale non ce l'ha. Un pollo, ad esempio, non ha un gran margine di manovra: l'unica sua prospettiva è di finire sulla tavola di qualcuno... Tu, quale essere umano, sei dotato del potere di scelta, ma perdi purtroppo il contatto con esso ogni volta che dici "devo". E meno sei in contatto con il tuo potere, più cerchi di sottrarne agli altri: è un fenomeno molto frequente sul pianeta. Quando avrai preso maggiore coscienza dei tuoi poteri e sarai costantemente in contatto con essi, non avrai più voglia di tentare di dominare gli altri. Tutto ti sembrerà così facile! Immagina tutta l'energia che sarai in grado di usare per te invece di usarla per manovrare gli altri. Espressioni comuni tipo "penso", "forse", "mi pare", "è come", eccetera, quando vengono usate per parlare di sé, denotano che chi le pronuncia in quel momento sta facendo un'analisi. Se ad esempio ti chiedo: “Come ti senti?» e tu mi rispondi: “Penso di essere sconvolto!», mi stai dicendo che stai analizzando la tua emozione. Se invece mi rispondi: “Sono sconvolto», saprò davvero che cosa accade in te. L'espressione "penso di essere sconvolto" non rivela in realtà ciò che avviene dentro di te. Chiedi alle persone che ti stanno intorno se ti sentono dire spesso "penso che..." e se è così, vorrà dire che non sei veramente in contatto con il tuo sé profondo; sei piuttosto in contatto con il tuo intelletto che ti fa restare in superficie. Ti servi spesso dell'espressione "non sono capace"! Fai attenzione a ciò che credi sinceramente di non saper fare, poi determina se hai davvero fatto uno sforzo per realizzare ciò che dici di non essere stato capace di fare. Dopo aver verificato, forse prenderai coscienza che puoi fare molto più di quanto pensi. Il potere della tua parola è davvero grandissimo. Usi spesso, nelle tue conversazioni, l'espressione "ascolta!"'! Questa espressione è impiegata di frequente da moltissime persone. Ordinare agli altri di ascoltare è segno di autoritarismo e di orgoglio: nessuno è obbligato ad ascoltarti! La cosa più buffa, in tutto questo, è che le persone che si servono spesso di questa espressione è che non amano gli autoritari, e ad essi reagiscono con forza. L'uso di questa parola ti permette di metterti davanti a te stesso, e di riconoscere che anche tu sei una persona autoritaria, anche se non ti percepisci come tale. Essere autoritario, proprio come qualsiasi altro attributo umano, può rivelarsi una cosa benefica o non benefica: tutto dipende dall'uso che ne facciamo. Se te ne servi per aiutare qualcuno oppure per dirigere in quanto sei un capo, bravo! E quando te ne servi per dominare o cambiare l'altro, che sarebbe bene riconsiderarne l'impiego. Molti commentano certe cose bellissime servendosi di espressioni come "è impossibile."fa spavento!", "è incredibile!", "ma non si può!". Sei forse un habitué di questo genere di linguaggio? “Fa spavento da tanto che è bello!», oppure “E incredibilmente bello!» Se è il tuo caso, le tue parole hanno appena bloccato questa bella energia. Ciò che si nasconde dietro di esse, è la profonda impressione di non meritarsi queste belle cose. Allora, perché mai dovrebbero manifestarsi di nuovo nella tua vita se, nel momento in cui accadono, dici: “No! Non me lo merito»? Un'altra categoria di espressioni molto diffuse è formata da una negazione per esprimere l'approvazione. “Non è male!», “Non è brutto!» Fai attenzione: prendi sempre più coscienza di quello che dici davvero. Più il tuo vocabolario comporta espressioni di questo genere, più tradisci quello che pensi davvero di te. Ora, si diventa sempre ciò che si pensa. Se hai deciso di bandire alcune di queste espressioni, chiedi alle persone che ti stanno intorno di avvertirti nel caso te ne scappasse qualcuna: sarà un ottimo metodo per aiutarti un altro po'. Gli esseri umani, in generale, sono profondamente convinti che la vita debba essere fatta di sofferenze, guai e sforzi, e che più difficile è, maggiori saranno i meriti. Il linguaggio tradisce questo concetto, come nell'espressione “Ho seguito quel corso e ne è valsa la pena: adesso so ballare!» Sarebbe
più sano dire: “Imparare a ballare ne è valso il piacere!» Quasi tutti ci serviamo di queste espressioni senza riflettere, e tuttavia esse influiscono molto sulla nostra vita. Le parole che pronunci dovrebbero darti energia. Quante volte usi il verbo amare, il verbo piacere in un giorno? "Amo il mio lavoro", "Amo la natura", "Amo il mio corpo". E quante volte dici "Ti amo" al tuo partner, quante volte dici "ti voglio bene" ai tuoi figli, oppure "mi piacete" ai colleghi, al principale? Ci sono tante persone che continuano a criticare il loro capo, senza avergli mai detto che hanno piacere di lavorare per lui, che apprezzano il suo modo di lavorare o l'atmosfera dell'ambiente di lavoro. Ed ecco ora l'espressione che ha la massima influenza nella tua vita: "io sono". Appena impieghi queste parole, crei, perché "io sono" è collegato all'energia più potente che esista! Infatti, si tratta del potere creativo di Dio, il Verbo. Ogni essere umano è espressione di Dio, e quando dico "io sono", è come se dicessi "Dio è!" Dunque, ogni volta che mi servo di questa espressione, si tratta di un ordine inconscio che dò al mio Dio interiore, il quale si accinge a creare immediatamente quanto ho appena affermato. Ti rendi conto che crei gli eventi della tua vita quando dici, ad esempio, "sono malato", "sono un imbecille", "non sono capace", "sono stato messo da parte", "non sono amato"? Certo è che il potere dell'"io sono" è il più grande che ci sia. Anche ciò che non ami viene creato con la tua energia divina. È semplicemente energia mal impiegata. Perché dunque non servirti fin d'ora di questo potere meraviglioso per creare prodigi nella tua vita? "Sono bello!", "Sono capace!", "Sono intelligente!", "Sono amato!", eccetera. Perché non trascorrere qualche momento ogni giorno a dire energicamente (e non solo a pensare!) più volte "io sono...", anche se credi che queste parole non descrivano la tua realtà attuale? Il solo fatto di dire "sono capace!", mette in moto l'energia che ti renderà capace. Creare è questo! Prendiamo un esempio che lo spiega bene: immagina di essere un pittore, e di accingerti a dipingere un nuovo quadro. E evidente che, dopo pochi colpi di pennello, non si vedrà granché sulla tela, ma se perseveri, il bel ritratto a cui stai lavorando ben presto comparirà. La stessa cosa vale per quando dici "io sono". Stai di fatto tracciando uno schizzo di quello che diventerai. Qui, come per l'esempio delle pennellate, bisogna cominciare dall'inizio se si vuol vedere qualcosa realizzarsi sulla tela della propria vita. Ogni volta che dici "sono capace di compiere la data cosa", alimenti questa creazione che, un bel giorno, non mancherà di realizzarsi. Prima di concludere questo capitolo, voglio richiamare la tua attenzione sull'importanza della risata. Ridere è un altro gran dono che è stato fatto agli abitanti di questo pianeta. C'è una teoria che dice che gli esseri che vivono sugli altri piani non hanno questo potere. Ridi spesso? Sai che la risata è così straordinaria da aver permesso ad alcune persone di guarire dal cancro? Hai mai sentito di quel tale che ha passato mesi e mesi, sistematicamente, a guardare film comici, a leggere cose divertenti, guarendo così dal cancro? Sorprendente? Non poi così tanto: la vita può essere un gioco piacevole, e non un dramma perpetuo! Se hai difficoltà a ridere circondati di persone buffe, guarda cose comiche, programma addirittura di fare uno scherzo a qualcuno ogni giorno, e mentre ne riderai con il destinatario, sarete entrambi vittoriosi! Un altro mezzo per ridere è imparare a osservare il film della tua vita, invece di limitarti ad esserne l'attore: quando ti trovi in una situazione emotiva difficile e ne diventi spettatore, è molto più facile riderne. Oppure immaginati tre mesi dopo, quando guarderai questa situazione passata: la troverai buffa! Per concludere il capitolo, ecco il pensiero su cui ti invito a meditare nei prossimi sette giorni: L'UNICA PERSONA NEI CONFRONTI DELLA QUALE ESSERE SINCERA SONO IO.
Sei ciò che pensi I tuoi pensieri hanno molta importanza nella tua vita, in quanto diventi ciò che pensi. E diventi non solo ciò che pensi di te, ma anche ciò che pensi degli altri. Che tu l'accetti o no, ciò che credi degli altri viene visto attraverso il filtro del tuo intelletto, ed è esattamente quello che pensi di te. Quali sono le persone più importanti della tua vita? Sono i tuoi genitori, o coloro che ne hanno svolto la funzione quand'eri giovane. Che cosa pensi realmente di loro? Sono certa che hai nutrito migliaia di pensieri in proposito, ma che non li hai mai espressi. Forse ne hai condiviso qualcuno con altri, ma perlopiù sono rimasti sepolti dentro di te, senza che tu li esprimessi. Tutto ciò che hai pensato di loro si è formato in te. Come ho già detto, crei a mano a mano che pensi: questo creare per mezzo dei pensieri, è un altro dei tuoi grandi poteri. Purtroppo ci sono centinaia di pensieri che si accavallano nella nostra mente, senza che ne siamo consapevoli. Ecco un esempio che ti aiuterà a comprendere questa realtà: guardi un film angosciante, ma non sei cosciente di avere paura mentre lo guardi; ci sono elementi, situazioni del film che risvegliano paure provate quand'eri piccolo. Tutto ciò che sai, è che quando finisce ti senti un po' a disagio, hai il vago sentore che ti abbia risvegliato qualcosa di doloroso, ma non vuoi investigare troppo sulla faccenda; non sapresti neppure dare un nome a questa paura che senti dentro, e che è stata scatenata dal film. Queste paure appartengono al campo dell'inconscio, un campo estremamente vasto. Ecco perché è importante prendere coscienza della tua vita per sapere almeno che cosa non è benefico per te fra le cose che fai, dici, pensi o senti: allora riuscirai a servirti del tuo potere per creare qualcos'altro. Ma finché resti incosciente non puoi trasformare nulla, in quanto non sai neppure che cosa ti sta accadendo. Ci sono sempre persone, intorno a te, che ti assomigliano: il loro modo di pensare potrà aiutarti a prendere coscienza dei tuoi pensieri spesso inconsci. Ora che stai imparando a conoscere questo grande potere del pensiero, non credi che sia importante nutrire soltanto pensieri d'amore, gratitudine, generosità e compassione? A mano a mano che questi pensieri si affermano a scapito di altri, attirerai a te sempre più persone caratterizzate da questo stesso modo di pensare. Ti troverai dunque circondato da persone meravigliose. Che pensi di tua madre? Che è stata ingiusta? Dunque, più penserai che tua madre è stata ingiusta, più a tua volta diventerai ingiusto! Ogni pensiero che nutri si imbeve della tua energia, e questa energia si manifesta sempre attraverso la tua personalità e il tuo comportamento. E tuo padre? Pensi che sia stato troppo severo, troppo autoritario? Ebbene, continua a pensarlo e diventerai come lui. Anche se non lo vuoi vedere, anche se tenti di agire in modo opposto a quello in cui lui ha agito, in fondo in fondo sei una persona autoritaria e severa. Verifica con le persone che ti stanno intorno, sapranno dirti che è precisamente quanto emana da te: una persona severa con se stessa e con gli altri. Cosa pensi del tuo partner? Hai forse constatato che quello che pensi finisce sempre per realizzarsi? Se pensi che sia senza cuore, che non ti aiuti abbastanza in casa, che devi fare tutto da te, eccetera, con gli anni diventerà precisamente così. Se pensi che il tuo partner sia ossessionato dal sesso, che in questo campo ti chieda sempre troppo, più passerà il tempo e più aumenterà le sue richieste. Se pensi che sia soltanto un bambino, incapace di prendere le sue decisioni e che tocca sempre a te decidere al posto suo, con gli anni prenderà sempre meno decisioni, e lascerà che sia tu a farti carico di tutto. Tutti i pensieri che emetti formano una vibrazione che ti circonda. Una volta emesso, il pensiero viene captato dalla persona a cui è diretto, ma il tutto avviene invisibilmente, sul piano dell'inconscio. A mano
a mano che le persone diventeranno più consapevoli si renderanno conto di non poter più mentire, perché contemporaneamente saranno sempre più coscienti di quello che ricevono in cambio dagli altri. Non illuderti, dunque! Anche se credi che i tuoi pensieri siano segreti, di fatto non lo sono. Tutti facciamo parte di un Tutto, e siamo collegati dall'interno alla stessa energia. E precisamente come se una delle cellule del tuo corpo non stesse bene: le altre verrebbero subito a sapere che è malata, perché i milioni di cellule del tuo corpo fanno parte di un Tutto. Allo stesso modo, i sei miliardi di esseri umani fanno parte di un Tutto chiamato pianeta Terra, un'entità di cui noi siamo le cellule. Non appena invii un pensiero d'amore o di odio a qualcuno, questo pensiero viene recepito immediatamente dall'altro. I pensieri che sono contrari all'amore hanno l'effetto di spegnere la luce interiore di chi li emette, ci impediscono di veder bene l'altro, di comunicare con lui. I pensieri d'amore invece emettono luce, rischiarano l'ambiente circostante, e più due persone si mandano pensieri d'amore, più la comunicazione si chiarisce fra loro. Che pensi dei tuoi figli? Pensi forse che il ragazzo è pigro, e che non farà mai niente di buono nella vita? Se continui a nutrire questo genere di inquietudini su di lui, è precisamente quel che accadrà. Secondo te, tuo figlio sarà sempre un fallito. Può darsi che ai suoi occhi e agli occhi di altri sia diverso. Ma nel tuo mondo, nella vita così come tu l'hai creata, ci sarà solo un ragazzo fallito, perché è quanto credi. Questa è la ragione per cui ogni individuo ha una visione diversa delle cose: tutto va secondo i nostri pensieri. Perché non servirti di questo grande potere e cominciare a immaginare quello che vuoi veramente, esattamente come lo desideri? Che pensi di te, quando ti guardi? Ogni anno, all'avvicinarsi del tuo compleanno, pensi forse che sei diventato più vecchio? Il pensiero di invecchiare è di per sé la prima causa di invecchiamento. Se nessuno avesse inventato i compleanni, non avremmo mai sentito parlare di età! Gli anni passerebbero, e noi non sapremmo neppure d'essere invecchiati di un anno; non saremmo stati messi in presenza di questo concetto di età, e certamente l'essere umano invecchierebbe più lentamente. Un giorno, un nuovo socio che era stato impressionato dal vigore del presidente della sua compagnia, che ancora lavorava a tempo pieno pur avendo ottant'anni suonati, gli chiese: “Ma quanti anni ha?» L'ottuagenario rispose: “Ragazzo, la mia età non mi riguarda!» Aveva trovato la ricetta dell'eterna giovinezza! Pensi spesso che nella tua vita "non ce ne sia abbastanza", riferendoti a una data cosa? Se hai continuamente bisogno di altro per riempirti la vita, vuol dire che nutri un pensiero o un senso di mancanza. Quando sei in contatto con il tuo Dio interiore disponi di un grande potere creativo, e senti che non ti mancherà mai nulla. Guarda la natura circostante: c'è così tanto da imparare, osservandola! Guarda ad esempio i piccoli animali selvatici: manca forse loro qualcosa? La natura se ne prende cura, ed essi sopravvivono. Quando muoiono, è semplicemente a causa di un processo normale. Quando pensi al tuo conto in banca, ti dici forse “Ho soltanto un tot di denaro»? Quando pensi al tuo stipendio, pensi forse: “Guadagno soltanto tot»? Ti paragoni spesso a persone che stanno meglio economicamente? Quando guardi la televisione, hai forse l'impressione di mancare di qualcosa? Nell'illusorio mondo televisivo sembra sempre che tutti abbiano tutto... Continua a pensare alla mancanza, e per certo continuerai a conoscere la penuria. Credi di non avere abbastanza amore? Ti pensi forse insufficientemente amato? Invece di nutrire pensieri del genere, sarebbe tanto più piacevole cominciare a dare amore, a essere generoso in tutto. Dona il tuo tempo, la tua energia, i tuoi soldi, il tuo amore, il tuo affetto, le tue buone parole. A mano a mano che darai senza aspettarti nulla in cambio, ti renderai conto di essere ricco perché puoi dare così tanto! Così potrai alimentare il pensiero di avere più del necessario, giacché puoi permetterti di dare. Si dice che nella povertà ci sia una grande sofferenza morale, dal momento che il povero riceve e non dà. Una delle grandi leggi della prosperità è la seguente: per ottenere l'abbondanza impara a dare continuamente. Dare ti induce a pensare di possedere molto, e come ogni altro pensiero, anche questo influenza la tua vita. Di conseguenza, conoscerai sempre più abbondanza.
Dunque, se ti accade di pensare di non ricevere sempre ciò che desideri, che ci sono cose che vorresti ma che ti mancano, significa che in te c'è un pensiero che ti induce a conoscere la penuria. Mi è stato dato, di recente, un esercizio a questo proposito, e l'ho trovato ottimo per me stessa. Per questo mi fa piacere condividerlo con te. Eccolo: fai una lista di cinque cose materiali o d'altro genere (denaro, affetto, complimenti, eccetera) delle quali non disponi, secondo te, in quantità sufficiente. Trova il modo di offrire un po' di ognuna di esse nelle prossime ventiquattr'ore. Ogni volta che dai, respira a fondo e di' a te stesso: “Ciò che do mi viene reso in maggior quantità». Ripeti questo esercizio ogni giorno per una settimana e vedrai che qualcosa cambierà nel tuo modo di pensare e in ciò che riceverai. Nutri dei dubbi nei confronti di qualcuno? Hai l'impressione che qualcuno cerchi di fregarti o di rubarti qualcosa? Prendi coscienza del fatto che questi pensieri di dubbio provengono da te. Se a tua volta non fossi fatto così, non ti verrebbe neppure in mente. Se credi che qualcuno ti stia fregando o ti stia rubando qualcosa, allora osserva che cosa tu rubi agli altri, o in quale momento cerchi di fregare qualcuno. Se non fai questo passo introspettivo, continuerai a nutrire questi stessi pensieri nei confronti delle persone, e ti accadrà esattamente ciò che temi. Forse allora dirai: “Lo sapevo che mi sarebbe successo! Me la sentivo che voleva fregarmi!» A questo punto sarai contento, giacché avrai dato ragione al tuo orgoglio. Anche il tuo intelletto si sentirà adulato, e l'orgoglio, così alimentato, crescerà ulteriormente. Gli umani sono talmente orgogliosi da essere pronti addirittura a soffrire pur di dimostrare che avevano ragione. La sofferenza, sai, non è affatto necessaria. Fin qui l'abbiamo usata molto per evolverci, ma quando l'essere umano sarà abbastanza saggio da rendersi conto che può farlo senza soffrire, allora porrà fine alle sue sofferenze. Ti capita di credere che il tuo partner ti tradisca, che provi interesse per un altro o un'altra? Se è così, vuol dire che a tua volta nutri pensieri di infedeltà. Puoi non esserne consapevole, ma in te c'è un'insoddisfazione che produce questi pensieri. Se potessi permettertelo, forse ti piacerebbe essere infedele. Naturalmente, non oseresti mai farlo! Ma, inconsciamente, spesso ci serviamo della fedeltà per acquisire potere sull'altro. Da un lato dici: “Io non lo farei mai!», ma nel tuo intimo più recondito forse ti piacerebbe farlo. Ricordati che pensare una cosa e non farla non significa essere una persona migliore di chi la pensa e la fa. Anzi, è peggio! Chi pensa una cosa e si dà ad intendere che non e vero, mente con se stesso, mentre chi agisce conformemente al proprio pensiero, se non altro è sincero con se stesso. Se hai difficoltà ad accettare che le persone che ti stanno intorno la pensino diversamente da te, questo è un segno di egoismo. Oggi, l'egoismo è uno dei maggiori flagelli sulla Terra. Pensiamo sempre di agire per amore, ma in realtà tentiamo di imporre i nostri punti di vista a chi ci circonda. Di fatto, quando agiamo così, lo facciamo per sentirci bene e avere ragione. Quando l'altro ti dice: “Ah, sì! Quello che hai detto è pieno di buon senso. Sono interamente d'accordo con te!», ricevi qualcosa che ti dà piacere. Se, nel corso della tua esistenza, passi il tempo a fare, dire o pensare delle cose soltanto per darti delle soddisfazioni, e questo a spese altrui, si tratta di egoismo. Amare, infatti, significa scoprire che cosa fa contento l'altro, e tentare, al meglio, di soddisfarlo. Significa anche verificare prima di decidere, e non imporre il tuo modo di pensare. E così facile decidere per l'altro! Quello che voglio dire, quando parlo di impiegare male il potere di cui disponiamo, è che questo ha a che vedere con il fatto di volerlo esercitare sugli altri. Se sei una donna o un uomo forte, una persona di carattere, certamente avrai tendenza a imporre agli altri il tuo punto di vista. Comincia con l'ascoltare con calma, con il verificare che cosa la gente pensa di una certa situazione, di un dato evento, della tal persona o del tal lavoro. Tieni la mente aperta, e scoprirai un altro universo: infatti, fintantoché desideri che gli altri la pensino come te, vivi nel tuo mondo, il quale è molto limitato. Aprendoti al mondo degli altri, scoprirai meraviglie che ti ci vorrebbero anni per esplorare da solo. Questo non significa che sia necessario prendere per buono tutto ciò che gli altri dicono o pensano; non vuol dire accettare in blocco tutti i loro modi di pensare! È invece una formidabile occasione per imparare a sviluppare il tuo discernimento.
Tutto ciò che l'essere umano vive nelle sue esperienze è sempre effetto dei suoi pensieri; se la tua vita attuale non ti piace, comincia con l'accettare che sono i tuoi pensieri ad averla fatta così com'è, e che essi ne sono la causa. Cambia la causa, e cambierà l'effetto. Il tuo intero passato può essere mutato fin d'ora, se lo desideri. Di fatto, il tuo maggior potere sta nei pensieri che attualmente alimenti. Sono questi pensieri del momento presente a creare il prossimo minuto, la prossima settimana, il prossimo anno. Le esperienze che vivi oggi sono l'effetto di cause mentali (pensieri!) che hai messo in moto ieri, l'altro ieri, l'anno scorso, dieci anni fa... Se, in questo preciso istante, nutri solo pensieri di successo, abbondanza, amore, pace interiore e riesci a mantenerli tali per tutto il giorno, vedrai come muterà la tua vita. Il tuo subconscio, questa parte di te che non percepisci, ha l'unico ruolo di continuare a ripetere meccanicamente, instancabilmente, ciò che gli hai programmato con i tuoi pensieri; continua pure a pensare di non essere capace, o qualsiasi altra idea di questo genere, e quando il tuo subconscio l'avrà captata un numero sufficiente di volte, che tu l'abbia espressa consciamente oppure no, continuerà a captarla fino a condurla in porto. Con gli anni, se non avrai cambiato tale pensiero, avrai sempre meno fiducia in te, ti sentirai sempre più incapace, proverai continuamente il bisogno che qualcuno ti dica bravo, e anche così ti sarà difficile crederlo. Crederai d'essere bravo soltanto quando sarai capace di dirtelo da solo, con fiducia: introducendo in te un nuovo pensiero e ripetendolo più volte al giorno, instancabilmente, il subconscio lo capterà, lasciando da parte il pensiero opposto. Grazie a Dio, non hai bisogno di deprogrammare completamente il subconscio: basta sottoporgli un programma nuovo, fatto di nuovi pensieri, perché esso agisce sempre in base ai pensieri ricevuti più di recente. Il subconscio lavora senza mai riposarsi e il meglio della sua attività ha luogo di notte, quando dormi. E molto importante somministrargli dei pensieri buoni continuamente, ma soprattutto la sera, prima di andare a dormire. E un ottimo momento per pensare a cose straordinarie, per vedere immagini mentali (ovvero per fare delle visualizzazioni) che siano in armonia con questi pensieri. Il subconscio ci lavorerà sopra per tutta la notte. Nel prossimo capitolo ti spiegherò quale posto abbia il sentire nell'immaginario mentale, e come esso acceleri il materializzarsi del pensiero. Mettiti dunque all'opera fin da subito, anche se nutri ancora dei dubbi nei confronti del potere di un pensiero ben diretto. Non hai nulla da perdere, e certamente hai già pagato caro gli effetti dei pensieri negativi formulati in passato; nella vita, quando non c'è più niente da perdere e tutto da guadagnare, non bisogna esitare neppure un istante per cominciare qualcosa di diverso. E soprattutto, sarai tu a vincere. Che cosa pensi di te, in generale? Ti credi superiore o inferiore agli altri? Ricordati che ogni volta che ti paragoni non sei in contatto con il Dio interiore, e che ogni umano è espressione di Dio. E un po' come se paragonassi due rose: il fatto che una sia più aperta dell'altra, non vuol dir che l'altra sia meno "rosa" della prima! Sono entrambe delle belle rose, ma sono semplicemente in una diversa fase di crescita, pur essendo egualmente perfette. Lo stesso accade per gli umani: quando sei in contatto con il tuo lato divino, con il tuo Dio interiore, smetti di paragonarti agli altri. Supponiamo che tu ti senta inferiore perché non disponi dei diplomi, dei titoli, dei soldi di un altro. In quel preciso istante, tu calcoli il tuo valore in termini di beni materiali, mentre il tuo valore autentico è di natura spirituale, e si trova all'altezza del cuore, ovvero può essere calcolato in base alla tua capacità di amare senza aspettative. Ci sono tanti atti d'amore che puoi fare in un giorno! Quanto amore puoi distribuire intorno a te! Per farlo, non hai bisogno di aver accumulato grandi beni materiali; certamente la ricchezza materiale ha la sua importanza, ma è benefica per te solo nella misura in cui ti mette in contatto con il tuo Dio interiore, rendendo contemporaneamente servizio, nella gioia, ai tuoi simili. Ogni pensiero che emetti produce una forma nel mondo invisibile; questa forma-pensiero viene chiamata "elementale". L'elementale viene alimentato dal ripetersi dello stesso pensiero, che sia o no cosciente, e ogni volta che ripeti quel medesimo pensiero, l'elementale cresce. Dal momento che ogni giorno produciamo migliaia di pensieri, siamo ovviamente circondati da migliaia di forme-pensiero; quelle che non vengono nutrite non permangono e muoiono quasi all'istante, ma un elementale che, a forza
d'essere alimentato dai tuoi pensieri, diventa molto potente, finirà con l'invaderti, prendendo la tua energia. Diverrà un'ossessione; ti inciterà ad avere altri pensieri identici, perché avrà continuamente bisogno di alimentarsi per sussistere. E richiamerà intorno a te elementi analoghi a quelli di cui è costituito, sempre per potersi nutrire. Se la tua forma-pensiero si chiama "Nessuno mi ama, non merito d'essere amato", ogni volta che accadrà un incidente nei tuoi contatti con gli altri, penserai: “Ci risiamo! Non ho detto o fatto la cosa giusta anche questa volta! E quindi nessuno mi amerà!»: in tal modo avrai alimentato ancora la tua forma-pensiero. A mano a mano che l'elementale cresce e ti invade, finisci con il non trovare più niente di buono in te stesso, ti svaluti di continuo, attirando a te sempre più situazioni che ti daranno ragione. Verrai rifiutato sempre di più! E la tua paura del rifiuto ti condurrà ad eliminare dalla tua vita certe persone, dicendo a te stesso: “Lo sapevo, che con questa persona le cose non avrebbero funzionato!» Questo ti confermerà nella tua credenza di non essere amato, di pensare che non vali "il piacere" d'essere amato. Per distruggere questa forma-pensiero che continuamente ti invade consumando la tua energia, sii sempre più consapevole del fatto che va creata una forma-pensiero opposta: quella di una persona amata, stimata, ammirata. Ogni volta che hai l'impressione di non essere amato o accettato, caccia via subito questo pensiero; osserva piuttosto che quanto viene rifiutato non è il tuo essere reale, ma solo un tuo dato modo di parlare o di agire. Nelle parole che odi dagli altri, osserva che vi è soltanto amore, proveniente da persone che hanno l'intenzione di aiutarti. In tal modo, riceverai amore invece delle critiche: il tuo pensiero cambierà, ti sentirai amato, e questo alimenterà il nuovo elementale di persona amata. Quando esso sarà diventato più grosso di quello nutrito in precedenza, la tua vittoria sarà grande e ti sarà sempre più facile vivere con questo nuovo pensiero di essere una persona amata. Probabilmente già ti sarai accorto d'essere dotato di poteri meravigliosi che ti permetteranno di creare una vita magnifica! Non ti rimane che usarli... Quanto al potere del pensiero, è immenso! Non scordarlo mai più! Eccoti ora il pensiero che conclude questo capitolo. Concentrati su questo pensiero ogni giorno, per la prossima settimana. “LA VITA BELLA E UTILE È QUELLA IN CUI AZIONE E PENSIERO SI SOSTENGONO INCESSANTEMENTE A VICENDA». (Socrate)
Sei ciò che senti Fin qui ho parlato di quello che vedi, di quello che odi, dici e pensi, e tu hai preso coscienza dei poteri di cui disponi, legati a queste varie attività. Ma c'è ancora un altro potere, altrettanto grande: è quello del sentire che, in base al grado di intensità, agirà su ogni manifestazione della tua esperienza di vita. Ho spiegato, nel capitolo precedente, che cos'è un elementale. Affinché l’ elementale, la formapensiero, si realizzi concretamente, esso dovrà essere accompagnato da una sensazione, e sarà quello che farà la differenza. Supponiamo, ad esempio, che tu pensi a fare un viaggio in Europa l'anno prossimo. Anche se ci pensi molto, fai le affermazioni positive e le visualizzazioni, non accadrà niente di simile a meno che tu non abbia veramente la sensazione di vederlo compiuto. Se il sentire accompagna il tuo pensiero o la tua immaginazione, il desiderio si concretizzerà più rapidamente. Più energia ci metterai, più sarà rapida la sua realizzazione. Come sai, l'energia del desiderio proviene dal plesso solare, e si tratta di un'energia molto potente. Quando visualizzi qualcosa, quando ci pensi, devi sentire questa cosa come se già fosse reale, come se praticamente potessi assaporarla, viverla intensamente con ogni poro della pelle. Ecco la chiave della manifestazione dei tuoi desideri. Perché credi che le paure abbiano un impatto così potente per quasi tutti noi? Quando uno ha paura, egli vive e sente profondamente questa esperienza, anche se l'oggetto della sua paura è irreale. Immagina di aver paura di essere aggredito, di sera, mentre cammini al buio; al minimo rumore credi che l'aggressore si prepari a piombarti addosso, e provi un'angoscia per questa aggressione come se davvero essa stesse accadendo. Non ti stupire allora se un giorno, a forza di alimentare questa paura, ti accadrà davvero di venire aggredito! La paura è un'emozione estremamente forte, ed è per questo che è tanto devastante. Come dicevo in precedenza, l'energia del sentire parte dal plesso solare. Questa energia però sale anche più in alto, nella zona del cuore: è quanto accade, in particolare, quando ti senti in armonia con le leggi dell'amore. In quel momento senti che il cuore ti si riempie di un'impressione molto gradevole, riconfortante, piena di energia. Se invece ciò che provi va minimamente contro le leggi dell'amore, l'energia si bloccherà più in basso, nella zona del plesso solare, e ti farà vivere emozioni non benefiche che ti sottrarranno vitalità. Se invece di provare amore, pace e felicità ti lasci andare ad emozioni grossolane quali la paura, i sensi di colpa, il risentimento, l'angoscia, il rancore, la frustrazione, la delusione e così via, perderai in realtà il tuo dinamismo, e ti ritroverai svuotato di energia. Ora che ti rendi conto di quanto grande sia l'impatto di ciò che provi, affrettati a diventare il più possibile consapevole delle tue emozioni, dei tuoi sentimenti. Scegli di alimentare soltanto quelli che sono in sintonia con le grandi leggi dell'amore e dell'armonia; in tal modo riuscirai a crearti una vita tagliata su misura per te, precisamente quella che da sempre desideri vivere. Non una vita di emozioni e paure. Hai ricevuto un altro dono meraviglioso: l'intuizione. L'intuizione è la voce interiore che nasce dal cuore, e che va ascoltata. Quando odi, vedi, dici o leggi qualcosa, verifica che cosa accade nel cuore; se tutto va bene, se provi un senso di pienezza, allora saprai di essere in contatto con qualcosa che è benefico per te; ma se non hai questa impressione di armonia, fermati, verifica, interrogati, e determina se è precisamente quanto hai intenzione di vivere. Grazie a questa facoltà che ci permette di sentire che cosa accade nel cuore, siamo in grado di sviluppare un grande discernimento che guiderà sempre la nostra vita nella giusta direzione. Quando sei centrato nel tuo cuore, ciò che provi per te e per gli altri sprigiona una tale energia da attrarre a te persone, circostanze e cose che saranno precisamente come le hai sentite, come farebbe una
calamita. Comprendi allora come mai non si ottiene sempre ciò che si desidera, ciò per cui si prega: di fatto riceviamo soltanto ciò che ci aspettiamo di ricevere, il che corrisponde a ciò che sentiamo, non a ciò che pensiamo o diciamo. Se senti di non meritarti una cosa, se ti senti colpevole nel riceverla, non l'avrai. Se ti senti inferiore, verrai trattato da inferiore. Spesso impieghiamo male questa energia del sentire, e uno dei modi peggiori per usarla è precisamente il senso di colpa. Praticamente tutti, sulla Terra, potrebbero scrivere un libro sull'arte di sentirsi colpevoli senza esserlo realmente. Gli umani sono degli specialisti del senso di colpa, per ogni minima inezia; ci sentiamo colpevoli senza neppure verificare se sia il caso. Lo siamo davvero solo quando facciamo, diciamo, pensiamo o sentiamo qualcosa allo scopo di far del male consapevolmente a un altro o a noi stessi. Dunque, ogni volta che ti senti colpevole per una ragione qualsiasi, verifica se avevi l'intenzione di nuocere coscientemente. La nostra società è stata costruita sul senso di colpa. Già da bambini ci hanno raccontato la storia di Adamo ed Eva e del peccato originale; abbiamo appreso di essere stati creati nel peccato, che la vita era fatta per soffrire, per espiare, per pentirci in continuazione, e se non abbiamo una valida ragione per sentirci colpevoli siamo abilissimi nel trovarcene rapidamente una. Se per esempio una persona che amiamo ha l'aria triste, incominciamo a chiederci: “Che cosa ho mai fatto, perché sia così di cattivo umore? Che potrei fare, perché si senta meglio?» Basta che il marito torni dal lavoro essendo di pessimo umore, che la moglie si sente immediatamente colpevole; se il figlio "gira male", come si usa dire, ecco che i genitori si sentono colpevoli al riguardo, pensando di aver sbagliato. Ogni volta che ci sentiamo colpevoli, a torto o a ragione, sentiamo il bisogno di punirci, ci sentiamo obbligati a fare penitenza e causiamo a noi stessi dei guai, degli incidenti; per conoscere meglio l'impatto distruttivo che il senso di colpa ha su di te, la prossima volta che lo vedrai riaffacciarsi prova ad interiorizzarti e verifica che cosa produce in te questo senso di colpa, che cosa fa al tuo corpo, alla tua creatività, alla tua energia, alla tua felicità. Quanto al senso di colpa, sentilo pure fino in fondo! Quando avrai vissuto questa emozione devastante abbastanza a lungo, vi porrai fine. L'unica valida ragione per nutrirti di sensazioni, è quando questo serve a provare piacere, gioia, felicità. Cerca quale forma di gioia potrebbe mai riservarti un senso di colpa, e se non ne trovi, metti il senso di colpa da parte! Se ti capita di sentirti colpevole, entra dentro di te, vai alla fonte, verifica se lo sei davvero. Quasi sempre accadrà che potrai renderti conto di non essere colpevole. Molti confondono la colpa con la responsabilità; essere una persona responsabile significa manifestare amore nei propri confronti, mentre la colpa è una forma di auto-odio. Una persona responsabile osserva tutto ciò che accade nella sua vita e se ne serve per approfondire la conoscenza di sé; si assume la responsabilità di tutto ciò che le accade e si chiede ad ogni occasione: “Che cosa posso imparare da questo incidente? Come, grazie a questo, posso migliorare?» Chi invece si sente colpevole, usa tutto ciò che accade intorno a sé per farsi del male; sente di aver sbagliato mentre in realtà non vi è errore, ci sono solo esperienze. È davvero rarissimo che si sia realmente colpevoli. Sono poi tanti gli esseri che agiscono per danneggiare volutamente se stessi o gli altri? Sentiamo spesso dire: “Se potessi almeno non sentirmi colpevole! In tal caso, domani non andrei al lavoro!» Se vai a lavorare soltanto perché non vuoi sentirti colpevole, allora è meglio che tu cambi lavoro! Ti stai ammazzando, ti stai distruggendo a fuoco lento. Non sta scritto da nessuna parte che tu debba distruggerti per un motivo, quale che sia. Hai il diritto e il dovere di essere felice per te stesso, operando per la tua evoluzione, qui, sulla Terra. Se provi il bisogno di ricongiungerti alla gioia di vivere quando la tua esistenza non procede secondo i tuoi desideri, usa la magnifica tecnica del dottor Carl Simonton, specialista americano nella cura del cancro; fai una lista di almeno quaranta cose che ti piace fare. Nessuna di esse dovrà costare più di 20
Euro, per eliminare la scusa "non posso permettermelo, non ho i soldi"! Tieni questa lista ben in vista, e ripassala ogni volta che senti il bisogno di tirarti su. Ecco il pensiero su cui ti raccomando di concentrare l'attenzione nella settimana che seguirà lo studio di questo sesto capitolo: “L'UOMO SARÀ FELICE E SI SENTIRÀ AL SICURO SOLTANTO QUANDO IL SUO CUORE SAPRÀ SENTIRE PIÙ IN FRETTA DI QUANTO LA SUA MENTE SAPRÀ PENSARE” (Sri Chinmoy)
Sei ciò che mangi Se nessuno ti ha mai detto che il modo in cui ti alimenti è alquanto rivelatore, certamente ti sorprenderai leggendo questo capitolo. Come per tutto ciò che fa parte della tua esperienza di vita, l'importante è prendere, per il momento, ciò che va bene per te, ciò che puoi accettare senza opporre resistenza. Ecco dunque un ottimo mezzo per utilizzare l'universo del tuo sentire in modo da trarne profitto. Come ti alimenti? Mangi, come molti, carne una o due volte al giorno? Mangi molto pane, pasta, dolci? Innaffi il tutto con vino o birra? Magari un cocktail prima di pranzo, e un digestivo dopo? Tutto questo la dice lunga su di te. Ecco un utile esercizio che ti suggerisco di fare, prima ancora di inoltrarti nello studio di questo capitolo: scrivi tutto ciò che riesci a ricordarti di aver mangiato e bevuto in questi ultimi tre giorni. Il fatto di scrivere ci induce sempre a scoprire quante cose abbiamo fatto senza esserne stati coscienti. Il tuo modo d'essere al quotidiano influisce massimamente sulla scelta del cibo. Molti pensano invece che sia il contrario, e cioè che non si sentono bene a causa del cibo che hanno ingerito. Ovviamente sarebbe semplicistico dire che c'è una sola causa per un problema quando, in realtà, ce ne sono sempre parecchie a formare un insieme. Immaginiamo che eccedi con gli zuccheri. E quando dico zuccheri, non mi riferisco soltanto ai dolci ma a tutto ciò che, durante la digestione, diventa glucosio: alcool, pasta, pane, liquori dolci, succhi di frutta, eccetera. Se dunque eccedi in questi alimenti, stai dicendo a te stesso che, in questo momento, hai bisogno di dolcezza. E interessante constatare che in molte lingue si usa lo stesso termine per indicare le due cose... Dunque il tuo reale bisogno di dolcezza, se non viene soddisfatto, verrà compensato dagli zuccheri. Quasi tutti siamo stati programmati allo stesso modo durante l'infanzia: quando le nostre madri ci davano attenzione, lo facevano con dei dolci, certo non con le carote e gli spinaci! Per consolarci, per darci qualcosa da fare, per ricompensarci o per sbarazzarsi di noi, ci riempivano di dolci. Da adulti, continuiamo a riprodurre questo tipo di funzionamento e quando le cose non vanno secondo i nostri desideri, quando non riceviamo abbastanza complimenti, andiamo a cercarci le gratificazioni negli zuccheri. Se ad esempio non ci è stato detto abbastanza che siamo belli, gentili, fantastici, ci consoliamo con il cioccolato o con la torta... il che mi induce a dirti che se cerchi continuamente complimenti, lodi e ringraziamenti, significa che sei insicuro, che non ti ami abbastanza, che non ti concedi niente di dolce o che sei troppo severo con te stesso. Se sei una di quelle persone che mangiano regolarmente il dolce, il pane o la pasta, o che regolarmente bevono alcolici o bevande gasate, il tuo corpo ti sta comunicando che la tua felicità dipende dagli altri, che hai delle aspettative, anche se dai molto. Dai con la speranza di ottenere riconoscenza, una parola di conforto, un segno qualsiasi di affetto, e così via. Puoi pensare di essere una persona che dà, ma in realtà è soprattutto per ricevere qualcosa in cambio che lo fai. Cercare di attrarre qualcosa a sé è d'altronde una causa frequente di sovrappeso! Chi mangia salato, chi ama parecchio le carni affumicate, che aggiunge sale sulle patatine fritte, sui pomodori, sulle uova, nella minestra e insomma un po' dappertutto, è una persona che vuole che tutto proceda secondo le sue idee. E aggrappata al suo modo di pensare. Poi, quando le cose si inceppano, è incline a criticare gli altri o se stessa. Se ti piace salare più del normale, osserva che cosa accade nella tua vita. Forse non ti sei mai accorto d'essere incline alla critica? Grazie alla tua alimentazione ora puoi prenderne coscienza, così, invece di criticare gli altri o te stesso, con questa scoperta puoi imparare ad
amarti, ad amare gli altri, e a vedere costantemente l'aspetto migliore delle cose, degli eventi e delle persone. Tutto quello che accade nella nostra vita può diventare una continua occasione per imparare ad amarsi. Ti piace mangiare speziato? Allora è probabile che la tua vita attuale manchi di... pepe. Come sarebbe, per te, una vita stimolante? La tua è abbastanza movimentata? Se non è così, definisci come dovrebbe essere, per te, una vita piena, dopodiché fai in modo che accada! Lo stesso vale per le persone che hanno tendenza a bere molto caffè. La caffeina è uno stimolante. Qual è lo stimolante che manca nella tua vita? Hai uno scopo, una ragione d'essere? Ecco un ottimo stimolante! Invece di cercare di farti stimolare dal di fuori, per mezzo della caffeina, perché non attingere all'entusiasmo dentro di te? Sarebbe certamente molto meno dannoso per il corpo. Ti piacciono i cibi acidi, come ad esempio quelli a base d'aceto? Chiediti allora quali pensieri acidi alimenti attualmente. Ti senti inacidito? Inacidito nei confronti di chi? Osserva bene, e farai delle belle scoperte! Starà a te soltanto cambiare ciò che non è benefico nel tuo modo di pensare! Mangi molta carne? Ecco ancora un indizio rivelatore. Come sai, per masticare la carne, bisogna pur morderla... Chi avresti voglia di fare a pezzi, in questo momento? Sai che il piacere di mangiare cibi grassi indica la presenza di collera, di aggressività represse in te? Perché prendersela con un pezzo di carne, invece di esprimere le proprie emozioni? Il corpo umano non è mai stato fatto per nutrirsi di carne. Gli animali sono stati posti sulla Terra per la loro evoluzione, per aiutare gli umani e rendere più piacevole la loro vita, non perché qualcuno se li mangi! Grazie alle uova, le galline ci offrono un'ottima fonte di proteine ma, invece di accontentarsene, gli umani mangiano la fonte stessa di queste proteine! Con il latte, la mucca ci fornisce un'altra ottima fonte di proteine. E cosa facciamo, per ringraziarla? Ce la mangiamo... Quando si va contro le leggi naturali, bisogna pagarne il prezzo. Da secoli gli umani hanno mangiato così tanta carne che il loro fegato è degenerato, e ha perso quasi completamente la capacità di trasformare gli alimenti in proteine. Il fegato si è molto impigrito perché sapeva che, ad ogni buon conto, ogni giorno avrebbe ricevuto una gran quantità di proteine. E il fatto di mangiare carne tutti i giorni ci rende aggressivi, ci riempie il corpo di tossine, ci porta malattie e ci fa invecchiare più in fretta. La stessa medicina ufficiale rivelava, alcuni anni fa, che il settantatré per cento dei decessi erano causati da abuso di carne. Appena prima di essere uccisi gli animali sentono che cosa li aspetta, e allora vivono un grande terrore, una grande angoscia. La loro paura produce un tipo di adrenalina che si diffonde nel sangue e riempie la carne. Inutile nasconderselo: ogni volta che mangiamo carne, mangiamo un cadavere, un cadavere colmo di quel veleno che è la paura. Molte ricerche hanno dimostrato che è difficilissimo per l'organismo umano convertire in pensiero positivo tutto l'orrore e l'angoscia di cui s'impregna il sangue dell'animale prima che esso venga abbattuto. Se un umano riceve una trasfusione di sangue proveniente da una persona colma di paura o di un qualsiasi altro stato negativo, gli ci vorranno solo pochi giorni per trasformare questo sangue, grazie al proprio universo di pensiero; tuttavia, dal momento che il corpo umano non è costituito per nutrirsi di animali, gli sarà difficilissimo assimilare il sangue animale, caratterizzato da un tasso vibratorio più basso. La persona che mangia molta carne, quindi, avrà maggiori difficoltà nel controllare le sue emozioni e le sue paure di quanto possa accadere a chi non ne mangia. Tutto questo comporta un messaggio importante per te. Se sei un gran mangiatore di carne, è impossibile che tu non sia di quelli che provano rancore e risentimento per qualcun altro, e che invece di esprimere quanto hanno vissuto fin dall'infanzia si tengono il tutto per sé. E questo si manifesta nel tuo modo di mangiare. Prima o poi il tuo corpo ne soffrirà, se già non è accaduto... Sei uno di quelli che trangugiano il cibo senza masticare? Probabilmente è così che fai anche nella vita: non ti prendi il tempo di assaporarla. Non vivi appieno il momento presente. A meno che tu non sia una di quelle persone che per inghiottire un boccone impiegano un'eternità! In tal caso, è segno che vuoi
permanere troppo nel momento presente, per paura di affrontare il futuro. Qui come altrove, è bene cercare il giusto mezzo. Sei una di quelle persone che vengono definite "difficili a tavola"? Mangi soltanto certi piatti, senza voler assaggiare niente di nuovo? Probabilmente ti comporti allo stesso modo anche negli altri campi della vita, limitandoti a certi modi d'essere che hai imparato in gioventù. Il fatto di non essere aperto a nuove esperienze di vita ti tiene vincolato ad un'esistenza monotona, e così ti passano sotto il naso tante belle occasioni! Hai l'abitudine di litigare o di discutere mentre mangi? Approfitti del pranzo per puntualizzare le cose con chi ti sta vicino? Se è così, certamente hai difficoltà a digerire, perché la digestione non dipende tanto dall'alimento in sé quanto dal nostro stato mentale nel momento in cui lo consumiamo. Il modo ideale di mangiare è in silenzio, assaporando ogni boccone e ringraziando il Creatore per questo ottimo cibo. Più ringrazi, più il cibo ti vivifica. Rapidamente ti renderai conto di non aver più bisogno di mangiare così tanto, in quanto gli alimenti ti nutriranno di più. Sei incline a mangiare buoni cibi naturali? Oppure i tuoi gusti ti spingono a consumare quello che capita? Qui si rivela il modo in cui rispetti te stesso. Quando amerai ogni cellula del tuo corpo e prenderai coscienza che esso è l'espressione di Dio, non vorrai più imporgli il cosiddetto "junk food", o "fast food". Il cibo migliore per il tuo corpo è quello che è stato toccato dai raggi del sole: tutta la frutta e tutte le verdure sono rienergizzanti; quelle che crescono alla luce del sole ti forniscono le vitamine, le quali proprio dal Sole, nostro padre, provengono, mentre i vegetali che si sviluppano sotto terra sono forieri degli elementi minerali provenienti dalla Terra, nostra madre. Un'attenzione particolare va riservata al grano che contiene gli elementi nutritivi essenziali alla chimica del corpo umano. Con certi semi, con le noci, i cereali naturali e i legumi, l'alimentazione si fa completa. Quanto sopra non significa che tu debba da domani smettere di mangiar carne o qualsiasi altro alimento a cui tu sia per il momento abituato. Ciononostante, dopo aver preso coscienza della tua situazione e aver deciso quale direzione seguire, puoi già, da domani, cominciare a correggere la tua alimentazione. Puoi, ad esempio, decidere di non mangiare carne rossa, e di limitarti alla carne bianca come il pollo (possibilmente allevato a terra) e il pesce. Gradualmente ti renderai conto che hai meno bisogno di queste proteine animali e ti volgerai a un'alimentazione naturale. Sei incline a riempire di vivande il frigo e la dispensa per paura che ti vengano a mancare? Se è così, ti accadrà spesso di consumare questi alimenti per paura che scadano, quindi ti consideri una pattumiera. E quando uno si considera una pattumiera, può forse aspettarsi di venire rispettato? E così facile, ai giorni nostri, andare a comprare le cose a mano a mano che ne abbiamo bisogno; non è più necessario riempire la dispensa e il frigo fino all'orlo! Questo è spreco. Tutto è energia, tutto proviene dalla stessa energia divina, e questa energia va rispettata! Se hai sempre paura che ti venga a mancare il cibo, è indice di una qualche carenza nella tua vita attuale. Che cosa ti manca? Amore? Allora, seminalo! Affetto? Bene, esprimilo! Ti mancano i soldi? Offrili! Perché è dando che apri il grande canale di energia che ti permetterà di ricevere di più. Mangi perché è ora di mangiare? Questo è un altro atteggiamento rivelatore di ciò che sei; non sei tu a dirigere la tua vita, bensì l'ora: il "si deve", il "non si deve", o le persone che ti governano. Puoi mangiare per abitudine, per appetito, per emozione o per fame. Se queste emozioni non ti sono familiari, ti invito a leggere il mio primo libro, dove questo argomento è già stato sviscerato. Ritorniamo all'argomento dell'alcool, che ho sfiorato in precedenza. Se ne consumi parecchio è perché hai bisogno di evadere, perché soffri di una profonda mancanza di accettazione di te e di scarsissima autostima. Oltre a nuocere al tuo corpo fisico, l'alcool nuoce al tuo corpo astrale (il corpo emozionale). Una persona con un corpo astrale danneggiato e soggetta a tutte le emozioni del basso astrale, le quali circolano ovunque nell'ambiente umano, e sebbene non siano visibili, non per questo sono meno reali. Più una persona si sente impregnata di paura, angoscia, collera e di tutte le altre
emozioni basse, più beve alcool per dimenticarle. E più beve alcool, più si invischia in questo universo del basso astrale: è un circolo vizioso. Se consumi molti alcolici, è importante che tu ti eserciti sempre più a riprendere contatto con la grandezza della tua anima, con la presenza di Dio in te. Fai ogni giorno una lista di tutto ciò che vi è di bello in te. Anche se non sei in contatto con questa bellezza, essa è comunque presente! Chiedi agli altri che cosa vedono di bello in te, dirigi sempre di più la tua attenzione sulla tua bellezza interiore invece di considerarti un rifiuto. Se sei quel tipo di persona che è spesso senza appetito, che non ha mai fame, che assaggia appena le cose, può darsi che, inconsciamente, pensi di non meritare di vivere. Cosa pensi di te? Ti senti tanto colpevole da non volerti più nutrire? Per cosa cerchi di punirti? Riprendi in fretta il contatto con il tuo Dio interiore, trova la tua ragione d'essere, trovati uno scopo nella vita. Come conclusione di questo capitolo, ecco il pensiero che ho preparato per te per i sette giorni a venire: C'É CHI TENTA DI AFFOGARE L'ANGOSCIA NELLA DROGA, NELLE MEDICINE, NELLO ZUCCHERO O NELL'ALCOOL. AHIMÈ, PURTROPPO L'ANGOSCIA SA NUOTARE!
Sei ciò che indossi Sai che il tuo modo di vestirti rivela il tuo stato d'animo quotidiano? Tutto è foriero di significato, compreso il taglio dei vestiti e il loro colore. Hai tendenza a portare, di solito, vestiti molto larghi? Nuoti nei pantaloni o negli abiti? Non sarà che vuoi nasconderti da qualche parte? Che non vuoi far conoscere le tue forme, la tua personalità? Che cosa, di tanto orribile, vuoi tenere nascosto per mezzo di tanta abbondanza? La tua femminilità, la tua sensualità? A meno che tu non ti trovi all'estremo opposto, tra coloro che portano abiti molto stretti, Quale parte del corpo comprimi? Se è la vita, che corrisponde alla zona del centro energetico preposto alle emozioni, probabilmente cerchi di soffocare alcune emozioni. Da chi ti vuoi proteggere? Da cosa ti vuoi difendere? Se tieni il collo ermeticamente chiuso in maglioni a dolce vita, foulard, sciarpe o cravatte, significa che vi è qualcosa che non vuoi svelare. Ti ricordi, vero, che il collo corrisponde al centro energetico dell'espressione, della verità? Se fai fatica a essere autentico, a rivelare ciò che accade in te, probabilmente ti è difficile esprimere amore, dire che cosa trovi di bello negli altri, fare un complimento. Sei spesso occupato a esprimere una critica? O ti chiudi completamente? Sei più attento a dire ciò che, secondo te, gli altri vogliono sentire, oppure ciò che hai veramente da dire? Se indossi abiti che ti fasciano dalla testa ai piedi, di quelli che mettono in evidenza le tue forme, non stai per caso cercando di dimostrare agli altri quanto sei sensuale? Quando uno cerca di dimostrare qualcosa, non è segno di grande fiducia in se stesso, ma piuttosto che neppure lui crede ciò che vorrebbe far credere agli altri. Ci sono anche persone che, malgrado un eccesso di peso, indossano abiti che mettono in evidenza questo eccesso... Se è così, che cosa cerchi di dimostrare? Cerchi nell'occhio dell'altro un'espressione di orrore, che si traduce in un "santo cielo, che ciccione!", il che confermerebbe precisamente quello che tu ti dici di continuo? Legato stretto come un salame in quel modo, ti compiaci dunque nel dimostrare che non sei bello, che non hai un bel corpo. Poi ci sono quelli che se la danno a bere, scegliendo degli abiti di un paio di taglie inferiori alla realtà... Costoro amano credere di non essere poi tanto sovrappeso, non vogliono guardare la realtà in faccia, non vogliono ammettere che il loro corpo, attraverso il peso in eccesso, sta comunicando qualcosa. Guardare la realtà in faccia può risultare di fatto piuttosto scomodo perché, quando prendiamo coscienza di un elemento che può contrariarci, siamo obbligati ad agire in qualche modo per porre rimedio alla situazione. Come ti vesti, di solito, ogni giorno della settimana? Porti sempre gli stessi abiti, una settimana dopo l'altra? Indossi sempre quei vecchi abiti, di cui non riesci a liberarti da anni? Ecco che cosa ti definisce come persona conservatrice, che accumula, che si attacca e che ha molta paura di disfarsi dei suoi beni. Sai, in questo modo non lasci posto al nuovo. È probabile che ti comporti allo stesso modo nella tua vita emotiva e mentale: fai fatica a sbarazzarti delle vecchie idee e ad accettarne di nuove, e le tue relazioni interpersonali sono impregnate di possessività. Nel tuo guardaroba si sono accumulati abiti che non porti da un anno, da due, da tre, casomai un giorno dovessi averne bisogno? Se ci sono abiti che non indossi da un anno, hai il novantanove per cento di probabilità di non indossarli più affatto! Dunque, perché ingombrare l'armadio? Perché ingombrarti di un accumulo di roba inutile? Dalla via oppure bruciala! Dinamizza l'energia, se desideri che vengano a te vestiti nuovi!
Non è che, magari, tieni da parte la vestaglia "buona" nel caso in cui un giorno tu debba andare all'ospedale? O la tieni di riserva per un viaggio? Tieni da parte i vestiti più belli, i tuoi vestiti preferiti, per occasioni speciali? Sai che questo atteggiamento è classico di chi non crede di meritarsi queste belle cose? Se lo fai per uno o due capi di vestiario, è comprensibile, ma non sarà che si tratta di un atteggiamento generalizzato? Prova a indossare questi begli abiti nel bel mezzo della settimana, per un'occasione qualsiasi. Viviamo, a questo proposito, in un'epoca davvero favorevole, perché possiamo indossare di tutto, tutto è permesso, tutto è ammesso, dall'abito lungo all'abito corto, dai colori opachi ai colori brillanti, le cose da giorno come le cose da sera, gli abiti quotidiani come gli abiti da fine settimana. L'abitudine di avere "abiti per tutti i giorni" diversi dagli abiti "della domenica" deriva dai nostri nonni. Non sarebbe ora di evolverci, e vivere finalmente la nostra epoca? Quando stai in casa e ti metti abiti vecchi, stinti, consunti, o magari macchiati di vernice, ti senti importante? Se uno arriva da te all'improvviso e ti sorprende in quest'abbigliamento, ti senti a disagio? Corri a cambiarti? Oppure, vorresti vestirti diversamente? Allora, perché tieni questa vecchia roba? Che tu faccia le pulizie, che vada in giro per i negozi o al lavoro, quel che conta e che ti piaccia l'immagine che vedi riflessa nello specchio. Se la trovi scadente, corri a cambiarti! Il fatto di indossare un abito piacevole farà subito la differenza nel tuo modo di sentirti. Diverso è il caso di quel vecchio vestito in cui ti senti così a tuo agio, che se anche qualcuno piomba a casa tua la cosa non ti disturba affatto. Come dicevo prima, l'importante è amare l'immagine che lo specchio ci rimanda, e trovarsi sempre belli. Quando vai a fare acquisti, fai attenzione a comprarti abiti in fibre naturali o sei più attratto da tutto ciò che è sintetico? Più imparerai ad amare il tuo corpo, più ti sentirai incline a vestire in fibre naturali che gli consentono di respirare meglio. Gli abiti sconsigliati sono quelli confezionati con pelli o pellicce animali. La ragione? Il fatto è che quando portiamo un cappotto di cuoio o una pelliccia, rimaniamo avvolti nelle vibrazioni di paura che ancora permangono incollate alla pelle di un animale morto in modo violento. Non intendo, qui, di quei pezzettini di cuoio che servono a fabbricare le scarpe, una cintura, una decorazione, una borsetta o un colletto; le vibrazioni negative emanate da una piccola quantità di cuoio o di pelliccia non fanno troppa differenza, ma è all'abito intero che dobbiamo prestare attenzione. Si dice che intorno all'uomo continuerà a permanere un clima di violenza, di morte e di distruzione fintantoché egli continuerà a uccidere gli animali per nutrirsi o per vestirsi della loro pelle, solo per il gusto del lusso e non perché spinto dalla necessità. I colori che scegliamo di indossare quotidianamente esprimono sia il nostro stato d'animo momentaneo sia le vibrazioni di cui abbiamo bisogno. Ogni colore, infatti, ha un suo tasso vibratorio, ed è collegato a un suono ben preciso, sicché quando mescoliamo i colori produciamo una combinazione di suoni, una musica che tocca il corpo in modo tanto sottile quanto reale. E dunque benefico, al mattino, prima di scegliere qualcosa dall'armadio, prendersi un attimo per chiedersi di quale colore abbiamo bisogno. Guarda tutti i colori, uno dopo l'altro, ed ecco che all'improvviso ti sentirai attratto da un colore in particolare. Sarà quello che, quel giorno, andrà meglio per te. Eccoti un altro modo per aiutarti ad avere una buona giornata! Sono disponibili parecchi buoni libri che ti possono informare sull'influenza e il significato di ogni colore; scoprirai, ad esempio, che il rosso è molto vivace ed esprime l'amore per la vita nel suo aspetto fisico. Se un bel mattino ti alzi e hai voglia di rosso, può darsi che tu manchi di vigore, di entusiasmo, e che tu scelga il rosso per compensazione. Può anche indicare uno stato d'animo piuttosto aggressivo. Quanto al blu, è un colore che acquieta e guarisce. Puoi averne bisogno un dato giorno per tranquillizzarti, per esempio in un giorno di cielo grigio, in cui fa buio; ma può anche essere che tu sia già molto quieto, quel giorno, e che tu voglia vestirti di blu. Il tuo stato d'animo, oltre al colore del tuo abito, concorreranno ad aiutarti e ad aiutare gli altri. Porti abiti che ti invecchiano, o che ti ringiovaniscono? Anche questo è un elemento molto significativo. Se hai cinquant'anni e ti metti le minigonne come un'adolescente, certamente c'è una non-
accettazione di te e della tua età, che si esprime in questo modo di vestirsi. Se, all'estremo opposto, ti vesti in modo alquanto conservatore, con abiti "da signora" mentre sei ancora giovane, questo fa pensare che tu non voglia vivere il momento presente, che tu non accetti la tua giovinezza, e che tu voglia invecchiare troppo in fretta. (Ti ricordo che tutto ciò che viene detto in questo capitolo, come negli altri, vale tanto per gli uomini quanto per le donne). Se sei una di quelle persone che sceglie abiti che ricordano la foggia di cent'anni fa, può essere che tu non abbia accettato di essere venuto al mondo nella nostra epoca, e che inconsciamente tu voglia continuare a vivere nella tua vita precedente. È importante prendere coscienza del luogo e dell'epoca in cui viviamo e di adattarci ad essa, invece di cercare costantemente di tornare a vivere nel passato. D'altro canto, può essere che tu sia una persona fuori da ogni corrente, di quelle che si vestono in modo anticonvenzionale, e che non può fare a meno di attirare l'attenzione ovunque vada. Desideri davvero vestirti così? Non può essere una reazione a dei genitori severi e troppo conservatori? Assicurati che la scelta degli abiti che porti venga veramente da una decisione personale, e non da un desiderio più o meno cosciente di fare impressione o di scioccare gli altri, dovuto a una rivalsa nei confronti di qualcun altro. Se le tue abitudini in fatto di abiti sono influenzate da ciò che il tuo partner, i genitori o gli amici vogliono vederti indossare, o da ciò che piace a loro, questo dimostra che non credi di essere in grado di dirigere da solo la tua vita nella sua dimensione emozionale e mentale. Ti lasci facilmente influenzare dagli altri e non ascolti i tuoi veri bisogni. Non credi che sia ora di fare il giro degli armadi? Di mettere in atto la legge del vuoto, se hai accumulato troppe cose inutili in questi ultimi anni? Osserva con attenzione il tuo comportamento nei confronti dell'abbigliamento, partendo da quanto spiegato fin qua: sarebbe davvero strano se non facessi qualche scoperta molto interessante. A conclusione del capitolo, eccoti il pensiero su cui meditare: LA PIÙ GRANDE MENZOGNA PLANETARIA: "QUANDO AVRÒ CIÒ CHE VOGLIO, SARÒ FELICE"
Sei... la tua casa Ti sembrerà forse strano leggere che casa tua è un altro mezzo per conoscerti meglio. Eppure, ormai dovresti cominciare a integrare l'idea che tutto sia foriero di significato, dal momento che sei arrivato a leggere fin qui... E interessante guardare la vita con occhi nuovi, diventare più consapevoli, impadronirsi di queste nozioni per riuscire a conoscersi di più; il che non vuol dire interrogarsi continuamente, in modo ossessivo! Si tratta soltanto di essere svegli, di tenere occhi e orecchie aperti, di provare interesse per tutto. E all'improvviso, ecco l'illuminazione! Dici a te stesso: “Ah-ah! Ecco qua un nuovo aspetto di me che ho appena scoperto!», e poi decidi se servirtene oppure no. Puoi sviluppare l'abitudine di fare questo piccolo monologo interiore: “Questo nuovo aspetto di me, mi piace? Mi soddisfa? Mi rende felice?» A mano a mano che diventiamo più consapevoli, possiamo così trasformare gli aspetti che troviamo indesiderabili perché ci costano cari, perché ci danno più inconvenienti che vantaggi. La tua casa o il luogo in cui abiti rappresenta il tuo essere interiore. Com'è casa tua? Ha diversi piani? I piani rappresentano i vari livelli che troviamo all'interno dell'anima. La cantina rappresenta gli istinti, oppure l'inconscio e il passato; il pianterreno corrisponde alla coscienza di veglia, o al presente. Più si sale, più ci si avvicina all'essere, alla dimensione spirituale e al futuro. Abiti in un seminterrato? Vai spesso in cantina? Certamente il significato di tutto questo può variare da un individuo all'altro. Forse provi il bisogno di lasciarti andare ai piaceri, ai bisogni materiali? Se è così, questo può derivare dal fatto di non averlo mai fatto prima. Forse non ti sei mai lasciato andare ad esplorare gli istinti. Tu solo puoi decidere se prestando eccessivo ascolto agli istinti di base, quelli di soddisfazione dei sensi, raccoglierai più vantaggi o svantaggi. Non va mai dimenticato che per padroneggiare gli istinti bisogna cominciare con l'imparare a sperimentarli. Se ti senti attratto dalla cantina questo può anche significare che in questo momento provi il bisogno di frugare nel tuo subconscio in cerca di altri aspetti della tua personalità, oppure può essere che tu viva troppo legato al passato, che il passato influisca sulla tua vita presente. Se invece abiti ai piani più alti, vuol dire che in te qualcosa è attratto dalla spiritualità, dall'essere. Non è più solo l'aspetto materiale della vita ad essere importante per te. Presti ascolto a questo richiamo, o vi opponi resistenza? Se abiti su un'altura e in mezzo al verde, sei in contatto ancora più stretto con l'aspetto spirituale del tuo essere. E molto più facile stabilire un contatto cosciente con Dio quando si è immersi nelle bellezze naturali, piuttosto che nel baccano di una città inquinata! Come sono i soffitti di casa tua? Sono bassi? Alti? Più è alto il soffitto, più disponi di spazio e di libertà per spingerti oltre nella tua vita. Ci sono molte scale, a casa tua? Come sai, la scala può essere usata per salire o per scendere. Le scale in casa simboleggiano il passaggio dal subconscio al conscio e dal conscio al subconscio. Se continuamente sali e scendi per le scale di casa tua, vuol dire che nella tua vita attuale passi da uno stato di coscienza all'altro. Se invece sei sempre sullo stesso piano, è possibile che la tua vita sia in questo momento dominata dalla stabilità. Casa tua è spaziosa? Se sì, vuol dire che ti piace respirare, essere a tuo agio nel tuo mondo interiore, concedendoti lo spazio necessario. Se invece a casa tua tutto è in formato ridotto e ti senti allo stretto, vuol dire che non ti concedi lo spazio di cui hai bisogno per crescere e per respirare bene. Ti piace essere circondato dalla bellezza? Ciò su cui posi lo sguardo, è armonioso? Ti piacciono i tuoi bei mobili, le lampade, le tende, i colori delle pareti? La decorazione interna della casa ti riempie di gioia? Ci sono magari delle stanze che invece ti piacerebbe trasformare da capo a piedi? Se è così, questo è quanto accade anche nella tua vita interiore. Che ne fai? Ti lamenti perché non è di tuo gusto senza però fare mai nulla, oppure ti metti all'opera per trasformare quello che non ti piace?
Casa tua, il tuo appartamento, è forse ingombro di mobili, soprammobili, ricordi accumulati negli anni? In tal caso, è molto probabile che lo stesso affollamento regni anche dentro di te. Ti è difficile lasciar andare i tuoi princìpi, le tue abitudini, le tue vecchie idee? Forse desideri avere cose nuove, ma non ti rendi conto che è importante disfarti prima di quelle vecchie, per far posto alle novità! Continua ad accumulare, e verrà il momento in cui non ci sarà più spazio! Ti rendi conto di tutto il lavoro, di tutta l'energia che ci vuole per spolverare, pulire e tenere in ordine tutto questo? I soldi che ti costa in riparazioni e assicurazioni? Questa energia potrebbe servire a qualcosa di molto più utile! Sii consapevole che ad ogni ingombro materiale corrisponde un ingombro mentale, e che questo è all'origine dei tuoi problemi di memoria. Quanti, invecchiando, hanno la memoria corta? Si ricordano facilmente di un fatto di più di vent'anni prima, ma non si ricordano di averti detto qualcosa mezz'ora fa, e continuano a ripetere la stessa cosa. Il tuo alloggio è ben illuminato, da grandi finestre? Quello che vedi fuori è bello, calmo e riposante? Le finestre rappresentano la tua apertura sulle cose e le persone, e il tuo modo di vedere quello che ti circonda. La pulizia è un elemento importante in casa tua? Se qualcuno spostasse i mobili, ci troverebbe accumuli di polvere? Il guardaroba, i cassetti, sono puliti? Se hai lasciato che la polvere si accumulasse, vuol dire che probabilmente ce n'è anche nella tua mente. Questa polvere proviene dalla dimensione mentale, da un intelletto che cerca di capire tutto, di ragionare su tutto, di analizzare tutto. E la strada maestra per l'orgoglio! La persona orgogliosa vuole avere sempre ragione, cerca di imporre le sue idee, e questo atteggiamento crea polvere, grandi disagi interiori e nei rapporti che essa ha con gli altri. Casa tua è ordinata? Pulizia e ordine, sai, sono cose diverse. Tutto può essere pulitissimo, e ciononostante i mobili possono essere ingombri di oggetti fuori posto. Allora, probabilmente è così anche dentro di te. Puoi provare difficoltà a prendere decisioni, a sapere esattamente che cosa vuoi fare della tua vita. Può anche essere che tu sia una persona che rimanda spesso all'indomani ciò che intende fare. L'intenzione può essere presente, ma tu potresti provare difficoltà a passare all'azione. Quando si cerca costantemente qualcosa a causa del disordine, molto tempo ed energia vanno sprecati; la stessa cosa avviene quando vogliamo deciderci a passare all'azione, ma perdiamo tempo a destra e a sinistra invece di puntare dritti alla meta. La cucina è il luogo della predominanza femminile. Ricordati quello che ho detto del principio femminile: è l'aspetto nutritivo e creativo dell'essere umano, indipendentemente dal suo sesso; è la facoltà di esprimere la tenerezza, la dolcezza, è l'apertura all'intuizione e all'aspetto sensitivo della persona. Il principio femminile è dunque quello che è maggiormente in contatto con i bisogni autentici. C'è ordine nella tua cucina? E spaziosa, funzionale, piacevole? La cucina dimostra bene che cosa avviene in te quando sei in contatto con il tuo principio femminile. E ora passiamo in camera da letto. E la stanza più comoda di casa? Ti ci trovi bene? È di tuo gusto? La camera da letto rappresenta l'aspetto intimo del tuo essere. Se vuoi conoscere questo lato intimo, descrivi la camera come se dovessi farlo per una persona che non l'ha mai vista. Fai bene attenzione ai termini usati nella descrizione, perché ti riveleranno il clima della tua vita intima. In casa tua ti curi più di ciò che si vede che di quello che non si vede? Curi di più l'aspetto interno o l'aspetto esterno della casa? Quando si varca la soglia, la prima impressione è eccellente? Questa impressione si modifica, a mano a mano che si entra nei particolari? Se è così, vuol dire che la tua personalità prevarica la tua individualità. La personalità è ciò che si vede dall'esterno, quello che le persone percepiscono di primo acchito. L'individualità, in genere, si rivela soltanto quando si comincia a conoscere qualcuno in modo più intimo. Per diventare i signori della nostra vita, tutti dobbiamo prendere contatto con la nostra individualità. La personalità viene modellata dai genitori, dalla famiglia, dall'educazione e dalle influenze subite durante l'infanzia: abbiamo sviluppato un determinato tipo di comportamento, una determinata personalità per
essere considerati piacevoli. Quasi tutti gli umani pensano, parlano e agiscono in base a ciò che credono che gli altri si aspettino da loro: lo fanno spinti dal bisogno di essere amati e dalla paura d'essere respinti. Quando scoprirai i tuoi veri bisogni, quando sarai più in contatto con il tuo mondo interiore e con quello che è più benefico per te, prenderai contatto con la tua individualità: scoprirai chi sei veramente, e forse manterrai alcuni degli aspetti attuali della tua personalità, ma altri ne saranno trasformati. Più prenderai coscienza della tua individualità, più svilupperai i tuoi talenti e più tutto quanto si chiarirà in te. E l'interno di casa tua rifletterà questa chiarezza. Sei quel tipo di persona che di quando in quando fa delle pulizie a fondo, ma fra una pulizia di Pasqua e l'altra lascia andare la casa? Se è così, questo denota una mancanza di perseveranza nella disciplina. Molti fanno periodicamente uno sforzo per prendere le redini della propria vita; operano una bella armonizzazione interiore e per un attimo vivono sull'onda di questo slancio. Per un certo tempo tutto è armonioso e vanno fieri di sé. Si lasciano portare dall'onda, così, fino a che non ci si riconoscono più, e si manifesta lo scoraggiamento. Allora ricominciano con le pulizie di Pasqua. E molto più facile mantenere l'ordine dentro di sé attraverso l'attenzione quotidiana, la disciplina giorno dopo giorno. Per riuscire a evolvere, per imparare ad amare se stessi e gli altri veramente, è necessario darsi una disciplina perché non vi è amore senza disciplina. È importante distinguere tra disciplina e rigidità. Ti disciplini quando scopri che compiere una data cosa ti procura più piaceri che fastidi, e scegli di ripetere questo gesto con regolarità. Lo fai perché l'averlo fatto ti fa star bene, ed è naturale che l'essere umano ami ciò che gli dà piacere. Facciamo un esempio: sai che se ti lavi i denti al mattino ti senti meglio di quando te ne dimentichi. In quest'ultimo caso, c'è qualcosa che non va per il resto della giornata: ti senti la bocca impastata. Ecco perché ti auto-impartisci la disciplina che consiste nel lavarti i denti tutte le mattine, dal momento che la sensazione di benessere che ti procuri in questo modo compensa ampiamente il tempo che dedichi a questa azione. Questo vale per una quantità di altre attività quotidiane. Quando scopri che un'attività ti produce un po' di felicità, perché non scegliere di farla diventare una buona abitudine? Essere rigidi, invece, consiste nell'agire in modo inflessibile. Significa costringersi a compiere cose che non ci piacciono, in base a una decisione presa in precedenza. Ecco un esempio: supponiamo che il tale programmi tutte le sue attività con grande anticipo. Decide di fare la data cosa nella tal sera, che il giorno per la dichiarazione dei redditi sarà sabato, e così via. Si è così imposto una serie di incombenze in anticipo. Quando viene il momento di eseguirle, questa persona ci si costringe, anche se non ne ha affatto voglia. La persona rigida non si concede di prendersi qualche istante per rivedere la propria decisione, per chiedersi: “Se non lo faccio adesso, quale sarà il prezzo da pagare? Non ci sarebbe un altro momento in cui potrei farlo senza conseguenze nefaste?» Quello che importa, è concedersi la possibilità di riconsiderare una decisione, ed eventualmente sostituirla con un'altra. Per concludere, voglio attrarre ancora la tua attenzione sul fatto che nulla, nella tua vita, è stato lasciato al caso. Tutto è presente per aiutarti a conoscerti. Sei tu che decidi se servirti di questi mezzi oppure no, e questo senza diventare per forza uno di quei fanatici che si interrogano su tutto in modo maniacale! Se prendi il tempo di osservare bene il luogo in cui abiti in tutti i suoi aspetti, di fare il collegamento tra quello che osservi e il tuo stato interiore, riceverai ottimi messaggi. In seguito potrai decidere di cambiare o trasformare le cose che non ti si confanno. Puoi anche optare per lo status quo, se ti ci trovi bene. Quello che importa, è accettare il tuo modo di funzionamento, il livello in cui ti trovi, e che non hai da render conto di nulla a nessuno, se non a te stesso. Ti auguro di trovare piacere e gioia nel tuo modo d'essere! Ecco il pensiero su cui ti invito a concentrarti nella settimana che seguirà la lettura di questo capitolo:
APRO LE FINESTRE DELLA MIA ANIMA E PERCEPISCO DIO IN TUTTO IL SUO SPLENDORE.
Sei la forma del tuo corpo Leggendo questo capitolo potrai familiarizzarti con il significato del corpo umano osservandone la forma. Questo studio della forma, della struttura degli esseri viventi, è oggetto di una scienza che si chiama morfologia (un termine che deriva dal greco morfé che significa "forma" e logos che significa "scienza") e consente di stabilire una corrispondenza fra le caratteristiche fisiche e psicologiche di un individuo. Ma che origini ha questa scienza? L'uomo ha sempre cercato le corrispondenze tra le forme del corpo umano e il carattere, un'indagine che dopo il Medioevo si è fatta più complessa, con le opere di De Lescaut, del 1540, e quelle di Cocles, i cui libri sulla morfologia risalgono al 1523. L'interesse per questa scienza, in seguito, è rimasto costante. Le indicazioni sul carattere umano che si possono trarre dalla forma delle varie parti del corpo non possono essere prese per buone al cento per cento se analizzate separatamente; vanno sempre riesaminate e studiate tenendo conto dell'insieme del corpo. Bisogna osservare le varie parti del corpo di una persona e arrivare a una specie di sintesi dell'insieme, invece di decidere qual è il suo carattere basandosi solamente sulla forma del naso o sulla lunghezza dei piedi. Se ti piace studiare le persone partendo dalla forma del loro corpo o del volto, ti consiglio di rimanere neutro, accogliendo ciò che osservi; interessati all'insieme dell'aspetto di un individuo e in breve si formerà in te un'immagine della sua personalità. Le forme fisiche sono il risultato di quello che accade dentro una persona, proprio come a loro volta queste forme possono influire sul suo carattere. La cosa vale in entrambi i sensi. Ad esempio, una persona che si sente felice avrà la felicità scritta in faccia, mentre una persona che è sempre triste finirà per riempirsi di rughe, e avrà molti segni di tristezza in volto. Supponiamo che questa persona, un bel mattino, decida di sorridere a tutti quelli che incontra: gradatamente ritroverà la gioia di vivere e imporrà alla sua fisionomia la manifestazione di questa gioia. Immaginiamo ora che una persona con la schiena curva, come se portasse il peso dei problemi del mondo intero sulle spalle, decida di intraprendere un trattamento per allungare i muscoli e raddrizzare le spalle. Sentirà gli effetti di questo trattamento sul carattere: a poco a poco conoscerà una vita più felice, liberandosi di questo fardello che si portava sulle spalle. Credo però fermamente che i risultati siano molto più rapidi se il raddrizzamento della schiena, in quest'ultimo caso, comincia sul piano interiore: a una persona che opera esclusivamente sul corpo fisico ci vorranno forse anni per raddrizzare la colonna vertebrale, mentre se aggiungesse a questo un lavoro mentale e spirituale tale da cominciare a prendere la vita in modo più leggero, cambiando completamente il proprio comportamento, la spina dorsale le si raddrizzerebbe molto prima. Dedicarsi al corpo fisico e alla vita interiore contemporaneamente sarebbe l'ideale! La forma del nostro corpo si è definita all'atto del concepimento, durante la durata della gestazione, e poi nei primi sedici anni circa di vita. E durante questo periodo che prendiamo quasi tutte le decisioni che influiranno poi su tutta la nostra esistenza; ed è durante questo periodo che tutti, dentro di noi, immagazziniamo quello che influirà poi su diverse parti del corpo. Registriamo tutto quello che ci è piaciuto, dispiaciuto, che ci ha fatto male, che ci ha feriti! E saranno soprattutto le informazioni di quest'ultimo tipo ad arrecare il massimo disturbo al corpo. Non vorremo più ricordarci di quanto ci ha fatto soffrire, di quanto ci ha profondamente feriti, sicché queste ferite si annideranno nel nostro corpo energetico, causando blocchi che si manifesteranno poi sul corpo fisico. A mano a mano che un individuo ne prende coscienza, a mano a mano che elimina questi blocchi dolorosi, vedrà cambiare gradualmente anche il suo corpo fisico. Quando il corpo, in una parte o nell'insieme, ha un aspetto regolare, indica che tutto è equilibrato.
Un uomo o una donna con un corpo molto piccolo, che ricorda quasi quello di un bambino, ci dicono che c'è stato un arresto di crescita a un dato momento della loro infanzia. Questa decisione può essere stata causata da un'esperienza troppo dolorosa vissuta dal genitore dello stesso sesso; facciamo il caso di una donna che, per esempio, quand'era piccola ha visto la mamma soffrire enormemente, schiacciata dalla vita: si è quasi sentita obbligata a diventare adulta anzi tempo, perché l'hanno caricata di responsabilità fin da giovanissima. Questa bambina, alla quale è stato impedito di vivere la sua infanzia, può aver deciso, a un dato momento, che non le andava di diventare adulta troppo presto, che voleva rimanere una bambina per tutta la vita, perché la vita degli adulti pareva dolorosa; avrà dunque frenato la propria crescita fisica. L'uomo può aver osservato da bambino le stesse difficoltà nella vita di suo padre; oppure potrebbe avere visto il padre come una persona così impressionante, potente e saggia, da collocarlo su un piedistallo altissimo, ritenendo di non poter arrivare mai neppure ad allacciargli le scarpe. Dunque è rimasto piccolo, proprio per confermare la sua credenza di non poter eguagliare la statura del padre. Le persone dotate di un corpo molto piccolo danno anche l'impressione di portare un gran fardello sulle spalle, un fardello che le schiaccia, impedendo loro di continuare a crescere. Si sentono molto responsabili di tutto quello che accade nell'ambiente circostante. Ho anche potuto osservare che molte persone di piccola statura, durante l'infanzia, erano state in collera con una persona sottomessa. Di solito, si trattava di uno dei genitori. Avevano dunque giudicato e criticato alquanto questa persona, e malgrado avessero deciso di non diventare a loro volta persone sottomesse, alla fine lo erano diventate. Le persone molto alte già si sentivano grandi durante l'infanzia, e hanno deciso di essere come la mamma e il papà, e magari superarli. In loro c'è l'aspirazione a svilupparsi sul piano dell'essere, che ne siano coscienti o no. E notevole constatare come da una generazione all'altra gli individui, gli uomini quanto le donne, siano sempre più alti. Un corpo grasso, che soffre di obesità, con il peso sempre molto al di sopra della norma, di solito rappresenta il bisogno di protezione. La persona si è avvolta in una quantità di grasso vuoi per proteggersi dalle ferite e dalle critiche o dagli abusi che gli altri potrebbero infliggerle, vuoi per rendersi sessualmente poco attraente. Questa decisione viene da rifiuto di sé e della sua femminilità o mascolinità. Avrete notato che ci sono anche persone dotate di un peso piuttosto normale, ma che ingrassano quando vivono un periodo di insicurezza, di disagio o di maggiore bisogno di protezione. Poi, passato il periodo minaccioso, l'eccesso ponderale scompare. Una persona molto possessiva, che vuole tenere tutto per sé o che ha continuamente delle aspettative può ritrovarsi con un eccesso di peso, perché vuole ricondurre ogni cosa a sé. L'obesità affliggerà anche chi non osa passare all'azione in seguito alle proprie decisioni: questa persona si autoblocca l'energia, e il suo corpo ingrassa. Verso gli anni Trenta, uno psicologo americano, Sheldon, fece molte ricerche sul comportamento umano e ne trasse la conclusione che le persone potevano essere classificate in tre categorie, in base alla forma del corpo: - il tipo endomorfo, il tipo mesomorfo e il tipo ectomorfo. L'endomorfo ha un corpo rotondo, con la parte superiore particolarmente sviluppata ma con braccia e gambe non molto grosse. E grasso il viso, un volto molle e rotondo, con un collo abbastanza corto. Le spalle sono alte, dal contorno morbido, il petto è grasso e il ventre è voluminoso. E inoltre caratterizzato da pelle flaccida e ossa sottili. L'endomorfo è un tipo piuttosto emotivo, il cui comportamento sarà descritto nella tabella che corrisponde a questo aspetto fisico, alle pagine 70 e 71. Il mesomorfo è piuttosto bene in carne e muscoloso. Ha un aspetto squadrato e il suo corpo sembra legnoso. Ha vita bassa, viso largo e quadrato, labbra sode e carnose, un collo lungo e muscoloso. Il torace è molto più sviluppato del ventre, e le spalle sono un po' basse. Ha ottime anche, larghe e potenti, gambe e braccia massicce, muscolose, pelle spessa e ossa grosse. L'ectomorfo è alto e sottile, con il corpo molto delicato, ha un volto piccolo, di forma piuttosto triangolare, il mento aguzzo, labbra piccole, collo lungo e molto sottile. Ha anche le spalle cadenti, che
tendono ad inarcarsi in avanti, ha un ventre piattissimo, gambe e braccia molto magre. Ha una pelle sottile e secca e ossa piccole. Il tipo ectomorfo è più mentale, cerebrale. Alle pagine 70 e 71 trovi la tabella esplicativa che illustra il carattere corrispondente a questi tre tipi fisici. E raro che una persona sia esclusivamente endomorfa o mesomorfa o ectomorfa; di solito due o tre tipi si mescolano in quasi tutti noi, sebbene uno di essi prevalga. Notiamo anche che, se una parte del corpo è molto più sviluppata di quanto dovrebbe, è segno che in quella zona c'è dell'energia bloccata. Dei piedi di grandi dimensioni sono presenti in persone che hanno deciso di radicarsi bene sulla Terra, per captare più energia; da piccole si sentivano al sicuro in contatto con la mamma, sicché continuano ad approvvigionarsi di energia per mezzo della pianta dei piedi. Questa energia, ora, giunge loro dalla Terra-madre. Piedi piccoli denotano il contrario, indicano che la persona cerca la sua sicurezza verso il cielo, verso il cosmo, che rappresenta il padre. Le dita del piede piegate, come se volessero entrare nella terra, sono un segno di inquietudine. Se invece sono completamente staccate da terra e la persona si regge sui talloni, indicano uno stato mentale di grande indecisione. Immaginatevi uno che sta in piedi in questa posizione! Basterebbe una spintarella per farlo cadere all'indietro. I piedi di una persona in posizione eretta dovrebbero essere distanti tra loro quanto le spalle, e più i piedi sono vicini tra loro, più questo sta a indicare timidezza, discrezione, difficoltà nel prendere il proprio posto di fronte agli altri. Quando invece i piedi, in posizione eretta, sono troppo distanti fra loro, questo è indice della stessa difficoltà, quella di prendere il proprio posto, ma l'immagine esterna che si offre di sé è quella di una persona sicura. Una forza apparente che, di fatto, nasconde soltanto fragilità. Gambe eccessivamente grosse sono necessarie a una persona che si crede obbligata a far tutto da sola, per garantirsi la sicurezza materiale. Da bambina, questa persona ha deciso che era necessario tenere tutto sotto controllo, e di gambe solide perché la sicurezza doveva darsela da sola. Le gambe molto minute esprimono l'opposto, denotano una persona volta più verso la propria energia spirituale, che preferirebbe vedere un altro occuparsi al suo posto delle cose materiali. E un desiderio inespresso ma profondo. Coscie voluminose indicano una persona che prova risentimento. Ci sono cose che, in gioventù, non ha voluto accettare, situazioni o eventi che ha trovato ingiusti, e che continua a portarsi dietro nelle cosce, anche se è un carico pesante. Quasi sempre, però, la cosa è inconscia. Le persone con le cosce molto serrate e le gambe divaricate dal ginocchio in giù, sono piuttosto riservate e timide. E anche il loro modo inconscio di bloccare l'energia in quel punto, e di bloccare la loro sessualità. L'energia rimane nel bacino e nelle cosce, e non si inoltra nelle gambe. Per questo gambe e caviglie sono molto più sottili delle cosce. Fintantoché l'energia resta bloccata nel bacino o nelle cosce, è impossibile eseguire movimenti rapidi; costoro provano difficoltà a vivere pienamente nel loro corpo, e non sono sufficientemente radicati a terra. Hanno l'impressione di non ottenere nessun risultato dalle loro azioni, e sono convinti che falliranno sempre; per questo cadono facilmente in depressione. Il ginocchio molto diritto denota rigidità. Un ginocchio piegato o che è leggermente flesso è invece segno di libertà, di solidità di fronte a qualsiasi situazione. Se però si piega troppo facilmente, indica tendenza all'umiltà. Non dimenticare che, nel gesto di inginocchiarsi, sono le ginocchia ad entrare in azione; è un gesto che facciamo per pregare, o per fare una richiesta, o per chiedere perdono a qualcuno. TEST PER CONOSCERE GLI ALTRI (secondo Sheldon)
ENDOMORFO
(Emotivo, viscerale) Sembra solidamente ancorato alla Terra, e dipendere (per la sua sopravvivenza o per il compiersi del suo destino) da un maggiore assorbimento di cibo e di vita sociale. 1. Rilassamento nell'atteggiamento e nel movimento 2. Amore delle comodità fisiche 3. Lentezza nelle reazioni 4. Amore per il cibo 5. Piacere nel mangiare in gruppo 6. Piacere nel digerire MESOMORFO (Fisico, somatico) Si è un po' allontanato dalle fonti naturali, ma ha saputo darsi un possente strumento sia offensivo che difensivo. Conquista ciò che desidera con uno sforzo muscolare vigoroso e si basa soprattutto sulle sue facoltà di cacciatore. 1. Portamento e andatura che denotano fermezza e decisione 2. Amore dell'avventura 3. Reazione energica 4. Bisogno e piacere di esercizio 5. Amore per il dominio: desiderio di potere 6. Ama il rischio e l'azzardo ECTOMORFO (Mentale, cerebrale) Sembra essersi ancora più allontanato dalle fonti naturali di sussistenza, ma pare aver sacrificato contemporaneamente la massa fisica e la massa emotiva, raggiungendo una maggiore sensibilità e una pronunciata raffinatezza degli organi ricettivi dei cinque sensi. 1. Atteggiamenti e movimenti trattenuti: volutamente contenuto 2. Reazioni fisiologiche eccessive 3. Eccessiva rapidità di reazione 4. Ama l'intimità 5. Tensione mentale eccessiva; iper-attenzione, ansia 6. Riservato; sentimentale; controlla le emozioni E ora esaminiamo l'andatura: quanto è interessante osservare come cammina la gente! Bisogna però fare attenzione a non saltare troppo in fretta a conclusioni definitive circa il carattere della persona che osserviamo; ma è sicuro che possiamo trovare indicazioni sul suo carattere reale. Una persona che quando cammina mette molto in evidenza il capo e il busto, proiettandosi in avanti, è qualcuno che, nella vita, prima agisce e poi riflette. Prende le sue decisioni molto in fretta, e a volte in modo imprudente. Chi, invece, porta avanti prima i piedi e tiene il tronco lievemente all'indietro, è incline alla riflessione, avanza con molta prudenza. Può anche essere che perda delle occasioni per aver riflettuto troppo. Una persona che ha un'andatura calma e misurata, con i passi più o meno uguali, mostra equilibrio, fermezza e determinazione nelle sue decisioni. Chi cammina lento, con le gambe larghe e la pancia in avanti è pieno di sé. Di solito gli piacciono le cose che lo rendono appariscente, e lo si vede talvolta munito di accessori come il sigaro, che fanno praticamente parte del suo personaggio! Chi ha un'andatura lenta e indolente è una persona indecisa, stanca e annoiata. Spesso ha accessi di pigrizia e scoraggiamento. Chi invece ha un'andatura svelta e vivace dà segno di entusiasmo e gioia di vivere. Un'andatura fiera, un passo ardito, denota una persona a proprio agio; può anche trattarsi, però, di un bluff. Un'andatura esitante, tipica di chi avanza a fatica e in modo irregolare, come se volesse rendersi invisibile, è segno di timidezza, inibizione, timore degli altri e mancanza di fiducia in se stessi. Chi cammina a passi contati, fermandosi spesso e ripartendo, è una persona molto minuziosa, meticolosa, per la quale è importante rendersi gradita agli altri, e non correre rischi nella vita. Chi invece cammina a grandi falcate, è un ambizioso, uno che ci dà dentro, ma che sopporta piuttosto male le contraddizioni. Chi cammina a passettini, come se sfiorasse appena il suolo, ha un'elasticità che indica intrigo, astuzia, e anche la capacità di cadere sempre in piedi, in qualsiasi situazione di pericolo. Chi cammina con i piedi volti all'interno è incline a eccessiva prudenza e riflessione; chi invece ha i piedi volti all'esterno, è contento di sé. Può essere però vulnerabile e imprudente negli affari, al punto da farsi fregare.
Il modo di camminare ondeggiante, come se la persona scivolasse, svicolando fra gli ostacoli invece di affrontarli, è sia segno di timidezza, sia segno di temerarietà. Ricordati che quando parlo di una parte del corpo definendola grossa o piccola, è sempre relativamente alle proporzioni del resto del corpo. Nella donna come nell'uomo, delle natiche piccole indicano spesso persone che camminano "stringendo le chiappe", tenendole rientrate; questo denota una tendenza a mantenere sempre il controllo, difficoltà a lasciarsi andare, o addirittura paura che gli altri abbiano il sopravvento. Nell'uomo, la cosa è particolarmente frequente negli omosessuali. Per la donna, è più che altro un tentativo d'essere più carina. In ogni caso, queste persone hanno molta energia bloccata nella parte alta del corpo, nel petto, e hanno anche difficoltà ad abbandonarsi sessualmente. Le natiche grosse, invece, indicano tendenza a prevalere sugli altri per mezzo della sessualità o della materialità. L'uomo dotato di un pene molto grosso sarà spesso un individuo che si valuta in base alle sue prestazioni sessuali, che canalizza molta energia in questa regione del corpo e che pensa di essere "più uomo" perché dotato di un pene più grosso. Per lui il fisico è molto importante. L'uomo dotato invece di un pene molto piccolo è uno che, quand'era più giovane, ha deciso che quella parte del suo corpo era fonte di peccato; avrebbe anche preferito non avere tanti desideri sessuali, né sentirsi tanto colpevole per la masturbazione. Un pene troppo piccolo o troppo grosso è spesso presente nell'uomo che ha vissuto un forte complesso di Edipo. L'uomo che si sente molto responsabile della felicità altrui spesso vuol far passare il piacere sessuale della donna prima del suo, e non farà troppa attenzione alla dimensione del proprio pene o ai propri desideri sessuali. Quello che invece è più avido di sensazioni e gratificazioni penserà molto di più a sé e al suo piacere personale, e investirà più energia nella crescita del pene. La sessualità fra uomo e donna è un mezzo di comunicazione e di riproduzione. Più il pene è grosso più l'uomo trova che questo mezzo di comunicazione sia importante, e quindi proverà un forte bisogno di cercare il contatto attraverso l'atto sessuale. La stessa cosa vale per la donna: la vagina, le grandi labbra e le piccole labbra corrispondono alla bocca e alle labbra del corpo: più è grande la bocca più ci troviamo in presenza di una persona capace di amare, che trova importante la comunicazione. Una donna dotata di un'apertura vaginale molto piccola o molto grande avrà una grande difficoltà o una grande facilità a comunicare sessualmente con il suo partner. Un bacino molto largo e una pancia sviluppata mostrano che in quel punto c'è un blocco energetico. Questa persona non permette alle energie di salire verso la testa o di scendere verso i piedi, sicché si bloccano nel ventre. Sono le energie di paura, insicurezza, potere e orgoglio che predominano. Per liberarle, è importante sviluppare fiducia nella vita che si prende cura di tutti sulla Terra, e imparare ad amarsi e ad amare tutto quello che ci circonda. Un petto molto sviluppato, che sembra gonfio d'aria, è tipico di chi, appunto, trattiene dentro di sé l'aria. Si rifiuta di lasciarla andare, imprigionandola come se avesse paura che possa venirle a mancare. Questo indica la paura di mancare di qualcosa, il desiderio di tener tutto sempre sotto controllo, di verificare ogni cosa, di fare attenzione a tutto. Significa anche grande difficoltà a fidarsi. Invece di apprezzarsi per quello che è, questa persona si valuta enormemente in base alle sue prestazioni, cosa che le crea un gran bisogno di riconoscimento nei suoi contatti con gli altri. Un petto troppo stretto, un petto piccolo, indicano una persona che ha difficoltà ad inspirare aria, ad inspirare la vita, come se avesse paura di lasciarsi andare a vivere completamente. Chi accetta di respirare pienamente, accetta di vivere pienamente. Noi occidentali riusciamo difficilmente a respirare fino in fondo, e spesso le emozioni bloccano l'aria all'altezza del plesso solare. Abbiamo difficoltà a respirare la vita appieno. E semplice da capire! Avete notato la differenza fra gli occidentali e gli orientali? Per questi ultimi, la respirazione è un fatto di primaria importanza! Fin da piccoli viene loro insegnato a respirare; studiano lo yoga, imparano a trarre la maggior parte della loro energia dall'aria che
respirano. Il Buddha, il loro Maestro, è rappresentato in atteggiamento meditativo, a gambe e braccia aperte, con il ventre rotondo, e ha semplicemente l'aspetto di una persona che si gode la vita; noi occidentali, invece, rappresentiamo il nostro Maestro, Gesù, appeso alla croce, in atteggiamento sofferente, con il corpo teso. Ha le braccia aperte, ma chiodi nelle mani, e le sue gambe sono serrate, incrociate. E come se fossimo stati condizionati alla sofferenza. Ci risulta difficile accogliere le buone cose che la vita ci riserva: abbiamo sempre l'impressione che si debba soffrire per meritarci la felicità. Questa mentalità è causa di molti disturbi e malattie. Il seno rappresenta il principio della maternità. Per gli uomini come per le donne le mammelle grosse sono tipiche di chi, fin da giovane, ha cominciato ad avere un atteggiamento materno nei confronti delle persone circostanti, e si sente obbligato a mantenere un ruolo materno con tutti, pur d'essere amato. Anche se sviluppa questa abilità materna, spesso non si tratta della sua prima scelta. Più volte, nella vita, costui sceglierebbe volentieri di non essere poi tanto materno, ma si sente obbligato a farlo. Prova il bisogno di far ammirare questo aspetto della sua personalità e ha bisogno della riconoscenza del partner o dei figli. C'è persino chi diventa la madre della propria madre... Al polo opposto, chi ha un seno molto piccolo è una persona che dubita delle proprie capacità materne. Questo non significa che sia incapace di essere materna, ma non si crede una buona madre, e prova il costante bisogno di darsene una dimostrazione. Un seno flaccido e pendente rappresenta la mollezza di chi parla molto ma in fondo non fa granché. E un atteggiamento che troviamo, per esempio, nella madre che spesso minaccia i bambini delle più severe punizioni, ma che poi non passa mai all'azione. Nel suo modo di essere madre, non ha fermezza. Le spalle molto possenti sono tipiche di chi sembra dire: “Datelo a me! Posso reggere ben altro!» Le spalle inarcate in avanti, invece, rivelano una persona che ha l'impressione di dover sostenere il peso del mondo intero; non solo pensa di avere molti problemi da risolvere, ma le sembra anche di farsi carico della sorte altrui. Sarà bene che verifichi se non si è caricata di fardelli che non le appartengono. Le spalle contratte verso l'alto indicano uno stato di tensione perpetua: sono tipiche di chi continuamente si prepara a sostenere tutte le cose che possono cadergli addosso, come se concentrasse tutta la forza nelle spalle per reggere il carico che ha deciso di assumersi. Spesso si crede responsabile della felicità di una serie di persone timorose, sempre sulla difensiva. Il collo fa da ponte fra il corpo e la mente; inoltre sostiene il capo. Questa parte del corpo è un buon indice di tutte le risorse di energia vitale, perché è attraversato da ogni tipo di circolazione: la circolazione sanguigna, respiratoria, alimentare e nervosa. E dunque una parte del corpo molto importante. Un collo molto dritto e rigido, con la testa ben eretta, esprime spesso un gran desiderio di successo, pur nel rispetto di tutte le regole e nel controllo delle emozioni. È tipico di chi ha bisogno di essere riconosciuto come una persona molto responsabile. E soprattutto espressione di un'immagine paterna, ovvero di essere capace, coraggioso e forte. Un collo grosso, lungo, largo e muscoloso denota grandi risorse di energia vitale e grandi desideri da soddisfare, soprattutto sul piano materiale, fisico e sessuale. Un collo corto, carnoso e forte mostra anch'esso una grande forza vitale, tuttavia essa deve esprimersi in modo rapidissimo, spontaneo. Un collo lungo sta a indicare mancanza di spontaneità nei contatti umani, una certa freddezza, grande riservatezza e nervosismo. Quando il collo, proteso in avanti, sembra marcare un'interruzione all'altezza della settima vertebra, è spesso indice di situazioni difficili vissute durante l'infanzia. Le braccia rappresentano la capacità di accogliere "a braccia aperte" nuove esperienze di vita. Le articolazioni dei polsi e dei gomiti sono i punti in cui immagazziniamo vecchie emozioni, di cui spesso non vogliamo liberarci. Queste ultime ci tolgono la flessibilità necessaria per far fronte a nuove esperienze. Le braccia servono anche per abbracciare le persone, per stringerle a noi. Delle braccia
grandi e lunghe, dunque, denotano una grande inclinazione ad accogliere le nuove esperienze e le persone; braccia molto corte, invece indicano riservatezza e minor facilità nell’accogliere le novità che si presentano. Una mascella molto larga è segno di forza e resistenza fisica. Le persone che ne sono dotate, hanno una riserva di energia maggiore del solito, si stancano meno in fretta e manifestano maggiore costanza, maggiore perseveranza. Si tratta di gente con un gran senso pratico, capace di realizzare le cose. Una mascella molto stretta, invece, è indice di debolezza dal punto di vista degli istinti, di scarse capacità realizzative, e segno di timidezza e di nervosismo. Può anche indicare una mancanza di senso pratico. Una mascella con l'angolo rotondo, molto arrotondata sui lati, è segno di femminilità e dolcezza. E anche, però, indice di debolezza quando si tratta di prendere decisioni e di eseguire progetti. La mascella quadrata è segno di mascolinità, di forza e di vigore nelle decisioni e nelle iniziative da prendere. Se la mascella rivela la forza interiore istintiva, il mento rivelerà l'intenzione, la direzione di questa forza. Un mento alto denota lentezza di reazioni in una persona che dà maggior peso agli interessi materiali. Un mento corto indica una persona con rapide scariche di energia, e una certa fragilità nei processi riflessivi. Un mento largo è segno di energia, di senso pratico e di spirito positivo. Lo si trova in persone che amano realizzare cose concrete. Un mento stretto designa scarsa vitalità e maggior nervosismo. Un mento tondo è segno di amabilità, di bonomia. Denota una persona fiduciosa e molto stabile, dotata di buona socievolezza. Un mento proiettato in avanti indica forza e determinazione; è un segno volitivo, di capacità decisionale, di autonomia e fermezza. Può anche essere indice di determinazione colorata di arroganza e brutalità. Un mento sfuggente è spesso tipico di chi ha la mascella corta, ed è segno di debolezza e di dipendenza. Denota una persona facilmente impressionabile e vulnerabile. Il mento così carnoso che sembra pendere indica una persona per cui è più importante la vita materiale, con un gusto marcato per la buona tavola e i piaceri. Un mento aguzzo indica nervosismo e instabilità. Una persona che ha una fossetta sul mento manifesterà uno spirito giovanile e amabile; le piacerebbe restare bambina, e cercherà piaceri semplici. Questa caratteristica può anche indicare un umore mutevole. Ora, esaminiamo che cosa ci rivelano la bocca e le labbra circa il carattere di una persona. La bocca sta a indicare in nostri desideri, i nostri appetiti, le nostre delusioni, i nostri rifiuti. Sulla bocca è scritta la nostra vita affettiva e sensoriale. Quando parlo di bocca grande o piccola, bisogna ricordarsi che va valutata proporzionalmente all'insieme del volto. Si dice che chi ha una bocca grande è più goloso di chi ce l'ha piccola: la bocca grande esprime espansività, estroversione, e la persona ne ha bisogno per soddisfare tutti i suoi appetiti, che siano di natura materiale, affettiva, intellettuale o sessuale. Una bocca piccola indica l'opposto, ovvero un certo rifiuto del cibo che proviene dall'esterno, un ripiegarsi su se stessi, una sorta di chiusura nei confronti delle persone circostanti. È segno di carattere introverso, di una timidezza abbastanza pronunciata e del bisogno di filtrare le informazioni ricevute. La bocca rientrata è un segno di scarsa socievolezza, un segno che la persona preferisce ritirarsi. Si manifesta soprattutto quando le persone invecchiano. La bocca sporgente indica spesso un carattere più infantile; sarà segno di dipendenza nei confronti della madre, dell'ambiente esterno, del cibo materiale quanto intellettuale; denoterà una persona facilmente influenzabile e dotata di scarsa volontà.
Una bocca sottile e rettilinea è indice di attività, obiettività e fermezza, mentre una bocca più sinuosa, dalle forme più pronunciate, manifesta un carattere più femminile, sensibile, influenzabile. Le labbra strette sembrano meno simpatiche delle labbra carnose; queste ultime indicano golosità e una persona molto attratta dai piaceri dei sensi. Una bocca morbida e socchiusa, con il labbro inferiore che sembra non volersi chiudere, indica mancanza di volontà. Una bocca con gli angoli rivolti verso l'alto annuncia ottimismo, gioia, energia, mentre gli angoli puntati verso il basso rivelano una coscienza acuta delle difficoltà attuali. Ora parliamo dello spazio tra la bocca e il naso: se questo spazio è lungo, indica che l'energia fisica è maggiore dell'energia mentale; se è breve, predominano le forze mentali. Osserviamo ora il naso. Per determinare se sia troppo lungo o troppo corto, va misurato in questo modo: in un volto ben proporzionato l'altezza del naso, l'altezza delle orecchie e lo spazio tra le due pupille più o meno si equivalgono. Un naso lungo è segno di inclinazione alla riflessione. Denota una persona che si prende il tempo necessario, che premedita le decisioni e le azioni e che, facendo un collegamento fra il passato e il futuro, tiene conto dell'esperienza che ha acquisito prima di decidere. Il naso corto, invece, designa piuttosto spontaneità, prontezza e rapidità di reazione. Un naso grande, con la base robusta, solida e larga, accompagnata da narici dilatate, denota una persona che si serve al massimo di tutte le sue risorse di energia. Spesso lo si vede negli uomini politici, negli imprenditori. Un naso piccolo, invece, di quelli che sembrano costretti da una pinza, con la base stretta e le narici strette, chiuse, corrisponde al carattere di un individuo che ha maggior bisogno di risparmiare le forze. Lo si trova in una persona che si mette poco in mostra, che manca di fiducia in se stessa per affrontare gli ostacoli. Chi presenta un profilo del naso largo e dritto è capace di darsi una disciplina, e di dosare bene la propria energia. Un naso curvo e prominente è tipico dei conquistatori e degli organizzatori, mentre un naso rincagnato, unito a una fronte tonda, è segno di credulità. La radice del naso è il punto che collega le forze mentali e le capacità di realizzazione. Un individuo con una radice del naso larga e profonda ha molta forza intellettuale e può facilmente eseguire con rapidità i suoi progetti. La radice stretta e scavata, invece, denota un'interruzione nella corrente mentale delle realizzazioni. Un naso con la base grande, che si proietta in avanti a partire dal basso, indica il grado di importanza di uno status sociale: più è larga la base, più l'individuo va in cerca del mondo esteriore. Se la punta del naso è sottile, è segno che la ricerca dell'ambiente esterno viene fatta in modo intuitivo; si esprime più con la finezza e la delicatezza che non con una calorosa spontaneità. Se invece la punta del naso è grossa e rotonda, indica una persona che cerca il mondo esterno in modo più carnale e materiale, una persona davvero socievole, spontaneamente calorosa. La punta del naso carnosa, grassa, indicherà la ricerca di contatto con l'esterno, che si esprimerà in modo umano e caloroso. Se la punta del naso, invece, non si proietta tanto in avanti, sta a indicare timidezza e scarso interesse per i contatti. Un naso sfuggente, di quelli che scendono verso il basso e che quasi toccano le labbra, è indice di dissimulazione e di gran bisogno di acquisizioni materiali. Più questo naso sarà prominente, più designerà una persona atta a salvaguardare i propri interessi nelle negoziazioni. Ripeto che non si può pretendere di conoscere interamente il carattere di una persona soltanto osservandone il naso, o un'altra parte del corpo presa separatamente. L'essere umano è complesso! Bisogna assolutamente prendere in considerazione tutte le altre parti del corpo.
Per quello che riguarda le guance, si dice che le persone dotate di belle guance larghe sono più adattabili di quelle con le guance strette. Le guance larghe traducono una buona riserva di energia e un campo di coscienza aperto verso l'esterno, il che denota facilità nei contatti sociali. Le guance strette indicano mancanza di vitalità e un campo di coscienza ristretto. Le guance piatte indicano una certa capacità di azione, ma anche indifferenza affettiva nei confronti degli altri. Un individuo dalle guance piatte spesso prende iniziative audaci, ma poi non ha abbastanza energia per condurle in porto. Le persone dalle guance scavate di solito sono sveglie e all'erta; a loro piacciono le responsabilità, e se ne fanno carico coraggiosamente. Hanno reazioni pronte, ma scarsa capacità d'azione. Hanno un temperamento nervoso e mancano di vitalità. Le guance con gli zigomi sporgenti vanno di pari passo con una certa forza combattiva e virile, ma indicano anche atteggiamenti egoisti e crudeli. Gli zigomi piatti, invece, denotano un bisogno di ripiegarsi su se stessi, di solitudine, di interiorizzazione; possono designare anche persone che si sentono facilmente frustrate. L'orecchio comprende tre sezioni. Perché sia armonioso in base ai criteri classici, vanno rispettate le proporzioni seguenti: il padiglione, ovvero la parte superiore che comprende l'orlo piegato verso l'esterno, deve misurare cinque dodicesimi dell'orecchio intero; la conca, che rappresenta l'apertura, quattro dodicesimi. Quanto alla parte inferiore, detta lobo, costituirà i tre dodicesimi dell'orecchio. La conca è legata ai rapporti sociali, mentre il lobo è legato all'attività concreta nella vita quotidiana. Una persona con un padiglione più grosso del normale sarà guidata dal pensiero, da un aspetto intellettuale predominante. Se invece predomina la conca, vorrà dire che l'individuo è fortemente incline ai contatti sociali e all'ascolto degli altri. Una conca molto piccola, invece, indica un rifiuto di questo contatto e chiusura. Se predomina il lobo, è segno di una mente più concreta, maggiormente orientata verso l'aspetto materiale delle cose. Lo troviamo in persone che amano la buona tavola, che lavorano duro e mangiano molto per far fronte al proprio consumo di energia fisica. Il lobo assume forme diverse, fra le quali descriverò le più importanti: • il lobo preponderante, morbido, allungato e che pende, ben staccato dalla guancia, indica una capacità sensoriale elevata, che si esprime in modo calmo ed equilibrato; • il lobo attaccato alla guancia, di aspetto quadrato, denota uno spirito combattivo, uno stato di nervosismo che cerca di imporsi; • l'orecchio quasi sprovvisto di lobo indica nervosismo, assenza di espressione sensoriale, tensione psichica proveniente dal desiderio di tenersi sotto controllo, mentre un lobo carnoso, grasso e rigonfio indica vitalità carnale e sicurezza. L'orecchio con un lobo pìccolo e molto sottile denota sensibilità nervosa e mancanza di senso pratico; se accompagnato anche da un grande padiglione, indicherà una persona molto intellettuale. Un orecchio molto piccolo è segno di personalità riservata, modesta e spesso insignificante, che può non avere capacità di giudizio e non essere in grado di apprezzarsi per quello che è. Un orecchio largo, invece, indica apertura del campo di coscienza, ricettività nei confronti dell'ambiente circostante i cui dati giungono facilmente alla persona, e un miglior adattamento al mondo esterno. Un orecchio stretto è quello la cui altezza corrisponde a più di due volte la larghezza. Indica che l'attenzione si concentra su una cosa per volta, non potendo accoglierne più d'una. Può essere anche un segno di intolleranza. L’orecchio situato in alto rispetto al profilo della testa esprime una certa leggerezza di pensiero, mentre l'orecchio dall'attaccatura bassa, sempre in proporzione al profilo, è segno di un pensiero razionale, riflessivo, esigente. Se l'orecchio è incollato al cranio indica un carattere sottomesso, dipendenza nei confronti dell'ambiente esterno, che si tratti di regolamenti, leggi o esigenze matrimoniali o familiari. Denota anche un'emotività eccessiva ed emozioni represse.
Se l'orecchio è a sventola, è segno di indipendenza mentale, autonomia e difficoltà a piegarsi alle norme e alle regole stabilite, da cui deriva la difficoltà ad accettare una disciplina troppo severa. Questo può verificarsi soprattutto se l'orecchio è anche grande e largo. Passiamo ora a osservare gli occhi: il livello di profondità indica i nostri rapporti con l'esterno. Una persona con gli occhi incavati è qualcuno che tende a ritirarsi dal mondo esterno, a riflettere, a interiorizzarsi molto; è come se chiudesse le persiane per non venire disturbato da ciò che avviene fuori. Questo individuo non percepirà l'aspetto globale delle cose, ma si concentrerà piuttosto su punti precisi. Ho notato che queste persone sono più esigenti nei confronti di loro stesse, nel loro modo di agire; quando si sentono colpevoli, la cosa deriva dal fatto di non aver agito in base all'opinione che hanno del proprio valore, o in base alla loro nozione di bene o di male: non è perché si sentono responsabili per gli altri, ma piuttosto perché si rimproverano di non aver detto o fatto qualcosa in particolare. La persona che presenta degli occhi sporgenti, invece, è molto aperta al mondo esterno; accoglie tutto ciò che vede, anche a rischio di disperdersi. Ha più difficoltà a concentrarsi su una cosa precisa perché vede soprattutto l'insieme. In base alle mie osservazioni, queste persone sono più inclini a sentirsi responsabili della felicità e delle disgrazie altrui, e quando si sentono colpevoli è perché hanno permesso a un altro di colpevolizzarle. Gli occhi all'orientale, con gli angoli esterni che puntano verso l'alto, traducono un certo dinamismo, allegria, sensualità, gioia di vivere. Sono un segno di carattere estroverso. Gli occhi cadenti, invece, ovvero quelli con angoli esterni che scendono verso il basso, sono tipici di persone più emotive, più malinconiche, inclini a sognare ad occhi aperti, e alla depressione. Sono un segno di carattere introverso. Per chi è affetto da strabismo, ci sono diverse interpretazioni: se è l'occhio sinistro a divergere verso l'alto, è segno di emotività sentimentale superiore alla media; se è l'occhio destro a divergere verso l'alto, si tratterà di emotività intellettuale, e la persona si perderà facilmente nei suoi pensieri. Se l'occhio sinistro diverge verso l'esterno, indica una relazione difficile fra l'intelligenza e l'oggetto o la situazione, che si traduce in uno sforzo intellettuale; come se l'intelligenza girasse a vuoto; le persone affette da questo tipo di strabismo saranno piuttosto inclini alla depressione. Se è l'occhio destro a divergere verso l'esterno, è indizio di grande sensibilità; l'individuo definirà le sue azioni in funzione della propria sensibilità, a spese di qualsiasi altra considerazione, e questo senza alcuna cattiva intenzione. Quando l'occhio sinistro converge verso l'interno, indica un complesso di inferiorità dovuto al timore, mentre se è l'occhio destro a convergere verso l'interno, denota grande suscettibilità e tendenza al rancore; l'intelligenza e l'attenzione di questa persona sono interamente centrate su di sé. L'occhio sinistro che diverge verso l'alto, ma all'estremo, denota una persona irrazionale, sognatrice, che non ha la nozione del tempo. Se invece questo disturbo è all'occhio destro, indica intelligenza irrazionale e indisciplinata. Anche la distanza fra gli occhi ha un suo significato. Più gli occhi sono vicini al naso, minore è lo spazio nel campo di coscienza di questa persona, che avrà dunque tendenza a concentrarsi più su ciò che fa, e a darvi grande attenzione. Se la vicinanza è davvero molto pronunciata, potrà addirittura essere segno di ristrettezza mentale. Quando invece gli occhi sono molto distanti fra loro, il campo visivo e il campo della coscienza sono a loro volta più ampi. Le percezioni sono maggiori, più vaste. Se però, anche questa distanza diventa eccessiva, indicherà la possibilità che la persona si disperda facilmente, e che si ecciti o si agiti per un nonnulla. Più gli occhi si muovono, più abbiamo a che vedere con un grande stato di nervosismo. Gli occhi fissi, invece, possono denotare attenzione alla situazione, ma anche indifferenza e addirittura, in casi estremi, stupidità. Le sopracciglia indicano il modo in cui l'individuo mette in atto la propria energia. Le sopracciglia corte denotano spesso spontaneità, oltre a grande presenza qui ed ora. Quanto alle sopracciglia lunghe,
indicano una persona molto incline alla riflessione, e così attenta prima di agire da diventare lenta. Le sopracciglia folte indicano che l'energia si esprime direttamente, senza sfumature, con fermezza. In casi estremi, si esprime addirittura con brutalità. Quando le sopracciglia sono invece sottili, poco folte, indicano finezza e sensibilità. Le sopracciglia disordinate sono un segno di mancanza di armonia nel modo di esprimere la propria energia; la persona l'esprimerà in modo imprevedibile, difficile da capire. Se invece le sopracciglia sono ordinate, sono un segno di costanza nell'espressione energetica. Se sono molto vicine fra loro, quando praticamente non vi è spazio fra le sopracciglia, è segno spesso di un blocco affettivo. Sono frequenti in persone possessive e addirittura gelose. Le sopracciglia molto distanti fra loro sono segno di immaginazione, di un vasto campo di coscienza, e di scarsi blocchi affettivi. Quando le sopracciglia sono molto basse, vicinissime agli occhi, aumentano la capacità di osservazione. Se questa prossimità è molto accentuata, indica che l'individuo potrà addirittura limitare le sue conoscenze intellettuali per favorire una maggiore attenzione. Se invece le sopracciglia sono molto alte, sono un segno di dispersione, e indicano una persona che sogna a occhi aperti. Le sopracciglia diritte denotano una certa padronanza di sé, la capacità di realizzarsi, un'energia sostenuta e dotata di fermezza. Le sopracciglia arcuate sono segno di dolcezza, di femminilità, di minore concentrazione ma di maggiore immaginazione. Quanto alle palpebre, più sono inclini a chiudersi, più indicano la volontà di interiorizzarsi, e addirittura il desiderio di sottrarsi al mondo esterno. La fronte è considerata sede delle facoltà intellettuali; non indica un'intelligenza più o meno brillante, ma soltanto modi diversi di esprimerla, a loro volta descritti dalla forma assunta da questa parte del corpo. La fronte spaziosa non indica un'intelligenza maggiore, ma semplicemente che al pensiero viene data maggiore importanza. La fronte diritta o verticale è segno di riflessività e concentrazione, di maggiore stabilità, di grande prudenza nel pensiero e nell'azione. Una persona con la fronte molto larga e molto alta potrà ricevere e trattenere parecchie informazioni alla volta, per interpretarle in un secondo tempo. Una fronte sfuggente, inclinata, indica un individuo che prende rapidamente le sue decisioni, che è caratterizzato dall'audacia, dall'agire energicamente, e a cui piace il rischio. Una fronte molto inclinata è tipica della persona spesso troppo impulsiva, con un eccessivo gusto del rischio; si tratta di un individuo che spesso agisce prima di pensare. La fronte rotonda, ben uniforme e liscia, indica una persona molto ricettiva, ma anche incline al sogno e non tanto razionale. Una fronte rotonda ma che presenta un suo rilievo, come dei bozzi, indica una persona propensa all'astrazione; sarà incline a filosofare, e avrà vaste percezioni; si interesserà al futuro, ai progetti, alle scoperte. La fronte rettangolare, ovvero molto più larga che alta, indica un pensiero stretto. La persona che ha una fronte di questo genere ha bisogno di indicazioni nette, chiare e precise. In un ambito molto ristretto, questa persona saprà mostrarsi positiva, realista e molto oggettiva. Esaminando la forma della testa e mettendola in relazione al grado di apertura degli organi sensoriali (apertura degli occhi, delle orecchie, della bocca e del naso) si può più facilmente avere un'idea del carattere di una persona di primo acchito. Chi ha una testa grossa e larga, con grandi aperture, avrà una grande riserva di energia; sarà un tipo instancabile, e anche se consuma tanta energia, gliene resta sempre ancora di riserva. Se la testa è grossa ma le aperture sono piccole (occhi e bocca piccola, eccetera), le riserve di energia sono eccessive rispetto al consumo; quest'energia trattenuta può causare tensioni. La testa piccola, il volto piccolo con grandi aperture, è tipica di chi consuma troppa energia, tenendo conto delle sue poche riserve. Questo consumo crea una specie di squilibrio che fa sì che la persona si
senta spossata. Chi ha una testa piccola, un volto piccolo e aperture piccole forse non ha molta energia di riserva, ma è anche vero che non ne consuma tanta. In questo scambio vi è dunque un maggiore equilibrio. Risparmiando le forze, questa persona potrà mantenere un atteggiamento più calmo, più sereno e più prudente. Il volto viene suddiviso in tre parti, ottenendo, nella persona armoniosa, tre zone di dimensioni decisamente proporzionate fra loro. La zona superiore del volto, che riguarda il pensiero, parte dalla sommità del capo e arriva fin sotto gli occhi. La zona centrale del volto rappresenta la vita affettiva, o il contatto con l'esterno: è la zona dei sentimenti e delle emozioni, e va da sopra le sopracciglia fino sotto la bocca, esattamente sotto il labbro inferiore. La zona inferiore del volto, quella dell'istinto e dell'azione, parte da sopra il labbro superiore e comprende la mascella, il mento e il collo. Se si osserva rapidamente una persona in cui predomina una delle tre zone del volto, possiamo ricavarne un'indicazione circa quello che predomina nella sua vita. La zona superiore molto più sviluppata delle altre due denota prima di tutto un pensatore, un creatore di progetti e di idee, più che un realizzatore. Se predomina la zona centrale, è segno che questa persona si lascia impressionare molto dagli altri, e ha enormemente bisogno di un contatto umano diretto. Anche le sue decisioni sono basate sul fattore umano e la sua vita è guidata dalla sua sensibilità. In ultimo, se è predominante la zona inferiore, la persona manifesta una certa facilità all'azione, e preferisce tutto ciò che è concreto. Per concludere questo capitolo sulla morfologia, ribadisco che se ti interessa studiare la gente in base alla morfologia, è importante tener conto sempre dell'insieme della forma fìsica del corpo; gradualmente potrai diventare un esperto nell'arte di leggere il carattere delle persone osservandone le forme fisiche e la gestualità, e le nozioni esposte in questo capitolo ti saranno preziose, soprattutto se lavori a contatto con il pubblico: fin dai primi minuti di contatto con una persona saprai come comportarti, quale atteggiamento adottare. Avere la possibilità di conoscere le persone servendosi dei loro disturbi, delle loro malattie, leggendo i tratti del volto o la morfologia fisica, è un vantaggio che non va mai usato per se stessi, per sentirsi superiori: questo è un concetto che voglio sottolineare. La conoscenza va sempre usata per il bene altrui, non per impressionare gli altri. Tutte le conoscenze che vengono divulgate in questo libro hanno lo scopo di sviluppare la tua coscienza, di far crescere il tuo senso della meraviglia di fronte a questa creazione superiore che è l'essere umano. Ecco ora il pensiero conclusivo sul quale ti consiglio di meditare per venti minuti nei prossimi sette giorni: IL MIO CORPO È L'ABITO CHE INDOSSA
LA MIA ANIMA PER MANIFESTARSI SU QUESTO PIANETA. È DUNQUE L'ESPRESSIONE DELLA MIA ANIMA.
Sei i tuoi disturbi e le tue malattie Quando sperimenti un disturbo o quando si manifesta una malattia nel tuo corpo, in realtà è il tuo corpo a mandarti un messaggio. Ti dice che, in questo momento, pensi, senti, dici o fai qualcosa che non è benefico per te. Ben presto scoprirai che questi messaggi hanno lo scopo di ricondurti rapidamente sulla strada dell'amore, perché la malattia è il segno che, in un aspetto della tua vita, manchi d'amore nei confronti di te stesso, nei confronti degli altri o nei confronti della vita in generale. Io sono fra quelli che sostengono la teoria dell'origine psicosomatica di tutte le malattie. Questa scuola di pensiero crede nell'interazione fra il pensiero (jisiké in greco) e il corpo (in greco, soma). Tempo addietro, parlando di malattia psicosomatica, la gente si ribellava perché pensava che ci si riferisse a un male immaginario. Ora siamo tutti più coscienti e meglio informati, e sappiamo che una malattia psicosomatica non è immaginaria: c'è veramente un male fisico. Ma sappiamo anche che questo male fisico è l'effetto, visibile sul corpo, di una causa psichica. Sono sempre più numerosi i medici e i professionisti della salute che sostengono questa teoria. Forse penserete: “Ma è impossibile! Ci devono pur essere delle malattie puramente fisiche!» Sì, di primo acchito paiono fisiche; ma non appena le guardiamo da vicino, esse ci riservano delle scoperte. Facciamo un esempio: un tale ha la nausea perché ha fatto un'indigestione; sa di essersi mangiato un chilo di cioccolato, sicché pensa che la causa del suo disturbo sia puramente fisica: ha soltanto esagerato con il cioccolato! Ma se vogliamo andare oltre le apparenze, potremo scoprire la ragione che ha spinto questa persona a mangiarsi un chilo di cioccolato. Che cosa è accaduto nella sua vita? Che cosa ha creato, nel suo cuore, un tal vuoto da volerlo riempire, ingozzandosi in questo modo? Questo tipo di vuoto, solitamente, è provocato dalla non-accettazione di sé. Può essere, dunque, che nel momento in cui questa persona si è mangiata il chilo di cioccolato non si accettasse completamente, si svalutasse e non credesse nella propria importanza. Provava dunque il bisogno di trovare una forma di "benessere", di "farsi una coccola" offrendosi qualcosa di dolce! E una cosa piuttosto nota che il cioccolato è considerato una sorta di ricompensa... Un altro esempio: prendiamo il caso di un uomo che si sveglia al mattino con male alle gambe. Il giorno prima ha corso per un chilometro e mezzo, e che sia abituato o no alla corsa, è evidente che è andato oltre le sue capacità. Sarebbe facile credere che sia una faccenda puramente fisica, ma c'è una ragione per quella corsa che ha spinto l'uomo al di là delle sue forze fisiche. Da chi scappava? Da cosa fuggiva? O voleva evadere? Ogni essere umano può servirsi del segnale datogli da un disturbo per diventare più consapevole di quanto avviene dentro di sé. In tal modo potrà far fronte al problema invece di sottrarvisi, illudendosi che tutto provenga dall'esterno. Fintantoché ci raccontiamo delle frottole, dandoci a credere che i nostri problemi siano solo di origine fisica, la causa profonda rimane, e continua a provocare guai. Questo punto di vista sulla malattia comporta aspetti molto interessanti; essa può diventare un'esperienza grandemente positiva se te ne servirai per evolverti più rapidamente, prendendo coscienza degli atteggiamenti non benefici che l'hanno scatenata, e correggendoli. Certamente sai già che il guaritore è dentro di te! Supponiamo che tu ti faccia un taglio al dito. Il primo riflesso è prendere un cerotto per coprirlo, dopodiché te ne dimentichi. Qualche giorno più tardi, togli il cerotto e puoi constatare che la ferita si è cicatrizzata. Chi ti ha guarito? Sono gli inestimabili meccanismi automatici di difesa e guarigione, insiti in ogni essere umano.
Alcuni sostengono che il fatto di essere innamorati, di conoscere la pace interiore e una grande gioia di vivere consenta al sistema immunitario e a tutti i meccanismi di guarigione di funzionare perfettamente: le persone felici potrebbero essere addirittura capaci di sbarazzarsi delle cellule del cancro che tutti, in un momento o nell'altro della vita, produciamo. Vivere lasciandosi andare al risentimento, all'odio, al rancore, al desiderio di vendetta e alla critica continua, invece, indebolisce il nostro sistema immunitario e di guarigione. Ancora una volta, tutto ciò che è contrario all'amore apre la porta alla malattia e le consente di entrare. Che differenza c'è fra la medicina allopatica e la medicina spirituale? La medicina allopatica si occupa di una parte del corpo, cura l'arto ferito, l'organo sofferente; può usare farmaci, terapie, operazioni, eccetera; accetta il fatto che il corpo, di solito, completerà la guarigione iniziata dall'azione del medico. Il suo intervento è fondato sull'effetto visibile, che è la malattia stessa, e di solito non si interessa alla causa psichica che l'ha scatenata. La medicina spirituale, invece, tiene conto della persona nella sua totalità, e si interessa alla dimensione fisica, mentale, emozionale e spirituale. I terapeuti che usano questo approccio credono fermamente che, quando si impara ad amare in modo incondizionato, quando si impara a coltivare la gioia in ogni istante della nostra vita e a cercare la pace interiore, tutto diventi possibile: le nostre malattie scompaiono. La medicina spirituale si occupa di un paziente che ha un problema, e non di un problema che ha il paziente; negli ospedali, è comune sentir parlare dell"'ernia del 310", dell'"ulcera del 242", dell'"overdose del 540", e così via. Quando ci rivolgiamo a un medico o a un qualsiasi terapeuta (può anche trattarsi di un guaritore) il nostro pensiero è il seguente: “Spero che mi guarisca!» E già tanto che non gli diciamo: “Aggiustami il corpo! Trova un sistema per guarirmi!» Una persona che invece si rivolge alla medicina spirituale, di solito ha un atteggiamento diverso; dice, più o meno, così: “Voglio scoprire la causa del mio male; riconosco d'essere responsabile di tutte le mie malattie, e che se ne trovo la causa avrò tutte le possibilità perché queste malattie non si ripresentino. E voglio conoscermi meglio attraverso le malattie». Dunque, la meta della medicina spirituale è aiutarci a prendere maggiore coscienza dei nostri pensieri e delle nostre azioni non benefiche; ci aiuta a evolverci, e a riprendere la strada dell'amore. Dunque, scoprirai in questo capitolo l'aspetto metafisico delle malattie e dei disturbi; il termine "metafisico", significa entrare in rapporto con la conoscenza delle cause prime; le quali, come sappiamo, si trovano nella mente, nel pensiero. In molti mi chiedono da dove venga la metafisica, chi l'abbia inventata e come si possa essere certi che sia vera; tutto ciò che posso rispondere a questo proposito è che nessuno ha mai potuto provare che essa non sia vera! Non sappiamo con precisione dove questa scienza si sia sviluppata, ma sappiamo che esiste fin dall'alba delle civiltà. All'inizio era un insegnamento segreto, riservato agli iniziati, ma negli ultimi decenni questi insegnamenti hanno raggiunto il grande pubblico, il che sta a indicare che l'essere umano si è evoluto abbastanza per avervi accesso. Non credermi soltanto perché ne parlo con convinzione! E non crederci soltanto perché sta scritto in un libro! Credici soltanto avendo accertato che questo approccio produce risultati nella tua vita; e per saperlo, dovrai tentare l'esperienza e scoprirne da te la validità. All'epoca in cui viviamo, come sai, molti sono gli insegnamenti che ci vengono dispensati un po' ovunque, sotto varie forme: lettura, corsi, conferenze, e così via: questi insegnamenti sono preziosi solo nella misura in cui ti aiutano ad amarti meglio, ad accettare te stesso e gli altri. Non è così importante sapere da dove provengono; ciò che conta è scoprire se, in essi, c'è qualcosa che ti può aiutare. Come saperlo? Sperimentando. Passiamo ora alle cause della malattia, che sono diverse. Per cominciare, ci sono le cosiddette malattie karmiche che provengono da una vita precedente. Queste malattie, comprese quelle gravemente invalidanti, si manifestano in particolare nei bambini molto piccoli o nei neonati, ma non per questo esse vanno accettate come parte necessaria della nostra vita in modo permanente; può essere che chi ne è colpito viva quest'esperienza per completare qualcosa rimasto incompiuto in una vita precedente, e molti sono gli esempi di persone che, dopo aver sofferto di una
determinata malattia o di un'infermità per anni, riescono a liberarsene. Per la scienza si tratterà di un miracolo, ma i miracoli non esistono; esistono invece trasformazioni interiori che avvengono nell'essere umano, e dal momento che il corpo è espressione della mente, ecco che il suo funzionamento, i suoi arti, manifestano i risultati di tali trasformazioni interiori. C'è anche una legge spirituale, che dice che una persona ha molte più possibilità di liberarsi da un'infermità quando è pronta a offrire il resto della propria vita al servizio altrui, in modo disinteressato e senza aspettative. Un'altra causa molto frequente di disturbi e malattie e la creazione mentale; facciamo il caso di un individuo che ha una gran paura di una certa malattia giacché, nell'infanzia, ha visto sua madre o un'altra persona cara morire per questo. La paura intensa che la stessa cosa possa capitare anche a lui ha creato un elementale (una forma-pensiero) abbastanza forte perché la malattia, alla fine, si manifesti; questo individuo avrà dunque creato la sua malattia con il potere della mente. Per sbarazzarsi di questo stato indesiderabile, egli dovrebbe creare un altro elementale, un elementale di salute e di perfezione per il proprio corpo. Quando una persona crede con largo anticipo che un determinato disturbo o malattia le possa capitare a un certo momento dell'anno, in una certa data, lo crea mentalmente, e può fare in modo che la malattia si presenti unicamente a causa di questa credenza. E anche frequente che ci si crei una malattia per evitare uno stress ulteriore. Facciamo il caso di una persona che si trova a dover far fronte a una situazione molto difficile in ufficio: si farà venire una forte influenza che la terrà a letto per una settimana. Questa influenza le eviterà, allora, di far fronte allo stress collegato al lavoro. Si metterà in mutua e si riposerà, e quando sarà nuovamente in piedi, sarà più pronta a far fronte alla situazione. In fondo in fondo, avrà sperato che il problema, nel frattempo, si sia risolto! Quando si presenta una malattia o un disturbo, è molto utile chiedersi: “Quale dono mi fa questa malattia? Quali vantaggi traggo dall'essere malato proprio ora? In che cosa mi aiuta? Quale stress sto evitando, grazie a questo disturbo?» Se scopri che ti sei fatto venire questa malattia per sfuggire a una situazione stressante, sarebbe molto importante accettare l'idea seguente: non è assolutamente necessario fare tanto male al tuo corpo per uscire da una situazione scomoda; puoi semplicemente far fronte a questa situazione cominciando con l'ammettere che esiste e, se scopri di aver bisogno di riposo, di un periodo di vacanza che ti permetta di prendere un po' le distanze dal lavoro, puoi semplicemente ammetterlo ed eventualmente farlo sapere alle persone interessate. Hai veramente il potere di far fronte ad ogni situazione, senza doverti causare delle malattie. Il tuo corpo certamente preferisce quest'altro modo di gestire lo stress. Una delle massime cause di tutte le malattie e di tutti i disturbi viene da decisioni che risalgono a momenti diversi della nostra vita, ma soprattutto alla prima infanzia. Sono decisioni che abbiamo preso rispetto agli altri, rispetto a noi stessi o alla vita in generale, e molte derivano dalla nostra osservazione dei genitori: volevamo talmente essere amati, da giovani, che abbiamo "acquisito" parecchie loro idee e comportamenti. Ma quel modo di vivere era il loro, e non doveva diventare il nostro! Bisogna che ogni individuo cammini in base al proprio piano di vita. Quando il tuo corpo ti parla per mezzo di un disturbo o di una malattia, non è per forza segno che devi cambiare tutto quanto; forse ti dice che puoi migliorare il tuo discernimento nel modo di servirti del tuo potenziale, o nel modo di comportarti. Il fatto per esempio che tu sia una persona collerica, impaziente o aggressiva di per sé non è un difetto: sei fatto così! Ma bisogna che impari a servirti di questa tua collera, dell'impazienza o dell'aggressività in un modo benefico per te. Soltanto quando impieghi queste qualità in modo non benefico esse diventano ai tuoi occhi dei difetti. In realtà non vi sono difetti! Ciò che chiamiamo "difetto" è semplicemente una virtù mal impiegata. Può essere di beneficio a una persona il fatto di essere impaziente, se questo la rende atta a produrre un lavoro più rapidamente; quanto all'aggressività, può servire a far accelerare l'avanzata di una persona, può renderla perseverante, e c'è chi può servirsi del tratto collerico del proprio carattere per
ripuntualizzare le cose, e affermarsi di più nei confronti di altri. Se impieghi male queste qualità, sarai il primo a soffrirne. Puoi tenere il coltello dalla parte del manico o dalla parte della lama; in un caso ti ferirà, nell'altro ti fornirà un aiuto prezioso. Grazie ai tuoi sforzi per scoprire la causa delle tue malattie, diventerai più consapevole di te e imparerai a impiegare bene questa conoscenza. Così, quando stai davvero male, è un'ottima idea consultare un medico: si è specializzato per identificare che cosa, nel tuo corpo, non funziona secondo la norma; ascolta dunque la sua diagnosi. Presumibilmente ti suggerirà anche una cura, che si tratti di farmaci, di iniezioni o di un'operazione, poi starà a te decidere che cosa vorrai fare dei suoi suggerimenti, dei suoi consigli. Non dimenticare che il corpo è tuo. Prima di accettare una qualsiasi cura, è tua precisa responsabilità informarti bene degli effetti dei farmaci, delle modalità del trattamento, degli eventuali effetti secondari. Se il medico ti raccomanda un'operazione, chiedi tutti i particolari che la riguardano: il come e il perché, i possibili effetti, eccetera. Per fortuna i tempi non sono più quelli in cui la gente si lasciava manipolare, indotta da una fede cieca nella scienza medica. Nella vita ci saranno sempre persone a cui potrai chiedere consiglio, ma la decisione finale dovrebbe sempre provenire da te. Sei tu a decidere se vuoi seguire la cura prescritta dal medico; ciò che ti consiglio fortemente, è seguire le sue indicazioni fintantoché attenerti ad esse ti fa sentire bene; procedi nel frattempo a una ricerca interiore per arrivare alla causa del problema il più rapidamente possibile. Appena l'avrai scoperta, ti renderai conto che la prescrizione o il trattamento probabilmente non sono più necessari; ti renderai conto di essere tu, il tuo medico, e che puoi guarirti grazie al fatto di aver trovato la causa del disturbo o della malattia. Ricordati che il medico si è specializzato nella cura delle malattie, ma che non ha imparato a occuparsi della salute psichica o spirituale. Tuttavia, se gode della tua fiducia, puoi lavorare insieme a lui, condividendo la tua esperienza di vita, il tuo cammino personale. Può anche nascere, fra voi, una grande complicità, perché i medici di oggi sono sempre più aperti a questo concetto globale della salute. Una cosa interessante che può aiutarti a identificare la causa della tua malattia, sta nell'osservare ciò che ti prescrive il medico. Se si tratta di un prodotto che va preso per bocca o per via rettale, c'è una teoria che sostiene che la causa della malattia sia legata alla dimensione fisica, e che abbia a che vedere con il passato. Qualcosa che, in passato, non è stato accettato; continui forse a vivere nel passato? Ti senti magari colpevole di un evento passato, o di un'altra causa relativa al passato? Se si tratta di un farmaco che va assunto per via cutanea, allora il problema è più legato alla dimensione emotiva, e riguarda ciò che accade attualmente nella tua vita. E probabile che, ora, alcuni eventi ti causino molte emozioni, e che tu ti dimentichi di vedere l'amore in ciò che accade. Se il farmaco va assunto attraverso le vie respiratorie, la causa del problema è legata alla dimensione mentale, e ha a che vedere con il futuro; puoi allora scoprire che ti preoccupi troppo per l'avvenire, o che temi qualcosa che ha a che fare con il futuro. Un altro mezzo che può aiutarti nella tua ricerca delle cause, consiste nell’interrogarti: “Che cosa era accaduto di nuovo, nella mia vita, nel momento in cui questo disturbo ha fatto la sua comparsa? Se questa parte del mio corpo fosse completamente bloccata, che cosa mi impedirebbe di fare, attualmente, nella mia vita? Per far cosa mi servo più spesso di questa parte del mio corpo?» Per sapere che fare, per scoprire come far fronte alle cause di cui a poco a poco diventi consapevole, ti consiglio fortemente la lettura di Ascolta il mio corpo, il tuo migliore amico sulla terra2, in cui ho esposto i mezzi concreti per liberarsi da una paura, per esprimere le proprie emozioni, per smettere di vivere nel passato, eccetera. Qualora tu abbia un problema in una parte del corpo a causa di un incidente, significa che ti senti colpevole o che hai paura di sentirti colpevole. Di solito si tratta di un senso di colpa inconscio; per sapere a quale campo si riferisce, verifica quale parte del tuo corpo è ferita, e a cosa ti serve. L'essere umano, quando si sente colpevole, automaticamente reagisce punendosi, e inconsciamente lo fa con un incidente o con un intenso dolore. Quando ti punisci in questo modo, è importante che tu ti chieda se sei
davvero colpevole: hai veramente intenzione di farti del male, o di farne a un altro? Se non hai questa intenzione, smettila di accusarti, così non ti dovrai punire. Capita anche che una persona si procuri un incidente inconsciamente, per concedersi un tempo di riposo: si sentirebbe colpevole se smettesse di lavorare per una scelta cosciente; ad esempio, ci si può rompere una gamba per smettere di andare in ufficio. Quando l'essere umano sarà abbastanza intelligente e saggio per smettere di accusarsi, non avrà più bisogno di farsi male. Potrà affermare il suo punto di vista, prendere decisioni senza colpevolizzare se stesso o qualcun altro. Potrà crescere ed evolversi nella dolcezza e nella gioia. Ecco un altro mezzo che può aiutarti a identificare più rapidamente la causa di un disturbo o di una malattia: verifica se è la parte destra o la parte sinistra del corpo che viene colpita. Il lato destro rappresenta il principio maschile, la forza, la potenza, il coraggio, la nobiltà, la grandezza, la bravura, la giustizia, la perseveranza, la volontà, l'autonomia, l'aspetto razionale, logico e il senso organizzativo. E la parte dell'essere che agisce; passa all'azione in base agli ordini che riceve dal principio femminile, il cui ruolo è decidere e creare. Il principio maschile è stato fortemente influenzato da tuo padre, giacché è da lui che hai imparato a svilupparlo: osserva dunque il collegamento che potrebbe esserci fra tuo padre e questi vari aspetti che ho appena enumerato. Il lato sinistro rappresenta il principio femminile, ed esprime la tenerezza, la purezza, la delicatezza, la bellezza, la dolcezza, il fascino, la ricettività. E legato alle arti, alla poesia, alla musica, all'armonia; da questo principio nascono l'intuizione e la creatività; è quello che ci permette di abbandonarci all'intuizione invece di restare aggrappati soltanto al ragionamento, alla comprensione razionale e all'analisi; è quella parte dell'essere che crea e decide. Il principio femminile in te è stato influenzato da tua madre, e l'hai sviluppato grazie a ciò che hai imparato da lei. Nella società attuale, quasi tutti hanno imparato a sviluppare soprattutto la loro parte maschile. In molti non hanno riscontrato abbastanza il principio maschile nel padre, mentre la madre lo manifestava di più. Questo può essere alla base di molta confusione nella nostra vita, perché a questo punto diventa più difficile il processo di identificazione. L'ideale sarebbe di riuscire a usare, a seconda dei bisogni, il principio che ci è più utile. Spesso il corpo ti trasmette dei messaggi per dirti che uno dei due princìpi non viene usato abbastanza, o che viene usato troppo, oppure che, in te, l'uomo e la donna non sono in armonia. Ricordati sempre che, quando il corpo ti parla per mezzo di malesseri e malattie, lo fa per renderti consapevole di qualcosa che ancora non sai, di cui attualmente non ti rendi conto. Nelle pagine che seguiranno, leggerai quali siano le cause probabili delle malattie e dei disturbi più ricorrenti; quindi, prima di saltare alle conclusioni dicendo: “No, non è vero! Io non sono così!», apri la mente, e di' semplicemente a te stesso: “Attualmente non mi riesce di vedere il collegamento fra ciò che ho appena letto e ciò che vivo. Ma la cosa resta possibile; mi darò il tempo per osservare la situazione». Mantieni la mente il più possibile aperta, e chiedi al tuo corpo di mandarti ulteriori indicazioni nei giorni che seguono. Perché di primo acchito spesso ci capita di non voler vedere quello che il nostro corpo tenta di dirci con i suoi messaggi. Renditi conto che se fossi veramente consapevole di quanto accade, delle cause che attualmente stai vivendo, il tuo corpo non avrebbe bisogno di mandarti questo messaggio. Un'altra cosa importante da tenere a mente, è che tutte le informazioni che ricevi per mezzo di un corso, di una conferenza, o della lettura di un libro, sono rivolte a te, per la tua evoluzione personale. Non usare mai queste tue scoperte, queste tue conoscenze e questa tua comprensione per tentare di cambiare gli altri: puoi servirtene soltanto per capirli meglio, per manifestare nei loro confronti una compassione maggiore, per comunicare meglio con loro. Infatti, quando diventiamo consapevoli dei messaggi che ci invia il corpo ci è sempre più facile analizzare immediatamente cosa accade nell'altro, prima ancora di analizzare il nostro caso. Dunque, quando scopri un problema altrui, non andare da
questa persona con l'idea di metterla a confronto con le tue conoscenze appena acquisite; serviti piuttosto di quello che hai imparato per farle diverse domande, e condurla gradatamente a vedere da sola il suo problema. Il fatto che tu sappia in anticipo quello che lei sta vivendo ti aiuterà a orientare le tue domande nella giusta direzione. Ecco ora qualcosa di importantissimo, che ti consiglio di non dimenticare mai; ecco perché ti chiederò di leggere questa frase diverse volte: quando scopri che sei responsabile della creazione del tuo disturbo o della tua malattia, è molto importante che tu non ti senta colpevole. Le persone che lavorano al proprio sviluppo personale di solito sono perfezioniste, e i perfezionisti sono esperti nell'arte di colpevolizzarsi. Lo scopo di questo libro non è sviluppare il senso di colpa; quando scopri che la causa di uno dei tuoi disturbi o di una tua malattia sta nel fatto che sei troppo testardo, questo non vuol dire che tu debba pensare automaticamente: “Che razza di persona sono!» Scoprirai forse di essere più orgoglioso, più rigido, che ami più con la testa di quanto tu pensassi, ma queste prese di coscienza non hanno come obiettivo il fatto che tu debba sentirti colpevole, o trattarti come una persona orribile; vogliono soltanto aiutarti a diventare consapevole di pensieri o atteggiamenti che hai "acquisito" quand'eri più giovane. Possono provenire sia dai tuoi genitori sia dalle persone che hanno provveduto alla tua educazione, oppure dall'ambiente in cui sei vissuto, e basterà semplicemente che tu ti renda conto di non aver più bisogno di queste idee "acquisite" in passato. Prendiamo un'analogia che ti permetta di comprendere bene questo punto essenziale. Supponiamo che tu decida di fare le pulizie generali in casa tua: vai a perlustrare tutto, anche gli angolini dove non passavi da tempo, per esempio in fondo ai cassetti e ai guardaroba, in cantina, in garage, in soffitta e così via. Ci trovi oggetti che ti eri dimenticato di aver messo lì, e a volte sono cose che desideri conservare. A questo punto le pulisci e le collochi in un luogo dove potrai servirtene; può anche accadere che tu scopra oggetti che non vuoi più utilizzare, sicché decidi di darli via o semplicemente di buttarli. Forse che ti dai i pugni in testa da solo, chiamandoti con i nomi peggiori, dicendoti: “Sono un disastro! Non ha alcun senso che abbia comprato questo coso, dieci o quindici anni fa! Ma che diavolo avevo in testa, in quel momento?» Non serve a nulla svilirti per aver fatto questi acquisti! Basta che tu butti via ciò di cui non hai più bisogno senza farne un dramma. Perché non agire allo stesso modo quando metti in atto una tua crescita personale, e diventi consapevole di pensieri, azioni, parole e atteggiamenti che non sono più benefici per te? Renditi conto che non ne hai più bisogno e che, se, in questo momento, li hai ancora, è perché a un certo punto, nella tua vita, li hai "acquisiti". Con questo, voglio dire che li hai accettati da qualcun altro. In quel momento, la cosa ti conveniva, ma è probabile che adesso ti procuri più svantaggi che vantaggi. Quando ti accingi a fare le pulizie di Pasqua interiori, quando molli la presa su questi atteggiamenti e te ne sbarazzi, prepari in te uno spazio che si riempirà d'amore e di belle esperienze di vita. E così che sviluppiamo la capacità di creare la nostra vita, adottando nuovi modi di essere, nuovi atteggiamenti che non sono più programmati da persone del nostro ambiente. E così che sviluppiamo la nostra individualità, lasciando andare ciò che faceva parte della personalità altrui. Riassumiamo: quando scopri un aspetto di te che non apprezzi molto, proclama gioiosamente: “Benissimo! Ho appena scoperto la causa di un sacco di guai passati. Ora che ne ho preso coscienza, passerò all'azione per trasformare la mia vita per il meglio. Tutto ciò che mi resta da fare, è mettere veramente in pratica questa scoperta nella mia vita». Ora, voglio che tu ti renda conto di come il corpo umano sia davvero uno strumento straordinario, voglio condividere con te quello che so dei vari messaggi che il tuo corpo ti dà, servendosi di disturbi e malattie. Ho diviso il corpo in sette zone, corrispondenti ai sette chakra o centri di energia dell'organismo umano. Per cominciare, abbiamo la zona di base, quella del chakra o centro coccigeo, poi la zona ventrale, che corrisponde al sacro, la zona del plesso solare, che corrisponde al centro solare, poi la zona del cuore che corrisponde al centro cardiaco, quella della gola che riguarda il centro laringeo, la
zona del volto che corrisponde al centro frontale e, in ultimo, la zona del capo, che corrisponde al centro coronale. Capiremo quale sia il senso dei disturbi o delle malattie in relazioni a ognuno di questi centri. Prima zona: la zona di base La zona di base va dalle natiche fino ai piedi, e comprende le quattro piccole vertebre del coccige. Le persone che soffrono di problemi in questa zona sono quelle che hanno delle paure collegate alla loro vita materiale, alla vita fisica. Si sentono isolate, abbandonate, hanno l'impressione di essere sole al mondo a dover affrontare i loro problemi. Questa zona del corpo è fatta per metterci in contatto con la Terra, nostra madre. La Terra ha sempre tutto ciò che serve per nutrire tutte le sue creature, e quando una persona non crede più di essere circondata dagli altri, non crede più che vi sia sempre un aiuto disponibile, incomincia ad avere paura; il suo corpo le manda un messaggio per condurla a prendere coscienza delle sue paure. Spesso diventa molto dipendente da cose o altre persone per la propria felicità. Chi non ha scopi nella vita (o ne ha, ma ha paura di metterli in atto) spesso soffre di disturbi in questa zona; sono persone che aspettano troppo, aspettano che tutte le circostanze siano perfette. Di solito, chi ha problemi a piedi, gambe, coccige o natiche, ha bisogno di cose esterne per la propria sicurezza, che si tratti di oggetti o di altre persone. Inoltre combatte spesso contro una data condizione o un dato individuo del suo ambiente, che percepisce come una minaccia alla sua sicurezza; ha perso completamente il contatto con il suo grande potere interiore; manca di fede. I problemi ai piedi e alle caviglie sono collegati alla paura del futuro, alla paura di far fronte alle proprie responsabilità. Può trattarsi del fatto che vogliamo andare troppo in fretta, e di non sapere dove sbattere la testa. Un rimedio? Ama la vita e accetta ciò che ti mette davanti, ad ogni passo. In tal modo, l'avvenire ti sembrerà più roseo. Una storta o una slogatura indica collera e resistenza anche di andare in una certa direzione, se è il piede a esserne colpito. Se si tratta della mano, invece, indicherà una resistenza a qualcosa di nuovo. La persona colpita da questo disturbo si sente colpevole e vuole punirsi per questa sua resistenza; il corpo le dice: “Accetta di avere certe paure attualmente, ma abbi fiducia nella vita! Prendi il tempo che ti ci vuole, ma comincia fin d'ora a entrare in azione per arrivare al tuo scopo». Un dolore al tallone si manifesta spesso in chi si sente incompreso, in chi vive nell'incertezza di fronte a una situazione futura. Il messaggio che questo dolore trasmette è: “Prima di sentirti incompreso dagli altri, comincia verificandolo con loro! Vedrai che tutto proviene dal tuo pensiero. Ad ogni buon conto, non hai bisogno di essere compreso per andare avanti. Su, vai!» Una verruca nella pianta del piede può comparire in chi non ha abbastanza fiducia nella vita e si sente frustrato rispetto al proprio futuro. Questa persona prova collera nel suo modo di comprendere la vita, e questo disturbo le dice di fronteggiare il futuro con fiducia ed elasticità, e di smettere di preoccuparsi tanto. I duroni sono causati da un eccesso di apprensione nel nostro modo di andare avanti. Qui c'è un atteggiamento che andrebbe modificato: lo slancio verso il futuro è troppo forte o non abbastanza forte, i compiti ci sembrano troppo difficili in entrambi i casi per essere eseguiti in modo spontaneo. Una cipolla al piede indica una difficoltà a procedere; è frequente in persone che si complicano la vita, pensando troppo al loro futuro. Il corpo dice loro di vivere il momento presente e di avere fiducia nell'universo. I problemi che riguardano le dita dei piedi sono tipici di chi si preoccupa per i minimi dettagli del futuro; queste persone dovrebbero impiegare la loro energia presente in cose più importanti. I dolori alle gambe indicano paura per il futuro, paura di andare avanti. Il messaggio del corpo è di agire, di avanzare nella vita con maggiore fiducia e maggiore gioia, sapendo che tutto andrà per il meglio. Il fatto di restare fermi, in questo momento, non è benefico. Un'unghia incarnita è dovuta all'inquietudine o al senso di colpa di fronte alla libera scelta della direzione da prendere.
Il piede d'atleta si manifesta di solito in una persona frustrata perché non si sente accettata. Questo le impedisce di avere abbastanza fiducia in se stessa per camminare più facilmente, la frustrazione le rende più arduo ogni compito, e il corpo le dà questo messaggio: “Guarda quante belle qualità hai! Non è necessario che la vita sia tanto difficile! Accettati: questo è quello che conta!» Le varici nelle gambe indicano che in questo momento ti trovi in un posto in cui fai qualcosa che non ti piace. E importante imparare ad amare quello che fai, oppure spostarti verso un lavoro diverso, che ti attira di più. Il sangue rappresenta la gioia nella nostra vita. Quando le vene perdono la possibilità di trasportarlo nelle gambe, è un segno di mancanza di gioia. Probabilmente, sei troppo prigioniero della mentalità del "devo". Ecco un messaggio che ti invita a offrirti qualcosa di dolce, a non far sempre passare il lavoro prima del piacere. Le ginocchia corrispondono alla parte flessibile della gamba, e chi ha problemi alle ginocchia desidera andare avanti, ma non cambiare il proprio modo d'essere. Le vecchie credenze impediscono a queste persone di avanzare, ed esse diventano troppo inflessibili, orgogliose, testarde soprattutto per quello che riguarda il futuro loro o altrui. Vogliono spesso svicolare davanti alle loro responsabilità, invece di assumersele. Ecco perché di solito il ginocchio ha tanta difficoltà ha guarire: queste persone hanno tanta difficoltà a modificare il loro modo d'essere. Il ginocchio è fatto per piegarsi, per inginocchiarsi. Se hai un problema al ginocchio, significa che ti è molto difficile piegarti davanti agli altri; il corpo ti dice con questo che sarebbe molto benefico per te consentire a qualcun altro di aver ragione, e a volte di mostrarti la via. Ti dice anche che hai tutto ciò che ti serve per far fronte alle tue responsabilità. Un problema al ginocchio può anche indicare la paura di diventare, più tardi, come uno dei genitori (ad esempio, la paura di diventare un'alcolista come la madre, o incestuoso come il padre, eccetera). Il messaggio del ginocchio è dunque di imparare ad amare il genitore in causa, invece di giudicarlo. I problemi alle cosce o alle natiche si manifestano in persone che non si consentono di andare avanti a causa di problemi del passato. Costoro vivono molto nel passato, per il quale provano risentimento e collera. La persona con la cellulite sulle cosce si impedisce di andare avanti a causa di risentimenti legati alla sua gioventù: può essere rimasta agganciata a traumi infantili, cosa che la frena nel progredire usando la propria creatività. I disturbi al coccige rappresentano una dipendenza eccessiva nei confronti di un altro; chi ne soffre pensa di non essere capace, da solo, di fare qualcosa. In realtà è proprio il contrario, perché le persone da cui vorrebbe dipendere spesso dipendono da lui; non si accorge di essere più forte di quelli da cui vorrebbe dipendere. La persona dipendente si siede, e resta ad aspettare che facciano gli altri; sarebbe meglio che si sedesse di meno, e agisse da sola. Il corpo le dice di smettere di credersi l'opposto di ciò che è realmente. Se il coccige fa male solo quando si sta seduti, spesso è per ricordarci che crediamo di non avere diritto a sederci, che crediamo piuttosto di doverci muovere prima degli altri; in tal caso, mutare questa credenza è nel nostro interesse. Le emorroidi sono causate da una sensazione di tensione, di pressione, di fardello nella vita presente. Chi ne soffre si sente sovraccarico e poi si colpevolizza perché si sente così. Questa persona continua a portare il fardello, perché l'orgoglio e la paura le impediscono di mollare la presa e di chiedere aiuto. Invece di alimentare la paura di non essere sempre in grado di portare il fardello, le converrebbe confessare che non ce la fa a uscirne da sola, e chiedere a qualcuno di aiutarla ad andare avanti. La flebite, che è l'infiammazione di una vena e che di solito colpisce gli arti inferiori, è provocata da collera e frustrazione, e da mancanza di gioia di vivere. Chi ha questo problema tende a prendersela con gli altri per ciò che gli manca e gli impedisce di andare avanti. Questa persona ha creato da sé i propri limiti, ma preferisce attribuire agli altri la sua mancanza di gioia invece di accettarne la responsabilità.
Il prurito anale è segno di sensi di colpa e di rimorsi legati al passato. Il messaggio del corpo, in questo caso, è: “Non è benefico per te sentirti colpevole per non aver soddisfatto tutti i tuoi desideri». Quanto ai dolori anali, anch'essi rappresentano sensi di colpa; manifestano il tuo desiderio di punirti perché non ti credi abbastanza capace di realizzare una certa cosa, e di conseguenza diventi molto dipendente dagli altri. Un ascesso anale rappresenta una collera rivolta contro te stesso, riguardante ciò che non vuoi lasciar andare. Il corpo dice di non preoccuparti e che puoi lasciarti andare, fiducioso nella vita e nelle persone che ti circondano. Una perdita di sangue dall'ano ha un significato simile a quello dell'ascesso, ma in più denota una perdita di gioia di vivere legata a questa collera e a questa frustrazione. I disturbi alle ghiandole surrenali sono tipici del disfattista, che non vuol più interessarsi di niente, e tanto meno di se stesso. Finisce per vivere in mezzo all'ansia, privo di uno scopo che motivi la sua vita. Il corpo gli dice di smettere di aspettarsi che le cose vengano dagli altri, e che è tempo di darsi uno scopo, anche minimo. Il morbo di Addison è causato da un problema delle ghiandole surrenali. Il messaggio è simile a quello dei disturbi di queste ghiandole, ma l'intensità particolare di questa malattia indica un'urgenza maggiore nel prendersi cura di sé. Questo è dunque il significato metafisico delle malattie e dei disturbi più comuni legati alla zona di base. Seconda zona: la zona del ventre Questa zona comprende la base del tronco che si estende, nella schiena, lungo le cinque vertebre del sacro e, anteriormente, dal basso ventre fino all'ombelico. Come sai, è in questa parte del corpo che si situano tra l'altro i reni, la vescica, l'intestino e gli organi genitali. Questa zona è caratterizzata da una grande attività energetica, in quanto gestisce l'energia sessuale, l'energia della creatività. E la zona del corpo in cui si annida il grande potere di creare la nostra vita. Essa viene attivata quando siamo in cerca di sensazioni. E bene tenere a mente che più una persona viene attratta unicamente dai piaceri dei sensi, dai piaceri della terra, meno va nella direzione dello scopo reale della vita, ossia procedere verso il risveglio della coscienza, della saggezza, dell'amore, un risveglio a Dio. I sensi vanno usati per sentire Dio ovunque, e non soltanto per procurarsi sensazioni fisiche con il cibo, le bevande, il sesso, eccetera. Una persona che manifesta problemi in questa zona è quella che, invece di creare la sua vita, vuole creare la vita degli altri. Teme di non avere abbastanza potere, teme d'essere prevaricata o, più semplicemente, è lei stessa a permettere che avvenga; si sente dunque molto impotente di fronte a una persona o di fronte a una situazione. Tutto questo, ovviamente, crea una paura che, come puoi constatare, colpisce tanto questa seconda zona quanto la prima. I problemi, qui, colpiscono frequentemente chi cerca di procurarsi troppe sensazioni provenienti dall'esterno; anche chi nutre dei sensi di colpa sessuali viene colpito in questa regione. I disturbi della parte bassa della schiena o della regione del sacro sono tipici di chi si preoccupa troppo per la sua vita materiale: questa persona si inquieta inutilmente per il suo lavoro, i suoi beni, il denaro, insomma per tutto ciò che la collega all'aspetto materiale, al mondo fisico terreno. È una parte del corpo essenziale per sostenersi, per appoggiarsi; una persona che ha bisogno di molti beni materiali per sentirsi sostenuta nella vita si attira altrettanti problemi in questa zona della spina dorsale. I beni materiali vanno usati per avvicinarsi a Dio, e non per sentirsi sostenuti: il tuo sostegno, sei tu! Hai ricevuto tutti i poteri necessari per creare la tua vita, qualsiasi cosa accada! Quando una persona si sente non sostenuta, è perché è insostenibile; si tratta di qualcuno che desidera che gli altri facciano sempre ciò che vuole lei, quando e come lo vuole. Dopo un certo tempo, la gente non ha più voglia di sostenere una persona tanto inflessibile; se hai bisogno di sostegno nella vita, è importante che tu accetti che gli altri ti sostengano a modo loro, altrimenti aggiustati da solo! Ad ogni buon conto, puoi riuscire a fare molto per
te stesso sviluppando un atteggiamento più positivo e meno dipendente nei confronti degli altri. Accade frequentemente, d'altronde, che il mal di schiena peggiori quando una persona non si consente di aver bisogno di un sostegno; quando osa chiedere aiuto e le viene rifiutato, si sente bloccata. I problemi alla fascia bassa della schiena rivelano anche una persona che spesso accusa gli altri per le proprie difficoltà, e per la quale la libertà è sacra. Quando gli altri hanno bisogno del suo aiuto, questa persona ha paura di perdere la sua libertà di movimento; tuttavia, deve rendersi conto che se vuole ricevere il sostegno dagli altri, prima di tutto è necessario che lo semini, ovvero che a sua volta lo offra agli altri con gioia. Questi problemi possono anche comparire in chi calcola il proprio valore in base ai propri beni materiali che possiede, invece di accettarsi come essere spirituale capace di creare la propria vita, un essere che esiste per amare in modo incondizionato. Un problema alle anche significa paura di andare avanti quando ci sono grosse decisioni da prendere. E la paura di andare avanti senza approdare a nulla. Come sai, le anche impostano il movimento delle gambe: è quindi una parte del corpo essenziale per camminare. Sono le anche ad aiutarci davvero ad andare avanti liberamente. Di solito, questo problema capita a chi decide in anticipo che "non funzionerà", o che "tutto finirà, se agisco in questo modo". Questa persona ci crede senza neppure aver verificato se andrebbe davvero così. Ecco dunque un messaggio importante, quando le anche fanno male: il corpo ti dice di non aver paura, di procedere con fiducia, di essere più flessibile nell'eseguire le decisioni che riguardano il futuro. L'intestino serve per ripulire l'organismo, per liberarlo dalle tossine, dai rifiuti che continuano ad accumularsi nel corpo fintantoché vogliamo trattenere tutto in noi, e siamo possessivi, gelosi, egoisti; sarebbe essenziale mollar la presa. I problemi intestinali che derivano da questi atteggiamenti sono parecchi. La stitichezza compare nella persona che si trattiene. Questo trattenersi può manifestarsi a diversi livelli: materiale, emozionale e mentale. Un esempio? Voler trattenere i propri beni materiali, temere di perderli, temere che ci vengano a mancare o di doverli condividere; trattenere le proprie vecchie idee e rifiutarsi di mollar la presa per far posto a idee nuove; trattenersi dall'essere ciò che si vuole essere, il che impedisce alla persona di coltivare il proprio senso di appartenenza; trattenersi perché c'è qualcuno lì vicino. Con questo problema il corpo dice alla persona di avere più fiducia nella vita, di credere nel sostegno che l'Universo le fornisce, come una madre amorevole. La diarrea è un segno di paura. Una persona che ha idee cupe, che è disperata, sarà soggetta a questo disturbo intestinale. Spesso se la prende con se stessa, e si vede piccola rispetto ai compiti che l'attendono. E una persona molto sensibile, che rifiuta fortemente se stessa, rifiuta i propri alimenti e anche il proprio cibo divino. È anche una persona che ha paura di essere rifiutata. Il corpo le dice con forza che nessuno l'abbandona, e che è soltanto nei suoi pensieri che esiste questa idea, che la sua immaginazione ha preso il sopravvento sulla realtà. Anche i gas intestinali sono una manifestazione della paura. Si dice che la paura fa inghiottire aria quando si mangia, e che quindi crea dei gas. L'ileite o morbo di Crohn è una malattia cronica dell'intestino. Bisogna dunque riferirsi ai messaggi che si manifestano per mezzo delle irregolarità intestinali (vedi intestino, poco sopra). La persona che soffre di ileite vive molte paure fra le quali c'è quella dominante del rifiuto. Basta un niente perché si preoccupi; tende a non sentirsi all'altezza delle situazioni e a percepirsi come "non abbastanza capace". La Candida albicans si manifesta in una persona che pretende troppo da se stessa; si tratta di un'ultraperfezionista, che manca di realismo in ciò che si chiede. Ha un'idea della felicità troppo elevata, e la cerca continuamente attraverso diverse esperienze, cimentandosi con molte cose. Inoltre, non appena la felicità si avvicina, questa persona fa in modo che le si manifestino degli ostacoli. Il suo corpo le dice di
essere più realista e di vedere la felicità nelle piccole cose; sarebbe bene, inoltre, che facesse attività più fisiche che mentali. La tenia, o verme solitario, si manifesta in una persona che si crede vittima, e che non si sente pulita dentro. E qualcuno che fatica ad amarsi e vedere la propria bellezza interiore. Sarebbe bene che si identificasse con il suo Sé cristico, e si fidasse di più delle persone che lo circondano. I vermi intestinali spesso compaiono in persone che mandano giù delle idee contrarie alle loro, idee che non sono per niente in accordo con il loro piano di vita e che tolgono loro la gioia di vivere. Se ricevi questo messaggio dal tuo corpo, è bene che tu accetti soltanto le idee benefiche per te, in armonia con i tuoi valori. Sarebbe saggio coltivare la gioia di vivere. La colite, ovvero l'infiammazione del colon, è tipica di chi si sente sempre sconfitto e oppresso; bisogna che questa persona, che spesso ha avuto genitori troppo esigenti e a cui è mancato l'affetto, impari ad amare i propri genitori per come sono, e smetta di dipendere dall'amore altrui per la propria felicità. Le aderenze sono collegate a dei sensi di colpa accumulati, a un modo di pensare che non è benefico per noi, e al quale rimaniamo aggrappati. Si sviluppano allora dei tessuti fibrosi che si accumulano e si induriscono aderendo all'intestino e agli organi genitali. Il corpo ti dice in questo caso di smettere di indurirti per darti ad intendere che tutto vada bene; smetti di coltivare questi sensi di colpa e accetta di aver fatto del tuo meglio. L'appendicite è ancora un altro effetto della paura, e chi ne è colpito manca di gioia di vivere, prova un senso di stanchezza e di insicurezza: è una persona che si trattiene e che è spesso troppo sensibile. Crede anche che, nella sua vita presente, non ci sia una via d'uscita. I reni costituiscono un mezzo molto importante per eliminare dal corpo veleni, tossine, sostanze di scarto. Ecco perché la ritenzione idrica o il gonfiore sono di solito causati da un cattivo funzionamento dei reni. Quando c'è un problema che riguarda questi organi, è dovuto al fatto che la persona non esprime apertamente ciò che prova. Anche se pensa che questo può ferire gli altri, bisogna che non si trattenga, ed esprima invece ciò che sente dentro di sé. Sono problemi presenti in persone troppo autoritarie, che vogliono decidere per tutti. Possono anche esistere in chi, al contrario, non riesce a decidere nulla nella sua vita, oppure in chi soffre di un complesso di inferiorità. Spesso si tratta di persone che hanno deciso di non poter avere successo, che mancano di autorevolezza, che hanno molta paura e si sentono impotenti. Quando si dice di qualcuno che ha "reni solidi"3, significa che è capace di cavarsela e di gestirsi da sé. Le persone con problemi renali spesso hanno avuto l'impressione che la loro vita fosse piena di ingiustizie e, di conseguenza, si sentono impotenti. Hanno deciso che la vita è ingiusta, oppure che lo sono stati i loro genitori, il che le ha indotte a sviluppare la critica. Se sei alle prese con questo problema, è molto importante che tu sia consapevole di avere il grande potere di decidere della tua vita; renditi conto che tutti questi sensi di impotenza, d'essere troppo o non abbastanza autorevole, provengono da decisioni maturate anteriormente, le quali non sono necessariamente benefiche per te. I calcoli renali dimostrano che c'è stato un lungo accumularsi di quanto sopra; la persona cerca di indurirsi invano, reprimendo le proprie emozioni. La nefrite è una malattia infiammatoria che si manifesta in chi reagisce eccessivamente alla delusione e al fallimento; queste cose altro non sono che esperienze, le quali ci permettono di imparare qualcosa continuamente. Non è di alcun beneficio rimpiangere di averle vissute e provarne rimorso. Il morbo di Bright è un'altra grave malattia renale. La sua causa profonda è la stessa che ho menzionato per le altre malattie dei reni in generale, ma qui è ancora più pronunciata. Chi ne soffre si considera come un totale fallimento. L'incontinenza urinaria, molto frequente nell'infanzia, spesso indica che il bambino si sente impotente davanti ai suoi genitori, che teme l'autorità, che teme di essere punito. Di solito, si tratta soprattutto di timore del padre. Il bambino lo ama talmente, da temere, da parte sua, anche il minimo rimprovero. E un
bambino che ha un gran bisogno di sentirsi dire "ti voglio bene!" e di sentire che gli si dà fiducia. Nell'adulto, l'incontinenza deriva da una situazione che vive con una persona che gli ricorda quanto ha provato con un genitore. Un'infezione alle vie urinarie si manifesta in chi rimprovera spesso gli altri, e soprattutto il proprio partner. E una persona che ha "la misura colma". E tempo che accetti la responsabilità di quanto le accade, sapendo che raccogliamo sempre quello che seminiamo. Se il risultato della semina non le piace, ha solo da cambiare comportamento. Il mal di pancia, in generale, indica sempre una paura, soprattutto la paura di perdere qualcuno o qualcosa. La peritonite è un messaggio di grande collera repressa in una persona che è troppo rigida, inflessibile, e che vuole avere tutto sotto controllo. Il dolore di questa malattia che è come "una pugnalata" rappresenta il grado di senso di colpa nella persona, che ce l'ha moltissimo con se stessa. In generale, il tutto rimane inconscio; ecco perché il corpo è costretto a parlare così forte, per ricondurre la persona all'amore di sé e di coloro che la circondano. Un amore più tollerante, più flessibile. I problemi di vescica comportano dei messaggi simili a quelli dei reni; di solito, indicano persone molto ansiose, che restano aggrappate alle loro vecchie idee. I problemi che riguardano gli organi genitali sono solitamente collegati ai sensi di colpa sessuali. Oggi è diffusa una forte tendenza egoista per quello che riguarda il sesso: la gente ha preso l'abitudine di fare l'amore per ottenere delle gratificazioni personali, o per farsi amare piuttosto che essere motivata dall'amore stesso. Chi si serve del sesso unicamente per trarne piacere fisico sa, in fondo in fondo, che questa non è la motivazione da usare; ecco perché poi prova dei sensi di colpa sessuali. Questi problemi sono frequenti anche in chi non accetta il proprio sesso: un ragazzo che avrebbe voluto essere una ragazza, o viceversa. Questa decisione può provenire dall'educazione, o addirittura dallo stato fetale, se i genitori desideravano un bambino di sesso opposto. Le donne che usano il sesso come mezzo di scambio, come mezzo di possesso o per esercitare il potere sul loro partner, spesso hanno problemi di vaginite; si fanno venire questa malattia in modo da avere una scusa per non fare l'amore per un certo tempo, o per punire il partner privandolo del sesso: ecco un esempio in cui il sesso viene usato per motivi egoisti. La leucorrea è una malattia vaginale che si produce nelle donne che credono di non avere potere sugli uomini, o in quelle che provano collera nei confronti del loro partner. I disturbi alle ovaie o all'utero riguardano le donne che non usano abbastanza la loro creatività per esercitare il loro potere sulla vita, o per prendere contatto con il potere di creare in altri campi. I disturbi mestruali sono la conseguenza del rifiuto della propria femminilità. Possono presentarsi in una donna che avrebbe preferito essere un uomo, o in quella che rifiuta il proprio principio femminile e tenta di proiettare l'immagine della "donna bionica" esprimendo soprattutto il proprio principio maschile. Crede di dover far tutto da sola, senza l'aiuto di un uomo. Non vuole essere dipendente da un uomo. D'altro canto, il suo più profondo desiderio è avere un uomo nella sua vita. La donna che è alle prese con problemi mestruali può anche pensare che il sesso sia "peccato", che sia "male", o "animalesco". Può rifiutarsi di lasciarsi andare a vivere la propria sessualità per senso di colpa e paura. Costei dovrà accettare che tutto ciò che accade nel suo corpo, ovvero i suoi desideri sessuali, la sua femminilità, la sua sessualità, sono cose perfettamente naturali e normali. Inoltre dovrà concedersi di aver bisogno di un uomo nella sua vita; smettendo di agire da uomo farà posto all'uomo desiderato. Un aborto spontaneo significa semplicemente che c'è stata una paura inconscia del futuro, e che la madre non si sente pronta per la venuta del bambino. Questo evento può anche essere provocato dall'anima del bambino che ha cambiato idea, nella sua scelta dei genitori o nella scelta del momento di tornare sulla Terra.
I problemi di menopausa esprimono la paura di invecchiare, di non essere più desiderata. Provengono dalla credenza che, con l'età, la donna sia sminuita o diventi inutile. Questa persona ha bisogno di accettare il fatto che avrà accesso, invece, a una saggezza maggiore, e che con la propria esperienza di vita potrà far sì che le capitino molte cose belle. Non è l'età che fa la differenza, ma ciò che facciamo di ogni fase della nostra vita. L'herpes genitale proviene dai sensi di colpa sessuali. La persona che ne soffre è disgustata dagli organi genitali del sesso opposto, e si sente colpevole per questo disgusto. Il corpo le dice di verificare da dove proviene questa credenza, e di esprimerla al proprio partner; inoltre, invece di punirsi, può permettersi di amare anche questa parte del corpo umano. L'AIDS indica un profondo senso di colpa sessuale. La negazione di sé può andare fino alla convinzione di non meritare la vita. Le persone che ne sono colpite non si credevano sufficientemente capaci, si ritenevano sporche, e hanno compensato con gratificazioni di ordine sessuale. Le malattie veneree in generale, tanto per gli uomini quanto per le donne, hanno lo stesso significato dell'herpes genitale. La sterilità può provenire da una paura, dal fare resistenza all'idea di creare un'altra vita. Può anche significare che non abbiamo bisogno di vivere l'esperienza di diventare genitori. In caso di sterilità, è meglio fidarsi della vita, e affidarsi al proprio Dio interiore per scoprire se, per noi, è benefico oppure no creare un bambino. Prima di tutto è importante imparare ad amarsi e ad accettarsi come si è. Le frustrazioni di origine sessuale corrispondono a un'educazione sessuale molto severa; le persone che le sperimentano, credono profondamente che gli organi genitali siano sinonimo di peccato, di sporcizia. L'impotenza sessuale nell'uomo è segno di un'eccessiva tensione e di un senso di colpa, che può derivare da un rancore nei confronti di una partner precedente. Questa eccessiva pressione sessuale può provenire da una paura inconscia della madre, che l'uomo sente sempre presente; teme di dispiacerle, ed è questo il segno di un fortissimo complesso di Edipo che non è stato riassorbito. I problemi di prostata si manifestano spesso nell'uomo che, vedendosi invecchiare, ha paura e si sente colpevole per non aver più la stessa energia sessuale. Pensa che, così, è meno uomo, meno virile. Quando un uomo calcola il proprio valore umano in base alle sue capacità di fornire prestazioni sessuali, è indotto a voler esagerare queste prestazioni, per dimostrare a se stesso di esserne ancora capace. Ha molta difficoltà ad accettare il proprio invecchiamento e la riduzione della libido. Il messaggio che il corpo tenta di fargli pervenire è che ha situato il suo valore sul piano sbagliato. Un disturbo ai testicoli indica mancanza di accettazione della propria mascolinità o del proprio principio maschile. (Rileggere pagina 94). L'endometriosi è foriera di un messaggio simile a quello dei problemi mestruali, ma ancora più pronunciato. Le malattie che terminano con il suffisso "osi" hanno radici più profonde, che provengono dalla prima infanzia o addirittura da una vita anteriore. È molto frequente che questo messaggio indichi il gran desiderio di avere un bambino, ma che la paura del parto sia più forte del desiderio. La donna, dunque, si fornisce una scusa per non restare incinta. È importante fronteggiare questa paura e accorgersi che proviene da una credenza non benefica. Le due prime zone del corpo sono legate al piano fisico. Terza zona: la zona del plesso solare Questa regione va dall'ombelico fino, all'incirca, sotto il seno. Posteriormente, comprende lo spazio che corrisponde alle cinque vertebre lombari. E in questa zona che si trovano fegato, stomaco, milza, pancreas e duodeno, ovvero gran parte dell'apparato digerente. È nella zona del plesso solare che proviamo quanto accade nella nostra vita emozionale e affettiva; è il centro delle emozioni, dei desideri e dell'intelletto. Quando si manifestano problemi in questa parte del corpo, è segno che i nostri desideri sono eccessivamente volti alla ricerca di gratificazioni fisiche,
piuttosto che al miglioramento del nostro essere. La persona in questione vive emozioni di odio, rancore, invidia, possesso, provenienti dal fatto di avere costantemente delle aspettative, e di voler essere amata invece di amare gli altri. I problemi che corrispondono a questa zona sono anche tipici di chi si sente aggredito, di chi prova il bisogno di difendersi e ha una collera repressa. A sua volta, la collera spesso proviene da una mancanza di affermazione dei propri desideri. Questa zona del corpo viene anche colpita in chi si serve del proprio intelletto in modo egoista, cioè per farsi gli affari suoi invece di amare gli altri e accettarli come sono. Più una persona analizza, razionalizza e vuole capire tutto a modo suo, più si apre ad esperienze emozionali. Quando accettiamo gli altri come sono, non viviamo emozioni di questo genere. L'intelletto umano deve servire ad acquisire nuove conoscenze, a comprendere nuovi dati; ci è stato dato per sviluppare la coscienza del nostro essere reale, e per migliorarci continuamente; non va mai usato per tentare di trasformare gli altri a immagine di ciò che pensiamo sarebbe bene per loro. In genere, chi prova dolore nella parte mediana della schiena (lombaggine), ovvero nella zona delle cinque vertebre lombari, è qualcuno che si sente davvero impotente nei confronti di una situazione della propria vita presente. Questa persona avrebbe voglia di mandare a stendere qualcuno, di dargli una bella scrollata. Prova una grande amarezza ed è davvero disperata e impotente per questo. Inoltre, si sente sminuita all'idea di dover chiedere aiuto. Ecco il segnale che il corpo le dà, dicendole che vive un eccesso di emozioni legato al proprio senso di impotenza: bisogna che si riconnetta alla fonte di energia creativa che la aiuterà a definire con chiarezza ciò che vuole, a visualizzarlo, a sentirlo in tutto il suo essere e ad agire di conseguenza. Se questa persona ha bisogno di aiuto, è bene che lo chieda in modo chiaro invece di aspettarsi che sia l'altro ad esercitare la telepatia e ad indovinare le sue necessità. Il nervo sciatico è il nervo più lungo del corpo umano. Inizia nella zona lombare della colonna vertebrale, attraversa la natica, la coscia e la gamba, e arriva fino al piede. Una nevralgia del nervo sciatico indica la paura di mancare di denaro, e insicurezza nei confronti del futuro. Per conoscere quanto sei possessivo o dipendente nei confronti del denaro, chiediti: “Se perdessi il mio lavoro o tutti i soldi che ho oggi, come reagirei?» Questo disturbo si presenta spesso in persone che si danno ad intendere che, per loro, i soldi e i beni materiali non siano tanto importanti. Il messaggio è molto preciso: è più che ora di scoprire che la tua vera sicurezza è un sentimento interiore, invece di credere che vada di pari passo con il valore dei tuoi beni materiali. Lo spostamento del disco intervertebrale si presenta in una persona che non si sente abbastanza sostenuta dalla vita. A causa di questa illusione, nutre incertezza sulla validità delle proprie decisioni. Sarebbe bene che si approvasse, che avesse più fiducia in sé, e incominciasse a credere fermamente che il sostegno necessario arriverà al momento opportuno. Una scoliosi si manifesta in una persona che ha l'impressione di doversi far carico di tutti i problemi della vita. Si sente impotente e senza speranza. Il messaggio che il corpo le dà è di prendere la vita giorno per giorno, di creare in essa tanta gioia, sentendosi grandissima, capace e libera. I disturbi al fegato si manifestano in persone che hanno grandi difficoltà ad accettare gli altri, in persone che spesso sono scontente, criticano e giudicano i loro simili. In questo modo costoro si creano tanta collera, perche inconsciamente sanno che quanto criticano negli altri è quella parte di loro stessi che non accettano. E quando la collera si accumula, ecco che arriva l'attacco di mal di fegato! I problemi epatici sono ricorrenti anche nelle persone tristi, irritabili, invidiose o gelose degli altri, cosa che toglie loro molta gioia di vivere. Fra tutti questi problemi, spesso si nasconde un rifiuto di sforzarsi, una nonaccettazione della necessità di evolversi, o l'assenza di desiderio di spingersi oltre nella propria evoluzione personale. Il messaggio che tutti questi disturbi epatici ti danno in generale è il seguente: smetti di fare le capriole per venire amato, amati accettandoti come sei. Ferma i tuoi desideri e smetti di aver bisogno dell'approvazione del tuo prossimo per sentirti felice.
I calcoli al fegato o calcoli biliari sono frequenti in persone molto decise, combattive, desiderose di procedere, ma che si lasciano frenare da qualcuno del loro ambiente. Questo le induce ad alimentare pensieri di scontento e di aggressività. Osano agire, ma nella paura. Può anche trattarsi di una persona che non riesce a decidersi ad andare avanti o che manca di coraggio. E frequente che chi soffre di calcoli biliari alimenti pensieri duri. L'epatite si manifesta in persone che "si fanno un travaso di bile" per un nonnulla, e conoscono molta collera e rancore. L'itterizia, che è la malattia di una persona che "manda giù" la bile, è anch'essa legata alla collera, ad emozioni represse e alla delusione. I disturbi di stomaco sono tipici delle persone incapaci di accettare o assimilare idee nuove, di chi ha difficoltà ad accettare che a volte esistono contrarietà e inquietudini. Questi incidenti vanno accettati per integrarli meglio nella nostra esperienza di vita. I problemi di stomaco sono tipici di chi si oppone alle nuove idee o non le assimila, e prova difficoltà ad accettare che esistano talvolta contrarietà e inquietudini; accettarle, invece, significa integrarle al meglio nella nostra esperienza di vita. Una gastrite è foriera dello stesso messaggio dei problemi di stomaco, con in più la collera proveniente da un'incertezza troppo prolungata. La gastroenterite trasmette un doppio messaggio: quello della gastrite e quello della diarrea. Per riassumere, è un problema che si manifesta in una persona molto suscettibile. Non avendo digerito una data situazione o una data persona, costui rifiuta se stesso in modo violento. Sarebbe bene che fosse meno dipendente dagli altri, che si amasse così com'è e lasciasse agli altri la possibilità di essere se stessi. Quando hai un problema di digestione, un problema di stomaco, chiediti: “Che cosa sta accadendo, in questo momento, nella mia vita, che non riesco a digerire e ad accettare?» oppure: “Quale persona non riesco a mandar giù, in questo momento?» Il messaggio che questi disturbi vogliono comunicarti è che è importante imparare ad amare di più. Le persone che pensano che gli altri abbiano torto e che si sentono aggredite, andranno soggette a problemi di stomaco. Bisogna che imparino ad accogliere i pensieri e i desideri altrui senza per questo sentirsi minacciate. Un'indigestione è dovuta allo stato di dolore in cui ti trovi quando la misura è colma nei confronti di qualcosa o di qualcuno e ti ribelli perché non ne puoi più. Ti raccomando fortemente di esprimerti con la persona in questione, prima di arrivare a questo stato di straripamento. Se la faccenda è legata a una situazione sgradevole, è più che ora di passare all'azione per risistemare le cose. Il vomito, in generale, indica il rifiuto di qualcosa o di qualcuno. Chiediti: “Chi o che cosa, in questo momento, mi sta sullo stomaco? Quale paura, dentro di me, mi impedisce di mandar giù questa situazione?» Quanto detto sopra riguarda il vomito di un cibo ingerito da poche ore; se il vomito non è causato da un cibo ingerito da poco, si tratta allora di un sintomo di "pulizie interiori", proveniente da un conflitto interiore che è già stato risolto. Il bruciore di stomaco si manifesta quando qualcuno o qualcosa "ti brucia", e di conseguenza provi molta collera o senso di impotenza. Il messaggio da comprendere, sarà allora di smettere di aver paura di affermare i tuoi bisogni e i tuoi desideri, e accettare il fatto che gli altri siano diversi, e abbiano bisogni diversi. L'ulcera allo stomaco o al duodeno indicano alla persona che soffre di questa patologia, che si rode dentro, che è divorata. Questa persona spesso vede gli eventi come più drammatici di quanto siano realmente; ha un sacco di contrarietà, di stress, di inquietudine e si preoccupa tanto per poca cosa. Sarebbe bene che imparasse a discernere che cosa è importante nella vita. Questo disturbo si presenta spesso in chi non si sente sufficientemente capace, e si critica e si giudica molto. A forza di non amarsi, diventa irritabile, perde la pazienza con gli altri, prova risentimento. Questo messaggio del corpo dice:
“Comincia a dire a te stesso qualcosa di carino! Vedi tutte le tue belle qualità e prendi la vita con un po' di discernimento!» Gradualmente le emozioni faranno luogo a un gran senso di benessere. L'ansia è originata dall'incapacità di prendere le distanze dal passato, per paura che si ripeta qualcosa di sgradevole. L'ansia è percepita soprattutto come un nodo nello stomaco; il messaggio sarà di respirare più volte, a fondo, di smettere di nutrire il passato e di vivere il presente con gioia e gratitudine. Un avvelenamento da cibo indica una grande contrarietà nei confronti di un'altra persona. E l'espressione di pensieri velenosi. La persona stessa, attraverso i suoi pensieri, ha fatto in modo di procurarsi un cibo deteriorato. Hai mai sentito dire che, su quattro persone che avevano mangiato la stessa cosa, una soltanto è stata ricoverata per avvelenamento? Ora sai perché. Il pancreas è una ghiandola importante per la digestione: grazie all'insulina che secerne, collabora a rendere stabile il tasso di zucchero nel sangue. Fra i problemi del pancreas, abbiamo l'ipoglicemia. L'ipoglicemico ha difficoltà a vedere la gioia nella vita, trova che la vita non abbia "abbastanza zucchero"; lo zucchero, infatti, simboleggia la ricompensa, la tenerezza, l'affetto, le manifestazioni d'amore. In generale, oggi la società manca proprio di questo amore, di questa tenerezza e di questo affetto che tutti desiderano. Quasi tutti si aspettano che la felicità giunga dall'esterno. La gente si compensa mangiando più zuccheri. L'ipoglicemico è anche una persona che si difende male nella vita, che prova molta angoscia e diventa eccessivamente ostile nei confronti delle persone che lo circondano quando le sue aspettative non vengono soddisfatte. Il corpo gli dice che è più che ora di imparare a digerire ciò che accade, accettare gli eventi della vita e sviluppare una maggiore adattabilità ad essi, che se li sia scelti consciamente oppure no. Il corpo gli consiglia inoltre di congratularsi con se stesso, di ricompensarsi prestando più ascolto ai propri desideri invece di soddisfare sempre quelli degli altri con la speranza di venire apprezzato o amato di più. Il diabete, che è un'altra manifestazione di un pancreas non più sano, è caratteristico di chi ha l'impressione che gli manchi amore. Si manifesta in persone che hanno grande difficoltà a ricevere e che non credono di meritarsi alcun piacere nella vita. Nel diabetico è presente una tristezza profonda, spesso inconscia; in compenso avrà grandi desideri di mangiare zucchero, pasta, pane, o qualsiasi altro cibo che produce glucosio nel corpo. Oltre a credere a una mancanza affettiva, il diabetico può anche credere di avere limitazioni finanziarie. Dal momento che raccogliamo quello che seminiamo, diventa allora molto importante per lui rendersi conto che, se sente una mancanza d'affetto, è segno che è ora di seminarne. Se manca di denaro, e ora di cominciare a darne, e questo, subito. Il messaggio di una pancreatite è simile a quello del diabete e dell'ipoglicemia: basta aggiungere collera e frustrazione. I messaggi che ricevi dai disturbi del pancreas dicono di smettere di credere di aver bisogno di uno stimolo proveniente dall'esterno per sentirti a tuo agio, sia con te stesso che per quello che riguarda la tua reputazione. Prendi contatto con i tuo i desideri e i tuoi bisogni, vai a cercarli: sarà questo il tuo stimolante. La milza ha la funzione di produrre l'emoglobina, i pigmenti biliari, gli anticorpi. Un disturbo alla milza significa che la gioia non circola bene nella tua vita. Per conoscerla, bisogna che tu accetti i tuoi desideri, e che tu li esprima invece di sentirti colpevole perché li hai. Le persone che hanno questo genere di disturbi si deprimono facilmente, si preoccupano troppo dei dettagli e facilmente sono perseguitate da un'idea ossessiva, cosa che toglie loro gioia. Paradossalmente, costoro ridono spesso, come se la vita fosse un gioco, mentre in realtà, per loro, è un dramma! La mononucleosi compare sovente in persone che si sentono molto colpevoli, e che si fanno venire questa malattia per ritirarsi e concedersi qualche cosa di più. Il significato di questa malattia è direttamente collegato ai problemi di milza, in quanto quest'organo aumenta di volume. La mononucleosi può anche comparire in persone che hanno il dono di sminuirsi, di sminuire la vita o la gente, e che
trovano sempre qualcosa da ridire sugli altri, sicché internamente non smettono mai di criticare. Sarebbe bene, per costoro, vedersi attraverso gli altri e sviluppare amore per la vita. Quarta zona: la zona del cuore La zona del cuore comprende le dodici vertebre dorsali che partono dalla metà della schiena e arrivano alla nuca. Comprende anche l'area che va dal seno alla base del collo. L'energia del cuore va diretta verso l'amore e la compassione, e non verso la critica di sé o degli altri. Più ci critichiamo, più critichiamo gli altri, più questa regione del corpo sarà disturbata. L'energia del cuore è anche l'energia del perdono, per se stessi e per gli altri. Tutti i problemi cardiaci esprimono una mancanza di gioia. Chi ne soffre è una persona che soffoca dentro di sé il bambino; crede molto negli sforzi, e spesso soffre di stress. E una persona che sovente si sente frustrata, che prova il bisogno di amare qualcuno per essere felice, invece di amare semplicemente perché è felice. Questi problemi indicano che questa persona si muove in direzione opposta ai suoi bisogni affettivi; dovrebbe prendere la vita con un po' più di discernimento, aggiungerci tanto amore e gioia, perdonare a se stessa e agli altri. L'angoscia sentita nella zona del petto e del cuore si manifesta in chi non si ama abbastanza, e dipende da un altro per sentirsi amato. L'angoscia può essere dovuta alla perdita della persona da cui si dipendeva, o alla paura di perderla. Non ricevendo la felicità attesa, la frustrazione è molto alta, e il cuore dice: “Amati di più, credi di più in te stesso, congratulati di più con te stesso. Vedi le tue qualità invece dei tuoi difetti, così non dovrai più dipendere dagli altri per sapere di essere una persona amabile». L'angina pectoris è un'insufficienza di afflusso sanguigno al cuore. Significa che la persona prende troppo a cuore quello che fa, e non ci mette abbastanza gioia. La gioia smette di circolare. Il messaggio? Non prendere la vita tanto sul serio! Quando una persona soffre di palpitazioni, semplicemente è il suo cuore a chiederle più attenzione. Si mette a saltare per segnalare che potrebbe prendersi un po' più di tempo per occuparsi di sé, e smettere di credere di non essere abbastanza importante. In breve, il messaggio è chiaro: “Amati di più, congratulati con te stesso invece di criticarti». L'aritmia è un'irregolarità del ritmo cardiaco. Il messaggio è il medesimo che abbiamo visto per i problemi cardiaci (vedere pagina 113) con una sfumatura in più, ovvero che l'atteggiamento di questa persona è irregolare, e quindi la gioia circola nella sua vita irregolarmente. Ha degli alti e dei bassi. Questa persona deve imparare ad amarsi, ossia a concedersi di avere degli alti e dei bassi. Un attacco di cuore è il frutto di una vita trascorsa ad anteporre i soldi e/o il potere prima della gioia del cuore. Il cuore grida: “Aiuto! Questa vita non la voglio più! Mi piace amare ed essere amato!» Avere la nausea4 significa avere "mal-di-vita". E un malessere tipico di chi teme che una situazione presente influisca sulla sua vita futura o sulla sua gioia di vivere; l'esempio tipico è quello della donna incinta. L'arteriosclerosi è un indurimento progressivo delle arterie che si manifesta in persone che si induriscono, che offrono resistenza, che sono molto tese. Il corpo dice loro di percepire solo il buono e il bene sia in sé che intorno a sé, e di lasciarsi andare alla vita con gioia e flessibilità. Chi prova dolore nella parte alta della schiena di solito nutre eccessive aspettative nei confronti degli altri, e questo gli provoca collera. Avrebbe bisogno di esprimersi, e di fare domande, invece di reprimere la collera. Non si sente in grado di auto-sostenersi dal punto di vista affettivo, e crede che se gli altri l'amassero di più farebbero per lui questo e quest'altro. Un esempio? Prendiamo la madre di famiglia che dice: “In casa faccio tutto io! Lavo, pulisco, eccetera. In cambio dovrebbero fare questo e quest'altro...» Si crede in tal modo responsabile della felicità di tutta la famiglia, e trova la cosa molto pesante da sostenere. Un altro esempio, è quello del marito che dice: “Lavoro tutta la settimana, non fumo, non faccio le corna a mia moglie! Verso tutto lo stipendio in casa... In cambio lei dovrebbe fare questo o quest'altro...» Ecco cosa si intende per avere delle aspettative, e sentirsi sostenuti nella propria vita affettiva. Con questi messaggi il corpo ci dice che bisogna imparare ad amare: amare noi stessi e
amare gli altri. Ci dice di accettare che tutto quanto facciamo è sempre fatto al meglio delle nostre conoscenze, che ognuno fa sempre quello che può, e che non è il caso di passare il tempo a criticare e a giudicare. Dice anche di formulare più chiaramente le nostre domande, e di accettare di chiedere aiuto, quando è necessario. I dolori alle spalle vengono quando ci si sente gravati di un grosso carico affettivo, o ci si crede responsabili della felicità altrui. In generale, chi ha dolore alle spalle, oltre che alla parte alta della schiena, è una persona che si fa carico di ciò che non le compete! Crede di dover trovare una soluzione ai problemi che riguardano gli altri, mentre in realtà bisogna che dia loro più spazio, che deleghi, oppure che lasci che siano gli altri ad occuparsi della loro felicità. Il dolore alle spalle è spesso legato anche a un senso di insicurezza nei confronti del futuro, che viene percepito come un fardello. Vivere al presente permetterà di eliminare questo disturbo. Usiamo le braccia per lavorare, per abbracciare gli altri o, metaforicamente, per "abbracciare" (accogliere) nuove situazioni. Il dolore alle braccia può dunque significare che, attualmente, la persona che ne è colpita non esegue il suo lavoro con amore. Può darsi che sia ora di cambiare, di trovare un lavoro più motivante, o di vedere i lati buoni di quello attuale, investendovi più amore, il che avrebbe come risultato di trasformarlo in un successo. E anche possibile che questa persona si trovi di fronti a una situazione nuova, difficile da accettare. Il braccio suggerisce semplicemente di accogliere questa situazione nuova con amore e fiducia. Il dolore alle braccia può anche voler dire che non ce ne serviamo abbastanza per abbracciare gli altri, per prenderli fra le braccia. Ad esempio, un padre può avere difficoltà ad abbracciare il figlio, a dimostrargli l'affetto fisicamente. Incominciare a servirsi delle braccia per abbracciare gli altri aiuterà molto a risolvere alcuni di questi problemi. Il dolore alle braccia è anche tipico di chi dubita della propria capacità di portare a termine qualcosa. Allora, le braccia tentano di dare il messaggio seguente: “Vuoi smettere di dubitare delle tue capacità?» Può anche essere che questo dolore si manifesti in una persona che ha paura di non essere più "il braccio destro" di qualcuno, o di non essere all'altezza in qualità di "braccio destro". E importante che costui verifichi se le sue paure sono davvero fondate. Se sei afflitto da questo problema, immagina di osservare un tale che svolge il tuo lavoro al tuo posto; osservando la scena in modo imparziale, ti renderai conto che quello che fai, lo fai benissimo. Affinché tutta la zona del cuore sia in armonia, dal momento che le braccia si trovano lungo l'asse del cuore, bisogna sempre ammirarsi e non criticarsi. Una borsite è provocata dalla collera repressa. Chi hai voglia di picchiare? Chiediti: se non avessi più questo braccio, che cosa non riusciresti più a fare? La risposta ti aiuterà a comprenderne meglio la causa. Questa malattia molto spesso è collegata al lavoro; il corpo ti dice di adattarti alle situazioni e ai colleghi di lavoro, e crearvi gioia. I gomiti sono la parte flessibile del braccio; un dolore al gomito è spesso un'indicazione di mancanza di flessibilità nel modo di far fronte a una nuova situazione. Questa mancanza di flessibilità può provenire dalla paura di trovarsi bloccati; essa impedisce alla persona di lasciarsi andare, di abbandonarsi e di orchestrare bene la nuova situazione. Ci serviamo delle mani per toccare, per prendere, per dare, per ricevere, per lavorare. Dunque, se hai un problema alle mani, guarda che cosa stai facendo in questo momento. C'è gioia nell'attività delle tue mani? Come puoi constatare, braccia e mani sono il prolungamento della regione del cuore. Bisogna dunque sempre servirsene per manifestare più amore, vuoi verso gli altri, vuoi verso te stesso. Il lato sinistro è il lato del "ricevere": ricevi con amore, o pensi di dover dare qualcosa in cambio? Ricevi dicendoti che l'altro si aspetta qualcosa in cambio. Bisogna che tu riceva e che tu accolga tutto quanto ti accade come qualcosa che ti è dovuto, qualcosa a cui hai diritto. Hai diritto a ricevere felicità. Il lato destro è quello del "dare", e va usato allo stesso modo: senza aspettative, con il cuore. E il cuore che dà, ma deve servirsi delle mani per farlo. Quando dai, dai senza aspettative, senza cercare gratificazioni in
cambio. Fallo per la gioia di rendere felice l'altro. Le mani, per essere felici, hanno bisogno di toccare con amore, hanno bisogno di fare qualcosa di gradevole come, ad esempio, suonare uno strumento musicale. Un problema al polso indica mancanza di flessibilità. E bene verificare quello che fai più spesso con questa mano, per sapere in che cosa manchi di flessibilità; inoltre, se è il polso destro, può trattarsi di mancanza di flessibilità nel tuo modo di dare mentre, se si tratta del polso sinistro, del tuo modo di ricevere. Un blocco delle normali funzioni del tunnel carpale, situato nel polso, si manifesta soprattutto nelle persone che fanno o vorrebbero fare delle cose con le loro mani allo scopo di provare il loro valore. Si sforzano troppo, cercando di superare a tutti i costi i loro limiti. Costoro farebbero bene a scoprire il loro valore personale, invece di credere di aver valore soltanto in base alle cose che fanno con le loro mani. I problemi alle dita della mano, un dito ferito, graffiato, pustole o verruche sulle dita, stanno tutti a significare che ci si è preoccupati per i dettagli del momento presente. A seconda del dito in causa, varia il significato. Un problema al pollice è collegato a un'eccessiva attività mentale, a preoccupazioni all'idea di dare o ricevere "una spinta"5. Il messaggio? Prendere le cose sul ridere, senza drammatizzarle. Un problema all'indice è segno di orgoglio, di paura. Come sappiamo, chi dà ordini, tenta di far capire il proprio punto di vista, spesso punta l'indice verso il proprio interlocutore. Quando la cosa è fatta con l'intenzione di cambiare l'altra persona, ne risulta sovente un dolore a questo dito. La cosa, spesso, camuffa la paura. Questo disturbo comporta il seguente messaggio: “Smettila di cercare di aver ragione per dei particolari così insignificanti!» Il medio rappresenta la collera e la sessualità; un problema a questo dito potrebbe indicare una collera legata alla tua vita sessuale, e che ti preoccupi per un nonnulla. L'anulare rappresenta le unioni e il dispiacere. E il dito in cui infiliamo l'anello di fidanzamento, oltre che la vera coniugale. Se ti fa male, se è mutilato, sta a dire che vivi un dispiacere correlato a una relazione affettiva; questo dispiacere proviene da dettagli per i quali è inutile prendersela così tanto. I problemi al mignolo indicano che attualmente vivi emozioni sul piano della famiglia. E lì, dunque, che va concentrata la tua ricerca; queste emozioni, sono anch'esse causate da delle banalità. Le unghie riflettono la tua energia e il senso di protezione che provi negli eventi che accadono intorno a te. Nel descrivere lo stato delle unghie, prenderai conoscenza dello stato presente della tua energia. Se le unghie si rompono, è segno di energia irregolare, che ha degli alti e bassi; se sono molli, indicano stanchezza interiore. Rosicchiarsi le unghie è indice di un senso di frustrazione, che quasi sempre deriva da un rancore nei confronti di un genitore, rancore che risale all'infanzia, e che ci ha lasciato l'impressione di non poter vivere veramente come vorremmo. Quando la persona vive una situazione che le ripropone la frustrazione degli anni giovanili, si mangia le unghie. Ecco un altro messaggio che dice di infondere gioia, piacere e felicità in tutto ciò che facciamo, e che non è necessario difendersi sempre da tutti. I disturbi al seno sono collegati all'aspetto materno dell'essere, indipendentemente dal suo sesso. Sono legati al fatto di esser una "chioccia" (certamente sapete che ci sono molti uomini "chiocce"...), al voler super-proteggere le persone che amiamo, a non lasciarle agir a modo loro, a volerle governare eccessivamente. Molti bambini, da adulti, diventano la madre della loro madre. Hanno l'impressione che lei sia come un bambino, e di avere il dovere di proteggerla e dirigerla. Si incontrano anche molte donne che hanno un comportamento materno nei confronti del marito: “Vestiti un po' meglio!», “Non mangiare tanto!», “Bevi troppo!» E anche possibile diventare eccessivamente dirigista nei propri confronti, come se si diventasse la propria madre. I seni duri e dolenti dicono: “Con chi ti sei così indurito, in questo momento?» Questi problemi sono un avvertimento da parte del corpo affinché tu lasci da parte il tuo eccesso di sollecitudine materna, e impari ad amarti e a lasciare che gli altri agiscano come vogliono, in base alla loro nozione di felicità.
Il petto è collegato alla famiglia. Una persona che ha un gran bisogno di affetto e di tenerezza di solito ha il desiderio di rannicchiarsi sul petto di qualcuno. Può anche trattarsi di una persona che prova un gran bisogno di dare, ma che si trattiene per paura che qualcuno ne approfitti. Quando duole il petto, il messaggio è: “Non essere così diffidente! Su, da'! Se hai bisogno di tenerezza e affetto, comincia a dare, e riceverai». Gli altri problemi legati al centro cardiaco e in particolare alla zona del cuore, sono di natura circolatoria. Hanno a che fare col sangue, il quale rappresenta la gioia nella vita. Il tuo sangue riassume in toto quello che sei, quello che vivi; l'alimentazione fisica ha un ruolo nella formazione del sangue esattamente come quanto accade dentro di te sul piano emozionale e sul piano mentale. Se provi una grande tristezza, paura, collera o critica nei confronti di te stesso, tutto questo influisce sul sangue, lo rende anemico e pieno di tossine. Quando la circolazione è inadeguata, significa che nella vita l'amore non circola abbastanza; può anche darsi che non vi sia sufficiente dinamismo nell'aspetto sociale della tua vita, che tu non ti permetta di vivere una vita sociale che ti darebbe molta gioia. E anche possibile che siano le idee a non circolare con sufficiente libertà, sempre a causa della mancanza di gioia che fa sì che tu le blocchi. Un problema di colesterolo nel sangue indica un blocco della gioia di vivere. La persona che ne soffre ha creduto di non essere amata da uno dei genitori durante l'infanzia; soprattutto il genitore che provvedeva al cibo, ovvero la mamma o la persona che ne svolgeva le funzioni. Questa persona aveva l'impressione di non venire nutrita abbastanza, fisicamente e psicologicamente; credeva che ricevere il nutrimento volesse dire essere amati. Inconsciamente, questa mancanza d'amore fa sì che continui a cercarlo nelle altre persone, e così facendo non si rende conto che la mancanza di gioia di vivere è fondata sulla percezione della forma d'amore ricevuta da quel genitore. Il messaggio è chiaro: mutare la percezione, aprirsi all'amore che quel genitore le ha dato e lasciare, finalmente, che la gioia di vivere le scorra nelle vene. Uno dei mezzi per riuscirci è entrare più in contatto con i desideri del bambino dentro di sé. Questo problema si presenta anche in persone che non osano esprimere pienamente uno dei loro talenti: infatti sono così esigenti con se stesse, che l'uso di questo talento toglie loro la gioia che potrebbero averne; dal momento che hanno talento in un certo campo, ritengono cioè di non potersi permettere nessuno sbaglio. La leucemia o cancro del sangue si manifesta in una persona che si svaluta o si sente svalutata in modo infantile. Questa malattia si presenta spesso in un bambino che non si sente accolto o che crede di non appartenere alla sua famiglia. Questa credenza gli toglie la gioia di vivere in questo mondo fisico, e può fargli venir voglia di tornare nel mondo dell'anima. Questo bambino può anche sviluppare un odio inconscio nei confronti di uno dei genitori. Uno dei principali problemi circolatori è la trombosi coronarica, che consiste nel coagularsi del sangue all'interno di un'arteria o una vena. Questo problema è caratteristico di una persona che si sente sola, che ha paura e pensa che non sarà mai in grado di sormontare le sue difficoltà. L'assenza di gioia è praticamente totale, e il sangue (la vita!) tende a solidificarsi, a smettere di circolare. L'ipertensione, o pressione alta, proviene da un turbamento emozionale di lontana origine. Trascinando troppo a lungo le stesse emozioni, queste si amplificano e la vita si fa sempre più drammatica. Spesso questo disturbo è presente in una persona che inghiotte la propria collera; può anche manifestarsi in chi è troppo centrato nel suo intelletto, nella propria immaginazione, che ragiona troppo svuotandosi così dell'energia, vivendo troppe emozioni. L'effetto è che il sangue ne esce sconvolto. Il corpo gli dice di calmarsi, di non drammatizzare e di criticar di meno. L'ipotensione, o pressione bassa, è l'opposto dell'ipertensione. Colpisce persone che si sentono sopraffatte dagli eventi, sconfitte fin dall'inizio, e che vorrebbero mollare tutto, dicendo: “Non si approda a niente, la cosa non può funzionare!» Costoro fanno rapidamente scendere la loro energia vitale perché non possono sopportare il peso degli eventi della vita. Hanno perso coraggio, e non vogliono più essere
responsabili di niente. Può anche accadere che la pressione bassa, quando non è troppo accentuata, sia di fatto normale per alcune persone; se la tua pressione è al di sotto della norma ma, ciò malgrado, ti senti in piena forma, non hai tendenze depressive né desiderio di mollare tutto, è probabile che sia la pressione giusta per te, perché non influisce sulla qualità della tua vita. Il singhiozzo frequente e duraturo è un'esperienza molto sgradevole per chi la subisce. Ciò che la persona prova simultaneamente dentro di sé è altrettanto sgradevole. Vive in rivolta, e si giudica duramente. In lei, c'è un brusio che non riesce a mettere a tacere, e che rappresenta l'incapacità di fermare il meccanismo del pensiero. A questo punto l'organismo intero è disturbato. La soluzione sta nel calmarsi, nel vedere gli eventi più freddamente e nel chiedere aiuto, se necessario, per imparare a mettere ordine nelle proprie idee. Chi soffre di iperventilazione è qualcuno che oppone molta resistenza al cambiamento. Ha paura del nuovo e non si fida di ciò che accade attualmente. Il corpo le dice di respirare normalmente e di lasciarsi andare al processo della vita. I problemi respiratori (asma, raffreddore da fieno, eccetera) sono un'indicazione di soffocamento; ma non sono gli altri a farci soffocare, siamo piuttosto noi stessi, a lasciarci soffocare dalla nostra impressionabilità. La persona che soffre di problemi respiratori consente agli altri di farle fare cose che non ha voglia di fare, oppure si lascia influenzare e cambia idea, e questo le dà l'impressione di soffocare. Per ribellarsi a questa situazione, è pronta a qualsiasi cosa, anche a soffocare davvero. Per questa persona è un mezzo per manipolare gli altri. Se il disturbo si ripresenta regolarmente nello stesso periodo, come accade col raffreddore da fieno, vuol dire che la causa profonda è sempre presente, e che la persona si è condizionata a farla risalire a galla periodicamente. Sarebbe più che ora che questa persona prendesse il suo spazio, e smettesse di fare tutte queste acrobazie per farsi amare dagli altri. Bisogna davvero che impari ad amare se stessa, per cominciare, e soprattutto ad aprirsi a ciò che la vita comporta di bello e di buono. L'apnea, che è un arresto respiratorio, indica un arresto della vita. Chi soffre di questo disturbo deve verificare in quali circostanze l'arresto si produce: se avviene in stato di riposo, indica che la persona blocca la circolazione della vita (l'ossigeno) trattenendo troppo le vecchie abitudini (l'anidride carbonica) quando si riposa. Sarebbe bene che passasse in rivista il suo atteggiamento nei confronti del riposo. Gli attacchi di asfissia sono quasi sempre causati da un'ostruzione delle vie respiratorie, e si presentano in chi ha grandi paure provenienti dall'infanzia. E ora che questa persona si prenda cura di sé, che volti pagina rispetto all'infanzia e abbia fiducia nella vita, nella Terra nostra madre, che provvede ai bisogni di tutti. I disturbi ai polmoni si presentano in persone che non sanno respirare la vita, che non sanno trovare interesse nelle proprie attività, che non credono di meritarsi una vita piena. Costoro provano angoscia di fronte alla morte, e hanno una paura inconscia di morire. Qualsiasi incidente che simboleggi la morte rispetto a un qualcosa, oppure la morte di qualcuno, fa loro rivivere questa paura inconscia e angosciante. Queste persone si ricordino che qualsiasi morte dà luogo alla nascita di qualcosa di nuovo. Quando il problema è un enfisema, sta a indicare lo scontento. E necessario che chi ne soffre impari a voler essere felice, invece di aspettare che siano gli altri a renderlo tale. Impari a crearsi la gioia invece di aspettare che gli venga dagli altri. Una polmonite si manifesta in chi è stanco della vita e di tutte le responsabilità; questa persona è facile alle emozioni, e può anche sentirsi disperata per un certo aspetto della sua vita. Il messaggio che le dà il corpo in questo modo, è di prendere la vita con un po' di discernimento e di vedere il bello, il buono e la gioia in ogni istante. Quanto alla bronchite, viene spesso da un ambiente familiare difficile da reggere, vuoi a causa dell'assenza di comunicazione, vuoi a causa di dispute e discussioni eccessive. La persona che ne è
affetta si sente stanca e scoraggiata nella vita. E più che ora che impari a crearsi la gioia e l'amore nella sua vita quotidiana, e che smetta di dipendere dagli altri per la propria felicità. Lo stesso messaggio è convogliato dalla laringite difterica (Crup). Il problema dell'aerofagia si manifesta in una persona che inghiotte troppa aria. Essendo l'aria simbolo della vita, questa persona crede di dover fornire vita agli altri, diventando, ad esempio, quella che fa ridere tutti quando si trova in gruppo. Questa credenza la mette in ansia, perché si sforza d'essere qualcun altro. Invece di limitarsi a respirare l'aria, cioè a inspirare la vita in modo naturale essendo se stessa, questa persona ne inghiotte più del necessario, credendo che questo le darà l'energia per diventare qualcun altro. È bene dunque che si consenta di essere e di agire in base a ciò che è. Quinta zona: la zona della gola Questa zona parte dalla base del collo e si estende fino a sopra la bocca. In questo luogo del corpo, l'energia va usata per esprimere la nostra creatività; in realtà il potere creativo si annida più in basso, nella regione del sacro, ma l'energia che usiamo per esprimerlo nel mondo fisico proviene dalla zona della gola. L'energia proveniente dal centro del sacro viene trasmutata in modo che possa salire verso l'"essere", affinché quest'ultimo possa esprimersi per mezzo di questa energia, la stessa che usiamo per la parola, e per tutto ciò che ha a che vedere con il produrre un suono. Si dice che la sua qualità sia massima quando esprimiamo soltanto la verità. La diretta conseguenza di un buon uso di questa energia è che l'essere umano comincia a raccogliere abbondanza nella vita, e ha l'impressione che gli accadano dei miracoli! E grazie ad essa che hai la certezza che vi sia sempre una soluzione per tutto ciò che ti succede. Quando accetti che ogni situazione, ogni persona che ti trovi a dover affrontare, sono create da te, per la tua crescita, per lo sviluppo della tua coscienza, è segno che usi bene questa energia. Più l'essere umano è in contatto con il proprio "essere", col proprio "io superiore", meno si sente solo; quando invece viviamo soltanto nella nostra energia di base, questa energia materiale più condensata, ci sentiamo soli, ci aspettiamo molto dalla materia e abbiamo difficoltà a credere che esistano soluzioni ai nostri problemi. Più eleviamo le nostre vibrazioni, più l'energia diventa sottile, più sentiamo di avvicinarci a Dio. Allora sappiamo che non saremo soli mai più. E in questa zona che si situano le sette ultime vertebre della spina dorsale, dette cervicali. Sono allineate nella parte posteriore del collo, lungo la nuca. Attraverso la zona del collo entriamo nella dimensione mentale dell'essere umano; i problemi che incontreremo in questa zona saranno dunque tutti collegati al nostro modo di pensare, mentre quelli del plesso solare o del cuore erano legati al sentire. Tra i disturbi del collo, il più frequente è il torcicollo, ossia una rigidità locale, una mancanza di flessibilità. Chi ne soffre vuole vedere solo ciò che gli fa comodo in una data situazione; si rifiuta di vedere, in una persona o in una situazione, che c'è qualcosa che potrebbe aiutarlo ad evolversi, o per mezzo del quale potrebbe imparare qualcosa. Questa persona ha anche difficoltà a guardare indietro, nel passato, a causa del proprio atteggiamento negativo che le fa dire o pensare: “Avrei dovuto», oppure “Non avrei dovuto». Spesso il torcicollo si produce quando abbiamo delle contrarietà, quando sarebbe bene per noi puntualizzare le cose con una persona, ma facciamo in modo di evitarcelo sperando che la faccenda si risolva da sola. A questo punto, il collo si irrigidisce. Se il dolore ti impedisce di muovere il capo in diverse direzioni, il corpo ti sta consigliando fortemente di osservare bene il momento presente, e di apprezzare le buone cose che hai creato fin qua. Se ti è difficile girare il capo di lato, cioè dire "no" con la testa, il corpo ti dice: “A chi o a che cosa ti è difficile dire di no?» Se il dolore ti impedisce di fare "sì" con la testa, il messaggio è lo stesso, basterà sostituire un "sì" al "no". E tempo di far fronte alla situazione e di agire di conseguenza. I dolori alla nuca indicano difficoltà nell'accettare il proprio Sé superiore, nel creare la propria vita senza preoccuparsi delle opinioni altrui. Questa persona sogna molto, ma non passa all'azione. Crede che con più conoscenze potrebbe agire. Il messaggio? Riconoscere appieno il valore del proprio essere e non
esitare a esprimersi, anche in presenza di persone che paiono più preparate. Inoltre, la persona in questione smetta di credersi inutile. Il mal di gola indica una collera "inghiottita" in seguito a una di queste due possibilità: ti sei impedito di dire una cosa perché hai avuto paura di fare del male, oppure credi che sarebbe male dire questa cosa, e ne temi le conseguenze. In entrambi i casi, provi collera pensando a ciò che hai da dire. Attraverso questo disturbo, il corpo ti dice che è tempo di parlare con la persona interessata, non tanto per provarle qualcosa, per accusarla o punirla, ma piuttosto facendolo con amore, comprendendo e accettando il suo punto di vista. Questo disturbo può anche presentarsi quando sei arrabbiato con te stesso, avendo dimenticato di dire qualcosa a qualcuno. In quest'ultimo caso, il corpo ti dice di perdonarti, ti ricorda che hai agito al meglio delle tue conoscenze. Quando al mal di gola si aggiunge una difficoltà a inghiottire, chiediti: “Che cosa, nella mia vita attuale, non mi va giù? Che cosa mi sembra troppo grosso?» Quello che andrà cambiato, è il tuo atteggiamento nei confronti di questa cosa. I problemi alle tonsille hanno un senso metafisico analogo ai problemi di gola. Una tonsillite, come tutte le malattie il cui nome termina con il suffisso "ite", denota una grande collera nei confronti di certi eventi della tua vita. La causa di una laringite o di un'afonia è la stessa come per il mal di gola, con la differenza che la cosa che hai da dire si rivolge a una persona che, per te, rappresenta l'autorità. Temi di esprimere la tua opinione a una delle persone che ti circondano, vuoi per paura che si rida di te, vuoi per paura di non essere compreso. Diverse persone con questo problema sono disposte a cambiar strada pur di non dover parlare con la persona interessata. La soluzione è riconoscere la tua paura, e poi trovare il coraggio necessario per dire quello che hai da dire. Scoprirai che la paura aveva esagerato la portata del problema. Il tuo messaggio: esprimi la tua opinione. I disturbi della tiroide sono in rapporto con l'espressione della creatività. La tiroide è una ghiandola collegata al centro di energia della gola, e ha una funzione importantissima nei riguardi del corpo. Gli ormoni secreti da questa ghiandola che controlla il metabolismo generale del corpo umano sono indispensabili alla vita; essa produce lo iodio, un antisettico potentissimo che tiene lontani i nemici del corpo. E la zona del collo in cui è situata è importantissima, giacché è proprio quella che fa da ponte fra la parte fisica e la parte spirituale dell'essere, fra corpo e mente. La testa comanda e il corpo esegue: se il corpo non risponde agli ordini della testa, risulterà una mancanza di armonia. Accade, però, che spesso l'orgoglio ci impedisca di prestare ascolto ai nostri veri bisogni. La persona che ha l'impressione di aver sempre mandato giù insulti da parte di tutti, e che si considera vittima di ingiustizie, può avere problemi alla tiroide. La vittima non fa che crearsi problemi nella vita, in modo da essere ancora più vittima, mentre la gola le dice di usare la sua creatività per creare qualcosa di meraviglioso. L'ipertiroidismo consiste in un'attività eccessiva della tiroide. Si manifesta in chi crea, nella sua vita, cose di ogni sorta, ma non quelle che gli sarebbero di beneficio. Finisce con lo sviluppare un gran rancore, un odio nei confronti di tutto ciò che gli impedisce di fare ciò che vorrebbe fare veramente. Questa persona si crede obbligata a seguire tutti i consigli che riceve. Con questo messaggio, il corpo le dà questo avvertimento: “È ora che impari il discernimento di fronte ai consigli ricevuti, e che crei da te la tua vita». Il gozzo è un segno di iperattività della tiroide. Spesso si sviluppa in chi prova angoscia o collera, perché vuole imporre la propria volontà ad ogni costo e non ci riesce. Questa persona farebbe bene a esprimere ciò che vuol fare della sua vita invece di aspettare che siano gli altri a darle l'autorizzazione. L'ipotiroidismo, che è un'insufficienza della tiroide, è un serio avvertimento per chi ne soffre. Gli consiglia fortemente di esercitare di più la propria creatività nella sua vita; può farlo ricorrendo a tutti i mezzi possibili, che siano di natura letteraria, musicale o legati alle arti visive. Può anche creare la sua vita da sé, facendo precisamente ciò che ha voglia di fare. I problemi di ipotiroidismo possono anche
risultare dall'incapacità di far fronte a una situazione ripetitiva, o di comunicare con una persona che ci è vicina. La difterite comincia dalla gola, e costituisce un messaggio importante su questo piano legato all'espressione. Si manifesta in chi ha grosse difficoltà di scambio con le persone che gli stanno intorno, in quanto ha davvero "inghiottito" di tutto, e non dice mai di cosa ha bisogno. I problemi relativi alla bocca sono anche collegati al tuo modo di pensare. Che tu abbia un'ulcera o qualsiasi altra cosa che fa male in bocca, si tratta di un messaggio per farti comprendere che hai difficoltà a mandar giù una nuova idea. Oppure può trattarsi di pensieri malsani nei confronti tuoi o di altri, pensieri che hai ruminato troppo a lungo. Quando è la lingua a far male, chiediti: “Di che cosa mi priverei, fra le cose che amo fare, se fossi senza lingua?» La prima risposta che arriva ti indicherà dove volgere la tua attenzione. La lingua serve a parlare, a gustare. La usi forse per dire cose che poi rimpiangi di aver detto? O per mangiare cose che poi ti dispiace di aver mangiato? Può anche darsi che sia un senso di colpa di origine sessuale! Sei davvero colpevole in tutti questi casi, o hai agito facendo del tuo meglio, in base alle tue conoscenze? L'alito cattivo, quand'è un problema costante (non parlo di quando si produce occasionalmente, perché hai mangiato l'aglio o le cipolle crude), indica una persona che nutre pensieri di vendetta o di collera. Questi pensieri, di cui si vergogna, sono come un acido che la rode dall'interno. Possono essere pensieri profondi, e anche inconsci. Per chi ha questo problema, sarebbe opportuno che qualcuno glielo dicesse, perché la persona in questione forse vive in queste condizioni da così tanto tempo da non accorgersene neppure più. Il fatto di saperlo le permetterà di andare a esprimersi con la persona che è oggetto di questi pensieri malsani, e chiederle scusa per essersela presa così tanto con lei. I denti sono legati alle decisioni. Quando hai mal di denti, significa che, in questo momento, devi prendere delle decisioni, ma hai paura delle conseguenze che potrebbero derivarne. Il corpo ti dice che non ti fa bene usare l'immaginazione per metterti tanta paura. Se sono i denti del lato sinistro che ti fanno soffrire, le cose da decidere non sono tanto calcolate in anticipo, né realmente coscienti, ma piuttosto istintive. Se il male si manifesta sul lato destro, indica una decisione più cosciente, più intenzionale, più voluta. Digrignare i denti indica una rabbia interiore contenuta, lacrime trattenute e molta tensione nervosa. I problemi di gengive stanno a dire che hai molta difficoltà a mettere in atto decisioni già prese. Non sai bene che posizione prendere, vivi nell'incertezza. Il corpo ti dice di passare all'azione. Non puoi fare errori, perché ogni cosa è esperienza. Se si tratta di sanguinamenti alle gengive, indicano mancanza di gioia dovuta alle decisioni prese. La piorrea, che è una malattia delle gengive, è foriera dello stesso messaggio di cui sopra, a cui va ad aggiungersi la collera. La gengivite ha lo stesso significato della piorrea. Le persone che hanno problemi alle mascelle provano un eccesso di collera o di rancore. Può anche trattarsi di desiderio di vendetta, ma non dicono nulla, si tengono tutto dentro e ruminano un desiderio insoddisfatto. Quando le mascelle si inchiodano vi è inoltre il desiderio inespresso di tenere sotto controllo tutto ciò che accade intorno a noi, cosa che provoca emozioni represse. Le labbra sono direttamente legate alla vita sessuale, con l'esprimersi per mezzo della sessualità. Dei foruncoli sulle labbra, un herpes, sono spesso indicazione di un giudizio severo formulato su una persona del sesso opposto, con la tendenza a estendere questo giudizio a tutti gli appartenenti di quel sesso. Un esempio? La donna che dice: “Gli uomini! Sono tutti uguali! Pensano solo al sesso!» o “Vogliono sempre farsi servire dalle donne!» Farsi venire un herpes alla bocca è un modo per non farsi baciare da nessuno. Se hai questo problema, è ora che tu cominci a usare la bocca per esprimere qualcosa di bello e di buono sul sesso opposto, invece di emettere critiche che lo sminuiscano.
Un raffreddore indica che attualmente, nella tua vita, stanno accadendo troppe cose in una volta. Questo crea confusione mentale e irritazione. Il messaggio è il seguente: “Calmati! Fai una lista di tutto quello che hai da fare e prendi le cose una alla volta, in ordine di priorità!» Il raffreddore può anche essere il risultato di una programmazione mentale tale per cui ogni anno, nella tale stagione, avremo il raffreddore. Per quale ragione, infatti, è una malattia tanto comune? Perché è molto frequente che lo si creda "un male di stagione"! Si tratta di una credenza popolare fortemente radicata nella coscienza collettiva. È inoltre provato che il raffreddore si manifesta più facilmente in un organismo indebolito e irritato da un consumo eccessivo di carni o zuccheri. Come dicevo in un capitolo precedente, possiamo farci venire una "bella influenza" per evitarci un eccesso di stress, per prenderci un po' di riposo quando non ne possiamo più di tutte le incombenze. La persona che si concede questo tempo libero, si permette di riposare per qualche giorno. In realtà, il corpo le dice: “Se vuoi prenderti una vacanza, fallo senza doverti ammalare! Afferma i tuoi bisogni!» Inoltre, spesso l'influenza è segno che abbiamo preso una persona o una situazione "in uggia"6 in questo momento. E molto meglio risolvere la situazione direttamente con la persona interessata, invece di farsi venire l'influenza. La tosse indica che inconsciamente c'è qualcosa che non va giù. Può essere quello che senti, sia dall'esterno sia dalla tua voce interiore. Sarebbe bene per te aprirti di più al cambiamento. La balbuzie è un segno di insicurezza. La persona che ha questo disturbo, si è spesso tenuta dentro da giovane quello che aveva da dire, per paura di essere rifiutata. Sarebbe bene che si aprisse di più e si permettesse di piangere. Sesta zona: la zona del volto La zona del volto corrisponde al centro frontale e comincia sotto il naso per estendersi fino alla fronte. In questa zona del corpo si trova la ghiandola pituitaria, l'ipofisi, che è la ghiandola-maestra di tutte le altre. L'energia di questa regione vibra a un'intensità molto elevata; più la frequenza e l'intensità vibratorie sono elevate, più i messaggi saranno sottili e difficili da decifrare. Come ho detto prima, il tuo intelletto si trova nella regione del plesso solare che è direttamente legata al centro frontale. Quando una persona abusa del proprio intelletto, la cosa influisce sul centro frontale, ove si trova l'energia dell'intuizione, dell'intelligenza, quell'intelligenza che sa che sappiamo. Il centro frontale è anche quello preposto all'energia della sensitività. Chi desidera sviluppare troppo in fretta i propri doni sensitivi, accumulando corsi di ogni genere o dandosi alla lettura a questo scopo preciso, può disequilibrare completamente la ghiandola pituitaria e tutta la zona della testa. E molto importante che gli altri centri di energia siano ben armonizzati prima di sviluppare il centro frontale in modo più specifico; il modo migliore per sviluppare i propri doni sensitivi è servirsi dei sensi situati in questa zona, per vedere, udire e sentire Dio ovunque. Un problema di pelle come l'acne, ad esempio, è direttamente collegato all'individualità. Il volto è ciò che gli altri vedono come prima cosa e l'acne dice che questa persona non si piace, che non sa amarsi. Si ama tanto poco da credere che anche gli altri possano non amarla. Per questo li respinge con questo problema di pelle. L'acne è anche un modo di dire: “Fatevi gli affari vostri!»; si tratta di una persona che si sente lesa nella sua individualità, un problema molto frequente negli adolescenti che hanno un padre o una madre che vogliono dirigerli troppo. Può anche essere che l'adolescente cerchi eccessivamente di somigliare al padre, in modo da far contenta la madre, invece di essere semplicemente se stesso. Dei disturbi al naso significano che la persona che ne è colpita si lascia disturbare da qualcosa che "fiuta" o percepisce intorno a sé. Invece di "fiutare" l'amore, la persona è soprattutto centrata nell'intelletto, intenta a giudicare o a criticare in base a ciò che prova. Il corpo le dice: “Se c'è qualcuno, intorno a te o in una situazione, che attualmente non sopporti7, è importante che tu puntualizzi le cose. Se questa persona o situazione invade direttamente il tuo spazio vitale, sta a te rivendicarlo; se la questione
non ti riguarda, ma riguarda qualcun altro, il corpo ti sta dicendo di farti gli affari tuoi e di accettare che gli altri facciano scelte o prendano decisioni diverse dalle tue. La sinusite ha lo stesso significato dei disturbi al naso, con in più la collera. Il messaggio è di percepire l'amore degli altri, invece di essere così facilmente irritabile. Il naso che sanguina (epistassi) è semplicemente tipico di chi ha bisogno di attenzione, di essere riconosciuto. Costui pensa che nessuno l'apprezzi o lo noti per ciò che è o per ciò che fa. Il sangue rappresenta la gioia di vivere; questa persona "piange sangue", ovvero lascia sfuggire la propria gioia interiore credendo che essa provenga dal fatto di essere riconosciuti dagli altri. Il corpo le dice di imparare a riconoscersi da sola, e che la gioia viene da ciò che pensiamo di noi stessi. Il fatto che gli altri ci riconoscano è un qualcosa in più, che va ad aggiungersi alla nostra gioia, come la glassa sulla torta. Il fatto di russare sta a indicare che rifiutiamo di disfarci delle nostre vecchie abitudini, dei vecchi schemi di pensiero. Si tratta, generalmente, di un'ostinazione inconscia. Un buon rimedio consiste nel chiedere alle persone che ci stanno attorno se sono consapevoli di questa nostra testardaggine, e di mantenere la mente aperta davanti alle risposte che ci daranno. In seguito, agiremo di conseguenza, facendo attenzione a sperimentare le cose nuove. Gli starnuti successivi e numerosi sono spesso segno del desiderio di sbarazzarci di qualcuno o di una situazione fastidiosa. Sarebbe bene diventarne più consapevole, per parlarne alla persona in questione. La sordità si manifesta in una persona ostinata, che vuole isolarsi e si sente facilmente respinta. Spesso si tratta di qualcuno che non vuol più essere importunato, che non vuol più stare a sentire un altro. Il suo corpo gli dice di udire qualcosa di diverso attraverso le parole che sente, e cioè di percepire la sofferenza o la paura dell'altra persona invece di chiudersi. Ecco una bella occasione per aprire il cuore e fare un atto d'amore. Per quanto riguarda i problemi alle orecchie, il corpo ti dice che ti lasci disturbare da qualcosa che odi. Per la soluzione, riferirsi alla spiegazione dei problemi al naso, sostituendo il verbo "fiutare" o "sopportare" con il verbo "udire". Se c'è un'infezione, come avviene con l'otite, è segno che c'è anche collera. Ti tappi le orecchie per non sentire più niente. La mastoidite si presenta di solito nei bambini che provano una grande collera e molta frustrazione legata a ciò che odono. Vorrebbero smettere di udire quanto accade loro intorno perché hanno difficoltà a comprenderlo. L'acufene è un disturbo che colpisce la percezione uditiva. Si sente un sibilo, un tintinnio o un ronzio nelle orecchie. Queste sensazioni di origine interna sono causate da un eccesso di brusio mentale, tipico di chi "parla" mentalmente senza sosta, creando così un'attività mentale eccessiva. Sarebbe bene che questa persona fosse più spontanea, che volesse tenere un po' meno sotto controllo tutto quello che avviene, e che non volesse far tutto alla perfezione: avrebbe allora la possibilità di rendersi conto che viene amata ugualmente, così com'è. Il messaggio può manifestarsi in chi ha paura di non udire la propria intuizione, e che finisce con il non ascoltarla lasciandosi eccessivamente disturbare da quanto ode provenire dall'esterno: in breve, è una persona che vuole udire troppo. Questo disturbo può manifestarsi anche in chi ce l'ha con se stesso, per aver detto o insegnato qualcosa che non ha messo in pratica a sua volta: quando si sente dire cose che poi lui stesso non mette in pratica, si accusa di insincerità. Questa persona dovrebbe consentirsi di non mettere in pratica tutto ciò che ha imparato, anche se questo è il suo massimo desiderio. La sindrome di Ménière si manifesta inizialmente con delle vertigini: la persona colpita da questa malattia si agita moltissimo in seguito agli eventi che le capitano, e si lascia disturbare eccessivamente da ciò che ode. Il corpo le dice di prendersela più calma, di riposarsi e di ascoltare più con il cuore che non con un orecchio critico.
I disturbi agli occhi significano che ci lasciamo disturbare sia da ciò che vediamo sia da ciò che non vogliamo vedere in una data persona. Secondo una certa teoria, un problema agli occhi che proviene dall'infanzia è dovuto a uno stress famigliare; se esso si sviluppa a scuola, denota paura e ansia; se si sviluppa nell'adolescenza, indica paura della sessualità. Nell'adulto, testimonia la paura di perdere qualcosa. La difficoltà nel mettere a fuoco indica che ci sforziamo troppo per vedere qualcosa che, nella vita, non vediamo. Vogliamo vedere troppo. Possiamo allora concederci di vedere le cose un po' alla volta, in modo progressivo. La miopia si presenta in chi si preoccupa di ciò che può vedere nel futuro, ed è frequente nelle persone che vorrebbero non vedere tutto ciò che vedono. Da giovane, il miope vedeva molto lontano, ma avrebbe preferito non vedere così tanto; il suo corpo dunque l'ha ascoltato, e gli ha ridotto la vista. Il miope è anche eccessivamente incentrato su se stesso, e non si occupa sufficientemente degli altri. Sarebbe meglio che vedesse più spesso il punto di vista altrui. Il messaggio della miopia è di aprirsi di più alle visioni che vengono dall'esterno, e a non voler tanto tenere sotto controllo il futuro, che il miope vuole adattare al suo modo di vedere le cose. La presbiopia si presenta in chi si preoccupa del suo futuro a causa di ciò che vede adesso, come il fatto di vedersi invecchiare, di vedere i figli che si allontanano da casa o di essere meno attraente. Questa persona preferirebbe non vedere certe realtà imminenti, e la sua capacità visiva si trasforma di conseguenza. Il segreto consiste nel vedere il bello e il buono non soltanto nella propria vita presente, ma anche in futuro: non va mai dimenticato che il futuro dipende dal momento presente. Il presbite dovrebbe dare più importanza a se stesso, spesso tende infatti a far passare prima gli altri. Il messaggio, per il presbite, è di vedere la propria bellezza e avere maggiore fiducia in se stesso. L'astigmatismo spesso si manifesta in chi, fin dalla più tenera infanzia, è molto curioso: il desiderio di vedere tutto, di sapere tutto, gli ha spossato gli occhi. Il corpo gli dice di darsi il tempo di assaporare le cose, e di non sentirsi così pressato. Questo problema può anche significare il rifiuto di vedere la propria bellezza, la propria magnificenza. Lo strabismo significa assenza di desiderio di vedere le cose quali sono in realtà, a causa dell'insicurezza che ne deriva (vedere pagina 81). Il glaucoma è spesso segno di un rancore alimentato da tempo, e di difficoltà nel perdonare: questa ferita del passato invade il campo visivo della persona a causa di un'emotività eccessiva. Riferirsi alla presbiopia o alla miopia a seconda del fatto che il glaucoma impedisca di vedere da vicino o da lontano. La cateratta, invece, si manifesta in chi vuol vedere tutto a modo suo, e non secondo la realtà altrui. Questa persona può anche credersi superiore. Il messaggio che il corpo le trasmette è di togliere il velo che ha messo per impedirsi di vedere la bellezza ovunque, tanto la bellezza interiore quanto quella esteriore. La congiuntivite è un'infiammazione dell'occhio che esprime collera e frustrazione rispetto a come ti vedi nella vita. Il messaggio di questa anomalia è di vedere soltanto il bello, di rendersi conto che tutto è espressione di Dio. La cheratite, che è un'infiammazione della cornea, è espressione di una collera intensa, di un gran desiderio di picchiare qualcuno. Il messaggio che è trasmesso da questo problema oculare è simile a quello della congiuntivite. Gli occhi cerchiati in modo molto pronunciato, sono di solito il segno di stanchezza causata da un'allergia alimentare al glucosio (zucchero, pasta, succhi di frutta, liquori dolci, alcool, eccetera), ai derivati del latte, oppure al grano. L'allergia si sviluppa quando si crea un'eccessiva dipendenza nei confronti di un dato prodotto. Il messaggio è di diventare una persona meno dipendente dagli altri per essere felice, ovvero imparare a star bene anche quando gli altri non ti approvano o non sono d'accordo con te.
L'orzaiuolo si manifesta in chi prova collera perché un altro non vuole vedere una data cosa allo stesso modo. L'occhio gli dice di lasciare che gli altri siano come vogliono. Può anche manifestarsi in una persona che, vedendo qualcosa, fa di un topolino una montagna. Per esempio, una montagna di lavoro. Il corpo le dice che sta esagerando e di smettere di drammatizzare ciò che vede. Avete notato che, nei bambini, dalla nascita fino all'adolescenza, è in questa zona frontale, negli organi che ad essa corrispondono, che si manifestano soprattutto i problemi? Perché proprio la gola, il naso, le orecchie e gli occhi sono colpiti così spesso nei bambini? Perché questi organi si trovano in quella parte del corpo che rappresenta "l'essere". I bambini sono molto puri e sanno subito, attraverso ciò che vedono, percepiscono o odono nell'ambiente circostante, che il loro prossimo si muove contro le leggi dell'amore. E questo li disturba enormemente. Dal momento che non riescono a esprimersi, questo fa loro venire mal di gola. Se avete dei figli con questo tipo di problema, è molto importante spiegar loro quello che ho appena detto in questo paragrafo: comprenderanno, anche se sono ancora piccolissimi, anche se sono nella culla. Sebbene siano disturbati da ciò che accade alle persone che stanno loro vicine, bisogna spiegar loro che gli adulti fanno del loro meglio, che li amano al meglio delle loro conoscenze, e che questo va accettato. Se sono in disaccordo con ciò che accade intorno a loro, devono capire che è davvero un peccato, ma che la vita è fatta così: non si può essere sempre d'accordo con tutti gli eventi, con tutte le realtà di cui siamo testimoni. E dunque indispensabile imparare ad accettare che le persone agiscano al meglio delle loro conoscenze, e che il loro modo di vedere le cose sia spesso diverso dal nostro. I bambini vanno anche rassicurati: anche se percepiscono, vedono o odono cose non armoniose, questo non vuol dire che essi non siano amati. Può anche voler dire soltanto che gli adulti non amano la propria vita. Un altro problema fisico collegato a questo centro è il mal di testa. Esso può derivare da una circostanza, da una situazione o da una persona che ti mette molto sotto pressione. Anche se non ti va, ti sforzi di reggere per diverse ragioni, ed ecco che arriva il mal di testa. Quando si manifesta nella fronte, spesso ti dice che vuoi comprendere troppo, e che vuoi vedere più lontano: stai abusando del tuo intelletto. Può darsi che tu voglia comprendere eccessivamente quello che accade intorno a te, servendoti della nozione di bene e di male; può anche darsi che ti preoccupi del futuro, che voglia ottenere troppo in fretta le risposte per qualcosa che ti sta a cuore. Quando il mal di testa si presenta nella parte sommitale del capo, è collegato all'individualità. Chi ne soffre si giudica, si critica inutilmente; "si dà i pugni in testa" da solo, come dice un'espressione popolare. Alimenta pensieri di auto-svalutazione invece di prendere coscienza di essere espressione di Dio. Il centro coronale è direttamente collegato al centro del sacro, che è anche il centro dell'energia sessuale. Per questa ragione, spesso l'emicrania è espressione di un'insoddisfazione sessuale o di una creatività insoddisfatta. Questo disturbo dice alla persona di riprendere contatto con il proprio potere creativo, e di smettere di credersi o di sentirsi alla mercé degli altri. Le dice anche di smettere di paragonarsi a un altro, o a un ideale da raggiungere: invece di credere di non avere scelta, può affermarsi e passare all'azione in ciò che vuole fare davvero. E questo, creare la propria vita. La faringite è collegata al centro frontale dal fatto che una delle sue cause è la disidratazione nasale. Colpirà una persona che si lascia disturbare da qualcosa che percepisce intorno a sé intensamente, e che potrebbe bloccare il suo sentire. I problemi di adenoidi riguardano soprattutto i bambini. Si tratta di vegetazioni che si ipertrofizzano, si gonfiano causando un'ostruzione nasale che costringe a respirare dalla bocca; il bambino che soffre di questo disturbo, generalmente è particolarmente sensibile ai fattori imponderabili dell'ambiente in cui vive; inconsciamente, fiuterà cose che non gli piacciono, talvolta molto prima dei diretti interessati. Un esempio? Prima ancora che i suoi genitori si separino "fiuterà" che qualcosa non va tra di loro, e la sua reazione sarà di bloccare questa percezione. Anche un bambino che si sente di troppo o non benvenuto
nella famiglia, può bloccare questa dolorosa sensazione in tal modo; il messaggio è verificare se la famiglia lo considera veramente di troppo. La depressione è anch'essa legata a questo centro energetico; si produce spesso in persone particolarmente sensitive, che captano tutto ciò che avviene nel loro ambiente, e si arrendono; non hanno più voglia di vivere, si sentono inutili. Questo accade soprattutto quando c'è stato un taglio netto con qualcuno, o quando queste persone temono che il taglio possa avvenire. La loro individualità si sfalsa totalmente, e non riescono più a rendersi conto di quanto siano importanti. Rifugiandosi nella depressione, evitano di dover far fronte agli eventi della loro vita. E possibile anche che qualcosa, dentro di loro, voglia morire per far posto a qualcosa di nuovo, ma che esse oppongano resistenza a questa morte. Per combattere la depressione, è essenziale ritrovare il proprio valore e riprendere contatto con il Dio interiore. E questo si compie praticando l'amore per se stessi. L'esaurimento nervoso è un'altra forma di capitolazione. Accade a chi ha troppe aspettative, e ha l'impressione di battersi contro "un intero sistema". Gli esaurimenti nervosi sono molto frequenti fra il personale paramedico che non è d'accordo con il sistema dell'ospedale, o fra gli insegnanti che hanno lo stesso tipo di reazione nei confronti del sistema scolastico. A loro piacerebbe introdurre dei cambiamenti che potrebbero favorire un approccio migliore alla salute o all'educazione, più conforme al loro ideale e più appropriato all'energia dell'Era dell'Acquario. Queste persone sono al cento per cento dedite al loro lavoro, nel quale si impegnano senza risparmiarsi, finché viene il momento in cui si sentono impotenti, scavalcate. Pensano allora: “A cosa serve! È troppo! E tutto il sistema che andrebbe cambiato!» È a questo punto che abbandonano completamente la lotta; non se la sentono più di agire nella vita, di qualsiasi cosa si tratti. Il messaggio che il corpo vuole trasmettere con questo disturbo, è di smettere di voler essere il salvatore dell'umanità. Non si può soddisfare tutti. L'essenziale è fare il proprio lavoro al meglio delle proprie conoscenze, e di sentirsi soddisfatti nel darsi al cento per cento. La malattia chiamata sindrome di Cushing è tipica di una persona che ha uno squilibrio mentale e fisico. Questa persona si sente del tutto impotente perché ha perso ogni contatto con il proprio potere; le piacerebbe anche, più o meno consapevolmente, schiacciare qualcuno. Il messaggio? Imparare a scegliere pensieri che ci permettano di sentirci bene e di realizzare il nostro potere, agendo di conseguenza. Settima zona: la zona della testa Questa zona corrisponde al centro di energia coronale, collegato alla ghiandola pineale, e comprende la parte sommitale del capo. E il centro dell'"io sono Dio", il centro dell'identificazione con Dio. Un tumore al cervello indica che ci si è intestati, rifiutandosi di cambiare i vecchi schemi di pensiero. Questo male è un messaggio importante, che indica che questo modo di vedere la vita è del tutto contrario ai bisogni dell'anima. Il cervello soffre perché, nel suo computer, riceve qualcosa che non va nella stessa direzione del resto del corpo. Una persona che è in coma sfugge a qualcuno o a una situazione; ha molta paura. Il corpo le dice di sentirsi amata, di sentirsi sicura. Per lei, c'è un posto sulla Terra: scelga dunque se vivere o morire. Le malattie come la psicosi, la nevrosi, la schizofrenia indicano l'evasione alla volta di un'identità diversa, perché la persona che ne soffre ha completamente perso di vista la propria natura. Non accetta alcun aspetto del suo essere autentico, del suo "io sono". Crede d'essere un'altra, oppure vuole essere un'altra. Le persone che sprofondano in queste malattie mentali, spesso hanno un intelletto estremamente forte, e provano cronicamente il bisogno di comprendere, invece di accettare. Può anche trattarsi di persone con molti doni sensitivi, e che forse si sono divertite a svilupparli eccessivamente, vuoi attraverso le arti marziali, vuoi attraverso altri metodi di controllo, il che le ha condotte a bruciare le tappe nell'iniziazione alla conoscenza o nel conseguimento della padronanza di sé.
Queste persone con malattie psichiche vivono davvero una lotta interiore costante, a causa di ciò che credono sia peccato o male. Si percepiscono come esseri orribili, lontani da Dio. In generale, sono persone molto credenti, che hanno bisogno di credere in Dio e che ne sono attratte ma che, purtroppo, credono anche nell'esistenza di Satana e del peccato, e questo le disturba, le divide interiormente. Satana non è altro che la personificazione del male, ed è stato creato dall'uomo; simboleggia o significa "male", ed entra in azione nella nostra mente quando ci separiamo dal nostro Dio interiore, quando ci accusiamo, quando ci condanniamo o ci facciamo del male. Ma questo Satana non è affatto un essere, non è un personaggio e non ha maggior consistenza di un'ombra. Le persone che credono nell'esistenza del male o del peccato si tagliano fuori da Dio. Questa separazione le induce a sentirsi isolate, e diventano persone molto insicure. Sono sempre sulla difensiva, perché si sentono attaccate. Così, per difendersi, adottano ora l'uno ora l'altro dei due comportamenti seguenti: sviluppano una dipendenza per tutto ciò che riguarda la parte materiale, ciò che crea la loro sicurezza, oppure se ne separano del tutto, pensando che sia questa la fonte del male. La ragione per cui le persone che soffrono di malattie mentali hanno difficoltà a uscirne, è che lo strumento che permetterebbe loro di farsi carico di sé è precisamente quello che è in difficoltà. Vivono talmente sul piano dei chakra superiori da aver chiuso del tutto i primi due, quelli di base. Queste persone vengono scosse facilmente, quando paure ed emozioni si presentano: è come se il loro corpo energetico fosse senza gambe. Fin qui i mezzi che ho potuto scoprire per aiutare costoro sono i seguenti: 1. eliminare al massimo lo zucchero, in tutte le sue forme: succhi di frutta, liquori, pasta, pane, dolci, biscotti, alcool, eccetera; 2. non partecipare più ad alcun corso, né toccare alcun libro che continui a dar loro soltanto conoscenze; 3. essere il meno dipendenti possibili dagli altri, smettendo di pensare che saranno gli altri a sistemare la loro vita; 4. queste persone devono riprendere contatto con il loro sentire e la loro energia di base, lavorando fisicamente in mezzo alla natura, occupandosi del giardino, facendo attività fisiche come il nuoto, facendo l'amore. Infatti, non si interessano più affatto a ciò che è materiale, e l'equilibrio potrà tornare se si ricollegano di più alla Terra. Hanno bisogno di moltissimo amore. Possiamo circondare costoro d'amore ricordandogli la loro bellezza interiore, e che sono figli di Dio. Si sono tagliati fuori dal mondo sperando di essere più vicini a Dio, ma hanno dimenticato che Dio e presente nel cuore di ogni cosa. Il centro energetico superiore è collegato al centro di base, che è quello dell'attaccamento e della dipendenza. Le persone che sono alle prese con problemi di psicosi, nevrosi, schizofrenia e così via, abbandonano talmente la vita e si sentono talmente impotenti, da finire per credere di dover essere completamente a carico degli altri, il che le induce a sviluppare una dipendenza totale nei confronti della società che le circonda. La follia è una malattia mentale che esprime una separazione violenta dalla vita. E una forma diffusa, una scelta per scappare dalla propria famiglia davvero, e in modo radicale. Soffrire di amnesia equivale a tentare di evadere dalla vita, perché ci fa troppo paura. Chi ne soffre si sente incapace di far fronte da solo alla propria vita. E ora che questa persona riprenda contatto con il fatto di essere essa stessa espressione di Dio, e di avere tutto ciò che le serve per affrontare la vita. Una piccola vittoria al giorno le basterà per riuscirci, alla fine. La meningite è una malattia che colpisce persone ipersensibili, sottoposte a emozioni eccessive rispetto agli eventi che le scatenano. Si tratta di un'infiammazione cerebrale che denota collera proprio come la febbre. Il messaggio trasmesso da questa malattia è di chiudersi agli sconvolgimenti esterni, imparando a essere responsabili di sé; è importante imparare a non sentirsi più responsabili della gioia o delle disgrazie altrui. L'epilessia è tipica di chi si sente perseguitato, di una persona che alimenta desideri violenti, e rifiuta completamente la vita. Può trattarsi di una persona che ha subito violenza, e che non si è difesa, o di
qualcuno che si è sentito perseguitato e il cui desiderio di violenza nei confronti di un'altra persona gli si è rivoltato contro. E il risultato di un totale rifiuto di sé; in queste persone c'è un gran conflitto di individualità, perché spesso danno l'impressione di essere persone dolcissime. Pare che l'epilessia prenda forma durante la gravidanza, o nella prima infanzia, quando il bambino ha provato un enorme senso di colpa per una ragione o per un'altra. Questo senso di colpa fa sì che veda la vita come una battaglia costante, mentre basterebbe che si lasciasse andare all'amore per soddisfare il desiderio della sua anima. I problemi di capelli. I nostri capelli sono le antenne che ci collegano all'energia cosmica, e il fatto di perderne deriva dal non essere abbastanza in contatto con il nostro potere divino, mentre ci preoccupiamo eccessivamente per gli aspetti materiali della vita. Le persone possono sentirsi impotenti o disperate, al punto, come si dice, di "strapparsi i capelli". Sono persone che hanno perso o hanno paura di perdere qualcosa sul piano materiale e che, in seguito a questa perdita, pensano di non valere più nulla. Si identificano troppo con ciò che hanno, invece di essere in contatto con ciò che sono. Pensano che, "avendo" molto, possono essere "persone migliori". Il messaggio è che è ora di cambiare questa credenza. La paralisi di Bell colpisce il volto. Si manifesta quando qualcosa ci "salta agli occhi", ma non vogliamo farvi fronte. La persona soffre di uno shock emotivo che è stato represso, e ha una gran paura di risvegliare questo dolore ormai sepolto se dovesse far fronte alla situazione. Può dunque consentirsi di avere paura, e poi riprendere contatto con il suo potere di risolvere qualsiasi situazione. Disturbi e malattie non legati a una zona specifica I disturbi e le malattie che seguono non sono necessariamente collegati a un centro energetico o a una parte specifica del corpo; possono colpire qualsiasi parte del corpo. Fra questi, il cancro è il primo che descriveremo nel suo aspetto metafisico. Il cancro si manifesta in una persona che prova odio per qualcuno, di solito un genitore. In particolare, colpisce persone estremamente sensibili, che hanno amato molto ma poi sono state molto deluse dall'essere amato. Il loro amore si è trasformato in odio. Questo odio è profondamente sepolto, ed è per loro del tutto inaccettabile, in quanto di natura queste persone sono generose e piene d'amore. Non lo possono neppure affrontare, giacché non sono consapevoli di averlo dentro, ed esso si espande al punto che persino le cellule proliferano, invadendo il corpo. Inoltre, a costoro pare impossibile di potersi concedere un po' di respiro, di confessarsi tutta questa collera repressa e concedersi di viverla. Prendiamo, ad esempio, un bambino il cui padre è praticamente sempre assente, o muore mentre lui è ancora piccolo. Questo bambino vede sua madre rimanere sola con molti altri figli, e farsi carico di un compito pesantissimo. Può essere, allora, che se la prenda inconsciamente con il padre che li ha lasciati troppo presto, e sviluppi odio nei suoi confronti, malgrado lo abbia amato moltissimo. Questa confusione emotiva potrà, alla fine, trasformarsi in un fertile terreno cancerogeno. Spesso le persone che hanno un cancro se la prendono anche con Dio per ciò che accade loro; trovano che "non è giusto", che non avrebbe dovuto capitare loro una cosa simile, e non accettano la situazione in quanto tale. Il problema deriva dal fatto che continuano a seppellire tutto questo in fondo a sé. Ecco il profilo classico di una persona affetta dal cancro: è qualcuno che è ammirato da tutti, che è noto per la sua gentilezza. Fa tutto per gli altri, lotta anche per loro. In base alle apparenze, tutto va sempre bene, ma questa persona si sente interiormente una vittima e consente facilmente che si approfitti di lei, senza però assumersene la responsabilità. Continua a farsi rodere dall'odio, da un rancore strisciante e implacabile. Va detto e ripetuto che le persone con il cancro spesso amano con forza, ma in un modo molto possessivo e rancoroso, tanto interiorizzato quanto ardente. Per scoprire la causa di quest'odio e porvi rimedio, è importante vedere in quale parte del corpo il cancro si manifesta. Quando i nervi sono in cattivo stato, il corpo ci suggerisce di comunicare meglio con gli altri, di essere più ricettivi. Consiglia di drammatizzare di meno, e di godersi di più le piccole cose apprezzando tutto il bene del presente.
La sclerosi a placche si manifesta in persone che potremmo definire dei perfezionisti cronici. Si tratta di qualcuno che è estremamente severo nei confronti di se stesso, che si rende dura la vita e si sforza intensamente in tutto ciò che intraprende. Pensa di dover soffrire per ottenere e meritare ciò che possiede e ciò che desidera. Questa persona vuole costantemente superare se stessa, e non si trova mai abbastanza brava, mai abbastanza perfetta. Fa molto più di quanto sia necessario, il che è complicato dal fatto di voler essere riconosciuta. Sarà, ad esempio, molto seccata dal fatto che altri (che secondo lei hanno dato molto meno) ricevano quanto o più di lei. Di solito si tratta anche di soggetti fortemente sensitivi, facili all'agorafobia, che hanno molte paure e finiscono per aver davvero bisogno di qualcuno che si occupi di loro, di qualcuno che se ne faccia carico. Si tratta di persone che si criticano in continuazione, e che di conseguenza criticheranno tutti intorno a loro. Il loro grande desiderio sarebbe di essere capaci di far tutto da sole, ma visto che criticano continuamente gli altri finiscono per averne bisogno e imparare, così, ad accettare che ognuno fa del suo meglio, in base alle sue conoscenze. Anoressia e bulimia sono problemi caratteristici del completo rinnegamento della vita. Chi ne soffre non accetta di trovarsi sulla Terra, rifiuta se stesso e rifiuta completamente il proprio corpo. Questa persona esce facilmente in astrale, e vorrebbe costantemente andare nell'aldilà. La persona anoressica respinge il cibo, respingendo così la madre che detesta, o di cui non ha accettato il modo che ha di amarla. Quella bulimica, invece, mangia tutto ciò che le viene a tiro, avendo così l'impressione di mangiarsi la madre, e di renderla finalmente impotente. Alle persone anoressiche e bulimiche resta da accettare che, incarnandosi, hanno scelto proprio quella madre e che hanno qualcosa da fare su questa Terra. Come tutti, bisogna che imparino ad amarsi e ad amare gli altri, a vedere la bellezza ovunque e ad apprezzare il proprio corpo, entrando in contatto con esso. Hanno anche bisogno di fare molta attività fisica, facendosi nutrire dalla Terra, loro madre. Chi soffre di agorafobia (paura dello spazio) ha una forte paura inconscia della morte. Molto spesso, l'agorafobo è anche in conflitto con la madre, che ama molto, ma che critica continuamente. Questa persona non vuole confessare a se stessa di essere dipendente dalla madre; si tratta anche di un soggetto sensitivo, altamente sensibile a tutte le emozioni esterne, e che si sente responsabile della felicità e delle disgrazie altrui. In occasione di una nascita o del decesso di una persona cara, o di un evento inatteso nella vita, sembra che l'agorafobia si accentui. E molto importante per questa persona smettere di pensare che si tratti di un inizio di follia, e di occuparsi di sé affrontando le proprie paure a poco a poco, giorno dopo giorno. Il passo principale è imparare ad amare davvero la propria madre, senza dipendere da lei per la propria felicità. Tutti i problemi di pelle (eczema, herpes zoster, orticaria, couperose, eccetera) sono legati alla personalità di chi li manifesta. Per questa persona è troppo importante ciò che gli altri pensano di lei, un atteggiamento che le impedisce di passare davvero all'azione. Sono soggetti che hanno paura di venire feriti, e che spesso fanno l'impossibile pur di farsi amare dagli altri. Invece di essere se stessi, si comportano in base a ciò che credono che gli altri si aspettino da loro. Di conseguenza si rifiutano, perché non amano questo loro atteggiamento. Dal momento che non si amano, il fatto di vedere la propria pelle in pessimo stato va semplicemente a confermare ciò che pensano di sé, ovvero che non sono né belli né gradevoli. Più una persona si rifiuta, più teme di essere rifiutata, e più ha l'impressione di esserlo. E ora che costoro incomincino a congratularsi con loro stessi, e scoprano quale essere meraviglioso abita in loro. Il rossore cutaneo indica spesso che la persona vuole ricevere attenzione in modo infantile; è impaziente, vorrebbe riuscire a fare qualcosa o ad ottenere qualcosa al primo colpo. Il corpo le dice di acquietarsi, di amarsi, di dipendere meno dagli altri per la propria felicità e di non voler avere tutto sotto controllo o tenersi sotto controllo. Un' ecchimosi (un livido) è generalmente provocato da una contusione, senza però causare una lacerazione cutanea. Questo disturbo indica un senso di colpa legato all'apparenza, ovvero a ciò che gli
altri penseranno di te quando ti guardano. Ce l'hai forse con te stesso per essere troppo debole, troppo fragile, rispetto alle situazioni che si presentano? Il messaggio è consentirti di essere così come sei, di accettare la tua sensibilità o le tue paure e di smettere di credere che devi essere forte per gli altri. I brufoli, segno di impazienza soprattutto nei confronti di se stessi, indicano spesso la paura che ci manchi il tempo e la conoscenza per fare qualcosa, e una forte inquietudine nei confronti di ciò che gli altri penseranno di noi. I brufoli sul volto si manifestano in una persona che ha paura di "perdere la faccia" davanti agli altri; crede di poter avere successo in un certo campo, ma ha paura di non farcela, di non essere all'altezza delle sue stesse aspettative. Il messaggio del corpo è di rilassarsi, di non essere così esigenti con se stessi e di smettere di credere che gli altri ci giudichino con la stessa severità con cui noi ci giudichiamo. La psoriasi è una malattia della pelle che fa sì che chi ne soffre ne provi vergogna. La vergogna è, infatti, l'elemento principale di questa malattia. Chi ne è colpito è una persona molto severa con se stessa, perché la sua immagine, la sua apparenza, è diventata troppo importante nella sua vita. Queste persone si sono costruite una corazza, credendosi così intoccabili. Facilmente provano vergogna di quello che fanno, di quello che sono, si autoaccusano, e hanno un gran bisogno di essere amate. Quasi tutte hanno qualche conto in sospeso con il genitore del sesso opposto. A seconda del punto del corpo in cui la psoriasi si manifesta, la cosa indicherà quale tipo di vergogna prova la persona che ne è colpita. Ad esempio, una psoriasi alla testa indica "ho vergogna di quello che sono o di quello che penso": si tratta forse di una persona emarginata, o di una persona che ritiene di avere troppa o troppo poca conoscenza quando si paragona agli altri. La psoriasi alle mani significa "avere vergogna di fare o di non fare qualcosa". Il messaggio è chiarissimo! Il corpo ti dice di concederti di essere te stesso senza accusarti, senza provare vergogna, perché quest'ultima ti spinge a volerti tenere continuamente sotto controllo; questo fa sì che tu adotti una personalità che di fatto non è la tua. Quando provi vergogna, ricordati che è una parte di te che soffre e che prova vergogna, e sii compassionevole nei confronti di questa tua parte. L'edema è una specie di rigonfiamento sottocutaneo che ti chiede: “Chi non vuoi lasciare andare? A che cosa ti aggrappi?» La risposta è mollare la presa, per sentirti libero. Il prurito indica desideri che sembrano non poter venire soddisfatti. Ne sono colpite persone con un'intensa voglia di fare qualcosa di nuovo, al punto da diventare impazienti8. Non cedono però a questo desiderio oppure, se lo fanno, poi ne provano rimorso. Vivi il momento presente con maggiore interesse! I problemi di pelle secca come l'ittiosi, o altri, sono spesso collegati a un atteggiamento troppo arido, insufficientemente dolce nei confronti di se stessi o degli altri. Con questo atteggiamento, si cerca di nascondere la propria vulnerabilità; è una forma di controllo, come una personalità presa a prestito. Il messaggio è lasciarsi andare a essere se stessi, mostrare la propria vulnerabilità e i propri sentimenti.. L'intorpidimento si manifesta in chi vuole smettere di percepire. Molto spesso, quello che cerca di sentire un po' meno è un senso di colpa. La persona non vuole sapere di avere un senso di colpa o d'essere una persona sensibile. Dovrà dunque accettare questa sensibilità come un'occasione importante, e rendersi conto che ciò che è nocivo sono piuttosto le sue emozioni, causate dall'attività mentale. La lebbra è il risultato di una totale incapacità di condurre la propria vita, e colpisce chi crede, da tempo, di non essere né abbastanza capace, né abbastanza pulito, né abbastanza puro interiormente. È una persona che si trova sporca. Il lupus, una forma di tubercolosi della pelle, colpisce la persona che capitola, che preferisce abbandonare piuttosto che affermarsi. Chi ne soffre prova una grande collera e si punisce. La scabbia è un'affezione contagiosa della pelle; si manifesta in persone che permettono agli altri di disturbarle. Costoro hanno i nervi a fior di pelle, e tutto diventa per loro eccessivamente fastidioso. Il modo di liberarsi da questo problema è di consentire che gli altri facciano e siano come gli pare, e di pensare a riconoscere e a soddisfare i propri desideri.
La sclerodermia è una malattia caratterizzata dall'indurimento della pelle e dalla perdita di elasticità e mobilità cutanea. Colpisce persone che provano una grande insicurezza, che hanno l'impressione di aver bisogno di protezione, che si sentono minacciate dagli altri al punto da aver voglia, talvolta, di graffiarli. Farebbero bene a sentirsi divinamente protette in ogni istante e in ogni luogo, e a rendersi conto che è dando amore che lo si riceve. L'herpes zoster è la malattia delle persone ipertese, che hanno paura del futuro. Di solito sono soggetti molto sensibili con un atteggiamento disfattista nei confronti di ciò che potrebbe accader loro. L'impetigine è un problema di pelle che colpisce soprattutto i bambini. Va ricordato, qui, che la pelle è una protezione esterna del corpo; quando è fortemente colpita, sta a indicare che la persona è particolarmente vulnerabile nei confronti degli altri, che non sa difendersi. Ha bisogno di riprendere contatto con la sua forza interiore e imparare ad affermarsi di più; ha tutti i diritti di permettersi di essere se stessa. La vitiligine è un problema di depigmentazione della pelle che diventa bianca, a chiazze, sul corpo. Questo disturbo si manifesta soprattutto in persone che credono di dover salvare gli altri, in particolare i membri del sesso opposto. Quando decidono di "pensare alla propria pelle" se la prendono moltissimo con loro stesse, sentendosi colpevoli per aver pensato a sé, una cosa che non si consentono di fare. Quasi tutte, da giovani, si sono sentite a disagio con se stesse, 9hanno cercato di capire la loro vera natura e hanno avuto difficoltà a sapere chi erano davvero. Il messaggio è di concedersi di avere dei limiti, e di "pensare alla pelle" senza per questo accusarsi o sentirsi colpevoli; è bene che smettano di credere di essere sulla Terra per salvare gli altri. Riprendano invece contatto con l'essere straordinario che è in loro. Le verruche si presentano in una persona che ha molte preoccupazioni, che fa fatica a vedere la bellezza nella sua vita. Corrispondono a un vuoto affettivo che si riempie di un qualcosa di brutto, una verruca appunto. Se ne hai vuol dire che c'è una parte di te o della tua vita di cui non riesci a vedere la bellezza. Cerca il messaggio che ne emerge, in rapporto con la parte del corpo in cui questo problema si manifesta. I foruncoli sono una forma di avvelenamento. Colpiscono persone che ribollono dentro di sé, la cui collera sta per esplodere. Con questo messaggio, il corpo dice alla persona di esprimere la propria collera, dando prova di moderazione invece di reprimerla e di ribollire dal di dentro. Le ossa, che sono la struttura portante del corpo, rappresentano l'autorità. Avere male alle ossa o farsi una frattura indica che la persona sta reagendo contro l'autorità. Invece di temere l'autorità di qualcuno, è sempre meglio riconoscere se stessi quali autorità. In una frattura derivata da qualsiasi incidente, c'è anche un senso di colpa, che il corpo rifiuta; dice che nessuno deve punirsi per qualcosa di cui non è colpevole. L'osteomielite, ovvero l'infezione del tessuto osseo e del midollo osseo, si manifesta in una persona colma di collera e di frustrazione davanti alla struttura della vita in generale. Questa anomalia interviene spesso negli adolescenti, che non si sentono sostenuti. Sarebbe bene che accettassero il sostegno dell'Universo, il quale si manifesterà non appena avranno deciso di lasciarsi sostenere. Le allergie indicano sempre uno stato di ostilità nei confronti di un'altra persona. Compaiono in soggetti che hanno abbandonato il proprio potere, e che si lasciano impressionare eccessivamente da quello degli altri. Spesso sono persone molto suscettibili. E importante che riprendano contatto con il loro potere, se vogliono crearsi la loro vita. Chi è allergico a un dato alimento, come l'alcolizzato che è allergico sia allo zucchero che all'alcool, ha difficoltà nell'accettare le esperienze nuove. Ha paura delle novità e non crede che la vita possa riservargli qualcosa di buono. Per questa ragione diventa allergico alla cosa che gli piace di più, e questo lo obbligherà a privarsene. Le allergie alla polvere o agli animali sono il risultato di una grande difficoltà ad accettare
l'aggressività altrui. In questo modo, la polvere diventa simile a un'aggressione proveniente dall'esterno. Il messaggio è rendersi conto che quando una persona diventa aggressiva nei confronti di un'altra, spesso nasconde solo la sua paura, o esprime così il suo modo d'amare, a causa di un eccesso di emozioni non controllate. Per chiunque soffra di allergie, è interessante guardare che cosa è accaduto nelle ventiquattr'ore precedenti il comparire dell'allergia: a quale persona o a quale evento è diventato allergico. Di solito si tratta di una persona da cui il soggetto dipende molto. L'allergia è un messaggio che l'avvisa di dipendere meno dall'altro. Un picco di febbre è il risultato di un accumulo di collera. Il corpo brucia la collera, e sceglie questo mezzo per liberarsi da questo eccesso per potersi riarmonizzare, riequilibrare. Quando la febbre cala, è importante discernere bene la causa della collera, e fare in modo di affermarsi ed esprimersi man mano, invece di lasciare che si accumulino continuamente delle esperienze stressanti. Un dolore acuto e improvviso (fitta) è spesso indice di un senso di colpa. La persona che si sente colpevole ha il dono di farsi del male nel tentativo di neutralizzare questo senso di colpa. Il messaggio del corpo è dunque il seguente: “La vuoi finire di sentirti colpevole?» Determina dunque, come ho spiegato all'inizio di questo libro, se lo sei davvero; e per trovare la causa del senso di colpa riferisciti alla parte del corpo che è sede del dolore. Qualsiasi infiammazione o infezione è una trasformazione vitale prodotta nei tessuti da un agente irritante. Dal momento che spesso l'infiammazione è accompagnata dalla febbre, il messaggio di questo disturbo è: “E più che ora che tu smetta di lasciarti irritare così facilmente, e di provare tanta collera. Guarda che cosa ti irrita: se proviene dagli altri, esamina che cosa è tuo (riferimento al capitolo II). E ora di imparare a congratularsi con te stesso, invece di criticarti tanto». La distrofia muscolare è una malattia che indica paura, enorme desiderio di tenere ogni cosa sotto controllo. A forza di voler tenere le cose sotto controllo, il che crea un enorme stress, il corpo finisce per stancarsi e perdere il controllo del tutto, al punto che la persona colpita da questa malattia finisce con il venire controllata completamente dalla società. Questo "voler tenere le cose sotto controllo" deriva dal fatto che la persona non si sente o non si crede sufficientemente capace, ma non vuol darlo a vedere agli altri. Il corpo le dice di accettare di cedere o di prendere il controllo a seconda delle sue necessità, e di non esitare a rivelare le sue paure. Il morbo di Alzheimer è un mezzo che viene scelto per smettere di avere delle responsabilità. E una malattia frequente negli anziani che hanno dovuto farsi carico della famiglia quando erano molto giovani. Con questa malattia, la persona può finalmente farsi servire dagli altri. Il corpo le dice di consentirsi di non volere più responsabilità, e di esprimerlo alle persone che le stanno intorno senza per questo doversi ammalare. È una malattia che si presenta frequentemente in persone dotate di una mente o di un intelletto molto attivo su cui hanno sempre voluto esercitare uno stretto controllo. Dal momento che la mente umana è la summa di tutte le memorie, e giacché una persona non potrà controllarsi in eterno, perdere la memoria è un modo per non dover più tener sotto controllo la propria mente. Qualsiasi problema alle giunture indica inflessibilità rispetto a un cambiamento di direzione nella vita. Il corpo sta semplicemente dicendoti di essere più flessibile in quello che sta accadendo ora, di imboccare questa nuova direzione con maggiore spigliatezza e fiducia nella vita, che sempre si prende cura di noi. Qualsiasi cosa accada c'è sempre una soluzione, perché nella vita non vi sono errori ma solo esperienze nuove, attraverso le quali continuamente apprendiamo. L'artrite si presenta spesso in persone che non si sentono amate, che si criticano e criticano gli altri nel loro intimo. Queste persone razionalizzano benissimo il fatto di vivere tante delusioni, amarezza e risentimento nei confronti della loro vita; il corpo dice loro, però, di non soffocare tutto questo dentro di loro, e di esprimere quello che provano imparando anche a dire "no" quando è "no", invece di dire di sì solo per far piacere a qualcuno. Queste persone devono smettere di credere che gli altri le sfruttino. Vivono anche molto nel passato, aggrappate ai loro ricordi, invece di vivere il presente. Hanno bisogno
di imparare a farsi carico delle proprie emozioni, di quello che hanno vissuto, invece di lamentarsi e criticare gli altri con la speranza di poterli cambiare. Il messaggio dell'artrite reumatoide è uguale a quello dell'artrite, senonché qui il timore e la critica dell'autorità sono più forti. Non dimentichiamo che tutte le malattie che finiscono con il suffisso "ite" nascondono una collera repressa, perlopiù diretta contro noi stessi. La gotta può manifestarsi in una persona molto dominatrice. Può anche presentarsi in qualcuno che non ha più voglia di andare avanti nella vita, che è disperato, che non ha nessuna meta entusiasmante per il futuro. All'incirca nel cinquanta per cento dei casi, aggredisce l'alluce e colpisce in particolare gli uomini. In tal caso impazienza e desiderio di dominio sono accentuati, e riguardano il futuro. Chi ne è colpito, smetta di preoccuparsi per il futuro, faccia pace con se stesso e con gli altri, e si trovi uno scopo che sia gradevole, invece di agire con l'impressione di dover lavorare per vivere. Un bruciore è scatenato dalla collera, che viene da una situazione generatrice di sentimenti violenti. Di solito, la collera è rivolta contro noi stessi. Ricordiamoci che ogni volta che entriamo in collera, ogni volta che non accettiamo quello che ci accade intorno, significa che non abbiamo saputo vedere l'amore nella situazione o nel comportamento in questione, oppure che vediamo soltanto il problema invece di tutto ciò che, da questa esperienza, c'è da imparare. I crampi si manifestano in una persona che resta aggrappata, che ha paura e prova una grande tensione. Ecco un messaggio che ti dice di smetterla di restare aggrappato; ti chiede di abbandonarti e di mollare la presa. Le cisti provengono da dolori passati, alimentati troppo a lungo. Queste escrescenze sono dovute al fatto che riviviamo continuamente delle esperienze passate, mettendoci un sacco di energia. Il senso di stordimento, le vertigini, si producono quando non vogliamo guardare in una certa direzione, e vogliamo sottrarci a una data situazione. E importante imparare a sviluppare la gioia di vivere e sentirsi perfettamente al sicuro (indicazione quasi certa di ipoglicemia). Uno svenimento è segno di paura, di impotenza nei confronti della vita, di incapacità ad affrontare una situazione. In realtà, è un messaggio del corpo che dice: “Forza, ce la fai! Hai tutto ciò che ti serve per far fronte alla situazione!» La cancrena è segno che la gioia di vivere è stata completamente invasa da pensieri velenosi, da un grave stato morboso. Esprime la necessità di reimparare la gioia di vivere. Un'ernia può indicare la non-accettazione di una rottura in una relazione, o un gran desiderio di rottura inespresso. Può anche manifestarsi in una persona che ce l'ha con se stessa, che prova collera nei propri confronti a causa di una sua debolezza che le impedisce di creare veramente la sua vita così come vorrebbe; è un modo per punirsi. Spesso è tipica di chi trova la vita pesante da sostenere. L'ernia discale: oltre a quanto appena detto, indica che la persona che ne è colpita vorrebbe un maggior sostegno, più appoggio, ma che non si concede di confessarselo e di confessarlo agli altri. Il morbo di Hodgkin è legato a un gran senso di colpa. Chi ne è affetto non pensa mai di essere abbastanza bravo; farà di tutto per farsi accettare dagli altri. Sembra una persona in gara per tentare di provare qualcosa a qualcuno o a se stessa. Non soltanto non si trova abbastanza brava, ma oltretutto ha paura che glielo dicano gli altri. Questo atteggiamento le causa desideri sui quali non ha più nessun controllo. L'insonnia si produce in una persona con la mente troppo piena di attività. Questa attività è influenzata dalla paura e dal senso di colpa, e dalla mancanza di fiducia nella capacità della vita di provvedere a tutti gli esseri. Si manifesta in una persona nervosa, che ha difficoltà nel controllare i propri schemi di pensiero, quali che siano. Ad esempio, non sa se i suoi pensieri sono per lei benefici oppure no. Cambia costantemente idea. E ora che questa persona decida di pensare meno e di agire di più. La narcolessia, comunemente detta "malattia del sonno", consiste nel l'addormentarsi di continuo o nel non riuscire a smettere di sonnecchiare, di dormire. Indica l'incapacità di affrontare qualcosa o di
venirne a capo. È indice di paura, di rifiuto di evolversi e di accettare la propria vita così com'è, oppure indica l'impossibilità di cambiare quello che rende la propria vita insopportabile. Il senso di impotenza e il rifiuto ci inducono a fuggire nel sonno. Bisogna che il narcolettico accetti che esiste un piano divino, e che il sostegno è sempre presente. La nevralgia colpisce spesso chi si punisce per un senso di colpa, o chi ha difficoltà nel comunicare e che, di conseguenza, diventa ansioso. La paralisi nasconde una grande paura e costituisce un modo per sottrarsi a una situazione. C'è una resistenza nei confronti di certe circostanze che non seguono la direzione voluta, e la reazione è costituita da questa evasione. Il messaggio di questa malattia è di sentirsi adeguato, quale che sia la situazione. La poliomielite si produce in persone estremamente gelose, con una gelosia paralizzante. La polio è la malattia di quelli che vorrebbero fermare gli altri. Il messaggio è di accettare che vi è abbondanza di tutto per tutti, e che il possesso non è mai benefico per nessuno. Il morbo di Parkinson proviene da un forte desiderio di mantenere il controllo su tutto e su tutti, un desiderio sotto il quale, ovviamente, si nascondono ancora molte paure. Quando si esagera nel voler tenere sotto controllo ogni cosa, si finisce per perdere il controllo. Il messaggio? Imparare a rilassarsi e ad avere fiducia nel processo della vita. La rabbia, o idrofobia, è una malattia infettiva, dovuta a un virus che si trasmette con il morso di un animale. E causata dalla credenza nella violenza come mezzo di soluzione dei problemi. Chi ne è vittima, nasconde in sé molta collera e molta violenza. Qualsiasi problema legato alle arterie indica una mancanza di gioia di vivere. Il sangue, infatti, rappresenta la gioia di vivere e alle arterie spetta il compito di trasportarla ovunque dentro di noi. La gioia deve circolare di più, ossia costantemente, e non solo in determinate occasioni. Quando si produce un problema di calo delle piastrine nel sangue, questo influisce sulla coagulazione quando c'è un sanguinamento. Essendo il sangue collegato alla gioia di vivere, una persona che ha questo disturbo avrà difficoltà a lasciar la presa. Quando un evento non le va a genio, e quindi le toglie gioia, la persona continua ad alimentare il problema, causando in questo modo una perdita ancora maggiore di gioia di vivere. Questo atteggiamento può essere adottato per attirare l'attenzione altrui; il messaggio è di investire più energia in ciò che porta gioia, piuttosto che in ciò che la sottrae. Il reuma è presente in chi ha l'impressione di essere "la vittima". Ha difficoltà a dire di no, e spesso dice di sì proprio quando, in realtà, gli piacerebbe fare il contrario. Ecco un'altra malattia che deriva dall'impressione di non essere amati, e di dover fare l'impossibile per guadagnarsi l'amore altrui. L'insuccesso di questa impresa di conquista provoca amarezza e risentimento. I disturbi del sistema linfatico: la linfa è il liquido che circola nei vasi linfatici irrorando tutte le cellule del corpo e consentendo così gli scambi nutrizionali. Contiene globuli bianchi che ci proteggono dagli attacchi dei microbi. Una persona con problemi linfatici riceve l'avvertimento di cambiare il suo modo di pensare alle cose essenziali della vita; bisogna che impari a discriminare bene le sue priorità, a esprimere la gioia di vivere e l'amore. La tigna, che è una malattia del cuoio capelluto e delle zone pilifere, è presente soprattutto in persone che si lasciano molto disturbare dagli altri. Costoro non si sentono belli abbastanza, né abbastanza bravi o puri, e lasciano agli altri la possibilità di esercitare il potere su di loro. Il tetano è un'altra manifestazione di collera interiore intensa e repressa. Chi ne è vittima alimenta molti pensieri malsani, che è incapace di esprimere. Preferisce soffocarli dentro di sé. "mandarli giù". La tubercolosi è una malattia che può colpire diversi organi, non solo i polmoni. Troverà le sue vittime in persone molto egoiste e possessive che ruminano pensieri di vendetta. È davvero bene che imparino ad amare. I tumori o cisti o polipi si sviluppano in persone che alimentano sofferenze del passato, traumi affettivi, o che hanno tanti rimorsi. Il messaggio? Esprimersi, sviluppare sentimenti d'amore, voltare la
pagina per ciò che riguarda il passato. Un ascesso è un'infezione che produce pus. E una creazione dovuta a pensieri inadeguati, malsani. Nei nostri pensieri, come ovunque, se non facciamo pulizia, si diffondono la sporcizia e l'infezione. E dunque più che ora di dare una pulita ai tuoi pensieri. Invece di alimentare propositi di vendetta per un torto che qualcuno ti ha fatto in passato, è meglio nutrire bei pensieri d'amore nei confronti delle persone, e smettere di dare importanza a trascorsi aspetti sgradevoli. Per capire bene il messaggio, guarda quale parte del tuo corpo è colpita dall'ascesso. Se colpisce gli organi genitali, si tratterà di un problema legato alla vita amorosa o sessuale; se è un orecchio, avrà a che vedere con qualcosa che odi, e così via. La persona che soffre di anemia ha perso la gioia di vivere e ha difficoltà a continuare la sua esperienza di vita. L'anemia è una debolezza del sangue, e il sangue rappresenta la gioia di vivere. È molto importante per l'anemico cominciare a guardarsi attorno, in famiglia, tra le persone che lo circondano, nel suo ambiente di lavoro, per scoprire la gioia. Ogni essere umano è una cellula di questa grande entità che è la Terra, e bisogna che ogni cellula sia sana affinché la Terra stessa ritrovi la salute. I problemi ghiandolari si manifestano in persone che hanno difficoltà a passare all'azione. Il corpo dice loro di fidarsi di sé, della propria creatività, e di agire. I gangli che si gonfiano sono dovuti a una situazione di rimpianto. Qualcosa che non va per il verso giusto, in base al desiderio della persona che ne è colpita. E un sentimento inespresso, e che quindi va ad accumularsi da qualche parte nel corpo. Ancora una volta, è importante notare in quale punto del corpo si manifesta il rigonfiamento per decodificarne il messaggio. La persona in questione ha interesse a esprimere quello che vive, invece di alimentare i rimpianti. Esercitare la propria creatività in qualcosa di piacevole le sarà anche di grande aiuto. Un'emorragia è una perdita improvvisa di sangue, abbastanza violenta. Colpisce qualcuno che, per un bel pezzo, si è trattenuto nei confronti di una certa situazione, e perde la propria gioia di vivere. La paura, l'angoscia l'hanno bloccato per molto tempo poi, stanco di trattenersi, stufo di tutto, all'improvviso costui ha mollato la presa, ed ecco che la gioia l'abbandona. Ecco dunque il messaggio del corpo che gli dice di imparare a guardarsi attorno per scoprire la gioia. Infatti, è impossibile che nella vita di una persona non ci sia gioia, se costei impiega la propria energia per scoprirla invece di soffermarsi soltanto sui problemi. La malaria è una malattia che provoca violenti accessi di febbre, causati dalla collera. Colpisce chi ha vissuto una situazione di grave turbamento, conservandone un gran rancore. Può anche essere che questo eccesso di collera sia stato scatenato da qualcuno. Per liberarsene, il corpo in questo caso si serve della febbre. Oltre alla liberazione fisica, la persona dovrà passare attraverso un processo mentale ed emozionale di liberazione con il diretto interessato. Il mal di mare, il mal d'auto e il mal d'aria sono reazioni di nausea a volte piuttosto violente che alcuni hanno quando si trovano in nave, in auto o in aereo. Costoro hanno l'impressione di perdere il controllo se non hanno i piedi a terra. Questi disturbi comportano il messaggio che "le vittime" non sono consapevoli di essere padrone della loro vita, che il potere è loro di diritto, affinché lo esercitino. Dal momento in cui decidono di esercitare il potere, diventano consapevoli di non correre alcun rischio di perdere il controllo nella vita. Chi ha paura di questo, spesso è indotto a voler controllare tutto. Lasciando che gli altri facciano quello che gli pare e occupandosi di sé, queste persone riprenderanno contatto con il loro potere. Va detto che questi disturbi sono anche spesso collegati all'inconscia paura della morte. Una forte sudorazione è tipica di chi si trattiene, di chi reprime dentro di sé quello che non gli garba, vuoi per educazione, vuoi per paura di ferire qualcuno, vuoi semplicemente perché non gli va che si sappia che cosa accade dentro di lui. E tutto questo esce sotto forma di sudorazione. Il liquido del corpo rappresenta l'aspetto emozionale della persona, e le emozioni che straripano sono un segno importante della necessità di esprimersi con i diretti interessati.
I parassiti intestinali spesso sono presenti in bambini che si sentono costretti a mandar giù idee contrarie alle loro. Questi bambini provano tristezza, perché la comunicazione con gli adulti non è piacevole per loro. Ad esempio, i bambini hanno capito che cos'è la nozione d'amore, e quando vedono gli adulti vivere come vivono, la cosa li disturba moltissimo. Qui, il messaggio dice che non sono obbligati a mandar giù idee contrarie alle loro, e che nessuno di noi è costretto a rispondere a tutti coloro che si prendono la briga di bussare alla nostra porta. Un virus è un'aggressione proveniente dall'esterno. Significa che ti lasci disturbare da un incidente, da una situazione o da una persona. Prendendo coscienza di che cosa ti disturba, riuscirai a conoscerti meglio (rivedere il capitolo "Sei ciò che vedi"). Il luogo del corpo in cui si infiltra il virus ti darà indizi preziosi per scoprire le cause della sua intrusione nel tuo organismo. La fibrosi cistica si manifesta in una persona che crede che, nella sua vita, nulla potrà mai funzionare. E il tipo "povero me!" Questo messaggio gli dice che è ora di farsi carico di se stesso, di accettarsi quale manifestazione di Dio, proprio come tutti gli altri esseri umani. Il rachitismo è una malattia che colpisce soprattutto i bambini. E un segno di malnutrizione sul piano affettivo. Anche se i genitori amano il bambino, lui non lo sente, e gli manca la sicurezza affettiva. Per aiutarlo, i genitori possono far sì che egli ascolti i propri bisogni, invece dei loro. La senilità è un modo per ritornare alla sicurezza dell'infanzia, con tutte le cure e le attenzioni di allora. Pur essendo una fuga, la senilità è un modo di tenere le persone intorno a sé sotto controllo. Chi ne è colpito dovrebbe invece prendere coscienza del fatto che la protezione divina è presente a qualsiasi età, e che non è affatto necessario fuggire per ottenere attenzioni. Si tratta semplicemente di seminarne, se vogliamo raccoglierne. L'artrosi è una malattia delle articolazioni che di solito si produce in una persona troppo rigida con se stessa; una che chiede troppo a se stessa, e che dovrebbe cambiare la motivazione che la spinge con tanta intensità. Può comparire anche in chi ha l'impressione di sopportare da molto tempo una data situazione o un'altra persona; il corpo gli dice di essere più flessibile, e di interessarsi alla felicità degli altri in base alle loro scelte, invece di volerli cambiare. Tutte le malattie infantili accompagnate da febbre, quali la rosolia, il morbillo, la varicella, gli orecchioni, la pertosse, sono un'espressione di collera soffocata nel bambino. Quasi tutte queste malattie colpiscono gli occhi, il naso, le orecchie, la gola o la pelle. Il corpo comunica al bambino che sulla Terra è importante imparare a non lasciarsi disturbare da ciò che si vede, da ciò che si ode o si percepisce. Bisogna imparare ad accettare il mondo degli adulti con le paure e le sofferenze che lo caratterizzano, anche se non si è d'accordo. E anche necessario che il bambino si conceda di esprimere la collera, senza paura di non essere più amato per questo. La scarlattina è caratterizzata da una febbre violenta, da mal di gola, dal gonfiarsi dei gangli della mascella, dal mal di testa e dal vomito. Ci sono, quindi, diversi messaggi in questa malattia. Quello fondamentale riguarda una forte collera repressa, quanto basta perché il corpo diventi rosso, diretta contro un'altra persona e contro il malato stesso. Il corpo gli dice che è ora di esprimere ciò che sente dentro di sé, le proprie paure, eccetera. Consultare anche, nel libro, i messaggi alle voci febbre, gola, gangli, mascella, mal di testa e vomito. Oltre al messaggio descritto per ogni malattia, ti suggerisco di chiederti: “Che cosa mi impedisce di fare, dire o realizzare questa malattia?» A conclusione di questa lunga lista di malattie frequenti, vorrei chiederti di ponderare su questa realtà: non hai bisogno di pillole, trattamenti o preghiere per ritrovare la salute. Semplicemente, prendi coscienza del fatto che tu sei salute. La perfetta vita di Dio non invecchia e non può essere malata. Quale espressione di Dio, il tuo stato normale è la salute, sotto ogni sua forma. La vita è sempre intera, e circola attraverso di te nella misura in cui l'accetti e ne conosci le leggi. Se hai un disturbo o una malattia, vuol dire che blocchi il flusso di questa vita per mezzo di pensieri, parole o azioni contrari alle leggi divine dell'amore.
Per ristabilire dentro di te l'armonia e la salute perfetta di Dio, ecco un'affermazione che puoi usare in ogni istante della giornata, in particolare quando senti dentro l'incomprensione o una resistenza nei confronti di un messaggio che il corpo ti dà: Il mio corpo è l'espressione perfetta di Dio, e apro la mente, il cuore e il corpo alla consapevolezza di questa perfezione assoluta in ogni mia cellula. Quando affermi questa verità, visualizza la luce in te. Comincia dalla zona del cuore. Guarda questa luce splendente come un piccolo sole, lasciala crescere finché invaderà ogni tua cellula, ogni parte del corpo. Renditi conto che tutto il tuo corpo è luce. Mantieni questa visione dentro di te per almeno un minuto, ripetendo l'affermazione. Ce ne sono altre due, insegnate da Gesù, che hanno un rapido e potente effetto per liberarci di qualsiasi disturbo proveniente dalla paura, dall'angoscia, dal dubbio o dall'insicurezza. Ripeti con convinzione questa frase: Io sono la Resurrezione e la Vita. Dillo accettando che sei tu stesso che crei la tua vita, per mezzo delle tue credenze interiori. "Resurrezione" significa ritornare dalla morte alla vita. Continuamente, in ogni istante, milioni e milioni di nuove cellule nascono in te, in un processo di vita che si rinnova incessantemente; prendi coscienza del grande potere che è in te, per ricrearti di continuo. La seconda affermazione, il Padre nostro, ha anch'essa effetti miracolosi e rapidi. E l'unica preghiera che Gesù ci abbia lasciato. Quando ti rivolgi a Dio Padre, non pensare a un vecchio signore molto indaffarato che forse ti esaudirà, se riesce a trovare il tempo di starti a sentire. Pensa invece che ti stai rivolgendo al tuo Dio interiore, che ha il potere di creare tutto ciò che gli chiedi con fede. Quando dici: "che sei nei Cieli", questo si rivolge alla parte più elevata di te, al tuo cielo interiore. E a questo punto che focalizzi tutta la tua attenzione sulla parte superiore del capo, vedendovi il Sole Cristico che splende radioso, di una luce straordinaria. Fonditi con questa energia, contemplando le parole del Padre nostro. “VIVI COME SÉ QUESTO FOSSE IL TUO ULTIMO GIORNO SULLA TERRA, PERCHÉ UN GIORNO AVRAI RAGIONE!”
Tu sei Luce Ogni essere umano è costituito di Luce. Attualmente, il corpo di luce resta invisibile per quasi tutti noi, ma ciononostante è reale. Il desiderio fondamentale di ogni essere è di raggiungere una perfezione maggiore, diventare "luce" sempre di più. E precisamente quello che è venuto a insegnarci Gesù, provandoci che era possibile, e lo ha dimostrato davanti a tre discepoli nel momento della trasfigurazione, quando è diventato luce. Altrettanto, con l'Ascensione. Molte centinaia di persone hanno visto il suo corpo trasformarsi in luce prima che sparisse ai loro occhi per passare nella quarta dimensione. Attualmente viviamo nella terza dimensione; con l'Era dell'Acquario, che è appena agli inizi e durerà all'incirca duemila anni, tutta la Terra è convitata a passare dalla terza alla quarta dimensione, un processo che è già iniziato, ed è per questo che constatiamo tanta apertura mentale nei confronti di seminari, conferenze e insegnamenti spirituali. Vogliamo saperne di più; nel nostro cuore sentiamo che, anche se disponessimo di tutti i beni materiali possibili, ci mancherebbe ancora qualcosa; è questo sentire profondo e generalizzato che attualmente ci sta portando a una grande evoluzione. Come sai, tutto ciò che vive necessariamente cresce, e la crescita implica un cambiamento. La Terra è arrivata a questo cambiamento, già previsto da migliaia di anni e costantemente annunciato, d'altronde, da tutte le grandi profezie bibliche; questo cambiamento segna la fine di un mondo, e l'inizio di un altro mondo. Ecco a cosa si riferiva la "fine del mondo" prevista per il finire del secondo millennio. Tutti siamo chiamati a emanare questa luce, la luce che siamo. Il corpo di luce che avremo continuerà a essere un corpo visibile e tangibile, e impareremo a padroneggiarlo perfettamente, cosa che ci consentirà di comunicare facilmente con altre espressioni di vita su diversi piani dell'universo. Potremo modificare a piacere il nostro tasso vibratorio e, sintonizzandoci sui tassi vibratori di vari elementi, potremo ad esempio camminare sul fuoco o sull'acqua come faceva Gesù. Quel corpo non conoscerà più la malattia. Questa trasmutazione è chiamata a realizzarsi nei prossimi secoli; già migliaia di umani sono in contatto con il loro corpo di luce. Come riuscire a far sì che la nostra luce interiore risplenda sempre più? Semplicemente circondandoci di bellezza, di luce e d'amore, cose che ci aiutano a prendere coscienza della nostra luce interiore. In realtà, luce e amore si equivalgono: l'espressione dell'amore è il mezzo terreno di far uscire la propria luce, perché con l'energia che attualmente viene diretta verso la Terra, ognuno si identificherà con la propria luce interiore. Più è veloce il processo di coscientizzazione della luce, più in fretta ci libereremo dal karma accumulato in molte vite, per vivere una gioia sempre crescente. Spiego nuovamente la nozione di karma, perché in molti hanno difficoltà a capirla: questo termine si applica alla credenza in base alla quale il destino di un essere vivente cosciente è determinato dall'insieme delle sue azioni passate, risalenti a vite anteriori. Si tratta di un processo automatico, comune a tutta la razza umana. Fintantoché l'evoluzione di una persona non sarà completa, dovrà tornare, vita dopo vita, per portarla a termine. L'anima si presenta dunque portandosi dietro, sotto forma di vibrazioni, il risultato delle proprie azioni passate, benefiche o no. La legge dice che ci tocca tornare per vivere ciò che abbiamo fatto vivere agli altri; le nostre vibrazioni attireranno a noi delle situazioni tramite le quali sperimenteremo quello che abbiamo fatto ad altri, prendendone così coscienza. In questo modo ci sbarazziamo dei fardelli accumulati nel passato. Essi derivano da azioni fatte in un dato momento, azioni che non erano benefiche, che andavano contro le leggi dell'amore. Se ad esempio, invece di prendertela con i tuoi genitori, incominci a provare amore per loro, ad accorgerti che hanno agito al meglio delle loro conoscenze e che non stava a te giudicarli, ecco che incominci ad accettare che ti hanno
dato il loro amore al meglio che sapevano, o che forse erano persone che avevano sofferto molto, ed ecco che apri il cuore, ecco che fai un atto d'amore. Automaticamente, dentro di te va ad accumularsi nuova luce. Se, oltre a provare amore, rivolgi loro pensieri e parole colmi d'amore, la tua luce cresce ancora di più. Se poi agisci in modo da mostrare loro ancor meglio quanto li ami, ecco che accumuli ancora più luce intorno a te. La legge del karma è dunque un'occasione in più, per ognuno di noi, di far ritorno alla luce. Gli atti d'amore compiuti in passato si sono accumulati sotto forma di luce intorno a noi, e maggiore è stato l'accumulo nel corso delle vite anteriori, più siamo oggi protetti, più diamo l'impressione di saper sempre cadere in piedi, quali che siano le circostanze della vita. Un altro modo per accumulare luce consiste nel mantenersi sempre in contatto con Dio, che è luce. Tutto ciò che ti accade, tutto ciò che guardi, ciò che odi, ciò che succede dentro di te, può aiutarti a prendere contatto con questa grande energia divina che riempie l'universo. La meditazione quotidiana è un buon mezzo per entrare in contatto con la propria luce interiore. Qualsiasi forma di meditazione è valida, fintantoché crea in te il silenzio, e ti aiuta a smettere di pensare. L'esercizio di visualizzazione che segue è anch'esso uno strumento utile: prendi contatto con questa bella luce che ti riempie il cuore, vedila crescere finché colma tutto il tuo corpo. Poi osservala mentre esce da te e ti avvolge. Eccoti immerso completamente in questa luce meravigliosa. Fai questo esercizio al mattino, quando ti svegli, e la tua giornata sarà diversa! Puoi vederti costantemente, puoi visualizzarti sempre immerso in questa luce. Quando vai da qualche parte, guarda la tua luce precederti e riempire la stanza in cui entri, illuminandola con un grande fascio luminoso che ti fa strada. Fai anche in modo che la tua luce abbracci ogni persona con cui entri in contatto: forza! Non ti costa nulla! Nell'universo, la luce è in quantità illimitata; si tratta solo di prendere contatto con essa e di esserne consapevole. Se lo fai con regolarità e per diversi mesi, produrrà grandi trasformazioni nella tua vita; più ti identificherai con la luce, più diventerai un raggio di sole che rischiara e riscalda tutto ciò che ti circonda. A volte ti sembrerà di passare attraverso periodi molto bui, e ti chiederai: “Che ne è della mia luce?» Queste fasi sono del tutto normali! Fanno parte della grande pulizia che stai compiendo attualmente, sono l'espressione della legge del ritmo; come sai, l'ora più buia della notte è proprio quella che precede l'alba; è naturale che i nostri periodi difficili, i periodi neri, si manifestino proprio prima che splenda la luce. D'altronde, se osservi come si comporta un saltatore, constaterai che la tecnica migliore consiste nello schiacciarsi verso il basso, rannicchiandosi al massimo per prendere lo slancio; è un esempio che spiega bene il perché dei periodi difficili della vita: si producono perché ti prepari a lanciarti, a far un gran balzo in avanti. Non scoraggiarti mai! Lungo la strada che ti conduce alla consapevolezza della luce interiore, chiamerai a te delle prove passeggere, quel genere di test che serve a verificare se è proprio quello che desideri, se hai davvero deciso di andare in questa direzione; e quando superi la prova senza scoraggiamento e continui a camminare, è come a scuola: vieni promosso alla classe superiore! E non avrai mai più bisogno di ripetere lo stesso test. Sai, prendiamo davvero la vita troppo sul serio. In realtà la vita è un gioco! Il grosso problema degli umani, attualmente, è cercare di giocare a questo gioco senza averne letto prima le istruzioni, senza conoscerne le regole. Quasi duemila anni fa Gesù è venuto a insegnarcele, ma cominciamo solo ora a comprendere il suo messaggio e a cercare di usarlo. Gesù, essendo un modello per noi, proclamava: “Io sono la Luce del mondo». Il suo ruolo era di insegnarci che Dio è Amore. Un mezzo fantastico per manifestare la propria luce interiore è esprimere l'amore. Bisogna prendere coscienza dell'amore in cui siamo immersi, e che ci riempie. Anche qui bisognerà esercitarsi a far sgorgare questo amore partendo dall'interno. Il metodo migliore per riuscirci consiste nell'amare se stessi, nell’ammirarsi, nel congratularsi con se stessi, evidenziando ogni giorno tutte le belle cose che vediamo e che ci accadono. Se ti prendi il tempo di esercitarti nel provare riconoscenza per questa bella
energia creativa che proviene da te e che crea il tuo mondo, tutta la tua vita ne sarà trasformata. Ti renderai conto che ti accadono ben poche cose sgradevoli, paragonate alle centinaia di cose belle che ti riempiono le giornate. Fin qui gli umani sono stati piuttosto inclini a soffermarsi sulle cose negative. Siamo diventati degli specialisti del giudizio, della critica e della condanna di tutto e di tutti; ma ogni volta che giudichiamo, critichiamo o condanniamo un altro, è come dire: “Io sono Dio, e tu invece no!» Ecco che cosa significa credersi l'ombelico del mondo! Prima di giudicare, criticare o condannare, fai molta attenzione e osserva che cosa è anche tuo; entra dentro di te e comincia a migliorarti. Ogni volta che scopri atteggiamenti o parole che non sono benefici per te e di conseguenza trasformi il tuo modo di vedere le cose, modifichi la qualità della tua anima, e diventi luce. Tutte le condizioni della vita si trasformano ed essa diventa diversa; avrai persino l'impressione che tutti, intorno a te, si trasformino, ma di fatto il grande cambiamento si sarà prodotto in te. Sii fermo quando decidi di crescere e di lasciar sgorgare la luce da te. Spesso troverai persone o circostanze che ti daranno l'impressione di voler frenare il tuo slancio, ma in realtà nessuno al mondo può distoglierti dal tuo intento; sei l'unica persona capace di dare il tuo potere a qualcun altro. Quel che è peggio, è che spesso deleghiamo il nostro potere a qualcuno in nome dell'amore; ci lasciamo influenzare dalla persona amata a causa di quella vecchia paura di non essere a nostra volta amati, o di venire rifiutati se non seguiamo la stessa direzione dell'altro; e quando qualcuno cerca di influenzarti per farti cambiare idea o scelta di vita, è soltanto il segno che non sei ancora abbastanza sicuro della tua direzione. L'altro viene a metterti alla prova perché, di fatto, il dubbio che emana da te lo attira nella tua vita. Questo dubbio, nel tuo campo vibratorio, si esprime così: “Ma ho proprio ragione? Ho preso la decisione giusta?» e automaticamente qualcuno verrà a trovarsi sulla tua strada per farti queste domande! Tu solo, dunque, puoi veramente farti carico della tua vita. Entra in te stesso, prenditi il tempo di analizzare bene, e poi decidi che cosa vuoi fare. Questa analisi è una delle attività in cui il tuo intelletto diventa un collaboratore preziosissimo. Guarda la tua vita passata e paragonala a questo nuovo orientamento; eri forse più felice, prima? Eri più a tuo agio? Godevi di una salute migliore? C'era più amore fra le persone che ti circondano? Ti sentivi colmo d'amore, o dovevi andare in cerca di qualcos'altro per sentirti bene? Tu solo puoi decidere della via migliore da imboccare per creare il contatto con la tua luce interiore. La risposta è in te! In realtà non sono i fatti o gli eventi che accadono nella tua vita a contare, ma piuttosto la tua reazione ad essi; tu solo hai il potere di far risplendere la tua luce. Alla fin fine, tu solo puoi scegliere! La tua luce è simile a una lampadina elettrica qualsiasi, come quelle che tutti abbiamo in casa. I suoi filamenti sono in buono stato? E ben innestata? Allora ecco che la lampadina è luce, e questo indipendentemente dalla sua dimensione, dalla forma o dal colore. E che importa a che cosa ha potuto servire in passato, se ora è in buono stato, è ben innestata e si accende automaticamente! Questa analogia sta a dire che la manifestazione della tua luce interiore obbedisce a leggi analoghe; la tua luce però ha un impatto molto maggiore in fatto di potenza e di intensità. Non appena si armonizzano in te la dimensione fisica, quella mentale e quella emozionale, non appena ti metti in contatto con la fonte del potere interiore, Dio, che si esprime attraverso di te, la tua luce sgorga e si espande lontanissimo intorno a te. E questa luce, oltre a illuminarti, illumina tutti coloro che si trovano nel tuo ambiente. Fa' in modo da rimanere costantemente nel suo splendore, e da vederci sempre chiaro. Non c'è nessuna luce da creare: la luce è già presente in noi! Noi siamo già luce! Questa è la realtà rispetto alla quale è importante svegliarsi. Bisogna anche svegliarci rispetto all'importanza di prendere contatto con essa, e di farla venire fuori. Si sente dire: “Farò entrare la luce dentro di me! Mi metterò in contatto con la luce!», ma chi dice questo pensa che la luce sia qualcosa che proviene dall'esterno. Quando usiamo l'espressione "entrare in contatto con l'energia tellurica o l'energia cosmica" non si intende dire che l'energia verrà dalla Terra o dal Cosmo! Questa espressione va usata, invece, per dire a
se stessi: “Prendo coscienza della mia luce interiore e mi unisco, o mi metto in contatto, con quella della Terra e del Cielo». Ecco un altro modo di sviluppare la consapevolezza dell'unità. E in questa unità, l'essere umano scopre di poter compiere tutto: non vi è nulla che sia impossibile per lui. La stessa cosa avviene per tutti coloro che dicono di avere fretta di veder arrivare l'abbondanza; l'abbondanza non deve arrivare: c'è già! È in te: sei l'abbondanza! Non ti resta che prendere contatto con questo grande potere che hai dentro! Purtroppo, però, i nostri pensieri hanno la capacità di farci perdere questo contatto; è esattamente come se, entrando in una stanza, spegnessi l'interruttore della luce. Questo non vuol dire che non c'è più elettricità: l'elettricità è sempre presente, e basterà ripremere il pulsante perché la luce splenda di nuovo. Allo stesso modo, non è perché tiro su le tapparelle che, all'improvviso, faccio splendere il sole! Il sole già c'era. La realtà è che nessuno al mondo fa apparire il sole in cielo, né può far arrivare l'abbondanza nella sua vita. Tutto ciò che possiamo fare è prendere coscienza del fatto che l'abbondanza già c'è, proprio come il sole e l'elettricità. La cosa vale anche per quello che riguarda la salute. Tu sei la salute] L'assenza di salute è come l'assenza di luce. Prendi coscienza della realtà delle cose: la salute è la condizione normale dell'essere umano. Molti pregano Dio, chiedendogli di illuminarli, di guarirli, di dar loro l'abbondanza, di guidarli. Quasi tutti abbiamo imparato a pregare così, a riprova del fatto che ci sentiamo ancora separati dalla Fonte. Prendi coscienza che Dio, la Fonte, è dentro di te, e attraverso di te si esprime. Dunque, invece di chiedere a Dio di aiutarti per una data cosa, comincia con l'affermare che Dio è luce e che, quando sei in contatto con la luce interiore, tu sei Dio che si esprime. E veramente importante sviluppare questa coscienza dell'unità ed entrare in contatto con la tua potenza divina, invece di cercare risposte o aiuti al di fuori di te. Trova dei mezzi che ti aiutino a prendere contatto con la tua luce. Ma in primo luogo, il mezzo principale consiste nell'impiegare i tuoi sensi per entrare in contatto con Dio. Se trovi bello tutto ciò che vedi, avrai l'impressione che tutto diventi sempre più luminoso, che le persone diventino sempre più radiose. In tutto ciò che odi, odi solo espressioni di bellezza, parole d'amore! Fai attenzione anche a provare solo buoni sentimenti. Quando eserciti il tatto, che si tratti di toccare un'altra persona, un albero, un animale, la tua automobile oppure un fiore, fallo con amore! Pensa che stai toccando Dio. Tutto ciò che possiedi nel mondo materiale possa costantemente ricondurti a Dio e al tuo potere creativo divino. Quando mangi, coltiva l'impressione di fare la comunione, di nutrirti di luce. Ci sono poi le parole che escono dalla tua bocca: possano valorizzare tutti, te compreso! Ogni volta che apri bocca, prenditi il tempo di verificare che ciò che stai per dire sottolinei il tuo valore o quello dell'altro. Metti costantemente in evidenza la bellezza che esiste. Viviamo in un universo spirituale, e siamo circondati da milioni di esseri e cose che possono continuamente ricordarci Dio. Questa realtà interiore ha il potere di trasformare le nostre vite, e il nostro comportamento non può che testimoniare dell'avvenuta trasformazione. Chiunque ci creda e resti fermo in questa convinzione malgrado tutto, infallibilmente si trasforma in un vincitore; le persone che entrano in questa energia vivono davvero in modo straordinario ed emanano una gioia che la dice lunga. Provare questa gioia interiore ed esprimerla nell'ambiente circostante, non è forse lo scopo di ogni vita? Allora soltanto potremo dire in assoluta verità: “Io sono la luce del mio universo». Ecco un'affermazione che potrai ripetere in ogni istante della giornata o della notte, fino a che la sentirai assolutamente vera, in ogni fibra del tuo essere. Affermando questa verità, visualizzati come un essere di luce: “Io sono Dio, Dio io sono». E per terminare questo capitolo e il libro, ti lascio con questo pensiero: “QUANDO IL POTERE DELL'AMORE AVRÀ SOSTITUITO L'AMORE PER IL POTERE, L'UOMO PORTERÀ UN NUOVO NOME: DIO”.
(Sri Chinmoy)
Conclusione Quando si compra un libro di solito lo si legge tutto d'un fiato; ben pochi si soffermano su ogni capitolo, su ogni pagina per assimilarne il contenuto, sebbene sia proprio questo l'unico metodo per non sprecare i soldi; invece ci compriamo un libro dietro l'altro, li leggiamo di corsa per sistemarli, alla fine, sullo scaffale. Una biblioteca ben fornita non è una prova di evoluzione vera, è solo il segno di un grande desiderio di conoscenza. Per fare un salto in avanti sulla strada dell'evoluzione spirituale, è invece essenziale assimilare con amore il contenuto dei libri che ci interessano. Prima di sistemare, dunque, questo libro sul tuo scaffale e lasciare che la polvere del tempo vi si depositi sopra, ti invito a rileggerlo dall'inizio, introduzione compresa, e a seguirne pian piano le istruzioni. Una decisione che ti arricchirà in modo inaspettato.
Indice dei disturbi, delle malattie e della morfologia Aborto spontaneo Acne Acufene Addison (morbo di —) Adenoidi Aderenze Aerofagia Afonia Agorafobia AIDS Alito (cattivo) Allergie Alzheimer (morbo di —) Amnesia Anche, Andatura (morfologia) Anemia Angina pectoris Angoscia Ano ascesso dolori prurito Sanguinamenti Anoressia Ansia Anulare Apnea Appendicite Aritmia Arterie Arteriosclerosi Artrite artrite gottosa (gotta) artrite reumatoide Artrosi Ascesso Asfissia Asma Astigmatismo Avvelenamento Bacino Balbuzie Bell (paralisi di —) Biliari (calcoli) Bocca con angoli verso l'alto con angoli verso il basso descrizione grande morbida e socchiusa piccola —rientrata sinuosa sottile spazio tra bocca e naso sporgente Braccio borsite Descrizione male al — Bright (morbo di) Bronchite Bruciore di stomaco Brufoli Bulimia Calcoli al fegato Calcoli al rene Calcoli biliari Calo di piastrine Cancrena Cancro del sangue Candida albicans Capelli Cateratta Cattivo alito Caviglia Cellulite Cerchiati (occhi) Cervello (tumore) Cheratite Cipolla Circolazione (problemi, di —) Cisti Cistica (fibrosi) Coccige Colesterolo Colite Collo Corto diritto e rigido dolore al collo dolore alla nuca grosso lungo proteso in avanti torcicollo Coma Congiuntivite Coronarica (trombosi) Corpo alto morfologia Obeso Piccolo tipo endomorfo tipo ectomorfo tipo mesomorfo Cosce voluminose problemi alle — Serrate Couperose Crampi Crohn (morbo di) Crup (laringite difterica) Cuore angina pectoris aritmia attacco di — palpitazioni problemi cardiaci zona del — Cushing (sindrome di) Denti digrignare i — mal di — Depressione Diabete Diarrea Difterite Digestione (problemi di —) Discale (ernia) Disco spostato Distrofia Muscolare Dita della mano anulare Indice medio mignolo pollice Dita del piede morfologia problemi alle unghie incarnite Dolore acuto e improvviso Doni psichici o sensitivi Duodeno (ulcera al) Durone Ecchimosi Ectomorfo (tipo) Eczema Edema Emicrania Emorragia Emorroidi Enfisema Endometriosi Endomorfo (tipo) Epatite Epilessia Ernia discale Esaurimento nervoso Faringite Febbre Fegato calcoli al, calcoli biliari epatite itterizia Fibrosi cistica Fitta Flebite Follia Foruncoli Frattura Fronte (morfologia) diritta o verticale larga e alta rettangolare profonda e in rilievo sfuggente spaziosa Frustrazioni sessuali Gambe grosse mal di— piccole varici Gangli Gas intestinali Gastrite Gastroenterite Gengive Gengivite piorrea problemi di — sanguinamenti Gengivite Genitali (organi) Ghiandola pineale pituitaria (ipofisi) problemi ghiandolari surrenali tiroide Ginocchio che si piega facilmente Diritto problemi al — rigido Giunture (problemi alle—)
Glaucoma Gola mal di — zona della — Gomito Gonfiore Gotta Gozzo Grasso superfluo Guance con zigomi piatti con zigomi sporgenti larghe morfologia piatte scavate strette Herpes Herpes genitale Hodgkin (morbo di) Idrofobia Impetigine Impotenza sessuale Incidente Incontinenza urinaria Indigestione Infezione Infezione alle vie urinarie Infiammazione Insonnia Intestino aderenze colite Crohn (morbo di) diarrea gas intestinali gastroenterite stitichezza tenia o verme solitario vermi intestinali Influenza Ipertensione Ipertiroidismo Iperventilazione Ipofisi (ghiandola pituitaria) Ipoglicemia Ipotensione Ipotiroidismo Itterizia Ittiosi Labbra Carnose descrizione herpes strette Laringite Lato destro Lato sinistro Lebbra Leucemia Leucorrea Linfatico (sistema) Lingua Lombaggine Lupus Mald'aria d'auto di denti di mare di pancia di testa Malaria Malattie da creazione mentale Malattia del sonno (narcolessia) Malattia per evitare uno stress Malattie infantili Malattie karmiche Malattie veneree Mani (problemi alle) Mare (mal di) Mascella angolo rotondo larga problemi alla — quadrata stretta Mastoidite Medicina allopatica Medicina spirituale Ménière (sindrome di) Meningite Menopausa Mento Aguzzo alto carnoso con fossetta corto largo proiettato in avanti tondo sfuggente stretto Mesomorfo (tipo) Mestruazioni Mignolo Milza Miopia Mononucleosi Morbillo Morbo di Addison Morbo di Alzheimer Morbo di Crohn Morbo di Hodgkin Morbo di Parkinson Muscolare (distrofia) Narcolessia Naso a base grande profilo largo e diritto corto curvo e prominente descrizione epistassi grande lungo piccolo problemi al — punta carnosa punta sottile punta rotonda e grossa radice larga radice stretta rincagnato russare sanguinamenti sfuggente sinusite starnuti Natiche grosse piccole problemi alle — Nausea Nefrite Nervo sciatico Nervi Nevralgia Nevrosi Nuca (dolori alla) Obesità Occhi all'orientale astigmatismo cadenti cateratta cerchiati cheratite che si muovono congiuntivite con angoli verso l'alto distanza fra gli — fissi glaucoma incavati miopia morfologia orzaiuolo presbiopia problemi agli — sporgenti strabismo Orecchio acufene a sventola attaccatura bassa conca descrizione incollato al cranio largo lobo mastoidite orecchioni otite padiglione piccolo problemi all' — ronzio sibilo situato in alto sordità stretto tintinnio Organi genitali aborto spontaneo aderenze AIDS apertura vaginale endometriosi frustrazioni sessuali herpes genitale impotenza leucorrea menopausa mestruazioni ovaie pene prostata sterilità testicoli uterovaginite veneree (malattie) Orticaria Orzaiolo Ossa fratture male alle — Osteomielite Otite Ovaie Palpebre (morfologia) Palpitazioni Pancia mal di — Pancreas diabete ipoglicemia pancreatite Paralisi di Bell Parassiti intestinali Parkinson (morbo di) Pelle acne brufoli couperose ecchimosi eczema edema foruncoli herpes zoster impetigine intorpidimento ittiosi lebbra lupus orticaria problemi di — prurito psoriasi rossore scabbia sclerodermia secca verruche vitiligine Pene grosso piccolo Peritonite Pertosse Peso Petto angina pectoris molto sviluppato piccolo e stretto problemi al — Piastrine (calo delle —) Piedi cipolla durone grandi piccoli piede d'atleta tallone verruca plantare Pineale (ghiandola) Pituitaria (ghiandola) Piorrea Plesso solare (zona del —)
Poliomielite Polipi Pollice Polmoni Polmonite Polso problemi di — tunnel carpale Presbiopia Pressione alta bassa Principio femminile Principio maschile Prostata Pruriti all'ano, cutanei Psicosi Psoriasi Rabbia (idrofobia) Rachitismo Raffreddore Raffreddore da fieno Reni calcoli ai reni incontinenza urinaria infez. alle vie urinarie morbo di Bright nefrite Respiratori (problemi) Reuma Reumatoide (artrite) Ritenzione idrica Rosicchiarsi le unghie Rosolia Rossori sulla pelle Russare Sacro Sangue calo delle piastrine cancro del — epistassi problemi circolatori sanguinamento gengive Scabbia Scarlattina Schiena lombaggine nervo sciatico parte alta della schiena parte bassa della schiena parte mediana schiena scoliosi spostamento del disco Schizofrenia Sciatico (nervo) Sclerodermia Sclerosi a placche Scoliosi Seno flaccido e pendente grosso piccolo problemi al — Senilità Sessuale frustrazione impotenza Sindrome di Cushing Sindrome di Ménière Singhiozzo Sinusite Sistema linfatico Sonno (malattia del)Sopracciglia arcuate corte diritte disordinate folte lunghe molto alte molto basse molto distanziate molto ravvicinate ordinate sottili Sordità Spalle contratte verso l'alto inarcate avanti molto possenti male alle — Starnuti Sterilità Stitichezza Strabismo Stomaco bruciore di — gastrite gastroenterite indigestione problemi di digestione problemi di — ulcera allo — ulcera duodenale vomito Stordimento Storta Sudorazione Surrenali (ghiandole) Svenimento Tallone Tenia Testa emicrania forma (grossa,ecc....)mal di — zona della — Testicoli (problemi ai —) Tetano Tigna Tiroide (ghiandola) Tonsillite Torcicollo Tosse Trombosi coronarica Tubercolosi Tumore (ciste) al cervello Tunnel carpale Ulcera alla bocca al duodeno allo stomaco Unghia incarnita problemi alle — rosicchiarsi le Urina (incontinenza) Urinarie (infez. alle vie) Utero Vaginale (apertura) Vaginite Varicella Varici Veneree(malattie) Ventre (zona del —) grosso male al — Verme solitario Vermi intestinali Verruche plantari Vertebre cervicali dorsali lombari Vertigine Vescica Virus Vitiligine Voce (perdere la —) Volto (zona del —) paralisi di Bell zona centrale zona inferiore zona superiore Vomito Zigomi Zona del cuore della gola del plesso solare della testa del ventre del volto di base
1) Edizioni Amrita, Torino, 1999. ↵
2) Edizioni Amrita, 1999, Torino. ↵
3) N.d.T.: avoir les reins solides è un modo di dire francese, ma anche l'italiano fa riferimento ai reni, pur se in una locuzione diversa, per esprimere un concetto di forza: "ha dato il classico colpo di reni, e ne è venuto fuori". ↾
4) In francese mal au cœur, N.d.T. ↾
5) N.d.T.: piÚ evidente la correlazione in francese, dove l'espressione molto comune un coup ile ponce, letteralmente "una spinta col pollice", viene impiegata per indicare un aiuto o un incoraggiamento che si dà o si riceve ↾
6) N.d.T.: gioco di parole evidente in francese, ove "prendere in uggia" si dice prendre en grippe, ovvero letteralmente, "prendere come si prende l'influenza" ↾
7) N.d.T.: il gioco di parole è intraducibile in italiano; in francese "non poter soffrire qualcuno" si dice "ne pas pouvoir sentir", ovvero "non poterlo fiutare", non poterne sopportare neppure l'odore. ↾
8) N.d.T.: anche in italiano esistono delle espressioni di impazienza legate al prurito, come ad esempio "mi prudono le mani", oppure "mi prude il naso" ↾
9) N.d.T.: l'espressione francese per identificare il senso di disagio con se stessi è particolarmente calzante: être mal dans sa peau, letteralmente "star male nella propria pelle". ↾