Brescia Artigiana Magazine - n.3 - 2012

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Autorizzazione tribunale di Brescia n. 12/2002 - Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Brescia

ANNO XI - BRESCIA ottobre 2012 - numero 3

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ANNO XI - BRESCIA ottobre 2012 - numero 3

ANNO X - BRESCIA giugno 2011 - numero 2

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ANNO XI - BRESCIA luglio 2012 - numero 2

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ANNO X - BRESCIA settembre 2011 - numero 3

Sommario SOMMARIO Editoriale 4 L’economia italiana tra (falsi) tagli delle imposte e (reali) necessità di sviluppo

News 5 Energia elettrica e gas scontati per le utenze domestiche grazie all’accordo Confartigianato-Linea Più 7 Aeroporto di Montichiari: necessario l’impegno effettivo di tutti 8 Cooperazione ed imprenditoria: un aiuto concreto per l’Uganda Direttore responsabile Eugenio Massetti Addetto stampa Giuseppe Mariano Lamberti Comitato di redazione Carlo Piccinato, Fulvio Tedoldi, Marco Metallo, Franco Guarino, Michele Turrini, Giovanna Lombardi, Paolo Corbucci Progetto, realizzazione e stampa a cura di: Immago - Chiari (Bs) Tel. 030 7000111

Autorizzazione Tribunale di Brescia n. 12/2002 Sped. abb. post. 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 Autorizzazione filiale di Brescia N. 3 Anno XI - ottobre 2012

10 L’artigianato bresciano tra crisi, burocrazia e fisco 13 Tra crisi e mancanza di credito: i giovani imprenditori di fronte alle sfide del futuro 15 Riforma del lavoro, tra incertezze e scelte poco coraggiose

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ANNO XI - BRESCIA marzo 2012 - numero 1

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Ambiente 25 Verifica periodica delle attrezzature di lavoro

Formazione 26 Esperienze formative all’estero per imprenditori 28 Conf@reti: consulenze ad hoc per gli imprenditori

Fiscale 29 Le misure per le imprese del Decreto Sviluppo n. 83/2012 31 I crediti inesigibili di modesto valore saranno subito deducibili 33 Novità sull’Accordo per servizi di Consulenza in Materia Immobiliare 35 In ricordo di Maria Rosa Lupi

Lavoro e previdenza 17 Riforma del lavoro vademecum

Categorie 20 I nuovi fondi regionali per le fiere all’estero 21 Decreto del Presidente della Repubblica n. 43 21 Autoriparatori: arriva la nuova categoria meccatronica 23 Nuovi requisiti per l’iscrizione all’Albo degli autotrasportatori conto terzi

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Editoriale

L’economia italiana tra (falsi) tagli delle imposte e (reali) necessità di sviluppo L a nostra economia, come quelle della maggior parte del mondo, stra attraversando un lungo periodo di difficoltà e crisi, un periodo che dovrebbe vedere il mondo politico in prima fila nel tentativo di ridare slancio alla produzione ed alla competitività nazionali. Invece le scelte e le decisioni che vengono prese dal governo in questi mesi risultano timide e poco incisive, più portate ad illusori miglioramenti teorici invece che pratici. La legge di stabilità per il 2013-2015, vale a dire il documento principale con cui si regola la vita economica del nostro Paese con indicazioni su come sarà speso il denaro pubblico e da dove deriveranno i fondi necessari per gli investimenti, riduce ad esempio di un punto le aliquote sui primi due scaglioni dell’imposta sul reddito delle persone, la famosa Irpef. In dettaglio viene ridotta l’aliquota sul primo (da 0 a 15.000 euro) e secondo (da 15.000 a 28.000 euro) scaglione: dal 23 scende al 22% e dal 27 al 26. Il costo per la riduzione della prima aliquota, che si applica su tutti i redditi, sarà di 4 miliardi, quello del secondo 1. Sotto i 7.500 euro, che è la soglia di no tax area, non accadrà invece nulla, mentre saranno tutelati i redditi fino a 15.000 euro, che non verranno toccati nemmeno nelle detrazioni e nelle deduzioni. Sopra questa soglia, invece, si ridurrà sì l’aliquota Irpef, dal 23 al 22%, ma scatteranno i tagli alle agevolazioni fiscali: verrà infine fissato un tetto di 3.000 euro alle detrazioni (cioè gli interessi passivi del mutuo, le spese funebri, le spese per l’università e la beneficenza) e per molte deduzioni (ma non su quelle per la sanità) introducendo un’omogeneizzazione, con una franchigia di 250 euro. Le novità non sono però tutte positive, perché l’aumento dell’Iva previsto a partire dal 1° luglio 2013 non è stato affatto scongiurato, come si sperava, ma viene solo frenato a metà: l’Iva salirà infatti di un punto, dal 10 all’11%, sui beni alimentari e dal 21 al 22% su quelli di consumo. E questo fatto, con ogni probabilità, determinerà una crescita dei prezzi alimentari e del non alimentare con una conseguente diminuzione della domanda interna, già ai minimi, e, a cascata, del Pil. Il Fisco incasserà circa 5 miliardi l’anno in meno dal taglio dell’imposta sui redditi mentre l’aumento Iva darà un gettito aggiuntivo di 3-3,5 miliardi nel 2013 e di circa 6,5 nel 2014: quindi i soldi risparmiati con il taglio dell’Irpef verranno largamente “mangiati” dall’incremento dell’Iva. Le decisioni in materia, adottate nella nottata del 9 ottobre, sono l’inizio del più ampio progetto di revisione delle agevolazioni fiscali annunciato dal governo, preceduto dalla

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prima fase della spending review che ha Eugenio Massetti garantito un risparmio di circa 4,4 miliardi per il 2012 ed affiancato dalla seconda parte delle regole per la revisione della spesa pubblica, che faranno risparmiare 10,3 miliardi nel 2013 e 11,2 nel 2014. Gli interventi previsti dal governo, compresi tra i 10 ed i 12 miliardi, consentiranno poi di conseguire il pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013, come previsto dagli impegni assunti in Europa, ma da una parte le Regioni prospettano una diminuzione dei servizi in seguito ai tagli del DDL e dall’altra le critiche del mondo politico e sindacale non si sono certo fatte attendere. La strada scelta dall’esecutivo va nella direzione prevista dalla delega fiscale già dai tempi dell’ex ministro Tremonti: spostare il prelievo dalle persone alle cose. Ma diversi analisti stimano che l’operazione complessiva, varata secondo il governo per agevolare i consumi delle famiglie dal reddito più basso, comporterà un aumento e non una diminuzione della pressione fiscale, che di sicuro salirà nel 2014 e forse già nel 2013. Le scelte fatte vanno forse nella giusta direzione, ma l’intervento poteva essere più coraggioso. Ad esempio, per intercettare la domanda estera si sta tentando di ridurre la pressione fiscale sul lavoro mentre al contempo si aumenta l’Iva: questa è una misura che tende a ridurre i prezzi delle nostre esportazioni e ad aumentare quelli delle nostre importazioni, ma non tutela certo i redditi dei cittadini. La politica deve finalmente prendere decisioni forti in materia di sviluppo, in modo da risolvere, o tentare di risolvere, uno stato di crisi che sta generando delusione e sconforto tra cittadini, famiglie ed imprenditori. Promuovere gli investimenti in infrastrutture, agevolare l’accesso ai finanziamenti (che le banche distribuiscono con il contagocce), risolvere una volta per tutte la questione dei ritardi nei pagamenti, dare nuovo impulso ad un settore fondamentale come quello dell’edilizia, avviare un’operazione di semplificazione fiscale e burocratica seria ed intervenire per far calare in modo significativo il costo dell’energia e dei carburanti: questi sono gli interventi che il mondo imprenditoriale artigiano si aspetta dalla classe politica, misure concrete che vadano ad incidere positivamente sulle reali necessità dell’economia del territorio, non promesse ed impegni che, terminata la tornata elettorale, cadono ormai troppo spesso nel dimenticatoio.


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Energia elettrica e gas scontati per le utenze domestiche grazie all’accordo Confartigianato-Linea Più

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no sconto reale del 5% sulla quota energia rispetto alle tariffe fissate dall’autorità per l’energia elettrica ed il gas ed una riduzione di un centesimo al metro cubo sul gas metano: sono questi gli elementi fondamentali dell’accordo siglato tra Confartigianato Imprese Unione di Brescia e Linea Più, sul modello di quanto avviato in ambito nazionale da Confartigianato Energia per le Imprese presieduto da Eugenio Massetti, rivolto ai 14mila associati all’organizzazione bresciana, ai loro dipendenti ed agli addetti dell’organizzazione stessa. I termini dell’intesa sono stati presentati nei giorni scorsi nella sede di via Orzinuovi dal presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti, dal segretario generale Carlo Piccinato, dal responsabile del settore energia Giovanni Zaina e dai rappresentanti di Linea Più Spa, Mario Corsini e Davide Gatti, e di Cogeme, azionista della multiutility Linea Group Holding, Eugenio Taglietti. “Gli alti costi in quest’ambito – ha spiegato Massetti – rappresentano un problema gravissimo per il Paese. Grazie al Cenpi si sono garantiti ribassi alle aziende in 30 province, ma le nostre imprese spesso sono a conduzione familiare e da tempo riceviamo richieste per un aiuto concreto anche per le bollette di casa. Per le famiglie, perciò, iniziamo ora a Brescia un percorso che si potrà ampliare in futuro. Più utenti aderiranno, infatti, più si potrà trattare sul prezzo”. Per il momento quindi l’accordo per l’energia comprende solo il bresciano, ma la sinergia avviata con Linea Più, che contempla anche l’assistenza ai clienti con le soluzioni tecniche più adatte ed una più incisiva formazione sul risparmio, lascia prevedere per il domani un’estensione ad altre zone di quest’esperienza. “Un’iniziativa – ha precisato Piccinato – volta a colmare il gap di competitività che grava sulle aziende

italiane, tenendo conto che nel nostro Paese l’energia costa mediamente il 30% in più che nel resto d’Europa, cosa che si riflette negativamente anche sull’economia domestica”. Un tema ripreso anche da Eugenio Taglietti, consigliere di Cogeme, che ha ribadito l’importanza dell’abbattimento dei costi per le nostre comunità. Sulla stessa linea anche Mario Corsini, responsabile Vendite canali indiretti di Linea Più Spa, e Davide Gatti, direttore marketing, che hanno focalizzato l’attenzione sul fatto che una società erogatrice di energia fornisca nel contempo consigli utili a consumarne di meno, rivolgendosi da un lato alla produzione da fonti rinnovabili e dell’altro ad un’opera di sensibilizzazione verso le famiglie per promuovere il risparmio energetico. “Aderiamo quindi con favore a quest’accordo – hanno concluso – perché si mira a modificare in meglio i comportamenti altrui ottenendo come risultato benefici sociali, ambientali ed economici per tutti”.

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Agevolazione Energia e Gas anche per casa Le famiglie possono risparmiare sulle bollette dell’energia elettrica e del gas metano sotto l’ala di Confartigianato, in modo simile a quanto già avviene per le forniture aziendali. L’agevolazione concordata da Confartigianato prevede, come detto, uno sconto del 5% sul prezzo energia e di un centesimo per ogni metro cubo di gas metano. Il riferimento è il mercato tutelato, per intenderci quello “standard” in cui si trovano tutti coloro che non hanno sottoscritto un contratto a mercato libero, cioé la maggior parte delle famiglie. In ogni caso possono aderire tutti gli utenti domestici, anche chi ha sottoscritto un contratto speciale. Sul mercato sono presenti tantissime offerte ed è difficile sia valutarle con competenza sia avere un rifermento sicuro cui rivolgersi. Le offerte proposte direttamente dai fornitori spesso non sono convenienti come sembrano, o talvolta, se lo sono i primi mesi, diventano poi onerose per i periodi successivi, magari quando vengono proposti (e tacitamente accettati) dei “ritocchini” alle condizioni economiche. Capita di non accorgersene o di non avere tempo per analizzarle, quindi avere qualcuno che sorveglia il mercato per conto nostro può essere un vantaggio interessante. Vi è poi la tranquillità di potersi affidare al personale Confartigianato, invece che avere un rapporto anonimo con un operatore di call-center. Aderire è semplice: basta sottoscrivere un modulo prestampato ed inviarlo secondo le istruzioni ai recapiti indicati. Per ulteriori informazioniu è possibile contattare il Settore Energia al numero 030.3745276-275 fax 030.3745337 oppure inviare una mail a domestico@confartigianato.bs.it

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Aeroporto di Montichiari: necessario l’impegno effettivo di tutti Occorre un’azione concreta perché l’aeroporto D’Annunzio diventi fulcro dello sviluppo economico della nostra provincia

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n impegno deciso e risoluto per non perdere una grande possibilità di sviluppo per tutto il territorio bresciano: è la richiesta che Confartigianato Imprese Unione di Brescia, valutando la difficile situazione dell’aeroporto D’Annunzio di Montichiari, ha rivolto ai rappresentanti del mondo politico ed imprenditoriale della nostra provincia. Proseguendo infatti gli incontri con i rappresentanti delle società infrastrutturali attive sul nostro territorio, dopo il presidente di Autostrade Centro Padane Augusto Galli, in luglio è stato ospite del Consiglio di Confartigianato Brescia Giuliano Campana, presidente di ABeM, realtà nata nel 2007 dall’intesa tra Camera di Commercio e numerose associazioni di categoria per rivendicare la brescianità dello scalo monteclarense. Durante la seduta si sono ripercorse le ultime vicende economiche e logistiche che hanno visto quale protagonista lo scalo bresciano, non ultima quella riguardante l’azzeramento ad opera dei soci della Catullo Spa del Consiglio d’Amministrazione della società bresciana alla fine del giugno scorso. “Il territorio – ha chiarito il presidente Eugenio Massetti – si deve riappropriare dell’aeroporto, trasformandolo in uno strumento di sviluppo economico con ottime prospettive occupazionali sia all’interno che all’esterno. Per far questo, però, occorrono finanziamenti, un preciso piano di crescita ed il supporto fattivo delle realtà economiche, politiche e sindacali presenti nel bresciano. La disponibilità espressa dalla Regione per mediare tra i soci bresciani e quelli veronesi, l’ottimo lavoro svolto dal presidente della Camera di Commercio di Brescia Francesco Bettoni e l’iniziativa bipartisan dei politici

della nostra provincia che hanno incontrato i vertici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Enac sono un segnale incoraggiante, ma adesso non è più il tempo di iniziative singole slegate le une dalle altre. Si deve passare ad una fase di impegno più strutturata e coesa creando una rete politico-imprenditoriale che, mettendo in secondo piano particolarismi ed interessi di parte, possa davvero portare benefici alla struttura aeroportuale di Brescia e, di riflesso, all’intero territorio”. Nonostante il continuo calo di passeggeri, passati dai 203mila del 2009 ai 33mila del 2011, e le perdite per 4,8 milioni di euro registrate lo scorso anno, la movimentazione merci è rimasta stabile sulle 40mila tonnellate annue e, proprio nei primi mesi di quest’anno, il D’Annunzio è stato inserito dall’Enac nella ristretta lista, comprendente solo 200 aeroporti in tutto il mondo, degli scali in grado di accogliere i giganteschi Boeing 747-800. “Da queste premesse – ha concluso Massetti – si deve partire per individuare e valorizzare la vocazione primaria dell’aeroporto e di tutto l’indotto collegato a questa infrastruttura. Una vocazione che, naturalmente, non esclude una futura maggiore capacità attrattiva per il settore passeggeri: queste però sono scelte che riguardano il domani, mentre oggi gli sforzi di tutti devono essere rivolti al risanamento ed alla piena operatività del D’Annunzio”.

Al centro Giuliano Campana presidente ABeM BRESCIA ARTIGIANA 7 magazine


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Cooperazione ed imprenditoria: un aiuto concreto per l’Uganda L

a cooperazione, strumento fondamentale per un più moderno ed armonico sviluppo dell’Africa: attorno a questo tema si è sviluppato l’incontro “Il valore dell’aiuto mirato”, organizzato da Confartigianato Imprese Unione di Brescia e da Ancos Confartigianato Persone in collaborazione con l’Associazione “Due Mani” Onlus, cui hanno preso parte monsignor Giuseppe Franzelli, vescovo della diocesi di Lira in Uganda, Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia, e Carlo Piccinato, segretario generale di Confartigianato Brescia. Imparare un mestiere per poter un giorno “camminare con le proprie gambe” oppure trasmetterlo ad altri sono le fondamenta del progetto presentato da monsignor Franzelli, missionario comboniano nativo di Roccafranca, durante il convegno “Cooperazione allo sviluppo. Il valore dell’aiuto mirato. Il progetto di Alìto in Uganda” svoltosi nell’auditorium della sede di via Orzinuovi davanti ad un attento e partecipe pubblico di imprenditori e rappresentanti di associazioni di volontariato. Ad aprire la serata è stato il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti, che ha sottolineato come questo progetto rappresenti una grande novità in grado di promuovere il progresso della popolazione ugandese. “Perché – ha proseguito – non si tratta più solo di un aiuto materiale, ma d’insegnare ai giovani un mestiere. È quindi un’iniziativa concreta per dare un futuro di sviluppo agli ugandesi e noi, come Confartigianato, attraverso l’Ancos vogliamo e dobbiamo essere vicini a coloro che hanno bisogno, a quelli meno fortunati”. Parole riprese dal segretario Carlo Piccinato, che ha rimarcato come “scopo dell’Ancos è quello di organizzare sia attività culturali e ricreative che di promuo-

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vere l’impegno civile e sociale. Da noi è stata costituita da poco e questa è l’occasione per metterla alla prova: l’Uganda, conosciuta come la Perla dell’Africa, è infatti da poco uscita da una tremenda guerra civile e rappresenta quindi un terreno fertile per iniziative e progetti di sviluppo di nuovo tipo”. “Questa – ha quindi Monsignor Giuseppe Franzelli esordito monsignor vescovo della diocesi di Lira in Uganda Franzelli – vuole essere anche una proposta di apertura all’altro, perché l’assistenza fornita agli altri è una cosa preziosa che aiuta concretamente chi la riceve e simbolicamente anche noi, rendendoci più grandi e membri di un’unica famiglia”. L’Uganda, indipendente da 50 anni, in questo periodo è passata attraverso una dittatura, sei colpi di Stato e due ribellioni (l’ultima durata ben 23 anni), che hanno distrutto il tessuto socio-economico e traumatizzato la popolazione nel corpo e nell’anima. “Nei campi per sfollati – ha raccontato infatti monsignor Franzelli – la gente si è ormai assuefatta ad attendere gli aiuti: un


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fatto che ha minato la fibra morale delle persone e distrutto lo spirito di iniziativa. Ora che la pace è tornata resta la parte più impegnativa: far ritornare gli ugandesi alle proprie case e far loro riprendere una vita normale d’impegno e lavoro”. Diversi progetti assistenziali susseguitisi nel corso degli anni hanno infatti ottenuto il solo risultato di far sì che la gente trovasse normale attendere gli aiuti umanitari, evitando di impegnarsi in prima persona per migliorare le proprie condizioni di vita. Ad Alìto, dove era stato costruito un grande lebbrosario divenuto poi un villaggio per bambini orfani, si cerca ora di mettere al centro degli interventi il bene concreto della persona insegnandogli un mestiere o anche più d’uno. “Si vuole ripartire – ha spiegato il vescovo di Lira – dalla coltivazione della terra per aiutare la gente a ricostruirsi una vita. Da queste premesse è nato l’incontro con la gente di Brescia, con l’Associazione “Due Mani” Onlus sorta nel 2011, nel tentativo di creare collegamenti con l’imprenditoria e realizzare un’unità operativa

in Uganda sia per sviluppare un’agricoltura moderna che per insegnare mestieri di grande utilità pratica quali il muratore od il carpentiere. L’Ancos e le altre associazioni, con le loro iniziative, hanno la possibilità di inserirsi con aiuti concreti in questo progetto: abbiamo infatti bisogno di tutto, dai laboratori agli attrezzi, perché dalle idee si possa passare ad una realtà attiva ed operante”. Ad Alìto è infatti sorta una scuola secondaria professionale di arti e mestieri, che conta oltre 250 allievi nonostante la mancanza di attrezzature e banchi, cui si è aggiunta una proficua collaborazione tra contadini e volontari italiani per la coltivazione razionale dei cinquanta acri di terra a disposizione. “Nella situazione attuale ci vuole lungimiranza, se l’Africa cresce è un bene per tutti, perché tutti abbiamo bisogno degli altri. Ora che ci siamo conosciuti – ha concluso monsignor Franzelli rivolgendosi agli imprenditori presenti – manteniamo i contatti, perché da questo primo incontro può scaturire qualcosa di importante e duraturo per l’Uganda e per Brescia, per gli africani e per noi”.

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L’artigianato bresciano tra crisi, burocrazia e fisco “Gli artigiani, componente essenziale del nostro territorio, vedono frenata la loro vitalità da onerosi adempimenti fiscali e burocratici”

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na realtà fortemente radicata sul territorio e nella società ma alle prese con difficoltà sempre crescenti: è questa l’immagine dell’imprenditorialità artigiana bresciana che emerge da indagini e rilevazioni condotte da Confartigianato relative a questi ultimi anni di grave crisi economica. Le imprese artigiane presenti sul territorio della provincia di Brescia, secondo il rapporto 2012 di Confartigianato Lombardia, lo scorso anno assommavano infatti a 38.260, rappresentando il 31,3% delle 122.191 aziende bresciane. Dati praticamente confermati nel secondo trimestre di quest’anno, quando le imprese registrate a Brescia sono state 38.020, con 2497 iscritte tra il terzo trimestre 2011 ed il secondo 2012 e 2915 cessate non d’ufficio nello stesso periodo. La scomparsa di 418 realtà imprenditoriali ha avuto come conseguenza un abbassamento del tasso di crescita degli ultimi quattro trimestri dell’artigianato bresciano, che segna un -1,09%. “Nonostante l’andamento negativo – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia Eugenio Massetti – tirando le somme vediamo che nella nostra provincia ci sono 3 imprese artigiane ogni 100 abitanti e 7,3 ogni 100 famiglie, dati che rivelano un’elevata presenza dell’artigianato nella società. Basti pensare che nel 2009 le imprese attive nell’artigianato bresciano davano lavoro a 102.308 addetti, mentre nel 2010 gli imprenditori artigiani erano complessivamente 54.415”. Il comparto che raccoglieva e raccoglie tuttora la più alta quota di imprese artigiane è quello delle costruzioni con il 40,7%, seguito dai servizi al 30,1% e dal manifatturiero col 28,1%, dato che fa di Brescia la seconda provincia della Regione in quest’ultimo settore. Ma queste realtà imprenditoriali si trovano spesso a dover fare i conti con molteplici difficoltà, come l’allunga-

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mento dei tempi di pagamento, un fenomeno che sta colpendo pesantemente le micro e piccole imprese e l’artigianato in generale. I nostri ultimi dati sottolineano infatti come, tra la fine del 2010 e l’ottobre del 2011, a Brescia i tempi di pagamento abbiano subito un’ulteriore crescita, aumentando di 44 giorni rispetto al 2010, con una media di pagamento di 152 giorni. “Quest’incremento dei ritardi nei pagamenti – sottolinea il segretario generale di Confartigianato Brescia Carlo Piccinato –, oltre a creare forti squilibri tra entrate ed uscite nei bilanci delle aziende, determina un costo in termini di maggiori oneri finanziari per la filiera dell’artigianato che raggiunge la ragguardevole cifra di 122,3 milioni di euro”. Altra grande incognita per il mondo artigiano è rappresentata dall’IMU, la cui applicazione è prevista in via sperimentale per tre anni, per poi entrare a regime nel 2015. Considerando l’impatto dell’IMU sugli immobili produttivi della provincia di Brescia bisogna osservare che, nell’ipotesi di applicazione dell’aliquota base del 7,6 per mille, l’aumento del prelievo sulle imprese sarà pari a 63,1 milioni di euro, con un incremento del 56,1% rispetto al prelievo dell’ICI. Tale variazione potrebbe però raggiungere il 117,8% se fosse applicata la variazione del 3 per mille in più, mentre potrebbe diminuire del 5,5% nel caso in cui i Comuni abbassino l’aliquota al 4,6 per mille, ipotesi peraltro poco probabile. Gli imprenditori, quando si rapportano con la struttura statale, non devono però fare i conti solo con l’esosità del fisco, ma anche con una burocrazia lenta e farraginosa. In provincia di Brescia la burocrazia costa infatti alle imprese con dipendenti ben 528,9 milioni di euro, pari all’1,54% del valore aggiunto prodotto dall’industria e dai servizi.


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Inoltre si rivelano lunghi anche i tempi della giustizia: quella dei procedimenti giudiziari civili in primo grado è infatti pari a 301 giorni, mentre per quella del lavoro si possono raggiungere le 402 giornate. Sono invece necessari ben 1.900 giorni agli uffici giudiziari per gestire un fallimento e 286 giorni in primo grado per concludere un procedimento di giustizia fiscale dinanzi alla Commissione tributaria provinciale. Un ulteriore fattore che penalizza le nostre imprese è rappresentato dalle spese energetiche: si stima infatti che a Brescia il differenziale del costo dell’energia elettrica pagato dalle aziende rispetto alla media europea sia di 356 milioni di euro, pari al 19,7% dell’extra costo registrato in tutta la Lombardia. Ciascuna impresa della provincia di Brescia si ritrova così fin dall’inizio con un gap rispetto ad un’azienda europea concorrente pari a 3.124 euro. “Tutte queste problematiche e difficoltà sommate – conclude il presidente Massetti – costituiscono uno dei maggiori freni alla ripresa del nostro artigianato. Certo, la crisi è un problema mondiale, ma sollevare le imprese da alcuni gravami burocratico-fiscali, permettendo loro di risparmiare e reinvestire in nuove tecnologie, innovazione e ricerca potrebbe metterle in grado di superare questi momenti particolarmente difficili preparandole al ritorno alla piena produttività sullo stesso livello dei concorrenti stranieri”.

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Tra crisi e mancanza di credito: i giovani imprenditori di fronte alle sfide del futuro

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on finisce qui!”, con quest’affermazione Cristian Beccalossi, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Brescia, ha aperto il terzo incontro del progetto Itinera, svoltosi nei saloni dell’Hotel Aquacharme di Darfo Boario Terme, dedicato al delicato tema della stretta del credito. Un progetto, quello di Itinera, che chiude un percorso lungo due anni durante i quali le nuove leve dell’imprenditoria bresciana si sono confrontate sugli argomenti più diversi, dal gioco di squadra all’innovazione, dall’internazionalizzazione alle reti d’impresa ed all’ecommerce, perché, ha rimarcato Beccalossi, “il futuro del Paese lo devono scrivere le nuove generazioni, in grado di cogliere nelle fasi di cambiamento tutte le opportunità di crescita e sviluppo”. Il convegno, cui ha assistito l’intera Giunta di Confartigianato Brescia guidata dal presidente Eugenio Massetti, ha quindi visto Carmine Trecroci, docente di economia politica all’Università di Brescia, e Pier Aldo Bauchiero, direttore regionale di Banca Intesa, moderati dal segretario generale di Confartigianato Brescia Carlo Piccinato, compiere di fronte ad un’affollata platea un ampio excursus sull’attuale situazione economica e sul ruolo giocato dalle banche. “Non è più tempo – ha esordito Trecroci – di pensare

solo allo spread, ma anche alle imprese. E gli istituti di credito in questo senso hanno smesso di svolgere la loro funzione: per rispettare i parametri imposti dalla BCE, infatti, anziché aumentare il patrimonio hanno deciso di ridurre i prestiti alle aziende ed ai privati”. Inoltre è stato sottolineato come in media le PMI italiane e spagnole paghino annualmente il denaro almeno 2 punti percentuali in più delle loro concorrenti tedesche e francesi. E le banche italiane, che hanno ricevuto dalla BCE diversi miliardi di euro con un tasso dell’1% per acquistare titoli di Stato ed assicurare liquidità alle imprese ed alle famiglie, quando li erogano, concedono fondi con tassi quasi decuplicati. Quando li erogano, è stato precisato, dato che l’unico mezzo che ha oggi in Italia un giovane con spirito imprenditoriale ed idee innovative per ottenere finanziamenti dalle banche è quello di ipotecare tutto quello che possiede. Tesi cui ha replicato il direttore Bauchiero sostenendo che le banche stanno cercando faticosamente di cambiare rotta, ma non possono esimersi dall’essere prudenti quando valutano progetti ed idee presentate dalle imprese. “La nostra banca – ha affermato – ha cominciato a credere ed investire di più nelle imprese artigiane, aumentando considerevolmente nel 2012 i prestiti alle aziende”.

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A chiudere l’incontro è stato il presidente Massetti, che ha sottolineato l’importanza delle iniziative portate avanti in questi anni dai giovani di Confartigianato, perché “ora tocca a loro darsi da fare, per cambiare e trasformare le loro aziende in modo che possano resistere e confrontarsi validamente con le nuove sfide

Visita al Museo della Stampa di Artogne

FOTO CREMONA

Prologo al terzo incontro del progetto Itinera è stata, nel pomeriggio, la visita al Museo della Stampa di Artogne. Qui il presidente Eugenio Massetti, il vicepresidente Giuseppe Vezzoli, la Giunta ed il segretario Carlo Piccinato, accompagnati dal fondatore nonché presidente della Fondazione Onlus “Il Segno Tipografico Lodovico Pavoni” Simone Quetti, hanno potuto conoscere in maniera approfondita la storia e l’evoluzione della scrittura e della stampa grazie ai numerosi macchinari ed alle attrezzature tipografiche, tutte perfettamente funzionanti, custodite nelle diverse sale espositive.

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del futuro. Ma per poter operare in maniera positiva le piccole e medie imprese, rette da giovani dinamici ed intraprendenti, devono avere la possibilità di sviluppare e concretizzare i propri progetti contando sul sostegno del mondo creditizio”. A margine del convegno Beccalossi ha rivolto un invito a tutti i giovani imprenditori perché entrino a far parte del Gruppo di Confartigianato. “Tutte le attività che proponiamo – ha spiegato –, dalle riunioni mensili ai percorsi formativi, dall’incontro nazionale in programma a Bergamo il prossimo novembre a quello di confronto con il mondo politico a Firenze nel marzo 2013, rappresentano infatti occasioni per fornire nuovi stimoli, idee innovative e strumenti di lavoro all’avanguardia ai nostri soci. E sono anche momenti in cui questi ultimi possono consocersi, scambiarsi opinioni ed esperienze e consolidare legami d’amicizia e lavorativi”.


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Riforma del lavoro, tra incertezze e scelte poco coraggiose

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na riforma che non cambia abbastanza e per di più dimentica le imprese: questo è in sintesi il giudizio che gli artigiani bresciani hanno espresso durante il convegno “Riforma del lavoro: le ricadute sull’occupazione”, organizzato dal Mandamento di Orzinuovi e svoltosi nella sede dell’azienda Agribertocchi nell’ambito della 64a fiera della città della Bassa. Al tavolo dei relatori Giorgio Merletti, vicepresidente nazionale di Confartigianato, Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia, l’europarlamentare Lara Comi, il sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti, Michele Turrini, responsabile del settore lavoro di Confartigianato Brescia, ed il giornalista Tonino Zana hanno cercato di approfondire alcuni aspetti di una legge che modifica molte norme relative a lavoratori ed imprenditori, sia in termini di tipologie di contratto che di modalità di assunzione e licenziamento. La legge 92/2012, in vigore dal 18 luglio scorso, per il mondo artigiano propende però per scelte poco coraggiose e, alla fine, difficilmente avrà la possibilità da sola di salvare posti di lavoro, date anche le molte tutele previste in uscita ed il pesante “blocco” creato sul versante degli ingressi e dei rientri. Una riforma calata dall’alto, quindi, e pensata per un sistema produttivo basato sulle grandi aziende senza tener conto della reale situazione italiana, in cui la vera forza produttiva risiede nelle piccole e medie imprese. Un giudizio non totalmente negativo quello espresso all’inizio del dibattito dal sindaco Ratti, che nella riforma intravede una discreta via d’uscita, richiamando le

responsabilità del patto sociale e chiedendo di stare in campo per difendere il posto di lavoro con l’ascolto e l’aiuto di tutti coloro che ci stanno. “Questa riforma – ha precisato – ha la possibilità di trasportarci da un sistema che tutela chi lavora ad uno che invece riesce a promuovere anche l’occupazione, soprattutto di chi un posto l’ha perso o lo sta cercando”. L’europarlamentare Lara Comi, presenza inaspettata alla discussione, si è detta “non felicissima della riforma, perché si è guardato più al licenziamento che all’assunzione, concentrandosi troppo sul lavoratore rispetto alla figura dell’imprenditore. Tuttavia in Europa il giudizio sulle nuove norme italiane è stato tutto sommato positivo”. Subito dopo la parola è passata a Michele Turrini, che ha evidenziato gli aspetti negativi della riforma: troppa burocrazia, una flessibilità balbettante ed una sostanziale assenza istituzionale. “La nuova normativa – ha continuato – avrebbe dovuto dare più flessibilità al mercato. Un obiettivo che non è stato raggiunto né con la riduzione del tempo determinato, né con l’accresciuta burocratizzazione del lavoro a chiamata e intermittente, né con la minor convenienza del lavoro accessorio”. Più ottimista il vicepresidente Merletti, che ha ribadito la sostanzialità delle piccole imprese per il sistema italiano. “Difendendo i pilastri della persona, della famiglia e del territorio – ha auspicato – la crisi si attenuerà. Durante questa crisi noi artigiani non abbiamo licenziato, ma questa legge ci fornisce solo una parte degli strumenti e ragiona ancora in termini di grandi imprese, anche se la quasi totalità delle aziende in Italia conta meno di 49 addetti”. A chiudere l’incontro è stato il presidente Massetti, dichiarandosi da un lato deluso per una riforma troppo timida, un lobbismo sindacale frenante ed una classe politica

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News distratta e chiedendo dall’altro proprio alla politica di assumersi l’onere di dare risposte concrete e rapide sulla questione lavoro. In ogni caso, agli artigiani bresciani la crisi continua a far paura ed è remota la percezione che questa riforma possa portare dei vantaggi in termini di occupazione. “Questa riforma – ha detto Massetti al termine del dibattito – mi ha deluso perché non ha fatto il suo dovere fino in fondo. Le idee iniziali erano buone, ma chi doveva tradurle in realtà si è fatto influenzare troppo dalle pressioni di alcune lobby, a partire dai sindacati. Il vero nodo rimane però il costo del lavoro che, se continuerà a crescere, renderà i nostri prodotti sempre meno competitivi sul mercato internazionale: ma se non si vende la conseguenza logica ed inevitabile è la chiusura e in questo caso non basterà nemmeno la nostra buona volontà per tutelare i nostri lavoratori”. Terminato il convegno il presidente onorario di Confartigianato Brescia Aldo Leonardi, coadiuvato dal presidente Massetti, dall’onorevole Comi e dal vicepresidente Merletti, ha premiato gli artigiani distintisi per l’impegno nella comunità (Luciano Rizzi, Presidente della Consulta di Orzinuovi, Giulia Ranzenigo, Delegato di Borgo San Giacomo, Lorenzo Sbaraini, Delegato di San Paolo, e Giulio Torri, Presidente della Consulta di Quinzano d’Oglio), per la continuità generazionale (Chiara Riccardi, Delegato della Consulta di Orzinuovi, ed Alfredo Piscioli, Delegato di Borgo San Giacomo) e per l’impegno e la fedeltà all’organizzazione (Giovanni Bettoncelli, fabbro da 4 decenni, ed Annibale Cogoli, carrozziere da 43 anni).

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PREMIO PER L'IMPEGNO NELLA COMUNITÀ

Geom. Luciano Rizzi

Giulia Ranzenigo

Sbaraini Giovanni di Lorenzo & C. s.n.c. Lorenzo Sbaraini, Delegato di San Paolo

Fonderia Torri di Torri Giulio & GP s.n.c. Giulio Torri, Presidente Consulta di Quinzano d’Oglio

Presidente della Consulta di Orzinuovi

Delegato di Borgo San Giacomo

PREMIO PER LA CONTINUITÀ GENERAZIONALE

Chiara Riccardi

Delegato della Consulta di Orzinuovi

Geom. Alfredo Piscioli

Delegato di Borgo San Giacomo

PREMIO PER L’IMPEGNO E LA FEDELTÀ ALL’ORGANIZZAZIONE

Giovanni Bettoncelli

Artigiano fabbro (da 40 anni)

Annibale Cogoli

Artigiano carrozziere (da 43 anni)


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Lavoro e previdenza

Riforma del lavoro v a d e m e c u m Il Ministero del Lavoro ha fornito i primi chiarimenti in merito alle novità, soprattutto quelle legate alle varie tipologie contrattuali, introdotte dalla legge 92/2012, in vigore dallo scorso 18 luglio. Contratto a tempo determinato (art. 1, comma 9) Contratto a-causale Il principale elemento di originalità è sicuramente rappresentato dall’introduzione del contratto a termine “a-causale”, ovvero stipulabile – per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di proroga – senza la necessità di ricondurlo ad una delle motivazioni previste dall’art. 1 del d.lgs. 368/01 (cd. “causalone”). La possibilità in questione è riconosciuta nel solo caso di “primo rapporto a tempo determinato” tra azienda e lavoratore in quanto il Ministero del Lavoro ha precisato che può essere stipulato solo se tra azienda e lavoratore non ci sia mai stato, in precedenza, alcun rapporto di lavoro subordinato (non considerando quindi i soli contratti a termine). Se, viceversa, c’era già stato un rapporto di lavoro dipendente, la possibilità di un nuovo rapporto a termine, non è certo esclusa, ma si rende necessaria la riconduzione dello stesse ad una delle motivazioni del causalone. Il contratto a tempo determinato a-causale – lo si è detto poc’anzi – non può superare i 12 mesi e non può essere oggetto di proroga. Così, a titolo esemplificativo, se azienda e lavoratore stipulano un contratto a termine senza causale della durata di “soli” 6 mesi, poi – alla scadenza dello stesso – non potranno né prorogarlo (nemmeno rispettando il limite complessivo dei 12 mesi) nè stipularne uno nuovo (nemmeno rispettando il limite complessivo dei 12 mesi) nell’ambito della mancanza di causale; decorsi dunque i primi sei mesi del contratto a-causale, un nuovo contratto a termine potrà essere stipulato, tra la ditta ed il lavoratore solo riconducendolo al causalone e nel rispetto dei previsti termini di intervallo tra un contratto e l’altro (anch’essi modificati dalla legge 92/2012). Per il contratto a-causale può invece trovare applicazione la previsione di possibile “sforamento” oltre il termine (30 o 50 giorni). Contratto a tempo determinato e limite 36 mesi Occorre tenere conto, nel computo complessivo dei 36 mesi, anche dei periodi svolti nell’ambito di contratti di

lavoro somministrato a tempo determinato (il “vecchio” lavoro interinale), ma solo se stipulati dopo il 18 luglio 2012 (per cui, a titolo esemplificativo, una “missione” per il periodo 1/1/12 – 30/6/12 sarà ininfluente ai fini del conteggio dei 36 mesi, così come del resto una somministrazione a termine per il periodo 20/4/12 – 31/8/12,essendo la stipula precedente la data in vigore della riforma). Incremento contributi Inps: dal 01/01/2013 è previsto che l’utilizzo dei contratti a tempo determinato venga “aggravato” di un onere contributivo pari al 1,4%; questo significa che i contributi Inps relativi ai contratti di lavoro a tempo determinato verranno aumentati di una percentuale pari all’1,4% Apprendistato (art. 1, cc. 16 e ss.) Gli obblighi di stabilizzazione subordinano la stipula di nuovi contratti di apprendistato al mantenimento in servizio dei lavoratori precedentemente assunti con la medesima tipologia; tale previsione riguarda le sole aziende con un numero di lavoratori almeno pari a 10 (valutazione da operarsi al momento in cui si intende effettuare l’assunzione di un nuovo apprendista). Nel dettaglio, per le aziende rientranti nella norma, si prevede che potranno essere stipulati nuovi contratti di apprendistato solo da parte dei datori di lavoro che, nei 36 mesi precedenti, abbiano stabilizzato almeno il 50% degli apprendisti (percentuale che si riduce al 30% per i primi tre anni di vigenza della norma, ovvero per il periodo 18/7/12 – 18/7/15). Il Ministero chiarisce che il periodo di riferimento pari a trentasei mesi è da intendersi come “mobile”, quindi, ad ogni nuova assunzione, andrà fatta la verifica “a ritroso” a partire da quella data. La previsione di stabilizzazione di natura legale (che opera per le aziende con oltre dieci dipendenti) si va ad affiancare ad analoghe clausole di stabilizzazione già introdotte dalla contrattazione collettiva (secondo previsioni che, di norma, si applicano per tutte le aziende che applicano quel contratto, indipendentemente dall’organico); il Ministro, a questo proposito, chiarisce che:

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Lavoro e previdenza • per le aziende con meno di 10 lavoratori, troveranno ovviamente applicazione le sole previsioni della contrattazione collettiva; • per le aziende con 10 o più dipendenti, invece, l’eventuale “conflitto” tra norma di legge e previsione contrattuale vede prevalere la prima (con conseguente riconduzione del rapporto di apprendistato “indebito” al contratto a tempo indeterminato) per il solo caso di superamento dei limiti contenuti nella norma. Lavoro intermittente (art. 1, commi 21 e ss.) Con la nuova legge in materia di lavoro, dal 18/07/2012 si possono assumere lavoratori a chiamata con i seguenti limiti di età: lavoratori con più di 55 anni di età e con soggetti con meno di 24 anni di età (ossia 23 anni e 364 giorni), fermo restando, in tale caso, che le prestazioni contrattuali devono essere svolte entro il venticinquesimo anno di età (ossia 24 anni e 364 giorni). Nella circolare si precisa che la violazione di questa norma determina la «trasformazione» del rapporto a tempo pieno e indeterminato. Viene definitivamente meno la possibilità di far ricorso al lavoro a chiamata per ragioni oggettive rappresentate dal mero periodo di svolgimento delle prestazioni (week end, vacanza natalizie e pasquali, periodo estivo). Ad oggi, dunque, il ricorso al lavoro a chiamata resta possibile per: • le ipotesi soggettive (legate all’età del soggetto) come modificate dalla normativa; • le ipotesi eventualmente previste dalla contrattazione collettiva (fattispecie questa storicamente “poco praticata” dalle Parti stipulanti detti contratti); • per le ipotesi oggettive connesse allo svolgimento in via discontinua di una delle mansioni rientranti tra quelle riportate nella tabella allegata al RD 2657/1923. Dal 18 luglio scorso non è dunque più possibile stipulare nuovi contratti per le ipotesi venute meno. Per i contratti in essere al 18 luglio 2012 e non coerenti con le nuove disposizioni (es: lavoratore a chiamata assunto il 1° febbraio 2012 quando aveva 48 anni di età) è previsto un termine ultimo di un anno (18 luglio

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2013) raggiunto il quale gli stessi cesseranno ogni effetto (ragion per cui, a quella data, saranno da intendersi risolti). Sicuramente “impattante” l’introduzione dell’obbligo di comunicazione preventiva delle prestazioni rese dai lavoratori a chiamata; i chiarimenti ministeriale affermano che: • l’obbligo in questione riguarda tutti i rapporti di lavoro intermittente, anche quelli stipulati prima del 18 luglio 2012; • l’assenza del decreto attuativo menzionato dalla norma consente comunque di “partire” da subito con le comunicazioni, con gli strumenti menzionati nella norma stessa (posta elettronica, PEC, fax) o comunque disponibili; • in caso di comunicazione di più giorni o di un ciclo integrato di “chiamate” i periodi potranno essere indicati sia come singole giornate (es: 15/8, 16/8, 17/8, 18/8 per un totale di 4 giorni) sia come periodo dal...al....(es; dal 15/8 al 18/8, per un totale di 4 giorni), fermo restando che, in quest’ultima ipotesi, saranno considerati “giorni di chiamata (con le possibili conseguenze di cui infra)” tutti quelli compresi nell’arco temporale comunicato; • la comunicazione riguarda i soli giorni, non essendo invece richiesta alcuna indicazione in merito al regime orario previsto per quelle stesse giornate (nè in termini di durata nè per quanto concerne la collocazione del nastro orario); • la comunicazione può essere inviata anche lo stesso giorno della prestazione, purchè in un momento precedente a quello di effettivo inizio della prestazione lavorativa; • la comunicazione può essere successivamente modificata o annullata attraverso una successiva comunicazione, a patto che questa sia però effettuata “prima dell’inizio della prestazione lavorativa”. Ora, la dicitura non brilla per chiarezza, nel senso che – nella più parte dei casi – le modifiche consisteranno in annullamenti di prestazioni già comunicate e, successivamente, non più richieste; verosimilmente, dunque, le comunicazioni di rettifica dovranno essere fatte “prima dell’inizio della prevista prestazione lavorativa”; • il Ministero chiarisce che “in assenza di modifica o


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annullamento della comunicazione già inoltrata è da ritenersi comunque effettuata la prestazione lavorativa per i giorni indicati, con relative conseguenze di natura retributiva e contributiva”. • la chiamata del lavoratore in giorni diversi o ulteriori rispetto a quelli oggetto di comunicazione preventiva, implica l’applicazione della sanzione di importo compreso da 400 a 2400 €. Lavoro accessorio (art. 1, commi 32 e ss) In questo specifico caso non si può parlare di “restrizione”, quanto piuttosto di una effettiva semplificazione del quadro normativo che disciplina questa particolare tipologia contrattuale: nel “nuovo” lavoro accessorio rimane come unico vincolo quello legato alla “mera occasionalità” da misurarsi in ragione del parametro economico (5.000 € all’anno i limite massimo in capo al lavoratore, tenendo quindi conto di tutti i committenti; 2.000 € il limite massimo per singolo committente – si veda infra per l’interpretazione che il Ministero da circa questa previsione). Così, a titolo esemplificativo, uno soggetto / lavoratore che, nell’ambito dello stesso anno solare, abbia avuto, in successione o anche contemporaneamente, rapporti con due committenti che gli hanno riconosciuto, ciascuno, l’importo massimo possibile, pari a 2.000 €, potrà sia “dedicarsi” ancora, per lo stesso anno, al lavoro accessorio, ma solo per un ulteriore importo di 1.000 €, a concorrenza del limite massimo fissato in complessivi 5.000 €. A conti fatti, dunque, in base alla nuova formulazione dell’art. 70, d.lgs. 276/003, sarà sempre e comunque possibile fare ricorso al lavoro accessorio, per tutti i committenti e per tutti i lavoratori, a condizione che si rispettino i nuovi limiti economici. In relazione al limite reddituale per singolo committente (2.000 € per anno solare), il Ministero ritiene che il limite dei 2.000 € operi di fatto per tutti i committenti, indipendentemente dalla “natura” del datore di lavoro. Infine, ma non certo per importanza, la riconduzione del valore nominale del voucher al parametro orario, a sancire definitivamente il recepimento all’interno dell’articolato normativo, di ciò che in precedenza era sì invalso nella prassi, ma che mancava di una esplicitazione formalizzata. I buoni gà acquistati alla data del 18 luglio 2012 potranno essere utilizzati (cioè “spesi”) fino al 31 maggio 2013. Modifiche alla disciplina del collocamento disabili (art. 4, c. 27) Vengono modificati i criteri di computo della base occupazionale sulla quale andare a determinare l’obbligo di riserva ai sensi della legge 68/99; sinteticamente: a partire dallo scorso 18 luglio i contratti a tempo determinato di durata fino a 9 mesi si computano ai fini del calcolo della quota di riserva. Ad ogni modo le aziende hanno a disposizione 60 giorni per adeguarsi anche se è in arrivo nel Decreto sviluppo una modifica alla legge 92/2012 che ripristina l’esclusione, ma solo per i contratti

Lavoro e previdenza di durata fino a 6 mesi. • Non sono computabili i soli soggetti di seguito elencati: -- i lavoratori assunti ai sensi della stesse legge 68/99; -- i soci di cooperative di produzione e lavoro; -- i dirigenti; -- i lavoratori assunti con contratto di inserimento (casistica destinata a venir meno, per effetto della completa abrogazione, sempre a cura della legge di riforma qui in commento, di questa tipologia contrattuale); -- i lavoratori occupati con contratto di somministrazione presso l’utilizzatore; -- i lavoratori assunti per attività da svolgersi all’estero per la durata di tale attività; -- i soggetti impegnati in lavori socialmente utili; -- i lavoratori a domicilio; -- i lavoratori che aderiscono al programma di emersione. Resta invece immodificato il criterio di computo pro quota dei lavoratori a tempo parziale. Viene poi ampliato l’esonero (e dunque la non computabilità) del personale di cantiere, che non opera più per il solo settore edile; si prevede infatti ora che “indipendentemente dall’inquadramento previdenziale dei lavoratori è considerato personale di cantiere (da escludere quindi dalla base di computo) anche quello direttamente operante nei montaggi industriali o impiantistici e nelle relative opere di manutenzione svolte in cantiere”. Misure di contrasto al fenomeno delle cd. “dimissioni in bianco” (art. 4, commi 17 e ss) Dal 18 luglio 2012 cambia la procedura per la rassegnazione delle dimissioni. Per garantirne l’efficacia, infatti, è necessario che il lavoratore, alternativamente: - le convalidi presso la DTL o il Centro per l’impiego territorialmente competenti, o presso le sedi individuate dai CCNL stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale; - sottoscriva un’apposita dichiarazione apposta in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro (art. 21, c. 1, L. 264/49). In mancanza di convalida o di sottoscrizione della dichiarazione, il rapporto di lavoro si intende risolto, a meno che il lavoratore: - non aderisca all’invito scritto del datore di lavoro (entro 7 giorni dalla sua ricezione) a presentarsi presso le sedi competenti alla convalida o ad apporre la sottoscrizione; - non revochi le dimissioni stesse. Qualora il datore di lavoro non provveda a trasmettere al lavoratore l’invito entro 30 giorni dalla data delle dimissioni, queste ultime si considerano definitivamente prive di effetto. BRESCIA ARTIGIANA 19 magazine


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I nuovi fondi regionali per le fiere all’estero

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nuovi voucher C2, previsti dal bando 2012 finanziato dalla Regione Lombardia con la collaborazione delle Camere di Commercio Lombarde per finanziamenti a fondo perduto alle PMI interessate a prendere parte a fiere estere, sono disponibili dal 6 settembre scorso. Le imprese interessate a partecipare ad una fiera internazionale all’estero in una data compresa tra il 10 ottobre 2012 ed il 31 gennaio 2013 possono quindi inoltrare domanda per l’ottenimento del voucher C2, i cui massimali variano a seconda dell’area geografica di interesse.

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Decreto del Autoriparatori: Presidente della arriva la nuova Repubblica n. 43: categoria certificazione per persone meccatronica ed aziende impegnate nella gestione dei gas fluorurati a effetto serra

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on l’entrata in vigore del DPR n. 43 del 27 gennaio scorso e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 93 del 20 aprile verrà data attuazione all’articolo 5 del Regolamento CE 842/2006, che obbliga persone ed aziende ad ottenere una certificazione per la gestione dei gas fluorurati a effetto serra. È una novità di cui in Italia si è molto discusso negli ultimi mesi, mentre negli altri Stati della Comunità Europea essa è già operante dal 2009. Il Decreto impone al personale tecnico ed alle imprese che si occupano di apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore con gas fluorurati a effetto serra, installazione e manutenzione di impianti fissi anticendio ed estintori e recupero di gas serra da commutatori ad alta tensione o da veicoli a motore, di munirsi di un patentino (dopo il superamento di un esame) e di procedere quindi all’iscrizione in un Registro telematico delle Imprese e delle Persone, non ancora istiuito, che sarà gestito dalla Camera di Commercio. Le iscrizioni dovranno essere effettuate unicamente in via telematica entro 60 giorni dalla creazione del suddetto Registro presso il Ministero dell’Ambiente. Durante il periodo di transizione i richiedenti, con un’esperienza professionale di almeno due anni, potranno presentare alla CCIAA competente una domanda per utilizzare un certificato provvisorio della durata di sei mesi. Scaduto questo certificato si dovrà ottenere quello definitivo dopo il superamento di un esame teoricopratico organizzato da un Centro di Esame qualificato per la categoria scelta dal candidato nell’allegato A1 del Regolamento CE 303/2008. Dopo il personale, anche le imprese dovranno essere certificate da parte di un organismo di certificazione. Il patentino così ottenuto avrà una validità di 10 anni, dopo i quali dovrà essere rinnovato.

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a IX Commissione permanente Trasporti del Parlamento sta studiando una modifica all’articolo 1 della Legge 122/1992 riguardante la disciplina dell’attività di autoriparatore. Infatti l’evoluzione tecnologica di questi ultimi anni ha apportato modifiche rilevanti nel campo della meccanica-motoristica-elettrauto, con una connessione sempre più intensa tra funzionamento del motore e delle parti meccaniche con quello degli impianti e delle dotazioni elettriche degli autoveicoli. La Commissione intende perciò unificare due delle qualifiche previste dalla Legge 122, più precisamente meccanico-motorista ed elettrauto, in una nuova categoria che prenderà probabilmente il nome di meccatronica. A seguito di quest’iniziativa è allo studio un regime transitorio, della durata prevista di 5 anni, per permettere l’adeguamento delle qualifiche e la prosecuzione delle attività con modalità da stabilirsi in sede di modifica della legge.

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Nuovi requisiti per l’iscrizione all’Albo degli autotrasportatori conto terzi S

i ricorda che la presentazione dei requisiti e l’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale dovranno essere effettuate dagli autotrasportatori conto terzi entro il 4 dicembre 2012, secondo le disposizione contenute nel Regolamento 1071/2009 e le novità introdotte dall’articolo 11 del Decreto Legge 5/2012, convertito nella Legge 35/2012 entrata in vigore il 7 aprile scorso. Di seguito vengono riportate alcune note relative alle ultime novità introdotte nel settore autotrasporto. Imprese con veicoli di massa complessiva fino a 1,5 tonnellate Per accedere al mercato devono dimostrare solo l’onorabilità e quindi non hanno obblighi da assolvere entro il mese di dicembre.

Imprese con veicoli di massa complessiva tra 1,5 e 3,5 tonnellate già iscritte all’Albo Se non ne sono già in possesso devono dimostrare, entro il 7 aprile 2013, i requisiti di capacità professionale, onorabilità, capacità finanziaria e stabilimento, previa redazione di un’apposita dichiarazione all’Albo Autotrasportatori che attesti l’esercizio dell’attività esclusivamente con veicoli di massa complessiva di 3,5 tonnellate. Il primo requisito, vale a dire la capacità professionale, si potrà ottenere seguendo un corso di formazione, senza esame finale, che dovrà essere intrapreso entro il 7 aprile del prossimo anno. Imprese con veicoli di massa complessiva superiore alle 3,5 tonnellate Le imprese che già esercitano l’attività di autotrasporto e che hanno dimostrato in passato di possederne i requisiti, dovranno presentare il requisito di stabilimento

e la capacità finanziaria entro il 4 dicembre di quest’anno. Per quella data dovrà essere effettuata anche la richiesta di iscrizione al Registro Elettronico Nazionale.

DISPENSA DALL’ESAME DI CAPACITÀ PROFESSIONALE Fino al 4 dicembre 2012 è prevista la possibilità di dispensare dagli esami di idoneità professionale per l’esercizio del trasporto su strada le persone che dimostrino di aver diretto in maniera continuativa, in uno o più Stati membri, un’impresa del settore nei dieci anni precedenti il 4 dicembre 2009. Per poter usufruire di questa possibilità, è necessario presentare l’ apposito modulo presso l’Albo Autotrasportatori. L’Albo rilascerà quindi un attestato contenente l’annotazione “il presente attestato viene rilasciato a soggetto dispensato dall’esame in relazione all’esperienza maturata conformemente alle disposizioni dell’art. 9 del Regolamento (CE) n. 1071/2009”. Si sottolinea, infine, che anche le aziende esentate dai requisiti di capacità professionale, finanziaria e onorabilità, o che a suo tempo avevano usufruito della sanatoria, devono, in adeguamento al nuovo Regolamento europeo 1071/2009, presentare i 4 requisiti presso gli organi

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Categorie preposti richiedendo anche la dispensa del requisito di capacità professionale. La richiesta di iscrizione al REN La domanda di iscrizione al REN dovrà contenere la documentazione che provi il possesso dei quattro requisiti (stabilimento, capacità finanziaria, onorabilità e capacità professionale) per l’accesso alla professione: • stabilimento: tale requisito si può dimostrare con un’autocertificazione in cui si indichino la sede amministrativa effettiva e stabile, il numero degli autoveicoli utilizzati per l’attività e la sede operativa dove viene svolta la manutenzione dei veicoli stessi; • capacità finanziaria: l’importo dev’essere di almeno 9.000 euro per il primo veicolo e di 5.000 euro per ogni veicolo successivo. Questo requisito può essere dimostrato con una dichiarazione di un revisore contabile (attestante il valore del capitale e delle riserve risultanti dall’ultimo Bilancio d’esercizio approvato) o con un’attestazione di fidejussione bancaria rilasciata da un istituto di credito oppure con una dichiarazione di una compagnia d’assicurazione (comprovante l’esistenza di una polizza di responsabilità professionale stipulata

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secondo le norme del Regolamento 1071/2009/CE); Ricordiamo inoltre che la richiesta di rinnovo della licenza comunitaria dev’essere preceduta dalla presentazione del requisito dello stabilimento. Quest’ultimo, che si aggiunge ai tre preesistenti, è stato introdotto dalla Comunità Europea ed è di competenza della Motorizzazione Provinciale. Sono soggette a tale requisito tutte le imprese di autotrasporto che dispongono di almeno un veicolo di massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate. Tra l’altro, mentre tutti coloro che hanno iniziato l’attività dopo il 4 dicembre 2011 hanno già ottemperato alla nuova normativa, le imprese già in regola con i tre requisiti precedenti al 4 dicembre 2011 dovranno presentare quello di stabilimento entro il 4 dicembre di quest’anno. L’Ufficio Trasporti di Confartigianato è a disposizione per ulteriori chiarimenti, nonché per la predisposizione della modulistica necessaria all’evasione delle pratiche, telefonando al numero 030/3745275, fax 030/3745337, oppure inviando una mail ad area.trasporti@confartigianato.bs.it.


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Verifica periodica delle attrezzature di lavoro I nuovi obblighi contenuti nel Decreto dell’11 aprile 2011

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l 23 maggio 2012 è entrato in vigore il Decreto Ministeriale 11 aprile 2011 che disciplina le modalità di effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro indicate nell’allegato VII del Decreto Legislativo 81/2008 (ad esempio carrelli a braccio telescopico, gru, montacarichi). Il Decreto indica anche i criteri per l’abilitazione dei soggetti, sia pubblici che privati, di cui INAIL ed ASL possono avvalersi per effettuare le verifiche qualificandoli come incaricati di pubblico servizio. All’INAIL compete infatti la prima verifica periodica, da effettuarsi entro 60 giorni dalla richiesta, mentre alle ASL spettano le verifiche periodiche successive. Il datore di lavoro, al momento della presentazione dell’istanza di verifica periodica ai soggetti titolari, deve indicare il nominativo del soggetto abilitato di cui il titolare della funzione si avvarrà qualora non sia in grado di

provvedere direttamente. I nomi dei soggetti abilitati sono contenuti in elenchi creati presso le direzioni regionali competenti dell’INAIL e presso le singole strutture per le ASL. Scaduti i termini senza che siano intervenuti il titolare della funzione oppure il soggetto abilitato indicato dallo stesso datore di lavoro, il richiedente individua uno dei soggetti abilitati nella regione in cui è collocata l’attrezzatura da verificare iscritto nell’elenco dei soggetti abilitati. Solo nel caso in cui nell’elenco nazionale non siano presenti soggetti abilitati nella regione per la specifica attrezzatura da verificare, il datore di lavoro potrà rivolgersi ad uno dei soggetti riportati nell’elenco nazionale abilitato. Le richieste di verifica devono riportare, tra l’altro, l’indirizzo completo presso cui si trova l’atterzzatura da verificare, i dati fiscali dell’impresa e la tipologia di attrezzatura di lavoro con il numero di matricola o quello di fabbrica e relativo costruttore.

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Formazione

Esperienze formative all’estero per imprenditori PROGETTO M.E.E.T. Mobility in Europe for Enterprises and Trainers 2012-2013 Leonardo Da Vinci

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onfartigianato Imprese Unione di Brescia è partner del Progetto M.E.E.T., presentato nell’ambito del Programma Leonardo da Vinci, misura Mobilità 2012, lo scorso febbraio. Presentazione cui ha fatto seguito, il 20 settembre, il primo incontro tecnico tra i partners per definire le modalità di gestione amministrativa, finanziaria ed organizzativa dell’iniziativa. Il progetto offre la possibilità di conoscere nuove realtà imprenditoriali, formative ed istituzionali presenti in altri Paesi europei dando l’occasione di entrare in contatto con attori privilegiati quali Camere di Commercio, associazioni di categoria e strutture formative all’avanguardia. Con queste realtà sarà poi possibile instaurare una vera e propria rete di rapporti caratterizzati da attività di scambio di competenze, informazioni ed esperienze legate al mondo del lavoro e della scuola. Al Progetto, che vede coinvolte Francia, Germania e Svezia, possono aderire gli imprenditori artigiani che svolgono all’interno dell’impresa artigiana il ruolo di formatori o tutor, i docenti e formatori e gli esperti della progettazione formativa delle organizzazioni di categoria. M.E.E.T. prevede una rete di partners italiani che comprende, oltre a Confartigianato Brescia, le consorelle di Bergamo (capofila e coordinatore del progetto), Lodi, Terni, Ancona, Sondrio e Modena, l’ELFI (Ente Formativo del Sistema Confartigianato Lombardia), l’Associazione Artigiani e tre centri di formazione professionale spe-

cializzati nei settori moda, acconciatura, meccanica, elettronica ed energie rinnovabili delle province di Bergamo ed Ancona. I partners internazionali sono rappresentati dalla Handwerkskammer (Camera dei Mestieri) di Düsseldorf, dalla Chambre Régionale De Métiers et de l’Artisanat (Camera Regionale dei Mestieri e dell’Artigianato) di Languedoc Roussilion, dall’APCCMA (Camera di Commercio ed Artigianato) di Parigi e dalla svedese Artic Vocational Foundation Stiftelsen Utibildning Nordkalotten (Centro di Formazione Professionale all’avanguardia per adulti dai 18 ai 50 anni). Il Progetto prevede visite alle istituzioni dei Paesi ospitanti, alle scuole professionali ed alle aziende (non necessariamente di settori di appartenenza) e attività culturali al fine di conoscere il territorio ed i suoi abitanti. Ogni momento d’incontro sarà utile per creare occasioni di scambio di conoscenze formative sia da un punto di vista professionalizzante che lavorativo, oltre a permettere la scoperta di una nuova realtà economica e territoriale. I partecipanti avranno così la possibilità di confrontare il modello lavorativo del proprio settore di appartenenenza con quello dei partners ospitanti, favorendo lo scambio di esperienze, apportando migliorie nel proprio sistema imprenditoriale (se imprese artigiane) e nel percorso formativo (se si tratta di formatori) e sfruttando la capacità progettuale intrapresa tramite il confronto con i partecipanti al progetto. È esclusa

Periodo di svolgimento e Paesi ospitanti: PAESE

PERIODO

SETTORE D'INTERESSE

1

Mestieri d’arte, arredo casa, oggettistica, tessile, illuminazione, design. Prevista visita alla Prestigiosa Fiera di settore del lusso Maison et Object di Parigi.

GERMANIA - DÜSSELDORF DA DEFINIRE

1

Attività produttive/artigianali delle energie rinnovabili e dell’edilizia verde.

FRANCIA - LANGUEDOC

DA DEFINIRE

1

Visita alla Scuola Professionale di Perpignac, leader nei settori dell’acconciatura, carrozzeria, panificazione e pasticceria, ebanisteria.

SVEZIA - OVERTORNEA

DA DEFINIRE

1

Visita alla Scuola di Formazione Professionale per adulti all’avanguardia nei settori dell’autoriparazione, lavorazione del legno, tessile, informatica e web.

FRANCIA - PARIGI

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DAL 19/01 AL 26/01/2013

N° BENEFICIARI


Formazione

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Formazione l’organizzazione di missioni commerciali e di business, dato che lo scopo del Programma Leonardo da Vinci è quello di offrire un’esperienza prevalentemente formativa tra soggetti che hanno l’opportunità di scambiarsi reciproche conoscenze, con il supporto dell’associazione di categoria e delle istituzioni estere, creando nel contempo una rete di relazioni tra il mondo del lavoro e della formazione in grado di arricchirli dal punto di vista personale e professionale.Poiché i posti messi a disposizione sono limitati e da distribuire tra tutti i partners italiani verrà effettuata una selezione con una raccolta, tramite scheda, di informazioni relative al partecipante, agli interessi, alle attività formative e di stage effettuate, in essere o in divenire presenti nell’azienda.

Ufficio formazione tel. 030 3745283/227/235

Ogni partecipante ha la possibilità di aderire ad un’unica inziativa presente in calendario. La durata del viaggio è di una settimana (7 giorni) ed il progetto include le spese relative a vitto, alloggio, viaggio, assicurazione RCT e polizza infortuni. A fronte della coperura massima delle spese, ad ogni partecipante è richiesta una somma integrativa di soli 200,00 €. In ogni viaggio sarà sempre presente un referente di una delle Confartigianato coinvolte nel Progetto con la funzione di accompagnatore. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Area Formazione telefonando al numero 030.3745283 oppure inviando una mail ad area.formazione@confartigianato.bs.it.

Conf@reti: consulenze ad hoc per gli imprenditori Ospitato in Val Masino il progetto Conf@reti: il tema delle reti d’impresa al centro della formazione dei funzionari di Confartigianato in Lombardia

N

ell’ambito delle iniziative promosse dal Progetto “Conf@reti - Confartigianato crea reti d’impresa”, presentato sul Programma Regionale ERGON, Confartigianato Lombardia ha organizzato il 10 e 11 settembre presso le Terme Relais Bagni di Masino il percorso formativo “Conf@reti: un modello di supporto alla creazione e allo sviluppo delle reti d’impresa”. L’incontro, rivolto ai funzionari del Sistema Confartigianato in Lombardia e strutturato in più moduli formativi, consentirà l’acquisizione di strumenti concreti per implementare e governare le diverse forme di aggregazione fra imprese. I primi moduli sono stati sviluppati durante la due giorni svoltasi nella località valtellinese, con i partecipanti guidati nei momenti di formazione dall’ingegner Guido Girardo e dalla professoressa Chiara Palmieri. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato la dottoressa Roberta Gagliardi, responsabile del Progetto Conf@ reti – è quello di approfondire il contesto economico ed istituzionale in cui si inseriscono le reti d’impresa, gli aspetti giuridico-patrimoniali delle diverse forme di coordinamento in rete, nonché apprendere i fondamenti dell’analisi economico-finanziaria delle reti e della progettazione delle stesse anche attraverso case study di simulazione. Il lavoro dei partecipanti continuerà nelle prossime settimane all’interno di tre gruppi 28 BRESCIA ARTIGIANA magazine

di lavoro che sono stati incaricati di sviluppare specifiche soluzioni per i casi proposti”. Il progetto Conf@reti nasce per fornire alle imprese che intendono avviare un progetto di rete una consulenza mirata per trovare la “formula di rete” migliore, la possibilità di incontrare potenziali partner in linea con le proprie esigenze di business, un’assistenza concreta su tutti i diversi fronti interessati dallo sviluppo di una rete, gli strumenti ed i servizi più adatti per raggiungere l’obiettivo. Il progetto Conf@reti rappresenta quindi il punto di riferimento per le imprese che vogliono fare rete: un unico interlocutore per i diversi bisogni delle aziende. Tale servizio sarà garantito dalla prossima apertura presso le associazioni territoriali, fra cui quella di Brescia, di un “Network Point Conf@reti” cui sarà affidato il compito di fornire alle imprese un servizio di informazione e di indirizzo ai servizi specialistici sul tema delle reti. Per informazioni è possibile rivolgersi alla dott.ssa Amanda Paroli (a.paroli@confartigianato.bs.it - tel. 030.3745283) referente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia del progetto Conf@Reti. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito www.confareti.it


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Fiscale

Le misure per le imprese del Decreto Sviluppo n. 83/2012 Questo Decreto ha introdotto numerose novità particolarmente interessanti per le imprese. Di seguito ne vengono riportate alcune degne di una maggiore attenzione da parte degli imprenditori. Nuova misura delle detrazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica Il Decreto dispone che per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio la detrazione IRPEF sia fissata nella misura del 50% (invece del 36%) e spetti per una spesa massima complessiva di 96.000 euro (invece di 48.000) per ciascuna unità immobiliare. Questa detrazione viene riconosciuta per le sole unità immobiliari residenziali (di qualsiasi categoria catastale) e relative pertinenze in 10 quote annuali di pari importo a decorrere dall’anno di sostenimento delle spese. Da luglio per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici residenziali esistenti la detrazione IRPEF

verrà riconosciuta nuovamente nella misura del 36%, salvo ulteriori interventi legislativi. IVA per cessione di fabbricati abitativi e strumentali Per le cessioni di fabbricati abitativi o strumentali dal 26 giugno 2012 viene prevista l’imponibilità per le cessioni effettuate dalle imprese costruttrici o dalle imprese che, anche con appalto, abbiano eseguito interventi di recupero entro 5 anni dalla data d’ultimazione della costruzione o dell’intervento oppure oltre i 5 anni se il cedente, nell’atto, abbia optato per l’imposizione. Le imprese non edili cedono gli immobili abitativi in regime di esenzione IVA, mentre per i fabbricati strumentali devono optare per l’imposizione. In caso di opzione per l’imponibilità si seguiranno le regole del reverse charge (articolo 17 DPR 633/72). IVA per locazione di fabbricati abitativi e strumentali Per la locazione di fabbricati abitativi il regime naturale è quello dell’esenzione. Solo per le aziende edili, con le novità introdotte dall’articolo 9 del Decreto, è ora possibile optare per l’imponibilità IVA. Nel caso si opti per l’imponibilità, l’aliquota IVA applicata sarà del 10%. Le locazioni di fabbricati strumentali per natura sono in generale esenti, salvo l’opzione nell’atto per l’imponibilità da parte del locatore.

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Fiscale

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Fiscale

I crediti inesigibili di modesto valore saranno subito deducibili Meno formalità per dedurre le perdite su crediti di modesto importo: il “Decreto Sviluppo” propone nuovi criteri, uno temporale e l’altro quantitativo, che, a partire dal periodo di imposta 2012, potranno essere utilizzati per dedurre fiscalmente i crediti considerati inesigibili.

L

a nuova norma si innesta in quella generale che ammette la deducibilità del credito solo in presenza di “elementi certi e precisi” dell’insolvenza del cliente, elementi che si considerano tali nel momento in cui il debitore è assoggettato ad una procedura concorsuale. In assenza di tale specifica situazione non è sempre facile stabilire se un credito può essere portato a perdita rinunciando alle azioni di recupero ed incasso. L’amministrazione finanziaria è venuta in aiuto e ha consentito la deduzione fiscale del credito insoluto, pur in assenza di veri e propri atti giudiziari, qualora il credito sia di modesto importo oppure nel caso in cui l’azione legale di recupero risulti economicamente non conveniente al creditore. Questo caso, ad esempio, si verifica quando le spese legali od anche solo amministrative dell’azienda per tentare il recupero del credito sono maggiori rispetto allo stesso credito, come pure ci potrebbero essere fondati presupposti di insolvenza

del cliente tali da disincentivare qualsiasi sollecito di incasso. La norma era incompleta in quanto non dava regole pratiche di attuazione. Rimaneva, ad esempio, ancora da chiarire quando un credito poteva essere considerato di modesto valore. A tal proposito il “Decreto Sviluppo” introduce nuovi criteri: dal periodo di imposta 2012, per le imprese con esercizio coincidente con l’anno solare, gli “elementi certi e precisi” che accertano la perdita del credito, consentendone la deduzione fiscale, sussistono al verificarsi contemporaneamente di due condizioni, senza altre formalità: dev’essere “decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del credito”; il credito deve essere di modesta entità, cioè di “importo non superiore a 2.500 euro”; È evidente che svariate sono le ipotesi che si potranno

BRESCIA ARTIGIANA 31 magazine


Fiscale verificare e che la norma attualmente non chiarisce, ad esempio, come potrebbero essere considerati svariati crediti di uno stesso cliente tutti di importi inferiori alla soglia ma complessivamente superiori al limite. ANCORA UNA STRETTA SUI VEICOLI AZIENDALI La riforma del lavoro, L. 92/2012, ridurrà, a partire dal periodo di imposta 2013, la deducibilità delle spese sostenute per veicoli strumentali di imprese e lavoratori autonomi e per le auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. La percentuale di deducibilità dei costi dal 40 passa al 27,5% per i veicoli strumentali e dal 90 al 70% per le auto concesse in uso ai dipendenti. Rimane invece invariata la detrazione all’80% per le spese dei veicoli degli agenti e rappresentanti di commercio. Restano integralmente deducibili le spese relative ai veicoli adibiti ad uso pubblico (quelli ad esempio per il servizio taxi) ed a quelli destinati ad essere utilizzati esclusivamente come beni strumentali nell’attività propria dell’impresa, cioè senza i quali la stessa non può svolgere la propria attività (ad esempio le autovetture delle scuola guida o delle imprese di noleggio di autovetture). Le spese deducibili oggetto della limitazione dello sconto fiscale sono gli ammortamenti, i canoni di leasing e di noleggio, le spese di impiego (vale a dire carburanti, lubrificanti, pedaggi autostradali, bollo ed assicurazione), le spese di custodia (autorimessa), le spese di manutenzione e riparazione, nonché l’Iva indetraibile ad incremento del costo a cui si riferisce. Si ricorda che le spese sopra citate, per i soggetti Ires (le società di capitali come Srl o Spa), pur essendo soggette alle limitazioni descritte, ai fini Irap sono interamente deducibili. Restano comunque indeducibili ai fini Irap gli interessi passivi su finanziamenti o leasing e le indennità chilometriche rimborsate agli amministratori per trasferte. Considerato, infine, che proprio recentemente, per supportare l’attività di controllo, l’Agenzia delle Entrate sta adottando nuovi sistemi per monitorare i beni aziendali, in particolare immobili ed autovetture, concessi in uso gratuito a soci o dipendenti, la valutazione della convenienza ad intestare l’autovettura direttamente agli amministratori o collaboratori anziché all’azienda dovrà essere più specifica. Nel caso di utilizzo della propria autovettura l’addebito all’azienda del rimborso chilometrico per l’uso ai fini aziendali è deducibile ai fini Ires e Irpef. Per il percettore invece questa indennità non concorre a formare reddito. Infine, per tali rimborsi, è stato chiarito che è possibile dedurre il costo complessivo di esercizio in euro al chilometro calcolato dall’Aci,

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comprensivo della quota relativa al costo dell’assicurazione e della tassa automobilistica. IVA PER CASSA: ALCUNE ANTICIPAZIONI DEL NUOVO REGIME Tra gli emendamenti contenuti nel D.L. 22 giugno 2012 n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese, di particolare interesse è quello relativo al “regime dell’Iva per cassa”. Nel nuovo regime, che entra in vigore dal 1° dicembre prossimo, l’Iva diventa esigibile al momento del pagamento del corrispettivo e comunque decorso un anno dal momento di effettuazione dell’operazione. È il pagamento del corrispettivo da parte del cliente che determina il mese o trimestre nel quale eseguire la liquidazione ed il pagamento dell’IVA e non più il momento di effettuazione dell’operazione. Si sottolinea che anche l’Iva sugli acquisti diventa detraibile solo al momento del pagamento del fornitore. In capo al committente l’Iva è detraibile in ogni caso al momento di effettuazione dell’operazione ancorché non abbia pagato il corrispettivo. Da dicembre è abrogata la possibilità di emettere fatture con Iva ad esigibilità differita ai sensi dell’articolo 7 D.L. 185/2008. Chi vuole beneficiare dell’esigibilità differita dovrà aderire al nuovo regime che coinvolge tutte le fatture, comprese quelle d’acquisto, e non più la singola fattura emessa. Il nuovo regime non può essere applicato ai privati consumatori ma solo agli intestatari di partita Iva e prevede che il contribuente che voglia aderirvi eserciti un’apposita opzione le cui modalità di esercizio sono da definite da parte del Ministero.


Servizi Unione di Brescia

Novità sull’Accordo per servizi di Consulenza in Materia Immobiliare

L’

accordo per l’erogazione di un servizio di consulenza gratuita agli associati, riguardante la contrattualistica e la legislazione relativa alle locazioni di immobili ad uso abitativo, commerciale ed atipiche previste dal Codice Civile, sottoscritto da Confartigianato Imprese Unione di Brescia si arricchisce di ulteriori servizi per rispondere al meglio alle esigenze degli associati. I termini dell’accordo, stipulato con un consulente immobiliare perito presso il Tribunale di Brescia, oltre a prevedere l’elaborazione di contratti di locazione, l’espletamento di tutte le formalità di rito connesse all’invio telematico della registrazione dei contratti di locazione, la consegna manuale all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente, la compilazione dei Mod. F-23 e F-24, del Mod. 69, la comunicazione “Cessione di fabbricato”, l’aggiornamento annuale ISTAT e la comunicazione all’associato dello scadenziario annuale/periodico riguardante il versamento della Tassa di Registro ed eventuali altri tributi periodici inerenti l’immobile, contemplano infatti anche la fornitura di un’analisi di convenienza per l’opzione del regime della cedolare secca, supporto in tutti gli aspetti legati alle transazioni immobiliari e nella gestione delle spese condominiali. Infine il consulente sarà a disposizione per perizie e stime immobiliari per scissioni/fusioni societarie, cessioni di quote, pareri di congruità del canone di locazione, successioni ereditarie, perizie necessarie agli Istituti di Credito od Enti finanziari, contenzioso tributario avverso l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia del Territorio ed altri enti, nonché per fornire consulenze, gratuite per gli associati, riguardanti le normative urbanisticoambientali e giuridico-fiscali. Per maggiori chiarimenti ed informazioni sulla convenzione è possibile contattare la sede di Confartigianato Imprese Unione di Brescia al numero 030 37451

Tel. 030.3745.265

Tel. 030.3745.233

Tel. 030.3745.216

Tel. 030.3745.247

Tel. 030.3745.219

Tel. 030.37451

Tel. 030.3745.222

Tel. 030.3745.276

Tel. 030.3745.219

Settore energia e gas

Tel. 030.3745.283

Tel. 030.3745.289

Tel. 030.37451

assicurativa e immobiliare

Sedi Unione Brescia Via Orzinuovi, 28

Tel. 030.37451 Fax 030.3745334

E-mail: info@confartigianato.bs.it - www.confartigianato.bs.it

Breno Tel. 0364.321047 Via Aldo Moro, 6 Fax 0364.321047 E-mail: breno@confartigianato.bs.it Chiari Tel. 030.711097 Via SS. Trinità, 19/7 Fax 030.7100487 E-mail: chiari@confartigianato.bs.it Darfo Boario Tel. 0364.531486 Via De Gasperi, 23 Fax 0364.534867 E-mail: darfoboarioterme@confartigianato.bs.it Desenzano del Garda Tel. 030.9141914 Via Marconi, 133 Fax 030.9914817 E-mail: desenzano@confartigianato.bs.it Edolo Tel. 0364.71633 Via Marconi, 56 Fax 0364.770051 E-mail: edolo@confartigianato.bs.it Gavardo Tel. 0365.374309 Via Stazione, 61 Fax 0365.374312 E-mail: gavardo@confartigianato.bs.it Gussago Tel. 030.2520776 Via Acquafredda, 20 Fax 030.2520776 E-mail: gussago@confartigianato.bs.it Leno Tel. 030.9038260 P.zza Cesare Battisiti, 37/C Fax 030.9038759 E-mail: leno@confartigianato.bs.it Lumezzane Tel. 030.827508 Via Monsuello, 45/E Fax 030.8921385 E-mail: lumezzane@confartigianato.bs.it Montichiari Tel. 030.9651967 Via Papa Paolo VI, 21 Fax 030.9651967 E-mail: montichiari@confartigianato.bs.it Orzinuovi Tel. 030.9941620 Via Obici, 36 Fax 030.9941632 E-mail: orzinuovi@confartigianato.bs.it Palazzolo sull’Oglio Tel. 030.7401601 Via Matteotti, 10 Fax 030.7403335 E-mail: palazzolo@confartigianato.bs.it Sabbio Chiese Tel. 0365.895612 Via Magno, 18/C Fax 0365.895612 E-mail: sabbiochiese@confartigianato.bs.it Verolanuova Tel. 030.932120 Via Zanardelli, 6 Fax 030.9362500 E-mail: verolanuova@confartigianato.bs.it Villa Carcina Tel. 030.881445 Via Glisenti, 68/F Fax 030.881263 E-mail: villacarcina@confartigianato.bs.it BRESCIA ARTIGIANA 33 magazine


Credito

Ufficio credito tel. 030 3745.244

Finanziamenti Cooperativa di Garanzia B E N E F I C I A R I : I M P R E S E I S C R I T T E A L L’A L B O I M P R E S E A RT I G I A N E E P. M . I . La Cooperativa Artigiana di Garanzia valido strumento più che consolidato al servizio delle imprese artigiane, nonché delle costituende, prosegue il suo cammino di sostegno e di incentivazione allo sviluppo produttivo delle imprese agevolando l’accesso al credito. Sempre più attenta alle opportunità creditizie offerte dal mercato finanziario, promuove attraverso una consapevole concertazione con gli istituti di credito presenti sul territorio iniziative ad “hoc” per soddisfare le esigenze di ciascuna impresa ad essa associata. In breve le proposte:

tipologia di finanziamento

TASSI CONVENZIONATI PARAMETRATI ALL’EURIBOR

IMPORTO MASSIMO

AMMORTAMENTO

€ 50.000

Fino a 48 mesi

Convenzionati Parametri all’Euribor / tasso fisso

• Ultimi due bilanci • Ultimo Modello Unico • Ultimi due DM/10 con F24 • Dettaglio affidamenti • Copia mutui e leasing in corso

€ 186.000 chirografario € 350.000 ipotecario

Fino a 60 mesi chirografario Fino a 120 mesi ipotecario

Convenzionati Parametri all’Euribor / tasso fisso

• Ultimi due bilanci • Ultimo Modello Unico • Ultimi due DM/10 con F24 • Dettaglio affidamenti • Copia mutui e leasing in corso • Preventivi e/o fatture relative all’investimento

€ 186.000

Fino a 60 mesi

Convenzionati Parametri all’Euribor / tasso fisso

• Visura CCIAA • Ultimo CUD e/o 730 • Preventivi in essere • Bilancio previsionale primo esercizio

credito di esercizio

investimento

AVVIO NUOVE IMPRESE

tipologia di finanziamento

DOCUMENTI

QUOTA SOCIALE € 41,31

TEMPO DI EROGAZIONE

GARANZIE fidejussorie

COMMISSIONI

< € 25.000 - 1 quota da € 26.000 - 2 quote

40 gg c.a

50% Cooperativa

0,6 x € 1.000 x anno 0,5 x € 1.000 x anno (fondo Provincia BS)

< € 25.000 - 1 quota da € 26.000 - 2 quote

40 gg c.a

50% Cooperativa

0,6 x € 1.000 x anno (chirografario) 0,5 x € 1.000 x anno (CIP-fei) 0,5 x € 1.000 x anno (fondo Provincia BS) 2% sull’erogato (ipotecario)

< € 25.000 - 1 quota da € 26.000 - 2 quote

40 gg c.a

50% Cooperativa

0,6 x € 1.000 x anno 0,5 x € 1.000 x anno (CIP-fei) 0,5 x € 1.000 x anno (fondo Provincia BS)

credito di esercizio

investimento

AVVIO NUOVE IMPRESE

Su tutte le operazioni contributi a fondo perduto Di concerto anche la Camera di Commercio di Brescia interviene da qualche anno puntualmente nel mettere a disposizione delle proprie risorse destinate alle imprese per rendere meno oneroso l’accesso al credito. Così anche per l’anno 2012 ha stanziato un fondo da distribuire alle imprese artigiane per operazioni di liquidità e d’investimento sull’importo richiesto e garantito dalla Cooperativa Artigiana di Garanzia. Le domande sono raccolte dalla Cooperativa Artigiana di Garanzia e successivamente presentate alla CCIAA.

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In ricordo di Maria Rosa Lupi D

efinirla una donna stra-ordinaria potrebbe forse sembrare un pò enfatico. Ma di ordinario Maria Rosa non aveva proprio un granché. Oggi che se n’è andata, con lo stesso tatto e nello stesso silenzio con cui ci aveva abituati per tanti anni nel rimanere, il suo volare più in alto ha lasciato nel cuore di molti di coloro che l’hanno incontrata un senso vago di mite tristezza, un sorriso e una sensazione di rassegnazione al destino, constatando che il tempo e la vita sono in grado di portarci via anche le presenze più simpatiche e care. Ma non i ricordi. Come ha detto il parroco del paesino di Pavone sul Mella, a volte certi mascalzoni campano oltre cent’anni mentre ci vengono strappate persone semplici e pure che vorremmo tenerci accanto per molto di più. Davvero, non ce l’aspettavamo. Maria Rosa s’è congedata dall’UPA per andare in pensione, anche lì, silenziosamente. E son passati più di dodici anni. Eppure nessuno, oggi che abbiamo dovuto contare quegli anni, si era mai reso conto del così lungo tempo trascorso da quell’anonimo giorno in cui, dimessa e tutt’altro che triste, aveva imboccato l’uscita per l’ultima volta. Perché? Beh, è semplice: è sempre rimasta nei ricordi di ciascuno di noi, attiva e presente in ufficio per tutti questi lunghissimi anni. Quando succede (e non accade poi tanto spesso) che la presenza di chi non lavora più insieme a te rimanga comunque al tuo fianco, allora c’è davvero da sospettare che non si trattasse di una persona “ordinaria”. Certo, non era donna da attrarre certe attenzioni, per coloro che delle donne misurano solo le curve e la distribuzione delle circonferenze. Ma per quanti di una donna prendono in considerazione il valore, allora Maria Rosa saliva al vertice della scaletta degli apprezzamenti, riassumendo in sé il ruolo che da sempre ha interpretato: una solida “istituzione” dell’UPA. Lei, che mai ha messo piede nel grande e futuristico edificio di via Orzinuovi (ma che meglio si trovava nelle più modeste sedi di via Milano e via Bassiche), ha indirizzato, guidato ed educato generazioni di impiegati e intere famiglie di imprenditori: col suo tono austero, ma sotto sotto più dolce, rigido ma velatamente più aper-

to, autorevole ma mai autoritario. Non era tipa a cui impartire degli ordini, se ne sapevi meno di lei: ti diceva immediatamente di sì (perché il rispetto dei ruoli faceva ancora parte di un codice oggi difficile da rintracciare), ma con uno sguardo avevi già capito di aver sbagliato a parlare. Se avevi bisogno di una risposta, tranquillo invece che in lei la trovavi. E non la faceva pagare. Maria Rosa ricordava sempre i compleanni di tutti. E faceva sempre gli auguri: una dote rara, di questi tempi. Mi chiedeva spesso dove avrei passato il weekend, e se andassi a trovare mamma e papà (non le interessava invece un granché se le raccontavi di Ibiza). Ma della sua vita privata non ne parlava: segno che doveva essere una vita serena. Si raccontano i drammi e i disastri, non la semplicità. Gli imprenditori, specie i più anziani, la ricordano tutti. Sapete, gli artigiani (soprattutto quelli di un tempo) erano maestri sul lavoro e nella creatività, leoni nel fare e definitivi nel prendere decisioni ed assumersi responsabilità. Ma di fronte alle complicazioni della burocrazia ed alla astrusità delle leggi si sono sempre trasformati in fanciulli indifesi (alcuni sommessi, altri in grande agitazione, ma sempre indifesi). Però c’era lei, Maria Rosa. E la trovavano all’UPA. E non solo lei: una generazione intera di donne di quella sua caratura ha fatto la storia di tutti i giorni dell’Unione Artigiani. E tutte erano a salutarla a Pavone. Da lei, d’altronde, si andava per ritrovare una risposta, e spesso anche un conforto. Un pò come affidarsi ad una Cenerentola dei tempi moderni: umile e onesta, decisa e inappariscente: un porto sicuro ove approdare. In fondo quello che si aspettano davvero gli imprenditori che da 60 anni ci danno fiducia. È forse il più grande insegnamento che ci ha lasciato, la sua più importante eredità. Maria Rosa, tu hai sempre saputo benissimo che le Cenerentole non hanno un’età. Ora sappi anche questo: che le Cenerentole non si scordano mai. Minuta, severa, rassicurante donna di un tempo: lascia che Ti auguriamo un buon viaggio. Tu sai che Te lo auguriamo tutti col sorriso e col cuore.

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