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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BRESCIA C.M.P. DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA
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IL GEOMETRA BRESCIANO
Anno XXXVI N. 3 maggio-giugno 2011
Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di
Cremona Lodi Mantova Sondrio
1861-2011 150° anniversario Unità d’Italia
Contiene I.R.
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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Giuseppe Battaglia, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi, Simonetta Vescovi Hanno collaborato a questo numero Sandro Bani, Beppe Battaglia, Francesco Cuzzetti, Gina Ducoli, Alfredo Gaspari, Antonio Gnecchi, Silvio Maruffi, Pietro Miglioli, Vittorio Nichilo, Franco Robecchi
Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 10 - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate 9.013 copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 3 - 2011 maggio-giugno Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia
Sommario
EDITORIALE - La Magistratura detta le competenze dei geometri e lo Stato che fa? 2 INTERVISTA - Micro-generazione di energia: una risorsa a portata di mano anche per la singola famiglia 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Comunicazione agli iscritti del Presidente CNG Savoldi in tema di competenze 10 “La mediazione delle contese” (parte sconda) 12 DALLA CASSA - Cassa: modifiche allo Statuto per riequilibrare il rapporto contributi versati/pensioni 14 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Cena sociale con premiazioni per i geometri bresciani con 40-50-60 anni di professione 16 Cena sociale 2011: il saluto del Presidente Giovanni Platto ai colleghi e alle autorità 28 Responsabilità nell’installazione di apparecchi di riscaldamento a legna e di canne fumarie 42 Le Associazioni di geometri: una realtà sempre più frequente per migliorare e crescere 56 Il Collegio di Brescia per la cultura: “La materia e lo spirito” 58 LEGALE - Chi è obbligato a verificare se l’immobile affittato è idoneo all’uso 32 LEGISLAZIONE - “Decreto per lo sviluppo”: aspetti di diretto interesse per lavori pubblici e urbanistica 34 SCUOLA - Fra educazione ed istruzione 46 Cosa pensano gli studenti del Tartaglia della loro futura previdenza 50 Borse di studio al “Tartaglia” con il contributo del Collegio geometri di Brescia 54
60
liari
AGRICOLTURA & FORESTE - Il contributo dell’agricoltura nella difesa della biodiversità 64 DAL COLLEGIO DI LODI - Stima comparativa degli immobili (parte terza) 66 DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Premiati a Sondrio gli iscritti all’Albo da oltre trentacinque a cinquant’anni di professione 68 DAL COLLEGIO DI MANTOVA - La cerimonia di premiazione dei geometri del Collegio di Mantova 76 GEOLOGIA - Descrizione del rilievo geomorfologico di un versante roccioso instabile 78 CONDOMINIO - Condominio, novità in arrivo (parte seconda) 82 Parti esclusive e danni 86 CULTURA - La Leonessa e il tricolore: Brescia durante il Risorgimento - 3 88 Strade bresciane da brivido 92 ETICA PROFESSIONALE - Il mercato fasullo 98 TEMPO LIBERO - Auspicando la partecipazione di nuovi atleti, concluso il torneo di tennis per geometri 100 Tiro al piattello per geometri al “Conca Verde” di Lonato 102 Novità di legge La parola agli esperti Aggiornamento Albo
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Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
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EDITORIALE Bruno Bossini
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i non addetti potrà sembrare un paradosso quello che sto per dire sul tema delle competenze, ma i geometri purtroppo sanno che èla pura e semplice verità: le regole che definiscono ciò che possono o non possono fare sul fronte della progettazione, della direzione lavori e delle costruzioni con o senza cemento armato, non sono ormai più quelle previste della legge del loro Ordinamento professionale del 1929 che, seppur obsoleta, continua ad essere vigente, ma quelle che via via vengono “dettate” dalle sentenza della Magistratura. E lo Stato in questa incertezza normativa cosa fa? Praticamente nulla, preso com’è dal tentativo di giungere ad una liberalizzazione delle professioni che né i governi di sinistra né quelli di desta sono sinora riusciti ad attuare, anche per gli evidenti contrastanti interessi delle categorie professionali concorrenti, non facilmente superabili in una normativa comune. Tocca quindi alla Magistratura supplire a questa inadempienza legislativa attraverso le argomentazioni delle sue sentenze che “fanno giurisprudenza”, ma che ben sappiamo si esprimono solo su singoli ricorsi, ma non possono esprimere norme generali di comportamento. Anche i Sindaci, le autorità demandate ai provvedimenti in tema di competenze, ci mettono del “loro”; quando emettono provve2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
La Magistratura detta le competenze dei geometri e lo Stato che fa? dimenti basati più su detti pareri della magistratura (con i quali peraltro si mettono per così dire al “sicuro”) piuttosto che sul buon senso e sul corretto esame dei singoli progetti, del loro impatto volumetrico e della loro complessità strutturale. Per i geometri le incertezze continuano ad aumentare, mentre il contenzioso cresce sempre più e la giustizia civile si trova ad essere sempre più “impantanata”, le necessità del mercato e le strategie da mettere in atto per superare la crisi tuttora irrisolta richiederebbero invece anzitutto rapidità e snellezza procedurale delle controversie giudiziali.
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a tornando al problema delle competenze e all’innegabile immobilismo dello Stato su un tema così importante, conviene soffermarsi su alcuni aspetti del problema dei quali il legislatore pare non tenere alcun conto: – la legge ormai superata del 1929 che ha fissato le regole della nostra professione, che i geometri legittimamente chiedono da tempo di modificare e di reimpostare su criteri di moderna operatività, era stata approvata in un contesto storico ben preciso. Eravamo infatti nell’Italia fascista, caratterizzata negli ambiti extra urbani da un’edilizia di tipo essenzialmente rurale; il geometra, che era ancora di fatto un agrimensore, si curava e interveniva in ge-
nere su contesti edilizi economico rurali con realizzazioni di semplice tipologia strutturale anche con l’utilizzo di alcuni manufatti in cemento armato. – Da quel tempo ad oggi sono passati oltre ottant’anni durante i quali la tecnica costruttiva si è enormemente evoluta; parallelamente ad essa la scienza delle costruzioni ha fatto passi in avanti allora inimmaginabili e i geometri, soprattutto nel dopoguerra sino agli anni ‘65’70, hanno avuto la possibilità di presentare le loro credenziali professionali” anche progettando complessi edilizi di grossa entità, realizzati, quasi sempre in collaborazione con tecnici laureati, ai quali veniva di fatto demandata la “gestione” delle opere in cemento armato, sia in fase di progetto, sia nella direzione dei lavori. – La scuola dei geometri in questa evoluzione tecnicoprofessionale dell’edilizia ha cercato di mantenersi sempre al passo con i tempi, ponendo nei suoi programmi di studio una sistematica attenzione allo sviluppo della moderna tecnologia dei materiali e della loro applicazione cantieristica unitamente all’elaborazione dei concetti di una progettazione sempre più informatizzata. Ora la Cassazione n. 6402 del 21 marzo 2011 sostiene – e la nostra categoria si ribella fortemente a questa tesi – che sarebbe illegittimo perfino l’elaborato progettuale
redatto da un geometra pur sottoscritto da un laureato e del fatto incontestabile che il calcolo e la direzione lavori dei cementi armati siano affidati a quest’ultimo. Ci sembra, in tutta onestà, una posizione oltre che di scarso buon senso, pretestualmente “giocata”, sull’equivoco di una normativa sulle competenze da tutti riconosciuta superata, inattuale e che il Parlamento non “riesce” o non “vuole” rivedere neppure con provvisori provvedimenti, in attesa della tanto auspicata riforma della professione. Quella riforma che dovrà riconoscere l’insostituibile presenza della nostra professione nel mercato, anche nel rispetto del lavoro delle decine di migliaia di geometri che da diversi lustri di attività progettuale e cantieristica si sono guadagnati sul campo. Cosa resta da fare per la nostra categoria non è facile dirlo. Certamente, come suggerisce il Consiglio Nazionale (vedi comunicazione del Presidente agli iscritti a pag. ?????) su una materia così delicata come quella delle competenze «è necessario difenderci con ogni azione giudiziaria» pur con tutte le cautele che, con l’aiuto dei Collegi, l’iscritto dovrebbero mettere in atto per evitare i possibili contenziosi legali “pericolosi” per la categoria. Ma la voglia di “ribellione” degli iscritti a questo stato di cose è sempre più tangibile. Essi richiedono ai nostri massimi ordinamenti risposte esau-
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rienti che si concretizzino anche in concreti suggerimenti per gli organi legislativi su quei correttivi normativi atti a superare l’attuale impasse normativo; indicazioni che possono anche essere prese da pronunciamenti di sentenze favorevoli o da leggi locali. Ci riferiamo per esempio alla sentenza dell’ultimo TAR Catania del 10 marzo 2011 e alla nuova Legge Regionale Siciliana in corso di pubblicazione di cui diamo (di fianco) il resoconto stenografico dell’articolo 11, che contengono alcuni concetti, a mio parere, equilibrati e condivisibili da riprendere e indicare al ministero di Grazia e Giustizia nell’ottica di una possibile anticipata risoluzione del problema delle nostre competenze in attesa della sopracitata riforma.
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ice sostanzialmente il Giudice di Catania che «in caso di modesta costruzione pur con opere in cemento armato e anche in zona sismica» ove sia dimostrato che il progetto architettonico del geometra sia sottoscritto “per presa visione” da un tecnico laureato, dal quale risulti chiaramente che le tavole di calcolo (il cosiddetto progetto strutturale) siano stati redatti da un ingegnere e che nella progettazione a due mani l’apporto del laureato risulti prevalente sul piano quantitativo e tecnico, mentre quello del geometra sia essenzialmente orientato a definire l’aspetto esteriore e
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Resoconto stenografico della 262 seduta dell’Assemblea Regione Siciliana XV Legislatura Mercoledì 15 giugno 2011 “Articolo 11” Opere edilizie di modeste dimensioni 1. Per le finalità di cui agli articoli 64, 93 e 94 del Dpr 6 giugno 2001, n. 380, nonché dell’articolo 2, commi 1 e 2, della legge 5 novembre 1971, n. 1086, nella Regione sono opere di modeste dimensioni, rilevanti ai sensi dell’articolo 16, primo comma, lettere l) ed m) del R.D. 11 febbraio 1929, n. 274, quelle di cui all’articolo 1 della stessa legge n. 1085/1971, che presentino congiuntamente tutti i seguenti requisiti: a) volumetria non superiore a 1.500 metri cubi; b) non più di due elevazioni fuori terra, oltre piano scantinato o seminterrato; c) edificazione con modalità costruttive standardizzate e forme geometriche tradizionali; d) calcoli strutturali in cemento armato firmati da tecnico laureato.
architettonico dell’edificio fatto salvo che i problemi della sicurezza e statica dell’edificio siano appunto garantiti dall’intervento progettuale del laureato, ebbene in questa fattispecie progettuale (che di fatto possiamo considerare a firma congiunta), tale progetto può ritenersi di competenza del geometra. La recentissima nuova legge Regionale Siciliana in materia di edilizia dà, invece, una precisa indicazione dei requisiti che un fabbricato deve avere per essere considerato “modesta costru-
zione”. La categoria dei geometri non chiede la luna e quindi può benissimo accettare questi principi che, oltre a salvaguardare i suoi diritti l’aiutano a rafforzare il rapporto di fiducia instaurato con il committente che sta alla base di ogni e qualunque nostro contratto professionale e che continua (checché se ne dica) ad alimentare il mercato dell’edilizia in ambito periferico. Un incarico quindi “congiunto” con un laureato, normato per legge e sottoscritto per accettazione dal com-
mittente, può essere una buona e definitiva soluzione per la categoria. Occorre (e dell’impegno se ne farà certamente carico il Consiglio Nazionale) che gli organi legiferanti, anche con una semplice circolare ministeriale esplicativa finalmente precisino, una volta per sempre, cosa si debba intendere per incarico congiunto e quali debbano essere i limiti volumetrici e le tipologie strutturali della tanto discussa “modesta costruzione”, che possano rientrare nella competenza del geometra, partendo appunto dagli esempi e dai pronunciamenti sopra citati. In una corretta collaborazione con un laureato di “ fiducia” e nell’assunzione dei rispettivi impegni circa le diverse competenze, al committente sarà garantita oltre che la regolarità esecutiva del lavoro appaltato anche la sua esecuzione a regola d’arte. Questo e non altro vogliono i geometri: si cominci a partire dalla definizione dei limiti delle loro competenze. Non pare così arduo per il legislatore poterlo garantire a breve, anche nell’ottica di un abbattimento del contenzioso legale tuttora imperante in materia che, non dimentichiamo, trae quasi sempre origine dalla pretesa di “qualcuno” di non pagare quanto dovuto e tacitamente accettato. Non vi pare? ❑
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INTERVISTA
Micro-generazione di energia: una risorsa a portata di mano anche per la singola famiglia Il referendum che recentemente ha cancellato il piano energetico nazionale fondato sullo sfruttamento dell’atomo ha messo ancor di più in primo piano da una parte la necessità per il nostro Paese di promuovere con sempre maggiore convinzione il risparmio energetico e dall’altra l’immediata adozione di politiche e di investimenti per l’utilizzo di tutte le fonti energetiche disponibili, soprattutto quelle non legate al petrolio e ai suoi derivati. E se sul risparmio d’energia anche su queste pagine non sono mancati nei mesi e negli anni scorsi gli interventi e gli approfondimenti (il Collegio di Brescia è stato tra i primissimi a “importare” l’esperienza altoatesina di Casaclima e ad organizzare specifici corsi sull’argomento) meno siamo riusciti a fare per la conoscenza dei sistemi di produzione di energia da fonti alternative, soprattutto su scala ridotta. Cominciamo a farlo oggi con quest’intervista che il nostro direttore ha realizzato con l’ingegner Marino Tessadori, bresciano, contitolare dello studio Sti di Concesio che svolge specificatamente attività di termoidraulica, con una non comune esperienza sulla cosiddetta micro-generazione di energia, una risorsa significativa ma ancora poco nota. Ingegnere, molti geometri bresciani ti conoscono e da anni si affidano a te quando hanno a che fare con complesse questioni di termoidraulica, ma non tutti sanno che la tua esperienza viene da lontano… «Sì, in verità di questioni energetiche e in particolare idro-elettriche mi sono occupato fin dal giorno successivo alla laurea. Nei primi anni della professione ho infatti lavorato in una società milanese di progettazione e realizzazione di centrali idro-elettriche un po’ in tutto il mondo. Negli anni Ottanta ad esempio ho partecipato al grande progetto della centrale di Edolo, ma altre realizzazioni ho seguito 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
in Europa e in Asia. Poi ho pensato di mettere a frutto quest’esperienza aprendo uno studio professionale che affrontasse ovviamente tutte le questioni termo-idrauliche, ma che in questi ultimi anni si è andato specializzando anche nella produzione di energia elettrica da fonti alternative, meglio nella cosiddetta micro-generazione, ovvero quegli impianti di non grandi dimensioni ma comunque di buona resa energetica, adatti ad imprese, piccole comunità e persino singole famiglie». Il punto di partenza normativo in questo campo, correggimi ingegnere
se sbaglio, è il cosiddetto decreto Romani del maggio di quest’anno. Cosa dice in buona sostanza questa legge? «Senza entrare nell’articolato e guardando invece alle norme che ci interessano, il decreto Romani, sempre con l’obiettivo di promuovere la produzione di energia da fonti alternative, ha modificato in profondità il quadro delle tariffe e degli incentivi, in particolare per quel che riguarda il fotovoltaico, cambiando pure alcuni criteri nell’accettazione delle domande che nei mesi precedenti si erano rivelati poco efficienti (ora ad esempio l’incentivo si ha con
l’impianto realizzato e funzionante mentre non basta aver posato a terra i pannelli e magari non averli neppure collegati)». Si è letto che il decreto è intervenuto a correggere storture evidenti ed a limitare la speculazione… «Questo la legge non lo dice, ma certo si è ridotto in maniera significativa l’incentivo – anche del 20/25% – e la riduzione procede in maniera graduale ma assai rapida e ciò per evitare che il boom del fotovoltaico non finisse per tradursi in un aggravio insostenibile per la bolletta degli italiani. Non va infatti dimenticato che tutte i sistemi di incentivazione della produzione alternativa di energia elettrica sono finanziati da una Cassa energetica specifica che è alimentata da voci altrettanto specifiche inserite nelle bollette di tutti gli italiani e che, dall’entrata in vigore ormai qualche anno fa del Decreto Bersani deve essere in pareggio. Se dunque tanto si spende per favorire il fotovoltaico, altrettanto deve essere incamerato con le bollette». Dopo il decreto Romani c’è dunque da aspettarsi un rallentamento nella corsa al fotovoltaico? «È assai probabile. D’altra parte il costo di produzione del fotovoltaico è molto pesante e non è economicamente sostenibile senza un incentivo; il decreto Romani riduce quest’incentivo praticamente di mese in mese per tutto il 2011 e dunque potremmo anche assistere
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INTERVISTA L’ing. Marino Tessadori
ad una corsa a garantirsi il miglior incentivo possibile, ma certamente nel lungo periodo il numero di nuovi impianti è destinato a diminuire». Proviamo però a far due conti, quanto ancora è conveniente installare alcuni pannelli solari sul tetto di casa? «Il sistema è complesso ed entrano in gioco decine di variabili legate al singolo impianto. In termini generali, e sempre tenendo conto che l’incentivo decresce ogni mese (pertanto ciò che vale per un impianto realizzato entro luglio 2011non vale automaticamente per quello realizzato a gennaio 2012), possiamo dire che se fino a ieri il rendimento dell’investimento in fotovoltaico rendeva l’8-9% annuo – quindi assai più d’ogni altro investimento finanziario di questi anni, rendendo conveniente persino l’indebitamento con questo scopo – e ripagava l’esborso iniziale in capo ad una decina d’anni consentendo guadagni “puliti” da oneri finanziari per gli altri 10 anni di vita media dell’impianto, oggi siamo attorno ad un rendimento del 3-4% , lo spread sul costo del denaro si è pertanto ridotto, per l’ammortamento servono 12-14 anni e dunque il guadagno “pulito” si riduce a 6 anni. Che non sono comunque pochi». Parlavi di variabili legate al singolo impianto, vogliamo provare a dirne qualcuna? «La maggiore è contenuta negli stessi decreti che par-
lano degli incentivi, che privilegiano i piccoli impianti e quelli posti sui tetti degli edifici, rispetto a quelli in campo aperto; e ciò per evitare uno spreco di territorio e sostenere invece l’uso di spazi inutilizzati quali appunto i tetti. Molto poi dipende dal consumo elettrico di ciascuno». Ma è vero che più si consuma e più
si guadagna? «Per certi versi sì, ma è questa una formula semplicistica. Per capire bene i termini dell’equazione che ognuno può fare per capire la convenienza o meno dell’installazione d’un impianto fotovoltaico occorre infatti rifarsi al contratto che ogni utente dotato di impianto fotovoltaico stipula con Enel. Un primo elemento è l’in-
centivo: è stabilito dalla legge, viene definito sulla base del momento dell’installazione, è ventennale ed è indipendente dal consumo. Questo è un elemento certo, fisso, che si può subito inserire nella nostra equazione. Gli altri elementi riguardano invece l’energia che viene prodotta, e che noi formalmente cediamo totalmente alla rete, e quella che noi prendiamo dalla rete stessa per il nostro consumo. Ebbene il guadagno maggiore o minore dipende dalla differenza tra l’energia che cediamo e quella che invece preleviamo dalla rete, giacché ha due prezzi diversi. L’energia che cediamo, a seconda dei contratti, viene “pagata” pochissimo dall’Enel, mentre quella che preleviamo costa cara. Ecco allora che diviene vantaggioso il cosiddetto “conto energia”, poiché nella differenza tra energia venduta ed energia acquistata viene valorizzata la quota scambiata ed in pratica scomputata dai nostri consumi. In buona sostanza il mio chilowattora (kWh) viene valorizzato maggiormente dall’Enel se, in ultima analisi, sono ancora io a consumarlo (poiché avrò una bolletta molto più leggera) mentre ottiene pochi centesimi se viene semplicemente ceduto alla rete». Ma l’Enel ed il Paese hanno bisogno di quest’energia che ciascuno può produrre a casa sua? O meglio, è economicamente vantaggioso far produrre energia a singole aziende o addirittura a singole famiglie? IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 5
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INTERVISTA L’ing. Marino Tessadori intervistato dal direttore Bruno Bossini nella sede del Collegio
«Il nostro Paese ha bisogno di quest’energia e deve sfruttare tutte le possibilità alternative al petrolio di cui dispone, sia in piccoli che in grandi impianti, non foss’altro per l’impegno che ab-
biamo preso a livello europeo di ridurre drasticamente ed in tempi brevi la nostra dipendenza dal petrolio. Il limite semmai è d’altro tipo, ovvero eminentemente tecnico e attiene alla stabilizzazione del flusso di energia nella rete». Anche a questo proposito, possiamo provare a spiegarlo, magari con qualche libertà sulla precisione tecnica che ci consenta di farci capire anche dai non esperti? «In pratica occorre dire che 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
la rete elettrica italiana non è adatta a supportare su larga scala la cosiddetta micro-generazione ovvero quella fino a 10 kWh». Perché è inadatta? E soprattutto si
può porre rimedio a questa carenza strutturale? «È inadatta perché, passatemi i termini, occorre un grande generatore di corrente per stabilizzare l’apporto alla rete di tanti piccoli generatori e l’Italia ha una rete di medi generatori senza grandi generatori come sono altrove, penso a Germania e Francia, le centrali nucleari, ovvero strutture con grande potenza installata e via via potenze inferiori sempre garantite ai
diversi livelli. In Italia la proliferazione della micro-generazione potrebbe creare rapidamente una situazione difficilmente sostenibile con una potenza generata in maniera diffusa in un’area e-
quivalente a quella immessa nella rete da un grande generatore italiano. Col risultato che la rete perderebbe stabilità e finirebbe per fornire anche ad utilizzatori primari un’energia di qualità scadente». Come ovviare a questo problema? «Ci vorrebbe un piano di investimenti in grandi e medie centrali che non è neppure all’orizzonte, mentre dove la micro-generazione si è un po’ sviluppata, ad esempio
con l’eolico in Sicilia, i problemi di stabilizzazione sono apparsi subito evidenti. Va detto però che nel resto d’Italia questo livello di saturazione dello spazio utile per la micro-generazione è tutt’altro che esaurito». Ecco così al punto forse di maggior interesse della nostra conversazione: del fotovoltaico abbiamo già detto molto, mentre degli altri sistemi di micro-generazione, idroelettrica o eolica, non abbiamo detto nulla. Ci sono possibilità? E, soprattutto quanto costano? «Per completare il discorso sul fotovoltaico resta solo da dire che il suo costo di installazione è attorno ai tremila/quattromila euro per ogni kWh di potenza installata, che la durata degli impianti si aggira sui 20 anni e che un kWh di potenza installata produce circa 1.000 kWh in un anno. E ancora che una famiglia media consuma circa 3000-3500 kWh in un anno. Il grande vantaggio del fotovoltaico è infine la modularità, nel senso che ognuno può installare la potenza che ritiene senza che ciò modifichi il costo dell’impianto per kWh». E gli altri sistemi? l’eolico? l’idroelettrico? «Innanzitutto gli altri sistemi abbisognano di condizioni ambientali favorevoli. Ovvero servono zone particolari nelle quali l’acqua scorre ed il vento c’è costantemente per tutto l’anno. Guardando alla nostra provincia e sempre pensando alla micro-generazione per
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l’eolico ad esempio appaiono assai interessanti le aree pre-alpine, diciamo la parte più alta delle tre valli, e quelle gardesane. Anche se ho visto recentemente un micro-impianto persino a Brescia, in città». Condizioni favorevoli a parte, l’eolico quanto costa e quanto produce? e la microgenerazione a gas? «Se ragioniamo su un microgeneratore eolico, diciamo di potenza minima di 1-2 kWh parliamo di circa 2.000 euro per kWh installato e la produzione è ovviamente differente a seconda della posizione. L’idea infatti è che il vento ci sia tutto l’anno come può capitare sul Garda o in Valtrompia oltre Gardone e in Valsabbia oltre Vobarno; in queste zone potrebbero essere installate macchine con pale che occupano una circonferenza con un diametro sui due metri. E per quanto riguarda la microgenerazione a gas metano in verità il mercato italiano non pare interessato a questo genere di prodotti che sono invece diffusissimi ad esempio in Olanda ed in Germania. Per i micro generatori domestici, anche per una diversa organizzazione degli impianti di riscaldamento delle case, garantiscono acqua calda ed energia elettrica con rese fino a 10 kWh termici, impianti che di fatto sostituiscono la caldaia. Siamo così di fronte in verità ad un vero e proprio impianto di cogenerazione che costa però sui 15/20 mila euro, quindi assai più d’una caldaia che ne costa 3 o 4
mila. Ecco perché anche in questo caso il discorso sul rapporto costi benefici, va fatto sul singolo impianto e le singole esigenze della famiglia, la possibilità di cogenerazione e lo sfruttamento
spetto». Puoi spiegarci un po’ meglio questa tecnologia? «La produzione di energia idro-elettrica può avvenire oggi sostanzialmente in due
tentano di dislivelli assai limitati. È di questo tipo ad esempio la centrale recentemente inaugurata dal Consorzio del Medio Chiese che, attraverso una società controllata al 70% gestisce
effettivo».
modi. C’è una prima opportunità, normalmente definita “per salto”, dove si sfrutta anche con piccole portate un alto dislivello nella caduta d’acqua; il corollario tecnico di questa scelta è un rotante legato ad un motore in grado di produrre energia elettrica. Più recentemente però si sono sviluppate una serie di tecnologie che sfruttano la cosiddetta centrale ad “acqua fluente” e che hanno bisogno spesso di portate elevate, ma si accon-
centrali idroelettriche di nuova concezione tra i 200 ed i 400 kWh. E con queste grandezze di produzione il costo di installazione a kWh è davvero limitato, visto che stiamo parlando di 1.5002.000 euro per kWh. È da valutare caso per caso in funzione delle opere edili che in questo hanno un peso consistente. È chiaro però che si tratta di impianti che faticano ad essere dimensionati sul bisogno di una famiglia o di un condominio,
E se invece guardiamo all’idroelettrico? «Questo è un settore assai più promettente e sul quale anche nel Bresciano si stanno tentando esperienze molto interessanti. Proprio poche settimane fa il Consorzio irriguo del Medio Chiese ha inaugurato una centrale assai moderna, persino didattica, sfruttando la forza dell’acqua fluente ed ottenendo rese di tutto ri-
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qui parliamo almeno di aziende o di comunità ed istituzioni». L’idroelettrico a misura famigliare dunque non esiste? «No, non si può escludere, perché in verità ci sono tecnologie facili che non si basano più sul classico rotante che sfrutta l’acqua in caduta, ma utilizzano una sorta di grande vite che abbisogna di portate significative, ma non d’una grande caduta, e che si adattano anche ad un semplice fosso. Impianti che riescono comunque a produrre 10-20 kWh con un in-
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vestimento inferiore ai 2.000 euro per kWh. Certo da noi, oltre al costo puro dell’impianto, che non è comunque insignificante, occorre mettere in conto anche i costi e i tempi della burocrazia, ma questa non è certo la sede per parlarne». Provando a tirare le somme par di capire che per quanto attiene ai sistemi di micro-generazione energetica alternativi al petrolio, ovvero quelli adatti ad una famiglia o ad un condominio, le tecnologie ci sono, sono anche a costi abbordabili, ma mancano spesso le condizioni generali per introdurli.
«In linea generale, almeno per ora, è così. Aggiungerei solamente che nella valutazione del rapporto costi/benefici, almeno la comunità, se non il singolo, dovrebbe tener sempre conto sia del risparmio nella produzione di Co2 che le energie alternative garantiscono, sia, per onestà intellettuale, il consumo di energia grigia che ogni impianto porta con sé, ovvero ad esempio, quanta energia occorre consumare per realizzare un impianto fotovoltaico, un consumo che deve entrare nella valutazione complessiva degli
impianti. Un ragionamento quest’ultimo che ci porta ancora una volta a sottolineare non solo l’importanza d’una produzione energetica da fonti alternative, ma soprattutto la necessità d’un risparmio complessivo di energia, ovvero della necessità che chiunque ponga mano alla progettazione di un edificio abbia il risparmio energetico come una stella inoppugnabile». ❑
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Comunicazione agli iscritti del Presidente CNG Savoldi in tema di competenze
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gregio Collega, come certamente saprai, una serie di sentenze nei vari giudizi rischiano di mettere seriamente in difficoltà la categoria nel settore della progettazione edilizia e della direzione lavori per la semplice presenza, nella costruzione, del cemento armato ancorché calcolato da tecnico laureato. Le vicende che ci vedono soccombenti riguardano generalmente azioni giudiziarie avviate anni fa e prevalentemente riguardanti opposizioni a decreti ingiuntivi per il recupero di onorari relativi a prestazioni correttamente e compiutamente svolte. Il Consiglio Nazionale sta tentando ogni possibile strada legislativa per ottenere un necessario aggiornamento del Regolamento Professionale che risale al 1929 e la cui applicazione ed interpretazione restrittiva sta alla base delle sfavorevoli sentenze della Magistratura. Non ultima la sentenza di Cassazione n. 6402 del 2011 relativa ad una causa avviata nel 1993. Nel frattempo dobbiamo necessariamente difenderci in ogni sede giudiziaria per affermare il principio che nel nostro regolamento all’art. 16 lettera m) la dizione “progetto, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili” non fa alcuna esclusione aprioristica dell’uso del cemento armato. Né la sola presenza della più semplice struttura in cemento armato costituisce elemento suffi10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
ciente per classificare la costruzione tra quelle “non modeste”. È tuttavia utile segnalare ai colleghi l’inopportunità e la pericolosità per loro stessi e per l’intera categoria di avviare azioni legali, per il recupero di onorari, che possano dare occasione alla controparte o direttamente al giudice di eccepire la questione delle competenze per la presenza del cemento armato. Il rischio di vedersi annuallato il contratto professionale con la conseguenza del “nulla è dovuto” (con la restituzione delle anticipazioni eventualmente ricevute), visto l’atteggiamento della Magistratura, risulta assai elevato. Ciò impone che ogni azione legale,
prima di essere avviata, venga preliminarmente segnalata al Collegio provinciale che attentamente, e caso per caso, ne valuterà l’opportunità anche in funzione dell’interesse generale della categoria. Il Collegio stesso potrà attivarsi per ricercare un’auspicabile composizione tra le parti. È inoltre opportuno abituarsi a redigere specifiche e fatture, separate per le tipologia di prestazioni incontestate e non strettamente rientranti nelle “progettazioni” edilizie (rilievi, operazioni di contabilità, operazioni catastali, sicurezza, ecc.). Ciò per poter richiedere decreti ingiuntivi opponibili solo per eventuali motivi di merito e, tra l’altro, per agevolare la corretta
compilazione degli studi di settore. Il Consiglio Nazionale assicura tutti gli iscritti dell’impegno costante e pressoché quotidianamente profuso per la tutela della fondamentale attività di progettazione edilizia, accompagnato dalla ferma volontà di definire, anche con appropriati accordi con altre categorie, il significato qualitativo e quantitativo di “modesta costruzione”. Cordiali saluti Fausto Savoldi Presidente Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
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DAL CONSIGLIO NAZIONALE
“La mediazione delle controversie” Parte seconda
1.2.3. - Come ha inizio una mediazione Le parti possono arrivare a una mediazione: 1) per aver introdotto una clausola di mediazione all’interno di un contratto (le parti possono introdurre all’interno dei contratti, regolamenti condominiali, scritture private, contratti di locazione, compromessi di vendita, una apposita clausola di mediazione [mod. 007] nella quale hanno manifestato la loro volontà di tentare la soluzione di un’eventuale controversia utilizzando una procedura di mediazione); 2) per averlo deciso congiuntamente a controversia insorta (le parti possono, a controversia insorta, presentare una domanda congiunta di mediazione [mod. 003] per tentare di risolvere la questione di fronte ad un mediatore); 3) per attivazione della procedura di una delle parti (una delle parti coinvolte in una lite può attivare una procedura di mediazione [mod. 001] presso un organismo di mediazione e affidargli il compito di prendere contatto con l’altra parte, invitandola a partecipare alla procedura); 4) per suggerimento dei propri consulenti; 5) per imposizione di legge (obbligatorietà D.Lgs. 28/2010); 6) in causa, sotto proposta del Giudice.
1.2.4. - Caratteristiche della mediazione • Non avversariale La mediazione, a differenza della strategia giuridicoprocessuale (parte vincente - parte perdente), si concentra sugli interessi e sulle necessità delle parti, implica uno sguardo verso il futuro, una cooperazione attiva delle parti per raggiungere un accordo di reciproca soddisfazione (parte vincente - parte vincente) che le parti cercheranno assieme aiutate dal mediatore. La soluzione deve basarsi sugli interessi delle parti, non sulle posizioni. • Volontaria (ad esclusione di quelle obbligatorie previste dal D.Lgs. 28/2010) Le parti, uniche e vere protagoniste della mediazione, sono libere di decidere se tentare la mediazione o se rifiutare questa opportunità che viene loro data. Le parti decidono liberamente di partecipare all’incontro e possono abbandonare in qualsiasi momento la procedura. Decidono se e di cosa parlare e quali notizie e informazioni fornire e possono chiedere chiarimenti e sospensioni. Se raggiungono l’accordo, questo viene delineato dalle stesse e possono firmarlo solo se lo considerano conveniente per i loro interessi. • Obbligatoria Chi intende portare in giu-
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dizio un’azione relativa ad una controversia in materia di condominio, diritti reali, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, è tenuto preliminarmente a esperire il procedimento di mediazione ai sensi del decreto citato. Considerato quanto sopra, l’esperimento del procedimento di mediazione è condizione di procedibilità della domanda giudiziale. • Autocompositiva Le parti hanno la stessa opportunità di esprimere la loro visione del disaccordo e di ascoltarsi; solo loro decidono di portare avanti l’accordo e di formalizzarlo a loro piacimento. La mediazione consente alle parti di controllare il procedimento e di decidere se e come chiuderlo. Le parti, inoltre, possono scegliere, utilizzando la mediazione, di continuare il dialogo tra di loro interrotto. • Flessibile La mediazione è caratterizzata da una straordinaria flessibilità, infatti si può adattare alle diverse tipologie di controversie in base alla volontà delle parti e soprattutto alla capacità comunicativa e creativa del mediatore.
La flessibilità non verte solo sul tipo di approccio che il mediatore vuole dare alle diverse fasi della procedura (sessioni private per prima, una congiuta in mezzo alla due sessioni private, ecc.), ma dal tipo di informazioni che le parti si scambiano attraverso il mediatore, lavoratore instancabile in tecniche di simultanea verifica del verbale, del paraverbale e del linguaggio del corpo. • Autonoma L’aver partecipato ad una procedura di mediazione non pregiudica alcuna iniziativa futura delle parti e in caso di mancato accordo non vi sono formalità da espletare. Nel caso si concluda la mediazione, l’accordo che verrà siglato avrà valore di contratto (nella mediazione facoltativa) e le parti si impegneranno a dare esecuzione al medesimo nei termini da loro stabiliti. • Semplice e informale Per avviare la procedura è sufficiente compilare un modulo e trasmetterlo alla segreteria dell’organismo di mediazione, il quale prenderà contatto con l’altra parte e curerà tutti gli aspetti organizzativi. Nel caso in cui la controparte non accetti, ne verrà data comunicazione scritta alla parte che ha attivato la mediazione. Nel caso in cui la controparte accetti l’invito, si terrà una procedura di mediazione alla quale è possibile partecipare accompagnati dai
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consulenti tecnici o legali. • Amichevole Il clima della mediazione deve essere favorevole alla proposizione di idee e soluzioni, deve levare alle persone l’imbarazzo e deve diminuire la tensione tra le parti. • Cooperativa Le parti in mediazione utilizzano i principi della “negoziazione collaborativa” e attaccheranno il problema e non se stesse; ottenendo così un doppio risultato: la soluzione ai loro problemi e rafforzeranno le loro relazioni. Questa caratteristica è molto importante per la risoluzione dei conflitti fra persone che devono continuare a mantenere un rapporto nel tempo. • Creativa La procedura è controllata, regolata e stabilita dal mediatore che è professionista terzo istruito anche in tecniche di creatività. Il mediatore è imparziale, si astiene da suggerimenti e apprezzamenti e non fornisce consulenza alle parti ma le facilita nella produzione di idee in modo di “allargare la torta” del negoziato. • Riservata e confidenziale Solo garantendo la riservatezza e la confidenzialità le parti possono lavorare in un contesto protetto che faciliti la risoluzione delle questioni tra di loro. Questo elemento è assolu-
tamente essenziale per le parti e non solo; è l’aspetto primario e caratteristico della mediazione, anche perché il mediatore e le parti non lavoreranno sempre in contraddittorio, così come il CTU e l’arbitro sono obbligati a fare durante le operazioni peritali o durante la procedura arbitrale. È nelle sessioni private (il cuore della mediazione) che si gioca la partita. Le parti si sentono libere di poter comunicare al mediatore le debolezze ed i dubbi delle loro posizioni. Solo sul presupposto di confidenzialità e riservatezza il mediatore potrà assicurarsi la trasparenza e la disponibilità delle parti. Le parti che intervengono in mediazione si impegnano a mantenere riservate e a non
divulgare le informazioni relative al caso oggetto di procedura. Sulle informazioni confidenziali emerse durante le sessioni private viene mantenuta la più stretta riservatezza da parte del mediatore e da tutte le parti intervenute. Le parti (e gli assistenti tecnici e legali) si impegnano altresì a non chiamare mai il mediatore a testimoniare su quanto discusso durante le fasi della mediazione. Per assicurare tutto ciò, si deve firmare prima dell’inizio della procedura un “Accordo di riservatezza” [mod. 006]. • Economica Oltre ai limitati diritti di segreteria si paga l’onorario del mediatore, che ha un
costo proporzionale al valore della controversia. • Rapida La procedura è veloce: sono necessari al massimo quattro mesi dalla presentazione della domanda alla chiusura di una procedura di mediazione. Il tentativo di mediazione può consentire una risoluzione della controversia in un’unica seduta. • Efficace Nella mediazione facoltativa: in caso di esito positivo l’incontro di mediazione si conclude con un accordo che ha valore di contratto tra le parti e che sarà rispettato poiché frutto di un’intesa voluta congiuntamente e giudicata soddisfacente per entrambi. Nella mediazione valutativa: qualora si raggiunga l’accordo amichevole tra le parti il mediatore forma processo verbale al quale dovrà essere allegato il testo dell’accordo raggiunto. Questo verrà depositato presso la segreteria dell’Organismo e ne verrà rilasciata copia alle parti che ne facciano espressa richiesta. Qualora l’accordo stipulato non sia in contrasto all’ordine pubblico o a norme imperative, potrà essere omologato con decreto del presidente del tribunale nel cui circondario ha sede l’Organismo, su istanza di una parte e comunque previo accertamento della regolarità formale del documento. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 13
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DALLA CASSA Simonetta Vescovi
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ultimo comitato dei Delegati del 30-31 maggio e 10giugno ultimi scorsi, come era immaginabile ha dovuto registrare e commentare le grosse difficoltà che tutti i colleghi d’Italia stanno vivendo addebitabili primariamente alla crisi economica che pesantemente sta toccando molti settori della nostra attività e, in secondo luogo, ad una normativa che tenderebbe a ridurre quasi a nulla le nostre possibilità in termini di competenza progettuale. Questo stato di cose potrebbe determinare per il prossimo futuro una possibile diminuzione di reddito per la nostra categoria che potrebbe a lungo incidere sulla sostenibilità della
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Cassa: modifiche allo Statuto per riequilibrare il rapporto contributi versati/pensioni Cassa che, come sappiamo, regge i suoi proventi sul prelievo dai redditi professionali. Ed è per porre rimedio a questo stato di incertezza che il Consiglio della Cassa ha posto in approvazione al comitato i già preannunciati correttivi di statuto volti a garantire gli iscritti più giovani sulla capacità della loro Cassa di assicurare loro una pensione adeguata. Il Comitato approvandola ha inteso dare un segno forte che garantisca alla Cassa di “traghettare” in questo momento così delicato verso tempi migliori e nel contempo provvedere ad un allineamento della nostra tassazione previdenziale con la media delle tassazioni previdenziali europee.
Dopo lunghe discussioni sono emersi vari punti di vista e sviscerando tutte le problematiche che certe decisioni avrebbero portato ai nostri iscritti, si è optato per apportare delle modifiche allo Statuto e ai Regolamenti, alcune delle quali comportano aumenti contributivi a partire dal 2015. Si deve precisare che attualmente i contributi minimi che vengono versati da ogni contribuente sono inferiori a quanto, a fine periodo, la Cassa renderà sotto forma di pensione al singolo contribuente, pertanto era doveroso adeguare questo divario. In breve le modifiche apportate: – Statuto art. 2 comma 2 – Scopo - tra gli scopi della
Cassa si è deciso di aggiungere anche le iniziative finalizzate alla formazione professionale in favore degli iscritti, questo permetterà di migliorare l’offerta professionale per rendere il geometra maggiormente informato ed preparato a questa continua evoluzione del mercato; – Statuto art. 16 comma 1 – Collegio dei Sindaci – verrà ridotto il numero dei componenti da sette a sei, in quanto il sindaco designato dal Ministro del Lavoro assumerà anche le funzioni di Presidente del Consiglio Sindacale, che risulterà così composto: • N. 1 sindaco designato dal Ministro del Lavoro Presidente;
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DALLA CASSA
• N. 1 sindaco designato dal Ministro dell’Economia; - N. 1 sindaco designato dal Ministro della Giustizia; • N. 3 sindaco di categoria. – Regolamento sulla Contribuzione art. 1 commi 1 e 2 ed art 2 comma 5 - Contributo soggettivo - si è previsto l’aumento del contributo soggettivo di un punto percentuale dall’anno 2015 sino all’anno 2017, pertanto nel 2015 la percentuale da applicare al reddito professionale sarà del 13% arrivando al 2017 con una percentuale del 15%. Si prevede anche l’aumento progressivo del minimo contributivo che nel 2015 sarà di euro 2. 750, 00 sino al massimo nel 2017 di euro 3.250,00; – Regolamento sulla Contribuzione art 2 comma 5 – Contributo Ingetrativo- si prevede l’aumento del contributo integrativo dal 2015 di un punto percentuale portandolo così al 5%, si prevede inoltre un aumento del contributo integrativo minimo nel 2015 di euro 1.375,00 sino ad un massimo nel 2017 di euro 1.650,00; – Regolamento per l’Attuazione delle Attività di Previdenza ed Assistenza a favore degli iscritti e dei loro familiari art. 2 comma2 – Pensione di vecchiaia – ora il calcolo della pensione di vecchiaia viene effettato sui più elevati 25 anni di reddito professionale relativi agli ultimi 30 anni solari di attività, la
modifica al regolamento prevederà che dal 2015 il calcolo verrà effettuato sui migliori 30 anni degli ultimi 35 anni. Per le donne, a tutela e a sostegno della maternità, vi sarà una riduzione di due annualità per ogni figlio, con un massimo di riduzione di cinque anni, sempre considerati sull’arco contributivo dei 35 anni; - Regolamento sulla Contribuzione art 6 comma 5 – Comunicazioni obbligatorie alla Cassa – possibilità di convenzionamento con l’Agenzia delle Entrate per il controllo presso le pubbliche amministrazioni degli atti professionali; Sul tema invece delle iniziative da prendere a favore della categoria sul tema del
lavoro professionale, i delegati lombardi hanno invitato il Consiglio della Cassa ha verificare la possibilità concreta di poter intervenire in futuro non solo e soltanto sull’aumento della contribuzione bensì sull’aumento della redditività ponendo in atto tutte quelle iniziative per aiutare l’iscritto ad aggredire il mercato e assicurarsi gli incarichi. In particolare il geom. Dario Piotti, delegato del Collegio di Brescia, ha suggerito la possibilità che la Cassa e il Consiglio Nazionale in concerto tra di loro riescano ad organizzare, nell’ambito dei singoli Collegi, quelle strutture operative a supporto degli iscritti che dovrebbero, se ben organizzate, (a Brescia il Sindacato dei liberi professionisti in ap-
poggio al Consiglio si sta attivando in tal senso): – incentivare il lavoro della categoria attraverso corsi di specializzazione riguardanti specifiche attività professionali richieste dal mercato; – garantire l’iscritto, per mezzo di un’apposita rete di collaborazione; – offrire, tramite una struttura legale, l’assistenza necessaria agli iscritti sia riguardo ai temi professionali, sia a quelli della difesa dei loro onorari; – ricercare, soprattutto per i giovani geometri, sbocchi professionali non ancora sperimentati, favorire ed incentivare l’attività di coordinamento in un contesto interdisciplinare. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 15
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oveva essere una grande festa per i geometri che hanno raggiunto il traguardo dei 40-50-60 anni di iscrizione all’Albo, e così è stato. La giornata delle medaglie è una di quelle ricorrenze molto care a tutti i geometri bresciani, e ancor più a quei fortunati colleghi che, se pur per pochi minuti, si trovano al centro dell’attenzione dei convitati, attorniati dai famigliari, mogli, figli e nipoti nel momento della loro chiamata al tavolo della Presidenza per ricevere il meritato attestato. È un ritrovo conviviale che
Cena sociale con premiazioni per i geometri bresciani con 40-50-60 anni di professione diventa anche momento importante della loro vita, considerato lo stretto rapporto tra il lavoro professionale e gli affetti famigliari. Quando li si vede attraversare la sala al centro dell’attenzione dei presenti molto spesso li si nota con un’espressione che esprime l’orgoglio del loro passato e del loro presente professionale. Numerose, come di consueto, le autorità presenti da ricordare: l’Assessore all’urbanistica del Comune di Brescia dott.essa Paola Vilardi, quello alla Cultura della Provincia, Aristide Peli, il Consigliere regionale
Geometri premiati per i 40 anni di iscrizione all’Albo Franco Aime Vito Angeli Livio Arpini Marco Baruzzi Francesco Pietro Bazzoli Loris Belleri Sergio Belotti Roberto Bertin Vincenzo Bettinzana Silvano Bonicelli Marcello Bortot Manfredi Bulferi Giancarlo Butturini Adriano Valentino Capponi Tiziano Carpi Ugo Colosio Mario Comincini Ezio Cominotti Giambattista Corsini Dante Costa Ezio Fabbri Pietro Fanetti Mauro Fiora Luigi Folli Giovanni Frosi
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Domenico Girelli Luigi Girelli Gianbattista Guerini Attilio Lucini Giovanni Mattanza Mario Mori Giampietro Olivari Pasquino Palini Angelo Papa Marino Parzanini Francesco Pastori Giovanni Pedersoli Giangiuseppe Pedrini Giacomo Regalini Luciano Romano Emanuele Ronchi Angelo Scire Gramigna Gaetano Sebastiani Francesco Spinelli Flavio Strano Giancarlo Tiboni Natalino Turati Ugo Valetti Santino Veggio Giovanni Vezzoli Emilio Zeccoli
ing. Mauro Parolini, il vice comandante dei VVFF Pier Nicola Dadone, l’ex rettore dell’Università Statale di Brescia prof. Augusto Preti, il nuovo Preside dell’Istituto Tecnico N. Tartaglia prof. Paolo Taddei e il dott. Fulvio Negri che lo ha preceduto nella medesima carica negli ultimi dieci anni e ora consulente del Collegio per i problemi della scuola. Tanti i dirigenti di categoria, quasi tutti i Presidenti dei Collegi lombardi, il Presidente della Cassa Nazionale Geometri Fausto Amadasi, il Vice Presidente del Consiglio Nazionale Pierpaolo Bonfanti in
rappresentanza del Presidente Fausto Savoldi, all’ultimo impossibilitato a venire da Roma per presenziare alla festa dei suoi geometri bresciani. Consistente, ovviamente, il numero dei nostri dirigenti capitanati dal Presidente Giovanni Platto, da Dario Piotti e dal Segretario Armido Bellotti. C’erano anche, e mi piace ricordarle, le colleghe Consigliere Laura Cinelli e Nadia Bettari, (mi scuso se ne ho dimenticate altre), ma soprattutto numerosi colleghi giovani e meno giovani con o senza mogli, alle quali, nell’ambito di una perfetta
Geometri premiati per i 50 anni di iscrizione all’Albo Ernesto Astori Giovanguido Egidio Baldini Gustavo Corsini Giovanbattista Ercoli Vitale Moglia Tobia Poli Mario Roda Antonio Taini Giuseppe Zaila
Geometri premiati per i 60 anni di iscrizione all’Albo Zaccaria Gasparotti Giuseppe Gozza
Borse di studio “Tedoldi Zatti” Paolo Benedetti Simone Luna Mariavittoria Pensa Daniele Quarantini
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organizzazione – merito delle addette alla segreteria dirette dalla preziosa Luisa – è stato fatto omaggio di un bouquet di rose. Tutti i convenuti, iscritti, ospiti, dirigenti, premiati, amici, prima e dopo la sontuosa cena raggruppati a crocchi negli spazi verdi che “Corte Francesco” offre nell’ampiezza dei suoi spazi, tutti predisposti a conoscersi o a ritrovarsi, anche dopo decenni. A me è capitato di incontrare due compagni di scuola della III geometri al Tartaglia nel lontano 1963, con i quali abbiamo ricordato con cordialità la professoressa Trombetta di italiano e molti amici che frequentavamo giornalmente sui banchi del nostro prestigioso Istituto per geometri.
Quest’anno, per i loro cinquant’anni di professione, è stato premiato anche il collega Vitale Moglia, tuttora consultore della Valle Camonica, ed Ernesto Astori, ex Consigliere, che non ha mancato, ringraziando la categoria, di ricordare il contributo dato da suo padre (lui è un figlio d’arte) alla professione oltre che al Collegio di Brescia. I più anziani fra i premiati, Zaccaria Gasparotti e Giuseppe Gozza (sessant’anni d’Albo), non erano presenti per motivi di salute, ma proprio per questo motivo non è mancato loro un lungo applauso e l’abbraccio ideale di tutti i geometri bresciani. ❑
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CLASSE 4 CLASSE E1200 CLASSE 3
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Rw VETRO 44 dB Rw SERRAMENTO 44,8 dB SURĂ€OR $OOHJUL GD
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Cena sociale 2011: il saluto del Presidente Giovanni Platto ai colleghi e alle autorità
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n cordiale saluto ed un benvenuto a tutti i presenti ed in modo particolare a quei colleghi che questa sera abbiamo il piacere di premiare per il loro attaccamento alla nostra categoria. Il mio intervento verterà esclusivamente su una nota di festa in onore dei nostri colleghi premiati. Abbiamo l’onore e la soddisfazione di avere con noi personalità politiche, personalità accademiche, dirigenti scolastici e docenti di Istituti tecnici per geometri. L’occasione mi stimola però a fare alcune considerazioni. La nostra categoria ha desiderio ed esigenza di cultura e di maggior professionalità. La cultura di categoria ci viene attualmente data dai nostri Istituti tecnici con buoni risultati, ma non basta; dobbiamo attingere cultura a livelli universitari a compimento di cicli di studi che ci permettano di affrontare con successo la pratica professionale e quindi lo svolgimento della nostra polivalente professione con specializzazioni nei vari settori in grado di svolgere con positivi risultati anche lavori interdisciplinari con altre categorie professionali. La cultura ci viene dalla scuola, con l’appoggio anche delle strutture universitarie; la formazione e la professionalità la gestiamo noi sia in campo pratico che economico senza gravare sulle istituzioni pubbliche. Alla politica vorremmo chiedere quell’attenzione e con28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
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siderazione che la categoria dei geometri si aspetta e si merita anche se ben altri problemi sono apparsi all’orizzonte nazionale ed internazionale. La crisi finanziaria-economica ha chiuso un’epoca gestita con l’illusione che tutto funzionasse automaticamente nel benessere basato principalmente sulla carta moneta e che il futuro fosse la prosecuzione del passato; purtroppo non è così. Ci siamo cullati anche noi nell’illusione che indietro non si potesse andare, ma la realtà si è subito evidenziata con grosse difficoltà anche per la nostra categoria. Difficoltà di incarichi professionali che hanno acuito maggiormente le contrapposizioni tra le categorie tecniche e che hanno impoverito le entrate finanziarie nei rispettivi studi professionali. La speranza è sempre l’ultima a morire. Dopo il buio della notte arriva sempre la luce del giorno col ritorno di belle giornate di sole. Non esiste in Italia località in cui manchi la presenza del geometra e si tratta di una presenza attiva e competente nell’economia del paese e bene apprezzata da tutti i soggetti pubblici e privati. Le professioni ordinistiche sono la spina dorsale dell’economia di un paese e la nostra categoria ne è una componente essenziale. La scuola darà maggior cultura e sulla cultura verrà innestata la qualità e nella
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qualità verrà inserita la specificità che per la nostra categoria è la polivalenza e nella polivalenza dovrà emergere la specializzazione. Componenti professionali che la categoria dei geometri si sta dando con grande impegno sia a livello nazionale, regionale, provinciale e dei singoli iscritti all’Albo. Al Consiglio Nazionale vada il nostro ringraziamento per la determinazione costante a difesa della nostra categoria. È finita un’epoca. È finito il tempo delle incomprensioni su competenze professionali; alle contrapposizioni bisogna sostituire le collaborazioni interdisciplinari che emergono in ogni lavoro tecnico professionale. Con le collaborazioni interdisciplinari abbiamo tutti da guadagnare, ottenendo oltre a maggiori risultati economici, il miglior risultato da offrire ai nostri clienti. Ai nostri colleghi ed amici premiati che hanno sostenuto con grande impegno e professionalità la nostra categoria, vada il grazie di tutti i geometri. A loro chiediamo di essere maestri dei nostri praticanti e giovani iscritti stimolando in loro l’orgoglio di essere tecnici apprezzati del territorio e fare emergere in loro quel talento che esiste in ciascuno di noi. L’apporto della nostra deon-
tologica esperienza professionale in collaborazione con l’apporto della scuola, tende al principale triplice obiettivo di essere, sapere e saper fare: tre cose inscindibili per affrontare il mondo del lavoro. La crescita economica si ha solo con una formazione di alto livello che stiamo cercando di proporre ai nostri ragazzi. All’interno del meccanismo economico devono emergere l’innovazione, la competizione e la selezione. Ciò comporta il sacrificio di un eccessivo individualismo a favore di un lavoro di squadra, mantenendo l’identità culturale delle proprie tradizioni e delle proprie radici. Un ringraziamento particolare per la loro presenza al Sindaco di Montichiari dott.ssa Elena Zanola che ci ospita nella sua bella città; al prof. Augusto Preti, magnifico rettore emerito dell’Università statale degli Studi di Brescia, all’avv. Paola Vi-
lardi, assessore alle Politiche del territorio del Comune di Brescia, all’assessore provinciale alla Cultura Aristide Peli, che si stanno dimostrando amici della nostra categoria; al consigliere regionale ing. Parolini; ai rappresentanti degli Ordini degli architetti, ingegneri, dottori agronomi e Collegio costruttori di Brescia, al Comandante dei Vigili del Fuoco di Brescia, ai Presidenti e Segretari dei Collegi geometri lombardi, ai Delegati lombardi della Cassa geometri, al Presidente della stessa Cassa Nazionale Geometri, geom. Fausto Amadasi, al Presidente del Consiglio Nazionale Geometri, geom. Fausto Savoldi, nostro iscritto molto impegnato, che ci ha inviato una lettera di saluto ed a tutti i presenti che hanno accettato il nostro invito. Un ringraziamento particolare va riservato ai nostri famigliari perché dalla loro pazienza e comprensione abbiamo l’incoraggiamento per dedicarci alla nostra categoria professionale». ❑
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LEGALE Avv. Francesco Cuzzetti
M
i imbatto nella sentenza della Cassazione sez. III, 3 dicembre 2010 n. 1735, che tratta di una disputa tra locatore e conduttore di un capannone da adibire ad officina meccanica, in ordine all’obbligo di garantirne la regolarità sotto il profilo urbanistico ed edilizio secondo la sua specifica destinazione d’uso, e mi pare possa interessare, non tanto la vicenda particolare, ma l’esposizione delle ragioni d’ordine generale che la sentenza espone chiaramente a sostegno del suo
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Chi è obbligato a verificare se l’immobile affittato è idoneo all’uso? giudizio, tanto che qui voglio riproporle. Essa ricorda anzitutto che, per costante giurisprudenza, nella locazione di un immobile ad uso non abitativo, grava sul conduttore l’onere di verificare che l’immobile sia tecnicamente adeguato allo scopo per il quale s’intende adibirlo e sia altresì idoneo per il rilascio delle autorizzazioni amministrative necessarie al suo utilizzo. Ne consegue che, in via di principio, non è obbligo del locatore conseguire tali autorizzazioni e che, anche se il
loro diniego dipende dall’inidoneità dal bene locato, non si può pretendere la risoluzione del contratto per suo inadempimento. Il locatore potrà essere responsabile in ordine all’inidoneità dell’immobile ed al mancato rilascio delle autorizzazioni necessarie per l’attività cui deve essere adibito, solo in presenza di una specifica pattuizione contrattuale, non essendo sufficiente l’enunciazione nel contratto che il bene andrà adibito ad un certo uso e l’attestazione del riconoscimento dell’idoneità dell’im-
mobile da parte del conduttore, per sostenerne la risolubilità. In sostanza solo se venga posta come condizione specifica a carico del locatore, sia l’obbligo di apportare all’immobile le modifiche necessarie per consentire lo svolgimento dell’attività prevista, sia il fatto che presenti le condizioni affinché esso abbia le caratteristiche necessarie per il rilascio delle autorizzazioni amministrative, egli sarà responsabile dell’inadempimento con tutte le conseguenze del caso. ❑
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LEGISLAZIONE Antonio Gnecchi
“Decreto per lo sviluppo”: aspetti di diretto interesse per lavori pubblici e urbanistica
I
l decreto legge licenziato il 5 maggio 2011 è stato pubblicato il 13 maggio e potrà subire modifiche in occasione della conversione in legge, che dovrà avvenire entro il 12 luglio 2011. Nel decreto vi sono molti aspetti di diretto interesse per il settore dei lavori pubblici e dell’urbanistica. Prendendo in esame solo quelli che riguardano l’edilizia e l’urbanistica, possiamo riassumere quelle che sono le principali innovazioni introdotte: 1- modifica del procedimento per il rilascio del permesso di costruire, in assenza di vincoli 2- modifica del procedimento per il rilascio del permesso di costruire in presenza di vincoli 3- regolarizzazione automatica di talune modeste difformità dal permesso di costruire 4- conferma dell’applicazione della Scia in edilizia per gli interventi precedentemente ammessi con Dia 5- obbligo di trascrizione dei diritti edificatori oggetto di trasferimento 6- semplificazione nei procedimenti di rilascio permesso di costruire in tema di acustica 7- pubblicazione sui siti informatici del comune degli atti costituenti il PRG o il PGT 8- Piani attuativi soggetti a Vas e loro competenze 9- nuovo Piano Casa 10- opere di urbanizzazione a scomputo 11- autorizzazione paesaggistica in presenza di coordinamento tra PRG o PGT e Piano paesistico regionale 12- esclusione dalla disciplina Parte I del Codice dei beni culturali per le cose immobili la cui esecuzione non risalga ad oltre 70 anni Il Decreto Sviluppo contiene, tra l’altro, due principali novità in materia fiscale, quali sono: 1- la riapertura dei termini per la rivalutazione dei terreni edificabili agricoli 2- l’agevolazione IRPEF del 36% per i lavori di ristrutturazione residenziale. Riprendendo, uno ad uno, i sopra indicati argomenti, si riportano le principali informazioni che si ritengono utili prima di un commento più completo ed approfondito.
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1- Rilascio del permesso di costruire secondo l’articolo 20 del Dpr 6 giugno 2001, n. 380. articolo 5, comma 2, lettera a), punto 3) PROCEDIMENTO DI RILASCIO PERMESSO DI COSTRUIRE (in assenza di vincoli) Art. 20 Dpr 6 giugno 2001, n. 380
Articolo 20 Dpr. n. 380/2001
60 giorni Comuni< 100.000 ab.
120 giorni Comuni > 100.000 ab.
Articolo. 22, co. 7 (in luogo della Dia)
75 giorni (comma 11)
+ 30 giorni (adozione provvedimento) totale 90 giorni
totale 150 giorni
Nello specifico: 1- entro 10 giorni → comunicazione del responsabile del procedimento (comma 2) 2- entro 30 giorni → richiesta integrazioni, per comuni < 100.000 abitanti (comma 5) entro 60 giorni → richiesta integrazioni, per comuni > 100.000 abitanti (comma 7) nuovo termine → riparte dalla data di presentazione della documentazione integrativa (60 gg – i giorni intercorsi per presentare i documenti, per comuni < 100.000 abitanti (comma 5) nuovo termine → riparte dalla data di presentazione della documentazione integrativa (129 gg – i giorni intercorsi per presentare i documenti, per comuni > 100.000 abitanti (5 comma) 3- entro 60 giorni → richiesta modifiche di modesta entità (per comuni < 100.000 abitanti) ↓ stabilito un termine → entro 15 giorni è necessario aderire nuovo termine → rimane sospeso fino all’esito della richiesta di modifiche (comma 4) entro 120 giorni → richiesta modifiche di modesta entità
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(per comuni > 100.000 abitanti) ↓ stabilito un termine → entro 15 giorni è necessario aderire nuovo termine → rimane sospeso fino all’esito della richiesta di modifiche (comma 4) 4- entro 60 giorni → provvedimento finale (comma 3) (per comuni < 100.000 abitanti) ↓ istruttoria – pareri – atti di assenso – valutazione di conformità del progetto alla normativa vigente proposta motivata di provvedimento, accompagnata dalla relazione con qualificazione tecnico giuridica dell’intervento – rilascio del permesso di costruire – diniego del permesso di costruire entro 120 giorni Æ provvedimento finale (comma 3) (per comuni >100.000 abitanti) ↓ istruttoria – pareri – atti di assenso – valutazione di conformità del progetto alla normativa vigente proposta motivata di provvedimento, accompagnata dalla relazione con qualificazione tecnico giuridica dell’intervento – rilascio del permesso di costruire – diniego del permesso di costruire 5- entro successivi 30 giorni → provvedimento finale: rilascio del permesso di costruire (comma 6) (sia per comuni < 100.000 abitanti, sia per comuni > 100.000 abitanti) 6- entro successivi 40 giorni → provvedimento finale: diniego definitivo del permesso di costruire, quando il responsabile abbia inviato il preavviso di diniego ex art. 10-bis legge n. 241/90 (comma 6) (sia per comuni < 100.000 abitanti, sia per comuni > 100.000 abitanti) 7- dopo 90 giorni → silenzio assenso (comma 8) (per comuni < 100.000 abitanti) dopo 150 giorni → silenzio assenso (comma 8) (per comuni > 100.000 abitanti) N.B. sono fatte salve le disposizioni contenute nelle leggi regionali che prevedano misure di ulteriore semplificazione e ulteriori riduzioni di termini precedimentali. (comma 12)
2- Rilascio del permesso di costruire secondo l’articolo 20 del dPR 6 giugno 2001, n. 380 articolo 5, comma 2, lettera a), punto 3) PERMESSO DI COSTRUIRE (in presenza di vincoli)
con delega al comune (popolazione < 100.000 abitanti)
senza delega al comune popolazione < 100.000 abitanti)
termine: entro 90 giorni ↓ 1^ ipotesi → decorre dalla data del relativo atto di assenso (autorizzazione paesistica)
termine: entro 90 giorni ↓ 1^ ipotesi → autorizzazione prodotta dall’interessato: entro 90 giorni dalla data di presentazione dell’istanza
2^ ipotesi → diniego dell’autorizzazione paesistica ↓ termine: dopo 90 gg → silenzio/rifiuto
2^ ipotesi → autorizzazione non prodotta dall’interessato: ↓ conferenza di servizi → termine: decorre dall’esito della conferenza: – favorevole (90 giorni) sfavorevole: (dopo 90 gg) → silenzio/rifiuto
N.B. Per i comuni con popolazione > 100.000 abitanti, i termini previsti dal comma 6, sono di 120 giorni per l’adozione del provvedimento conclusivo ,sempre secondo lo schema sopra riportato. Per gli interventi edilizi minori per i quali è prevista la procedura semplificata introdotta del Dpr 9 luglio 2010, n. 139 ↓ riduzione dei termini secondo tali disposizioni
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3- Regolarizzazione automatica di talune modeste difformità dal permesso di costruire articolo 5, comma 2, lettera a), punto 5) Non c’è parziale difformità per violazioni di: – altezza – distacchi – distanze – cubatura – superficie coperta nella misura inferiore al 2% delle misure progettuali per singola unità immobiliare. Il decreto legge introduce una sorta di regolarizzazione automatica, sotto il profilo della normativa urbanistica edilizia, delle lievi difformità verificatesi nella fase costruttiva rispetto al progetto originariamente assentito. In tal caso non si applicano le sanzioni previste dall’articolo 34 per violazioni in parziale difformità dal titolo abilitativo.
4- SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) articolo 5, comma 2, lettera b) e lettera c) Il Decreto Sviluppo, modificando e interpretando l’articolo 19 della legge n.241/1990, fornisce diversi chiarimenti in tema di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) ai fini della sua applicabilità in ambito edilizio. La SCIA sostituisce la DIA (denuncia di inizio attività) in edilizia, con esclusione dei casi in cui, in base alla normativa statale o regionale, la denuncia sia alternativa o sostitutiva del permesso di costruire (cd. SUPERDIA) Il citato articolo 19 aggiunge le attività connesse all’edilizia in zone sismiche, modificando il primo periodo del comma 1. Nel caso di immobili vincolati, la SCIA opera una volta acquisito l’assenso dell’ente competente alla relativa tutela. In questo caso, a mio parere, la dove fosse presentata la SCIA per interventi in zona a vincolo, la stessa rimane inefficace fino alla presentazione dell’autorizzazione rilasciata dall’autorità competente. Per la SCIA in edilizia, il termine a disposizione dell’amministrazione comunale per adottare provvedimenti di divieto dell’attività e di rimozione degli effetti dannosi viene ridotto da sessanta a trenta giorni. Questo significa, diversamente da quanto introdotto dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, di conversione del DL n. 78/2011, che la SCIA consente di iniziare subito l’attività di trasformazione edilizia, ma che l’azione di inibizione da parte dell’amministrazione comunale non può avvenire nei successivi sessanta giorni, bensì nei successivi trenta giorni dalla 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
sua presentazione, come avviene per la DIA. La Scia può essere presentata mezzo posta con raccomandata con avviso di ricevimento che equivale alla ricezione della stessa. Vigilanza e sanzioni → quelle previste dal Dpr n. 380/2001 e dalle leggi regionali
5- Trasferimento diritti edificatori Trasferimento dei diritti edificatori (articolo 5, commi 3 e 4, decreto legge n. 70/2011) Articolo 2643, comma 1, del Codice Civile → trascrizione degli atti ↓ Obbligo di trascrizione. È stato aggiunto all’elenco degli atti soggetti a trascrizione anche il trasferimento dei diritti edificatori, al fine di equipararli ai diritti reali che consentano la libera circolazione degli stessi a seguito della loro introduzione nelle normative regionali e nei conseguenti strumenti di pianificazione territoriale (PRG o PGT), nonché nelle convenzioni urbanistiche ad esser relative.
6- Acustica (articolo 5, comma 5, D.L. n. 70 del 2011). Alle norme in materia di acustica in edilizia di cui alla legge n. 447 del 1995 è stata aggiunta una disposizione inerente il procedimento per il rilascio del permesso di costruire secondo la quale, nei comuni che hanno provveduto al coordinamento dei propri strumenti urbanistici con la classificazione del territorio comunale in materia acustica, è consentito presentare l’autocertificazione di un tecnico abilitato che attesti il rispetto dei requisiti di protezione acustica in relazione alla zonizzazione acustica di riferimento.
7- Pubblicazione atti del PRG o PGT (e loro varianti) – art. 5, comma 6 3 comma 7 È fatto obbligo ai comuni di pubblicare sui propri siti informatici tutti gli atti gli allegati tecnici allegati alle delibere di adozione o approvazione degli strumenti urbanistici, nonché delle loro varianti. Tale obbligo però decorre dopo 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto
8- Piani attuativi / VAS / Competenza (articolo 5, comma 5 e comma 13)
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È stata introdotta una “semplificazione” nella procedura di attuazione dei piani urbanistici da sottoporre a valutazione ambientale strategica (VAS) e una disposizione per la competenza all’adozione e all’approvazione dei piani attuativi compatibili al PRG (o PGT) ed in particolare: a) quando il PA non comporta variante al PRG o al PGT e lo strumento urbanistico generale, già in sede di VAS, abbia definito le previsioni urbanistiche di dettaglio di questi ambiti → NO VAS b) quando il PA comporta variante al PRG o al PGT → la VAS (e la verifica di assoggettabilità) è limitata agli aspetti non oggetto di VAS del PRG o del PGT L’articolo 5, comma 13, dispone altresì che: 1- tutte le norme di cui ai commi precedenti (quindi anche il comma 8 sui PA, soggetti a VAS), si applicano decorsi 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto 2- dopo 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto e fino all’entrata in vigore della normativa regionale, si applicano altresì le due seguenti disposizioni: a) mutamento di destinazione d’uso in deroga (articolo14, Dpr n. 380/2001) purché compatibili o complementari b) Piani attuativi (PA) compatibili con il PRG o PGT sono adottati e approvati dalla Giunta Comunale. Problemi applicativi (almeno due): 1- PA comunque denominati o compatibili con PRG o PGT (PL o PII) approvati dalla Giunta Comunale e non dal Consiglio Comunale, svilito del suo ruolo di assemblea elettiva. 2- PA comunque denominati (PL o PII), devono rifare la VAS, a meno che il PA specifichi le caratteristiche tecniche ed edilizie degli interventi. E’ evidente che nessun piano di programmazione urbanistica può, né deve, scendere a definire piani volumetrici o a descrivere le caratteristiche edilizie e tecniche, che sono invece prerogativa proprio degli strumenti attuativi, con prolungamento dei tempi.
9- Nuovo Piano Casa (articolo 5, commi da 9 a 15) Æ per aree degradate Le norme sono applicabili, non solo per le abitazioni, ma anche per edifici non residenziali, come magazzini, edifici industriali. Le regioni: devono approvare proprie leggi (entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge) per incentivare tali iniziative, mediante anche la demolizione e la ricostruzione del patrimonio esistente, prevedendo una volumetria aggiuntiva, la localizzazione di volumetrie in aree diverse, le modifiche di destinazione d’uso compatibili o complementari e le modifiche della sagoma degli edifici.
Sono esclusi da tali benefici gli edifici abusivi, quelli in centro storico o in aree a inedificabilità assoluta, mentre sono compresi gli edifici “sanati”. Dopo 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto e sino all’entrata in vigore delle leggi regionali, è ammesso il rilascio del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici ai sensi dell’articolo 14 T.U. dell’Edilizia anche per il mutamento delle destinazioni d’uso purché si tratti di destinazioni complementari o compatibili (salvo il rispetto delle leggi di settore e del D. Lgs. 42/2004). Dopo 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto, queste premialità, fatta eccezione per gli edifici abusivi, quelli in centro storico o in aree a inedificabilità assoluta e fatto salvo il rispetto delle norme di settore e il D. Lgs. 42/04, si applicheranno fino all’approvazione delle specifiche leggi regionali. Le regioni avranno 4 mesi di tempo per sbarrare la strada alle norme del decreto, qualora non vogliano che sia applicata sul loro territorio. Fino all’approvazione delle leggi regionali, la volumetria aggiuntiva da riconoscere agli edifici ammessi a tale beneficio, è del 20% massimo del volume preesistente, se residenziale, ovvero, del 10% massimo della superficie coperta per gli edifici adibiti ad uso diverso. Quattro sono i premi riconosciuti: 1) volume aggiuntivo pari al 20% per gli edifici residenziali, ovvero al 10% della superficie coperta edificabile ad uso diverso 2) delocalizzazione delle volumetrie in aree diverse (ma comunque compatibili). 3) cambiamenti di destinazione d’uso compatibili o complementari 4) modifiche della sagoma necessaria per armonizzare architettonicamente gli edifici esistenti
10- Opere di urbanizzazione primaria a scomputo. (articolo 5, comma 2, lettera a), punto 2). La norma ritiene che l’esecuzione diretta delle OO UU in ambiti sottoposti a PA, comunque denominati, possa avvenire a favore del titolare del permesso di costruire, in quanto disapplica l’articolo 122, comma 8, del D. Lgs. n. 163 del 2006. Secondo tale articolo, per l’affidamento dei LLPP di cui all’articolo 32, comma 1, lettera g) (LL PP di privati, titolari di permesso di costruire per l’esecuzione diretta OOUU a scomputo totale o parziale del contributo di costruzione), si applica la procedura prevista dall’articolo 57, comma 6, per importi sotto soglia comunitaria, con invito di 5 soggetti con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa o del IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 39
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prezzo più basso. Non essendo stato soppresso l’articolo 122, comma 8, ma solo disapplicato, rimane inalterata la natura di opera pubblica soggetta alle disposizioni del Codice degli appalti, fissata nell’articolo 32 che il Decreto Legge ha lasciato inalterato. Ne consegue che, alla luce del nuovo dettato normativo, l’esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria, per importi sotto soglia, comporta l’affidamento in più e diverse forme, secondo l’importo dei lavori, ottenendo l’effetto opposto della volontà del legislatore. Va sa se che, oltre la soglia di 1.000.000 euro si procede solo attraverso gli altri sistemi di gara ammessi dal Codice.
11- autorizzazione paesaggistica Autorizzazione paesaggistica (articolo 4, comma 16, lettera e) – modifica parte II del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, approvato con d.P.R. n. 42 del 2004). Art. 146, comma 5, secondo periodo. Si semplifica il procedimento di approvazione degli interventi edilizi nei comuni che abbiano adeguato gli strumenti urbanistici alle previsioni dei Piani Paesistici Regionali facendo assumere al parere della Soprintendenza natura obbligatoria non vincolante e, ove non sia reso entro il termine di 90 giorni dalla ricezione degli atti, si considera reso in senso favorevole.
12- vincolo sugli immobili culturali. Semplificazione dei procedimenti amministrativi relativi alla Parte I del Codice dei Beni Culturali – D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. Articolo 4, comma 16, lettera a) -: modifica articolo 10, comma 5 Art. 10, comma 5. Salvo quanto disposto dagli articoli 64 r 178, non sono soggette alla disciplina del presente Titolo le cose indicate al comma 1 … la cui esecuzione non risalga ad oltre 50 anni, se mobili, o ad oltre 70 anni, se immobili, nonché le cose indicate al comma 3, lettera a) ed e), …. la cui esecuzione non risalga ad oltre 50 anni. Articolo 4, comma 16, lettera b) – modifica articolo 12, comma 1 Art. 12, comma 1. Le cose indicate all’articolo 10, comma 1, … la cui esecuzione risalga ad oltre 50 anni, se mobili, o ad oltre 70 anni, se immobili, sono sottoposte alle disposizioni della presente Parte fino a quando non sia stata effettuata la verifica di cui al comma 2. 40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Di seguito si riportano, pure le principali novità fiscali introdotte dal Decreto Sviluppo. 1- riapertura termini per la rivalutazione dei terreni edificabili agricoli Riapertura dei termini per la rivalutazione delle aree edificabili e dei terreni. (articolo 7, comma 2, lettere dd) e ee) Il decreto in parola ha previsto la riapertura dei termini per la rideterminazione del valore d’acquisto dei terreni edificabili ed agricoli, posseduti alla data del 1 luglio 2011, da privati non esercenti non esercenti attività commerciale, mediante la redazione di una perizia giurata di stima ed il versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sul reddito, pari al 4% dell’intero valore rivalutato delle aree, da effettuarsi entro il 30 giugno 2012. Per coloro che si sono già avvalsi della facoltà di rivalutare le suddette aree ed intendano avvalersi nuovamente del beneficio sono riconosciute alternativamente: a) la possibilità di detrarre dall’imposta sostitutiva dovuta per la nuova rivalutazione l’importo relativo all’imposta sostitutiva già versata Al fine del controllo della legittimità della detrazione, con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate di approvazione del modello di dichiarazione dei redditi, saranno individuati i dati da indicare nella dichiarazione stessa. b) La possibilità di chiedere il rimborso della imposta sostitutiva già pagata, entro 48 mesi (ai sensi dell’articolo 38 del dPR 602/1973), decorrenti dalla data di versamento dell’intera imposta o della prima rata relativa all’ultima rideterminazione effettuata. L’importo del rimborso non può essere comunque superiore all’importo dovuto in base alla nuova rideterminazione del valore effettuata, c) La possibilità di richiesta di rimborso, con le stesse modalità e termini, anche per i versamenti effettuati entro la data di entrata in vigore del presente decreto. In sostanza, viene riconosciuto la facoltà di rimborso anche per i contribuenti che abbiano, nel passato, operato una seconda rivalutazione dei propri immobili, ma che non intendano aderire all’attuale rideterminazione. Anche questi soggetti potranno richiedere il rimborso dell’imposta sostitutiva già pagata, entro 48 mesi decorrenti dalla data di versamento dell’interra imposta o della prima rata relativa all’ultima rideterminazione effettuata. Nei casi in cui, alla data di entrata in vigore del presente decreto, siano già decorsi 48 mesi dal versamento dell’imposta sostitutiva relativa all’ultima rivalutazione effettuata, la richiesta di rimborso potrà comunque essere fatta entro il termine di 12 mesi a decorrere dalla medesima data di entrata in vigore del decreto.
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2- agevolazioni fiscali: detrazione IRPEF del 36% (articolo 7) Per quanto attiene alla detrazione fiscale del 36% per le ristrutturazioni residenziali, si segnala l’eliminazione dell’obbligo di invio della comunicazione preventiva al Centro Operativo di Pescara. La comunicazione sarà sostituita, in dichiarazione dei redditi, dei dati catastali dell’immobile oggetto di recupero e, per interventi effettuati direttamente dal detentore dell’immobile, gli estremi di registrazione del con-
tratto di locazione, o comodato e gli altri dati richiesti al fine del controllo. Per quanto riguarda gli altri documenti (fatture, bonifici, etc.) gli stessi dovranno essere conservati dal contribuente ed esibiti su richiesta degli uffici verificatori. Il decreto ha previsto, inoltre, l’eliminazione dell’obbligo di indicazione, in fattura, del costo della manodopera utilizzata per l’esecuzione degli interventi agevolati. ❑
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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Sandro Bani Presidente fumisti Anfus
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ome previsto dalle norme giuridiche e dal codice professionale il Direttore dei lavori è il fiduciario del Committente per gli aspetti di carattere tecnico e risponde dell’osservanza dei titoli abilitativi nell’esecuzione dei lavori. In questo articolo tratteremo il caso specifico della supervisione all'installazione di un generatore di calore alimentato a combustibile solido con il relativo sistema di evacuazione dei fumi. Con l’entrata in vigore del Dm 37/08 e a fronte degli orientamenti del Ministero dello Sviluppo Economico, l’installazione e la definizione stessa di impianto di riscaldamento alimentato a combustibile solido portano il caminetto e la stufa a godere della stessa “dignità” tecnica a cui sono sottoposti gli impianti alimentati a combustibile liquido o gassoso. Perciò non parliamo più di caminetti, ma di generatori di calore così come sottolineato dal Ministero dello Sviluppo Economico che con la Circolare 1118/2010 annovera, ai fini della sicurezza, gli impianti alimentati a biomassa legnosa tra gli “impianti termici” di riscaldamento, a prescindere dalla potenza utile del focolare. Per questo motivo ricadono nell’ambito di applicazione del Dm 37/08 e la loro installazione deve essere realizzata da tecnici abilitati ai sensi del decreto di cui 42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Responsabilità nell’installazione di apparecchi di riscaldamento a legna e di canne fumarie sopra per la specifica declaratoria della lettera “C”. Prima dell'entrata in vigore del Dm n. 37 nel 2008, chiunque poteva installare caminetti e stufe e sistemi di evacuazione dei fumi; questa anomalia normativa ha generato la preoccupante, atipica condizione in cui verte il parco camini italiano rispetto agli altri paesi della UE . Precise norme regolavano il settore molto prima di questa data, ad esempio quella relativa ai requisiti generali dei camini, la Uni
firma apposta al certificato di conformità da parte dell'installatore abilitato. Per il Direttore dei Lavori, non solo è fondamentale affidarsi a chi conosce le dinamiche non semplici e prettamente specifiche del funzionamento del sistema di riscaldamento a legna/pellet che è influenzato da variabili specifiche che ne determinano, oltre che la funzionalità, soprattutto la sicurezza per gli utilizzatori e la durata delle performance nel tempo, ma è anche un obbligo di legge sottoposto a
plinate dal Dm 37 eseguiti da aziende non abilitate. Diventa perciò importante assicurarsi che l'installatore abbia i requisiti richiesti dalla legge; il tecnico fumista deve essere abilitato, mentre, al momento, non esiste un'abilitazione specifica per la manutenzione. Ma la manutenzione non è meno importante: una normativa specifica, la UNI 10847 descrive infatti nel dettaglio le attività dello spazzacamino, che può dare un importante contributo alla sicurezza, al rendimento
EN 1443, che è del 2000, mentre la Uni 10683, che tratta dei requisiti di installazione di generatori di calore alimentati a legna o da altri biocombustibili, è del 1998. Il più significativo cambiamento portato dal Dm 37 è la
sanzioni in caso di inosservanza. Oltre alle sanzioni derivanti dagli obblighi del decreto, per le quali il Direttore Lavori ha responsabilità, il comma 7 dell'articolo 15 dice che sono nulli tutti i patti relativi ad attività disci-
e alla diminuzione dell'inquinamento. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad un aumento preoccupante degli incendi causati dall'errata installazione, dall’errato abbinamento apparecchio/impianto fumario e dalla man-
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canza di manutenzione dell’impianto di evacuazione dei fumi. Il nostro paese paga 15 anni di arretratezza rispetto ad altri paesi europei, dove la biomassa legnosa ha un ruolo importante nella produzione di energia rinnovabile a impatto zero di CO2.
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l problema della sicurezza ci pone di fronte ad una maggiore responsabilità; dati alla mano, sappiamo che gli incendi che sono originati dalla presenza di camini sono classificabili in quattro tipologie e precisamente: 1. incendio da fuliggine (l’incendio nasce all’interno del camino, per combustione della fuliggine depositata sulla parete interna della canna fumaria, le temperature superano i 1000°C e lapilli possono fuoriuscire dal comignolo); 2. incendio esterno al camino per surriscaldamento dei materiali combustibili vicini alla parete esterna del camino stesso); 3. incendio dovuto a perdite della canna fumaria (gas caldi oppure scintille); 4. l'incendio si sviluppa per assenza di sigillatura tra il camino e il torrino, la fuliggine accumulandosi in questo spazio diventa facilmente infiammabile. La norme Uni EN considerano incendi connessi a camini dovuti a: • incendio esterno al camino per surriscaldamento; • incendio fuliggine (interno
camino); In particolare la norma Uni EN 1443 menziona: • P.to 6.3.3 - Prevenzione degli incendi che avvengono nelle condizioni normali di funzionamento: «la temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti non deve essere maggiore di 85 °C quando la temperatura ambiente è di 20 °C»;
Statistica incendio camino Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento preoccupante degli incendi causati da malfunzionamento, errata installazione e mancanza di manutenzione dell’impianto di evacuazione dei fumi; i dati dei comandi dei Vigili del Fuoco per l'anno 2009, ci restituiscono numeri preoccupanti: circa 10.000 incendi da camino.
Estratto da statistica 2007 degli incendi tetto nella provincia di Brescia
Cause degli incendi di tetto (riferite al periodo ottobre 2007 – gennaio 2008) Cattiva e/o mancata manutenzione camino 17,8 % Realizzazioni non a regola d’arte del camino 52,9 % Incendi avvenuti in cantiere 17,6 % Altre cause 11,7 %
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DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Targa di designazione secondo UNI 1443
Il progettista specificherà il contenuto della targa del camino in conformità con regolamenti nazionali. La targa sarà una piastra in metallo permanente e indelebile Ogni parametro di designazione sarà di una classe almeno uguale o superiore secondo la seguente sequenza: --- T600 > T450 > T400 > T300 > T250 > T200 > T160 > T140 > T120 > T100 > T080; --- H > P > N; dove T è la classe di temperatura; P è la classe di pressione positiva; N è la classe di pressione negativa; O è la resistenza senza fuoco di fuliggine; G è la resistenza con fuoco di fuliggine; xx è la distanza ai combustibili;e per classe di corrosione:
A
W condizioni operative umide; D condizioni operative asciutte; 1 è per gas e cherosene con un contenuto di zolfo<= 50 mg/m3; 2 è per olio leggero /legno in focolari aperti; 3 è per olio pesante/legno in stufe chiuse/carbone e torba.
• Pto 6.3.4 - Prevenzione degli incendi che avvengono a seguito del fuoco di fuliggine: «la temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti non deve essere maggiore di 100 °C quando la temperatura ambiente è di 20 °C e la temperatura di prova è di 1000 °C per una durata di 30 minuti». Le normative a cui abbiamo 44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
fatto riferimento ci danno indicazioni precise, ci informano sulle tecniche che presiedono alla corretta installazione a garanzia della sicurezza. Ne consegue l’importanza della comprensione della designazione e della necessità di seguire le indicazioni del costruttore. La norme Uni EN prevedono
Ha il seguente significato: T 600 - classe di temperatura (significa temperatura nominale di esercizio fino a 600 °C e la prova viene eseguita a 700°C); N1 – classe di pressione (in questo caso negativa. La prova viene fatta a 40Pa di pressione positiva e il condotto non deve perdere più di 2 litri al secondo per m2) D – il materiale ha le caratteristiche adatte per lavorare a secco (W può lavorare ad umido); V2 – classe di resistenza alla corrosione (V2 comprende i combustibili solidi); G - provato a incendio fuliggine (in caso contrario lettera O); e infine xx la distanza da materiali combustibili (espressa in mm, es: G50 significa 50 mm di distanza di aria libera).
che ogni camino sia dotato di “designazione” mediante codici. Dalle specifiche norme di prodotto si ricava la “designazione” della canna fumaria relativa; un esempio di designazione per il metallo, dove la normativa di riferimento è la Uni EN 1856/1 EN 1856-1 è: T 600 N1 D V2L50050 G50.
rriviamo quindi alla conclusione che per ottenere un impianto di riscaldamento sicuro ed efficiente è fondamentale, oltre a utilizzare prodotti ad alto rendimento che garantiscano la migliore resa del calore e la minore emissione di incombusti in atmosfera: • realizzare l’ottimale abbinamento impianto fumario/apparecchio di combustione; • affidarsi, per la scelta e l’installazione, a tecnici fumisti abilitati; • affidarsi, per la manutenzione programmata, a spazzacamini qualificati. ❑
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SCUOLA Fulvio Negri
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l nesso fra il bene e l’utile è questione che attraversa tutto il pensiero occidentale fin dai presocratici: da sempre è in giuoco la direzione verso la quale orientare lo sviluppo collettivo e collocare in esso il ruolo del singolo. Analogamente, pur con le debite distinzioni, accade per il rapporto fra educazione ed istruzione. Dico subito che sono tra quelli che pensano che i comportamenti socialmente virtuosi (e di conseguenza l’attenzione formativa rivolta ad essi) in tempi medio-lunghi siano raccomandabili non solo sul piano etico (alto e nobile e nondimeno opinabile), ma anche su quello pratico, delle condizioni materiali, del successo scolastico e lavorativo. Due le evidenze principali: l’uomo in armonia con se stesso e con il prossimo è più sereno e felice ed il professionista corretto è più apprezzato, affidabile e dunque con più mercato. Ritengo pertanto che la crescita civile della persona sia compito della scuola superiore tanto quanto la preparazione del tecnico, soprattutto in una temperie come l’attuale insidiata dalla tentazione di deregulation e da un agonismo esasperato in danno di una visione comunitaria. Perché tornino di attualità il senso della misura e del decoro, la voglia di legalità e di legami solidali, il primo obiettivo da perseguire è rappresentato dal pieno svi46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Fra educazione ed istruzione
luppo della persona nella costruzione del sé in termini di autonomia, responsabilità e consapevolezza delle proprie qualità e dei propri limiti (il “conosci te stesso” di socratica memoria). È indispensabile che il processo avvenga in una positiva interazione con la realtà naturale ed entro un quadro di corrette relazioni sociali (torneremo in una prossima puntata sull’argomento della relazionalità, dote fondamentale per un’attività come quella che attende il futuro geometra, figura che si interseca continuamente con altri soggetti, siano essi clienti o collaboratori, committenti o amministratori,
individui o istituzioni). Parallelamente, con metodologia fondata sul coinvolgimento, va promossa la condivisione e l’osservanza delle regole che rendono possibile un ordinato ed equo funzionamento della comunità. Su questa premessa si innescano poi le urgenze dettate dall’era della globalizzazione e del cambiamento continuo: al cittadino di domani vanno consegnati nuovi mezzi interpretativi riguardo all’evoluzione dell’umanità nel tempo e nello spazio. Alcuni di tali strumenti sono trasversalmente funzionali alle attività dei vari segmenti produttivi (la comuni-
Costituito presso l’Istituto Tartaglia l’IFTS per “Tecnico superiore di cantiere” con decreto della Regione Lombardia Con soddisfazione abbiamo preso visione del Decreto 5576 emesso in data 20/06/11 dalla Regione Lombardia. In esso si legge che la Commissione esaminatrice, prevista dall’Avviso Pubblico per la realizzazione nel triennio 2011-2014 di un’offerta formativa di 3 corsi post-diploma IFTS , ha inserito, fra i 24 progetti ammessi e finanziati, quello finalizzato alla formazione della figura professionale del “Tecnico Superiore di cantiere” elaborato da una partnership comprendente oltre al nostro Collegio, l’ITG Tartaglia, la Scuola Edile bresciana, l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Brescia, il Collegio dei Costruttori di Brescia, l’Università agli Studi di Brescia Facoltà di Ingegneria. La prima edizione che partirà nel prossimo settembre;nelle successive tornate il profilo di riferimento potrà essere parzialmente variato per raccogliere eventuali nuove esigenze della categoria o comunque del comparto costruzioni,ambiente,territorio. Si tratta di un risultato particolarmente importante della collaborazione del costituendo polo di settore che consentirà a 25 diplomati di incrementare il proprio portfolio formativo con un’opzione diversa da quella accademica, ma che nelle edizioni passate ha riscosso un notevole successo anche sotto il profilo occupazionale per la rilevanza professionale del profilo. Il Collegio Geometri di Brescia ha deliberato di considerare l’anno di frequenza come periodo valido ai fini del praticantato. Per informazioni rivolgersi all’ITG Tartaglia.
cazione sia in lingua madre che in quelle straniere, la padronanza dei modelli matematici ed informatici, il rigore logico-scientifico, il possesso delle tecnologie digitali), altri sono proprio tarati sul versante formativo (la consapevolezza culturale, le competenze sociali e civiche, lo spirito di iniziativa ed imprenditorialità e soprattutto l’imparare ad imparare, qualità determinante per garantire la disponibilità all’innovazione).
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compiti assegnati alla formazione della personalità e del piano valoriale sono quindi più numerosi e complessi rispetto al passato e tuttavia assolutamente irrinunciabili. Il prof. Tonoli, in un suo recente saggio, definiva felicemente l’educazione come «matrice generativa della prassi»: la sua significatività dipende in larga parte dal senso attribuito all’esistenza. La mancanza di significato produce come effetto collaterale «o l’assuefazione acritica all’esistente o l’irrimediabile estraneità alla vita, con la conseguenza pratica di un atteggiamento caratterizzato da disaffezione, dispersività, improvvisazione, ricerca dello stimolo immediato e mancanza di gusto delle cose fatte bene». Le ricadute sull’esercizio dell’arte appaiono scontate. Allora dove e come realizzare il rafforzamento del processo educativo? Con i media in larga parte decisamente poco probabili
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come agenzie formative è ovvio che i luoghi deputati all’impresa siano naturalmente la famiglia (che però è talora a corto di tempo, e forse di energia, per seguire da vicino i figli) e anzitutto la scuola, ambito per eccellenza della trasmissione dei temi culturali e civili. Ma grande valenza hanno anche gli studi, le aziende o gli uffici tecnici dove gli allievi effettuano in situazione reale lo stage prima e il praticantato poi; lì, con guide diverse da quelle usuali, i tirocinanti possono testare l’importanza del loro lavoro futuro e ricavare esempi di onesta ed efficace interazione del professionista col territorio e con la popolazione. Operatività tecnica e stimolo alla crescita complessiva della persona non sono polarmente opposti, anzi.
L’
intenzione dell’educazione alla socialità non va pertanto confinata solo in una nicchia dedicata che un tempo era la materia collegata alla storia ed intitolata “Educazione Civica” ed ora è denominata “Cittadinanza e Costituzione”, la quale pure ha uno specifico ruolo importante. L’impulso formativo ha da essere trasversale a tutte le discipline: la visita guidata ad un cantiere può fornire al docente di costruzioni o di topografia e al tutor aziendale un’occasione di lezione sulla legalità e sulla sicurezza efficace tanto quanto l’ora di diritto in aula. Analogamente progetti sul campo e studi di fattibilità
che molti istituti elaborano permettono di far crescere, oltre alle competenze disciplinari, la sensibilità verso temi come l’ambiente, la difesa del patrimonio paesistico ed artistico, lo sviluppo sostenibile, la storia urbanistica e democratica della città. Ho in mente diverse esperienze condotte dal Tartaglia spesso con il sostegno tangibile del Collegio e di altri partners: il lavoro multidisciplinare sul Vittoriale degli Italiani, la pubblicazione su Piazza della Loggia, l’analisi di San Pietro in Lamosa, alcune piste ciclabili disegnate per la Provincia, piani di intervento per la messa in
sicurezza o di ristrutturazione di spazi adiacenti alcuni plessi di scuole primarie, per giungere al cospicuo volume intitolato alle “Vie della Libertà”, contributo storiografico sulla mappa del potere fascista e della nascente opposizione democratica nella nostra città. Circa il sentimento di appartenenza ricordo infine due lavori di ricerca ed organizzazione della memoria storica e dell’identità dell’Istituto e della sua popolazione, a complemento del volume “La Scuola dei Geometri” del binomio D’AddaVenturini: l’allestimento di un museo interno per custodire documenti, strumenti,
attrezzature, plastici, materiali, collezioni appartenenti al Tartaglia dalle origini (1862) ad oggi. E poi il volume che raccoglie le lettere dal fronte del primo conflitto mondiale scritte da allievi della scuola in trincea in attesa dell’ultima battaglia, dal quale è stata tratta una rappresentazione teatrale: in questo modo vivo gli studenti sono stati in grado di comprendere la tremenda dimensione della guerra, oltre che il sentire drammatico dei loro fratelli maggiori. E così è avvenuto in altri Istituti della provincia. Tutte le discipline pertanto, non solo quelle di indirizzo, possono cooperare ad una
La distribuzione della rivista “Il geometra bresciano” negli Istituti tecnici della provincia di Brescia La nostra rivista é da anni a disposizione degli alunni dell’ultimo biennio degli Istituti tecnici per geometri della provincia di Brescia a cui il Collegio la invia per la distribuzione. Ecco l’elenco delle Scuole interessate: – Istituto d’istruzione Superiore “Bonsignori”, indirizzo geometri, Remedello, copie – I.T.C.G. “Luigi Einaudi” di Chiari, copie – Istituto d’Istruzione Superiore “Grazio Cossali”, Orzinuovi, copie – Istituto Tecnico Statale per geometri “N. Tartaglia”, Brescia, copie – I.T.C.O. “Cesare Battisti”, Salò, copie – I.T.C.G. “Teresio Olivelli”, Darfo Boario Terme, copie – Istituto d’Istruzione Superiore “Vincenzo Capirola”, Leno, copie – Istituto Superiore “Primo Levi”, Sarezzo, copie – Istituto d’Istruzione Superiore “F. Meneghini”, Edolo, copie – Istituto d’Istruzione Superiore “G. Antonietti”, Iseo, copie – I.T.C.G. “Luigi Bazoli”, Desenzano del Garda, copie – Istituto “San Francesco”, Brescia, copie Sommano copie
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sintesi fra obiettivi professionali e finalità educative.
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iguardo allo stile e al registro di proposizione è auspicabile che non si trattino i valori civici assumendo come veicolo di comunicazione il sussiego o peggio il cipiglio della predicazione: non v’è nulla di più improduttivo nel rapporto insegnamento-apprendimento che tentare di indurre un’ammirazione preventiva per concetti, giudizi ed autori proposti dal docente. Gli adolescenti hanno bisogno di scoprire con esperienza diretta la validità dei
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principi etici che poi fanno propri con convinzione. In ciò vale ancora l’affermazione di John Locke per il quale la morale è una scienza dimostrativa. Non va somministrato agli allievi un astratto ideale di vita, ancorché ineccepibile: la cosa in sé o in quanto dettata dall’autorità generalmente non entusiasma gli studenti, che sempre di più riconoscono autorevole l’adulto che dimostra nei fatti di meritare considerazione. La bontà delle norme sociali è appetibile per loro non sulla base di principi autoevidenti, ma sulla scorta della loro capacità di risolvere si-
tuazioni oggettive. I giovani, in larga maggioranza, sono molto più disposti ad osservare gli obblighi imposti al gruppo se questi hanno come effetto la disciplina e l’armonizzazione dei desideri e i diritti dei singoli, insieme alla risoluzione dei conflitti. Posso garantire per esperienza diretta che così sono pronti a convenire che un sistema ordinato con norme condivise consente, oggi nelle scuole, ma domani nell’attività lavorativa, l’emergere delle qualità di ciascuno in armonia con quelle degli altri, al riparo della sopraffazione e dell’arbitrio che ne-
gano il merito e i diritti. Conseguentemente appare chiaro anche a loro che rispettare l’altro e le regole non è solo socialmente doveroso (considerazione comunque rilevante per chi crede per fede o per ragione ad una umanità solidale), ma è necessità statutaria connessa al futuro professionale. Nell’odierno contesto tutto ciò sembra una chimera? Risponderò con Goethe: «Tutto ciò che puoi fare, o sognare di poter fare, incomincialo». ❑
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SCUOLA Stefano Benedini
Cosa pensano gli studenti del Tartaglia della loro futura previdenza?
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a presentazione del Rapporto Annuale dell’Inps alla Camera dei Deputati, il 25 maggio scorso, ha rappresentato l’occasione per diverse e doverose riflessioni in materia di previdenza sociale. Il Rapporto parte dall’analisi del contesto interno e internazionale nel quale si è sviluppata l’azione dell’Istituto durante lo scorso anno per poi scendere nello specifico dei suoi diversi ambiti di competenza, come la gestione dei flussi finanziari, le prestazioni pensionistiche e l’osservatorio su imprese e lavoratori. Il Rapporto è concluso da un glossario, utile strumento di interpretazione per orientarsi tra definizioni dai significati di non sempre immediata comprensione per chi non ha dimestichezza con la terminologia tecnica dell’argomento. Nell’introdurre il documento, il presidente dell’Inps dott. Mastrapasqua ha subito evidenziato come i dati presentati siano da leggere «in stretta continuità con quello che lo ha preceduto e forse con quello che lo segue» e quindi in relazione al triennio 2009-2011 che consente di «tracciare un percorso in cui questa crisi finirà per diventare soprattutto un brusco cambiamento di paradigmi, di modelli e di abitudini». Un “cambiamento” quindi di pressante necessità, determinato dal mutamento che la crisi ha imposto e nel quale vanno coinvolti sollecitamente i giovani, per quel 50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
sano senso di attenzione che una società responsabile deve avere nei confronti del proprio futuro. Ed è proprio con questo senso di responsabilità che il Collegio dei geometri di Brescia ha operato per proporre, in collaborazione con la dott.ssa Tempera del Cipag (Cassa italiana previdenza assistenza geometri?) e con il preside dell’Istituto tecnico “Tartaglia”, prof. Taddei, ai circa 450 studenti delle classi III, IV e V del medesimo istituto la giornata “A scuola di previdenza” promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal ministero dell'Istruzione. «Condividiamo gli obiettivi del governo nel diffondere la cultura previdenziale – ha dichiarato il presidente della Cassa geometra Fausto Amadasi – con l'intento di far capire ai giovani quanto sia im-
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SCUOLA Nelle due fotografie centrali in alto la platea degli studenti dell’ultimo triennio dell’Istituto tecnico per geometri “Tartaglia” in occasione della giornata “A scuola di previdenza” tenutasi nell’Aula magna del medesimo Istituto. Sotto, a sinistra, il geom. Giovanni Platto, Presidente del Collegio geometri di Brescia. A destra, in basso, il tavolo dei relatori
rante il praticantato. Analoghe considerazioni sono state esposte dal geom. Piotti nel suo intervento: la complessità e la vastità del problema pensionistico implica che questo sia affrontato dallo studente con attenzione non appena questi si affacci al mondo del lavoro, soprattutto alla luce delle imminenti riforme in via di approvazione e che riflettono la direzione nella quale si sta andando: prolungamento del lavoro, innalzamento progressivo dell’età pensionistica, inserimento nel calcolo della pensione di meccanismi che tengano conto dell’aumentata speranza di vita; attenportante non solo essere informati, ma anche responsabili rispetto al tema della costruzione della pensione, che rappresenta un tassello fondamentale nel proprio percorso di vita».
L’
opera del Collegio si è concretizzata nell’impegno profuso nell’evento dal suo presidente Giovanni Platto e dai rappresentanti provinciali della Cassa geometri Giuseppe Bellavia, Dario Piotti e Paolo Fappani, che hanno esposto ai ragazzi, la proposta dalla Cipag, valorizzandone e arricchendone il contenuto con elementi della loro esperienza professionale. L’espressione dell’attenzione che questi professionisti nutrono verso le nuove generazioni si è evidenziata nell’intervento introduttivo del geom. Platto, il quale ha
ricordato agli studenti come il problema della pensione non sia assolutamente da sottovalutare, considerandolo né una realtà lontana dalla propria, né cedendo alla sfiducia e ai dubbi che
possono nascere di fronte alla situazione economica attuale; è necessario ricordarsi che «la previdenza va affrontata e difesa fin dal primo giorno di lavoro» iscrivendosi alla Cassa già du-
zione – come sottolineato dal geom. Bellavia – che sarebbe auspicabile diffondere anche tra gli appartenenti alla categoria già operanti in campo professionale, spesso disattenti ai IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 51
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SCUOLA Da sinistra in senso orario: il prof. Paolo Taddei, Preside dell’Istituto tecnico “Tartaglia”, i geometri Dario Piotti, Giuseppe Bellavia e Paolo Fappani, relatori dell’incontro sulla Previdenza
studenti all’incontro del 25 maggio registrata dai quotidiani locali è stata positiva per l’attenzione loro rivolta: non li ha lasciati affatto indifferenti, raccogliendo tuttavia risposte di diverso segno: di soddisfazione per la proposta utile a chiarire un aspetto dell’esercizio della libera professione alla quale una parte di loro è orientata; di indifferenza, per quelli che ritengono il tema della pensione “anacronistico” e con scarsi risvolti pratici. La redazione de “Il geometra bresciano”, al fine di chiarire più a fondo come è stato recepito l’evento e fornire indicazioni circa la sua evenpropri diritti e doveri previdenziali: Bellavia ricorda spesso quanto sia scarsa l’attenzione ai condoni per i modesti importi richiesti dalla Cassa Nazionale Previdenza, che rischiano, se non effettuati, di vanificare anni validi per il calcolo della pensione. Il cambiamento culturale ripreso negli interventi da tutti i relatori e anche dal prof. Taddei è quello di orientare gli studenti verso una cultura del risparmio 52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
per consentire maggiori sicurezze per il futuro. La presentazione ha toccato in modo sintetico diversi argomenti riconducibili a tre punti principali: il primo, nel quale si è illustrato da dove è nata e da quali valori si è sviluppata la concezione del diritto previdenziale nel nostro Paese, il secondo, in cui si è approfondito il tema della contribuzione e il terzo, conclusivo, nel quale sono stati elencati i servizi e i vantaggi che la Cipag offre
ai giovani geometri iscritti. All’iniziativa è stata collegata la creazione di una pagina web, indirizzo http://ungiornoperilfuturo.com/, che consente agli studenti di approfondire i temi trattati con ulteriore materiale informativo. La reazione degli
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SCUOLA Il prof. Paolo Taddei mentre introduce il tema dell’importanza sociale della previdenza nel mondo del lavoro
tuale riproposizione in altri Istituti tecnici, ha approfittato dell’incontro di fine anno scolastico dei rappresentanti degli studenti per sondarne gli umori: Mattia Zappa, della classe V/E, ha espresso condivisione con le osservazioni formulate dai suoi colleghi, per i quali il tema della previdenza è una necessità molto distante dalla realtà attuale di studente, seppur prossimo all’esame di Stato e, quindi, vicino a operare la scelta tra la prosecuzione degli studi e l’inizio dell’attività lavorativa; l’incontro – secondo lui – è stato l’occasione per riflettere sulla “pensione” ma, con lo spirito pratico che caratterizza i ragazzi in questa età, Mattia segnala come l’argomento trattato avrebbe potuto acquisire maggior efficacia e coinvolgimento se arricchito di più numerosi esempi concreti su cui discutere: parere del resto condiviso anche dagli altri rappresentanti. A supporto di questa segnalazione gli studenti Pietro Gardoni e Roberto Lupo, classe III/D, hanno ritenuto utile suggerire agli organizzatori dell’incontro, l’utilizzo dei loro siti internet come lo strumento migliore per aggiornare gli studenti sull’evolversi dello scenario pensionistico a lungo termine e per illustrare meglio la sua dimensione e la direzione da seguire. Rispetto all’utilità di ripetere l’evento anche in altri Istituti tecnici, gli studenti si sono detti favorevoli, assecondando la decisione del
preside Taddei di coinvolgervi gli studenti del triennio, proprio in relazione al fatto che i programmi didattici vi prevedono l’insegnamento di materie economiche. I rappresentanti degli studenti interpellati hanno apprezzato l’utilità della proposizione del tema della previdenza, ben sapendo che, a differenza degli studi liceali,quelli tecnici consentono un ingresso più diretto nel mondo del lavoro; nonostante ciò molti hanno manifestato un diffuso senso di incertezza per il proprio futuro. Uno dei motivi di questa incertezza potrebbe dipendere a nostro avviso dal processo di licealizzazione che ha coinvolto gli Istituti tecnici, insinuando negli studenti una forma di smarrimento, una affievolita determinazione negli studi e nel perseguire la strada scelta.
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ome dice Federica Bellomi della V/D – una classe con una “quota rosa” molto più consistente della media del Tartaglia – , spesso i soli studenti che hanno ben chiaro il loro ruolo al termine degli studi sono quelli che possono contare sull’impiego nell’impresa di famiglia. Il clima di incertezza sul proprio futuro immediato non aiuta i giovani ad avvicinarsi positivamente al problema della futura previdenza che si è inteso presentare loro. Non c’è mai nessuna sicurezza assoluta di cui possiamo essere certi e che pos-
siamo indicare gli uni agli altri ma è stato così singolare percepire tanto disorientamento tra i ragazzi che non possiamo non auspicare che gli Istituti, il Collegio, le altre associazioni di rappresentanza del settore e il mondo accademico, possano collaborare per dare loro risposte concrete e strumenti per renderli professionalmente qualificati e stimati. Desideriamo ringraziare gli studenti del Tartaglia per la collaborazione e la disponi-
bilità al dialogo che hanno mostrato negli incontri; auspichiamo il meglio per il loro futuro e che, con i loro colleghi degli altri Istituti, utilizzino la rivista del Collegio per segnalare considerazioni sugli studi che stanno vivendo o riferendo le esperienze dei loro tirocini formativi o del praticantato in cui siano coinvolti. Li pubblicheremo volentieri dedicando loro attenzione. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 53
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SCUOLA Stefano Benedini
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l termine dell’Anno scolastico, presso l'Aula magna dell'Istituto Statale per Geometri "N.Tartaglia", si è tenuta l'annuale cerimonia di premiazione degli alunni ritenuti più meritevoli, evento coordinato dal Preside dell'Istituto dott. Paolo Taddei . Il Preside dell'Istituto è stato affiancato nella consegna degli assegni dal Presidente del Collegio geometri della provincia di Brescia geom. Giovanni Platto, dal Segretario geom. Armido Bellotti e dal Tesoriere geom. Giuseppe Bellavia, in rappresentanza del Consiglio Direttivo del Collegio geometri che ha contribuito alla realizzazione di questa lodevole e doverosa iniziativa. L'occasione ha consentito di far intervenire anche il Lions Club Brescia Cidneo rappresentato dal dott. ing. Pier Silvano Biazzi, per la consegna di un premio messo a disposizione dal Club. I nominativi degli alunni meritevoli erano stati comunicati al Collegio dall'Istituto stesso, ed erano stati individuati applicando rigidi ed irreprensibili criteri di scelta affinchè il riconoscimento potesse essere destinato nella misura più corretta; il riconoscimento all'impegno dimostrato, consistente in un simbolico sostegno economico, è stato consegnato in modo uguale agli studenti Ferrari Mattia ed Antonelli Angelo (V/C), Marca Erika (V/F), Shahzad Khuram (V/G), Colombi Mattia (IV/B),Thisera Warnakulasu54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Borse di studio al ”Tartaglia” con il contributo del Collegio geometri di Brescia riya, Levchenko Serhiy e Lumini Jessica (III/A), Cominardi Federico e Mazzei Damiano (III/B), Petrosino Cristian (III/C), Arvisi Simone e Aftab Qasim (III/E), Faustini Ivan e Giubellini Matteo (II/A),Tanghetti Linda (II/F), Tomasoni Franco (II/G), Tamussi Giulia (II/H). Alla premiazione di questi studenti si è aggiunta quella di Filippo Valotti, per il quale era pervenuta al Collegio una segnalazione supplementare a riconoscimento di una particolare assiduità e dedizione nell'applicarsi agli studi, e al quale è stato fatto dono di un notebook perchè potesse aver modo di utilizzare un supporto allo studio adeguato a necessità particolari. Grande soddisfazione è stata espressa dai premiati, dal Preside dott.Taddei e dal Collegio per questa iniziativa che va ad aggiungersi a tutte le altre iniziative che questo ente promuove da sempre a sostegno degli studenti di diversi Istituti per geometri della provincia di Brescia. È poi seguita la consegna del riconoscimento messo a disposizione dal Lions Club Brescia Cidneo assegnato alla studentessa Kote Antonela che attualmente frequenta la Classe V sez. A del corso serale per geometri per i positivi risultati scolastici raggiunti. Il premio è stato consegnato dall'ing. Pier Silvano Biazzi, Past President del Lions Club Brescia Cidneo. ❑
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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Gina Ducoli Consigliere dell’Associazione Geometri di Valle Camonica
L’
Associazione Geometri di Valle Camonica non è l’unica realtà associativa sorta a sostegno del Collegio professionale principale: ne è esempio l’Associazione Geometri della Castellana di Castelfranco Veneto (Tv). Tale associazione è stata costituita nella primavera del 1996 e quindi è già attiva sul territorio da ben 15 anni. Scopo primario dell’associazione è quello di promuovere la formazione professionale, la conoscenza, l’aggiornamento, il sapere e per ultimo, ma non per questo meno importante, la collaborazione tra colleghi geometri al fine di costruire rapporti e avviare la cultura del confronto. Il tutto con lo spirito comune che proprio la cultura del
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Le Associazioni dei geometri: una realtà sempre più frequente per migliorare e crescere confronto tra i colleghi, dai più giovani ai più anziani di professione, rappresenti il punto di forza per rilanciare e consolidare la figura del geometra libero professionista. Attualmente il Consiglio Direttivo di quella associazione è composto da sette membri: lucio Gazzola (Presidente); Sergio Fontanive (Vicepresidente); Matteo Lucietti (Segretario); giovanni Parolin (Tesoriere); Fabio Civiero, Iginio Libralato, Gianni Perin (Consiglieri). L’associazione ha promosso varie iniziative di collaborazione con le amministrazioni comunali a livello mandamentale ovvero tra i comuni di Castelfranco Veneto, Loria, Castello di Godego, Riese Pio X, Resana e Vedelago.
In particolare è stato costituito con la Confartigianato locale un rapporto di sinergia sulle problematiche che vedono le imprese edili e i geometri liberi professionisti confrontarsi tutti i giorni nei cantieri. Anche gli aspetti legali vengono valutati grazie al rapporto di collaborazione costruito con gli avvocati della zona con l’obiettivo medesimo di discutere preventivamente dei problemi o delle varie tematiche che qualche volta portano l’avvocato “contro” il progettista o il direttore lavori. L’Associazione Geometri di Valle Camonica è vicina ai colleghi dell’Associazione della Castellana con i quali mantiene rapporti di confronto e scambio di idee per
migliorare e poter fornire ai geometri un supporto importante nella formazione tecnica continua.
L
a primavera scorsa è stato organizzato un incontro conviviale tra le due associazioni; in quella sede è stato anche possibile approfondire le tematiche e le problematiche che entrambe incontrano nel far conoscere e sensibilizzare i colleghi geometri sull’importanza della partecipazione all’associazione. L’Associazione Geometri di Valle Camonica infatti è intenzionata a crescere e a migliorare grazie alla partecipazione e all’impegno di tutti gli iscritti. Grande novità per l’anno in corso è l’individuazione di una nuova sede posta a Breno, nella media Valle Camonica; scelta dettata da motivi logistici e dalla disponibilità del Sindaco alla concessione gratuita di alcuni locali di proprietà comunale. Oltre alle formalità burocratiche è in corso la preventivazione di alcune opere di manutenzione necessarie all’insediamento effettivo che si prevede possa avvenire dopo l’estate; a tal proposito i colleghi che volessero dare la propria disponibilità all’allestimento dei nuovi uffici saranno ben accetti. La sede brenese sarà quindi il nuovo punto di riferimento per gli associati e un ulteriore ausilio per la formazione professionale. In attesa di tale nuova collo-
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cazione l’associazione si è comunque data da fare, infatti sono stati organizzati, anche in collaborazione con il Collegio geometri e geometri laureati della provincia di Brescia, i seguenti corsi ed eventi formativi: – corso relativo ai preliminari di compravendita; – corso per mediatori-conciliatori (terminato il 14 maggio); – corso per certificatori energetici (iniziato il 18 maggio e tutt’ora in fase di svolgimento); – corso di aggiornamento per coordinatori per la progettazione ed esecuzione dei lavori; – corso di aggiornamento catastale (pregeo 10 e docfa 4.0); – seminario “Alpi senza ghiacciai? Come stanno cambiando le nostre montagne” - incontro con il prof. Claudio Smiraglia; – seminario “Rete natura 2000: un’opportunità, una sfida” - incontro con il prof. Carlo Andreis; – seminario “Università e lavoro” - incontro con il Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali. Si rinnova dunque l’invito ai colleghi geometri valligiani a visitare il sito dell’associazione www.geometridivallecamonica.it per consultare gli appuntamenti già fissati per l’anno 2011 e ad interagire con l’attività associativa tramite suggerimenti e consigli all’indirizzo di posta elettronica info@geometridivallecamonica.it ❑
Costituita la Sezione bresciana dell’Associazione CasaClima Network Le Associazioni “CasaClima Network” sono organizzazioni indipendenti e senza scopo di lucro, che hanno l’obiettivo di promuovere e coordinare sui territori provinciali il “progetto CasaClima”. Il 16 marzo scorso si è costituita l’Associazione CasaClima Network Sezione di Brescia. Una nuova realtà che si propone di: • promuovere attraverso la comunicazione e la formazione gli scopi per cui CasaClima é nata e si è sviluppata; • promuovere la conoscenza della cultura architettonica, sostenibilità, risparmio energetico, salvaguardia del clima e dell’ambiente, energie rinnovabili, nonché la loro divulgazione al cittadino tramite l’attività di ricerca, dibattiti, iniziative editoriali, nonché la formazione e l’aggiornamento professionale; • collaborare con aziende ed enti per tutti i problemi attinenti alla certificazione degli edifici; • promuovere un ampio confronto anche in qualità di rappresentante con le Istituzioni, le forze sociali e le altre associazioni scientifiche sui temi legati al risparmio energetico. Per informazioni e iscrizioni: www.networkcasaclimabrescia.it www.agenziacasaclima.it/it/rete-casaclima/network-casaclima/network-casaclima/network-brescia/189-0.html info@networkcasaclimabrescia.it fax: 030.2071672
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Il nuovo libro del Collegio di Brescia per la cultura: “La materia e lo spirito”
F
acendo seguito all’iniziativa culturale intrapresa alcuni anni fa, il Collegio geometri di Brescia ha promosso e dato alle stampe il volume La materia e lo spirito. San Rocco di Bagolino da Pasoto e Giovan Pietro da Cemmo ad Antonio Stagnoli. Il libro, realizzato a cura di Francesca Bossini, contiene importanti saggi di Marco Vitale, don Arturo Viani, Federica Bolpagni, Romeo Seccamani e Chiara Gatti. Gli autori vi esaminano secondo diverse prospettive l’importante monumento sacro “bagosso” – la chiesa di San Rocco appunto –, fornendo ai lettori esaurienti ipotesi che aiutano molto a capire le ragioni di un’opera pittorica e architettonica così rilevante: del perché sia sorta in quel tempo e in quel luogo, quali furono i sentimenti di fede che la generarono, quale il valore artistico e religioso espresso dagli affreschi che ne ornano l’interno e, infine, quale sia il filo sentimentale e storico che unisce, a distanza di oltre cinquecento anni, Giovan Pietro e Pasoto da Cemmo ad Antonio Stagnoli; autore, quest’ultimo, del suggestivo polittico (temporaneamente alla Biennale veneziana) che arricchisce la chiesa e che Chiara Gatti definisce «capolavoro intenso e straziante, insieme antico e contemporaneo». La pubblicazione (allegata alla rivista) disvela un gioiello dell’arte bresciana rinascimentale finora noto solo agli appassionati, e si propone di farlo conoscere a un pubblico più ampio, a cominciare dagli iscritti al Collegio di Brescia e dalla numerosa schiera dei nostri lettori. Ci si augura cioè di suscitare in loro la curiosità e lo spunto per recarsi nella splendida valle del Caffaro, non solo per motivi gastronomici (evento di per sé apprezzabile, perché il bagoss già dice molto dei luoghi e della gente che li abita), ma anche per mettere piede in San Rocco e trarre da quella visita arricchimento per lo spirito e nutrimento per la mente. ❑ 58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Attività del Collegio geometri di Brescia Giugno 2011 1
1° corso “Certificatori energetici” (lezione 6) 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 3) sede di Darfo Corsi preparazione esami di Stato 6 Seminario “Progettazione e manutenz. canne fumarie” 7 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 5) Corsi di preparazione esami di Stato Corso finanziamenti europei 8 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 4) sede di Darfo Incontro formativo Pregeo Dofca-Brescia Corso di preparazione esami di Stato Corso finanziamenti europei 9 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 7) Corso finanziamenti europri Corsi di preparazione esami di Stato Incontro formativo Pregeo Dofca-Brescia 10 Corsi di preparazione esami di Stato Commissione parcelle 14 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 6) Corsi di preparazione esami di Stato 15 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 5) sede di Darfo Corsi di preparazione esami di Stato 16 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 8) Corsi di preparazione esami di Stato Commissione allargata sicurezza 17 Corsi di preparazione esami di Stato 20 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 7) 21 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 6) sede di Darfo Commissione ristretta agricoltura Corsi di preparazione esami di Stato 22 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 9) Corsi di preparazione esami di Stato 23 Corsi di preparazione esami di Stato 24 Corsi di preparazione esami di Stato 28 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 8) Corsi di preparazione esami di Stato 29 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 7) sede di Darfo Corsi di preparazione esami di Stato 30 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 10) Corsi di preparazione esami di Stato Gli eventi organizzati a Darfo sono realizzati in collaborazione con l’Associazione Geometri di Valle Camonica
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CTU Stefano Fracascio
I
l 16 giugno scorso presso il Tribunale di Brescia si è svolta una riunione sul tema del nuovo “Processo civile telematico”. Nell’occasione, riguardo alle esecuzioni immobiliari, è stato chiarito che le perizie delle valutazioni dovranno essere spedite solo tramite punto di accesso accreditato o tramite posta certificata con spedizione della “busta telematica” in formato XML, e precisato che dal 1 ottobre prossimo sarà obbligatorio solo questo mezzo di comunicazione. Quindi, per poter ricevere nuovi incarichi, i tecnici dovranno disporre di tale dispositivo. Fino ad ora le perizie delle
Nuove modaltà telematiche per l’invio al Tribunale delle perizie immobiliari esecuzioni immobiliari dovevano essere consegnate al Tribunale in forma cartacea con una copia della relazione e due copie di “omissis”. Con la nuova disposizione sarà invece sufficiente spedire solo la copia della relazione accompagnata da eventuali documentazioni fotografiche a bassa risoluzione, anche se la capacità della “busta telematica” passerà dagli attuali 10 MB ai 30 MB. Di tutte le ditte informatiche presenti all’inizio della fase sperimentale del procedimento solo la “Progetto Studio” di Brescia – presente alla riunione del 16 giugno – si è detta disposta
a sostenere il progetto. Il software proposto consente di predisporre la “busta telematica” munita di firma digitale, pronta alla spedizione attraverso i due canali disponibili. “Progetto Studio” precisa che l’invio telematico attraverso posta certificata sarà disponibile solo dopo ottobre e che il software è installabile su tutte le piattaforme Windows sia a 32 bit, sia a 64 bit. La copia di relazione “omissis” dovrà essere spedita via e-mail alla åssociazione Notarile per le procedure esecutive. Durante la riunione si è proposto anche di adottare un
unico sistema per la presentazione delle note spese e onorari, nel quale le spese saranno indicate come: a) esente Iva; b) soggetta ad Iva. Quanto agli onorari, saranno liquidati solo in base all’articolo 13 del Dpr 14 novembre 1983 e successivo Dm 30 maggio 2002, comprendendo anche la possibilità di aumento per estrema difficoltà dichiarata. Nel caso di valutazioni di più fabbricati diversi tra loro sia per luogo, sia per indirizzo, potrà essere eseguito altro prospetto degli onorari in aggiunta al primo per l’ulteriore eventuale immobile, e così via. ❑
Fac simile di richiesta di liquidazione onorari CTU Al Sig. Giudice delle Esecuzioni Immobiliari presso il Tribunale di Brescia, dott. Gianni Sabbadini Procedura esecutiva n. ……………………………… Promossa da: Creditore procedente ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….... con l’avv. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Creditori intervenuti …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Contro Debitore esecutato ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………................
Richiesta liquidazione del C.T.U. Ill.mo Signor Giudice dott. Gianni Sabbadini, la S.V. con provvedimento del ……….../……….../………... ha nominato esperto per la stima dei beni pignorati il sottoscritto ……….....………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...
con studio in ………...………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………......... C.F. ………...…………………………… P.I. ………...…………………………… Tel. ………...…………………………… Fax …………………… Completamente assolto il mandato affidatomi con il deposito della relazione di consulenza presso la cancelleria del Tribunale Ordinario di Brescia, il sottoscritto sottopone alla S.V. la nota delle competenze e spese per la liquidazione. Con osservanza Brescia li ……………/……………/…………… ………………………………………………
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CTU
A) determinazione delle spese non soggette ad Iva – a) – b) … B) determinazione delle spese soggette ad Iva – a) – b) … C) determinazione dell’onorario Per la determinazione dell’onorario è possibile applicare le tabelle approvate con D.m. 30 maggio 2002 ed in particolare con riferimento all’art. 13 relativo alla “consulenza tecnica in materia di estimo ……”, che consente il calcolo a scaglioni sugli importi calcolati analiticamente e singolarmente. Lotto 1 Beni immobili nel Comune di .......................... 1) appartamento o terreno …………………………… il tutto per un importo complessivo di euro ………………………… Scaglione n. ……… Compensi spettanti ai Consulenti Tecnici per incarichi giudiziari (Legge 8 luglio 1980 n. 319, Dpr 27 luglio 1988 n. 352, Art. 13; DM 30/05/02 GU 05/08/02 n. 182) Valore globale euro
Valore scaglione
Aliquota minima
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Totale scaglioni
Totale dei compensi euro (A)
Lotto 2 Beni immobili nel Comune di .......................... 2) appartamento o terreno …………………………… il tutto per un importo complessivo di euro ………………………… Scaglione n. ……… Compensi spettanti ai Consulenti Tecnici per incarichi giudiziari (Legge 8 luglio 1980 n. 319, Dpr 27 luglio 1988 n. 352, Art. 13; DM 30/05/02 GU 05/08/02 n. 182) Valore globale euro
Valore scaglione
Aliquota minima
Aliquota massima
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CTU
Lotto 3 Beni immobili nel Comune di .......................... 3) appartamento o terreno …………………………… il tutto per un importo complessivo di euro ………………………… Scaglione n. ……… Compensi spettanti ai Consulenti Tecnici per incarichi giudiziari (Legge 8 luglio 1980 n. 319, Dpr 27 luglio 1988 n. 352, Art. 13; DM 30/05/02 GU 05/08/02 n. 182) Valore globale euro
Valore scaglione
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Aliquota massima
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Totale generale + Cassa4% + Iva 20%
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AGRICOLTURA & FORESTE Valeria Sonvico
C
on il termine “biodiversità” si intende la diversità della vita in tutte le sue forme e in tutti i suoi livelli di organizzazione, vale a dire non solo la diversità di milioni di specie animali e vegetali, ma anche la diversità genetica, che caratterizza e rende unici gli individui della stessa specie. Sia la nuova strategia Biodiversità 2020 dell’Unione Europea, sia la strategia nazionale per la Biodiversità adottata dalla Conferenza Stato Regioni il 7 ottobre 2010 attribuiscono all’agricoltura e alla gestione forestale un ruolo significativo per garantire un efficace gestione del sistema delle aree naturali protette e un incremento di interventi atti di restauro ecologico del territorio e la realizzazione d’infrastrutture verdi multifunzionali. Inoltre, la strategia europea si basa sul riconoscimento del valore economico della biodiversità in quanto è il
Il contributo dell’agricoltura nella difesa della biodiversità
nostro capitale naturale e la proposta per la prossima riforma della Politica Agricola Comune post 2013 conferma la priorità delle sfide ambientali. Il 42% del territorio italiano è destinato ad attività agricole (Istat 2007) e circa il 21% della Superficie Agricola Uti-
lizzata presenta elevate caratteristiche a livello naturalistico. Sempre più spesso si sente parlare di riduzione della Biodiversità, ma l’unico specie in grado di modificare radicalmente, e spesso in modo negativo, habitat naturali fino ad arrivare all’e-
A
stinzione di specie animali e vegetali è l’uomo. Frammenti di habitat, introduzione di specie esotiche, cambiamenti di uso di suolo hanno nel tempo minacciato la conservazione di numerose specie, ma altrettante op64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
portunità per il mantenimento e l’incremento delle stesse sono possibili nelle aree parco (nazionali, regionali, locali), nelle riserve naturali e nelle aree Natura 2000, quest’ultime costituite da Zone Protezione Speciale (ZPS) e dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC). In questo contesto non è difficile comprendere quanto può contribuire l’agricoltura ricoprendo il ruolo importantissimo di “custode” del territorio, confermato dal semplice fatto che l’azienda opera a stretto contatto con la natura. d oggi, dopo il forte periodo intensivo del dopoguerra di produttività e di pratiche agricole che hanno favorito significative trasformazioni degli agro-sistemi, le Imprese Agricole, anche attraverso le misure di sostegno del Programma di Sviluppo Rurale, sono stimolate a migliorare la qualità ambientale. Ma quali sono le buone pratiche per la conservazione della biodiversità degli agrosistemi? 1. Introduzione e mantenimento di siepi e filari; 2. Gestione delle siepi e dei filari; 3. Realizzazione di boschi in pianura; 4. Gestione di boschi di nuovo impianto; 5. Gestione degli ambienti umidi; 6. Realizzazione di stagni, ripristino di pozze di alpeggio, manutenzione delle rive e della vegeta-
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AGRICOLTURA & FORESTE
zione spondale e delle risaie; 7. Incentivazione dell’agricoltura biologica; 8. Mantenimento e gestione dei prati stabili; 9. Manutenzione dei muretti a secco. Accanto alle buone pratiche di conservazione, un’azione
Regione Lombardia, DG Agricoltura e DG Sistemi Verdi, alla realizzazione di un progetto dal titolo “coltiviamo la sostenibilità” il cui scopo sono stati la formazione e il trasferimento elle informazioni alle imprese agricole sulle tecniche da adottare per la conservazione
di contributo da parte dell’azienda agricola è senz’altro quella di poter trasferire l’importanza della Biodiversità alle piccole generazioni attraverso azioni didattiche. La natura soddisfa l’esigenze di educare all’ambiente attraverso esperienze concrete con lezioni in “aule all’aperto”, facilitando le integrazioni tra uomo e ambiente. La sensibilità a questa tematica ha portato le Organizzazioni di categoria agricole e WWf in collaborazione con la
degli habitat naturali e delle specie, nonché il suggerimento di nuovi percorsi didattici da proporre agli utenti sia essi siano bambini che adulti. L’importanza del ruolo dell’imprenditore agricolo come presidio culturale, sociale e territoriale è sempre più marcata e strategica nelle politiche future comunitarie e nazionali. ❑
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DAL COLLEGIO DI LODI Lorenzo Negrini
Stima comparativa degli immobili Parte terza. La parte prima è apparsa nel n. 5/2009, p. 64; la parte seconda nel n.2/2010, p. 48
Coefficiente di vetustà Il deprezzamento va fatto ogni qual volta il bollettino consultato fornisce il solo valore a nuovo. Se viene fornito il solo valore per zona, senza differenziazione di età, è opportuno verificare quale sia l'epoca di costruzione della maggioranza degli edifici in essa ubicati: se la loro costruzione è riconducibile ad uno stesso periodo, si presuppone che il valore riportato tenga già conto di questo fattore. Edifici residenziali Per gli edifici residenziali, vi sono pubblicazioni che, ai fini del calcolo del nostro coefficiente, propongono tabelle in cui il deprezzamento è fissato in base all’età ed alla tipologia di immobile esaminato (cfr. ad esempio quelle pubblicate saltuariamente dalla pubblicazione quindicinale “Il Consulente Immobiliare” edito da Il Sole 24 Ore). In alternativa, si ritengono ancora validi i parametri indicati dall’art.20 della Legge 27/07/1978 n.392, c.d. legge sull’equo canone, ovvero (vedi tabella 1): Tabella 1 Anni trascorsi Fino al 6° anno dal 7° al 21° anno dal 22° al 52° anno
A titolo di esempio, per un edificio di 24 anni che non ha mai goduto di interventi integrali di ristrutturazione o 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
di completo restauro, il deprezzamento da applicare sarà (vedi tabella 2): Tabella 2 fino al 6° anno dal 7° al 21° anno dal 22° al 24° anno
ha avuto nel tempo una radicale ristrutturazione, l’anno cui riferirsi per la ricerca del
Deprezzamento = 0% 0% Deprezzamento = 1% x 15 anni = 15% Deprezzamento = 0,50% x 3 = 1,50% Deprezzamento complessivo da applicare 16,50%
Negozi Gli stessi coefficienti possono essere utilizzati anche per i negozi, unitamente ad un correttivo per tener conto di alcuni fattori importanti per la categoria. In particolare (vedi tabella 3):
coefficiente non dovrà essere quello di costruzione ma quello della ristrutturazione. Se questa è avvenuta a più riprese, andrà preso un valore medio. Occorre infine tener presente che le tabelle si riferi-
Tabella 3 Particolarità coeff. correttivo Negozi in zone commerciali particolarmente favorevoli 1,30 Negozi in zone particolarmente negative (con scarso passaggio) 0,80 Negozi con altezze nette superiori a 4,50 m, senza soppalchi 1,15 Sottonegozi adibiti alla vendita commerciale direttamente collegati con il negozio soprastante 0,80
coefficiente di deprezzamento 0% 1% annuo 0,50% annuo da aggiungere a quelli precedentemente calcolati
belle sono molto pratici ed immediati ma occorre cautela nella loro applicazione al caso concreto: se l’edificio
Applicando quanto sopra detto ad un caso concreto: supposto che la vita probabile dell'edificio sia di 90 anni e che il medesimo ha oggi 10 anni, il suo degrado edilizio è pari a: A= 10 / 90 x 100 = 11,11
Fonte: Il Consulente Immobiliare, Il Sole 24 Ore
Considerazioni generali sull’utilizzo delle tabelle di vetustà I parametri riportati dalle ta-
ciente da applicare tiene conto di questi due aspetti. L’obsolescenza o superamento tecnologico, viene convenzionalmente calcolato nella percentuale dello 0,4 % per ogni anno di vita. Più articolato è invece il calcolo del degrado edilizio. A tal proposito si richiama la formula dell'UEC (Unione Europea dei periti Contabili, economici e finanziari): D=[(A+20)2/140]-2,86 Dove: D = deprezzamento dell'edificio ad un determinato anno; A = rapporto percentuale tra l'età dell'edificio e la sua vita probabile.
scono all’edificio nel suo insieme (facciate, atrio, cortile, impianti comuni ecc.). Per la singola unità immobiliare occorrerà fare delle considerazioni a parte, deprezzando la stessa dei costi di un eventuale ripristino. Edifici industriali Per gli edifici industriali si ricorre ad altri parametri, partendo dalla considerazione che la vetustà di un edificio è data dalla somma di due componenti: il degrado edilizio e il degrado tecnologico o obsolescenza. Il coeffi-
D=[(11,11+20) 2 /140]-2,86= 4,05 % Mentre il superamento tecnologico è pari a: 0,4% x 10 anni = 4,00% Il coefficiente di vetustà è dato dalla somma dei due coefficienti sopra calcolati. Quindi: Coefficiente degrado edilizio: 4,05% + Coefficiente superamento tecnologico 4,00% = Coeffic. di vetustà
8,05%
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DAL COLLEGIO DI LODI Corso per Mediatori professionisti Si è concluso il primo corso per Mediatori professionisti organizzato dal Collegio dei geometri e geometri laureati della provincia di Lodi, tenutosi presso la sede di via d’Azeglio nei giorni 5-6-7 e 19-20-21 maggio 2011. Il corso ha visto la partecipazione di 30 professionisti ed è stato molto interessante sia per gli argomenti teorici trattati, sia per le esercitazioni pratiche; un secondo corso è previsto nel mese di luglio.
Il valore a nuovo andrà quindi deprezzato dell’8,05 %. Coefficienti di svalutazione per immobili locati L'immobile, quando non è immediatamente disponibile, subisce un deprezzamento in funzione del tempo mancante alla scadenza del contratto: il venir meno della immediata disponibilità restringe la cerchia della domanda. I coefficienti differiscono in funzione del tipo di contratto e della durata residua. Si propongono i seguenti, tratti da “Consulente im-
mobiliare”, edizione Il Sole 24 Ore e dal manuale “Stima degli immobili” a cura di Graziano Castello, edizioni Flaccovio (vedi tabella 4): Determinazione approssimativa delle superfici nette dalle superfici lorde In un articolo de “Il sole 24 Ore” del 16 novembre 1998 n.315, erano stati proposti alcuni coefficienti per la determinazione della superficie netta, partendo dalla superficie lorda. I parametri che di seguito si ripropongono, possono es-
Tabella 5 Tipo di fabbricato rapporto Civile, per abitazione economico-industriale a elementi prefabbricati 0,88 Misto tradizionale, con struttura in cemento armato 0,86 Misto, con struttura in cemento armato e muratura (anni 1920-1950) 0,84 Vecchia costruzione, con struttura in muratura 0,82 Antico, con struttura in grosse murature 0,75÷0,78
sere utili quando non si necessita di un calcolo pun-
tuale ma di un dato approssimativo (vedi tabella 5). ❑
Collegio dei geomatri e geometri laureati della provinciadi Lodi Nuovi iscritti nell’anno 2010 n. 639 Rosi Luciano
Tabella 4 Abitazione contratto 4+4
Abitazione con canone e durata liberi Abitazioni locate stagionalmente per uso turistico Immobili diversi dalle abitazioni senza indennità commerciale
Immobili diversi dalle abitazioni con indennità commerciale
Box e posti auto – locati insieme ad alloggi con contratto 4+4 – collegati con locazioni commerciali – locati separatamente, a canone libero
n. 640 Giulivi Paolo 0,75 aumentato di 0,03 per ogni anno passato dalla stipulazione del contratto 0,95 0,99
n. 642 Taraschi Luca n. 643 Ferrari Andrea n. 644 Faini Andrea n. 645 Altomonte Matteo n. 646 Castelli Fabio
0,78 - aumentato di 0,01 per ogni anno passato dalla stipulazione del contratto a canone libero fino alla scadenza con disdetta - con un massimo di 0,90
n. 647 Zabaglio Guido
se non alberghi: 0,74 - aumentato di 0,01 per ogni anno passato dalla stipulazione del contratto a canone libero fino alla scadenza con disdetta - con un massmo di 0,86 se alberghi: 0,68 - aumentato di 0,01 per ogni anno passato dalla stipulazione del contratto a canone libero fino alla scadenza con disdetta - con un massimo di 0,86
n. 651 Ossino Chiara
n. 648 Pavesi Davide n. 649 Barbieri Alan n. 650 Menani Mario n. 652 Gaudenzi Claudio Cancellati nel 2010: 19 di cui – su richiesta: 11 – per decesso: 2 – per irreperibilità e morosità: 1 – per morosità Cassa: 2 – per trasferimento: 3 Totale iscritti al 31 dicembre 2010: 474
come per alloggio come per locazione commerciale 0,99
Iscritti al Registro Praticanti al 31 dicembre 2010: 58
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abato 28 maggio, nella sala F.Besta della Banca Popolare di Sondrio si è tenuta la cerimonia di premiazione dei geometri che hanno raggiunto e superato i trentacinque e cinquant'anni di iscrizione all'albo a cui hanno partecipato, oltre al consigliere nazionale Geom. Bonfanti in rappresentanza del C.N.G., il consigliere Geom. Ferrari in rappresentanza
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Premiati a Sondrio gli iscritti all’Albo da oltre trentacinque a cinquant’anni di professione della Cassa Nazionale Geometri e il presidente della Consulta Regionale Lombarda Geom. Specchio, anche i presidenti, i segretari e i delegati Cassa dei Collegi Lombardi. Dopo un breve discorso introduttivo del presidente Dario Tognini è stata lasciata la parola ai rappresentanti delle principali istituzioni. Il momento più emozionante è stato senz'altro quello della premiazione
che ha visto partecipi anche i famigliari e soprattutto i numerosi nipotini. Come giusto riconoscimento dell'attività svolta ai colleghi che hanno raggiunto i trentacinque anni di iscrizione è stata consegnata una medaglia d'oro e una pergamena ricordo mentre ai colleghi che hanno raggiunto i cinquant'anni di iscrizione è stata consegnata una targa in argento e una pergamena ricordo. La pre-
miazione dei geometri con più di trentacinque anni è avvenuta in parte ad opera del presidente Dario Tognini ed in parte ad opera dei consiglieri del Collegio di Sondrio che hanno dimostrato particolare emozione nel poter consegnare il riconoscimento a quei professionisti che li hanno seguiti fin dai tempi del praticantato. Il premio al presidente Dario Tognini è stato invece conse-
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gnato dal consigliere Vittorio Semeria. La premiazione è poi proseguita ad opera dei rappresentanti Nazionali di categoria con la consegna del riconoscimento agli iscritti che hanno raggiunto i cinquant'anni di iscrizione e che continuano tutt'ora la loro attività ancora con grande passione. Ecco l'elenco dei nostri colleghi premiati: Per i trentacinque anni di professione: Giuseppe Bar-
lascini, Roberto Barri, Roberto Biancotti, Camillo Carnazzola, Franco Ciapponi, Giovanni Corvi, Valerio Del Nero, Dino Della Matera, Remo Folladori, Angelo Ghelfa, Enzo Innocenti, Mario Marchesi, Marco Moroni, Azio Moschetti, Pierluigi Negrini, Aldo Olzer, Luciano Ronchi, Vito Sosio, Dino Bernardo Tabacchi, Alberto Pizzini, Giulio Alfonso Gianoli, Fabio Zecca, Pietro
Vettovalli, Dario Tognini. Per i cinquant'anni di professione: Fulvio Balgera, Marco Silvestri, Martino Tognolini. Non hanno purtroppo potuto ritirare il premio a causa di altri impegni i geometri Antonio Crucitti, Valter Rossi, Adriano de Tanti, Ugo Vitalini, Antonio Deghi e Giuseppe Ferrara ma la consegna è stata comunque effettuata nei giorni successivi. Dopo l'immancabile foto di
gruppo abbiamo incontrato con piacere anche la nostra ex segretaria Vittoria Noseda, gli ex Presidenti Comi Natale e Ruggero Moretti e proseguito la riunione conviviale al grand HOTEL DELLA POSTA alla conclusione del quale è stato consegnato un omaggio floreale alle signore come ricordo della giornata. ❑
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Collegio geometri di Sondrio
Seduta n. 3 del 3 marzo 2011 Iscrizioni Albo professionale Stefano Colturi Paolo Del Re Katia Faitelli Iscrizioni Registro praticanti Paolo Marchetti Andrea Balgera Patrick Zubiani Serena Boletta Ilaria Bonetti Cancellazioni Albo Professionale Gianpaolo Bellinzona Galli Mauro Saligari
Iscrizioni Registro praticanti Marco Bonfadini Marco Del Nero Serena Nobili
Seduta n. 5 del 5 maggio 2011 Iscrizioni Albo professionale Paolo Panizza Iscrizioni Registro praticanti Nicolò Ronconi
Seduta n. 6 del 3 giugno 2011 Iscrizioni Albo professionale Devis Rovedatti
Seduta n. 4 del 7 aprile 2011 Iscrizioni Albo professionale Paolo Pedrazzini Cancellazioni Albo Professionale Dario Gusmeroli
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Iscrizioni Registro praticanti Alessandro Pola Cancellazioni Albo Professionale Luca Brambilla
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La cerimonia di premiazione dei geometri del Collegio di Mantova
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o scorso 6 maggio si è svolta a Villa Schiarino di Porto Mantovano (Mn) la cerimonia di premiazione degli iscritti: sono stati premiati i geometri neo-iscritti all’Albo, ai blocchi di partenza per intraprendere questa professione e i geometri veterani che hanno raggiunto il traguardo dei 40, 50 e 60 anni di iscrizione all’Albo dedicati alla professione.
In occasione della cerimonia sono stati consegnati gli attestati predisposti dal CNGeGL, per avere partecipato in qualità di verificatore di Agibilità dei fabbricati danneggiati dal sisma nel territorio della provincia di L’Aquila ai geometri Massimo Zanardi, Giampaolo Lucchini, Stefano Culpo, Giovanni Arvati e Guido Aldrighi. Era presente alla manifesta-
I colleghi premiati NEO ISCRITTI
40 ANNI DI ISCRIZIONE
01 Devid Baracca
01 Nerio Bitturini
02 Luca Boccaletti
02 Costantino Bombonati
03 Francesca Calvi
03 Fernando Mondadori
04 Francesca Carra
04 Gian Battista Ruzzenenti
05 Antonio Caterisano
05 Giorgio Storti
06 Lara Cecchin
06 Giuliano Veronesi
07 Mattia Compri
07 Enrico Virgili
08 Francesco De Negri
08 Luigi Schiroli
09 Antonio Fabozzi 10 Ciro Ferri
50 ANNI DI ISCRIZIONE
11 Alessandro Foroni
01 Achille Artioli
12 Ivano Gazzola
02 Dante Gandolfi
13 Greta Guion
03 Claudio Panizza
14 Paolo Laurenti
04 Mario Schiroli
15 Leonardo Malucci 16 Stefano Marchini
60 ANNI DI ISCRIZIONE
17 Francesco Paolo Montacalvo
01 Luciano Codifava
18 Andrea Muratori 19 Loris Ruberti 20 Andrea Savi 21 Jacopo Storti 22 Vittorio Taverna
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zione l’onorevole Marco Carra, oltre ad autorità locali: prof. Maurizio Fontanili (Presidente Provincia di Mantova), Carlo Romano (Consigliere comunale di Mantova), dott. Angelo Andretti (Vice Sindaco del Comune di Porto Mantovano), dott. Danilo Pilotti (Comandante VVFF di Mantova), prof. Marco Bonora (I.T.G. “C. D’Arco”), prof. Gianni Ferioli (I.T.G. “G. Galilei”), prof. Ri-
naldo Zanetti (I.T.G. “C. Ferrini”), ing. Francesco Marino (Capo Reparto Gestione banche dati A.d.T. Provincia di Mantova) e rappresentanti Regionale e Nazionale della nostra categoria. Il Consiglio ringrazia tutti i colleghi che hanno partecipato alla manifestazione e il personale della segreteria signore Anna, Luisa e Patrizia per l’impegno prestato. ❑
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DAL COLLEGIO DI MANTOVA Nella pagina di sinistra: il geom. Fausto Amadasi, Presidente della Cassa Italiana Previdenza e Assistenza Geometri
In questa pagina, sopra: il Consiglio Direttivo del Collegio di Mantova. Sotto: i geometri neo-iscritti premiati
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GEOLOGIA Alfredo Gaspari
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l rilievo Laserscan di una parete rocciosa agevola l’acquisizione non solo di dati topografici utili durante la progettazione e le simulazioni di caduta massi, ma anche per la raccolta dei dati sulle famiglie di discontinuità della parete rocciosa e le dimensioni dei massi e blocchi instabili sulla parete. La caratteristica strumentale più importate per questi tipi di rilievi è la portata massima, perciò lo scanner laser normalmente impiegato è un RIEGL modello 420i che misura coordinate polari, cioè angoli verticali e orizzontali e la distanza, determinata tramite la misurazione del tempo di volo tra lo sparo
Descrizione del rilievo geomorfologico di un versante roccioso instabile del laser e il suo ritorno. Tutte queste misurazioni hanno una portata senza mira riflettente di oltre 1km, e vengono effettuate fino a 12.000 volte al secondo con precisioni tra 5mm e 10 mm. Lo scanner viene collegato a un PC dove sono salvati i dati. Il laser clase 1 ha un diametro di 3cm e durante la scansione lo strumento riesce a sovrapporre l'area di impatto del laser con quelle adiacenti, risultando colpita l'intera superficie. Questa ridondanza insieme al fatto che con il software di gestione possiamo scegliere per ogni battuta tra il primo e l'ultimo ritorno del laser (Figura 1) ci permette di ricuperare dati del terreno e
Figura 1
uno strumento di rilievo con diverse applicazioni topografiche, architettoniche, ingegneristiche e anche in geologia: rilievi di fenomeni franosi, gallerie, tunnel, cave, rilievi geostrutturali di versanti rocciosi e monitoraggi. Di seguito presentiamo una veloce descrizione di un rilievo geomorfologico laserscanner del versante roccioso soprastante la strada comunale di fronte al parcheggio del Castel
R
oncolo, nel comune di Bolzano, svolto nel 2009 per la messa in sicurezza della parete rocciosa in seguito a diversi eventi d'instabilità. Questo lavoro rappresenta un esempio pratico di questa metodologia, la quale è stata applicata in altre situazioni critiche presenti sul territorio nazionale. Figura 2
* Dott. ing. agr., libero professionista, Steinegg (Bz), mail: info@inggaspari.it 78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
della roccia anche in presenza del fogliame (Immagine 2). Tutte queste caratteristiche rendono lo scanner
Il rilievo della intera area (Figura 3) è stato realizzato da 8 diverse angolazioni per ridurre al minimo le zone di ombra. Le nuvole di punti con coordinate 3D e informazione del colore RGB sono state montate e georeferenziate nel sistema di coordinate UTM-WCS84. I punti georeferenziati sono stati filtrati e classificati in terreno e vegetazione, quindi con il primo gruppo abbiamo realizzato un modello digitale del terreno ai fini della restituzione topografica del versante (Figura 4). In base ai dati Laserscan si sono rilevati 263 giaciture, anche di zone difficilmente accessibili (strapiombi), quindi questa informazione viene riportata nel diagramma dei poli e sono individuate le principali famiglie dei giunti (Figura 5). Siccome i risultati del rilievo indicavano non solo l’orientazione dei giunti (direzione
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GEOLOGIA Figura 1: origine dei diversi ritorni del laser Figura 2: sezione della nuvola di punti del versante. In presenza di vegetazione una porzione di luce arriva al terreno rilevando la morfologia.
Figura 3: vista del versante oggetto di studio. Figura 4: restituzione CAD topografica Figura 5: diagramma polare
Figura 3
dâ&#x20AC;&#x2122;immersione / inclinazione) ma anche la loro posizione assoluta georeferenziata, si poteva calcolare la spaziatura tra i giunti della stessa famiglia e mediante un software statistico viene calcolato il volume roccioso unitario ed il suo scarto quadratico medio. I dati geomorfologici insieme al modello digitale dettagliato che mostrano i tetti ed i piani di scivolamento e rimbalzo presenti sulla parete, ci hanno permesso di individuare i blocchi e le zone di instabilitĂ critiche. Questi sono stati digitalmente isolati, quindi chiusi internamente con la informazione dei giunti e dei piani di scivolamento determinando il volume (Figura 6). Con il supporto di tutte queste informazioni il geologo incaricato ha potuto de-
Figura 5
cidere in modo obiettivo gli interventi necessari per la messa in sicurezza del ver-
sante risultando un insieme di soluzioni (chiodature, reti, panelli, reti a fune, ecc.).
Una volta definito il progetto grazie alla restituzione tridimensionale dell'insieme si
Figura 4
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GEOLOGIA Figura 6: dati del volume e il piano di scivolamento per ogni blocco. Figura 7: restituzione tridimensionale degli interventi.
è potuto verificare per ciascun chiodo la lunghezza necessaria per l'ancoraggio, computare per le reti ed i panelli la superficie tridimensionale reale e calcolare per le funi la lunghezza totale (Figura 7). Conclusioni I rilievi laserscanner vanno oltre la topografia classica, permettendo di ricavare in modo tempestivo ed affidabile un vero data base geomorfologico. L'elaborazione geologica di questi dati può essere un prezioso supporto alla verifica, alla progettazione ed al computo metrico degli interventi per la messa in sicurezza di versanti rocciosi instabili. â?&#x2018;
Figura 7
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Figura 6
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CONDOMINIO Da “Tutto su… il condominio” (Corriereconomia) vol. 2
Condominio, novità in arrivo Parte seconda. Segue dal n. 2/2011, pagina 86
Ascensore La disciplina dell’ascensore, seguendo un consolidato indirizzo giurisprudenziale, viene assimilata, relativamente alle spese di manutenzione e ricostruzione, a quella delle scale. Scale e ascensori, pertanto, sono mantenuti e ricostruiti dai proprietari delle unità immobiliari a cui servono. Il criterio di ripartizione della spesa è rimasto invariato: metà in ragione del valore della singola unità immobiliare, e l’altra metà in misura proporzionale all’altezza di ciascun piano dal suolo. Assemblea Attribuzioni Le attribuzioni dell’assemblea sono state incrementate. Quest’organo, infatti, potrà autorizzare l’amministratore a collaborare a progetti territoriali promossi dalle istituzioni locali per migliorare la qualità della vita e la sicurezza della zona, anche mediante la preventiva raccolta di dati relativi ai bisogni e alle esigenze di lavoro di residenti e abitanti. Convocazione Avviso di convocazione. Rimane invariato il termine entro il quale l’avviso di convocazione dev’essere comunicato ai destinatari: almeno 5 giorni prima della data fissata per l’assemblea (di prima convocazione, precisa la nuova norma, aggiungendo che nell’avviso vanno specificati il luogo e l’ora della riunione). È stato però introdotto un termine più lungo (20 giorni) se l’assem82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
blea è chiamata a deliberare la sostituzione o la modifica di parti comuni, o taluno degli interventi elencati nel terzo comma dell’articolo 1120 del Codice civile: per esempio superamento delle barriere architettoniche, contenimento dei consumi energetici. L’omessa, tardiva o incompleta convocazione dei condomini comporta l’annullabilità delle delibere eventualmente adottate, su iniziativa dei condomini dissenzienti o assenti perché non ritualmente convocati. Vi sono dei casi in cui l’avviso di convocazione dev’essere inviato anche all’usufruttuario (v. Voto, Usufruttuario). Pluralità di riunioni L’amministratore, se prevede che i lavori dell’assemblea non possano esaurirsi in un’unica riunione, può fissare più riunioni consecutive, convocando i condomini con un unico avviso nel quale siano indicate le ulteriori date e ore di eventuale prosecuzione dei lavori dell’assemblea validamente costituitasi.Questa prassi è stata da tempo ammessa dalla giurisprudenza. Seconda convocazione Fermo restando che l’assemblea in seconda convocazione non può tenersi nello stesso giorno solare della prima (non è detto, però, che fra prima e seconda convocazione debbano necessariamente trascorrere almeno 24 ore, come peraltro già affermato dalla giurisprudenza), è
stato modificato il quorum richiesto per l’approvazione delle delibere adottate in seconda convocazione: voto favorevole della maggioranza degli intervenuti (anziché un terzo dei partecipanti al condominio); invariati, invece, i millesimi rappresntati: devono essere pari ad almeno un terzo del valore dell’edificio (in pratica 334 millesimi). Invariato anche il termine massimo entro il quale si deve tenere l’assemblea di seconda convocazione: non oltre dieci giorni dalla prima. Costituzione L’assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita con l’intervento di tanti condomini che rappresentino i due terzi del valore dell’edificio (667 millesimi) e la maggioranza dei partecipanti al condominio (anziché i due terzi dei partecipanti, come nel vecchio testo). Quanto alla validità della costituzione in seconda convocazione, il Codice non prescrive alcuna maggioranza ma la Cassazione ritiene che essa debba essere quella richiesta per la validità di una delibera adottata in questa sede: maggioranza degli intervenuti (un terzo dei partecipanti al condominio prima della riforma), in rappresentanza di almeno 334 millesimi. Delibere Le delibere contrarie alla legge o al regolamento potranno essere impugnate non solo dai condomini assenti o dissenzienti, ma
anche da quelli che si fossero astenuti. Barriere architettoniche Ridotto il quorum per le delibere aventi per oggetto le opere e gli interventi volti al superamento delle barriere architettoniche; sarà infatti sufficiente il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di almeno 334 millesimi (attualmente è richiesta la maggioranza degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di almeno 500 millesimi, in prima convocazione, un terzo dei partecipanti al condominio in rappresentanza di almeno 334 millesimi in seconda convocazione); ciò, però, a condizione che l’assemblea venga convocata nel rispetto, se del caso, delle formalità e del termine di cui al secondo comma dell’articolo 1117-ter del Codice civile, e che la delibera rispetti la normativa del settore. Consiglio di condominio Può essere nominato dall’assemblea, in aggiunta all’amministratore. È composto da almeno tre condomini e ha funzioni consultive e di controllo. Conto corrente L’amministratore è obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi, nonché quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su un apposito conto corrente, postale o bancario, intestato al con-
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dominio, con estratto conto accessibile a ciscun condomino, che può anche estrarne copia a proprie spese. Delibere assembleari Se una delibera assembleare non viene eseguita, ciascun condomino, dopo aver diffidato l’amministratore o, in mancanza, il condomino eventualmente incaricato, può intraprenderne l’esecuzione decorsi inutilmente 30 giorni dalla comunicazione della diffida. Se entro tale termine l’amministratore si oppone per iscritto all’iniziativa del condomino, questi può chiedere l’autorizzazione del Tribunale, che sentite le parti provvede in via d’urgenza, disponendo anche in ordine alle modalità di esecuzione e alle relative spese. Destinazione d’uso Trascrizione Gli atti (incluse le delibere che hanno per oggetto le modificazioni delle destinazioni d’uso e le sostituzioni delle parti comuni) e le sentenze che hanno per oggetto modificazioni della proprietà o determinazioni o modificazioni delle destinazioni d’uso dei beni che si trovano nell’edificio devono essere resi pubblici mediante trascrizione. Tutela In caso di attività contraria alle destinazioni d’uso delle parti comuni o delle unità immobiliari di proprietà esclusiva, ciascun condomino o detentore a qualsiasi titolo
a ulteriori compensi.
(quindi anche il conduttore) può chiedere all’amministratore di intervenire mediante diffida e, in caso di mancata cessazione delle violazioni nonostante la diffida, chiedere all’amministratore di convocare l’assemblea. Decorsi trenta giorni dalla richiesta senza che sia stata convocata l’assemblea, il condomino può ricorrere al giudice, che provvede in via d’urgenza. Il giudice, qualora accerti la violazione della destinazione d’uso delle parti comuni o delle unità immobiliari di proprietà individuale, ordina la cessazione dell’attività e la rimessione delle cose in pristino; inoltre, fatto salvo il risarcimento del danno, può condannare il responsabile al pagamento di un’ulteriore somma di denaro in favore del condominio, da deter-
minarsi tenendo conto della gravità della violazione, dell’incremento di valore, degli investimenti compiuti e dei benefici ricavati. Distanze La normativa sulle distanze legali non si applica al condominio se incompatibile con la condizione dei luoghi, tenuto conto dell’amenità, della comodità e di ogni altra caratteristica ambientale: principio, questo, da tempo sancito dalla giurisprudenza. Documentazione Alla cessazione dell’incarico l’amministratore è tenuto a consegnare tutta la documentazione in suo possesso riguardante il condominio e i singoli condomini, e a svolgere le attività urgenti al fine di evitare pregiudizi agli interessi comuni, senza diritto
Innovazioni Il quorum per l’approvazione delle innovazioni dirette al miglioramento o all’uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni è stato ridotto: sarà sufficiente, infatti, il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di almeno 500 millesimi, anziché quello della maggioranza dei partecipanti al condominio in rappresentanza di almeno 667 millesimi. Inoltre è stato introdotto un quorum ulteriormente ridotto (maggioranza degli intervenuti in rappresentanza di almeno 334 millesimi) per le delibere aventi per oggetto le opere e gli interventi diretti a migliorare la sicurezza e la salubrità dell’edificio e degli impianti, a eliminare le barriere architettoniche, a contenere i consumi energetici, a realizzare parcheggi e a favorire l’installazione di impianti centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo. Quest’ultimo quorum, però, è valido a condizione che l’assemblea sia stata convocata nel rispetto, se del caso, delle formalità e del termine di cui al secondo comma dell’articolo 1117-ter del Codice civile, e che la delibera rispetti la normativa del settore. Il condomino interessato all’adozione di taluna delle delibere sopra indicate deve coIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 83
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municare all’amministratore il contenuto specifico e le modalità degli interventi proposti, e questi deve convocare l’assemblea entro 30 giorni.
dice civile se la divisione può avvenire in parti corrispondenti ai diritti di ciascuno, rispettando la destinazione e senza pregiudicare il valore delle unità immobiliari.
Lastrico solare di uso esclusivo Al concorso dei due terzi della spesa dovranno contribuire tutti i condomini, essendo stato abrogato l’inciso «o della parte di questo a cui il lastrico solare serve». Millesimi I millesimi potranno essere riveduti o modificati soltanto all’unanimità. In alcuni casi l’assemblea potrà, anche nell’interesse di un solo condomino, deliberare la revisione o la modifica dei millesimi con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti, in rappresentanza di almeno 334 millesimi. Ecco i casi individuati: 1. quando risulta che sono conseguenze di un errore di calcolo materiale; 2. quando, per le mutate condizioni di una parte dell’edificio, in conseguenza di sopraelevazione, di incremento di superfici, di modificazione delle destinazioni d’uso o di incremento o diminuzione delle unità immobiliari, è alterato per più di un quinto il valore proporzionale dell’unità immobiliare anche di un solo condomino. Opere Il condomino non può, nell’unità immobiliare di sua 84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
proprietà o nelle parti comuni di cui si sia riservata la proprietà o l’uso esclusivo, eseguire opere o modifiche, o variare la destinazione d’uso indicata nel titolo, ancorché consentite dalle norme edilizie, se ne deriva danno alle parti comuni o individuali, o ne diminuisce notevolmente il godimento o il valore, o reca pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al decoro architettonico dell’edificio. In ogni caso ne deve dare preventiva notizia all’amministratore che ne riferisce all’assemblea. In mancanza di dettagliate informazioni sul contenuto specifico e sulle modalità di esecuzione, l’amministratore può, previa diffida, rivolgersi all’autorità giudiziaria che provvede in via d’urgenza ai sensi dell’articolo 1171 del Codice civile. Parcheggio Ridotto il quorum per la realizzazione di parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari: sarà infatti sufficiente il voto favo-
revole della maggioranza degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di almeno 334 millesimi (anziché 500), a condizione, però, che la relativa assemble a venga convocata nel rispetto, se del caso, delle forma e del termine stabiliti dal secondo comma dell’articolo 1117-ter del Codice civile, e che la delibera rispetti la normativa del settore. Parti comuni dell’edificio Elencazione La riformulazione dell’articolo 1117 del Codice civile si caratterizza per un’elencazione più dettagliata delle parti comuni: fra queste gli impianti radiotelevisivi centralizzati, anche da satellite o via cavo. Indivisibilità Le parti comuni dell’edificio non sono soggette a divisione, a meno che le stesse siano state sottratte all’uso comune per effetto di una delibera adottata ai sensi dell’articolo 1117-ter del Co-
Sostituzione e modifica La sostituzione delle parti comuni o la modifica della loro destinazione d’uso, se ne è cessata l’utilità o è altrimenti realizzale l’interesse comune, può essere approvata dall’assemblea con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti, in rappresentanza di almeno 667 millesimi. La delibera deve essere adottata, pena nullità, con atto pubblico. La convocazione di questo tipo di assemblea dev’essere effettuata mediante raccomandata con avviso di ricevimento (o equivalenti mezzi telematici) almeno 20 giorni liberi prima della data di convocazione, e deve rimanere affissa per almeno trenta giorni consecutivi nei locali di maggior uso comune o negli spazi a tal fine destinati. Usucapione Gli atti che comportano il godimento esclusivo di parti comuni, salvo prova contraria, si presumono tollerati dagli altri condomini; da ciò deriva che tali atti, salvo non si dimostri il contrario, non possono essere posti a fondamento del possesso e quindi (ricorrendone gli altri presupposti) dell’usucapione del bene comune. (Fine seconda puntata)
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CONDOMINIO Francesco Ganda
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e sussistono dei vizi negli immobili è importante che i singoli condomini agiscano in modo diretto per rilevare i danni sui loro beni esclusivi. Osserviamo il caso di un giardino pensile, le cui guaine non sono più efficienti e lasciano passare l’acqua nel sottostante garage. Il caso è condominiale? Il caso va trattato con diligenza impegnando le due parti a trattare l’argomento in modo da addivenire alla conclusione che la faccenda non riguarda il condominio, ma i rapporti tra due persone. Qualora nella zona di tale giardino passasse una tubazione condominiale e fosse rotta, in questo caso il condominio deve intervenire diversamente: la spesa andrà suddivisa in base al Codice civile tra le parti in comunione. Si tenga presente che il costruttore passati dieci anni, per danni di questo tipo, non è più responsabile in quanto la garanzia – art. 1669 – è decaduta. L’articolo 1130 del Codice civile fissa le attribuzioni dell’amministratore e fra queste vi è quella di compiere atti conservativi dei diritti inerenti alle parti comuni dell’edificio. L’amministratore ha quindi il potere di agire, se necessario, anche in via giudiziale ed anche a prescindere da una delibera dell’assemblea per la tutela di parti comuni da atti di trasgressione che siano fatti da terzi. La giurisprudenza afferma che tra gli atti conservativi che l’amministratore può 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Parti esclusive e danni
compiere vi è quello di far valere contro il costruttore dell’edificio la garanzia prevista dall’articolo 1669 del Codice civile. Secondo questa norma il costruttore dell’edificio risponde dei gravi vizi dell’immobile costruito fino a dieci anni dopo la sua costruzione, che il vizio sia denunciato al costruttore entro un anno dalla scoperta e che entro un anno dalla denuncia si proceda a far valere il diritto, sia da colui che lo ha acquistato, sia da un altro precedente proprietario. Tra i soggetti che non sono contraenti del costruttore, che pure hanno il diritto di promuovere questa azione, vi è l’amministratore del condominio; egli ha il diritto
di far valere i vizi di cui sia affetto l’immobile nelle parti comuni, anche quando i danni completamente causati si ripercuotono poi nelle proprietà individuali. Tuttavia egli non ha il potere di agire per ottenere il risarcimento di danni che ineriscono strettamente alle parti esclusive. Pertanto in caso di esistenza di vizi negli immobili e di azioni che siano state effettuate dall’amministratore nell’interesse del condominio, è molto importante che i condomini agiscano personalmente per far constatare i vizi quando questi sono riferiti alle loro proprietà esclusive. L’effetto, in caso di omissione, è quello di vedersi dichiarare decaduti dalla possibilità di far
valere la garanzia da perte del giudice. Portiamo ad esempio la seguente sentenza: «La legittimazione dell’amministratore del condominio dal lato passivo ai sensi dell’articolo 1131, comma 2 del Codice civile non incontra limiti e sussiste, anche in ordine all’interposizione d’ogni mezzo di gravame che si renda eventualmente necessario, in relazione ad ogni tipo d’azione, anche reale o possessoria, promossa nei confronti del condominio da terzi o dal singolo condomino (trovando un tanto ragione nell’esigenza di facilitare l’evocazione in giudizio del condominio, quale ente di gestione sfornito di personalità giuridica distinta da quella dei singoli condomini) in ordine alle parti comuni dello stabile condominiale. Ne consegue che, in presenza di domanda di condanna all’eliminazione d’opere, ai fini della pregiudiziale decisione concernente la “negatoria servitutis” non è necessaria l’integrazione del contraddittorio, dalla legge non richiesta per tale tipo di pronunzia, che bene è pertanto resa nei confronti del condominio che è rappresentato dall’amministratore, dovendo in tal caso essere essa intesa quale “utilitas” afferente all’intero edificio condominiale e non già alle singole proprietà esclusive dei condomini. (Cassazione civile, sez. II, 10 novembre 2010). ❑
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La Leonessa e il tricolore: Brescia durante il Risorgimento - 3 Vittorio Nichilo
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a storia portò molti eroi del Risorgimento a Brescia ma chi furono i Bresciani eroi nel Risorgimento? E soprattutto cosa voleva dire essere un eroe dell’epopea esaltata da molti, criticata da altri, indifferente a nessuno che è il cammino della nostra Unità nazionale? Un eroe prima di diventare quel qualcuno buono per titolarci piazze, monumenti e scuole è stato un uomo, vissuto cercando di incarnare 1861 - 2011 coerentemente un’idea, 150° anniversario spesso non capito dai suoi Unità d’Italia contemporanei, la cui fine, non di rado violenta, è solo l’inizio di una disputa sul valore della sua figura prima di arrivare ad una santificazione postuma soggetta a varie interpretazioni. Esemplare dunque diventa per noi bresciani il patriota risorgimentale Tito Speri, in grado di suscitare entusiasmi, sospetti, odi in vita e da morto ammirazione, contese sulla sua eredità spirituale e venerazione. Fino a non molti decenni fa Tito Speri era uno di quei personaggi che faceva parte della cultura bresciana popolare tramandata da padre a figlio, da nonno a nipote, come i “licinsì”, la palla elastica o la “stria dai set peten” e queste righe sarebbero state una chiosa magari dotta ma inutile. Oggi però è di qualche utilità ricordare o scoprire chi fosse quello che per molti bresciani è un signor nessuno o al massimo quel tizio col cappello da alpino su un monumento in centro città. Poche righe anche per capire le vite postume di questo nostro patriota. Tito Speri, classe 1825, è stato uno degli strateghi che, con don Pietro Boifava da Serle, difese la nostra città nelle Dieci giornate del 1849 durante la rivolta contro gli Asburgo; Speri sarebbe stato impiccato a Mantova il 3 marzo 1853, nell’ambito di un’indagine austriaca che portò sulla forca anche don Enrico Tazzoli e quelli che poi furono definiti i martiri di Belfiore. Chi fu però l’uomo Tito Speri e da dove partì, dato che tutti i grandi viaggi cominciano sempre con un primo passo. Ed i primi passi, significativi, li compiamo, di solito, in famiglia. Era figlio di Giovan Battista, un apprezzato artista e restauratore, che in gioventù era stato un soldato nell’esercito napoleonico, molto legato alla famiglia Lechi. Non a caso un fratello di Tito si sarebbe chiamato Teodoro, come uno dei generali Lechi che militarono con di Bonaparte. Non casuale soprattutto la predilezione del patriota, fin da giovanissimo per e88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
sercizi di scherma e di balistica, compiuti con gli amici grazie ad un cannoncino nel vicolo di casa Speri: le vicende dell’Armée di Napoleone sentite raccontare dal padre dovettero avere una presa notevole sul ragazzo, come per altro il forte sentimento di avversione all’Austria, una costante che univa molti reduci bonapartisti. Brillante studente nelle scuole a san Barnaba, avrà per compagni diversi tra i nomi destinati a brillare nelle successive vicende risorgimentali bresciani come, uno su tutti, Lucio Fiorentini. Costante anche la sua ispirazione religiosa: sarà maestro a 18 anni nella scuola festiva di san Domenico fondata da Clemente di Rosa e nel 1846 entrerà in seminario, vocazione per altro tormentata e guardata con tiepidezza dai superiori. Don Tagliaferri, allora rettore dell’istituto di formazione per sacerdoti, sottolineò come «aveva scelto quella strada più per l’opportunità che gli veniva offerta di continuare gli studi che per vera vocazione». Il giudizio tranciante del religioso sicuramente andava a mettere in evidenza un dato di fatto: orfano di padre, aveva tentato di proseguire il liceo classico cittadino, avendo professori eccelsi come Giuseppe Gallia, salvo poi dirottare sul seminario e quindi al liceo di Lodi, fondamentale per la sua maturazione patriottica. Limitare la religiosità di Tito Speri ad un fatto di opportunismo sarebbe tuttavia semplificare una personalità che fu estremamente frastagliata. Sul patibolo dopo aver baciato il crocefisso disse «Vengo a Voi mio Dio, vengo a Voi Gesù mio. Ricevetemi in Paradiso». E se queste potevano essere parole dettate dalla prossimità della morte, indicative quelle scritte in carcere poco tempo prima in cui sospirava di «volare finalmente nelle braccia di Colui dal quale sono disceso […] Io non vado alla forca bensì alle nozze». Questa componente religiosa in un patriota che sarebbe diventato un deciso mazziniano dopo le Dieci giornate, quindi di fatto un anticlericale nella coscienza dell’epoca accese il dibattito anche nelle manifestazioni e nelle rievocazioni che di lui si fecero dopo l’Unità. Nello scontro tra liberali e cattolici, infiammato dalla conquista di Roma, le ricorrenze delle Dieci giornate sarebbero diventate poi esplosive, con i cattolici a sostenere il ruolo avuto da figure come padre Malvestiti o la pietà di un Tito Speri e di un Boifava mentre la parte avversa, come il giornale “Farfarello” tuonava «Portano alle stelle Tito Speri quale giovane religioso […] come va che quando doveva essere appiccato il vostro vescovo si rifiutò di firmare la supplica all’imperatore perché gli fosse concessa la grazia della vita?». Anche la sua partecipazione alla Prima guerra di Indipendenza e le successive vicende che lo avrebbero portato sugli spalti di Belfiore divisero contemporanei e storici. Si arruolò nel battaglione degli studenti e nel 1848 partecipò alla marcia su Mantova, città per lui fatale. Era un entusiasta per l’aria di rivolta che torna a respirarsi nella primavera del 1849; questo ardore è però giudicato con cautela
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tanto dagli organizzatori dell’insurrezione che vedono come questo impegno e passione «han del fanatico» quanto dalla polizia austriaca che lo scheda come «uno dei più attivi ed ardenti capi della guardia nazionale». Combatté con Boifava nelle giornate che vedranno Brescia cercare di scrollarsi il giogo austriaco ma riesce a mantenersi clemente anche nel-
l’impeto della battaglia, salvando la vita a dei nemici, rocambolesco, sfugge alla cattura lanciando soldi ai suoi inseguitori, lucidamente critico, ammettendo che «il nemico fa bene la guerra perché obbedisce al comando di uno solo». Ripiegherà poi in Svizzera, a Lugano, con il nome di Antonio Bianchini, a Torino e quindi, nel gennaio del 1850 a Brescia. IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 89
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Tito Speri I «Èl me scüse! – èl gh’ha dit, secónd l’üsanza, èl bòja ’n dèl mitìga al còl èl las. «Tràtem dè amico, e mèt èl cör èn pas – èl ghè rispónd; pò ’l varda ’n lontananza come chi spète argü che ria da n’viaz e ’l slónga j-öcc e ’l cönta la distanza e finalmènt èl vèd chè la speranza chè ’l ghia ’n dèl cör l’è dré pèr averàs. Qui darà vita, lui un tempo con per legna/ Tito Speri ghe la insegna». Il nopassioni monarchiche, ad un sotstro patriota per altro era stato Cos’âràl vést?… L’Italia liberada?… tocomitato mazziniano. Sarà atpoeta in suo, con “Igeraldo e o fórse la sò póera Fortünina tivo nella propaganda e nell’adScomburga”, romanzo del secolo chè la vignìa a compagnàl dè là? destramento dei volontari, poco XI, un romanzo storico. Chi fu Tito sopra i Campiani di Collebeato. Speri? Un patriota nell’accezione Gh’éra miga dè sul chèla matina, Anche in questo frangente Speri romantica del termine ovvero otma sö la bèla fàcia ilüminada riuscirà ad essere la famosa pietra tocentesca, un uomo capace di gh’éra sö ’l sul dè la felicità. testata d’angolo, oggetto di ammislanci che la nostra sensibilità derazione e divisione. Tra i mazzifinirebbe eccessivi, capace di inniani ad esempio serpeggia il sonamorarsi con idee capaci di scalII spetto di tradimento, di uno Speri dare il cuore e l’azione, cosa che doppiogiochista, spia dell’Aul’aveva portato ad essere prima Pò ’l-ha basat i précc, èl s’è lussat stria, elemento che avrebbe spiemonarchico e poi mazziniano, i guancc, e ’l-è montat söl traböchèl gato, ai contemporanei, la breve sempre e prima di tutti sulle barrico’ la grazia d’ön spus inamorat durata dell’esilio svizzero dopo le cate. E come un eroe romantico chè va a ’l-altar a benedì ’l-anèl. Dieci giornate ed altre leggerezze era bello, come ci ricorda un suo con l’Austria che ad altri sarebbero ritratto dagherrotipo, amato dalle E, ’ntat chè ’l boja ’l ghè leàa ’l sgabèl: costate molto. Lo stesso storico Odonne, come quella Fortunata «Signur, vègne con Vó – ’l-ha sospirat – dorici senza mezzi termini nel suo Gallina o Angiolina Ferretti, èn Paradis…», e ’n dèl mancàga ’l fiat diario, descrivendo una nuova madre, sembra, di Marziale, l’u’l-ha serat j-öcc e ’l-è dientat piö bèl. serie di arresti della polizia impenico figlio nato il giorno dopo la riale, chiosava «Nuovi arresti prosua esecuzione; come un eroe di La séra, nat zó ’l sul, gh’è ignit du òm babilmente per le deposizioni Foscolo, lo scrittore mito per la gee i ’l-ha sotrat cói àlter lé pèr tèra dello Speri che dopo le Dieci giornerazione dello Speri, aveva comsenza crus, senza cassa e senza nòm. nate mostrò un’incongruenza di battuto da ribelle per valori assocarattere, un ambiguità di conluti, cosa che sublimò ulteriorPò i gha cargat le furche, èl sgabelòt, dotta da far sospettare di lui». Tra mente la sua persona e, non ulle trè córde, la vanga e la leéra, coloro che chiesero la grazia per il timo, era morto giovane: con il e j-è turnacc a Màntoa… e buna nòt!!! patriota ci sarebbe stato poi quel senno del poi, un predestinato a Mazzoldi direttore del periodico diventare un eroe. La sua aura riAngelo Canossi austriacante e questo in un moverberò a lungo sulla Brescianità: da “Congedo”, I e II sonetto mento dove le cose o erano ne fece un personaggio di prima bianche o erano nere non fece che grandezza il poeta Angelo Canossi accrescere i sospetti, esacerbando e ferendo profonda- e a Tito Speri fu titolata una divisione partigiana delle mente Speri anche in carcere. Il suo corpo ritornò a Brescia Fiamme Verdi. solo nel 1867, accolto a porta Venezia il 15 giugno da una Indicativo anche l’uso censurato e distorto che se ne fece grande folla, per esser poi depositato al cimitero monu- durante il fascismo. Tralasciando la titolazione di un sommentale, dopo un discorso di Giuseppe Zanardelli. Fu su- mergibile, di varie organizzazioni e di un fascio rionale a Brebito un fiorire, seppur tra divisioni, della memoria di questo scia, Speri divenne un simbolo anche per il ventennio. Ma patriota. Nel 1878 il comune poneva una lapide sulla sua a- come? Dal 1938 si era inoltre alleati con quel tedesco, con bitazione, tuttora esistente, in via Moretto, poco prima di “l’alman” che fino ad allora era stato il nemico atavico delle piazzetta sant’Alessandro. Il 2 settembre 1888, la Società nostre genti, si erano andati a rimodellare termini ed obietReduci della patrie battaglie inaugurava il monumento o- tivi: la barbarie tedesca era diventata l’epica e generica ripera di Domenico Ghidoni in quella che ora è piazzetta Tito bellione allo straniero e Speri un precursore del volontaSperi. Significativa la vicenda di un termine della targa di rismo bresciano in tutte le guerre. questo monumento: Tito era definito “glorioso delin❑ quente”, termine poi passato al più aulico “ribelle” durante il fascismo, nel 1936. Copiosa la letteratura dedicata allo Speri, che consisteva tanto in studi quanto in testi popolari e dialettali: circolava un ritornello che recitava «Garibaldi l’va 90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
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Strade bresciane da brivido Franco Robecchi
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epoca delle strade ardite e panoramiche è probabilmente finita ed è un capitolo affascinante e altamente godibile dell’arditezza costruttiva che viene archiviato. Le strade che corrono su pendii collinari o su erte pareti di montagne hanno sempre consentito al viaggiatore di godere straordinarie vedute sulle valli e le pianure, su burroni e su laghi, su vasti orizzonti marini o su orride gole a precipizio. Queste strade nacquero ovviamente per necessità e furono il frutto, spesso, di complessi progetti, di pericolosi cantieri, di audaci imprese umane e tecniche. Furono percorse da viaggiatori refrattari a qualunque sentimentalismo romanticoide, intenti com’erano a condurre trasporti rischiosi e faticosi, nel sudore e nel freddo, badando a merci preziose, delle quali avevano la respon-
sabilità. Fra ansia e imprecazioni vi era poco spazio mentale per il godimento del paesaggio. Immaginiamo, ad esempio, la grande strada dello Stelvio, proprio costruita da un ingegnere bresciano, Carlo Donegani, con un progetto del 1820. La strada, un capolavoro di ardimento costruttivo, resa nota da mitiche tappe del Giro d’Italia e da Fausto Coppi in primis, fu inaugurata nel 1825: 1300 metri di dislivello da Bormio al passo, 1800 metri di discesa dal passo a Prato allo Stelvio. I tornanti sono quaranta sul versante italiano e quarantotto su quello che un tempo era Tirolo austriaco e oggi Alto Adige. Chi volesse percorrere la strada con spirito leggero e non afflitto da impegni potrebbe gustare il rarefarsi dell’aria nel sommarsi delle quote, di fronte alla distesa tersa di monti digradanti che si rincorrono vero le valli. Il concetto di 1
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CULTURA 1. La vecchia Via Mala della Val di Scalve 2. La straordinaria strada dello Stelvio, progettata da un ingegnere bresciano all’inizio dell’Ottocento
“panoramico” è frutto di tempi che hanno allentato la presa della necessità, lasciando spazio a sensazioni voluttuarie, figlie del tempo libero e della gratuità delle motivazioni. Le strade nate per necessità, arrampicate su rocce e pendii scoscesi, lungo le coste marine o lacustri, iniziarono ad essere segnalate, per le loro virtù emozionanti, solo a partire dalla prima metà dell’Ottocento, a romantici in cerca di sensazioni forti, alla ricerca del “sublime”, annidato nell’orrido della natura ammaliante e tenebrosa. La necessità divenne, quindi, anche opportunità estetica ed emotiva, esperienza psicologica e occasione di contemplazione della natura ma, contemporaneamente, di orgoglio per il genio umano che quella natura piega e ammira. Fra le strade bresciane alcune si prestavano ad esibire suggestioni di grande respiro panoramico, grazie alla va2 rietà dell’ambiente locale, ricco di montagne, di valli, di laghi. La più antica era, forse, la cosiddetta via Valeriana, che si vuole di formazione romana. Era l’unico percorso collegante il Bresciano con la Valcamonica, da Ome a Pisogne, salendo sulle montagne che si trovano fra Marone e Zone. La vista sul Lago d’Iseo è stupenda, ma non sappiamo se questa virtù fosse apprezzata. Gli antichi Romani avevano un gusto per la scenografia panoramica certamente simile al nostro e probabilmente anche gli antichi Greci, se si vuole trarre una ovvia deduzione dall’impianto di teatri come quelli di Taormina o Siracusa, che, dai pendii collinari si affacciano sul mare. Quanto ai Romani, non vi è una domus al cospetto del Tirreno che non abbia scelto uno dei più seducenti balconi che si presentino all’estremità di qualche promontorio. La cosiddetta Villa di Catullo di Sirmione porta in casa nostra la più elevata e raffinata sensibilità panoramica dei
nostri progenitori, con una residenza romana incastonata su un balcone panoramico tra i più suggestivi del mondo. Le strade bresciane dotate di virtù maliarde non mancano, o, sarebbe meglio dire, non mancavano. La via che collega Breno e Bienno con Bagolino, appartiene certamente a questa nobile famiglia, tra Monte Maniva e Passo Crocedomini fra Bazena e Lago della Vacca, fra la “strada sterrata più alta d’Europa” e le Valli Adamé e Salarno. Non possiamo peraltro dimenticare la splendida Via Mala, che nella Valle di Scalve, collega Dezzo con Angolo, con 13 chilometri che chiamare danteschi è dire poco, almeno quando, sino a qualche decina d’anni fa, la via era tutta come nacque: incastrata fra rocce e stalattiti di ghiaccio, a sbalzo sul precipizio sul torrente Dezzo o incuneata nella fessura
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CULTURA 3.-7. Immagini relative alla strada del Ponale e al suo ideatore: Giacomo Cis
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della parete di pietra. Poi la modernizzazione e le gallerie della sicurezza hanno tarpato la magia della Via Mala. La strada ha delle curiose affinità con un’altra grande via dalla panoramicità, nel territorio pressoché bresciano, anche se ufficialmente in area trentina. Ma siamo appena al di là del confine e in area che i Bresciani conoscono bene e frequentano da secoli. La strada è quella del Ponale, che dalla Val di Ledro scende, anzi, si può dire, precipita, nel Lago di Garda di Riva di Trento. Entrambe le strade nacquero nel clima di iniziative che un maturo Regno Lombardo Veneto apriva all’economia commerciale, anche coinvolgendo iniziative e capitali privati. Siamo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta dell’Ottocento, in situazioni che quasi prescindono dal pure fatale mutamento politico, che portò alla nascita dello stato italiano. In quei due decenni vide la luce 94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
la più importante e pionieristica ferrovia d’Italia, la Milano Venezia. Fu in quegli anni che fu costruita anche la prima strada che consentì un collegamento facile fra il territorio bresciano meridionale e la Valcamonica, sino allora raggiungibile faticosamente, via terra, attraverso la citata via Valeriana, oppure per via d’acqua, attraverso il Lago d’Iseo. La strada costiera, da Marone a Pisogne, costruita negli anni Cinquanta del XIX secolo, costituì una delle grandi imprese ingegneristiche e anche uno dei gioielli paesaggistici fra le vie bresciane. L’altra, grande impresa stradale, sarebbe stata costituita dalla Gardesana occidentale, ma per essa si sarebbero dovuti attendere gli anni Trenta del secolo successivo. La splendida strada del Benaco ebbe, però una precorritrice avventura costruttiva, audacissima e, come nel caso della Via Mala, nata per iniziativa privata. Nel caso della
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CULTURA 8. (Alla pagina seguente) Veduta della parete rocciosa del Garda occidentale, incredibilmente intagliata da due strade. In basso si intravede la strada Gardesana occidentale e, intagliata, in alto, la strada del Ponale. (Foto di Luigi Petrazzoli)
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Val di Scalve il protagonista facitore, fra il 1860 e il 1864, fu il sacerdote Pietro Boffetti, che si diede un gran da fare per procurare denaro e approvazioni, infine incaricando del progetto lâ&#x20AC;&#x2122;ingegner Fiorini, di Darfo. Nel caso della rampa del torrente Ponale il creatore fu un altro privato cittadino: Giacomo Cis, di Bezzecca. Il Cis era nato nel 1782 e, seppure di umili origini, fece fortuna nel commercio, tanto da poter impalmare una nobile di Trento. Giunto alla conclusione della sua carriera, il Cis volle dare corpo ad una sua vecchia aspirazione, quella di collegare con una strada la Valle di Ledro a Riva del Garda e quindi collegare questa cittadina con il territorio bresciano, attraverso Tiarno e il Lago dâ&#x20AC;&#x2122;Idro. Anche in questo caso, ricordo che, allora, non esisteva alcun collegamento costiero fra Gargnano e Riva. IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 95
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Giacomo Cis, pensò la strada negli anni Quaranta, ma poté dare un avvio concreto alla straordinaria impresa solo dopo i sommovimenti del ricorrente, quanto velleitario e nocivo rivoluzinarismo, del 1848. Si dovevano percorrere circa tre chilometri superando un dislivello di 550 metri con la pendenza media del 4,5%. Affidato il progetto ad un ingegnere di Pergine, la strada fu strappata al precipizio della roccia, con intagli in parete, degni di acrobati scalatori. La strada fu aperta nel 1851. Quando ancora era possibile percorrerla con la “corriera” che scendeva verso Riva, era meglio augurarsi di non essere seduti al finestrino del lato destro. In molte curve, che spesso era possibile eseguire solo con un arresto e una manovra di retromarcia, l’occhio che avesse osato guardare oltre il vetro non vedeva, sotto il bordo della carrozzeria, altro che il lago, poiché la ruota del pullman era più interna della fiancata e la prospettiva non consentiva di vedere neppure il basso muretto che isolava il veicolo dal baratro, nel quale sembrava di essere in procinto di precipitare. La strada offriva, prima degli interventi che hanno creato una via alternativa, causandone l’abbandono, una delle esperienze più sconvolgenti e attraenti del territorio gravitante sul Bresciano. Certamente ad essa si ispirò l’ingegner Cozzaglio, quando alla fine degli anni Venti del secolo scorso, dovette palpare metro per metro le pareti di roccia che strapiombano sul Garda per vedere dove piantare i chiodi di un cantiere pensile, appeso alla parete, dove si sarebbe scolpita la Gardesana occidentale. Un comitato ha ottenuto di recuperare la vecchia strada del Ponale almeno come percorso ciclabile, perché non vada persa la spettacolarità di 96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
un terrazzo in movimento, a picco sul Garda. La si può, quindi, ancora percorrere, anche se con minore fiato sospeso, magari dopo aver pranzato nel ristorante di Tremosine, sospeso nel vuoto, in verticale sulle acque del lago di Garda, che sta svariate centinaia di metri al di sotto. Altro che stress psicofisico dei macchinari di Gardaland! Le strade con carattere fortemente panoramico, si diceva, sono in via di estinzione. I mezzi tecnici di costruzione, e il livello economico generale, hanno ormai, da tempo, reso competitiva la soluzione in galleria, per le strade poste in luoghi impervi. La sicurezza è andata a discapito della suggestione. La stessa Gardesana occidentale non è più quella di un tempo, con danno della godibilità. La costiera del Lago d’Iseo è stata abbandonata da decenni, a vantaggio di una strada moderna, più sicura, che ha ancora alcuni risvolti paesaggistici, ma in generale è costituita da una serie deprimente e anche preoccupante di gallerie. Per chi deve percorrere la strada, magari quotidianamente e per impellenti ragioni di lavoro, certo è meglio la depressione di gallerie fumose, ma con un percorso abbreviato e lineare, dell’estetica di una serpeggiante e stretta via a lago. Tuttavia vi sono componenti, non ultima quella altrettanto seria del turismo, che dovrebbero tenere in conto anche l’estetica paesaggistica dei tracciati stradali, secondo il principio secondo cui non sempre il problema sta solo nel raggiungere il più velocemente possibile la meta, ma anche nel godersi il viaggio. ❑
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ETICA PROFESSIONALE Guido Maffioletti
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quello diffusamente divulgatoci dai media attraverso i loro annunci spocchiosi e ingannevoli riguardo ai nostri interessi economici. Il libero professionista, quale lavoratore autonomo, nella sua essenzialità, oltre al proprio agire, deve conoscere con chi ha a che fare nel mondo del lavoro. Nel mondo dei furbastri e dei furbetti dove ci capita sempre più spesso di operare, la tentazione di mandare tutto all’aria e di conformarci all’andazzo generale,
Il mondo di B. Bat.
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Il mercato fasullo
ci pressa incessantemente da ogni dove e ci induce ad adeguarci al volere dominante. La nostra deontologia non è più di moda, ci dicono, ma i loro usi e costumi sono in auge nei rapporti interpersonali sia pubblici che privati. Alcune autorità pubbliche, religiose e di casta, tentano di ripristinare un ordine antico, ma ottengono solo biasimo e indifferenza. Noi, conosciuti a livello individuale, partecipiamo inconsciamente al declino della nostra professione, ma
a volte tentiamo di far sopravvivere qualcosa che ancora ci riguarda tutti, e ora, da neo pensionati, tentiamo di non perderlo. Il nostro gruzzoletto formato in anni di lavoro individuale, ci è stato creato dalla preveggenza dei nostri predecessori, attraverso la Cassa italiana dei geometri. La sua difesa ed il suo eventuale incremento è affidato alla nostra esperienza in campo economico. Sino al giorno che si tocca l’importo relativo alla propria pensione accreditatoci sul conto bancario perso-
nale, quasi non ci si crede, eppure qualcuno ha lavorato per noi e per il nostro futuro. Ora tocca a noi investirlo in modo appropriato alle nostre aspettative. Amici e conoscenti si prodigano in consigli spesso contrastanti, ma noi, novelli capitalisti, non ci lasciamo coinvolgere dal mondo finanziario e pretendiamo di farci da soli la nostra esperienza, e così caschiamo nelle trappole dell’incompetenza. Dopo i primi incidenti di percorso, ci si decide ad
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informarsi adeguatamente e si inizia a leggere i giornali specializzati in materia e a confrontarci con chi ne sa più di noi, e qui scopriamo il mondo del rating, dal default dal rischio e di qualche altra diavoleria. Abituati da anni alla tasca destra, sinistra e portafoglio, dato che la vita affannosa non ci permetteva di riflettere sul nostro futuro economico,questo inconsueto linguaggio ci sprona a conoscerlo meglio e le spiegazioni attraverso i grafici e i logaritmi ci aiutano a familiarizzare con i significati palesi e occulti propinatici. Non essendo esperti in comprensione di bilanci, in genere, ci affidiamo ai picchi e agli abissi visualizzati nella stesura degli algoritmi geometrici, ripescando nella nostra memoria scolastica sia Pitagora che Einstein. Questi esercizi quotidiani ci introducono in una realtà diversa da quella dove contano i numeri, perché qua contano le percentuali in più e in meno. Le formule algebriche riemergono dal nostro profondo e ci aiutano a capire meglio il senso della vita vista nel contesto finanziario ed economico. Non conta più il quanto come accumulo di capitale, ma il quanto come disponibilità di esso, in funzione di un servizio che si vuol ottenere attraverso la sua governabilità nel tempo. La lettura del grafico è fatta in modo dinamico al fine di individuarne il trend a una settimana, a un mese, a due
al massimo, dandoci la possibilità di correggere il peso del capitale investito in modo diversificato in azione e in obbligazioni, secondo le indicazioni del mercato borsistico. Luigi Zingales ha così sintetizzato: «Ciò che rende l’economia di mercato superiore a ogni alternativa non è la saggezza e la lungimiranza delle persone in posizione di potere, ma la flessibilità
che il sistema possiede nel correggere gli errori, cambiando i vertici aziendali o deprivandoli delle risorse per continuare. La genialità dell’economia di mercato è proprio quella di trasformare una comunità di persone con limitate capacità in un sistema con un’intelligenza superiore. Per funzionare, questo meccanismo di “trial and error” si basa sulla competizione e
sulla buona corporate governace. La competizione depriva di risorse le imprese inefficienti, costringendole a cambiare o morire. La buona corporate governace aiuta le imprese inefficienti a cambiare, evitando loro di morire». Ora che siamo arrivati alla pensione, potremmo provarci e così dare una mano concreta ai nostri giovani colleghi. ❑
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TEMPO LIBERO Silvio Maruffi
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ulla di nuovo sotto il sole”: è il commento più appropriato al recente torneo di tennis che si è appena concluso in quel di Cellatica. Il nulla di nuovo può essere inteso in senso positivo se si riferisce al vincitore, il bravo Fabbri, che si è laureato nuovamente campione provinciale (lo era stato anni fa) prevalendo non senza fatica sul coriaceo Giribuola che il torneo l’aveva vinto l’anno scorso. Il nulla di nuovo può essere inteso in senso positivo se si rileva che i quattro semifinalisti fanno parte di quel gruppo ormai consolidato che, alternandosi nelle varie posizioni, raggiunge i primi posti della classifica; capa-
cità personali unite ad una costante applicazione sono gli elementi che permettono di ottenere continuità di risultati. Il nulla di nuovo può essere 100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Auspicando la partecipazione di nuovi atleti, concluso il torneo di tennis per geometri inteso viceversa in senso negativo, perché, purtroppo, non si sono visti volti nuovi che siano riusciti ad inserirsi nel gruppo di cui sopra; ogni anno si affacciano alla ribalta tre o quattro giovani (o semigiovani) ma è raro che riescano ad emergere o, quando lo fanno, pensano bene di seguire altre strade professionali ed abbandonare la categoria; onore quindi ai soliti noti anche se con un anno in più. I nomi dei semifinalisti del torneo di singolare sono in ordine Fabbri, Giribuola, Pagani e Trainini. Di Fabbri ho già detto: è nuovamente il campione come lo era già stato nel 2008; nel corso degli anni Fabbri ha affrontato avversari diversi per arrivare alle
posizioni di vertice e anche quando non ha prevalso ha venduto cara la pelle, sempre pronto ad approfittare di qualsiasi passaggio a vuoto degli avversari.
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Di Giribuola si può dire che pur essendo all’altezza di Fabbri è stato tradito da uno dei suoi non infrequenti passaggi a vuoto che ne cararatterizzano l’azione e che avversari tenaci e smaliziati colgono in pieno. Di Pagani si possono rimarcare le doti del vero sportivo: tennista provetto, ma anche sciatore (discesista e fondista all’occorrenza per il bene del Collegio) e a quanto racconta lui stesso anche tenace ciclista; onore al merito; se poi il figlio, futuro geometra, sull’onda dello spirito paterno volesse e potesse in futuro rinverdire i ranghi dei geometri sarebbe il benvenuto. Di Trainini sono da rimarcare la serietà, la tenacia e l’impegno con cui affronta tutte le competizioni anche a carattere nazionale per conto del Collegio. Al di fuori dei magnifici quattro di questa edizione del torneo un particolare cenno va fatto su Alberti: un graditissimo ritorno il suo:
l’anima ed il protagonista delle vittorie bresciane in campo nazionale negli anni scorsi ha ripreso l’attività agonistica dopo un lungo e tormentato periodo di forzata assenza per problemi fisici che hanno intaccato la sua qualità atletica; la partecipazione al torneo con risultati soddisfacenti non può che far piacere a tutti i geometri bresciani appassionati di questa disciplina che si augurano a breve una ripresa “totale” dell’attività agonistica.
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l discorso sul torneo di doppio si presta a considerazioni di ben altro genere: innanzi tutto, e qui parlo per i non addetti ai lavori, si deve precisare che la formula adottata da parecchi anni è quella del “doppio giallo” che tale non è soltanto per il sorteggio degli accoppiamenti che prevedono un atleta giudicato “forte” con un altro giudicato “debole”, ma che permette il rientro in competi-
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TEMPO LIBERO Foto 1 - Alcuni partecipanti al doppio giallo. Foto 2 - Bosio-Willi Gares, la Madrina del torneo, FabbriGiribuola. Foto 3 - Fabbri, vincitore del singolare. Foto 4 - Giribuola, finalista del singolare. Foto 5 - I vincitori del doppio giallo, Bosio e Willi Gares
“misteriose ombre o poca luce” hanno mandato all’aria tutte le previsioni; di contro in doppio, luce solare permettendo, ha conquistato il massimo alloro; il suo bravo compagno è uno di quei seminuovi partecipanti (si era già visto l’anno scorso) che devono aspirare ad inserirsi nelle posizioni di vertice. Mi meriterei certamente una maledizione se non menzionassi i finalisti del doppio; di Giri-buola si è già detto, ma una menzione particolare va a Zaila, che dall’alto della sua veneranda ètà (era il
In chiusura due annotazioni: se tutto filerà liscio prima dell’uscita delle presenti note potrebbe essersi già disputato un incontro interprofessionale contro gli ingegneri bresciani, che hanno appena completato il loro terzo torneo di tennis provinciale (i geometri lo disputano ininterrottamente da più di quaranta anni). A settembre si svolgeranno ad Asti i campionati nazionali; tempi ed organizzazione delle gare e delle manifestazioni di contorno sono oltremodo invitanti: i
meno giovane partecipante del torneo) sa ottenere in ogni caso lusinghieri risultati. Un ultimo e non per questo meno sentito cenno per il capitano non giocatore (per un infortunio da cui si è già ripreso) Renzo Platto che come sempre ha organizzato in modo impeccabile il torneo, superando non poche previste ed impreviste difficoltà.
geometri bresciani che, oltre ad essere stati tra i promotori della competizione hanno onorato con la loro partecipazione (a volte vittoriosa) la manifestazione, si preparano a raggiungere Asti possibilmente in buon numero per far valere le loro capacità. ❑
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zione di alcuni perdenti, anche questo a sorteggio, o la partecipazione anche di chi si è presentato in ritardo all’appuntamento della competizione. Lo scopo principale del doppio giallo è quello di riunire tutti i partecipanti al torneo che dopo una mattinata di sport celebrano vittorie e sconfitte con un incontro conviviale che è il degno coronamento della
manifestazione sportiva. Tornando al risultato si deve rilevare che la coppia vincente è quella formata da Willi Gares e da Bosio; di Willi si sa ormai tutto: “genio e sregolatezza”; quest’anno era accreditato più che in passato tra i protagonisti al vertice del torneo in quanto sembra che si fosse impegnato con continuità nell’attività agonistica, il suo ritiro nel corso del singolare per
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TEMPO LIBERO Pietro Miglioli
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ome ormai è consuetudine anche quest’anno è stata organizzata dal Collegio geometri di Brescia la gara di tiro al piattello, che si è svolta sul campo di tiro a
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Tiro al piattello per geometri al “Conca verde” di Lonato
volo “Concaverde” di Lonato, uno dei migliori campi di gara a livello mondiale, sia come struttura, sia come organizzazione in un contesto ameno e di grande prestigio.
La partecipazione dei colleghi non è stata delle più affollate, anche se – dato positivo – vi hanno preso parte anche due giovani geometri di recente iscritti all’Albo. La gara si è svolta in un clima
di cordialità e di sincera amicizia, animata comunque da uno spiccato spirito agonistico. Non è il caso di pubblicare la classifica, in quanto la vittoria è da attribuirsi a tutti i partecipanti che, con la loro presenza, hanno contribuito alla realizzazione dell’incontro conclusosi come si conviene in simili circostanze: intorno a una tavola imbandita. Per il futuro è auspicabile una partecipazione più consistente: l’invito è rivolto in particolare ai giovani che sono il futuro della nostra categoria. Con l’augurio di un “in bocca al lupo” e un arrivederci al prossimo anno, desideriamo far giungere alla signora Luisa il nostro ringraziamento più vivo per la cortesia e la disponibilità che mette sempre a disposizione. ❑
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Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri. Decreto Legislativo 3 dicembre 2010 n. 205 Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttiva (G.U. 10 dicembre 2010 n. 288 Supplemento Ord. n. 269/L) (In vigore dal 25 dicembre 2010) Disciplina delle terre e rocce da scavo Stralcio … Ai sensi dell’art. 185, comma 1 lett. c), non si applica la parte IV del D.legvo 152/2006 per il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione a patto che venga riutilizzato ai fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato… omissis… Modalità per depositi temporanei … Il decreto tratta inoltre … - Coordinamento con sistema di tracciabilità dei rifiuti SISTRI - Responsabilità della gestione dei rifiuti - Regime Sanzionatorio Decreto Ministero Economia e Finanze 3 febbraio 2011 (G.U. 9 febbraio 2011 n. 32) Dichiarazione e versamento dei contributi dovuti alla Cassa Italiana di previdenza ed assistenza geometri. Per effetto della convenzione stipulata fra il Ministero e la Cipag dal 2011 la determinazione dei contributi soggettivo e integrativo da corrispondere alla Cassa verrà determinato all’interno del Modello Unico 2011 nello specifico quadro “R”, il versamento dovrà essere effettuato tramite Mod. F24 accise; potranno essere effettuate compensazioni con i crediti Irpef ecc. Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n. 28 (G.U. 28 marzo 2011 n. 71 Supplemento Ordinario n. 81) Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/Ce e 2003/30/CE (in vigore dal 29 marzo 2011). Il decreto tratta, tra l’altro… Regimi autorizzatori (semplificati) per la costruzione di impianti a fonte rinnovabili l’autorizzazione unica – la nuova procedura semplificata- la comunicazione d7attività di edilizia libera… Fonti rinnovabili per edifici nuovi e ristrutturati…soglie previste Premi volumetrici per maggiori coperture dei consumi di calore,
elettricità ecc. Modifica del modulo della certificazione energetica con nuova clausola attestante ricevuta da parte del conduttore o acquirente. Decreto Legislativo 14 marzo 2011 n. 23 Con la pubblicazione del decreto sulla G.U. del 23 marzo 2011 entra definitivamente a regime la “cedolare secca” sui redditi di locazione di immobili ad uso abitativo, con specifiche modalità attuative. Notizie sull’argomento possono essere reperite anche nel Provvedimento Agenzia Entrate 7 aprile 2011 prot. 2011/55394. Decreto Ministero Lavoro e Politiche Sociali 11 aprile 2011 (G.U. 29 aprile 2011 n. 98 Supplemento Ordinario n.111) Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All.VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo. Il decreto definisce i criteri per l’abilitazione di soggetti pubblici e privati che possono occuparsi delle verifiche e delle modalità di effettuazione delle medesime in ordine al controllo sulla sicurezza, a carico del datore di lavoro, delle attrezzature di cui all’art. 71 del D.legvo 81/2008. Decreto Ministero Lavoro e Politiche Sociali 4 febbraio 2011 (G.U. 11 aprile 2011 n. 83) Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all’art. 82, comma 1), lett. C) del Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 e successive modifiche e integrazioni(in vigore dal 26 aprile 2011). Il decreto regolamenta il settore dei lavori elettrici sotto tensione in relazione alle particolari metodologie dei lavori da adottare, nonché alla particolare professionalità, e la definizione dei criteri per il rilascio alle aziende di autorizzazioni ad effettuare lavori su parti in tensione. Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 18 febbraio 2011 (G.U. 28 febbraio 2011 n. 48) Disposizioni per i direttori ed i responsabili dell’esercizio e relativi sostituti e per gli assistenti tecnici preposti ai servizi di pubblico trasporto, effettuato mediante impianti funicolari aerei e terrestri, ascensori verticali ed inclinati, scale mobili, marciapiedi mobili, montascale, piattaforme elevatrici ed impianti assimilati (in vigore dal 15 marzo 2011). Provvedimento Agenzia Territorio 19 aprile 2011 n. 24826 Attribuzione della rendita presunta ai sensi dell’art.19, comma 10 del decreto-legge 31 maggio 2010 n.78, convertito con modificazioni dalla Legge 30 luglio 2010 n.122, e determinazione degli oneri da porre a carico dei soggetti interessati.
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a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Impossibilità di reperimento autorimesse Mi trovo a dover fare un cambio di destinazione d’uso da deposito agricolo a civile abitazione, di un edificio esistente situato in una zona edificabile, ovviamente dovrei reperire 1 mq di autorimessa ogni 10 mc di edificio che ha subito il cambio di destinazione d’uso. La mia domanda è: se io sono impossibilitato a reperire la superficie minima richiesta come parcamento, come posso fare? è possibile chiedere la monetizzazione di quest’area? a quale legge posso fare riferimento? geom. R.G. La domanda pone una serie di approfondimenti e altrettante risposte. 1. Nei nuclei di antica formazione e nelle adiacenti zone di completamento è fattibile trovare ancora fabbricati rurali che non siano più utilizzati ad uso agricolo e che, in base a recenti disposizioni legislative devono essere accatastati all’urbano (termine ultimo: 30 aprile 2011). 2. gli interventi da eseguire sul fabbricato oggetto del mutamento della destinazione d’uso configurano tra quelli di ristrutturazione edilizia ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lettera c), del Dpr n. 380 del 2001, in quanto tali interventi portano ad un organismo in tutto o in parte diverso dal precedente. A questo proposito è necessario precisare quanto segue: a) la ristrutturazione edilizia è soggetta a contributo di costruzione, non solo degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione, ma dell’eventuale maggior somma tra gli oneri di urbanizzazione (primari e secondari) dovuti per la destinazione residenziale rispetto a quella agricola (articolo 44, comma 12, della legge regionale Lombardia n. 12 del 2005); b) la ristrutturazione edilizia è subordinata a permesso di costruire secondo la norma sopra richiamata, ma può essere proposta anche con Dia (Superdia) sostitutiva del permesso di costruire (articolo 41, comma 1, L.R. n. 12/2005); c) di norma la ristrutturazione edilizia non è soggetta al reperimento delle aree a parcheggio in quanto la norma generale (articolo 41 - sexies della legge n. 1150 del 1942) dispone che «nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbano essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad 1 mq per ogni 10 mc di costruzione»; 3) relativamente al solo problema del reperimento delle aree a parcheggio, è opportuno però precisare: a) spesso i PRG o i PGT contengono norme che prescrivono l’obbligo di reperimento di aree di parcheggio, in ambiti edificabili, qualora gli interventi di ristrutturazione edilizia incidano sull’incremento del fondo insediativo; b) le amministrazioni comunali nel predisporre i propri strumenti urbanistici, consapevoli del fatto che talvolta le ristrutturazioni edilizie, specialmente nei casi di mutamenti di destinazione d’uso che determinano unità immobiliari nuove a cui corrispondono esigenze di parcheggi, obbligano gli interessati a reperire spazi di sosta e parcheggi pertinenziali, fissano i parametri a cui attenersi, non necessariamente quelli stabiliti dalla norma generale sopra 106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
citata. Spesso le norme stabiliscono parametri diversi quali, ad esempio, uno spazio di mq 25 per ogni unità immobiliare; c) se le NTA dello strumento urbanistico generale prescrivono l’obbligo di reperimento, in genere, prevedono pure, nel caso di impossibilità tecnica dimostrata, di far monetizzare l’area non reperita; d) l’eventuale monetizzazione non viene però stabilita dalle norme, bensì attraverso una sorta di perizia in stima dell’UTC che, solitamente, fa riferimento al costo base di costruzione per metro quadrato di spazio per parcheggio da reperire. Queste somme sono destinate alla realizzazione di prcheggi da parte del Comune; 4. non ci sono quindi delle leggi specifiche alle quali far riferimento per la monetizzazione delle aree di parcheggio pertinenziali. Come sopra detto, in assenza di disposizioni normative specifiche di attuazione dello strumento urbanistico locale, gli spazi di parcheggio non sono dovuti per gli interventi di ristrutturazione edilizia, anche con cambio di destinazione d’uso. Diversamente, se le norme lo prescrivono, devono essere reperite nella misura fissata dal PRG o PGT, ovvero, essere monetizzate all’interno della procedura edilizia (p.d.c. o Dia). geom. Alfredo Dellaglio
Variazioni catastali Se in una unità immobilare urbana classificata catastalmente come C1 il quale parte è adibito a superficie di vendita (bar) e parte a servizi ed accessori vengono svolte opere in modo da creare due servizi on luogo dell’esistente lasciando, naturalmente inalterata la superficie 46 mq… è necessaria la variazione catastale? visto che in ogni caso prima la parte a sevizi ed accessori era divisa in tre spazi ed anche ora sono tre spazi solo che uno spazio varia da deposito a servizio igienico? geom. R.G. Le modifiche degli immobili che determinano la variazione della categoria, della classe e della consistenza catastale di un immobile abbisognano della relativa variazione catastale. Questa posizione ra già stata assunta in passato dal ministero in occasione del primo condono edilizio del 1985 in base al quale il Catasto aveva emanato la circolare n. 3/3405/1989 con la quale sosteneva tale posizione in ragione delle innumerevoli richieste di sanatorie edilizie minori che implicavano conseguentemente altrettante variazioni catastali a cura del Catasto. Tutto è rimasto inalterato fino all’emanazione delle norme relative alla riorganizzazione delle cosiddette “case fantasma”. La norma in argomento, infatti, impone di accatastare gli immobili abusivi, quelli realizzati in difformità dal titolo abitativo e quelli oggetto di modifiche o variazioni. Queste ipotesi impongono, di fatto, un nuovo classamento, ovvero, una variazione catastale. Le modifiche o le variazioni edilizie dell’unità immobiliare che determinano, come abbiamo già detto, una diversa categoria catastale,
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ovvero una diversa classe o consistenza catastale, debbono essere perfezionate presso l’Agenzia del Territorio. Ne consegue, quindi, di verificare le suddette condizioni al fine di stabilire o meno l’obbligo della variazione catastale. geom. Antonio Gnecchi
Realizzazione autorimessa quale parcheggio pertinenziale Se realizzo un’autorimessa a confine il Comune può chiedrmi il pagamento degli oneri? l’aumento del volume è minore del 20% e l’autorimessa è parificata a opera di urbanizzazione primaria… o c’è qualcosa che mi sfugge? geom. R.G. La realizzazione di una autorimessa, in Lombardia, ai sensi dell’articolo 69 della legge regionale n. 12 del 2005, quale parcheggio pertinenziale, realizzata anche in eccedenza rispetto alla quota minima richiesta per legge, costituisce opera di urbanizzazione e il relativo titolo abitativo è gratuito. geom. Antonio Gnecchi
Differenza tra Dichiarazione di inizio attività e Denuncia di inizio attività La definizione “dichiarazione di inizio attività” prende origine dall’articolo 19 della legge n. 241 del 1990 che ha portato, a seguito della sua evoluzione, all’applicazione della Scia, anche in edilizia. La Dia è, invece, un titolo abilitativo che si rinviene all’interno sia del Testo Unico dell’edilizia approvato con Dpr 6 giugno 2001, n. 380, sia nella legge regionale della Lombardia n. 12 del 2005 (articoli 41 e 42). Dopo un primo momento di incertezza, il ministero per la Semplificazione Normativa, con nota del 16 settembre2010 ha avuto modo di delineare l’esatto ambito di operatività della Scia in campo edilizio. Nell’ottobre 2010 anche la Regione Lombardia ha emanato un comunicato con il quale esprime una sua valutazione sulla Scia introdotta dall’articolo 49 del decreto legge n. 78 del 2010. Nello stesso si ribadisce l’applicabilità della nuova disciplina anche in edilizia chiarendo che la Scia può sostituire solo la Dia “ordinaria”, non anche la Dia alternativa al permesso di costruire (Superdia) e più precisamente per i seguenti interventi edilizi: 1. interventi di manutenzione straordinaria non liberalizzati, ovvero eccedenti rispetto alla previsione di cui all’articolo 6, comma 2, lettera a), del Dpr 380/2001; 2. interventi di restauro e rissanamento conservativo; 3.interventi di ristrutturazione “leggera”, ovvero non rientranti nella fattispecie di cui all’articolo 10, comma 1, lettera c), Dpr 380/2001. La stessa Regione Lombardia, con il Comunicato della Direzione Generale Territorio e Urbanistica dell’8 ottobre, ha ribadito l’applicabilità della Scia all’edilizia per gli interventi sopra precisati.
Entrambe le note sono a conoscenza dei Comuni, i quali non possono esimersi dall’accettare la Scia in luogo della Dia. Ciò non toglie, però, che i committenti (e i professionisti) presentino la Dia per gli stessi interventi, determinando un diverso tipo di procedura e di responsabilità. Si tenga conto inoltre che la stessa Regione Lombardia, proprio in merito all’articolo 19 della legge n. 241/1990, ha inviato a tutti i Comuni della Lombardia, le prime indicazioni applicative (16 marzo 2001, n. D1.2011.2356 prot.), con le quali ribadisce ulteriormente l’applicabilità della Scia al settore edilizio, specificando le attività sopra richiamate. geom. Antonio Gnecchi
Legge 10/91 Dovrei fare un cambio d’uso da garage a negozio di vicinato in cui verrà installata una stufa a pellet con potenza < 15 Kw; posso evitare di redigere la l. 10/91 e se in caso contrario devo verificare solamente le superfici disperdenti nuove (sostituisco la basculante con vetrate) mentre le pareti esistenti non sono oggetto di opere (ma non rientrano nelle verifiche). geom. T.M. Innanzi tutto bisogna chiedersi se sia possibile trasformare il garage in negozio. Questo mutamento di destinazione d’uso dve, in primo luogo, essere conforme alla disciplina urbanistica locale. Deve, inoltre, avere requisiti igienico-edilizi (quali, ad esempio, l’altezza di m 2,70, Rai a norma del RCI), e magari la dotazione di parcheggi in base all’eventuale disciplina sul commercio contenuta nelle NTA dello strumento urbanistico generale. Non ritengo che la semplice trasformazione da garage a negozio implichi la presentazione di progetto di contenimento energetico (D.lgs. n. 192/2005 5 D.lgs.311/2006) in quanto la tipologia dell’intervento edilizio proposto, riguarda solo l’installazione di un impianto di riscaldamento, che deve rispettare le norme e i parametri prescritti per gli impianti termici. Non mi sembra però che l’installazione di una stufa a pellet possa costituire un impianto atto al risparmio energetico ai sensi di legge. Peraltro la stufa dovrebbe essere dotata di filtro e avere uno scarico all’esterno che rispetti le norme in materia di emeissioni in atmosfera (vedi Regolamento locale d’igiene). Si tenga conto che, se non si mettono in atto gli accorgimenti tecnici di cui sopra, in Lombardia vige una disposizione che vieta, in territori a quota inferiore a 300 m s.l.m. di utilizzare fuochi o stufe a fiamma libera. geom. Antonio Gnecchi
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Aggiornamento Albo
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 16 maggio 2011 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6121
Carioni Bernardo
Crema (Cr) 15/10/1969
25030 Paratico (Bs) via Mazzini 44/A int. 15
6122
Gandolfi Luca
San Remo (Im) 28/15/1973
25133 Brescia via Sguas 37
6123
Ceresetti Roberta
Brescia 17/10/1978
25055 Pisogne (Bs) via Castrino 9
6124
Franzelli Loris
Orzinuovi (Bs) 25/06/1983
25030 Roccafranca (Bs) via Donizetti 39
6125
Bolis Stefano
Brescia 19/08/1987
25126 Brescia via Violino di Sopra 128/B
6126
Bozzoni Chiara
Orzinuovi (Bs) 02/02/1988
25027 Quinzano d’Oglio via Adamello 8
6127
Mosca David
Manerbio (Bs) 03/11/1984
25026 Pontevico (Bs) via Padri Giuseppini 42
su trasf.da Cremona)
(su trasferimento da Imperia)
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 20 gennaio 2011 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
964
Rovato (Bs) 11/10/1936
25039 Travagliato (Bs) via Gramsci 12/14
Decesso
Gritti Angelo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 marzo 2011 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
280
Brescia 13/10/1919
25123 Brescia via Varisco 11
Decesso
Rezzola Lorenzo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 10 aprile 2011 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
2415
Brescia 07/11/1951
25079 Vobarno (Bs) via Campagnola 1
Decesso
Rizza Raffaele
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 16 maggio 2011 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Motivo
25080 Manerba d./Garda (Bs) vicolo del Poggio 6
Dimissioni
3995
Bettoni Valerio
1694
Monti Martinengo Gianpaolo Brescia 09/01/1943
25121 Brescia via Gramsci 24
Dimissioni
3056
Moreschi Aldo
Brescia 22/01/1957
25080 Botticino (Bs) via F. Carini 62
Dimissioni
5488
Tiboni Mauro
Salò (Bs) 24/06/1968
25079 Vobarno (Bs) via Nalmase 4
Dimissioni
2929
Zannella Valter
Roma 20/11/1948
25086 Rezzato (Bs) via Michelangelo 1/A
Dimissioni
110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Salò (Bs) 09/06/1958
Residenza
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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BRESCIA C.M.P. DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA
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IL GEOMETRA BRESCIANO
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IL GEOMETRA BRESCIANO
Anno XXXVI N. 3 maggio-giugno 2011
Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di
Cremona Lodi Mantova Sondrio
1861-2011 150° anniversario Unità d’Italia
Contiene I.R.
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