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Anno 5 · numero 3 · Maggio | Giugno 2013· Poste Italiane SPA - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1, Lo/MI - prezzo € 12 - abbonamento annuo € 60
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Direttore Responsabile Gaspare Vannicola Comitato Tecnico-Scientifico Coordinatore Dr. Isidoro Ruocco (email: cts@lineavita.org) Ing. Michele Marengo, Ing. Stefano Dalla Nora, Sig. Sandro Miari, Sig. Stefan Rossi, Sig. Giovanni Buffoli, Arch. Cesare Archetti Comitato Tecnico-Formativo Coordinatore: Gaspare Vannicola (email: ctf@lineavita.org) Cesare Arvetti, Leonardo Bajoni, Marco Bergamaschi, Giovanni Buffoli, Serena Capucci, Giordano Dalpiaz, Sebastian Gallmetzer, Albert Pincigher, Francesca Ruocco, Isidoro Ruocco, Luca Ruocco, Raffaele Scorza, Patrizio Sirtori, Mirko Zoppiroli. Direttore Editoriale Lorena Martinelli Comitato di Redazione Clementina Pigoni, Cristina Gallotti, Cinzia Bianchi, Lorena Martinelli, Eleonora Zoli, Gaspare Vannicola Proprietà EmmeV editoria & formazione sas Sede Legale: Via Doberdò, 22 Milano Tel. 02.36708805 – Fax. 02.36708803 e-mail: info@emmev.it sito: www.emmev.it
Sommario Maggio | Giugno 2013
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Editoriale
ALV associazione linea vita
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“Informazione, formazione e addestramento mirati all’utilizzo dei DPI anticaduta” a cura di Marco Bergamaschi
“ALV e la formazione per la salute e sicurezza dei lavoratori” a cura di Renato Pedrazzini
Speciale Edil 2013 Edil 2013: riferimento per l’edilizia del futuro
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Speciale Solarexpo
Registrazioni Camera di Commercio di Milano N.REA 1947743 P.IVA 07269590969 del 01/04/2011 N.ROC: 21011 del 06/04/2011 Registrazione del Tribunale n.390 del 18 settembre 2009
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Spazio confinato
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Psicologia del lavoro
a cura di Piergiorgio Frasca
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Verifiche elettriche
a cura di Luigi Cucchiararo
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La parola al legale
a cura di LML Avvocati Associati
Progetto grafico e impaginazione EmmeV editoria & formazione sas
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Stampa Publistampa Arti Grafiche via Dolomiti 36, Pergine Valsugana (TN) tel. 0461.511000 fax 0461.533914 www.publistampa.com
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Copyright La collaborazione è gradita, utile e gratuita. Tutti gli interessi sono invitati a mettersi in contatto con la redazione. I dattiloscritti, le fotografie, i disegni non si restituiscono anche se non vengono pubblicati. Le opinioni espresse dagli autori non impegnano la direzioni della rivista. La società editrice si riserva il diritto di non pubblicare e in ogni caso declina ogni responsabilità per possibili errori od omissioni nonché per eventuali danni risultanti dall’uso dell’informazione contenta nella rivista. Riprodurre parte dei testi è permesso evidenziando la fonte.
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a cura di Adriano Paolo Bacchetta
Gestire il rischio di esplosioni: l’importanza dei DPI Atex a cura di A + A Monferrato
Fondamenta della psicologia del lavoro a cura di Monica Mioccio
La manutenzione predittiva come strumento di profitto a cura di Tonino Ghetti
il Notiziario sulla Tutela della privacy Nel caso siano allegati alla rivista, o in essa contenuti, questionari oppure cartoline commerciali, si rende noto che i dati trasmessi verranno impiegati per i principali scopi di indagini di mercato e di contatto commerciale, ex D.L. 123/97. Nel caso che la rivista Le sia pervenuta in abbonamento, si rende noto che l’indirizzo in nostro possesso potrà venire impiegato anche per l’inoltro di altre riviste o di proposte commerciali. È in ogni caso diritto dell’interessato, in qualsiasi momento, richiedere la cancellazione, la rettifica o l’aggiornamento ai sensi della L.675/96
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Sicurezza: responsabilità, consapevolezza e partecipazione
a cura di Massimo Granchi e Riccardo Bozzo
Indumenti da lavoro e DPI: quale differenza?
a cura di Virginio Galimberti e Fabio Galimberti
editoriale
il Notiziario sulla
Sicurezza
a cura di Gaspare Vannicola
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Buongiorno care lettrici e cari lettori, la casa editrice EmmeV continua a partecipare alle fiere di settore per diffondere la cultura della sicurezza e a maggio presenzierà alla fiera Solarexpo di Milano, di sicuro interesse per il nostro Paese, così scarsamente provvisto di risorse minerarie. Ad oggi conviene installare il fotovoltaico a casa? Nel 2013 l’investimento casalingo nel fotovoltaico potrà ripagarsi da solo entro 4-8 anni, fornendo alle famiglie un ritorno economico interessante. I punti che danno maggiore rilevanza all’incentivo riguardano l’installazione di impianti di qualità (prodotti in Europa e destinati all’utenza domestica) soprattutto in previsione della rimozione di vecchie coperture in amianto, ma la vera novità riguarda le detrazioni fiscali: l’Agenzia delle Entrate ha infatti precisato che l’intervento di installazione del fotovoltaico può usufruire del bonus ristrutturazioni al 50% fino a giugno 2013. Ottima notizia che permette alle famiglie di scegliere tra i classici incentivi e le detrazioni. Alcuni si preoccupano della durata dei pannelli e del costo dello smaltimento a fine vita dell’impianto. In realtà i pannelli sono garantiti per durare più di 20 anni, mentre il problema dello smaltimento dei materiali usurati si dissolve di fronte all’obbligatorietà di adesione, da parte delle aziende costruttrici, a consorzi atti a offrire gratuitamente il servizio. Tra i tanti progetti nel campo del fotovoltaico, una soluzione particolarmente innovativa, soprattutto per le pubbliche amministrazioni, riguarda l’illuminazione stradale a costo zero. Si tratta di lampioni foto-eolici che, sfruttando congiuntamente sole e vento, ricaricano degli accumulatori in grado di far funzionare i classici impianti: ecco come una piccola trasformazione può dare vita a una grande innovazione. Il particolare pregio di questo sistema, utilizzabile anche in ambiti privati, riguarda la facilità e la rapidità di posa: si vengono infatti a eliminare alcune onerose fasi di lavoro - dalla progettazione allo smantellamento, dalla posa dei cavidotti al ripristino della sede stradale - ovviando alla difficoltà di illuminare zone non raggiungibili dall’approvvigionamento di rete. Dopo aver esaltato l’utilizzo delle energie rinnovabili, le domande che dobbiamo porci riguardano: chi installa gli impianti e , soprattutto, come vengono installati. Anche in questo caso la prevenzione contro le cadute dall’alto, tema centrale dell’Associazione Linea Vita, è argomento attinente. E’ assolutamente necessario, infatti, poter operare in sicurezza sia durante l’installazione che durante la manutenzione, anche in assenza di un obbligo normativo locale. Il D.Lgs.81 obbliga l’uso dei dispositivi anticaduta previsti dall’art.115 all’interno dei campi di applicazione previsti dall’art.105 (“Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota”): “le norme del presente capo si applicano alle attività che, da chiunque esercitate e alle quali siano addetti lavoratori subordinati o autonomi, concernono l’ esecuzione dei lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione, conservazione, risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la trasformazione, il rinnovamento o lo smantellamento di opere fisse, permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno o in altri materiali, comprese le linee e gli impianti elettrici, le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime, idroelettriche, di bonifica, sistemazione forestale e di sterro. Costituiscono, inoltre, lavori di costruzione edile o di ingegneria civile gli scavi ed il montaggio e lo smontaggio di elementi prefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o di ingegneria civile”. Ho ritenuto opportuno inserire integralmente la parte dell’art.105 relativo ai campi di applicazione per poterci rendere conto di quante categorie merceologiche siano effettivamente coinvolte nel settore lavori in quota, categorie che l’Associazione Linea Vita (ALV) vuole rappresentare cercando di dare una risposta concreta sia a livello istituzionale, sia a livello tecnico e giuridico, alle domande poste dagli operatori del settore, al fine di fornire le informazioni necessarie alla diffusione di una corretta cultura in materia di sicurezza e salute dei lavoratori.
Il Notiziario sulla Sicurezza Maggio
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Diventa socio ALV L’ISCRIZIONE DÀ DIRITTO A: Partecipare gratuitamente ai Convegni tecnici. Usufruire di riduzioni su seminari tecnici sulla sicurezza. Ricevere la Tessera Associativa di riconoscimento A.L.V.con password personale. Utilizzare (con username e password personale) il portale Linea Vita, sistema moderno e avanzato di comunicazione per accedere tempestivamente alle informazioni disponibili su tutti i temi della sicurezza con particolare attenzione ai sistemi anticaduta. Ricevere la rivista “Il Notiziario sulla Sicurezza” Rivista Bimestrale Tecnico Scientifica. Promuovere gratuitamente la propria professionalità evidenziandola con il link del proprio sito internet. Evidenziare gratuitamente la propria qualifica di RSSP/ASSP. Utilizzare il servizio informativo esclusivo per i soci “Esperto linea vita risponde” e “L’angolo del legale”. Possibilità di stipulare una polizza di copertura della responsabilità civile con brokers convenzionati con Linea Vita.
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Informazione, formazione e addestramento mirati all’utilizzo dei DPI anticaduta Il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro mette in evidenza che al datore di lavoro non basta dotare il lavoratore di idonei DPI anticaduta; è indispensabile che il lavoratore che opera a rischio caduta abbia determinate competenze che lo rendano capace di utilizzare tali DPI Nel D.Lgs. 81/08 è quindi riportato che al lavoratore che debba usare dei DPI di terza categoria, di cui i DPI anticaduta fanno parte, dovrà essere indirizzata una specifica attività di informazione, formazione e addestramento; queste tre fasi dell’acquisizione di nuove capacità da parte del lavoratore hanno evidentemente finalità ben distinte. L’obbligo di informazione è esplicitato nell’art.77 comma 4 lettera E) del D.Lgs. 81/08: “il datore di lavoro informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge”. L’informazione ha l’obiettivo di fornire conoscenze utili all’identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro; si vuole quindi far sì che il lavoratore abbia conoscenze in merito ai rischi lavorativi e alle misure introdotte per eliminarli o ridurli nella propria realtà lavorativa. Una persona informata non si può però considerare formata; qui entra in gioco l’obbligo di formazione all’utilizzo dei DPI previsto dall’art. 77 comma 4 lettera H) del D.Lgs. 81/08: “il datore di lavoro assicura una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specifi-
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co addestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico del DPI” La formazione, trattando argomenti specifici in maniera mirata, crea nella persona un bagaglio di conoscenze e risorse dal quale il lavoratore potrà attingere durante lo svolgimento delle sue mansioni; nel campo dei DPI anticaduta è indispensabile rendere il lavoratore capace di valutare elementi quali il fattore di caduta, l’effetto pendolo, il tirante d’aria e di fargli apprendere le caratteristiche e le modalità di utilizzo dei DPI presenti nella sua dotazione. Lo stesso Testo Unico definisce la formazione come “processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori […] conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo
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Sicurezza
svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi”.
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Una volta che il lavoratore è stato informato e formato diventa indispensabile l’addestramento. Questa fase riveste un ruolo fondamentale per chi è tenuto ad utilizzare DPI anticaduta: essi non sono infatti intuitivi nell’utilizzo e possono facilmente indurre in errore l’utilizzatore. L’addestramento si pone gli obiettivi di far acquisire all’operatore manualità nell’utilizzo di
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tali dispositivi, di mettere in evidenza quali sono le principali cause di errore nell’impiego, conoscere le corrette modalità d’uso dei DPI anticaduta e utilizzare praticamente questi dispositivi per fare emergere qualunque dubbio o domanda non fosse scaturito durante la formazione. E’ proprio nella fase di addestramento che l’operatore realizza quanto recepito nelle fasi di informazione e formazione: svolgendo esercitazioni pratiche con i dispositivi che ha in dotazione, il lavoratore potrà comprendere appieno quanto ha appreso precedentemente e far fruttare queste nuove competenze. L’obbligo di addestramento per i DPI di terza categoria è esplicitati nell’art.77 comma 5 lettera A) del D.Lgs. 81/08: “in ogni caso l’addestramento è indispensabile per ogni DPI che, ai sensi del Decreto Legislativo 4 dicembre 1992, n°475, appartenga alla terza categoria”. Alla luce di quanto scritto è quindi chiaro il motivo per cui il Testo Unico rende così importanti le attività di qualificazione della persona che utilizza DPI anticaduta: il lavoratore deve essere informato, formato e addestrato, così da saper essere protagonista della sua sicurezza sul luogo di lavoro. a cura di M. Bergamaschi
La nostra missione:
Garantire una Sicurezza che Salva la Vita! L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività
Associazione LineaVita
Sede legale: via Doberdò 22, 20126 Milano Tel. +39 02.89055936 Fax +39 02.89056197 segreteriasoci@lineavita.org www.lineavita.org
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ALV e la Formazione per la salute e sicurezza sul lavoro La FORMAZIONE come concreta strada per il cambiamento. Solo attraverso un concreto ed efficace programma di Formazione, si può puntare al cambiamento e al miglioramento della salute e sicurezza.
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Da diverso tempo si sente e si legge della necessità e degli obblighi riguardanti la Formazione per il miglioramento delle condizioni della salute e sicurezza sul lavoro. Chi si occupa e ha incarichi di responsabilità, non può esimersi dal dover affrontare le problematiche gestionali, organizzative e culturali per risolvere le diverse criticità nel gestire la salute e sicurezza sul lavoro. Un fondamentale e utile strumento da applicare per affrontare e risolvere i problemi è la Formazione di tutti i lavoratori. Come noto, il D. Lgs. 81 e gli Accordi Stato-Regioni, delineano in maniera chiara e puntuale gli obblighi in materia. Ne consegue che tutte le figure aziendali, fino ai lavoratori, devono seguire un percorso formativo. Solo attraverso la Formazione si può parlare di cultura della sicurezza. Certo, gli effetti si potranno constatare sul medio lungo periodo, ma il percorso intrapreso con serietà e professionalità non tarderà a dare i suoi frutti. La serietà e la professionalità di ciascun lavoratore, associate a un autorevole programma formativo, sono condizioni di progresso culturale per affrontare e risolvere le problematiche con le quali ci si deve districare durante il lavoro. L’importanza e l’utilità della Formazione ha fatto nascere negli ultimi tempi strutture formative improvvisate e quindi poco sensibili rispetto alle reali problematiche e necessità aziendali e dei lavoratori. L’Associazione Linea Vita, per far fronte in maniera seria e responsabile alle richieste formative, ha costituito un Comitato Tecnico Formativo di ottimo livello professionale, la cui funzione è quella di identificare e concretizzare in programmi di Formazione, idonee risposte alle necessità delle aziende nel formare i propri lavoratori. Alle spalle di un corso di Formazione agisce l’intero Comitato Tecnico Formativo che individua, sviluppa e concretizza un percorso di Formazione rispondente alle norme in vigore e allineato ai reali contesti operativi, dove si troveranno a operare i lavoratori nello svolgimento della loro mansione.
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In questo modo ALV pone una garanzia di qualità sui corsi organizzati e in particolare per quelli sui lavori in quota che possono comportare la caduta dall’alto, rispondendo quindi alla mission che l’Associazione si è data. Attualmente ALV mette a disposizione delle aziende corsi per: • Addetti lavori in quota • DPI di III categoria • Installatori qualificati di linee vita • Progettisti di linee vita • Amministratori di condominio In conclusione, per poter vedere la sicurezza applicata occorre partire dalla Formazione. La Formazione genera Conoscenza. La Conoscenza genera Cultura. Il traguardo, in questo caso, è un dovere. Un dovere di chi si occupa di salute e sicurezza nello svolgimento del suo lavoro, qualunque esso sia. Solo in questo modo vedremo crescere la consapevolezza in ogni lavoratore nel prendersi cura della propria salute e sicurezza. a cura di Renato Pedrazzini
L’attenzione alla sicurezza di chi lavora tutti i giorni in condizioni rischiose è la nostra priorità. SISTEMI ANTICADUTA POSATORI LINEA VITA CERTIFICATI FORMAZIONE E SPERIMENTAZIONE SOLUZIONI E INNOVAZIONE
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Spazio confinato
Attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (D.P.R. 177/2011): come indentificarli? A distanza di oltre un anno dalla sua entrata in vigore, è ancora molto ampio il dibattito su quali ambiti possano essere considerati “ambiente sospetto di inquinamento o confinato” e si evidenzia come ogni organizzazione interpreti quanto previsto dal D.P.R. 177/2011 secondo valutazioni più o meno restrittive.
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A distanza di oltre un anno dalla sua entrata in vigore, è ancora molto ampio il dibattito su quali ambiti possano essere considerati “ambiente sospetto di inquinamento o confinato” e si evidenzia come ogni organizzazione interpreti quanto previsto dal D.P.R. 177/2011 secondo valutazioni più o meno restrittive. Peraltro, più che la ricerca di una classificazione dell’ambito operativo quale precondizione per applicare adeguatamente qualsiasi misura di prevenzione e protezione, da individuarsi a seguito di una corretta identificazione e valutazione dei rischi in molti casi, quanto in corso, sembra assumere più che altro un modo per costituire una posizione di tutela cautelare preventiva a prescindere dall’effettivo livello di rischio presente o prevedibile. D’altra parte proprio la pedissequa applicazione di quanto previsto dal Decreto favorisce questa posizione. Infatti, qual è la definizione di questi specifici luoghi di lavoro presente nell’ambito del Decreto la cui identificazione fa scattare l’obbligo di qualificazione da parte di chi deve accedervi per compiere delle attività? Leggiamo: Art. 1 Finalita’ e ambito di applicazione - 2. Il presente regolamento si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinati di cui all’allegato IV, punto 3, del medesimo decreto legislativo …ovvero (art. 66) pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri (art. 121), pozzi, fogne, cunicoli, camini e fossero in genere (all. IV), vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos e simili. Da più parti si evidenzia come la rigidità che è imposta dall’attuale testo normativo, ad esempio, potrebbe facilmente portare a generalizzare l’applicazione del DPR 177/2011 a prescindere dall’effettivo livello di rischio e condurre le aziende a predisporre misure di prevenzione eccessivamente rigorose, anche a fronte di rischi di lieve entità. Nel caso specifico, infatti, in assenza di una puntuale e approfondita analisi differenziale del rischio, si potrebbero creare le condizioni per cui diversi committenti (tanto per non sbagliare) potrebbero applicare quanto previsto dal D.P.R. 177/2011 in modo fin troppo restrittivo, con il pericolo di attivare scorciatoie o applicazioni formali del disposto normativo, ritenuto troppo complesso e difficile da attuare, da parte delle ditte incaricate dei lavori. Facendo riferimen-
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to a quanto è possibile riscontrare nel web si nota come, per la classificazione del luogo di lavoro, molti siti pongono l’accento in particolare sulle caratteristiche geometriche di tali ambiti operativi (indicando come questi siano dotati di limitate vie di accesso o uscita), ma questo concetto può essere fuorviante e quindi sarebbe opportuno spiegare meglio a cosa ci si riferisce. Ad esempio, considerato che una delle indicazioni per l’identificazione di un ambiente sospetto di inquinamento o confinato è che sia caratterizzato da “limitate vie di accesso o uscita”, in accordo con quanto indicato nei Confined Spaces Programs, si potrebbe intendere la presenza di una o più delle seguenti condizioni: • aperture con diametro minore di 60 cm; • difficolta di accesso indossando un autoprotettore o altro dispositivo di salvataggio; • difficoltà di recupero di un lavoratore caduto a terra che si trova in posizione rannicchiata; • passaggio dalla via di accesso/uscita reso difficoltoso dalla presenza di scale, paranchi, tubo ventilazione, ecc... Bisogna peraltro considerare che le norme internazionali, più che a una rigida classificazione dei luoghi in base alle caratteristiche geometriche, fissano l’attenzione sulla possibile esistenza o generazione di una situazione di IMMEDIATELY DANGEROUS TO LIFE OR HEALTH (IDLH), in altre parole qualsiasi condizione che può esporre il lavoratore a una minaccia immediata per la sua vita o salute, o che può causare effetti negativi irreversibili sulla salute, o che potrebbe interferire con la capacità di un individuo di fuggire in modo autonomo da uno spazio confinato soggetto a permesso d’ingresso. A questo concetto di IDLH varrebbe la pena di fare riferimento nell’applicazione del Decreto e nella futura redazione di buone prassi. L’eccessiva generalizzazione nella definizione di ambiente confinato, basata unicamente sulla possibile categorizzazione legata alla configurazione geometrica dell’ambiente, infatti, potrebbe influire in modo negativo sull’attenzione dedicata all’individuazione dei pericoli (presenti o potenziali) e valutazione dei rischi.
[...continua] a cura di Adriano Paolo Bacchetta, Studio Consulenze industriali Coordinatore Network www.spazioconfinato.it
REDAZIONALE a cura di A+A Monferrato
A+A Monferrato.
Imbracature per tutti gli usi
L
’imbracatura anticaduta è un dispositivo di protezione individuale fondamentale per proteggere il lavoratore che compie operazioni in quota ed evitare, in caso di incidente, danni corporali. La sua struttura deve assicurare una distribuzione omogenea degli sforzi lungo tutto il corpo, al fine di eliminare qualsiasi rischio di lesione. È dotata di uno o più punti di ancoraggio, che consentono il collegamento dell’utilizzatore al resto del sistema anticaduta. La scelta dell’imbracatura deve essere fatta in funzione della natura del lavoro da effettuare e deve essere conforme alla norma EN361. L’imbracatura può anche includere un dispositivo di posizionamento (cintura e cordino) per consentire di lavorare con le mani libere.
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La gamma anticaduta A+A Monferrato include numerosissime tipologie di imbracature dalle più semplici con un attacco dorsale, alle più professionali con attacchi frontali, laterali e imbottitura di bretelle e cosciali. Nel catalogo online, presente sul sito www.aamonferrato.com, è disponibile un’ampia sezione riguardante le soluzioni anticaduta studiate per ogni esigenza. IMBRACATURE EXOFIT NEX CAPITAL SAFETY Le imbracature ExoFit NEX™ di Capital Safety rappresentano il culmine di una serie di ricerche approfondite e l’implementazione di una nuova progettazione che utilizza i più recenti materiali all’avanguardia garantendo: • COMFORT: le imbracature ExoFit NEX™ di Capital Safety sono costituite da materiali che non aggiungono peso superfluo. L’inserimento di imbottiture traspiranti nei punti appropriati è progettato per mantenere freschi e asciutti tutto il giorno. Inoltre, le imbracature sono state studiate per non interferire con il lavoro o distrarre chi le indossa; per questo motivo, sono state introdotte alcune funzionalità di regolazione che garantiscono la massima comodità. • FUNZIONALITÀ: rapidità ed efficienza sono requisiti fondamentali sul luogo di lavoro. L’acquisto di un’imbracatura ExoFit NEX™ è quindi un investimento sulla produttività offrendo ai tecnici la libertà e la sicurezza necessarie per dare il massimo. I dispositivi di sicurezza innovativi e le caratteristiche di design all’avanguardia, fra cui le cinghie di sospensione integrate, le fibbie ad aggancio rapido Duo-Lok™ e una tasca protetta con lati elastici per gli oggetti personali, permettono a chi la indossa di lavorare in maniera intelligente, rapida e sicura. • DURATA: con il passare del tempo, anche i prodotti di qualità eccellente sono soggetti a un calo delle prestazioni. Le imbracature ExoFit NEX™ rappresentano una sfida a questo luogo comune: progettate utilizzando materiali durevoli, con nastri tessili a tecnologia Repel e anelli a D Tech-Lite™ in alluminio di derivazione aeronautica sono in grado di sopportare le condizioni più impegnative, giorno dopo giorno. Queste imbracature sono progettate per offrire i massimi livelli di prestazione negli ambienti di lavoro più difficili.
[...continua] Il Notiziario Sicurezza Marzo Giugno Aprile 2013 2013 Il Notiziario sullasulla Sicurezza Maggio
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Fondamenta della psicologia del lavoro La psicologia del lavoro si è sviluppata nella seconda metà del 1800 ad opera dello psicologo e sociologo Elton Mayo e si basa sull’analisi delle relazioni umane che si strutturano all’interno del contesto lavorativo. Il fattore umano acquisisce una importanza fondamentale in quanto la psicologia del lavoro sottolinea il suo ruolo indispensabile per lo sviluppo dell’attività lavorativa.
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Infatti la risorsa umana incide proprio sull’incremento della produttività e sull’organizzazione totale del lavoro. Secondo l’impostazione del “movimento delle relazioni umane” è necessario valutare non tanto la quantità di produzione ma la qualità intendendo per qualità la risorsa umana. Infatti, se essa non viene valorizzata, rischia di minare la stessa attività lavorativa rendendola inadeguata. Attualmente, in seguito allo sviluppo del terziario, cioè dell’impiego dei servizi, la psicologia del lavoro ha acquisito un notevole peso dovuto al sostegno dato per la selezione del personale, per l’orientamento professionale, per la formazione e l’aggiornamento, per la ricerca scientifica e infine per il sostegno psicologico dei lavoratori.
Per quanto concerne la selezione del personale, lo psicologo del lavoro si occupa di indirizzare le persone in base alle proprie attitudini a una determinata professione; attraverso colloqui individuali delinea il profilo del candidato lavoratore. Invece l’orientamento professionale è basato su una serie di strumenti diagnostici come i test, finalizzate al fatto che le persone possano capire quali siano le loro autentiche attitudini: infatti spesso non sono consapevoli delle loro potenzialità. Dall’altra parte sono importanti anche i corsi di formazione e di aggiornamento per preparare i lavoratori al difficile ambiente di lavoro e per agevolare le loro capacità di comunicazione e le relazioni sociali dei lavoratori. Operare in gruppo rappresenta una risorsa notevole ai fini di un valido rendimento lavorativo, mentre è meglio allontanare sentimenti di isolamento e di chiusura psicologica. Inoltre grazie ai corsi di aggiornamento i lavoratori divengono più capaci di affrontare i cambiamenti inevitabili che si possono verificare nell’ambito lavorativo. Un altro elemento portante, che deve essere incentivato affinché si lavori in gruppo in modo coordinato e positivo, è la presenza della motivazione alla riuscita. Questa è la molla psicologica che rende i lavoratori determinati e volti al successo dei compiti a loro affidati. Quindi il lavoro di gruppo è ritenuto dalla psicologia del lavoro la base in cui si agisce a livello lavorativo. Essa ha analizzato il rapporto tra il leader e i componenti del gruppo individuando sostanzialmente due tipi di leader: un leader formale e un leader informale.
[...continua] a cura di Monica Mioccio Il Notiziario sulla Sicurezza Maggio
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La direttiva ascensori, le norme armonizzate e gli Organismi Notificati La pubblicazione della Direttiva Ascensori 95/16/CE (giugno 1995) ha rappresentato una significativa svolta nel settore perchè ha cambiato in maniera fondamentale il processo di installazione di un ascensore e in particolare: • La non obbligatorietà delle norme tecniche ha permesso la progettazione e l’installazione di ascensori frutto dell’innovazione progettuale e costruttiva; • L’eliminazione delle procedure di collaudo finale degli ascensori che erano differenti tra gli Stati membri dell’Unione Europea, sono state rese identiche ovunque; • L’introduzione degli Organismi Notificati ai quali la Direttiva ha affidato la vigilanza sulla sicurezza degli ascensori nuovi da installare. La Direttiva Ascensori, nell’anno 1999, con l’emanazione del DPR 30 Aprile 1999 n. 162 “Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 95/16/CE sugli ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi, nonché della relativa licenza di esercizio” è stata
recepita nell’ordinamento nazionale. Al suo interno, oltre al vero e proprio recepimento della Direttiva (Capo I), sono state inserite, al Capo II, nuove procedure per la formalizzazione della messa in esercizio dell’ascensore nonchè la possibilità del proprietario dell’ascensore di effettuare le verifiche periodiche, che sono diventate biennali a differenza della cadenza annuale vigente in precedenza, avvalendosi di soggetti diversi: Organismi Notificati, ASL, Arpa o Ispettorati del Lavoro (oggi Direzioni Territoriali del Lavoro). Il DPR 162/99 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 giugno 1999 ed è entrato i vigore il 24 giugno dello stesso anno (quindici giorni dopo la pubblicazione sulla G.U.). Fino a quella data la progettazione, la costruzione e la messa in esercizio di un ascensore avveniva secondo le diverse regole vigenti nei vari Stati dell’Unione Europea. In Italia era vigente la Legge 24 ottobre 1942, n. 1415 “Impianto ed esercizio di ascensori e montacarichi in servizio privato”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 297, del 16 dicembre 1942, che prevedeva l’approvazione
del progetto dell’ascensore da parte di un soggetto pubblico (prima del suo montaggio) a seguito del quale veniva rilasciata la “Licenza di impianto” con la quale si autorizzava l’installazione dell’ascensore e successivamente al termine della stessa sempre il medesimo soggetto pubblico, collaudava l’impianto. In caso di collaudo positivo veniva rilasciata la “Licenza di esercizio” che permetteva il regolare funzionamento dell’ascensore. Il soggetto pubblico titolare della funzione provvedeva a rilasciare il verbale di collaudo, il libretto dello stesso, all’interno del quale venivano indicate le caratteristiche principali dell’ascensore definite sulla base di un modello inserito all’allegato A del DPR 24 dicembre 1951 n. 1767, l’attribuzione del numero di matricola nonché la targa di matricola metallica che successivamente l’installatore provvedeva a collocare in cabina. Dal punto di vista della normazione tecnica alla data del giugno 1999 erano vigenti il DM 587/87 riferite agli impianti a fune e al DPR 268/1994 riferiti agli impianti idraulici. Entrambe le norme introducevano nell’ordinamento nazionale le prime versioni delle norme europee EN 81_1 (impianti a fune) ed EN 81_2 (impianti idraulici) non ancora armonizzate. Il DPR 162/99 ha recepito la Direttiva Ascensori 95/16/CE e le procedure per la progettazione, la costruzione e la messa in esercizio di un ascensore sono diventate identiche in tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Ciò ha reso possibile la libera circolazione del prodotto ascensore nel mercato unico costituito dagli Stati membri ed ha attribuito a un nuovo soggetto (Organismo Notificato) le funzioni in precedenza attribuite ai soggetti pubblici o di derivazione pubblica.
[...continua] a cura dell’Ing. Luigi Cucchiararo, Organismo Notificato Ocert s.r.l. Il Notiziario sulla Sicurezza Maggio
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