Anno VIII | numero 4 Luglio | Agosto 2016 ISSN 2283-9356
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2 | Il Notiziario sulla Sicurezza | luglio - agosto 2016
Sommario 56 Formare il personale per il successo aziendale
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L’editoriale
5 La sicurezza nei luoghi di lavoro e l’interdipendenza dei soggetti chiamati a garantirla.
60 SAIE 2016 partecipa ai 70
Violazione da parte del datore di lavoro dell’obbligo di sicurezza.
anni di ANCE
VIGILANZA PRIVATA. Approvato lo Statuto dell’Ispettorato nazionale del lavoro
63 AMBIENTE LAVORO:
l’iniziativa dedicata alla salute e sicurezza sul lavoro della piattaforma SAIE
COMPLIANCE DAYS 2016 - Milano -26 e 27 maggio 2016 Come assicurare che datore di lavoro, dirigenti e preposti dell’impresa affidataria siano adeguatamente formati? ….. dalla Commissione Interpelli ! Avezzano: convegno aifes sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
17 Antincendio | Fernando Cordella
20 Spazio Confinato | Adriano Paolo Bacchetta
28 Psicologia del Lavoro | Piergiorgio Frasca
40 Piattaforme PLE | IPAF Italia
44 Sicurezza Macchine | Massimo Granchi, Christian Trinastich
49 Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro | Mario Romeo
54 Medicina del Lavoro | Giovanna Pirana
56 Sicurezza Macchine Agricole | Eugenio Valsoaney
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L’editoriale Buongiorno a tutti care lettrici e cari lettori, Nella prima parte vorrei segnalarvi alcuni dati riportati dall’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Inail, ha pubblicato il 22 giugno la sua annuale relazione circa all’andamento degli infortuni. La tendenza generale che emerge è in linea con i dati registrati negli ultimi anni, e mostra una flessione del 4% delle denunce di infortunio sul lavoro, dato positivo, mentre si rileva un incremento del 1,7% rispetto al 2014 di casi riconosciuti come casi mortali. Le campagne di sensibilizzazione e le continue notizie di morti sul lavoro non bastano quando ci sono ancora dipendenti, datori o altre figure che considerano i corsi di formazione e sicurezza una “perdita di tempo”. Per cambiare questo paradigma è intervenuto lo Stato in diverse occasioni negli ultimi anni, con leggi che impongono ai datori di lavoro di adottare tutte le misure di sicurezza, compresi corsi formativi per i dipendenti. Quindi spesso sono gli stessi dirigenti e datori a promuovere e incoraggiare la formazione, anche allo scopo di evitare sanzioni... Ma è proprio qui che diventa necessaria, nel momento in cui si sottovaluta l’importanza della sicurezza e dell’igiene sul lavoro, nel momento in cui si abbassa la guardia, perché finché ci sarà anche un solo morto per il lavoro, sarò una sconfitta per tutte le istituzioni. Interessante l’iniziativa promossa dall’Associazione ANML, denominata “Tour per la sicurezza sul lavoro”, dove alcune persone appartenenti alla stessa associazione che hanno subito infortuni permanenti si son fatti diversi chilometri attraversando l’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento.
Visto che parteciperemo alla fiera agricola dell’Agricoltura a Bergamo come avviene oramai da cinque anni, l’argomento inerente la sicurezza nell’utilizzo delle macchine agricole diventa dominante nell’occasione, sarà interessante confrontarci con autorità, esperti e produttori, per comprenderne le criticità e le eventuali soluzioni.
Gaspare Vannicola Direttore Responsabile
4 | Il Notiziario sulla Sicurezza | luglio - agosto 2016
La sicurezza nei luoghi di lavoro e l’interdipendenza dei soggetti chiamati a garantirla a cura di Arianna De Paolis - Presidente AIFES
S
pesso le indagini effettuate a seguito di infortuni o malattie professionali evidenziano azioni insicure dovute ad una mancata o insufficiente formazione specifica sui rischi propri della mansione svolta dai lavoratori interessati dall’evento. Non è infatti un caso che il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, una volta imputato prevalentemente alla scarsa sicurezza intrinseca degli impianti tecnologici o delle attrezzature, di fatto è influenzato da una serie di concause, di cui una parte significativa è riferibile ai comportamenti. L’impianto normativo e regolamentare che disciplina la materia, dal canto suo, introduce un’importante novità sul modo di intendere e fare formazione, privilegiando un approccio interattivo che comporti la centralità del lavoratore nel percorso di apprendimento. Tra le misure che promuovono la prevenzione in materia di salute e sicurez-
za sul lavoro, l’attività di formazione dei lavoratori assume quindi un ruolo fondamentale proprio in quanto può modificare i comportamenti, riducendo (ma non eliminando del tutto!) così le occasioni di rischio. In questa direzione il concetto di formazione al quale AIFES si ispira da sempre, non si accontenta di portare il lavoratore a fare le cose giuste, ma mira a sviluppare una capacità di pensare ed agire in maniera flessibile al variare delle circostanze. L’aggiornamento dei lavoratori, allora, può essere una concreta occasione per integrare la formazione tecnica di base ed agire sulle capacità dei lavoratori di fronteggiare il c.d. “rischio residuo”. Una corretta ed efficace interdipendenza e collaborazione dei soggetti chiamati a garantire la formazione, diventa quindi elemento fondamentale in questa mission che impegna non solo gli organismi centrali ma anche, se non soprattutto, quelli territoriali a partire dagli Organismi Paritetici Territoriali (OPT). Non è certo un caso, infatti, che AIFES abbia attivato un virtuoso percorso iniziato con l’adesione alla confederazione ANPIT (firmataria di innumerevoli CCNL), proseguito con la collaborazione con ENBIMS ed ENBIC (Ente Nazionale Bilaterale Confederale costituito ad iniziativa di CISAL, ANPIT ed altre associazioni di categoria) e culminato con il recente accordo interconfederale finalizzato a dare applicazione a quanto previsto dal D.lgs. 9 aprile 2008 n.8
e s.m.i., anche attraverso l’istituzione e la valorizzazione diffusa delle Rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza Territoriali e di sito produttivo. La formazione di questa delicata figura sarà erogata in conformità all’art.22 dell’accordo interconfederale del 3/07/2012 ovvero attraverso AIFES, soggetto formatore ed associazione professionale riconosciuta dal MISE, in possesso di idonei registri professionali per i rappresentanti della sicurezza territoriali e di sito produttivo. Un’ulteriore conferma dell’affidabilità della nostra associazione e della sua capacità di connettersi con gli altri soggetti chiamati ad assicurare una formazione di qualità lì dove serve: nei luoghi di lavoro. Il binomio “pariteticità e territorialità” diventa quindi asse portante e infungibile. Forti di questa consapevolezza, abbiamo intenzione di sostenere con forza una sempre più estesa ramificazione degli OPT, investendo sulla sperimentata professionalità e disponibilità di tutte le nostre articolazioni territoriali. Si tratta di una sfida importante ma alla nostra portata, per dotarci sempre più di organismi snelli, professionali e di immediato riferimento, per programmare, in uno specifico ambito territoriale e/o produttivo, le necessarie e specifiche attività formative, elaborare e raccogliere buone prassi per la prevenzione degli infortuni, sviluppare azioni per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro ed assistere le imprese nell’attuazione degli adempimenti di [Continua...]
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Violazione da parte del datore
di lavoro dell’obbligo di sicurezza:
il lavoratore può legittimamente rifiutarsi di continuare a lavorare
a cura della Redazione AIFES
L
o ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con una recente sentenza. Nel caso di specie, alcuni dipendenti addetti all’assemblaggio delle portiere delle auto hanno citato in giudizio il datore di lavoro esponendo che, a causa della caduta di diverse portiere, si erano rifiutati di proseguire il lavoro sino a quando l’azienda non avesse messo in sicurezza l’impianto. Dopo l’intervento della squadra di manutenzione avevano ripreso regolarmente l’attività di assemblaggio, ma l’azienda aveva ritenuto di dover decurtare dallo stipendio la quota di retribuzione corrispondente alla durata della sospensione del lavoro. I lavoratori chiedevano quindi la condanna della società a rimborsare quanto era stato loro indebitamente trattenuto, ponendo a fondamento della loro azione ex art. 1460 c.c. l’inadempimento datoriale per violazione dell’art. 2087 c.c.. La Corte di Cassazione, chiamata ad esprimersi sulla questione, nel confermare la pronuncia di merito, ha precisato che “... ai sensi dell’art. 2087 c.c. è obbligo del datore di lavoro assicurare condizioni idonee a garantire la sicurezza delle lavorazioni ed adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. La violazione di tale obbligo legittima i lavoratori a non eseguire la prestazione, eccependo in autotutela l’inadempimento altrui.
Inoltre, in questi casi, secondo la più recente giurisprudenza di legittimità, il lavoratore conserva il diritto alla retribuzione in quanto non possono derivargli conseguenze sfavorevoli in ragione della condotta inadempiente del datore (Cass. n. 6631 del 2015).” Ciò posto, costituisce consolidato principio di legittimità quello secondo cui la valutazione della gravità dell’inadempimento contrattuale è rimessa all’esame del giudice di merito ed è incensurabile in cassazione se la relativa motivazione risulti immune da vizi logici e giuridici. E nel caso in esame il giudice di secondo grado aveva correttamente rilevato che “la gravità di tale evento, in corre-
6 | Il Notiziario sulla Sicurezza | luglio - agosto 2016
lazione con gli obblighi di sicurezza e di prevenzione gravanti sul datore di lavoro, era desumibile dalla circostanza, riconosciuta dall’azienda medesima, che la caduta di una portiera avrebbe potuto provocare seri danni all’addetto che ne fosse stato investito. Sotto il profilo della proporzionalità della reazione, peraltro, la sospensione della prestazione si era protratta per il tempo strettamente necessario per consentire l’intervento dei manutentori, dopo di che i lavoratori, rassicurati dall’intervento aziendale, avevano ripreso a lavorare”. Ragion per cui ai lavoratori è stata restituita la quota parte [Continua...]
VIGILANZA PRIVATA:
LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI a cura di Paolo Varesi - Esperto in contrattazione collettiva e mercato del lavoro Esperto in discipline giuridico prevenzionali Manager della Sicurezza
L
a recente partecipazione al dibattito sull’evoluzione del sistema della vigilanza privata, in occasione del “Compliance Days 2016”, mi offre l’opportunità di condividere alcune riflessioni sul tema della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali per i dipendenti degli istituti di vigilanza . Soprattutto negli ultimi anni il settore della vigilanza privata ha subito una lenta e progressiva evoluzione sia sotto il profilo sociale che regolamentare. La crescente esigenza di sicurezza amplificata da cruenti fatti di cronaca e più in generale dal pericolo attentati di natura
terroristica; ed ancora la progressiva cessione di compiti da parte delle forze di polizia istituzionali, sottoposte ad una profonda e discutibile “spending review” che ha visto la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, hanno offerto al sistema della vigilanza privata l’opportunità di presentarsi al “grande pubblico” coma un forza di polizia sussidiaria, affidabile e professionale. Non tutto è fatto e le sfide da superare sono ancora molte, ma il cammino è comunque avviato. Una grande contributo alla causa è stato certamente offerto dalla Corte di Giustizia Europea che ha costretto il le-
gislatore italiano a svecchiare la normativa previgente, improntando il settore a principi di libertà di concorrenza ma soprattutto fissando requisiti minimi indispensabili per poter svolgere l’attività di vigilanza privata e regolamentando gli aspetti del lavoro svolto dagli istituti di vigilanza. La materia, già innovata dal DPR n.153 del 4 agosto 2008, ha visto l’emanazione di specifici decreti ministeriali, primo tra tutti il n.259 del 1 dicembre 2010. Di particolare interesse, per le finalità di questa riflessione, appare la disposizione contenuta nel punto 3.3 dell’allegato A del decreto ministeriale intitolato “requisiti minimi di qualità degli istituti di vigilanza”, con cui si fissa l’obbligo per l’impresa di dimostrare il rispetto di una serie di requisiti e tra questi “gli obblighi derivanti dall’applicazione del contratto collettivo nazionale di categoria e della contrattazione territoriale di secondo livello “. La centralità del CCNL è richiamata nel medesimo Allegato A, quando al fine di evitare fenomeni distorsivi della concorrenza, si decreta che l’azienda deva avere come parametro di riferimento “le tabelle del costo del lavoro delle guardie particolari giurate sulla base della determinazione degli oneri derivanti dall’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria e degli integrativi territoriali, fissate dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali”. Così come [Continua...]
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COMPLIANCE DAYS 2016 Milano -26 e 27 maggio 2016 a cura di Redazione AIFES
A
ncora una volta il Compliance Days si conferma come momento d’incontro nazionale tra le Aziende ed i Professionisti certificati KHC. La “Comunità della Normazione e della Compliance” si è riunita nella due giorni di Milano, con lo scopo preciso di diffondere il rispetto dei «requisiti di compliance» che si declinano in norme, leggi e regolamenti che , se efficacemente applicati dalle aziende stesse, possono portare ad un oggettivo vantaggio competitivo, in un mercato che non potrà più prescindere da regole condivise.
degli infortuni e delle malattie professionali nel settore della vigilanza privata”, il secondo “l’Attestato di Qualità quale strumento di qualificazione professionale e deontologica “ ed infine “ Il ruolo e le responsabilità dei soggetti formatori in caso di formazione non sufficiente e non adeguata”.
mento da parte del MISE della qualità di associazione professionale.
Il nostro desk inoltre ha distribuito moltissimo materiale ai tanti professionisti che si sono susseguiti, illustrando l’attività dell’Associazione e i tanti successi sul territorio a partire dall’accreditamento presso la regione Piemonte e la regione Sicilia, oltre che il riconosci-
I datori di lavoro troppo spesso sono indotti in errore da azioni pubblicitarie che li portano a fidarsi di persone prive di requisiti formali e sostanziali con gravi ricadute su se stessi e sulla propria azienda per gli effetti che si generano in caso di infortunio grave.
Un successo, preannunciato già dalla stampa, che non ha tradito le aspettative della vigilia. I partecipanti si sono confrontati con 80 relatori negli 8 Convegni Nazionali e in 3 seminari, e si è potuto ottenere fino a 58 ore di aggiornamento con crediti. L’accesso al centro congressi è stato caratterizzato da una fila tale da occupare l’intera Piazza Città di Lombardia. Aifes come al solito si è messa in luce come una delle migliori associazioni professionali. I nostri relatori hanno presentato diversi seminari che hanno colto nel vivo l’interesse dei partecipanti. Il primo ha toccato il tema della “Prevenzione 8 | Il Notiziario sulla Sicurezza | luglio - agosto 2016
Il tema della qualificazione dei soggetti formatori e la loro capacità di assumersi il peso della responsabilità legale e morale di chi svolge un ruolo così importante rappresenta il “leitmotiv” di Aifes.
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ANTINCENDIO
Prevenzione incendi negli edifici scolastici
in g.u. (n. 121 del 25/05/2016) le prescrizioni per attuazione scadenzata norme vigenti. a cura di Fernando Cordella - Presidente A.N.P.P.E. VV.F
“
Pescrizioni per l’attuazione, con scadenze differenziate, delle vigenti normative in materia di prevenzione degli incendi per l’edilizia scolastica” è quanto prevede il decreto 12 maggio 2016 del Ministero dell’Interno pubblicato sulla Gazzetta n.121 del 25 maggio 2016 ed entrato in vigore il 26 maggio. Il provvedimento dà attuazione a quanto previsto dall’art. 10-bis del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104 recante «misure urgenti in materia di istruzione, universita’ e ricerca», convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, che prevede che con decreto del Ministro
dell’interno, tenendo conto della normativa sulla costituzione delle classi di cui agli articoli 9, 10, 11 e 12 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, sono definite e articolate, con scadenze differenziate, le prescrizioni per l’attuazione delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari in materia di prevenzione degli incendi per l’edilizia scolastica. L’articolo 4 del Milleproroghe (decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, convertito con modificazioni dalla legge 25 febbraio 2016, n. 21), prevede che l’adeguamento delle strutture adi-
bite a servizi scolastici alle disposizioni di prevenzione incendi è completato entro sei mesi dalla data di adozione del decreto ministeriale di cui al richiamato art. 10-bis del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, e comunque non oltre il 31 dicembre 2016. Il decreto all’art. 1 recita “Attuazione, con scadenze differenziate, delle disposizioni di prevenzione incendi di cui al decreto del Ministero dell’interno del 26 agosto 1992”,gli edifici scolastici e i locali adibiti a scuole esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto sono adeguati ai requisiti di sicurezza antincendio previsti ai seguenti punti del decreto [Continua...]
Il DPR 177/2011 e la sorveglianza sanitaria per i lavoratori
addetti ad attività in ambienti confinati a cura di Adriano Paolo Bacchetta
Parte terza
R
iprendiamo l’articolo dei due numeri precedenti. Entrando nello specifico della ricerca, si è rilevato che a livello internazionale i punti di attenzione adottati per la valutazione dell’idoneità sanitaria e la definizione del protocollo per la sorveglianza sanitaria sanitario dei lavoratori addetti a operare nei “confined spaces”, per i quali è stata formulata una specifica proposta applicativa, sono: • Età anagrafica • Caratteristiche antropometriche e soggettive
• • • • • • •
Apparato cardiovascolare Apparato respiratorio Capacità visiva Capacità uditiva Capacità di linguaggio Modalità corporea Apparato neurologico e stato mentale • Assunzioni di farmici. Nel numero precedente abbiamo affrontato tutti i punti fino alla “modalità corporea”; in questo numero tratterò gli ultimi due.
Apparato Neurologico
e
Stato Men-
tale
Le condizioni neurologiche e lo stato mentale sono da considerare il più possibile attentamente poiché un gran numero di malattie neurologiche e psichiatriche possono controindicare il lavoro negli spazi confinati. Episodi di epilessia, atassia, tremori o convulsioni o qualsiasi altra condizione che produce stati alterati di coscienza sono causa d’inidoneità temporanea o permanente, da valutare caso per caso in relazione anche alla documentazione [Continua...]
I nostri servizi Certificazione ascensori DPR 162/99 s.m.i.; Verifica periodica e straordinaria ascensori montacarichie piattaforme elevatrici per disabili DPR 162/99 e s.m.i.; Verifica periodica e straordinaria impianti di messa a terra e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche DPR 462/01; Verifica periodica e straordinaria impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione DPR 462/01; Verifiche periodiche apparecchi di sollevamento materiali, persone ed idroestrattori D.Lgs. 81/08, art 71, comma 11 e All. VII - D.M. 11 aprile 2011. Contattaci presso la sede piĂš vicina: OCERT S.r.l. Torino Sede legale e amministrativa Via Spalato 65/B, 10141 Torino Tel: 011.3191611 - 011.3822752 Fax: 011.3804222 info@ocert.it Alessandria Via IV Martiri 97/B 15122 Casalbagliano (AL) Tel e Fax: 0131.39139 amministrazione.al@ocert.it Novara Via G. Battistini 10, 28100 Novara Tel e Fax: 0321.450759 amministrazione.novara@ocert.it Grottaglie Via Salita Immacolata 6 74023 Grottaglie (TA) Tel e Fax: 099.5628093 areasud-puglia@ocert.it Busto Arsizio Viale Venezia 13 21052 Busto Arsizio (VA) Tel: 0331.1586787 amministrazione.va@ocert.it
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FATICA MENTALE E STRESS a cura di Dott. Piergiorgio Frasca
Parte prima
1. Il sistema uomo-macchina-ambiente l centro dell’interesse dell’ergonomia vi è il sistema uomomacchina-ambiente (U-M-A), un’entità che contiene tutti gli aspetti che interessano i processi di interazione del lavoratore con gli strumenti, le tecnologie, i modelli organizzativi utilizzati per eseguire l’attività lavorativa, nonché il contesto psicosociale in cui l’individuo opera. Il sistema uomo-macchina è un’organizzazione i cui componenti sono degli uomini e delle macchine, tra loro legati da una rete di comunicazioni, che lavorano insieme per ottenere uno scopo comune. Esso concerne tutti gli aspetti che interessano i processi di interazione del lavoratore con gli strumenti e le tecnologie utilizzati per eseguire la sua prestazione lavorativa. Tra l’operatore umano e la macchina si instaura una relazione causale di tipo circolare mediante la quale l’uomo e la macchina interagiscono scambiando informazioni e dando corso ad azioni. L’uomo attraverso i suoi organi di senso (vista, udito, tatto, ecc.) percepisce le informazioni che vengono trasmesse dalla macchina tramite i sistemi di indicazione (display, spie, segnali acustici, ecc.) e pianifica gli interventi da eseguire mediante l’azionamento di organi di comando. In un’ottica ergonomica sia i sistemi di visualizzazione delle informazioni, sia gli organi di comando devono essere adattati alle caratteristiche dell’uomo. Ai sistemi di segnalazione devono pertanto essere garantiti requisiti quali la discriminabilità, la leggibilità, l’interpretabilità delle informazioni
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trasmesse, mentre i comandi dovranno essere facilmente raggiungibili e immediati nell’azionamento. Il sistema U-M-A racchiude al suo interno tre sottosistemi (fig. 1) attraverso i quali è possibile organizzare in modo sistematico le variabili di interesse ergonomico, ovvero l’insieme di relazioni che si instaurano tra l’uomo e la macchina (U-M), tra l’uomo e l’ambiente in cui opera (U-A) e tra l’individuo e gli altri membri della struttura organizzativa (U-U). 2 . L’ergonomia cognitiva Nell’arco di circa 60 anni l’ergonomia ha subito una evoluzione che ha attraversato diverse fasi. Nella sua prima applicazione si è posta come tentativo di adattare la macchina e il lavoro all’uomo, avendo al centro della sua attenzione il microcosmo della postazione di lavoro, distinguendosi in due ambiti d’azione: 1. ergonomia di concezione, il cui scopo era la progettazione di nuovi sistemi di lavoro e di sistemi uomomacchina; 2. ergonomia di correzione, il cui scopo era quello di modificare sistemi di lavoro e macchine già funzionanti, per renderle più adatte all’uomo. Verso la metà degli anni ’70 l’oggetto di studio dell’ergonomia si amplia fino a comprendere la relazione tra gli individui e il contenuto del lavoro, definito dalle attrezzature di lavoro, dall’ambiente circostante e dalle caratteristiche organizzative del lavoro. L’interesse si estende quindi agli aspetti ambientali e psicosociali dei luoghi di lavoro, com-
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prendendo tutte le aree produttive e il lavoro d’ufficio. Quale conseguenza dell’evoluzione assunta dall’applicazione delle nuove tecnologie e di nuove forme di organizzazione del lavoro in gran parte delle attività umane, nelle quali il lavoro fisico è progressivamente sostituito da lavoro mentale, si sviluppa un nuovo approccio basato sull’attenzione ai processi mentali sollecitati dalle attività lavorative. Si procede pertanto a modificare il modello interpretativo classico dell’ergonomia, basato sulla comunicazione uomo-macchina, che ha dimostrato la sua inadeguatezza a spiegare situazioni complesse come quelle che derivano dall’introduzione delle nuove tecnologie in ambito lavorativo. Queste ultime richiedono al lavoratore un maggiore impegno in termini di regolazione e controllo di processi caratterizzati da livelli di incertezza e di imprevedibilità sempre maggiori. Tutto questo comporta per il lavoratore l’esigenza di dominare sia le nuove conoscenze più sofisticate e sempre aggiornate, sia, soprattutto, di ricorrere ad abilità cognitive complesse che facilitano un’adeguata interpretazione della situazione1. 3 . La “fatica mentale” nel lavoro La fatica, sia fisica che mentale, è una conseguenza di essere sottoposti a carichi di lavoro eccedenti le normali capacità degli operatori e la valutazione dei carichi di lavoro, in particolare quelli mentali, è importante per le seguenti ragioni: • la probabilità di [Continua...]
VERIFICHE IMPIANTI
Il Carrello Semovente Telescopico
Un’attrezzatura dai molti pregi che ne hanno favorito un’ampia diffusione nel mondo del lavoro. a cura di Dott. Ing. Massimo Trolli
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’attrezzatura di lavoro che oggi è sempre più utilizzata in special modo nei cantieri edili ma anche in molti altri luoghi di lavoro è il sollevatore telescopico, più correttamente definito dalla terminologia adottata dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) carrello semovente a braccio telescopico. Il merito di questa popolarità va senz’altro attribuito alla sua versatilità essendo in grado di trasformarsi, tramite i suoi molteplici accessori, da macchina per lo spostamento ed il sollevamento di materiali a capiente piattaforma per il sollevamento di persone. Esso può esser a braccio telescopico fisso (in questa versione esistono modelli che consentono una contenuta rotazione – fino a 5 gradi – del braccio fisso) o a braccio telescopico girevole, senza limiti di rotazione che quindi è possibile effettuare per 360 gradi. Confronto vincente con le gru di cantiere. Vantaggi economici e burocratici. Chi deve realizzare, o forse è meglio dire, chi ha avuto la fortuna di esser incaricato di realizzare, costruzioni edili caratterizzate da volumi pur consistenti ma di moderata altezza (in genere fino a due piani fuori terra), sempre più frequentemente preferisce utilizzare nel suo lavoro questo mezzo mobile piuttosto che la tradizionale ma statica gru da cantiere, sia essa a torre (o a rotazione alta) o automontante (o a rotazione bassa), rispetto alla quale per esempio esso dà la possibilità di raggiungere
ogni angolo dell’area di lavoro, consentendo sia di servire parti di edificio già coperte e quindi non più accessibili con le manovre di una gru e, cosa importantissima, di operare in spazi ugualmente inaccessibili perché al di fuori del raggio d’azione della stessa. Molte altre sono le qualità per le quali il carrello semovente si fa apprezzare. Elenchiamone qualcuna. Oltre che per la versatilità di cui s’è già detto, questa compatta attrezzatura di lavoro si distingue per l’agilità negli spostamenti su ogni tipo di terreno e, per brevi tragitti, anche su strada potendo esser immatricolata con targa, per l’affidabilità dei suoi meccanismi e della sua elettronica, per la funzionalità sempre garantita da un’ampia rete di assistenza specializzata, immediatamente operativa ovunque e capace di ridurre gli eventuali interventi di ripristino al massimo a qualche ora di fermo macchina. I suoi sistemi di sicurezza sono sempre al passo con l’evoluzione della tecnica. Il dispositivo che più si distingue nel rendere sicura questa attrezzatura è quello antiribaltamento che, ricordiamolo, permette l’estensione del braccio sottoposto a carico fintantoché il momento ribaltante dato dal carico per la distanza progressiva di questo dal baricentro del mezzo è equilibrato dal momento stabilizzante tramite il suo peso proprio, opportunamente zavorrato. Il dispositivo suddetto, prescritto dalla norma EN 15000 e reso obbligatorio dall’ottobre 2010 (vedi Circ. MLPS n.° 31 del 24/12/2012), è costituito essenzialmente dal cosiddetto limitatore di momen-
to che in sostanza interviene sui valori massimi della portata dell’estremità del braccio a seconda della sua estensione e che presenta valori più “permissivi” quando il sollevatore telescopico è posizionato stabilmente su stabilizzatori anteriori (solitamente definiti principali) e, per molti modelli, pure posteriori (definiti secondari), mentre è più “severo” quando il mezzo è posizionato solo su gomme o si sposta col carico, non essendo richiesto logicamente nel trasporto un grosso sbraccio. Piccola digressione: stupisce che nella circolare n. 31 succitata si confermi valido e sufficiente ad libitum l’unico sistema per la stabilità longitudinale del carrello previsto per i mezzi antecedenti l’ottobre 2010 con la norma EN 1459:1998/A1:2006: un dispositivo di allarme acustico o luminoso al posto del limitatore di momento. Le disposizioni contenute nella circolare n. 31 infatti sono in netto contrasto con il principio della massima sicurezza tecnologica possibile ovvero che l’evoluzione della tecnica determina l’individuazione di tecnologie più idonee a garantire la sicurezza, principio in sostanza confermato anche da una recente sentenza di Cassazione Penale (Sez. IV – sentenza n. 3616 del 27/1/2016). Il limitatore di momento, essendo trascorso un più che ragionevole periodo di tempo, considerato che siamo nel 2016, dovrebbe esser imposto anche per i carrelli antecedenti l’ottobre 2010 e gli avvisatori acustici e luminosi dichiarati non a norma, cosa che invece la più volte citata circolare sembra escludere. [Continua...]
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di Dott. Piergiorgio Frasca Servizi di Psicologia del lavoro e sviluppo organizzativo, Formazione e aggiornamento per la sicurezza e salute sul lavoro, Ergonomia
____________________________________________________________________________ Studio Frasca opera da diversi anni nel campo della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni applicata alla prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro offrendo alle aziende servizi qualificati per lo studio e la valutazione dei rischi psicosociali, per l’applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative, per la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori in materia di sicurezza e salute sul lavoro. I servizi offerti comprendono: Servizio di valutazione del rischio di stress correlato al lavoro. Assistenza e supporto alle aziende per la definizione e l’attuazione di strategie personalizzate per la prevenzione, il controllo ed il monitoraggio del rischio di stress da lavoro Servizio di monitoraggio sullo stress lavoro correlato Formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori alla sicurezza e salute sul lavoro e sul rischio di stress correlato al lavoro. Valutazione dei bisogni di formazione e dell’efficacia della formazione attuata Progettazione e realizzazione di attività formative Progettazione e realizzazione di interventi di Behavior Safety Valutazione ergonomica delle mansioni e applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative. Valutazione conoscenza e competenza nella lingua italiana per lavoratori stranieri (D.Lgs. 81/08, artt. 36 e 37, comma 13) Servizio di valutazione, intervento e monitoraggio del rischio stress correlato al lavoro Studio Frasca effettua l’intero ciclo di valutazione, intervento e monitoraggio sul rischio di stress da lavoro come prescritto dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. secondo le modalità indicate dalla Commissione Consultiva permanente (CM del 18/11/2010). Per la valutazione dei dati oggettivi sono utilizzate specifiche check-list, mentre per i fattori soggettivi sono utilizzati appositi questionari somministrabili anche on-line. I risultati con la valutazione del rischio riferita ai fattori di rischio del Contesto lavorativo e del Contenuto del lavoro e l’indicazione delle criticità rilevate sono illustrati in una relazione dettagliata e sintetizzati con grafici e tabelle un cui esempio è riportato sotto. Il Servizio viene svolto su tutto il territorio nazionale e su qualsiasi comparto lavorativo, compreso l’ambito sanitario, le costruzioni, la P.A. Di seguito è riportato un esempio di analisi realizzata con il questionario QUERTI SLC.
Test ITALSIC di valutazione della conoscenza e competenza linguistica per lavoratori stranieri In relazione agli adempimenti prescritti dagli articoli 36 e 37, comma 13, del D.Lgs. 81/08 Studio Frasca ha messo a punto il Test ITALSIC espressamente dedicato alla valutazione delle conoscenze e competenze nella lingua italiana con riferimento alla sicurezza e salute sul lavoro. Il Test è di semplice utilizzo e non richiede competenze specialistiche per la somministrazione. Per l’elaborazione dei risultati è utilizzato uno specifico software acquistabile con la prima fornitura del test. Apposite istruzioni guidano l’utilizzatore, ad esempio l’RSPP, in tutte le fasi di impiego. Il Test è acquistabile inviando la richiesta tramite e-mail a Studio Frasca, al quale ci si può rivolgere per ulteriori informazioni. E’ anche possibile la somministrazione del test on line.
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Perché associarsi all’autorità mondiale dell’accesso aereo a cura di IPAF ITALIA
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PAF rinnova le cariche istituzionali in Italia. E’ l’occasione per riflettere sulla sua identità e sui benefici che operatori e utilizzatori di piattaforme aeree possono ottenere diventando soci dell’autorità mondiale del sollevamento aereo. IPAF Ltd è una Federazione Internazionale di mutuo soccorso senza scopo di lucro, specializzata nel settore dei mezzi mobili di Accesso Aereo per lavori temporanei in quota, nata oltre 30 anni fa in Gran Bretagna e presente in più di 40 nazioni. Rappresenta gli interessi di tutta la filiera nel settore delle piattaforme di lavoro mobili aeree e autosollevanti su colonne, dal produttore al distributore, dal noleggiatore fino all’utilizzatore finale, in tutto il mondo industrializzato. Conta quasi mille soci, di cui più di 100 in Italia, tutti specializzati o attinenti al settore dei mezzi mobili di accesso aereo. I soci rappresentano il 50 per cento del mercato mondiale e in soli 4 anni sono raddoppiati a seguito all’internazionalizzazione della federazione e della crescita del settore. La sua riconosciuta autorevolezza va espandendosi in tutti i continenti. IPAF appartiene ai suoi soci: dal 2009 viene eletto dagli stessi il Consiglio Nazionale dei soci IPAF per l’Italia (Italian National IPAF Council) il cui Presidente, eletto dai consiglieri, fa parte anche del Consiglio Direttivo IPAF Ltd in UK. Recentemente, i soci italiani si sono riuniti in assemblea per procedere al rinnovo delle cariche istituzionali. IPAF promuove la sicurezza e la migliore
prassi nell’utilizzo di piattaforme di lavoro mobili elevabili attraverso l’attività di appositi comitati tecnici e gruppi di lavoro – presenti anche negli organismi normativi in seno alla CE e diversi organismi governativi nazionali, compresa l’Italia – e dispone di uffici regionali di rappresentanza in USA, Italia, Spagna, Svizzera, Francia, Germania, Benelux, Brasile, Nord e Paesi Baltici, Sud Est Asiatico, Dubai e Turchia. Gestisce e controlla il più rispettato e riconosciuto programma di formazione e accreditamento a livello internazionale per operatori, dimostratori, istruttori e manager nel settore delle piattaforme aeree di lavoro e autosollevanti su colonne, proposto da istruttori che appartengono o, se indipendenti, operano per gli oltre 400 Centri di Formazione autorizzati IPAF (40 in Italia) controllati da Auditor professionali. Gli allievi vengono formati da istruttori accreditati da IPAF con corsi teorici e pratici progettati e aggiornati annualmente da un comitato composto dai più autorevoli esperti in materia. I corsi di formazione IPAF sono già presenti in oltre 30 nazioni, tra breve anche in modalità e-learning. Dove applicabili, sono resi disponibili da IPAF nelle maggiori lingue. Il loro numero è in costante aumento. Sono strutturati in vari livelli e suddivisi per tipologia di attività. Attualmente vengono gestiti i seguenti corsi di formazione e addestramento IPAF, rispondenti alle rispettive norme internazionali e nazionali vigenti: • Operatori – dimostratori – istruttori di PLE (Piattaforme di lavoro
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mobili elevabili) suddivisi per categorie rispondenti alle norme italiane emanate in base all’accordo Stato Regioni del 22/12/2011 e successivi regolamenti attuativi; e all’evoluzione della norma EN280, compreso piattaforme integrate su sollevatori telescopici e speciali (TPI). Operatori – dimostratori – allestitori – allestitori avanzati – Istruttori di PLAC (Piattaforme di lavoro auto sollevanti su colonne). Carico e scarico di PLE e altre macchine operatrici Gestori di PLE e Tecnici di cantiere .
Attraverso un network di partner associati e convenzionati, IPAF offre inoltre condizioni speciali su vari servizi tecnico-legali e assicurativi e corsi di formazione personalizzati per costruttori, distributori e noleggiatori con particolare riferimento all’uso dei DPI, alla comunicazione e alle tecniche didattiche per gestire un’aula, al risk management, alla responsabilità civile e penale e altri su richiesta. Il TÜV tedesco ha certificato la conformità del programma di formazione IPAF per operatori di PLE allo standard internazionale ISO 188782004 che stabilisce i livelli di istruzione e addestramento appropriati per operatori di piattaforme aeree. La formazione IPAF comprende, per i candidati che hanno sostenuto con successo l’esame finale presso il centro autorizzato prescelto, il rilascio della licenza di abilitazione “IPAF Smart PAL Card” gestita direttamente da IPAF e [Continua...]
novital@novitalrent.com - www.novitalrent.com >> Noleggio piattaforme per lavoro aereo con o senza operatore >> Formazione operatori secondo normativa vigente >> Consegna e ritiro in cantiere >> Sopralluoghi con nostro personale qualificato >> Dealer JLG Sede legale: Via Torino, 51 - 20123 Milano / Sede operativa: Via delle Industrie, 64/66 - 20041 Agrate Brianza (MI) Tel. +39 039 88 11 21 - Fax +39 039 65 12 80
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Noi lavoriamo sicuri ’attività di Novital Srl si basa sull’esperienza ultra decennale nel settore del sollevamento di tutto lo staff che consente di offrire un servizio di assistenza tecnica e noleggio qualitativamente elevato e una gamma di prodotti estremamente articolata.
La nostra flotta di macchine per noleggio conta oltre 500 unità in grado di soddisfare ogni particolare esigenza nel campo del sollevamento. Pur rimanendo il noleggio a freddo o con operatore il core business della società, le attività di vendita, di assistenza tecnica, di consegna/ritiro in cantiere tramite mezzi propri con personale specializzato rappresentano un importante complemento. L’attività di vendita, fondata sul diretto contatto con gli utilizzatori, interpreta al meglio le reali necessità del cliente per soluzioni innovative e personalizzate, mentre il nostro team di tecnici specializzati si prende cura dell’assistenza in cantiere e della manutenzione ordinaria delle macchine, forte di un collaudato network tra imprese del settore che ci consente di seguire i nostri clienti su tutto il territorio nazionale e oltre. Ulteriore fiore all’occhiello di Novital Srl è il centro di formazione accreditato con istruttori senior IPAF, per operatori di: piattaforme per lavoro aereo (PLE), carrelli elevatori, carrelli telescopici, escavatori, pale gommate, terne, DPI III categoria.
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Attrezzature intercambiabili
utilizzate per il sollevamento di persone. Cosa è conforme alla Direttiva Macchine 2006/42/CE a cura di Massimo Granchi e Christian Trinastich
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n azienda può capitare di dover sollevare persone utilizzando attrezzature adibite esclusivamente al sollevamento di materiali. A tal fine è possibile applicare specifiche attrezzature aggiuntive alle attrezzature di sollevamento. Tuttavia, non tutte queste attrezzature aggiuntive sono accettate dalla Direttiva Macchine 2006/42/CE. In particolare, esse devono essere “attrezzature intercambiabili”, come definite dalla Direttiva stessa, specificatamente pensate allo scopo. In questo articolo analizziamo questo aspetto, spesso controverso, e vediamo le soluzioni che risultano conformi alla Direttiva Macchine 2006/42/CE e alla Direttiva 2009/104/CE, a cui si ispira il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. vigente in Italia. Attrezzatura intercambiabile ai sensi Direttiva Macchine 2006/42/CE La Direttiva Macchine 2006/42/CE, oltre alla definizione di macchine, definisce tutta un’altra serie di attrezzature per le quali è previsto lo stesso iter di certificazione identificato normalmente per le sole macchine. Tra questa attrezzature figurano anche le “attrezzature intercambiabili”. Si intende per attrezzatura intercambiabile un “dispositivo che, dopo la messa in servizio di una macchina o di un trattore, è assemblato alla macchina o al trattore dall’operatore stesso al fine di modificarne la funzione o apportare una nuova funzione, nella misura in cui tale attrezzatura non è un utensile”. Pertanto, attrezzatura intercambiabile è anche un accessorio che può essere assemblato ad una attrezdella
zatura di sollevamento materiali (per esempio, una gru) da parte dello stesso operatore e che, nel contempo, modifica o apporta una nuova funzione a tale attrezzatura di sollevamento, quale appunto la possibilità di sollevare persone che, in assenza di tale accessorio, l’attrezzatura di sollevamento da sola non possiede. L’attrezzatura intercambiabile, ai sensi dell’articolo 2 della Direttiva Macchine 2006/42/CE richiede, come detto, lo stesso percorso di certificazione tipico delle macchine. Il Fabbricante, infatti, deve garantire la conformità di questo accessorio ai sensi della Direttiva Macchine 2006/42/CE dimostrando, tramite la valutazione dei rischi, la conformità ai requisiti essenziali di sicurezza applicabili e, dunque, in questo specifico caso, anche a quelli relativi alle attrezzature adibite al sollevamento di persone. Il Fabbricante è pertanto tenuto a realizzare il fascicolo tecnico della
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costruzione, la targa di identificazione CE, la dichiarazione CE di conformità e le istruzioni per l’uso in accompagnamento al prodotto. Quest’obbligo vale sia nel caso di accessori fabbricati e venduti sul mercato sia nel caso di accessori fabbricati per un utilizzo interno in azienda (in questo caso il Fabbricante dell’accessorio è lo stesso utilizzatore). Attrezzatura
intercambiabile per il
sollevamento di persone
Sul marcato è possibile individuare due tipologie di attrezzature che, collegate ad attrezzature di sollevamento materiali, sono in grado di permettere anche il sollevamento di persone. La distinzione non è solo nelle modalità di collegamento all’attrezzatura di sollevamento, ma anche e principalmente nelle responsabilità che ne conseguono. Infatti, si possono individuare: 1. accessori assemblati ad attrezzature di sollevamento [Continua...]
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La formazione non termina più con il diploma o la laurea ma è permanente e continua, destinata a un costante riallineamento che tenga conto delle trasformazioni nei modelli organizzativi e negli scenari del business moderno. Il lavoro stesso risulta sempre più modificato dall’introduzione delle nuove tecnologie e dalle trasformazioni delle competenze.
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Dal rischio... Al rischiare
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FORMAZIONE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO
FORMAZIONE: COSA CONTROLLANO GLI ISPETTORI? a cura di Mario Romeo
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a sezione Spresal del Piemonte a febbraio 2016 ha rilasciato il documento “Procedure per l’accertamento degli adempimenti relativi alla formazione” che racchiude le modalità di accertamento degli ispettori e come devono essere effettuati i corsi di formazione. Una serie di SCHEDE dedicate per ogni tipo di corso previsto dal D.lgs. 81/2008, ricorda le caratteristiche e i requisiti per la validità dei corsi stessi: Riferimento normativo; Provvedimento che disciplina; Prerequisito formativo/ professionale per esercitare il ruolo; Quando deve essere effettuata; Soggetto formatore; Individuazione di un responsabile del progetto. Formativo; Tenuta registro presenze; N° max. partecipanti; Requisiti dei docenti; Durata minima dei corsi; Assenze ammesse; Valutazione apprendimento; FAD elearning; Rilascio attestato; Validità credito formativo; Riconoscimento crediti professionali e formativi pregressi; Comunicazione inizio corso in particolare quando e la validità del credito formativo sono informazioni fondamentali per tenere sotto controllo il piano formativo aziendale. Nella sezione Inadempienze Accertate e conseguenti azioni da intraprendere la tabella riepilogativa elenca le azioni conseguenti dello Spresal a seguito di un sopralluogo con esito negativo. Fonte: download del documento “Procedure Per L’accertamento Degli Adempimenti Relativi Alla Formazione” h t t p : / / w w w. s i a i n g e g n e r i a . c o m / allegati/6697-spresal-procedura-vigilan-
za-formazione-2-2-2016.pdf D.LGS. 81/2008: LE MODIFICHE RELATIVE A DVR, DUVRI, PSC E POS Il Decreto Interministeriale 9 settembre 2014 denominato: “Modelli semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza (POS), del piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) e del fascicolo dell’opera (FO) nonché del piano di sicurezza sostitutivo (PSS)” riepiloga le modifiche avvenute in questi anni in relazione al documento di valutazione dei rischi, al documento unico di valutazione dei rischi interferenti e ai modelli semplificati di PSC, POS, PSS e Fascicolo dell’Opera. Riportiamo alcune considerazioni finali dell’autore riguardo ai nuovi modelli: - l’adozione dei modelli semplificati di POS, PSC, PSS e Fo è facoltativa. Questo ne favorirà l’uso? - Contenuti minimi degli allegati XV e XVI “esplicitati con maggiore sistematicità e (in qualche caso) con maggior chiarezza; - più che di un modello semplificato, si tratta di un modello, ovvero di uno standard; - nuova e positiva l’attenzione alla registrazione degli scambi di informazione tra committente, CSE, datori di lavoro e RLS”; - viene rilevata la “probabile” intenzione del Legislatore “di ‘ridurre’ le ‘dimensioni’ dei Piani di Sicurezza ‘omnicomprensivi’”. “Adempimenti”, a cura dell’Ing. Ales-
sandro Matteucci (UFC PISLL – ASL 10 Firenze), intervento al seminario “Le più recenti modifiche ed integrazioni apportate al D.lgs. 81/2008”. Fonte: download del documento http://olympus.uniurb.it/index. php?option=com_content&view=article &id=11776:2014di9914 GUIDA OPERATIVA LAVORI IN AMBIENTI CONFINATI La presente Istruzione Operativa (in sigla I.O.) ha lo scopo di uniformare i comportamenti degli addetti all’effettuazione di lavori in ambienti confinati, definendo i criteri principali che regolamentano tali attività, secondo le attribuzioni e le prescrizioni definite dalla normativa attualmente vigente. Inoltre, la presente I.O. vuole fornire indicazioni per l’individuazione, la valutazione e la gestione dei rischi legati alla presenza di sostanze pericolose non sufficientemente conosciute o non prontamente identificabili in ambienti confinati. Fonte: Regione Lombardia BONUS AMIANTO: QUANTO, COME, A CHI Il collegato ambientale alla legge di Stabilità 2016 (legge 221/2015) ha previsto tra le altre disposizioni, il bonus per promuovere la rimozione amianto. Il Ministero dell’Ambiente ha approvato il decreto attuativo, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta nel mese di maggio: da giugno le [Continua...]
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LA NEVRALGIA DEL TRIGEMINO a cura di Giovanna Pirana
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a nevralgia del trigemino è una patologia che affligge con maggior frequenza la popolazione adulta oltre i 50 anni ed ha una lieve prevalenza nel sesso femminile. È caratterizzata da una sintomatologia dolorosa che si manifesta in maniera improvvisa con crisi parossistiche spesso descritte come scariche elettriche, della durata di pochi secondi e intervallate da periodi di pieno benessere. Tipicamente il dolore è unilaterale e circoscritto a una o più branche del nervo trigemino (V paio di nervi cranici). Col passare del tempo le crisi dolorose diventano sempre più frequenti ed i periodi di benessere sempre più rari per cui nelle fasi avanzate della malattia il paziente è afflitto dal dolore in maniera subcontinua. Si tratta di una patologia altamente invalidante che può impedire al paziente di parlare, di alimentarsi e di curare l’igiene orale. In queste condizioni il paziente evita qualsiasi tipo di stimolazione, anche una leggera brezza scatena le crisi e la sua vita viene limitata in maniera drastica fino a situazioni estreme in cui è costretto a rinchiudersi al buio in una stanza per eliminare ogni possibile fonte di eccitazione del nervo (foto pag. 54).
il nervo). Tale contatto provoca delle microlesioni delle guaine nervose che danno origine a potenziali elettrici ectopici che con il passare del tempo finiscono per irritare il nucleo sensitivo primario trigeminale che diventa il generatore delle crisi di dolore. Tali crisi possono essere spontanee o scatenate dagli stimoli più vari anche dalla semplice deambulazione. La maggior parte dei pazienti trae ben-
La nevralgia del trigemino è dovuta ad un contatto abnorme (conflitto neurovascolare) tra una arteria cerebellare e le radici del nervo trigemino nelle immediate vicinanze del ponte (struttura alla base del cervello da cui nasce 24 | Il Notiziario sulla Sicurezza | luglio - agosto 2016
eficio da una terapia medica, ma in alcuni casi la dose di farmaci necessaria è tale da produrre effetti collaterali inaccettabili ed occorre ricorrere alla terapia chirurgica. La terapia chirurgica può essere etiologica che ha cioè lo scopo di rimuovere la causa del danno del nervo e cioè il contatto abnorme con l’arteria. L’intervento viene definito di Decompressione Vascolare Microchirurgica e consiste nel raggiungere [Continua...]
FORMARE IL PERSONALE PER IL SUCCESSO AZIENDALE
Una strategia di formazione efficace valorizza le competenze, le conoscenze e l’abilità, riduce il turnover del personale ed aumenta la produttività. a cura di Eugenio Valsoaney
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n Italia ogni giorno migliaia di persone partecipano a corsi di formazione con l’obiettivo di migliorare le proprie conoscenze ed affinare le proprie abilità, assimilando nuove informazioni e confrontandosi con nuovi concetti. Da una recente indagine, il 58% dei nuovi lavoratori non considera più lo stipendio l’elemento principale nella scelta di un posto di lavoro. Un ambiente collaborativo e dinamico, una maggiore flessibilità ed una cultura
dell’innovazione sono gli elementi chiave ed i temi fondamentali che influiscono sulla attrazione ed il mantenimento dei talenti in azienda. La strabiliante velocità dei cambiamenti che coinvolgono e sconvolgono il mondo del lavoro, nelle tecnologie, nelle mansioni e soprattutto nelle persone, impongono che i lavoratori siano in grado di aggiornare continuamente le loro capacità al fine di rimanere in sintonia con il nuovo che avanza e non esserne sopraffatti.
Ecco dunque che la formazione è lo strumento principale per promuovere e valorizzare in continuo lo sviluppo personale e professionale. La scelta di quale tipo di formazione fare e se sarà utile oppure no, sono da sempre interrogativi degli imprenditori e dei responsabili HR. È chiaro a tutti che la risposta è si, la formazione è utile. Anzi, è necessaria. Purtroppo spesso si fallisce e non si ottengono i risultati voluti [Continua...]
SAIE 2016 partecipa ai 70 anni di ANCE Comunicato stampa a cura di SAIE
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igitalizzazione, sostenibilità e sinergie Competenze e alleanze per il futuro delle costruzioni SAIE e i 70 anni di Ance. La manifestazione fieristica di Bologna, punto di riferimento nazionale per il mondo delle costruzioni, partecipa come sponsor al Settantennale della costituzione dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, celebrati alla Triennale di Milano il 16 giugno 2016 con l’evento “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento”. Una tappa importante di avvicinamento alla fiera di ottobre, condividendo con Ance l’urgenza di una prospettiva di filiera. “Festeggiamo con Ance questo importante anniversario e un percorso di collaborazione – dichiara Franco Boni, Presidente BolognaFiere – che ci ha visto protagonisti nei grandi cambiamenti che hanno attraversato il mondo delle costruzioni. L’innovazione del settore è da sempre al centro dell’attenzione di SAIE che, con le imprese e i professionisti, lavora, anche oggi, per una nuova competitività del settore. Efficienza energetica, sicurezza, sostenibilità, innovazione nei prodotti, nelle procedure e nelle tecnologie sono alcuni dei temi su cui operiamo per dare risposte concrete a un mercato in forte trasformazione”. “Il convegno di oggi, evento centrale delle celebrazioni per i 70 anni dell’Ance, vuole essere un’occasione per riflettere sulle strade che il settore delle costruzioni dovrà imboccare per essere all’altezza delle sfide del futuro. Per tornare competitivi in un mercato profon-
damente trasformato dalla crisi, molto più ristretto e selettivo, metodi e strumenti tradizionali non bastano più. Le imprese – dichiara Claudio De Albertis, Presidente Ance Nazionale - devono cambiare visione e approccio, rinnovando profondamente non solo i prodotti, ma anche i processi che devono essere improntati a criteri di assoluta efficienza. Innovazione tecnologica e digitale, ricerca, creatività, qualità sono le leve fondamentali che dobbiamo saper attivare se vogliamo assicurare un futuro alle nostre imprese e alle nostre città, che possono divenire protagoniste di un concreto piano di rigenerazione e di efficientamento energetico”. SAIE 2016: Professionisti e industria del mondo delle costruzioni si danno appuntamento a Bologna dal 19 al 22 ottobre per la 52esima edizione della manifestazione, occasione di informazione e formazione su tutte le novità dell’edilizia, dalla progettazione al cantiere, fino alla manutenzione e gestione delle opere. Innovazione e sostenibilità sono il motore della manifestazione fieristica che si conferma riferimento per il settore, compatto e determinato nel cambiare passo per rispondere ad un mercato in completa rivoluzione. SAIE 2016 sarà occasione di approfondimento su nuovi strumenti e procedure, con particolare attenzione al BIM viste le recenti novità introdotte dal Codice degli Appalti. SAIE 2016 accenderà un faro su tecnologie e materiali intelligenti, prodotti e macchine a basso impatto per raccontare attraverso l’esperienza della manifattu-
26 | Il Notiziario sulla Sicurezza | luglio - agosto 2016
ra italiana l’impegno e la sfida sui temi della rigenerazione urbana, della riqualificazione sostenibile, della protezione sismica e idrogeologica. Ancora, SAIE si propone come hub per la condivisione di idee, soluzioni e visioni per costruire smart building, per fare squadra dal basso, per la realizzazione di smart cities frutto della sinergia tra progettisti, impiantisti, artigiani, insieme a tutte le grandi aziende già affermate a scala internazionale. Il SAIE del prossimo ottobre sarà un appuntamento particolarmente atteso dopo il varo della nuova legge sui Codici degli Appalti che introduce elementi innovativi per il settore delle costruzioni e per tutta la filiera. “Superare il concetto del massimo ribasso trasferisce la sfida del mercato sulla qualità dei progetti, delle realizzazioni e dei prodotti. Anche l’introduzione della digitalizzazione dei cantieri farà fare un ulteriore salto di qualità a tutte le componenti dell’industria delle costruzioni. Da tempo gli associati di Federbeton dichiara Sergio Crippa, Presidente della Federazione delle Associazioni della filiera del cemento - stanno operando in un’ottica di continua implementazione della qualità e dell’innovazione sia dei prodotti sia dei processi. Il SAIE sarà il primo grande appuntamento che permetterà di approfondire e di verificare questo nuovo modello di business per tutta l’industria legata al settore edile”. Anche ANDIL sposa il tema dell’innovazione a livello di impresa e di sistema industriale. “ANDIL tra l’altro - spiega Luigi Di Carlantonio, [Continua...]
I Convegni di IPAF ad Ambiente Lavoro 2016 a cura di IPAF
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ome di consueto, IPAF sarà presente all’annuale edizione di Ambiente Lavoro (Bolognafiere 19–21 Ottobre 2016) con uno stand informativo e un ricco programma di seminari, effettuati nella saletta adiacente allo stand. Ecco il programma dei convegni, proposti alle figure professionali che operano nel settore del sollevamento aereo, ai consulenti alla sicurezza, al personale addetto ai controlli. Il convegno sui Dispositivi di Protezione Individuale di giovedì prevede la partecipazione di un relatore di Associazione Linee Vita. Sul sito www. ipaf.org/it tutte le informazioni per prenotarsi in tempo utile fino a esauri-
mento dei posti disponibili. Mercoledi 19 Ottobre 10.00-12.00 SBARCARE IN QUOTA DA UNA PIATTAFORMA AEREA Il convegno inquadra lo stato dell’arte sulla tematica al centro di riflessioni e iniziative verso la definizione di un approccio regolamentato che tenga conto del presidio dei rischi nel suo complesso. Giovedì 20 Ottobre 10.00-12.00 I SISTEMI DI PROTEZIONE E I DISPOSITIVI ANTICADUTA NELL’USO DI PLE
Quali sono i DPI da utilizzare correttamente durante i lavori in quota sui mezzi di accesso aereo? Cosa dicono le norme e cosa suggeriscono i costruttori, anche in riferimento alla loro manutenzione e verifica. Venerdì 21 Ottobre 10.00-12.00 IN SICUREZZA SULLE PLAC Le fasi di montaggio, di utilizzo e di smontaggio in sicurezza dei ponteggi auto sollevanti e delle piattaforme di lavoro su colonna e la specifica formazione promossa da IPAF in collaborazione con i principali costruttori.
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