Dal Mediterraneo le reti digitali per la Smart City Danilo Lo Bello Le telecomunicazioni e la trasmissione di dati in tempi rapidi sono uno tra gli elementi che oggi influenzano gli andamenti economici mondiali e lo sviluppo delle nostre città. A consentire il trasporto dei dati in tutto il mondo sono una moltitudine di collegamenti terrestri e sottomarini, questi ultimi in particolare veicolano quasi il 99% del traffico dei dati nel globo. L’importanza dei cavi sottomarini e il loro ruolo rispetto alle economie sono stati oggetto di uno studio della ECB-European Central Bank intitolato Cables, Sharks and Servers: Technology and Geography of the Foreign Exchange Market. Lo studio, sebbene incentrato specificatamente sui riflessi delle tecnologie sul mercato dei cambi, rende l’idea di quanto la velocità delle telecomunicazioni influisca sulle nostre vite. Gli autori evidenziano come, grazie alla tecnologia, il fatturato complessivo di Londra, la più grande sede di contrattazione del mondo, aumenti sino ad un terzo. A corroborare dell’importanza delle cosiddette autostrade sottomarine ci sono gli investimenti e i progetti di alcuni dei colossi del mondo digitale. Tra i quali Facebook e Microsoft che il 12 giugno 2017 con il cavo “Marea” hanno collegato lo stato americano della Virgi-
INNOVAZIONE Luglio 2017
na alle coste Spagnole. Anche Google ha ambizioni analoghe e, stretta una collaborazione con Facebook, ha reso noto il progetto del cavo “Indigo” che - entro marzo 2019 - dovrebbe connettere Singapore all’Australia, passando per Giacarta e Taiwan. La Sicilia grazie alla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, è un passaggio obbligato e un ponte per le
comunicazioni che dal Medio Oriente e dal Nord Africa viaggiano verso l’Europa per essere poi veicolate in tutto il resto del mondo (la mappatura dei cavi sottomarini è consultabile sul sito www.submarinecablemap.com). I dati che passano per la Sicilia, grazie a 18 cavi sottomarini, vengono smistati in cinque landing station, la principale è sita a Mazzara del Vallo, seguito dagli snodi di Catania, Palermo, Pozzallo e Trapani. Da questi centri, i dati vengono amplificati e dirottati verso Marsiglia, dove si trova un grosso hub. Il trasferimento delle informazioni direttamente in territorio francese ed europeo è per l’Italia un’opportunità mancata, il dirottamento infatti è l’esito di politiche digitali poco accattivanti che hanno portato alla deviazione del traffico verso l’Europa del Nord, sorpassando gli snodi siciliani. A mancare nel processo di attrazione di investitori è stato il regime di libera concorrenza, elemento che invece caratterizza lo snodo marsigliese. In particolare ciò di cui avrebbe bisogno il mercato è un punto di aggregazione “open” per l’interconnessione e lo scambio del traffico IP tra operatori del mediterraneo e quelli europei o americani, unitamente alla disponibilità di percorsi terrestri multivendor. Da queste riflessioni e dall’osservazione del territorio è nato il progetto Open Hub Med, scaturito dalla collaborazione di 9 membri fondatori: VueTel, Fastweb, Interoute, Italtel, Eolo, MIX, Supernap Italia, Equinix Italia, XMed Consortium- e 2 membri aggiuntivi - In-Site, Retelit. Obiettivo di Open Hub Med è la realizzazione nell’area metropolitana di Palermo ed in particolare a Carini, di una piattaforma tecnologica neutrale e aperta che fornisca agli operatori di telecomunicazioni internazionali, agli Over the Top (OTT), alla Pubblica Amministrazione e alle imprese del sud, rotte diversificate e servizi competitivi. La struttura, sita all’interno dell’area di ricerca di Italtel a Carini, sosterrebbe il rilancio dell’Italia in un ambiente internazionale quale quello delle telecomunicazioni, riducendo la latenza del traffico tra le reti dei paesi mediterranei e quelli europei, aprendo il mercato del transito verso l’Italia e l’Europa.
L’autore Danilo Lo Bello è Chief Operating Officer presso Open Hub Med
Energia Media - luglio 2017
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