Acqua 2.0 Focus 17/2017
Acqua e innovazione. L’acquedotto di Scillato, Palermo Maria Prestigiacomo Giovanni Tuvè
Gli Autori Maria Prestigiacomo, architetto, è Presidente di AMAP SpA, Giovanni Tuvè, ingegnere, è Responsabile dell’Unità di Coordinamento Manutenzione Risorse e Adduzione presso AMAP SpA www.amapspa.it
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©Energia Media - giugno 2017
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Acqua e innovazione. L’acquedotto di Scillato, Palermo Maria Prestigiacomo Giovanni Tuvè
Il presente contributo ha la sua origine nell’intervento che Maria Prestigiacomo e Giovanni Tuvè hanno pronunciato durante il convegno “SmART City Italia - Palermo” tenutosi a Palermo, il 9 maggio 2017.
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Gli interventi per il recupero funzionale dell’acquedotto Nuovo Scillato, Palermo L’innovazione come strumento per ripristinare un servizio di primaria importanza come quello dell’approvvigionamento idrico ai cittadini. In Sicilia, a Palermo, grazie al progetto di rifunzionalizzazione, l’acquedotto di Scillato – chiuso da cinque anni a causa di una situazione infrastrutturale critica – ha ripreso a erogare acqua. L’obiettivo: individuare una soluzione efficiente ed efficace che permettesse di convogliare dalle Sorgenti Scillato almeno 400-500 litri d’acqua al secondo (l/s), così da recuperare un volume annuo di circa 15.000.000 m3, pari a circa il 15-20% del volume immesso in rete nell'intera città di Palermo. Prima di illustrare gli interventi è utile contestualizzare il ruolo dell’acquedotto Nuovo Scillato rispetto all’area del capoluogo siciliano. Realizzato alla fine degli anni Ottanta dello scorso secolo allo scopo di affiancare il Vecchio Canale di Scillato (costruito alla fine dell’Ottocento, per convogliare le acque della sorgente Scillato a Palermo), ha un recapito in un manufatto a quota 189 metri di altezza, da cui possono essere alimentati i serbatoi cittadini. Le acque della Sorgente di Scillato scaturiscono a monte del paesino omonimo, alle falde del monte Fanusi, che fa parte della catena delle Madonie, e affiorano alla quota di 376 metri di altitudine con una portata variabile, nel corso dell’anno, tra 600 e 900 l/s. La sorgente Scillato costituisce dunque una delle principali fonti di approvvigionamento di Palermo e delle cittadine della fascia costiera quali Termini Imerese, Casteldaccia, Bagheria, Santa Flavia, Ficarazzi e Villabate. Purtroppo, nell’attraversamento della valle del fiume Imera Settentrionale, nelle contrade Burgitabus e Scacciapidocchi, l’acquedotto attraversa terreni che si presentano instabili, in corrispondenza dei quali si sono inne-
Il problema in termini generali (scenario
scati movimenti franosi che hanno determinato una serie di rotture sem-
base)
pre più gravi delle tubature in acciaio (DN 900 mm), che con il tempo hanno condotto all’interruzione del servizio. Ma non solo. A questa situazione critica si sono, nel tempo, sommate altre gravi questioni che hanno reso emergenziale il quadro complessivo come la persistente siccità degli ultimi
due anni e le problematiche legate alla riduzione delle riserve idriche a disposizione per l'approvvigionamento idropotabile di Palermo e della fascia costiera est della provincia dovute al parziale svuotamento delle acque dell'invaso Rosamarina. Quindi, al fine di scongiurare una gravissima crisi idrica, si è reso necessario ricorrere a un intervento provvisorio di rapida attuazione. In funzione della portata da convogliare, delle pressioni in gioco e dei tempi di realizzazione dell’intervento, alla luce delle conoscenze sullo stato dell'adduttore e delle rotture avvenute nelle due contrade, è stata individuata una soluzione di relining con l’utilizzo di una tubazione speciale in Kevlar. La scelta del relining dei due tratti di condotta è stata dettata dalla necessità di realizzare una condotta continua e sufficientemente flessibile da assorbire eventuali movimenti franosi. Per quanto riguarda la scelta del materiale dei tubi, da un'attenta analisi sul mercato e da esperienze similari recenti, quale il rifacimento di un tratto di condotta per l’approvvigionamento idrico del Comune di Messina, in relazione alle elevate pressioni e ai diametri in gioco, è stato individuato il Primus Line®, un particolare tubolare flessibile brevettato dall’azienda tedesca Rädlinger primus line GmbH, che unisce la grande flessibilità e leggerezza delle guaine tessili ad una resistenza pari a quella dei tubi di acciaio. Queste proprietà sono ottenute grazie all'impiego di fibre di aramide (Kevlar®) tessute senza cuciture e all'applicazione sulla guaina di un film plastico bicomponente (resistente al passaggio del fluido all'interno e all'abrasione all'esterno). Per il relining dei due tratti di condotta sono stati scelti opportunamente i diametri del Primus Line®, utilizzando, nel tratto di c.da Burgitabus, n°3 tubi (ciascuna della lunghezza di 1030 m) del DN 250 mm, mentre nel tratto di c.da Scacciapiodocchi (lunghezza 640 m) il diametro delle tre tubi, è stato incrementato a DN 300 mm, considerate le pressioni di esercizio minori rispetto al tratto che lo precede. Per garantire il corretto funzionamento dei tratti di intervento ed il collegamento alla tubazione esistente, sono stati previsti n°5 manufatti di sfiato e n°4 manufatti di innesto a calotta, realizzati con pezzi speciali in acciaio opportunamente sagomati. L'intervento è costato 1.540.000 euro, dei quali € 1.172.538,10 per la fornitura in opera della tubazione. Propedeuticamente all'esecuzione del relining, è stato necessario eseguire alcune opere civili relative alla preparazione delle aree di intervento (apertura piste, scavi e messa a nudo tubazioni, etc.) e alla realizzazione di un tratto di circa 120 m di tubo camicia in PEad DN 1000 mm in c/da Scacciapidocchi, dove la vecchia tubazione in acciaio era stata sostituita con un tubo DN 400.
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FASI DEI LAVORI 1. Allestimento cantiere, con predisposizione zone di lavoro, installazione argano di tiro, posizionamento bobine tubolari, realizzazione finestre di accesso e controllo lungo il tubo esistente; 2. Ispezione televisiva di verifica dello stato della tubazione esistente e presenza di eventuali ostacoli da rimuovere; 3. Pulizia tubazione, con scovolo e con operatore, per eliminare incrostazioni e depositi dalle pareti 4. Inserimento dei tubolari di relining; 5. Predisposizione in stabilimento dei pezzi speciali in acciaio (sfiati e calotte di innesto); 6. Saldatura, in opera, dei manufatti di innesto alla condotta esistente, posizionamento dei manufatti di sfiato e verifica delle saldature con tecnologia ad ultrasuoni (onde ad alta frequenza che si propagano nel materiale e vengono riflesse da discontinuità geometriche); 7. Installazione dei connettori flangiati alle tubazioni di relining e collegamento delle stesse ai manufatti di sfiato e di innesto; 8. Prova di tenuta preliminare delle tubazioni con aria compressa; 9. Lavaggio e disinfezione tratti di intervento; 10. Messa in esercizio dell'acquedotto. Focus n. 17/ 2017 - Acqua 2.0
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