Efficienza Energetica Focus 11/2017
Efficienza energetica in Italia: tecnologie, mercato e prospettive di crescita Federico Frattini
L’autore Federico Frattini è Professore presso il Politecnico di Milano e vice direttore dell’Energy & Strategy Group. federico.frattini@polimi.it
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Efficienza energetica in Italia: tecnologie, mercato e prospettive di crescita Federico Frattini
Il presente contributo ha la sua origine nell’intervento che Federico Frattini ha pronunciato durante il workshop “Energy Efficiency 2.0� tenutosi a Bergamo, il 21 settembre 2016, presso la sede di Confindustria.
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Efficienza energetica in Italia: tecnologie, mercato e prospettive di crescita
L’Europa ha fatto dell’efficienza energetica un elemento strategicamente decisivo su cui fondare le politiche di sviluppo dei prossimi anni, con l’obiettivo di arrivare a una quota del 20% entro il 2020. In Italia, grazie anche a recenti obblighi normativi, l’efficienza energetica sta trovando traduzione nel mondo reale (e non solo in quello delle buone pratiche) con conseguenti e misurabili vantaggi non solo ambientali ma anche monetari e competitivi (specialmente per le aziende). Riflesso di questa diffusione sono le classifiche – più o meno accurate - che dipingono il nostro Paese sempre ai primi posti per efficienza energetica. Ma qual è il reale stato dell’efficienza energetica in Italia? Quale l’approccio delle imprese italiane? Quante risorse vengono realmente destinate ad interventi di efficientamento? Provo a rispondere servendomi di una ricerca che abbiamo portato avanti all’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Il punto di partenza è stato la presa in esame delle principali tecnologie a disposizione per realizzare operazioni di efficienza energetica e i diversi ambiti di applicazione (Tabella 1)
Le attività imprenditoriali: industria Concentrando l’attenzione solo sui comparti industriali (alimentare, carta, chimica, meccanica,Il metallurgia, prodotti pergenerali l’edilizia, (scenario vetro e problema in termini ceramica) i dati del 2015 parlano di livelli di investimenti in efficienza
base)
energetica pari a circa 1,3 miliardi di euro. Le soluzioni tecnologiche maggiormente adottate riguardano essenzialmente i sistemi di combustione efficienti (nel 2015, 387 milioni di euro), e i sistemi di cogenerazione (nel 2015, 378 milioni di euro - Grafico 1).
Focus n. 11/ 2017 - Efficienza Energetica
Tabella 1. Soluzioni per l’efficienza energetica e ambiti di applicazione analizzati nello studio
Grafico 1. Gli investimenti in tecnologia del comparto industriale per tecnologia
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L’impiego di risorse non è omogeneo, ma varia a seconda del comparto. Emerge, per esempio, il settore metallurgico, primo fra tutti per livelli di risorse investite (353,6 milioni di euro); esse sono riconducibili soprattutto alla sostituzione di sistemi di combustione inefficienti o scarsamente efficienti con altri maggiormente performanti. Contribuiscono, poi, a trainare questo mercato il settore della carta e quello dei prodotti per l’edilizia. Con tutte le specificiatà legate al tipo di consumo e al tipo di processo produttivo che le imprese hanno nei loro settori di riferimento. Come si nota dal Grafico 2, per esempio, il mondo della metallurgia ha concentrato gli investimenti sull’efficientamento dei sistemi di combustione . Per valutare la propensione all’efficienza energetica abbiamo costruito un indice che rapporta gli investimenti fatti con il costo della bolletta energetica. Come si evince dalla tabella il costo varia dal 2,8% per le imprese della carta all’1,36% per quelle che operano nel settore alimentare. I settori della carta, dei prodotti per l’edilizia e del vetro e della ceramica risultano avere una forte propensione all’efficienza. Al contrario il settore alimentare presenta un indice di propensione all’efficienza energetica piuttosto ridotto (pari alla metà di quello della carta). Numeri che portano a una prima riflessione, ovvero l’atteggiamento di estrema cautela che le aziende tengono quando si tratta di impiegare risorse economiche per aumentare l’efficienza dei propri impianti. E tutto ciò nonostante i ritorni degli investimenti su queste tecnologie abbiano attualmente dei tempi di rientro e risparmi monetari più che sufficienti a giustificare – proprio da un punto di vista economico – degli investimenti più consistenti (Tabella 2).
Le attività imprenditoriali: il terziario Se si osserva il settore terziario (GDO, hotel e accomodation) il totale degli investimenti realizzati nel 2015 dal terziario (GDO e hotel) arriva a circa 130 milioni di euro. Gli interventi relativi all’illuminazione sono preponderanti con impiego di risorse pari a 64,5 milioni di euro a cui seguono quelli relativi alla refrigerazione. Entrambi – com’è evidente – due delle voci di costo maggiori per quei tipi di realtà (Grafico 3). Nel 2015, la Grande Distribuzione Organizzata ha investito complessivamente 77,6 milioni di euro, contro i 54 milioni di euro del comparto alberghiero (Grafico 4). Nella GDO l’illuminazione (38,7 milioni investiti), la refrigerazione (12,6 milioni), i motori elettrici (5,8 milioni) e gli inverter (4,3 milioni) coprono circa l’80% del volume d’affari totale.
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Grafico 2. Gli investimenti in tecnologia del comparto industriale per settore
Tabella 2. Indice di propensione all’efficienza energetica
Settore industriale
Indice di propensione all’efficienza energetica
Carta
2,80
Vetro e ceramica
2,67
Prodotti per l’edilizia
2,47
Metallurgia
2,07
Chimica
1,60
Meccanica
1,59
Alimentare
1,36
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Grafico 3. Gli investimenti in efficienza energetica nel terziario per tecnologia
Grafico 4. Gli investimenti in efficienza energetica nel terziario per settore
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Nel settore alberghiero la quasi totalità degli investimenti è legata ad interventi di efficientamento dell’illuminazione (25,5 milioni di euro) o di produzione dell’energia termica, in particolare caldaie a condensazione (8,9 milioni di euro), cogenerazione (8 milioni di euro) e solare termico (5,6 milioni di euro). L’indice di propensione all’efficienza energetica calcolato per la GDO e gli hotel risulta comunque ridotto, specialmente se paragonato a quello dell’industria: 1,57 e 1,44 rispettivamente.
Il building Per quanto riguarda il building, il totale degli investimenti realizzati nel 2015 negli “uffici”, ossia negli edifici non residenziali non adibiti ad attività industriale (che nel nostro Paese sono circa 1,3 milioni), è di circa 650 milioni di euro (compresa la Pubblica Amministrazione). È significativo (Grafico 5) il ruolo della soluzioni volte ad efficientare l’illuminazione, che coprono circa il 43% del volume d’affari complessivo (279 milioni di euro). Sotto la dicitura «uffici» rientrano anche gli edifici della Pubblica Amministrazione che possono essere uffici in senso stretto, ma anche scuole e centri ricreativi. Dei 650 milioni di euro totali spesi per gli “uffici”, si è stimato che 105 milioni di euro sono da ricollegare a investimenti realizzati su edifici della Pubblica Amministrazione. Il 60% di tale cifra, poi, è stata impiegata per compiere interventi sulle 43.000 scuole del territorio nazionale (64 milioni di euro), mentre il volume di affari degli investimenti sugli uffici in senso stretto si attesta sui 19 milioni di euro. Si tratta di una fetta di mercato non solo numericamente importante – considerando il patrimonio edilizio pubblico - ma ancora in gran parte non sfruttata, nonostante l’efficienza energetica nella PA sia favorita e nonostante esistano strumenti finanziari come il project financing o fondi dedicati come quello europeo per l’efficienza energetica che mettono a disposizione ingenti risorse economiche per implementare e realizzare le operazioni di efficientamento (Grafico 6). Vi è, inoltre, una forte propensione da parte della Pubblica Amministrazione verso interventi sull’involucro edilizio: le superfici opache e le chiusure vetrate hanno un volume d’affari pari a circa il 50% di quello totale, rispettivamente di 33 e di 18 milioni di euro. Significativo è anche il peso dell’installazioni di caldaie a condensazione, che nel 2015 hanno fatto registrare investimenti per 19 milioni di euro (Grafico 7).
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Grafico 5. Gli investimenti in efficienza energetica nel building: gli uffici


Grafico 6. Gli investimenti in efficienza energetica nel building: gli uffici - la PA
Grafico 7. Gli investimenti in efficienza energetica nel building: gli uffici - la PA
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Passando al settore residenziale, il quadro emerso dall’indagine dell’Energy & Strategy Group mostra come il totale degli investimenti in soluzioni di efficienza energetica realizzati nel settore residenziale (12,2 milioni di edifici in Italia) ammonta a circa 3 miliardi di euro. Un patrimonio edilizio che necessita quanto mai di interventi, considerando che, rispetto ad altri Paesi come Germania o Francia, gli immobili italiani, al metro quadro, consumano il 30% in più di energia termica. Un dato sul quale pesa un elemento per nulla trascurabile quale il periodo di costruzione: nel 75% dei casi, infatti, si è di fronte a immobili costruiti prima che esistesse alcuna norma di efficienza energetica. Per quanto riguarda le soluzioni adottate e il tipo di interventi, nel 2015 si è registrato un vero e proprio “boom” di installazioni di pompe di calore: il volume d’affari è infatti aumentato di oltre il 50%, arrivando a toccare 1,1 miliardo di euro. Anche gli interventi sull’illuminazione hanno fatto registrare una crescita significativa (450 milioni di euro di investimenti), con un rilevante impiego della tecnologia LED (Grafico 8).
Grafico 8. Gli investimenti in efficienza energetica nel building: il residenziale
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Il mercato dell’efficienza energetica e il ruolo delle ESCo Facendo un quadro d’insieme si arriva a dire che il totale complessivo di investimenti in efficienza energetica in Italia è pari a 5,63 miliardi di euro. È il residenziale a guidare la classifica (con il 53% del totale), seguito dal comparto industriale (nel complesso 1,8 miliardi di euro, il 32%) e da terziario e uffici, che assorbono meno del 14% del totale degli investimenti (Tabella 3). Un mercato che manda segnali positivi: gli investimenti negli ultimi 4 anni hanno seguito un trend positivo, mantenendo una crescita costante e passando dai 3,8 miliardi di euro investiti nel 2012 ai 5,6 miliardi di euro del 2015 (tasso di crescita annua composto del 14%). Tuttavia, tale crescita non è stata costante negli anni. Il grafico degli investimenti ha infatti un andamento a «scalino», dovuta al forte incremento verificatosi tra il 2013 e il 2014. Rimane, dunque, un mercato molto promettente per gli operatori che forniscono tecnologia e servizi sia per le imprese che investendo in queste soluzioni tecnologiche avranno benefici in termini di risparmio monetario, con bollette energetiche meno salate (Grafico 9). Tabella 3. Investimenti realizzati in efficienza energetica in Italia per ambito (mln di €)
Ambito Industriale 1.300
Totale
Altro industriale* Terziario e Uffici 550
780
Residenziale 3.000
5.630
*La stima degli investimenti nell’ambito «altro industriale» è avvenuto sulla base del livello di diffusione delle soluzioni tecnologiche e della propensione all’efficienza energetica dei settori industriali maggiormente energivori
Grafico 9. Investimenti in efficienza energetica in Italia: il trend 2012-2015
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E tra coloro che forniscono servizi in ambito efficienza ci sono certamente le ESCo (Energy Service Company). In tutta Europa si punta con decisione sulle ESCo come motori della diffusione e promozione dell’efficienza energetica, specialmente in ambito imprenditoriale. Purtroppo il quadro attuale non sembra ancora riconoscere alle ESCo quel ruolo di catalizzatore e facilitatore che dovrebbero avere. Infatti, analizzando il totale investito (1,42 miliardi di euro) dall’industria, dalla GDO e dal settore alberghiero in interventi di efficienza energetica si scopre che solo una porzione di esso, 303,5 miliardi di euro, pari al 21,2%, è passato attraverso i servizi offerti da una ESCo. Di conseguenza il grosso delle risorse impiegate in azioni di efficientamento è ascrivibile a una modalità che si può definire “self made” (Grafico 10). Un dato sotto la media dei Paesi europei. Un altro dato interessante è il seguente: se si distinguono gli investimenti che le imprese dirottano per interventi di efficienza sui processi produttivi core e per tutte le attività collaterali, gli investimenti sulle attività core per il 90% sono realizzati in modalità “selfmade”, cioè senza ricorrere a una soggetto esterno specializzato (e cioè una ESCo). Più facile invece che si richieda l’intervento di una ESCo quando si tratta di agire su servizi non core. Gli interventi “self made” sono preponderanti quando si tratta di efficientare i processi core dell’attività del comparto. Questi valgono complessivamente oltre 922 mln di € e sono per il 90% circa eseguiti direttamente dai “proprietari” del processo. Le ESCo effettuano solamente il 10% degli investimenti sulle attività core, ma arrivano ad oltre il 40% su quelle non core (Grafico 11). Come analizzato in precedenza, gli investimenti in efficienza energetica realizzati nel 2015 ammontano complessivamente a 5,62 miliardi di euro. Le ESCo che hanno realizzato un volume d’affari di 654 milioni di euro, pari ad una quota sul mercato totale del 11,6%. Nei nove comparti analizzati, la quota delle ESCo è pari al 17%, nel settore della PA è di circa il 15% e nel residenziale attorno all’1% (Grafico 12).
Grafico 10. Investimenti “self made” e il ruolo delle ESCo in Italia
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Grafico 11. Investimenti “self made” e il ruolo delle ESCo in Italia su attività core e non core
Grafico 12. Valore investimenti “self made” e il ruolo delle ESCo in Italia
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I futuri possibili scenari Cosa succederà nei prossimi anni? quali scenari possibili al 2020? Più che i numeri è interessante capire i parametri presi in considerazione, ovvero i fattori che secondo le analisi dell’Energy & Strategy Group possono fare la differenza per lo sviluppo e la diffusione dell’efficienza energetica. Per stimare il potenziale di mercato dell’efficienza energetica si è considerato come orizzonte temporale di riferimento il periodo 2016 – 2020 e sono stati definiti 3 scenari: 1. Scenario “as is”: le condizioni al contorno non si modificano in maniera consistente. 2. Scenario “ottimistico” si immagina un aumento del volume d’affari dell’efficienza energetica grazie al miglioramento delle condizioni al contorno e ad un significativo incremento del trend di installazioni. 3. Scenario “pessimistico”: si prevede un freno negli investimenti in tecnologia a seguito dell’incertezza normativa e della riduzione della propensione agli investimenti in efficienza energetica.
1. SCENARIO “AS IS” Fattori
Descrizione
caratteristrici
Gli eventuali interventi introdotti dal regolatore sul meccanismo dei TEE non modificano in TEE
maniera significativa il trend sul volume complessivo generato. Il volume dei nuovi progetti presentati annualmente e delle Richieste di Verifica e Certificazione successive seguono le serie storiche degli ultimi anni e non si segnalano variazioni significative. La riforma per le utenze domestiche del mercato elettrico non modifica il livello di pervasività
Tariffa elettrica
delle soluzioni di efficienza energetica: l’impatto della riforma potenzialmente penalizzante sulle soluzioni di efficienza energetica per gli utenti ad alto consumo è controbilanciato da quello favorevole per i clienti a basso consumo.
ESCo e Propensione Le ESCo non riescono a compiere un «cambio di passo» nel loro livello di penetrazione tra gli all’efficienza
operatori industriali, continuando a concentrarsi principalmente sulle attività non core. La
energetica
propensione all’efficienza energetica da parte dei diversi comparti segue anche in questo caso senza modifiche significative il trend registrato negli ultimi anni.
Gli investimenti per lo scenario as is partono dai 5,99 milioni di euro previsti per il 2016 per arrivare ai 7,85 milioni del 2020, facendo registrare un tasso di crescita annua composto pari al 5,5%. L’ammontare totale degli investimenti realizzati in efficienza energetica nel quinquennio 2016-2020 si attesta su 34,46 milioni di euro.
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2. SCENARIO “OTTIMISTA” Fattori
Descrizione
caratteristrici
ESCo e Propensione Le ESCo aumentano il loro livello di penetrazione del mercato e diventano il punto di riferimento all’efficienza energetica
nel comparto dell’efficienza energetica. Ciò porta ad un’offerta più strutturata e completa di servizi e di conseguenza un aumento nella pervasività di soluzioni di efficienza energetica. Viene aggiornato il quadro normativo sui SEU, con il fine di superare i limiti attuali e favorirne la
SEU
diffusione. Ciò rappresenta senza dubbio un importante volano per gli investimenti in efficienza energetica. Secondo numerosi operatori del settore la fine del mercato tutelato può portare ad un
Fine del mercato
innalzamento dei prezzi della fornitura energetica. Ciò si tramuterebbe automaticamente in un
tutelato
aumento della redditività delle soluzioni di efficienza energetica e nell’innalzamento della loro diffusione.
Gli investimenti per lo scenario ottimistico partono dai 6,38 milioni di euro previsti per il 2016 (con un significativo “scalino” rispetto al 2015) per arrivare ai 10,78 milioni del 2020, facendo registrare un tasso di crescita annua composto pari all’11,1%. L’ammontare totale degli investimenti realizzati in efficienza energetica nel quinquennio 2016-2020 si attesta su 42,2 milioni di euro. 3. SCENARIO “PESSIMISTICO” Fattori
Descrizione
caratteristrici
L’introduzione di misure restrittive –ma anche solamente il clima di forte incertezza che ruota TEE
intorno al meccanismo dei TTE- ha un impatto fortemente negativo sugli operatori del settori e porta ad una drastica diminuzione del volume dei nuovi progetti presentati annualmente e delle Richieste di Verifica e Certificazione successive. La riforma per le utenze domestiche del mercato elettrico diminuisce il livello di pervasività delle
Tariffa elettrica
soluzioni efficienza energetica: l’impatto della riforma favorevole per i clienti a basso consumo non riesce infatti a compensare quella penalizzante per gli utenti ad alto consumo e il processo di efficientamento subisce un rallentamento.
Sconti oneri grandi L’ampliamento della definizione di «industria energivora» e il conseguente sgravio sugli oneri di energivori
sistema. Si registra così una frenata negli investimenti in efficienza energetica.
Gli investimenti per lo scenario pessimistico partono dai 5,71 milioni di euro previsti per il 2016 (con una inversione del trend rispetto al 2014-2015) per arrivare ai 6,18 milioni del 2020, facendo registrare un tasso di crescita annua composto pari all’1,6%. L’ammontare totale degli investimenti realizzati in efficienza energetica nel quinquennio 2016-2020 si attesta su 29,73 milioni di euro.
Energia Media
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Focus n. 11/ 2017 - Efficienza Energetica
Una riflessione finale. L’Italia raggiungerebbe gli obiettivi di efficienza energetica che si è data con la SEN, Strategia Energetica Nazionale, solamente nello scenario più ottimistico. I dati che mostrano un’Italia avanti rispetto a quanto previsto sugli obiettivi fissati derivano essenzialmente da un calo della produzione e duqnue dei consumi causati dalla crisi economica. Se si considerasse solo l’effetto dell’efficienza energetica ottenuta grazie agli investimenti realizzati in soluzioni e tecnologie gli obiettivi previsti del 202020 risulterebbero essere lontani dall’esssere raggiunti.
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FOCUS 11/2017 - EFFICIENZA ENERGETICA
Energia Media Milano / Roma comunicazione@energiamedia.it www.energiamedia.it
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