Gestione delle risorse idriche in Italia Le norme a tutela delle acque
Gianluigi Delle Cave, Silvia Batello
“Sono 215 i litri di acqua che consumiamo in Italia ogni giorno, contro i 2,5 litri che rappresentano la stima del fabbisogno per le esigenze di vita: 86 volte in più di quello di cui avremmo bisogno”1. I dati citati, unitamente alla nota carenza d’acqua a livello mondiale e ai cambiamenti climatici in atto, hanno posto il tema di una gestione consapevole e sostenibile delle risorse idriche al centro del dibattito normativo italiano in materia ambientale. In Italia, la disciplina fondamentale in materia di tutela e gestione delle risorse idriche è contenuta nel D.Lgs. n. 152/2006 c.d. “Codice dell’Ambiente”2, il quale ha previsto da tempo un riassetto generale dei sistemi autorizzativi, dei controlli, delle competenze in capo ai diversi enti pubblici coinvolti. Ancora oggi permangono comunque alcune incertezze e difficoltà nella corretta applicazione delle sue
IDEE
Gennaio 2018
principali disposizioni. Infatti, non sono stati eliminati del tutto i contrasti relativi alla pianificazione territoriale e settoriale delle strategie di tutela della risorsa idrica nazionale, ciò sia con riferimento (I) alla preservazione delle acque da un punto di vista ambientale, (II) sia alla sicurezza del territorio dal punto di vista del rischio idraulico, che (III) alla regolazione degli usi – spesso conflittuali – delle acque. Ciò detto, al fine di proteggere le risorse idriche e garantirne il corretto utilizzo, il Codice dell’Ambiente copre tre macro-aree – o livelli di controllo – ben circoscritte, attraverso la puntuale definizione di:
(I) norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione (artt. 53-72) (II) norme per la tutela delle acque dall’inquinamento (artt. 73-140) (III) norme per la gestione delle risorse idriche (artt. 141-169). Garantendo un buon equilibrio tra indirizzi imperativi, vincoli, restrizioni ed incentivi, il Codice consente l’effettiva erogazione di servizi adeguati ed efficienti (si pensi ad esempio alle misure in materia di depurazione delle acque) nel pieno rispetto del territorio e delle sue esigenze e caratteristiche. In quest’ottica, l’art. 54, lett. u) del Codice, ai fini della difesa del suolo, promuove tutte quelle azioni ed attività riferibili alla “tutela e salvaguardia del territorio, dei fiumi, dei canali e collettori, degli specchi lacuali, delle lagune, della fascia costiera, delle acque sotterranee, nonché del territorio a questi connessi”, ed aventi le finalità di: 1. ridurre il rischio idraulico 2. stabilizzare i fenomeni di dissesto geologico 3. ottimizzare l’uso e la gestione del patrimonio idrico 4. valorizzare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche collegate. Con particolare riferimento alla tutela e salvaguardia delle acque, l’obiettivo primario è quello della prevenzione e riduzione dell’inquinamento idrico, attraverso il miglioramento dello stato delle acque e il mantenimento della loro naturale capacità di autodepurazione. In un periodo come quello odierno, caratterizzato da scarsità delle risorse idriche, assume particolare importanza la nozione di “risparmio idrico”, finalizzato al perseguimento di usi sostenibili e durevoli delle acque. Il Codice disciplina – agli artt. 98 e 99 – l’obbligo per coloro che gestiscono o utilizzano la risorsa idrica di adottare tutte “le misure necessarie all’eliminazione degli sprechi e alla riduzione dei consumi, e ad incrementare il riciclo ed il riutilizzo, anche mediante l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili ” delle acque stesse. Tra le misure volte ad una gestione mirata delle acque, si evidenzia sicuramente la stesura, in capo ai gestori delle risorse idriche, di un bilancio idrico annuale per il controllo della gestione e della sua evoluzione, in cui siano ricompresi una rilevazione permanente, efficiente e controllabile delle perdite e di tutti i consumi, la realizzazione e la manutenzione del rilievo digitale delle reti con modalità che ne consentano costantemente la conoscenza dello stato e la simulazione del funzionamento. Allo stesso tempo, le politiche di risparmio idrico, nel perseguire l'obiettivo del contenimento dei consumi attraverso l'eliminazione degli sprechi, impattano anche sui cittadini, mirando a stimolare tutte quelle iniziative, culturali, imprenditoriali e tecniche finalizzate al c.d. "consumo consapevole".
Energia Media - Gennaio 2017
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Note 1.
http://www.effettoterra.org/documenti/ambiente/notizie/litalia_e_il_consumo_della cqua.html
2.
Il Codice fonde in un unico corpus tutte le precedenti disposizioni legislative a tutela delle acque, tra cui la l. n. 183/1989 (sul riassetto organizzativo e funzionale e la difesa del suolo), la l. n. 36/1994 c.d. legge “Galli” (in materia di risorse idriche) nonché il D.Lgs. n. 152/1999 (tutela delle acque dall’inquinamento).
Gli Autori Gianluigi Delle Cave è Dottore presso lo Studio Legale Rödl & Partner gianluigi.dellecave@roedl.it Silvia Batello è Dottoressa presso lo Studio Legale Rödl & Partner silvia.batello@roedl.it
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