Monitoraggio e manutenzione contro gli sprechi del sistema idrico Marta Mazzanti
Secondo il censimento Istat del 2015, nel 2012 in Italia ogni giorno sono stati immessi nelle reti di distribuzione comunale 22,9 milioni di metri cubi di acqua (8,4 miliardi di metri cubi all’anno) pari a 385 litri per abitante ogni giorno. Non tutto il volume erogato però viene effettivamente consumato, il 37,4% dell’acqua immessa in rete viene dispersa. Le cause delle perdite sono le più varie, tre le principali si riscontrano l’usura delle reti, l’estensione degli impianti, la mancata manutenzione o gli errori di misurazione. A fronte di simili dati si fa sempre più pressante l’esigenza
INNOVAZIONE Gennaio 2017
di individuare per ogni tratto di rete quali siano le specifiche cause della perdita d’acqua, la cui notevole dispersione ha non solo conseguenze sui bilanci dei gestori ma ha anche un impatto irreversibile sull’ambiente. In generale, è sempre più importante puntare sull’efficienza così da razionalizzare la gestione, recuperare risorse per nuovi investimenti e dunque migliorare il servizio.
Tra i gestori che registrano queste criticità vi è anche Gruppo Cap, società pubblica in house operante a Milano e nelle aree limitrofe che attraverso una rete di 14.000 chilometri fornisce acqua a 200 Comuni, 2,5 milioni di abitanti per un totale di 360.000 utenze. Con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e controllare al meglio i consumi, la società ha scelto di entrare a far parte del progetto di sperimentazione Water Safety Plan (WSP). Il progetto partito nel 2015 ha visto coinvolti l’Istituto Superiore di Sanità e Ats Milano (Agenzia di Tutela della Salute). La sperimentazione in linea con le direttive europee sulla sicurezza dell’acqua potabile ha previsto in primo luogo la mappatura delle reti sul territorio servito dal Gruppo Cap. L’area della Lombardia scelta per il WSP si è rivelata un campione considerevole per la sua eterogeneità, comprendendo aree urbanizzate, agricole e industriali costituendo un banco di prova piuttosto rappresentativo dell’intero territorio nazionale. La fase di mappatura si è rivelata fondamentale nella ricerca e nell’identificazione delle perdite all’interno della rete, elementi importanti per una corretta valutazione dei volumi di acqua immessi in rete. Per raggiungere quest’ultimo obiettivo i gestori si sono avvalsi di strumenti tecnologici particolarmente performanti e di contatori smart di grosso calibro. A fornire la tecnologia degli smart meter è stata Sensus, azienda specializzata in prodotti e soluzioni per la gestione dell’acqua, i cui contatori di grosso calibro per flussi significativi, si sono rivelati idonei allo scopo. A testare per primo questo metodo di controllo e analisi dei consumi è stato l’acquedotto di Tribiano (video del case history) nel quale ci si aspetta di riscontrare in tempi brevi i primi benefici dell’operazione, tra i quali una migliore gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria, la possibilità di programmare con esattezza gli investimenti per il miglioramento dell’infrastruttura grazie all’analisi dei dati raccolti, l’opportunità di realizzare in tempi più brevi i bilanci idrici. Sul medio-lungo periodo inoltre si prevedono dei miglioramenti alla qualità dell’acqua, in conseguenza ad una manutenzione degli impianti sempre più mirata ed efficace.
Energia Media - gennaio 2017
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