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Commentario sulla sofferenza

i suoi valori illegittimi così passivi, così deboli, che la loro influenza diverrebbe insignificante. Permettetemi di ricordarvi che quando mia moglie e io andammo all’Istituto di Gurdjieff in Francia, ci dissero: “Qui la Personalità ha a mala pena il diritto di esistere”. Ebbene, riflettete da soli su questo particolare.

Amwell, 6.11.48 COMMENTARIO SULLA SOFFERENZA IDEA-LAVORO

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Gurdjieff disse: (1) “Questo Lavoro è Cristianesimo Esoterico”. (2) “Le persone immaginano di avere qualcosa da sacrificare. C’è una sola cosa che deve essere sacrificata, ed è la loro sofferenza”. (3) “In questo Lavoro un uomo inizia eventualmente a capire cos’è la Sofferenza Cosciente se comparata alla Sofferenza Meccanica”

COMMENTARIO

Tutti soffrono. La gente allegra afferma di non soffrire mai. Sono persone brillanti, sane, ecc. Eppure, soffrono, a dispetto della loro immagine piuttosto annoiante. Tutti soffrono meccanicamente. Cos’è la sofferenza meccanica? È qualcosa di completamente diverso dalla sofferenza cosciente. È qualcosa di così intrigato, così deviato, così apparentemente contraddittorio, così vario, così sottile, così storicamente permanente... in breve, un’abitudine... che siamo incapaci di osservare. Non vediamo la sua azione continua, interiore, segreta, pietrificante, come il costante sgocciolamento di acqua piena di calcio che crea quegli strani pilastri che vanno dal soffitto al suolo nella profondità delle caverne. Il Lavoro insegna che tutti noi abbiamo, inevitabilmente, una sofferenza meccanica e questa è l’unica cosa che possiamo offrire come sacrificio. Per poter cambiare, dobbiamo sacrificare qualcosa. Comprendetelo chiaramente e domandatevi... se mai vi accada di fare a voi stessi una domanda, il che significa che dovrete effettivamente pensare da voi stessi alla risposta... ripeto, fatevi questa domanda: “Posso eventualmente immaginare di cambiare se non rinuncio a qualcosa, se non sacrifico

qualcosa?” Questo significa semplicemente che voi non potrete cambiare se continuate a essere la stessa persona. Cambiare significa divenire qualcosa di diverso. Se voglio andare a Londra, devo rinunciare a stare in Amwell.

Osservate ora attentamente, a cosa dovete rinunciare. Il sacrificio che il Lavoro richiede è quello della nostra sofferenza abituale e meccanica. Naturalmente, in questo punto le persone giustificheranno loro stesse e diranno di non avere questo tipo di sofferenza o che la loro sofferenza è logica e ragionevole. Oh, questo autogiustificarsi a cui tutti ricorriamo. Ma è consigliabile porre una particolare attenzione in quale punto questo insegnamento, che appartiene alla Quarta Via, si riferisce a ciò che dobbiamo rinunciare. Non ai nostri peccati nel senso ordinario, ma a ciò che il Lavoro considera il peccato più grande, forse il peccato maggiore... ovvero, l’identificazione con la “Sofferenza Meccanica”. Un uomo, una donna, insegna il Lavoro, devono sacrificare la loro sofferenza. La sofferenza meccanica non conduce da nessuna parte. Un uomo, una donna, non possono risvegliarsi se mantengono questo peso orribile, la loro sofferenza meccanica, che nutrono per mezzo di un continuo processo di giustificazioni. Nel senso del Lavoro, in questo pianeta non esiste giustizia, perché tutto accade nell’unico modo possibile. Come può esserci giustizia in un mondo di gente addormentata... di persone che non sono ancora coscienti... di persone che sono governate dalle loro emozioni negative e infine dall’odio? Ebbene, come potreste, quando iniziate a vedere la vostra meccanicità nella vostra propria condotta, incolpare gli altri di essere anch’essi come voi? Non erano, coloro che credevate fossero la causa delle vostre sofferenze, anch’esse persone meccaniche? Ricordate che in tale caso l’unica cosa da fare è quella di perdonare, che nei Vangeli viene indicato, in modo spettacolare, come “cancellare” il debito. Certo, ma questo è possibile solamente in accordo al proprio livello di essere. Un livello basso di essere non perdona. Vede soltanto il proprio merito. Di sicuro questa è la chiave che permette di raggiungere un livello più elevato di essere. Quando, per mezzo dell’osservazione di sé e il lavoro su se stessi vedete sempre più chiaramente di essere tanto incapaci e scorretti quanto qualsiasi altra persona, allora iniziate ad ascendere sulla Scala dell’Essere che termina con l’Essere Divino... che perdona tutto... cosa che non possiamo vagamente comprendere così come siamo ora, con il nostro ammasso di emozioni negative. Perché? Perché siamo tutti nella parte più bassa di questa Scala complessiva dell’Essere, che significa avere una scarsa inclusione nella coscienza di ciò che siamo in realtà, proiettiamo sugli altri quello che non accettiamo di noi stessi, per questo siamo così fragili di fronte agli insulti. Ma, man mano che accresce la coscienza, comprendiamo sempre più ciò che sta in noi stessi, con una crescente mancanza di vanità, fino al punto da non sentirci più insultati. A quel punto allora, non giudicheremo.

abbastanza amore per quest’ultima, la nostra volontà non potrebbe entrare in essa. Questo significa che se non abbiamo amore per il lavoro, non riusciremo a volere il Lavoro. E, se non riusciamo a volere il Lavoro, esso non potrà cambiarci. Siccome il lavoro che stiamo studiando riguarda il cambiamento dell’essere, il Lavoro non produrrà alcun effetto. Ovvero, non può produrre alcun effetto in noi. Sappiamo che il nostro essere attrae la nostra vita. Se il nostro essere rimane inalterato, tutto il resto rimarrà uguale, e questo accadrà se non desideriamo il Lavoro. Se segretamente neghiamo, scherniamo o odiamo il Lavoro, non stabiliremo alcuna connessione tra la conoscenza che abbiamo di esso e il nostro livello di essere. Ma se valorizziamo il Lavoro, se sentiamo amore per esso, se vogliamo la nostra conoscenza del Lavoro, allora lo faremo. Il segnale per aver raggiunto questa fase dell’essere, o meglio per aver iniziato a raggiungerla, è il sentimento dell’‘Io’ che cambia. Questo cambiamento della sensazione dell’Io rende possibile il cambiamento dell’essere. Ma la volontà deve penetrare la conoscenza del Lavoro e, se amate il lavoro, può essere soltanto la volontà per il bene o la buona volontà. Avrete così una lampada e l’olio per essa. La cosa strana è che un uomo può avere la conoscenza del lavoro e vederne perfino la verità, ma non volerlo. Può sembrare strano, ma è così. In questo caso l’unione o il matrimonio esoterico tra la verità e il bene non avverrà. Avrete una lampada ma senza olio. Molti anni fa il signor Ouspensky disse la seguente frase in una riunione a Londra. Non ero presente alla riunione ma la nota mi fu inviata pochi giorni dopo da un membro che era presente. Vedrete varie connessioni con tutto ciò che abbiamo detto recentemente nelle nostre riunioni:

“In una riunione tenutasi nel 1938 il signor Ouspensky parlò del pericolo della divisione in due che può avvenire nelle persone. Disse che alcuni possono andare avanti per un lungo periodo nel Lavoro, e che c’è un lato di loro che può essere utile per il Lavoro e che comprende molto, ma c’è anche l’altro lato che è inutile e anche ostile e negativo per il lavoro. Disse che può avvenire una completa divisione, per così dire, lungo queste linee e risultare una cristallizzazione in due, la quale è estremamente difficile da rompere e da correggere. Disse, che questo può accadere quando le persone non fanno alcuno sforzo lungo la linea della Volontà. Non fanno nulla per sviluppare la Volontà e, nonostante un loro lato comprenda molto, è tutto inutile; la caratteristica principale di questo stato è che, anche se le persone comprendono bene, non fanno nulla per il Lavoro. Disse che ci potrebbe essere tanta comprensione in questi casi, ma è tutto inutile. L’enfasi era posta nello sforzo per sviluppare la Volontà, unico mezzo per evitare la cristallizzazione in due”.

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