collana LIFE
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Fiorire dopo gli Anta - Alessandra Tinozzi I Edizione
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in nessuna forma senza il permesso scritto dell’Editore.
Testi: Alessandra Tinozzi
Illustrazione di copertina: Elena Friederika Ballof
Fotografia dell’autrice: ©Serena Bascone
Editing: Paola Lorenzi
Art Director: Davide Cortesi
Impaginazione: Luciana Agirelli per Golden.Brand Communication Stampa: Rotobook è un servizio di Geca Industrie Grafiche (MI)
ISBN 978 88 7517 454 5 © 2024 Luglio – EIFIS Editore srl
Viale Malva Nord, 28 48015 Cervia (RA) – Italia www.eifis.it - segreteria@eifis.it
L’Editore non si assume alcuna responsabilità per l’utilizzo delle informazioni contenute in questo libro. Prima di intraprendere un qualsiasi regime alimentare o di esercizio fisico è opportuno rivolgervi al vostro medico curante e sottoporvi ad un check-up completo.
ALESSANDRA TINOZZI
GLI ANTA FIORIRE DOPO
Guida rivoluzionaria per Donne dell’Età di Mezzo
A mia madre, a mia nonna e alla stirpe di donne che attraverso sentieri stretti, mi hanno portata qui, nel cuore della mia rivoluzione umana.
Per cominciare | 9
RIVITALIZZARE | 15
Rivitalizzare vs Ringiovanire | 19
La fatica di invecchiare | 25
Ageismo (e altre parolacce) | 29
Le cose da non dire a una signora | 49
La donna invisibile | 55
Ma davvero i 50 sono i nuovi 30? | 61
Cosa è davvero la gioventù? | 67
Le Donne dell’Età di Mezzo | 75
E se il bello dovesse ancora arrivare? | 83
Lo spettro della menopausa | 93
La missione della donna nell’Età di Mezzo | 105
RIVOLUZIONARE | 115
De-sidera: da qua alle stelle (la magia di desiderare in grande) | 121
Alleggerire il bagaglio | 135
Perdono, ovvero l’arte di essere libera | 149
Le parole che fanno la rivoluzione | 159
RISCRIVERE IL FINALE | 169
Costruiamo la tua Età di Mezzo | 173
Dove trovi l’energia? | 191
Il potere della gratitudine | 195
Il potere del coraggio | 207
Il potere del piacere | 211
Alleati con il critico interiore | 215
Metti in conto le resistenze | 219
Da qui all’infinito futuro | 221
“È dunque arrivato il momento di liberarci da questo pregiudizio che ad una certa età ci confina ai margini della vita.
Perché la fase che si spalanca dopo i fatidici e temutissimi anta è invece una fase di grande potere, di moltiplicarsi di possibilità e di favolose manifestazioni. A me piace chiamarle: fioriture tardive.”
Per cominciare
Era davvero una notte buia e tempestosa, quando avvenne il fatto.
Correva l’anno 1966, Lionella aveva quarantasette anni ed era una gran bella donna, con il seno prosperoso, la vita segnata nel suo abito a fiori marron e i fianchi morbidi, fasciati stretti da una panciera scomoda e sintetica come si usava negli anni Sessanta.
In una notte d’estate che avrebbe dovuto essere calda, sotto un temporale estivo fragoroso che sembrava la fine del mondo, io nascevo podalica e testarda in uno stanzone dell’ospedale Sant’Anna di Torino e lei diventava nonna.
Fu in quel momento che Lionella decise che da lì in avanti sarebbe stata vecchia.
Si confinò in questo ruolo che sostituì tutto ciò che era stata fino a quel momento, spazzando via gran parte di quella sensualità di forme che le rimase, nonostante la rigidità dei suoi modi e la parsimonia dei suoi sorrisi.
Non fece mai nulla per ringiovanirsi, anzi, abbracciò la nuova fase con una certa ostinazione, perché così doveva essere. Questa sua ferrea volontà era solo un modo per anticipare ciò che tutti le avrebbero chiesto di essere da quel momento in avanti. Lei si portò semplicemente avanti con il lavoro, con quel piglio che aveva di governare il destino suo e quello di tutti.
Allungò l’orlo delle gonne, abbassò i tacchi e accorciò i capelli, cambiando pure la tinta da un caldo biondo-sole a un più modesto biondo-cenere.
Non ricordo di averla mai vista scomoda in quel ruolo di persona anziana che aveva scelto. La nonna Nella mantenne decoro, cura di sé e qualche piccolo vezzo, tradito dal barattolo in plastica rosa della Cera di Cupra, dall’Acqua di Rose Roberts nella bottiglietta blu sull’ultimo ripiano del mobiletto del bagno e dalla piega, fatta con piccoli bigodini verdi tutte le settimane.
Per il resto non si occupò di altro. L’idea di ringiovanire non le passava neanche per la testa. Aveva avuto ciò che aveva voluto. Tanta storia alle spalle, la guerra sul lago di Garda e quel militare ferito conosciuto in sanatorio dove li mandavano a farsi ricucire. Poi l’amore, il tradimento, un altro amore, il matrimonio, due
figlie diplomate e sposate e ora questa bambina, la sua prima nipote. Aveva fatto tutto quello che doveva e ora poteva essere pacificamente vecchia.
Aveva quarantasette anni, gli stessi anni in cui io, quarantasette anni dopo, annunciavo al mondo che mi sarei sposata, indossando un abito rosso fuoco e delle scarpe argentate.
A quarantasette anni... nel giro di sole due generazioni, io aprivo le danze, lei le chiudeva. Cosa è successo in mezzo?
Una cosa è certa: noi donne, che oggi varchiamo la soglia degli anta, stiamo attraversando una fase di vita tutta nuova, una terra di mezzo, uno spazio-tempo che prima non esisteva. Perché qualcosa, in questi ultimi decenni, è cambiato e sta ancora cambiando. Ed è forse questa la grande fatica che sentiamo: quella di essere qualcosa che prima di oggi non era mai stato.
Per i maschi la Terra di Mezzo di cui stiamo parlando si chiama banalmente maturità e comporta tempie brizzolate e rughe profonde e affascinanti. La maturità è quella fase in cui il maschio esprime appieno il suo potere. Potere economico, sociale, sessuale. Non tutti, certo, ma gli uomini possono pensarsi potenzialmente forti, potenti e seduttivi anche nella loro maturità.
Per noi donne, oggi, è un tantino più complicato. Mia nonna è passata da giovane a vecchia con uno sbattere di porta. Uno
sbattere di porta per cui il giorno prima sei giovane e il giorno dopo sei vecchia. Basta. Fine dei giochi. Noi, invece, abbiamo la possibilità di abitare uno spazio-tempo in cui non siamo più giovani, ma certo non siamo neanche vecchie. Questa è quella che io chiamo Età di Mezzo.
È dunque arrivato il momento di liberarci da questo pregiudizio che ad una certa età ci confina ai margini della vita. Perché la fase che si spalanca dopo i fatidici e temutissimi anta è invece una fase di grande potere, di moltiplicarsi di possibilità e di favolose manifestazioni. A me piace chiamarle: fioriture tardive. E d’accordo, sono fioriture che avvengono in un tempo diverso da quello della primavera e dell’estate, ma pur sempre di fioriture si tratta. E il fatto che arrivino tardi non fa che renderle ancora più magnificenti.
In questo libro ti parlerò di come le donne di una certa età possano smettere di rincorrere l’ideale patriarcale della fanciulla che sono state e di come, attraverso un processo di rivitalizzazione, possano accedere alle loro energie più profonde, rivoluzionando in modo visibile ed eclatante la loro vita e riscrivendo di loro pugno il finale della storia.
Anche se ti sembra che non ci sia più tempo, c’è ancora tempo.
Anzi, proprio gli anni che hai davanti sono quelli giusti, gli anni perfetti per una fioritura tardiva che aspettava da tempo di esplodere.
RIVITALIZZARE
“Rivitalizzare
è il processo di riaccendere la vita, far fluire di nuovo le energie, tornare a vivere dopo che per decenni si è fatto un po’ finta di. Rivitalizzarsi è tornare all’energia della vita che scorre.”
Siamo infarciti di un pregiudizio fortissimo rispetto all’invecchiamento, soprattutto a quello femminile, tanto che non ci rendiamo conto di quanto sia radicato in noi stesse finché non cominciamo a patirlo sulla nostra pelle.
Liberarci di quei pregiudizi che a volte neanche sappiamo di avere è un processo rivitalizzante e rivoluzionario, che passa anche dall’inventare nuove parole, nuove definizioni che portano allo spalancarsi di inaspettati orizzonti, dentro e fuori di noi.
È un’avventura bellissima, talvolta faticosa perché si va controcorrente, ma credimi se ti dico che ne vale la pena, perché sia che tu abbia quaranta, cinquanta, sessanta o settanta anni, capirai che non è affatto tardi, che hai davanti decenni di una
vita che forse, per la prima volta, potrà davvero essere la tua. La vita in cui potrai essere una volta per tutte la donna che avresti sempre voluto diventare.
In questo capitolo ti parlerò dei pregiudizi di cui sei consapevolmente o inconsapevolmente prigioniera e ti darò la chiave che ti permetterà di uscire da questa gabbia e spalancare la finestra sul tuo nuovo futuro.
Rivitalizzare vs Ringiovanire
Rivitalizzare è il processo di riaccendere la vita, far fluire di nuovo le energie, tornare a vivere dopo che per decenni si è fatto un po’ finta di. Rivitalizzarsi è tornare all’energia della vita che scorre. È faticoso ma appassionante, è una scommessa con te, con l’universo, con il tempo, ma rischiare di vincerla è già una bomba di energia che cambia il tuo quotidiano. Rivitalizzare vuol dire proprio questo: togliere i blocchi e lasciar fluire la vita. E per blocchi intendo quello che hai nella testa - che ti dice che è troppo tardi - e quello che hai nel corpo - che è stato troppo chiuso su se stesso. Rivitalizzare vuol dire fare cose che non hai mai fatto prima, accettare scommesse che non avresti mai accettato, andare fin dove non avrai mai osato. Allora la Vita risponde e questo è rivitalizzarsi. Allora anche la pelle diventa più luminosa, le gambe più sode, non per compiacere, ma per imparare a ballare danze nuove e le braccia si fanno più forti per
abbracciare chi sta per arrivare.
Rivitalizzare si contrappone all’idea malsana di ringiovanire che troviamo sulle confezioni dei prodotti che consumiamo, negli spot pubblicitari, nei post che leggiamo sui social.
Forse ringiovanire e rivitalizzare possono sembrare simili, ma in realtà sono processi che hanno direzioni diverse: il primo va indietro, verso il passato, il secondo ha un moto circolare che procede sempre avanti.
Ringiovanire, ci dice che la nostra vita come è oggi, non va bene e dobbiamo riportarla indietro, fermarla, congelarla, per rimanere giovani ancora per un po’. Ma quanto dura questo ancora un po’? E perché poi inseguire un tempo che è passato?
Perché trattenere con così tanta fatica una condizione che è stata e che adesso in modo del tutto naturale non è più? Quanta energia costa ringiovanire invece che rivitalizzare, soprattutto alle donne? Quanti soldi, pensieri, ore, fatiche, letture, tentativi?
E se li mettessimo da un’altra parte? Ad esempio, a diventare la grande donna che avremmo sempre voluto essere e non siamo mai state?
Ora è il momento di farlo. Prima avevi i figli, il lavoro, gli ormoni… un sacco di alibi per non occuparti delle cose importanti, ma ora è arrivato il momento.
Rivitalizzarsi è un processo che parte da dentro, da te. Nessuno
verrà a salvarti, nessuno ti restituirà una gioventù che non c’è più. Ma che te ne fai poi di questa gioventù se hai questo nuovo tempo da vivere, questa età così unica, sospesa tra gioventù e vecchiaia, questa Età di Mezzo così piena di potere e gioia e manifestazioni meravigliose? Devi solo provare a crederci.
Questo libro è dedicato alle donne dell’Età di Mezzo che vogliono diventare grandi con la parola rivitalizzare e non con quella tanto abusata e riverita di ringiovanire. Te lo dico, ringiovanire mi suona quasi come una bestemmia. È una parola tanto usata, ma io ti chiedo - secondo te, qualcuno può mai davvero ringiovanire?
È una domanda seria. Possiamo fermare lo scorrere del tempo?
Perché lo desideriamo tanto? Ci sembra l’unica soluzione per essere felici? Non sarebbe meglio fluire con il tempo? Possiamo davvero tornare giovani? Fermare il processo cellulare? Possiamo ringiovanire la nostra pelle? Il nostro corpo?
Forse anche sì, ma solo per un po’.
Certo ha senso prendersi cura del corpo e preservare la sua salute, la sua energia, la sua forza e la sua bellezza. Ha senso prendersi cura di sé, ma mi chiedo, ha senso voler essere chi eravamo? Ha senso mettere così tanta energia e dedizione e sforzo ad inseguire una chimera che, in modo lapalissiano, è destinata a sfuggirci?
Siamo schiave di un’idea di bellezza che facciamo coincidere con la giovinezza. Con la pelle tonica e i capelli lucenti. Possiamo fermarci a riflettere sull’assurdità di tutto questo? Ma davvero non c’è bellezza nella pelle che si increspa e nei fili grigi fra i capelli? Possibile che questo sia solo una condanna? Come se l’unica stagione apprezzabile fosse solo la primavera, quando la realtà è che ogni stagione ha la sua propria e unica forza.
La forza della primavera è quella di avere il coraggio di sbucare dal terreno gelido, aprire boccioli a sfida del tempo ancora incerto e portare colori teneri nel grigio dell’inverno. La forza dell’estate è quella di espandersi in colori e profumi, di portare a pieno compimento fiori e frutti e riempirli, con la sfrontatezza del calore, della dolcezza, succosità e bellezza piena. La forza dell’autunno è quella di saper e poter raccogliere tutto ciò che è stato seminato prima, tutto ciò che è sopravvissuto ai rigori dell’inverno, alle piogge della primavera e alla canicola estiva. L’autunno ha la forza del raccolto, è pieno di profumi e di gialli e rossi e ori. In autunno si mette via tutto ciò che di prezioso è stato prima. E lo si conserva, per noi, per gli altri. Anche l’inverno ha una sua forza: quella del riposo, del buio, della sospensione apparente. Ma è proprio nella stasi fredda e buia dell’inverno che piante e semi ed esseri viventi si possono ricaricare per tornare a sbocciare a primavera.
Perché, dunque, non godere di una stagione in cui si fa il vino ?
Perché voler vivere perennemente in una stagione in cui nascono le fragole? Quanta energia mettiamo per riprodurre all’infinito
una primavera che abbiamo già vissuto? Quanto sforzo, soldi, energia e tempo mettiamo a trattenere una stagione che è destinata inevitabilmente ad andare? Vale la pena allungare così i tempi o forse potremmo decidere di accompagnare il processo, invece di ostacolarlo?
Esiste un modo diverso di prendersi cura di sé, di stare in salute, di ricercare armonia e bellezza, senza per forza questa ostinazione a rimanere giovani, tornare giovani, sembrare giovani. Si tratta solo di ripensare alla direzione che diamo a ciò che facciamo per essere in forma. Perché ci si può sentire belle e amate e seducenti e sane e forti anche se non si è più giovani. Proviamo allora ad uscire da questa guerra in cui ci sono due schieramenti opposti che si combattono, in cui da una parte c’è la giovinezza - con bellezza, forza e ardore - e dall’altra parte c’è l’invecchiamento - che è brutto, debole e pure un po’ depresso.
Rivitalizzare vuol dire mettere la nostra intenzione nel tornare a vivere o semplicemente nel tornare a vivere a pieno, come non abbiamo fatto mai.
“Ci siamo lamentate della noia di una situazione che non passava mai, di pomeriggi lenti come il ronzare di una mosca contro un vetro.
Poi ad un tratto ci si accorge che la festa ha una fine. Lo sapevamo, certo, che prima o poi saremmo invecchiate, lo sappiamo da quando siamo nate, ma pensavamo riguardasse altri.
Eravamo assolutamente sicure che riguardasse altri.”
La fatica di invecchiare
“Il giorno che ti metti a fare il conto di quante estati buone ti restano ancora, non degli anni che è una roba vaga e retorica, no, proprio le estati, la vera misura del tempo, e ti rendi conto che bene che vada saranno quante, una ventina, magari anche meno o forse chissà poi magari alla fine in tutto saranno anche di più, solo che per te contano appunto solo quelle buone, quelle in cui avranno ancora un senso il mare, la luce lunga, il vino fresco, le cene all’aperto, i vestiti leggeri, i giri in bicicletta, e in quel preciso momento ti sembra di capire il senso della vita e come bisognerebbe viverla fin quando ce n’è.”1
Invecchiare non è facile, il Buddismo lo mette fra le quattro sofferenze fondamentali della vita, con la nascita, la malattia
1 Lella Costa, Che bello essere noi
Bibliografia
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Jean Shinoda Bolen, Crones don’t whine, Amazon.
Brené Brown, I doni dell’imperfezione, Ultra , 2017.
Julia Cameron, It’s Never too Late to Begin Again, TarcherPerigee, 2016.
Maura Gancitano, Specchio delle mie brame, Einaudi, 2022.
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Daisaku Ikeda, L’età della saggezza, Esperia, 2019.
Daisaku Ikeda, Cos’è la rivoluzione umana, Esperia, 2021.
Daisaku Ikeda, Lou Marinoff, Qualunque fiore tu sia sboccerai, Pickwick, 2021.
Danielle Laporte, The desire map, Sounds True, Inc, 2014.
Christiane Northrup, Goddess never age, Hay House, Inc. , 2016.
Clarissa Pinkola Estés, La danza delle grandi madri, Pickwick, 2021.
Lidia Ravera, Age Pride, Einaudi, 2023.
Azzurra Rinaldi, Le signore non parlano di soldi, Fabbri Editore, 2023.
Francine Shapiro, Lasciare il passato nel passato, Casa Editrice Astrolabio, 2012.
Marina Terragni, La scomparsa delle donne - Maschile, femminile e altre cose del genere, Mondadori 2007.
Colin C. Tipping, Il perdono assoluto, Macro Edizioni, 2007.
A. Pope, S. H. Wurlitzer: Wise power, Hay House, Inc. , 2022.
Jennifer B. Woolger, Roger J. Woolger: La dea sulla terra, Castelvecchi, 2014.
EIFIS Editore
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