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Villa Panza
A Varese, sul colle delle castellanza di Biumo Superiore un suggestivo terrazzo naturale si apre verso il massiccio del Monte Rosa e la sottostante città. Qui si trova una villa storica, immersa in un parco di oltre 33.000 mq. La dimora si configura come un grande palazzo a tre piani, disposto secondo la forma ad “U” intorno ad una corte porticata, che proietta gli ambienti interni verso gli spazi della natura. La relazione tra l’interno e l’esterno della villa è infatti tanto stretta ed osmotica che il paesaggio diventa una continuazione naturale e insieme essenza stessa dell’architettura della villa, considerata emblema della relazione simbiotica tra arte e architettura, natura e paesaggio. Ciò che oggi vediamo visitando Villa Panza è, tuttavia, l’esito di una lunga storia di stratificazioni architettoniche e culturali. Nel corso del tempo questo complesso ha infatti saputo assorbire e sedimentare lo spirito dei suoi illustri proprietari e degli ospiti che ha accolto divenendo luogo di convivialità, ma anche di sperimentazione nel campo dell’architettura e delle arti. Le prime notizie dell’esistenza della villa risalgono alla fine del 1500 con Ascanio Orrigoni che ne commissionò l’edificazione; nel 1748, alla morte dell’ultimo erede Orrigoni, Paolo Antonio Menafoglio (1700 - 1769) acquista la villa e avvia alcuni lavori di risistemazione e restauro dell’edificio e la realizzazione di affreschi per mano di Pietro Antonio Magatti (Varese1691-1767). Nel 1823 viene acquistata dal duca Pompeo Litta Visconti Arese (1785-1835) che chiama Luigi Canonica (Tesserete, Canton Ticino, 1762 – Milano, 1844) architetto,
urbanista e decoratore, allievo e successore di Giuseppe Piermarini (Foligno, 17341808) all'Accademia di Milano che interviene con lavori di ampliamento. Nel 1935 la proprietà viene poi acquistata da Ernesto Panza di Biumo (S. Salvatore Monferrato, 1878 - Milano 1949), che coinvolge l’architetto di fama Piero Portaluppi (Milano, 1888-1967), urbanista, storico dell’architettura e accademico italiano per realizzare alcune trasformazioni. Alla morte di Ernesto la villa passa ai suoi quattro figli, tra cui Giuseppe (19232010) che la renderà celebre nel mondo grazie all’imponente collezione d’arte che vi raccoglie a partire dagli anni ‘50. Questa appassionante avventura collezionistica porta Giuseppe Panza di Biumo insieme alla moglie Giovanna, in oltre quarant'anni, a comporre una raccolta di oltre 2.500 opere di artisti prevalentemente americani a lui contemporanei, che rappresenta oggi un unicum nel panorama internazionale Nel corso della sua attività Giuseppe Panza di Biumo interpreta il ruolo di collezionista come sostegno intellettuale
alla creatività degli artisti e la stessa casa di Biumo viene vissuta come una sorta di fucina in cui sperimentare criteri estetici sempre nuovi. A partire dagli anni ‘70 infatti il collezionista invita alcuni artisti a Varese, tra cui James Turrell, Robert Irwin, Dan Flavin e Maria Nordman che ispirati da questo spazio creano, in particolare nell’ala dei rustici, celebri installazioni di Arte Minimale e Ambientale site-specific. Nel 1996 la famiglia Panza dona la villa al FAI- Fondo per l’Ambiente Italiano con l’intento di consegnare ai posteri non solo l’abitazione, ma anche il patrimonio artistico in essa raccolto. La Fondazione, seguendo il progetto di allestimento realizzato dal collezionista, dopo un’impegnativa campagna di restauri, nel 2000 apre la villa e il parco al pubblico. Oggi oltre 200 opere di artisti americani ispirate ai temi della luce e del colore convivono in armonia perfetta con gli spazi della villa, con i raffinati arredi e le preziose raccolte di arte africana e precolombiana.
Il FAI dal 2000 si occupa della conservazione, gestione e valorizzazione di questo luogo e ne rafforza l’identità attraverso una programmazione di mostre temporanee, attività collaterali e progetti didattici, ma anche attraverso l’ampliamento della collezione permanente con l’acquisizione di opere site specific.
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