Edizione ottobre 2013
PAESECHE VAI GUIDA ALLE DESTINAZIONI
CULTURA CHE TROVI TUTTI I PROGRAMMI NEI 5 CONTINENTI IL MONDO DI INTERCULTURA A PORTATA DI MANO STORIE dai partecipanti RUBRICHE sulla vita all’estero AVVERTENZE prima di partire CONTATTI di chi è già partito
A SCUOLA IN FAMIGLIA NEL TEMPO LIBERO
144 PAGINE PER CAPIRE E SCEGLIERE
SOMMARIO ISTANTANEE DAL MONDO
10 Lettere a Intercultura Emozioni, paure, sensazioni. Un salto nella corrispondenza tra genitori, figli e Intercultura, in cinque lettere.
4 // Thailandia 6 // Costarica 8 // Finlandia
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ZOOM
12// Ciao mamma io parto STORIE DI COPERTINA
Sono partiti per scoprire il mondo ma hanno in primo luogo scoperto se stessi. Come accade tutto ciò?
Quattro volti, quattro esperienze lontano da casa
16//Per le strade dell’India Suoni, profumi, voci. Un ritratto dell’India di Francesca Spigarolo.
20//Quella Serbia con un’altra marcia Stefano Spelta scopre il valore che può avere lo sport.
24//Ilmiopostoèqui Intervista ad Anna Della Lucia: un anno in Brasile.
26//ConlaLuna diChangzhou Il primo mese in Cina di Jacopo Manidi.
LE RUBRICHE Viaggio nella vita quotidiana dei partecipanti ai programmi di Intercultura. Nelle loro case, a scuola, nel tempo libero..
30//Vivere in una nuova famiglia 32//Mezzi di trasporto 34//Lifestyle e moda 36//A scuola e nel tempo libero 38//Cibi e cucina
COMPETENZE
// Alla scoperta delle diversità culturali INTERCULTURA IN RETE
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// Le storie continuano… sul Web Rubriche Una panoramica sulla piattaforma online di Intercultura, per capire dove reperire informazioni attraverso la descrizione di tutti i Paesi e 14 minisiti speciali.
16// Vita in famiglia
ROBERTO RUFFINO // Segretario Generale Intercultura
Una promessa utopica di un mondo migliore Vivere e studiare per un periodo all’estero è un’esperienza che dilata le persone, che fa rendere conto di poter realizzare cose a cui prima non si era pensato e fa scoprire alle persone di avere risorse interiori che non immaginavano di avere. Nel caso dell’esperienza di Intercultura, anche se un ragazzo si sente “connesso al mondo” attraverso telefonini e computer, quando arriva nell’altro Paese deve ripartire da zero. Incontra delle persone che non conosce, entra in una casa nuova che per un lungo periodo deve diventare casa sua e quella signora e quel signore appena incontrati devono diventare suo padre e madre “putativi”. Questo è un fatto straordinario. Lo era sessanta anni fa e lo è anche oggi. In questo momento abbiamo all’estero 1800 ragazzi e circa i tre quarti hanno una borsa di studio totale o parziale. Questo è stato uno degli avvenimenti di maggiore soddisfazione della nostra storia.
45 // Avvertenze Vademecum di informazioni importanti prima di partire.
46 -143//
Guida per scegliere
TUTTI I PROGRAMMI PAESE PER PAESE Due pagine dedicate ad ogni Paese di destinazione, con informazioni utili sulla durata dei programmi, la scuola, la vita in famiglia e i contatti di chi ha già vissuto l’esperienza.
Gli insegnamenti che si ricevono durante i nostri programmi all’estero sono molteplici, ma uno mi sta particolarmente a cuore: chi si è trovato per una volta a sedici anni in una condizione di minoranza, in un angolo da cui ha dovuto trovare la sua strada per poter essere accettato e riconosciuto, ha appreso una lezione fondamentale che si ricorderà per tutta la vita. Ha imparato a capire quali sono i suoi limiti e le sue risorse, a comprendere come muoversi e come avviare rapporti con gli altri. È una lezione molto profonda soprattutto in questi tempi, in cui ci si muove frequentemente da un Paese all’altro. Anche in Italia incontriamo tante persone provenienti da altre nazioni e spesso abbiamo difficoltà a capire il perché dei loro comportamenti. Io non penso che ci sarà pace se questa percezione di chi è diverso da noi non comincia a cambiare all’interno di noi. È una sensazione bella e profonda che i nostri ragazzi hanno provato e provano quando ritornano dall’estero e, in qualche modo, è una promessa, per quanto utopica, di un mondo migliore.
Istantanee dal mondo
THAILANDIA vedianche PAG. 104
Capitale: Popolazione: Superficie: Fuso orario Lingue Religione
Bangkok 68.100.000 514.000 kmq +6h rispetto all’Italia thailandese e inglese buddista, musulmana e cristiana Moneta Baht Prefisso dall’Italia 0066
Monaco per una settimana Qua al tempio regna la quiete, come passatempo mi tocco i capelli, quello che ne resta. In questo momento se mi guardassi allo specchio probabilmente non mi riconoscerei, non ho capelli né sopracciglia, al posto di normali vestiti ho teli arancioni che mi avvolgono e mi fanno sentire libero. Da quasi tre ore non sono più una persona comune, come la definirebbero la gente qui, ma un Monaco Novizio. Ci sono varie motivazioni che ti portano a diventare un novizio per un periodo, nel mio caso una settimana. Per me poiché è il miglior modo per ringraziare la mia famiglia ospitante perché, se ha un figlio che compie questa esperienza, allora può avere un posto nel corrispondente buddista del paradiso. Molti dei ragazzi che sono qui ora in Thailandia rifiutano per la paura di doversi tagliare capelli e sopracciglia, io non li rimpiango per niente, solo per la cerimonia iniziale ne è valsa la pena. Gabriele da Bologna, un anno in Thailandia
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Istantanee dal mondo
COSTARICA
A tutto c’è una soluzione “A todo hay una soluciòn… mañana!”. Sei parole, quelle di mia madre ospitante alle pressanti domande appena arrivato a casa, che riassumono alla perfezione la filosofia della Pura Vida. C’è una soluzione a tutto, sei hai pazienza domani ci pensiamo. Nel mentre, goditi la pioggia che ti inzuppa l’uniforme mentre corri al colegio, e balla. Balla perché non è soltanto muoversi, agitare in aria fazzoletti colorati intrattenendo il tuo pubblico. Balla perché facendolo riscatti una cultura che anche i ticos troppo spesso dimenticano, quella degli indios e dei campesinos. “Que Dios te acompañe!”. La mia preoccupazione diventa pubblica, la soluzione c’è, la si trova insieme. Ora balliamo per festeggiare. C’è sempre un motivo per ballare (e per festeggiare). Lorenzo da Mantova, un semestre in Costarica.
Capitale: Popolazione: Superficie: Fuso orario Lingue Religione Moneta Prefisso dall’Italia
San José 4.400.000 51.100 Kmq -7h rispetto all’Italia spagnolo e inglese maggioranza cattolica Colón (CRC) 00506
vedi anche PAG. 114
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Istantanee dal mondo
FINLANDIA
vedi anche PAG. 48
Capitale: Popolazione: Superficie: Fuso orario Lingue Religione Moneta Prefisso dall’Italia
Helsinki 5.375.276 338.145 Kmq +1h rispetto all’Italia finlandese, svedese, inglese. maggioranza luterana (85%), Euro 00358 + prefisso cittadino (senza lo zero)
Il sapore dolce della pazienza La cosa più importante che ho appreso da questa esperienza è imparare ad aspettare. Dalle cose più banali, come aspettare che si sciolga la neve dopo 9 mesi di freddo, aspettare che le giornate siano nuovamente luminose dopo sei mesi di buio, fino alle cose più importanti, come avere qualcosa di sensato da dire e rompere un silenzio condiviso, che però era assolutamente privo di imbarazzo. Loris da Roma, un anno in Finlandia
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LETTERE A INTERCULTURA Ho 5 figli italiani, una figlia francese, una thailandese ed una cilena. Mio figlio Gabriele ha anche un papà e un fratello americani; Lodovico, ha un padre, una madre e un fratello indiani e Consolata vive con una mamma e due sorelle a Rio de Janeiro. Quando cinque anni fa Gabriele disse di voler andare all’estero, mi è
Gualtiero Terzi di Rocca di Papa (RM) sembrato bello che un adolescente esprimesse la voglia di fare qualcosa di diverso. Il grande rischio dei ragazzi è l’omologazione: oggi per i giovani trovare uno spazio personale nella vita è complesso. Abbiamo cercato di appoggiare la sua voglia: un anno di apertura ad un’altra cultura, a un diverso modo di vivere, a una nuova indipendenza, alla scoperta di sé, non poteva essere una perdita di tempo, ma certamente un’opportunità. Lodovico e Consolata hanno seguito le sue orme, ma ogni volta è aumentato il gusto di incontrare realtà nuove e diverse. Un anno fuori di casa a 17 anni, stando comunque nel calore di una famiglia e studiando (con la grande fatica della lingua), sta facendo crescere i nostri figli in modo fenomenale.
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UN AFFARE COMPLICATO È un affare complicato, questo della parola casa. Ho capito che casa non è un luogo, casa non sono quattro mura. Ho avuto bisogno di sradicare a forza le radici da quei mattoni e da quelle piastrelle per capire, per capire davvero. Mi ci è voluto tanto tempo e tanta vita vissuta per capire che casa è un profumo, una voce, casa è un sorriso. Sono a ottomila chilometri dal luogo che mi ha vista nascere e crescere e sono a casa. E una volta che hai capito il trucco, quando hai
Ada Bianchi di Vuittone (MI) un anno in Cina scoperto le regole del gioco, casa può essere ovunque tu decida. Casa è dove sta il cuore, dove sta la testa, dove c’è un calore che ha il profumo della colazione la domenica mattina. E impari che anche quando casa è lontana, la puoi portare con te ovunque, perché casa è dove ti capiscono, e se da un lato sono le persone che hai intorno che fanno la
differenza, sei anche tu, che devi scegliere che vuoi essere capito, che vuoi togliere casa dalla valigia, con tutto quello che c’è dentro, scegliere un angolino di terra per appoggiarvela e iniziare ad abitarci, e piano piano permettere alle persone di avvicinarsi e di aiutarti a prendertene cura.
“
Ho avuto bisogno di sradicare a forza le radici
Mia figlia Virginia sta vivendo un’esperienza interculturale lontana anni luce dalla nostra Italia, la “Republica Dominicana”. Il suo mondo da lontano ci appare così simile a una telenovela sudamericana dai contrasti forti e intensi. Tra cibo colorato, nubi che si rincorrono, cani un po’ scheletrici, assenza di legalità, spero che lei mantenga quell’equilibrio che l’ha sempre contraddistinta, che permanga un suo sguardo curioso ma critico, che non svenda mai le sue idee sul rispetto per gli altri, su solidarietà e responsabilità innanzi a tutto. Scrive: “Ce la sto
Maurizio Cavalli, di Buccinasco (MI) mettendo tutta per essere sempre educata e nello stesso tempo cercare di fare le stesse cose che fanno loro, cercare di essere più dominicana possibile. Vorrei tanto che vedeste com’è meraviglioso qui!”. In queste poche frasi c’è tutto il sapore di un’esperienza forte e che ti cambia dentro, che ti fa crescere e misurarti coi tuoi limiti, con le tue capacità, ma che d’altro canto ti fa scoprire che il mondo reale non si esaurisce intorno al giardino di casa.
LETTERA AD UNA FIGLIA LONTANA
UN PAESE POVERO MA PIENO DI UMANITÀ Il mio primo giorno: un susseguirsi di emozioni, non sapevo se piangere o ridere per l’emozione e la gioia di chiamare mamma e papà persone che teoricamente sono di un altro mondo, ma che praticamente non sono proprio lontane come crediamo o immaginiamo. Apro la porta di casa e tutti che mi aspettavano, io esco: “ciao mamma e papà, ciao famiglia”. Mi sentivo già protetta, a casa,amata. Abbiamo provato a parlare anche con dei gesti, che risate! Vivo a Guarambaré, a 38km dalla capitale. È vero, il Paraguay può sembrare povero, però la cosa che mi ha fatto amare sin dall’inizio questo meraviglioso posto è la gente. Il giorno se-
Selenia Scicolone di Gela, un anno in Paraguay guente arrivo a scuola: tutti con la divisa scolastica, tutti uguali. Mi è piaciuta questa cosa. In Italia non indossiamo divisa e questo a volte crea discriminazioni tra studenti. Non mi manca niente del mio Paese, qui sto bene. Mancheranno grattacieli, le strade tutte asfaltate tutto quello che esiste da noi, però non potranno mai mancare l’amore, la felicità, l’affetto!
A sette mesi dalla mia partenza posso finalmente dare una definizione alla mia esperienza interculturale. Pensavo che vivere negli Stati Uniti fosse fantastico, ma non è stato tutto oro quello che luccicava. Pensavo che la mia vita sarebbe cambiata di colpo, in modo tale da ottenere la popolarità sempre desiderata. Non è stato sempre così. Sono stata accompagnata per tutto il tragitto unicamente dai miei pensieri. Non capivo perché non riuscissi a creare amicizie e mi ripetevo che questo viaggio sarebbe stato solo uno spreco di tempo. Queste inquietudini, fino a poco tempo fa, ronzavano nella mia testa. Dopo sei mesi sono riuscita a capire che lo scambio interculturale è qualcosa di esclusivamente personale. Non importa quanto la vostra famiglia ospitante sia insolita, quante difficoltà affronterete condivi-
GIULIA MARINANGELI de L’ aQUILA, Un anno NEGLI USA dendo la vostra vita insieme alla loro: voi li perdonerete sempre. Lo farete perché comincerete ad accettare le persone per quello che sono. Voi sarete sempre il visitatore, nonostante siate cittadini di questo mondo. Sebbene le vostre opinioni siano giuste, nel Paese ospitante non potrete imporle. Sarebbe da egoisti volere cangiare le opinioni altrui. Per vivere felicemente dovremmo adattarci agli altri. Questo però non deve essere confuso con il termine cambiare, bensì maturare. Il Paese ospitante è quel luogo che criticherete e amerete allo stesso tempo. Vorrete che molte cose cambiassero per il meglio e vi accorgerete che la vita non è come un film neanche nella città di Hollywood. I miei Stati Uniti non sono minimamente simili a un film.
i miei usa non sono quelli dei film PAESE CHE VAI CULTURA CHE TROVI | 11
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CIAO MAMMA IO PARTO Ogni anno centinaia di ragazzi si mettono in moto verso i cinque continenti grazie ai programmi di Intercultura: sanno che non saranno lasciati soli.
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e porte non si sono ancora completamente chiuse e sul pullman esplode un boato. Fratelli, sorelle e genitori si sbracciano da terra, a bordo nessuno sembra avere dubbi, si parte per l’esperienza più entusiasmante della propria vita (poco importa se le paure dentro sono tante.) È una scena che si ripete diverse volte ogni estate, nei pressi di Roma, e che vede anno dopo anno un numero crescente di protagonisti. Sono i ragazzi di Intercultura, o quelli della Generazione i, come li ha recentemente battezzati una ricerca della Ipsos. Hanno sedici, diciassette anni e sono pronti a muoversi con le loro gambe, spostandosi al di fuori dei confini nazionali senza indugi per cogliere le opportunità esistenti, ma non disdegnano di viaggiare virtualmente, senza lasciare la scrivania della propria camera, aperti alle diverse sollecitazioni di un mondo sempre più cosmopolita. Altro che mammoni! Hanno deciso di mettersi in gioco, e dopo il lungo e tortuoso percorso delle selezioni e della preparazione sono arrivati al momen-
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to in cui inizia la fase più significativa del loro percorso. La maggior parte di loro, circa mille, nell’estate del 2013 è partita per un intero anno di vita e di scuola in un altro Paese. In controtendenza a quanto avveniva fino a una decina di anni fa, scelgono destinazioni in tutto il mondo, forse ispirati dal senso di avventura, forse perché hanno intuito che il loro futuro non sarà fatto solo di Europa e Stati Uniti, ma sarà sempre più influenzato dalle culture e dalle economie dei cosiddetti Paesi emergenti. Oltre il 60% sono ragazze, ma questa non è una novità; già dai primi anni ‘60 Intercultura ha annoverato nelle schiere dei suoi partenti un’amplissima quota rosa ed oggi il problema si è decisamente ribaltato e occorre riflettere su come stimolare i maschi ad essere più coraggiosi ed intraprendenti rispetto alle loro coetanee, altrimenti tra qualche anno si dovranno introdurre le “quote azzurre”. Gli altri ottocento si dividono in programmi dalla durata variabile dai sei mesi ad alcune settimane estive. Nel complesso i milleottocento partenti
CONSOLATA E LA SUA CLASSE il primo giorno di scuola in Brasile: “Entrata in classe gli sconforti che mi hanno tormentato tutta la notte si sono subito trasformati in felicità, mi è bastato vedere quei visi che da lì a poco sarebbero diventati quotidiani: è stato bellissimo, da quel momento ho avuto una certezza in più”.
rappresentano coloro che sono arrivati in fondo a un processo che lo scorso anno ha coinvolto circa seimila studenti, provenienti da tutte le regioni e da tutti le diverse tipologie di scuole superiori Italiane. Hanno accettato la sfida proposta da Intercultura, ovvero quella di misurarsi con un percorso che li porta innanzi tutto a porsi delle domande su chi sono, cosa vogliono, quanto sono in grado di impegnarsi per raggiungere i loro obiettivi. Alcuni genitori riportano che li hanno visti cambiare fin dal momento delle selezioni; altri ragazzi, invece, sembrano imper-
Scelgono destinazioni in tutto il mondo e oltre il 60% sono ragazze
CIAO MAMMA IO PARTO
DAL MIUR UNA NUOVA NORMATIVA A SOSTEGNO DELLA MOBILITÀ STUDENTESCA La normativa italiana ha sempre riconosciuto la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno scolastico e il 10 aprile 2013 il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha emanato delle nuove Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale.
Questi i punti salienti della norma: Sottolinea che le esperienze di studio e formazione all’estero degli studenti vengono considerate parte integrante dei percorsi di formazione e istruzione. Chiede alle scuole di facilitare le esperienze di scambi, concordare un piano di apprendimento centrato sullo studente e stabilire un “contratto formativo”, riammettere i ragazzi alla classe successiva al loro rientro valutandoli in base alle conoscenze disciplinari sviluppate in Italia e all’estero, ma soprattutto allo sviluppo di nuove competenze.
Destinazioni 2013-2014 33%
Europa
24%
Nordamerica
23%
America Latina Asia
13% 5%
Aus / N. Zelanda Africa
2%
meabili ed è difficile scrutare fino in fondo nelle loro motivazioni. A tutti è stato raccomandato di avvicinarsi a questa esperienza con la voglia di aprirsi al mondo, senza eccedere nella costruzione di aspettative, perché la realtà è quasi sempre differente da come uno se la era immaginata. Sanno che il loro percorso non sarà tutto rose e fiori, ma sanno anche che oltre il 90% di quelli che sono partiti prima di loro si è dichiarato entusiasta dell’esperienza fatta e farebbe carte false
per ripartire immediatamente. Soprattutto sono consapevoli (anche se questo spesso non basta a placare i loro timori) che non saranno soli; che all’estero troveranno dei volontari che li aiuteranno nel loro percorso, magari in modi e forme diverse rispetto a quanto fanno i volontari italiani, ma sempre con l’intento di guidarli a comprendere la nuova realtà in cui si devono inserire e soprattutto a orientarsi nel percorso di crescita personale che si apre dentro di loro.
Stabilisce che il Consiglio di classe valuta gli elementi per ammettere direttamente l’allievo alla classe successiva e che può anche sottoporre, se ritenuto necessario, il giovane ad accertamento, che si sostanzia in prove integrative al fine di pervenire ad una valutazione globale, che tiene conto anche della valutazione espressa dall’istituto estero sulle materie comuni ai due ordinamenti. È in ogni caso escluso che la scuola possa sottoporre l’alunno ad esami di idoneità che sono previsti dall’ordinamento per altre casistiche. Chiede alle scuole di identificare solo i contenuti fondamentali necessari per svolgere serenamente l’anno successivo e permettere allo studente di vivere l’esperienza di full immersion nella scuola estera.
La nota integrale è consultabile all’indirizzo web http://www.intercultura.it/Normativa/
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Storie di copertina / 1 1
COME SULLA LUNA “Nella valle centrale del Costarica si trova il Poas, uno dei vulcani più attivi del Paese. Misura quasi un chilometro di diametro e il suo cratere principale è tra i maggiori al mondo. Lungo i sentieri, si possono vedere i geyser e le fumarole. Un luogo lunare, molto strano!” (Giorgia, un anno in Costarica). UN GIORNO SPECIALE Annalisa racconta il suo giorno del diploma: “è stato un giorno indimenticabile, un vero onore per me salire sul palco e ricevere la pergamena. È un’esperienza per cui sarò grata per sempre a Intercultura e alle mie due famiglie, quella naturale e quella ospitante” (Annalisa, un anno negli USA). GELIDO CALORE La Russia si deve vivere fino in fondo, nei suoi aspetti più segreti ed affascinanti, nei suoi paesaggi malinconici e gelidi, nella bellezza delle persone di quanto sono disposte a darti, di quanto incredibilmente ti amano già solo dopo pochi mesi, riuscendo a capirti veramente, pur conoscendoti da poco tempo (Orena, un anno in Russia).
SONO PARTITI PER SCOPRIRE IL MONDO MA IN PRIMO LUOGO HANNO SCOPERTO SE STESSI Certamente qualche difficoltà e qualche resistenza l’hanno dovuta affrontare anche a scuola, anche se la pattuglia del 201314 sarà la prima a partire beneficiando delle nuove indicazioni del Ministero dell’Istruzione che nell’aprile di quest’anno ha “benedetto” come mai aveva fatto in passato le esperienze di studio individuali all’estero e ha invitato le scuole e i docenti a facilitare e valorizzare con ogni mezzo queste esperienze. 758 di loro hanno avuto una borsa di studio di Intercultura, assegnata in base alla situazione economica dei genitori e al merito e alla motivazione dimostrati dal candidato durante le selezioni; altri 403 hanno beneficiato di uno sponsor trovato dalla Fondazione Intercultura, che potesse coprire le spese della loro partecipazione. Gli altri hanno superato le selezioni per aggiudicarsi un posto disponibile e hanno chie-
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sto ai loro genitori di fare uno sforzo economico significativo per la loro formazione; fortunatamente capita spesso di vederli consapevoli di portare con sè questa responsabilità. Un fenomeno in crescita dunque, ma ancora una goccia nel mare, se paragoniamo i numeri di questa pattuglia di giovani (che pure cresce anno dopo anno) al totale della popolazione studentesca italiana. A loro è affidata una fetta significativa del futuro del nostro Paese, ma per il momento non si pongono questo problema. A loro basta partire e spesso se gli chiedi come mai hanno richiesto una destinazione invece di un’altra non ti sanno dare grandi spiegazioni. A leggere le storie di chi già è tornato sembra di capire il perché: sono partiti per scoprire il mondo, ma in primo luogo hanno scoperto se stessi.
Gabriele Bortolotti - Tailandia dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvefve dvdefvdvdefvefve cdwvcervcrevcrevfr3fvr4v bt4hgt5hgt4h5 fr3fr4gr4g4g45gg55gh5
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i sei entrata dentro poco a poco, osservando tutto e cercando di capire, stupendoti, arrabbiandoti e commuovendoti, scoprendo a poco a poco i volti di questo mondo.
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FRANCESCA SPIGAROLO studia al liceo linguistico commerciale e ha trascorso un anno a Bangalore. Da allora, porta sempre al collo un ciondolo che le ha regalato il suo padre ospitante: “tornando da un viaggio di lavoro nel nord dell’India: è stato importante per me perché, nel momento in cui doveva scegliere dei regali per i suoi figli, ha pensato anche a me, e questo mi ha fatto sentire parte della famiglia”.
Storie di copertina / 2 1
PER LE STRADE DELL’INDIA Sorridi. Pensando a quando le prime settimane uscivi in anticipo per andare a scuola e impiegavi dieci minuti ad attraversare la strada per raggiungere la fermata dell’autobus. Ti incammini per le strade affollate senza fretta, nonostante tu sia in ritardo. Ti muovi tranquillamente in mezzo alla folla, quella folla che nei primi tempi un po’ ti affascinava e un po’ ti terrorizzava, e di cui adesso ormai ti senti parte. Attraversi la strada senza esitazioni, scivolando tra una macchina e l’altra e trovando il momento perfetto per passare, senza quasi rendertene conto. Ridi tra te e te pensando a quando le prime settimane uscivi in anticipo per andare a scuola, perché ti ci volevano 10 minuti per attraversare la strada e raggiungere la fermata del pul-
lman. Continui a camminare guardandoti intorno, e come tutte le volte ti stupisci di come tante cose così diverse possano essere lì in quell’istante, insieme. C’è un venditore di gioielli che, scambiandoti per una turista e pregustando un guadagno facile, tenta di attirare la tua attenzione. C’è una vecchietta che canticchia assorta mentre prepara ghirlande di fiori di gelsomino, che andranno ad adornare le trecce di qualche signora. Ci sono degli autisti di auto che si concedono una pausa dal loro correre nel traffico e si trovano a discutere animatamente e a bere chai fuori da un bar.
C’è una bambina con indosso un’uniforme scolastica troppo grande per lei che prega la mamma di fermarsi nel negozio di dolci all’angolo. C’è un gruppo di signore avvolte in sari coloratissimi che si affolla davanti al negozio del sarto, cercando di scegliere la stoffa migliore per il vestito che indosseranno per Diwali. Ci sono dei ragazzi che si radunano all’ uscita del cinema, probabilmente commentando l’ultimo film di Shahruckh Khan. C’è una signora in vestiti occidentali che ti passa di fianco velocemente parlando al telefono e interrompenPAESE CHE VAI CULTURA CHE TROVI | 17
“‘HOLI’ è la festa dei colori, corrisponde alla festa di primavera, momento dell’anno in cui vi è abbondanza di fiori e frutti. Vi partecipano persone di ogni età, religione e stato sociale: si riempiono i palloncini d’acqua mischiata con diversi colori. Muniti di bustine di colori, palloncini e pistole d’acqua anche mio fratello ed io usciamo di casa. I vicini di casa augurandomi HAPPY HOLI mi spalmano i colori sulla faccia. Più che indiani dell’India adesso sembriamo indiani d’America”. (Domenico Vitale)
Tutti questi pezzi di vite si intrecciano con la tua e ne diventano in qualche modo parte. Anche tu sei una parte di quella realtà incredibile che è l’India
AGNESE ANGELINI Famiglia italiana: Mamma, Papà, Fratelli/Sorelle, Nonni, Zii e eventuali cugini. Famiglia indiana: Mamma, Papà, Fratelli/Sorelle, Nonni, Zii, Cugini, Bisnonni, Prozii, Amici, Conoscenti, Cani, Gatti, Uccelli, Piante, Fiori, Strade, Frutta… insomma qualsiasi cosa respiri è CUTUMBA (Famiglia in Marathi).
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dosi di tanto in tanto per indicare alla domestica qualcosa da acquistare. C’è l’odore delle spezie che si fa più forte quando passi davanti a una bancarella piena di erbe e polveri dei colori più diversi, e ti viene l’acquolina in bocca solo a guardare i pani puri che un venditore prepara velocemente per i clienti che gli stanno intorno. Tutti questi pezzi di vite si intrecciano con la tua e ne diventano in qualche modo parte, ti segnano senza che tu nemmeno te ne accorga. Anche tu, con i tuoi vestiti indiani e con i mehendi sulle
mani, con tutto quello che hai imparato e con tutto quello che ancora hai da imparare, sei una parte di quella realtà incredibile che è l’India. Ci sei entrata dentro poco a poco, osservando tutto e cercando di capire, stupendoti, arrabbiandoti e commuovendoti, e scoprendo poco a poco i diversi volti di questo mondo. Cammini per le strade dell’ India, che ami e odi allo stesso tempo. Cammini per le strade dell’India, sapendo di star vivendo qualcosa di magico. Cammini per le strade dell’India, e ti senti a casa.
Storie di copertina / 2
c’ero anch’io in INDIA
… e indovina chi ho incontrato? DOMENICO VITALE
IL BHARATNAYAM “Durante la mia esperienza in India c’è una cosa che mi ha sempre dato gioia… la danza! Il bharatnayam mi ha affascinato dal primo momento: le danzatrici entrano con passo elegante accompagnate dai loro gungrus (cavigliere con campanelli), splendenti nei loro costumi di seta colorata e coperte di gioielli. Le bocche tinte di un rosso vivo sorridono cortesi e gli occhi scuri sottolineati dal trucco luccicano vispi”. (Eleonora Bosco)
Sono le 18.00, Domenico e la famiglia ospitante sono pronti a incontrare il Presidente dell’India durante una sua pubblica uscita. “Il solo pensiero mi fa venire i brividi. Io, un italiano arrivato in India da solo due settimane,incontrerò la prima donna Presidente dell’India, nonché la prima di origine marahti, in uno dei suoi ultimi giorni in politica, anzi nel suo ultimo giorno”.
Una trepida attesa Passato il metal detector… Benvenuti nella Casa del Presidente. Un maggiordomo ci accompagna nella sala in cui avverrà il meeting. Il primo quadro che vedo è quello di Mahatma Ghandi. Altri quadri sono presenti di altre persone che hanno lasciato un segno in India. Il personale ci fa accomodare in una sala, dove due sedie color d’oro sono disposte rivolte verso una fila di altre sedie marroni… naturalmente non c’è necessità di dire dove si siederà il Presidente. Una delle guardie del corpo ci spiega le varie procedure da mantenere durante l’incontro, relative alla sicurezza e all’atteggiamento da tenere.
Con un “namasté” la salutiamo Lo speaker inizia a presentare le famiglie li presenti. Ognuno di loro ha un regalo per lei; chi un libro, chi dei fiori, chi dei pannelli elettrici. Presentata la nostra famiglia ci alziamo e con molta delicatezza ci avviciniamo alla presidente e suo marito. Con un namasté li salutiamo e mia mamma le offre un libro di storia scritto da lei. Le guardie del corpo, glielo prendono e lo mettono nella grande massa degli altri regali.
PRATIBHA PATIL AMITY INTERNATIONAL SCHOOL “Sono riuscito a spuntare i voti tra i più alti alla Amity International School, nonostante le materie che stavo studiando contenessero argomenti non previsti dal programma del quarto liceo scientifico italiano (probabilità, statistica, limiti e derivate oltre ad un più vasto programma di fisica e chimica). Tutti questi argomenti, studiati in inglese, mi hanno permesso di essere ammesso all’università di statistica a Londra”. (Lodovico Terzi)
Nata il 19 dicembre 1934, laureata in scienza politica ed economia e in legge, avvocato, membro del Partito del congresso nazionale indiano, dopo una lunga carriera politica, iniziata nel 1962, è stata eletta prima donna Presidente dell’India nel 2007.
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Storie di copertina / 3
STEFANO SPELTA studia al Liceo Socio-Pedagogico di Lecco. Ha vissuto per un anno
nella piccola cittadina di Ivanjica. Unico straniero si è integrato perfettamente a scuola e nel tessuto sociale della
cittadina, partecipando a ogni attività scolastica ed extrascolastica, dal campionato di basket alla recita di classe.
QUELLA SERBIA CON UN’ALTRA MARCIA
LA CITTÀ DELLA PALLAMANO “La più bella settimana della mia vita è stata durante la settimana di scambio, dal 9 al 16 marzo, ad Arandjelovac, «la città della pallamano. Ho anche avuto il piacere di allenarmi con la seconda squadra, di conoscere alcune giocatrici serbe che hanno giocato nelle altre nazioni. Forse questo per voi non sembra così importante ma per me lo è, per me che amo la pallamano e che dopo essere venuta in Serbia l’ho amata ancora di più”. (Julia Pawlukowska)
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a Serbia è il Paese con il maggior numero di campioni sportivi di successo al mondo, in proporzione al numero di abitanti. Non so se in Italia ne hanno parlato, se non lo hanno fatto è un peccato ma spero che i nostri giornali sportivi abbia-
UNA DOMENICA DA CAMPIONI 20 | PAESE CHE VAI CULTURA CHE TROVI
no dedicato almeno una piccola parte del loro quotidiano a una domenica storica per il mondo sportivo serbo. 29 gennaio 2012. Dopo una partita storica durata “solamente” sei ore, Novak Djokovic, tennista serbo e attuale n°1 al mondo, battendo in finale lo spagnolo Rafael Nadal, vince il suo quinto Slam. 29 gennaio 2012. A Ajndhoven (Olanda) la rappresentativa serba di pallanuoto, dopo aver battuto la nostra Italia in semifinale, diventa campione d’Europa vincendo la finale contro i “cugini” Montenegrini.
29 gennaio 2012. Poteva essere una tripletta d’oro per la Serbia, ma a Belgrado la nazionale di pallamano si deve accontentare di un ottimo argento, dopo aver perso la finale contro la Danimarca, ora campione d’Europa. Dopo 24 ore così come si fa a non conoscere la Serbia? Voglio dire ora due parole sul primo campione citato. Novak Djokovic, 24 anni, da circa 6 mesi è il n° 1 indiscusso dei campi da tennis e fattore forse più importante è l’idolo di tutto il popolo serbo!
diventare un cittadino del mondo STEFANO SPELTA IN SERBIA
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Storie di copertina / 3
a 17 anni
SONO PARTITO ANCHE IO Ho capito che all’estero avrei superato le mie barriere Tra tanti episodi ce ne sono alcuni che mi sembrano particolarmente significativi nel percorso che mi ha reso la persona che sono oggi: un imprenditore convinto nel valore formativo dell’esperienza all’estero.
La scherma e il primo gradino Ricordo che praticavo la scherma a buon livello e questo mi permise, a un certo punto, di passare da “oggetto strano” a essere riconosciuto come un campione, quindi a essere tenuto molto in considerazione, così come tutti coloro che negli Stati Uniti, a scuola, riescono bene in qualche disciplina sportiva.
Copiai il compito, ma che amarezza! Abituato alla consuetudine che in Italia si copiasse, riscrissi la sequenza corretta di A, B, C e D previste dalle domande multiple choice. Due terzi dei compagni però, con mia grande sorpresa, non vollero vedere le soluzioni e mi ammonirono dicendo “You’re cheating”. Fu un bell’insegnamento, che mi fece capire come tra un Paese e l’altro i valori e i comportamenti siano diversi. Ci penso ancora oggi, quando vedo come spesso noi italiani tendiamo a cercare la scorciatoia, a elogiare i furbi, con le conseguenza nefaste che stiamo vivendo oggi, partendo dalla piaga dei tanti che non pagano le tasse.
Non solo per la sua bravura con la racchetta ma anche per il suo carisma e la sua simpatia (è stato ospite per una sera nello show italiano condotto da Fiorello. Se lo avete visto, capirete meglio di cosa parlo). “Quando Nole gioca è come una festa nazionale per i serbi” sono le parole di mio fratello Milos mentre guardavamo l’ultima finale vinta dal nostro campione. Mi chiedo ancora come io abbia fatto a non perdere l’udito durante quella partita (a ogni punto fatto o subìto Milos urlava a squarciagola; in effetti, non so chi abbia sofferto di più tra l’atleta e il tifoso!).
IN PAUSA DAGLI ALLENAMENTI “La squadra di calcio in cui mi sono allenato per alcuni mesi è lo Javor Ivanjica che milita nella prima categoria serba, facevo 5 allenamenti a settimana abbastanza brevi, un’ora e mezza circa, la tipologia è simile a quella che viene utilizzata nel nostro Paese. Lo sport in Serbia è molto sentito, piace e viene praticato da molti, anche da tantissime ragazze” (Stefano Spelta).
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MARCO BALICH, Ceo Filmmaster Group, un anno negli USA nel 1979 La Serbia ha una storia davvero turbolenta, è rimasta coinvolta più volte in conflitti armati, ha avuto come anche in Italia, un dittatore crudele e spietato, ha subito bombardamenti solamente una decina di anni fa… e ora da gran parte del mondo ha molti pregiudizi sulla Serbia e sui serbi. La mia speranza è che lo sport possa aiutare a oscurare un passato che la popolazione non merita affatto, perché in questa terra vivono persone stupende, 22 | PAESE CHE VAI CULTURA CHE TROVI
onesti lavoratori, nonne affettuose come in tutto il resto del mondo. Non mi vergogno a dire che in una partita Italia-Serbia probabilmente tiferei Serbia… non fraintendete, io amo il mio Paese ma credo che il Paese che mi accoglie, in questo momento, abbia più bisogno di noi di ottimi risultati nello sport. Io amo lo sport e sono convinto che possa fare la differenza in situazioni in cui le parole servono a poco.
AFS
-verso il centenario-
1914-2014
Una storia lunga un secolo da celebrare insieme http://www.intercultura.it/centenario-afs PAESE CHE VAI CULTURA CHE TROVI | 23
Un anno di
Brasile
Storie di copertina / 4
IL MIO POSTO È QUI
Non solo spiagge, palme o isole esclusive. Quando si tratta di scegliere dove andare, gli avventurosi seguono il cuore ANNA DELLA LUCIA Anna è stata per un anno in Brasile. Al rientro ha superato brillantemente la maturità al punto da finire sul giornale ed ora frequenta la facoltà di Scienze Internazionali e Diplomatiche all’università di Forlì.
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LA LINGUA
Q
Come hai imparato il portoghese?
uando sono arrivata in Brasile non conoscevo una sola parola di portoghese! Ho fatto un po’ fatica a comunicare con la famiglia i primi giorni perché nessuno parlava inglese, ma con i gesti e qualche parola inventata abbiamo imparato a capirci ogni giorno meglio. Leggere, guardare film e ascoltare canzoni brasiliane mi hanno aiutata enormemente nelle prime settimane. Ascoltare, poi, è fondamentale: un grande mal di testa all’inizio, ma a poco a poco quello che sembra ostrogoto comincia ad acquistare senso! Si comincia con qualche parola, per poi arrivare a comprendere intere frasi. Una volta che si capisce, parlare viene quasi naturale! A partire da febbraio ho anche frequentato un corso di portoghese, che mi è stato utilissimo per l’apprendimento della grammatica e della lingua scritta. L’importante, secondo me, è buttarsi e provare a comunicare! Non abbiate paura di fare figuracce (ne farete comunque!). PRIMA REGOLA DARE DEL TU
Ci racconti il rapporto tra giovani e adulti? La relazione tra giovani ed adulti è, di solito, piuttosto informale. Non si usa dare ‘del lei’; i rapporti sono spesso molto amichevoli e scherzosi; è molto presente anche il contatto fisico, il cosiddetto “spazio vitale” brasiliano è piuttosto ridotto rispetto al nostro. A scuola, ad esempio, i ragazzi hanno un rapporto quasi familiare con gli insegnanti: li chiamano per nome, li abbracciano, ci scherzano. Spesso anche con i genitori i giovani hanno atteggiamenti quasi amichevoli, molto affettuosi e meno gerarchizzati rispetto ai nostri. IL CIBO
È vero che al cibo viene attribuito un valore particolare? Il cibo ha un valore fondamentale per i brasiliani: è simbolo di accoglienza e di condivisione. Quando si fa visita ad una persona è normale essere invitati a pranzo o a mangiare qualche cosa. Quando si cucina, non viene mai preparato solo lo stretto necessario per il pasto: di solito viene cucinato molto cibo in più, che viene messo via per il giorno seguente. È scortesia rifiutare di mangiare o non assaggiare tutto quello che c’è in tavola, così come è impensabile non riempirsi il piatto: mangiare è segno di benessere e salute.
CARNEVALE
Un’impressione sulla festa piu importante del Paese carioca Il carnevale è un momento estremamente importante nella vita del Paese. Oltre ad essere motivo di attrazione turistica, è uno degli eventi che culturalmente unisce tutto il Brasile. Tutti partecipano al carnevale: giovani e vecchi, ricchi e poveri, persone provenienti da tutte le regioni. Nelle città e nei paesini si organizzano sfilate di bande musicali e scuole di samba, feste in maschera nelle piazze e nelle case; le strade sono addobbate a festa e in TV e in radio vengono trasmessi quasi solo programmi o canzoni legati al clima carnevalesco. Tanta musica, colori sgargianti ed allegria! ATTIVITÀ AFS
Come ti sei trovata con i volontari? Erano tutti molto giovani e disponibili. In genere i Centri locali brasiliani sono piuttosto attivi. Il mio Centro locale ha organizzato alcune gite, cene comunitarie e momenti con le famiglie, dando molta importanza al rapporto fra gli studenti stranieri e i ragazzi che sarebbero partiti l’anno seguente; noi AFSers siamo stati anche invitati a partecipare agli accampamenti di selezione. Ho avuto la possibilità di partecipare a tre viaggi organizzati da un’agenzia che collabora con AFS e si ripropone, tramite viaggi a costi agevolati, di far conoscere agli AFSers i luoghi più suggestivi e caratteristici del Brasile. Assieme ad altri studenti stranieri sono stata una settimana nelle riserve naturali del Pantanal, centro del Brasile; qualche giorno alle cascate dell’Iguaçu, al confine tra Argentina, Paraguay e Brasile; dieci giorni in barca nella foresta amazzonica. Per questi viaggi, proposti direttamente dall’agenzia e AFS, bisogna avere l’autorizzazione della propria famiglia, della famiglia ospitante e del centro locale ospitante.
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Storie di copertina / 5
JACOPO MANIDI
Frequenta il liceo linguistico e, grazie a una borsa di studio di Intesa Sanpaolo ha trascorso un anno in Cina, a Changzhou. Studente giĂ in Italia di lingua cinese, ha notevolmente migliorato la conoscenza della lingua, ma soprattutto delle tante piccole e grandi differenze culturali che ci sono tra i nostri due popoli, vivendo giorno per giorno in una famiglia tra piccole incomprensioni e tanto affetto.
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Con la Luna di Changzhou
Gabriele Bortolotti - Tailandia
P
assare questo primo mese mi ha permesso di uscire con la testa dalla profonda buca in cui stavo. Ora è tutto un po’ più chiaro, non si vede più sfuocato dopo una rivoluzione lunare (finita con la luna piena della festa di metà autunno, passata ad ammirare il nostro satellite in compagnia dei nonni che mi raccontavano leggende cinesi sulla sua creazione che ovviamente erano − 听不 懂 − non capite). Ho conosciuto tantissima gente nuova in una nuova scuola della ormai mia seconda città.
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Storie di copertina / 1
LORPOR MOS AS ADITION SEQUAM quis secto et moluptae et fuga. Et eatesed eat eos dolorpo repratinctem quissi renit ut
Meditando tra i primi alberi in fiore… è arrivata la primavera! Un appuntamento atteso da tutti i cinesi
A SCUOLA tutti in divisa, tutti seri… ma con un po’ di scioltezza (almeno per scattare la foto di classe!)
Changzhou è bellissima e soprattutto non più così estranea come lo era appena arrivato: a furia di muovermi in bicicletta comincio a conoscere le strade, fatto che mi rende molto felice e sicuro di me stesso. Quattro settimane nella 高一十二班 (classe 12 - grado 1) ho trovato compagni simpatici e disponibili ad aiutarmi ogni volta che ho avuto bisogno di una mano, compagni dei quali sono stato portabandiera allo sport meeting scolastico. Un mese di tanti pomeriggi e serate (una parolona dato che si rientra a casa alle 20.30 massimo) passate in compagnia degli altri exchangers, con cui si scambiano esperienze, racconti ma con cui anche ci si sfoga. 30 giorni con la mia famiglia: i nonni che mi mettono sempre il sorriso quando mi fanno monologhi esistenziali senza che capisca una parola, ma con i
Gita al Lago con il fratello e i super-nonni, sempre con le dita aperte a V!
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La thailandese, l’americano e l’italiano, la barzelletta dei 3 ragazzi… ma in versione un po’ più internazionale!
quali ho riso per la prima risata a una battuta. Poi il 爸爸, che parla inglese, simpatico ma che però non riesco ancora a vedere come il mio papà, il contrario di mia mamma che anche se è arrivata a casa solo una settimana fa, mi ha colpito per la sua gentilezza e le sue domande che né mio papà o mio fratello mia avevano mai fatto (come si dice questo in italiano?) e che si sforza sempre di mischiare cinese per farmelo imparare e inglese..proprio la mia 妈妈! Mio fratello, la persona che vedo di più sempre impegnato nello studio ma che utilizza i momenti liberi giocando a computer..ed è da questo che vorrei far nascere la conclusione finale di questo riassunto: come sia fondamentale immedesimarsi nell’altro nel diverso. Il fatto che un ragazzo che studi tutto il giorno e il poco tempo libero li decida di sfruttare con giochini elettronici appena arrivato mi lasciava molto perplesso..ma mi ci sono voluti 30 giorni per capire: da buon ragazzo anche io in Italia nel tempo libero facevo quello mi piaceva che mi interessava, reputando la partita alla Playstation o uscire con gli amici alla sera le cosa più divertente che si potesse mai fare..ed è lo stesso per lui!
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a 17 anni
SONO PARTITA ANCHE IO Hanno scelto proprio me! “Ero ancora incredula che, con tutte le domande presentate dai miei coetanei liceali, alla fine delle selezioni avessero scelto proprio una timidona come me per questa avventura in terra straniera: 11 mesi in North Carolina, fra scuola, famiglia, drive in, hamburger, pancakes… mi sembrò di essere ruzzolata dentro un telefilm di Fonzie”
Un salto indietro a quel primo giorno di scuola.
AL CAMPO MILITARE sempre sull’attenti, aggiungendo però un po’ di contatto fisico (ma mai violento!).
PIONIERE DI UN NUOVO PROGRAMMA Da quest’anno una parte dei ragazzi in Cina hanno scelto un programma nuovo, molto ambizioso, che prevede il soggiorno in residenza scolastica durante la settimana e in famiglia nei week end (maggiori dettagli a pagina 94). Sono nella “boarding school” n° 42 di Shijiazhuang e frequento per i primi tre mesi un corso intensivo di lingua cinese, nonché di cultura (frequentiamo corsi di taiji e calligrafia), mirato a permettere di accedere più facilmente alle classi con tutti gli studenti cinesi. Seppur faticoso, è un programma soddisfacente e stimolante dal momento che permette di vedere il prima possibile dei risultati con la lingua e con l’integrazione nel paese, passando la maggior parte del tempo a scuola studiando e facendo svariate attività sportive. Per gli studenti cinesi la scuola è un punto di riferimento, di incontro e di socializzazione e per noi stranieri qui questo è il modo giusto di conoscerli, di osservarli e apprendere da loro. Nonostante sia complicato all’inizio abituarsi ai ritmi severi della scuola cinese e al senso della disciplina, col tempo è gratificante calarsi al massimo nella realtà cinese e, alle volte, molto divertente! Andrea
Mi chiesero di pronunciare un discorso di fronte a tutti i ragazzi e ai professori, nell’aula magna di East Henderson High, proprio il primo giorno del mio anno scolastico americano e proprio io che al liceo-ginnasio Arcivescovile di Trento non avevo mai preso la parola durante un’assemblea scolastica. E cosa dico?- mi chiesi allora? Volevo raccontare loro quanto era emozionante vivere in una realtà così diversa, conoscere persone nuove, con la possibilità di confrontare le idee, aprire gli orizzonti, sperimentare ritmi e abitudini diverse da quelle di sempre.
Va bene, ci provo! Dissi loro solo poche parole di saluto e ringraziamento per avermi accolto nella comunità e avermi fatta sentire così a mio agio, con l’opportunità di imparare ogni giorno qualcosa di diverso.
MARIA CONCETTA MATTEI giornalista del TG2, un anno negli USA nel 1974, quando scrisse il suo primo articolo per il giornale scolastico
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LE RUBRICHE
IL SALUTO / TURCHIA Nella cultura turca conta molto l’età delle persone e chi è più giovane deve in ogni caso comportarsi con rispetto nei confronti di chi è più anziano; ai nonni, ad esempio, ci si rivolge con il “voi” e si baciano le mani quando ci si incontra e quando ci si saluta. (Roberto, un anno in Turchia)
Sì O NO? / THAILANDIA La cosa più difficile dei genitori thailandesi è che, a volte sono fin troppo gentili e se gli chiedi qualcosa ti dicono si, anche se in realtà preferirebbero che tu non lo facessi. Bisogna imparare a vedere queste cose per non mancare di rispetto. (Gaia, un anno in Thailandia)
SENTIRSI INCLUSI / MALESIA Con questa splendida famiglia posso dire che ogni giorno è una gioia.Parlo di piccole gioie quotidiane che potrebbero sembrare sciocchezze ma per me valgono veramente molto. La gioia più grande è quando, parlando di me con qualcuno, parlano della loro figlia e non della ragazza italiana che passerà un anno con loro. Lo stesso vale per i nonni e per il resto dei parenti. (Lucrezia, un anno in Malesia)
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VIVERE IN UNA
SARA ROCCOLI / TURCHIA La thailandese, l’americano e l’italiano, la barzelletta dei 3 ragazzi ...ma in versione un po’ più internazionale!
NUOVA FAMIGLIA
CASA DOLCE CASA/ UNGHERIA Avere una famiglia ospitante composta da volontari AFS è stato bellissimo: la nostra cucina era come se fosse la sede del Centro locale! (Marco, un anno in Ungheria)
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I MOMENTI DIFFICILI CREANO LEGAMI / INDIA Il momento più importante vissuto con la mia host family è stato quando è morto il nonno. Ho voluto partecipare a tutte le cerimonie funebri e ciò mi ha permesso di diventare un membro della famiglia a tutti gli effetti (Irene, un anno in India)
Non è facile spiegare cosa significhi entrare a far parte di una nuova famiglia, dove si trovano fratelli, cugini, madri e padri che come tali si rapportano a quello che a tutti gli effetti diventa un nuovo figlio. E spesso i legami durano tutta una vita.
LIBERTÀ / MESSICO Le famiglie messicane aprono le porte di casa ai ragazzi come se fossero casa loro, ma ovviamente ci sono molte regole da rispettare. (Massimo, un anno in Messico)
UN MODO DIVERSO DI CONCEPIRE LA CASA / CINA La differenza più marcata che ho riscontrato nella vita della famiglia in cui sono stata inserita e del tipo di famiglia orientale in generale è un diverso modo di concepire e condividere la vita quotidiana. Piuttosto che passare molto tempo fuori casa o andando per negozi, apprezzano anche uno stile di vita più tranquillo tra le mura domestiche, che devo ammettere fa molto percepire il calore della vita familiare e l’importanza che riveste per le popolazioni orientali. (Ada, un’estate e poi un anno in Cina)
I MIGLIORI GIORNI DELL’ANNO / USA Qui negli USA non c’è una sola persona che non adori il Natale. Tutti aspettano questo momento dell’anno con grande ansia definendolo “the best time of the year”. D’altronde cosa c’è di più bello che rendere felici i propri cari con dei bei regali, riceverne altrettanti, mangiare cioccolatini e caramelle e trascorrere del tempo con la propria famiglia? (Vittoria, un anno negli Stati Uniti)
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LE RUBRICHE
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RUBRICA
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1.On the road malesiano 2. I dislivelli di Rio de Janeiro si affrontano con cabinovie speciali 3. In Svezia gli sci sono da considerare un mezzo di trasporto. 4. La famiglia ospitante di Giovanni sul tipico “risciò” cinese 5.Uno scuolabus statunitense 6. Il più classico dei mezzi di trasporto nel Centronord Europa. 7 Il più affascinante dei mezzi dell’India: l’elefante.
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mezzi di trasporto
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LE RUBRICHE
lifestyle & MODA
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CAMBIARE LOOK TRA OCCASIONI DI FESTA E TRADIZIONI LOCALI
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Paese che vai, costumi che trovi. Per tradizioni, folklore, moda. E in questo caso i ragazzi di Intercutura si calano pi첫 che mai nei panni della cultura che li ospita.
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uno stile inconfondibile
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11 10 1. Messico, Federica indossa abiti tradizionali durante la settimana di festa del santo patrono della sua città ospitante 2. Roberto in Turchia durante la recita scolastica 3. Alberta si prepara per il famosissimo Prom, il ballo di fine anno delle scuole statunitensi 4. Lo zoccolo olandese, un “marchio” conosciuto in tutto il mondo 5. Ilaria con la sorella ospitante ungherese durante il Festival dell’uva 6. Tutti pronti per il ballo di fine anno? Sembra proprio di sì in questo scatto inviato da Angelica, negli USA 7. A proprio agio… un look in costume tipico cinese per Angela 8. Una borsa artigianale thailandese 9. Il Fez, un copricapo di origine marocchina molto amato in Turchia 10.Un tradizionale abito da ballo polacco 11. Monile brasiliano ottenuto dal Capim Dourado, una particolare pianta del nord del Brasile da cui si ricavano orecchini, braccialetti e borse 12. In India con Flavia, prima dello show “Vibrant”, in occasione del Festival “Navatri”
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LE RUBRICHE
IN CLASSE / GERMANIA Non mi sorprende più vedere delle persone pressoché estranee tra di loro nella stessa classe, non mi sorprende più avere compagni che tra pochi mesi compiranno vent’anni, non mi sorprende il non avere interrogazioni, ma l’essere valutati solo in base alla partecipazione in classe, o il silenzio mentre si svolgono degli esercizi, che mai vengono accompagnati da lamentele alla loro assegnazione, perlomeno non apertamente. (Irene, un anno in Germania)
SULLA PELLE / SUDAFRICA Darei qualsiasi cosa per poter riabbracciare mio fratello, mia mamma e tutti i miei compagni di classe. Mi si è scurita la pelle, mi sento nera pure io. (Sara due mesi in Sudafrica)
CAPIRE E CAMBIARE / GIAPPONE Gli ultimi giorni sono quelli particolarmente impressi nella mia mente: quando sono riuscita a capire una parte dei discorsi delle mie sorelle, quando ormai potevo leggere l’hiragana e il katakana, quando mi sono resa conto del cambiamento avvenuto in me.(Patrizia, un’estate in Giappone)
A SCUOLA… DALLA PRATICA ALLA TEORIA / BRASILE Le materie sono pressoché le stesse italiane se non musica e “attualità”, ma è il modo di affrontare le materie a essere molto differente: infatti io facevo due livelli (moduli) di matematica, fisica, chimica e biologia che erano divisi per facilitare la comprensione e avevano professori diversi. (Laura, un anno in Brasile)
Nuove materie. Nuovi alfabeti. Nuove amicizie. È sui banchi di scuola e partecipando alle attività extra-scolastiche che i ragazzi iniziano il loro viaggio nella vita di tutti i giorni 36 | PAESE CHE VAI CULTURA CHE TROVI
ALTRI METODI/ RUSSIA La scuola russa per me è stata fondamentale perché mi ha insegnato a studiare meglio; quando sono rientrata in Italia per me è stato inconcepibile pensare a tutti gli anni precedenti in cui avevo perso interi pomeriggi sui libri. (Sofia, un anno in Russia)
ATTIVITÀ EXTRA / UNGHERIA Le scuole ungheresi organizzano molte altre cose come il ballo studentesco, la cerimonia di diploma e esibizioni per le diverse feste nazionali e nell’organizzazione di questi eventi ogni singolo studente viene coinvolto. (Laura, un anno in Ungheria)
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IN DIVISA / PARAGUAY Come nella maggior parte delle scuole sudamericane la divisa è obbligatoria. Ricordo che il primo giorno che l’ho indossata mi sentivo felicissima, perché era proprio un’altra cultura e quella divisa avrebbe rappresentato il mio anno di scuola (Anninka, un anno in Paraguay)
& nel
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VENEZUELA
tempo libero Via via che passano i mesi, l’esperienza all’estero diventa sempre più coinvolgente. Non si impara solo una nuova lingua; si impara a saper vivere e ad amare un posto diverso da casa propria; si fanno nuovi amici da tutto il mondo, conoscendo culture diverse. E soprattutto si cresce come individui e si impara a conoscere se stessi in un modo diverso e più profondo.
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1 Luca fa surf in Repubblica Dominicana 2 A cavallo per i sentieri delle campagne honduregne 3 L’altalena per sei persone, un passatempo tipico in Estonia 4 Una partita di calcio estrema, in Russia 5 Gita in canoa con la famiglia in Ecuador 6 Nei mari australiani 7 In viaggio verso l’isola di Bornholm, Danimarca
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LE RUBRICHE
In Costarica, macinando l'impasto di farina di mais con il quale si prepara il tamal, piatto tipico di natale
“Insegnare alla propria famiglia ospitante a cucinare un vero piatto di spaghetti”
QUANTI SAPORI HA IL MONDO? Non sempre una famiglia dall’altra parte del mondo esprime i propri sentimenti, così come noi ci aspetteremmo. Ecco cosa succede in Cina, nelle parole di Sofia che ha lasciato la sua Cosenza per andare per un anno nella Terra del Dragone: “A volte la distanza della cultura cinese ti fa dubitare che tu sia parte della loro famiglia. Ma poi, quando tua 奶奶 (nonna) aspetta che tu ritorni da scuola solo per riscaldarti la cena e fartela trovare in tavola, ti rendi conto che ci sono altri modi per manifestare l’affetto, che non sono solo quelli fisici che fanno parte della nostra cultura”.
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MENU DEL GIORNO TRA TERRE E MARI DEL PIANETA
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Dal piccolo asino “Burrito” al diavolo “Chamuco” i nomi dei piattiche rimandano spesso alle tradizioni popolari
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CIBI & CUCINA
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1 Gustoso, croccante e allettante, il “Camucho” è un vero pericolo per la dieta. È una tipica presenza nei panifici di Veracruz, in Messico. 2 Il “Burrito” o “taco de harina” (tradizionalmente messicano) consiste in una tortilla di farina riempita con carne di bovino, pollo o maiale. Negli Stati Uniti il ripieno include anche altri ingredienti come il riso, fagioli, lattuga, pomodori, salsa, guacamole, formaggio 3 Pollo speziato con patate, inondato di curry, must della penisola indiana. 4 Dal Giappone, il sushi “Temaki”: una polpetta a forma di cono, va mangiato a morsi tenendolo con le dita, perché sarebbe troppo difficile da sollevare con i bastoncini. 5 Ecco come si presenta un piatto di sushi con le relative salse 6 Semplice e veloce, perfetta per una fame lampo, l’”Arepa” è un piccolo panino dalla forma circolare considerato il piatto nazionale del Venezuela, preparato con farina di mais bianco e farcito a piacere di solito con prosciutto o formaggio. 7 In Malesia va per la maggiore il Satay, spiedino di pollo, manzo o altre carni cotto sulla griglia. 8 Una portata a base di patate, carne affumicata e formaggio: siamo in Lettonia 9 Il “Casado” costaricense soddisfa anche il più affamato degli avventori: riso e fagioli, platano maturo, insalata e carne 10 La colazione in Svezia inizia con queste speciali fette biscottate 11 Bacchette cinesi, dovrete imparare ad usarle! 12 Sciroppo di zucchero, pistacchi, noci, nocciole, amalgmate in pasta sfoglia. La “Baklava” si mangia in Turchia ed è una bomba calorica, oltre che un piacere per il palato. 13-14 Non male consumare una pappa di cereali russa in questo recipiente di legno decorato a mano, anch’esso tipico delle stesse lande 15 Chi non conosce la celebre torta di mele bavarese? In Germania viene offerta in una moltitudine di varietà. 16 “Marble Cake”, ovvero quando vaniglia e cacao si incontrano in un pane soffice e dolce. Accade in Austria. 17 Ada si disimpegna con disinvoltura tra i cibi della tavola cinese, in compagnia della sorella. Buon appetito!
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COMPETENZE
ALLA SCOPERTA DELLE DIVERSITÀ CULTURALI Nel processo di apertura al mondo e quindi di confronto tra le culture accade che comportamenti e modi di fare ritenuti “normali” e acquisiti, improvvisamente non sembrino funzionare più in un contesto diverso da quello in cui si vive.
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utti mangiano, tutti dormono, tutti si lavano. Se però la famiglia che ospita uno studente che si trova impegnato in un progetto di mobilità all’estero o, al contrario, il ragazzo straniero accolto nella nostra casa, lo fa in maniera diversa da noi, ci dà fastidio. Nelle esperienze di mobilità internazionale, i maggiori imbarazzi provengono proprio da quest’area. E la non risoluzione dei possibili fraintendimenti va a influire sul senso di sicurezza personale e quotidiana dell’individuo. Questo provoca, specialmente nei soggiorni di lunga durata, momenti di crisi in cui le proprie conoscenze devono essere verificate, disaggregate e ristrutturate: un’attività di mobilità infatti prevede sempre più attori che interagiscono, quindi non uno che si adatta ad un altro, ma entrambi che si confrontano, si riconoscono, si allontanano, si verificano. Il valore di questa esperienza sta nel continuo esercizio di confronto nella quotidianità che porta ad aumentare la comprensione di altri popoli e culture, per capire la natura e il valore della diversità culturale, ridurre sentimenti quali l’etnocentrismo, gli stereotipi e i
pregiudizi, imparare a risolvere situazioni problematiche o anche conflittuali, aumentare la consapevolezza del proprio bagaglio culturale.
“Lo sforzo più grande è quello di osservare sotto la linea di superficie, dove si sviluppa la parte maggiore dell’iceberg”
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da intercultura al VOLO NELLO spazio
La svolta con Intercultura Come tutti i bambini sognavo di fare l’astronauta. La svolta della mia vita è stata quando, grazie al progetto Intercultura, sono andato negli States dove ho passato un anno con una famiglia californiana. Il mio papà californiano era un militare dell’aeronautica, un navigatore di F18. Spesso mi portava con lui dove lavorava. E così ho coltivato questa passione. Tramplino di lancio Una svolta quindi, ma anche un trampolino di lancio per Luca Parmitano, quello rappresentato dall’esperienza interculturale.
Gli studenti che affrontano un’espeMi sento un privilegiato. Si realizza un sogno. rienza di studio all’estero individuale Privilegiato per il fatto che pur vivendo all’estero di medio-lunga durata troveranno sul sono un italiano e il risultato di un sistema italialoro percorso diversi momenti in cui no. Dalla borsa di studio con Intercultura sono passato all’eccellenza dell’Aeronautica Militare, confrontarsi con questi temi, e per loro poi all’Agenzia spaziale italiana ed europea. sarà basilare riuscire ad intendere il Non solo la carriera soggiorno non solo come “una vacanIl progetto Intercultura è stata la svolta della mia za” ma come un’opportunità di crescita vita, in tutti i sensi. Anche dal punto di vista sene di riflessione (in questo processo, un timentale: in quel periodo ho conosciuto quella che poi è diventata mia moglie. ruolo fondamentale sarà svolto da coloro che sono preposti a LUCA PARMITANO guidare i ragazzi nel corso insieme ai ragazzi di Intercultura. Nel maggio 2009 è stato seledella loro esperienza – nel zionato come astronauta ESA caso di Intercultura i voe Il 28 maggio 2013 è partito in direzione della Stazione Spaziale lontari che seguono la loro Internazionale. È il suo primo formazione interculturale). viaggio nello spazio e vi rimarrà fino a novembre 2013.
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COME affrontare la globalizzazione: LA SCRITTRICE SI RIVOLGE COSì AGLI STUDENTI Dacia Maraini ha incontrato a Roma alcuni studenti appena rientrati da tutto il mondo e ha condiviso con loro l’esperienza vissuta a contatto con culture molto diverse dalla nostra Resistere alla globalizzazione mi sembra un atteggiamento stupido, così come è stupido tutto ciò che si oppone alla realtà. L’unica cosa da fare è capirla e gestirla con intelligenza. La globalizzazione, certo, comporta dei pericoli, come l’appiattimento sul mercato. Ma di fronte al pericolo dell’appiattimento, che facciamo, ci tiriamo indietro e facciamo gli snob di fronte alle esigenze della globalizzazione, come di
DACIA MARAINI con i ragazzi di Intercultura
fronte alla tecnologia? Di per sé la tecnologia non è né male né bene, bisogna saperla usare. E lo stesso si può dire per la globalizzazione. Di fronte alla globalizzazione, non ha senso scavare delle trincee. L’unica cosa possibile è imparare ad affrontarla, cercando di tirar fuori il meglio. Questa iniziativa è importante proprio perché incoraggia a stabilire rapporti di curiosità, di scambio, con altri Paesi.
A SCUOLA DI VITA I programmi di Intercultura sono realizzati con l’intento di offrire a giovani, famiglie e scuole di tutto il mondo un’esperienza di apprendimento interculturale basata su chiari obiettivi pedagogici e sostenuta da quasi 60 anni di attività. Attraverso il confronto stimolato e guidato dai volontari di Intercultura, nei partecipanti all’esperienza di scambio interculturale nasce una consapevolezza nuova della propria e delle altrui culture e un desiderio di contribuire pacificamente al dialogo tra le varie nazioni del mondo. Il processo educativo interculturale che si realizza offre a tutti coloro che ne sono coin-
TUTTI SONO CRESCIUTI. E ALCUNI SONO DIVENTATI “GRANDI”
UNIONE SOCIALISTA
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volti una chiave di lettura e un metodo di comprensione del mondo moderno che supera i pregiudizi e rispetta le differenze naturali e culturali che caratterizzano tutti i popoli della terra. In questo contesto la lingua straniera è uno strumento, non uno scopo. Uno strumento che viene appreso alla perfezione e che consente di conoscere e farsi conoscere, di apprezzare e di scambiare gli stili di vita e i modelli culturali. Nel periodo che trascorrono all’estero gli studenti, accolti gratuitamente da una famiglia locale, impareranno quindi una nuova lingua (l’inglese già appreso in Italia, ma anche il cinese, lo spagnolo, l’arabo, le lingue scandinave), e svilupperanno quelle competenze che li aiuteranno ad avere una marcia in più nel mondo professionale e nelle relazioni interpersonali. Secondo le ricerche di Intercultura e del network AFS Intercultural programs di cui l’Associazione è partner (ad esempio quella condotta dal Prof. Mitchell R. Hammer, docente all’American University di Washington, su 1.500 studenti) il risultato più impor-
tante di queste esperienze è quello di sentirsi a proprio agio in ambienti internazionali. Questo grazie allo sviluppo di una forte confidenza con la lingua straniera (il 12% raggiunge un bilinguismo perfetto e il 35% parla fluentemente una seconda lingua), all’aumento dell’interazione con altre culture (da un 9% prima di partire al 13% una volta rientrati), e della quota di amicizie con persone di altri Paesi (dall’11% a 23%). Infine, tra le competenze che vengono a svilupparsi, vi sono una maggiore capacità di adattabilità, di presa di coscienza delle opportunità, un maggior pensiero critico, un’accresciuta indipendenza, una forte capacità di gestire l’ansia in situazioni di novità, la consapevolezza e l’apprezzamento del proprio Paese di origine e della propria cultura.
“L’esperienza offerta da Intercultura è basata su chiari obiettivi pedagogici e sostenuta da quasi 60 anni di attività”
L’Europa vista dagli americani, una delle mappe del pregiudizio di Yanko Tsvetkov
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“Vuoi saperne INTERCULTURA IN RETE
“Conoscere e capire con gli occhi di chi è già partito”
di piu?
Sulle montagne sopra casa (Ulsteinvik), Michela in Norvegia
LE STORIE CONTINUANO SU INTERCULTURA.IT GALLERY
STORIE
01
CLIMA
MUSICA
Francesca e la sua India dai mille colori e profumi, Stefano e la sua indimenticabile esperienza in Serbia, geograficamente così vicina e culturalmente così diversa, Jacopo e la sua intensa esperienza in Cina. Quelle che avete letto nelle pagine precedenti sono solo 3 delle centinaia di altre storie che quasi ogni giorno scrivono gli studenti che stanno trascorrendo il loro anno all’estero nei cinque continenti. La scuola in Brasile, il doppio natale – cristiano e ortodosso – in Russia, il Prom negli USA, una cena molto speciale organizzata dalla famiglia ospitante malese, il compleanno in Australia…. i racconti continuano sul sito di Intercultura, nella pagina “Foto, video e racconti”. La casella postale di Intercultura è sempre aperta!
www.intercultura.it/foto-video-e-racconti
03
CINEMA
in 60 paesi
SUL CANALE YOU TUBE
https://www.youtube.com/ user/interculturaafsita
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NEWS
02
IN 14 SPECIALI MINISITI Mi sento fortunato! Turchia, Cina, Messico, Repubblica Ceca… Non importa dove andrò, l’importante è partire e conoscere una nuova cultura. È il leitmotiv che unisce i racconti di Anna, Leonardo, Chiara, Alessandro, Annika, Carlo, Letizia, Davide, Lucrezia, Edoardo, per citare solo alcuni tra le decine di studenti che hanno creato, con le loro testimonianze e le loro foto, 14 speciali minisiti dove approfondire la conoscenza su altrettanti Paesi: com’è la scuola, come mi troverò in famiglia, riuscirò a farmi degli amici, quali sono le attività realizzate dai volontari? Ogni minisito è una mappa del tesoro che svela, pian piano, come orientarsi e cosa aspettarsi da ogni programma, tra testimonianze, quiz, link a programmi televisivi e recensioni di libri, film e dischi, articoli di giornale e corsi di lingua on line.
Tocca ora a voi la scelta! paesi.intercultura.it (senza digitare “www” e inserendo i tuoi username e password per accedere)
MINISITI
GALLERY
BACHECA
MEDIAMENTE
IO CI SONO STATO
Scatti dalla vita quotidiana
Le ultime news sul Paese cliccato
Link esterni a giornali, radio, TV, siti, film, musica e altro
I racconti di chi ha già vissuto l’esperienza
paesi. intercultura.it 1. MESSICO “Inglese, Storia Messicana, Etica e Valori, Disegno, Chimica, Matematica, Ortografia, Spagnolo, Psicologia, Sport, Informatica”:
7. REPUBBLICA CECA “Una cosa molto bella che fanno ogni anno, è la danza. A scuola gli studenti dell’ultimo anno, hanno il ballo di fine anno”, la Praga orgogliosa del suo passato asburgico nel racconto di Anna, appena rientrata da dieci mesi nella patria di Kafka
8. UNGHERIA “Per molti l’Ungheria non esattamente il Paese più “fico”, quello che fa dire wow alle persone: io ci sono stata e vi dico che invece ha molto da dare e sa davvero sorprendere” Laura non dimenticherà mai il suo anno a Miskolc
9. SERBIA “I serbi sono gente curiosa e non cattiva come si pensa. A loro piace viaggiare e conoscere culture e persone nuove”: un nuovo mondo alle porte di casa nelle parole di Maria
10. TURCHIA “La lingua turca non è poi così difficile”, Leonardo, un anno a Istanbul, in bilico tra Asia ed Europa
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11. RUSSIA “Quella volta che mi ha intervistato il telegiornale russo”. Nulla è stato impossibile per Giacomo
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2. REPUBBLICA DOMINICANA
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“La scuola dominicana dà molta importanza allo scrivere e al lavoro di gruppo” Ludovica sfata un falso luogo comune sull’insegnamento in America latina
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12. CINA “Un diverso concetto di igiene”: non è meglio, non è peggio, pè solo diverso: è la Cina, così come l’ha vissuta Marcello, a Tianjin
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UNA GEOGRAFIA DI ESPERIENZE
3. COSTARICA “La terra della pura vida e della ora tica” nessun Paese è come il Costarica, Alice spiega perché
14. MALESIA “Il mio 129° giorno vissuto nella terra dei tre popoli”, Veronica alla scoperta della cultura malese nel suo anno passato a Kuantang
6. PARAGUAY “La mia migliore amica è paraguayana” l’anno di Antonella, vissuto intensamente a Lambarè
4. VENEZUELA “Quando la mia famiglia mia ha presentato per la prima volta come il suo figlio italiano”: l’esperienza di Davide, un anno trascorso a Caracas
13. THAILANDIA “Divisa, preghiere e alzabandiera: ecco la scuola thailandese!” Alice e la sua scuola a Bangkok, e non solo…
5. BRASILE “Sono diventata una Bixio” Laura descrive come si è integrata a scuola, a casa, con gli amici nel corso dei lunghi mesi vissuti a Sao Paulo
www.intercultura.it/foto-video-e-racconti
TUTTE LE DESTINAZIONI
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