Tesi

Page 1

Università degli Studi di Genova Scuola Politecnica Dipartimento di Scienze per l’Architettura Tesi di Laurea Magistrale in Design del Prodotto e dell’Evento. “Nokta” La teiera turca da un punto di vista italiano.

Relatore: Prof. Niccolò Casiddu Correlatore: Prof.a Meltem Eti Proto Candidato: Enrica Capizzi



Indice Una storia lunga anni

5

Un parere autorevole

13

Un parere un pò meno autorevole

23

Gestualità di un rito

27

Çay in cifre

31

Stato dell’arte

39

Çay Design

41

Concept

43

Percorso progettuale: Schizzi preliminari Prototipi di dimensionamento Dimensionamento definitivo Componenti e funzionamento Componenti e materiali L’oggetto e noi

45 46 47 48 52 54

Il logo

57

Renders

59

Versione a resistenza elettrica

63

Bibliografia

67

Sitografia

69

Ringraziamenti

71



Una storia lunga anni

Al giorno d’oggi più di trenta nazioni nel mondo coltivano la Camellia Sinensis, la più importante tra le 82 specie di Camellia conosciute sia commercialmente che tassonomicamente. Tra queste nazioni la Turchia è l’unica produttrice sul continente europeo e si colloca al quinto posto per quanto riguarda il consumo del Tè. Le origini della tradizione e del consumo di questa bevanda vanno ricercate in Cina e nei territori del Burma e del Siam (oggi Tailandia).

La Strada del Nord, la Strada Centrale e la Via Marittima che portarono la Camellia Sinensis all’Occidente. Le tre principali

direttive del commercio erano intercollegate tra loro da svariate vie secondarie, delle quali sono state riportate solo le principali.

Là pare che già duemila anni fa la Camellia fosse diffusamente coltivata in virtù delle proprietà curative e aromatiche delle sue foglie. Il viaggio storico-culturale-geografico di questa bevanda iniziò nel V secolo lungo le linee della Via della Seta: la Strada del Nord che partendo dalla Cina attraversando l’Asia Centrale e le regioni caucasiche arrivava a Roma, la Strada Centrale che invece prendeva la via delle Indie ed infine la Via Marittima.

5


Camellia SInensis

In base alla strada intrapresa la bevanda era chiamata con nomi derivanti da due diverse etimologie. E’ per questo motivo che nelle nazioni occidentali prende il nome di Tè, The, Thea, termine originario del Fujian (sud-est della Cina) e giunto fino a noi per la Via Marittima. L’etimologia della nomenclatura turca, Çay, arriva invece dal Cantonese, portata tramite la Via Centrale e quella del Nord dai mercanti arabi e dalle carovane persiane. Al tempo dei primi commerci la Camellia non era ancora conosciuta e apprezzata nell’Occidente ma già dal VI Secolo aveva raggiunto una tale popolarità da non essere più apprezzata solamente per le sue proprietà medicinali. Breve biografia di una pianta La Camellia Sinensis appartiene al genere Camellia, un genere di piante della famiglia delle Theaceae. I diversi tipi di Tè traggono origine dalla lavorazione delle foglie, dei germogli e di altre parti di questa pianta. In base al tipo di trattamento cui vengono sottoposte le foglie della Camellia Sinensis si possono ottenere prodotti diversi per forma, colore, aroma e sapore. Trattando le foglie con il calore subito dopo la raccolta si ottiene il Tè Verde, essiccandole all’aria si ottiene il Tè bianco, lasciando ossidare completamente le foglie si 6

ottiene il Tè Nero, lasciandole parzialmente ossidare e poi trattandole con il calore si ottiene il Tè Oolong. La Camellia Sinensis è coltivata soprattutto in zone tropicali e subtropicali, tuttavia, è necessario ricordare che questa pianta è coltivata in tutti i continenti, anche in regioni molto a a Nord: è il caso della Cornovaglia e dello Stato di Washington, negli Stati Uniti. In Italia la coltivazione della pianta del Tè iniziò verso la fine del 1800 presso l’Orto Botanico di Pavia grazie a Giovanni Briosi, professore di botanica e direttore dell’orto dal 1883 al 1919.

L’ascesa del Tè in Turchia viaggia di pari passo, almeno ai suoi inizi, con la sua comparsa e diffusione in Russia.A comprova di ciò i metodi di preparazione della bevanda, in Russia con il Samovar e in Turchia con il Çaydanlik, sono molto simili. Nel 1638, un aristocratico russo di nome Starnikov, tornò da un’ambasceria presso il Khan mongolo con delle preziose foglie avvolte in una pelle d’animale. La bevanda ricavata dall’infusione di queste foglie piacque tanto allo Zar da portare all’organizzazione di un’importazione stabile dalla Cina e ,dal XIX Secolo, a coltivare la pianta direttamente nei territori della Georgia, a Batum. La coltivazione della pianta del Tè, insieme con quella delle orchidee, portò ottime opportunità di lavoro agli agricoltori turchi, in particolare negli anni successivi alla I Guerra Mondiale.


Samovar VS Çaydanlık

Sfortunatamente questa sinergia fu interrotta nel 1920 in conseguenza dell’annessione della Georgia all’Unione Sovietica: la Cortina di Ferro ricacciò i contadini turchi nelle regioni a Est del Mar Nero, dalle quali la maggior parte di loro era originaria, causando ovviamente gravi problemi di disoccupazione. Tutto ciò, unito ai problemi di importazione che interessarono tra i vari prodotti anche il tanto famoso caffè turco, contribuì a portare alla ribalta la Camellia Sinensis. In realtà il Governo turco si era già occupato in anni precedenti di far condurre uno studio per individuare il territorio nazionale più adatto a questo tipo di coltivazione ma a causa dei problemi legati alla ricostruzione post bellica, il progetto era stato messo da parte. Conseguentemente a quel periodo di crisi la coltivazione del Tè fu vista come una soluzione al problema della disoccupazione dei coltivatori. Le ricerche geo-agronomiche che Ali Riza Erzen aveva intrapreso agli inizi del 1900 furono rispolverate e seguendo i suoi meticolosi studi fu varato un decreto per incoraggiare la coltivazione della pianta del Tè, unitamente all’Arancio, al Limone e al Nocciolo, nei territori circostanti alla città di Rize. Nel 1924 furono distribuiti a titolo gratuito circa 50.000 semi di Camellia. Nonostante tutti gli aiuti e i sovvenzionamenti, il progetto non prese il via come si era sperato.

Il Samovar è un contenitore metallico tradizionalmente usato in Russia per scaldare l’acqua. Con l’introduzione dell’abitudine di consumare il Tè, molti samovar vennero equipaggiati, nella parte alta, di un alloggiamento atto a sostenere e scaldare una teiera di Tè concentrato. Un samovar tradizionale può avere un aspetto molto diverso a seconda dei tipi: a urna o a cratere, cilindrico, sferico, liscio, dorato o finemente cesellato, ma essenzialmente si tratta di un contenitore metallico munito di rubinetto sulla parte inferiore con all’interno un tubo, sempre

metallico, che lo attraversa verticalmente. Il tubo è riempito con del combustibile solido che bruciando scalda l’acqua circostante. Una volta acceso, la teiera posizionata in alto è scaldata dai gas caldi in uscita. Nella teiera si prepara lo zavarka, un Tè estremamente concentrato che viene servito diluito con il kipjatok (acqua bollente) in rapporto di circa uno a dieci o comunque a seconda dei gusti. Da quanto detto in precedenza risulta evidente che la Çaydanlık turca sia la diretta evoluzione del Samovar, adattato all’unica funzione del preparare il Çay.

La pianta era molto influenzata dal tempo, dall’altitudine, dai metodi di raccolta e potatura,

7


Batum: raccolta e lavorazione della Camellia Sinensis.

nonché dai pesticidi utilizzati per ottenere un raccolto più abbondante ed economico.Va aggiunto, inoltre, che non vi erano sul territorio strutture per la lavorazione delle foglie raccolte, le quali, in assenza del giusto processo di essiccazione si decompongono in un breve lasso di tempo, causando ovviamente un drastico calo della qualità del prodotto.Per l’insieme di tutte queste problematiche, al quale va aggiunta la difficoltà di vendere il prodotto finito a causa dell’assenza di un’adeguata rete di commercializzazione nonché dell’insufficiente richiesta da parte del mercato, gli agricoltori videro nel Tè un investimento a perdere e preferirono concentrare le loro energie e i loro terreni su coltivazioni di più sicura resa come i già citati limoni, arance e nocciole. Nonostante quest’apparente fallimento il Governo reiterò i suoi sforzi chiamando, nel 1933, uno

8

specialista di origine svizzera, il Dottor Tangwell, esperto di Tè nelle coltivazioni di Java. Questi non poté che riproporre le indicazioni già fornite a suo tempo da Ali Riza Erzen. Sei anni dopo fu il turno di una commissione scientifica, capitanata dal membro del parlamento Professor Dottor Muhlis Ekmen, di farsi carico del problema. Il team raccomandò di organizzare una rete di lavorazione delle foglie e di garantire l’acquisto del prodotto finito ai produttori. Alla fine del 1939, a seguito di queste migliorie nel sistema, il Tè era coltivato su oltre 155 ettari di terreno da 1324 agricoltori. Il Governo continuò a fornire il suo supporto agevolando il credito agricolo e nel 1940 una striscia di terreno che si estendeva per 15 km da Fatsa a


Rize: raccolta delle fogli di Tè e Çay bahceleri

Sarp fu dichiarata zona destinata alla coltivazione della Camellia Sinensis. La gestione della raccolta e l’acquisto delle foglie fresche, la costruzione d’impianti di lavorazione, l’imballo e la vendita del prodotto furono assegnati all’Organizzazione Statale per la Gestione dell’Agricoltura (Devlet Ziraat Işletme Kurumu – DZIK). In questo modo lo Stato agiva in sostanza come un singolo acquirente, assicurando così lo smercio del raccolto ai coltivatori. Durante la II Guerra Mondiale tutto questo lavoro ebbe il dovuto riconoscimento, in seguito all’improvviso crollo dell’importazione del Tè dall’estero. Per quanto finalmente il progetto avesse preso felicemente il via, gli sforzi per incentivare la coltivazione non si fermarono, incoraggiati anche dalla sempre maggior richiesta del prodotto.

Furono attribuite licenze specifiche ai produttori, furono costruiti nuovi canali idrici e furono varati ulteriori decreti per facilitare l’affiliazione tra le imprese agricole. Nel 1960 la Turchia era totalmente autosufficiente nella produzione del Tè arrivando negli anni appena successivi ad avere un surplus di prodotto sufficiente da motivarne un’ampia esportazione. Fu in quegli anni che il Tè turco fece la sua comparsa nella letteratura internazionale. Non pago dei successi ottenuti, il Governo decise di rivolgersi, una volta ancora, a esperti stranieri i quali introdussero nuove tecniche di potatura e raccolta portando a un ulteriore miglioramento qualitativo delle foglie.

9


Nel 1971 fu istituito il ÇAYKUR, un organo deputato a rendere la coltivazione del Tè più efficace da un punto di vista sociale ed economico. Nel 1984 il Monopolio di Governo sulla produzione, lavorazione e commercializzazione del Tè fu ritirato. L’industria del Tè in quel momento aveva raggiunto una capacità di 6.000 tonnellate di foglie al giorno, lavorate nelle 45 aziende statali e provenienti da 40.400 ettari di campi. Il Tè era ormai parte vitale dell’economia della zona Est del Mar Nero Solo l’incidente di Chernobyl impose un freno alle esportazioni del prodotto che nel 1989 raggiungevano le 25.083 tonnellate annue. Alla fine degli anni ’90 furono introdotte nuove normative per regolare gli standard per la vendita e l’esportazione. I produttori furono obbligati a registrare il loro marchio al Ministero dell’Agricoltura, a dichiarare il contenuto sui pacchetti e a ottenere un certificato di marchio commerciale. All’inizio della coltivazione del Tè in Turchia, l’obiettivo primario era stato solo quello di creare opportunità di lavoro e soddisfare la richiesta interna. Oggigiorno la Turchia detiene un posto rilevante tra i più grandi produttori mondiali di Tè.

10


11


12


Un parere autorevole

Katharine Branning è vice presidente dell’Istituto d’Alleanza Francese di New York, dove ricopre anche il ruolo di responsabile della biblioteca dell’istituzione. Diplomata in Arti Islamiche all’ Ecole du Louvre di Parigi, è stata insignita dell’Ordine Nazionale al Merito nel 2006 dal Presidente Francese per il suo lavoro di promozione della lingua e della cultura francesi negli Stati Uniti. La sua avventura turca ebbe inizio durante gli anni dei suoi studi a Parigi. Durante una della lezioni il professore mostrò alla classe la diapositiva di un edificio, a lei sconosciuto, costruito con pietre d’orate e riccamente decorato. L’immagine del Gök Medrese a Sivas la colpi tanto da spingerla a volerlo vedere di persona per accertarsi che tale meraviglia fosse reale. A partire dalla fine degli anni ’70 la Branning ha visitato la Turchia ogni anno per più di 30 anni, raccogliendo le sue esperienze in dettagliati resoconti di viaggio.

Turchia in una maniera notevolmente acritica e oggettiva che resta, pur sempre, un punto di vista occidentalizzato: non troppo addentro alla cultura locale ma nello stesso tempo arricchita da anni di esperienza e studi della stessa. Per questi motivi il suo libro riesce a parlare agli occidentali di questa cultura e popolazione stupenda in modo davvero efficace, raccontando gli aspetti più lontani dalla nostra quotidianità in un linguaggio a noi pienamente comprensibile e sottolineando quei

Incoraggiata dal suo amico poeta e storico, Muhsin Iluas Subaşı, decise di raccogliere le sue esperienze in un libro, edito nel 2012, dal titolo “Yes I would love another glass of Tea”. Questo testo è organizzato come una raccolta di lettere indirizzate a Lady Mary Montagu, altra grande scrittrice che nel 1700, durante una permanenza in Turchia di 13 mesi conseguentemente al lavoro del marito, scrisse 25 lettere ai suoi familiari e amici raccontando, in modo descrittivo e acritico, gli usi e i costumi nelle terre dei Sultani. Come Lady Mary, Katharine Branning racconta la

13 La scrittrice americana Katharine Branning.


dettagli che passerebbero inosservati sotto gli occhi di un narratore turco, troppo “abituato” alla propria cultura per considerare rilevanti certi particolari. Nel suo libro è di particolare interesse il brano dedicato al Çay, il Tè turco, e al suo legame con la cultura e la vita delle persone. Avendo vissuto in Turchia per dieci mesi, ogni volta che leggo questi passaggi mi trovo emozionata nel rivivere i momenti e le sensazioni che ci racconta la Branning:

“Turkish tea drinking is a bit different from the customs we know from England at 4.30 (PM) or the elaborate ritual of the tea ceremony in Japan. It is less complicated and very straightforward. Like the Turks them selves. With your glass poured you plunk in one or two sugars, according to your taste, take your spoon, stir it, make a lot of noise with that spoon. (A lot of noise). Hold it by the edge because it’s very very hot. Sip very slowly, because it’s hot and also because you’ll have to drink several of these glasses. Just like potatoes chip you just can’t have one, for etiquette requires that at least three be served to you. So that means you are going to drink a lot of tea in Turkey at all hours of the day.

14

“Il rituale del Tè turco è diverso da quello inglese delle 16:30 o dall’elaborata cerimonia del Tè in Giappone. E’ meno complicato e davvero lineare. Come i Turchi stessi. Mettete nel vostro bicchiere uno o due cubetti di zucchero, asseconda dei gusti, prendete il cucchiaino, mescolate facendo un sacco di rumore (un sacco).Tenete il bicchiere dal bordo perché è davvero molto caldo. Sorseggiatelo molto lentamente, perché è caldo e perché dovrete bere parecchi di questi bicchieri. Come le patatine fritte non potete prenderne solamente uno visto che l’etichetta richiede che ve ne siano serviti almeno tre. Questo significa che berrete un sacco di Tè in Turchia, a qualsiasi ora del giorno.


15


16

So, as I said, in my eyes this little glass it is the symbol of all of Turkey.

Dunque, come ho detto, ai miei occhi questo piccolo bicchiere è il simbolo di tutta la Turchia.

Turkish tea is ruby red. Not black or green, but red. Red as the spirited patriotic blood flowing in the heart of the Turks. Red as their flag, they wave with great pride. Red as the ritual of the colourful carpets they waive. Red as the dancing tulips of the spring time meadows. The form of these tulips is reflected in the very shape of the tea glass itself.

Il Tè turco è rosso rubino. Non nero o verde ma rosso. Rosso come il sangue vigoroso e patriottico che scorre nel cuore dei Turchi. Rosso come la loro bandiera, che sventolano con grande orgoglio. Rosso come il rituale dei colorati tappeti che agitano. Rosso come i danzanti tulipani dei prati primaverili. La forma di questi tulipani si riflette nella forma del bicchiere da Tè.


Turkish tea is hot. Hot as the sun that beats down on the Anatolian plane and hot as the cheerful enthusiasm that Turkish show for their music, their food, their cities, their sports teams and above of all for their families. It is as hot as their joy of life lived in the moment.

Il Tè turco è caldo. Caldo come il sole che picchia sulla pianura anatolica e caldo come l’allegro entusiasmo che i Turchi mostrano per la loro musica, il loro cibo, le loro squadre sportive e soprattutto per le loro famiglie. E’ caldo come la loro gioia di vivere la vita.

Turkish tea is brewed, no tea bags allowed. An army of pots of these loose leaf tea from the Black Sea region stands brewing at all times and everywhere in this country, ready to serve and pour. In Turkey you don’t say: “breakfast is ready”, you say: “the tea has steeped”. This tea is brewed just like the country of Turkey: distilled with the rich heritage of culture, history, traditions, local customs with many diverse ethnic groups, as I said, infusing into a strong tea of national identity. To be a Turk is to be a fully brewed citizen of the Republic of Turkey.

Il Tè turco è infuso a lungo, non sono consentite bustine. Un esercito di teiere di questo Tè in foglie sfuse della regione del Mar Nero sta in infusione ad ogni ora e in ogni posto in questa nazione, pronto per essere versato. In Turchia non si dice “La colazione è pronta” ma “il Tè è pronto”[i.e.: “Il Tè è macerato”]. Questo Tè è come il territorio della Turchia: distillato dalla ricca eredità di cultura, storia, tradizione, costumi locali con i diversi gruppi etnici, come ho detto, impregnati di un forte sentimento di identità nazionale. Essere Turco significa essere un cittadino completamente “imbevuto” nei valori della Repubblica di Turchia.

Turkish tea is clear. No milk allowed. This tea must be drunk clear. Clear as the face of the Turks, always instantly readable and clear and pure as the hearts they strive to show to their neighbours.

Il Tè turco è limpido. Il latte non è ammesso. E’ limpido come le facce dei Turchi, sempre chiaramente intelleggibili, pure come il cuore che si sforzano di mostrare ai loro vicini.

Turkish tea is overflowing. There is no end to the flow of this tea. Drunk all day long, from morning until bedtime. Bounteous as the natural beauty of this country of mountains, planes and sea. Bounteous as the energy that pores forth from this nation of very hard working people.

Il Tè turco è abbondante. Non c’è fine allo scorrere di questo Tè. E’ bevuto per tutto il giorno, da mattina a sera. Generoso come la naturale bellezza di questo paese, delle sue montagne, pianure e mari. Generoso come l’energia che fluisce da questa nazione di grandi lavoratori.

17


18

Turkish tea is musical. This is a country full of very talented musicians, with a varied musical culture that rivals ours here in the United States. With a wide range of styles, from pop folk to arabesque to pop. Yet that “clink clink” of the spoon against the side of the tea glass is a sound like none other in the world. And when you think of all of the thousands, joining together, at the same time in every corner of the country, in homes, in shops, in offices and sidewalks stands on ferry boats and in workshops it can truly be considered the national symphony of Turkey.

Il Tè turco è musicale. Questa è una nazione ricca di talentuosi musicisti, con una variegata cultura musicale che rivaleggia con la nostra qui, negli USA. Con una grande varietà di stili, dal popfolk all’arabesque al pop. E già quel “clink clink” del cucchiaino contro il bicchiere è un suono come nessun altro al mondo. E quando pensate alle migliaia di cucchiaini che suonano in unisono in ogni angolo della nazione, nelle case, nei negozi, negli uffici, sui marciapiedi, sui traghetti e nei laboratori, ecco che può essere davvero considerato come la sinfonia nazionale della Turchia.

Turkish tea is friendly. Turkish tea is never drunk alone, but always with someone. It is immediately offered to you by a Turk who wants to get to know you. He wants to be your friend. The Turks never do anything alone and still move through life like as their ancestral shepherds, driving the herds across the planes. They view their lives as reflection of those around them, staring with the intense bond they share with their families.

Il Tè turco è amichevole. Non è mai bevuto in solitudine, ma sempre con qualcuno. E’ immediatamente offerto da un Turco che vuole conoscervi, vuole esservi amico. I turchi non fanno mai niente da soli e si muovono ancora attraverso la vita come i loro antenati pastori, guidando le mandrie attraverso le pianure. Vedono la loro vita come il riflesso di coloro che li circondano, a partire dal legame intenso che condividono con le loro famiglie.

Turkish tea is direct and simple. This is a democratic drink: accessible to all. Democratic like the basis of the government the Turks have so earnestly built for the past 87 years in the footsteps of the lessons of Ataturk. It is direct and simple in the process of making it and drinking it just like the uncomplicated way the Turks choose to live their lives. This tea is may

Il Tè turco è diretto e semplice. E’ una bevanda democratica: accessibile a tutti. Democratico come le basi del governo che i Turchi hanno cosi onestamente costruito negli ultimi 87 anni nella scia degli insegnamenti di Ataturk. E’ diretto e semplice nel processo di preparazione e servizio proprio come è libero di preoccupazioni il modo in cui i Turchi scelgono


be simple, but it is always serve with love and respect, the two overarching worlds of Turkish lifestyle. Turkish tea is slow and easy going. The process of drinking Turkish tea is slow and easy going just like their way of living their lives. There is always time in their busy days to take pause and relax over a tea. One of the first Turkish expressions you will learn is “problem değil”:

di vivere le loro vite. Questo Tè sarà anche semplice, ma è sempre servito con amore e rispetto, le due parole fondamentali dello stile di vita turco. Il Tè turco è rilassante e accomodante. Il rituale del bere il Tè è proprio come il modo in cui i Turchi vivono la loro vita. C’è sempre tempo nelle loro giornate per concedersi una pausa per il Tè. Una delle prime espressioni

19


20

no problem, no sweat. Turkish tea is the original member of the slow food movement. I got very seriously reprimanded this summer, because I drunk my tea too quickly but I was very very thirsty, which I gathered by the look on the man’s face and the tone of his voice to be the equivalent of burping aloud he was no happy I drunk it so fast.

che imparerete in Turco è “problem değil”: senza problemi, senza fretta. Il Tè turco è membro onorario del movimento dello Slow Food. Sono stata seriamente rimproverata quest’estate, perché ho bevuto il mio Tè troppo in fretta, ma ero molto, molto assetata, ed ho capito dallo sguardo dell’uomo che non era per niente contento che lo avessi bevuto cosi velocemente.

Turkish tea is peaceful. A glass of tea is offered in all circumstances. When you walk into a shop, in a office, in a home and as such is a little token of peace. It bestows a gesture of grace onto others.

Il Tè turco è pacifico. Un bicchiere di Tè è offerto in tutte le circostanze. Quando entrate in un negozio, in un ufficio, in una casa e come tale è un piccolo simbolo di pace. Concede un gesto di grazia sugli altri.

To paraphrase the great 13th century poet Rumi, it says: ”Come, let us get to know each other a bit in the time it takes for us to sip this tea together”. It says “Come, let’s take the time from the busy business of our days and slow down a bit”. It says “Come, let us share a glass of tea and perhaps we will be both warmed not only by it but by a new friendship made.” It says “Come, let us make life warm for ourselves”.

Per parafrasare il grande Rumi, poeta del XIII secolo: ”Venite, conosciamoci un poco nel tempo che impieghiamo a sorseggiare questo Tè insieme”. Dice “Venite, prendiamoci un pausa dagli affari dei nostri giorni e rallentiamo un po’” Dice “Venite, condividiamo un bicchiere di Tè e forse saremo entrambi riscaldati non solo da esso, ma da una nuova amicizia fatta.” E dice “Venite, rendiamoci la vita più piacevole”.


21


22


Un parere un pò meno autorevole

Si può dire che l’esperienza da studentessa Erasmus in Turchia mi abbia letteralmente cambiato la vita, da un punto di vista di crescita personale e culturale. I Turchi mi hanno insegnato moltissimo, e la loro cultura, così simile e allo stesso tempo distante dalla nostra, mi ha lasciata affetta dalla sindrome del “Mal di Turchia”. Il Tè turco è forse il lato che più colpisce gli occhi e l’immaginazione di uno straniero al suo arrivo in quello che fu l’Impero Ottomano. Il rituale legato a questo infuso è forse persino più affascinante di quello del celeberrimo Caffè turco,

ottimo, ma decisamente meno consumato del suo cugino a base di teina. Si potrebbe dire che il Çay ha un valore socio-culturale equivalente a quello che ha per noi Italiani la tazzina di caffè. E’ un simbolo di benvenuto e amicizia: come noi potremmo offrire un caffè a un visitatore, cosi in Turchia è offerto almeno un bicchiere di Tè. A differenza della nostra Moka, di uso generalmente casalingo, il Çay viene offerto ovunque. Più di una volta mi sono trovata a sorseggiarlo con il mio tütüncü (tabaccaio) di fiducia: un simpatico signore sulla settantina che non parlava

23


una parola di Inglese ma che mi aveva presa in simpatia e aveva deciso che mi avrebbe aiutata a imparare il Turco. Il Tè turco è anche l’equivalente della “birra con gli amici”. Immagino come riflesso della base culturale mussulmana del paese, la sera le Çay Evleri [Case del Tè] sono gremite di gruppi di giovani che sorseggiano dal loro bicchiere la bevanda scarlatta chiacchierando, fumando e giocando a Tavla[Backgammon]. Come nella migliore tradizione del Caffè italiano, anche il Tè turco deve rispettare precisi requisiti. Tra questi la temperatura: più di una volta ho visto persone rimandare indietro il bicchiere perché il contenuto non era considerato abbastanza caldo. Tutta questa tradizione fatta di colori, profumi, suoni, socialità e abitudini pongono il Tè turco al centro di quello che ai miei occhi di yabanci [straniera] si è delineato come un vero e proprio rituale al limite del misticismo. Perciò, quando ho cominciato a lavorare al progetto, ho sempre avuto in mente le forme sinuose degli alambicchi degli alchimisti ma nello stesso tempo materiali e tecnologie moderne. Tradizione e innovazione. Questo in fondo è un altro aspetto che colpisce all’arrivo a Istanbul: la convivenza strettamente integrata di tradizione, modernità, tecnologia e storia.

24


25


26


Gestualità di un rito

La preparazione del Çay segue un rituale ben preciso che viene compiuto con cura, con amore quasi potremmo dire, e con una buone dose di pazienza. I fattori che influenzano la qualità della bevanda sono fondamentalmente tre: la qualità delle foglie, il materiale di cui è fatta la teiera, l’acqua. Il Tè Nero è quello più comunemente consumato in Turchia, principalmente di produzione nazionale, anche se è facile trovare sugli scaffali dei negozi anche marche di origine estera. Sono diffuse anche altre varietà di foglie di Tè, a volte mischiate con erbe e spezie. Si possono portare ad esempio il Yeşil Çay (Tè verde), l’Elma Çay (Tè alla mela),il Kuru Nane Çay (Tè alla menta), il Tarcin Çay (Tè alla cannella), l’Ada oppure Ata Çay (Tè alla salvia). Le teiere di porcellana sono generalmente considerate quelle di migliore qualità, subito seguite da quelle in vetro, in quanto questi materiali anche scaldati danno la sicurezza di non rilasciare nessun tipo di sostanza, come invece può succedere a livello molecolare con i metalli. In aggiunta il riscaldamento della porcellana, alquanto lento, permette un maggiore tempo d’infusione delle foglie con la conseguente produzione di un Tè più saporito. Nonostante tutti i vantaggi della porcellana, la teiera più comunemente usata è quella metallica.

27


Il prezzo è decisamente popolare (25 £ turche, circa 13 € per una teiera formato famiglia) a fronte di una durata di utilizzo decisamente più lunga. Non è raro, inoltre, nelle belle giornate di sole, vedere, nei giardini pubblici che costeggiano le rive del Bosforo, gruppi di persone di ogni età ed estrazione sociale rilassarsi sull’erba scaldando, su fuochi più o meno improvvisati, la propria Çaydanlık. Per questo la teiera in metallo non è la più pregiata ma è sicuramente la più comune e pratica, soprattutto al momento del trasporto. La qualità dell’acqua è particolarmente importante soprattutto nel momento in cui il Tè sia preparato in Turchia. Con questo mi riferisco al fatto che, specialmente nelle grandi città, l’acqua è tutt’altro che pura e piacevole al gusto ed è, infatti, d’uso comune acquistare la Damajana, un bottiglione di acqua potabile da 10 litri che si trova comunemente in ogni cucina turca. Ovviamente portare a ebollizione l’acqua del rubinetto la rende del tutto sterile e sicura ma può non essere sufficiente a eliminare retrogusti che possono compromettere la qualità del Tè. Per questo motivo è consigliato utilizzare l’acqua delle bottiglie, la quale viene versata nella parte inferiore della Çaydalık. Questa è effettivamente costituita da due teiere poste una sopra l’altra e di dimensioni

28

decrescenti. Nella parte superiore, quella più piccola, è invece messa la polvere di Tè, un cucchiaio almeno per ogni commensale, poi appena inumidita con qualche goccia d’acqua, prima di porre il tutto sul fuoco. Quando l’acqua nella parte inferiore raggiunge l’ebollizione viene in parte travasata nella sezione superiore, per poi riporre tutto sopra la fiamma, sempre tenuta al minimo della sua capacità. In questa maniera le foglie in infusione non arrivano mai all’ebollizione, essendo la parte superiore riscaldata solo dal vapore proveniente dall’acqua in ebollizione nella parte sottostante. Quando la polvere è depositata sul fondo dell’acqua e questa è ormai un infuso molto concentrato, il Tè è pronto per essere versato. Generalmente offerto nei tipici bicchieri di vetro a forma di tulipano, detti “Ince Belli”, deve essere caldo e fumante. Asseconda del proprio gusto può essere più o meno forte, diluendolo con una maggiore o minore quantità di acqua bollente. Da ciò nasce l’importanza del colore della bevanda e delle sue sfumature che passano da un rosso molto intenso a una sfumatura più leggera tendente quasi all’arancio. Nonostante tutta questa varietà il vero Çay dovrebbe essere di un color rosso acceso, tanto che gli è valso il nome di Tavşan kanı ovvero Sangue di Coniglio.


29


30


Çay in cifre

Al fine di comprendere meglio come le persone vivano il rituale del Çay e per approfondire che posto questo detenga nella vita di tutti i giorni, è stato sviluppato e distribuito un questionario con domande mirate. Al fine di identificare meglio il target, il questionario è stato pensato in base ad alcuni requisiti a cui l’ipotetico utente finale del progetto doveva rispondere. La prima condizione necessaria a dare un significato ai dati raccolti è stata la conoscenza dell’intervistato dell’argomento trattato: svolgere un’ inchiesta su questo argomento in Italia non avrebbe avuto senso dal momento che non sono molti a sapere sanno cosa si intenda per Çay. In questo modo il questionario non avrebbe potuto fornire informazioni utili per sviluppare un progetto funzionale. Per dare un significato ai dati, il cluster d’intervistati doveva per ciò essere composto da persone che risiedessero, o avessero risieduto in Turchia per il tempo necessario da aver vissuto sulla proprio pelle il piacevole rituale del Tè turco. Aver somministrato il questionario tramite il Web ha aiutato a restringere ulteriormente il campione in base ad altri requisiti necessari. Normalmente coloro che sceglono di comprare oggetti di design che offrono soluzioni innovative per rispondere a funzioni tradizionali sono individui che possono permettersi di spendere per regalarsi un oggetto che non gli è strettamente necessario in quel momento, che apprezzano il valore aggiunto dalla buona progettazione e che sono informate sulle novità nel campo del design. A grandi linee questi requisiti corrispondono al profilo di un individuo tra i venti e i sessanta anni, con un reddito e con un interesse per la tecnologia. Ancora

più a grandi linee si può a ragion veduta dedurre che il nostro individuo avrà una connessione internet. Ecco spiegata la scelta del distribuire il sondaggio via Web. Nel giro di sei mesi hanno partecipato al questionario 624 persone, con un range di età che s’incentra tra i venti e i sessant’ anni, raggiungendo picchi estremi di tredici e ottantanove anni. La maggior parte degli intervistati è di nazionalità turca, principalmente residenti nella Regione della Marmara, ma numerosi di loro sono anche originari della Regione dell’Anatolia e di quella Egea. Per quanto riguarda le altre nazionalità, abbiamo qualche partecipante proveniente dalle nazioni limitrofe alla Turchia (Siria e Iran), dall’Africa (Marocco, Sud Africa), pochissimi dall’Australia mentre per la stragrande maggioranza sono provenienti da nazioni europee e dagli USA.

21% 79% 50% 50% Other nationality

31


Da quanto si evince dai dati, il Çay è consumato in quantità paragonabili al normale consumo di caffè di un italiano. Del campione interpellato più della metà dichiara di bere da uno a tre bicchieri al giorno, poco più di un quarto ne beve da quattro a sette, e un buon 18% ne consuma più di otto bicchieri. Del resto il risultato non sorprende, essendo il Çay la bevanda in assoluto più

consumata in Turchia. In ogni angolo e in ogni momento si possono vedere persone intente a gustare un buon bicchiere di liquido scarlatto e fumante. Per consumatori così assidui potrebbe essere interessante un prodotto che gli permetta di avere il Tè pronto e fumante a “flusso continuo”, o magari un sistema che gli eviti di dover porre troppa attenzione mentre il Tè è sul fuoco. Analoghi alla tradizione

Altro

5%

Lavoro

27%

36%

In quali luoghi bevi di solito?

19% Tea house

Quanti bicchieri di Tè bevi al giorno?

0

1-3

4-7

8+

4

51

28

18

%

32

%

%

%

Casa

della moka italiana sono anche i luoghi in cui il Tè è preferibilmente consumato. Al primo posto troviamo la casa, dove il 36% del campione preferisce gustare il suo Tè comodamente seduto sul divano del proprio salotto, magari indossando qualcosa di comodo per lasciar andare la tensione di una giornata passata a divincolarsi tra i meandri

13% Scuola

di una città che stima venti milioni di abitanti. Proprio per il dinamismo della vita turca sono molti coloro che non vogliono rinunciare al piacere della loro bevanda tradizionale anche sul posto di lavoro: il 27% per la precisione. Poco meno del 20% invece preferisce accomodarsi in una delle tantissime Çay Evi [Casa del Tè] e farsi servire il proprio bicchiere da mani esperte.


Anche per quanto riguarda la compagnia con cui è preferibile condividere il piacere del Tè troviamo un’altra similitudine con la cultura italiana. La maggior parte dei consumatori ama assaporare il suo infuso in buona compagnia, per il 34% con gli amici e per il 23% con la famiglia. Anche i colleghi sono spesso compagni della pausa Tè, com’è tipico in ogni paese del resto. Ma il Çay è anche un piacere da gustare

da soli, la mattina appena svegli forse, nell’attesa dell’attracco del traghetto o semplicemente seduti nella propria cucina. Per la maggioranza in ogni caso resta un’attività sociale, un rito da condividere. Probabilmente anche un modo per sfoggiare il servizio buono di “Ince Belli”, magari accostandoli a una Çaydanlık dallo stile più moderno, abbinando cosi il moderno e l’antico come solo i Turchi sanno fare.

Meglio farsi preparare il Tè che prepararlo da sè.

52% 48%

Altro Con i clienti

7% Con i colleghi

17%

18%

In compagnia di chi bevi di solito?

23%

Solo

34%

Con la famiglia Con amici

Per quanto sia vero che la preparazione del Çay sia un rituale importante e fondamentalmente radicato nella tradizione e nella cultura turca, pare in fina dei conti che questa tradizione sia più pertinente al consumo della bevanda che alla sua preparazione. Anche se di poco, sono più gli intervistati che preferiscono essere serviti piuttosto che seguire personalmente la preparazione della teiera e del suo contenuto. Che

sia dovuto alla generale mancanza di tempo da dedicare ai piccoli piaceri che caratterizza la nostra epoca o che sia colpa di mera pigrizia, questo dato ribadisce il possibile interesse rappresentato da un prodotto che semplifichi il processo di preparazione, lo sveltisca, lo automatizzi in un certo senso. Tutto ciò però senza andare a intaccare la gestualità del versare e del rimirare le sfumature del Tè in infusione.

33


Mentre sorseggi il tuo Çay...

34% 9%

Mangio

16%

Fumo

16%

Leggo

20% 4%

Altro

4%

Altro

8%

Mi rilasso

Per noia

31% 22% 10%

Per piacere

Per stare con gli amici

Per dissetarmi

25%

Per concedermi un pausa

Di solito cosa ti spinge a bere un Tè? 34

Parlo

Contrariamente al previsto ,non son in molti coloro che bevono abitualmente Çay a pasto, solo un 9% riferisce di quest’abitudine. Possiamo invece notare un ulteriore rafforzamento del valore sociale di questa bevanda. La stragrande maggioranza degli intervistati abbina al Tè l’attività sociale per eccellenza: parlare e condividere. Nonostante ciò il 20% invece lo vive più come un momento di riposo, uno spazio personale in cui astrarsi

dal resto e prendere una boccata d‘aria, concedendosi una buona lettura o magari qualche sbuffo i Narghilè. Questa in particolare è un’abitudine molto diffusa. Quasi tutte le Çay Evi offrono ai loro clienti la possibilità di fumare un buon Narghilè, e cosi viceversa nei locali dove si fuma questa tipica pipa ad acqua è imprescindibilmente presente una teiera sbuffante pronta a colorare il vostro bicchiere della bevanda rubizza.

I motivi che portano a versarsi un bicchiere di Çay sono i più svariati. Primo fra tutti il semplice piacere i assaporare la bevanda. Questa è disponibile in vari sapori oltre a quella liscia e tradizionale. La declinazione di sapore più diffusa è sicuramente quella alla mela, ottenuta tramite miscele di foglie in precedenza insaporite o semplicemente aggiungendo pezzetti di mela essiccata nel bicchiere di Tè. Alcuni preferiscono unire un

pizzico di spezie alla polvere di Tè da mettere nella Çaydanlık: c’è chi aggiunge un pezzetto di cannella e chi preferisce i chiodi di garofano. Oltre al piacere della degustazione dell’infuso un’altra ottima ragione per prendere un bicchiere di Çay è anche quella di concedersi una pausa, per passare del tempo con chi ci è caro, per dissetarsi o semplicemente per far passare più velocemente quella mezz’ora che ci attende prima del prossimo impegno.


Quali sono le immagini, sensazioni e suggestioni che questo gesto fa sovvenire alla mente? Fra tutte le sue sfumature di significato la prima è quella della “calma”. Secondariamente troviamo la ritualità del Çay. Quest’aspetto affascina

Çay è...

quindi gli stranieri tanto quanto gli autoctoni. Pari valore ha anche la parola “amicizia”, legata all’aspetto sociale di ogni rito umano. A seguire abbiamo il valore dell’aroma e della famiglia. Ritroviamo anche qui il significato socio culturale del bere il Çay.

5%

Viaggio

Aroma

14%

18%

Amicizia

5%

Colore

Non importa

19% Tazza con manico

Tazza trasparente

18%

Rito

14% 8%

Quale tipo di bicchiere preferisci?

Ince belli

49%

Famiglia

Calma

14%

20% 3%

Altro

9%

Ajda

Alla domanda “Quale sia il miglior bicchiere per bere il proprio Tè” la risposta sembra univoca. Il più apprezzato è senza dubbio l’”Ince Belli”, il tradizionale bicchierino in vetro dalla forma a tulipano, più o

meno riccamente decorato. Stupisce che la sua versione più grande, l’“Ajda” non abbia riscosso neanche lontanamente lo stesso successo, ottenendo solo un 9% delle preferenze degli intervistati. Con il 19% delle

risposte troviamo invece un dato particolare: pare, infatti, che per una buona parte degli utenti non abbia grande importanza il contenitore, contrariamente alle previsioni. Una delle caratteristiche

che identificano il Çay è, solitamente, il suo colore, da qui l’abitudine di berlo da contenitori trasparenti per poterne ammirare le sfumature, indicatrici per altro di quanto sia diluito o meno.

35


Infusione Vetro elettrica Metallo elettrica Porcellana elettrica Vetro

4%

4%

5%

3%

6%

Quale tipo di teiera preferisci?

35%

Porcellana Metallo Porcellana

43% Metallo Anche i dati riguardanti il migliore tipo di teiera riservano in parte una sorpresa. Sebbene la porcellana e il vetro siano comunemente considerati i materiali migliori in base alle loro qualità termiche e chimiche, è il metallo ad accaparrarsi le preferenze degli utenti. La tipologia preferita, quella definitivamente più comune nella vita i tutti i giorni dei turchi, è quella classica composta di due teiere sovrapposte, dalla forma tipicamente sferica, in acciaio. Intuitivamente questa preferenza va legata a un fattore di costo e di facilità nel reperire il prodotto oltre che a una questione

36

di resistenza all’usura. È comune, infatti, vedere intere famiglie passare le prime giornate intiepidite dal sole organizzando picnic all’aperto e sorseggiando la loro bevanda preferita sui prati, preparandola su fuochi più o meno improvvisati. Il trasporto e l’utilizzo su una fiamma libera di una costosa e delicata teiera in porcellana o vetro non è certo la cosa più consigliata da farsi. In ogni caso la porcellana resta la seconda tipologia preferita dagli interpellati mentre riscuotono meno successo le più moderne varianti elettriche derivate dai bollitori a resistenza.

Tradizione Moka

Relax

Pausa


Innovazione

Ince belli

Da 1 a 7 bicchieri al giorno

Meglio farsi preparare il Tè che farlo da sè Compagnia

Rito Parlare

Casa

Piacere Amici Solitudine

A conclusione dell’analisi dei dati sono stati estratti alcuni concetti e parole chiave che sono serviti da linea guida in fase di progettazione e aiuteranno la lettura e la comprensione del progetto e delle scelte formali e funzionali che hanno portato alla definizione dell’ oggetto quale è. Di particolare rilevanza sono stati i concetti legati al sociale, che hanno portato alla scelta di una capienza adatta a sodisfare molte persone. L’adattamento del meccanismo di risalita dell’acqua calda della Moka alla teiera è stato suggerito, oltre che dalle svariate similitudini fra le abitudini legate alle due bevande e ai due popoli, anche dalla volontà di innovare e, si spera, di migliorare la funzionalità dell’oggetto.

37


38


Stato dell’arte

39


40


Çay Design

Tea Glass MayBe Design

Vertex Çaydanlık Produz. Korkmaz

Tea Glasses Produz. Paşabahçe

Esta Çaydanlık Designer: Kerim Korkmaz, Turkey Red Dot’s Honourable mention, 2011

Çaydanlık elettrica in metallo e porcellana nera. Produz. Tefal

41


42


Concept

43


44


Percorso progettuale Schizzi preliminari

Sistema di funzionamento ripreso dal meccanismo di risalità dell’acqua a pressione della Moka. Capienza minima dei liquidi: 225 Cl di cui 150 Cl di sola acqua e 75 Cl di Tè. Volumi: 1600 cm³ per l’acqua 800 cm³ per il Tè 750 cm³ per la camera a pressione.

45


Prototipi di dimensionamento

Nelle primissime fasi del progetto è stato necessario valutare i volumi dell’oggetto non solo da un punto di vista funzionale, legato cioè alla quantità di liquidi da contenere, ma anche da un punto di vista estetico e di proporzioni.

46

A questo scopo sono stati realizzati diversi modelli in cartone per valutare le proporzioni tra raggio e spessore del cilindro, nonché il suo rapporto con l’ambiente esterno, in particolare con il piano cottura e con altri utensili da cucina.


Dimensionamento definitivo

Le dimensioni della teiera sono state calcolate affinchè possa contenere un totale di 3 litri di liquidi con un ulteriore margine di sicurezza. In particolare questi volumi sono così suddivisi: la camera a pressione della base dovrà contenere 75 Cl di acqua. Valutando la necessità di un ulteriore margine di spazio, è stata dimensionata per contenerne 85 Cl. Poiché l’acqua da questa camera risalirà alla brocca sovrastante anche questa è stata dimensionata nella stessa maniera con ancore maggior scarto per evitare fuori uscite o spruzzi di acqua bolente. La brocca maggiore conterrà 150 Cl, per cui è stata dimensionata con 50 Cl di disavanzo. Il dimensionamento tiene anche conto dello spazio vuoto tra il limite dei liquidi e il beccuccio delle brocche.

47


Componenti e funzionamento

La gestualità legata alla preparazione del Tè, è la diretta conseguenza delle tecnologie utilizzate per l’ideazione della teiera, In quanto tali, i passaggi per la preparazione della bevanda diventano un’ equilibrata composizione tra quelli per la preparazione della Moka e quelli per la preparazione tradizionale del Tè turco. Come primo passo bisogna riempire d’acqua la camera a pressione nella base, differenziata dall’alloggiamento della brocca più grande da una guarnizione in gomma. Una volta riempita con l’acqua, la camera a pressione va sigillata con l’apposito coperchio incastrando l’asta nel suo alloggiamento fissato al fondo della base. Una maniglietta in acciaio con rifiniture in silicone termoisolante permette di eseguire la presso-rotazione necessaria a chiudere la base. Conclusa questa operazione, il procedimento continua secondo le più tipiche abitudini turche. La brocca più grande va riempita d’acqua, mentre in quella più piccola va versata la polvere di Tè. Successivamente le due brocche vanno riposte sulla base e il tutto va messo normalmente sul fornello. Con il calore della fiamma, l’acqua contenuta nella base comincia a trasformarsi in vapore acqueo che, una volta saturato lo spazio rimanente comincia ad esercitare una pressione sul liquido sottostante.

Esploso dei componenti

48


Riempire d’acqua la camera a pressione nella base.

Una maniglietta in acciaio con rifinture in silicone termoisolante permette di eseguire la presso-rotazione necessaria a chiudere la base.

La brocca più grande va riempita d’acqua, mentre in quella più piccola va versata la polvere di Tè.

Il tutto va messo normalmente sul fornello. 49


18 C°

Questo sospinto dalla pressione risale la cannula di risalita e si riversa nella brocca dove è contenuta la polvere di Tè. L’applicazione di questo meccanismo alla teiera comporta diversi vantaggi. In primis l’acqua riscaldata a pressione raggiunge l’ebollizione a una temperatura superiore ai 100 C°, condizione che permette di ottenere una migliore qualità dell’infuso. Nelle teiere tradizionali l’acqua per l’infusione è prelevata dalla teiera inferiore, comportando una diminuzione del liquido destinato alla diluizione del Tè, che deve essere rabboccato e riportato a ebollizione. Grazie al sistema proposto questo passaggio viene eliminato, riducendo il tempo necessario alla preparazione della bevanda. Oltre al caratteristico rumore dell’acqua in risalita, i coperchi in polimero termocromico indicano lo stato di preparazione del Çay tingendosi di rosso all’aumentare della temperatura.

50

45 C°


87 C° Il termocromismo. Il calore fornito dal fornello scalda sia l’acqua della caldaia, sia il sottile strato di vapore che si interpone tra il tappo e l’acqua stessa. All’aumentare della temperatura aumenta l’agitazione termica delle molecole del vapore e, quindi, anche la pressione (A 25°C la pressione del vapore saturo è di circa 3 kPa). Quando la pressione assume il valore di 50 kPa, il vapore esercita una spinta, sulla superficie dell’acqua che, vincendo la forza di gravità, porta l’acqua stessa a risalire attraverso il tubo di risalita. La pressione che il vapore esercita sull’acqua si distribuisce uniformemente in tutte le direzioni secondo il principio di Pascal per cui l’unica “via d’uscita” per il liquido risulta l’imbuto che porta al filtro. La porzione d’acqua più vicina all’estremità inferiore dell’imbuto, la prima ad essere spinta verso l’alto, è sottoposto a una pressione complessiva di150kPa. (Pressione atmosferica, 100 kPa + 50kPa, pressione di vapore). La temperatura di ebollizione per questo valore di pressione corrisponde a 110°C, per cui l’acqua sale senza mai bollire. Mentre l’acqua raggiunge la brocca dove verrà raccolta; nella caldaia continua ad aumentare la pressione finche l’acqua e vi rimane solo vapore. La risalita del vapore provoca il gorgoglio. Quando invece non vi è più del tutto acqua da spingere, l’aria calda è libera di sfuggire dal sistema.

I materiali termocromici, o termo reagenti, fanno parte della classe dei cromogenici, ovvero quelle sostanze capaci di mutare le proprie caratteristiche ottiche in risposta a stimolazioni esterne. Una sostanza cromogenica varia il suo comportamento ottico grazie a particolari peculiarità chimico-fisiche, in risposta ad uno stimolo elettrico, al variare di una particolare radiazione elettromagnetica (infrarosso, visibile, ultravioletto) in risposta all’aumento di temperatura del materiale. Queste variazioni inducono una

modifica, anche consistente, dello stato fisico-ottico. Si definisce termocromica una sostanza soggetta alla modificazione reversibile delle sue proprietà ottiche in funzione della temperatura, attraverso una reazione chimica. Ripristinate le condizioni termiche iniziali, entro le quali è statica la reattività chimica del materiale, la sostanza torna allo stato originario. Il termocormismo si può ottenere in diversi tipi di polimeri, gel o rivestimenti. Generalmente questa caratteristica viene ottenuta incorporando un additivo termocromico al materiale.

51


Componenti e materiali

La base è in acciaio inossidabile spazzolato. L’intero pezzo ha uno spessore di 1 mm, fatta eccezione per il doppiofondo di 4 mm. Lo “scalino” fatto per sostenere la struttura sovrastante è piegato, per ottenere una migliore resistenza strutturale. Le guarnizioni, mutuate da quelle della Moka, sono in gomma. Sono tutte separabili dal corpo per facilitarne la sostituzione in caso di usura. La superficie del tappo è in acciaio inox, senza

52

particolari finiture superficiali. Per risolvere eventuali flessioni della lastra dovute alle diverse forze applicate sono stati inseriti dei listelli in acciaio fissati alla superficie inferiore della lastra. La maniglietta che regola l’apertura e la chiusura del tappo è in acciaio inossidabile satinato, in coordinato con la lavorazione esterna della base. L’inserto ergonomico interno è in silicone termoisolante e suggerisce e facilita il movimento di presso-rotazione necessario ad aprire e


chiudere la camera a pressione. L’asta di chiusura, filettata internamente per accogliere il bullone che fissa la maniglietta all’asta stessa, ha uno spessore i 5 mm ed è anch’essa in acciaio inossidabile, cosi come i restanti componenti interni: la molla, la rondella e la cannula i risalita dell’acqua. Le due brocche sono in vetro borosilicato, e hanno uno spessore, variabile asseconda dei punti, tra i 3

e i 4 mm circa. Le tre piccole protuberanze vicino al beccuccio di ogni brocca hanno sia una funzione decorativa, riprendendo il motivo del logo, sia una funzione pratica, andando ad incastrarsi nei fori preposti sui coperchi e assicurano una migliore aderenza tra ciascuna brocca e la sua chiusura. I coperchi superiori sono in materiale polimerico additivato con sostanza termocromica per ottenerne il cambio i colore in base alla temperatura.

53


L’oggetto e noi

Impugnatura, utilizzo e proporzioni in confronto alla figura umana.

54


Impugnatura e gestualità delle mani viste dall’allto.

55


56


Logo

PANTONE Black 6

Nokta [nok-ta] n: Il punto è il più forte tra i segni

PANTONE Cool Gray 11

di punteggiatura. Indica una netta interruzione del discorso e si colloca a conclusione di un periodo. Dopo il punto si usa sempre l’iniziale maiuscola

PANTONE Cool Gray 9

Font:

cafè & breweryy

PANTONE Cool Gray 6 PANTONE Cool Gray 1

57


58


Renders

Teiera a freddo.

59


60

Çay pronto per essere servito.


Partiolari: i coperchi

Base e brocche.

61


62


Versione a resitenza elettrica

La base contiene tutti i componenti elettrici.

63


Interfaccia utente e regolazioni.

Timer

Standby

Keep warm

Accensione: Pressione prolungata sul tasto centrale Standby. Tutti i tasti si illuminano per qualche secondo, dopo di che solo il tasto centrale resta illuminato segnalando lo stato di Standby della macchina.

Regolazione della durata della funzione Keep warm: In funzione Standby premere a lungo il tasto Keep warm. Il simbolo della tazza si illumina. Con pressioni brevi dei tasti esterni regolare la durata della funzione. Per tornare alla funzione Standby premere a lungo il tasto Keep warm. Avvio preparazione Tè: Pressione breve sul tasto Standby. I simboli Timer e Keep warm si spengono e si accende il cerchio luminoso intorno al pulsante più a sinistra. L’accensione progressiva del contorno dei pulsanti indica la progressione del funzionamento.

Attivazione del Timer: In funzione Standby una pressione breve attiva il conto alla rovescia per l’avvio della macchina. La spia Timer resta accesa fino alla fine del Countdown. Regolazione della funzione Timer: In funzione Standby pressione lunga sul tasto Timer. Per regolare il conto alla rovescia usare pressioni brevi sui tasti Keep warm e Timer. A regolazione conclusa un’altra pressione lunga riporta alla funzione Standby. Attivazione della funzione Keep warm: Una volta avviata la preparazione del Tè premere a lungo il tasto Keep warm per selezionare l’opzione. 64

Indicatore dell’acqua: A spie lampeggianti è necessario riempire il serbatoio dell’acqua. Fino a che le spie non sono tornate al loro stato normale non è possibile avviare la macchina.


Versione elettrica a freddo.

Particolari: l’interfaccia utente

65


66


Bibliografia

Aasim, M., Khawar K. M., Klasra, M. A., Review: History of Tea Production and Marketing in Turkey, International Journal Of Agriculture & Biology, 2007. Ashby,M. F., Johnson,K., Levi,M., Materiali e design : l’arte e la scienza della selezione dei materiali per il progetto, Milano, CEA, 2010. Branning K., Yes, I Would Love Another Glass of Tea: An American Woman’s Letters to Turkey, Blue Dome Press, 2010. BÜRDEK B. E., Design: storia, teoria e pratica del design del prodotto, Gangemi, Milano 2008. Del Curto B., Fiorani E., Passaro C., La pelle del Design, Progettare la sensorialità, Lupetti, Milano, 2010. Del Curto B., Marano C., Materiali per il design. Introduzione ai materiali e alle loro proprietà, CEA, Milano, 2008. Erlhoff M., Marshall T., Design Dictionary, Perspectives on Design Terminology, Board of International Research in Design Birkhauser Architecture, 2008. Gambaro,P., Vannicola,C., Fagnoni,R., Medesign _forme del Mediterraneo, Alinea, Firenze, 2004. Honda Y., History of Turkish tea drinking habits, Turkish Embassy, Tokyo, 2006. Lefteri,C, Il vetro : materiali per un design di ispirazione, Logos, Modena, 2006. Lefteri,C., Il metallo : materiali per un design di ispirazione, Logos, Modena, 2004. Manzini E., La materia dell’invenzione, Arcadia edizioni, Milano, 1986. Norman,D. A., La caffettiera del masochista: psicopatologia degli oggetti quotidiani, Giunti, Firenze 1997. Russo D., Il design dei nostri tempi. Dal postmoderno alla molteplicità dei linguaggi, Lupetti, Milano,2012. The Innovation of Design and the Project of new Tools for Employment Activities, supports for active Life: Case Study of integrated Research Project Caresystem. In Ambient Intelligence European Conference, AmI 2009, Salzburg, Austria, 18-21 Novembre 2009. Adjunct Proceedings, ICT&S Center, University of Salzburg. Tonelli M. C., Industrial Design: latitudine e longitudine. Una prima lezione, University Press, Firenze, 2008. 67


68


Sitografia

General Directorate of Tea Enterprises.; www.caykur.gov.tr/ Pelin Aylangan’s website, a Turkish-Americanwho’s going to pubblicate ‘Tea in Turkey’, a multi-faceted project aimed at promoting Turkey and its tea culture.; www.teainturkey.com Sito web della rivista di settore “Çay Dünyası Gazetesi” [Il mondo del Tè]; www.caydunyasigazetesi.com/ Informazioni generiche sulla culture del Tè: wikipedia.org/wiki/Turkish_tea Informazioni generiche sulla pianta del Tè: wikipedia.org/wiki/Camellia_sinensis Informazioni generiche sul Samovar Russo: wikipedia.org/wiki/Samovar Rumi e il sufismo: www.sufi.it/ Questionario e dati: docs.google.com/forms/d/1dlmECH4fe2DhRLozSFkNxem-WJ72tnaLx9K1hN64HNY/closedform docs.google.com/forms/d/1dlmECH4fe2DhRLozSFkNxem-WJ72tnaLx9K1hN64HNY/viewanalytics Traduzioni: www.seslisozluk.net/ Fisica della caffettiera: qinf.fisica.unimi.it/~paris/caffettiera.html Materiali: www.matech.it/index.asp?lang=it Immagini: www.deviantart.com www.pinterest.com

69


70


Ringraziammenti

Elencare e ringraziare qui tutti coloro che hanno partecipato e contribuito, in vari modi, alla stesura di questa tesi richiederebbe probabilmente più pagine di quelle dedicate alla presentazione del progetto stesso. Mi limiterò quindi a un generico “Grazie mille!”, “Çok teşekkür ederim!” confidando che gli interessati siano già coscienti dell’aiuto che mi hanno dato. Mi riserverò di tediare con ulteriori specifici ringraziamenti gli interessati in separata sede. Grazie.

71




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.